Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti stenografici delle audizioni

Vai all'elenco delle sedute >>

XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 63 di Martedì 27 luglio 2021

INDICE

Comunicazioni:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizione della Viceministra dell'economia e delle finanze, Laura Castelli, in merito alla situazione della Banca Monte dei Paschi di Siena:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Castelli Laura (M5S)  ... 3 
Ruocco Carla , Presidente ... 7 

(La Commissione concorda – I lavori proseguono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica). ... 7 

Ruocco Carla , Presidente ... 7

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta comincia alle 10.40.

Comunicazioni.

  PRESIDENTE. Ricordo che per ragioni di sicurezza sanitaria, il foglio firme non verrà portato dall'assistente ma lasciato davanti al banco della Presidenza.
  Comunico che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione dello scorso 29 aprile, ha convenuto sull'opportunità che la Commissione si avvalga della collaborazione del dottor Ciro Santoriello, Magistrato presso la Procura di Torino, ai sensi dell'articolo 21 del Regolamento interno, in qualità di consulente scelto tra personalità di riconosciuta indipendenza e comprovata competenza ed esperienza, nelle materie di interesse della Commissione, sulle materie che saranno oggetto del programma dei lavori e per la durata della legislatura. Il dottor Ciro Santoriello, ottenuta l'autorizzazione del Consiglio Superiore della Magistratura, ha prestato il prescritto giuramento in data odierna assumendo, in tal modo, il pieno esercizio delle funzioni di consulente della Commissione e le conseguenti responsabilità.
  In bocca al lupo, lo salutiamo.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Viceministra dell'economia e delle finanze, Laura Castelli, in merito alla situazione della Banca Monte dei Paschi di Siena.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della Viceministra dell'economia e delle finanze, Laura Castelli, in merito alla situazione della Banca Monte dei Paschi di Siena. La Commissione ha ravvisato l'opportunità di essere aggiornata, anche a seguito di recenti notizie di stampa, in merito alla situazione della Banca Monte dei Paschi di Siena, con particolare riferimento: ad un imminente aumento di capitale; ad eventuali interlocuzioni con soggetti bancari in vista di una possibile fusione, ovvero di cessione anche parziale degli sportelli; alle intenzioni del MEF circa la possibile proroga del termine ad oggi stabilito per le operazioni di aggregazione aziendale perfezionate nel 2021 e al possibile incremento dell'incentivo netto per il potenziale acquirente di MPS ai sensi dell'articolo 1, Comma 233 e 243, della legge 30 dicembre del 2020 n. 178; ad eventuali interlocuzioni avviate con la DigComp per posticipare il termine per la dismissione della partecipazione da parte del MEF; alle valutazioni del MEF sulle motivazioni della sentenza relativa al processo MPS e alle possibili conseguenti iniziative.
  Con riferimento alla odierna audizione, è presente la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli, che ringrazio di essere qui. Invito la Viceministra a svolgere la relazione, seguirà il dibattito in Commissione. Prego.

  LAURA CASTELLI. Viceministra dell'economia e delle finanze. Grazie e buongiorno a tutti. L'ingresso dello Stato nel capitale di Monte dei Paschi di Siena, da Pag. 4qui, Banca o MPS, è avvenuto nell'ambito di una operazione di ricapitalizzazione precauzionale, ai sensi della direttiva europea 21459 UE, sul quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento, autorizzata dalla Commissione europea e dalle competenti autorità di vigilanza.
  L'intervento con fondi pubblici, come è noto, si è reso necessario a seguito dei risultati emersi negli stress test condotti, tra il febbraio e il luglio del 2016, dall'Autorità bancaria europea. Nel dettaglio, la situazione della Banca, sebbene stabile nello scenario base, si presentava critica nella ipotesi di scenario più severo, secondo cui, alla fine del 2018, MPS avrebbe mostrato un significativo peggioramento della situazione patrimoniale con un capitale di qualità primaria negativa.
  Le autorità di vigilanza hanno chiesto alla Banca l'adozione di misure correttive, in particolare per stabilire un capitale adeguato. Fallito l'iniziale piano di ricapitalizzazione della Banca, per l'impossibilità di reperire risorse sul mercato, il 23 dicembre del 2016 il Governo, per evitare che le difficoltà ipotetiche si tramutassero in difficoltà effettive con le relative conseguenze negative per la stabilità del sistema finanziario, ha dovuto adottare il decreto-legge n. 237 del 2016, contenente misure di supporto alla liquidità del capitale delle banche.
  La Banca, ai sensi del predetto decreto, ha presentato formale istanza per intervento pubblico in forma di ricapitalizzazione precauzionale. La richiesta, inizialmente sottoposta alla valutazione dell'autorità di vigilanza, con riferimento alla stima del fabbisogno di capitale necessario, è stata poi trasmessa alla Commissione europea per valutare la compatibilità dell'intervento con la normativa sugli aiuti di Stato. In particolare, con gli orientamenti degli aiuti alle imprese bancarie contenute nelle comunicazioni del 19 agosto del 2009 e del 30 luglio del 2013 ed approvata dalla stessa con decisione del 4 luglio del 2017.
  La Commissione ha subordinato l'autorizzazione dell'operazione a una serie di impegni assunti dallo Stato italiano, anche per conto della Banca, tra cui quello di convertire in azioni alcune categorie di strumenti finanziari emessi dalla Banca, tra cui le obbligazioni subordinate.
  L'intervento pubblico complessivo è stato pari a 5,4 miliardi di euro, di cui 3,9 miliardi destinati all'aumento di capitale della Banca e, fino a 1 e mezzo, riservati al ristoro degli investitori al dettaglio coinvolti nel burden sharing.
  A seguito dell'operazione, il Ministero dell'economia e delle finanze ha acquisito una partecipazione nella Banca pari al 68 per cento. L'autorizzazione della Commissione europea è stata subordinata anche alla predisposizione di un piano di ristrutturazione, da parte della Banca, da attuare nell'arco del periodo 2017-2021.
  Il Piano, nell'ottica di riportare la Banca in condizioni di redditività e competitività, a partire dal 2021, ha previsto: una riduzione dello stock di crediti deteriorati per un importo pari a 28,6 miliardi di euro; la dismissione di alcune partecipazioni in attività non strategiche; l'efficientamento dei costi operativi e il rafforzamento patrimoniale.
  L'attuazione del Piano costituisce parte degli impegni imposti dalla Commissione europea di cui lo Stato, come detto in precedenza, costituisce parte obbligatoria anche per conto della Banca.
  Tra gli impegni che, invece, riguardano direttamente il Governo, vi è in particolare l'obbligo di dismettere la partecipazione della Banca a conclusione del periodo di ristrutturazione del Piano, vale a dire entro la fine del 2021. Era l'impegno numero 11. Gli sforzi fatta dalla Banca negli anni successivi alla approvazione del Piano, sono stati apprezzabili e hanno portato notevoli risultati soprattutto nella riduzione dei crediti deteriorati, sebbene il percorso di attuazione degli impegni assunti non sia stato lineare, anche a causa del contesto macro economico sfavorevole, in particolare, l'andamento dei tassi di interesse diverso da quello preventivato nel piano e, a seguito del successivo scoppio della pandemia, della relativa crisi economica.
  Le prime problematiche, sorte relativamente al rispetto degli impegni, hanno riguardatoPag. 5 il rafforzamento delle posizioni patrimoniali. In particolare, la Banca, a causa delle condizioni sfavorevoli del mercato, non ha potuto emettere, entro fine del 2018, l'ammontare di obbligazioni subordinate richieste dal Piano, violando l'impegno numero 24.
  Il Governo ha dovuto, quindi, richiedere alla Commissione una proroga del termine, concessa con decisione del 12 settembre 2019, a fronte dell'impegno di una maggiore riduzione dei costi operativi. Le maggiori difficoltà nell'implementazione del piano si sono, tuttavia, palesate in riferimento al raggiungimento degli obiettivi di redditività e un equilibrato rapporto tra costi e ricavi.
  Con la lettera al Ministero, inviata il 10 settembre del 2019, la Banca rappresentava la difficoltà nel raggiungimento del target dei ricavi fissati dal Piano, chiedendo al Ministero di interloquire con la Commissione europea per una generale revisione degli impegni, in particolare, quello sulla dismissione delle partecipazioni.
  In risposta a tale missiva, il Ministero, evidenziando che la revisione delle tempistiche del Piano avrebbe inevitabilmente comportato, da parte della Commissione, la richiesta di aggiustamenti compensativi, probabilmente in termini di ulteriori derisking, o di riduzione dei costi, richiedeva alla Banca, nell'ottica di una successiva interlocuzione con la Commissione, proposte specifiche in merito alla revisione da apportare al Piano e alle loro funzionalità rispetto alla ristrutturazione della Banca.
  Con ulteriore missiva, inviata nell'aprile del 2020, la Banca, pur evidenziando il miglioramento dei risultati di gestione del 2019, rispetto agli anni passati, riferiva il mancato raggiungimento degli obiettivi di redditività previsti dal commitment numero 9, già paventata nella precedente lettera, e la conseguente attivazione della clausola compensativa di riduzione dei costi per ulteriori 100 milioni di euro da effettuarsi nel biennio 2020-2021.
  Tuttavia, la Banca rappresentava anche la mancanza di risorse sufficienti per sostenere gli oneri di ristrutturazione a causa dei minori ricavi generati nel periodo 2017-2019 e, in prospettiva, degli effetti della crisi COVID-19 per i ricavi degli anni 2020-2021, e di aver, quindi, ripianificato la riduzione dei costi in modo difforme dagli impegni presi con la Commissione. Chiedeva, quindi, al Governo di avviare un confronto formale con la Commissione per la disapplicazione del commitment numero 9 e ribadiva la necessità di una complessiva revisione del Piano di ristrutturazione 2017-2021, che tenesse conto della crisi pandemica e dei suoi possibili sviluppi.
  Le interlocuzione tra gli uffici del Ministero e quelli della Commissione sono in corso e i secondi, in particolare, attendono di sapere se si concretizzi o meno l'ipotesi di una aggregazione di MPS con altre operazioni per poter valutare, in un quadro sufficientemente chiaro e stabile, le proposte di revisione degli impegni che MPS ha presentato nell'ambito del piano industriale.
  Sul fronte dei crediti deteriorati, la Banca ha portato avanti una progressiva opera di riduzione tramite una serie di operazioni condotte negli anni 2018 e 2019 e, da ultimo, con l'operazione nota come «Hydra», che ha previsto la cessione ad AMCO, tramite scissione parziale non proporzionale da parte di MPS, di un compendio di 8,1 miliardi di euro di crediti deteriorati.
  Il perfezionamento dell'operazione del primo dicembre del 2020, è stato preceduto da una lunga interlocuzione, condotta con il supporto del MEF, che ha coinvolto anche la Banca da un lato e la BCE, e la Commissione europea dall'altra, per la verifica della conformità dell'operazione con il quadro normativo europeo.
  La massiccia operazione di derisking della Banca, di cui Hydra costituisce un tassello fondamentale, è funzionale alla cessione delle partecipazioni statali che – si rammenta – costituisce uno degli impegni assunti dallo Stato nel 2017.
  Tale impegno, prevedeva originariamente la presentazione, da parte del Governo, di un piano sulla dismissione delle partecipazioni entro il 31 dicembre del 2019. Tale scadenza è stata, tuttavia, posticipata dalla Commissione proprio in pendenza della Pag. 6definizione della operazione di derisking. Definitesi le condizioni per procedere con la cessione dei crediti ad AMCO, il Governo, con decreto del Presidente del Consiglio del 16 ottobre 2020, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 novembre del 2020, cosiddetto «Decreto sulla cessione», ha autorizzato il MEF a dare avvio alla procedura di dismissione della propria partecipazione nella Banca.
  Una delle possibili modalità di dismissione della partecipazione, indicata esplicitamente nel decreto sulla cessione, è un'operazione straordinaria di fusione che coinvolga un player di elevato standing. Tale ipotesi, rientrerebbe nell'ambito di applicazione del regime fiscale previsto per le operazioni di aggregazione nell'ultima legge di bilancio, la n. 178 del 2021, nella forma di conversione delle attività per imposte differite, DTA (Deffered Tax Asset), crediti di imposta.
  Pertanto, si sta operando, da alcuni mesi, nella ricerca di un partner industriale nella prospettiva dell'aggregazione. A tal fine, sono stati nominati advisor incaricati di ricercare un operatore interessato e, formalizzando al mercato l'interesse per una operazione, la Banca ha aperto una dataroom. Ad oggi, risulta averne richiesto l'accesso soltanto il Fondo Apollo. Ulteriori soggetti interessati ad accedere alla dataroom verranno, in ogni caso, comunicati dalla Banca nel rispetto degli obblighi di trasparenza imposti dalla disciplina sui mercati finanziari recentemente rafforzata dalla CONSOB.
  Nelle more che si definisca una soluzione aggregativa, la Banca ha comunque elaborato una proposta strategica di sviluppo, contenuta nel Piano industriale relativo al periodo 2021-2025 – quindi il nuovo piano – comunicato al mercato in data 17 dicembre del 2020.
  Il nuovo piano è stato predisposto tenendo in considerazione degli impegni assunti dal Governo relativi al Piano di ristrutturazione 2017-2021, ed è subordinato alla approvazione della Commissione europea.
  Il Piano prevede il rafforzamento della presenza della Banca sul territorio per recuperare le quote di mercato perdute e, allo stesso tempo, esclude radicali trasformazioni del modello operativo che richiederebbero investimenti significativi a fronte di benefici futuri incerti, rischiando di compromettere la dismissione della partecipazione statale entro il 2021.
  Sul fronte dei costi, la Banca proseguirà l'efficientamento dei processi operativi e l'alleggerimento della struttura organizzativa.
  Per l'attuazione del nuovo piano, in particolare per sostenere gli oneri di ristrutturazione necessari per procedere alla riduzione dei costi per ristabilire adeguati requisiti patrimoniali, la Banca ha stimato la necessità di un aumento di capitale tra i 2 e i 2 e mezzo miliardi di euro, poi quantificato in 2,5 miliardi nel capital plan approvato e inviato alla BCE a fine gennaio 2021.
  Come anticipato, la Commissione, nelle interlocuzioni avute con la Banca, non si è ancora espressa sul contenuto del nuovo piano a natura provvisoria ed è fondato sulla ipotesi del mancato perfezionamento di una operazione di aggregazione. Un'eventuale decisione potrà, presumibilmente, arrivare solo dopo che si definisca la questione degli assetti futuri. In ogni caso, la Commissione ha rappresentato che l'eventuale assenso al nuovo piano, il quale rivede in parte gli assunti del precedente o richiederebbe l'ulteriore modifica degli attuali commitments, sarebbe subordinato a ulteriori misure di compensazione, da definire con la stessa Commissione per il mancato rispetto di alcuni degli impegni presi nel 2017.
  Riguardo, infine, alle motivazioni della sentenza recentemente emessa nei confronti degli ex vertici di MPS, si rammenta che il processo penale in questione vertente, come è noto, sulla idoneità a falsare i bilanci e a impedire agli investitori l'adozione di scelte ponderate delle tecniche di contabilizzazione di alcuni derivati sottoscritti dalla Banca, è ancora pendente nel grado di appello e, sebbene il MEF sia azionista di maggioranza, compete al consiglio di amministrazione della Banca compiere eventuali valutazioni sui tempi e sui Pag. 7modi per proporre le azioni necessarie a tutela delle posizioni della Banca.
  Nel merito della statuizione della sentenza è evidente l'inopportunità di un giudizio del Governo sul contenuto di un provvedimento di un organo giurisdizionale.
  Quindi, se la Presidente è d'accordo, per il primo giro, terminerei qua.

  PRESIDENTE. Va bene, quindi facciamo questa prima parte in seduta pubblica e poi, se avete adesso domande, facciamo questa prima parte di domande e poi chiudiamo la seduta perché la Viceministra ha chiesto poi la segretazione. Ci sono domande per questa prima parte? No. Apprezzate le circostanze, propongo quindi che la Commissione prosegua l'audizione in seduta segreta.

  (La Commissione concorda – I lavori proseguono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Salutiamo la Viceministra Castelli e la ringraziamo per la disponibilità. Aspettiamo aggiornamenti a breve. La seduta è chiusa.

  La seduta termina alle 11.25.