Sulla pubblicità dei lavori:
Casa Vittoria , Presidente ... 3
Audizione del Ministro dell'istruzione, Patrizio Bianchi, sulle iniziative di sua competenza in vista dell'avvio dell'anno scolastico
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento)
.
Casa Vittoria , Presidente ... 3
Bianchi Patrizio , Ministro dell'istruzione ... 3
Casa Vittoria , Presidente ... 8
Frassinetti Paola (FDI) ... 8
Fusacchia Alessandro (Misto-MAIE-PSI-FE) ... 9
Aprea Valentina (FI) ... 11
Casciello Luigi (FI) ... 13
Piccoli Nardelli Flavia (PD) ... 14
Patelli Cristina (LEGA) ... 15
Carelli Emilio (CI) ... 16
Carbonaro Alessandra (M5S) ... 17
Bella Marco (M5S) ... 18
Casa Vittoria , Presidente ... 19
Bianchi Patrizio , Ministro dell'istruzione ... 19
Casa Vittoria , Presidente ... 23
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
VITTORIA CASA
La seduta comincia alle 9.15.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso il resoconto stenografico, anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del Ministro dell'istruzione, Patrizio Bianchi, sulle iniziative di sua competenza in vista dell'avvio dell'anno scolastico.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi sulle iniziative di sua competenza in vista dell'avvio dell'anno scolastico.
Ringrazio il Ministro Bianchi di essere presente qui oggi per questa audizione, nella quale vogliamo fare il punto con lui su quello che il Ministero sta facendo in merito all'avvio del nuovo anno scolastico.
Come sempre darò prima la parola al Ministro per la sua relazione, poi ai colleghi che ne hanno fatto richiesta e quindi di nuovo al Ministro per la replica. A lei, Ministro, la parola. Prego.
PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'istruzione. La ringrazio moltissimo, presidente, e ringrazio tutti voi di aver voluto assegnare alla scuola questo riavvio dell'attività parlamentare. Vi ringrazio moltissimo perché tutti abbiamo chiaro quanto sia importante ripartire quest'anno avendo quel carattere di sicurezza necessario per poter garantire una presenza altrettanto necessaria. Grazie a tutti per avermi invitato in questo avvio di attività e per spiegare come stiamo affrontando tutti assieme la riapertura dell'anno scolastico.
Innanzitutto, voglio ricordare di che cosa stiamo parlando quando dico: «tutti assieme». Stiamo parlando di 857.077 docenti e di 213.243 tecnici amministrativi. 1.070.320 sono le persone che lavorano nella nostra scuola e che stanno lavorando tutti per il benessere dei nostri ragazzi e nostre ragazze.
L'impegno che ci eravamo presi era quello di ripartire avendo tutti i docenti al loro posto. Sono veramente contento di dire che questo impegno che ci eravamo presi tutti assieme quest'anno sarà realizzato per la prima volta.
Per la prima volta nella storia della Repubblica noi partiremo il 13 avendo tutti i docenti indicati dal Ministero al loro posto. Rispetto alle 112.473 cattedre vuote e vacanti autorizzate dal Ministero dell'economia e delle finanze, avremo 58.735 posizioni a ruolo già assegnate – non abbiamo atteso il 1° settembre, come succedeva, ma l'abbiamo fatto in agosto – e abbiamo altri 53.738 incarichi annuali, quelli che generalmente venivano assegnati fra ottobre e novembre: li abbiamo assegnati ieri, il 6 di settembre. A questi abbiamo aggiunto 59.813 posti già assegnati in deroga, prevalentemente per il sostegno.
Quindi, permettetemi di ringraziare tutti i nostri funzionari, gli USR (Ufficio scolastico regionale) e i presidi per avere fatto questo lavoro titanico e avere permesso a oltre 58.736 docenti di ruolo di avere 113 Pag. 4mila assegnazioni annuali che permette di muoversi avendo come residuo soltanto le assegnazioni di brevissimo periodo che gli stessi dirigenti scolastici possono fare sulla base delle messe a disposizione.
Questo era un impegno che ci eravamo presi come Governo e, permettetemi, noi tutti con le famiglie. Noi lo abbiamo realizzato e questo mi sembra assolutamente importante. Voglio ricordare in particolare il sostegno. Noi tutti abbiamo condiviso l'evidenza che dopo anni, non mesi, anni così difficili fosse necessario dare la massima attenzione ai nostri ragazzi che più richiedevano attenzione. All'interno dei 58 mila, 14.194 docenti di ruolo sono di sostegno e 59.813 sono in deroga. Quindi credo che siamo in grado di dare risposte alle nostre famiglie.
Giusto per ricordare, l'anno scorso si giunse a fare assunzioni in ruolo per 19.995 e 1.778 del sostegno. Il risultato che vi ho portato è un risultato collettivo, è un risultato di tutti, è uno sforzo straordinario che tutti abbiamo fatto nel riporre la scuola al centro.
Vi ricordo che in questa terribile terza ondata che ci ha colpito in primavera avevamo fatto la scelta di tenere i bambini più piccoli sempre a scuola, di riportare i più grandi già dopo Pasqua, di fare gli esami del primo ciclo della secondaria e della maturità in presenza. Ricordo che abbiamo fatto 576 mila esami di fine del primo ciclo della scuola secondaria, cioè di terza media, e abbiamo fatto 540 mila esami di maturità e diploma tutti in presenza.
Durante l'estate abbiamo tenuto le scuole aperte. Abbiamo dato 150 milioni a tutti per fare questa fase di accoglienza che è stata fatta in tutte le scuole e abbiamo dato complessivamente 530 milioni per progetti. Abbiamo ricevuto 35 mila progetti da 7.150 istituzioni scolastiche su 8 mila – tutte quelle del Sud – e li abbiamo finanziati sul PON (Programma operativo nazionale). Abbiamo avuto un recupero di 1.650.000 ore di attività didattica, ma soprattutto nei centri minori abbiamo riacceso l'idea che la scuola era aperta ed era aperta in presenza.
Siamo arrivati a questo mese di settembre con una grandissima attenzione da parte di tutti. Nel contempo, come voi sapete, abbiamo massicciamente investito, abbiamo utilizzato tutti i fondi europei che erano a nostra disposizione e abbiamo indotto anche tutti gli enti locali a utilizzare appieno i fondi europei. Voi sapete che siamo già in una fase di nuova negoziazione dei fondi. Abbiamo già negoziato i fondi del PON per quanto riguarda il Ministero e sono lieto di dirvi che dai 2,7 miliardi dell'anno scorso siamo passati a 3,8 miliardi di questo giro, con un miliardo in più per la scuola. Nei fondi che abbiamo disposto essenzialmente a favore degli enti locali proprietari degli edifici abbiamo investito 2,6 miliardi per la sicurezza fisica e sismica dei locali e abbiamo investito altri 2 miliardi, per un totale di 5 miliardi e 100, per quanto riguarda la digitalizzazione, in modo da portare la rete e tutti i device necessari a tutte le scuole italiane. A fronte di questo abbiamo investito altri 2 miliardi per quanto riguarda la riapertura; 850 milioni per i trasporti e qui voglio ringraziare i prefetti. Infatti, i tavoli prefettizi si sono rivelati ancora una volta il perno necessario del coordinamento.
Certamente abbiamo situazioni molto diverse nel Paese e io per primo, che mi sento tutore e garante delle autonomie, non ho voluto sovraccaricare di direttive questa fase perché i nostri prefetti erano in grado, con i nostri dirigenti e con gli USR, di trovare con gli enti locali le soluzioni migliori che si adattano di volta in volta nella situazione specifica.
Rispetto a questo il dato essenzialmente nuovo di quest'anno rispetto all'anno scorso è ovviamente la vaccinazione. La scuola ha reagito più di ogni altro settore della nostra società all'invito del Presidente a vaccinarsi. Come avete visto, siamo oltre il 92 per cento. Non posso esimermi dal rivolgere il ringraziamento mio e di tutti noi al Generale Figliuolo. Ovviamente abbiamo ben presente la quota rilevante di nostri colleghi che non possono vaccinarsi avendo particolari condizioni di salute: vi ricordo l'età elevata dei nostri docenti e del nostro personale.Pag. 5
D'altra parte abbiamo visto che siamo stati in grado di operare nel pieno rispetto della privacy. Mi scusi, presidente, questa lista dei ringraziamenti, ma la devo fare, è un'esternazione collettiva. Vorrei fare un ringraziamento speciale al presidente dell'Autorità garante dei dati personali, il professor Stanzione. In estate abbiamo lavorato con lui e abbiamo ottenuto un grande risultato: quello di permettere dal 13 settembre a tutte le scuole di avere sul computer del preside, e solo sul suo, la lista del personale presente in quella scuola semplicemente con il bollino rosso o il bollino verde non cumulabile nel tempo – perché i dati sanitari non si possono accumulare – che non solo evita le file, ma evita anche l'umiliante idea di vedere chi sì e chi no.
È stato un lavoro notevole: abbiamo messo insieme per la prima volta i dati del Ministero della salute, i dati del Ministero dell'istruzione, le capacità tecniche del MEF e soprattutto la continua assistenza dell'Autorità sulla privacy. È un buon metodo. Noi porremo sempre innanzi a ogni problema l'aspetto della privacy e del rispetto dei diritti delle persone; però, egualmente, si deve coordinare questo con il dovere alla sicurezza e lo facciamo con le autorità dello Stato. Mi sembra assolutamente questo il modo per lavorare. Rispetto a tutto questo, ricordo che questo lavoro – scusatemi se insisto, non è per piaggeria, ma non è neanche per narcisismo – che è stato fatto per la prima volta, questo anticipo di 45 giorni sulla disponibilità dei docenti è frutto di un lavoro straordinario che hanno fatto le nostre persone. È un lavoro eccezionale: ho lavorato fin da febbraio per ridare fiducia.
Voglio ricordare un dato perché sia presente: dei 5.900 funzionari che dovrebbero essere in carico al Ministero siamo a meno della metà e quindi sarà necessario investire in pubblica amministrazione, investire in alte competenze nella pubblica amministrazione, investire in strutture per la pubblica amministrazione. In questi mesi abbiamo lavorato moltissimo sul nostro sistema informativo e come avete visto il nostro sistema informativo ci ha permesso di fare quello che non si poteva fare, perché se dovevamo fare a mano, saremmo arrivati anche noi a ottobre. Occorrono competenze nella pubblica amministrazione e bisogna investire.
Da qui partono le vie per le riforme del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), che però avrei l'ambizione di considerare un'unica azione integrata. La prima delle riforme, come sapete bene, è la riforma degli ITS (Istituti tecnici superiori) che è partita da quest'Aula e adesso va al Senato.
Come sapete, su questa riforma degli ITS ho manifestato fin dall'inizio tre punti. Il primo è il massimo di coordinamento fra questa riforma, che è quella che apre la strada alle altre riforme che stiamo facendo. C'è un problema di coordinamento, ma adesso siamo in grado anche di delineare la strada per le altre riforme e facilitare il lavoro di tutti noi per questo maggior coordinamento. Un punto su cui abbiamo lavorato moltissimo con Cristina Messa è ovviamente il rapporto fra ITS e sistema universitario. Il terzo punto, per me importante, è che bisogna salvaguardare l'autonomia degli ITS, la loro natura di fondazioni di diritto privato, ma bisogna rafforzare di più il carattere nazionale di questa offerta come parte fondante dell'offerta formativa del Paese.
La seconda riforma su cui stiamo lavorando è quella dell'intera filiera tecnico-professionale. È una riforma attesa che, tra l'altro – mi si permetta senza nessuna volontà di critica – deve porre in chiara evidenza che alla fine di un ciclo scolastico vi deve essere un adeguato riconoscimento, cioè vi deve essere un titolo professionale riconosciuto che permetta ai ragazzi non solo di poter proseguire – spero, auspicabilmente, negli ITS o nell'università, perché ho fatto il rettore tanti anni –, ma che permetta anche percorsi di lavoro riconosciuti. Per cui, con il collega Speranza e con il collega Orlando, stiamo ragionando su come permettere questi percorsi di inserimento lavorativo nella piena tutela dei diritti dei ragazzi, ma anche nella piena tutela degli imprenditori che li vorranno accogliere.Pag. 6
Questo – che voglio chiamare «PIL», programmi di inserimento lavorativo – credo che sia un tema importante per le nostre famiglie. Dobbiamo ritrovare quella strada che ci permetta di ridurre questo insensato, insostenibile gap fra la formazione, un luogo in cui disperdiamo troppi ragazzi, e i bisogni della nostra economia e ricucirlo.
In questo mi si permetta una parentesi da vecchio economista. Come ho detto recentemente, la pandemia ha quasi steso un velo su quelli che erano i grandi processi di trasformazione in corso. La nostra economia, come tutte le economie del mondo, sta vivendo un processo che è stato chiamato «quarta rivoluzione industriale» che trasforma profondamente i sistemi produttivi, ma muta in maniera sostanziale il rapporto fra questi e i bisogni a cui rispondere. Si va verso un'economia in cui la capacità di dare risposte mirate in grande dimensione supera il vecchio antagonismo, proprio del fordismo, fra grandi produzioni di massa e produzioni mirate. Tra l'altro, questo è il cuore della strategia del Governo di rilancio dell'economia. Non si tratta soltanto di cogliere il rimbalzo tecnico di uscita dalla crisi pandemica, ma si tratta della crescita in uno sviluppo umano sostenibile sia da un punto di vista economico e ambientale, sia da quello umano e sociale.
L'unico vero problema che possiamo avere in questo percorso che, come vedete, è già iniziato dando dei risultati notevolissimi riconosciuti anche dall'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) è il fabbisogno di risorse umane. Voglio ricordare che le risorse umane sono l'unica vera ricchezza del nostro Paese e per questo bisogna investire moltissimo sulla scuola e sull'educazione, compresa l'educazione permanente, perché abbiamo anche un problema di reskilling di tutta la popolazione che già lavora. Per questo le riforme, che sono riforme di investimento, richiederanno poi anche una profonda riflessione da parte di tutti noi sul bilancio dello Stato, perché bisognerà essere in grado di alimentare quegli investimenti strutturali per sostenere in maniera adeguata le riforme che stiamo facendo.
La prima riforma è, dunque, quella degli ITS. La seconda, strettamente connessa, è quella di tutta la scuola professionale e tecnica, compreso il suo rapporto con la IFP (istruzione e formazione professionale), quindi con la parte di formazione assistita e gestita dalla regione. La terza, a cui attribuisco grande importanza, è quella dell'orientamento. Non possiamo confondere l'orientamento con le giuste attività che alla fine, dopo la maturità, vengono fatte per orientare verso un'università o verso un'altra, quella è formazione. L'orientamento parte fin dal passaggio delicatissimo fra scuola primaria e scuola secondaria ed è da lì che dobbiamo vivere l'orientamento come un accompagnamento dei ragazzi nelle scelte importanti della loro vita. La riforma dell'orientamento è assolutamente cruciale, perché al suo interno vi sono anche quelle esperienze di lavoro, di volontariato e di esplorazione del mondo che ci hanno formato tutti. Non ci siamo formati soltanto nella scuola. Quanti di noi hanno fatto altre attività che è bene che siano tutelate, accompagnate e riconosciute?
Abbiamo poi due riforme che sono assolutamente centrali per lo sviluppo della scuola: la riforma del reclutamento e la riforma congiunta della formazione iniziale e continua di tutto il nostro personale. Su questo punto mi permetto di insistere. La riforma del reclutamento è ormai evidente, è qualcosa che dobbiamo fare e un qualsiasi reclutamento deve porre al suo centro la formazione dei docenti e del personale e nel personale metto anche i dirigenti scolastici.
La scuola, l'istruzione scolastica ormai è un'organizzazione complessa che dispone di 1.500/2.000 studenti, 150/200 membri del personale e quindi ha bisogno di un'organizzazione complessa, di un dirigente che a sua volta sia in grado di poter usufruire di quella struttura articolata di funzioni che devono essere riconosciute e che permettono di gestire anche situazioni complesse, come quelle delle nostre scuole. Se poniamo la scuola al centro, questa deve essere una scuola riconosciuta come un'organizzazione complessa.Pag. 7
Sulla formazione abbiamo scelto di non creare un'altra struttura, ma di fare una scuola di alta formazione con una struttura di direzione, di coordinamento delle capacità esistenti nel Paese a livello universitario e in tutte quelle istituzioni che servono il principio della formazione. La formazione e la formazione continua sono fondamentali. Ricordo che, tra l'altro, il tema della formazione è uno dei temi fondanti di quell'atto di indirizzo che apre la stagione dei contratti, perché è chiaro che essendo scaduto il contratto, bisogna andare verso un nuovo contratto di tutto il nostro personale. Come sapete, il contratto non lo gestiamo noi, bensì l'ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni), però nell'atto di indirizzo noi segnaleremo la necessità di dare più valore ai nostri docenti e al nostro personale.
Vi è un problema anche di rispetto sociale, che in questi anni si è offuscato; vi è un problema sicuramente di risorse e vi è sicuramente un tema di formazione e di formazione continua. Questo è in parte contrattuale che è affidato alle abili e capaci situazioni che abbiamo prescritto.
L'ultima riforma altrettanto importante che ci viene chiesta è quella dell'organizzazione, presidente, dove abbiamo il tema del dimensionamento e della numerosità degli istituti, in particolare proprio degli istituti tecnici che oggi abbiamo concentrato soprattutto nei grandi centri urbani e che probabilmente dovremo ripensare in modo da dotare tutto il nostro territorio. Sulla numerosità voglio fare una riflessione. Ricordo che la disciplina attuale, quella del 2009, prevede un numero di alunni per classe fra 15 e 27. Le classi soprannumerarie rispetto a questo sono il 2,9 per cento del totale. Questi sono i numeri. Tuttavia, questo 2,9 per cento è concentrato in una particolare situazione, ovvero essenzialmente negli istituti tecnici e professionali delle grandi periferie urbane. È lì che dobbiamo agire ed è lì che stiamo agendo. Stiamo spendendo le risorse di cui disponiamo, comprese le risorse di quest'anno di potenziamento e di recupero, in maniera mirata laddove c'è bisogno. Non facciamo interventi a pioggia. Basta con gli interventi a pioggia. Le risorse che abbiamo vanno messe dove c'è bisogno e lì le abbiamo messe.
Rispetto a questo voglio ricordare una settima riforma a cui tengo moltissimo, ovvero quella della didattica, di come si insegna. Io non sono convinto che l'unità classe possa e debba essere l'unico modo di insegnare. C'è una pedagogia vastissima che ricorda come in realtà bisogna uscire da questi schemi e come sia necessario trovare modalità molto più riferite alle effettive competenze dei ragazzi e alle effettive modalità di svolgimento non solo per le STEM (science, technology, engineering and mathematics), ma anche per tutte quelle attività che abbiamo chiamato «campus» che sono quelle di socializzazione. Pur nell'autonomia delle singole istituzioni scolastiche, spingeremo affinché le sperimentazioni e le innovazioni scolastiche, che pure sono tante, diventino patrimonio generale di tutti.
Sabato sono stato a Valdobbiadene per un'iniziativa che vi voglio segnalare e che sosterrò con tutte le mie forze, ovvero il Festival dell'innovazione scolastica, sostenuto dalla assessora Elena Donazzan che voglio ringraziare qui, perché abbiamo visto che quando i presidi e gli insegnanti si incontrano, la loro narrazione della scuola è del tutto diversa da quella che purtroppo continuiamo a leggere sui giornali, cioè quella di una scuola conflittuale e ferma. No, la scuola non è né conflittuale né ferma. È una scuola attiva e dinamica che è ben conscia dei propri problemi, ma è anche conscia delle proprie capacità di superarli e su questo il Ministero c'è tutto.
Chiudo con questa riflessione, presidente. Nei prossimi mesi avremo un immane compito da svolgere: non solo l'attuazione delle singole riforme e l'attuazione dei singoli investimenti, ma questa opportunità di poter fare della nostra scuola il centro pulsante del nostro Paese. Questo ci impegna tutti. Io sono a disposizione del Parlamento sempre e continuamente, ma credo che dovremmo condividere questo straordinario cammino che mi pare veramentePag. 8 unico e che non possiamo in nessun modo né sottovalutare né disperdere.
Ringrazio tutti voi non soltanto per avermi ascoltato oggi, ma anche per il tanto lavoro che dobbiamo fare insieme. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro. Passiamo adesso al dibattito. Il tempo complessivamente disponibile è stato suddiviso tra i gruppi per metà in parti uguali e per l'altra metà in proporzione alla consistenza numerica dei gruppi.
Quanto all'ordine di intervento, darò la parola secondo la consistenza numerica complessiva dei gruppi a partire dal gruppo meno numeroso.
Prima di dare la parola ai vari gruppi, Ministro, anche in qualità di Presidente della Commissione mi permetta, proprio perché abbiamo fatto e continuiamo a fare un grandissimo lavoro, molto sinergico e collegiale all'interno della Commissione, di mettere l'accento su alcuni punti che lei ha sollevato, ma che volevo sottolineare, perché sono temi su cui abbiamo discusso parecchio, per alcuni dei quali ci sono stati anche provvedimenti che sono partiti proprio dalla Commissione.
Lei parlava del Festival dell'innovazione scolastica. Noi abbiamo in corso un'indagine conoscitiva molto importante sull'innovazione didattica che è nata prima della pandemia e che adesso adegueremo, perché ha superato un po' i contorni che avevamo sviluppato pre-pandemia. Su questo troverà la Commissione sempre al suo fianco per portarla avanti, perché credo che i temi che noi trattiamo vadano assolutamente condivisi.
Un altro argomento su cui personalmente mi sono spesa molto è quello del dimensionamento scolastico. Allo stato, abbiamo una norma che purtroppo è rimasta un'opera incompiuta. Vorremmo che possibilmente nella prossima legge di bilancio vada a compimento, perché se parliamo di scuola di qualità, credo che per ogni scuola ci debba essere un dirigente scolastico o un DSGA (direttore dei servizi generali e amministrativi) e che ogni scuola debba essere autonoma nel portare avanti la propria offerta formativa. Invece, il numero delle reggenze delle scuole sottodimensionate, soprattutto nei piccoli centri, sta crescendo in maniera esponenziale, pregiudicando la qualità dell'insegnamento e dell'offerta che viene portata avanti.
Un'ultima cosa: mi stanno arrivando tantissime sollecitazioni per le GPS (graduatoria provinciale per le supplenze). In questo momento ci sono tantissimi errori e tantissimi reclami. Credo che qualche parola vada detta dal Ministero ai vari uffici scolastici regionali affinché i sia un modus operandi univoco, mentre alcuni uffici si stanno comportando in un modo altri in un altro modo. Quindi, una parola da parte del Ministero sarebbe assolutamente gradita.
Penso di avere in qualche modo esplicitato il pensiero della Commissione. La ringrazio e do la parola all'onorevole Frassinetti di Fratelli d'Italia per sei minuti. Prego, onorevole.
PAOLA FRASSINETTI. Grazie, presidente. Buongiorno, Ministro, la ringrazio per questa relazione. Purtroppo, l'emergenza sanitaria e le preoccupazioni legate all'avvio di quest'anno scolastico non mi consentono di intrattenermi su argomenti nel merito, come la didattica e le progettazioni varie, per quanto importanti. La preoccupazione è proprio su questi punti che, visto che il tempo è tiranno, andrò ad elencare velocemente. In primo luogo, chiedo delucidazioni sulla sua dichiarazione sul non far indossare la mascherina nelle classi in cui tutti i bambini sono vaccinati. A Fratelli d'Italia è sembrata un'idea discriminatoria verso i bambini non vaccinati, fermo anche restando che non è detto che la vaccinazione possa escludere il contagio, purtroppo. Piacerebbe a tutti fosse così, ma purtroppo la medicina e la scienza non ci ha dato questa certezza.
A seguire si chiede una delucidazione per sapere a che punto sono le piattaforme per controllare il Green Pass. La nostra posizione è contraria anche perché siamo dell'avviso che la percentuale di personale scolastico vaccinata sia altissima. I dati, infatti, ci stanno dando ragione, perché sembra che più del 92 per cento del personale scolastico sia vaccinato. Chiediamo queste piattaforme perché i presidi sono in Pag. 9difficoltà; peraltro, si sperava che fossero attivate un po' prima dell'inizio dell'anno scolastico, anche per una questione procedurale e di funzionalità.
Per quanto riguarda il problema delle cosiddette «classi pollaio», che ancora non sono eliminate, questo si va a coniugare con la realizzazione di un'edilizia ad hoc per risolvere i problemi legati all'uso e all'aumento degli spazi necessari. Nonostante ci fosse tempo, non è stata messa in atto fino alla fine. Questo richiamo alle finestre aperte, lascia un po' perplessi soprattutto per quanto riguarda le scuole del Nord, dove tra quindici giorni, a metà ottobre, le finestre aperte rappresentano un problema. Mi chiedo come mai non si sia investito nei sistemi di aerazione, oggetto di una mozione votata all'unanimità, che potevano costituire sicuramente una soluzione.
Chiedo anche come l'eliminazione dell'obbligo del distanziamento possa innestarsi in un momento così delicato come l'inizio dell'anno scolastico.
Per quanto riguarda i trasporti, resta la preoccupazione soprattutto nelle grandi città, dove gli studenti si recano con metropolitane e con mezzi pubblici; in particolare, ci si chiede come si potranno effettuare i dovuti controlli.
Per quanto riguarda gli insegnanti, temiamo che nei primi giorni di scuola siano a rischio le sostituzioni, laddove magari mancasse il certificato di Green Pass agli insegnanti.
Mi chiedo anche la ragione per cui alcune categorie, come i dipendenti delle cooperative, possono entrare nelle scuole senza Green Pass, mentre per altri esiste l'obbligo. Chiedo, quindi, come si può contemperare questa discrasia.
Un'altra domanda riguarda la gestione deficitaria di alcuni uffici territoriali, come quelli di Toscana, Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche che per alcune classi di concorso non hanno ancora pubblicato la graduatoria, mettendo in difficoltà queste categorie e mettendo in atto una disparità di trattamento rispetto ad altri colleghi che hanno già la cattedra assegnata.
Per quanto riguarda i test salivari, presenteremo, insieme al capogruppo on. Mollicone, un emendamento nel primo vettore disponibile per garantire la gratuità di questi kit di tamponi, che secondo me sono molto importanti. Vorremmo sapere se questa proposta verrà accolta.
Inoltre, vorremmo sapere se si intende estendere l'ambito di applicazione dei test salivari anche fuori dalla sperimentazione delle «scuole sentinella», ora in corso. A nostro parere, i test salivari – questo viene anche dagli esempi di alcune nazioni come la Francia – sono i meno invasivi e sicuramente i più economici. A nostro avviso lo screening settimanale può ridurre il contagio e può essere una soluzione importante, ma ne sento parlare troppo poco e non lo vedo inserito tra quelle che dovrebbero essere le misure più cogenti e più urgenti.
Una scuola che riparte, sì, ma l'elenco di problematiche che ho appena illustrato rende l'idea di quante criticità esistano che non sono state risolte. Quindi, il gruppo di Fratelli d'Italia chiede molta attenzione sulle questioni che ho appena posto per iniziare un anno scolastico sereno. Grazie.
ALESSANDRO FUSACCHIA. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro Bianchi per essere qui oggi e per averci concesso questa audizione. Il momento è ovviamente cruciale, come la riapertura dell'anno scolastico ogni anno.
Contento di quello che ho sentito dire al Ministro rispetto al 13 settembre, prendo atto del fatto che avremo tutti i docenti in classe.
Quello che chiederei al Ministro e anche poi agli uffici del Ministero è di continuare un monitoraggio molto stretto per vedere che cosa succede concretamente questa settimana e di fornire, presidente, per il suo tramite, magari una mappatura anche più dettagliata rispetto a numeri e dati di quello che succederà nelle varie regioni e nelle varie scuole d'Italia, in modo che questa Commissione possa aiutare e collaborare con il Ministero affinché laddove si creano ancora situazioni di criticità, noi, nel nostro ruolo di parlamentari, possiamo aiutare a fluidificare le comunicazioni e a Pag. 10rafforzare i rapporti fra i territori e il Ministero.
Vi sono due tre punti molto veloci che volevo segnalare al Ministro, attraverso delle domande. La prima è chiedere qual è la situazione sui collaboratori scolastici e, in generale, su tutto il personale non strettamente docente perché, almeno per quello che riguarda il ritorno che ho io da alcuni territori, la situazione non è totalmente sotto controllo, nel senso che molte scuole e molti presidi lamentano il fatto che ci sono gli insegnanti o stanno arrivando, ma, in mancanza di organici – in alcuni casi, perché non sono assegnati e in alcuni casi perché mancano proprio strutturalmente – diventa complicato organizzare gli orari completi. Così, l'avvio dell'anno scolastico è in parte messo a repentaglio.
A questo è collegato il cosiddetto «organico COVID», su cui volevo chiedere al Ministro qual è la situazione e se si sente sereno su questo, così come si sente sereno sui docenti.
Ho apprezzato che il Ministro abbia fatto riferimento a riforme strutturali, ma avremo modo e fiducia di tornarci nelle prossimi settimane, quindi volevo attenermi all'avvio dell'anno scolastico. In particolare, volevo chiarire un paio di punti che riguardano non l'avvio in senso stretto – e avere tutti i dipendenti del Ministero al loro posto – ma quello che succede una volta che sono al loro posto. Qui ci sono due questioni. Una è che noi faremo di tutto – questo l'ho sentito dire al Ministro e al Presidente Draghi, ma tutti noi siamo impegnati in questo – per evitare che si torni alla didattica a distanza e per fare in modo che la scuola sia in presenza.
Detto questo, Ministro, io le avevo posto un quesito in Aula sui protocolli relativi alla DAD. Ho capito – e l'ho sentita anche fare interventi successivi al riguardo – che i protocolli con le società private che hanno gestito la didattica a distanza, da un punto di vista infrastrutturale di piattaforme, erano stati resi pubblici dal Ministero. Sarà una mia difficoltà, ma faccio ancora fatica a trovarli in maniera facile o disponibili. Quindi, le chiederei un supplemento di attenzione su questo, perché credo che sia un atto dovuto nei confronti dei genitori, delle famiglie e degli stessi studenti. Se lei potesse tornare a intervenire su questo, gliene sarei grato.
Infine, ricordo quello che ha detto la presidente. Noi abbiamo un'indagine conoscitiva sull'innovazione didattica e digitale che avevamo avviato in tempi non sospetti francamente, quasi un anno prima del COVID-19. Eravamo quasi arrivati a chiuderla prima del COVID-19, ci siamo fermati e ci rendiamo conto che oggi sicuramente bisogna fare un secondo ciclo di audizioni. Pubblicamente le volevo chiedere la massima collaborazione del Ministero per poter audire dirigenti e funzionari del Ministero in relazione alla loro esperienza di questo anno e mezzo, perché, al termine dell'indagine, possiamo trarne conclusioni e proposte che siano più puntuali e utili possibili alla causa della scuola italiana.
Infine, Ministro, ho bisogno di chiederle una garanzia. Oggi siamo all'inizio di settembre, siamo all'inizio dell'anno scolastico, da quello che dice capisco che la situazione è migliore degli anni precedenti e che probabilmente non avremo grandissime difficoltà ad avviare quest'anno scolastico dal punto di vista di gestione delle procedure di immissione in ruolo. Tuttavia, un retropensiero sul rischio che, a un certo punto, se succede qualcosa con la pandemia, richiudiamo la scuola, il Paese ce l'ha. Ho bisogno di sentire da lei che c'è una garanzia assoluta che l'impegno prioritario del Governo è che la scuola italiana non richiuda qualsiasi cosa succeda da un punto di vista sanitario, perché siamo attrezzati dopo due anni, due estati, due inizi di anno scolastico a gestire, pur con mille difficoltà e con mille complessità, la scuola italiana senza avere più quel riflesso che ha portato, nel recente passato, in un paio di situazioni con troppa facilità e naturalezza a dire: «È arrivata la pandemia, si chiude la scuola». Penso che se non chiudiamo gli ospedali e non chiudiamo le forze di Polizia, noi non chiudiamo la scuola.
Mi piacerebbe che in maniera complementare alla gestione della complessità dell'avvio dell'anno scolastico, che lei ha seguito quest'estate da febbraio insieme agli Pag. 11uffici del Ministero, – che anche io voglio ringraziare – in diretta collaborazione con gli altri, ci fosse anche un impegno, una garanzia sul fatto che nel frattempo il Ministero, e lei personalmente, ha lavorato per assicurare non solo la gestione ordinaria e l'avvio dell'anno scolastico – che già ha una sua enorme complessità – ma anche tutte le procedure e le operazioni che servono ad assicurare che, se fra un mese, due mesi o tre mesi siamo in una situazione non prevedibile che nessuno si augura, siamo attrezzati per un piano non di emergenza, ma per un piano di gestione dell'emergenza che sia strutturato e pensato e che ci permetta di non chiudere la scuola. Grazie.
VALENTINA APREA. Grazie, presidente. Ministro Bianchi, nell'augurarle buon anno scolastico – ne ha bisogno – utilizzerò il poco del tempo che ho a disposizione per parlare di Green Pass anche perché la posizione di Forza Italia è nota e chiara al riguardo.
La scuola è un servizio pubblico essenziale che prevede l'obbligo di frequenza fino a 16 anni e per questo deve essere garantito in sicurezza se in presenza, come richiamato in modo fin troppo esplicito dal decreto-legge n. 111, nel quale probabilmente sarebbe bastato accennare alle necessità di garantire un regolare svolgimento delle lezioni didattiche. Prevedere la scuola in presenza per decreto ci è sembrato più un ossimoro che una vera e propria disposizione di legge, ma tant'è l'indicazione è chiara.
In ogni caso bene ha fatto il Governo a prevedere il possesso del Green Pass per gli operatori della scuola, anche se in queste ore stiamo ancora rincorrendo le modalità di controllo da parte dei dirigenti scolastici. Mentre sembra superato questo problema con la predisposizione della piattaforma digitale per il controllo degli accessi, che verrà messa a disposizione dei dirigenti scolastici, come lei ci ha appena confermato, si presenta il problema dei controlli e del possesso del Green Pass da parte degli studenti, soprattutto in considerazione della disposizione di legge che prevede il non uso della mascherina in caso di classi frequentate da studenti tutti vaccinati, peraltro ripresa con enfasi da lei alla presenza del Presidente del Consiglio durante la conferenza stampa del 2 settembre scorso. Sarà necessario predisporre anche in questo caso una nuova piattaforma, come lei ha fatto intendere?
I problemi non mancheranno per i numeri – 8 milioni di studenti –, per le diffide che le famiglie stanno inviando in queste ore ai dirigenti e ai docenti rispetto alla richiesta di privacy sulle vaccinazioni dei loro ragazzi e soprattutto perché, Ministro, ancora una volta il Ministero fa riferimento esclusivamente all'unità classe per riferirsi all'organizzazione scolastica, mentre è noto che da tempo, soprattutto nelle scuole superiori, i gruppi classe si scompongono nei laboratori, nelle palestre e in attività quali l'alternanza scuola-lavoro. Se doveva essere uno strumento di moral suasion probabilmente, previsto in questo modo, finirà per produrre l'effetto contrario. Sembra ormai di essere davanti, Ministro, ai videogiochi horror, dove sconfiggi il mostro e ne compaiono di più pericolosi e invincibili.
È bene che il Ministero, come lei ha appena ricordato, predisponga piattaforme digitali e linee guida, ma fino a quando la situazione epidemiologica non rientrerà a livelli di basso rischio di contagio, forse sarebbe meglio mantenere tutti gli strumenti di prevenzione, che tutto il personale fosse immunizzato all'inizio dell'anno scolastico e proporre alle regioni test salivari periodici per monitorare la circolazione del virus nelle scuole – ancora una volta le tre «T»: testare, tamponare e tracciare – e soprattutto, Ministro, limitare il tempo in presenza alle attività didattiche assolutamente indispensabili.
Per queste ragioni esprimiamo riserve anche sul ripristino dell'ora di 60 minuti perché proprio in fase pandemica va previsto un tempo inferiore di lezioni in presenza, magari con intervalli più lunghi per consentire una maggiore aerazione degli ambienti e – concordo con quello che diceva la collega Frassinetti – non soltanto tenendo le finestre aperte che al Nord diventa un invito ad ammalarsi diversamente,Pag. 12 piuttosto che a contagiarsi con il COVID-19.
Confido che a tutti questi problemi troveremo soluzioni accettabili con la fase emendativa al decreto-legge n. 111 in discussione alla Camera. Forza Italia non mancherà di fare la propria parte.
Tuttavia, c'è un altro problema che mi inquieta ancora di più. Mi riferisco alle recenti immissioni in ruolo che lei, Ministro, ha giustamente vantato come un successo: lo è sicuramente in termini quantitativi, ma non so se possiamo dire altrettanto in termini qualitativi. La prima preoccupazione dell'amministrazione scolastica dovrebbe essere infatti non solo di natura quantitativa, e cioè quanti insegnanti selezioniamo, ma quali insegnanti e con quali competenze. Purtroppo, questa fase emergenziale determinata dalla pandemia ha portato i Governi di questi anni a decidere per selezioni confuse molto più rispettose delle vecchie logiche ministerial-sindacali che si preoccupano di ricorsi amministrativi, di rispetto formale delle coperture di docenza in avvio d'anno e delle disposizioni europee che impongono l'assunzione a tempo indeterminato dei precari, ma sono del tutto indifferenti, salvo che nella forma vuota della predicazione generica, all'obiettivo di selezionare i docenti realmente in possesso delle competenze professionali riconosciute a livello internazionale, correndo così il rischio di trasformare la scuola statale nella più grande agenzia centralizzata di collocamento per laureati, disoccupati e sottoccupati esistente al mondo.
Non ha fatto eccezione neppure quest'ultimo decreto «sostegni bis» che, sotto il cappello del regolare inizio dell'anno scolastico, in una stessa legge ha previsto ben quattro, cinque, sei, sette modalità diverse di immissione in ruolo, trascurando la grave situazione dell'assenza delle scuole paritarie. Per di più abbiamo derogato a tutti i requisiti di formazione universitaria dei candidati al concorso STEM.
La fase emergenziale, anziché spingere il Governo, e in questo caso anche il Parlamento, verso obiettivi più ambiziosi e più efficaci, ha giocato al ribasso, provocando confusione e da una parte differenze sostanziali fra i know how posseduti dai diversi docenti: un caos annunciato, che al di là della propaganda sui numeri e sui posti che verranno coperti, non darà valore aggiunto, se non per qualche eccezione e, soprattutto, non sarà in grado di superare le criticità croniche della scuola italiana.
Il cosiddetto «personale COVID» quando verrà assegnato, per esempio, alle scuole? Con quali competenze?
Veniamo al problema più generale, Ministro, che fare ora? Parto da un caso limite, Ministro Bianchi, per rivolgerle subito dopo una precisa richiesta.
Tra i tanti insegnanti immessi in ruolo dalle GaE (Graduatoria a esaurimento), colleghi, abbiamo chiamato a svolgere un incarico a tempo indeterminato nella scuola dell'infanzia una signora di 56 anni, praticamente una nonna dei bambini frequentanti le sezioni dell'infanzia, che possiede il titolo di studio di scuola del grado preparatorio. Qualcuno si ricorda ancora cos'è la scuola di grado preparatorio? Un diploma di scuola superiore triennale, superato da tantissimi anni, che ha questa docente che solo dal 2015 ha accettato incarichi negli asili nido e che non ha mai frequentato nessun corso di formazione relativo alle indicazioni nazionali vigenti, né, tantomeno, conosce e si orienta nell'ambito della didattica digitale. Forse è un caso limite, Ministro, però se io ne ho intercettato più di uno, sicuramente sono tanti in Italia.
A questo punto, per avere a disposizione una nuova generazione di docenti, non solo nel senso letterale, ma docenti del terzo millennio, che da nativi cartacei devono almeno essere competenti sul piano digitale e trasformarsi in docenti, tutor e coach. Dobbiamo far qualcosa. Cosa le chiede Forza Italia? Di effettuare estrazioni descrittive del SIDI (Sistema informatico dell'istruzione) per giungere attraverso i dati dell'età, del sesso e dei titoli di studio in breve tempo all'identikit e fare un tavolo che abbia presenti università, INVALSI, organizzazione sindacale dei dirigenti e docenti per capire i bisogni formativi reali dei nuovi docenti e organizzare la formazione, perché questi docenti dovranno comunque fare un anno di formazione, sia che abbianoPag. 13 il contratto a tempo determinato che indeterminato.
Come si svolgerà questa formazione si deve decidere strategicamente e scientificamente, perché la situazione è grave: non deve essere affidata al caso. La storia ci ha raccontato cose diverse, Ministro, vogliamo un cambiamento. Adesso la qualità degli insegnamenti e degli apprendimenti deve essere messa sotto la lente di ingrandimento: il learning loss, gli apprendimenti perduti stanno determinando una situazione grave che non ci permette di tollerare altre situazioni.
LUIGI CASCIELLO. Grazie. Cercherò di stare nei tre minuti, affidandomi alla capacità di sintesi, che spero di non aver perso. Vado per step, Ministro. Grazie, presidente.
C'è un problema reale per l'inizio dell'anno scolastico per la difficoltà dei dirigenti di predisporre gli ingressi e organizzare le lezioni secondo quanto previsto dalla normativa COVID-19, anche per problemi minimi come gli ingressi secondari e gli ingressi primari.
Da dove nascono questi problemi? Nascono soprattutto dall'incapacità delle amministrazioni provinciali, nonostante siano arrivati dei fondi importanti, di intervenire nei tempi indispensabili e stretti per l'inizio dell'anno scolastico. Noi siamo tempestati di richieste di intervento in merito a questo e vedo che annuisce anche la presidente, perché in fondo anche questo fa parte del nostro lavoro.
Poi le segnalo due cose. Per l'edilizia scolastica sicuramente bisogna trovare una strada diversa. Le faccio l'esempio della Campania. La regione Campania, negli anni scorsi, con i fondi europei, ha avuto a disposizione e ha disposto l'invio di circa 20 milioni di euro. Negli anni sono stati portati a compimento solamente opere per 2 milioni di euro, quindi bisognerà restituire o revocare una serie di finanziamenti, perché finché siamo legati all'ipotesi del progetto esecutivo che le amministrazioni comunali dispongono nella fretta e a volte non nella totale competenze dei tecnici – la traduco in maniera semplicistica – pur di avere il finanziamento, il risultato è che la scuola non viene completata e diventa una delle tante opere non portate a compimento, con revoca dei fondi. Questa è una strada che necessita di una soluzione anche alla luce dei prossimi interventi finanziari, perché altrimenti ci troveremo con una serie di opere incomplete nel tempo, soprattutto nei tempi stretti che ci indica l'Europa.
Quale potrebbe essere una strada? Probabilmente quella degli studi di fattibilità, delle verifiche continue che so esserci, ma che vanno fatte a monte e, magari, una forbice di intervento finanziario che non faccia perdere i fondi, ma in tempi stretti per il completamento. Non so se sono stato chiaro.
Infine, vi sono due problemi soprattutto sull'inizio dell'anno scolastico. La prima è già stata accennata dalla presidente: la questione dei dirigenti amministrativi. C'è stato un concorso; io ho presentato in questo senso un'interrogazione per dire che il merito va riconosciuto e premiato. Chi è vincitore di concorso non può non essere chiamato e non vedersi assegnato l'incarico che gli spetta in qualità di vincitore di concorso. Rispetto anche quelli che vengono nominati con gli interpelli, ma i vincitori di concorso – le faccio ancora una volta l'esempio della Campania – per i posti disponibili non possono essere scavalcati con gli interpelli. Anche negli interpelli vi è la necessità di riservare alcuni posti per i vincitori di concorso. Mi sembra il minimo della logica.
Infine, la questione degli STEM: molti posti vacanti, ma poche soluzioni. Anche su questo sarei orientato a presentare un'interrogazione specifica. È stato anche inviato alla sua attenzione un documento degli operatori, dei docenti del settore, anche in questo caso per la presenza di vincitori di concorso con mancata convocazione. Ci sono i posti vacanti ed è indispensabile premiare anche il merito. Non voglio tornare sulla formazione, ma un primo segnale deve essere proprio quello di riconoscere chi ha raggiunto già degli obiettivi.
Colgo l'occasione per ricordarle, anche se non è possibile oggi nella risposta, sia per i dirigenti amministrativi che per gli Pag. 14STEM le due interrogazioni, di cui una le sarà già stata inviata e l'altra le sarà inviata in giornata. Grazie.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro. Ho l'impressione che abbiamo avuto, semmai ce ne fosse stato bisogno in questi ultimi giorni, la conferma dell'importanza per il nostro Paese di quella che è l'istituzione scuola, che è al centro – lo vediamo in continuazione – dell'interesse più ampio del Paese, per chi è coinvolto direttamente e per chi non è coinvolto direttamente, ma si rende conto che per il futuro abbiamo bisogno davvero di un progetto sulla scuola.
Mi sembra che l'esposizione del Ministro, oggi, di questo abbia dato conto e di questo gli siamo particolarmente grati.
È nota la posizione del Partito Democratico sul Green Pass, sulle norme di sicurezza da assicurare alla scuola per garantire la riapertura delle scuole in sicurezza, ma anche per confermare il fatto che le scuole rimangano aperte in presenza.
Credo, Ministro, che l'unica cosa che le chiederemo è di adoperarsi, come ha già fatto in molte occasioni, per armonizzare gli interventi di questi ultimi giorni e di queste ultime settimane e per fornire tutta una serie di chiarimenti necessari per la riapertura delle scuole, che vanno dati affinché i dirigenti scolastici non si trovino in difficoltà, come anche noi rileviamo nel momento in cui ci troviamo fra l'approvazione di un decreto «Green Pass 1» e la preparazione degli emendamenti al decreto-legge n. 111, cioè il cosiddetto «Green Pass 2». Mi riferisco alle norme da applicare anche alle scuole non paritarie, oppure al discorso degli ITS e del sistema di formazione professionale per valutare se valgono anche per loro le norme previste per le altre scuole.
Sono tutte cose su cui non mi soffermo, Ministro, perché sono già emerse dagli interventi dei colleghi, ma che credo si potranno sanare e sistemare in una maniera coerente e omogenea con relativa facilità in questi giorni, altrimenti saremo pronti a intervenire sul decreto «Green Pass 2» per cercare di aiutare da questo punto di vista.
Quello che voglio fare, Ministro, è darle conto, darle merito di un lavoro che è stato fatto in questi mesi, credendo davvero nella scuola e nella possibilità che la scuola possa affrontare e risolvere i problemi pesantissimi che in questi due anni si sono presentati. C'è stato un investimento sull'autonomia scolastica, sugli insegnanti, sui docenti, sul Ministero e su di noi. Ho l'impressione che davvero questo inizio di anno scolastico parta con prospettive di consapevolezza, di orgoglio e di dignità della scuola italiana. Saremo compatti a cercare di sostenere e di aiutare questo processo.
C'è un secondo punto però, Ministro, che mi sembra molto importante. Risolto, affrontato o messi nelle condizioni migliori per affrontare il problema della riapertura della scuola post-pandemia o in epoca di una pandemia affrontata con vaccini e con nuovi sistemi, crediamo fortemente che sia necessario che la scuola si ripensi con queste progettualità di cui lei ha parlato, con questa idea di una riorganizzazione della scuola, con l'idea di una riforma della didattica, Ministro, a cui noi crediamo e che riteniamo fondamentale per cercare di sanare quella separazione che troppo spesso rileviamo fra quello che è il mondo che i ragazzi vivono all'interno della scuola e il mondo che vivono al di fuori, nella loro realtà quotidiana. Sappiamo che questo è un problema molto pesante che le famiglie rilevano e che emerge da tanti aspetti.
Sono convinta che da lì dobbiamo partire, ma che dobbiamo poi tener conto delle varie questioni che sono state affrontate, compreso il problema dell'orientamento ripensato come un accompagnamento vero che consenta di arrivare a un progetto che superi il problema di un'incapacità di coordinare in maniera corretta quello che è un titolo scolastico e quello che è il mondo del lavoro.
Dobbiamo davvero pensare a momenti diversi, però questi momenti devono essere coerenti fra di loro come mi pare si stia pensando nei lavori preparatori che prevediamo per i prossimi mesi.
Mi soffermo ancora, Ministro, su un problema, che è quello di cui lei ha parlato che ci ha molto tormentato nei mesi passati,Pag. 15 ovvero quello del reclutamento e della formazione.
Le chiedo se c'è già un quadro complessivo, se possiamo parlare di una previsione di tempi che rassicuri da questo punto di vista e che preveda il modo e i tempi per mettere in moto la procedura su tre questioni importanti. In primo luogo, sul concorso ordinario che, come sappiamo, mobilita le speranze e le energie di molti giovani che si sono dedicati o che sperano di dedicarsi al mondo della scuola e che sono una delle risorse importanti per noi e per il nostro Paese, ma anche pensando a quando e come si potrà mettere in moto quella procedura straordinaria prevista dall'articolo 59, comma 9-bis, del decreto-legge n. 73 del 2021, che noi avevamo visto anche come una possibile soluzione per qualcuno dei problemi rimasti in sospeso, compreso quello delle graduatorie che arrivano fuori tempo massimo e che rischiano di far perdere un anno a insegnanti che, fra l'altro, vincono i concorsi e che quindi sono insegnanti meritevoli. Occorre trovare un'armonizzazione da questo punto di vista.
In ultimo, occorre trovare il modo per mettere in moto il meccanismo delle abilitazioni che sono già bandite, ma che ancora non si svolgono e che sono importanti per le scuole paritarie, che consideriamo uno dei punti strategici per il sistema scolastico del nostro Paese da un punto di vista nazionale, affinché possano essere riportate ad una organizzazione regolare.
Ministro, da un lato le chiediamo di completare questo misto di soluzioni, di attenzione e coordinamento sull'oggi, che lei e il Ministero avete messo in moto, e dall'altro lato le chiediamo di aiutarci a pensare in termini concreti e pratici a questo passaggio intermedio sul reclutamento e la formazione e aiutarci davvero a pensare tutti insieme al grande progetto scuola, che noi consideriamo un passaggio indispensabile in questo momento per il nostro Paese.
CRISTINA PATELLI. Grazie, presidente. Signor Ministro, la ringrazio per la sua presenza oggi e per aver voluto condividere con noi le linee guida che auspico permettano un avvio dell'anno scolastico in presenza e in sicurezza per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale.
Con riferimento a quanto previsto al comma 6 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 111 dello scorso 6 agosto, che ci apprestiamo a convertire in legge, vorrei portare alla sua attenzione alcuni profili che turbano fortemente la comunità dei dirigenti scolastici che continuano a lavorare alacremente e a dimostrare grandi capacità e splendida dedizione al lavoro.
I dirigenti sono tenuti a verificare quotidianamente che tutto il personale scolastico sia in possesso del Green Pass e, nel caso in cui si riscontri che un dipendente non lo abbia, a considerarlo assente ingiustificato: se l'assenza ingiustificata si protrae per cinque giorni, il dipendente sarà sospeso dal servizio.
In primis, balza agli occhi che il dirigente deve registrare l'assenza del dipendente, ma non è esplicitato in alcun modo che possa impedirgli l'accesso a scuola, lasciando dunque che il soggetto possa recare pregiudizio alla salute della comunità scolastica.
La nota tecnica a firma del dottor Versari prova a chiarire il tema delle sanzioni a carico del personale scolastico. Si legge che la violazione del dovere di possesso ed esibizione della certificazione verde è sanzionata in via amministrativa dai dirigenti scolastici, quali organi addetti al controllo sull'osservanza delle disposizioni e che per la violazione è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro. È doveroso considerare che, soprattutto in ipotesi di contenzioso, difficilmente la sospensione dal servizio potrà configurarsi come sanzione amministrativa, essendo evidentemente e facilmente riconducibile alla fattispecie dei provvedimenti disciplinari che non possono essere comminati dai dirigenti scolastici, bensì unicamente dall'Ufficio scolastico regionale.
Signor Ministro, sui dirigenti scolastici grava il pericolo di dover rispondere di danno erariale nel caso in cui nominino un supplente per sostituire il dipendente sospesoPag. 16 e quest'ultimo rientri a scuola senza adeguato preavviso, ma in possesso di Green Pass, generando la compresenza di due figure sullo stesso posto.
Vorrei sapere se non ritenga necessario agire subito prima del rientro in classe degli studenti per chiarire in via definitiva questi temi che di fatto pregiudicano il lavoro, oltre alla serenità, dei dirigenti scolastici chiamati a responsabilità che esulano da quelle proprie del loro incarico.
Un altro tema è quello delle mascherine che già ho sentito da alcuni colleghi, ovvero il problema delle mascherine per tutti, per chi ha il Green Pass. Non vorrei che questo facesse nascere discriminazioni tra chi le deve obbligatoriamente indossare e chi può magari farne a meno perché vaccinato, se è garantito il distanziamento.
Inoltre, chiederei la possibilità di poter sperimentare la piattaforma che sostituirà il controllo del Green Pass dal 13 settembre, la PNDGC (Piattaforma nazionale digital green certificate) in modo da essere pronti ad affrontare eventuali imprevisti di funzionamento.
Con il nuovo anno scolastico ormai alle porte, apprezzo sinceramente l'impegno del Ministero dell'istruzione per una scuola in presenza e in sicurezza; le rinnovo però quelle che sono le priorità della Lega: l'estensione dell'uso dei tamponi salivari rapidi per rafforzare il monitoraggio e il tracciamento, i sistemi di aerazione forzata a ciclo continuo, i sistemi di ventilazione meccanica e il recupero del calore, la soluzione dell'annosa questione dei docenti precari attraverso la stabilizzazione in ruolo e quella del Pass, la contrarietà all'obbligo vaccinale per il personale della scuola che ha già risposto alla campagna di immunizzazione con percentuali altissime.
Qualcuno dovrebbe spiegarci se con questi numeri sia di buon senso parlare di obbligo vaccinale per il personale scolastico, perché i dati al 3 settembre parlano del 92 per cento di vaccinati. Avevamo detto già a fine luglio che saremmo arrivati a questa cifra ai primi di settembre durante la discussione sul Green Pass. Al 30 settembre saremo probabilmente al 95 per cento e a questi bisogna aggiungere i guariti non vaccinati, i lavoratori fragili e altre categorie che per condizioni personali non possono vaccinarsi, sfiorando in tal modo quasi il 100 per cento. Che senso ha parlare di obbligo vaccinale per i lavoratori della scuola?
È una richiesta che forse è dettata più da un'ideologia che da una reale necessità. È giusto informare, è giusto accompagnare, è giusto promuovere i vaccini – io sono vaccinata, la mia famiglia è vaccinata, mia figlia è vaccinata –, ma non imporla.
Vi sono altri temi come l'annoso problema delle classi pollaio. Forse si potrebbe cercare di risolverlo ricorrendo alle risorse previste dal PNRR per migliorare la qualità della didattica.
Occorre dare maggiore attenzione alle scuole paritarie che sono in grave sofferenza.
Questi sono i temi che la Lega ha già presentato un anno fa in parte, ma che non sono ancora stati realizzati. Noi ci siamo e ci saremo.
A proposito del suo legittimo intervento di prima, nel quale diceva: «Basta interventi a pioggia», mi permetta di farle presente che proprio nella mia città, purtroppo, in queste settimane si sta verificando un gravissimo problema in uno degli istituti più grandi, con 1.200 allievi: sotto alcune piastrelle è stata rinvenuta presenza di amianto e, di conseguenza, l'ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) ha fatto chiudere la scuola. Quindi, una delle scuole più grandi di Biella, il Liceo Sella, con 1.200 alunni tra liceo classico, liceo linguistico e liceo artistico, in questo momento è chiusa. Se si potesse evitare – trovando soluzioni alternative – anche per quest'anno, ancora lo spettro della DAD per questi studenti, le sarei davvero molto grata. Ci stiamo già muovendo con la provincia, però non basta, abbiamo bisogno di aule in più. Con questo concludo e la ringrazio.
EMILIO CARELLI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, per la sua relazione puntuale e dettagliata. Abbiamo apprezzato soprattutto alcuni punti: in particolare, l'impegno preso di avere tutti i docenti per la prima volta al loro posto all'inizio dell'annoPag. 17 scolastico. Penso che sia un risultato molto importante, dopo gli ottimi risultati per gli esami – soprattutto quelli di maturità – fatti in presenza nei mesi scorsi. Non va poi sottovalutato l'utilizzo di tutti i fondi europei che sono anche stati incrementati.
Resta però l'interrogativo – già esposto anche da qualcun altro che mi ha preceduto – circa quanto da lei dichiarato nei giorni scorsi circa la possibilità di toglier l'obbligo della mascherina nelle classi con tutti gli alunni vaccinati. Vorrei sapere se questa regola verrà confermata.
L'altro interrogativo riguarda l'edilizia scolastica. Sappiamo tutti che resta il problema irrisolto della capacità delle aule che spesso sono troppo anguste – prima, chi mi ha preceduto, ha parlato di «aule pollaio» – per consentire il giusto distanziamento. Che cosa sta facendo il Ministero per risolvere questo problema? C'è un piano in tal senso? Siamo ormai giunti all'apertura di un nuovo anno scolastico e tutti i nostri studenti, da qui a poco, torneranno sui banchi. A nostro avviso, la sfida di garantire la presenza al 100 per cento in sicurezza resta l'obiettivo principale che, soprattutto grazie alla campagna vaccinale, sembra ormai a portata di mano. Ciò nonostante, lo spettro di nuove chiusure aleggia sempre nell'aria. A pochi giorni dall'inizio, come gruppo di Coraggio Italia, sentiamo il bisogno di chiedere un impegno al Ministero ancora maggiore di quello già profuso, di fare tesoro dell'esperienza passata per colmare i vuoti e lacune che abbiamo lasciato a giugno e consentire una reale ripartenza del nuovo, complesso anno scolastico.
Ogni scuola – lo sappiamo – oggi è impegnata a disciplinare il proprio piano d'azione, il proprio protocollo di sicurezza anche per organizzare l'ingresso e l'uscita dagli edifici scolastici in modo da integrare il regolamento d'istituto con le eventuali previsioni di ingressi e uscite scaglionate e con l'utilizzo di accessi alternativi.
Siamo convinti che misure già in atto, come il metro di distanza, l'obbligo delle mascherine, l'impossibilità di accedere o permanere quando la temperatura corporea supera i 37,5 gradi, il rispetto delle ordinarie norme igienico sanitarie di aerazione e sanificazione e il Green Pass debbano restare. Secondo noi il Green Pass – diventato essenziale per poter lavorare nelle scuole in ogni ruolo, docente o personale ATA, è molto importante, nonostante tutte le polemiche da parte di chi è contrario.
Il TAR del Lazio – lo sappiamo tutti – ha respinto, chiarendo in via definitiva la questione, il ricorso di alcuni rappresentanti del personale scolastico che chiedevano di sospendere i provvedimenti adottati dal Ministero. Invece, i dipendenti privi di Green Pass saranno sospesi dal loro lavoro e perderanno il diritto al trattamento retributivo. La decisione dei nostri giudici amministrativi in tal senso ha riaffermato un principio di convivenza democratica che condividiamo totalmente e la Commissione affari sociali, giustamente, ha anche approvato la proroga di validità del Green Pass a dodici mesi, stabilendo che per ottenere la certificazione saranno validi anche i test salivari oltre a quelli antigenici e naso-faringei.
Come gruppo di Coraggio Italia – e qui concludo – riteniamo che la presenza fisica in classe sia un momento indispensabile del percorso di sviluppo – culturale, psicologico, di formazione e di strutturazione della personalità – di ogni alunno. Spetta innanzitutto a noi garantire ogni strumento affinché la scuola sia all'altezza del suo compito principale, cioè formare alla vita, compito che però non può essere realizzato a distanza o dietro uno schermo. Il nostro impegno è essere presenti, intervenire e non arrenderci, per garantire la ripresa e il mantenimento in sicurezza delle attività e delle relazioni tipiche dell'essere e fare scuola.
Concludo con un caloroso augurio ai nostri studenti, alle loro famiglie e a tutti i docenti. Grazie.
ALESSANDRA CARBONARO. Buongiorno a tutti, ben trovati. Grazie, Ministro, per la sua relazione. Credo sia bello che i lavori parlamentari si aprano proprio con un punto sulla scuola e sull'avvio dell'anno scolastico, un punto che la Commissione VII ha sempre sollecitato e sostenuto. Oggi la ringrazio anche per i numeri che ci ha Pag. 18dato. Sicuramente è bene se la scuola partirà con le cattedre coperte, è un auspicio che tutti quanti avevamo ed è bene se si procederà in questa direzione. La ringrazio anche per i numeri che ha dato sulle immissioni.
Ricordo che, come avevo detto già qualche giorno fa, parte di quei docenti derivano dal concorso straordinario che aveva bandito l'ex Ministra Azzolina; quindi è un lavoro importante, un lavoro corale e mi unisco anch'io ai ringraziamenti degli uffici che stanno lavorando strenuamente in queste settimane.
Ho qualche domanda puntuale sull'organico COVID-19. Come lei sa, noi abbiamo sostenuto anche con un emendamento l'utilizzo di questo organico per sdoppiare le classi. Emendamento che riproporremo se ne avremo occasione. Le chiedo quindi se è intenzione del Ministero portare avanti questo indirizzo. Se una parte di questo personale verrà usato per il recupero, è fondamentale che un'altra parte venga utilizzata presso le classi al fine di garantire quel distanziamento di cui anche diversi colleghi hanno parlato prima di me.
Un altro tema importante che lei ha sollecitato – e la ringrazio – è quello delle «classi pollaio», un tema che come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre portato all'attenzione del dibattito pubblico, tant'è che avevamo depositato una proposta di legge, di cui è stato iniziato l'esame, per l'abolizione delle classi sovraffollate. Lei parla di un 2,9 per cento di classi. Le chiedo se avete conteggiato anche l'infanzia su queste classi. Lei ha parlato di un lavoro puntuale sulle «classi pollaio», piuttosto che di finanziamenti a pioggia. In proposito le chiedo come intenderete muovervi, se c'è già un dialogo con il MEF, se si lavorerà nella prossima legge di bilancio. Per noi è una battaglia importante sulla quale avrà il nostro appoggio e supporto. Riteniamo, infatti, che sia fondamentale garantire ai ragazzi una qualità di apprendimento elevata e, grazie anche a un miglioramento della disposizione degli alunni per classe, questo potrebbe essere ancora più possibile. Questa era la mia seconda domanda.
La terza domanda, sulla quale la presidente mi ha anticipato, concerne il ridimensionamento, una misura accolta con grande entusiasmo. Anche su questo le chiediamo se c'è l'intenzione di portarla avanti. Sto pensando alla prossima legge di bilancio: tra qualche mese sarà questo l'appuntamento importante per lavorare sui fondi per il finanziamento delle attività legate alla scuola. Le chiedo quindi come intende muoversi in proposito, affinché si possa garantire l'applicazione di una misura accolta con entusiasmo alla cui realizzazione avevamo lavorato a lungo.
MARCO BELLA. Grazie, presidente. Grazie, colleghi. Ho sentito tutti i colleghi che hanno affermato l'importanza della scuola in presenza; pertanto non lo ripeterò anch'io, per quanto questo sia veramente importante. Quando le scuole, nel mese di aprile, sono state riaperte, qualcuno diceva che la curva epidemica sarebbe schizzata e che la scuola sarebbe stata il motore del contagio. Questo non c'è stato. Abbiamo preso tutti insieme una decisione ben fatta: abbiamo garantito ed evitato di fare altri danni ai nostri studenti. Questa cosa è stata bellissima.
Ora dobbiamo fare tesoro di questa esperienza, considerando che adesso abbiamo un'arma fondamentale: i vaccini. Possiamo fare sicuramente meglio rispetto all'anno scorso.
Io credo nell'efficacia di vaccini e credo che, avendo il 70 per cento della popolazione vaccinata, piuttosto che andare a prendere le persone dubbiose, dobbiamo dire che abbiamo fatto un grande lavoro tutti insieme e abbiamo fatto bene.
Sulla scuola in presenza penso che siamo tutti d'accordo; però, sulla base dei protocolli vigenti in questo momento, se c'è un solo bambino positivo che entra a scuola, le classi dovrebbero andare in quarantena. Bella la scuola in presenza, ma che cosa succede con le classi in quarantena? Le chiedo, poiché per me è veramente importante, cosa succede e come gestiamo i casi di quarantena. Lo so che dipende in parte da lei e, in buona parte, anche dal Ministero della salute; però, parlatevi e fatelo Pag. 19sapere soprattutto ai dirigenti scolastici, perché sono loro che devono sapere.
Non è possibile continuare con quarantene discriminanti. Addirittura, le disposizioni attuali prevedrebbero per le persone vaccinate una quarantena di sette giorni. Queste potrebbero chiedere, quindi «Perché abbiamo fatto questo vaccino, se poi dobbiamo comunque andare in quarantena?».
Su questo argomento, la nostra comunicazione rispetto a tutte le misure è stata: «Dovete vaccinarvi». Abbiamo puntato molto sull'obbligo morale. Lei, che è un pedagogista e, sotto certi aspetti, un'economista, si occupa dei comportamenti delle persone. Ci sono due leve per convincere le persone: la prima è quella della punizione; ma, ancor prima di tentare le punizioni, proviamo con qualcosa di positivo. Forse non abbiamo mandato abbastanza messaggi positivi. Faccio un pochino ammenda come membro del Parlamento perché dobbiamo dire che abbiamo il 70 per cento delle persone vaccinate e la Danimarca, con il 70 per cento di persone vaccinate, ha di fatto tolto quasi tutte le restrizioni.
Dovremmo puntare molto sui premi, perché è vero che per le persone over 50 il rapporto tra rischi e benefici è enorme e quindi sono assolutamente da vaccinare; ma, per i giovani, anche se c'è ancora un vantaggio personale a vaccinarsi, questo diventa un po' più piccolo.
Ai giovani che si vaccinano dovremmo dire: «Grazie. Voi state facendo qualcosa di bello per il nostro Paese, qualcosa di eccezionale». Molti Stati concedono borse di studio. Nell'Est europeo addirittura danno dei soldi, dei finanziamenti, perché chi si vaccina va premiato.
Quello a cui dovremmo puntare è fare in modo che la persona che si vaccina, che sta facendo del bene per la società, abbia benefici maggiori. Questo dovrebbe essere lo scopo. In questo senso quello che lei ci ha detto riguardo al fatto che nella classe di vaccinati ci si può togliere la mascherina, è una cosa bella; è una cosa fatta bene.
Tuttavia, ho letto con attenzione il decreto-legge n. 111 del 2021. Per togliere la mascherina sono previste due condizioni: che nella classe siano tutti vaccinati oppure che nella classe ci siano dei soggetti guariti. I requisiti del Green Pass in realtà sono tre: o vaccinati, o guariti, oppure con i tamponi effettuati. Nel decreto-legge n. 111 stiamo praticamente introducendo una seconda tipologia, stiamo prendendo soltanto due dei tre requisiti. Anche gli uffici ci hanno fatto notare questa cosa, ma come facciamo a verificarla? Una persona potrebbe avere il Green Pass, però sarebbe un Green Pass ridotto.
A questo punto penso che nell'esame di conversione del decreto-legge, in Parlamento dovremmo dire che è inutile inserire una seconda certificazione Green Pass, lo potremmo chiamare «White Pass», il pass bianco per la mascherina. Se crediamo nel Green Pass, introduciamo la certificazione Green Pass da un punto di vista di pulizia normativa, che si può verificare.
Concludo. Il 92 per cento dei docenti sono vaccinati. Sono d'accordo sul chiedere loro il Green Pass; va bene la sospensione del servizio, ma sulle sanzioni non sono molto d'accordo, perché mettiamo in difficoltà non solo i docenti, ma anche i dirigenti scolastici. La sospensione dal servizio è già una sanzione grande. Cerchiamo di evitare l'applicazione della sanzione di 400 euro che devono verificare i dirigenti scolastici; alla fine, gli estremisti saranno pochissimi e introdurre anche questa sanzione sembra eccessivo.
La ringrazio e cerchiamo tutti insieme di riaprire questa scuola e di far stare il più possibile i nostri ragazzi in presenza.
PRESIDENTE. do la parola adesso al Ministro per la replica. Prego, Ministro.
PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'istruzione. Grazie per i vostri commenti e per la franchezza con cui ci parliamo sempre: fa parte del nostro modo di essere. Grazie moltissimo.
Sono tantissime le domande che avete fatto con precisazioni puntuali, però mi si permetta una cosa. Onorevole Frassinetti, abbiamo tutti le preoccupazioni. Siamo attentissimi, siamo di fronte a una situazione Pag. 20che non si era mai vista prima e dobbiamo essere tutti vigili e attentissimi. Soprattutto, come voi avete espresso, è fondamentale che abbiamo sempre il collegamento fra il quadro generale e le singole situazioni. Io ho l'obbligo del quadro generale, ma insieme possiamo vedere le singole situazioni che sono importanti, perché è lì che vivono le persone.
Abbiamo messo in campo grandi risorse: come dicevo, un miliardo e 952,5 milioni per l'apertura dell'anno scolastico, quasi due miliardi; però, voglio precisare come le abbiamo finalizzate. Abbiamo dato 150 milioni fin dall'estate per lo svolgimento dell'attività della didattica in sicurezza. Abbiamo cominciato prima dell'estate a predisporre le scuole per la riapertura. Non abbiamo cominciato adesso: è da aprile che lavoriamo con i nostri dirigenti perché si attrezzino per la riapertura. Abbiamo messo 150 milioni per il potenziamento delle competenze e il recupero alla socialità, proprio per avvicinarci all'apertura, perché ci fosse l'attività di accoglienza, compresa anche quella parte dei recuperi che vengono fatti a settembre.
Abbiamo messo 350 milioni per spese di funzionamento, con particolare riferimento alla sicurezza degli ambienti scolastici per le scuole statali e 60 milioni per le scuole paritarie. Qua dentro ci sono le risorse che abbiamo già dato, scuola per scuola, anche per gli aeratori. Anche io vivo nel Nord e so anch'io che da un certo punto in poi una volta entrava la nebbia, oggi entra il freddo. Abbiamo già dato da tempo alle scuole le risorse per comprare tutti i mezzi per la sicurezza degli ambienti scolastici. Vi ripeto: 350 milioni per le scuole statali e 60 per le scuole paritarie, perché è giusto e ragionevole che ogni scuola nel diverso contesto possa utilizzare le risorse per il meglio. Facendo l'esempio delle finestre, onorevole Frassinetti, un conto è se apro la finestra a Bolzano o nella Pianura Padana e un conto è se la apro in Sicilia. Ovviamente sono diverse e quindi credo che sia bene avere fatto un intervento che permettesse di affidarsi alla condizione e alla situazione locale.
Queste sono le risposte: non solo grande attenzione, ma risorse già date affinché le autonomie possano utilizzare al meglio le loro attività.
Abbiamo dato 342,5 milioni per l'azione di contrasto agli effetti delle numerosità delle classi e 400 milioni sugli incarichi temporanei del personale ATA e docente. Lo abbiamo fatto con parametri molto puntuali; però, il primo parametro che abbiamo utilizzato è stata la numerosità delle classi. Abbiamo messo risorse, ancora una volta già attribuite alle scuole, perché ogni dirigente le avesse a disposizione per incarichi temporanei, per fare interventi specifici scuola per scuola, per permettere di affrontare situazioni.
Abbiamo introdotto altri 22,5 milioni proprio per le classi numerose. Dopo il tema delle risorse, affronterò quello richiamato dall'onorevole Fusacchia sul dimensionamento.
Abbiamo dato 450 milioni per il trasporto scolastico e 50 milioni per il fondo spostamenti casa-scuola-casa. Sono ulteriori rispetto a quelle di cui dispone il collega Giovannini.
Permettetemi di fare una riflessione sul dimensionamento che è una riforma fondamentale del PNRR. Abbiamo due problemi in questo Paese. Il primo è sicuramente quello delle classi che superano il numero di 27 alunni. Per affrontarlo, abbiamo dato 270 milioni agli enti locali perché possano approntare interventi di edilizia leggera. Ricordo che il PNRR dà risorse ingentissime per ripensare totalmente gli spazi dell'educazione. C'è già un gruppo di lavoro che sta lavorando su questo. Non può essere più la scuola dei nostri anni, il corridoio con le porte chiuse, come ho detto tante volte, con gli stanzoni o gli stanzini in cui si chiudono i ragazzi. Bisogna ridisegnare completamente gli spazi: gli spazi STEM, gli spazi di laboratorio e quelli di convivenza. Questo è il quadro del Piano sugli spazi per la scuola su cui stiamo lavorando. È un pezzo di PNRR: incontriamoci e parliamone: noi siamo disponibili. Il gruppo di lavoro ha già procurato dei documenti.Pag. 21
Abbiamo poi un altro problema: quello del dimensionamento degli istituti scolastici e il fatto che in molte parti del Paese non riusciamo a comporre le prime classi. L'anno scorso ci sono stati 400 mila nati e 780 mila morti. Abbiamo perso una città come Firenze, l'anno scorso. Il problema è capire come mantenere aperte le istituzioni scolastiche che sono al di sotto non solo dei minimi, ma anche delle deroghe. Non sto parlando soltanto delle scuole di montagna. Nella bassa mantovana, nella bassa ferrarese non siamo in condizione di mantenere istituzioni scolastiche di quel tipo.
Non ho dubbi sul fatto che un'autonomia debba avere un dirigente. Vi ricordo che abbiamo messo in ruolo 450 dirigenti del concorso del 2017 e, per quanto riguarda la Campania, addirittura del concorso del 2011, perché i problemi non sono tutti generati dal COVID-19, ma alcuni vengono da molto prima. È chiaro che questi 450 dirigenti non bastano. Dobbiamo porci seriamente il problema dei dirigenti.
Un tema che mi è molto caro, come sa l'onorevole Aprea, è la formazione iniziale e obbligatoria per tutto il personale, in particolare, però – permettetemi – la formazione dei dirigenti. Un dirigente scolastico ha la responsabilità di un'organizzazione complessa, molto più complessa di altre organizzazioni e non solo ha bisogno di avere una formazione iniziale continua e adeguata, ma ha bisogno di collaboratori che siano egualmente preparati. Dobbiamo sviluppare quello che si chiama «lo spessore educativo» delle nostre istituzioni scolastiche. Il primo mandato sarà la scuola di alta formazione, perché bisogna formare il gruppo dirigente del nostro sistema.
All'interno di questo vi è anche il tema anche delle amministrazioni centrali e della presenza sul territorio delle nostre USR. Prima vi dicevo che abbiamo meno della metà dei 5.900 funzionari che dovremmo avere. Abbiamo ottenuto dal Ministero delle finanze la possibilità di fare un primo reclutamento di 300 funzionari – che possono arrivare a 600 – però, per le USR siamo al 30 per cento della disponibilità del personale. Queste persone in questi giorni hanno fatto i salti mortali e i miracoli: li voglio ringraziare tutti, però dobbiamo investire. Il mio richiamo sull'investimento era preciso e puntuale. In alcune regioni abbiamo uffici scolastici che sono arrivati al limite. Bisogna investire nelle nostre strutture. Su questo insisto e mi permetto di insistere. Sul tema che mi è stato richiamato dall'onorevole Frassinetti a proposito degli uffici territoriali del Lazio e della Toscana, è chiaro che non possiamo affidarci soltanto alla buona volontà e al senso delle istituzioni. Dobbiamo investire.
Dei test salivari abbiamo parlato moltissimo con il Commissario Figliuolo. Credo che questa sia la via e che debba essere estesa al di là delle scuole sentinella. Comunque è materia del Commissario Figliuolo e non mi permetto di intervenire, mi permetto solo di ringraziarlo.
Per quanto riguarda la formazione dei docenti immessi, non c'è dubbio che dobbiamo formarli, però vi voglio ricordare un aspetto. Sulla formazione iniziale abbiamo un meccanismo che ha previsto lauree abilitanti essenzialmente nel settore della formazione riguardante la scuola dell'infanzia e la scuola primaria. Un docente si può laureare in matematica senza aver fatto un solo credito riguardante le attività non soltanto pedagogiche, ma anche psicologiche. So che sono state anche presentate delle proposte di legge su questo: non deve essere possibile. Quanto più andiamo verso una profonda riforma della didattica, tanto più ogni docente accanto alla propria azione disciplinare deve avere anche una competenza non solo in pedagogia, ma nell'attenzione ai ragazzi e soprattutto nella gestione dei gruppi. Questo è fondamentale sia per chi sta facendo l'università, sia per quelli che sono entrati ora. Il nuovo reclutamento deve avere la formazione come parte fondante di un processo di reclutamento.
Scusate l'insistenza quasi ossessiva con cui continuo a battere sul tema. Bisogna assolutamente avere più formazione: obbligatoria, regolata, se volete, anche in modo contrattuale, ma questo è l'elemento fondante, anche per coloro che stanno partecipando e che hanno vinto questo concorso.Pag. 22
Il tema del reclutamento è una delle riforme sostanziali, compresa anche la riflessione sull'abilitazione che è uno dei temi su cui dobbiamo tornare a riflettere insieme.
Per quanto riguarda il tema della sicurezza, onorevole Fusacchia, come ben detto prima, nel caso ci fossero recrudescenze, noi non abbiamo interventi di emergenza, ma abbiamo un piano strutturale per affrontare l'emergenza. Il piano strutturale parte da quanto già scritto nel decreto-legge n. 111, che è chiarissimo. Laddove vi fosse una necessità di quarantena, questo riguarda il singolo istituto e non è più possibile, come in passato, che l'autorità sanitaria di riferimento, cioè il presidente della regione o il sindaco, possa estendere questa condizione a tutta la regione o a tutto il comune. Ne state discutendo e ne discuterete, ma io su questo punto sarei fermo. Non è possibile che una regione si veda estendere un provvedimento. Risaliremo al cluster e saranno le autorità sanitarie a dirci qual è la gravità del cluster; lo limiteremo e, per quanto riguarda le quarantene, sentiremo il parere del CTS (Comitato tecnico scientifico) e delle autorità sanitarie. Anche noi abbiamo sostenuto che, in ragione della numerosità delle vaccinazioni, bisogna contenere le condizioni il più possibile. In ogni caso, la mia personale posizione è che la scuola debba rimanere aperta. Chiaramente dobbiamo evitare che vi siano condizioni di contagio diffuse e laddove vi fossero, vanno assolutamente controllate e regolate.
Per quanto riguarda il tema che mi è stato richiamato a proposito delle classi vaccinate, è molto chiaro. Nel decreto-legge n. 111 era previsto che questo tema sarebbe stato regolato da linee guida sulle quali stiamo cominciando a ragionare. Ovviamente nessuno verrà abbandonato: i presidi saranno accompagnati nella gestione anche di questa situazione.
Passiamo alla piattaforma: noi l'abbiamo già avviata e sarà completamente funzionante dal 4 settembre, Sogei, che è il soggetto che la realizza, si è preso il tempo per il collaudo. La macchina è funzionante; la stanno collaudando.
Vi è un tema importantissimo che è stato sollevato da più parti e su cui devo tornare. Al di là del contenimento della situazione attuale, c'è il problema delle «classi pollaio»: mi dà fastidio perfino dire la parola. Scusate, ma ormai ho una repulsione nei confronti di questa dizione che trovo talmente offensiva nei confronti di tutti che non riesco a pronunciarla: diciamo delle classi sovrannumerarie. Vi è un problema di dignità già nella formulazione. Credo che il tema delle classi sovrannumerarie vada affrontato nel suo insieme. Ci sono due aspetti: il primo è quello che dicevamo prima con l'onorevole Aprea, cioè il ridisegno degli spazi educativi in ragione del ripensamento della didattica, come diceva l'onorevole Piccoli Nardelli; l'altro tema riguarda i soggetti gestori di questa operazione che sono, come voi sapete, comuni e province. L'appartenenza e l'attribuzione di proprietà degli edifici scolastici ai comuni e alle province risale addirittura alla legge Casati del 1859. Siamo tutti consci che, in particolare per i grandi istituti tecnici e professionali che sono assegnati alle province, abbiamo oggettivamente delle difficoltà. Lo sappiamo, è inutile che ci nascondiamo. Sull'evidenza che questi sono i soggetti proprietari, a loro ho attribuito e a loro attribuiremo le risorse. Segnalo però che il Ministro della coesione, all'ultimo Consiglio dei ministri, ha presentato un intervento molto interessante che induce gli enti locali ad avere un fondo affinché possano predisporre progettualità e poter partecipare poi ai bandi avendo sostegni adeguati.
Per quanto riguarda il nostro Ministero, abbiamo chiuso un accordo con la Cassa depositi e prestiti perché possa fare assistenza tecnica a tutti i comuni, proprio per predisporre sia i bandi sia le progettualità. Credo che sia importante soprattutto per i piccoli comuni. È inutile che ci nascondiamo: esistono delle difficoltà, soprattutto di realizzazione, e devono essere affrontate in questo modo.
Mi sembra di aver risposto quasi a tutto, però mi permetto di insistere ancora su tre temi che mi avete richiamato e che io vorrei illustrare.Pag. 23
Il primo è il tema delle scuole paritarie su cui vorrei che per una volta facessimo una riflessione attenta. Stiamo estendendo a tutto il sistema educativo nazionale – le scuole paritarie sono parte integrante del sistema – condizioni particolarmente importanti, in particolare nella trasformazione dei sistemi educativi. Bisogna che mettiamo le scuole paritarie nelle condizioni di farlo.
Stiamo facendo e abbiamo fatto uno studio molto dettagliato sulle scuole paritarie, sulle quali dobbiamo fare molta attenzione, anche tassonomica. Abbiamo scuole paritarie pubbliche, essenzialmente le scuole d'infanzia – gestite dai comuni – in particolare nel Nord e non nel Sud, dove sono quasi esclusivamente statali; abbiamo scuole paritarie gestite da enti morali o da enti religiosi che sono diversamente presenti sul territorio: prevalentemente al Nord, abbiamo scuole paritarie essenzialmente nella fascia terminale del ciclo, quindi scuole superiori, anche di grandi dimensioni, scuole tecniche e professionali e formazione professionale.
Per questo motivo, vi chiederei una riflessione sulle scuole paritarie per articolare meglio le diverse tipologie di scuole paritarie. Anche in questo caso dobbiamo entrare nella situazione specifica, sempre con l'attenzione non solo di avere presenti i numeri, ma di vedere dietro ai numeri anche le persone con cui stiamo ragionando.
Mi sembra di aver risposto a tutto.
Per quanto riguarda i trasporti, come ho detto, onorevole Frassinetti, abbiamo messo a disposizione ulteriori risorse, in particolare proprio per il tratto casa-scuola-casa. Questo riguarda soprattutto il Ministro Giovannini, però – le ricordo – che con il Ministro Giovannini e con la Ministra Lamorgese abbiamo fatto la scelta di affidarci molto ai prefetti, perché le situazioni sono diverse in tutte le parti del Paese.
Credo che il lavoro principale da fare sia quello che voi avete segnalato. Ci sono situazioni molto articolate in Italia: abbiamo più di 8 mila scuole e plessi scolastici; abbiamo 40.800 edifici e, come vi ho detto prima, fra scuole statali e scuole paritarie abbiamo quasi 10 milioni di ragazzi e, quindi, di famiglie; abbiamo oltre un milione di dipendenti. Stiamo operando in una dimensione in cui è facile rischiare di parlare solo di numeri.
Insieme dobbiamo superare questo aspetto: dobbiamo avere tutti i numeri avendo ben chiaro che dietro quei numeri ci sono le facce e i cuori dei nostri ragazzi e delle loro famiglie.
Per questo vi chiedo di segnalarmi tutti i casi in cui siete presenti sul vostro territorio e proveremo ad affrontarli assieme. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, Ministro. La ringrazio per questa audizione. Ringrazio sia i colleghi che sono sia in presenza, sia quelli collegati. Ringrazio naturalmente gli uffici e tutti i funzionari. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 11.10.