Sulla pubblicità dei lavori:
Casa Vittoria , Presidente ... 3
Audizione della Ministra dell'università e della ricerca, Cristina Messa, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (Doc. CCLXIII, n. 1)
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento)
:
Casa Vittoria , Presidente ... 3
Messa Maria Cristina , Ministra dell'università e della ricerca ... 3
Casa Vittoria , Presidente ... 7
Toccafondi Gabriele (IV) ... 7
Frassinetti Paola (FDI) ... 7
Fusacchia Alessandro (Misto-MAIE-PSI-FE) ... 8
Aprea Valentina (FI) ... 10
Casciello Luigi (FI) ... 11
Piccoli Nardelli Flavia (PD) ... 11
Toccalini Luca (LEGA) ... 12
Bella Marco (M5S) ... 13
Melicchio Alessandro (M5S) ... 14
Belotti Daniele (LEGA) ... 15
Melicchio Alessandro (M5S) ... 15
Tuzi Manuel (M5S) ... 15
Casa Vittoria , Presidente ... 15
Messa Maria Cristina , Ministra dell'università e della ricerca ... 15
Casa Vittoria , Presidente ... 18
ALLEGATO: Documentazione depositata dalla Ministra Messa sulle lauree abilitanti ... 19
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
VITTORIA CASA
La seduta comincia alle 13.35.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Buon pomeriggio. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso il resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione della Ministra dell'università e della ricerca, Cristina Messa, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (Doc. CCLXIII, n. 1).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della Ministra dell'università e della ricerca, professoressa Cristina Messa, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) (Doc. CCLXIII, n. 1). All'audizione è consentita ai deputati la partecipazione da remoto, in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento della Camera dei deputati nella riunione del 4 novembre 2020. Ricordo ai colleghi che partecipano da remoto che devono rendersi visibili, soprattutto nel momento in cui svolgono il loro eventuale intervento, e che non possono collegarsi da luoghi aperti al pubblico o in cui siano comunque presenti altre persone, né da mezzi di trasporto. L'intervento deve essere udibile, per cui occorre assicurarsi di disporre di una connessione internet stabile.
Ringrazio la Ministra Messa di essere presente qui, per questa audizione, nella quale vogliamo fare il punto su quanto il Ministero dell'università e della ricerca ha fatto e quanto intende fare per l'attuazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Come sempre, darò prima la parola alla Ministra per la sua relazione, poi ai colleghi che ne hanno fatta richiesta e quindi di nuovo alla Ministra per la replica. A lei, Ministra, la parola.
MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'università e della ricerca. Signora presidente, cari onorevoli deputati, vi ringrazio moltissimo per questo invito, perché credo che sia un'importante occasione per poter discutere con voi le fasi di attuazione del Piano, che entra in una sua fase particolarmente impegnativa. Per chiarezza, cercherò di articolare questa esposizione breve in tre parti: una parte generale, una parte principalmente riservata alle riforme ordinamentali, in cui avete un ruolo ancora più importante che nel resto, e chiuderei con gli interventi di investimento propriamente detti, dandovi lo stato dell'arte.
Le riforme, come sapete, sono tante e, come per altre missioni, l'obiettivo generale è quello di incrementare equità, efficienza e competitività del Paese. Le riforme che riguardano il nostro sistema università e ricerca sono già in grossa parte realizzate, grazie soprattutto al vostro lavoro. L'obiettivo – lavorando sull'aspetto bello dei giovani e dell'università – è quello di riuscire a lavorare veramente sul Next Generation EU, perché il compito particolarmente importante per noi è creare un ponte fra generazioni, singolo e società. I principali risultati che ci poniamo sono quelli di ampliare il ventaglio dei servizi di istruzione e formazione, di migliorare processi di reclutamento e formazione degli insegnanti,Pag. 4 di riformare i dottorati di ricerca, di rafforzare la ricerca e la diffusione di modelli innovativi e di sostenere processi di innovazione e potenziare le condizioni della ricerca, che sappiamo essere bisognose di un grande supporto. Abbiamo, in quest'ambito, cinque riforme abilitanti: quattro nella componente 1 della missione 4 e una nella componente 2 della missione 4, di cui parleremo tra breve. Vi ricordo che la componente 1 della missione 4, riguarda la realizzazione di investimenti immateriali e materiali necessari a colmare o ridurre, in tutti i gradi di istruzione, le carenze strutturali di sistema, quindi è dedicata all'aspetto formativo. Mentre la componente 2 è maggiormente dedicata all'aspetto della ricerca: è intitolata dalla ricerca al business, e vuole potenziare la crescita del sistema economico, partendo però dalla ricerca. L'assegnazione per questi due interventi, di cui il Ministero è destinatario, è di complessivi 11 miliardi e 732 euro; questi sono suddivisi nella componente 1 per 2,64 miliardi e nella componente due per 9,09 miliardi di euro.
Passo quindi a parlare del punto 2 e delle riforme che abbiamo in corso. Una la conoscete più di me, perché è grazie a voi che questa è potuta diventare legge: la riforma delle lauree abilitanti, la n. 163 del 2021, è stata veramente importante. Voglio solo aggiornarvi sul fatto che abbiamo iniziato i tavoli di cui si parla nella riforma. Sono iniziati quelli per odontoiatria e protesi dentaria, per farmacia e farmacia industriale, per medicina veterinaria e psicologia. Partiranno invece a breve gli altri tavoli, quelli in attuazione dell'articolo 5, per la revisione degli ordinamenti di chimica, fisica e biologia. Tra l'altro, abbiamo nuove richieste di lauree abilitanti. Una richiesta molto importante, che non ci saremmo aspettati, viene dall'ordine degli ingegneri e degli architetti.
Abbiamo fatto la riforma del dottorato di ricerca. Questa, come sapete, è partita con un decreto ministeriale il 14 dicembre, ed è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale a fine dicembre: era fondamentale perché è la riforma base per poter dare una figura forte ai nostri dottori di ricerca, non solo in ambito accademico, ma anche per la società. Quindi, un riconoscimento e una valorizzazione di chi ha il dottorato di ricerca da parte dell'impresa, della pubblica amministrazione e di tutta la società e un riconoscimento dei nostri giovani in percorsi di carriera variegati, che non sono solo quello accademico. Questo è fondamentale perché poi, lo vedremo nella parte investimenti, investiremo molto sul dottorato di ricerca, chiaramente con sfaccettature diverse. In quest'ambito, quindi, abbiamo stressato la parte dei dottorati di ricerca, per la ricerca – perché questo è fondamentale – per la pubblica amministrazione, per i beni culturali e per l'industria, i dottorati industriali, semplificando le possibilità di collaborazione pubblico privato, che altrimenti non rendevano possibile dal punto di vista tecnico fare questa cosa.
Quello degli alloggi per gli studenti è un aspetto molto importante che si compone di due parti. Con la conversione in legge del decreto-legge n. 152 del 2021 è' stata modificata la legge n. 338 del 2000. A seguito di questa conversione in legge è stato emanato il bando di finanziamento, che ha un importo di 407 milioni di euro, di cui 300 sono a carico del PNRR, mentre la rimanente parte deriva da precedenti risparmi. Che cosa è cambiato? Fondamentalmente si seguono le stesse regole, ma si fa riferimento in maniera importante alla riutilizzazione e ristrutturazione di edifici già esistenti, quindi all'attenzione agli aspetti ecologici. Il cofinanziamento del Ministero è stato aumentato dal 50 al 75 per cento e sono state anche semplificate la presentazione e la selezione dei progetti, grazie alla digitalizzazione. Abbiamo quindi pubblicato il bando e gli atenei e le regioni, che sono ben avvisate di questo, stanno reagendo. Il secondo intervento in cui sarà fondamentale, invece, il lavoro da fare con voi, prevede di incentivarne la realizzazione anche da parte di soggetti privati. L'idea è quella di stimolare anche il sistema privato a investire, al fine di triplicare i posti degli studenti: quindi da 40.000 a 100.000, entro il 2026. Questo richiede una nuova normativa, richiede l'attenzione di Pag. 5tutte le parti coinvolte – non solo i privati, ma gli studenti in primo luogo, che chiaramente chiedono le giuste attenzioni ai costi – e siamo in definizione di questa normativa che vi sarà presentata entro il primo semestre del 2022. Una volta emanata questa legge, possiamo bandire per 660 milioni di euro: è una misura che si aspettavano veramente tanto, soprattutto gli studenti.
L'altro intervento, che abbiamo già iniziato ad analizzare, è quello della modifica delle classi di laurea: qui entriamo in discorsi che avete fatto molto spesso sull'interdisciplinarità. Ovviamente, per arrivare a una vera e propria interdisciplinarità, dobbiamo rivedere le leggi e i decreti che regolano questa materia; in modo particolare, il decreto ministeriale n. 270 del 2004 che, per poter andare verso questa interdisciplinarità, ha bisogno di modifiche sostanziali; dobbiamo infatti svincolare in qualche modo il sistema dei crediti formativi fra le materie caratterizzanti, le materie affini e le materie complementari. Svincolare non significa, ovviamente, l'anarchia delle materie, ma poterle combinare in maniera diversa, mantenendo molto elevata la qualità. In questo senso abbiamo fatto un gruppo di lavoro ministeriale, che sta lavorando in questi giorni con il CUN (Consiglio Universitario Nazionale) con riunioni settimanali, se non bisettimanali. Credo che, quanto prima, riusciremo ad arrivare a una proposta unitaria di modifica del DM n. 270; questa, è inutile che ve lo dica, è una piccola rivoluzione nel mondo dell'università.
Nella componente 2 di ricerca, infine, abbiamo un'altra riforma, che è quella per promuovere la semplificazione e la mobilità nel settore ricerca e sviluppo: è una riforma nata con il MISE (Ministero dello sviluppo economico) per la quale abbiamo costituito un tavolo MUR-MISE, il 10 novembre del 2021. Questa ha due fasi ed è fatta per riuscire a semplificare la mobilità anche di ricercatori e tecnici, fra pubblico e privato. Una parte di questa riforma è già passata: si tratta di quella della semplificazione della gestione per i fondi di ricerca, per un approccio più sistematico, superando i tanti limiti burocratici che la gestione dei fondi ha dato, ivi inclusa la frammentazione. Questa è stata già approvata con la legge sulle lauree abilitanti. In più, adesso, il decreto ministeriale n. 1314 del 14 dicembre del 2021 disciplina il nuovo sistema di concessione delle agevolazioni del MUR alle attività di ricerca e all'istituzione del famoso comitato nazionale per la valutazione della ricerca, che adesso è estremamente attivo. La seconda fase prevede un intervento in ambito di mobilità, quindi sostiene la mobilità reciproca, attraverso incentivi di figure di alto profilo, quali, come vi dicevo, ricercatori fra università, infrastrutture di ricerca e aziende. Penso che questa riforma sarà un altro elemento di scardinamento di un sistema che è sempre andato un po' a compartimenti stagni: ovviamente, sempre con le dovute attenzioni in merito alla qualità.
Terza e ultima parte è quella dedicata agli investimenti. Abbiamo due tipi di investimenti: il primo è dedicato, di nuovo, prevalentemente all'apprendimento, quindi agli studenti; il secondo è invece più dedicato alla ricerca di tutti i tipi: base, traslazionale, applicativa, industriale, quindi ricerca in senso generale. Nella prima parte abbiamo alcune misure molto importanti. Le prime sono l'orientamento, in fase di transizione scuola – università, le borse di studio, le residenze di cui vi ho già accennato, la didattica e le competenze avanzate e i corsi di dottorato. Sono tutti investimenti diversi, ma molto importanti. Le misure di orientamento sono quelle complementari a quello che fa già il Ministero dell'istruzione con il quale, chiaramente, ci vogliamo coordinare per evitare sovrapposizioni: le nostre riguarderanno in modo particolare la parte dell'università, che si occupa di orientamento da tanti anni e che viene in questo modo invogliata a seguire e ad aiutare i giovani, a partire dal terzo anno delle scuole superiori, per sapersi valutare, saper scegliere eccetera.
Quello delle borse di studio è un provvedimento molto importante: ammonta, complessivamente, a 500 milioni di euro e le risorse sono state, intanto, utilizzate per aumentare, in media, di 700 euro l'importo Pag. 6delle borse di studio e, poi, per ampliare la platea di coloro che ne usufruiscono, modificando il tetto ISEE e cercando di intervenire sulle popolazioni con meno mezzi, ma meritevoli. La norma primaria e quella secondaria di attuazione sono il decreto-legge n. 152 del 2021 e il decreto ministeriale n. 1320 del 17 dicembre 2021. L'investimento quindi ha avuto avvio, è stato registrato alla Corte dei conti, ed è già stato pubblicato. Stabilisce questi aumenti che vi elenco brevemente: per gli studenti fuori sede e per quelli indipendenti l'importo è incrementato di 900 euro, quindi arriva a 6.157,74 euro. Per gli studenti pendolari l'aumento è di 700 euro e porta la borsa di studio a 3.598 euro; per quelli in sede la crescita è di 500 euro, quindi arriviamo a 2.481 euro. Abbiamo previsto, come vi dicevo, misure incrementali per gli studenti economicamente più svantaggiati, per gli studenti con disabilità e per le studentesse iscritte ai corsi STEM (Science,Technology, Engineering and Mathematics) per le quali l'importo è stato incrementato del 20 per cento. Questo stimolo viene soprattutto dalla società in generale. Un altro provvedimento riguarda l'incremento dell'offerta didattica delle competenze universitarie avanzate: qui ci sono molte misure, molte sottomisure. Le elenco rapidamente: 500 dottorati di ricerca sulla transizione digitale ed ambientale, che è il punto di tutto il PNRR; la creazione dei tre Teaching and Learning Centres (TLC), che sono i centri deputati anche alla ricerca nella formazione degli insegnanti; la creazione di tre Digital Education Hub (DEH), che invece sono atti a migliorare il sistema dell'istruzione superiore, attraverso una pianificazione delle competenze digitali, sia agli studenti che ai lavoratori universitari; la realizzazione di iniziative anche transnazionali, perché non va dimenticato l'aspetto internazionale, con gli esteri e la cooperazione internazionale e l'attività – questo è molto importante – di internazionalizzazione degli istituti AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale), che sono i più ideali da questo punto di vista. Tutto questo intervento, allo studio adesso, deve essere attivato entro il primo trimestre del 2022. I dottorati in più saranno estesi, come vi dicevo prima, a dottorati innovativi per la pubblica amministrazione, al patrimonio culturale e questo si correla con quello che sta facendo il Ministero della pubblica istruzione. Questo intervento è previsto per il primo trimestre del 2022.
Chiudo con le misure nell'ambito della ricerca, dalla ricerca al business, dove, come sapete, abbiamo tutta la filiera della ricerca; quindi, abbiamo progetti per la ricerca di base, a basso trasferimento, che sono quelli della ricerca fondamentale, fino ad arrivare a un più alto trasferimento tecnologico vero e proprio, attraverso questo TRL (Technology Readiness Level). Per questi il primo investimento è il fondo per il programma nazionale, che è quello della ricerca classica, ovvero il PNR e il PRIN. Abbiamo un po' modificato il PRIN, che è il nostro bando classico, per renderlo più usufruibile da tutti aumentando il numero di progetti che possono essere formati da questo tipo di investimento, aumentando un pochino la platea e destinando il 30 per cento ai giovani sotto i 40 anni. Questa è una scelta che abbiamo fatto. Un altro investimento riguarda i progetti dei giovani ricercatori: si tratta di un investimento da 600 milioni di euro, volto a sostenere l'attività di ricerca fino a 2.100 giovani ricercatori, ed è lo strumento più forte che abbiamo in questo momento per il rientro di tanti dei nostri giovani che sono andati all'estero. Anche questo è in fase di studio e deve essere avviato nei primi mesi del 2022. Poi abbiamo già bandito, e avremo a breve anche le proposte, tre grossi progetti: il primo riguarda i partenariati estesi all'università; in realtà questo deve essere bandito adesso, a breve, da dieci a quindici grandi programmi. È invece già bandito, e chiude il 15 febbraio, il progetto per la creazione di cinque centri nazionali nella ricerca. È già bandito il progetto dei dodici ecosistemi della ricerca territoriale e, analogamente è già bandito, e chiuderà a breve, anche il finanziamento di infrastrutture di ricerca, sia classiche che innovative. Quali sono i punti fondamentali di tutte queste misure? Innanzitutto il modello Hub and Spoke, in cui abbiamo previsto, proprio per Pag. 7evitare l'immissione di nuove fondazioni, di nuovi enti eccetera, di utilizzare al meglio la rete che già abbiamo, questi sono gli Spoke, e mettere a coordinare questa rete un Hub, che ha solo funzioni amministrative e gestionali; non ha le funzioni di ulteriore organo di ricerca, proprio per evitare sovrapposizioni. Questo modello, devo dire, ha incontrato le necessità del mondo non solo accademico, ma anche dell'impresa, perché tutti questi modelli sono presentati da enti vigilati dal MUR, per ovvi motivi, ma obbligati, in qualche modo, a portare a bordo altri enti, non vigilati dal MUR, pubblici o privati, e l'impresa: questo è il parametro fondamentale, per essere sicuri che quello che creiamo oggi abbia una sostenibilità anche dopo il 2025, quando non avremo più questi fondi. Le scadenze sono adesso, stiamo aspettando le proposte; l'aspetto critico sarà rispettare i tempi della valutazione, perché la valutazione è competitiva, si affida a referee stranieri, perché tutta l'Italia è coinvolta e non possiamo coinvolgere referee nazionali; a seconda di come verranno valutati, devono passare a una seconda fase di negoziazione. Quindi, dovendo noi assegnare le risorse entro giugno dovremo correre. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei signora ministra, passiamo al dibattito. Il tempo disponibile è stato suddiviso tra i gruppi, come sempre, per metà in parti uguali e per l'altra metà in proporzione alla consistenza numerica dei gruppi stessi. Quanto all'ordine di intervento, come al solito, darò la parola secondo la consistenza numerica complessiva dei gruppi a partire dal meno numeroso. Nel primo giro darò la parola a un deputato per gruppo e poi rifaremo il giro. Do quindi la parola all'onorevole Toccafondi per cinque minuti. Prego onorevole.
GABRIELE TOCCAFONDI. Grazie, presidente. Signora ministra. Ringrazio della relazione, utilizzerò meno dei cinque minuti, perché mi dichiaro molto soddisfatto della relazione, ma l'abbiamo visto anche sul monitoraggio PNRR. Il Ministero da lei guidato e i risultati che sta ottenendo, e più in generale questo anno, stanno dimostrando la centralità del sistema universitario, più in generale terziario, nell'azione di governo e del Parlamento. Molte le risorse, sia sul PNRR, ma voglio citare anche la legge di bilancio, molte le novità normative, che puntano sempre, anche quelle della legge di bilancio, su concetti quali merito, valutazione, selezione, monitoraggio, qualità, è questa forse la parola chiave. Quindi è un sistema in cui in atto ci sono molti cambiamenti, e per quanto ci riguarda, assolutamente positivi. Per questo le domande sono minime e interagisco rispetto alla sua relazione su pochi punti. Il primo, sulla novità generale del reclutamento, sulla selezione, quindi le chiederei se ci sono ulteriori novità, che è un tema molto dibattuto nel paese e da sempre. Sul tema dell'incentivare i privati, sul tema degli alloggi, io le chiedo di lavorare molto bene sulle regole, che siano regole chiare tra il mix di queste strutture, tra alloggi universitari e sistema turistico generale, occorrono regole chiare. L'ultimo tema è quello delle lauree professionali o professionalizzanti, quindi il terziario professionale universitario, come sta andando e se il Ministero sta prevedendo dei correttivi, rispetto a quello che è legge da pochi anni. Grazie.
PAOLA FRASSINETTI. Grazie, presidente. Grazie ministra, per essere qui con noi in presenza. Fratelli d'Italia farà ovviamente delle domande, ma voglio sottolineare qui che noi abbiamo votato a favore di provvedimenti innovativi, come le lauree abilitanti, anche per consentire la doppia iscrizione, quindi diciamo che nessun Ministero ha avuto dall'opposizione tutto questo appoggio. Naturalmente la materia è talmente complessa, che anch'io volevo fare la domanda su un ordine del giorno che abbiamo presentato, che lei ha accolto, che riguarda proprio gli alloggi e quindi avevamo la preoccupazione che non ci fosse la riforma per attuare il finanziamento, rischiando di non raggiungere l'obiettivo, proprio per quanto riguarda anche l'entrata dei privati in questa situazione. Quindi era una domanda che mi ero preparata. Dopodiché, volevo anche chiedere se sul sistemaPag. 8 di lauree triennali c'era qualche novità, perché in un momento di riforme stride un po' questa scelta che è stata fatta, che ormai è un po' superata, è un po' desueta. Bene la costituzione di nuovi campus. Per quanto riguarda le borse di studio, penso che ci sia anche la necessità, soprattutto per quanto riguarda medicina, e questo l'avevo anche visto in una sua intervista, dove si diceva che c'è la preoccupazione per la mancanza di candidati a dei settori come l'anestesista, ci sono dei gravi vuoti, perché gli studenti hanno timore ad iscriversi in specializzazioni che sono fondamentali per dare il primo soccorso, alle volte, alle persone. E qui naturalmente anche il discorso – ma ne parleremo perché è all'ordine del giorno dei nostri lavori – dell'accesso a medicina. Quindi il PNRR sicuramente è importante, il processo di semplificazione e di sburocratizzazione è il cuore del problema, più che gli investimenti, è poi come questi investimenti andranno modulati e come questo sistema, questo processo di semplificazione tanto auspicato, riuscirà a essere molto tangibile ed efficace. Per quanto riguarda la ricerca, io credo che l'interdisciplinarità sia importante, quindi accolgo con soddisfazione anche l'annuncio di questa riforma, proprio per cercare di rendere i programmi e le materie tali da poter essere adottati dagli studenti con nuovo entusiasmo. Sulla ricerca noi dobbiamo ancora recuperare, quindi chiedo se mancano dei ricercatori, cioè quanto il numero di docenti possa incidere sulla nostra progressione nella classifica che ci vede un po' indietro in Europa, relativamente alla ricerca, le chiedo se è anche un problema di numero, come io purtroppo credo. Andando a concludere ne approfitto per chiedere, anche se sono magari un po' fuori tema, ma il problema delle telematiche è stato molto al centro del dibattito ultimamente e il problema proprio delle assunzioni, che potrebbero per l'impegno di bilancio, e per rispettare i termini del decreto, fare venire meno i servizi agli studenti, che è la cosa che mi preme di più, che preme di più a Fratelli d'Italia. E poi l'AFAM, che sicuramente è al centro del dibattito, quindi è importante, perché c'è stata una presa di coscienza generale sulle arretratezze di questo comparto. I professori dell'AFAM lamentano dei disguidi, non ultimo quello sulla piattaforma Cineca, che non ha consentito ai docenti di avanzare le loro candidature in merito al concorso a presidenti di commissione. Ecco, quindi l'equiparazione piena dei docenti AFAM a quelli del sistema universitario , io penso che sia molto importante. Chiudo con una nota politica, siamo a due giorni dal 10 febbraio, dove si celebra la Giornata del ricordo, c'è ancora un rettore, purtroppo, che nega questa tragedia delle foibe. Io auspico ministro, visto che ho l'occasione oggi di averla qui, che ci sia la possibilità, quanto meno, di fare sì che questi episodi non si ripetano più, perché la storia ha già dato tanti dolori agli abitanti di quelle terre e penso sia venuto veramente il momento per non contestare questa legge, fatta da tutto il Parlamento, di cui ricorre dopodomani l'anniversario. Grazie.
ALESSANDRO FUSACCHIA. Grazie, presidente. Ringrazio anch'io la Ministra. Volevo sollevare quattro punti molto velocemente, tre li ha toccati lei. Il primo, anch'io volevo tornare sul tema degli alloggi universitari e ovviamente mi unisco a quello che diceva il collega Toccafondi e altri, ai complimenti sinceri per tutto quello che sta mettendo in campo, in termini di capacità di raccolta finanziaria sul mercato pubblico e poi di proposte normative che servono per innovare il sistema, che ne aveva oggettivamente bisogno. Fatta questa doverosa e però sentita e sincera premessa, i quattro punti che volevo sollevare sono: sugli alloggi ho capito bene che entro il primo semestre noi andiamo anche sul secondo pezzo che riguarda i 660 milioni. A me pare molto significativo e importante, quindi io su questo volevo solo incoraggiarla ad accelerare il più possibile, perché non stiamo parlando solo di aumentare significativamente l'offerta di alloggi per gli studenti, e quindi raggiungere pure il target che ci siamo dati come paese, in un quadro anche più ampio con l'Europa e così via, ma perché credo che questa misura potrebbe cambiare la dimensione e la dinamicaPag. 9 degli alloggi universitari. Abbiamo un problema di residenze e di alloggi, che hanno sempre a che fare nel passaggio con le regioni, per come è costruito il sistema in Italia con gli studenti e le studentesse con i redditi più bassi, quelli sotto le soglie ISEE, quelli che ne hanno oggettivamente più bisogno. C'è un grave problema di residenza universitaria per gli studenti e le famiglie medie anche in Italia. Quindi, tutto quello che può andare nella direzione di aumentare significativamente le residenze degli alloggi universitari, che ovviamente deve andare in priorità per gli studenti che meno di altri se lo possono permettere, ma che aiuti anche quelli che a fatica riescono a permetterselo, credo che sarebbe meritorio. E penso che il coinvolgimento dei privati, con regole molto chiare, per assicurarci che i privati facciano il mestiere per cui sono chiamati poi a partecipare a questa costruzione di residenze universitarie, sia molto importante. Il secondo punto sull'orientamento, ho capito, e sono contento di sentirlo ministra, ci sono una serie di misure e sono misure in maniera complementare al Ministero dell'istruzione, non le nascondo che a me piacerebbe saperne un po' di più rispetto a quello che l'economia di un'audizione riesce a offrire. Credo che sia un tema centrale e penso di non parlare solo a titolo personale in questa Commissione. Però se lei prossimamente volesse, in qualche maniera condividere, questo lo rimetto anche alla presidenza, attraverso le note scritte o attraverso un'audizione ad hoc, però io credo che sia un tema centrale, perché viviamo in una stagione storica molto delicata, per cui nel passaggio dalla scuola all'università, e in generale nel passaggio postscolastico, capire esattamente che tipo di misure lei sta pensando di mettere in piedi con il Ministro Bianchi, ma in generale come Governo e che cosa possiamo fare noi, credo sia assolutamente fondamentale. Volevo chiederle una cosa, so che ci sono stati degli sviluppi di recente, anche per quello che riguarda la terza missione dell'università, il passaggio dentro l'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), l'idea di trasformarla in una politica strutturale, come la didattica e la ricerca. Mi chiedevo in che misura questo possa o meno essere collegato, anche con una priorità, una centralità dall'orientamento, all'interno di quello spazio lì, perché ovviamente comincerebbe a entrare non solo come una dimensione importante e interessante che alcune università curano e lasciata anche alle singole capacità, ma che diventi una politica strutturata. Quello potrebbe essere lo spazio, visto che stiamo rafforzando in generale la terza missione, per dargli un peso e uno spazio significativo. Il terzo punto, il penultimo, che volevo citarle riguarda una dimensione un po' traversale, che però la vede protagonista che è l'intelligenza artificiale e il programma nazionale che è stato varato dal governo a novembre sul triennio 2022/2024. Su questo tema qui conosciamo tutti la storia di questa legislatura e dei governi che si sono succeduti, inevitabilmente abbiamo accumulato un po' di ritardo, non fosse altro che nei cambi di governo bisognava un po' ricominciare da capo. Siamo arrivati a questo programma. L'ho molto apprezzato da un lato, perché ho visto che gran parte delle misure che ci sono riguardano alla fine la questione delle competenze, la questione dei dottorati, la questione delle vocazioni nelle scuole, quindi tutta la dimensione del capitale umano e della formazione del capitale umano, quindi la ricerca e così via. Detto questo, non mi è chiarissimo come quella strategia si integri con tutto quello che lei ci ha raccontato. Quindi, mi piacerebbe capire come sfruttiamo, per essere molto chiaro, i soldi del PNRR, le proposte normative, l'aumento di ricercatori, l'aumento di dottorati per riempire di sostanza, in maniera significativa, un pezzo di quella strategia e farlo con la stessa urgenza che lei ci ha raccontato su tutto il resto, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Anche perché, su questo, io credo che noi abbiamo un potenziale, come paese, nel quadro di un Regolamento europeo sull'intelligenza artificiale, su cui si sta discutendo, su cui un paio di altre Commissione di questa Camera stanno per esprimere un parere, e nel quadro di un ragionamento generale di via Pag. 10italiana all'intelligenza artificiale, dentro la strategia Europea, per posizionarci in maniera molto forte sul lato delle competenze. La questione è che dobbiamo scegliere. Perché, pensare che sull'intelligenza artificiale diventiamo, in Italia, campioni del mondo su tutto è velleitario ovviamente. Quindi il mio era un incoraggiamento a lei e in generale al Governo a farci sapere, a capire, a ragionare insieme, su che cosa, su questo aspetto, avendo adesso una strategia ufficiale varata dal governo, possiamo concentrarci. Ultimo punto, lei ha parlato delle classi di laurea. Molto felice di sentire che il CUN sta lavorando bisettimanalmente per fare questo lavoro, che si protrae da una cinquantina d'anni. Se non sbaglio oggi il Senato, ma lo dico in punta di piedi, approva almeno in Commissione la doppia laurea, in sede redigente. Dovrebbe arrivare, si spera presto, anche all'approvazione definitiva al Senato. Glielo dico perché, ovviamente, non era oggetto della discussione di oggi, ma si interseca inevitabilmente con il ragionamento sulle classi di laurea e con tanti ragionamenti. E quindi le chiederei di mettere in assoluta priorità, nel caso in cui il Senato riesca ad approvare in via definitiva lo stesso testo in tempi brevi, con grande urgenza, i decreti attuativi che serviranno, perché c'è una grande aspettativa da parte di tante studentesse e studenti. E quindi con tanti colleghi ci siamo impegnati, non ci faccia fare brutta figura. Grazie.
VALENTINA APREA. Grazie, presidente. Ministra, innanzitutto vorrei esprimerle la piena soddisfazione di Forza Italia, mia personale, di Gloria Saccani Jotti, che ci segue in collegamento, dei colleghi Casciello e Palmieri, per il suo lavoro, nel metodo e nel merito. Nel metodo, perché lei è capace di coinvolgerci a ogni passaggio, perché ci confrontiamo sulla visione, oltre che sulle finalità. E poi certamente nel merito, perché la relazione che lei ha presentato sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza e tutto il lavoro che lei ha fatto finora ci inorgoglisce molto. Quindi quanto fatto nel 2021, ma soprattutto quello che ci aspetta, va nella direzione che noi abbiamo auspicato da tempo, come lei ha ricordato rispetto a tutta una serie di input che abbiamo cercato di dare in questa legislatura e anche qualche volta nelle precedenti. La flessibilità dei percorsi di laurea, il miglioramento del diritto allo studio, dall'orientamento, all'edilizia universitaria, le borse di studio, i servizi campus, l'impegno per coinvolgere le studentesse nei percorsi STEM, piuttosto che le donne nel mondo accademico, sono tutti obiettivi che devono vederci in prima linea e quindi può contare su di noi. Naturalmente lei sa che se prendo la parola, io devo parlare poi di scuola; ed è la formazione dei docenti che è un obiettivo che, come Forza Italia, ma in particolare come dipartimento istruzione del mio partito, noi cerchiamo di realizzare e questa è la volta buona. Abbiamo tentato tante volte, ma la svolta delle lauree abilitanti ci consente di archiviare la storica separazione in due momenti successivi e indipendenti della laurea e dell'abilitazione all'insegnamento. Se ben sfruttata, se ben adoperata questa svolta, saremo capaci davvero di non considerare più la scelta della professione docente come residuale, opportunistica, ma volontaria, vocazionale e soprattutto caratterizzata da una continua accountability, questo è fondamentale. Due proposte, mentre lei si accinge col Ministro dell'istruzione a predisporre il decreto, che poi sarà sicuramente in linea con gli orientamenti europei, innanzitutto, sull'orientamento professionale precoce. A questo proposito sarebbe il caso di predisporre non solo per l'università, ma anche per tutte le scuole, per l'intero corpo sociale e per tutti gli studenti, un profilo delle competenze professionali attese dal docente abilitato. Questo, ovviamente di concerto tra i due ministeri, dovrebbe portare a un documento breve, leggibile, comprensibile da tutti, deontologicamente anche costruito, quindi rispetto alla deontologia del docente del terzo millennio, da far conoscere a tutta la comunità scolastica e all'opinione pubblica, perché una volta per tutte ci si possa confrontare su un modello, sul docente che vogliamo. Naturalmente la cosa più importante è la seconda proposta, il passaggio dal paradigma della separazione Pag. 11a quello dell'integrazione. Il compito è superare senza nostalgie l'epistemologia, la metodologia formativa fordista del secolo scorso, fondata sulla separazione e sulla sommatività degli elementi invece che sulla loro circolarità, la loro continua alternanza formativa. Quindi, dobbiamo respingere il presupposto che prima esisterebbe la laurea teorica e, dopo, l'abilitazione professionale. Prima si imparerebbe ciò che si dovrebbe insegnare e solo dopo come si dovrebbe insegnare ai giovani in età evolutiva, che hanno tutti diverse modalità di apprendere. Quindi, certamente va sposato questo nuovo paradigma, per passare a un paradigma epistemologico e metodologico integrativo, circolare, significa nello specifico dei vincoli posti da quello che noi vogliamo leggere nel decreto, dare un certo tipo di indirizzo ai 60 crediti abilitanti. Non considerare i 60 CFU (Crediti formativi universitari) come aggiuntivi agli ordinari piani di studio e corsi di laurea, ma integrati in essi, adoperando proprio quegli spazi di flessibilità previsti dal decreto ministeriale n. 133 del 2021 che, come è noto, introduce le discipline affini e integrative libere da ogni vincolo nazionale. L'ultima proposta che ci sentiamo di fare è quella di assegnare all'autonomia delle università la scelta di distribuire i 60 crediti abilitanti all'insegnamento nell'arco di un quinquennio oppure riservarli soltanto ai magistrali, come si era prospettato da più parti. In ambedue i casi, connettere i 60 crediti universitari ai contenuti, ai metodi di sviluppo nelle discipline di base e caratterizzanti dei corsi di laurea. Anche i crediti, legati al tirocinio, devono essere di qualità ed essere svolti in scuole innovative, che già hanno una consuetudine di lavoro con le università; questo è fondamentale, perché se cadono poi nelle scuole tradizionali e vanno a fare queste esperienze, non abbiamo risolto nulla, e soprattutto anche sperimentando attività pratiche, laboratoriali e di valutazione. Grazie. Confidiamo molto nella Ministra Messa.
LUIGI CASCIELLO. Saluto la ministra, che ringrazio. È inutile aggiungere anche i miei complimenti a quelli dell'onorevole Aprea, ma ugualmente sentiti. Vado a una questione specifica, mi riferisco ai PRIN, ai bandi per la ricerca di progetti di interesse nazionale, cioè in pratica ricerca di base. L'obiettivo dei PRIN nel bando è di realizzare gli obiettivi del PNRR che, come è noto a tutti, prevede una riserva del 40 per cento, per il Mezzogiorno. Perché tutto questo fa parte dell'obiettivo traversale della coesione. In questa prima parte del bando sono già pronti 741,78 milioni. Di questi, 545 milioni vengono dai fondi del PNRR. Credo che sia stata fatta un po' di confusione, lo dico con grande rispetto, in un bando scritto tre volte in nove giorni e corretto più volte. Alla fine, al sud la quota non è del 40 per cento, ma del 29 per cento sulla somma totale, con la giustificazione che, poiché si tratta di ricerca di base, e quindi di individuazione di progetti particolarmente meritevoli, non sarebbe territorializzabile una parte di questi fondi. Innanzitutto, voglio ricordare che poiché l'altra parte dei fondi è già a disposizione del Ministero, pur non volendoli vincolare al 40 per cento dei fondi del PNRR, al sud spetterebbe il 34 per cento, quindi altri 68 milioni. Anche volendo ricordare l'intervento del Presidente della Repubblica per superare i gap territoriali e le disuguaglianze territoriali, mai come in questo momento, per la ricerca e per quello che lei giustamente ricordava, bisognerebbe prevedere il coinvolgimento anche dei privati, delle grandi imprese. Credo che sarebbe un'occasione fondamentale per il sud riconoscere quanto si ritiene che debba andare al Mezzogiorno e quindi il 40 per cento. Il bando è stato riscritto tre volte, riscriverlo quattro volte non mi sembra uno sforzo da non affrontare. Grazie.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie, presidente. Ministra, intanto il mio saluto e il mio plauso per il grande lavoro che il Ministero sta facendo su questi temi. Temi che naturalmente la Commissione segue, lei lo sa bene, da molto tempo. La mia richiesta è di un chiarimento ulteriore su un tema che lei ha già trattato: quello relativo all'AFAM. Lei ha parlato di piani transnazionali, naturalmente sappiamo che il PNRR prevede, all'interno della missione istruzione e ricerca, nella sezione 3.4, un Pag. 12riferimento esplicito all'Alta formazione artistica e musicale: nel capitolo dedicato alla didattica e alle competenze universitarie avanzate, attraverso un insieme di misure finanziarie, fra le diverse iniziative, anche l'attività di internazionalizzazione degli studi di istruzione superiore artistica e musicale. L'AFAM è sempre considerato un capitolo a sé, quindi pensiamo diventi estremamente importante recuperarlo in tutte le sue dimensioni possibili, attraverso il sostegno a questi cinque progetti di internazionalizzazione, per promuovere il ruolo che all'estero ci viene riconosciuto nella conservazione e promozione della cultura italiana. È, lo sappiamo, un vero punto di forza del sistema AFAM, questo dell'internazionalizzazione, che supera qualsiasi altro settore didattico da questo punto di vista; quindi vorremmo sapere qualche cosa di più su questi cinque progetti di internazionalizzazione, quale percorso si sta intraprendendo, eccetera. Poi vorremmo sapere se l'AFAM si può agganciare o se ancora si possa fare qualche tipo di intervento sul punto 4.1, ovvero sull'estensione del numero dei dottorati di ricerca e dottorati innovativi per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale, che punta all'efficientamento dello sviluppo dell'enorme patrimonio culturale del Paese, fra cui, naturalmente, i grandi archivi storici di queste istituzioni, che sono un punto su cui troppo a lungo abbiamo lasciato andare le cose. O anche il punto 3.3, dedicato al piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell'edilizia scolastica, dato che le istituzioni AFAM sono spesso allocate in edifici storici che hanno problemi molto particolari. Grazie Ministra. Naturalmente queste sono le note che presentiamo come Partito Democratico, ma Michele Nitti che segue per noi questi temi, come lei sa, è particolarmente attento su questi problemi.
LUCA TOCCALINI. Grazie presidente. Grazie ministra per l'aggiornamento. Avevo anch'io qualche appunto segnato, uno di questi è stato già citato da qualche collega, ma volevo ribadirlo, ovvero il traguardo M4C127, quel traguardo che prevede i famosi 7.500 posti letto da raggiungere entro il 31 dicembre del 2022. Ad oggi, purtroppo, abbiamo una situazione in cui solo un collegio di merito e alcune agenzie regionali stanno lavorando per la realizzazione di nuovi posti letto, mentre le altre, la maggior parte, sta utilizzando questi finanziamenti per la ristrutturazione e la manutenzione. Per fare ciò, lei l'ha citato bene nel suo intervento, è necessaria la riforma per poter permettere anche ai privati di potere investire o co-investire con il pubblico, ovviamente privati con esperienza nella gestione dello student housing, altrimenti sarebbe un problema. Questo è il punto determinante per potere raggiungere quell'obiettivo, che sicuramente è molto ambizioso, entro fine anno ma, come giustamente diceva il collega Fusacchia, molto necessario, perché la situazione delle residenze universitaria in Italia, purtroppo, non è delle migliori. Lei citava questa riforma come indispensabile entro il primo semestre di questo anno. Sono d'accordissimo; auspico, però, che sia nella prima parte di questo semestre, visto che purtroppo è già trascorso un mese e mezzo. I tempi volano da questo punto di vista e conosciamo la nostra burocrazia. Giustamente, ha sottolineato che dovrà essere fatta prima dell'emissione del bando dei 660 milioni, perché altrimenti non riusciremmo a uscire dalla situazione in cui ci troviamo.
Mi permetto di fare un appunto sulla questione di medicina. Non voglio tornare sul discorso, che è ormai noto, dei tanti problemi che ha fatto emergere la pandemia, della difficoltà estrema che abbiamo in tutte le regioni. Per esempio, sono uno di quei milioni di italiani che, nel corso di questa ondata di pandemia, ha avuto il problema di riuscire a reperire il medico di base; questo ci deve indurre a porci delle domande e ci deve stimolare a dare risposte perché, a oggi, le borse di studio in specializzazione sono state aumentate fino al 2023. Volevo quindi chiederle se c'è un progetto per rendere organica questa situazione o se è stata una cosa temporanea per coprire l'emergenza. Anche perché se, con grande sacrificio, siamo riusciti a superare questo imbuto formativo, soprattutto nel Pag. 13pieno della pandemia, nel corso del primo anno drammatico che abbiamo vissuto, dobbiamo anche essere consapevoli, che a fronte dei tanti pensionamenti che ci saranno nei prossimi anni e delle croniche mancanze che abbiamo sui territori, se è necessario prevedere, oltre a un aumento delle borse di specializzazione, un aumento negli anni degli ingressi a medicina, al fine di avere nuovi medici e coprire le inevitabili lacune dei prossimi anni.
Volevo citare anche un altro problema emerso con la pandemia, soprattutto nelle ultime settimane della didattica a distanza, ovvero quello della mancanza di docenti di sostegno nelle scuole. Anche su questo volevo chiederle se c'è l'intenzione, da parte del suo Ministero, di ampliare i bandi per avere più posti all'interno dell'università per la specializzazione dei docenti di sostegno, perché alcune università sono disponibili a farlo, chiaramente in relazione ai propri spazi e alle proprie risorse, però ovviamente è necessario un bando.
Chiudo con un altro problema emerso in questi mesi, ricollegandomi alla legge n.163 del 2021 che lei ha citato all'inizio del suo intervento, ovvero quella sulle lauree abilitanti, che è una legge che sicuramente ha aperto le riforme del PNRR in Italia, ma che, come giustamente sottolineava, ancora a oggi non è operativa, perché i tavoli sono iniziati da poco. Le chiedo gentilmente, magari mi darà lei i tempi, di incentivare anche il lavoro del tavolo per quanto riguarda psicologia, perché in questo momento drammatico abbiamo visto quanto bisogno ci sia di psicologi, non solo per gli adulti, ma anche per la fascia d'età più giovane. Ci sono alcune regioni, come la Lombardia, che hanno approvato lo psicologo di base, quindi la possibilità per ragazzi e adulti di potersi rivolgere gratuitamente a una persona esperta; tuttavia, anche se tanti sono pronti, non sono ancora abilitati. Volevo quindi capire le tempistiche, sperando – visto che il termine di legge parla di marzo 2022 – che si possa anticipare il più possibile, per dare adito finalmente a una riforma che tutti noi aspettavamo. Grazie.
MARCO BELLA. Grazie presidente. Ministra, tornerò di nuovo anch'io sulla questione dei fondi PRIN. Per i fondi di ricerca nel PNRR sono previsti 1,8 miliardi, sono risorse importanti, questo è veramente una buona cosa. Ultimamente c'è un bando PRIN da 741 milioni. Sono risorse, questo dobbiamo dirlo, veramente importanti, perché penso che siano maggiori di quelle stanziate negli ultimi 10 anni. È qualcosa di bello, di importante che aiuta i nostri ricercatori a essere più competitivi e a poter portare una maggiore quota di finanziamenti dall'Unione europea. Questo bando, come ha anche sottolineato il collega Casciello, ha avuto qualche vicissitudine. Perché, prima c'è stato un bando pubblicato il 25 gennaio, se non erro, nel quale non era prevista la quota sud, chiamiamola così, quella del 40 per cento degli investimenti nel PNRR. In un certo senso è vero che sono i soldi del PNRR, ma di questi 741 milioni oltre 500 sono fondi propri del MUR. Questi fondi comunque venivano rendicontati con il Regolamento del PNRR. Quindi, questo bando è stato annullato. Poi ne è apparso un altro il 31 gennaio. In questo bando c'era la quota sud, ma c'era un aspetto ancora più complesso, perché in realtà c'è sia la quota dei progetti di ricerca normali, sia quella dei progetti riferiti ai ricercatori under 40; quindi, una doppia quota sud. Le risorse destinate al sud erano di 297 milioni, quindi il 40 per cento, qui ancora bene. Soltanto che questo bando è stato di nuovo annullato e il 1° febbraio ne è stato fatto un altro – che credo sia quello tutt'ora vigente – in cui la quota dei progetti al sud è ridotta a 218 milioni. Tra l'altro, bisogna capire come venga distribuita la quota per i progetti giovani, i progetti aperti a tutti e cosa succede qualora per il progetto PRIN partecipino più università e quindi ci sia un'università del sud e una del nord insieme: in sostanza, dove va quella quota? A questo punto c'è stato un intervento della Ministra Carfagna, che ha detto che il vincolo del 40 per cento al sud non basta, bisogna fare dei controlli ex ante e si è detta disponibile a sollecitare tutte le amministrazioni titolari di interventi PNRR, perché condividano Pag. 14con noi la predisposizione e la realizzazione dei bandi, non so se c'è stato questo dialogo. Questo perché deve essere rispettata la quota del 40 per cento. Successivamente, mi sembra il 6 febbraio, c'è stato un intervento di un suo collaboratore, che è il professore Nicolais, che parla ancora di rivedere il bando. Innanzitutto, la scadenza rimane sempre al 31 marzo: ne ho fatti diversi di bandi, sia nazionali che internazionali e so, come sa anche lei, Ministra, quanto sia complesso coordinare le varie unità di ricerca, anche se qui sono un po' ridotte. Quindi non ci sono maxi progetti e questo è un bene, il limite massimo è di 250 milioni, questa è un'altra cosa estremamente positiva di questi bandi. A questo punto, sul bando PRIN, le chiederei innanzitutto chiarezza. Poi, se ci fosse ancora qualcosa da chiarire, potrebbe anche inviare una memoria alla Commissione. Tuttavia, vorrei che ci dicesse almeno se ci sarà un ulteriore bando, perché a questo punto mi sembra di capire dalle parole del professore Nicolais – che potrebbero essere quasi le sue, perché è un suo strettissimo collaboratore – che questo sia l'orientamento. Quindi, le chiedo di accennarci quale sarà la linea di intervento e soprattutto, in relazione al prossimo bando, come funzionerà in pratica la quota sud in relazione ai giovani, all'altra parte della graduatoria, alle unità operative. Vorremmo avere dettagli, non tanto noi come Commissione, quanto per tutti i suoi colleghi rettori. La ringrazio e le auguro buon lavoro.
ALESSANDRO MELICCHIO. Grazie, presidente. Grazie Ministra, mi unisco all'apprezzamento dei colleghi, sia per il lavoro svolto dal Ministero, sia per la relazione che ha svolto oggi. Io però voglio affrontare due questioni dal punto di vista del «possiamo comunque fare meglio». Da un lato, il primo punto che vorrei affrontare è quello delle borse di studio: si è fatto tanto, si sta facendo tanto, però si può fare ancora meglio pensando alle borse di studio di specializzazione per le professioni sanitarie non mediche. Credo che, insieme al Ministero della salute e alle regioni, potremmo raggiungere un risultato straordinario, come negli anni ottanta quando è stata data la possibilità agli specializzandi in medicina di avere le borse di studio. Tuttavia, ci sono figure professionali, altrettanto importanti, che lavorano negli ospedali, che si formano negli ospedali durante il percorso di specializzazione, ma non sono medici e non hanno alcun sostegno economico, fatta eccezione per alcuni atenei virtuosi che mettono a disposizione alcune risorse dell'ateneo. Credo che utilizzando i fondi del PNRR per creare un fondo nazionale, a cui le università possono attingere per dare borse di studio a questi studenti, sarebbe molto meritevole da parte nostra. Sul secondo punto, quello del finanziamento delle università meridionali, mi collego a quanto ha detto il collega Bella poc'anzi; però voglio sottolineare che il problema del divario c'è non solo sul bando attuale di applicazione del PNRR, ma arriva anche dagli anni precedenti, perché i criteri di riparto del FFO (Fondo per il finanziamento ordinario delle università) si basano su un rapporto fra le spese e le entrate fisse. Nelle entrate fisse c'è anche il ricavato delle tasse universitarie. Questo va a incidere sulla ripartizione delle risorse del FFO. Possiamo vedere che, mettendo in relazione sull'asse delle ordinate il reddito pro-capite delle famiglie degli studenti e le entrate che derivano dal FFO, c'è una correlazione diretta. Ciò che cosa vuol dire? Che le università che risiedono in regioni dove c'è un reddito pro-capite più alto, applicano una tassazione più elevata, possono farlo, perché hanno generalmente famiglie più abbienti e di contro arrivano anche più soldi dallo Stato con la ripartizione del FFO. Questo ha creato un divario negli anni. La SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno) ci dice che per ogni docente che va in pensione nelle università settentrionali ne entrano fino a cinque, mentre in quelle meridionali meno di uno. C'è un impoverimento della docenza e, quindi, dei corsi universitari, una riduzione degli iscritti alle università. Dal 2003 ad oggi, il sistema universitario ha perso più dell'11 per cento di iscritti, mentre le università del meridione più del 23, quindi più del doppio. Pag. 15Faccio solo un esempio, correlando due università a caso, di dimensioni simili, l'università della Calabria, con quasi 26 mila iscritti, e l'università di Pavia con quasi 24 mila iscritti. L'università di Pavia ottiene dal FFO circa il doppio di quanto ottiene l'altra università, nonostante il numero di iscritti sia circa uguale; perché? Perché c'è una tassazione più elevata, quell'università se lo può permettere.
DANIELE BELOTTI. Melicchio, si chiama qualità però.
ALESSANDRO MELICCHIO. No, non voglio assolutamente dire questo: sto facendo un ragionamento sui numeri; lo si può fare anche con università di altre regioni. Non voglio criticare il lavoro di un'università rispetto ad un'altra. Se ci basiamo sui numeri, sui criteri adottati fino a oggi, questo è il risultato che va ad aumentare obiettivamente il divario. È sicuramente critico intervenire sui criteri di riparto però, quanto meno, cogliamo l'occasione del PNRR che ha fra gli obiettivi la riduzione del divario e andiamo a risolvere questi problemi che ci portiamo dietro da decenni. Grazie.
MANUEL TUZI. Grazie, presidente. Grazie Ministra per il lavoro svolto e per l'attività che si sta cercando di portare avanti, riformatrice del mondo universitario. Mi unisco alla richiesta inerente le borse di specializzazione medica, perché è ovvio che se si avvia un processo di rinnovamento per l'accesso a medicina e del percorso universitario e si aumenta il numero, di conseguenza ci deve essere, di pari passo, un lavoro sul fronte delle specializzazioni mediche; quindi diventa importante il fronte delle borse di specializzazione. La domanda principale su cui verterà il mio intervento è quella sullo stato dell'arte delle lauree abilitanti. Abbiamo semplificato, velocizzato l'ingresso nel mondo del lavoro, anche l'accertamento dell'effettiva preparazione dei candidati, dando questa esperienza formativa, lavorativa, mettendo questo tirocinio pratico valutativo all'interno del percorso di studi. In questa situazione, abbiamo evitato anche il fatto che si potessero perdere i tirocini curriculari, su cui c'è una discussione attualmente in Parlamento. C'è anche un testo di legge depositato, anche a nome del Movimento 5 Stelle, contro gli stage e i tirocini non retribuiti. In questo contesto abbiamo la necessità di capire, dato anche l'impegno di tutte le forze politiche alla Camera e al Senato per approvare velocemente le lauree abilitanti, quali siano le tempistiche di adozione dei diversi decreti. Quindi, sia la questione dell'adeguamento della disciplina delle classi di laurea magistrale e delle lauree professionalizzanti, ma anche le modalità e i tempi di attuazione dei tirocini pratico-valutativi, perché avranno la necessità di una successiva approvazione secondaria a livello universitario, immagino per la messa a terra delle misure. Accanto a questo abbiamo, nell'ambito della riforma, anche l'istituzione o la soppressione di apposite sezioni di albi, ordini o collegi; in questa situazione diventa quindi importante capire come ci si sta muovendo e soprattutto le modalità con cui i diversi ordini possono fare sollecitazioni; sarebbe importante dare riferimenti precisi per potere interloquire con il Ministero, data anche la complessità di tutti questi ordini, ma anche del lavoro che deve essere portato avanti, che penso sia utile e necessario avvenga in sinergia con il mondo accademico, ma anche con il mondo degli ordini professionali. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei onorevole Tuzi. Abbiamo quindi concluso gli interventi dei deputati.
Do la parola alla Ministra per la replica. Prego, Ministra.
MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'università e della ricerca. Grazie. Vi ringrazio moltissimo per gli interventi molto interessanti che mi danno anche il senso delle priorità su cui dobbiamo concentrarci.
L'onorevole Toccafondi mi chiedeva novità sul reclutamento. Penso che potremo fare una sessione ad hoc su questo tema, perché è molto importante. Il reclutamento,Pag. 16 immagino quello previsto nella legge di bilancio, è un decreto ministeriale di riparto che si farà quando avremo i dati sull'ultima VQR (Valutazione della qualità della ricerca) ovviamente, perché dipende dalla premialità. Come è scritto nella legge, vogliamo investire nel reclutamento di persone particolarmente qualificate, sia come ricerca, che come didattica, che come terza missione. Questo è un punto un po' nuovo, è un piano straordinario, di fatto, e sono dispostissima a parlarne, quando saremo un pochino più vicini. Più urgenti sono gli alloggi: qui riprendo vari interventi che sono stati fatti. Teniamo presente bene che c'è una certa urgenza a vedere questa normativa; noi ci stiamo lavorando e cercherei di portarvela al più presto, in modo che possiamo iniziare a discuterne, perché è comunque una riforma molto importante, in cui dobbiamo tenere in equilibrio l'aspetto dell'ingresso del privato e del contributo che può dare, con l'aspetto sostanziale, che sono le residenze per studenti.
Ci sono stati vari interventi sulle lauree professionalizzanti. Il percorso è iniziato, il primo tavolo che è stato formato è quello degli psicologi e anche questa, ovviamente, è materia molto complessa, perché andrà a influire sugli ordinamenti e cambiare gli ordinamenti non è cosa facilissima. Tuttavia, anche su questo vi terrò aggiornati: vi darò alla fine di questa riunione un documento con le scadenze previste.
L'onorevole Frassinetti ha sollevato vari punti: degli alloggi ho già detto. Circa la riforma delle borse di studio anche per le specialità, credo che abbiamo talmente fame nel nostro paese di borse di studio per gli studenti, che mi fermerei agli studenti in questo momento, trovando altre risorse per quelle post-laurea, perché queste devono veramente essere dedicate agli studenti. Così anche per i docenti: come sapete, sto cercando di promuovere la mobilità, ma la mobilità costa, costa in edifici, costa in letti, costa in trasferte, costa in mezzi pubblici, eccetera. Quindi, vanno aiutati in questo senso. Sull'AFAM siamo pronti con il regolamento del reclutamento, che è in fase avanzata e dovrebbe essere inviato al Consiglio di Stato a breve; lo è anche quello dell'offerta formativa, mentre stiamo discutendo molto su quello della governance. Anche sul tema delle foibe, se volete, possiamo ampliare la discussione, sicuramente è un tema che ha suscitato la mia sensibilità.
Onorevole Fusacchia, certamente sulla questione degli alloggi occorre accelerare. La dinamica, come dice lei, è importante per tutti, non solo per i redditi ISEE particolarmente bassi, ma anche per famiglie che comunque fanno fatica a mantenere un figlio fuori di casa. Per quanto riguarda l'orientamento, deve diventare strutturale nei nostri atenei, deve essere un'attività strutturale, lo è già. Ci sono già alcune reti di orientamento molto forti negli atenei, che fanno sia ricerca, che lo utilizzano, ma questa attività non è riconosciuta a chi la svolge. Sicuramente questo va fatto. Va fatto o con queste misure, anche finanziariamente, cioè pagare le ore in più che questi docenti fanno nelle scuole o anche aiutando, finanziando lo sviluppo, la ricerca, l'innovazione in questo settore. Colgo il punto sulla strategia dell'intelligenza artificiale: anche su questo penso che possiamo fare un punto molto pratico, su come andare a colmare i vari capitoli. Per il momento, però, vi devo dire che mi sembra che la maggior parte dei finanziamenti li abbia messi proprio il mio ministero, quindi vediamo se riusciamo a farne mettere anche agli altri. Sono contenta se al Senato oggi sarà approvata la proposta di legge sulla doppia laurea alla quale daremo tutta l'accelerazione che merita.
Onorevole Aprea, della formazione degli insegnanti abbiamo già parlato. Colgo questo interesse nell'entrare adesso nel merito, di che cosa vogliono dire questi 60 crediti, in modo che non siano dei pezzettini, ma che ci sia un discorso complessivo. Questo è molto importante, va fatto insieme al Ministro Bianchi. Sicuramente a questo proposito voglio anche dire, e vale anche per un altro argomento, che comunque l'università ha le risorse che ha, non ha risorse per andare a formare 100 mila professori in un anno, perché non ce li abbiamo, non abbiamo una docenza così ampia; ci piacerebbe avere tanti docenti, Pag. 17ma non ne abbiamo così tanti. Bisogna dare le priorità, cominciare a vedere come riprendere questa formazione, dare l'abilitazione. Abbiamo bisogno come il pane di insegnanti bravi e quindi è un argomento molto attuale, molto caldo.
Onorevole Casciello dei bandi PRIN parlo alla fine.
Onorevole Nardelli, riguardo all'AFAM, ho dimenticato di dire che nella riforma dei dottorati di ricerca entrano anche le istituzioni AFAM. Adesso il punto fondamentale per l'AFAM, che vale anche per il reclutamento, è di definire, anche per loro, un sistema di valutazione esterno, di terzi, che non può essere autoreferenziale. Questo influisce anche sui dottorati, quindi va individuato il percorso per accreditare questi dottorati. Sapete che l'accreditamento dei dottorati di ricerca è molto oneroso e anche molto selettivo, quindi, bisogna lavorare con loro per rispondere a determinati criteri, perché tutto deve essere trasparente e terzo.
Onorevole Toccalini, sui 7.500 posti letto, non possiamo fare delle roulotte in un anno. Adesso diamo questa disponibilità e dobbiamo farlo in fretta; poi, ovviamente, devono essere ristrutturati e costruiti al più presto. Questi sono i primi 7.500, poi ne dobbiamo realizzare molti di più, però ha ragione nel sostenere che questa riforma è molto urgente. La misura che porta a 12.000 le borse di studio delle scuole di specializzazione, è a regime, quindi non scadrà. Considerato che il numero di studenti che abbiamo è stato di 14.500 lo scorso anno e io prevedo che aumenti, siamo in grado di aumentare ancora un po'; credo che fra le 12.000 borse e i posti – c'è da lavorare molto per i medici di medicina di base, che non dipendono dal nostro Ministero, come ben sa – si riesca a dare il percorso formativo adeguato. Però penso che dovremmo affrontare, in maniera forte, la formazione dei medici di base.
Onorevole Bella, per quanto riguarda il PRIN la rimando alla fine del mio intervento.
Onorevole Melicchio, le borse di studio le riserverei in questo caso solo agli studenti, perché ne hanno molto bisogno, comunque l'università costa e hanno bisogno di queste borse. Parlerò anche del finanziamento meridionale più avanti. La ripartizione FFO è un problema tecnicamente abbastanza complesso; comunque, anche quest'anno, penso di lavorare al FFO un po' prima, di riuscire a pubblicare l'FFO entro l'estate: di solito arriviamo a ottobre, novembre, in modo che gli atenei possano organizzarsi in questo senso. Il reclutamento quest'anno sarà molto importante, perché tutti i progetti del PNRR lo prevedono e perché lo prevede anche il piano straordinario in legge di bilancio; quindi è il momento di agire e di fare discorsi seri e importanti sul reclutamento in tutte le università, anche tenendo conto della loro sede.
Onorevole Tuzi, delle borse di specialità medica ho già parlato. Sul tema dei tirocini curriculari è molto importante che si inizi a lavorare; anche qui elaboreremo un documento di tempistiche, in modo che abbiate più chiaro quali sono i tempi e ovviamente mi piacerebbe riuscire già a iniziare al più presto con gli anni accademici, per forme di conversione da lauree come abbiamo oggi a lauree abilitanti. Per quanto riguarda il 40 per cento destinato al sud, tutti i bandi che abbiamo fatto, e sono bandi che ammontano a circa 5 miliardi di euro, hanno la quota sud, spero che diventerà anche più alta del 40 per cento, perché la quota è a partire dal 40 per cento. Come sapete si tratta di grandi filiere di ricerca in cui noi, in alcuni casi ovviamente, come i cinque centri nazionali o come le infrastrutture, abbiamo verificato che ci sarà una forte partecipazione delle regioni del Mezzogiorno, in altri casi li abbiamo anche destinati al mezzogiorno, come negli ecosistemi dell'innovazione, che sono dodici, di cui cinque vanno nelle regioni del mezzogiorno. Questi sono bandi di vero e proprio investimento, in cui si porta anche l'industria, l'impresa, in cui la spesa dovrebbe veramente portare a un giovamento complessivo per la società. Ci sono poi altri bandi, voi avete citato quello del PRIN di 1,8 miliardi, ma non è solo il PRIN, è il PRIN e il PNRR. Il PNRR è già stato bandito ed è in quota sud nella maniera Pag. 18corretta, oltre il 40 per cento. Il PRIN che abbiamo bandito, e mi scuso moltissimo delle tre versioni, ammetto che è un errore del nostro Ministero, ha una serie di motivazioni tecniche che vi diamo, le abbiamo scritte, quindi potete guardarle e leggerle, fra cui la quota che si rifà alla parte del 40 per cento relativa solo al PNRR, che sono i 550 milioni e il fatto che l'articolo 34 non è applicato al PRIN, perché è un articolo che si riferisce al conto capitale, fondi investimento. Quindi, non è riferito al PRIN, non è mai stato utilizzato per il PRIN. C'è un altro punto fondamentale, per cui abbiamo dovuto rivedere la seconda versione, che è quello di non creare due graduatorie. Credo che fare due graduatorie, una graduatoria centro nord e una graduatoria sud, sia un messaggio estremamente negativo per il nostro Paese. Questi sono progetti estremamente competitivi, sono progetti in cui c'è una soglia minima, sotto la quale non si è finanziati. Penso che, poiché si è detto che il 40 per cento deve andare al sud, i ricercatori delle regioni del Mezzogiorno saranno invogliati a partecipare in maniera più consistente. In secondo luogo, come è stato sottolineato, si è passati da una progettualità a grandi filiere, a una progettualità di progetti più piccoli, che hanno il massimo di 250 mila euro. Abbiamo, a questo punto, i progetti individuali tipo ERC (European Research Council) che è il fondo italiano per la scienza, i progetti di filiera, che sono quelli grandi di cui vi ho detto prima e in mezzo ci sono questi progetti più piccoli, in cui i giovani e anche i meno giovani, si possono sperimentare e fare piccole cordate. Quindi, questo dovrebbe aumentare e riuscire ad aiutare chi inizia anche dei percorsi di ricerca. Credo che bisogna guardare complessivamente tutti i progetti, bisogna stimolare il sud a superare, addirittura, la soglia del 40 per cento e nel guardare le compensazioni che possono non esserci su una misura piuttosto che l'altra, andare a investire anche in maniera specifica. Quindi, avremo altri progetti da finanziare, vedi quello che vi ho citato prima dei 600 milioni per i rientri dei cervelli, in cui mi auspico che il sud riesca a prendere ben più del 40 per cento. Grazie.
PRESIDENTE. Ringrazio la Ministra per il suo intervento. Autorizzo la pubblicazione della documentazione depositata dalla Ministra in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato). Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.
Pag. 19ALLEGATO
TIMING PER L'ATTUAZIONE DELLA DISCIPLINA ATTUATIVA DELLA LEGGE N. 163 DEL 2021 SUL PROCESSO DI RIFORMA RIGUARDANTE LE LAUREE ABILITANTI