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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (XI e XII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 9 febbraio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mura Romina , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (Doc. CCLXIII, n. 1) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Mura Romina , Presidente ... 2 
Orlando Andrea (PD) , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 2 
Mura Romina , Presidente ... 8 
Lepri Stefano (PD)  ... 8 
Mura Romina , Presidente ... 9 
Murelli Elena (LEGA)  ... 9 
Mura Romina , Presidente ... 9 
Rizzetto Walter (FDI)  ... 9 
Mura Romina , Presidente ... 10 
Bellucci Maria Teresa (FDI)  ... 10 
Mura Romina , Presidente ... 11 
Invidia Niccolò (M5S)  ... 11 
Mura Romina , Presidente ... 11 
D'Arrando Celeste (M5S)  ... 11 
Mura Romina , Presidente ... 12 
Frate Flora (IV)  ... 12 
Mura Romina , Presidente ... 12 
Orlando Andrea (PD) , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 12 
Mura Romina , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA XI COMMISSIONE ROMINA MURA

  La seduta comincia alle 14.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (Doc. CCLXIII, n. 1).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) (Doc. CCLXIII, n. 1). Informo che la pubblicità dell'audizione sarà assicurata, oltre che attraverso la resocontazione stenografica, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e sulla web-tv della Camera dei deputati. Informo inoltre che, come specificato anche nelle convocazioni, alla luce di quanto stabilito dalla giunta per il Regolamento della Camera nella riunione del 4 novembre 2020, i deputati possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza. Poiché, sulla base degli impegni istituzionali del Ministro, l'audizione dovrà concludersi entro le ore 15.30, dopo la relazione ciascun gruppo avrà a disposizione per intervenire complessivamente quattro minuti, mentre il Ministro potrà rispondere nel restante tempo a disposizione e, eventualmente, per iscritto. Anche a nome della Presidente della XII Commissione, Marialucia Lorefice, e di tutti i colleghi delle Commissioni riunite, ringrazio il Ministro e gli cedo immediatamente la parola.

  ANDREA ORLANDO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente e grazie a tutti i presenti. Desidero, innanzitutto, ringraziarvi per l'occasione che mi è offerta di riferire alle Commissioni riunite XI e XII sullo stato di avanzamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e, nella fattispecie, della parte rientrante nella titolarità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Vorrei fare una premessa. L'impegno preso dal Governo italiano con la Commissione europea sugli obiettivi e sui traguardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza non può, in alcun modo, prescindere dal coordinamento e dalla collaborazione costante di tutte le Istituzioni e di queste ultime con il partenariato economico, sociale e territoriale. In questo il Parlamento ha e avrà la sua centralità, come dimostra anche questa audizione, che credo sia un utile strumento conoscitivo, per esercitare poi pienamente le proprie prerogative. Le politiche per il lavoro nel PNRR sono centrali e, pur collocandosi in uno dei sei pilastri, quello della coesione sociale e territoriale, intersecano tutte le restanti aree d'intervento: la transizione verde, la trasformazione digitale, la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, la salute, la resilienza economica, sociale e istituzionale, le politiche per le nuove generazioni, Pag. 3l'infanzia e i giovani. Tutti i progetti rappresentano indubbiamente grandi opportunità e richiedono anche l'aumento del tasso di occupazione, oltre che l'adeguamento e la riqualificazione delle competenze dei lavoratori e delle lavoratrici.
  In estrema sintesi, vi illustro i traguardi e gli obiettivi posti dal Piano, a cominciare dalla riforma sistemica delle politiche attive del lavoro, attraverso il Piano Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL), affinché il Paese si doti di strumenti concreti, che permettano di accompagnare i processi in atto di transizione e di trasformazione dell'economia. Al programma sono assegnati 4,4 miliardi di euro per realizzare la sfida della personalizzazione degli interventi. Questo significa introdurre un'innovazione, non inserendo il lavoratore o il disoccupato in classi di percorsi predeterminati, come avviene attualmente, ma calibrando il percorso di formazione proposto in base all'analisi del cosiddetto skill gap, cioè della distanza tra le competenze possedute dal lavoratore e quelle richieste dal mercato. Il programma GOL, inoltre, si fa carico sia della necessità di distinguere, a seconda della lontananza dal mercato del lavoro, tra percorsi di aggiornamento, il cosiddetto upskilling, dalla durata più breve, e percorsi di riqualificazione, reskilling, sia della necessità di coinvolgere le imprese nella definizione del contenuto della formazione, se non, in alcuni casi, nell'erogazione della formazione stessa. Considerata l'entità dell'investimento finanziario, ho provveduto a creare un apposito Osservatorio per la raccolta dei dati sullo stato di attuazione del programma e per il supporto alle regioni nell'adozione di procedure destinate ad evitare eventuali criticità e a recepire le migliori prassi. Ne consegue la necessità di definire un quadro unitario di coordinamento strategico, con riferimento al sistema della formazione professionale, attraverso il Piano Nuove Competenze, che definisce i livelli essenziali delle prestazioni in questo campo. Gli obiettivi sono il rafforzamento del sistema duale, con un investimento di 600 milioni di euro, e il potenziamento dei centri per l'impiego (CPI), per il quale il PNRR mette in campo 600 milioni di euro, di cui 400 milioni per progetti in essere e 200 milioni per nuovi progetti.
  Agli interventi sul mercato del lavoro si aggiungono quelli dedicati all'inclusione delle persone con particolari fragilità, che prevedono una riforma e una serie di investimenti, a partire dalla definizione di un piano operativo, che riguarda l'autosufficienza, la disabilità e importanti interventi di Housing First (HF) e di stazioni di posta per i senza dimora, con risorse complessive pari a un miliardo e 450 milioni di euro.
  Sul fronte del lavoro irregolare, è prevista l'adozione di un Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, che prende le mosse dall'esperienza nel settore agricolo del piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato. Sarà, io credo, la vera sfida per il 2022. In questo solco si colloca anche la definizione dei piani locali per il superamento degli insediamenti abusivi di braccianti agricoli, per la cui finalità sono assegnati 200 milioni di euro.
  Qual è, dunque, lo stato di attuazione? Faccio un quadro sommario. Innanzitutto, con anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre dello scorso anno, sono stati raggiunti gli obiettivi del 2021 con l'adozione, appunto, del programma GOL, in data 5 novembre 2021, e del Piano Nuove Competenze, in data 14 dicembre 2021, nonché del Piano operativo infrastrutture e investimenti sociali, in data 9 dicembre 2021. Abbiamo, quindi, definito il quadro delle riforme e delle politiche attive, delineati i livelli essenziali delle prestazioni e della formazione del sistema duale, adottato il piano operativo in tema di infrastrutture e investimenti sociali. Con gli obiettivi del 2022 si entra nel vivo, in virtù della prevista adozione dei piani regionali di attuazione e dell'inserimento nel programma GOL di 300.000 persone vulnerabili, in primo luogo, i percettori di NASpI, del Reddito di cittadinanza, ma anche i lavoratori in CIGS, con particolare attenzione alle donne e ai giovani. Sul piano delle politiche attive, quindi, siamo nella fase della declinazione in chiave Pag. 4territoriale dei percorsi disegnati dal PNRR a livello nazionale e dei livelli essenziali delle prestazioni e della formazione del Piano Nuove Competenze. Sono in corso incontri bilaterali tra l'ANPAL, responsabile dell'attuazione della misura, e le Regioni, che dovranno presentare i piani di attuazione entro il prossimo 25 febbraio. I piani regionali saranno esaminati dall'ANPAL entro un mese dalla ricezione, affinché le attività sui territori raggiungano, entro il 31 dicembre 2022, i primi 300.000 beneficiari dei 3 milioni attesi entro il 2026.
  A livello politico, lungo questa direttrice, si è iniziato a fare molto, anche in sede di legge di bilancio del 2022, in particolare, con il potenziamento delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale, in connessione con la nuova disciplina degli ammortizzatori sociali. Ritengo questo un passaggio fondamentale per la stessa «messa a terra» della riforma degli ammortizzatori per massimizzare l'occupabilità dei lavoratori e la loro rapida ricollocazione nel mercato del lavoro, alla luce degli attesi mutamenti strutturali e dei cambiamenti della domanda di competenze, che le imprese esprimeranno nei prossimi anni. Vorrei ricordare che una delle condizionalità per l'erogazione dei nuovi ammortizzatori è l'accesso a percorsi di carattere formativo, ma l'accesso a percorsi di carattere formativo sarebbe stata una pretesa abbastanza vana se non si fosse fatta una riforma delle politiche attive, come quella che è in itinere. È evidente, quindi, che, in una prospettiva che guarda al futuro, l'occupazione deve essere di qualità. Non credo ci si possa accontentare dei lavoretti. Credo che anche i dati della ripresa nascondano un po', diciamo, questo tema della qualità del lavoro, perché credo che una crescita senza qualità rischia di costituire una prospettiva regressiva, in un Paese che rinuncia a crescere e a migliorare la qualità della propria vita sociale, anche alla luce del doveroso richiamo alla dignità, cui ha fatto riferimento il Capo dello Stato nel corso del suo splendido discorso di insediamento. Naturalmente, in questo processo di potenziamento delle competenze, non sono esclusi i lavoratori già occupati. Vorrei ricordare che, a valere delle risorse di REACT-EU, il Fondo Nuove Competenze è finalizzato a permettere alle aziende di rimodulare l'orario di lavoro e di favorire l'attività di formazione sulla base di specifici accordi collettivi con le organizzazioni sindacali. Credo che dovremmo tenere sempre più presente il fatto che la difesa dell'occupazione è fortemente legata anche alla capacità di adeguare costantemente le competenze dei lavoratori. La nostra generazione ha avuto l'indicazione che, nel corso della vita, avrebbe dovuto cambiare più volte professione rispetto a quella precedente. Le nuove generazioni avranno di fronte una prospettiva dove lo stesso lavoro, ammesso che rimanga lo stesso, cambierà tantissime volte nel corso di pochissimo tempo e questo naturalmente comporta una capacità di adeguare gli skill sempre più intensa. In questo contesto, nel 2022 saranno ripartite tra le Regioni anche le risorse per il rafforzamento del sistema duale, pari a 600 milioni di euro, e si avvierà la programmazione dei percorsi formativi, che rappresentano il luogo dell'incontro tra il sistema di istruzione e formazione e il mercato del lavoro. Del resto, è proprio la transizione ecologica digitale a richiedere all'Italia un forte potenziamento della filiera formativa e professionalizzante. Sul versante del potenziamento dei servizi per l'impiego, entro il 2022, almeno duecentocinquanta centri per l'impiego dovranno aver completato il 50 per cento delle attività previste dal rispettivo piano regionale.
  Per quel che concerne, invece, il tema dell'inclusione sociale, nel mese di febbraio è prevista la pubblicazione di un bando unico per tre linee di investimento. La prima prevede un totale di circa novecento interventi a sostegno delle persone vulnerabili e per la prevenzione dell'istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti. A questi investimenti si affiancheranno i progetti di sostegno e supervisione da parte degli operatori sociali, al fine di consolidarne la professionalità, favorire la condivisione delle competenze e prevenire il fenomeno del burnout.Pag. 5 La seconda linea di investimento, che prevede settecento progetti, è indirizzata all'autonomia delle persone con disabilità, mediante il reperimento e l'adattamento di spazi esistenti da destinare ad abitazione per gruppi di persone con disabilità – quindi, adeguamento infrastrutturale, domotica, assistenza a distanza, con la dotazione di dispositivi di assistenza domiciliare, di tecnologie per il lavoro a distanza – al fine di promuovere il loro accesso al mercato del lavoro. Su questa linea, entro il 31 dicembre, dovranno essere avviati progetti relativi all'adeguamento di almeno cinquecento spazi abitativi, destinati all'autonomia di persone con disabilità. La terza linea di investimento è dedicata, invece, alle persone senza dimora e in condizioni di povertà estrema. Saranno finanziati circa cinquecento progetti di Housing First, ossia di assistenza alloggiativa temporanea fino a ventiquattro mesi, in appartamenti raccolti in piccoli gruppi sul territorio, e saranno costituite stazioni di posta, cioè centri di servizi, che fungeranno da strumenti di contrasto alla povertà, aperti alla cittadinanza e integrati con i centri di accoglienza, le mense sociali, le ASL e i servizi per l'impiego, anche con il coinvolgimento attivo delle organizzazioni del volontariato. Nell'ambito del piano di riforme collegato al PNRR è prevista, inoltre, l'adozione di una legge di riforma per un sistema organico degli interventi a favore degli anziani non autosufficienti. Il processo di riforma è stato avviato con la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, che sono stati introdotti dall'articolo 1, commi da 159 a 171, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, cioè la legge di bilancio per il 2022. Essi definiscono gli obiettivi in materia di presa in carico e di valutazioni integrate, di rafforzamento degli ambiti territoriali e dei servizi di assistenza domiciliare e di quelli di supporto e di sollievo alle famiglie, accanto ad interventi per la riqualificazione del lavoro di cura, affidato ai cosiddetti badanti. Il successivo disegno di legge, recante norme per la promozione della dignità delle persone anziane e per la presa in carico delle persone non autosufficienti, predisposto con il supporto di un'apposita commissione di esperti, presieduta dall'onorevole Turco, contiene un quadro completo e innovativo delle disposizioni volte ad affrontare uno dei temi più delicati, anche in considerazione della nostra demografia. Si tratta di misure volte a promuovere l'integrazione della programmazione dei servizi sociali e di quelli socio sanitari, la formazione di tutti gli operatori coinvolti nell'assistenza agli anziani, il sostegno all'invecchiamento attivo, lo sviluppo di forme, anche innovative, di housing sociale degli anziani, il miglioramento delle tutele per i familiari coinvolti nell'attività di assistenza e la modernizzazione del sistema degli interventi di cura e di assistenza della popolazione non autosufficiente. Naturalmente, si tratta di una riforma che sarà sottoposta a un confronto e al vaglio del Parlamento, ma che affronta questi temi per la prima volta in modo organico. L'implementazione di questa riforma potrà anche avvalersi dell'esperienza sul campo degli ambiti territoriali, che attueranno gli investimenti della Missione 5, dedicati alle infrastrutture sociali e volti all'autonomia delle persone in condizioni di particolare vulnerabilità, nonché al rafforzamento della rete dei servizi sociali e domiciliari e dei servizi di prossimità.
  Sempre entro il 2022 dovrà essere adottato il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso, per il quale si è seguito l'approccio già utilizzato nel settore agricolo, con il Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato. Come sappiamo, molti settori produttivi sono colpiti dal fenomeno del lavoro nero, con conseguenze nefaste, non solo dal punto di vista economico – si crea infatti una disparità concorrenziale tra le aziende virtuose e quelle inadempienti – ma soprattutto in termini di salute e di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso prevede: l'introduzione di un processo di affinamento delle tecniche di raccolta e delle modalità di condivisione dei dati sul sommerso fra le autorità competenti; l'introduzionePag. 6 di misure, dirette e indirette, per trasformare il lavoro sommerso in lavoro regolare, affinché i benefici dell'operare nell'economia regolare superino i costi del continuare ad operare nel sommerso – si tratta di misure di deterrenza, come il rafforzamento delle ispezioni e delle sanzioni, e di misure di promozione del lavoro regolare, quali gli incentivi finanziari, anche attraverso una revisione di quelle esistenti; il lancio di una campagna informativa rivolta ai datori di lavoro e ai lavoratori, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali, in linea con le più recenti iniziative adottate dalla Commissione europea, per sensibilizzare i destinatari sul disvalore insito nel ricorso ad ogni forma di lavoro irregolare; la creazione di una struttura di governance, che assicuri un'efficace implementazione delle azioni. In questo quadro si inserisce pienamente la priorità di investimento volta al superamento degli insediamenti informali di braccianti in agricoltura, spesso sottoposti a condizioni di vita e di lavoro estremamente degradate. È una scelta che discende direttamente dal Piano triennale contro il caporalato, che è stato adottato nel 2020, sulla base di un ampio processo partecipativo al Tavolo nazionale – che presiedo – e che ha visto la partecipazione attiva delle Regioni, degli enti locali, delle parti sociali e del Terzo settore. Ebbene, il PNRR ci permette di aggiungere un'altra tessera a questo disegno complessivo, con risorse pari a 200 milioni di euro dedicate al tema degli alloggi, per superare, finalmente, quelle situazioni di degrado abitativo che gravitano attorno al lavoro in agricoltura. Per «mettere a terra» questo investimento abbiamo realizzato, in collaborazione con l'ANCI, una mappatura puntuale dell'intero territorio nazionale, i cui esiti guideranno l'azione conseguente, anche in termini di riparto delle risorse sui territori. La rilevazione si è conclusa il 15 gennaio e stiamo ultimando la lettura dei dati, che verranno portati all'attenzione del Tavolo nazionale sul caporalato il prossimo 1° marzo. Si è trattato di un esercizio molto importante e complesso, anche dal punto di vista culturale, che ha visto la partecipazione di 3.800 Comuni e che ha visto la nostra attenzione specifica rivolta a quei Comuni – poco meno di quaranta – che hanno dichiarato la presenza di insediamenti informali nei rispettivi territori. Il fenomeno si concentra soprattutto al Sud, ma il resto del Paese non è esente e i territori alla nostra attenzione sono distribuiti in dieci regioni.
  Un altro tema trasversale e prioritario del PNRR è rappresentato dalla parità di genere, che, nel nostro caso, si declina nella maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Vi è la necessità di favorire una piena emancipazione economica e sociale della donna nel mercato del lavoro, prevedendo la sistematizzazione e la ristrutturazione degli attuali strumenti di sostegno, una visione più aderente ai bisogni delle donne, attraverso una strategia integrata di investimenti di carattere finanziario e di servizi per il supporto alla promozione dell'imprenditorialità femminile. Molto del successo di questa strategia è legato anche al potenziamento delle infrastrutture sociali, che sono spesso l'ostacolo principale a un effettivo accesso delle donne al mercato del lavoro, essendo ancora il lavoro di cura, il lavoro familiare, non equamente distribuito tra i sessi. Nella legge di bilancio 2022 sono state adottate molte iniziative volte a migliorare la condizione della donna in Italia, sia per quanto riguarda la sua partecipazione al mercato del lavoro sia, più in generale, per abbattere le diseguaglianze di genere che oggi si rinvengono in ambito socio sanitario. Vorrei richiamare brevemente questi punti: l'esonero contributivo in caso di assunzione di donne lavoratrici effettuata nel biennio 2021-2022, riconosciuto della misura del 100 per cento del limite massimo di 6 mila euro annui; l'implementazione del Fondo per le politiche della famiglia, per attuare misure organizzative che favoriscano le madri che rientrano al lavoro dopo il parto; l'assegnazione di risorse aggiuntive al fondo di sostegno al Venture Capital, per sostenere investimenti nel capitale per progetti di imprenditoria femminile a elevata innovazione; l'incremento del Fondo per le politiche relative Pag. 7ai diritti e alle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, volto a favorire percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizioni di povertà; l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, del Fondo a sostegno dell'impresa femminile, con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, destinato a promuovere e sostenere l'imprenditoria femminile; la costituzione, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di un fondo per finanziare misure a favore della parità salariale tra uomo e donna, con dotazione pari a 2 milioni di euro all'anno, a decorrere dal 2022. Si è anche promossa l'adozione di uno strumento per attuare la parità salariale, la certificazione sulla parità di genere, che, secondo quanto previsto dal PNRR, dovrebbe accompagnare le imprese nella riduzione dei divari di tutte le aree più critiche, per la crescita professionale delle donne e il rafforzamento della trasparenza salariale. A questo abbiamo già dato attuazione con la legge n. 162 del 2021, in vigore dal 3 dicembre scorso, che modifica il codice delle pari opportunità tra uomo e donna, proprio per provare a invertire la rotta sul ritardo femminile nella partecipazione al mercato del lavoro e a ridurre le differenze sul piano retributivo e di crescita professionale tra i generi. La certificazione di parità di genere viene attribuita alle aziende per attestare le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre i divari di opportunità di crescita, parità salariale e parità di mansioni, gestione delle differenze di genere e tutela della maternità. Le imprese otterranno uno sconto dell'1 per cento, fino a 50 mila euro annui, sui contributi da versare. Infine, ma non ultimo, dovremmo monitorare l'impatto della previsione del requisito della quota del 30 per cento di assunzioni, da destinare a nuova occupazione giovanile e femminile, introdotta dall'articolo 47 del decreto-legge n. 77 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 108 del 2021, per le imprese che vogliano aggiudicarsi i contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR e del piano complementare. Si tratta di un punto che considero qualificante per tutta la «messa a terra» del PNRR e che ritengo possa costituire un'esperienza importante, da estendere a tutti i contratti siglati dalla pubblica amministrazione e a tutti i bandi pubblici. Desidero, pertanto, concludere il mio intervento, ricordando il lavoro svolto nei luoghi di confronto istituiti per accompagnare i diversi livelli dell'implementazione del Piano. Tra i primi, a supporto del monitoraggio dell'attuazione del PNRR, ricordo l'accordo di collaborazione con il CNEL, che prevede, tra l'altro, il monitoraggio dell'applicazione delle linee guida per le pari opportunità nei contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR e del piano complementare, nonché il tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, che supervisiona anche l'investimento del PNRR dedicato al superamento degli insediamenti abusivi di cui ho parlato. E consentitemi anche di citare la cabina di regia per il PNRR sugli interventi sociali, cui partecipano i tecnici delle amministrazioni regionali, dell'ANCI e di alcune municipalità, nonché l'Osservatorio per la trasparenza nell'utilizzazione delle risorse del programma GOL, dove siedono, oltre ai rappresentanti del Ministero e dell'ANPAL, le Regioni e la Guardia di Finanza.
  Spero di essere riuscito, in questo tempo che mi avete concesso, a rendere il quadro complessivo dello stato di attuazione del PNRR, che considero una grandissima occasione, ma anche una grandissima sfida, con molte incognite. Interloquendo con molte realtà territoriali, avverto, diciamo così, come questa valanga di risorse e anche di procedimenti, che sono conseguenti, rischi di impattare su una amministrazione locale che spesso è stata, nel corso del tempo, prostrata. Credo che la nostra attenzione debba essere prevalentemente rivolta a orientare le risorse, anche in termini di professionalità, per evitare che questo possa determinare un corto circuito, Pag. 8perché penso che ora il vero nodo, la vera questione, su cui concentrare la nostra attenzione, sia esattamente questa. Si tratta di una considerazione che vale per i settori dei quali ho parlato, ma credo che valga, più in generale, per tutto il Paese, altrimenti si rischia di determinare un effetto paradossale, cioè che le risorse vadano a quelle realtà nelle quali ce n'è meno bisogno. Infatti, spesso i comuni più in difficoltà, le realtà territoriali più in difficoltà sono anche quelle che hanno amministrazioni non esattamente eccellenti e questo combinato disposto può creare una accentuazione dei divari piuttosto che una riduzione, che è uno degli obiettivi fondamentali del PNRR. Quindi credo che strada facendo – perché è impossibile prevedere tutti i colli di bottiglia che si possono incontrare e tutte le difficoltà che una amministrazione, chiamata a una sfida inedita, può trovare – la nostra attenzione di queste settimane debba essere finalizzata a dare supporto alla dimensione territoriale, che deve essere centrale in questo passaggio. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei signor Ministro. Le chiedo di depositare la sua importante relazione. Iniziamo con gli interventi. Onorevole Lepri, prego, per quattro minuti.

  STEFANO LEPRI. Grazie signor Ministro. Grazie, presidente. Come ha ben detto il Ministro, questa è un'occasione unica per rafforzare il nostro sistema delle politiche attive del lavoro e anche il nostro sistema di protezione sociale, settori che sono notoriamente sottodimensionati anche in termini di risorse, ed è importante che gli investimenti, anche se non sono solo muri, ma in molti casi sono altro, restino anche per il dopo. Quindi, è importante che si faccia un investimento anche infrastrutturale che consenta dopo il 2026 di migliorare questi comparti. Osservando le diverse misure illustrate, con riferimento al programma GOL, credo che sia molto importante potenziare i centri per l'impiego e, come è sicuramente anche negli intenti del Ministero, coordinare i centri per l'impiego con le agenzie per il lavoro, soprattutto chiarendo il «chi fa cosa» tra i diversi soggetti. Bene il coinvolgimento delle imprese, del sindacato e delle agenzie formative nei patti territoriali, che sono davvero uno strumento di co-programmazione e di co-progettazione in ambito territoriale sulle politiche attive del lavoro. In questo senso sarà importante vigilare, affinché non ci sia una mera spartizione delle risorse, ma piuttosto una virtuosa cooperazione e anche un controllo reciproco, affinché le risorse siano spese al meglio. Con riferimento al Piano Nuove Competenze, è molto importante passare attraverso i fondi paritetici interprofessionali, per lo stesso argomento prima citato. Bene il coordinamento nazionale. Bene fare in modo che ci sia un ruolo attivo dell'impresa e anche del sindacato nella definizione degli skill gap. Sul sistema duale, è importante promuovere l'apprendimento duale, quindi è molto apprezzabile l'investimento sul sistema duale. In particolare, credo sia significativa la possibilità di consentire a chi è in formazione professionale di maturare il quarto anno per l'ottenimento del diploma appunto attraverso questo meccanismo di apprendimento duale. È importante che le buone pratiche dell'istruzione e formazione professionale, che ci sono solo in alcune regioni d'Italia, possano essere riprodotte. Da questo punto di vista, il Ministero può svolgere un'importante attività di regia, proprio nel sostenere la riproduzione delle buone pratiche nelle regioni dove il sistema di istruzione e formazione è meno presente o addirittura assente. Sulla questione degli anziani non autosufficienti, bene l'indicazione dei LEPS, tuttavia questi vanno finanziati e il Ministro sa bene che c'è una grande diversità di finanziamento tra i LEPS socio assistenziali e i LEA socio sanitari e che questo divario, in qualche modo, può rischiare di mettere in difficoltà la realizzazione del programma. Bene le case delle comunità. Bene il PAI. Bene il budget di salute. Raccomandiamo attenzione al fatto che i bisogni di vita quotidiana non siano Pag. 9solo a carico dell'assistenza sociale e della famiglia, ma che si approvino anche forme di copertura da parte del Servizio sanitario nazionale, come già oggi avviene per le RSA. Per quanto riguarda le disabilità, credo che sia importante che le nuove risorse non siano considerate dalle Regioni e dalle ASL come sostitutive dei compiti che sono tenute a svolgere, anche in chiave di investimento e di ristrutturazione di nuove realtà abitative. Per quanto riguarda gli interventi per le persone senza fissa dimora, è importante fare in modo che possano essere utilizzate anche le risorse immobiliari e le opportunità immobiliari di proprietà o in uso del Terzo settore e che, su questo particolare fronte, ma anche su quelli citati in precedenza, ci sia anche un coinvolgimento diretto delle organizzazioni di secondo livello del Terzo settore e non solo di Regioni e Comuni. L'ultima cosa è una richiesta di chiarimento per capire se i bandi, nel settore del welfare in particolare, saranno affidati direttamente ai Comuni o passeranno attraverso le Regioni, come succede per le politiche del lavoro. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Onorevole Murelli, per quattro minuti. Prego.

  ELENA MURELLI. Grazie Presidente. Ringrazio il Ministro Orlando per la sua relazione. In particolare, volevo toccare tre punti, che sono stati illustrati anche dal Ministro e su cui vorrei approfondimenti. In particolare, parto dal Fondo a sostegno dell'impresa femminile perché, al riguardo, suggerisco una modifica della legge n. 215 del 1992 – come proposto da una proposta di legge che ho depositato e da un ordine del giorno accolto in sede di approvazione della legge di bilancio – perché un'impresa femminile su cinque non rispetta la quota del 60 per cento all'interno del consiglio di amministrazione. Ci sono imprese che possono essere considerate femminili, pur avendo una quota del 51 per cento. Questo vuol dire aiutare sempre più donne a creare la loro impresa e, in questo modo, suddividere i fondi del PNR tra più imprese femminili, avendo la possibilità anche di distribuire più risorse. Questo è un suggerimento che era già stato accolto dal Governo e che ribadisco. Il secondo punto riguarda le politiche attive del lavoro, in particolare laddove viene considerata tale anche il Reddito di cittadinanza. Si evidenziano, ancora oggi, alcune gravi problematiche, che non possono essere sicuramente risolte solo con l'aumento del numero dei centri per l'impiego. Il potenziamento è molto importante e va assolutamente attuato, però, come leggiamo sui giornali tutti i giorni, ci sono gravi truffe ai danni dello Stato, come, per esempio, quella di cui si è letto ieri, scoperta in Piemonte, che riguarda trecentotrenta rumeni che non risiedevano nemmeno in Italia. Quindi, mi chiedo che cosa il Ministro e il Ministero intendono fare per quanto riguarda i controlli, le verifiche e anche le pene a carico dei truffatori, per recuperare i soldi che lo Stato perde erogando il Reddito di cittadinanza a persone che non hanno assolutamente i requisiti richiesti. L'ultima domanda riguarda, in particolare, le modalità con cui si intende contrastare il lavoro sommerso. Lei, nella sua relazione, ha parlato di misure per contrastare il lavoro sommerso e per rivedere le misure fiscali. Allora, chiedo quali strumenti si vogliono adottare in favore delle aziende, che assumono regolarmente, perché i costi del lavoro in Italia sono troppo alti – ce lo diciamo sempre da tanto e troppo tempo – non concorrenziali rispetto agli altri Paesi europei e nulla è ancora stato proposto nel PNRR per ridurre il dumping fiscale e salariale. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Murelli. È rimasta dentro i tempi assegnati, anzi un minuto in meno. Onorevole Rizzetto per due minuti, prego.

  WALTER RIZZETTO. Sì, grazie presidente, buongiorno Ministro. Molto rapidamente, nella sua relazione si parla di imprenditoria giovanile, di inclusione lavorativa, di parità di genere, di assunzioni di giovani con meno di 36 anni, tutte cose che vanno molto bene. Tutto questo, Ministro, come lei sa, verrà poi declinato Pag. 10rispetto ai bandi di gara, solo che, ad oggi, non abbiamo ancora parlato di quello che verrà fatto dopo i bandi di gara. Ritengo che quelli di cui ci ha parlato siano strumenti interessanti – il programma GOL, per esempio, è uno strumento sicuramente molto interessante – però non ci ha parlato di monitoraggio e di controllo rispetto a questo tipo di iter. Io ritengo, Ministro, che rispetto a quanto sopra citato sia, effettivamente, molto importante una fase di monitoraggio e di controllo, perché se non abbiamo monitoraggio e controllo rispetto alla filiera, rispetto a quanto ricordato, penso che qualche azienda possa addirittura soffrire il peso eccessivo di queste misure. La seconda domanda, che in realtà, presidente, ne racchiude due, molto velocemente, riguarda, sulla scorta di quanto detto anche dalla collega Murelli, la riforma delle politiche attive del lavoro. Ad oggi l'ex presidente dell'ANPAL, fortunatamente, se ne è ritornato negli Stati Uniti, però mi pare che, al netto della bravura di dipendenti dell'ANPAL, questa agenzia sia ancora un po' ingessata. I centri per l'impiego, evidentemente, non funzionano. Sono anni che si parla della riforma dei centri per l'impiego, su cui sono state depositate anche alcune proposte di legge assegnate alla Commissione lavoro. L'ISTAT certifica che, rispetto ai posti vacanti, nel terzo trimestre del 2021 l'occupazione era pari all'1,8 per cento, quindi, presidente, o manca la domanda o c'è qualcosa nelle politiche attive che non funziona. La seconda domanda, implicita in questa, è che cosa si vuole fare, quindi, rispetto alle politiche attive e, soprattutto, rispetto alla formazione, che pare essere un tema scomparso dai radar del Governo? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Rizzetto. Onorevole Bellucci per due minuti, prego.

  MARIA TERESA BELLUCCI. Grazie presidente. Buon pomeriggio, Ministro. Ho ascoltato attentamente la sua relazione e, data l'esiguità dei minuti che ci sono stati concessi, sarò molto sintetica e concentrerò, quindi, i miei quesiti su due temi. Un tema è quello dell'inclusione lavorativa delle persone con disabilità, che lei conosce benissimo. Lei stesso l'ha definita assolutamente critica nella nostra Italia e, soprattutto, disomogenea sul territorio nazionale. Lei sa benissimo che gli avviamenti sono soltanto 30.000 su un milione di iscritti e quanto questo, quindi, rappresenti un problema rispetto alla piena inclusione di queste persone che, fra l'altro, sono persone fragili e quindi dovrebbero essere all'attenzione, in via prioritaria, delle Istituzioni. Le chiedo quindi, Ministro, come e in che modo lei intenda pienamente garantire la riqualificazione del sistema di collocamento mirato, come intenda potenziare i controlli. Prima, il mio collega sottolineava quanto la fase di monitoraggio e controllo sia fondamentale rispetto all'attuazione della legge. Quindi le chiedo come intende potenziare i controlli rispetto all'attuazione della legge n. 68 del 1999, sia da parte delle pubbliche amministrazioni sia da parte delle imprese pubbliche e private e come, poi, intende riordinare e riunificare la raccolta dei dati a livello nazionale, dal momento che i dati sono assolutamente disomogenei e quindi, per questo, illeggibili. L'altro tema, e vado a concludere, invece riguarda i caregiver familiari. Altra questione particolarmente delicata e che, in questo caso, riguarda coloro i quali si prendono cura di un familiare in particolare stato di difficoltà per una malattia cronica, per una disabilità importante, essendo, quindi, privato della propria autonomia. Da anni, l'Italia aspetta che ci sia un riconoscimento da un punto di vista economico del valore sociale del compito svolto da queste persone, che spesso si trovano a dover rinunciare alla propria vita, oppure a rinunciare a una parte del loro lavoro non per scelta – o, diciamo, per una scelta d'amore – per venire incontro alle necessità di quel familiare a fronte delle manchevolezze delle istituzioni assistenziali, in particolare, con riferimento, una per tutte, all'assistenza domiciliare. Quindi anche su questo le chiedo come si intende intervenire, utilizzando ovviamente questi fondi, che sono Pag. 11straordinari e che, quindi, diventano particolarmente preziosi, perché non si può davvero più aspettare. Grazie Ministro per le sue risposte.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Due minuti, onorevole Invidia, prego.

  NICCOLÒ INVIDIA. Grazie presidente. Ovviamente ringrazio il Ministro per l'aggiornamento e cerco di essere breve. Posso sicuramente dire che abbiamo apprezzato il passaggio sui temi della qualità del lavoro, del Fondo Nuove Competenze, affrontati anche dal precedente Governo, sui temi del lavoro femminile e del lavoro sommerso. Ringraziamo per il passaggio sul programma GOL, per la notizia che sono in atto la declinazione dei piani regionali e il potenziamento dei centri per l'impiego, su cui, comunque, condivido quanto detto dal collega Rizzetto sul fatto che, com'è assolutamente chiaro, è necessario arrivare, comunque, a una riforma, a prescindere dal loro potenziamento. Bene anche il passaggio sul sistema duale, sui fondi paritetici e sull'inclusione sociale, di cui parlerà più diffusamente la mia collega. Ora, per arrivare alle domande, diciamo che, non per essere monotematici, né per essere provocatori, restano comunque per noi, come gruppo politico, centrali il tema dei navigator e l'ipotesi che possano essere utilizzati per l'attuazione dei progetti del PNRR, visto che la somma di cui si parla, in termini ovviamente di politiche attive, è considerevole. L'altra tematica che era stata citata poco fa, se non ricordo male, sempre dal collega Rizzetto, è quella della formazione continua. Non mi dispiacerebbe un suggerimento sulla possibilità che gli ITS, su cui vengono investite importanti risorse, possano diventare in maniera sistematica un luogo per la formazione continua. Attualmente la cosa avviene soltanto in alcuni territori in modalità spot, casuale, grazie a qualche virtuosismo, però appunto gli ITS possono essere veramente la chiave per la formazione continua e tecnica in Italia. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Onorevole D'Arrando prego, per due minuti.

  CELESTE D'ARRANDO. Sì, grazie presidente, ringrazio il Ministro per la relazione. Molto sinteticamente, mi collego anche a quanto già anticipato dal collega Lepri sulla necessità di garantire un finanziamento, come dire, congruo ai LEPS, proprio per garantire l'equità dell'erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali ma anche dei livelli essenziali di assistenza, proprio per far sì che si possa attuare una vera e propria integrazione sociosanitaria e superare i due compartimenti stagni attualmente presenti, che sono la parte sanitaria e la parte sociale. Soprattutto in funzione dell'esame del disegno di legge delega, ci chiediamo, e le chiedo, se ci può dire a che punto siamo, anche per collaborare e lavorare alla riforma, soprattutto per la parte che riguarda l'assistenza agli anziani e alle persone fragili, che sicuramente è importante e soprattutto necessaria, a fronte di quello che la pandemia ha fatto emergere. Su questo chiedo anche al Ministro se ci può dire, alla luce del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 gennaio 2022 – poiché è stata istituita un'ulteriore commissione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – quale è la funzione di questa Commissione, proprio con riferimento alle politiche in favore della popolazione anziana, rispetto al percorso sinora svolto sia dal suo Dicastero, ma anche dal Dicastero della salute, quindi rispetto ai lavori della Commissione che è stata istituita, appunto, presso il Ministero della salute. Quindi, le chiedo quale è la funzione di tale Commissione e se il lavoro finora svolto non rischi, poi, di essere sprecato. Vado a chiudere su altri due punti. Mi collego anche alla collega Bellucci sul tema del caregiver familiare, che è necessario integrare nella riforma dell'assistenza domiciliare e far sì che tutte le parti in causa possano essere prese in considerazione. Sicuramente, un altro aspetto importante riguarda gli ambiti territoriali: se vogliamo far sì che l'integrazione sociosanitaria sia attuata concretamente, è pur vero che dobbiamo dare piena attuazione a quello che è già stato stabilito normativamente, facendo in modo che gli ambiti territoriali siano presenti in Pag. 12tutto il territorio nazionale in modo uniforme. Da ultimo, e chiudo, segnalo la necessità di dare supporto agli enti locali, soprattutto per le politiche sociali, perché molto spesso si sono trovati in forte difficoltà e sono i primi recettori del disagio sociale nella propria comunità. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Onorevole Frate per quattro minuti, prego.

  FLORA FRATE. Sì, grazie presidente, ringrazio il Ministro Orlando per la relazione e per averci illustrato lo stato di attuazione del PNRR. Vorrei evidenziare che nella relazione, appunto, è stato fatto un passaggio sul potenziamento dei centri per l'impiego che mi sembra fondamentale. Bene anche il Fondo Nuove Competenze e l'impegno sul lavoro sommerso. Bene anche i patti territoriali, perché si coinvolgono le imprese proprio nell'ottica dello sviluppo sostenibile, in relazione al quale c'è bisogno, appunto, di incrementare il rapporto di fiducia tra le persone, le aziende e le Istituzioni, come anche prevede il programma GOL. Bene il sistema duale, rafforzando l'apprendimento. Bene le indicazioni sui servizi dei LEP e dei LEA, anche se sono d'accordo con il mio collega sulla necessità di focalizzarci sul gap dei servizi, in particolare tra Nord e Sud. Vorrei soltanto soffermarmi su alcune criticità, fornendo uno spunto su cui, magari, poterci focalizzare: crediamo che ogni euro investito sul lavoro debba essere destinato alla sicurezza sui luoghi di lavoro e, in particolar modo, sulla formazione, che è fondamentale. Abbiamo visto, anche recentemente, quello che è successo, appunto, su luoghi di lavoro. Quindi, sono necessari una maggiore chiarezza e un investimento su questo tema. Siccome nel potenziamento dei centri per l'impiego sarebbero indispensabili, vorrei chiedere se sono previsti anche un modello di profilazione dell'utenza, proprio nell'ottica di rispondere ai bisogni differenziati, e la certificazione delle competenze. Già in precedenza dissi al Ministro – e chiaramente eravamo d'accordo – che è importante anche l'acquisizione delle competenze, laddove si lavora presso le associazioni e le organizzazioni di volontariato, oppure semplicemente quando si fa un tirocinio all'università, e, quindi, è necessario capire come riconoscere effettivamente queste competenze. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Frate. Io cederei la parola al Ministro Orlando per le risposte. Prego.

  ANDREA ORLANDO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Proverò a rispondere in modo telegrafico, per quanto è possibile. Mi scuso se dimentico qualcosa o non riesco a rispondere a qualcosa a causa della ristrettezza dei tempi, ma lo farò per iscritto. Allora, per quanto riguarda la domanda riguardante i bandi sociali, i Comuni e le Regioni, i destinatari sono gli ambiti. Abbiamo chiesto alle Regioni di fare un lavoro di coordinamento, diciamo. Ora stiamo discutendo anche come questo coordinamento si sovrapponga e si integri con la programmazione, ruolo che ora, per dirla fuori da qualunque diplomatismo, le Regioni ci tengono ad esercitare, anche se non è, però, sullo stesso piano per quanto riguarda il Titolo quinto della Costituzione rispetto al tema delle politiche attive del lavoro. Stiamo provando a trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza di dare alle Regioni un compito di regia e di garanzia di conformità alla propria programmazione e quella di rispettare anche il fatto che i destinatari principali devono essere gli ambiti territoriali – quindi questo è il lavoro, diciamo, politico che stiamo svolgendo. Per quanto riguarda la proposta del 60 per cento nei consigli di amministrazione, la considero interessante, la sottoporrò ai miei uffici per una riflessione, per provare a utilizzarla nei prossimi interventi. I numeri che emergono sul Reddito di cittadinanza sono, però, anche il frutto dell'efficacia degli strumenti di controllo, nel senso che non vorrei che si scambiasse, in qualche modo, l'effetto con la causa. Cioè, ci troviamo oggi di fronte a una ripresa dell'attività piena dei soggetti del controllo dopo la fase pandemica, dalla quale sta emergendo una serie di irregolarità, anche perché funzionano gli strumenti Pag. 13che avevamo predisposto e che abbiamo implementato, vorrei ricordarlo, con la legge di bilancio, che prevede, per esempio, rispetto alla questione della «percezione in remoto», l'esigenza di presentarsi periodicamente presso i centri per l'impiego. Quindi, per esempio, questa è una delle questioni che dovrebbe essere risolta dalla stessa previsione normativa, perché non credo che sia conveniente rientrare una volta al mese da un Paese straniero per percepire il Reddito di cittadinanza e farsi vedere al centro per l'impiego, così come l'introduzione di una formula più stringente sulla congruità dovrebbe anche eliminare anche alcune forme di abuso. Dobbiamo dire che, naturalmente, la scommessa è molto legata al tema dell'effettivo potenziamento dei centri per l'impiego, perché noi non possiamo dire come funzionerà il Reddito di cittadinanza quando i centri per l'impiego funzioneranno, perché ancora in molte regioni italiane non stanno funzionando. Io naturalmente raccolgo anche, per rispondere all'onorevole Rizzetto, le indicazioni che vengono da tutte le forze politiche, sono disponibilissimo ad un confronto, fatto salvo che noi oggi, diciamo così, siamo ancora molto indietro nella fase di attuazione, che è iniziata prima del PNRR, che era prevista a partire da tre anni fa e che, purtroppo, vede ancora alcune Regioni al palo, mentre altre Regioni, devo dire, hanno già completato il piano di attuazione. Quindi, prima di pensare quali possano essere gli ulteriori interventi, portiamo a compimento questo primo mattone che non si è ancora realizzato e compiuto, ma la disponibilità al confronto è massima. Sulla questione del lavoro sommerso, in verità noi abbiamo già fatto alcune cose, che credo abbiano un'importante rilevanza e che anticipano e si collocano anche nella prospettiva indicata dalla riforma prevista dal PNRR. Abbiamo introdotto il criterio della congruità per il rilascio del DURC nell'ambito dell'edilizia. Sostanzialmente, oggi si deve dichiarare quante persone sono necessarie alla realizzazione di un'opera e questo deve corrispondere a una tabella definita da un accordo tra le parti sociali. Io credo che sia una strada che si debba e si possa percorrere anche in altri ambiti. Penso all'agricoltura, penso alla logistica, perché credo che sia la strada che ci consente, diciamo così, attraverso forme di dialogo sociale, di fare emergere il lavoro irregolare e di mettere fuori gioco alcune forme di elusione e di evasione, che danneggiano, prima di tutto, le imprese che rispettano le regole. Dopodiché, sulla questione degli sgravi, il lavoro sulla riduzione del cuneo fiscale è assolutamente da proseguire rispetto a quanto si è riusciti a fare fino a qui, però stento a pensare che oggi si possano immaginare ulteriori sgravi rispetto a quelli, già molto consistenti, che sono stati introdotti, autorizzati dalla Commissione europea. Penso a quelli per le assunzioni di donne, a quelli per l'assunzione degli under 35 e a quelli per le assunzioni nel Mezzogiorno. Quando saranno tutti pienamente efficaci, con la spesa di una mole molto importante di risorse, oltre la quale è difficile pensare di poter andare, allora forse l'altra strada che si dovrà seguire, e che io credo vada seguita, è quella di arrivare a una forma di omogeneizzazione delle condizioni salariali all'interno dell'Unione europea. In questo senso è molto importante la direttiva sul salario unico, che comunque ridurrà il range e le distanze che si possono determinare nell'ambito dell'Unione europea, che peraltro, lo segnalo sommessamente, si stanno riducendo anche per dinamiche proprie, perché mentre i lavoratori italiani vedono al palo i loro salari da diversi anni, la crescita salariale in altri Paesi è stata molto più consistente. Quindi, questo è un dato che credo andrebbe valutato anche come un elemento di novità, non necessariamente positiva, ma che va, a mio avviso, adeguatamente tenuto in considerazione. Sulla questione del monitoraggio, io sono pienamente d'accordo e, benché non prevista nel PNRR, ho istituito una struttura di monitoraggio a livello centrale sulla attuazione del programma GOL, che ho voluto composta da dirigenti delle Regioni, perché ho voluto che fossero direttamente coinvolti i soggetti attuatori per realizzare una struttura di controllo. In più, abbiamo già allertato le principali strutture di controllo, anche le forze dell'ordine, che hanno esperienzaPag. 14 in quest'ambito, perché non vogliamo ripetere le esperienze che, purtroppo, nell'ambito della formazione, si sono determinate nel corso degli anni. Da questo punto vista, l'attenzione è massima e devo dire si stanno realizzando i primi risultati, anche con la piena collaborazione dei soggetti coinvolti. Sì, l'ANPAL non è ancora nelle condizioni ottimali per gestire questa fase. Tra le questioni che ho posto anche in Consiglio dei ministri c'è l'esigenza, e mi auguro che trovi presto una risposta, di un potenziamento della struttura e anche di un adeguamento della sua funzionalità. Ha fatto un lavoro enorme, devo dire, in queste settimane e in questi mesi perché il programma GOL è in gran parte frutto del salto di qualità che l'ANPAL ha realizzato nel corso di questi mesi, ma la sfida che ha di fronte è ancora molto grande e le risorse non sono sufficienti. Quindi, approfitto di questa sede per rivolgere un appello anche al Parlamento per chiedere che eventuali norme di rafforzamento siano valutate positivamente. Per quanto riguarda il collocamento dei disabili, abbiamo emanato il decreto sulla banca dati, che come sapete, era un tema che, pur previsto da molto tempo, non era stato affrontato, e, proprio la settimana scorsa, abbiamo inviato le linee guida sul funzionamento del collocamento dei disabili alla Conferenza unificata, che le esaminerà – ci sono state alcune valutazioni preliminari – e che le dovrebbe deliberare o comunque le esaminerà il 2 di marzo. Diciamo, quindi, che anche questo ci darà uno strumento in più rispondere a un'esigenza che, giustamente, è stata posta alla nostra attenzione. Sulla questione dei caregiver voglio dire una cosa. Penso che sia utile che ne discutiamo in parallelo al ragionamento sulla riforma della non autosufficienza, perché è del tutto evidente che c'è una connessione molto forte tra il livello dei servizi, i LEPS e la condizione del caregiver, perché, diciamolo molto francamente, non è uguale essere un cargiver in una regione italiana piuttosto che in un'altra da questo punto di vista, e non lo sarà oggi e speriamo rispetto al domani, perché se, per esempio, la rete delle case di prossimità prevista dal PNRR riguardo alla sanità si realizzerà, la vita di molte persone è destinata a cambiare. Un conto è attraversare una città per accedere a un servizio sanitario e un conto, magari, è avere una struttura di prossimità più vicina. Cioè, nel bilancio del tempo di una famiglia questo può cambiare radicalmente le cose. Quindi io penso che noi dobbiamo affrontare la discussione insieme a quella sui progetti previsti nel PNRR, in particolare, con la riforma della non autosufficienza. Questo è un monitoraggio, a proposito di monitoraggio, che dobbiamo fare insieme, perché, se alcune cose marciano rapidamente e se i livelli essenziali delle prestazioni vengono rispettati, possiamo in qualche modo attenuare l'intervento che è necessario su questo fronte; se invece così non fosse e ancora per molto tempo la gestione delle criticità sarà solo sulle spalle dei familiari, dovremmo pensare e utilizzare strumenti oggettivamente diversi. Quindi, io credo che una discussione ad hoc su questo, non però isolata, ma nel contesto delle cose che si stanno facendo, possa essere molto utile e mi rendo disponibile per una discussione anche in questa sede, se questo può essere utile nei prossimi mesi. Sulla questione della formazione continua e del ruolo degli ITS, in questo momento c'è una discussione aperta. Penso che l'esperienza degli ITS sia molto positiva, tanto positiva che, secondo me, in questo momento bisogna vigilare che non ci sia un eccesso di crescita di queste strutture, perché in alcune realtà si sta determinando, a mio avviso, una rincorsa a costituire gli ITS, che può anche creare duplicazioni e sovrapposizioni. Si tratta, quindi, di una cosa che va monitorata attentamente. Penso, comunque, che sia una riflessione assolutamente utile e che, naturalmente, non può che essere condivisa con il collega Bianchi. Sulla questione della sicurezza, riprendo una proposta che mi sento di rivolgere a queste Commissioni e che ritengo essenziale per affrontare, diciamo, i casi che purtroppo la cronaca ci sta offrendo. Io penso che noi dovremmo subordinare il rilascio dell'agevolazione fiscale del 110 per cento, dell'insieme delle contributi e dei sostegni all'edilizia al rispetto di alcuni requisiti in Pag. 15ordine alla contrattualistica dei dipendenti, perché le verifiche che si stanno facendo sui luoghi di lavoro non ci dicono solo del lavoro nero, ma ci dicono anche di imprese che si sono improvvisate negli ultimi mesi, di persone che entrano nei cantieri con un contratto diverso da quello dell'edilizia, il che significa senza la formazione specifica che deve avere chi va a operare in un cantiere edile. Io credo che questo tema debba essere affrontato con assoluta urgenza, così come penso che l'esperienza, tanto per partire dall'edilizia, che si è realizzata nel corso del tempo, in questo senso in positivo, di bilateralità e di interlocuzione tra la bilateralità e l'INAIL nella predisposizione dei piani della sicurezza possa essere un modello che può essere esteso anche in altri ambiti al di fuori dell'edilizia. Tutto quello che noi possiamo fare per stimolare la crescita della bilateralità in altri ambiti legata alla sicurezza io credo vada fatto, perché quello è un modello che consente una pianificazione non burocratica e un supporto alle imprese – soprattutto stante il quadro delle imprese italiane, delle piccole imprese, dove più spesso si consumano gli incidenti – che può, da questo punto di vista, definire un modello virtuoso. Sulla questione dei navigator, io la vorrei mettere in questi termini – però è necessario un certo, diciamo, abbassamento del tasso di ideologizzazione su questo tema: penso che, se domani mattina tutte le Regioni avessero completato il piano di potenziamento dei centri per l'impiego, dovremmo tirare una riga e vedere quanti sono i navigator che sono entrati negli uffici e quanti no e prenderne atto. Siccome le Regioni questo piano non lo hanno completato, io credo che sia ragionevole che, finché questo piano non è completato, le persone che hanno una formazione specifica possano essere coinvolte nello svolgimento delle funzioni e anche nell'attuazione del PNRR. Naturalmente, la mia convinzione non è sufficiente, perché bisogna che questa convinzione sia anche delle Regioni, che sono parte attiva nell'attuazione del PNRR. Quindi, da parte mia, c'è la piena consapevolezza del fatto che sarebbe un errore mandare la gente a casa finché non si sono dotati gli uffici delle competenze necessarie. Quindi, non mi pongo il problema soltanto dal punto di vista del destino di queste persone, me lo pongo soprattutto dal punto di vista del funzionamento degli uffici nei prossimi mesi. È molto importante però che questa consapevolezza sia una consapevolezza che diventi di tutti e che, in qualche modo, non sia costantemente oggetto di polemica, perché, a mio avviso, spesso è una polemica sostanzialmente ingiustificata. La certificazione delle competenze è forse la parte a cui ho dedicato meno attenzione nella relazione. Il Piano Nuove Competenze è un grande intervento, poco all'ordine del giorno e poco al centro dell'attenzione anche delle Istituzioni, perché non prevede risorse ma è, diciamo così, l'altra faccia del programma GOL, rispetto anche alla domanda posta sulla formazione. Sostanzialmente, per la prima volta, si definisce un atlante dei percorsi professionali: abbiamo un sistema della formazione professionale dove il titolo che viene rilasciato in una Regione non vale in un'altra, dove gli strumenti cambiano nome a seconda delle Regioni, a seconda delle leggi regionali che definiscono la formazione. Immaginiamoci cosa significa questo nel momento in cui discutiamo del mercato unico europeo del lavoro. Il Piano Nuove Competenze stabilisce una serie di obiettivi, sulla base anche di un confronto con le parti sociali, partendo dai dati che sono alla base del PNRR, ma definisce anche, per la prima volta, come si deve chiamare la stessa cosa in tutte le regioni italiane. Mi direte: «È una cosa banale». No, non lo è, perché è la condizione fondamentale per avere una lingua comune nell'affrontare la gestione dei percorsi formativi. Da questo punto di vista, colgo lo stimolo che è stato suggerito e verificherò che il tema del percorso formativo presso le associazioni sia adeguatamente riconosciuto, tanto più perché in questo momento c'è una discussione aperta con le Regioni, che forse avrete anche seguito, che riguarda una norma che è stata introdotta nella legge di bilancio, finalizzata a una maggiore precisione nell'utilizzo dei tirocini extracurriculari, cosa che rivendico,Pag. 16 perché ritengo che siano uno strumento molto importante, che, proprio per questo, vada preservato dagli abusi, che, purtroppo, nel corso di questi anni sono stati compiuti e che rischiano di screditarlo e anche di esporre i giovani a forme di sfruttamento assolutamente non giustificato. Quindi, colgo lo stimolo e mi impegno a compiere un'adeguata verifica sulla possibilità anche di questa ulteriore integrazione. Vi ringrazio per l'attenzione, mi pare di aver risposto a quasi tutto e, se non l'ho fatto, trasmetterò alle Commissioni ulteriori risposte scritte.

  PRESIDENTE. Bene. Insieme alla presidente Lorefice, a nome delle colleghe e dei colleghi delle Commissioni XI e XII, ringrazio il Ministro per la sua disponibilità e dichiaro conclusa l'audizione. Grazie.

  La seduta termina alle 15.40.