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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (I e XI)

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Giovedì 10 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Calabria Annagrazia , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Calabria Annagrazia , Presidente ... 3 
Brunetta Renato (FI) , Ministro per la pubblica amministrazione ... 3 
Calabria Annagrazia , Presidente ... 3 
Brunetta Renato (FI) , Ministro per la pubblica amministrazione ... 3 
Calabria Annagrazia , Presidente ... 11 
Legnaioli Donatella (LEGA)  ... 12 
Calabria Annagrazia , Presidente ... 13 
Alaimo Roberta (M5S)  ... 13 
Calabria Annagrazia , Presidente ... 14 
Gentile Andrea (FI)  ... 14 
Calabria Annagrazia , Presidente ... 14 
Ceccanti Stefano (PD)  ... 14 
Calabria Annagrazia , Presidente ... 14 
Brunetta Renato (FI) , Ministro per la pubblica amministrazione ... 14 
Calabria Annagrazia , Presidente ... 18 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal Ministro Brunetta ... 19

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
DELLA I COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
ANNAGRAZIA CALABRIA

  La seduta comincia alle 14.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1)

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, l'audizione del Ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1). Faccio presente che l'audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento nella riunione del 4 novembre scorso. In proposito ricordo che anche ai deputati collegati in videoconferenza non è consentito esporre cartelli o scritte seconde le regole ordinarie vigenti per la partecipazione alle sedute. Faccio, inoltre, presente, per i deputati partecipanti da remoto, la necessità che essi risultino visibili alla presidenza soprattutto nel momento in cui essi svolgono il loro eventuale intervento, il quale deve ovviamente essere udibile. La presidenza non potrà infatti dare la parola ai deputati non visibili o i cui interventi non siano percepibili. A tal fine occorre dunque assicurarsi di disporre di una connessione internet stabile, evitando di collegarsi da mezzi di trasporto in movimento.
  Considerato che le Commissioni hanno a propria disposizione circa un'ora di tempo, al fine di assicurare al Ministro la possibilità di svolgere la propria replica si potrebbe procedere con l'intervento di un deputato per gruppo per un tempo massimo di circa tre minuti ciascuno, per poi valutare, in base al tempo residuo, la possibilità di prevedere ulteriori interventi. Chiedo quindi ai deputati che intendono intervenire di fare pervenire le richieste presso la segreteria delle Commissioni riunite. Ringrazio anche a nome della Presidente della XI Commissione il Ministro Brunetta per la presenza e gli do la parola per la sua relazione. Prego Ministro.

  RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione. Se la Presidente mi autorizza, ho provveduto a preparare una documentazione che metto a disposizione delle Commissioni; tutta la documentazione l'abbiamo inviata anche in forma elettronica in maniera tale che la presidenza possa darla ai colleghi non presenti.

  PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro, per la documentazione presentata, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).

  RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione. Sono particolarmentePag. 4 felice di essere qui oggi, perché un anno e un giorno fa io presentavo al Parlamento il mio programma di attività; esattamente il 9 marzo di un anno fa. Quel programma è stato totalmente rispettato con grande rispetto del Parlamento e dello schema programmatico in esso contenuto (lo potete verificare). Questo avveniva il 9 di marzo; esattamente un anno fa; il 10 di marzo, si siglava a Palazzo Chigi l'accordo tra Governo e sindacato sull'innovazione e coesione nel settore pubblico, accordo sindacale che ha consentito in questo anno di realizzare tutte le riforme che abbiamo realizzato all'interno di un consenso, di una coesione sociale praticamente totale. Tutto ciò era stato comunicato in Parlamento il 9 marzo 2021 ed era stato ulteriormente siglato con le parti sociali il 10 marzo 2021; parti sociali che, ricordo a me stesso, essendo lo Stato datore di lavoro, comprendevano appunto il Governo e i Sindacati. Parlamento e Sindacato avevano dunque dato il proprio avvallo al programma di azione che poi si sarebbe sviluppato nell'anno passato, appena trascorso. Questa è la premessa. È stato casuale, però ciò è avvenuto proprio negli stessi giorni di un anno fa. Si può fare il bilancio di un anno. Bilancio di un anno che ha visto qualcosa di eccezionale per il nostro Paese, vale a dire l'approvazione, a fine aprile, del cosiddetto PNRR – ormai è diventato quasi un luogo comune anche fare riferimento a questa sigla un po' anomala – e ha visto tutta l'azione del Governo o quasi tutta l'azione del Governo incentrata sull'attuazione di quel piano, che è passato con il voto parlamentare a fine aprile e che poi è diventato, via, via che si trasformava in provvedimenti di legge, l'attività complessiva del Governo. Ricordo a me stesso che il PNRR non è altro che l'attuazione a livello nazionale del Next generation Eu, vale a dire quella grande strategia che è nata tra aprile e maggio di due anni fa, che implicava quello che è stato chiamato dagli analisti «il momento Merkel», vale a dire un cambiamento di fase: la capacità e la volontà dell'Unione europea di indebitarsi a fini di strategia di politica economica e sociale per la stessa Unione europea. Paradigma che non era mai stato percorso precedentemente, su cui l'Europa scelse – per volontà di tutti i partecipanti ovviamente, ma su impulso della Merkel, allora Cancelliera – di indebitarsi direttamente sui mercati per fornire una provvista di risorse – specificamente 750 miliardi – da distribuire ai Paesi membri, secondo schemi e parametri opportunamente definiti (l'Italia ha la quota più rilevante di questi 750 miliardi), per uscire dalla pandemia e per uscire dalla crisi economica prodotta dalla pandemia. Mi rendo conto che tutti questi elementi di ricostruzione di un passato relativamente recente ci sembrano un po' strani, in ragione delle emergenze che stiamo vivendo in queste ore, però, poiché l'audizione è sul PNRR, questa è la storia, la cronistoria che lo riguarda (poi dirò qualcosa anche su questo momento specifico che stiamo vivendo). C'era stato un tentativo di realizzare il PNRR dopo i mesi di aprile, maggio e giugno dal secondo Governo Conte, che aveva predisposto un documento, un piano, ma è stato il Governo Draghi, dopo la fiducia di un mese prima, vale a dire a febbraio di un anno fa, a realizzare il PNRR, che poi sarebbe stato approvato dal Parlamento a fine aprile e avrebbe cominciato a vivere la sua vita parlamentare con i provvedimenti in approvazione dal mese di maggio in poi. Ricordo sempre a me stesso la definizione, un po' semplicistica ma icastica, relativa a cosa sia il PNRR. È un contratto, che prevede un rapporto di reciprocità; l'Europa trasferisce ai Paesi membri risorse, in parte sotto forma di «loans» e in parte sotto forma di«grants» (in rapporto di due a uno grossomodo). I loans sono a tassi convenienti, vale a dire tripla A, perché l'Europa ha credibilità, merito del credito totale che consente l'approvvigionamento sui mercati alle migliori condizioni con l'istituzione di mezzi a lungo periodo. Per un terzo, due terzi o qualcosa meno sono sotto forma di grants, cioè risorse a fondo perduto, in cambio di riforme «milestone e target». Vale a dire cronoprogrammi di implementazione di riforme, programmi, contenuti, condivisi con l'Europa. In relazione a questi programmi Pag. 5condivisi, per ciascun Ministro, la fase preparatoria è stata molto impegnativa, perché ha visto ciascun ministero, ciascun membro dell'esecutivo, per quanto riguarda la propria competenza, concordare con l'Unione europea parola per parola, riga per riga i propri impegni dentro il PNRR. Non è stato un lavoro né semplice, né facile, è stato un lavoro impegnativo, ma anche esaltante, perché abbiamo potuto ripercorrere le arretratezze del nostro Paese, le riforme mancate o gli obiettivi ambiziosi da realizzare insieme all'Unione europea; l'abbiamo fatto con piena volontà, con piena condivisione perché poi tutto questo è passato, sotto forma del Piano, in Parlamento e poi dal Parlamento, in sede di attuazione, di volta in volta, ciò è stato tradotto nelle norme che, via via, sono state definite una volta approvate dal Consiglio dei Ministri. Questo è lo schema banale, mi scuso, ma lo dico per entrare nell'argomento. Quindi, nell'ambito di tale audizione sull'esame dello stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e di resilienza, per quanto di competenza, illustro nel dettaglio, nella documentazione preparata, tutti punti di attuazione e realizzazione, con una piccola appendice sulle cose che intendiamo fare da qui fino a fine dell'anno e da qui fino alla fine della legislatura (ipotizzando una fine ordinaria della legislatura). Questo è quanto. Dimenticavo di dire che il raggiungimento di milestones, targets, cioè il rispetto del PNRR, consente l'anticipo delle risorse, che per l'Italia sono 190 e rotti miliardi direttamente dall'Unione europea; in più ci sono dieci, quindici miliardi di fondi europei, più altri 30 di piano complementare. Le risorse europee sono circa poco meno di 191 miliardi, di cui, se non mi sbaglio, 70 grants e il resto loans, ovvero prestiti. Questo è lo schema. È stato svolto tutto in un anno, con un grande lavoro del Governo e del Parlamento. Ringrazio sentitamente il Parlamento – e non è un proforma, l'ho dichiarato in tutte le occasioni possibili – per il grande, straordinario lavoro che ha svolto. Ogni Ministro si innamora delle proprie norme, il passaggio parlamentare può sembrare un insieme di forche caudine, di condizionamenti, ma il risultato è che quando il provvedimento esce dal Parlamento possiede un valore aggiunto che prima non aveva. Il valore aggiunto del Parlamento, il valore aggiunto dei compromessi che si devono realizzare e dell'ascolto che il Governo deve prestare nei confronti del Parlamento. Chi ha fatto, come me, tanta attività parlamentare queste cose le sa molto bene e io vedo il passaggio parlamentare come un grandissimo, enorme, straordinario passaggio, non solo democratico, ma anche tecnico, perché questo avviene in Parlamento. Ringrazio ovviamente poi tutti i soggetti attuatori, perché dopo l'approvazione parlamentare non è finita, rimanendo da adottare tutti i provvedimenti attuativi e la relativa implementazione, la «messa a terra». Ritrovate tutto nella documentazione presentata; se posso andrei alla sostanza dell'azione che ho svolto in questo anno per consegnare a voi la chiave di lettura. Non ho voluto, anche in ragione di quello che era scritto nel PNRR, mettere mano a una grande riforma, anche perché l'Europa ti metteva dei paletti, dei condizionamenti. Ho preferito procedere per strappi innovativi. Pensando che la tecnica dovesse essere quella di «strappare» – uso questo termine non avendone trovati di migliori dal punto di vista del riformismo, delle nuove regole, dei miglioramenti – in più parti, in relazione a certe fasi dei provvedimenti o della regolazione sull'organizzazione complessa del mondo del lavoro pubblico, in maniera tale che l'insieme degli strappi alla fine potessero realizzare la riforma, piuttosto che pensare a una riforma organica. Già questo sa di retorica! «Ho predisposto una riforma organica!», quante volte l'abbiamo sentito? Quasi sempre poi le riforme organiche rimangono lì. Ho preferito procedere per strappi innovativi, alcuni strappi innovativi sono addirittura arrivati prima dell'implementazione del PNRR e sono stati legati quasi al caso, nel nostro caso all'emergenza e alla pandemia. Si dava il caso che tutti i concorsi pubblici fossero bloccati un anno fa. C'era un grido di dolore che veniva da tutte le amministrazioni: abbiamo bisogno di personale, le regole dell'emergenza ci impediscono di realizzare i Pag. 6concorsi. Eravamo a questo punto. Abbiamo pensato di rispondere a questa emergenza un po' pensando al PNRR, un po' senza pensarci, dovendo dare una risposta a tanti, soprattutto alle amministrazioni comunali, provinciali, regionali, ma anche alle amministrazioni centrali dello Stato, perché non si potevano fare concorsi e si erano accumulati bandi da uno, due anni. Già non andavano fisiologicamente in maniera efficiente prima, con la pandemia si era formato poi un grande blocco. Con l'articolo 10 del decreto-legge n. 44 del 2021, noi abbiamo dato origine al primo strappo: basta concorsi pubblici carta e penna! Solo concorsi pubblici digitali, semplificati in ragione della pandemia almeno fino alla fine dello stato di emergenza. Il tutto in cento giorni, dal bando alla proclamazione dei vincitori. Non è stato facile, c'è stato un grandissimo dibattito parlamentare, ve lo ricorderete. Non lo riproduco qui, perché meriterebbe da solo un'audizione solo il punto sulle modalità di realizzazione dei concorsi. Abbiamo trovato, giustamente, un compromesso e da quel momento in poi sono stati svolti tutti i concorsi pubblici, con le eccezioni delle amministrazioni escluse, che stiamo ripristinando, attraverso un provvedimento organico di riforma (un DPR apposito). Questo ci ha consentito, dal mese di giugno, quindi neanche sei mesi, di reclutare quarantacinque mila giovani su una platea di un milione e mezzo di candidati. Su un milione e mezzo di candidati, quarantacinque mila assunti di ogni ordine e grado, in cento giorni! Un'innovazione e uno strappo straordinario che ha dato il segno del metodo e del merito. In tutta coscienza, sono un vecchio professore, non mi sento di dire che abbiamo fatto il meglio, abbiamo fatto il massimo, abbiamo fatto vincere il merito, abbiamo innovato in maniera tale che abbiamo scelto assolutamente i migliori, perché questa era la metodologia. Abbiamo però fatto tutto in tempi brevi, senza praticamente contestazioni, senza particolari crisi o fallimenti, rispettando le regole del distanziamento, della pandemia e così via e attuando una innovazione straordinaria. Via la carta e la penna! Abbiano fatto tutto attraverso piccoli tablets predisposti opportunamente, consegnati ai candidati, con i distanziamenti, in sedi differenziate. Questo non si era mai visto nella storia della pubblica amministrazione, in cento giorni. Questo è il primo strappo innovativo! La norma è l'articolo 10 del decreto legge n. 44 del 2021: quarantacinque mila assunzioni in posizioni a tempo indeterminato per un totale di un milione di candidati. Questo è un fatto! Non so se sia un successo, comunque è un fatto, è un fatto innovativo, è uno strappo innovativo. Vado molto in sintesi. Il PNRR procede, procedono le riforme, quelle pesanti, quella sulla governance e sulla semplificazione, quella sul lavoro pubblico, però qui voglio raccontarvi i fatti, gli strappi più innovativi. In ragione del PNRR noi dovevamo reclutare nella pubblica amministrazione personale, non a tempo indeterminato in maniera ordinaria, ma migliaia e miglia di persone a tempo determinato per i progetti del PNRR, con formule anch'esse semplificate e fortemente compresse nel tempo. Non potevamo seguire le regole generali dei concorsi (pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e così via). Cosa abbiamo fatto? Grazie a una norma precedente dovevamo costituire un portale del reclutamento e lo abbiamo costruito, in tempi brevissimi. Come? Prendendo a modello il modello più efficiente, più funzionale a livello internazionale: il modello Linkedin. Non so se ne avete contezza, chi lavora professionalmente nel pubblico come nel privato conosce Linkedin. La nostra presidente, che è mezza americana e mezza italiana, lo sa benissimo. Linkedin è questo grande portale, questa grande banca dati mondiale dove tutti cercano tutti, dove qualsiasi agenda o qualsiasi amministrazione pubblica o privata, in qualsiasi parte del mondo cerca, stabilisce le caratteristiche; e se quel soggetto che si ricerca esiste, Linkedin glielo dice. È la struttura, la piattaforma più efficiente che esista. Cosa abbiamo fatto? Abbiamo costruito Impa, il Linkedin italiano, con un impegno pesante (ci sono venti, trenta persone che ci lavorano, con l'assistenza di Microsoft, che è la proprietaria di Linkedin). Attualmente Impa è caricatoPag. 7 con sei milioni di curriculum vitae. L'accordo prevede che se non si dovesse trovare, tra i sei milioni, la persona adatta, esiste la valvola di aggancio a Linkedin, che ne ha a sua volta altri quindici milioni. Per cui abbiamo ventuno milioni di Curriculum Vitae a disposizione. Quindi non più pubblicazione del bando di concorso nella Gazzetta Ufficiale, in tal modo buttando la bottiglietta nel mare sperando che qualcuno dall'altra parte del mare la apra dicendo che gli interessa fare il concorso, ma un metodo attivo, proattivo. In altre parole, se sto cercando questo professionista, questo laureato, questo giovane e questo giovane nel frattempo si è iscritto al portale, arriva un alert. Cambia completamente il gioco! Questo è un altro strappo, che ci ha consentito di ottemperare a uno dei tanti obiettivi – milestones, targets – che era quello del reclutamento di mille professionisti da affidare alle regioni (vi racconto questo perché è scritto nel PNRR). Questi sono mille professionisti che le regioni dovevano reclutare e selezionare autonomamente, divisi per professionalità, per regione e il portale doveva fornire alle regioni un multiplo di quattro. Una regione, il mio Veneto, ha coefficiente 10 per cento normalmente, quindi la regione Veneto ha cento; la Lombardia pesa di più; il Lazio pesa come la regione Veneto. Si è proceduto a gruppi di 100, 150, 180 superprofessionisti, architetti, ingegneri, informatici e così via, con precise skills, pesati all'interno della quota, moltiplicati per quattro dal punto di vista del sovrainsieme, perché la regione doveva poi, sulla base delle liste presentate, fare la selezione del personale attraverso i CV per scegliere esattamente quelli assegnati e pagati dal PNRR. Pensate a un'operazione di questo genere, se ci fosse stata la «cassetta degli attrezzi» tradizionale, quanto tempo avrebbe preso nel passato. Ciascuno di voi può pensare ai propri concorsi, alla storia dei propri concorsi e alle storie, noi in pochi mesi abbiamo fatto questa selezione, abbiamo consegnato le liste alle regioni, le regioni hanno fatto i colloqui e – tanto per comprendere la difficoltà – l'Europa voleva la sottoscrizione dei contratti uno per uno, regione per regione. Per cui con tutti i miei collaboratori che ringrazio, abbiamo passato intere giornate a dire : «Chi manca? Manca il Lazio; ne mancano cinquanta della Lombardia. Ne mancano trentacinque», mancavano tutti! Li hanno selezionati però mancavano, perché alcuni hanno detto di sì, poi si sono cancellati. Finché non è stato sottoscritto l'ultimo contratto, a fine dicembre dell'anno passato, la regione non ci ha dato il via libera, tanto per dire il grado di attenzione. Non sarebbe stato possibile senza avere fatto questa innovazione. Abbiamo fatto tutto bene? Per carità! Funziona? Sì. Ha funzionato? Sì. Così come ha funzionato l'assunzione di 500 profili elevati, anche questo un target del PNRR, per il Ministero delle economie e delle finanze, economisti anch'essi assunti in cento giorni; qualità alta, selezionati così, a tempo determinato, ma di grande qualità. Così abbiamo selezionato gli 8.150 assistenti al processo, secondo quanto previsto dal PNRR. Sapete tutti cosa sono gli assistenti al processo, sono le professionalità che il PNRR ha previsto e finanziato per coadiuvare i magistrati nella redazione delle sentenze e così via. È la prima trance, ce ne saranno altre due di trance, fino a 22 mila; anche essi non si sarebbero potuti contrattualizzare senza un meccanismo fortemente innovativo. Questo è un altro strappo che abbiamo realizzato. Anche qui tutto da verificare, tutto da controllare, tutto da migliorare, perché sono strappi innovativi, che però stanno cambiando anche la percezione della pubblica amministrazione. I quattro anni medi che servivano prima per celebrare un concorso dall'inizio alla fine non esistono più. Esistono ancora delle aree in magistratura, in prefettura, nel Ministero dell'interno, che stanno per essere modificate dal PNRR. Abbiamo fatto delle semplificazioni, con il decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76. Perché tutto questo è prodromico alla digitalizzazione; tu non puoi digitalizzare se non hai prima semplificato le procedure e se non hai il capitale umano adatto alla digitalizzazione. Queste sono, semplificando un po' – il ragionamento è un po' più complesso, ma non molto – le due precondizioni per la digitalizzazione.Pag. 8 Poiché l'obiettivo finale è la digitalizzazione, cioè la battaglia delle battaglie, il catalizzatore finale, la strategia finale, se tu però non hai prima semplificato le procedure e non hai il capitale umano capace di assorbire l'innovazione della digitalizzazione, la digitalizzazione passa come acqua sul vetro. Una digitalizzazione, in un sistema complesso con un capitale umano non formato, non serve assolutamente a nulla, sono soldi buttati. Tutto quello che abbiamo fatto e stiamo facendo è preparare il terreno alla digitalizzazione, di cui poi parlerò nella parte finale. Quindi abbiamo semplificato. Stiamo semplificando, abbiamo tagliato i tempi delle procedure, abbiamo semplificato le procedure, soprattutto in tema di banda larga; mi riferisco anche a cose molto minute, come i tempi di scavo delle trincee per la rete della banda larga e così via. Poi vi è un tema di cui sono follemente innamorato, lo sapevamo tutti nel sistema degli appalti: se un'azienda vinceva un appalto normalmente non poteva iniziare i lavori, perché c'era qualcuno che ricorreva. Giusto, legittimo, solo che il ricorso bloccava l'avvio dell'opera. Anche questo forse giusto, forse legittimo, non si sa. E naturalmente il ricorso – fatemi dire il cattivo pensiero – era per avere giustizia, ma spesso per raggiungere una compromissione. Tra una cosa e l'altra l'opera non partiva. Abbiamo pensato di invertire il meccanismo, chi vince vince e comincia l'opera. Il ricorso procede per la sua strada e se poi il ricorrente ha ragione ha diritto a un indennizzo. A questo punto chi vince avvia l'opera e non ci sono compromissioni di nessun tipo. Ricordo con grande affetto questa norma perché non è stato facile farla passare già a livello governativo. Poi il Parlamento l'ha approvata straordinariamente bene. Questa è un'innovazione, un altro strappo che magari alla gente comune dice poco, però a chi lavora con le gare, con gli appalti, dice molto e non è un caso che ci sia stata un'impennata negli investimenti nell'ultimo anno. Quanto al capitale umano, è appena partito un grande piano di formazione. Abbiamo lo stock e i flussi. Lo stock sono 3 milioni e 200 mila dipendenti pubblici, età media oltre i 50 anni. Negli ultimi 10, 20 anni questo stock è diminuito del 28 – 29 per cento. Quindi si è invecchiato e non si è certamente modernizzato, anche perché o i concorsi pubblici erano bloccati o in ritardo e certamente non vi era alcun dinamismo. Questa era l'eredità. Davanti abbiamo il PNRR e abbiamo l'esigenza della digitalizzazione. Abbiamo certamente bisogno di flussi di ingresso di personale qualificato; chiamiamoli giovani, ma non necessariamente, dotati delle skills necessarie; e quelli sono i flussi, stimati in cento mila ogni anno in ragione dello sblocco del turnover e dello sblocco anche del salario accessorio. Chi è del mestiere queste cose le sa, si tratta di questioni che ci avevano afflitto per dieci, quindici, venti anni sia il blocco del turnover sia il blocco del salario accessorio. La morte per qualsiasi azienda che viva in queste condizioni! Abbiamo sbloccato l'uno, sbloccato l'altro e con questo sblocco quest'anno noi avremo un reclutamento ordinario di almeno centomila, chiamiamoli giovani, dipendenti pubblici a tempo indeterminato nelle pubbliche amministrazioni. Ordinario, non a tempo determinato! Perché il PNRR, come sapete, prevede solo assunzioni a tempo determinato. Saranno un milione e due, un milione e tre in sei anni. Questi sono i flussi, però prima che i flussi cambino lo stock servono anni. Ce lo ricordiamo come un grande problema. Basti pensare ai problemini aritmetici della vasca da bagno del rubinetto e dello scarico, del livello dell'acqua. È un problema di stock e di flussi! Il problema di stock e flussi ci dice che prima di abbassare l'età media, prima di aumentare il livello medio dei titoli di studio dello stock, se hai questi ingressi di stock che vanno a compensare le uscite di flusso ci vogliono decine d'anni. Noi avevamo bisogno anche di un piano di investimento in capitale umano per lo stock dei tre milioni e duecento mila. Cosa abbiamo fatto? Abbiamo avviato dal mese scorso due linee strategiche che io credo siano fortemente innovative. La possibilità per tutti i dipendenti pubblici di laurearsi, se già non lo fossero o comunque anche per quelli che lo fossero (con una seconda laurea). Abbiamo tassi di Pag. 9laureati mediamente più bassi del resto d'Europa. Abbiamo un appiattimento dei tipi di laurea e sappiamo tutti le ragioni di questo; prevalentemente si tratta di titoli giuridici, laureati in legge. Abbiamo pochi economisti, abbiamo pochissimi informatici, abbiamo pochissimi laureati in materie quantitative. Abbiamo lanciato, partendo dall'Università di Roma La Sapienza – attualmente sono settanta le università che hanno sottoscritto un protocollo d'intesa – un buon incentivo, uno sconto sulle iscrizioni; un terzo lo paga il dipendente – studente, un terzo l'università, un terzo lo paga il nostro povero Ministero. Chi si iscrive per prendersi una laurea o una seconda laurea o fare un master da dipendente pubblico ha questa agevolazione; tre anni passano veloci. E in tre anni noi diamo la possibilità a tutti i dipendenti pubblici o di prendersi una seconda laurea, perché il laureato in giurisprudenza si laurea in quello che vuole, in informatica e così via. E abbiamo avuto, pur senza grande clamore, perché il primo avvio è sperimentale, un successo strepitoso. Vi darò nelle prossime settimane i numeri di quanti dipendenti pubblici si sono iscritti a questi percorsi nella speranza naturalmente che portino a termine il triennio, il master. Settanta università italiane, in totale le università italiane sono ottantadue, ottantatré quelle aderenti alla Crui. Questo per quanto riguarda il titolo standard, che consentirà a questi studenti dipendenti pubblici di migliorare la propria formazione, di accedere ad altre discipline e migliorare il loro capitale umano, naturalmente per fare più carriera e avere più soldi. In parallelo a tutto questo è partita una formazione digitale per tutti i tre milioni e 200 mila dipendenti pubblici, per migliorare la loro preparazione digitale; dai corsi base a quelli sulla cyber sicurezza rivolti a tutti liberamente, nell'orario di lavoro, con tutte le garanzie contrattuali, in maniera tale che, dopo avere fatto ciascun pacchetto formativo, si fa la prova d'esame e, se superata, ciò entra nel fascicolo personale anche ai fini della carriera e del salario accessorio; chi ha fatto più formazione viene pagato di più e fa più carriera. Ultimissima questione, perché è recente, è in fieri, è dentro un decreto. Ho parlato del fascicolo; non c'è ancora propriamente il fascicolo, lo stiamo realizzando. Parlo dell'anagrafe digitale di tutti i dipendenti pubblici, perché qualcuno non ci giudichi. Non l'avevamo fino a ieri, adesso abbiamo la norma che ce lo consente e ci stiamo lavorando velocemente; parlo dell'anagrafe di tutti i dipendenti pubblici. L'anagrafe vuol dire il fascicolo personale, quanti corsi ha fatto, quante esperienze ha maturato, tutta la sua carriera, quello che dovrebbe esserci in tutte le buone aziende riguardo al personale. Siamo a metà del guado, vi dico le cose «in cottura» e poi vi parlo dell'argomento della digitalizzazione. Sono due le questioni «in cottura», l'ultima in preparazione, che penso sia di grande interesse, riguarda il processo di semplificazione di 600 procedure entro il 2026; 600 procedimenti amministrativi che devono essere o cancellati o semplificati drasticamente, sempre per quella regola che se non si semplifica non si può digitalizzare. È in corso un grande processo di ascolto di tutte le parti sociali, di tutti gli stakeholders, per vedere dove intervenire; quello che mi piace di più, a cui metterò più attenzione, è quello legato alla disabilità. Conviviamo con il mondo della disabilità e spesso la disabilità, oltre ad avere una realtà difficile, in quanto disabilità, ha anche regole non appropriate per far vivere in maniera decente chi ne è portatore. Una delle linee di semplificazione sostanziale che io voglio realizzare è proprio quella legata a tutto il mondo dei disabili, per cui uno deve potere fare un concorso anche se è sordomuto, deve poter fare un concorso anche se ha altri tipi di caratteristiche, non li vogliamo chiamare handicap perché mi ripugna, ma neanche disabilità. Tutti devono poter avere le stesse possibilità. Purtroppo le regole esistenti non consentono questo. Sarà mio impegno fare sì che ci sia una fortissima semplificazione e una nuova fortissima regolazione adattiva, per consentire a tutti i cittadini di esplicitare al meglio, al massimo le loro potenzialità. Sono 600 procedimenti, entro il 2026, ma stiamo lavorando con grande lena per individuare le semplificazioni e poi realizzarle, anche Pag. 10questo è PNRR. Ultima questione fresca di ieri, nel senso che ieri sera abbiamo avuto un incontro importantissimo con il Ministro Colao e abbiamo convenuto tempistica e contenuti dei prossimi provvedimenti comuni perché il Ministro Colao è il pusher, è l'offerta di innovazione e digitalizzazione, noi siamo la domanda; abbiamo fatto un matching tra offerta e domanda per vedere cosa sta facendo il Ministro Colao riguardo alla pubblica amministrazione, per dirla in termini molto semplificati e banali. Questa è la tempistica dei lavori in comune, cioè delle attività svolte dal Ministero dell'innovazione tecnologica e transizione digitale per la pubblica amministrazione. Entro il 2022, probabilmente entro i prossimi mesi, ci sarà la digitalizzazione, cioè sistemi digitalizzati di cosiddetta customer satisfaction. Tutti noi usiamo WhatsApp, spesso non va tanto bene, però ci appaiono delle stelline alla fine di ogni conversazione, per dare un giudizio se la conversazione si è realizzata bene o male. Con meccanismi un po' più articolati noi cercheremo di consentire al cittadino cliente di giudicare ogni sua transazione con la pubblica amministrazione, che sia un'iscrizione a un asilo, un'iscrizione all'università, la prenotazione di un esame medico in sanità oppure un rapporto con l'agenzia delle entrate e così via, per avere la possibilità di dare un giudizio sul servizio ricevuto. Il sistema di Customer satisfaction, sarà realizzato in progress, ma l'avvio sarà già nei prossimi mesi in forma digitale. Quanto all'ampliamento dei servizi anagrafici digitali, sarà incrementato, d'intesa con il Ministero dell'interno, il numero di certificati scaricabili dal portale dall'anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR). Vi ricorderete tutti, un po' di mesi fa, il nostro Presidente della Repubblica seduto alla sua scrivania che si è scaricato quattordici certificati, io l'ho visto in televisione, l'abbiamo visto tutti. Tutti gli italiani possono scaricare quei quattordici certificati, ma ce ne sono altrettanti pronti da scaricare grazie alla ANPR. Quindi vorrà dire che non sarà più necessario andare nei luoghi deputati a ritirare un certificato, visto che ciascuno se lo potrà scaricare. Poi quanto all'interoperabilità delle principali banche dati, questa è la regina delle battaglie. Abbiamo trentadue mila amministrazioni; mettiamo che abbiamo cinque mila banche dati – dico un numero a titolo di esempio, non conoscendolo esattamente – che non dialogano tra di loro, senza codici di accesso di reciprocità e così via. Questa è la battaglia delle battaglie, cioè rendere le banche dati interoperabili e cioè dialoganti tra di loro, dialoganti con il cloud, ma soprattutto dialoganti con i cittadini e con le imprese. Questo lo sta facendo il Ministro Colao, ma già da quest'anno noi avremo implementazioni progressive di interoperabilità. Altra questione a cui sono molto legato è la tracciabilità nei procedimenti. Tutti aspetti molto semplici; ciascuno di noi ha ricevuto un pacco Amazon, ordina e gli arriva; ogni tanto non arriva o non arriva nel giorno giusto. Cosa si fa normalmente? Quando sai che ordini hai un codice e sai che digitando quel codice puoi tracciare l'arrivo di quel pacco; quindi, mi sono detto «Ma se lo si fa sui pacchi, perché non lo possiamo fare nelle procedure?» Una licenza edilizia, una richiesta di cittadinanza; e non basta sapere dov'è, ma voglio anche il RUP, ovvero il responsabile del procedimento; e, visto che non mi accontento mai, vorrei misurare i tempi, perché il sito, in relazione al pacco Amazon, ti dice che arriva dopodomani, ma se ti dice che arriva tra quindici giorni, tu puoi rispondere che lasci stare. Competizione vuol dire arriva in un giorno, arriva in due giorni; ti innervosisci se arriva in tre. Benissimo, noi non abbiamo questo tipo di sensibilità nella pubblica amministrazione, perché non sappiamo mai quando arriva, né abbiamo possibilità di protestare; non abbiamo la «voice», la customer satisfation, la possibilità di dire che andiamo da un'altra parte. Il risultato è l'inefficienza. Ci sarà la tracciabilità, ci sarà il RUP, ed essendoci tracciabilità e RUP, noi responsabilizzeremo la pubblica amministrazione nella sequenza del procedimento, tagliando i tempi. Questa è l'altra questione; attualmente una norma di trent'anni fa prevede trenta giorni medi, noi li riduciamo la metà; ma sarebbero «grida manzoniane» se riducessimo i Pag. 11tempi soltanto, senza controllo; quindi, tracciamo, indichiamo il RUP, e chi è responsabile dei ritardi sarà penalizzato sempre nella stessa maniera: non prenderà il salario accessorio, non avrà i premi di produttività, tanto per dirla brutalmente e banalmente! Questo sarà previsto nel prossimo provvedimento di attuazione del PNRR. Sull'anagrafe dei dipendenti vi ho già detto, così come sulla formazione digitale. Un'ultima questione – devo dire merito tutto del Ministro Colao – riguarda la piattaforma delle notifiche digitali. Tranne quelle di giustizia, che fanno parte di una specifica e che in parte sono già realizzate con la PEC, tra qualche mese tutte le nostre notifiche rispetto alla pubblica amministrazione saranno ricevute in forma digitale. È tutto fatto? Assolutamente no! È molto? Direi di sì! Sta cambiando in maniera rivoluzionaria la pubblica amministrazione? Non ancora! Ci vuole un po' di tempo. Le risorse del PNRR aiutano, perché tutto questo si può fare – costa miliardi, – grazie ai fondi del PNRR, si può fare grazie alla semplificazione, si può fare grazie agli investimenti in capitale umano, si può fare grazie a questi strappi innovativi che sono stati all'origine di questo approccio, grazie al portale, grazie ai concorsi digitalizzati. Non è stato facile, non è facile, perché siamo in una fase di lavori in corso, però sta funzionando. C'è una percezione alta del cambiamento e c'è anche l'ultima battaglia da affrontare, che è quella del far percepire che lavorare nella pubblica amministrazione è un onore, non è un rifugio. Fare «branding», cioè far capire che lavorare nella pubblica amministrazione che funziona, che è dalla parte dei cittadini, che è dalla parte delle imprese, vuol dire essere un civil servant che è forse il lavoro più bello che c'è, perché non lavori solo per te, per il tuo stipendio, ma lavori per gli altri, lavori per la collettività, lavori per il Paese. La mia ambizione finale è riuscire, dopo questa esperienza, a rendere la pubblica amministrazione appetibile per i giovani in ragione delle tante occasioni di lavoro, in ragione anche del modo di lavorare e in ragione anche della trasparenza e della missione che ciascuno di noi ha dentro questo grande processo. Alla fine del decennio, avremo una pubblica amministrazione più vicina ai quattro milioni che non ai tre milioni e duecentomila, che avrà recuperato gran parte del capitale umano perso, che avrà contribuito direttamente e indirettamente alla realizzazione del PNRR. Quindi parlo delle riforme, degli investimenti, delle infrastrutture, della salvezza dei borghi, degli asili nido e di tutto quello che prevede il PNRR. Si tratta di continuare nel solco del riformismo che abbiamo concordato con l'Europa, con questo grande booster, con questo grande catalizzatore che è la digitalizzazione di cui vi ho dato solo alcuni esempi, ma ce ne sono almeno dieci volte tanti che si realizzeranno nell'arco dei prossimi cinque, sei anni. Infatti, non dimentichiamo che il PNRR termina dal punto di vista programmatico, nel 2025/2026; non sappiamo se poi verrà riprodotto in questo modo o con quali forme sarà rifinanziato, se ne sta discutendo, però questo è un anno di lavoro. Troverete tutte le liste, tutti i provvedimenti, tutte le date nella mia sintesi e le troverete in maniera più articolata nella nota descrittiva più lunga, nonché nelle slides che raccontano tutto quello che io ho sintetizzato, forse malamente, ma con grande passione, quest'oggi con voi.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro Brunetta. Così come siamo soliti ringraziare coloro che sono ascoltati in audizione per il loro prezioso contributo al dibattito in corso nelle Commissioni, sicuramente oggi, a nome delle Commissioni riunite I e XI, la ringrazio per il prezioso lavoro svolto all'interno del Governo, un lavoro imponente, come preannunciato nel corso di un'altra audizione esattamente un anno fa, come da lei testé ricordato. In tale occasione, rammento, lei ebbe a dire che la pubblica amministrazione è il volto dello Stato che ogni giorno si mostra ai cittadini. Lei ha detto anche: «Non amo la retorica, non amo dire che quella che ho fatto è la legge migliore, ancorché ognuno si innamori delle leggi che fa», però io posso sicuramente affermare che in questo ultimo anno la nostra pubblica amministrazione sicuramente è diventata meno nemica,Pag. 12 è più della parte dei cittadini. Sicuramente è meno avversa e più favorevole. Sicuramente è più efficiente. Mi unisco al suo auspicio che, un domani, anche i giovani che oggi si accingono alla ricerca di un lavoro possano considerare l'approdo al lavoro nella pubblica amministrazione un motivo di orgoglio e l'inizio di una carriera proficua e di successo. Ci sono pervenute le richieste di intervento da parte dei gruppi. Darò la parola per tre minuti a un deputato per gruppo in ordine di richiesta. La prima collega che ha chiesto di intervenire è l'onorevole Legnaioli, a cui do la parola, prego.

  DONATELLA LEGNAIOLI. Grazie presidente. Buongiorno Ministro. La sua presenza e la sua relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza costituiscono, a mio avviso, un momento molto importante di questa legislatura. La motivazione è presto detta: le risorse messe in campo dall'Europa per rispondere alla terribile crisi causata dal COVID-19 sono innegabilmente importanti e non meno importanti sono le missioni, i programmi e gli obiettivi che, grazie alla possibilità di spendere tali risorse stanziate da Bruxelles, possono contribuire a sostenere il rilancio del nostro Paese. Mi permetta, all'Europa serviva una pandemia mondiale per capire che le crisi si affrontano non con l'austerità, ma con il sostegno e gli investimenti. Il rilancio atteso dall'attuazione del programma Next generation EU e dal PNRR, purtroppo, dovrà necessariamente scontare i negativi effetti della terribile guerra in Ucraina, le cui devastanti conseguenze sui costi dell'energia sono già facilmente visibili. Costi che, purtroppo, pesano sulle famiglie in modo drammatico e incidono in maniera altrettanto drammatica sulle imprese. Costi che, solo qualche mese fa, nessuno di noi aveva minimamente considerato, ma che finiranno inevitabilmente per avere, purtroppo, un riflesso anche sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per tornare al tema dell'audizione odierna, il PNRR abbraccia tutti gli aspetti più importanti, dalla sanità, alle infrastrutture, all'istruzione, alla pubblica amministrazione. Ovviamente, la mia attenzione è rivolta all'ambito del lavoro, con una prospettiva certamente legata e più attenta anche alla pubblica amministrazione. In questo senso, non sfugge a nessuno l'importanza di stanziare risorse e adottare programmi ad hoc per le skill ad alto contenuto tecnologico e legate al programma nazionale Garanzia di occupabilità dei lavoratori, ovvero l'ambizioso piano finalizzato a migliorare le possibilità di occupabilità soprattutto di chi è più in difficoltà. I fondi, siamo certi, contribuiranno ad aumentare le assunzioni di giovani e di donne, consentiranno ai lavoratori di partecipare alle attività di formazione, con un'attenzione particolare alle skill digitali, e sosterranno servizi su misura per le persone in cerca di lavoro. Non solo, proprio a causa della pandemia, i servizi online per il cittadino sono al centro di una rivoluzione che sta investendo le pubbliche amministrazioni – pensiamo solo all'utilizzo dello «spid» per identificare i cittadini e rendere i principali servizi fruibili tramite l'app «IO». Per facilitare questo processo gli enti pubblici avranno necessariamente bisogno di figure nuove e più preparate e di nuovi mezzi più moderni. In questo senso, Ministro, vengo alle domande. Una pubblica amministrazione snella e agevole è oggi irrinunciabile, perché, come ha detto anche lei, bisogna partire da qui. Quanto pesano gli investimenti infrastrutturali previsti dal PNRR nel settore della pubblica amministrazione? Quanti posti di lavoro possono essere creati con l'ammodernamento della pubblica amministrazione? Quali sono le aree della pubblica amministrazione che, a suo avviso, hanno maggiore bisogno di essere potenziate per garantire una maggiore digitalizzazione? La formazione dei dipendenti pubblici è un aspetto cruciale – e le parla un dipendente pubblico, perché nella mia vita ho fatto sempre quello, prima di arrivare qui in Parlamento – per garantire al cittadino un livello di servizi al passo con i tempi, perché questo è la base per dare un buon servizio a chi abbiamo di fronte. Quali linee di investimento, nell'ambito del PNRR, possono essere canalizzate verso tali obiettivi? Il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione deve fare i Pag. 13conti anche con il divario che si registra tra le fasce più giovani della popolazione, che già conoscono e utilizzano gli strumenti informatici con facilità, e coloro che, per ragioni anagrafiche, hanno una minore familiarità. Quali azioni possono essere messe in campo in questo caso per bilanciare tale squilibrio? Grazie Ministro per la sua attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Legnaioli. Chiedo ai colleghi di rispettare i tempi, in modo da dare a tutti la possibilità di intervenire, perché purtroppo, essendo terminati con ritardo i lavori dell'Assemblea, siamo un po' in ritardo sull'ordine dei lavori delle Commissioni riunite. Do la parola all'onorevole Alaimo.

  ROBERTA ALAIMO. Grazie presidente. Innanzitutto ringrazio il Ministro per la documentazione che ci ha fornito, che mi riservo di approfondire. Proprio su questa documentazione volevo fare due domande. La prima riguarda il capitolo sulla buona amministrazione, in particolare il punto 3 del paragrafo riguardante le cose da fare, dove, parlando di performance, si dice che sarà rafforzata la valutazione della performance: in che modo? Si pensa di intervenire sugli organismi indipendenti di valutazione? Ricordo a me stessa che si tratta degli organismi che valutano un'Amministrazione, ma che vengono scelti dalla stessa Amministrazione che va valutata. La seconda domanda riguarda l'accesso, e in particolare voglio soffermarmi sugli enti locali. Nel capitolo della documentazione riguardante gli enti locali si prevede un pacchetto di misure che consentiranno agli enti locali di recuperare in cinque anni settanta mila posti di lavoro persi nell'ultimo decennio. Tutti noi giornalmente veniamo contattati da sindaci e da rappresentanti di enti locali che, con un grido di dolore, ci parlano della necessità di avere personale qualificato subito. Risulta, infatti, che tantissimi enti locali, specialmente del Sud, non hanno partecipato ai primi bandi di progetti del PNRR – ricordo il bando per gli asili nido, tanti altri bandi, il bando sulle risorse idriche della Regione Siciliana e altri ancora. Gli enti locali sicuramente oggi scontano una mala politica ventennale e hanno bisogno, da un lato, di personale qualificato subito, e, dall'altro, poiché l'età media dei dipendenti pubblici è alta, 55 anni, dell'assunzione di giovani per dare nuova linfa all'amministrazione pubblica. Facendo parte della maggioranza del Governo Conte II, puntavamo molto sul primo bando di concorso per il reclutamento di 2.800 funzionari da destinare alle regioni del Sud e avevamo previsto nella legge di bilancio 2021 lo stanziamento dei fondi per l'assunzione della prima tranche dei dieci mila funzionari voluti dagli allora Ministri Provenzano e Dadone. Purtroppo, nel concorso per 2.800 funzionari sono risultati vincitori soltanto cinquecento candidati. Gli enti locali ci chiedono personale subito, ma in che modo il Ministro pensa di risolvere tale necessità? Faccio poi una domanda sulla scelta a chiamata diretta degli esperti, su cui si è verificata una criticità dovuta al fatto che spesso la scelta diretta senza una selezione pubblica può comportare problemi anche a livello di trasparenza e di scelta del personale stesso. Mi auguro che questo tipo di procedure non vengano utilizzate in vista delle campagne elettorali che ci aspettano in questo ultimo anno. Seguo con interesse i bandi sulla formazione, anche il suo programma Sillabus è molto interessante. Le faccio un esempio: nella mia provincia, la provincia di Palermo, che conta circa cinquanta comuni, soltanto due comuni hanno aderito al programma. Questo perché? Non ho qui la verità in tasca, ma sicuramente i comuni hanno bisogno di personale e hanno bisogno di essere supportati anche in questo tipo di attività. Chiedo al Ministro anche maggiore attenzione agli enti locali per questo tipo di programmi, che spesso vengono considerati non necessari, perché le urgenze sono tante, i fondi da spendere sono tanti e, invece, sulla formazione bisogna stare molto attenti e investire anche per il futuro delle nostre pubbliche amministrazioni. Chiedo al Ministro se ha pensato a interventi aggiuntivi per gli enti locali che non partecipano a questo tipo di bandi. Grazie.

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  PRESIDENTE. Grazie onorevole Alaimo. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Gentile. Prego.

  ANDREA GENTILE. Grazie presidente. Ministro la ringrazio anche a nome del partito di Forza Italia per essere qui oggi, per aver illustrato con grande dovizia di particolari la premessa per lo sviluppo delle linee di azione del PNRR, unitamente a quanto già è stato fatto in un anno, che non è poco ma è tantissimo, se si considera il quadro di contesto epidemiologico molto difficile e se si considerano, purtroppo, le attuali condizioni del quadro politico. Dico che è stato fatto molto anche per quanto riguarda le regioni del Sud. È stato fatto molto anche in termini di professionalità tecniche, perché – concordo con quanto è stato affermato dai colleghi in precedenza – c'è un problema evidente di professionalità tecnica al Sud, ma è altrettanto evidente che l'impostazione dello strumento – a mio modo di vedere, per come è stato da lei correttamente declinato – vuole sopperire a queste emergenze e a queste necessità e rispondere all'urgente richiesta, da parte dei sindaci e delle amministrazioni locali, di non essere lasciati soli, soprattutto in una parte del Paese dove perdere risorse, per carenza di professionalità tecnica, vuol dire essere estromessi da circuiti virtuosi e perdere opportunità importanti. Su questo aspetto, un'iniziativa che ho apprezzato molto riguarda proprio il tavolo di monitoraggio sugli enti locali, tavolo interministeriale, coordinato dal suo Ministero, che consentirà non soltanto di declinare, ma anche di vigilare sull'efficace spesa delle risorse, quindi sull'efficace attuazione degli strumenti normativi e sul raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR. Questo ritengo sia un aspetto assolutamente fondamentale, unitamente a tutte le altre misure, ma questi ritengo siano aspetti da esaminare ulteriormente e su cui fare leva per i futuri, prossimi obiettivi. A nome di Forza Italia, faccio ancora un plauso al lavoro che è stato svolto. Siamo convinti che si è a un buon punto rispetto al conseguimento finale degli obiettivi, siamo convinti che, andando avanti così e perseguendo questi obiettivi, il target e gli obiettivi previsti per giugno 2023 saranno ragionevolmente conseguibili. Grazie Ministro.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Gentile. Ha chiesto di intervenire il professor Ceccanti. Prego.

  STEFANO CECCANTI. Grazie presidente, grazie Ministro. Ho due domande flash. Poiché mi sembra che lei prospetti un nuovo decreto-legge sul PNRR, visto che noi siamo un po' in sofferenza sui decreti – anche lei lo era quando era parlamentare semplice come noi – le chiedo se non sia possibile ricorrere o alla legge delega o a un disegno di legge veloce, magari collegato al DEF, comunque, se possibile, un altro strumento che risulti un po' meno invasivo. Seconda domanda, sullo smart working nella pubblica amministrazione: visto che stiamo facendo progressi sulla digitalizzazione e sulla formazione del personale, non pensa che sia possibile fare un uso più massiccio, in progressione con questi due elementi, anche dello smart working? Grazie.

  PRESIDENTE. Poiché ci sono problemi di collegamento con l'onorevole Prisco, che vorrebbe intervenire da remoto, non essendoci altre richieste di intervento, do la parola al Ministro per la replica. Prego Ministro.

  RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione. Grazie, grazie a tutti. Vorrei rispondere con una battuta sulla guerra, ma non ci riesco. Sono stato chiamato qui per rappresentare un anno della mia attività per realizzare il PNRR. Pensavamo che questo fosse sufficiente per quanto riguarda il dovere di questo Governo, purtroppo la storia, gli eventi, la tragica realtà ci hanno portato a fronteggiare – l'ho detto all'inizio – un'altra emergenza spaventosa, che è quella della guerra. Non mi sottraggo a questo, dico solo che oggi su «Huffington post» ho pubblicato un piccolo saggio su come la penso, su quello che si dovrebbe fare. A mio modo di vedere, ma lo dico a titolo individuale, come semplice pensatore, non certamente come membro del Governo, perché questa è una Pag. 15decisione collegiale complessa, credo che serva un Next generation EU 2 per quanto riguarda la guerra, per quanto riguarda il nuovo paradigma in cui è precipitata l'Europa con l'invasione dell'Ucraina. Ho scritto questo oggi e, pur non volendo fare una citazione di un lavoro che è uscito questa mattina, dico però che lo trovate su «Huffington post» – sono venti mila battute, è un lavoro anche un po' pesantino. Però è il mio pensiero, mio personale, non certamente in termini di governo. Tra mezz'ora a Versailles si apre un Consiglio europeo informale in cui si tratteranno probabilmente anche queste cose. Mi dispiace solo potere parlare dell'anno trascorso e delle cose fatte, mi piacerebbe tantissimo parlare delle cose da fare per la nuova Europa. Penso che non sia questo l'oggetto dell'audizione di quest'oggi. Sono disponibilissimo a tornare, a mano a mano che si formerà un pensiero su questo, perché questa è la nuova emergenza. Avevamo l'emergenza pandemica, abbiamo l'emergenza economica, pensavamo di avere, non dico, risolto ma di avere avviato a soluzione sia l'una sia l'altra e adesso abbiamo l'emergenza geopolitica della guerra. I Parlamenti sono fatti per questo, cioè per affrontare i problemi quando si creano. Non gliene voglio, da questo punto di vista, per la domanda che mi ha fatto sulla guerra, è giusto che me la faccia, perché dobbiamo affrontare i problemi qui e ora, siamo il Parlamento italiano. Sul secondo insieme di domande, mi riservo di trasmettere in un secondo momento le risposte, anche perché non riguardano il mio Ministero, perché, rispetto alla mia passata esperienza di Governo, quando il mio Ministero era il Ministero della pubblica amministrazione e dell'innovazione. Questo «e dell'innovazione» da un po' di anni non c'è più, perché, virtuosamente, è stato attribuito alla responsabilità di un altro Ministro, che è il bravissimo Ministro Colao con il quale collaboriamo. A tale attribuzione, però, ha fatto seguito anche lo spostamento delle risorse, che sono tantissime, degli investimenti, dei cronoprogrammi, dei target e dei milestone previsti dal PNRR. Pertanto, vi invito a chiedere al Ministro Colao di darvi queste risposte. Però, per le vie brevi, posso farmi parte diligente e mettere a vostra disposizione le informazioni in mio possesso sulle risorse disponibili. La mia missione è quella di preparare le condizioni di semplificazione, di governance e di capitale umano perché il Ministro Colao possa lavorare alla transizione digitale. Questo è lo schema e lo ribadisco. Forse ho la parte meno accattivante dell'operazione, la parte, forse, più complicata, il Ministro Colao ha invece la parte più ardua e più visibile, quella della digitalizzazione, però stiamo lavorando insieme per mettere insieme la transizione digitale e il capitale umano, che però senza semplificazione, come ho cercato di dire prima, non producono una sintesi. Questo è lo schema logico mentale e mi dispiace se non posso risponderle subito, però le risorse sono straordinarie e ingenti. On. Alaimo, la ringrazio perché mi ha fatto tornare indietro di dodici, tredici anni. L'autore degli Organismi indipendenti di valutazione della performance (OIV) sono io, come lei ben sa, sono figli miei. Non sempre i figli vengono fuori bene, a volte vengono fuori bene, benino. Però comunque un processo l'hanno avviato, quello della valutazione della performance. Prima non si parlava di performance, ora la performance è inserita nei processi di tracciamento, di taglio dei tempi, di premialità, di responsabile unico del procedimento (RUP). A cosa serve tutto questo? A misurare la performance dei sistemi complessi, perché quasi mai un procedimento ha un inizio e una fine semplici. Quasi sempre un procedimento è un processo di attraversamento e quasi mai si trova oggi il responsabile dell'efficienza o dell'inefficienza. Voglio monitorare tutto l'attraversamento, attraverso il tracciamento, attraverso il RUP, attraverso il rispetto dei tempi, attraverso premi e punizioni. Questa è la nuova performance, a questo saranno chiamati i nuovi OIV. Come dicevo, la ringrazio perché mi ha fatto tornare più giovane di dieci, dodici, tredici anni. Passo all'altra domanda: si tratta di una vecchia polemica. Ho portato avanti il «concorso Sud» per 2.800 posti così come era, generosamente finanziato dal Governo precedente, come ho detto in Pag. 16diverse occasioni. Probabilmente, l'aspirazione di assumere esperti con il livello salariale indicato nel bando non era realizzabile. I selezionati sono stati 800, non 500, poi non so se alcuni si sono persi per strada. Abbiamo fatto di questa esperienza virtù, nel senso che non è più successa una cosa di questo genere. Abbiamo in programma il completamento del reclutamento, che sta realizzando il Dipartimento per le politiche di coesione, quello della Ministra Carfagna, e sicuramente saranno coperti tutti i 2.800 posti messi a concorso. Però questo bando non ha niente a che fare con il PNRR, in quanto si tratta di un progetto e di un finanziamento del Governo precedente, il Governo Conte II. Non c'è stata chiamata diretta di professionisti, ci sono stati una preselezione dal portale e colloqui comparativi svolti dalle regioni sulla base di un numero multiplo di professionisti per ciascuna singola posizione; quindi, per ogni singola posizione c'era un multiplo di quattro o cinque candidati, selezionati, anche con meccanismi di intelligenza artificiale, dai curricula e dalle liste del Portale del reclutamento, in maniera tale che le singole regioni potessero fare una selezione. Non c'è stata, quindi, nessuna chiamata diretta, mi consenta la battuta, in vista delle elezioni, lasciamo stare, sto puntando ad altro. Sto puntando al massimo della trasparenza, al massimo della qualità, al massimo della responsabilità, tutto è trasparente, tutto è tracciato. Se il sindaco Luigi Rossi del comune di Vattelappesca assume dieci Rossi tra questi professionisti, è tutto scritto, è tutto tracciato in maniera tale che si potrà verificare se sono parenti o non sono parenti, perché io ho voluto la total disclosure, la totale trasparenza in tutti questi processi. Devo dire che in questo milione di candidati, in questi 45 mila selezionati e assunti non ho visto elementi di crisi, neanche uno. Un milione di candidati è tanto e va bene, però, per carità, ha ragione a richiamare l'attenzione. Sui comuni, anche in questo caso vi ringrazio per avermi posto la domanda. Io a Parma c'ero, collegato da remoto – a Parma si è tenuta la conferenza annuale dell'ANCI, a novembre mi pare – e ho sentito il grido di dolore che lei e un altro collega avete rappresentato. Ho fatto quello che di solito la politica non fa. Ho dato una risposta immediata al grido di dolore della conferenza di Parma e, pur dovendo fare una bella battaglia con la Ragioneria generale dello Stato, il Ministero dell'economia e delle finanze e via dicendo, ho messo in piedi un insieme di norme di legge, di decreti attuativi e via dicendo, tale da consentire l'assunzione di quindici mila dipendenti aggiuntivi a tempo indeterminato per rafforzare l'azione dei comuni, al di fuori dei concorsi tradizionali, e ho messo in piedi quello che il collega Gentile ha citato, cioè un tavolo di monitoraggio sullo stato di attuazione della normativa adottata dopo la conferenza di Parma. Sono in contatto diretto con l'ANCI tutti i giorni, per verificare che tutto questo funzioni. Ma non basta, perché anche se io assumo giovani, poi questi non è che siano operativi ed efficienti dal giorno dopo, hanno bisogno di formazione. Le do un'altra notizia: proprio per fare questo, stiamo mettendo a punto – non ve l'avevo detto perché è ancora tra le cose «in cottura» ma è quasi pronto – una piattaforma di assistenza tecnica legata a strutture specializzate – Cassa depositi e prestiti, Invitalia, Medio credito centrale – che, sulla base di norme di legge e di accordi, forniranno assistenza tecnica ai comuni in via immediata e faranno anche la formazione delle nuove risorse nel frattempo reclutate. Quindi, la sua osservazione che non basta assumere è perfettamente corretta, perché non basta assumere sulla base di un bando che ti capita tra capo e collo. Un bando che non ha un sufficiente numero di partecipanti è un fallimento di tutti, di chi ovviamente doveva partecipare e non ha partecipato, ma qualche responsabilità anche degli enti locali ovviamente c'è, per esempio, degli enti locali in altre faccende affaccendati, però se uno fa un bando ha tutto l'interesse che ci sia una buona partecipazione al bando. Se faccio un bando con le necessarie risorse e il bando non ha successo è un fallimento di tutti e l'Europa ci guarda anche male e, alla fine, ci dice: «Ma come? Vi diamo i soldi e non siete neanche capaci di spenderli?». Non voglio Pag. 17questi insuccessi e la piattaforma che ho messo a punto e che sarà operativa tra qualche giorno è fatta proprio per questo, con circa 700 ingegneri a disposizione, a chiamata, per sopperire non solo ai fabbisogni immediati, come bandi e via dicendo, ma anche alla formazione delle risorse umane che cominciano ad affluire. Come ha detto anche l'on. Gentile, e come abbiamo anche pubblicizzato, il tavolo con l'ANCI funziona, funziona bene, però non basta perché io voglio avere anche un catalizzatore forte: il nostro Paese è strapieno di professionisti capaci, che vanno solo coinvolti in questo processo. Il professor Ceccanti ha ragione, è in preparazione un provvedimento, mettiamola così, un provvedimento di accompagnamento e di attuazione del PNRR, perché in fase di applicazione del PNRR ci siamo resi conto che ci sono cose da implementare ulteriormente. In questo provvedimento sto inserendo norme per il perfezionamento della riforma dei concorsi, per superare la fase di emergenza, e per il taglio dei tempi dei procedimenti, con il tracciamento, con la performance e così via. Si tratta di cose che non erano previste e che saranno inserite in tale provvedimento, ma non mi sembra che le deleghe vadano più veloci di altri strumenti – ma questa è una battuta autoironica. Passo a rispondere sullo smart working. Lo dico una volta per tutte, io e la mia bravissima collega Dadone abbiamo avuto una intuizione geniale. Durante la pandemia, per fronteggiare il rischio sanitario, il settore privato ha scelto la cassa integrazione, poteva farlo anche il settore pubblico, ma è stata fatta un'altra scelta. Esiste la cassa integrazione nel settore pubblico, con la medesima disciplina di quella del settore privato, ma non è mai stata utilizzata nel corso della storia patria. La Ministra Dadone ha fatto un'altra scelta e io condivido la scelta che ha fatto. Ha detto no alla cassa integrazione, ma si allo smart working. Io condivido pienamente questa sua scelta rivoluzionaria, forse affetta da un po' di ideologia – ma ci sta, ci sta tutto. Il vero problema, devo dire, è che, con un proprio provvedimento, ha stabilito che il lavoro da remoto era la modalità ordinaria di lavoro e che il lavoro in presenza era l'eccezione, lo dico in maniera semplificata. Durante il lockdown, durante la pandemia, questo aveva un senso. Sono convinto che fosse meglio della cassa integrazione. Quello su cui mi sono permesso di avere un'idea differente dalla collega che mi ha preceduto al Ministero è di strutturare alla stessa maniera il lavoro da remoto, a mano a mano che la pandemia andava ridimensionandosi o stava cambiando. Ho preferito fare un'altra cosa e, come era scritto nell'accordo del 10 marzo di un anno fa, contrattualizzare il lavoro a distanza, aprendo una discussione con il sindacato per dire a quali condizioni contrattuali si può fare un contratto con chi lavora a distanza. Sono un vecchio socialista, professore di economia del lavoro e relazioni industriali, quindi questa è la mia storia, la mia vita: io preferisco il contratto, un contratto liberamente sottoscritto dalle parti. Mi sono detto: a quali condizioni il lavoro a distanza è possibile? Intanto, sono necessarie la volontà delle parti e l'esistenza di un contratto. Poi sono necessari una base informatica, cioè un device, una struttura e una rete di garanzie per la connessione e la disconnessione, tutele, ma anche criteri di misurabilità del lavoro fatto e l'organizzazione del lavoro per obiettivi. Tutto questo deve dare regolarità a questa esperienza, che io considero importantissima, una delle esperienze fondamentali, però mi preoccupo anche del lavoro in presenza, che considero la modalità principale del lavoro nella pubblica amministrazione, ovviamente se non ci sono emergenze di tipo sanitario o pandemico, e considerando il lavoro a distanza, il lavoro agile, lo smart working – chiamiamolo come vogliamo, anche se ci sono piccole differenze – come una delle modalità di lavoro efficienti e funzionali, se la tipologia del lavoro, di quel lavoro, lo consente. Io ho questo avviso: un dirigente non può lavorare a distanza o non può lavorare a distanza per tutta la settimana, perché un dirigente deve dirigere, un dirigente deve controllare e questo è una delle dicotomie. Credo che ci siano lavori e fasi di lavoro che siano «smartabili», altri che non lo Pag. 18siano. Sappiamo tutti quale dibattito si sia sviluppato sulla DAD, sull'insegnamento a distanza, se serve, sì, ma mille volte migliore è l'insegnamento in presenza. Ci sono delle cose banali: il lavoro di cura, di assistenza, non può essere fatto a distanza. Circola nella rete un divertente spot di quel comandante di aereo che saluta e dice: «Stiamo atterrando. Auguri, io sono a casa mia che guido il velivolo», con tutti i passeggeri che ovviamente hanno qualche apprensione. Detto tutto questo, credo che in occasione della pandemia, una delle esperienze più straordinarie che abbiamo fatto tutti noi sia questa dello smart working, che però va strutturato, va dotato di piattaforme, va dotato di regole, va dotato di garanzie, va dotato di infrastrutture, va dotato di misurabilità e, soprattutto, non deve essere ghettizzante, perché c'è anche la preoccupazione che, dal punto di vista della parità di genere o dal punto di vista della professionalità, sia un lavoro di serie B – anche questa è una tematica molto complessa – ed è necessario soprattutto che ci sia un solo faro, la costumer satisfaction, vale a dire l'efficienza del sistema, la soddisfazione dei cittadini-clienti e dei cittadini-imprese, perché il pubblico impiego esiste per fornire beni e servizi pubblici; se io vedo scritto – l'ho detto tante volte – sopra uno sportello: «Chiuso per smart working», c'è una contraddizione in termini. Il lavoro a distanza deve essere a miglioramento dell'efficienza del sistema.

  PRESIDENTE. Ministro ti ringraziamo per il tuo lavoro così importante e prezioso per il Governo e ti ringraziamo per l'attenzione e il rispetto che hai sempre voluto mostrare nei confronti del Parlamento, rispetto e leale collaborazione di cui sono testimone nel momento in cui circa otto mesi fa abbiamo affrontato il primo provvedimento che riguardava il PNRR, ovvero il decreto-legge in materia di governance e semplificazioni. Grazie per il tuo lavoro, per il rispetto e l'attenzione che dedichi al Parlamento ogni giorno. Grazie e buon lavoro. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.10.

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