Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti stenografici delle audizioni

Vai all'elenco delle sedute >>

XVIII Legislatura

I Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 16 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brescia Giuseppe , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Brescia Giuseppe , Presidente ... 3 
Colao Vittorio , Ministro per l'innovazione tecnologica e la transazione digitale ... 3 
Brescia Giuseppe , Presidente ... 10 
Di Maio Marco (IV)  ... 10 
D'Ettore Felice Maurizio (CI)  ... 11 
Baldino Vittoria (M5S)  ... 12 
Montaruli Augusta (FDI)  ... 12 
Raciti Fausto (PD)  ... 13 
Brescia Giuseppe , Presidente ... 13 
Colao Vittorio , Ministro per l'innovazione tecnologica e la transazione digitale ... 13 
Brescia Giuseppe , Presidente ... 16 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal Ministro ... 17

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIUSEPPE BRESCIA

  La seduta comincia alle 13.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca ai sensi dell'articolo 143, comma 2 del Regolamento l'audizione del Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, nell'ambito dell'esame della relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza riferita all'anno 2021. Preliminarmente faccio presente che l'audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020. Considerato che la Commissione ha a propria disposizione circa un'ora di tempo al fine di assicurare al Ministro la possibilità di svolgere la propria replica, si potrebbe procedere con l'intervento di un deputato per gruppo per un tempo massimo di tre minuti ciascuno, per poi valutare in base al tempo residuo la possibilità di prevedere ulteriori interventi. Chiedo quindi ai deputati che intendano intervenire di fare pervenire la loro richiesta alla segreteria della Commissione. Ringrazio il Ministro Colao per avere accettato l'invito nella Commissione e per la sua presenza. Gli cedo la parola per la sua relazione. Prego.

  VITTORIO COLAO, Ministro per l'innovazione tecnologica e la transazione digitale. Grazie presidente. Onorevoli deputate e deputati, ringrazio per questa opportunità di parlare del PNRR. È passato poco più di un anno da quando abbiamo iniziato il nostro lavoro; quindi credo che svolgerò una relazione un po' corposa, ma penso che valga la pena dare sia il senso strategico, sia lo stato di avanzamento di tutta la nostra azione in questo mandato governativo. La nostra strategia ha quattro grandi pilastri: il primo sono le connessioni veloci, il secondo la digitalizzazione dei servizi, il terzo le competenze e il sostegno all'imprenditoria innovativa e poi, il quarto, lo spazio, che non è strettamente parlando digitale, ma fa parte del mio mandato. La connettività è il primo pilastro; parliamo di sviluppo reti 5G. È un pilastro volto a garantire, come prerequisito, le condizioni per cui tutti, indistintamente, abbiano opportunità di sviluppo sia personale, sia professionale, grazie alla rete. Serve a sostenere la digitalizzazione, serve a sostenere l'innovazione dei processi produttivi; è molto importante lavorare contro l'esclusione sociale – soprattutto a favore dei soggetti più fragili – e poi contribuire al processo di semplificazione dei rapporti tra pubbliche amministrazioni e cittadini. Per questo primo pilastro, l'obiettivo è di portare la connessione ad alta velocità su tutto il territorio nazionale, nelle abitazioni private e nei centri urbani, ma anche nei centri piccoli e fuori dai centri urbani, nei distretti industriali, negli edifici pubblici, nelle scuole, nelle sedi della pubblica amministrazione, nelle strutture sanitarie. QuestoPag. 4 è l'obiettivo del primo pilastro. La digitalizzazione dei servizi pubblici invece è un tema che attiene alla velocità, al fine di rendere tali servizi meno onerosi per i cittadini, più sicuri, più efficienti. Stiamo lavorando per mettere progressivamente in collegamento tutte le banche dati pubbliche della pubblica amministrazione, aiutando sia le PA centrali, sia le PA territoriali a digitalizzare i servizi in piena sicurezza. Si tratta, al tempo stesso, di abilitare i cittadini a utilizzare servizi digitali progressivamente; qui richiamerò, come esempio, che ritengo molto importante, il fascicolo sanitario elettronico, al quale stiamo lavorando insieme al Ministro Speranza. Siamo sulla strada giusta per raggiungere questo importante obiettivo; cito un dato: oggi in Italia il 43 per cento degli italiani ha un'identità digitale. Questo dato è uno dei migliori in Europa, ci colloca tra i migliori Paesi. Abbiamo tanti utenti attivi; per darvi un'idea, su Pago PA, che è la piattaforma dei pagamenti, abbiamo nove milioni di utenti attivi al mese. Sull'app IO ne abbiamo più di sei milioni. Le transazioni di Pago PA oggi superano i quattro miliardi di euro al mese. Quindi lo dico e lo continuo a ripetere: quando ci definiamo un po' arretrati digitalmente dimentichiamo che c'è una parte del Paese, che è questa della pubblica amministrazione digitalizzata, dove non siamo indietro rispetto ai grandi Paesi europei. La terza priorità riguarda le competenze. Qui parlo di competenze a 360 gradi, sia quelle che non abbiamo, su cui siamo carenti, sia quelle della formazione, dell'aggiornamento rispetto a quelle che invece i cittadini già possiedono. Questo è un aspetto di cui sono responsabile solo parzialmente, altri Ministri hanno un importante ruolo in tale ambito; penso al sistema scolastico, alla formazione professionale, universitaria, quindi al Ministro Bianchi e al Ministro Messa. Parliamo inoltre del piano di formazione di reclutamento dei dipendenti pubblici che è un aspetto assolutamente chiave, che richiama la competenza del Ministro Brunetta. Infine, tutte le competenze per quanto riguarda l'ulteriore formazione dei lavoratori, che invece sono di competenza del Ministro Orlando. È un lavoro di team, un lavoro di squadra che richiama diverse competenze; noi abbiamo le competenze digitali di base. La quarta priorità è il sostegno all'imprenditorialità e all'innovazione che, grazie al digitale, possiamo aumentare in grande misura; questa è un'area dove il Ministro Giorgetti ha molte risorse che sta dislocando. C'è un disegno strategico a livello di PNRR; ovviamente è importante anche questo, perché un tessuto imprenditoriale solido, con formazione forte e ben digitalizzato, diventa automaticamente più competitivo, più innovativo, portando crescita economica e sociale. Questi sono i quattro grandi pilastri della nostra azione. Ricordo le cifre. Complessivamente sono responsabile di circa venti miliardi; di questi un po' meno di cinque riguardano lo spazio; quindi sono più di quindici per la parte centrale del digitale. A oggi ne abbiamo impegnati 9,8; sono fisicamente già allocati, anche se non necessariamente assegnati. Stiamo parlando di infrastrutture: 3 miliardi e 800 milioni per il piano «Italia 1 giga»; 600 milioni per le scuole e le strutture sanitarie; 2 miliardi di euro per «Italia 5G» (quindi la parte di mobilità rurale), 623 milioni per la cyber sicurezza; 611 milioni per le PA centrali; circa 450 milioni per le competenze. Abbiamo quindi allocato 1,2 miliardi di euro all'ESA per «comparsa spazio» e altri 830 milioni sono andati all'ASI. Poi ci sono altri novanta milioni già assegnati CDP (Cassa depositi e prestiti) per sostenere le start up. Quasi metà del totale è già stato allocato.
  A questo punto, passo a parlare delle riforme, dei programmi di investimento. Partendo dalle infrastrutture, ne cito alcune per darvi conto dello stato di avanzamento. Il tema delle infrastrutture è quello più attuale perché le gare sono in corso adesso o stanno per essere bandite. A gennaio, abbiamo pubblicato il piano «Italia 1 giga». Su questo abbiamo avuto l'autorizzazione della Commissione europea sotto il profilo della compatibilità con il regime europeo degli aiuti di Stato; questo è importante ricordarlo perché qui stiamo dando soldi a imprese private. Questo piano prevedePag. 5 incentivi diretti per i costi in infrastrutture per coprire circa sette milioni di civici. La gara è in corso, quindi non posso sapere quale sarà il risultato, ma mi aspetto che ci sia una larga maggioranza di interventi sulla fibra e che, per quelli più difficili, più rurali, si prevedano interventi sulla banda larga in connessione wireless. Però, come ho detto, il bando è in corso, quindi non abbiamo né dati, né commenti al riguardo. I bandi per le scuole, per le sanità prevedono anche la connessione; qui la scelta è stata quella di completare l'infrastruttura, assicurarsi che le nostre scuole, i nostri ospedali, i nostri presidi sanitari siano connessi e che abbiano anche il servizio. Infatti, non potendo perdere tempo con altre gare, abbiamo unito due gare in una; l'obiettivo è che possano partire appena possibile. Per entrambe queste gare il tempo di chiusura è fine marzo. A febbraio abbiamo ripubblicato un piccolo bando per le isole minori; se ne era parlato anche sui media perché era un bando che era andato deserto. C'è un problema di scarsità di navi e di manodopera (sono sessanta milioni), ma è importante anche per le isole minori che si svolga; la scadenza è il 18 marzo. Infine c'è una gara, che non è ancora stata pubblicata, ma dovrebbe essere pubblicata alla fine di questa settimana, che ha l'obiettivo di stimolare lo sviluppo delle reti in quelle zone dove il mercato non andrebbe, perché sono zone rurali, zone non densamente abitate. Abbiamo previsto incentivi sostanziali; come ho detto la gara non è pubblicata, quindi non posso parlare nel dettaglio. Ci siamo riferiti all'esempio spagnolo; infatti, la Spagna, con un budget più piccolo del nostro, ha dato un incentivo molto elevato, pari al 90 per cento del costo dell'infrastruttura. Lo facciamo per permettere di avere la fibra nelle zone in cui altrimenti non sarebbe possibile installarla, e anche per densificare le aree in zone dove altrimenti, per ovvie ragioni commerciali, non ci sarebbero le condizioni per andare a vivere. Come vedete questi tre interventi sono molto complementari l'uno con l'altro: mirano ad andare a realizzare le infrastrutture dappertutto, togliendo questa odiosa distinzione che chi sta in un grande centro urbano, magari in centro, ha la fibra, chi sta sulle montagne della Calabria o degli Appennini non ce l'ha. Ma si tratta anche di intervenire per presidiare quei servizi essenziali che rendano attraente la vita nelle zone meno centrali, con nuovo scuole e sanità, essenzialmente. Il totale di questi interventi è rappresentato da 6,7 miliardi di incentivi. Pensiamo che, se tutto va bene, dovremmo finire entro giugno. Aggiungo che, per essere efficaci – mi è stato più volte ricordato anche in diverse Commissioni nelle quali sono stato audito – bisognerà prevedere anche dei sostegni alla domanda, non solo all'offerta; proprio per le caratteristiche economiche di queste aree bisogna permettere ai cittadini, alle cittadine, che ci vivono, di avere inizialmente quanto meno dei voucher o comunque degli aiuti per usufruire di questi servizi. È un compito del MISE, ma lavoriamo con loro per fare sì che questa connettività non resti una infrastruttura isolata.
  Il cloud e la sicurezza cibernetica rappresentano una seconda area di intervento molto importante per migliorare il rapporto tra la PA e i cittadini, per sostenere l'innovazione, in condizioni di sicurezza. Credo che in questi giorni, come non mai, ci stiamo rendendo conto dell'importanza della cyber sicurezza; è un passaggio cruciale. Abbiamo approvato a settembre una strategia cloud che prima non esisteva. A fine gennaio abbiamo annunciato il progetto «Polo strategico nazionale» che è un bando per la realizzazione di un progetto di interesse pubblico – nell'ambito di quello che si definisce un partenariato pubblico privato (PPP) – individuato a dicembre 2021. La scadenza per la presentazione di queste offerte è al 21 marzo; quindi siamo alle battute finali di questa gara. Ricevo spesso, durante le audizioni nelle Commissioni parlamentari, domande sulla strategia cloud; al riguardo, vorrei ricordare che ci sono due interventi: uno è il PSN (Polo strategico nazionale) – che è la «casa sicura» dei dati, per quelli più critici – per il quale è previsto circa un miliardo; poi c'è un secondo intervento, anche questo di circa un miliardo, che è semplicemente volto a favorire il passaggio della pubblica Pag. 6amministrazione al cloud, quello commerciale, quello generale. Il nostro approccio è volto a raggiungere due obiettivi: da una parte dotare l'Italia di una infrastruttura sovrana – chiamiamola così – sicura; dall'altra, garantire che anche operatori commerciali piccoli di mercato, le regioni, ma anche i privati, possano comunque competere per quella parte di cloud che sarà meno sensibile, ma è comunque meritoria di essere utilizzata per questioni di sicurezza. Questo lo sottolineo perché sia i cloud service provider commerciale, sia il PSN sono entrambi parte di una visione strategica del Paese che io credo sia molto importante, visione che è stata riconosciuta peraltro abbastanza robusta, anche dal punto di vista politico e sociale, da altri Paesi. Un altro elemento è stato ovviamente l'Agenzia nazionale per la cyber security, tassello fondamentale per garantire il supporto al mondo privato. In tale ambito sono previsti 623 milioni in dotazione del PNRR per raggiungere l'obiettivo. L'Agenzia ha iniziato in queste settimane il reclutamento del personale, dotato delle necessarie competenze, che entrerà a far parte dell'organico. Questo è il terzo elemento della strategia: quindi, abbiamo il polo sicuro, il polo commerciale e poi un'Agenzia che aiuta tutti a digitalizzarsi in sicurezza.
  Passo al sistema delle identità digitali e delle deleghe, quello a cui mi sono riferito parlando del 43 per cento di italiani che hanno già un'identità digitale. Qui il target è raggiungere il 70 per cento entro il 2026 e ci sono diversi cardini della strategia. Il primo è l'attivazione stessa delle identità digitali: in Italia registriamo 29 milioni di Spid, 27 milioni di carte di identità attivate. Tra il 2020 e il 2021 le prime si sono quadruplicate, le secondo raddoppiate. Ci sono 9 mila e 600 enti pubblici che hanno attivato l'autenticazione via Spid e 3 mila enti pubblici che l'hanno attivata su carta di identità elettronica. Stiamo partendo con lo Spid ai minori, che è molto importante per permettere anche alle scuole di andare sul cloud, con sistemi di autenticazione sicuri, a tutela del minore. Spesso mi viene chiesto perché l'Italia abbia due diversi sistemi di autenticazione digitale; uno è lo Spid, che è un sistema di mercato, che viene offerto da diversi operatori (le Poste sono il principale, ma ce ne sono anche altri). Poi ve ne è uno pubblico, che è la carta di identità elettronica. Penso che continueremo con questo approccio sui due canali, perché è un modo per beneficiare di due canali: da un lato un sistema statale sicuro, che possa svilupparsi nel tempo e anche inglobare dentro l'identità digitale tutti gli altri elementi dei nostri rapporti; dall'altro l'innovazione che arriva dal privato e la spinta a continuare a migliorare le interfacce, le modalità di funzionamento del sistema, che si ottiene solo se hai più scelta. Il cittadino potrà scegliere quale dei due utilizzare. Secondo elemento è rappresentato dall'app IO; 28 milioni di attivazioni, 6 milioni di cittadini che lo usano al mese. Oggi con questa applicazione si possono raggiungere 85 mila servizi pubblici, con un tasso di crescita mensile elevatissimo. Il terzo aspetto riguarda l'app Pago PA: 11 milioni di utenti attivi mensili, come ho detto, 4 miliardi e mezzo di transazioni al mese. Sta diventando il cardine dei rapporti tra la pubblica amministrazione e i cittadini per tutto quello che riguarda il pagamento (e poi aggiungerò anche quello che potremo fare con l'integrazione delle notifiche). Il quarto aspetto riguarda la delega digitale. È un sistema che stiamo introducendo, il decreto attuativo è in corso di ultimazione. Viene realizzato per permettere al cittadino che non è digitale di delegare a qualcuno per lui o per lei la possibilità di accedere ai sistemi digitali. Verrà trasmesso agli organi di controllo dopo avere avuto il parere favorevole della Conferenza unificata e del garante della privacy e poi verrà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Una volta a disposizione tutti questi elementi, il grande tema è l'interoperabilità delle piattaforme digitali abilitanti, che è molto importante per ampliare i servizi, rendendo semplice la fruizione attraverso il cosiddetto principio del once only, cioè il principio secondo il quale il cittadino, la cittadina, devono mettere le informazioni dentro un sistema una sola volta e allo Stato spetterà cercarle. Anche questo è molto importante, perché ci sono Pag. 7degli esempi recenti del grande beneficio che abbiamo ricevuto in questo ambito; il digital green pass, il certificato Covid-19 è un esempio di interoperabilità, che, tra l'altro, adesso sta facendo venire in mente tante altre possibili applicazioni – meno drammatiche e meno di emergenza – per creare un sistema che permette in maniera istantanea di conoscere lo stato di attivazione o di fruizione di un servizio. Questo è congiunto con un altro fattore importante, il completamento della ANPR, l'anagrafe nazionale della popolazione residente. La totalità dei cittadini italiani è oggi nell'anagrafe, oltre a una parte di quelli residenti all'estero. Il primo aspetto molto visibile riguarda i quattordici certificati scaricabili online, direttamente. Al riguardo, vi aggiorno su alcuni sviluppi. Il primo aspetto riguarda il cambio di residenza: dal 30 di aprile si potrà fare il cambio di residenza direttamente online. Il secondo, è l'integrazione nel sistema ANPR delle informazioni relative all'iscrizione in ambito elettorale. Perché questo è importante? Perché in prima battuta permette il sostegno, da parte dei cittadini, ai quesiti referendari, che sarà online; personalmente ieri sera ho verificato il funzionamento della piattaforma; devo dire che effettivamente è anche un'esperienza molto friendly. È in corso di rilascio operativo; appena finisce l'iter regolamentare la rilasciamo. È chiaro che il prossimo passo è l'eliminazione delle tessere elettorali; una volta che abbiamo legato i vari elementi ci si può domandare se serve un'anagrafe elettorale; torno al mio esempio del green pass: abbiamo l'anagrafe integrata, esiste un sistema di interoperabilità, non si comprende il bisogno della tessera elettorale cartacea; quindi la digitalizziamo. Stiamo anche collaborando con il Ministero dell'interno per estendere il sistema ANPR ai servizi per lo stato civile, inserendoli in una piattaforma centrale, invece che averli distribuiti tra i comuni; quindi, ognuno potrà accedere dappertutto. Infine, abbiamo la piattaforma digitale nazionale dati (PDND), piano PA digitale 2026. La PDND, che è la piattaforma dati che garantisce l'interoperabilità, è stata avviata a dicembre 2021; stiamo svolgendo la sperimentazione, che terminerà a giugno. Nella sperimentazione sono coinvolti l'INPS, l'Agenzia delle Entrate, il Ministero dell'interno e tre amministrazioni che ci ha segnalato o selezionato l'ANCI. Finita la sperimentazione, a luglio, si renderà attivo il servizio; quindi da luglio qualunque amministrazione che vorrà entrare sulla piattaforma di interoperabilità potrà farlo; gestiremo una lista per programmare l'ingresso.
  Credo di avervi dato l'idea che tutti questi sono tasselli di una visione che permette al cittadino di avere l'identità digitale, di entrare nei servizi, di avere i servizi digitalizzati e collegati fra loro, con fruibilità verificata in tempo reale. Questa è la base di un cambiamento, speriamo con un grandissimo miglioramento, sia in termini di soddisfazione dei cittadini, sia in termini di efficienza della pubblica amministrazione. A questo punto ci si pone la domanda sulla digitalizzazione dell'amministrazione. Qui abbiamo il piano PA digitale 2026, che abbiamo avviato nel 2021; lavoriamo in strettissima collaborazione con l'ANCI per la gestione del monitoraggio di circa 3 miliardi che il PNRR prevede per i comuni, le scuole e le aziende sanitarie. Questi fondi sono diversamente allocati; innanzitutto, sono volti a realizzare il cloud, per adottare i due sistemi Pago PA e app IO che ho descritto prima, per migliorare i servizi di base dei comuni. Quindi sono previsti 613 milioni semplicemente per migliorare i siti, digitalizzare quello che già hanno, ma magari non è fruibile. Si tratta di digitalizzare i 245 migliori servizi pubblici. Sono quindi previsti 285 milioni per adottare l'identità digitale, per poterla usare nel suo pieno potenziale. Sono poi previsti 80 milioni per i temi di accessibilità; 90 milioni per il single digital gateway che è un progetto di semplificazione di rapporto tra PA e cittadini che poi si inserirà nel progetto europeo. Infatti, l'Europa vuole replicare, nei diversi Stati, tutto quello che ho descritto, in una visione di più lungo termine. Quanti saranno i beneficiari di questi fondi? Diciottomila pubbliche amministrazioni locali, che potranno scegliere online quali interventi fare sulla base dei loro Pag. 8bisogni, selezionando le azioni, ricevendo l'autorizzazione ai fondi e anche selezionando i fornitori che saranno tra quelli qualificati, oltre a quelli centrali che noi offriremo, e svolgeranno anche il monitoraggio. Quindi un sistema molto semplice di erogazione che abbiamo studiato per accorciare i tempi del PNRR. Una domanda che mi viene spesso rivolta, soprattutto dagli amministratori locali è: «Chi aiuta i piccoli comuni? Chi aiuta i piccoli enti se non sono capaci?» Qui abbiamo scelto di non limitare le opzioni; favoriremo l'aggregazione delle PA locali, ma lasceremo scegliere a loro come aggregarsi. Non riteniamo di potere scegliere dal centro se un'unione dei comuni rispetto a una provincia o rispetto a una regione siano più o meno qualificate; probabilmente lo sono in maniera diversa, in diverse regioni o in diverse zone del paese. L'aggregazione di queste iniziative è possibile, non è obbligatoria, anche perché i grandi comuni a volte possono aiutare i comuni piccoli vicini o a volte invece i comuni piccoli non hanno voglia di farsi aiutare, preferendo mettersi tra di loro. Questo è lasciato ai territori. Il Ministro Brunetta sta poi portando avanti un'iniziativa molto utile e interessante di supporto tecnico alle PA locali; stiamo dunque valutando come rendere disponibile parte di queste risorse per la formazione del personale tecnico. Un piccolo flash sulla salute digitale, che è un tema che sviluppiamo in collaborazione sia con il Ministero della salute, sia con il MEF; l'obiettivo è di costruire una vera sanità digitale che sia più efficiente, ma soprattutto capace di offrire servizi online omogenei su tutto il territorio nazionale. Quindi, si tratta di rendere accessibili le migliori risorse medico sanitarie, indipendentemente da dove un cittadino o una cittadina sia residente. Vi sono due cardini: uno è l'alimentazione del fascicolo sanitario elettronico, che – possiamo dirlo apertamente – è molto disomogeneo in Italia; abbiamo regioni che sono a livelli altissimi, quasi al cento per cento della produzione digitale, e regioni che sono – ahimè!- anche a singola cifra (neanche al 10 per cento). Questo deve cambiare; stiamo lavorando con soddisfazione con alcune regioni per aumentare l'alimentazione, ma anche l'omogenizzazione. Ovviamente quando il cittadino cambia regione o si reca presso una struttura sanitaria fuori regione deve potersi portare dietro tutta la sua storia senza avere i faldoni ma potendo accedere al digitale. Il secondo cardine è la telemedicina. Qui parliamo di televisita, teleconsulto, telemonitoraggio; è l'area verso cui tutti gli Stati stanno andando. Chiaramente, vogliamo avere un progetto che, rispettando le autonomie regionali, permetta a tutte le regioni di fare leva sulle esperienze di successo che registriamo nelle varie parti del Paese. Nei mesi scorsi abbiamo impostato questi investimenti. Abbiamo sei programmi pilota regionali sull'alimentazione del fascicolo; abbiamo adottato le linee guida sul fascicolo e sulla medicina che indicano la strategia per le regioni; abbiamo adottato una riforma della sanità digitale attraverso il cosiddetto decreto sostegni ter, che definisce il nuovo fascicolo e identifica nell'Agenas l'agenzia italiana per la salute digitale. Agenzia che altri paesi hanno creato molto prima di noi dotandola di centinaia di persone; quindi noi siamo un po' indietro, ma, lavorando molto bene con il Ministro della salute, contiamo di potenziare molto rapidamente anche questa area. Non fornisco altri dettagli sull'infrastruttura sanitaria, a meno che non ci siano domande. Ovviamente l'omogenizzazione delle basi dati è la priorità più importante. Per quanto riguarda la telemedicina, abbiamo deciso di scegliere un approccio che permette di avere una piattaforma nazionale che consenta a tutti di avere accesso alle prestazioni di base, continuando a fare leva sulle applicazioni regionali, a patto che siano inseribili nella piattaforma nazionale. Quindi, si tratta di garantire che, se un imprenditore, un innovatore, una società specializzata nel settore ha una soluzione particolare buona – ad esempio, in Friuli Venezia Giulia, in relazione alla cura dei cardiopatici – tale soluzione, se risponde alle caratteristiche nazionali, possa essere estesa a tutte le regioni italiane. Si tratta quindi di continuare a cercare di fare crescere anche la telemedicina, la sanità regionalePag. 9 a livello nazionale e non solo in alcune regioni. Abbiamo due regioni che ci stanno aiutando in particolare – Lombardia e Puglia – che saranno un po' i catalizzatori, ma sono convinto che anche altre regioni contribuiranno a questa piattaforma nazionale. Infine, parlo delle competenze digitali. Abbiamo lanciato il fondo «Repubblica digitale» con l'ACRI, l'associazione delle fondazioni ex bancarie, in una logica di collaborazione tra pubblico e il mondo no profit. Avranno circa 300 milioni che sono dedicati all'alfabetizzazione sulle competenze digitali di base, ai progetti territoriali. L'approccio sarà di finanziare i progetti che dimostrano di avere impatto. Abbiamo l'obiettivo di formare circa due milioni di persone; vogliamo misurare l'impatto delle diverse iniziative e, con la stessa logica, vogliamo estendere su base nazionale quelle che funzionano meglio, quelle che danno un migliore risultato di digitalizzazione. In questo campo ho grande fiducia nel mondo del no-profit, perché ci sono realtà meravigliose che svolgono un'attività formativa estremamente utile, estremamente capillare, sia residenziale, sia domiciliare, a casa delle persone. Si tratterà di spiegare come funziona. Abbiamo lanciato, in collaborazione con la Ministra Dadone, con il Dipartimento delle politiche giovanili, il servizio civile digitale, proprio per svolgere questo servizio. Con questo, ho concluso la mia relazione che ha fatto riferimento ai quindici miliardi stanziati per il digitale. In relazione allo spazio, vogliamo rafforzare la capacità, ma direi anche l'ambizione italiana, in linea con le nostre tradizioni, stimolare innovazione e ricerca e creare un sistema di imprenditorialità nello spazio, che ha un grande potenziale. Abbiamo intrapreso una serie di iniziative. Ricordo l'accordo Italia – Francia sui lanciatori, l'intesa con Esa sul lancio della più grande costellazione di osservazione della terra e di iniziative di accesso allo spazio (circa un miliardo 300 milioni di euro). Avevamo detto che non avremmo scelto noi il nome di questa costellazione, ma l'avremmo chiesto agli studenti italiani; oggi abbiamo avuto i dati: 638 scuole italiane hanno proposto nomi per questa costellazione. Mille e cento nomi! Quindi alcune scuole hanno proposto più di un nome. Devo dire che è stato veramente bello vedere l'entusiasmo che questa iniziativa ha suscitato, anche perché poi immagino vi sia stato un ampio dibattito. Il nome definitivo verrà scelto dai nostri tre astronauti, quindi da Cristoforetti, Parmitano e Vittori, che sceglieranno il nome di questa costellazione, tra quelli proposti dai ragazzi. Sono contento di avere promosso un'iniziativa che è stata apprezzata. Abbiamo assegnato all'Agenzia spaziale italiana oltre 900 milioni per progetti di comunicazione satellitare sicura, per lo sviluppo dell'economia dei servizi in orbita, che è un aspetto su cui credo molto. Infine sono previsti 90 milioni a CDP venture, che li raddoppia; quindi 180 milioni per finanziare start up italiane nell'area spazio, ma anche tecnologie, iniziative di acceleratori. Non vogliamo solo utilizzare i fondi del PNRR come sussidio, ma anche aiutare il mondo privato a crescere.
  Con questo ho sintetizzato i principali interventi. Se è necessario rispondo a domande sui vari atti europei che sto seguendo. Mi piace citare un'iniziativa intrapresa che riguarda il sistema di Mobility as a Service – quindi in collaborazione con il MIMS – relativo allo studio della mobilità integrata. Mi piace riferire che per l'autorizzazione e la sperimentazione di questa iniziativa usiamo il Sandbox; si tratta di un'iniziativa lanciata dall'ex Ministra Pisano, a cui va dato credito, perché è importante. Avremo dunque a Torino questa sperimentazione di autobus senza guidatore e auspico che gli imprenditori italiani utilizzino di più questa struttura del Sandbox, introdotta dal precedente Governo, che è molto importante per poter sperimentare laddove le regole non siano ancora state approvate. Guardando al futuro, raccomando il Parlamento di tenere d'occhio due aspetti. Anzitutto, il lancio di idpay, che è l'integrazione dei servizi precedenti per garantire l'anticipo dell'erogazione delle spese sociali; si tratta, quindi, del riconoscimento digitale di un bonus o di qualche altro incentivo con l'erogazione immediata, senza avere bisogno di chiedere Pag. 10poi il rimborso. Questo progetto è stato lanciato insieme al MEF; è stato approvato, lo stiamo sviluppando, entro fine anno sarà attivo. Questo può essere un grande salto di esperienza e anche di qualità dell'informazione sulle politiche sociali effettuate ed è molto importante. Il secondo aspetto, che vi prego di guardare con molto interesse, riguarda la piattaforma notifica. Oggi in Italia chi prende una multa, chi riceve un atto, chi ha una notifica da parte dello Stato paga dai 7 ai 12 euro per la notifica, per ogni notifica. Con la proposta che abbiamo formulato sul digitale, il costo di questa notifica – diventando essa digitale – scende a pochi euro. Ciò avviene direttamente sull'App IO, senza correre agli sportelli. Questo è un altro grande cambiamento, perché sulla piattaforma notifiche c'è l'archivio digitale; non c'è più bisogno di mettersi da parte il bollettino scrivendoci sopra «Pagato» perché esso risulterà in digitale. Esattamente come avviene sull'app IO, con il certificato digitale o con i contributi. Queste due questioni, che sembrano molto tecnologiche, in realtà sono innovazioni sociali; la prima perché permette di erogare benefici sociali direttamente a chi ne ha diritto senza intermediari, senza problemi; la seconda perché fa risparmiare i soldi della notifica, ma soprattutto permette di mantenere digitalmente i documenti. Avrei altre questioni da affrontare, ma mi fermo per motivi di tempo. Vorrei solo concludere ricordando l'importanza del lavoro per la semplificazione, perché noi possiamo digitalizzare ciò che è complesso oppure ciò che è semplice. Dal punto di vista normativo, dal punto di vista della complessità delle norme, è molto importante cercare di mantenere i processi il più possibile semplici, non esagerando nella complicazione dei meccanismi. Questo è molto importante, l'abbiamo visto, purtroppo, con il green pass; cerchiamo di imparare la lezione del green pass e di applicarla alla vita quotidiana. Altro aspetto riguarda la qualità delle persone: dobbiamo assumere, dobbiamo formare, dobbiamo spendere di più in formazione; parlo della PA, ma parlo anche del privato. Credo che questi due investimenti, che non sono, strettamente parlando, sul digitale, renderanno il digitale molto più efficace, migliorando la vita degli italiani e delle italiane.

  PRESIDENTE. La ringrazio per la sintesi e per la chiarezza dell'esposizione di tante misure che sono state apportate in tema di innovazione.
  Le chiedo se è possibile avere una relazione scritta, perché i riferimenti che ci sono credo siano molto importanti per tutti i commissari.
  Le chiedo soltanto un chiarimento rispetto a queste ultime due misure di cui ha parlato per il futuro: mentre per le altre ci ha dato delle scadenze perché i bandi sono già in corso, quindi le date erano certe, su queste ultime due misure, sulle quali lei ci ha detto di prestare particolare attenzione, le chiedo se ci può dare dei riferimenti temporali.
  Do ora la parola ai commissari che intendano porre domande o formulare osservazioni.

  MARCO DI MAIO. Grazie Presidente, grazie Ministro. Come gruppo di Italia viva apprezziamo molto il contenuto di questa relazione, anche il lavoro che quotidianamente viene svolto. Intendiamo sottoporle soltanto due domande.
  La prima riguarda la questione della cyber security, in particolare la formazione del personale che si deve occupare di questi argomenti. La sua relazione è stata molto corposa, quindi mi scuso se dovesse essermi sfuggito questo aspetto, però a nostro avviso sarebbe significativa, ed è anche richiesto da diversi operatori privati di tutti i settori, ma soprattutto di quelli più esposti ai rischi di attacchi cibernetici, la possibilità di trovare personale, da inserire nelle aziende, in grado di operare con i sistemi che proteggono da questo tipo di attacchi. Questo può sembrare un elemento marginale, ma in realtà non lo è, perché c'è una grossa carenza di personale formato e adeguato per poter gestire questi attacchi.
  Quindi, la proposta che vorremmo fare – le chiediamo un'opinione, e se il Ministero sta già lavorando a qualcosa di analogo – è quella di istituire qualche forma di Pag. 11incentivazione per formare il personale che si deve occupare di questo, in primo luogo nella pubblica amministrazione, dove, anche per effetto dell'Agenzia che è stata istituita e di cui a lungo abbiamo discusso anche in questa Commissione, immagino ci si stia attrezzando. Penso, tuttavia, che in un Paese come il nostro ci si debba porre anche il problema di mettere i privati nella condizione di essere abbastanza protetti, o comunque abbastanza in grado di gestire questi fenomeni.
  La seconda domanda che intendo rivolgerle riguarda la possibilità, a suo giudizio, di un intervento, che è a costo zero ma libererebbe molti investimenti, di adeguamento dei limiti per le emissioni dei campi elettromagnetici, che in Italia sono i più bassi d'Europa, e l'adeguamento che vogliamo sottoporre come proposta alla sua attenzione, come lei sa, è quello di adeguarli ai limiti europei, non, ovviamente, di andare oltre. Si tratta di limiti che hanno ampiamente dimostrato di non provocare danni alla salute, ci sono numerosi studi scientifici che lo dimostrano, però dal punto di vista dello sviluppo della tecnologia 5G in Italia il non adeguarci a questi limiti e mantenerli a una soglia bassissima, da un lato sta impedendo l'avvio di molti investimenti, anche privati, e, dall'altro, nel tempo, rischia di mettere in seria difficoltà la capacità della nostra rete di rispondere alla domanda di connettività dei cittadini. La domanda che le rivolgo è se vi sia un orientamento definitivo del Governo su questo aspetto o, qualora non vi sia, quale sia lo stato dell'arte delle riflessioni, che so comunque essere in corso e che rientrano anche nelle sue sensibilità.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. La ringrazio, Ministro, anche perché, all'improvviso, mi sento quasi un marziano, dopo tutto questo quadro che è venuto fuori, mi sento così «innovato» tecnologicamente, e quindi sono contento di quello che ci ha detto, ma con molte perplessità. Intendo richiamare l'attenzione su due temi, uno sistemico e uno più specifico, che è quello del «recovery Sud».
  Lei ha parlato di digitalizzazione della pubblica amministrazione, l'Agenzia per l'Italia digitale si sta muovendo sullo sportello digitale unico, sull'accessibilità dei servizi pubblici digitali, ma il 27 per cento delle risorse del PNRR riguarda la transizione digitale, e c'è la famosa «quota Sud». So che avete fatto gli incontri con circa trecento comuni proprio sulla questione del Sud, e su questo tema c'è anche la questione che il 40 per cento secondo il criterio matematico sarebbe il 44 per cento, ma in realtà è portato al 40. Ho presentato un'interrogazione a risposta immediata alla Ministra, volevo capire se lavorate insieme come Ministeri o se ognuno lavora a casa sua: c'è questa novità dei Ministeri, non abbiamo fatto neanche il cambio dell'assetto dei Ministeri, vorrei capire come lavorate. Sono in maggioranza, però non sono mai stato un «pecorone» e quindi dico quello che penso, e lo dico in maniera molto chiara: penso che siate in un grande momento di confusione e che non vi sia una grande collaborazione, e questo è molto grave, tra Ministeri; in particolare, il Ministero dell'università e della ricerca ha fatto bandi, molti anche sbagliati, dodici sugli ecosistemi dell'innovazione, e per l'innovazione e il trasferimento tecnologico (cinque devono stare al Sud), che vanno sulle risorse dei famosi 15 miliardi, come lei ben sa. Dunque, il MUR ha fatto questi bandi, altri li stanno facendo, e volevo capire, su queste operazioni che vengono fatte, giustamente, dal Ministero dell'università e della ricerca, tutte connesse a uno stesso tema – l'andamento sistemico – cioè a quello che fa lei, a quello che dovrebbe fare, se c'è un coordinamento, e, se non è stato creato, quando pensate di farlo, perché, da quello che mi risulta, non mi pare ci sia tutto questo coordinamento, perché ciascuno si muove, giustamente, come lei ha detto, ma lei non ha mai citato il Ministero dell'università e della ricerca (lo ha citato, ma non è entrato nel dettaglio). Siccome sono anche un po' burocrate nel mio cervello, volevo capire qual è l'elemento, il protocollo di condotte e di coordinamento. Perché a me non risulta, ho provato al suo Ministero e al Ministero dell'università e della ricerca a cercarlo ma non c'è, non l'ho cercato da solo, l'ho fatto Pag. 12con un po' di gente che questa materia la capisce e proprio nati ieri non sono. Quindi non mi risulta. Volevo capire che tipo di coordinamento c'è, perché è importante. La quota del 40 per cento, se uno fa gli ecosistemi dell'innovazione, il trasferimento e la transizione tecnologica e digitale e li fa in un settore – lei ha parlato di altri bandi che sono usciti – prima occorre capire se c'è un complesso di attività che sono coordinate anche sui bandi, atteso che alcuni sono stati sbagliati, lo sappiamo, l'abbiamo sentito di recente, purtroppo, non erano fatti granché bene. Cinque di questi ecosistemi erano al Sud, ma non si tratta solo di questo, la quota del 40 per cento rispetto a questa serie di interventi come è garantita? Ho chiesto questa cosa al Ministro e mi ha risposto sul PRIN, c'era pure il PRIN nella richiesta e mi ha risposto. Ora gli ho scritto una lettera, vediamo che dice. Vorrei capire anche da lei come si svolge questa attività, perché non è indifferente, come lei ben sa, il settore della ricerca rispetto al suo Ministero, assolutamente non è indifferente, soprattutto su come è impostato il PNRR.
  Quindi, le chiedo, c'è questo coordinamento? Questa quota del 40 per cento come è stata attuata? Quali sono gli esiti di questi incontri per il cosiddetto «recovery Sud» con i comuni? Ad esempio, mi risulta che con alcune regioni, il cui parere sarebbe obbligatorio, secondo il protocollo, come più o meno ha fatto capire la Presidenza del Consiglio, non ci sia ancora un'interlocuzione. Faccio due esempi: con Campania e Calabria non c'è questa interlocuzione, non è stata ancora avviata concretamente. Siccome i bandi non nascono dal Nord e vanno al Sud, dal Sud al Nord, non nascono al Centro e poi si fanno, lei stesso ha detto che c'è bisogno di questa interlocuzione. Sul sito del suo Ministero non si dice altro che questo, però vorrei capire concretamente come questo è avvenuto. Queste sono le tre domande. Perché altrimenti tutti siamo contenti di diventare, con tutto il rispetto per lei, marziani, però vogliamo capire in che modo diventiamo marziani al Sud, al Centro, al Nord, e in che modo le risorse vengono realmente allocate in una sinergia tra Ministeri che al momento non c'è: c'è un protocollo, c'è qualcosa, l'avete già sottoscritto o pensate di farlo?

  VITTORIA BALDINO. Sarò molto breve, mi unisco ai ringraziamenti formulati dal Presidente per la sua relazione, Ministro. Le faccio solo una domanda: lei ha citato l'opportunità di una particolare cautela per l'accesso al sistema pubblico di identità digitale per i minori; le chiedo in che modo il Ministero intenda adottare queste particolari cautele in relazione proprio alla vulnerabilità dei soggetti minori che possono avere accesso a queste piattaforme digitali, in quanto chiaramente sono meno consapevoli dei rischi rispetto agli adulti. Le chiedo, anche alla luce del recente parere reso dal Garante per la protezione dei dati personali su richiesta dell'Agenzia per l'Italia digitale, come intendete recepire le osservazioni e le conclusioni formulate dal Garante per mettere in sicurezza i minori dall'accesso al Sistema pubblico di identità digitale.

  AUGUSTA MONTARULI. La mia riflessione è molto legata alla particolare contingenza e al momento storico che stiamo vivendo, un momento storico che, per quanto riguarda il conflitto, in particolare, stando alle parole del Presidente Draghi, non ha una definizione immediata, ma che di sicuro, a prescindere da come andrà la definizione di quel conflitto, avrà delle ripercussioni inevitabili, nell'immediato e nel lungo periodo.
  A fronte di questo contesto, credo che il Governo abbia già attuato una seria ricognizione dei software che oggi gestiscono servizi, vengono utilizzati e sono strumenti della pubblica amministrazione, dei servizi pubblici nazionali, degli asset strategici. La mia domanda è se in effetti questa ricognizione sia stata fatta, come ci saremmo aspettati, e quale sia l'esito, per esempio, su un numero eventuale, magari non ve ne sono, di software di matrice russa utilizzati nel nostro sistema, e quale sia l'approccio del Governo al riguardo.
  Anche per ripercorrere la domanda e la preoccupazione che le hanno già manifestatoPag. 13 i miei colleghi, anche di maggioranza, rispetto al tema della cyber sicurezza, credo che non possiamo ignorare tali aspetti, per poter poi procedere, anche alla luce delle osservazioni pubbliche che sono arrivate dal Copasir, in tal senso.
  Volevo chiedere, rispetto a tutti questi aspetti che le ho elencato, cosa sia stato fatto dal Governo e quale ne sia l'esito, o cosa vorrà in futuro effettuare, senza considerare che condivido la preoccupazione, sollevata non in questa Commissione, ma in altri contesti, di un PNRR che rischia di non essere più aggiornato rispetto al particolare momento che stiamo vivendo, anche su questo aspetto della cyber sicurezza. Quindi, anche su questo fronte chiedo cosa il Governo ha pensato di fare o ha già fatto.

  FAUSTO RACITI. Intervengo innanzitutto per ringraziare per la relazione accurata e per complimentarmi per il lavoro che il Ministro sta svolgendo, perché far fare il salto digitale non solo alla pubblica amministrazione italiana, ma alle pubbliche amministrazioni in Italia non è esattamente un compito semplicissimo. Complimenti, dunque, e massimo rispetto per il lavoro che sta sviluppando.
  La mia domanda è molto specifica, deriva dal problema di cui ci siamo accorti dopo l'attacco cibernetico al sistema di coordinamento del piano vaccinale della Regione Lazio. Sappiamo che c'è un'Agenzia per la cyber sicurezza alla quale sono destinate delle risorse, e questo va bene, ma noi dobbiamo evitare di affidarci ai carabinieri perché abbiamo dimenticato di mettere le porte blindate in casa. La domanda che rivolgo quindi è, rispetto alla formulazione dei bandi, se sono previste o se lei ha intenzione di prevedere disposizioni particolari che chiedano, pongano come requisito per poter partecipare, la messa in opera di sistemi resistenti o potenzialmente resistenti a cyber attacchi, ad attacchi con queste caratteristiche. Capisco che può essere una domanda un po' specifica, però è un tema che probabilmente abbiamo in passato colpevolmente sottovalutato e che oggi è alla nostra evidenza, non solo per il contesto internazionale, ma perché ci troveremo a confrontarci con questo tipo di problemi con sempre maggiore frequenza, quindi è una questione che mi sembrava giusto porle. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, do la parola Ministro per la replica.

  VITTORIO COLAO, Ministro per l'innovazione tecnologica e la transazione digitale. Grazie Presidente, rispondo alle domande secondo l'ordine con il quale mi sono state poste. Presidente, quanto alla sua domanda su Idpay e notifiche, sono due cose importantissime. Stiamo andando velocissimi, penso che entro fine anno saranno operative. Dopodiché però, devo dirlo, lo voglio dire perché so che poi questo viene anche ripreso, è importante che le amministrazioni poi usino queste piattaforme. Il mio lavoro è quello di creare le condizioni che mettano assieme con una visione strategica i diversi pezzi, poi però se il comune che, ad esempio, dà il bonus asilo, non la usa, quello rimane. Sarà molto importante, poi lo faremo noi, un programma di reclutamento delle amministrazioni, perché sulla parte relativa alle erogazioni di bonus, ma anche sulla parte relativa alle notifiche, arrivino il più possibile «a bordo»: io ricevo ancora a casa le carte che mi confermano che le mie tasse sull'immondizia le ho già pagate, è inutile, sarebbe sufficiente l'invio di una notifica. È molto importante anche la parte operativa (mi riferisco anche alle sue gentili osservazioni), è quella la parte veramente difficile: è portare tutti «a bordo», non è costruire le piattaforme.
  La domanda dell'onorevole Di Maio è importantissima, quella sulla formazione e sulla cyber security. Ci sono tre angoli, su questa situazione. Il primo è l'Agenzia: l'Agenzia sta assumendo gente molto brava, perché la trova e perché è un datore di lavoro attraente, però la domanda che lei ha rivolto è molto valida comunque in generale, c'è una scarsità di risorse nella cyber security. Qui i miei colleghi Messa e Bianchi hanno un ruolo importantissimo: Bianchi per la parte relativa agli ITS che specializzano i ragazzi in cyber security, i ragazzi finiscono che hanno già tutti il Pag. 14lavoro, dobbiamo potenziare il canale ITS-cyber security. Vi è poi l'università, la parte della laurea triennale che specializza in cyber security: stanno proliferando i corsi, è molto importante che continuiamo ad andare in quella direzione. Comincio ad anticipare una risposta all'onorevole D'Ettore: ci coordiniamo eccome con la Ministra Messa, tanto è vero che uno dei filoni su cui lei mette risorse è proprio quello della cyber security, è una delle aree di sua competenza. Il terzo elemento riguarda il Ministro Brunetta: nei bandi per le risorse che sta reclutando ovviamente c'è anche questa componente. Basterà? Sono un sostenitore del fatto che dobbiamo alimentare il più possibile il sistema formativo, quindi ITS e lauree triennali, per permettere di soddisfare questo bisogno, in difetto di ciò francamente la sua osservazione è molto giusta. Quindi, più che incentivi ad assumere sono necessari, a mio avviso, incentivi a formare, perché poi le persone formate trovano lavoro molto in fretta.
  Vengo al secondo punto sollevato dall'onorevole Di Maio, la posizione del Governo sui limiti elettromagnetici. Aggiungo che il punto che lei solleva è ancora più importante in considerazione dell'aumento del costo dell'energia, perché se ho i limiti elettromagnetici più bassi d'Europa vuol dire che ho più antenne, avendo più antenne le devo alimentare di più e quindi consumo più energia, è uno spreco energetico pazzesco, oltre a essere brutto dal punto di vista ambientale, e a essere costoso per gli operatori. La mia posizione su questo argomento è sempre stata nota, sono favorevole e avevamo creato un accordo di tutte le parti coinvolte, a eccezione di un Ministero. Sono d'accordo sul fatto che bisogna rivedere questo tema, rivederlo in maniera ragionata, ragionevole, però nell'ambito della scienza, nell'ambito di quello che l'Europa indica. Il tema adesso è ancora più urgente di prima, ci sono interlocuzioni in corso, auspico che tutte le riserve vengano sciolte e si possa procedere, purtroppo anche in tal caso la pressione di queste ore forse renderà chiaro a tutti quanto è urgente fare quello che io a suo tempo avevo cercato di fare.
  Quanto alle osservazioni dell'onorevole D'Ettore, innanzitutto, mi scusi, non voglio Marte, a me piace la Terra, quello di Marte è Elon Musk! Una Terra sostenibile, pacifica, equa è un posto bellissimo, quindi digitalizziamo la Terra, e a Marte ci penserà qualcun altro. Venendo alle sue domande, la prima è sul coordinamento: vorrei rassicurarla, il coordinamento c'è. Lei immagino si riferisse alla Ministra Messa. Anche con la Ministra per il Sud, Carfagna; al Sud spetta il 40 per cento delle risorse, la Ministra Carfagna ci sta molto attenta, per quanto riguarda i nostri fondi è più facile, perché io il 40 per cento di fibra fisicamente la devo fare al Sud, non è che posso farla altrove, la domanda è se troveremo le persone, se troveremo le capacità di farlo, ma sicuramente i fondi sono allocati geograficamente, quindi non c'è dubbio. La stessa cosa per i comuni, i comuni sono dove sono, faremo i bandi in maniera tale da permettere ai comuni del Sud di avere la loro quota. Di nuovo il tema è: saranno capaci o non saranno capaci di sottoscrivere? Quindi, richiamo l'importanza dell'iniziativa, con il Ministro Brunetta, per aiutarli e creare le aggregazioni. Quindi, alla domanda se ci coordiniamo, la risposta è sì, con la Ministra Messa in particolare, che lei ha criticato, non sta a me difendere quello che fa, la Ministra Messa è bravissima a difendersi da sola, però le assicuro che quando sono state definite tutte le aree, c'è stato coordinamento, è stato inserito lo spazio, sono state inserite le telecomunicazione, è stata inserita la cyber sicurezza, che sono le tre cose che dal mio punto di vista lei doveva avere, ma due su tre c'erano già. Dunque il coordinamento c'è, poi non entro sulla sostanza dei bandi, perché questo è un tema suo. Sul 40 per cento le ho risposto. Su Campania e Calabria, per quello che ci riguarda, la Campania è una delle sei regioni coinvolte sulla parte della sanità, la Calabria è un po' più difficile, ho rapporti con il Presidente, ci ha indicato delle persone responsabili, di nuovo è un problema di personale, vale a dire trovare il personale che possa interagire per tradurre un'intenzione di spendere soldi in spesa. Ma mi Pag. 15permetta, onorevole, la Terra è un posto bellissimo, vogliamo digitalizzare la Terra, Marte lo lasciamo ad altri.
  L'onorevole Baldino ha posto una questione relativa all'uso dello Spid da parte di minori. Due livelli di osservazione: recepiamo, ovviamente, la maggioranza delle indicazioni del Garante, con il quale lavoriamo, in particolare per quello che riguarda la limitazione dell'utilizzo dello Spid all'ambiente scolastico. Ci sono altri suggerimenti, in quella raccomandazione cui lei fa riferimento, che mi vedono meno convinto: non capisco perché quando il minorenne diventa maggiorenne lo Spid dovrebbe scadere e bisognerebbe farne uno nuovo, una carta di identità continua a valere. Però fondamentalmente siamo d'accordo, stiamo implementandolo secondo le indicazioni del Garante. Vorrei però fare un chiarimento: non è che i ragazzi usano lo Spid per andare su siti non buoni o pericolosi, lo Spid è solo per l'accesso sicuro e identificato a tutta una serie di servizi di Stato. La protezione dei minori dai rischi online è tutto un altro argomento che ha poco a che fare con lo Spid e che ha molto a che fare con la formazione digitale, quindi con quegli elementi di cui riferivo prima, su cui c'è tanta competenza, dobbiamo semplicemente diffonderla di più, quello è il vero tema, francamente il cattivo utilizzo dello Spid da parte dei minori è un piccolo problema ma quello vero è quell'altro.
  L'onorevole Montaruli ha posto domande sull'antivirus, il software e gli asset strategici. Innanzitutto rispondo che il Governo ha fatto il censimento; sto rispondendo, anche se questa è una competenza del Sottosegretario Gabrielli e dell'Agenzia, ma sono in contatto con loro, le assicuro che sono assolutamente «sul pezzo», quando ho chiamato per sapere come era la situazione, la risposta era già pronta. Quindi, la risposta è che il Sottosegretario Gabrielli sta facendo un eccellente lavoro di monitoraggio e di presidio dell'area. L'Agenzia deve ovviamente dare la sua opinione, sono state date le opinioni. Quale sia l'esito della ricognizione questo francamente lascerei che sia lui a dirlo, e non io. Sono parzialmente in disaccordo su una cosa che lei ha detto, e invece molto d'accordo su un'altra. Sono molto d'accordo sul fatto che sicuramente l'attenzione al cyber risk debba essere adesso alzata con questa situazione, pensando anche a scenari cui non pensavamo. Quanto alla caratterizzazione di un software come russo, bisogna stare attenti, perché poi ci sono tanti modi in cui le cose possono sembrare di un tipo e non di un altro. Quindi, più che sulla nazionalità mi concentrerei molto sul rischio intrinseco, perché è il rischio intrinseco che è determinante, le nazionalità si possono un po' mascherare, quindi è bene andare a vedere il rischio intrinseco. Anche su questo il professor Baldoni e il Sottosegretario stanno facendo un ottimo lavoro, per quello che vedo io. Non sono invece molto d'accordo nel dire che il PNRR non è aggiornato sul tema del rischio cyber perché, per fortuna, credo che avessimo messo dentro proprio questo. Se pensa a quello di cui ho parlato, abbiamo creato l'Agenzia, erano anni che se ne parlava e non c'era un'Agenzia. Stiamo creando un Polo strategico nazionale che abbia un concetto di sovranità e di difesa dei dati che è molto più forte di quello che c'era prima. Abbiamo creato una policy cloud che, permettendo e anzi favorendo sempre l'esistenza di soggetti privati, però classifica e dà l'abilitazione a gestire i dati a seconda di alcune caratteristiche che prima non erano esplicitate. Quindi, stiamo facendo tutti i passi che servono a rafforzare il sistema, sono tutte cose previste dal PNRR, dopodiché sono d'accordo con lei sul fatto che dobbiamo applicarle bene, questo è fuori di dubbio. Credo che la direzione di marcia che abbiamo intrapreso sia quella giusta, dopodiché ci si metterà un po' di tempo.
  Concludo con la domanda dell'onorevole Raciti: lei fa riferimento alla Regione Lazio e dice che l'Agenzia è come i carabinieri, che intervengono perché non abbiamo pensato alle porte blindate. Se la seguo nella sua metafora l'Agenzia non è tanto il carabiniere, ma è il fabbro esperto che ti viene a dire come fai a blindare le porte e dove la porta non è blindata abbastanza. Il carabiniere è la Polizia postale, Pag. 16sono i servizi di sicurezza, sono coloro che vanno a prendere i responsabili. Quello che mancava a noi era questo, mancava il «fabbro digitale» – chiedo scusa al professor Baldoni per l'uso di questa espressione – che aiuti il mondo pubblico e il mondo privato a capire come blindare la porta o dove la porta non è blindata abbastanza. Questo è il tema, perché poi andarli a prendere, tutto quello che è law enforcement, per carità è bellissimo, ma le cose sono già successe: dobbiamo fare anche quello, ma le cose sono già successe. Credo che i passi in avanti si stiano facendo, ci metteremo del tempo perché l'Agenzia sta assumendo il personale adesso. Quanto alla previsione di disposizioni particolari per la resilienza, la risposta è che in tutti i bandi stiamo costruendo questo. Ad esempio, nella costruzione del Polo strategico nazionale ci sono dei requisiti, nei bandi la componente prezzo è minoritaria, l'abbiamo ridotta rispetto alle componenti architettura, sicurezza e via dicendo, quindi stiamo già dando dei segnali che il prezzo dell'infrastruttura non è la cosa più importante, sono più importanti altre cose. È ovvio che il prezzo è importante, però stiamo diminuendo il suo punteggio e stiamo aumentando quello di altre componenti. Abbiamo dato indicazione di inserire, nelle commissioni che le stazioni appaltanti creeranno, esperti di cyber sicurezza, perché ovviamente è la commissione che valuta, che deve dare questo giudizio. Questo è quello che stiamo facendo, prevedere i requisiti, cercare di inserire nelle commissioni persone esperte, non attribuire al prezzo un punteggio superiore rispetto all'architettura. Dopodiché, questa della cyber sicurezza è una gara continua: ci miglioriamo, ci rafforziamo e gli hacker cercheranno anche loro di migliorarsi e di rafforzarsi, dovremo continuare. È uno sforzo che abbiamo messo in pista, ma perché poi venga continuato, perché questa è la struttura ma poi bisogna continuare a investirci, non c'è il minimo dubbio.

  PRESIDENTE. Ringrazio ancora il Ministro Colao per la sua disponibilità.
  Autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione che il Ministro ha messo a disposizione della Commissione (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55

Pag. 17

ALLEGATO

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26