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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (VI Camera e 6a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Lunedì 28 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Marattin Luigi , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, sui recenti sviluppi della vicenda riguardante la Banca Monte dei Paschi di Siena (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Marattin Luigi , Presidente ... 3 
Franco Daniele , Ministro dell'economia e delle finanze ... 3 
Marattin Luigi , Presidente ... 8 
Lannutti Elio  ... 8 
Martinciglio Vita (M5S)  ... 9 
Villarosa Alessio Mattia (Misto)  ... 9 
De Bertoldi Andrea  ... 10 
Fragomeli Gian Mario (PD)  ... 11 
Dell'Olio Gianmauro  ... 11 
Bignami Galeazzo (FDI)  ... 12 
Zanichelli Davide (M5S)  ... 13 
Franco Daniele , Ministro dell'economia e delle finanze ... 13 
Marattin Luigi , Presidente ... 15 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VI COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
LUIGI MARATTIN

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, sui recenti sviluppi della vicenda riguardante la Banca Monte dei Paschi di Siena.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera, l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, sui recenti sviluppi della vicenda riguardante la Banca Monte dei Paschi di Siena, dinnanzi alle Commissioni riunite VI (Finanze) della Camera dei deputati e 6a (Finanze e Tesoro) del Senato della Repubblica.
  Ricordo che la partecipazione all'audizione da parte dei deputati e dei senatori sarà consentita anche in videoconferenza, conformemente alle disposizioni dettate dalla Giunta per il Regolamento della Camera dei deputati nelle riunioni del 31 marzo e del 4 novembre 2020 e dalla Giunta per il Regolamento del Senato della Repubblica nelle riunioni del 9 giugno e del 10 novembre 2020.
  Do quindi il benvenuto, anche a nome del Presidente della 6a Commissione Finanze e Tesoro del Senato, Luciano D'Alfonso, al Ministro Daniele Franco, che ringrazio per la partecipazione.
  Invito i colleghi che intendono intervenire a segnalarlo al banco della Presidenza.
  Cedo quindi la parola al Ministro per il suo intervento.

  DANIELE FRANCO, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, presidente. Gentili presidenti, onorevoli deputati e deputate, senatrici e senatori, vi ringrazio per l'invito a riferire in ordine ai recenti sviluppi relativi alla partecipazione dello Stato nel gruppo bancario Banca Monte dei Paschi di Siena. A tal fine ritengo utile prendere le mosse ripercorrendo sinteticamente il contesto in cui lo Stato ha assunto la suddetta partecipazione e la sequenza di eventi e interventi normativi che si sono succeduti nel corso degli ultimi cinque anni.
  Ricordo che avevo tenuto un'audizione io stesso il 4 agosto 2021 e che il direttore generale del Dipartimento del Tesoro, Alessandro Rivera, aveva tenuto un'audizione il 2 novembre 2021.
  Ricordo che l'ingresso dello Stato nel capitale di Monte Paschi di Siena è avvenuto nel luglio del 2017, nell'ambito di una operazione di ricapitalizzazione precauzionale, autorizzata dalla Commissione europea e dalle competenti autorità di vigilanza.
  La ricapitalizzazione precauzionale ha richiesto la stesura di un piano di ristrutturazione della banca, da attuare nell'arco del periodo 2017-2021, e di una lista di impegni collegati che lo Stato italiano ha assunto, anche per conto di Monte dei Paschi, nei confronti della Commissione europea.Pag. 4
  Tra gli impegni principali che riguardano direttamente lo Stato si rammenta quello relativo alla dismissione della partecipazione in Monte dei Paschi da parte dello Stato entro la conclusione del periodo di ristrutturazione del piano.
  Ricordo infine che il piano ha stabilito obiettivi quantitativi sulla riduzione delle esposizioni deteriorate, sul rafforzamento dei profili di liquidità, sul contenimento dei costi operativi e sulla loro incidenza sui ricavi.
  La ricapitalizzazione precauzionale di Monte dei Paschi è stata approvata dalla Commissione europea il 4 luglio 2017. L'intervento pubblico complessivo è stato pari a 5,4 miliardi, di cui 3,9 destinati all'aumento del capitale e 1,5 riservati al ristoro degli investitori al dettaglio coinvolti nel burden sharing.
  L'attuazione del piano di ristrutturazione 2017-2021 costituisce parte degli impegni presi dallo Stato italiano per conto proprio e di Monte dei Paschi nei confronti della Commissione.
  Nonostante gli sforzi della banca negli anni successivi all'approvazione del piano, gli obiettivi previsti dal piano medesimo sono stati conseguiti solo parzialmente.
  Il Ministero dell'economia e delle finanze nell'ottobre del 2019 ha chiesto alla banca proposte specifiche in merito alle revisioni da apportare al piano e alla loro funzionalità rispetto alla ristrutturazione della banca.
  Dopo la conclusione della cosiddetta operazione Hydra – che prevedeva la cessione ad Amco di 8 miliardi di crediti deteriorati – è stato adottato, il 16 ottobre 2020, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sulla cessione di Monte dei Paschi.
  In quella sede il Governo ha demandato al Ministero dell'economia e delle finanze di dare avvio alla procedura di dismissione. Tra le modalità con cui dare attuazione a tale obiettivo, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha specificamente individuato l'ipotesi di un'operazione straordinaria di aggregazione.
  Il Ministero e la banca si sono attivamente impegnati nella ricerca di un partner. In parallelo, anche la banca ha aperto nel gennaio 2021 una data room per le controparti interessate allo svolgimento della relativa due diligence. Solo due soggetti hanno manifestato tale interesse. Il primo è il fondo di private equity Apollo. Il secondo è stato il gruppo UniCredit.
  Nelle more della definizione di un'eventuale soluzione aggregativa, la banca ha comunque elaborato una propria strategia di sviluppo, contenuta nel piano industriale 2021-2025, presentato al mercato il 15 gennaio 2021.
  Il piano prevedeva un aumento di capitale tra i 2 e i 2,5 miliardi, poi quantificato in 2,5 miliardi nel piano inviato da Monte dei Paschi alla Banca centrale europea – BCE alla fine del gennaio 2021.
  Nel 2021 l'European Banking Authority – EBA ha condotto stress test su 50 banche. Per quanto riguarda i dati di partenza, per il Monte dei Paschi il rapporto tra il patrimonio di migliore qualità e le attività ponderate per il rischio si attestava al 9,9 per cento alla fine del 2020. Nello scenario di base sarebbe sceso al 9,3 per cento, mentre per il complesso delle banche europee sarebbe aumentato dal 15 al 15,8 per cento. Nello scenario avverso sarebbe sceso per il Monte dei Paschi a un valore negativo, –0,1 per cento, mentre per il complesso delle banche europee sarebbe sceso dal 15 al 10,2 per cento. L'esito dello stress test confermava pertanto l'esigenza di un rafforzamento strutturale di significativa portata del Monte dei Paschi.
  I negoziati tra UniCredit e il Ministero dell'economia e delle finanze, in qualità di azionista della banca, hanno avuto formale avvio il 29 luglio 2021, con la definizione dei principi e dei presupposti necessari per realizzare l'operazione, accompagnata da un impegno di esclusiva tra le parti.
  Ricordo i termini generali dell'operazione, che erano i seguenti.
  Primo, l'operazione si configurava come un trasferimento a UniCredit del perimetro aziendale di Monte dei Paschi, con esclusione però dei contenziosi di carattere straordinario e dei crediti deteriorati.Pag. 5
  Secondo, le parti riconoscevano che il corrispettivo dell'operazione sarebbe stato definito sulla base delle valutazioni del ramo di azienda condotte mediante le metodologie di mercato.
  Inoltre, l'operazione era subordinata al mantenimento della neutralità patrimoniale per il gruppo UniCredit e a un significativo accrescimento dell'utile per azione sempre del gruppo UniCredit.
  I principali punti su cui si è concentrato il negoziato sono stati la definizione del perimetro aziendale e la corrispondente determinazione del corrispettivo per esso dovuto, nonché la valutazione circa l'entità dell'aumento di capitale che Monte dei Paschi avrebbe dovuto porre in essere prima della cessione.
  Inoltre, con il progredire della due diligence è gradualmente emersa la divergenza tra il corrispettivo che il gruppo UniCredit era disponibile a riconoscere per il perimetro aziendale, alla luce dell'obiettivo di incremento degli utili per azione, e il valore individuato per tale perimetro sulla base delle correnti metodologie di mercato.
  Tali circostanze hanno determinato l'impossibilità di conciliare le posizioni delle parti, con la conseguente consensuale determinazione di interrompere le trattative lo scorso 24 ottobre.
  Veniamo ora alle vicende successive. Terminata la trattativa tra il Ministero dell'economia e delle finanze e UniCredit alla fine di ottobre 2021, il management di Monte dei Paschi ha avviato – anche alla luce dei risultati degli stress test condotti nel giugno dello scorso anno – la revisione del piano industriale 2021-2025, che era stato approvato nel dicembre 2020.
  Il 17 dicembre 2021 il Consiglio di amministrazione ha approvato un piano industriale rivisto, con un orizzonte temporale 2022-2026. Il piano, comunicato al mercato nei suoi principali elementi, è stato sottoposto alla Commissione europea, in vista della revisione degli impegni, e alla BCE per i profili prudenziali. È in corso un'ulteriore revisione del Piano a seguito del cambiamento del management della banca, di cui dirò tra poco.
  Il piano di dicembre contemplava un rafforzamento patrimoniale analogo a quello previsto nel precedente piano: un aumento di capitale di 2,5 miliardi, da realizzare a condizioni di mercato.
  Inoltre rimodulava obiettivi in larga parte già contenuti nel piano 2021-2025, con riferimento:
  - a iniziative di semplificazione della struttura del gruppo e di rifocalizzazione del modello di business;
  - al consolidamento del processo in corso di contenimento dell'esposizione ai rischi di credito e legali, cosiddetto de-risking;
  - a iniziative di investimento in materia di digitalizzazione, oltre a iniziative di natura commerciale e di razionalizzazione volte a incidere sia sui ricavi sia sui costi. Ricordo qui una campagna di esodi volontari del personale, che avrebbe dovuto consentire un risparmio di costi di 275 milioni annui.
  Il piano prevedeva che gli oneri straordinari di ristrutturazione fossero prevalentemente sostenuti nel 2022. Pertanto, sulla base del piano, quest'anno la banca registrerebbe una consistente perdita d'esercizio, con un ritorno all'utile nel 2023 e un riallineamento della redditività a quella dei principali gruppi domestici a partire dal 2024.
  Il 7 febbraio 2022 il Consiglio di amministrazione di Monte dei Paschi ha approvato i risultati preliminari per il 2021.
  Nel 2021 la redditività della banca è tornata in territorio positivo, con un risultato operativo netto post rettifiche pari a 629 milioni e un utile netto pari a 310 milioni.
  È importante però tenere a mente che questi risultati positivi hanno riflesso anche partite straordinarie e non ripetibili oltre che fattori esogeni; inoltre risultano relativamente deboli nel confronto con altri intermediari.
  In particolare, la redditività ha beneficiato:
  - delle misure di sostegno pubblico all'economia;
  - di alcune componenti di ricavo straordinarie o non ripetibili; mi riferisco, in particolare, a plusvalenze per 127 milioni Pag. 6derivanti dalla cessione di titoli di Stato e a riprese di valore per 131 milioni su alcune posizioni creditizie significative caratterizzate da eventi societari, che ne hanno migliorato il profilo di rischio;
  - della riduzione nei costi operativi, pari a -3,6 per cento, che tuttavia risente dell'aver rinviato a successivi esercizi investimenti e l'adozione di misure di ristrutturazione – e quindi il sostenimento dei relativi costi – necessari al rilancio della banca in modo strutturale;
  - di un significativo calo delle rettifiche, di oltre il 60 per cento.
  Infine, nel confronto con banche con operatività e dimensione analoga, i risultati dell'esercizio 2021 di Monte dei Paschi sono stati meno soddisfacenti.
  La dinamica dei ricavi totali è stata più debole, per effetto di una contrazione del margine di interesse, a fronte di un aumento per gli altri intermediari e di un aumento delle commissioni relativamente contenuto, anche dovuto a una dinamica di minore crescita della raccolta indiretta.
  Questa relativa debolezza si è riflessa anche sulla percezione del mercato, come mostra l'andamento del titolo azionario Monte dei Paschi. A partire da maggio 2020, nel corso del 2021 e sino alla fine di gennaio di quest'anno, i corsi azionari della banca hanno fatto registrare una flessione, in controtendenza rispetto ai principali intermediari creditizi italiani.
  A partire da febbraio di quest'anno, in coincidenza con l'avvicendamento ai vertici della banca, per contro, il titolo ha registrato una performance positiva, decisamente migliore di quella delle banche concorrenti: a partire dal 7 febbraio il titolo ha registrato un aumento del 7 per cento, a fronte di un calo del 23 per cento in media per le banche italiane quotate.
  Infine, occorre ricordare che, alla fine 2021, termine originariamente previsto per il completamento della ristrutturazione e la dismissione della partecipazione pubblica, diversi impegni assunti dallo Stato con la Commissione europea non erano stati ancora conseguiti.
  Risultano lontani da un pieno raggiungimento in particolare gli impegni relativi alla dimensione della compagine del personale; al margine netto di gestione e all'incidenza dei costi operativi sui risultati di gestione, superiore al 70 per cento, contro un obiettivo del 50,8 per cento.
  Il 7 febbraio, in concomitanza con l'approvazione dei risultati preliminari, il Consiglio di amministrazione della banca ha altresì stabilito che fosse necessario individuare una nuova guida per la gestione. Come riferito nel comunicato stampa, con deliberazione all'unanimità, il Consiglio ha nominato il dottor Luigi Lovaglio amministratore delegato e direttore generale della banca, ritenendolo il profilo più idoneo a ricoprire tale incarico in virtù della sua rilevante esperienza anche a livello internazionale, unita alla profonda conoscenza del settore bancario italiano.
  La decisione assunta dal Consiglio di amministrazione mira a imprimere alla gestione di Monte dei Paschi un cambio di passo, per accelerare il processo di ristrutturazione fin qui intrapreso, necessario a dare maggiore credibilità alle prospettive di risanamento e sviluppo. Il nuovo amministratore delegato, che nel suo percorso professionale ha gestito operazioni complesse e completato ristrutturazioni aziendali di successo, è chiamato in primo luogo a rivedere il citato piano industriale 2022-2026.
  Ci attendiamo che il piano industriale rivisto fornisca rassicurazioni ai mercati circa l'adeguatezza degli obiettivi prefissati, nonché la credibilità e la tempestività della sua corretta esecuzione.
  La prima sfida da affrontare sarà la realizzazione dell'aumento di capitale. Questa operazione richiederà un piano credibile ed elevata capacità di realizzazione, così da attrarre le risorse di investitori privati necessarie a qualificarla «a condizioni di mercato», conformemente alla disciplina degli aiuti di Stato. Queste sono le condizioni che consentiranno allo Stato di partecipare all'operazione per la parte di propria competenza.
  Il rafforzamento della patrimonializzazione della banca risulta fondamentale innanzitutto per il rispetto prospettico dei requisiti patrimoniali di vigilanza. CostituiscePag. 7 inoltre una condizione imprescindibile anche per completare le ulteriori azioni di ristrutturazione previste dal piano e allineare i principali parametri economico-finanziari a quelli dei principali concorrenti.
  Una migliore patrimonializzazione e una maggiore solidità complessiva contribuiranno a consolidare la fiducia dei mercati e a rendere più contenuto il costo della raccolta, pertanto facilitando il reperimento anche di risorse presso gli investitori istituzionali, anche ai fini del rispetto del requisito minimum requirement for eligible liabilities – MREL.
  A seguito della chiusura della trattativa con UniCredit per la cessione della partecipazione, lo scorso ottobre, è stata immediatamente avviata l'interlocuzione tra il Ministero dell'economia e delle finanze e la Direzione concorrenza della Commissione europea, per negoziare un nuovo termine per la dismissione della partecipazione dello Stato nella banca e per rimodulare gli impegni assunti dallo Stato in occasione della ricapitalizzazione precauzionale nel 2017.
  In particolare, la Commissione europea ha preannunciato, come di prassi, l'imposizione di misure di natura compensativa a fronte della concessione sia della proroga, sia del mancato raggiungimento degli impegni assunti e non ancora conseguiti.
  In questa logica sono in corso interlocuzioni tra il Ministero dell'economia e delle finanze e la Commissione in merito alla revisione degli impegni, che terrà conto del piano industriale, così come rivisto dal nuovo management.
  L'obiettivo del Ministero dell'economia e delle finanze è conseguire una congrua proroga, funzionale a consentire la realizzazione dell'aumento di capitale e, nel medio periodo, la piena realizzazione delle ulteriori iniziative di ristrutturazione e incremento dell'efficienza necessarie a riportare Monte dei Paschi su livelli di redditività stabilmente più elevati.
  Un profilo più solido e redditizio agevolerà la successiva dismissione della partecipazione e una migliore valorizzazione dell'investimento dello Stato.
  Per quanto riguarda le misure compensative, si lavora per negoziare con la Commissione obiettivi che siano sufficientemente ambiziosi ma al contempo realistici e sostenibili, in particolare per quanto concerne la riconduzione del rapporto costi/ricavi a livelli competitivi.
  È fondamentale che questi siano in linea con gli obiettivi fissati dal nuovo piano industriale e risultino pertanto funzionali al necessario aumento dell'efficienza della banca.
  In conclusione, siamo consapevoli del complesso e delicato compito affidato al nuovo management. La realizzazione di un ambizioso e credibile piano industriale rappresenta anche la strada maestra per restituire la banca al mercato, libera dagli impegni assunti con la Commissione europea, e per consentire la migliore valorizzazione dall'investimento dallo Stato nel capitale della banca.
  Il Ministero dell'economia e delle finanze, nel rispetto della disciplina europea sugli aiuti di Stato e nella cornice del decreto del Presidente del Consiglio di ministri del 16 ottobre 2020, è tuttora incaricato di cedere la partecipazione.
  Eventuali favorevoli opportunità di dismissione, qualora si profilassero, potranno essere colte sin da subito. È tuttavia ragionevole attendersi che solo dopo la realizzazione dell'aumento di capitale e delle iniziative di ristrutturazione e di miglioramento dell'efficienza previste dal nuovo piano industriale si creeranno le condizioni più favorevoli per procedere alla privatizzazione.
  I tempi per la dismissione della partecipazione dello Stato nella banca dipenderanno dai progressi conseguiti attraverso il processo di ristrutturazione e dall'esito della specifica negoziazione in corso con la Commissione europea.
  Il mantenimento del controllo dello Stato sulla banca senza limiti di tempo non è in ogni caso uno scenario ipotizzabile: sono molto chiari gli obblighi giuridici derivanti dalla cornice normativa europea, che impediscono questa soluzione.
  Il Ministero dell'economia e delle finanze, in qualità di azionista di controllo e Pag. 8nel rispetto dell'autonomia strategica e operativa degli organi aziendali, segue con estrema attenzione gli sviluppi del gruppo Monte dei Paschi e, per quanto di sua competenza, sostiene le iniziative che possano agevolare il processo di ristrutturazione in atto.
  Al riguardo voglio menzionare la possibilità, introdotta in sede di conversione del decreto-legge n. 228 del 2021, cosiddetto Milleproroghe, di accedere, per l'anno 2022, alle prestazioni straordinarie del Fondo di solidarietà del personale del credito, con un requisito portato da cinque a sette anni. In ogni caso il Ministero dell'economia e delle finanze si farà promotore, sia nel corso del processo di ristrutturazione e di miglioramento dell'efficienza, sia in occasione della dismissione della partecipazione, di soluzioni che in primo luogo mirino a salvaguardare i livelli occupazionali, in secondo luogo la tutela del marchio e in terzo luogo il legame con il territorio.
  Monte dei Paschi di Siena è parte del patrimonio economico, culturale e storico della città di Siena, della Toscana e del Paese. La dismissione deve assicurargli un futuro importante nel sistema bancario italiano ed europeo.
  Come previsto dalla legge di bilancio 2021, riferirò preventivamente alle Camere in ordine a eventuali operazioni di aggregazione societaria o di variazione della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze in Banca Monte dei Paschi di Siena.

  PRESIDENTE. Grazie signor Ministro. Abbiamo una serie di iscritti a parlare e ricordo che preserveremo l'alternanza fra gruppi e, se è possibile, anche fra Camera e Senato. Vi invitiamo ancora una volta a contenere complessivamente in 6 o 7 minuti i vostri interventi.

  ELIO LANNUTTI. Ringrazio il signor Ministro Daniele Franco – che viene spesso a riferire – per l'audizione di oggi, che – faccio notare senza polemica – si svolge a mercati aperti, mentre in altre occasioni sempre a mercati chiusi, per evitare sospetti di possibili speculazioni in Borsa.
  La storia di Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca, che ho vissuto per 30 anni da rappresentante di una delle maggiori associazioni dei consumatori che si occupa di banche, l'Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari – ADUSBEF, è stata funestata da eventi delittuosi purtroppo, come quello nella notte tra il 6 e il 7 marzo 2013 del povero David Rossi, caduto da una finestra di Palazzo Salimbeni, ed è una lunga telenovela di mala gestio, il cui colpo di grazia – giova sempre ricordarlo – è stato inflitto il 17 marzo 2017, signor Ministro Franco, con l'autorizzazione di Banca d'Italia, allora governata dall'attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi, ad acquisire Antonveneta ad un prezzo folle, pari a 17,1 miliardi di euro, per una banca valutata dal professor Tommaso Di Tanno, allora presidente del collegio sindacale del Monte dei Paschi di Siena, meno di 3 miliardi.
  Io voglio stare nei tempi, quindi la ringrazio, signor Ministro, per la pazienza e anche per la capacità di ascolto, però oltre ciò che ho appena detto, questa è la banca dove i ministri hanno praticato le porte girevoli e dove chi si è permesso di risanare quella banca – io non ho alcuna amicizia né contatti con il sostituito Guido Bastianini – è stato cacciato e non so se sia una sorta di nemesi.
  Mi avvio alla conclusione, leggendo qualche passo di un articolo uscito su un quotidiano il 7 febbraio 2022, il cui titolo è: «MPS, il Tesoro silura l'amministratore delegato Bastianini nonostante i buoni risultati di bilancio. Luigi Lovaglio il successore.» Ha ricordato anche lei, signor Ministro, i 629 milioni nella gestione e i 310 milioni di utile netto. Questa banca, i cui appetiti anche di UniCredit non sono stati esauriti, è la più importante, la più vecchia e la più antica. Lei ha parlato di «patrimonio della Nazione» e di salvaguardare questo patrimonio di una banca che è quasi più vecchia della scoperta dell'America. Se vogliamo salvaguardare, dobbiamo essere trasparenti e dobbiamo verificare il piano. Se Bastianini aveva attuato quel piano e poi non si è voluto dimettere, voi lo sostituite e Pag. 9magari fra qualche mese sostituirete anche l'altro.
  I lavoratori e i risparmiatori devono essere salvaguardati, perché quello è un buco nero. Noi abbiamo calcolato che negli ultimi venti anni tra aumenti di capitale e provvidenze – ricordo i primi Tremonti bond nel 2012 – questa è una banca che ha inghiottito qualcosa come 60 miliardi di euro.
  Io la ringrazio molto, perché i risparmiatori, i cittadini, quelli di Siena – ma non solo – si aspettano da questo Governo e da lei, signor Ministro, trasparenza e soprattutto salvaguardia di un capitale umano e materiale che doveva essere il fiore all'occhiello dell'Italia e che purtroppo è sceso nella polvere.

  VITA MARTINCIGLIO (intervento da remoto). Signor Ministro, secondo la Banca dei regolamenti internazionali gli istituti di credito italiani sarebbero esposti verso la Russia per 25,3 miliardi di dollari. A essere interessata al mercato del credito russo è soprattutto, tra le nostre banche, UniCredit, che risulta addirittura essere la terza banca più coinvolta a livello europeo, con un'esposizione di 14,2 miliardi di euro, pari al 2,6 per cento di tutta l'esposizione creditizia del gruppo.
  Per quanto riguarda il Monte dei Paschi di Siena, invece, da quello che emerge dalla relazione dei sindaci presentata all'assemblea dell'istituto senese, gli impatti sulla ripresa economica e sull'inflazione della guerra in Ucraina rappresentano un elemento di rischio anche per il suo piano industriale, attualmente all'esame sia della BCE sia dell'Unione europea, che potrebbe essere soggetto a successivi aggiornamenti alla luce dell'evoluzione del mutato scenario economico.
  In questo quadro preoccupante verrebbe da dire che forse a questo punto sia stato un bene il flop delle trattative intercorse nel recente passato tra Monte dei Paschi, il Tesoro e UniCredit per l'acquisizione del gruppo senese da parte di UniCredit. In proposito dubbi e perplessità su tutta l'intera operazione erano stati sollevati – ancora oggi come forza politica ne rivendichiamo la fondatezza – a suo tempo attraverso un'interrogazione presentata dal nostro collega Zanichelli alla Camera.
  Pertanto le chiedo se ad oggi il Monte dei Paschi di Siena sia esposto, direttamente o indirettamente, nei riguardi della Russia e, in caso affermativo, quale sia l'ammontare dell'esposizione e il possibile impatto che potrà determinarsi nel quadro degli interventi di rilancio previsti per Monte dei Paschi anche nel caso in cui dovesse ripresentarsi – e noi ci auguriamo che ciò non accada o quantomeno che non accada con le condizioni che ci sono state nei mesi scorsi – l'opportunità di una fusione con UniCredit.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Ministro. Innanzitutto inizierei con qualche polemica veloce, presidente, perché dal Ministero dell'economia e delle finanze e da tutta la maggioranza, nel momento in cui chiedevamo una proroga per rinviare la vendita delle quote pubbliche di Monte dei Paschi di Siena, ci è stato detto che non si poteva fare e poi è stato fatto e l'ultima volta che abbiamo fatto un'audizione – ad agosto – non ci è stata data la possibilità di parlare e neanche di porre delle domande.
  Inizio con una polemica, perché bisogna fidarsi anche di chi sta al Governo e avendo visto quello che è successo negli scorsi mesi, sinceramente rimaniamo basiti anche da queste ultime dichiarazioni.
  Non si poteva chiedere la proroga, come dicevo prima, e poi la proroga è stata chiesta. Non si poteva perdere tempo, presidente, abbiamo fatto un'audizione, in cui qualcuno si è lamentato anche con lei, perché non avevamo lo spazio per poter fare delle domande. Come diceva prima il senatore Lannutti, stranamente questa seduta si fa a mercati aperti, lì erano le 20 di sera e vi era tutta un'attenzione verso questa operazione, che non si poteva in nessun modo discutere, perché altrimenti la banca sarebbe fallita, i dipendenti sarebbero finiti in mezzo alla strada e sarebbero avvenute tutte le disgrazie che ci hanno sempre raccontato in questo Parlamento. Fatto sta che sono passati otto mesi, siamo ancora qui, la banca e i dipendenti sono sempre lì, con situazioni sicuramente difficili, ma siamo ancora qui.Pag. 10
  Non si potevano usare i soldi pubblici e qua vengo alla domanda. Prima il Ministro parlava di un obbligo di ricapitalizzazione della banca, cioè di un nuovo aumento di capitale. La domanda è: chi farà questo aumento di capitale? Ha già qualcuno in mente o stiamo di nuovo parlando di soldi pubblici per aumentare il capitale di questa banca?
  Perché faccio questa domanda? Faccio questa domanda perché ci sono tre processi sul Monte dei Paschi di Siena. In realtà ci sarebbe anche quello sulla morte di David Rossi, però parliamo di quei tre sul Monte dei Paschi di Siena. In particolare, il terzo di questi processi riguarda i crediti deteriorati della banca. Nel procedimento in cui sono indagati un presidente, Alessandro Profumo, e l'amministratore Fabrizio Viola ci sarebbe, a quanto pare, una perizia di Bellavia-Ferradini, richiesta dal giudice per le indagini preliminari Salvini, dalla quale risulterebbe che dal 2012 al 2016 i crediti deteriorati non sono stati contabilizzati così come dovevano essere contabilizzati.
  Perché faccio questa premessa sulla domanda di prima? Per un semplice motivo: noi abbiamo dato 5,4 miliardi con l'ultima ricapitalizzazione al Monte dei Paschi di Siena e da parlamentare spero che il Ministero, quando ha stabilito qual era l'importo necessario per fare questo famoso piano industriale di Morelli che doveva risollevare la banca – ma invece si sono mangiati tutti i soldi – non abbia fatto la quantificazione su un bilancio, che ad oggi pare che non abbia contabilizzato per bene molti, molti crediti deteriorati. A quanto pare da una denuncia sembra che alla BCE risulti che già a quella data più o meno della ricapitalizzazione ci fossero 7,55 miliardi non capitalizzati, ma parliamo di cifre molto più alte.
  Come fate a venire qui a parlarci di un aumento di capitale alla luce di quello che è successo durante questo processo e di quello che è stato tirato fuori da questa perizia, che ha smontato la perizia fatta precedentemente, che invece, non rilevava questa esposizione di crediti deteriorati mal contabilizzati? Chi farà questo nuovo aumento di capitale? Soprattutto: avete intenzione di verificare, alla luce di questa perizia, se c'è stato un danno pubblico, nei confronti dello Stato? Perché abbiamo utilizzato una cifra che non era quella necessaria – e infatti così si è rivelata – per poter salvare Monte dei Paschi di Siena.
  Un'altra domanda importante, sempre sull'aumento di capitale. Presidente, so che ho poco tempo, quindi faccio un'ultima domanda, anche se ne avrei altre. Sull'aumento di capitale chi valuterà la quantificazione di capitale necessario? Sarà la stessa squadra che ha valutato al Ministero dell'economia e delle finanze quel tipo di apporto durante la ricapitalizzazione di Monte dei Paschi di Siena? Le chiedo quindi se non c'è intenzione almeno di modificare e valutare una nuova strategia e una nuova squadra.
  Io credo che lo Stato alla fine, visti i rapporti di UniCredit con la Russia, abbia dei problemi e su questo ha fatto una domanda l'onorevole Martinciglio, quindi attenderò la risposta.
  Su Profumo vi ho chiesto di partecipare come parte civile o di fare un'azione di responsabilità e mi avete detto di no, perché si aspetta la fine del processo, quando invece con Mussari è stato fatto – ma questo è un altro discorso. Noi sappiamo che c'è stato un patto, un accordo da parte di Monte dei Paschi di Siena insieme a Nomura e Deutsche Bank, basato sui famosi derivati Santorini ed Alexandria. Vorrei chiedere al Ministro se ha valutato che quel patto possa essere dichiarato nullo, perché fatto appositamente per nascondere determinate operazioni all'interno del bilancio di Monte dei Paschi di Siena. Quello che chiedo è se è stata fatta questa valutazione e, se non è stata fatta, se avete intenzione di farla, perché potreste richiedere un risarcimento di 10 miliardi di euro a questi due soggetti e potremmo trovare i soldi non più nel bilancio e nelle tasche dei cittadini italiani, ma direttamente attraverso le banche che hanno truffato e creato questi strumenti con la nostra banca più antica del mondo.

  ANDREA DE BERTOLDI (intervento da remoto). Ringrazio il Ministro e chiedo puntualmentePag. 11 questi aspetti. Sul progetto di ricapitalizzazione da 2,5 miliardi da inviare alla BCE, vorrei sapere se lo ritiene adeguato alla luce della crisi internazionale russa.
  Il secondo punto è già stato toccato dal collega Villarosa. Volevo accertare se sono previste eventuali azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori condannati in primo grado.
  In conclusione, volevo chiederle se sul mantenimento dell'italianità della banca vi sono delle strategie che il Governo stia in questo momento portando avanti.

  GIAN MARIO FRAGOMELI (intervento da remoto). Grazie, Ministro. Io non so se ho colto bene la sua relazione nella parte iniziale, dove sostanzialmente ha rimarcato come il lavoro fatto dal precedente amministratore delegato sia stato un po' un'operazione di rinvio con una certa debolezza operativa, in quanto è stato sicuramente fatto un lavoro importante rispetto alla liquidità, ma sono stati rinviati molti degli interventi di investimento e, sostanzialmente, grazie alle plusvalenze e a una situazione positiva si è arrivato a questo utile netto, che però chiaramente non risponde alla necessità di rilancio e di ristrutturazione di Monte dei Paschi.
  Veniamo all'oggi. Lei giustamente ci ha segnalato uno scenario molto importante riguardo ai prossimi passaggi. Io volevo capire sostanzialmente due cose. Quando si parla di proroga della partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze all'interno di Monte dei Paschi, volevo capire se c'è una linea temporale che si prospetta di presentare, quindi che scenario ci dobbiamo attendere e di quanti anni. So che oggi siamo a mercati aperti e, come diceva già qualcun altro, diventa difficile anche avere delle risposte puntuali, però è chiaro che per noi è importante capire la tempistica di questa proroga, che scadeva a fine anno.
  Lei oggi si è giustamente concentrato sugli obiettivi che il Ministero si dà – che noi come Partito Democratico condividiamo – ovvero i tre elementi principali sul mantenimento occupazionale, sul marchio e sull'italianità dell'azienda, ma anche qui vorrei sapere qualcosa in più su alcuni indicatori rispetto a questi obiettivi da raggiungere. Perché chiaramente dire «mantenimento occupazionale» non vuol dire scendere un po' più nel dettaglio rispetto all'attuale situazione. Vogliamo capire come verrà ridimensionato o se ci sarà un ridimensionamento di Monte dei Paschi – noi speriamo di no – anche da questo punto di vista. Vorrei una maggiore puntualizzazione di indicatori rispetto a questi tre macro obiettivi.
  In ultimo, siccome lei giustamente nella sua relazione ha tenuto a distinguere i tempi del rilancio, che devono essere antecedenti a quelli della dismissione – questo mi pare evidente per tutte le ragioni del mondo – noi come Parlamento ci aspettiamo che prima che avvenga la dismissione avremo modo di confrontarci ancora con lei, dopo che sarà avvenuto il rilancio e dopo che ci sarà stata una ristrutturazione e una maggiore efficienza dell'azienda. Quindi vorrei capire anche qui quali sono gli obiettivi e le tempistiche che vi date per raggiungere una possibile dismissione.
  Questi erano gli argomenti che tenevo a conoscere e a vedere meglio puntualizzati rispetto alla sua relazione, che oggettivamente non è entrata nel dettaglio.

  GIANMAURO DELL'OLIO. Signor Ministro, ho un paio di domande poco tecniche, ma credo che siano interessanti per quanto riguarda quello che sta succedendo.
  Mi pare che lei abbia detto testualmente che il Consiglio di amministrazione ha evidenziato che era necessario un nuovo amministratore delegato, quindi c'è stato questo passaggio da Bastianini, che aveva portato avanti una serie di progetti, compresa la ristrutturazione iniziale del Monte dei Paschi – e non mi sembra che ci siano state particolari indicazioni di una cattiva gestione della banca – alla necessità di cambiamento. Questa necessità poteva essere collegata anche al tentativo di facilitare l'ingresso di nuovi capitali. A questo punto la domanda è: si sta muovendo qualcosa in quel senso? Abbiamo fatto un cambio di qualcuno che stava gestendo bene, ma ipotizzandoPag. 12 un qualcun altro che possa gestire anche meglio.
  Inoltre vedo dal curriculum del dottor Lovaglio che ha passato buona parte della sua vita in UniCredit, dopodiché è andato anche in qualche altra banca. Non so se c'è una qualche questione legata a UniCredit, che, tra le altre cose, aveva lasciato perdere l'ipotesi di acquisizione, a mio avviso solo per alcune situazioni contingenti, proprio perché non si poteva pensare di fare aumenti di capitale quando si era quasi in fase di bilancio e la situazione del COVID-19 in Italia non permetteva un qualcosa del genere all'epoca.
  È stato già detto che stiamo ottenendo una proroga che inizialmente non era prevista, quindi ben venga. Volevo capire qual era davvero la necessità di fare questo cambiamento.
  Tempo fa, quando si ipotizzava la cessione nei confronti di UniCredit, si stava parlando anche di un'ipotesi di cessione di sportelli verso il Mediocredito Centrale, che li avrebbe potuti utilizzare attraverso la Popolare di Bari, perché, se ricorda, il progetto con cui era stata salvata la Popolare di Bari era quello di creare una Banca del Mezzogiorno, in maniera da aggregare più istituti di credito e c'era anche una dotazione, che poi è stata ripresa dal Governo per utilizzarla credo per Ilva S.p.A., anche se poi dopo non c'era questa correlazione. Visto che il piano di ristrutturazione deve andare avanti e avete ancora necessità di attendere da Bruxelles una serie di indicazioni, chiedo se comunque quell'ipotesi di cessione, in questo caso nei confronti di Mediocredito Centrale, sia ancora in piedi, se la state ancora valutando o meno.

  GALEAZZO BIGNAMI (intervento da remoto). Abbiamo ascoltato con attenzione quello che ha detto il Ministro e rimaniamo un po' delusi, perché francamente speravamo in qualche indicazione maggiore. Sul tema della proroga abbiamo sentito ribadire sostanzialmente la stessa cosa che era già stata detta a fine febbraio. Ci saremmo attesi un'indicazione del termine congrua a un orizzonte temporale più nitido, anche perché, come avevamo già sottolineato fin da febbraio del 2021 con una mozione di Fratelli d'Italia, noi riteniamo – e ci fa piacere da questo punto di vista quello che ha detto il Ministro – che prima di poter procedere a una cessione o fusione da parte dello Stato o comunque a una dismissione della sua partecipazione sia necessario procedere a una ristrutturazione profonda che finalmente – da quel che ha detto il Ministro – sembra sia l'obiettivo che si vuole realizzare.
  Parallelamente abbiamo sentito con piacere la difesa del lavoro, dell'italianità o, come ha detto in maniera più precisa il Ministro, della territorialità della banca, però anche in questo senso ci saremmo attesi qualche elemento meno annunciato e un po' più cogente su come si intendono attuare queste attività.
  In questo senso – Ministro, ci perdoni – noi ricordiamo che nell'audizione di fine agosto, tenutasi in serata, noi rilevammo come non vi fosse la necessità semplicemente di una definizione del rapporto con UniCredit, senza neanche considerare la possibilità di richiedere una proroga alla Commissione europea e alla BCE, in relazione alla possibilità di un esito non positivo della cessione a UniCredit.
  Ci fa piacere che oggi, invece, addirittura si tenga in maniera così importante la porta aperta, ma ci saremmo anche attesi una maggior definizione, da parte del Ministro, delle modalità con cui intende realizzare quella ristrutturazione di cui ha parlato poc'anzi, in ragione del fatto che è evidente che parlare di difesa della territorialità ci trova d'accordo, parlare di difesa del lavoro ci trova d'accordo e parlare anche di difesa del capitale ci trova d'accordo, ma questo si trova in totale distonia rispetto a quello che egli aveva detto nell'audizione precedente, risalente all'estate scorsa, in cui invece ci sembrava ben più propenso a importanti cedimenti nei confronti di UniCredit, che non si sono realizzati più per la mancanza di volontà da parte di UniCredit di andare a fondo di questa operazione, piuttosto che per la volontà da parte del Ministero dell'economia e delle finanze di tutelare il proprio patrimonio.Pag. 13
  In questo senso riteniamo necessario che il Ministro sia un po' più preciso – per usare un eufemismo – rispetto agli obiettivi e alle modalità con i quali lo stesso intende realizzare questi obiettivi di cui ha parlato.

  DAVIDE ZANICHELLI (intervento da remoto). Grazie, Ministro. Io volevo portare un po' la discussione su quello che è «l'elefante nella stanza», cioè il rapporto fra politica e banche. Io penso che alla fine quello che ha determinato quello che è Monte dei Paschi di Siena – ma forse non solo Monte dei Paschi di Siena – abbia quasi questo come radice.
  Siamo in una situazione in cui l'ampia maggioranza e la sua sensibilità possono probabilmente dare un notevole contributo a trovare qualche soluzione – probabilmente non definitiva, ma comunque qualche passo avanti – affinché quello che è successo non si ripeta più. Quindi sostanzialmente vorrei una sorta di chiarimento sul ruolo della politica, gli effetti della politica e quello che è il sistema bancario, in cui per certi aspetti può esserci un sano rapporto, e cercare di fare in modo, come è stato detto anche in altri interventi, che le cosiddette porte girevoli, che possano creare delle distonie, siano evitate.
  Su questo, signor Ministro, gradirei qualche parola per cercare di capire come il lavoro del Governo e del Parlamento possa contribuire a raggiungere questo risultato, perché penso che sia il momento opportuno.

  DANIELE FRANCO, Ministro dell'economia e delle finanze. Cercherò di dare rapidamente alcune risposte.
  Senatore Lannutti, questa è una lunga storia, una storia complicata. Posso solo auspicare che per il futuro si garantisca la massima trasparenza e la massima correttezza e che sul passato la magistratura faccia tutto ciò che deve fare. Avere nel futuro una banca che funzioni bene e che stia sul mercato è anche una garanzia di evitare distorsioni.
  Un punto che lei ha sollevato era quello relativo ai risultati dell'anno scorso. Come ho detto prima, i risultati dell'anno scorso sono stati relativamente buoni, ma nettamente meno buoni di quelli delle altre banche, dovuti anche ad alcune componenti temporanee. Non è una critica, non è che la banca l'anno scorso sia andata male, però credo che per uscire dalla situazione in cui il Monte dei Paschi si trova da tanti anni serva uno sforzo accelerato e credo che il Consiglio di amministrazione abbia individuato una persona che in passato ha mostrato di fare e saper fare cose analoghe. Credo che questo sia stato il motivo sottostante la scelta del cambiamento, che è stata effettuata – ricordo – all'unanimità.
  Quanto è costato Monte dei Paschi in passato? Lei dice 60 miliardi, a me sembrano un po' tanti, perché i primi prestiti sono stati restituiti, poi c'è stata la ricapitalizzazione di 5,4 miliardi e forse adesso ne faremo un'altra. Quindi credo che i costi siano stati largamente inferiori, poi ovviamente altra cosa è il costo subito dagli azionisti di Monte dei Paschi.
  L'onorevole Martinciglio parlava dell'esposizione verso la Russia. Questa è senz'altro rilevante per le due grandi banche nazionali, mentre è molto più modesta per Monte dei Paschi e non dovrebbe determinare problemi significativi. Dire che è bene che l'operazione con UniCredit non sia andata in porto, perché UniCredit è esposta verso la Russia, non appare corretto. L'operazione con UniCredit non è andata in porto, perché né noi né UniCredit abbiamo trovato conveniente farla e quello che UniCredit ci offriva per il Monte dei Paschi ci sembrava non adeguato a tutelare gli interessi pubblici intesi in senso lato. Ad ogni modo, l'esposizione di Monte dei Paschi verso la Russia è piuttosto modesta.
  Sulla questione, onorevole Villarosa, delle proroghe, ricordo che le proroghe vanno concordate con la Commissione europea. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri della fine del 2020 richiedeva al Ministero dell'economia e delle finanze di procedere alla dismissione e abbiamo seguito quel canale. Nel momento in cui vi è stato un solo partner interessato e l'accordo con questo partner non è andato in porto, è chiaro che abbiamo chiesto una proroga e pensiamo che la Commissione non abbia Pag. 14scelta nel dare la proroga, mentre altra cosa era chiedere la proroga prima di aver esperito tentativi di effettuare l'operazione.
  L'audizione dell'estate scorsa io non la ricordo molto breve, ricordo che è durata parecchio a lungo, però forse abbiamo ricordi diversi. Mi sembrava che fosse stata abbastanza lunga. Lei dice che è stato tagliato nelle sue domande, ma mi sembra che siamo rimasti tutta la sera a parlare ed è stato anche molto interessante.
  I soldi per la ricapitalizzazione verranno dagli azionisti. Il Tesoro possiede quasi i due terzi del Monte dei Paschi, ma è importante che si trovino degli azionisti che contribuiscano per la restante parte del capitale. Questo serve anche a far sì che l'operazione sia effettuata a condizioni di mercato e dovrebbe far sì che il Tesoro possa recuperare il capitale che verrà erogato. Il piano industriale del gennaio 2021 stimava quella cifra in 2 o 2,5 miliardi, poi successivamente Monte dei Paschi a gennaio 2021 disse alla BCE che occorrevano 2,5 miliardi e in questo momento questa resta l'ultima cifra. Vedremo in base al nuovo piano industriale quale debba essere la cifra, ma al momento credo che 2,5 miliardi possa ancora essere la cifra adeguata.
  Per quanto riguarda il passato, credo che vi siano accertamenti giudiziari e vedremo quale sarà il loro esito. Vi sono perizie non concordi sul passato e ne terremo conto.
  Senatore De Bertoldi, sulla questione dell'italianità. Il nostro sistema bancario, come la nostra economia, fa parte di un contesto più ampio. Vi potrebbero essere dei partner stranieri in futuro interessati a Monte dei Paschi, come vi potrebbero essere dei partner italiani. Credo che valuteremo strada facendo la bontà dei partner e credo che sia importante che, con qualsiasi partner con cui Monte dei Paschi troverà un accordo in futuro, la soluzione sia tale da tutelare, come dicevo prima, i rapporti che Monte dei Paschi ha con il territorio, il personale di Monte dei Paschi e anche il marchio di Monte dei Paschi. Il fatto che l'accordo con UniCredit non sia andato a buon fine un po' riflette anche le difficoltà sotto tutti questi profili. Che il partner sia europeo o italiano si vedrà, ma è importante che questi aspetti siano salvaguardati.
  Anche il senatore De Bertoldi, sull'entità della ricapitalizzazione, chiedeva se 2,5 miliardi siano adeguati. Anche qui rispondo dicendo che lo vedremo con il piano industriale, che ovviamente terrà conto del piano industriale precedente, ma che riesaminerà la situazione di Monte dei Paschi alla luce di tutti gli sviluppi recenti sia interni alla banca sia degli sviluppi più ampi della nostra economia e del quadro internazionale.
  L'onorevole Fragomeli sollevava la questione dei tempi. Noi auspichiamo che i tempi siano i più rapidi possibili, ma il punto importante è avere un piano industriale che individui una buona strategia per il futuro di Monte dei Paschi e avere una serie di interventi che rendano Monte dei Paschi più efficiente e che lo portino ad avere una performance in termini di costi e in termini di redditività simile a quella delle altre banche e credo che questo sia l'aspetto importante. Prima questo si fa, meglio è, ma adesso noi non siamo in grado di definire con assoluta precisione quali saranno i tempi di queste azioni. L'indicazione che diamo come azionisti è quella di procedere con la massima speditezza, ma sempre avendo a mente la bontà dei risultati.
  Anche l'onorevole Fragomeli rilevava la questione dell'andamento dei risultati di Monte dei Paschi nel 2021. Torno a dire che sono stati buoni risultati, però sono stati meno buoni di quelli delle altre banche. C'è un gap che andava e va colmato, quindi ci aspettiamo che il nuovo percorso del nuovo management vada nella direzione di colmare questo gap.
  Il senatore Dell'Olio parlava di nuovo del cambiamento, che ribadisco essere un cambiamento effettuato all'unanimità. Credo che su questo cambiamento nell'ambito del Consiglio d'amministrazione vi fosse un buon consenso. Torno a dire che non è che il 2021 sia andato male, ma occorre puntare a risultati migliori.
  Sulla questione degli sportelli del Mediocredito Centrale credo che sia opportunoPag. 15 valutare se Monte dei Paschi debba restare tutto quanto assieme o se non vi siano delle componenti che possano essere cedute, però questo deve essere valutato dal Monte dei Paschi stesso, poiché non sta a noi dire: «Cedete quegli sportelli». Questo dovrà essere valutato secondo una logica aziendale. È importante ovviamente che la banca non venga spezzettata. Vi possono essere degli interventi selettivi, ma come cercavo di dire prima, è importante che la banca resti solida nel suo complesso. Sugli sportelli di cui lei diceva prima valuterà Monte dei Paschi se con Mediocredito Centrale troverà un accordo, però su questo non abbiamo una posizione.
  L'onorevole Bignami chiedeva i dettagli. Molti dettagli non possono che essere definiti nel piano industriale dalla gestione del Monte dei Paschi. La dimensione della rete degli sportelli, il numero di dipendenti e i tempi sono tutte decisioni aziendali, in cui noi come azionisti possiamo dare degli indirizzi e dei suggerimenti sulle strategie, ma molto generali, come ho cercato di dire prima, perché non sta a noi poi entrare nella decisione se questo sportello debba essere aperto o chiuso.
  Forse c'è un altro aspetto, però non riesco a decodificare cosa ho scritto, quindi magari poi ne parlerò direttamente con l'onorevole Bignami.
  Passando all'onorevole Zanichelli, sulla politica delle banche, io credo che l'obiettivo finale di questa operazione, che in realtà si muove sulle tracce del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri della fine del 2020, è quello di portare lo Stato fuori dalla proprietà del Monte dei Paschi e questo per separare nettamente la sfera gestionale della banca dal mondo politico.
  Sulla questione delle porte girevoli non so che dire, nel senso che ognuno ha la sua posizione personale. Eviterò io medesimo di muovere in quella direzione.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Daniele Franco, anche per la documentazione consegnata, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.05.

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