Sulla pubblicità dei lavori:
Melilli Fabio , Presidente ... 3
Audizione del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, in merito alle tematiche e agli obiettivi strategici tra cui saranno ripartite le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2121-2027
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento)
:
Melilli Fabio , Presidente ... 3
Carfagna Maria Rosaria (FI) , Ministro per il Sud e la coesione territoriale ... 3
Prestigiacomo Stefania (FI) ... 5
Fassina Stefano (LeU) ... 6
D'Attis Mauro (FI) ... 6
Misiti Carmelo Massimo (M5S) ... 6
Modena Fiammetta ... 7
Pagano Ubaldo (PD) ... 7
Trancassini Paolo (FDI) ... 7
Lovecchio Giorgio (M5S) ... 8
Pesco Daniele , presidente 5a Commissione del Senato della Repubblica ... 8
Melilli Fabio , Presidente ... 9
Cannizzaro Francesco (FI) ... 10
Carfagna Maria Rosaria (FI) , Ministro per il Sud e la coesione territoriale ... 10
Melilli Fabio , Presidente ... 15
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA V COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
FABIO MELILLI
La seduta comincia alle 14.15.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, in merito alle tematiche e agli obiettivi strategici tra cui saranno ripartite le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2121-2027.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, in merito alle tematiche e agli obiettivi strategici tra cui saranno ripartite le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027.
Do la parola alla Ministra per il Sud e la coesione territoriale, che ringrazio fin d'ora per la partecipazione alla seduta odierna.
MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Sono io che ringrazio lei, che ringrazio il presidente Pesco e che ringrazio tutti i colleghi per questa opportunità che mi viene offerta di condividere con voi il documento che ho depositato agli atti della Commissione contenente l'indicazione delle aree tematiche e degli obiettivi strategici tra cui verrà ripartita la dotazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) per la programmazione 2021-2027.
Come sapete, la legge assegna al Ministro per il Sud e la coesione territoriale l'individuazione delle aree tematiche e degli obiettivi strategici, tra cui ripartire la dotazione finanziaria del FSC, da comunicare alle competenti Commissioni parlamentari, sentita la Conferenza Stato-regioni.
Per l'entità delle risorse previste, per il carattere pluriennale del FSC e per la sua importanza strategica, ritengo cruciale il coinvolgimento del Parlamento nella costruzione concreta della programmazione dei fondi che ci apprestiamo a realizzare. Quindi più che una mera informativa, considero l'audizione come un vero e proprio momento di condivisione delle scelte che faremo nei prossimi mesi.
La definizione degli obiettivi strategici e delle priorità di ciascuna area tematica è stato il primo passaggio dell'iter di programmazione del FSC. Si è formata a partire dalle proposte provenienti dalle principali amministrazioni centrali già beneficiarie del Fondo, a cui nei mesi scorsi abbiamo chiesto di inviarci idee per la programmazione; dalla ricognizione degli altri strumenti di programmazione in essere in questa fase – PNRR, REACT-EU, il nuovo ciclo settennale dei fondi strutturali, per evitare duplicazioni e sovrapposizioni – nonché dal lavoro svolto da una Commissione di esperti del mondo accademico e professionale da me nominata, che ha affiancato il Dipartimento per la coesione territoriale.
Un apporto decisivo è venuto anche dall'iniziativa pubblica di ascolto promossa lo scorso dicembre, che ha visto la partecipazionePag. 4 di regioni, di rappresentanti delle amministrazioni locali, di parti sociali, di rappresentanti di categoria, di ordini professionali, del mondo accademico, del terzo settore e di altri portatori di idee.
Il secondo passaggio di questa fase di programmazione sarà il riparto delle risorse tra le aree tematiche, cui seguirà l'effettiva programmazione del Fondo attraverso l'approvazione dei piani di sviluppo e coesione (PSC), che costituiscono lo strumento a disposizione delle amministrazioni centrali, delle regioni e delle centrali metropolitane per l'attuazione concreta delle politiche nazionali di coesione.
Il nostro obiettivo è arrivare all'approvazione dei PSC entro la fine dell'estate. È una tempistica molto sfidante – ne siamo consapevoli – che presuppone uno sforzo e un'assunzione di responsabilità comune da parte di tutte le amministrazioni titolari dei futuri interventi, ma è una tempistica che il Governo ritiene necessaria se si vuole dare al FSC una veste organica e una visione d'insieme evitando che sia usato come un mero tesoretto da cui attingere risorse per le esigenze più disparate.
Dopo il confronto di oggi con voi, è mia intenzione promuovere incontri bilaterali con le diverse amministrazioni centrali e territoriali a cui sarà affidata la titolarità dei PSC per condividere con loro gli obiettivi, i criteri di programmazione e naturalmente le indicazioni che riceverò dal Parlamento. A tutte le amministrazioni chiederò che la redazione dei PSC risponda a criteri di rapidità e certezza nei tempi degli interventi, mutuando il più possibile l'approccio che sta rendendo il PNRR estremamente celere ed estremamente efficace. Su questo punto naturalmente tornerò alla fine della mia esposizione.
Entrando nel merito del quadro finanziario del FSC, il Documento di economia e finanza 2020 ha stabilito l'ammontare complessivo delle risorse del Fondo nella misura di 73,5 miliardi di euro, l'80 per cento delle quali destinate al Mezzogiorno. Gli interventi legislativi degli ultimi diciotto mesi hanno ridotto l'entità delle disponibilità per un ammontare di poco superiore agli 8 miliardi di euro. Si è trattato di iniziative in larga misura situate nel Mezzogiorno. Cito per esempio i 2 miliardi di euro per il credito d'imposta per gli investimenti al Sud; i 3,5 miliardi di euro per la decontribuzione Sud; i 290 milioni di euro per il credito d'imposta per l'autoproduzione e l'efficientamento energetico delle imprese al Sud; i 250 milioni di euro per i contratti di sviluppo nelle ZES o i 150 milioni di euro per i Giochi del Mediterraneo.
Inoltre, nelle sedute del 27 luglio 2021, del 22 dicembre 2021, del 15 febbraio 2022 e del 14 aprile 2022, il CIPESS ha approvato l'impiego di ulteriori risorse del FSC 2021-2027 per importi di poco superiori ai 9 miliardi di euro ripartiti secondo le seguenti destinazioni: in favore del CIS Taranto per 68,8 milioni di euro; di iniziative regionali per la mobilità, l'ambiente e la competitività per 2 miliardi e 560 milioni di euro; di progetti infrastrutturali ad alta rilevanza strategica proposti dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili per 4 miliardi e 680 milioni di euro e del finanziamento di contratti di sviluppo proposti dal Ministero dello sviluppo economico per 2 miliardi di euro.
Conseguentemente, a oggi il Fondo può contare su una disponibilità complessiva di 55,9 miliardi di euro, da ripartire tra dodici aree tematiche. Queste ultime sono state individuate dalla delibera CIPESS n. 2 del 2021 e sono le seguenti: ricerca e innovazione; digitalizzazione; competitività delle imprese; energia; ambiente e risorse naturali; cultura; trasporti e mobilità; riqualificazione urbana; lavoro e occupabilità; sociale e salute; istruzione e formazione; capacità amministrativa.
Individuate le aree tematiche, il documento, che naturalmente ho depositato agli atti della Commissione, procede all'individuazione degli obiettivi strategici che rispondono innanzitutto a due criteri guida: l'addizionalità e la complementarietà rispetto agli altri strumenti di coesione, ossia il PNRR e i fondi strutturali.
Faccio alcuni esempi. Un intervento tipicamente addizionale riguarderà l'area tematica competitività delle imprese attraverso il rafforzamento delle dotazioni finanziariePag. 5 a favore dei contratti di sviluppo, il principale strumento per sostenere in modo flessibile e rapido gli investimenti di grandi dimensioni delle imprese. A tale riguardo, la scelta di inserire il finanziamento di tale strumento tra le priorità del FSC deriva dalla constatazione dell'insufficienza delle dotazioni finanziarie previste nel PNRR a far fronte alle sole richieste giacenti in data odierna e della possibilità di poter finanziare, attraverso lo strumento nazionale, anche investimenti in settori che non sarebbero ritenuti ammissibili dai regolamenti comunitari.
Il principio di addizionalità riguarda anche gli investimenti nell'alta velocità previsti dal PNRR. Con l'anticipazione approvata in CIPESS lo scorso 15 febbraio abbiamo finanziato, ad esempio, l'ultimo lotto della Palermo-Messina-Catania, ma lo stesso discorso vale per le reti idriche, per l'edilizia scolastica, per la ricerca e l'innovazione, per gli interventi in ambito socio-sanitario, nell'ambito dell'impiantistica sportiva, per la riqualificazione urbana o per irrobustire la capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni locali, ambiti per i quali gli investimenti del PNRR e di REACT-EU dedicati al Mezzogiorno o alle aree interne sono importanti ma evidentemente non esaustivi.
Un intervento più tipicamente complementare attiene, invece, all'area tematica trasporti e mobilità, nell'ambito della quale i principi generali di utilizzo del FSC rendono il settore stradale e quello aeroportuale casi emblematici in cui il Fondo può essere utilmente concentrato su investimenti che non possono essere inclusi nel PNRR o difficilmente ammissibili nell'ambito dei fondi strutturali europei 2021-2027.
Inoltre, vorrei evidenziare come l'attuazione degli interventi finanziati potrà avvenire, oltre che con i nuovi piani di sviluppo e coesione, anche attraverso lo strumento del contratto istituzionale di sviluppo, che presenta notevoli potenzialità in termini di capacità e velocità di attuazione grazie alla sua equiparazione al PNRR per quanto concerne le semplificazioni applicabili.
Concludo con una questione, a mio parere, cruciale. L'obiettivo che stiamo provando a raggiungere è fare sempre di più del FSC uno strumento ordinario che in prospettiva adotti il metodo PNRR come modalità permanente di programmazione e attuazione di interventi per la coesione territoriale e la riduzione di divari economici e sociali tra le aree del Paese. È un obiettivo ambizioso, ma quanto mai necessario.
I miei uffici sono a lavoro per costruire un nuovo schema normativo che mutui per il FSC le buone pratiche dei fondi strutturali e del PNRR. Per ogni PSC saranno monitorati gli stati di avanzamento finanziari, i cronoprogrammi delle opere e degli interventi e i termini finali della cantierabilità.
Lo scopo è superare strutturalmente i problemi che ereditiamo e che ancora attraversano la coda della programmazione 2014-2020 che, nonostante due successive proroghe di legge, sconta un altissimo rischio di mancata attuazione e dunque di disimpegno per non meno di 12,8 miliardi di euro, come ho recentemente evidenziato in una mia informativa al CIPESS. Quello che ereditiamo dal passato è una sorta di non governo del FSC che, in parte, contiamo di superare con le norme a cui stiamo lavorando.
Grazie per l'attenzione. Presidente, mi fermo qui e sono naturalmente a disposizione dei colleghi per eventuali domande e chiarimenti.
STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Desidero anzitutto ringraziare la Ministra Carfagna per la richiesta, da lei stessa avanzata, di venire a riferire circa l'utilizzo del FSC. Credo che sia una modalità che il Parlamento apprezza – perlomeno posso affermarlo a nome di Forza Italia –, anche perché spesso sull'impiego di questi fondi il Parlamento non è mai informato e noi parlamentari dobbiamo apprendere attraverso le interviste sui giornali. Ci farà piacere se, nel corso dei prossimi mesi, vorrà informare ulteriormente le Commissioni bilancio di Camera e Senato sugli avanzamenti e sui progressi.Pag. 6
Alla fine del suo intervento, lei ha parlato del rischio di disimpegno di una quota importante, 12 miliardi di euro, del FSC 2014-2020. Su questo le chiederei, se è possibile in questa sede o anche la prossima volta, di fornirci maggiori dettagli. Anzitutto vorrei dirle che dovremmo fare di tutto per non perdere questi 12 miliardi di risorse non spese. Che cosa si intende per disimpegno? Che vengono introitati dal Tesoro e poi riassegnati e a chi? Sarebbe veramente una beffa assoluta. Se, come Parlamento, possiamo anche collaborare o fare qualcosa nei provvedimenti che sono presentati al nostro esame, attraverso interventi normativi, per fare in modo che tali risorse non vadano perse o vadano eventualmente addizionate al nuovo FSC, per quanto riguarda la nostra parte politica, sicuramente noi siamo disponibili.
Vorremmo però anche capire meglio come sono stati impegnati, poiché 12 miliardi è una cifra veramente importante. Quindi vorremmo capire come è distribuita la mancanza di impiego o, meglio, capire come è distribuito l'impiego delle risorse del FSC 2014-2020 anche a livello di regioni.
È chiaro che ciò che non deve più accadere – su questo concordo con lei – è utilizzare il Fondo come un bancomat soprattutto per spese di parte corrente, perché è accaduto ed è continuato ad accadere anche nel corso della legislatura per esigenze diverse. Ad esempio, ricordo che sul tema della crisi finanziaria delle province siciliane si è attinto proprio al FSC.
Vorremmo capire come i soldi del precedente ciclo sono stati impiegati a livello di regioni, se per investimenti in conto capitale o se per spesa corrente. Infatti è un diritto dei cittadini sapere e conoscere la virtuosità dei propri governi regionali. Grazie.
STEFANO FASSINA (LEU). Anche io ringrazio la Ministra per la sua presenza oggi in questa sede e per aver offerto una relazione e anche un documento molto puntuale, che poi leggeremo con attenzione. Considero non rituale l'incontro, perché abbiamo bisogno di un'attenzione costante. Come la collega Prestigiacomo diceva in precedenza, abbiamo bisogno di un'attenzione costante, almeno da parte delle Commissioni competenti, sull'utilizzo delle risorse impegnate nel Mezzogiorno.
La mia è una domanda che insiste sulla capacità amministrativa che è anche una delle aree tematiche nelle quali si articola il Fondo per lo sviluppo e la coesione. In particolare, data la fase delicata in cui siamo – mi riferisco in particolare all'utilizzo dei fondi del PNRR – vorrei capire dalla Ministra che avanzamenti vi sono stati nelle assunzioni programmate per gli enti territoriali del Mezzogiorno, perché nella necessità di colmare la carenza di personale sta una parte – non tutta – importante dell'innalzamento della capacità amministrativa. Quindi dobbiamo assolutamente cogliere le settimane e i mesi che abbiamo davanti per recuperare il più possibile e per fare in modo che la capacità amministrativa si proietti su tutte le altre undici aree tematiche che sono state considerate.
MAURO D'ATTIS (FI) (intervento da remoto). Vorrei ringraziare anzitutto la Ministra, come il collega Fassina ha detto, perché non è assolutamente un incontro rituale. Questo incontro è importante e mi unisco alle riflessioni della collega Prestigiacomo rispetto alla necessità di incontrarci anche più spesso, come già il Ministro sta proponendo.
La domanda riguarda lo stato di attuazione del FSC, del quale la Ministra ha già delineato alcune considerazioni. La stessa Ministra ha espresso preoccupazione per la quota già molto elevata, pare, di interventi che non sono realizzati o che addirittura non sono proprio partiti. La Ministra può darci un quadro più dettagliato sullo stato di attuazione dei diversi PSC? Perché, sulla base del quadro dettagliato, forse possiamo fare ulteriori considerazioni. Grazie.
CARMELO MASSIMO MISITI (M5S) (intervento da remoto). Ringrazio il signor Ministro per la sua disponibilità, come già ricordato dagli onorevoli D'Attis, Prestigiacomo e Fassina.
La domanda, che pongo subito al signor Ministro, riguarda il percorso sanitario. In Pag. 7particolare vorrei chiederle come il Ministero ha intenzione di lavorare sulla sanità, in quanto da più parti è stato dimostrato come alcune regioni, specialmente nel Meridione, sono in un momento di disavanzo. Se dovessimo fare, come è giusto che lei dica e ha detto, investimenti per quanto riguarda la sanità, non c'è il rischio che si copra il disavanzo e che si perdano le possibilità di sviluppo e di ricerca? Quali sono i provvedimenti che si intendono adottare per fare in modo che sia veramente sviluppo, ricerca e non copertura finanziaria di un percorso di debito? Grazie.
FIAMMETTA MODENA (FIBP-UDC) (intervento da remoto). Buongiorno, Ministro. Buongiorno ai colleghi. Intervengo perché vorrei ringraziare il Ministro per la sensibilità dimostrata che, come già detto anche da altri colleghi, non è usuale e rappresenta un grande gesto di rispetto per il Parlamento e le istituzioni.
Il Ministro ha accennato, nella sua relazione, all'ambizioso progetto in base al quale si intende individuare percorsi di buone pratiche, adattando quanto si sta facendo con il PNRR e le migliori pratiche dei fondi strutturali, in modo tale da avere, se posso utilizzare questo termine, una roadmap normativa che ci possa guidare per il futuro e che possa guidare anche le legislature successive. Su questo chiederei via via un aggiornamento, nei tempi e modi che il Ministro ritiene, perché credo che sia effettivamente un progetto ambizioso, tuttavia anche in grado di consentire una visione di lungo periodo. Grazie.
UBALDO PAGANO (PD). Grazie, Ministro. Devo ammettere che una delle aree tematiche che, nella sua relazione, mi sembra più opportunamente inquadrata è quella sull'energia. In un periodo particolare come quello che stiamo vivendo, infatti, in cui, con molta forza, ci è posta di fronte la necessità per gli interessi nazionali di procedere a un migliore efficientamento energetico che passi attraverso la possibilità di renderci quanto più autosufficienti, gli investimenti che si intendono pianificare per implementare l'efficienza energetica, per favorire lo sviluppo delle rinnovabili e per infrastrutturare delle reti che finalmente consentano di accumulare l'energia prodotta dalle rinnovabili – problema che costituisce il nervo scoperto rispetto alla discontinuità di tali fonti di energia – sicuramente rappresentano un modello su cui muoverci in maniera convinta, soprattutto, come lei peraltro scrive, se abbinati a una programmazione seria sull'idrogeno verde che, per quanto riguarda le regioni meridionali, è sicuramente la frontiera su cui impareremo a confrontarci.
Vorrei fare una considerazione e le rivolgerò poi una domanda su quanto da lei detto in chiusura del suo intervento ovvero sulle economie, sui soldi non spesi, che dovrebbero aggirarsi sui 12 miliardi di euro, che rischiano di fatto di rappresentare una diminuzione di ricchezza soprattutto concentrata nelle regioni meridionali, laddove, invece, ci sarebbe maggiore bisogno di politiche di coesione che colmassero i divari.
Mi chiedevo se non sarebbe possibile, o magari se l'avete già valutato, utilizzare una parte di tali risorse per rimpinguare iniziative in itinere, in fase valutativa, che sono sotto la regia del suo Ministero. Da notizie che abbiamo attinto mi pare di capire che, allo stato attuale, le proposte progettuali, per così dire, cuberebbero molto più rispetto alle risorse disponibili. Mi riferisco ai bandi dell'Agenzia per la coesione che, da quanto mi risulta, sono in fase valutativa e le cui proposte progettuali depositate, per così dire, cubano sicuramente in maniera superiore rispetto alla disponibilità di partenza del bando.
PAOLO TRANCASSINI (FDI). Anche io utilizzo il verbo del collega Pagano, anche se è più consono a me che non a lui, cioè ammetto che la Ministra oggi scrive una pagina importante nel confronto politico e di questo la ringrazio. Non siamo più abituati a questo modo di procedere e, nella continua e perenne emarginazione del Parlamento, oggi abbiamo una novità importante.
Parto dal fatto che il tema è molto ambizioso, la sfida è ambiziosa, è complessa, cioè la modernizzazione della nazione soprattutto per quanto riguarda le Pag. 8aree del Sud e la finalità è inoltre creare lavoro e ricchezza. Credo che sia cruciale il coinvolgimento non solo del Parlamento, ma di quante più forze possibili, però tutti questi intendimenti devono essere resi estremamente pratici e operativi, perché altrimenti ci limitiamo a un, seppur piacevole, esercizio di stile.
Vengo al punto. C'è un'esigenza di concretezza. Mi facevo proprio adesso delle domande: che cosa possiamo fare noi rispetto a questo piano? Possiamo incidere e possiamo proporre? Dico anche in maniera abbastanza informale che, da parte nostra, c'è la volontà di collaborare, di proporre e di aiutare per quelle che sono le possibilità della nostra forza politica.
È chiaro che, per fare questo, il confronto deve essere costante, anche se non direttamente con la sua persona, però occorre cercare di essere il più concreti possibile e di avere più conoscenze possibili, perché in alcune ricognizioni che ho fatto personalmente sul più vasto tema del PNRR nei territori mi sono imbattuto anche in progetti che non sfiorano minimamente l'ambizione di cui parlavo prima, cioè la sfida della modernizzazione, della creazione della ricchezza e della creazione di lavoro, ovvero il rischio che si parcellizzi o che arrivino sui territori interventi che potranno anche essere, per carità, interessanti per questa o quell'altra amministrazione, ma certamente non colgono nel segno. Per ottenere questo c'è bisogno di conoscere gli interventi e di scendere il più in concreto possibile.
Sulla competitività delle imprese ho visto adesso quanto è scritto qui, ma è chiaro che si dovrebbe sollecitare il mondo imprenditoriale laddove magari è carente, perché molti dei nostri territori hanno il problema della carenza di capacità imprenditoriale. Bisognerebbe – per questo motivo le chiedevo una maggiore disponibilità – conoscere nel concreto quello che c'è dietro la sua strategia sulla competitività dell'impresa, per esempio, e sul macro-tema del mondo del lavoro.
Allo stesso modo ci piacerebbe – ne abbiamo già parlato all'inizio del suo mandato – che sul tema del trasporto e della mobilità fosse posto un occhio e la massima attenzione rispetto ai territori colpiti dal sisma, perché lì abbiamo un trasporto e una mobilità che non esistono e credo che questa possa essere una occasione irripetibile.
Concludo con un plauso alla sua iniziativa e manifestando la nostra disponibilità a collaborare. È chiaro che, per scendere sul tema della concretezza, possiamo garantire la massima disponibilità possibile, ma abbiamo bisogno di capire cosa c'è dietro questo volume e quali sono i progetti che intendete materialmente realizzare.
GIORGIO LOVECCHIO (M5S) (intervento da remoto). Sarò molto breve. Innanzitutto ringrazio la Ministra per la sua puntuale esposizione. Nell'ultimo decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri, il decreto-legge n. 50 del 2022, è stato istituito un fondo per compensare il caro prezzi delle opere del PNRR. In parte il fondo è stato finanziato con il Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-1020. La domanda per la Ministra è la seguente: tale misura comporta il definanziamento di opere già programmate? La ringrazio e vi continuerò ad ascoltare. Grazie.
DANIELE PESCO, presidente 5a Commissione del Senato della Repubblica. Grazie, Ministra, per l'audizione sicuramente preziosa. Ha citato in modo generale il fatto che vi sono stati problemi nell'attuazione di programmi riferiti allo scorso ciclo di risorse del FSC. Volevo chiedere se può gentilmente entrare un po' più nel dettaglio per fare capire bene a tutti quali siano stati questi problemi: se si tratta di problemi più riferiti alla progettazione o se sono più riferiti all'attuazione e alla realizzazione delle opere.
Vorrei chiederle se può essere utile, per cercare di risolvere, accelerare e facilitare l'utilizzo di tali risorse, una maggiore formazione sia a livello accademico ma anche a livello professionale per i tecnici non solo privati, ma anche delle pubbliche amministrazioni.
Vorrei chiederle se, a suo avviso, può essere utile fare in modo che le amministrazioni,Pag. 9 per così dire, più brave a utilizzare le risorse possano essere di appoggio o quantomeno essere invitate a condividere le buone pratiche sull'attuazione dei programmi, perché purtroppo abbiamo visto che c'è stata molta differenza tra regione e regione nella realizzazione di molti programmi come, ad esempio, su quelli riferiti all'ambiente.
Sempre pensando all'ambiente e pensando alle infrastrutture, non possiamo non renderci conto del fatto che una cosa sono le risorse per realizzare le infrastrutture e un'altra cosa sono le risorse necessarie per la manutenzione, per la gestione e per dare continuità al servizio svolto dalle stesse infrastrutture. Vorrei chiederle se, a suo avviso, è auspicabile l'idea di fare in modo che le risorse vengano stanziate magari con un ciclo di programmazione prevedendo già che, nel futuro ciclo, siano previste le risorse per la gestione. Purtroppo, infatti, per progettare, realizzare e mettere in funzione un'opera, come ad esempio un depuratore, non ci vogliono meno di cinque o sei anni e, quindi, la gestione praticamente passa nell'altro ciclo. Le chiedo se è immaginabile un percorso di questo tipo. La ringrazio molto.
PRESIDENTE. Grazie. Proverei a illustrare una domanda e una considerazione alla Ministra, prima di tutto ringraziandola per la disponibilità non usuale che ha dimostrato nei confronti delle Commissioni bilancio di Camera e Senato, quindi il ringraziamento è sincero.
È indubbio che la costruzione di un'ipotesi di programmazione sia centrale rispetto all'utilizzo corretto delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Tuttavia, nel nostro Paese, siamo abituati troppo spesso a registrare uno scarto tra le buone intenzioni e la realtà. Spesso la ragione dell'utilizzo non razionale delle risorse non è la carenza di programmazione, ma spesso tra i buoni intenti della programmazione e la realtà della progettazione e dell'attuazione dei piani vi è uno scarto che rende meno utile lo sforzo intellettuale e politico della programmazione.
Lo abbiamo visto più volte e posso fare un esempio, perché sono abituato a ragionare per fatti che accadono. Negli anni passati abbiamo costruito un bando che si chiamava Sport e periferie. Andatevi a leggere dove stanno le periferie. Vi chiederei di fare una piccola indagine – la faremo – per vedere dove abbiamo realizzato gli impianti nel passato. Non è una responsabilità politica specifica, ma spesso accade questo.
Se posso affermarlo, per la mia sensibilità che so essere anche di altri colleghi, il Fondo per lo sviluppo e la coesione è più sviluppo che coesione: è il limite che registriamo. Al di là dell'oggettiva e sacrosanta riserva dell'80 per cento delle risorse per il Sud del Paese, che è la questione centrale, abbiamo costruito un impianto del PNRR immaginandolo come strumento di superamento dei gap storici del Paese: il Sud prima di tutti; le aree interne rispetto alle aree più forti; le periferie delle città rispetto alle città.
Se posso rivolgere un appello alla Ministra, proviamo a comprendere se, anche nell'applicazione pratica, c'è rigore nell'esame della progettazione che viene candidata. Altrimenti, infatti, diventa tutto molto generico e vince ciò che credo stia vincendo anche in questo momento – ne parleremo in un'altra sede – ovvero che la velocità della spesa è l'unico parametro cui facciamo riferimento. Il problema è che sento parlare del PNRR solo sotto il profilo della velocità della spesa. Non che non ce ne sia bisogno – guai a me a immaginare che non sia così – ma non è un parametro che spesso ha condotto a buoni risultati nel nostro Paese.
Facendo riferimento agli interventi anche spot che il Parlamento – mi faccia fare una piccola difesa del Parlamento – ha operato negli ultimi anni, anche attingendo a risorse già stanziate, ciò accade perché, alla fine di un ciclo di programmazione, le risorse sono rimaste inutilizzate. Se le risorse, infatti, fossero state spese secondo la programmazione, così come era stata costruita nel passato, il Parlamento non avrebbe avuto lo spazio per fare operazioni spot. Poi giudicherei le operazioni spot su quello che hanno fatto singolarmente: si può fare un'operazione importante, infatti, Pag. 10ma sette anni di programmazione sono lunghi e, quindi, cambiano le esigenze e le priorità.
Al di là di questo, se posso fare un appello – sono convinto che ci troveremo lungo la stessa via a difendere gli stessi principi – proviamo a verificare se il rigore utilizzato nella programmazione è seguito nella fase di costruzione dei bandi, che rappresenta un altro limite che registriamo quotidianamente nel PNRR. Se posso permettermi una battuta, ogni tanto a noi piacerebbe conoscere personalmente i dirigenti di qualche Ministero che fa i bandi del PNRR per curiosità, proprio per conoscerli, perché abbiamo assistito ad alcune cose sorprendenti, come gli asili nido, ma non vado oltre, perché altrimenti divento troppo polemico. Se vi fosse rigore nella costruzione dei bandi affinché le finalità della programmazione vengano rispettate, credo che avremmo fatto davvero un passo in avanti. La mia più che una domanda era una raccomandazione alla Ministra.
FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Non pongo alcuna domanda alla Ministra Carfagna, però non posso non unirmi a quanto è stato detto da chi ha preceduto, rivolgendo i complimenti al Ministro Carfagna per questo modus operandi, a cui effettivamente la Commissione non è stata abituata nel corso della legislatura. Avere il Ministro che viene in questa sede per illustrare i programmi in maniera assolutamente dettagliata, credo che rappresenti un fatto particolarmente interessante e storico.
Vorrei cogliere l'occasione per ringraziarla per aver promosso il forum Verso Sud, nelle settimane scorse, celebrandolo nella straordinaria Sorrento, raccontando i contenuti che oggi possiamo leggere attraverso questa scheda e che sono stati raccontati in maniera dettagliata in quel forum non solo dalla Ministra, ma anche da chi ha preso la parola, ovvero dagli imprenditori e da tutte le istituzioni, alla presenza del Capo dello Stato e del Presidente Draghi. È stato un fatto storico, quindi per me l'occasione è ghiotta per ringraziarla, Ministro – glielo dico da uomo del Sud e da parlamentare eletto in un collegio uninominale del Sud – per averci fatti sentire orgogliosamente figli di un Mezzogiorno che oggi si sente protagonista di un cambio di passo.
La paura dei sindaci e della classe dirigente è di non avere la possibilità di spendere tutte queste grandi risorse. Credo che lei ci riserverà anche qualche sorpresa per rasserenare e rassicurare i sindaci nelle prossime settimane affinché si possano sentire ancora più coinvolti – lo si sentono già, ma affinché lo siano ancora di più – affinché le amministrazioni comunali e le amministrazioni regionali possano essere protagoniste realmente di questo cambio di passo. Ritengo che, per la prima volta nella storia, il Sud sia veramente parte integrante di un Paese che, post-COVID-19 e post-guerra, ha la necessità di ripartire. Quelli che leggiamo sono assolutamente fatti concreti e numeri importanti che dovranno vedere la luce e, sotto la sua guida magistrale e quella del Governo Draghi, sono convinto che riusciremo a vederli. La ringrazio.
MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Ringrazio i colleghi. Sono tanti gli spunti e i suggerimenti che sono arrivati. Proverò a rispondere nel merito ad alcune sollecitazioni, mentre per altre mi riservo di farlo a brevissimo e per altre ancora produrrò degli atti che depositerò nelle prossime ore.
Riguardo alla domanda dell'onorevole Prestigiacomo sulla destinazione delle risorse non spese, questo è il grande problema delle programmazioni settennali che poi producono residui. È chiaro che le risorse non spese confluiscono nella contabilità generale e, per questo motivo, stiamo lavorando per scrivere una norma che possa evitare di produrre residui e che consenta di applicare il metodo PNRR anche alla programmazione FSC con la previsione di un cronoprogramma, un monitoraggio, obiettivi intermedi e finali, un'azione anche di affiancamento delle amministrazioni proprio sul modello del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non abbiamo ancora pronta la norma, ci stiamo lavorando, c'è una bozza – altrimenti vi avrei dato qualche informazione in più – ma appena sarà Pag. 11disponibile, se vorrete, sono pronta a confrontarmi anche su quella.
Come sono distribuite le cosiddette risorse a rischio tra i vari PSC? Anche qui devo per forza di cose depositare una tabella, altrimenti dovrei leggere i tassi di risorse impegnate e di risorse spese amministrazione nazionale per amministrazione nazionale, amministrazione regionale per amministrazione regionale, città metropolitane e quant'altro. Vi anticipo che anche in questo caso depositerò non soltanto questa tabella, ma anche l'informativa che ho tenuto al CIPESS lo scorso aprile. È stata una vera e propria operazione trasparenza quella che mi sono sentita in dovere di fare e per questo farò avere ai presidenti delle Commissioni il testo dell'informativa.
Mi limito soltanto a dire che, al contrario di quanto potrebbe immaginarsi, ci sono performance nettamente più negative per le amministrazioni centrali rispetto alle amministrazioni regionali; ma, con riguardo alle amministrazioni regionali, c'è un ritardo abbastanza significativo per le amministrazioni delle regioni del Mezzogiorno. La tabella è qui e quindi sarà in vostro possesso immediatamente.
Ciò detto, con il Dipartimento per la coesione abbiamo operato una valutazione preliminare circa il potenziale conseguimento delle obbligazioni giuridicamente vincolanti (OGV) da conseguire alla data del 31 dicembre 2022. Come sapete, rispetto alla programmazione 2014-2020, la prima scadenza era stata prevista per il 31 dicembre 2021, poi abbiamo prorogato questa scadenza al 31 dicembre 2022 e la prima stima che abbiamo fatto individua in oltre 12,8 miliardi di euro l'area di rischio elevato per risorse associate a progetti monitorati. Ci sono, inoltre, anche progetti non monitorati per un ammontare pari a oltre 8,5 miliardi di euro.
Vi informo che, sulla questione, è stato avviato un approfondimento con il Ministero dell'economia e delle finanze per individuare un percorso che superi la logica della proroga tout court delle OGV, che sinora è intervenuta spesso senza risultati tangibili, e, a tale scopo, per la prossima programmazione siamo a lavoro sulla norma cui ho già fatto riferimento.
L'onorevole Fassina sollecita la nostra attenzione e il nostro impegno sul rafforzamento della capacità amministrativa degli enti locali. Questo è il grande tema da cui dipende la capacità di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche il tasso di efficienza nella spesa delle risorse nazionali ed europee per la coesione. Non c'è dubbio che se abbiamo tassi di spesa così poco soddisfacenti, lo dobbiamo anche a una scarsa capacità amministrativa da parte delle pubbliche amministrazioni che sono state impoverite da anni di tagli del turnover e di trasferimenti.
Per questo, come ricorderete, abbiamo iniziato la nostra attività di irrobustimento della capacità amministrativa già nel marzo dello scorso anno: abbiamo pubblicato un bando di concorso che non ha dato gli esiti sperati per ragioni che non sto qui ad approfondire; ne abbiamo pubblicato un altro e anche l'ultimo non ha dato i risultati attesi. Per il primo bando sono state selezionate circa 700 persone – anche qui vi farò avere in seguito i dati precisi – e, di queste, circa 600 sono già state assunte. Siamo adesso nella fase di assunzione di coloro che sono stati selezionati attraverso il secondo bando: sono più di 700, circa 730. I bandi di concorso avevano l'obiettivo di assumere 2.800 profili tecnici, ma non siamo riusciti a raggiungerli nonostante i due avvisi pubblici. Le risorse che si sono liberate entreranno immediatamente – è una norma già approvata – nella disponibilità degli enti locali affinché gli enti locali possano utilizzarle per contrattualizzare direttamente i professionisti di cui hanno bisogno.
Accanto a questo poi, come sapete, ci sono molti altri strumenti che abbiamo messo a disposizione delle amministrazioni pubbliche: 1.000 esperti della funzione pubblica, il 40 per cento dei quali è destinato al Mezzogiorno; 68 milioni di euro del PON Governance, che servono per contrattualizzare professionisti e figure tecniche e un fondo per la progettazione, per il quale mi sono spesa moltissimo, che ammonta a circa 160 milioni di euro per finanziare la Pag. 12progettazione dei comuni nelle aree interne, dei comuni con popolazione al di sotto dei 30 mila abitanti, delle città metropolitane e delle province delle regioni del Mezzogiorno. I fondi sono già stati ripartiti e tra poco entreranno nella disponibilità degli enti locali, ma non c'è dubbio che è un tema su cui dovremo ritornare, come dovremo ritornare anche sulla formazione del personale, perché questa è la grande sfida. Su questo si gioca la capacità di realizzare gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza ma anche degli altri fondi.
Rispondo anche all'onorevole D'Attis riservandomi di depositare gli atti e le tabelle sullo stato di attuazione dei diversi PSC nazionali e regionali.
Per quanto riguarda la domanda posta dall'onorevole Misiti sulla sanità, ricordo anzitutto un'innovazione molto importante. Per la prima volta nell'ambito della programmazione dei fondi strutturali europei, avremo un PON interamente dedicato alla salute. Tale novità è frutto della proficua collaborazione con il Ministro Speranza, che ringrazio per aver sottoposto alla mia attenzione la necessità di dedicare un programma operativo nazionale ai temi della salute. Per la prima volta nell'accordo di partenariato, che è stato notificato a Bruxelles a gennaio – siamo in attesa dell'approvazione ufficiale che dovrebbe arrivare tra qualche settimana – tra i diversi programmi operativi nazionali ce ne sarà uno dedicato ai temi della salute per ridurre i divari tra il Nord e il Sud del Paese in tale settore e la dotazione ammonterà a oltre 600 milioni di euro.
I fondi FSC che saranno destinati e dedicati all'area tematica della salute, che è una delle aree tematiche ricomprese tra le dodici totali, non serviranno alla riduzione del disavanzo, ma a investimenti, per esempio nel parco tecnologico degli ospedali o nei presidi territoriali. Quindi si tratta di investimenti e non di riduzione dei disavanzi.
Credo che la senatrice Modena mi avesse chiesto informazioni circa il metodo PNRR da mutuare a favore della programmazione FSC: su questo credo di avere già risposto.
In riferimento alla domanda dell'onorevole Pagano, che mi chiede se i residui della programmazione 2014-2020 possono essere utilizzati per le domande che eccederanno la quota disponibile dei bandi, penso che si riferisse forse agli ecosistemi dell'innovazione, ai beni confiscati alla mafia, non soltanto a quelli della coesione: penso anche a quelli dell'istruzione, come le mense e le palestre scolastiche. Su questo è necessario avviare un'interlocuzione con il MEF per capire se si possono utilizzare i residui del 2014-2020 purché vi siano le condizioni per contrarre obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2021 o entro l'ulteriore proroga che abbiamo fatto – adesso vengo a raccontarvela – ossia entro il 30 giugno 2023, nel caso in cui gli investimenti siano superiori ai 25 milioni di euro. Sul punto mi riservo di fare un approfondimento e forse riuscirò a essere più precisa, ma orientativamente è questa la cornice all'interno della quale si inquadra quest'azione. Sicuramente si può e si deve usare la programmazione 2021-2027, tant'è che questi investimenti sono i tipici investimenti addizionali, cioè useremo il Fondo per lo sviluppo e la coesione per ristorare le domande che non hanno avuto soddisfazione e gratificazione attraverso i bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, come è accaduto per i contratti di sviluppo.
L'onorevole Trancassini mi chiede quale strategia c'è dietro la competitività delle imprese. È un ragionamento molto ampio e potrei dirle che è la strategia che ci sta portando a costruire un Sud più collegato e più connesso fisicamente, digitalmente, un Sud capace di attrarre investimenti nazionali e internazionali attraverso il potenziamento e il rafforzamento delle zone economiche speciali. Quando parlo di collegamenti e di connessioni, non mi riferisco soltanto alle tratte ad alta velocità, i cui lotti inseriti nel PNRR sono quelli che possono rispettare i tempi di attuazione dei cinque anni; mentre per gli altri – ho fatto l'esempio della Palermo-Messina-Catania – interveniamo attraverso la programmazione complementare del FSC. Mi riferisco anche alle ferrovie regionali per evitare Pag. 13che, una volta arrivati al Sud, diventi faticoso, se non impossibile, muoversi attraverso le regioni del Mezzogiorno, come mi riferisco anche agli interventi di potenziamento e riqualificazione delle grandi stazioni del Mezzogiorno. Penso, inoltre, agli investimenti che abbiamo fatto, accanto alle ZES, sui porti meridionali per oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro, perché si è parlato molto di piattaforma nel Mediterraneo e oggi noi proviamo a realizzarla attraverso gli investimenti nelle strade (FSC), nelle ferrovie, nelle reti idriche, essendo anche quest'ultima una componente importante, nelle ZES e nei porti. Ci auguriamo che tutto questo possa essere un fattore determinante per creare un ambiente favorevole per chi vuole fare attività d'impresa, compresi tutti gli investimenti che serviranno poi a migliorare e a far crescere il capitale umano, come quelli, ad esempio, sugli ecosistemi dell'innovazione.
L'onorevole Lovecchio mi chiede dell'ultima norma che è stata approvata nel decreto cosiddetto caro prezzi. Lo ringrazio per la domanda perché mi consente di fare qualche precisazione e anche di fugare ogni timore riguardo all'integrità e anche all'immediata messa in moto dell'intera programmazione 2021-2027 del FSC. Per fronteggiare il caro prezzi, il caro carburante, il caro bollette e il caro energia, mi sono resa io stessa disponibile a utilizzare, in via temporanea e fino al nuovo quadro di finanza pubblica, da approvare con legge di bilancio nel prossimo autunno, 6 miliardi di euro che dovessero derivare dall'eventuale definanziamento di interventi ricompresi nella programmazione 2014-2020 che non siano in grado di generare obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2022, come vi dicevo prima, ovvero, se di importo superiore a 25 milioni di euro, che non rispettino un cronoprogramma definito, contenente obiettivi iniziali, intermedi e finali, e che non generino obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 30 giugno 2023. Se le obbligazioni giuridicamente vincolanti dovessero essere contratte entro il 31 dicembre 2022 o, per interventi superiori a 25 milioni, entro il 30 giugno 2023, non un euro verrà definanziato.
Come ho avuto modo di evidenziare qualche settimana fa al CIPESS, facendo riferimento all'informativa che depositerò, la programmazione 2014-2020, come abbiamo più volte ripetuto, presenta più di una criticità: secondo le nostre stime circa 12,8 miliardi di euro sono a forte rischio di definanziamento, perché con ogni probabilità afferenti a progetti per i quali le amministrazioni non riusciranno a contrarre le obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2022. Con la misura a cui il senatore Lovecchio ha fatto riferimento, inoltre spostiamo di sei mesi – l'ho detto prima ma lo ribadisco – il termine per gli interventi di importo superiore a 25 milioni di euro.
L'uso dei 6 miliardi di euro del FSC 2014-2020, a forte rischio di disimpegno, per il finanziamento del fondo caro prezzi è soltanto – lo ripeto – un prestito ed è un prestito temporaneo perché vi è l'impegno del Governo a restituire tali risorse al Fondo per lo sviluppo e la coesione con la prossima legge di bilancio. Non un cantiere verrà fermato, non un intervento viene definanziato, perché, qualora le risorse residue della programmazione 2014-2020 non dovessero essere sufficienti nell'eventualità in cui siano contratte tutte obbligazioni giuridicamente vincolanti, si attingerà alle risorse della programmazione 2021-2027, poiché è prevista una clausola di salvaguardia e i 6 miliardi della programmazione 2021-2027 sono stanziati come garanzia. Laddove qualcosa dovesse essere intaccato, ciò che viene intaccato sarà reintegrato con la legge di bilancio, come è già accaduto con la quota utilizzata nel PNRR e reintegrata con la precedente legge di bilancio. Si tratta di un prestito temporaneo e nessun cantiere verrà fermato e verrà definanziato. Ringrazio per questa domanda che mi permette di fare chiarezza sotto questo profilo.
Il presidente Pesco mi chiede dei problemi sullo stato di avanzamento del 2014-2020, ma anche qui, se mi consente, rimando alla relazione e alle tabelle che depositerò. Ha ragione sul fatto che c'è necessità di una maggiore formazione: questo sicuramente è uno dei grandi temi e al Pag. 14riguardo stiamo già dialogando anche con funzione pubblica. Anche la condivisione delle buone pratiche sicuramente può essere un orizzonte da esplorare. Ci sono regioni che registrano performance migliori, ma bisogna capire perché, se hanno maggiore personale o personale più qualificato.
Naturalmente questa sarà un'ulteriore attività di monitoraggio che seguirà quella – vi assicuro – molto puntuale e molto faticosa che il Dipartimento ha fatto per capire quante risorse del FSC 2014-2020 fossero davvero a rischio e come accompagnare quelle risorse per evitare un definanziamento tour court. Infatti, se non ci fosse stata l'operazione di monitoraggio del Dipartimento per la coesione, probabilmente oggi saremmo di fronte a un definanziamento tout court, perché fra poco più di sei mesi scadrebbe il termine per le obbligazioni giuridicamente vincolanti e, come è accaduto in passato, quelle risorse confluirebbero nella contabilità generale. Noi le abbiamo monitorate, abbiamo operato delle distinzioni e per alcune prevediamo un'operazione di accompagnamento e un'ulteriore proroga. Spero che questo sia chiaro.
Per quanto riguarda le risorse stanziate per il futuro ciclo, mi chiede il presidente Pesco se possono essere utilizzare per la manutenzione. Su questo mi riservo di fare una verifica, perché so che il Fondo per lo sviluppo e la coesione può essere utilizzato per spese in conto capitale, ma bisogna capire se le spese per la manutenzione sono considerate come spese correnti oppure no. Su questo faremo un ulteriore approfondimento e le faremo sapere.
Naturalmente ringrazio il presidente Melilli per le osservazioni molto puntuali e molto intelligenti che ha fatto. La velocità non può essere l'unico parametro per garantire l'attuazione degli interventi, ma in questo caso è una garanzia di attuazione degli interventi anche per il Mezzogiorno. È uno stimolo importante per tutte le amministrazioni, perché, come sappiamo tutti – ormai lo abbiamo imparato a memoria – se non rispettiamo i tempi prestabiliti perderemo i finanziamenti, poiché l'erogazione dei finanziamenti è condizionata al rispetto dei target, degli obiettivi e del cronoprogramma. Credo che nessuno di noi voglia assumersi la responsabilità di perdere quei finanziamenti. Forse in questo caso la velocità può essere una garanzia di attuazione e anche di qualità della spesa, ma tutta la rete di sicurezza che abbiamo attivato attraverso i vari decreti-legge, a cominciare dal decreto-legge governance, senza dubbio va nella direzione di rafforzare questa attività.
Sul rigore nella costruzione dei bandi, sono pienamente d'accordo, presidente. Questo è il motivo per cui abbiamo ottenuto per legge il monitoraggio ex post, ma, non contenti di questo, abbiamo chiesto e ottenuto in cabina di regia presso Palazzo Chigi di poter effettuare un monitoraggio ex ante. Lo abbiamo ottenuto a gennaio, quindi alcuni bandi erano già stati pubblicati. Il monitoraggio ex ante ci consente di intervenire nella fase di predisposizione dei bandi e contiamo di correggere alcune storture e alcune distorsioni che ci sono state nella fase di ripartizione delle risorse.
Concludo ringraziando l'onorevole Cannizzaro per avere ricordato l'iniziativa che abbiamo organizzato a Sorrento. Credo e spero che sia stata utile per il Mezzogiorno, per il Paese e per diffondere anche un racconto nuovo del Mezzogiorno. Conosciamo tutti le criticità e i problemi del Mezzogiorno: tutti noi siamo al lavoro ogni giorno per provare ad affrontarli e a risolverli, però c'è anche bisogno di raccontare un Sud diverso, un Sud che esiste, che funziona e che è attrattivo per sollecitare l'attenzione di chi vuole investire e scommettere sul Mezzogiorno. Vi assicuro – penso che per voi possa essere una buona notizia – che i riscontri da questo punto di vista sono molto positivi. I sindaci coinvolti sono assolutamente d'accordo. Uno degli strumenti che ho voluto utilizzare, che forse è stato un po' sottoutilizzato nel passato, per coinvolgere le amministrazioni locali e che utilizza risorse del FSC sono stati i contratti istituzionali di sviluppo (CIS), che sono strumenti formidabili anche per accelerare gli investimenti prevalentemente infrastrutturali in alcune aree strategiche del Mezzogiorno. Ho voluto, inoltre, che ai Pag. 15CIS venisse estesa la normativa PNRR per tutto quello che riguarda la semplificazione delle procedure.
Mi fa piacere condividere con voi l'ultimo CIS che ho firmato martedì scorso per l'area di Napoli, di Pompei e del Vesuvio, che ha coinvolto diciannove sindaci e chi ci ha consentito di finanziare oltre 400 progetti per un totale di circa 230 milioni di euro. La stessa cosa siamo riusciti a fare, sempre in Campania, per l'area di Caivano, l'epicentro della Terra dei fuochi. Lo stipuleremo in Calabria nelle prossime settimane e abbiamo dato un impulso al CIS Taranto.
Sono strumenti che responsabilizzano i sindaci, non sono svuota cassetti, ma sono strumenti che ci consentono di stimolare la capacità progettuale dei comuni, che stanno rispondendo benissimo, avanzando progetti per strade, case di comunità, palestre, bonifiche, interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione ambientale, e sono strumenti che sollecitano la capacità progettuale che si dimostra davvero molto vivace. Nelle prossime settimane e anche nei prossimi giorni ne firmeremo altri, consentendoci di mobilitare risorse importanti per investimenti infrastrutturali che hanno ricadute economiche, produttive e occupazionali in aree importanti del Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Grazie, Ministra, per la disponibilità. Avremo naturalmente altre occasioni per confrontarci sui temi che oggi la Ministra ci ha esposto. Ringrazio tutti. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.15.