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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (V e VI)

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Lunedì 6 giugno 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Marattin Luigi , Presidente ... 3 

Audizione, in videoconferenza, del Ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3614, di conversione in legge del decreto-legge n. 50 del 2022, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Marattin Luigi , Presidente ... 3 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , Ministro dello sviluppo economico (intervento da remoto) ... 3 
Marattin Luigi , Presidente ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VI COMMISSIONE LUIGI MARATTIN

  La seduta comincia alle 12.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, del Ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3614, di conversione in legge del decreto-legge n. 50 del 2022, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del Ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, dinanzi alle nostre Commissioni bilancio e finanze, nell'ambito dell'esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge n. 50 del 2022, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina.
  Do il benvenuto al Ministro Giancarlo Giorgetti, lo ringrazio per essere con noi questa mattina e gli cedo volentieri la parola per un intervento di 15 o 20 minuti al massimo, se può essere sufficiente per i suoi scopi. Poi seguiranno, come al solito, gli interventi dei colleghi e la sua replica finale. Prego, Ministro.

  GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello sviluppo economico (intervento da remoto). Saluto tutti i componenti delle Commissioni finanze e bilancio della Camera e li ringrazio per l'invito. In virtù della mia esperienza parlamentare sono consapevole dell'importanza di queste occasioni come momento di confronto e riflessione, non solo sulle misure specifiche, ma soprattutto sul quadro strategico in cui queste si collocano. Questa è anche la finalità del mio intervento.
  Con l'adozione del decreto-legge in esame il Governo ha inteso fronteggiare in maniera incisiva le ricadute che il deterioramento dell'attività economica, conseguente allo shock del conflitto russo-ucraino, sta provocando su imprese e famiglie. Dall'inizio della guerra l'azione del Governo si è mossa secondo una duplice direttrice: da una parte, si è intervenuti a supporto delle imprese per far fronte alle carenze dell'approvvigionamento delle filiere più esposte rispetto alle aree del conflitto; dall'altra, sono state adottate misure per contenere gli effetti pregiudizievoli sul piano macroeconomico. L'obiettivo strategico è evitare che il Paese ritorni in recessione. Per farlo è indispensabile continuare a perseguire politiche a sostegno dell'offerta del sistema produttivo e, in particolare, degli investimenti privati, che hanno avuto un ruolo determinante nella fase espansiva che il PIL ha registrato nel 2021.
  Ancora oggi i dati del primo trimestre dell'anno evidenziano, pur nel quadro di un'economia in forte rallentamento, in linea con il trend di altri Paesi europei, il contributo positivo alla crescita da parte Pag. 4degli investimenti fissi lordi, che hanno registrato una variazione positiva di quasi 4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
  In questa prospettiva l'azione del Ministero dello sviluppo economico nell'attuale fase deve continuare ad articolarsi su piani complementari, uno contingente, relativo al supporto alle imprese più esposte, e uno strutturale, che è profondamente correlato all'attuazione del PNRR, che rappresenta il piano del complesso degli interventi finalizzati a rendere stabile e consistente il percorso di modernizzazione del sistema produttivo.
  Questa è la logica sottesa al decreto-legge all'esame delle Commissioni bilancio e finanze, nel quale, accanto a interventi di ristoro per le imprese interessate dagli scambi commerciali con le zone russo-ucraine, il sostegno della liquidità e la riduzione del costo dell'energia, si collocano significative misure per investimenti in ricerca, innovazione, formazione e digitalizzazione.
  Mi concentrerò, in un primo luogo, sugli interventi volti a neutralizzare le conseguenze del conflitto. «Neutralizzare» mi sembra un termine forse eccessivo, sicuramente è più corretto dire che tali interventi sono volti a mitigare le conseguenze del conflitto. Comincio con il ricordare che, come Ministero dello sviluppo economico, lo scorso 4 marzo abbiamo costituito un gruppo di lavoro incaricato di valutare il potenziale impatto sui settori produttivi e di formulare proposte idonee ad attenuare la portata della crisi. Questo gruppo di lavoro, anche per effetto di un proficuo confronto con i principali operatori economici e con le associazioni di categoria, ha individuato le filiere industriali più penalizzate e ha identificato le soluzioni per cercare di fronteggiare le conseguenze economiche del conflitto in corso.
  Una delle linee di azione individuate attiene alla necessità di sostenere i comparti più colpiti, al fine di evitare il rischio che l'ulteriore aumento dei costi per l'approvvigionamento di materie prime e di semilavorati, in aggiunta all'impennata dei costi dell'energia, possa pregiudicarne definitivamente l'attività, con tutte le conseguenze del caso anche sotto il profilo occupazionale.
  Risponde a questo scopo la previsione di cui all'articolo 18 del decreto-legge, relativa alla costituzione di un fondo con una dotazione pari a 130 milioni di euro per la concessione di contributi a fondo perduto in favore delle imprese che hanno subìto ripercussioni economiche negative, in termini di perdita di fatturato, derivanti dalla contrazione della domanda, dall'interruzione di contratti e di progetti esistenti e dalla crisi nelle catene di approvvigionamento.
  Nello specifico, le misure, che hanno vincoli particolari che dipendono anche dai regolamenti e dalle raccomandazioni europei, hanno un ammontare massimo di 400.000 euro a impresa e sono destinate alle piccole e medie imprese che cumulativamente hanno subìto un calo di fatturato di almeno il 30 per cento, le quali sono chiamate a sostenere costi per materie prime e semilavorati più alti o hanno legami commerciali con i territori interessati dalla crisi ucraina.
  Sempre con riferimento alle conseguenze del conflitto, da un punto di vista più generale, particolare attenzione è stata prestata al processo di ricomposizione delle catene globali del valore, che può determinare spazi di opportunità per l'attrazione o la ricollocazione di investimenti in Italia, finora solo parzialmente intercettati, il cosiddetto «reshoring».
  Per tali ragioni nel decreto-legge interveniamo prevedendo una serie di misure per dare attuazione alle linee strategiche che abbiamo elaborato in seno alla cabina di regia sulla internazionalizzazione, rafforzando la governance del sistema di attrazione e aftercare degli investimenti esteri. In questi mesi, insieme al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e alla rete dei desk dell'Istituto del commercio estero, abbiamo lavorato al potenziamento delle attività di outreach, attivando progetti pilota in location strategiche, come Londra e San Francisco, e operando una ricognizione di potenziali investitori per operazioni sia di major acquisitionPag. 5sia di reshoring anche alla luce delle opportunità del PNRR. Una volta stabiliti i contatti, grazie a un ufficio dedicato presso Invitalia, seguiamo gli investitori in tutte le fasi, dall'interlocuzione con gli enti locali all'accesso a misure agevolative e nei processi autorizzativi.
  Con le risorse che il decreto-legge stanzia all'articolo 25 – sono 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2022 – potremmo rafforzare o moltiplicare le sedi dove replicare questo esercizio, dotando il Comitato per l'attrazione degli investimenti esteri, collocato presso il Ministero dello sviluppo economico, di una segreteria permanente. Infatti, l'articolo 25 finalmente realizza una competenza fondamentale per il Paese che porterà alla realizzazione di uno sportello unico che svolgerà una funzione di accompagnamento dell'investitore estero, il quale potrà contare su un sostegno delle amministrazioni in vista di tempi certi e procedimenti amministrativi più spediti.
  Con le risorse stanziate, dunque, forniremo alla struttura sopraindicata i mezzi idonei per operare al meglio, ad esempio attraverso la realizzazione dello stesso sportello unico, di un sito web dedicato, di database di potenziali investitori, agevolando incontri con business angels e fondi di investimento internazionali. Stabiliti i contatti, come ho detto, seguiremo l'investitore in tutte le fasi e offriremo tutte le condizioni in termini di incentivi utili per sostenere il processo che io ho chiamato «dal mercato delle delocalizzazioni al mercato delle rilocalizzazioni», soprattutto facendo leva sul fatto che chi investe in Italia sa bene che può avvalersi del maggiore valore aggiunto intrinseco ai prodotti made in Italy e questo deve essere il nostro punto di forza.
  I processi di reshoring verranno agevolati predisponendo, attraverso un sondaggio capillare da operare sull'intero territorio italiano, la definizione di molteplici progetti greenfield o brownfield, che possono risultare attraenti in termini di ritorno sull'investimento. Tali operazioni saranno utili sia per l'accorciamento delle filiere sia per soddisfare gli impegni per lo sviluppo del Mezzogiorno recentemente assunti dal Governo e che sono parte integrante del PNRR. Inoltre, l'attrazione degli investimenti esteri consentirà di individuare opportunità alternative per la risoluzione di crisi aziendali e il rilancio delle aree industriali del Paese maggiormente in difficoltà.
  È chiaro che, una volta verificato l'interesse di chi vuole investire in Italia, dobbiamo evitare che ostacoli burocratici scoraggino chi porta capitali e progetti nel nostro Paese, come troppo spesso è avvenuto anche negli scorsi mesi. Si inserisce in questo quadro la previsione di cui all'articolo 30, che conferisce al Ministero dello sviluppo economico il potere sostitutivo in caso di inutile decorso del termine per la conclusione dei procedimenti relativi a investimenti per il sistema produttivo nazionale di valore superiore a 50 milioni di euro. L'esercizio dei poteri sostitutivi, che può essere richiesto anche dal soggetto proponente e velocizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, risponde all'esigenza di disporre procedure amministrative semplificate per l'adozione di investimenti di rilievo strategico. Sostanzialmente è una procedura ad hoc per investimenti di tipo rilevante e strategico che non garantisce il buon esito della proposta, ma assicura quantomeno tempi certi per le risposte in merito ai pareri necessari.
  Passando all'esame delle misure connesse all'attuazione del PNRR, che si collocano nel solco del sostegno degli investimenti, il decreto-legge reca un rifinanziamento del Fondo IPCEI e alcune previsioni legate al Piano Transizione 4.0.
  Per quanto riguarda i progetti di comune interesse europeo finanziati dal Fondo IPCEI, è noto che sono uno dei principali strumenti di sostegno dell'innovazione nell'ambito della politica industriale europea poiché finanziano progetti di ricerca applicata e di prima applicazione industriale e di collaborazione tra imprese europee e perseguono obiettivi di innovazione radicale su filiere di avanguardia. In questa fase, dopo i progetti su batterie e microelettronica 1, sono in corso di avanzamento quelli sull'idrogeno, microelettronica 2, salute e cloud.Pag. 6
  Per la quantità e la qualità dei progetti presentati dalle imprese italiane, l'Italia è uno dei Paesi più attivi in Europa. Ricordo che attraverso il Fondo IPCEI si possono in qualche modo dribblare – uso questo termine calcistico, che sicuramente il presidente apprezzerà – i limiti spesso molto stringenti in materia degli aiuti di Stato. Ciò, ovviamente, si traduce in una forte richiesta di risorse, a copertura dei deficit di finanziamento dei progetti.
  Nello specifico, non sono disponibili, allo stato attuale, 2,75 miliardi di euro, a fronte di risorse necessarie per coprire l'intero fabbisogno di 8,41 miliardi di euro. Di questi si stima che 4,8 miliardi di euro sono riferibili a progetti da notificare nell'anno in corso. Proprio allo scopo di garantire una più ampia copertura del complesso delle iniziative già lanciate, abbiamo incrementato con una disposizione del decreto-legge la dotazione del Fondo IPCEI, rifinanziandolo per 150 milioni di euro nel 2022, 200 milioni di euro nel 2023 e 150 milioni di euro nel 2024, per complessivi 500 milioni di euro. Resta fermo che tali risorse, ancorché urgenti, non sono sufficienti a fare fronte all'ammontare dei progetti in corso e di quelli in fase di attivazione come, ad esempio, quelli relativi alla salute per cui si sta procedendo alla valutazione delle progettualità in vista della pre-notifica.
  Infine, abbiamo proposto di rafforzare alcuni aspetti del Piano Transizione 4.0 e con l'articolo 21 del decreto-legge viene incrementata l'aliquota del credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali e immateriali 4.0, che viene elevata dal 20 al 50 per cento fino al 31 dicembre 2022 o al 30 giugno 2023 se è stato effettuato un pagamento in acconto pari almeno al 20 per cento del valore dei beni. La modifica si rende necessaria, alla luce delle analisi dei primi dati sul tiraggio della misura, per conseguire i target fissati dal PNRR relativi al numero di imprese beneficiarie. Abbiamo anche incrementato l'aliquota del credito sui beni immateriali dopo un'analisi dei primi dati sul tiraggio della misura al fine di assicurare il conseguimento dei target previsti.
  Una modifica più strutturale riguarda, invece, la disciplina del credito di imposta per la Formazione 4.0. Con la disposizione di cui all'articolo 22 del decreto-legge abbiamo modificato la misura dell'agevolazione fruibile allo scopo di indurre le imprese ad accedere ad attività di formazione di qualità, avvalendosi di una rete di centri qualificati identificati dal Ministero dello sviluppo economico sia per l'individuazione di fabbisogni sia per l'erogazione di percorsi formativi. Tale intervento si è reso necessario per rafforzare il capitale umano e far fronte alla situazione di grave carenza di competenze registrata in diversi comparti. Ricordo che l'investimento sulle competenze è un asse prioritario non solo del Piano 4.0 ma dell'intero PNRR e, rafforzando l'efficacia di questa misura, vogliamo creare le condizioni perché essa possa essere innovata nei prossimi anni.
  Mi avvio a concludere, ricordando che l'impegno del Governo, anche evidentemente per quanto riguarda la nostra competenza, su impulso del Ministero dello sviluppo economico, è stato teso a individuare gli spazi finanziari indispensabili per supportare il sistema delle imprese sottoposto a un duplice stress: quello causato dal forte innalzamento dei costi delle materie prime e dei semilavorati e dalla difficoltà nell'approvvigionamento anche degli stessi semilavorati, oltre che dell'energia, e quello derivante dalle condizioni di incertezza generale che, oltre a frenare la propensione al consumo, in particolare di beni durevoli, non agevola le imprese nel programmare investimenti produttivi in un arco temporale di medio e lungo periodo. Si tratta di un tassello che si inserisce in un quadro in continua evoluzione.
  Il contesto è in divenire e l'incertezza che lo caratterizza impone, infatti, di monitorare e reagire tempestivamente ai mutamenti che dovessero intervenire nel quadro economico. Il Ministero dello sviluppo economico, coerentemente con la sua missione istituzionale, continuerà a farlo raccogliendo le sollecitazioni degli stakeholder, ma soprattutto, essendo questa la sede, gli spunti che lo stesso Parlamento vorrà offrire.

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  PRESIDENTE. Grazie, Ministro Giorgetti, anche per il rispetto perfetto dei tempi. Le chiederei solo la cortesia, non appena possibile, di trasmettere alle Commissioni una memoria relativa al suo intervento, in modo che possa essere messa a disposizione di tutti i commissari.
  Apro il dibattito, ricordando ai colleghi di prenotarsi o tramite la chat o tramite il sistema della piattaforma che stiamo utilizzando. Vi invito a contenere il vostro intervento in due o tre minuti per consentire al maggiore numero possibile di noi di fare domande e poi per consentire al Ministro un'adeguata replica. Nessuno intende intervenire per porre domande o questioni al Ministro Giorgetti?
  In tal caso mi prendo l'impegno – immagino condiviso anche dal presidente Melilli – di rivedere in senso ancora più restrittivo il numero di audizioni in relazione ai provvedimenti di cui saremo responsabili, poiché mi sembra non facciamo una bella figura né nei confronti degli auditi né nei confronti di chi assiste alle audizioni. Ringrazio molto il Ministro Giorgetti e mi scuso per quanto accaduto. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.20.