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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Giovedì 18 febbraio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fassino Piero , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE DINAMICHE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE E INTERESSE NAZIONALE

Audizione, in videoconferenza, del Vice Presidente esecutivo della Commissione europea e Commissario europeo per il Commercio, Valdis Dombrovskis.
Fassino Piero , Presidente ... 3 
Dombrovskis Valdis , Vice Presidente esecutivo della Commissione europea e Commissario europeo per il Commercio ... 4 
Fassino Piero , Presidente ... 7 
Scalfarotto Ivan (IV)  ... 7 
Valentini Valentino (FI)  ... 8 
Berlinghieri Marina (PD)  ... 8 
Carelli Emilio (Misto)  ... 8 
Boldrini Laura (PD)  ... 9 
Formentini Paolo (LEGA)  ... 9 
Fassino Piero , Presidente ... 10 
Dombrovskis Valdis , Vice Presidente esecutivo della Commissione europea e Commissario europeo per il Commercio ... 10 
Fassino Piero , Presidente ... 15

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa: Misto-CD-IE;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Europeisti-MAIE-PSI: Misto-EUR-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PIERO FASSINO

  La seduta comincia alle 16.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  L'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, oltre che dell'audito, anche dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso.

Audizione, in videoconferenza, del Vice Presidente esecutivo della Commissione europea e Commissario europeo per il Commercio, Valdis Dombrovskis.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca – nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle dinamiche del commercio internazionale e interesse nazionale – l'audizione, in videoconferenza, del Vice Presidente esecutivo della Commissione europea e Commissario europeo per il Commercio, Valdis Dombrovskis. Grazie di questa Sua disponibilità. Sappiamo che oggi è una giornata molto importante per Lei e per la Commissione europea: poche ore fa Lei ha presentato la nuova strategia di politica commerciale dell'Unione europea e noi Le siamo grati di questa audizione: siamo il primo Parlamento che ha la possibilità di discutere con il Commissario di queste linee, che sono per noi molto importanti. Sarò molto breve. Prima di dargli la parola, esprimo soltanto qualche minima riflessione.
  Siamo particolarmente interessati a questa audizione perché la politica commerciale è una politica comunitarizzata, e quindi l'Unione europea ha su questa materia una responsabilità primaria che le consente di parlare e negoziare a nome di tutti i Paesi. Mi preme sottolineare che una delle priorità della strategia che è stata da Lei predisposta sarà la riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio, compresi gli impegni globali in materia di clima, di nuove norme per il commercio digitale, di norme rafforzate per affrontare le distorsioni della concorrenza e il ripristino del sistema vincolante di risoluzione delle controversie. Mi fa piacere sottolineare che questi sono anche gli obiettivi che l'Italia ha collocato come una delle priorità della sua Presidenza del G20. Parallelamente, l'Unione europea intende adottare un approccio più rigoroso e più assertivo nei confronti dell'attuazione dei suoi accordi commerciali, e questa impostazione si inquadra nell'impegno più ampio delle Istituzioni europee per il rafforzamento del sistema multilaterale, basato su regole, su cui ieri è stata presentata una comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto Rappresentante Borrell.
  Sul piano bilaterale fa piacere – ho visto le sue dichiarazioni di questa mattina – rilevare che l'Unione europea intende procedere a una graduale normalizzazione delle controversie commerciali con gli Stati Uniti. In questo quadro si inserisce anche la proposta contenuta nella nuova strategia sulle relazioni transatlantiche, presentata il 2 dicembre scorso, di istituire un Consiglio Unione europea-Stati Uniti finalizzato a facilitare gli scambi commerciali, elaborare Pag. 4norme comuni sulla proprietà intellettuale e promuovere le innovazioni.
  Questi approcci sono pienamente coerenti con gli orientamenti del nuovo Governo italiano. Ieri il nuovo Presidente del Consiglio, Draghi, nel suo discorso programmatico, ha dichiarato che il nostro Paese «è convintamente europeista, atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell'Italia», Paese fondatore dell'Unione europea, e intende concorrere a tutte le politiche che l'Unione realizza per una sempre maggiore integrazione.
  L'audizione odierna del Commissario Dombrovskis è anche un'occasione per conoscere da parte Sua una valutazione sulle intese commerciali in via di definizione, in particolare gli esiti dell'accordo di libero scambio con Canada e Giappone e le prospettive degli accordi di libero scambio con il Mercosur, il Messico e il Cile.
  Fatti questi brevissimi riferimenti di contesto, io ringrazio ancora il Commissario Dombrovskis per la Sua disponibilità e gli do la parola. Preannuncio – questo per gli interventi – che il Commissario ci ha dato disponibilità fino alle 17,30, e che quindi entro quell'ora dovremo terminare la nostra audizione. Prego, Commissario.

  VALDIS DOMBROVSKIS, Vice Presidente esecutivo della Commissione europea e Commissario europeo per il Commercio. Buon pomeriggio. Onorevole Presidente Fassino, onorevoli commissari, vorrei innanzitutto ringraziarvi dell'occasione che mi offrite oggi con questo incontro.
  Vorrei iniziare esprimendo le mie congratulazioni a Mario Draghi per la sua nomina a Presidente del Consiglio. So che questa Camera voterà stasera la formazione del nuovo Governo italiano. Ho lavorato a stretto contatto con Mario Draghi per molti anni, e sono sicuro che la sua esperienza e le sue capacità saranno strumentali per aiutare l'Italia a riprendersi dalla crisi legata al COVID-19 e a realizzare le riforme e gli investimenti necessari.
  L'Italia è uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia e dalle sue conseguenze negative sul piano economico.
  Per l'Italia il Piano per la ripresa e la resilienza rappresenta una grande opportunità per attuare riforme e investimenti ambiziosi che le consentiranno di affrontare sfide di lunga data, stimolare la crescita, rafforzare la resilienza sociale ed economica.
  Abbiamo già avuto scambi intensi e costruttivi con le autorità italiane sulla proposta di Piano per la ripresa e la resilienza: come nel caso di molti altri Paesi, occorre lavorare ancora per garantire che il Piano rifletta tutte le riforme e gli investimenti necessari.
  Sono assolutamente convinto che il nuovo Governo riuscirà in maniera brillante a completare le misure e i passi necessari affinché gli ingenti finanziamenti dell'RRF, il dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza, possano iniziare a fluire in Italia quanto prima.
  Questo è importante, perché l'Europa ha bisogno di una ripresa economica sostenibile e a lungo termine che sia equilibrata e quanto più inclusiva possibile.
  Il nostro piano deve preparare tutti i Paesi dell'Unione europea alle sfide che riguardano l'inverdimento dell'economia e la digitalizzazione man mano che veniamo fuori dalla crisi.
  Il commercio sarà una parte importante della ripresa europea. Abbiamo bisogno degli scambi commerciali per sostenere la creazione di posti di lavoro e la crescita, e quindi l'audizione di oggi è quanto mai opportuna.
  Come ha detto già il Presidente, poche ore fa la Commissione europea ha lanciato una comunicazione su una nuova direzione della politica commerciale dell'Unione europea.
  Questa strategia guiderà il commercio dell'Ue e la politica commerciale dell'UE per i prossimi anni. Per formare un nuovo consenso la Commissione ha condotto un processo di consultazione di cinque mesi, impegnandosi con i parlamenti nazionali, i membri del Parlamento europeo, con le aziende, la società civile, i cittadini.
  Abbiamo preso atto dell'ottimo contributo dato dall'Italia al processo di consultazione: molte delle priorità sottolineate nel documento dell'Italia sono state incluse e sono presenti nella comunicazione finale. Pag. 5
  Vi presento brevemente i punti principali della comunicazione, prima di passare alle Vostre domande.
  Il nostro nuovo approccio si basa sul concetto di un'Autonomia Strategica Aperta. Si tratta di una risposta politica europea che consente di affrontare le sfide di oggi a livello nazionale e globale. Dobbiamo mantenere il nostro impegno nei confronti di uno scambio commerciale, di un commercio che sia aperto, equo e basato su regole; dobbiamo trarre il massimo valore possibile dalla nostra rete di accordi commerciali globali; dobbiamo garantire che il commercio contribuisca pienamente alle trasformazioni verde e digitale della nostra economia, e dobbiamo essere più assertivi nel perseguire i nostri valori, nel difendere i nostri diritti, nel proteggerci da pratiche commerciali sleali.
  Siamo convinti che il commercio aperto sia più importante che mai, soprattutto alla luce del fatto che l'85 per cento della crescita globale avverrà fuori dall'Europa nei prossimi dieci anni. Dobbiamo essere pronti a trarre vantaggio da quella crescita a beneficio delle nostre aziende, dei nostri lavoratori e dei nostri consumatori. Abbiamo una forte rete di accordi commerciali che ci aiuta: quarantasei accordi con settantotto partner.
  Per questo, se da un lato puntiamo a ratificare Accordi e a completare i negoziati già in corso, ci concentreremo ancora di più sulla possibilità di trarre il massimo valore possibile dagli Accordi già in piedi. Questo aiuterà le nostre aziende, in particolare le nostre piccole e medie imprese, affinché possano trovare nuove opportunità e accelerare la loro ripresa. Non dimentichiamo che due posti di lavoro su tre, in Europa, sono forniti dalle PMI. Il sostegno alle piccole e medie imprese è una chiara priorità orizzontale nella nostra Comunicazione. So che lo è anche per l'Italia, che ha un fortissimo settore di PMI.
  Abbiamo già lanciato il nuovo portale Access2Markets, che aiuta le piccole e medie imprese a navigare nel mondo del commercio globale, e proponiamo diversi nuovi strumenti a sostegno dei nostri esportatori.
  Naturalmente il commercio aperto può funzionare solo se si basa su regole forti e adeguate. Per questo abbiamo pubblicato una dettagliata agenda europea per la riforma dell'OMC. Non si tratta di una priorità nuova. L'Unione europea sostiene fortemente un'incisiva riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio da molti anni, ma adesso, in questo anno, abbiamo nuove circostanze promettenti. Abbiamo una nuova Amministrazione negli Stati Uniti e c'è stata questa settimana la nomina della dottoressa Ngozi Okonjo-Iweala a nuova Direttrice Generale dell'OMC. Tutto ciò rappresenta un'ottima prospettiva di cambiamento.
  Noi proponiamo di rivedere l'OMC come sede nella quale affrontare i problemi più pressanti del mondo di oggi, quali gli effetti del COVID-19, l'appoggio alla sostenibilità ambientale e sociale, l'ammodernamento delle regole del commercio digitale, e il problema delle pratiche commerciali sleali.
  Sostenere il commercio aperto significa anche continuare a rafforzare le nostre relazioni globali. Vogliamo rafforzare la cooperazione con il nostro vicinato e con l'Africa. Questi Paesi sono i nostri vicini più prossimi e hanno forti legami economici e culturali con l'Europa. Hanno anche prospettive di crescita economica e strategica a lungo termine. Per questo faremo il possibile per rafforzare i nostri rapporti strategici a livello commerciale e di investimento, a vantaggio di tutti.
  Siamo convinti che la nostra politica commerciale debba contribuire maggiormente a realizzare le priorità dell'UE. In particolare, riteniamo che il commercio possa sostenere le cosiddette «transizioni duplici», vale a dire le trasformazioni verde e digitale delle nostre economie. Ciò richiederà un approccio strategico, sia in termini di proposte politiche sia di relazioni globali.
  Nell'ambito della nostra agenda per il clima e la sostenibilità proponiamo iniziative per affrontare gli scambi di emissioni, la tariffazione del carbonio e la tassazione sul carbonio. L'UE prevede di proporre un meccanismo di adeguamento del carbonio Pag. 6alla frontiera, nel pieno rispetto delle regole dell'OMC.
  Prevediamo di sviluppare anche un'iniziativa per il commercio e il clima all'interno dell'OMC. Vogliamo garantire anche che i nostri partner tengano fede agli obblighi assunti in merito allo sviluppo sostenibile e al commercio, nonché ai propri impegni sul clima e i diritti dei lavoratori. Stiamo conducendo un riesame del nostro piano d'azione per rendere l'attuazione e l'esecuzione dei capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile più efficaci. Garantiremo che l'esito di questa revisione, sia incluso anche nei negoziati in corso e in quelli futuri.
  Per quanto riguarda la politica digitale, il commercio deve essere ulteriormente rafforzato. Abbiamo quindi proposto la creazione di un Consiglio per il commercio e la tecnologia, basato su una leadership transatlantica. Si creerebbe così una sede che consentirebbe di colmare il divario transatlantico sugli standard delle pratiche digitali e tecnologiche.
  Continueremo anche a perseguire negoziati sull'e-commerce nell'ambito dell'OMC, e in questo importante negoziato la questione dei flussi di dati sarà centrale.
  Essere più strategici significa anche far leva sulle nostre relazioni globali a sostegno dei nostri obiettivi. Un esempio in questo senso è rappresentato dal recente Accordo UE-Cina sugli investimenti, il cosiddetto CAI, che ci aiuterà a costruire una relazione commerciale e per gli investimenti più equa con la Cina, sulla base di regole chiare e attuabili.
  Il CAI dovrebbe anche rafforzare lo sviluppo sostenibile, perché include degli impegni per la lotta al cambiamento climatico e il rispetto dei principi fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Per la prima volta la Cina ha accettato di includere questi impegni in un Accordo con un partner globale. Se è vero che il CAI può affrontare alcuni temi importanti e consente di riequilibrare le nostre relazioni economiche, non si tratta di una panacea che consentirà di risolvere tutte le sfide legate alla Cina. Lavoreremo a stretto contatto con partner di mentalità affine, inclusi gli Stati Uniti, su questioni importanti come i diritti umani e il lavoro forzato.
  Soprattutto siamo desiderosi di ripristinare completamente il nostro rapporto transatlantico. Abbiamo già avuto contatti a dicembre con l'Amministrazione Biden e abbiamo proposto una nuova, fresca agenda transatlantica. Vogliamo risolvere quanto prima le nostre dispute commerciali e ripristinare la leadership UE-Stati Uniti come motore di cambiamento positivo globale.
  La Comunicazione presenta una strategia che rende l'Europa più assertiva sul piano commerciale. Sul piano dell'attuazione vogliamo garantire la possibilità di trarre il maggior valore possibile dagli accordi che firmiamo in tutto il mondo, e che i nostri partner tengano fede ai propri obblighi.
  Lo scorso anno abbiamo nominato il primo Responsabile per l'attuazione degli accordi commerciali, che in maniera attiva attuerà e terrà conto dei nostri diritti negli Accordi commerciali, soprattutto a sostegno delle nostre piccole e medie imprese. Dobbiamo garantire che i nostri partner rispettino i loro impegni, sia per l'accesso al mercato sia in merito all'ambiente che ai diritti dei lavoratori.
  Il nostro piano di riforma dell'OMC affronterà questioni come la neutralità competitiva, le sovvenzioni e le imprese statali, ma dobbiamo anche rafforzare la nostra capacità di creare condizioni di parità e difenderci quando i nostri partner non giocano secondo le regole. Quindi dovremo anche preparare uno strumento anti-coercizione e valutare eventuali possibilità di una strategia dell'UE per i crediti alle esportazioni.
  Concludo, onorevoli Deputati, ricordando che la nostra agenda commerciale rappresenta già una storia di successo, sul piano economico, per l'Unione europea. Abbiamo un avanzo commerciale consistente.
  Per riprenderci rapidamente dalla pandemia di coronavirus vogliamo dare alle aziende europee, in particolare alle nostre piccole e medie aziende, ogni opportunità per rimettersi in piedi. Per questo abbiamo Pag. 7bisogno di un incremento del commercio, non di una sua riduzione.
  Ho evidenziato i punti principali della nostra nuova Comunicazione. Si tratta di una nuova direzione per la politica commerciale dell'UE, una direzione che sono sicuro l'Italia sosterrà. Adesso sarò lieto di rispondere ai vostri commenti e alle vostre domande. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Vice Presidente. Sono molto grato del Suo intervento. Saluto il dottor Parenti, che è il Capo della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, che assiste ai nostri lavori. Il primo che ha chiesto la parola è l'onorevole Scalfarotto. Prego.

  IVAN SCALFAROTTO. Grazie, presidente. Approfitto per salutare e ringraziare anche da parte mia il Vice Presidente Dombrovskis della Sua disponibilità. Come brevissima premessa io vorrei sottolineare che l'area del commercio è sicuramente una di quelle dove l'Unione europea riesce a lavorare con maggiore efficacia, ed è secondo me un classico esempio di integrazione che produce una migliore qualità del lavoro e migliori risultati.
  Il fatto che nelle politiche commerciali l'Unione europea abbia deciso di delegare tutto all'Unione europea, e quindi di parlare con una voce soltanto, fa dell'Unione europea un attore sul palcoscenico del commercio internazionale di grandissima autorevolezza ed efficacia. Quando noi lavoriamo, per esempio, in sede di Organizzazione mondiale del commercio, il fatto di rappresentarci come 500 milioni di cittadini, tutti insieme, fa dell'Unione europea sicuramente un protagonista. Io penso che questo modello auspicabilmente dovrebbe essere allargato anche ad altre aree di responsabilità, come per esempio la politica estera. Credo che per la politica commerciale questa unità e questa coerenza possa essere un modello da utilizzare.
  Detto questo, volevo fare un paio di domande al Commissario Dombrovskis. Una riguarda sicuramente il WTO (World Trade Organizzation), perché l'elezione della dottoressa Ngozi Okonjo-Iweala è sicuramente un'eccellente notizia. Si tratta di un personaggio di grandissimo calibro: presidente dell'Alleanza globale per i vaccini, già numero due di Banca mondiale, board member di Twitter. È una persona stimata da moltissime persone sul piano globale. Inoltre, per la prima volta abbiamo una donna che sale alla massima carica del WTO. Ci sono grandi speranze e grandi aspettative, soprattutto perché il WTO recentemente non ha funzionato. Sappiamo che c'è il tema della Corte d'appello, che non funziona per mancanza di giudici; sappiamo che l'ultima ministeriale, quella del 2017 a Buenos Aires, si è conclusa con un nulla di fatto; non sappiamo ancora quando ci sarà la ministeriale di Nur-Sultan. Mi piacerebbe sapere quale può essere, secondo il Vice Presidente Dombrovskis, il ruolo che l'Europa può avere per sostenere la nuova Direttrice Generale in questa riforma.
  La seconda cosa che volevo chiedere riguarda il Comprehensive Agreement on Investment con la Cina. È un Accordo che noi dall'Italia abbiamo valutato con luci e ombre, perché sicuramente offre importanti opportunità alle nostre imprese, ma ha ancora qualche elemento che dovrà essere implementato, come per esempio la ratifica da parte cinese delle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro, ed è mancante della parte della protezione sugli investimenti. Mi piacerebbe sapere dal Vice Presidente Dombrovskis, soprattutto nel rapporto col Parlamento europeo, se lui prevede delle difficoltà.
  L'ultimissima cosa riguarda l'Accordo Mercosur: è un accordo che ha molto interessato le opinioni pubbliche internazionali, per l'Italia è un accordo estremamente importante, perché i rapporti tra Italia e America Latina sono fortissimi, sono storici, sociali, direi addirittura antropologici. Il fatto che due blocchi come Unione europea e Mercosur per la prima volta facciano un accordo che sostanzialmente azzera dazi, tariffe e quote è una cosa estremamente importante, anche per legare l'America Latina all'Europa e fare sì che altri attori non si introducano in America Latina prima di noi, e anche per portare la nostra cultura del lavoro e dell'ambiente in Pag. 8America Latina e fare in modo che i nostri standard possano essere allargati anche a quest'area geografica così importante. Grazie.

  VALENTINO VALENTINI. Grazie, signor Vice Presidente. Anche questa volta sono d'accordo, ma solo in parte, con l'onorevole Scalfarotto (questo per fugare ogni secondo pensiero). Mi ricollego a quanto ha detto l'onorevole Scalfarotto. Ho letto il documento della Commissione, ho seguito la presentazione quest'oggi da parte del Commissario. È un documento molto ambizioso, perché ai compiti già importanti del commercio estero, al peso che l'attività commerciale dell'Unione europea riveste per tutti i Paesi dell'Unione, aggiunge altri compiti. Dà compiti ulteriori, che sono quelli del conseguimento degli obiettivi nella transizione digitale ed ecologica.
  Mi collego proprio al caso dell'Accordo con il Mercosur: tale Accordo in questo momento soffre per un problema di carattere ambientale, soffre perché da parte del Brasile non si rispettano alcuni standard per quanto riguarda la deforestazione dell'Amazzonia, e questo rende difficile l'applicazione. Questa premessa è per dire che ritengo che il documento sia molto ambizioso e sia caricato di ulteriori obiettivi, molto difficili da portare a casa.
  Di tutti i temi che sono affrontati, io poi vorrei venire su uno puntuale, specifico, che riguarda l'Italia e che riguarda un po' la struttura delle imprese italiane. Sappiamo che due posti di lavoro su tre sono creati dalle piccole e medie imprese: in questo documento, oltre all'attenzione verso gli obiettivi dello sviluppo digitale, della transizione ecologica, dell'accesso ai mercati, del mantenimento della libertà dei commerci, si vuole dare una mano particolare a queste aziende. Si parla di questa figura del Chief Enforcement Officer: io vorrei sapere dal Commissario esattamente quali sono le funzioni e in che modo, con il nuovo Accordo, si pensa veramente, in maniera puntuale, di aiutare le piccole e medie imprese che – come sa – nel nostro Paese costituiscono un po' il tessuto portante della nostra economia. Grazie.

  MARINA BERLINGHIERI. Grazie, Commissario, per il tempo che ci sta dedicando. Faccio una premessa. La politica commerciale, proprio perché è materia comunitaria, è una delle leve molto importanti delle politiche europee per fare in modo che i valori a cui l'Europa si ispira possano vivere nel mondo reale e nella società.
  Prima Lei ha parlato dell'autonomia strategica come uno degli elementi importanti rispetto alla strategia della politica commerciale europea: io ritengo l'autonomia strategica fondamentale rispetto a questi temi dell'Europa; vedo però alcuni aspetti problematici, che Lei in parte ha già citato. In Europa, per esempio, ci siamo dati come obiettivo la neutralità climatica entro il 2050, abbiamo standard di protezione sociale dei cittadini, abbiamo livelli di responsabilità sociale che chiediamo alle imprese: sono tutti elementi che noi consideriamo fondamentali per la vita in Europa, ma che comportano inevitabilmente dei costi per le piccole e medie imprese che Paesi che non hanno questi obiettivi non sostengono.
  Come possiamo noi preservare questa nostra autonomia strategica, anche negli Accordi di politica commerciale, per far sì che rispetto a questi temi – che non tutti i Paesi hanno, specialmente i Paesi emergenti – vi sia una reciprocità rispetto anche alla concorrenza che ci si fa, e che tali temi non sfocino poi in definitiva in una concorrenza che diventa sleale, dato che ci sono costi di partenza che sono indubitabilmente diversi?
  Io credo che provare a capire come risolvere questa questione in modo molto serio possa essere una delle premesse perché la politica commerciale europea non naufraghi in quello che può diventare un malessere che pervade poi il tessuto e il mondo produttivo europeo, perché nei fatti, pur partendo da un'idea condivisa a monte, queste cose si scontrano con elementi che sono poi difficili da reggere. Grazie.

  EMILIO CARELLI (intervento da remoto). Buongiorno, Vice Presidente Dombrovskis. Dopo l'elezione di Trump la Commissione europea ha messo il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) per così dire «nel congelatore», per usare Pag. 9un'espressione utilizzata dall'ex Commissario per il Commercio Cecilia Malmström. Se questo progetto andasse in porto verrebbe creata la più grande area di libero scambio esistente, poiché da Unione europea e Stati Uniti avremmo la rappresentazione di circa la metà del PIL mondiale. Nel suo intervento Lei ha parlato di «fresh transatlantic agenda»: io vorrei sapere se un proseguimento di queste trattative rientra in questa agenda, se Lei prevede un ritorno a un negoziato di libero scambio con gli Stati Uniti ampio ed articolato, magari con una particolare attenzione a temi come l'ambiente e la salute.
  Vorrei poi chiederLe anche qualcosa riguardo alla digital tax: pensa che la nuova Amministrazione americana sia più disponibile a lavorare a una soluzione globale o continuerà a vedere nella regolamentazione ipotetica, fiscale dei big di internet come Amazon, Facebook, Google, Apple, una minaccia europea per gli Stati Uniti? Trump si era espresso al riguardo senza mezzi termini, parlando di vendetta nei confronti dell'Europa, se l'idea di una tassa sul digitale si fosse poi concretizzata. Grazie.

  LAURA BOLDRINI (intervento da remoto). Ringrazio il Commissario Dombrovskis per essere qui nel giorno in cui ha presentato la Sua strategia commerciale. Mi congratulo con Lui per averlo fatto. Io vorrei porre tre questioni: una riguarda il Patto di stabilità. Noi sappiamo bene che all'ordine del giorno c'è la riforma del Patto di stabilità e so che su questo ci sono visioni abbastanza discordanti in seno alla Commissione.
  Io mi chiedevo se è immaginabile che ci sia lo scorporamento degli investimenti verdi dal deficit, la cosiddetta «golden rule». Mi chiedevo che impressione ha Lei, perché oggi sembra difficile immaginare che dopo lo slancio che la Commissione europea ha dato alla pandemia, cioè prendendo provvedimenti rivoluzionari che non si erano mai visti in venti anni, noi adesso torniamo indietro verso uno schema che la storia stessa ha superato, perché la storia ci ha detto che, quando ci sono le crisi, o si fa fronte comune oppure si penalizza talmente tanto uno Stato membro che questo va a detrimento di tutti gli altri Stati.
  Il secondo punto che vorrei chiederLe riguarda gli attacchi hacker contro grandi aziende multinazionali, fatti con lo scopo di rubare i dati e ricattare le aziende per non diffonderli. Dunque le aziende per paura del danno reputazionale oggi purtroppo pagano molti soldi a questi ricattatori digitali che stanno facendo delle fortune. Questa è una minaccia enorme al commercio, alla libertà del trade. È un tema che immagino preoccupi Lei direttamente, perché Lei ha le deleghe su questo ambito.
  L'ultimo punto è quello dei brevetti e dei vaccini. Noi siamo in un tempo di pandemia. Ci sono aziende farmaceutiche che sono riuscite a brevettare dei vaccini che riescono ad avere un'ampia copertura, quasi senza precedenti, al 95 per cento. Ora io mi chiedo qual è la Sua posizione in merito a queste discussioni che ci sono: perché non pagare royalties a queste aziende che hanno prodotto i vaccini per poterle poi dare ad altre aziende, così da riuscire a produrre abbastanza vaccini in un momento di pandemia, dove in ballo c'è la salute pubblica, quindi un bene comune? Anche su questo il WTO prevede un articolo che in qualche modo contemplerebbe questa evenienza. Io volevo avere da Lei, signor Commissario, una reazione su questo. La ringrazio.

  PAOLO FORMENTINI. Grazie al Vice Presidente esecutivo della Commissione europea, Dombrovskis. Io volevo rivolgerLe quasi un appello da parte mia: Lei proviene da quegli Stati baltici che sono stati a lungo occupati e che guardano all'America, agli Stati Uniti, con grande speranza verso il futuro. Quindi penso mi possa capire e possa capire i miei dubbi – che sono anche i dubbi del partito che rappresento, la Lega – riguardo all'Accordo sugli investimenti con la Cina siglato lo scorso 30 dicembre: un'intesa frettolosa, un'intesa che è sembrata nei tempi voler precedere l'insediamento del Presidente degli Stati Uniti.
  La questione che volevo porLe è questa: certo, Lei mi dirà che gli Stati Uniti già si erano portati avanti e già avevano siglato propri Accordi sul commercio con la Cina; Pag. 10però questa non può essere la scusa né la risposta di fronte ad un'Europa che dice che vuole ritrovare l'unità e far ripartire le relazioni transatlantiche. Come primo atto, prima dell'insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti, l'Europa invece fa una fuga in avanti, non tenendo conto di quello che sarà il tema centrale della Presidenza Biden, ovvero il rispetto dei diritti umani in Cina. Penso a quel tormentato Xinjiang, che ovviamente non viene menzionato in questo Accordo, lo Xinjiang dove ci sono campi di lavoro, veri e propri campi di concentramento, laogai: bene, noi vogliamo commerciare e acquistare prodotti per i quali è stato usato anche del lavoro forzato?
  Lei ha fatto un breve accenno a una futura trattativa anche con gli Stati Uniti su questi temi; ma non sarebbe più importante preoccuparci del fatto che oggi il primo partner commerciale dell'Unione europea è la Cina, mentre invece diminuisce il commercio con gli Stati Uniti? Come tenere unito l'Occidente? Le faccio questa domanda che è anche un appello, un appello sincero e non polemico, un appello che vuol far sì che si rafforzino quel legame transatlantico e quei valori che fanno dell'Occidente ciò che davvero è, ovvero il rispetto dei diritti umani, la democrazia e la libertà.
  Non vede il rischio, con una sovraesposizione commerciale, di fatto, di far sì che siano trascurate queste tematiche, o alcune di queste tematiche, in nome di un commercio del quale, sì, tutti noi oggi abbiamo assolutamente bisogno in un momento drammatico per le nostre economie, in un momento di pandemia globale, ma che rischia di farci abdicare ai nostri valori? Non dobbiamo abdicare ai nostri valori e dobbiamo imparare la lezione che ci ha insegnato la pandemia: diversificare le catene di approvvigionamento e proteggere i nostri assets strategici. Cosa c'è di tutto ciò in quell'Accordo? Grazie.

  PRESIDENTE. Bene. Prima di dare la parola al Vice Presidente anch'io volevo porre due questioni. La prima questione riguarda gli Accordi di libero scambio: Lei ha fatto riferimento a oltre quaranta accordi di libero scambio che l'Unione europea ha sottoscritto con differenti partners. Mi piacerebbe che Lei desse una valutazione degli esiti di questi Accordi di libero scambio, di quelli più importanti: penso a quello col Canada, a quello col Giappone e ad altri Accordi di libero scambio. Io sono convinto che siano Accordi molto utili per l'Unione europea e per una fase più equilibrata degli scambi internazionali, ma vorrei conoscere le Sue valutazioni.
  La seconda domanda riguarda come l'Unione europea pensa di contrastare le forme di dumping, perché poi è evidente che gli scambi sono alterati e che le politiche commerciali possano essere alterate da forme di dumping: dumping sui diritti dei lavoratori, dumping di carattere fiscale. Come pensa l'Unione europea di contrastare queste forme e fare in modo che non alterino l'apertura dei mercati? Detto questo Le do la parola, signor Vice Presidente. Lei ha il tempo per replicare a tutte le questioni che Le sono state poste. Prego.

  VALDIS DOMBROVSKIS, Vice Presidente esecutivo della Commissione europea e Commissario europeo per il Commercio. Signor Presidente, onorevoli commissari, grazie per le vostre domande e i vostri commenti. Vorrei ringraziare intanto per quello che percepisco come un ampio sostegno nei confronti della nuova politica commerciale dell'UE. La speranza è di poter continuare a lavorare insieme in modo coordinato, affinché l'Unione europea possa, come ha sempre fatto, conseguire risultati positivi.
  Vengo alle varie domande che mi sono state rivolte. Per quanto riguarda la domanda sull'Organizzazione mondiale del commercio, noi riteniamo che questo sia un buon momento per avviare una riforma dell'OMC con la nuova Direttrice Generale, la dottoressa Ngozi Okonjo-Iweala, la cui candidatura è stata sostenuta dall'Unione europea. Anche la nuova Amministrazione statunitense è pronta ad avviare la propria collaborazione nelle sedi multilaterali, più di quanto è accaduto con l'Amministrazione Trump. Questo mi sembra un ottimo punto di partenza per una riforma dell'OMC. Pag. 11
  Vediamo che c'è una forte necessità di riforma, perché l'OMC non sta funzionando correttamente. La sua funzione negoziale non viene svolta e non produce – già da tempo, da diversi anni – nuovi accordi multilaterali consistenti. È in crisi la sua funzione di monitoraggio, non sta funzionando il suo organo di appello. Lo strumentario dell'OMC non ci sta aiutando ad affrontare né le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla digitalizzazione, né le sfide che sono legate al modello socioeconomico della Cina, quali il ruolo delle aziende statali, la neutralità competitiva, le sovvenzioni industriali e la loro trasparenza, i trasferimenti tecnologici forzati, i diritti di proprietà intellettuale: tutte sfide che dobbiamo affrontare.
  Nell'allegato alla nostra comunicazione sulla revisione della politica commerciale presentata oggi, noi presentiamo una dettagliata agenda dell'UE su questi punti. Siamo già nella fase di primi contatti con la nuova Direttrice Generale dell'OMC, siamo in contatto con gli Stati Uniti e abbiamo in programma una serie di attività con i membri dell'OMC, inclusi alcuni grandi attori quali la Cina, l'India, Paesi africani. Lavoriamo con il gruppo di Ottawa, un club di partner affini per mentalità. Il nostro obiettivo è creare un ampio consenso, lavorare con i nostri partner per giungere a risultati positivi.
  Mi sono state rivolte domande di genere diverso sul CAI, l'Accordo sugli investimenti con la Cina. Rispondo quindi in blocco a queste domande. Prima di tutto, qual è l'obiettivo di questo accordo tra UE e Cina sugli investimenti? Riequilibrare le nostre relazioni economiche. È vero che il mercato dell'Unione europea è più aperto alle aziende cinesi e agli investimenti cinesi di quanto il mercato cinese non sia aperto ad aziende e investimenti dell'Unione europea. Ci sono stati numerosi appelli anche da parte di Stati membri dell'UE, per cui si è reso necessario affrontare questo squilibrio.
  In questo senso, l'Accordo sugli investimenti è un accordo asimmetrico: reagisce a una situazione di asimmetria, il che significa che prevede nuovi impegni sostanziali da parte della Cina sull'accesso al mercato, sulle condizioni di parità, anche sullo sviluppo sostenibile, su cui tornerò successivamente; ma sono previsti pochissimi nuovi impegni per l'UE. Di fatto la Cina guadagnerebbe da questo Accordo la salvaguardia dell'attuale livello di apertura del mercato europeo. Questo è il motivo economico alla base dell'Accordo. Negli accordi in generale, e in questo con la Cina soprattutto, ciò che conta è la fase di attuazione e applicazione, vale a dire il mantenimento e il rispetto degli impegni. Quindi noi siamo stati molto attenti a creare un meccanismo efficiente di risoluzione delle controversie. Si tratta, in sostanza, del sistema già esistente, la tipologia classica fra governi (State-to-State dispute settlement mechanism), ma con un'ulteriore procedura accelerata, in caso di gravi inadempienze, per poter elevare una disputa a livello politico e consentire una procedura di risoluzione più veloce.
  Poi mi sono state rivolte domande sui tempi dell'Accordo: dobbiamo dire che l'obiettivo di concludere l'Accordo entro la fine del 2020 fu fissato già nella primavera del 2019, nel Vertice UE-Cina. Abbiamo lavorato per più di un anno e mezzo con questa scadenza in mente, ma la parte Unione europea ha sottolineato di continuo che la sostanza era più importante della scadenza. Era fondamentale per noi che le nuove condizioni per l'accesso al mercato e la parità e l'attenzione per lo sviluppo sostenibile fossero accettati dalla Cina.
  Questo è accaduto nell'ultima fase negoziale, che si è svolta a dicembre, quando la Cina, di fatto, ha compiuto mosse sostanziali per venirci incontro, consentendoci di chiudere la fase negoziale in linea di principio entro la scadenza originariamente prevista. È chiaro, ci dobbiamo chiedere come ciò si ripercuota sulle nostre relazioni con gli Stati Uniti, ma l'ho già detto nella mia presentazione: noi vogliamo lavorare a stretto contatto con gli Stati Uniti. Il nostro partenariato transatlantico per noi è importantissimo: si tratta del partenariato più forte che abbiamo ed è basato su valori. È chiaro che dovremo lavorare a stretto contatto con gli Stati Pag. 12Uniti anche per affrontare le varie sfide poste dalla Cina.
  Non sarà l'Accordo sugli investimenti a risolvere tutti i nostri problemi con la Cina; ne abbiamo molti, ma dovremo continuare a lavorare insieme agli Stati Uniti e insieme al Giappone, per esempio. Ed è quello che intendiamo fare.
  Mi è stato chiesto se accordi specifici possano rappresentare un ostacolo: la nostra risposta è no. Ad esempio esiste un Accordo «Fase 1» tra Stati Uniti e Cina, ma noi non crediamo che tale Accordo ci impedisca di lavorare insieme agli Stati Uniti sulla Cina. Crediamo che lo stesso valga per il nostro Accordo CAI. Di recente è stato concluso in Asia anche un ampio partenariato regionale economico.
  Per quanto riguarda il rispetto degli impegni per lo sviluppo sostenibile da parte della Cina, nei negoziati abbiamo insistito molto su questo punto. Quello che la Cina adesso ha assunto come proprio impegno nel capitolo sullo sviluppo sostenibile equivale a quello che altri Paesi hanno sottoscritto negli Accordi per il libero scambio. Questo però non è un Accordo di libero scambio, è un Accordo più limitato e più mirato sugli investimenti. È la prima volta che la Cina assume degli impegni del genere con un partner internazionale. Quegli impegni verranno mantenuti e rispettati anche nella fase di attuazione, in linea con i princìpi dell'ILO (Organizzazione internazionale del lavoro) sui diritti dei lavoratori.
  Di recente abbiamo avuto una disputa con la Corea del Sud che riguardava esattamente questi temi. È esattamente lo stesso genere di impegni assunto dalla Corea del Sud. Il panel ha dato ragione a noi, deliberando che quel genere di impegni non comporta soltanto un processo, ma deve concretamente prevedere la ratifica e l'attuazione delle convenzioni dell'ILO.
  Il CAI non è l'unico strumento che ci consente di affrontare la questione del lavoro forzato. Ecco perché nel nostro riesame della politica commerciale abbiamo sottolineato il lavoro che stiamo svolgendo sulla debita diligenza («due diligence»): diventa obbligatoria la creazione di un ambiente di «debita diligenza», per cui le aziende europee devono garantire di non acquisire servizi o merci che siano prodotti in circostanze di violazione delle norme ambientali o sui diritti umani, che ovviamente includono le norme sul lavoro forzato. Effettuiamo anche valutazioni di impatto sulla possibilità di introdurre un divieto di accesso nei confini europei di prodotti del genere. Da dicembre abbiamo introdotto il meccanismo globale europeo di sanzione delle violazioni dei diritti umani; per cui le aziende e i singoli che siano coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani subiscono l'applicazione di questo meccanismo.
  Un'altra domanda che mi è stata rivolta riguardava la protezione degli investimenti: è contenuta come clausola nell'Accordo CAI. L'obiettivo è quello di concludere un Accordo sulla protezione degli investimenti nel giro di due anni, una volta che l'Accordo CAI sarà entrato in vigore, e questo è già previsto come passo successivo. Se ci sono state reazioni nel Parlamento europeo? Mi presenterò al Parlamento Europeo per illustrare la nostra nuova politica commerciale la prossima settimana, e forse in quella circostanza avrò un feedback più diretto da parte dei membri del Parlamento europeo.
  A proposito del Mercosur: la nostra valutazione diffusa è che economicamente si tratti di un Accordo molto importante, soprattutto da una prospettiva economica. Attualmente è l'Accordo più importante in fase di lavorazione. Fornirà all'UE il vantaggio sostanziale della prima mossa, quindi noi saremo la prima grande economia a concludere un accordo con Mercosur.
  A proposito delle preoccupazioni per l'ambiente e per la deforestazione: anche noi le sottoscriviamo. Ecco perché lavoriamo con le autorità dei Paesi del Mercosur, in particolare quelle brasiliane. Io stesso ho parlato con il Ministro degli Esteri del Brasile, con il Vice Presidente del Brasile che è responsabile per il Consiglio dell'Amazzonia, e abbiamo parlato della necessità di introdurre ulteriori impegni da parte dei Paesi Mercosur, in primis il Brasile, anche in relazione alla deforestazione e al cambiamento climatico. Noi riteniamo che Pag. 13questo genere di impegni sia fondamentale per garantire che noi possiamo avere successo con la ratifica dell'Accordo. Le reazioni delle autorità del Mercosur sono ampiamente positive e tutte le autorità coinvolte vogliono sottoscrivere gli impegni previsti. Siamo nella fase negoziale, ma posso dire che abbiamo avviato un dialogo costruttivo. Affronteremo le preoccupazioni in modo da poter giungere alla ratifica positiva dell'Accordo.
  Un'altra domanda riguardava la possibilità di sostenere le aziende europee che esportano, soprattutto le piccole e medie imprese. Cosa c'è in serbo nella nostra nuova politica commerciale per le PMI? Questo è uno dei punti prioritari per noi. Noi vogliamo trarre più valore possibile dagli Accordi già esistenti. Questo sarà, ed è già, uno dei compiti del nostro Responsabile per l'attuazione degli Accordi commerciali, che seguirà un approccio sistemico in termini di difesa del commercio. Abbiamo creato un singolo punto di accesso per la presentazione di lamentele, di ricorsi, da parte delle società. Si possono presentare delle lagnanze, degli appelli, dei ricorsi, nel caso in cui un Paese terzo non rispetti gli obblighi previsti e crei problemi indebiti alle aziende europee. Prevediamo un approccio sistemico nell'elaborazione di queste lamentele. Abbiamo degli strumenti specifici di difesa commerciale ovvero il quadro di risoluzione delle dispute previsto dall'OMC o le procedure di risoluzione delle controversie a livello bilaterale.
  Vorrei evidenziare i benefici e le possibilità forniti dagli accordi di libero scambio: per questo motivo di recente abbiamo creato il portale Access2Markets, dove forniamo informazioni chiare in tutte le lingue ufficiali dell'UE, parliamo dei vantaggi legati ai vari Accordi commerciali o delle ragioni di scambio e affrontiamo anche questioni complicate come le regole di origine. Si tratta di un portale compatto e di facile accesso, molto utile per le imprese; si tratta di una sede di cooperazione molto stretta tra noi e le aziende, nella quale ascoltiamo il feedback proveniente dalle aziende, in modo da sapere se i nostri strumenti sono utili e come poter migliorare la nostra assistenza alle aziende europee.
  Poi mi è stata rivolta una domanda su quella che definiamo «autonomia strategica aperta»: da un lato, rimaniamo aperti ad un sistema commerciale libero, equo e basato su regole, ma, dall'altro, aumentiamo la nostra assertività nel difendere i nostri diritti, nell'agire a livello multilaterale laddove possiamo, e poi unilateralmente siamo pronti a difendere la nostra autonomia, se necessario. Questo è il concetto.
  Un'altra domanda riguardava gli standard e la competitività delle aziende europee. Noi siamo molto attenti a questo aspetto. Ecco perché ci concentriamo anche sui capitoli del commercio e dello sviluppo sostenibile. Lo facciamo proprio per garantire che siano rispettati degli standard minimi in termini di ambiente e di lavoro, anche per i Paesi in via di sviluppo. Questo è importante anche per creare condizioni di parità per tutti. Dobbiamo ricordare che secondo le regole dell'OMC i Paesi hanno il diritto di disciplinare, di regolamentare, quindi non possiamo pensare di imporre i nostri standard e i nostri metodi di produzione. Non tutti i nostri standard possono ritenersi adeguati per tutti gli altri Paesi, anche nel caso dei Paesi in via di sviluppo, ci sono diversi livelli di sviluppo di cui tener conto. Ogni Accordo è diverso dagli altri, ma è chiaro che dobbiamo pensare a una possibile convergenza al rialzo di tutti i vari standard, soprattutto in relazione ai capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile.
  Per quanto riguarda il livello di produttività, che determina la competitività, è molto più alto rispetto a quelli di molti Paesi in via di sviluppo. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo ambiti commerciali molto significativi, come Unione europea, il che vuol dire che le nostre posizioni in termini di competitività sono molto forti e il nostro settore delle esportazioni sostiene 35 milioni di posti di lavoro. Venti anni fa erano 20 milioni. Quindi si tratta di un cospicuo aumento, anche grazie alla rete di accordi di libero scambio che è stata creata. Pag. 14
  Poi mi è stata rivolta una domanda sulla cooperazione transatlantica, e in particolare sul TTIP (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti). A questo proposito vorrei ricordare che, di fatto, i negoziati del TTIP fallirono ancor prima dell'Amministrazione Trump, durante l'Amministrazione di Obama. Ci sono state enormi difficoltà su entrambi i fronti, da entrambe le parti. Al momento non credo che ci siano le condizioni perché noi possiamo riprendere; quindi stiamo puntando ad alcuni Accordi mirati nel settore della valutazione di conformità. Auspichiamo che possa stabilirsi una cooperazione per la definizione di standard. Ecco perché ho citato un Consiglio UE-Stati Uniti per il commercio e la tecnologia, affinché ci sia una cooperazione in varie sedi multilaterali.
  In relazione ad accordi mirati su beni e commercio, al momento c'è una sorta di squilibrio tra i mandati negoziali: noi siamo stati incaricati esplicitamente dagli Stati membri dell'UE di non negoziare prodotti agricoli, mentre il Rappresentante statunitense per il Commercio è stato incaricato esplicitamente dalle autorità statunitensi di negoziare prodotti agricoli. Questo squilibrio limita il nostro spazio di azione, ma credo che esistano numerosi ambiti nei quali possiamo e dobbiamo rafforzare il nostro impegno ed essere più costruttivi.
  Avete parlato anche di sanità: adesso nell'OMC stiamo lanciando un'iniziativa su commercio e salute e un'altra su commercio e clima, così come ci occuperemo della creazione di standard digitali o delle sfide poste dalla Cina, per citare alcuni esempi.
  C'è stata poi una domanda non direttamente legata alla revisione della politica commerciale, ma in ogni caso pertinente con la nostra audizione, che riguardava la revisione del Patto di stabilità e crescita.
  Noi abbiamo annunciato la revisione del Patto di stabilità e crescita a febbraio dello scorso anno, quindi più o meno un anno fa. Adesso abbiamo sospeso questo riesame a causa della pandemia di COVID-19. Dobbiamo sviluppare misure di risposta immediata e diversi sistemi di risposta, ivi inclusi lo strumento di sostegno temporaneo SURE, il Dispositivo per la ripresa e la resilienza o Next Generation EU, e una serie di altri strumenti. Ma siamo stati chiari: una volta che la fase acuta della crisi sarà passata, ritorneremo ai nostri impegni di prima. Nel frattempo abbiamo utilizzato la flessibilità prevista dalle regole esistenti. Abbiamo attivato una clausola generale di salvaguardia che è prevista in caso di grave recessione economica nell'area euro o in tutta l'Unione europea e che consente di non fissare – per così dire – limiti quantitativi al deficit di bilancio per gli Stati membri, pur tenendo presente la sostenibilità di bilancio a medio termine. Quindi abbiamo la clausola generale di salvaguardia. A primavera, tra la fine di maggio e gli inizi di giugno, ritorneremo nel ciclo del Semestre Europeo. Mi è stato chiesto se queste clausole di salvaguardia saranno in vigore anche nel 2022: dipenderà dai dati delle previsioni economiche della prossima primavera. All'inizio di marzo elaboreremo un nuovo approccio, e su questo stiamo lavorando insieme al Commissario Gentiloni.
  Per quanto riguarda la revisione delle regole di bilancio, alcune idee sono delineate nella proposta che è stata pubblicata dallo European Fiscal Board – se non erro – a settembre del 2019. La revisione è quanto mai necessaria: le regole vanno semplificate perché, così come sono, sono troppo complesse e difficili da spiegare e comunicare; inoltre non ci sono indicatori direttamente misurabili. C'è un'opzione possibile che verrà valutata ed esplorata, quella di una golden rule limitata. Ci sarà una consultazione pubblica, il cui esito non può essere giudicato in anticipo. In ogni caso nella proposta dello European Fiscal Board è prevista la possibilità di una golden rule limitata.
  Per quanto riguarda i rischi legati alla sostenibilità di bilancio, abbiamo creato il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, che ha una forte componente di sovvenzioni e consente agli Stati membri di stimolare la propria economia senza aumentare il debito. Questo è un punto molto importante soprattutto per i Paesi ad alto indebitamento, principalmente nell'Europa meridionale, ma anche per alcuni Paesi con Pag. 15un livello complessivo di sviluppo economico più basso, per lo più nell'Europa centro-orientale. Questo strumento è considerato molto importante.
  Per quanto riguarda gli attacchi cibernetici, noi abbiamo adottato una strategia per la sicurezza cibernetica nel dicembre dello scorso anno, che si è occupata proprio delle aziende più importanti – ospedali, aziende che producono energia, ferrovie, ecc.; è chiaro che gli attacchi cibernetici sono una realtà e le aziende europee devono essere in grado di difendersi. Ecco perché abbiamo elaborato normative specifiche sulla sicurezza cibernetica in generale e sulla sicurezza delle infrastrutture di rete, ma questa è un'area in continua evoluzione e bisogna essere al passo con gli sviluppi ed essere pronti a reagire.
  A proposito della domanda sui brevetti e sui vaccini, è in corso un dibattito su questa questione. Tutti condividiamo l'idea che ci sia un obiettivo prioritario: un accesso ampio ed equo ai vaccini e alle cure. Il punto è vedere se i diritti della proprietà intellettuale siano uno strumento utile per raggiungere questo obiettivo. Sono stati messi a punto e approvati, nel giro di un anno dall'inizio della pandemia, diversi vaccini, e si tratta di un enorme risultato. Adesso il punto è come incrementare la capacità di produzione dei vaccini. Questa è la questione fondamentale in questo momento. Laddove ci sia una capacità di produzione, questa dovrebbe essere utilizzata per far circolare tecnologie, competenze, know how, e aumentare la collaborazione tra sviluppatori di vaccini e produttori disponibili; ma è fondamentale rispettare anche la proprietà intellettuale, perché è necessario avere un chiaro quadro giuridico che preveda questa collaborazione e ne stabilisca la modalità e le forme, disciplinando anche il trasferimento delle tecnologie sulla base di licenze. Se insorgono problemi in merito alla divulgazione di tecnologie c'è anche lo strumento delle licenze obbligatorie, che è già previsto dall'Accordo TRIPs.
  Mi sono già occupato delle domande relative all'Accordo sugli investimenti con la Cina. Come avere un equilibrio maggiore nelle relazioni commerciali internazionali? Questo era il tema di un'altra domanda. Ho già detto quali sono i principali risultati ottenuti grazie alla rete dei nostri Accordi di libero scambio. C'è stato un considerevole aumento dei posti di lavoro grazie al settore delle esportazioni, così come si è registrato un considerevole aumento dei nostri circoli commerciali. Le politiche commerciali devono servire anche a proiettare i nostri valori e la trasformazione verde e digitale della nostra economia. Abbiamo un'ampia gamma di strumenti di difesa commerciale, che includono misure anti-dumping e anti-sovvenzioni, che ci consente, come dice la nostra comunicazione, di essere più assertivi. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Grazie. È stato molto puntuale e preciso in tutte le risposte. La ringraziamo molto. La voglio anche informare che questa sua audizione rientra in un'indagine conoscitiva sul commercio internazionale che noi stiamo conducendo, e quindi terremo adeguatamente conto di tutte le indicazioni che Lei ci ha dato. Sarà nostra premura farLe pervenire il rapporto finale di questa nostra indagine conoscitiva. La ringrazio molto della sua disponibilità.
  Lei può contare naturalmente su altrettanta disponibilità da parte della nostra Commissione. In qualsiasi momento Lei ritenga utile avere uno scambio di opinioni con la nostra Commissione, come l'abbiamo avuto oggi, Lei può contare sulla nostra totale e piena disponibilità. Grazie ancora. So che lei alle 17,30 ha un altro impegno, quindi siamo stati puntualissimi. Buona giornata e grazie degli auguri che Lei ha formulato al Presidente del Consiglio, Mario Draghi.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 17.30.