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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Martedì 14 maggio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Grande Marta , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'AZIONE INTERNAZIONALE DELL'ITALIA PER L'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Audizione dell'Amministratrice delegata della Global Partnership for Education , Alice Albright.
Grande Marta , Presidente ... 2 
Albright Alice , Amministratrice delegata della ... 2 
Grande Marta , Presidente ... 7 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 7 
Ehm Yana Chiara (M5S)  ... 7 
Formentini Paolo (LEGA)  ... 7 
Grande Marta , Presidente ... 8 
Albright Alice , Amministratrice delegata della ... 8 
Grande Marta , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Sogno Italia - 10 Volte Meglio: Misto-SI-10VM.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MARTA GRANDE

  La seduta comincia alle 14.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione dell'Amministratrice delegata della Global Partnership for Education , Alice Albright.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l'audizione dell'Amministratrice delegata della Global Partnership for Education (GPE), Alice Albright.
  Saluto e ringrazio la dottoressa Albright per la sua disponibilità a prendere parte ai nostri lavori. Segnalo ai colleghi presenti che il GPE si propone di promuovere a livello dei singoli Paesi in via di sviluppo la pianificazione e l'implementazione delle politiche educative, con il coinvolgimento attivo e responsabile delle autorità locali, attraverso un dialogo politico inclusivo.
  GPE è una piattaforma di finanziamento che riunisce sessantacinque Paesi in via di sviluppo, numerosi Paesi donatori, organizzazioni internazionali, società civile, organizzazioni di insegnanti, settore privato e fondazioni, allo scopo di rafforzare i sistemi educativi nei Paesi in via di sviluppo e incrementare il numero di bambini che frequentano la scuola e i percorsi di apprendimento.
  GPE dichiara di basare la propria azione su taluni princìpi ispiratori, tra cui l'educazione come bene pubblico e come diritto umano fondamentale, la concentrazione delle risorse per garantire l'apprendimento, l'equità e l'inclusione dei minori più emarginati, specialmente nelle zone di conflitto, e l'uguaglianza di genere.
  GPE ha adottato un Piano strategico per gli anni 2016-2020, che dovrebbe allineare la visione e la missione della piattaforma agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030.
  Ad oggi, l'Italia ha contribuito al fondo GPE con oltre 50 milioni di dollari. Una delle sfide più urgenti segnalate dal GPE è gestire le cause profonde della migrazione e soddisfare i bisogni educativi in situazioni di emergenza e crisi prolungate. Al momento, i Paesi partner in via di sviluppo del GPE ospitano oltre tre milioni di bambini rifugiati, circa il 63 per cento della popolazione minorile di rifugiati del mondo.
  Do ora la parola alla dottoressa Albright, affinché possa svolgere il suo intervento.

  ALICE ALBRIGHT, Amministratrice delegata della Global Partnership for Education. Grazie, onorevole presidente, buon pomeriggio. Come ha detto Marta, mi chiamo Alice Albright, sono Amministratrice delegata del Partenariato globale per l'istruzione e sono davvero lieta di essere qui oggi. Mi sarebbe piaciuto poter parlare con voi oggi qui esprimendomi in italiano, ma l'apprendimento dell'italiano resterà come auspicio per il futuro. Continuerò quindi in inglese.
  Vorrei ringraziare la Presidente Marta Grande, che mi ha invitato a parlare con tutti voi del lavoro del Partenariato globale Pag. 3e soprattutto del ruolo fondamentale svolto dall'Italia per il nostro lavoro.
  Come ha detto Lei, signora presidente, l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile prevede un mondo libero dalla povertà, dalla fame, dalle malattie, dalla paura, dalla violenza, un mondo che rispetti i diritti umani e che garantisca ad ogni donna e ad ogni bambina piena parità di genere; un mondo in cui ogni Paese raccolga i frutti di una crescita economica sostenibile, un mondo in cui ogni bambino e ogni bambina impari a leggere e a scrivere, impari scienze e matematica e sviluppi appieno le proprie potenzialità.
  In questo momento ci attende poco più di un decennio per conseguire questi obiettivi e il fallimento non è un'opzione prevista; ma, se non acceleriamo i progressi, non raggiungeremo l'obiettivo dell'Agenda per l'istruzione in un decennio, ma piuttosto in dieci decenni – cento anni – e non credo che come comunità globale possiamo permetterci di aspettare un secolo per realizzare la visione che preveda la garanzia di un'istruzione di qualità equa e inclusiva per tutti.
  Il Partenariato globale per l'istruzione mira a conseguire l'Obiettivo 4 per lo sviluppo sostenibile: aiutare i bambini a sviluppare le proprie potenzialità e le società a funzionare pienamente. Noi siamo un Partenariato, un Fondo, un co-creatore, insieme ai Paesi in via di sviluppo nostri partner creiamo forti sistemi educativi.
  Il modello GPE è la chiave per rafforzare l'apprendimento e aumentare l'equità delle opportunità educative per i bambini più emarginati in tutto il mondo. Cosa vuol dire equità? Vuol dire dare ad ogni bambina o bambino, che sia ricco o povero, che viva in aree rurali o aree urbane, la possibilità di andare a scuola e avere un'istruzione di base.
  L'istruzione è un moltiplicatore di forze, che porta avanti i progressi per garantire che tutti i cittadini possano condurre una vita economicamente più sicura, pacifica e sana. Questo è il fondamento per conseguire tutti gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile. La posta in gioco per i cittadini, le comunità e le nazioni è altissima. Ecco perché lodo davvero questa Commissione, che decide di organizzare audizioni per far luce sull'Agenda per lo sviluppo sostenibile. Il mio auspicio è che queste audizioni possano contribuire a costruire una volontà politica che acceleri il cambiamento.
  Il GPE ha lodato la leadership dell'Italia durante il vertice del G7 due anni fa, soprattutto per lo sviluppo del Progress Report di Taormina sull'investimento nell'istruzione, per la prosperità, la pace e lo sviluppo reciproci. Quel Rapporto ha sottolineato come gli investimenti dei Paesi G7 nell'istruzione possano portare avanti i progressi in un'ampia gamma di priorità, quali lo sviluppo globale e la sicurezza; il Rapporto ha gettato le basi per un rafforzamento dell'impegno sull'istruzione dei Paesi G7, anche attraverso il Consiglio consultivo sulla parità di genere, del quale faccio parte.
  Le sfide dinanzi alle quali si trova l'Africa subsahariana sono particolarmente ampie: molte aree del continente affrontano un potente mix di condizioni, che rendono quasi impossibile fornire un'istruzione di qualità ad ogni bambino. In Burkina Faso, ad esempio, nove bambini su dieci non sono mai andati oltre la scuola primaria.
  Dinanzi all'instabilità e alla violenza, pochi Governi hanno le risorse per assumere e formare un numero sufficiente di insegnanti, costruire un numero sufficiente di scuole, acquistare un numero sufficiente di libri e altri materiali, per insegnare adeguatamente alle popolazioni di bambini sempre in aumento. A sua volta, questa mancanza di istruzione è una delle ragioni per cui i genitori migrano alla ricerca di una vita migliore per i loro bambini. Se vogliamo affrontare in maniera efficace la migrazione, dobbiamo affrontare le cause che sono alle sue radici, una delle quali è la mancanza di istruzione.
  Detto ciò, siamo grati all'Italia, al suo ruolo guida nell'Alleanza per il Sahel, un'importante piattaforma per la cooperazione che mira a fare più e meglio nell'area del Sahel anche nel settore dell'istruzione, per garantire che i giovani abbiano le capacità Pag. 4per trarre vantaggio dalle opportunità economiche.
  Dobbiamo garantire che anche i bambini rifugiati possano continuare ad essere istruiti nei Paesi che li accolgono. Per la maggior parte dei bambini rifugiati gli anni di istruzione perduti saranno persi per sempre e quasi impossibili da recuperare.
  Prendiamo il Ciad, che è già uno dei Paesi più poveri al mondo e che ospita un numero di rifugiati pari a 400 mila. Molti di loro sono fuggiti da violenze, carestie, condizioni di povertà estrema nei Paesi vicini. Nella remota regione del lago Ciad, dove si concentra la maggior parte dei rifugiati, quasi due bambini ciadiani su tre sono fuori dalla scuola. Con il sostegno del GPE, il Ciad non solo affronta le necessità umanitarie dei rifugiati, ma crea anche un sistema di istruzione più forte e durevole, sia per i bambini rifugiati che per i bambini locali.
  Di recente, GPE e IGAD, l'Autorità intergovernativa per lo sviluppo dell'Africa orientale, hanno deciso di individuare insieme modalità per collaborare e migliorare l'accesso all'istruzione per i rifugiati e per bambini sfollati all'interno dei loro stessi Paesi, così come per coloro che tornano a casa dopo i conflitti.
  Nel Burkina Faso le Nazioni Unite hanno stimato che circa 100 mila cittadini abbiano abbandonato il Paese e che altri 330 mila siano stati sradicati dalle loro case a causa delle violenze. Questa violenza ha avuto un impatto diretto sul sistema di istruzione del Paese: decine di insegnanti sono stati attaccati, alcuni di essi uccisi, più di 1.800 scuole sono state chiuse, impedendo a centinaia di migliaia di bambini di continuare a ricevere un'istruzione.
  Ho visto direttamente l'impatto di tutto ciò quando, la scorsa primavera, mi sono recata nella regione del Sahel e ho incontrato alcuni bambini in età scolare insieme alle loro famiglie. Una bambina nel Burkina Faso – la chiamerò Rose – mi ha detto: «La mia scuola è stata chiusa dopo gli attacchi terroristici di gennaio, almeno quarantasette persone sono state uccise, e il mio più grande desiderio adesso sarebbe quello di tornare a scuola».
  Purtroppo Rose è in buona compagnia: i crescenti flussi migratori a livello internazionale, spesso scatenati da conflitti e da privazioni economiche, stanno tenendo milioni di bambine come Rose lontane dalle scuole, e, se è vero che abbiamo registrato progressi nel far tornare a scuola più bambini e un aumento del 40 per cento dal nuovo millennio, un quantitativo allarmante di bambini, pari a 263 milioni, non va ancora a scuola.
  I conflitti non sono l'unica causa: a volte le scuole non hanno acqua potabile o servizi igienici, i bambini devono camminare per chilometri per arrivare a scuola, le ragazze affrontano violenze di genere mentre vanno o sono a scuola, a volte sono costrette a subire matrimoni infantili o hanno tante faccende domestiche di cui occuparsi.
  E di fatto sono i bambini più emarginati, quelli che vivono nelle aree più remote e sono molto poveri, le bambine, i disabili, i bambini che appartengono a minoranze religiose o etniche quelli che più spesso restano esclusi dal circuito scolastico. Far frequentare la scuola primaria ad ogni bambino, offrire ad ogni bambino un'istruzione di qualità è solo la prima misura. I tassi di completamento della scuola secondaria sono molto bassi e se non acceleriamo il cambiamento, ci vorranno più di novanta anni prima che tutti i bambini dell'Africa subsahariana possano completare la scuola secondaria di primo grado, e saranno le bambine ad arrivare per ultime, le bambine più povere, che sono indietro di settanta anni rispetto ai maschi più ricchi.
  Senza un aumento degli investimenti per l'istruzione, più della metà di 1 miliardo e 600 milioni di giovani, quindi 825 milioni di giovani, nel 2030 non avranno la capacità e le competenze per lavorare e vivere bene. Dobbiamo contribuire affinché nell'economia del XXI secolo tutti i cittadini ricevano un'istruzione. Senza un rafforzamento degli investimenti nell'istruzione che siano distribuiti con equità, l'instabilità e la radicalizzazione continueranno a minacciare il mondo. Non sono solo l'estremismo, la povertà o la mancanza di istruzione, ma anche la profonda diseguaglianza Pag. 5 nella fornitura dell'istruzione alle comunità a provocare i conflitti.
  Investire in maniera equa nell'istruzione e garantire che ogni bambino, anche il più emarginato, abbia l'opportunità di imparare e vivere bene può ridurre i conflitti nei Paesi più fragili, già devastati dalle guerre. Le ricerche dimostrano che ogni anno di istruzione riduce il rischio di conflitti del 20 per cento circa; un aumento del numero di iscrizioni alla scuola secondaria riduce la probabilità di una guerra civile in modo significativo.
  Un'istruzione di qualità fornisce ad un bambino che viva in regioni fragili e martoriate dalla guerra un senso di normalità e la prospettiva di un futuro migliore. Ecco perché la missione del GPE si fonda sull'equità e sulla qualità, che sono temi prioritari e centrali nel lavoro del GPE, ad esempio, con l'Etiopia, uno dei nostri partner più grandi e più vicini.
  Quando l'Etiopia è diventata partner GPE nel 2004, meno della metà dei suoi bambini andava alla scuola primaria, e spesso quelli che la frequentavano non avevano insegnanti qualificati. Da allora il GPE ha fornito 368 milioni di dollari di sovvenzioni all'Etiopia per migliorare l'insegnamento e l'apprendimento nelle 40 mila scuole del Paese e per rafforzare il sistema di istruzione in Etiopia. Attualmente aiutiamo il Governo ad integrare la tecnologia nell'insegnamento e nell'apprendimento.
  Il Governo ha rafforzato la propria azione, trasformando in tema prioritario quello dell'istruzione primaria, e oggi più del 90 per cento dei bimbi etiopi frequenta la scuola primaria, tutti gli studenti hanno un nuovo programma di studi, ci sono 200 mila nuovi insegnanti formati, 200 milioni di nuovi libri di testo, e per la prima volta ogni studente ha il proprio libro di testo, invece di condividerlo col vicino.
  Tutti questi interventi contribuiscono a rafforzare il sistema di istruzione e adesso i bambini dell'Etiopia hanno intrapreso un cammino che li porterà verso un futuro più luminoso. Questo è ciò che accade quando si investe in maniera equa nell'istruzione.
  Questo vale soprattutto per le bambine, che devono essere istruite, sane e al sicuro. GPE si concentra in maniera mirata sulle bambine, perché l'istruzione delle bambine cambierà il corso della storia, e, se si investe in una bambina, si investe nella sua nazione. Ricordate che le donne che hanno frequentato la scuola primaria guadagnano il 19 per cento in più di quelle prive di istruzione e se sono andate alla scuola secondaria, guadagnano quasi il doppio.
  L'enfasi assegnata dal GPE alle bambine fornisce dei risultati concreti: quasi la metà dei Paesi partner del GPE ha migliorato le condizioni di equità per le bambine, per i bambini delle aree rurali e per i bambini poveri; due Paesi partner del GPE su tre hanno un pari numero di bambine e bambini che completano la scuola primaria.
  Avere una bambina istruita significa avere una bambina in grado di immaginare una vita migliore e ottenerla. Investire nell'istruzione delle bambine non è una panacea per tutti i mali del mondo, ma farlo può creare un ciclo virtuoso. Oltre ad avere maggiori probabilità di sposarsi più tardi e avere meno bambini, infatti, una bambina istruita che diventa madre ha maggiori probabilità di vaccinare i propri figli, di farli dormire sotto una zanzariera per prevenire la malaria e di garantire loro un'istruzione.
  D'altra parte, i costi economici legati alla mancata istruzione delle ragazze sono enormi e, secondo un recente rapporto della Banca mondiale e del GPE, il mancato completamento di dodici anni di istruzione per le bambine può costare ai Paesi tra i 15 e i 30 trilioni di dollari in termini di produttività e profitti mancati. Se ignoriamo questi costi, lo facciamo a nostro rischio e pericolo.
  In Afghanistan, il numero di bambini e soprattutto bambine a scuola era estremamente basso durante il periodo dei talebani; un enorme ostacolo per le bambine era la mancanza di maestre nelle aree rurali. Con il nostro sostegno, il piano di istruzione dell'Afghanistan garantisce che vengano assunte e formate maestre che poi vengono inviate nelle scuole di alcuni dei distretti più poveri. Il risultato è che la percentuale di bambine nella scuola primaria è quasi raddoppiata in quindici anni. Pag. 6
  Il Partenariato globale per l'istruzione è stato istituito nel 2002 per creare partenariati con i Governi, per dare a tutti i bambini, soprattutto ai più vulnerabili, un'istruzione di qualità per cambiare il mondo, una comunità alla volta. Il GPE è l'unico Partenariato e Fondo globale dedicato esclusivamente al miglioramento dell'istruzione nei Paesi a più basso reddito, inclusi quelli fragili e o martoriati da conflitti. Più della metà delle sovvenzioni del GPE sostiene i bambini più vulnerabili in quelle regioni; più della metà dei nostri Paesi partner si trova in Africa.
  Il nostro modello economico assicura un continuum tra gli aiuti di emergenza in caso di crisi e la costruzione di sistemi di istruzione più forti e più resilienti, che trasformino l'apprendimento dei bambini. Siamo un partenariato guidato dai Paesi, non agiamo mai in senso discendente, noi rafforziamo i finanziamenti, riuniamo insieme i principali attori e forniamo risultati.
  Da quando abbiamo iniziato la nostra attività abbiamo investito 4,9 miliardi di dollari nei Paesi partner, abbiamo contribuito a mandare a scuola 77 milioni di nuovi bambini e addestrato milioni di insegnanti. Partenariato non è semplicemente una bella parola che ci piace usare, ma anima tutto quello che facciamo ed è ciò che rende speciale il GPE. Noi non prescriviamo, noi non dettiamo: noi ascoltiamo. I Paesi ci dicono ciò di cui hanno bisogno e noi facciamo del nostro meglio per sostenerli.
  Quando formiamo un partenariato con un Paese, riuniamo insieme tutti gli attori principali – Governi, donatori, ONG, insegnanti, organizzazioni internazionali e settore privato – per aiutare i Ministeri dell'istruzione a sviluppare piani di istruzione di qualità, che siano mirati e puntino a migliorare le condizioni di apprendimento dei bambini, anche dei più poveri, di quelli che vivono nelle aree remote, di quelli con disabilità o altri gruppi emarginati.
  Raccogliamo il sostegno, creiamo consenso per l'approvazione dei piani di istruzione e forniamo i finanziamenti necessari. I finanziamenti nazionali rappresentano la maggior parte della spesa per l'istruzione nei Paesi in via di sviluppo; il GPE incoraggia massicci investimenti per l'istruzione da parte dei Paesi partner e li aiuta a rafforzare le loro capacità di migliorare l'istruzione a lungo termine.
  Ecco perché il GPE lavora a stretto contatto con i Governi, per garantire che essi devolvano almeno il 20 per cento delle loro risorse nazionali all'istruzione. Quattro Paesi partner del GPE su 5 hanno un bilancio per l'istruzione pari o superiore alla soglia del 20 per cento, o si sta avvicinando all'obiettivo, ma le necessità dell'istruzione sono così grandi che i Paesi non possono procedere da soli.
  Sono lieta di sottolineare come l'Italia sia stata un donatore essenziale per il GPE sin dall'inizio. Il vostro sostegno è vitale: state aiutando a fornire un'àncora di salvezza ad alcuni dei bambini più poveri del mondo. Finora avete dato un contributo pari a 50 milioni di dollari al nostro fondo; lo scorso anno alla Conferenza dei donatori del GPE avete annunciato un impegno pari a 12 milioni di euro per tre anni.
  Nel formulare questo impegno, il rappresentante italiano ha rilevato come 4 milioni di euro l'anno siano una soglia garantita, con l'auspicio che l'Italia possa incrementare la cifra su base annua, auspicio che condividiamo. Con la vostra crescita economica, con la crescita del vostro bilancio per gli aiuti, il mio auspicio è che possiate unirvi ad altri partner G7 che hanno significativamente aumentato il loro sostegno al nostro partenariato. Naturalmente il finanziamento è solo una parte della soluzione; il nostro rapporto con l'Italia e con altri Paesi donatori affonda le proprie radici in un partenariato che si basa sul talento di tanti.
  A febbraio scorso ho incontrato la Viceministra degli affari esteri, Emanuela Claudia Del Re: abbiamo parlato delle modalità con le quali l'Italia e il GPE possono lavorare insieme in aree come il Corno d'Africa. L'Italia ha dato un grande contributo anche al Consiglio di amministrazione e ai comitati del GPE, e il Segretariato è pronto ad accogliere un membro del vostro programma per i giovani funzionari – che Pag. 7è molto apprezzato – il prossimo autunno. Sarà la prima volta che ospiteremo un giovane funzionario di un partner donatore.
  Apprezziamo molto il sostegno dato dall'Italia all'istruzione, speriamo davvero di veder fiorire il nostro partenariato con voi come donatore e leader di pensiero. Se pensiamo davvero di poter raggiungere l'obiettivo sull'istruzione entro i prossimi dieci anni, abbiamo bisogno della guida dell'Italia per modificare lo status quo e perseguire gli obiettivi. Mostriamo al mondo cosa può succedere quando volontà politica, impegno finanziario e azioni concrete possono aiutare tutti i bambini a sviluppare le loro potenzialità!
  Grazie per questo invito e sono a vostra disposizione per il dibattito.

  PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Ringrazio molto la dottoressa Albright per la relazione. Credo che, come evidenziato, sul tema dell'educazione ci siano tantissimi legami con tante aree di interesse della nostra cooperazione: sicuramente il tema dell'uguaglianza di genere, che ha effetti positivi sulla salute, sulla qualità dell'educazione data ai bambini, come anche il tema dei sistemi educativi nei Paesi in conflitto o che ricevono rifugiati. Tutte questioni su cui la nostra cooperazione sta lavorando.
  Credo anche che, in seguito a questo intervento, potremmo pensare come Commissione di procedere con un atto di indirizzo, come è stato fatto per altri fondi verticali, per capire se la Commissione possa influenzare in positivo l'attività di Governo, perché non solo l'educazione è un valore in sé e c'è tutta la questione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, ma ci sono anche tanti link con molte aree di priorità della nostra cooperazione.

  YANA CHIARA EHM. Ringrazio anch'io la dottoressa Albright per essere qui oggi e mi rifaccio brevemente all'appello della collega Quartapelle Procopio, che considero importante. L'educazione è forse la principale soluzione che possiamo dare sia nei Paesi di sviluppo sia nei Paesi di conflitto, cioè il modus operandi più efficace per intervenire.
  Con la collega Suriano poche settimane fa siamo state in Etiopia e abbiamo avuto la possibilità di avere un primo approccio a un Paese che sta crescendo a vista d'occhio, ha raggiunto i 105 milioni di abitanti e nel 2050 arriverà quasi al doppio; quindi è una società che cresce velocemente, una società giovanissima, in cui l'educazione ha quindi un ruolo fondamentale, di soluzione: cosa si può fare affinché un Paese del genere, come tanti altri Paesi, possa svilupparsi autonomamente nel migliore dei modi? L'istruzione è sicuramente la prima risposta.
  Mi ha fatto riflettere la visita di alcune scuole dove, come Lei ha ricordato, questioni molto semplici come la distanza, l'acqua, la differenza di genere hanno ancora un effetto dirimente nel riuscire ad avere un'istruzione. Se mi dovessero chiedere su cosa fare un primo passo importante, risponderei sicuramente sull'educazione.
  Ringrazio anche per il riferimento al Burkina Faso, che sta vivendo giornate molto pesanti; il numero di vittime degli attacchi sta aumentando, è situazione molto tesa che nuoce principalmente alle nuove generazioni, che devono vivere in un clima che impedisce loro di avere un'educazione a lungo termine e sicura.
  La ringrazio ancora per questo intervento e credo che tutta la Commissione convenga sul fatto che l'educazione può essere una risposta alle problematiche diffuse in tutto il mondo. Grazie.

  PAOLO FORMENTINI. Ringrazio per l'intervento che è stato davvero appassionato e molto interessante. Noi contribuiamo già a questo fondo come Governo italiano, l'intenzione è ovviamente di seguire da vicino e poi fare una riflessione con i colleghi per vedere che disponibilità ci potranno essere per il futuro.
  Purtroppo, come sapete, la situazione economica italiana non è delle migliori al Pag. 8momento, però il tema dell'istruzione è fondamentale, come giustamente sottolineato, anche per far sì che queste persone possano continuare a vivere nel proprio Paese d'origine senza essere costrette ad emigrare. Grazie.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, darei la parola alla dottoressa Albright in sede di replica.

  ALICE ALBRIGHT, Amministratrice delegata della Global Partnership for Education. Grazie di nuovo. Molte delle osservazioni e degli interventi dei parlamentari mi fanno capire che in questa Commissione c'è una profonda comprensione di questi temi e questo mi colpisce molto.
  Questa è una sfida per la nostra visione del futuro. Vorrei riprendere un dato: se pensiamo al futuro, ho detto che ci sarà 1 miliardo e 600 milioni di giovani nel pianeta nel 2030 e che più della metà, quindi oltre 800 milioni di giovani, non avrà ricevuto l'istruzione necessaria per lavorare in maniera decorosa nell'economia formale o anche informale. Si tratta di dati che continueranno ad aumentare, soprattutto nelle aree più fragili del mondo, come ad esempio il Sahel.
  La mancanza di istruzione e di accesso al lavoro indurrà i giovani ad assumere un atteggiamento negativo e a commettere azioni negative, come abbiamo visto anche in Francia.
  Ho avuto una serie di colloqui in cui ho sostenuto come sembri facile rimuovere dalle nostre menti questa sfida come se fosse qualcosa di remoto, ma non sono sfide lontane da noi, perché il nostro mondo vede una situazione che continua a deteriorarsi, quindi sono molto lieta che questo sia diventato un tema prioritario in Italia e siamo a vostra totale disposizione per fornire informazioni e assistenza.
  Sarebbe un onore per noi accompagnare una missione della Commissione in uno di questi Paesi, per verificare le condizioni in loco. Sono appena stata in Ciad, Burkina Faso e Sierra Leone, ho visitato il Burkina Faso con la Ministra per gli Aiuti danese ed è stata un'occasione straordinaria sia per la Ministra sia per noi per confrontare i nostri approcci. Saremmo lieti quindi di accompagnare chiunque di voi in missione.
  Siamo estremamente grati all'Italia e alla Commissione per il vostro sostegno, spero che continueremo a lavorare non soltanto da un punto di vista finanziario, ma anche in quanto l'Italia è un Paese guida del mondo sviluppato. So che l'Italia è attiva e impegnata in molte aree di sviluppo e come GPE siamo orgogliosi di continuare a lavorare con voi. È qui con me la mia collega che lavora a Bruxelles, che è responsabile dei rapporti con molti Paesi donatori, e che è a vostra disposizione insieme ad altri colleghi per lavorare su questioni di dettaglio.
  Abbiamo lasciato agli atti una brochure informativa che fornisce i dettagli sui risultati e sui piani strategici, nella quale motiviamo il nostro appello agli investimenti, l'importanza di affrontare il deficit educativo e rafforzare la fiducia negli investimenti al GPE e nelle azioni che verranno finanziate.
  Rinnovo il mio ringraziamento per il vostro invito.

  PRESIDENTE. Ringrazio Alice Albright per questo momento di incontro e di discussione e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.15.