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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE SULL'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Resoconto stenografico



Seduta n. 15 di Mercoledì 30 ottobre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'AZIONE INTERNAZIONALE DELL'ITALIA PER L'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Audizione della professoressa Filomena Maggino, Presidente della cabina di regia Benessere Italia istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 3 
Maggino Filomena , presidente della cabina di regia Benessere Italia ... 4 
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 4 

(La seduta, sospesa alle 15,05, riprende alle 15,20) ... 4 

Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 4 
Maggino Filomena , presidente della cabina di regia Benessere Italia ... 4 
Battistoni Andrea , esperto della cabina di regia Benessere Italia ... 5 
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 7 
Maggino Filomena , presidente della cabina di regia Benessere Italia ... 8 
Battistoni Andrea , esperto della cabina di regia Benessere Italia ... 9 
Maggino Filomena , presidente della Cabina di regia Benessere Italia ... 10 
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO

  La seduta comincia alle 14.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della professoressa Filomena Maggino, Presidente della cabina di regia Benessere Italia istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva per l'attuazione dell'Agenda 2030, della professoressa Filomena Maggino che presiede, su delega del Presidente del Consiglio, la cabina di regia Benessere Italia, istituita presso Palazzo Chigi.
  Saluto e ringrazio per la sua disponibilità a prendere parte ai nostri lavori la professoressa Maggino, accompagnata dal dottor Giacomo Bracci, dal dottor Andrea Battistoni e dal dottor Lorenzo Carrozza.
  La cabina di regia «Benessere Italia», la cui istituzione è stata annunciata nel maggio scorso dal Presidente del Consiglio Conte e che ha svolto la prima riunione il 9 luglio 2019, ha lo scopo di sostenere, potenziare e coordinare le politiche e le iniziative del Governo italiano per il Benessere Equo e Sostenibile e per la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, nell'ambito degli impegni sottoscritti dall'Italia per l'Agenda 2030.
  Al tal fine, la cabina di regia coordina e monitora le attività specifiche dei ministeri; assistendo le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali nella promozione di buone pratiche sul territorio; ed elaborando specifiche metodologie e linee guida per la rilevazione e la misurazione degli indicatori della qualità della vita.
  La scelta di attribuire il coordinamento direttamente alla Presidenza del Consiglio risponde alla necessità di privilegiare un punto di vista olistico, che tenga conto non soltanto dell'impatto economico, ma anche di quello ambientale e sociale delle politiche pubbliche, che spaziano dalla riconversione dei sussidi dannosi dal punto vista ambientale alla costruzione di precisi indicatori per la valutazione delle disuguaglianze territoriali, sociali e di genere.
  Per la sua attività la cabina di regia si avvale di un comitato di esperti composto dai presidenti dell'Istituto nazionale di statistica, del Consiglio nazionale delle ricerche, dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale e di cui sono parte anche il prof. Enrico Giovannini, portavoce dell'ASVIS, ed altri esperti del mondo accademico.
  Segnalo che la professoressa Maggino è docente di statistica sociale presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza. Inoltre, è direttrice della rivista scientifica internazionale «Social Indicators Research», presidente e co-fondatrice dell'Associazione italiana per gli studi sulla qualità della vita, fondatrice del Laboratorio di statistica per la ricerca in ambito sociale ed educativo, direttrice e co-fondatrice del Laboratorio di relazioni internazionali e cybersicurezza. Pag. 4
  La professoressa è stata anche presidente della International society for quality of life studies.
  Comunico che purtroppo dovremo interrompere tra cinque minuti, perché è in corso il question time, al termine del quale riprenderemo i lavori. Do la parola intanto alla professoressa Maggino.

  FILOMENA MAGGINO, presidente della cabina di regia Benessere Italia. Grazie, presidente, anche per la richiesta di audizione su una strategia piuttosto importante per il nostro Paese.
  Io vorrei iniziare con il descrivere come mai siamo arrivati a istituire questa cabina di regia. È una scelta che ha delle radici culturali e scientifiche. Quando si parla di sostenibilità, si parla di qualcosa di non molto definito, di fatto è una parola che, se non è accompagnata da qualcos'altro, non significa granché. È una parola che va oggettivata, tant'è vero che si parla sempre di sostenibilità di qualcosa. Per cui la riflessione che abbiamo portato avanti insieme al Presidente del Consiglio è stata di mettere al centro come obiettivo della politica non tanto la sostenibilità quanto il benessere del Paese, che deve essere innanzitutto equo e anche sostenibile. Se si parla di sviluppo sostenibile, si parla in realtà di uno strumento che serve ad ottenere il benessere del Paese.
  Sulla sigla benessere equo e sostenibile l'Italia ha già detto tanto: il progetto BES (benessere equo e sostenibile) dell'ISTAT, che ha posto l'Italia all'avanguardia nel mondo rispetto al monitoraggio e alla elaborazione di indicatori che superino la logica del PIL, rappresenta a tutt'oggi uno degli esempi più avanzati. Come certamente sapete, il progetto BES propone 134 indicatori che consentono il monitoraggio del benessere del Paese su dodici domini: segmenti della realtà che vanno monitorati. L'Italia è stato il primo Paese al mondo che ha posto l'accento sul paesaggio come uno dei domini che caratterizzano il benessere. Il progetto BES ha portato delle conseguenze anche sul piano normativo. La legge di bilancio ha un allegato, nel quale sono presenti dodici tra i 134 indicatori rispetto ai quali occorre fare una valutazione ex post ed ex ante rispetto alle azioni del Governo. Questo approccio, che di per sé rappresenta una delle innovazioni più rilevanti – non credo esistano Paesi al mondo che abbiano un allegato del genere alla legge di bilancio –, non è ancora la misura migliore per affrontare il problema. Di fatto l'approccio migliore è quello che considera il benessere in tutti i suoi aspetti, quindi selezionarne dodici è comunque riduttivo. Dunque un primo obiettivo potrebbe essere quello di individuare un esercizio che valuti tutti gli indicatori BES. Ma questo riguarda solamente il monitoraggio.
  Tutto questo è premessa all'istituzione della cabina di regia. Per poter avviare azioni che consentano di accrescere il benessere del Paese in termini equi e sostenibili, l'approccio non può essere quello verticale. I Governi sono organizzati verticalmente con i ministeri, i quali spesso agiscono non comunicando tra di loro (e questo è un dato di fatto); questi temi necessitano di azioni olistiche, sistemiche. Quindi occorre individuare un luogo dove la costruzione delle politiche consenta un coordinamento trasversale, ed è stato individuato lo strumento cabina di regia proprio in questa prospettiva. La cabina di regia è composta dai rappresentanti fiduciari di tutti i ministri; è affiancata da un comitato scientifico composto dal presidente dell'ISTAT, dal presidente dell'INPS, dal presidente del CNR, dal presidente di ISPRA, dal portavoce dell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile e da altri accademici, esperti sul tema che stiamo trattando.

  PRESIDENTE. Mi scuso con i colleghi, sospendo la seduta e la riprendiamo tra un quarto d'ora.

  (La seduta, sospesa alle 15,05, riprende alle 15,20)

  PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Do la parola alla professoressa Maggino per proseguire nella sua relazione.

  FILOMENA MAGGINO, presidente della cabina di regia Benessere Italia. Grazie, Pag. 5Presidente. Riparto della composizione della cabina di regia. Mancava l'ultimo pezzetto della composizione, che è il gruppo più operativo – qui parzialmente rappresentato – che fa parte dell'ufficio del Presidente del Consiglio.
  Al centro c'è l'idea di consegnare nelle mani del Presidente uno strumento, quindi la cabina è uno strumento del Presidente del Consiglio che gli consenta di monitorare e di costruire quelle politiche che, per loro natura, sono talmente trasversali e con effetti sistemici che non possono essere gestite o date in capo a uno o a due ministeri.
  Questo è un coordinamento orizzontale all'interno del Governo che prevede anche un orientamento verticale: la possibilità per il Presidente del Consiglio di relazionarsi su questi temi con organismi sovranazionali e con i livelli di governo più locali. Questa cosa non è banale. I due coordinamenti in questo momento non si parlano dal punto di vista istituzionale.
  Le parole chiave, quindi, di tutto questo processo è la complessità dei temi, che richiede un intervento sistemico. Quindi il focus della cabina – ripeto – è la creazione, il monitoraggio e la promozione di politiche trasversali, ma anche l'individuazione di quelle azioni, anche puntuali, che, per le loro caratteristiche, hanno un effetto domino. Un esempio può essere quello di una tassazione o di un'azione sulla plastica che potrebbe sembrare settoriale, ma che ha delle ripercussioni sistemiche. Su questo abbiamo avuto anche degli input da fuori.
  La cabina, anche prima della sua costituzione formale, ha avuto l'opportunità di incontrare soggetti della società italiana a tutti i livelli. Abbiamo fatto più di duecento incontri che ci hanno consentito di individuare alcuni filoni strategici, nell'ottica della complessità. Queste discussioni poi le abbiamo riportate al comitato scientifico e con loro abbiamo identificato delle linee strategiche sulle quali impostare delle politiche. Nella presentazione le vedremo.
  La cabina di per sé ha avuto un'impasse istituzionale perché, essendo cambiato il Governo ed essendo composta da fiduciari dei ministri, abbiamo dovuto chiedere agli stessi la conferma o la nomina di un nuovo rappresentante. In questo momento oltre agli incontri con le partecipate statali, le associazioni, i centri di ricerca, enti locali, i commissari tematici (per esempio abbiamo incontrato il commissario per Taranto), noi come cabina abbiamo chiesto ai vari ministeri una ricognizione della presenza di vari tavoli e/o gruppi di lavoro per verificare eventuali sovrapposizioni o conflitti, per dare un'idea più sistematizzata di tutto questo lavoro che sicuramente non va perso, ma va coordinato. Abbiamo anche risposto a richieste da parte di singoli ministeri su questioni specifiche che richiedevano un monitoraggio leggermente più allargato. Faccio un esempio. La questione della fiscalità ambientale che sta in capo al Ministero dell'economia e delle finanze: è stato creato un gruppo di lavoro, hanno chiesto alla cabina di regia di partecipare, perché questo tema di fatto sembra puntuale, ma non lo è per le ripercussioni. Faccio un semplice esempio: si parlava di una conversione all'elettrico del parco macchine italiano, ho fatto una semplice osservazione dicendo che non è detto che l'attuale parco macchine italiano verrà sostituito del tutto da uno completamente ibrido o elettrico, perché anche gli stili di vita delle persone potrebbero cambiare per altre ragioni. Quindi ne dobbiamo tenere conto nel computare anche questa tassazione.
  Ora proporrei che il dottor Battistoni, attraverso una presentazione, entri un po’ più nel merito del funzionamento della cabina. Presenteremo anche la prima ipotesi di linea strategica che abbiamo identificato e presentato al Presidente del Consiglio, il quale l'ha già approvata.

  ANDREA BATTISTONI, esperto della cabina di regia Benessere Italia. Io andrò veloce, perché alcune cose sono state già dette dalla professoressa. La cabina è un supporto tecnico-legislativo al Presidente, per dare una maggiore conoscenza nel rispetto delle decisioni politiche che vengono assunte in determinati campi.
  Quattro sono le attività: consultazione; coordinamento; valutazione e pianificazione. Tutte queste hanno un approccio: Pag. 6andare a valutare ex ante, in itinere ed ex post l'impatto delle politiche. Quindi la prima è quella di consultazione, quella che è stata fatta in questi mesi – più di duecento incontri – per avere le soluzioni scientifiche più avanzate rispetto alle tematiche che sono in agenda; favorisce e coordina gli incontri con le varie Commissioni: è recente la nascita di un intergruppo parlamentare sullo sviluppo sostenibile – lo stiamo arricchendo anche di deputati e di senatori –, per far sì che anche in Parlamento vi sia un approccio sistemico a queste tematiche. Ogni deputato poi ritorna nella propria Commissione di appartenenza, ma inizia a condividere un percorso culturale di approccio alla sostenibilità all'interno, perché bisogna dire che sono altri i soggetti che creano le pressioni al sistema ambiente per quanto riguarda il benessere. Quindi sono queste le attività che devono essere supportate.
  Le politiche da realizzare. Le prime che sono in agenda: la rigenerazione ecosostenibile dei territori; una politica molto ampia è quella dell'età della vita, che parla dell'alimentazione, della risorsa acqua e del capitale umano; la parte sulla mobilità sostenibile, l'energia e i cambiamenti climatici.
  Lo ha già detto la professoressa, il coordinamento di tipo orizzontale e verticale; noi abbiamo un ruolo anche a livello di coordinamento verticale con la Commissione europea e con gli organismi internazionali. La valutazione è quella di routine: individua e riempie gli indicatori per il monitoraggio; crea i report di valutazione per la Presidenza per la predisposizione di un dashboard per il monitoraggio delle risorse con gli obiettivi dati. Qui ci è venuta in supporto la relazione della Corte dei conti che, a pagina 59, ha sottolineato l'importanza di mettere in coerenza gli obiettivi con le risorse rispetto a un obiettivo e a un indicatore che ci si è dato alla base. ISPRA e ISTAT sono già stati ingaggiati su questo dalla cabina e stanno già operando su questa linea.
  Vi è un'attività di pianificazione più attuativa, che permette al Presidente di utilizzare la cabina per quelle politiche prioritarie che risultano impattanti sui dodici domini del BES. Noi valutiamo ex ante la politica che fa muovere gli indicatori su più domini trasversali, di conseguenza è la politica che deve essere presa in carico dalla cabina per mettere in sinergia i ministeri e i soggetti attuatori. I primi settori che abbiamo attivato e che sono in fase di studio – di cui uno è arrivato ad uno stato di avanzamento più approfondito – sono questi: rigenerazione ecosostenibile dei territori; mobilità sostenibile; qualità della vita; cambiamento climatico ed energia.
  Tutto questo necessita di una dotazione di nuovi strumenti, quindi abbiamo bisogno della creazione di una struttura, di un rafforzamento da parte della cabina all'interno della struttura amministrativa. Le proposte sono di una organizzazione di metodo e poi funzionale; abbiamo proposto l'utilizzo sistematico della cabina come supporto alle decisioni, che poi vanno verso i ministeri, quindi la cabina di regia ha sempre un ruolo di relazione per metterli in coerenza e un rapporto funzionale nel senso di un rafforzamento tecnico-amministrativo della struttura che oggi manca.
  Gli obiettivi principali. Si passa da progetto a politica. Questo significa che quando all'interno di un soggetto attuatore, come nel caso ultimo che porteremo di Cassa depositi e prestiti, o all'interno del ministero vi è una politica settoriale, noi dobbiamo vedere se questa non impatta anche trasversalmente su altre azioni. Quindi trasformarli da progetti settoriali a progetti trasversali. Come abbiamo detto nella valutazione degli indicatori, questo genera un'azione di coordinamento dei vari ministeri soprattutto degli atti legislativi, che ci permetterebbe di valutare ex ante gli effetti o almeno di inserire degli indicatori di valutazione per quanto riguarda in itinere il percorso.
  Le ultime due fasi sono ovviamente quella attuativa e quella del monitoraggio.
  Una volta avuto l’okay da parte della cabina, sia della parte scientifica sia di quella in sessione plenaria con i referenti dei vari ministeri, vengono incaricati i soggetti attuatori; vi è una riunione del comitato scientifico a cui sono presenti tutti i Pag. 7soggetti; la convocazione della cabina di regia plenaria; la verifica dei passaggi normativi; la consultazione dell'intergruppo sviluppo sostenibile e le varie commissioni tematiche, fino ad arrivare all'attuazione della politica. Mi fermerei qui, perché poi andremo nel dettaglio della prima politica.
  Questa è la prima politica che stiamo portando avanti, che abbiamo all'attenzione del Presidente: è una politica che vede insieme Cassa depositi e prestiti (CDP) per la parte immobiliare, il Ministero dello Sviluppo economico e la parte dell'ambiente. Qui nasce in un progetto strettamente settoriale di valorizzazione del patrimonio immobiliare di CDP; all'inizio questo era un progetto che mirava alla sistemazione e alla rivalorizzazione del tessuto dal punto di vista sismico, idrogeologico ed energetico, quindi abbracciava ancora un'impostazione tradizionale: di fronte a una problematica si andava a costruire una soluzione. La cabina ha ancorare a tutto questo anche l'impatto sugli indicatori sociali, quelli di inclusione. Questo è il primo tentativo di portare a realizzazione in Italia venti/trenta progetti di rigenerazione di una parte di tessuto di città mediante un approccio innovativo. In particolare il progetto ha due aspetti di sistema: uno è di valorizzare il frammentato patrimonio edilizio esistente, quindi dando una risposta dal punto di vista sismico, energetico, di valore architettonico del patrimonio e di valorizzazione immobiliare degli immobili pubblici; infine, tutti gli aspetti sociali che non erano stati presi in considerazione. Facendo questo lavoro abbiamo arricchito questo progetto di un aspetto che porta – qui andiamo nel tecnico – CDP a svolgere la funzione di equity, utilizzando risorse in termini finanziari e anche in termini di immobili – da valorizzare – per portare a casa i primi risultati. I primi dieci sono stati già mappati, ma si pensa di arrivare fino a trenta progetti in Italia, con un impatto di 3,3 miliardi dal punto di vista solo economico, con un ulteriore miliardo per quanto riguarda i risvolti sociali. Questo vuol dire provare a creare per la prima volta delle future cities dove i contenuti del care – tutto ciò che concerne l'assistenza alle persone – sono connessi per via telematica. Con la nuova connettività questo si può fare. Quindi andare a realizzare dei primi interventi di smart grid. Per questo sono già stati interessati e da noi attenzionati Microsoft, IBM e tutti quelli che stanno lavorando sull'intelligenza artificiale, nell'ottica appunto della creazione di una rete intelligente.
  Questo è il progetto visionato ieri dal Presidente, che ha dato il mandato di approfondire, di fare un upgrade. Poiché qui entriamo nell'ambito delle implicazioni normative, abbiamo bisogno di due norme fondamentali: una di natura urbanistica e una relativa alla fiscalità, con il credito d'imposta. A questo stiamo già lavorando e potrebbe essere un primo approccio di una politica trasversale.
  ISPRA, CNR e INPS – che anche in questo ha una funzione sociale – hanno dato mandato alla cabina di iniziare a lavorare. Lo stesso approccio viene adottato per le altre tematiche.

  PRESIDENTE. Ci sono colleghi che vogliono fare domande? Io ne ho alcune, pertanto comincio io.
  Voi avete un mandato di coordinamento, di valutazione, ma fate anche delle proposte? Questa è la prima domanda.
  La seconda domanda. Rispetto ai materiali che voi avete per effettuare la valutazione, quale parte di essi – che immagino siano annuali – quindi gli obiettivi, i report, quante di queste parti sono pubbliche o condivisibili con il Parlamento?
  La terza domanda. Fate anche un lavoro sulle priorità? Sappiamo tutti che gli Obiettivi di sviluppo sostenibile sono diciassette, i BES sono dodici: affrontare tutto subito, soprattutto per una struttura come la vostra e per un Paese come l'Italia che deve abituarsi, deve entrare nel metodo di lavoro anche trasversale – come ci avete spiegato – è impossibile, quindi la priorità è una cosa che voi suggerite, è una cosa che raccogliete a partire dalle audizioni, oppure vi viene da un input politico?
  L'unico punto è come si può interagire istituzionalmente con la cabina di regia. Nel senso che sia il Parlamento sia il Governo si stanno, in modo anche sistematico Pag. 8– io credo – rispetto ad altri Paesi, approcciando al tema dell'Agenda 2030, ma non so se voi avete pensato – noi ci stiamo ragionando – se c'è un modo per interagire sistematicamente. In alcune occasioni noi abbiamo per esempio dei rapporti annuali, possiamo fare delle risoluzioni di indirizzo, possiamo dare dei pareri. C'è un ragionamento in questo senso?
  A valle di tutto mi sembra veramente molto importante questa audizione, perché un conto è la parte conoscitiva, che possiamo fare a livello parlamentare, ma – proprio come dite voi – noi non abbiamo mai avuto un referente unico che abbia anche la capacità di coordinamento trasversale. Quindi benvenuta cabina di Benessere Italia, buon lavoro, perché effettivamente c'era bisogno di questo punto di coordinamento.

  FILOMENA MAGGINO, presidente della cabina di regia Benessere Italia. Grazie per queste domande, perché sono spunti e sono anche argomenti sui quali abbiamo riflettuto. Io dirò qualcosa ma, se poi i miei collaboratori vogliono aggiungere, suggerirei loro di intervenire.
  Rispetto alle proposte, cerchiamo di fare anche quelle. Naturalmente – e mi collego a un'altra domanda – sono proposte che emergono anche dal rapporto con tutti i soggetti che abbiamo incontrato e che continuiamo ad incontrare. Non è detto che vengano direttamente, ma sicuramente la riflessione che emerge da questi rapporti ci consente di far emergere, anche da parte nostra, dei suggerimenti, che comunque possono venire anche da altri soggetti più istituzionali. I rapporti con i ministeri sono serviti anche a questo.
  Una puntualizzazione. Spesso si mettono sullo stesso piano i due progetti – BES e sustainable development goals, SDGs –, ma non sono la stessa cosa. Questo vorrei chiarirlo in maniera decisa. Il BES è un progetto che ha dotato il nostro Paese di uno strumento che consente di monitorare il benessere di tutti (infatti è equo e sostenibile), ma vuole superare la logica del PIL nel prendere le decisioni, perché questo era l'obiettivo principale, dopo di che, avendo questo strumento, è possibile individuare i problemi. Poniamo di avere il BES per tutto il mondo, un BES mondiale: gli SDGs li hanno individuati guardando il BES mondiale. Quindi non sono accanto: il BES è più importante degli SDGs. Questo vorrei puntualizzarlo. Gli SDGs sono luci rosse che si sono accese in questo BES mondiale. Se si sono accese, è importante seguirle, perché vuol dire che sono emergenze mondiali. Poi ci sono i target che vanno declinati Paese per Paese, ci sono processi in atto rispetto a questo. Una cosa io vorrei puntualizzare. Nel momento in cui quella luce rossa si spegne, se ci ancoriamo solo agli SDGs, quella parte di mondo sparisce, perché ciò che non è monitorato, non è osservato e non esiste. Un monitoraggio sistematico del BES accende tutto, anche le luci verdi. Mentre gli SDGs esistono solo nel momento in cui esiste il problema. Se scompare la povertà o la fame nel mondo, si spegne la luce e io non so più come si alimenta la gente: cosa che invece il BES fa. Questa differenziazione è importante, altrimenti cominciamo a dire «mescoliamoli, vediamo come possiamo farne una cosa unica»: non è la stessa cosa!
  Altra questione importante che li differenzia. Il BES è uno strumento di cui si è dotato il Paese, ma non perché l'ISTAT ha deciso di costruirlo. Io ho fatto parte della commissione scientifica che ha costruito gli indicatori, ma le indicazioni venivano da un comitato di indirizzo composto presso il CNEL e da tutta la società civile: organizzazioni, associazioni. Questo consente di dare una rilevanza al progetto BES, che l'Italia ha creato con il coinvolgimento di tutte le sue rappresentanze. Anche solo il processo di costruzione ci fa capire che sono due cose diverse.
  Ripeto, questo non per sminuire gli SDGs, anzi, al contrario, perché hanno messo in evidenza dei problemi urgenti da risolvere nel mondo, ma non possiamo ancorarci da qui all'eternità agli SDGs, perché non è il loro ruolo. Il ruolo del BES è quello di monitorare costantemente, da qui in avanti, il benessere del Paese in tutte le sue componenti, anche quelle che attualmente vanno bene. Pag. 9
  Questa cosa è emersa molto bene nella costruzione dello strumento. Quando ci hanno detto che duecentoventi indicatori erano troppi – perché tanti ne avevamo individuati – e abbiamo dovuto cominciare a tagliarli, ci hanno detto di focalizzarci su quelli che correlano e di eliminarne uno e tenere l'altro. Questa è la logica. Io mi sono opposta, perché la correlazione – che vuol dire anche altre cose – può essere contingente e momentanea e, se io ne butto via uno, quella parte di Paese sparisce. Io li devo conservare entrambi. Esempio concreto: ci avevano detto di scegliere tra speranza di vita e speranza di vita in buona salute, che sono due indicatori che misurano cose completamente diverse. Tra l'altro non correlano nemmeno. Però chi capisce l'utilizzo a livello di governance di questi due indicatori sa che c'è bisogno di entrambe. Abbiamo dovuto fare una lotta dentro al comitato di indirizzo del progetto BES per poterli conservare tutti e due, perché alla fine non è un problema di numero: è un problema di copertura di tutto il Paese.
  Aggiungo una cosa sugli indicatori. Questi rappresentano uno snodo importante di tutta questa attività, perché, se non riusciamo a vedere il Paese, seppure attraverso degli indicatori – che non sono il Paese ma, appunto, un indicatore della vita del Paese –, perdiamo un po’ il controllo di tutto. Il Paese ci suggerisce, tramite queste osservazioni, la situazione. Quindi il rapporto con l'ISTAT diventa importante. Proprio ieri ho parlato con un dirigente dell'ISTAT, che mi ha detto che non solo si metteva a disposizione (e il presidente lo aveva già fatto) della cabina, ma suggeriva rilevazioni ad hoc che diventano sistematiche. Lo faremo per sempre, lo faremo tutti gli anni. Per esempio il censimento permanente apre delle finestre particolarmente importanti in questa direzione. Quindi l'importanza dell'indicatore come strumento che consente di far funzionare tutta la macchina, altrimenti non abbiamo contezza dei problemi e possiamo agire in maniera, se non sbagliata, distorta.

  ANDREA BATTISTONI, esperto della cabina di regia Benessere Italia. Solo due punti. I BES, per esempio, sono degli indicatori più maturi, che permettono di valutare le politiche del decisore in termini attivi. Il cambiamento culturale vuol dire anche costruire politiche attive, non assistenziali o comunque non sanzionatorie. Gli SDGs per la loro natura tendono a valutare quant'è il grado di prestazione, di raggiungimento: quest'altra parte analizza, fa la fotografia e monitora anche rispetto alle politiche attive. Quindi cambiamo gli stili di vita, miglioriamo non sempre in termini di privazione ma in termini proprio di cambiamento del paradigma. Oggi si parla di economia circolare, forse pochissimi sanno cos'è un'economia circolare. Intanto è sbagliato chiamarla «economia». Non è proprio un predominio dell'economia: sono delle politiche circolari, quindi bisognerebbe dire «circolarità delle politiche». Dunque il ragionamento è cambiare il paradigma verso le politiche attive: pensiamo al welfare assistenziale piuttosto che, dal punto di vista dell'ambiente, a misure sanzionatorie rispetto agli scarichi inquinanti e quant'altro. I BES riescono a individuare e fotografare questo cambiamento in maniera più sistematica, a differenza degli SDGs.
  L'altra cosa sulle priorità. Si lavora con poche risorse, sia finanziarie sia umane, io mi occupo di analisi multi-criteriale da anni, quindi la adoro, a differenza dell'analisi costi/benefici, perché in realtà l'analisi multi-criteriale è più complessa e permette di dire qual è l'obiettivo, quando parliamo di supporto tecnico-scientifico. Quindi alla base del nostro lavoro c'è l'individuazione delle luci rosse accese, e già questa è una priorità. Sicuramente sta alla parte politica del Parlamento sollecitare, perché ovviamente l'indirizzo se andare su politiche attive rispetto al problema dell'obesità, dell'abbandono scolastico e quant'altro sono delle sensibilità che un Paese deve dichiarare, che gli indicatori portano all'evidenza, ma poi bisogna prendere una decisione. Questo per noi è importante, perché ci sono delle priorità. La prima, per esempio, non si chiama rigenerazione urbana, volutamente non si chiama così: si chiama rigenerazione equa e sostenibile dei Pag. 10territori, perché prevede anche delle operazioni di inclusione sociale, che è un tema che i BES leggono e fotografano molto bene. Queste sono le cose che stiamo portando avanti e che vorremmo condividere.
  La nascita di un intergruppo parlamentare sullo sviluppo sostenibile – che ci ha visto subito protagonisti in quanto ci hanno chiamato – è un buon segnale, perché fa capire che vi è un rapporto per cui maggiore è quel gruppo, maggiore è il nostro approccio sistemico. Questo è un approccio sistemico che dobbiamo cambiare: quando vediamo nel metodo e nella funzione – è chiaro – è lì che stiamo cercando di operare.

  FILOMENA MAGGINO, presidente della Cabina di regia Benessere Italia. L'approccio, essendo sistemico, richiede un'interazione anche con le altre Commissioni, quindi il canale avviato con questa Commissione diventa importante, strategico, perché l'intergruppo ha già uno spirito trasversale sulle tematiche, però l'interazione con le diverse Commissioni diventa altrettanto strategica per poter lavorare insieme nelle direzioni che abbiamo indicato.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio molto e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.55.