Sulla pubblicità dei lavori:
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 2
INDAGINE CONOSCITIVA SULL'AZIONE INTERNAZIONALE DELL'ITALIA PER L'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Audizione di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI).
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 2
Bianco Enzo , Presidente del Consiglio Nazionale ANCI ... 2
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 5
Ragonesi Antonio , Responsabile Area sicurezza e protezione civile ANCI ... 5
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 5
Fassino Piero (PD) ... 5
Bianco Enzo , Presidente del Consiglio Nazionale ANCI ... 6
Fassino Piero (PD) ... 6
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 7
Formentini Paolo (LEGA) ... 7
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 7
Bianco Enzo , Presidente del Consiglio Nazionale ANCI ... 7
Fassino Piero (PD) ... 7
Bianco Enzo , Presidente del Consiglio Nazionale ANCI ... 7
Quartapelle Procopio Lia , Presidente ... 8
ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata dai rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) ... 9
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO
La seduta comincia alle 15.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'Agenda 2030, l'audizione dei rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, che ringrazio. Ringrazio, in particolare, Enzo Bianco, Presidente del Consiglio Nazionale, già sindaco di Catania, che si è tanto occupato di cooperazione internazionale; Antonio Ragonesi, responsabile alla sicurezza e protezione civile; Martina Pentimalli, Area sicurezza e protezione civile; Simonetta Paganini, responsabile del Dipartimento coesione – che saluto, è un po’ di tempo che non ci vediamo – e Federica De Maria, responsabile dell'Ufficio stampa.
Abbiamo richiesto la vostra audizione per approfondire gli aspetti connessi al ruolo degli Enti locali secondo quanto previsto dalla legge n. 125 del 2014.
Ricordo che secondo quanto previsto dalla citata legge, all'articolo 9, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, nonché gli Enti locali, possono attuare iniziative di cooperazione allo sviluppo, previo parere favorevole del Comitato congiunto, nel rispetto della competenza esclusiva statale in materia di politica estera e di rapporti internazionali dello Stato.
Segnalo che nella Relazione annuale al Parlamento sull'attuazione delle politiche di cooperazione relativa all'anno 2016 – purtroppo l'ultima disponibile – su un totale di aiuti pubblici allo sviluppo (APS) pari a 4,5 miliardi di euro, Regioni, Province autonome e Comuni hanno contribuito con stanziamenti che ammontavano a 15,5 milioni di euro, pari a una quota dell'APS totale che certamente era più alta negli anni passati, ma che comunque rappresenta per ciascun Comune, ciascun Ente locale, uno sforzo abbastanza considerevole. Ricordo, altresì, che il 19 dicembre scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale serie speciale il nuovo bando dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) dedicato agli enti territoriali, per i quali è stata stanziata una dotazione finanziaria complessiva di 15 milioni a valere sulle risorse del 2019. Il termine per la presentazione delle proposte progettuali è fissato al 25 marzo 2020. L'80 per cento dei fondi sarà destinato al cofinanziamento dei progetti approvati da realizzare nei Paesi prioritari della cooperazione italiana. Si tratta, quindi, di un contributo dell'AICS per favorire iniziative di cooperazione decentrata.
Sono lieta, quindi, dare la parola al Presidente Enzo Bianco affinché svolga il suo intervento.
ENZO BIANCO, Presidente del Consiglio Nazionale ANCI. Presidente, desidero ringraziare Lei e la Commissione Affari esteri della Camera non in modo formale, ma davvero in modo convinto per la sensibilità e l'attenzione che dimostrate, chiedendoci di riferire sull'attività dell'ANCI in materia di cooperazione internazionale degli Enti Pag. 3locali. Non è una affermazione di circostanza. Voglio dirlo proprio esplicitamente: negli ultimi mesi, nella responsabilità di Presidente del Consiglio Nazionale dell'ANCI e qualche volta su delega del Presidente dell'ANCI, Antonio Decaro, ho partecipato personalmente e direttamente ad alcune iniziative che hanno visto coinvolto l'ANCI nel progetto «Municipi senza frontiere» e sono stato personalmente, presidente, nel Kurdistan iracheno, esattamente a Erbil. Era fine giugno del 2019 e in quella circostanza ho avuto il piacere di incontrare innanzitutto i sindaci del Kurdistan iracheno, a partire da dirigenti e amministratori della città di Erbil, e poi successivamente anche amministratori locali, donne e uomini, del Kurdistan siriano: vedere in quell'occasione l'entusiasmo, la passione e l'interesse di questi giovani amministratori e di queste giovani donne in quella zona, dove fino a qualche mese prima si respirava un'aria completamente diversa – siamo nel cuore di una zona che era stata a lungo sotto il controllo dell'estremismo e del fondamentalismo – mi ha fatto davvero molto piacere; e vedere con quanto interesse queste persone partecipavano alle iniziative che condividevamo – scusate se porto questa testimonianza alla Commissione, ma è davvero sentita – dimostra che questi progetti sono qualcosa di utile e di concreto e che va sicuramente portato avanti.
La stessa esperienza abbiamo maturato con alcuni sindaci libici anche delle diverse zone della Libia, sia della Cirenaica sia della zona di Tripoli, e siamo stati proprio noi dell'ANCI, tra l'altro, a portare i sindaci libici in Europa, presso il Comitato delle regioni e a fargli stabilire una serie di relazioni e di rapporti che si inseriscono in questo ambito. Quindi questa cooperazione decentrata che adesso è diventata, da qualche anno, partenariato territoriale e che vede un ruolo fondamentale affidato ai Comuni italiani – che diventano i veri registi del progetto, anche con la collaborazione naturalmente delle ong, ma sotto una responsabilità di tipo «politico» –, è qualcosa che naturalmente sta producendo risultati oggettivamente di grande interesse.
Tutto questo parte dal Testo Unico degli Enti locali, riformato nel 2001, mentre ero Ministro dell'Interno, e che prevede – all'articolo 272, se non ricordo male: non lo ricordo tutto a memoria, ovviamente – proprio la possibilità che gli Enti locali, nell'ambito e nei limiti che sono stati ricordati, svolgano attività in questo campo. In attuazione di questo e in attuazione della legge di riforma della cooperazione – la legge n. 125 del 2014 – noi abbiamo stipulato già nel 2015 – il presidente Fassino lo ricorderà perfettamente, perché era Presidente dell'ANCI – un accordo, un protocollo d'intesa tra il Dipartimento per gli Affari regionali, le autonomie e lo sport della Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e l'ANCI, con un supporto tecnico, perché poi abbiamo coinvolto per il supporto tecnico, per esempio, la rete di Publitalia e di altri partner che si sono resi protagonisti di questa capacità oggi di svolgere un effettivo ruolo di indirizzo in questa materia.
L'ANCI si è dotata di una struttura, affidando responsabilità precise – qui abbiamo il dottor Ragonesi che è esattamente il dirigente, con i nostri collaboratori, di questo settore – e ormai il numero delle realtà che operano in questo ambito è cresciuto significativamente. Siamo già a settantacinque comuni italiani coinvolti, naturalmente con una dislocazione geografica non omogenea – ho il dovere di dirlo – molto più accentuata nei comuni del centro-nord e, purtroppo, meno forte al sud: questo è uno degli argomenti su cui forse qualcosa si potrebbe fare, coinvolgere di più e meglio, dando assistenza ai Comuni anche della realtà meridionale. Come dicevo, settantacinque comuni hanno prodotto centotrentanove interventi in diversi Paesi.
Noi abbiamo lanciato questo progetto che si chiama «Municipi senza frontiere». Era proprio quello a cui facevo riferimento poco fa, il progetto che ha riguardato, per esempio, la realtà del Kurdistan e naturalmente anche quello che riguarda la realtà della Libia. Altri progetti di questo tipo sono predisposti o in fase di prossima attuazione. Pag. 4 Per esempio, un'ipotesi di collaborazione c'è con i comuni della Tunisia, con cui stiamo vagliando altri progetti e altri di rilevante interesse anche in Paesi dell'Africa subsahariana, segnatamente nel Burkina Faso, che ha visto varare un progetto di enorme interesse.
Se volete possiamo passare all'illustrazione delle slides che gli uffici hanno preparato (vedi allegato) e che prevedono questo partenariato territoriale. Gli orientamenti che fornisce l'ANCI sono di coinvolgere in questi progetti le imprese e le aziende dei pubblici servizi. Facevo riferimento al fatto che c'è un protocollo, siglato anche con Publitalia, che ci consente di realizzare tutto questo: organizzazioni della società civile, fondazioni, la rete delle città e quindi l'ANCI che coordina, università e centri di ricerca. L'approccio del partenariato che noi portiamo avanti si basa sul principio delle relazioni e delle azioni condivise e cerchiamo di garantire servizi coerenti e incisivi e aggiungerei anche, se mi si consente, concreti. Per esempio, nel Kurdistan i progetti interessati hanno riguardato il sistema della raccolta dei rifiuti e l'introduzione della raccolta differenziata – se non ricordo male, nella prima municipalità di Erbil, nella cittadella, che tra l'altro è famosa e bellissima –; altri progetti riguardavano la riduzione delle perdite di acqua nella distribuzione del sistema idrico del territorio; un ulteriore progetto era incentrato su una capacità e un'assistenza nell'attuare logiche di pianificazione urbanistica, col sistema delle licenze e delle autorizzazioni. Un altro progetto molto interessante l'abbiamo fatto, collaborando con la Regione Lazio, se non ricordo male, sulla protezione civile: c'è una zona ad altissimo rischio sismico nel Kurdistan e il dirigente della Protezione civile della Regione Lazio ha partecipato ai progetti di formazione e addestramento per verificare come si poteva andare avanti in questa direzione. Naturalmente il sistema che abbiamo varato è sotto l'egida, il controllo e la responsabilità del Ministero degli Affari esteri, come è naturale, con il quale abbiamo firmato un protocollo d'intesa, naturalmente allineato con la legge n. 125 del 2014.
La metodologia strategica che cerchiamo di portare avanti è in assonanza con l'Agenda 2030, in particolare gli Obiettivi che noi abbiamo individuato come prioritari, alla luce dei quali organizzare i nostri interventi: sono l'Obiettivo 11 e l'Obiettivo 16. Gli obiettivi territoriali sono esattamente questi: quello relativo alla governance, ad aprire nuovi canali di dialogo tra gli attori del territorio; contribuire al capacity building e all'empowerment delle municipalità; sostenere le politiche di sviluppo, sicurezza e stabilità delle regioni coinvolte e scambiare know-how e buone pratiche tra gli esperti delle amministrazioni municipali secondo i principi di governance, resilienza, sostenibilità, migrazione, gender, diritti umani, peacebuilding e cittadinanza globale.
L'ANCI dà il supporto amministrativo e legale alle municipalità nel campo della cooperazione internazionale. Ci siamo attrezzati, potenziando la struttura che si occupa di questa materia. Intendiamo fornire supporto alle municipalità di Paesi terzi per il rafforzamento della governance locale anche con strumenti di collaborazione one-to-one tra le nostre amministrazioni e quelle dei Paesi in via di sviluppo, progettualità di rafforzamento istituzionale e declinazione dei principi della Carta europea delle autonomie locali e l'associazionismo. Per esempio in Libia, presidente, noi abbiamo dato un'assistenza ai comuni libici per formare una sorta di ANCI libica, un'associazione nazionale dei comuni, facendo naturalmente superare le condizioni di grande tensione che ci sono all'interno di quella realtà. Compatibilmente con le vicende del Coronavirus, avremmo individuato la data del 15 giugno per tenere un incontro, proprio a Roma, con tutti i sindaci libici: se avete interesse poi ovviamente potremo informarvi, anche mandandovi una relazione su quello che sostanzialmente è accaduto.
Queste sono le cose più importanti che volevamo sottoporre alla vostra attenzione. C'è una possibilità di incrementare questa attività, visti i risultati soddisfacenti che Pag. 5sono stati conseguiti, e potremmo già allargare questa possibilità. Nel 2020 abbiamo già programmato cinque eventi per coinvolgere i Comuni: uno a Parma, uno a Livorno, uno a Latina, uno a Bari e uno a Palermo, per coinvolgere le municipalità locali in questa materia. Possiamo fare di più e meglio: si tratta, naturalmente, di avere la possibilità di potenziare la rete di assistenza e di andare avanti ovviamente in questa direzione. I Comuni noi li stiamo anche addestrando a questo: una parte del nostro impegno è quella di promuovere presso le amministrazioni comunali la creazione di un ufficio ad hoc che si occupi di questa materia o di competenze specifiche che vadano in questa direzione. Molti Comuni sono interessati. Naturalmente anche qui dipende dalle disponibilità: se il giudizio che si dà è positivo, potremmo incrementare anche questa possibilità di coinvolgere anche altri Comuni.
Nel complesso, presidente, noi siamo soddisfatti di questo impegno che è stato portato avanti dall'ANCI negli anni passati e che viene portato avanti con passione, anche quando cerchiamo di fare degli interventi di tipo innovativo, utilizzando tecniche come l'e-learning, e cioè l'insegnamento a distanza. Questo, per esempio, (slide n. 25) è il ragioniere generale del comune di Padova che fa delle lezioni a distanza con la tecnica dell'e-learning e risponde con i sottotitoli in arabo.
Bene, presidente, questo è quello che abbiamo maturato in quest'ambito e sottoponiamo alla vostra attenzione. Queste sono le riunioni: quella che vedete a sinistra (slide n. 26) è la riunione che si è tenuta a Bari con gli amministratori locali curdi e quella illustrata nella slide n. 27, a sinistra, è invece la riunione che abbiamo fatto a Erbil; a destra, l'immagine di una giovane amministratrice locale del Kurdistan siriano.
Grazie, presidente, della vostra attenzione.
PRESIDENTE. Grazie mille. Non so se il dottor Ragonesi vuole aggiungere qualcosa dal punto di vista dell'esperienza sul campo.
ANTONIO RAGONESI, Responsabile Area sicurezza e protezione civile ANCI. Vorrei aggiungere solo che abbiamo portato anche dei dati di riferimento, a cui il Presidente sicuramente aveva accennato già. Sono dati che compongono le mappe che avete visto, quindi vi sono i dati puntuali di tutti i centosessanta comuni del 2018 e dei settantacinque comuni impegnati nel 2019 nelle attività di cooperazione allo sviluppo. Sono in formato excel. Cubano complessivamente qualche milione di euro nell'ambito dell'APS.
Sottolineo come nell'ambito di questi rapporti l'ANCI ha inteso raccogliere per tutti i Comuni italiani e le Città metropolitane i dati OCSE-DAC da fornire anche per la Relazione che giustamente deve essere sottoposta al Parlamento, e quindi ve li anticipiamo. Sono quelli che vi arriveranno poi da parte dello stesso Ministero degli Affari esteri.
PRESIDENTE. Li acquisiamo e ringraziamo per questa anticipazione della Relazione che aspettiamo da tre anni. Per parte mia credo che ci sia, in generale, un ringraziamento e un apprezzamento per l'attività dell'ANCI. Siamo in una Commissione Affari esteri e da quanto emerso dalla relazione del Presidente Bianco e dalle aggiunte del dottor Ragonesi è chiaro come le iniziative degli Enti locali siano comunque iniziative di politica estera e sono particolarmente utili in quei contesti, dove le istituzioni locali sono più fragili e dove invece gli Enti locali possono complementare un'autorità statale assente, lontana, non presente o frammentaria.
Quindi c'è un significato particolare del vostro lavoro per la politica estera. Io avrei delle domande, però non so se i colleghi vogliono intervenire per porre quesiti.
PIERO FASSINO. Ringrazio il Presidente Bianco ed i suoi collaboratori e condivido tutto quello che è stato qui detto. Tra l'altro, una parte di quel lavoro mi ha visto partecipe quando ero Presidente dell'ANCI, a partire dal protocollo firmato con il Governo. Voglio sottolineare tre cose soltanto. La prima: come la diplomazia parlamentare, Pag. 6 la diplomazia locale ha un compito sussidiario e complementare. La diplomazia intergovernativa è sempre più importante, ma non può fare tutto e ci sono campi, settori e occasioni nei quali ci può essere una diplomazia parallela, più flessibile, meno vincolata a una serie di obiettivi e vincoli di carattere statuale-nazionale che vanno giocati. Bianco ha fatto riferimento al rapporto coi sindaci libici. Io feci il primo incontro a Malta con i sindaci libici. Mi colpì una cosa: che riunimmo i sindaci libici e c'era il sindaco di Tripoli, il sindaco di Bengasi, il sindaco di Fezzan, cioè sindaci che stanno in territori che hanno autorità diverse e in conflitto tra loro, perché il sindaco di Bengasi sta sotto Haftar, e il sindaco di Tripoli sta sotto al-Sarraj. Erano tutti insieme e quindi vuol dire che c'è uno spazio della diplomazia locale che è prezioso, perché può sopperire e complementarizzare una diplomazia nazionale. Al-Sarraj e Haftar non si parlano, ma il sindaco di Bengasi e il sindaco di Tripoli poi si parlano, che non è poco.
ENZO BIANCO, Presidente del Consiglio Nazionale ANCI. Mi permetto di aggiungere che sono gli unici organismi eletti.
PIERO FASSINO. Tra l'altro, hanno anche una capacità rappresentativa. Faccio riferimento a un'audizione svolta proprio nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'Agenda 2030, quando è venuto il Direttore dell'Ufficio ricerca dell'OSCE, il quale ci ha detto: «Io non capisco perché l'Italia non valorizzi una cosa che pochi Paesi hanno, che è la cooperazione decentrata». Questo è un tema che io penso vada approfondito. Perché? Perché siamo stati tutti partecipi di anni nei quali la cooperazione decentrata, cioè la cooperazione allo sviluppo promossa da Enti locali italiani verso Paesi terzi, era molto forte. Dal 2008 in poi le politiche di rigore, di austerità messe in campo da vari governi di ogni colore politico hanno fatto sì che ogni Comune ha dovuto ridurre le proprie capacità di spesa e una delle voci che è stata molto spesso tagliata è esattamente la cooperazione decentrata, perché è chiaro che se devi tenere aperto un asilo o fare un'azione di cooperazione decentrata alla fine un sindaco parte dall'asilo e poi, se c'è spazio, fa anche la cooperazione decentrata, se no, non lo fa. È chiaro, questo va da sé. Tant'è vero che segnalo che noi, credo, da una decina di anni non abbiamo più uno strumento che prima c'era, che era il Rapporto annuale sulla cooperazione decentrata e il fatto che non si faccia il Rapporto annuale è perché c'è stata un'implosione. Io penso che l'ANCI – sollecitando il Governo, ovviamente, il Ministero degli Affari esteri, l'Agenzia per la cooperazione, tutti i soggetti che devono essere sollecitati – debba riprendere questo punto.
Terza questione, e finisco: mi rifaccio al fatto che io sono stato membro del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa – uscirò tra qualche giorno e mi sostituirà il Presidente Bianco –: il Consiglio d'Europa ha sviluppato una strategia di partenariati locali, in particolare io ho seguito e sottoscritto, quando ero lì, gli accordi di partenariato locale con il Marocco, con la Tunisia. Si sta lavorando al partenariato con la Palestina, con l'Egitto. Perché sono importanti questi partenariati? Perché uno dei problemi grossi che c'è nei Paesi in via di sviluppo – usiamo questa espressione per capirci – è anche tutto il tema del democratic institution-building, della costruzione dell'intelaiatura istituzionale. Guardate che i cinesi in Africa fanno tutto, ma una cosa non la possono fare: fanno i ponti, le dighe, le strade, quello lo possono fare. Il welfare non glielo possono dare, perché non ce l'hanno neanche in Cina; la democrazia non gliela possono dare, perché non ce l'hanno neanche in Cina. Lì c'è uno spazio per l'Europa, di un'idea dello sviluppo globale, non solo dello sviluppo strettamente infrastrutturale o economico, in coerenza con i 17 Obiettivi dello sviluppo sostenibile. Lo spazio anche lì di un'azione degli Enti locali è grandissimo. Tu hai fatto riferimento, per esempio, a questa cooperazione sulla raccolta dei rifiuti, non mi ricordo in che città hai detto che si fa. C'è tutta un'attività di costruzione che va sotto la categoria del democratic institution-building in varie Pag. 7forme, su cui gli Enti locali possono produrre. Anche quello è un settore importante su cui l'ANCI e i Comuni possono svolgere un ruolo. Grazie.
PRESIDENTE. Non so se i colleghi Formentini, che è il capogruppo della Lega in Commissione, e Cabras, che è il capogruppo del Movimento 5 stelle, hanno domande.
PAOLO FORMENTINI. Solo per ringraziare e per stigmatizzare il fatto che purtroppo, come spesso avviene, pur essendo molto interessante l'argomento – che io non conoscevo, ma immagino che la maggior parte dei colleghi della Commissione non conoscano – le presenze sono scarse. Però complimenti per il lavoro.
PRESIDENTE. Io ho una domanda: riguarda quello che resta ai Comuni delle attività di cooperazione, perché abbiamo discusso della valenza di politica di cooperazione e di politica estera nel lavoro che viene fatto da ANCI, ma nella vostra esperienza qual è l'elemento positivo di quello che rimane, anche perché la legge prevede e favorisce la cooperazione decentrata per le ragioni che diceva prima il presidente Fassino, ma anche per delle ragioni legate soprattutto all'educazione della cultura dello sviluppo e alla sussidiarietà del ruolo che i Comuni hanno anche rispetto ai cittadini italiani; magari qualche elemento in più su questo tema credo ci aiuterebbe a fare stato della situazione attuale della cooperazione in Italia.
ENZO BIANCO, Presidente del Consiglio Nazionale ANCI. Presidente, per quanto riguarda le questioni poste dall'onorevole Fassino, consentitemi di ringraziarlo, perché nel periodo della sua presidenza all'ANCI, tra le molte cose, ha enormemente ampliato la sensibilità e l'attenzione dei sindaci italiani sulle tematiche attinenti alla politica estera e io sono pienamente d'accordo con lui: i sindaci e le amministrazioni locali possono avere un ruolo davvero rilevante per fare quello che la diplomazia ufficiale qualche volta non può fare. L'esempio della Libia è di una solare evidenza. Gli unici organismi eletti in Libia solo i sindaci e questi hanno partecipato. Sono venuti prima a Malta, poi a Roma, poi a Bruxelles, poi sono tornati e di fatto oggi sono una rete, una delle pochissime reti di rapporti che esistono in quel Paese, quindi sono pienamente d'accordo con la sottolineatura dell'importanza di questa vicenda.
Mi permetto di sollecitare un problema. Tra le priorità che io intravedo per il prossimo futuro ce n'è una che vorrei sottoporre all'attenzione dei componenti di questa Commissione: il Comitato delle Regioni, del cui Ufficio di presidenza faccio parte in rappresentanza dell'Italia – ed è un organismo comunitario istituzionale, anche qui ho sostituito l'onorevole Fassino che era membro del bureau precedentemente, ci diamo il cambio, alle volte, nonostante la differenza di altezza – adesso ha dato vita da dieci anni, presidente, a un organismo che si chiama «ARLEM». ARLEM è l'Assemblea regionale e locale euro-mediterranea, cioè sono...
PIERO FASSINO. Una nostra collega, l'onorevole Ehm, è presidente dell'ARLEM parlamentare.
ENZO BIANCO, Presidente del Consiglio Nazionale ANCI. Esattamente. Questa ARLEM vede riunirsi, una volta l'anno in plenaria e tre o quattro volte l'anno in specifiche riunioni, presidenti di Regione, sindaci, amministratori regionali e locali dei Paesi europei e dei Paesi mediterranei: tutti, da Israele alla Palestina, per intenderci, dal Marocco alla Turchia. Quest'anno il tema che è stato prescelto come tema principale, oltre a quello ricorrente dei migranti nel Mediterraneo, è stato il tema della blue economy: salviamo il Mediterraneo dall'inquinamento. Il relatore di questo rapporto sono stato io. Il mio rapporto è stato approvato alla fine all'unanimità, dopo una lunga discussione con i turchi che non accettavano alcune prese di posizione molto determinate.
Mi permetto di dire che il tema del cambiamento climatico nel Mediterraneo è drammatico, molto più che in qualunque Pag. 8altro mare, dopo l'Oceano Artico. È il posto al mondo in cui ogni anno cresce la temperatura, rispetto alla crescita di temperatura degli altri mari, del 20 per cento in più. Questo vuol dire che in cinque anni il Mediterraneo si surriscalda il doppio di quanto crescono come temperatura gli altri mari. Pensi, presidente, che nel Mediterraneo vengono scaricate ogni minuto di qualunque ora, di qualunque giorno, di qualunque mese dell'anno, 30 mila bottiglie di plastica. Pensi che negli ultimi cinque anni sono entrate nel Mediterraneo settecento specie, che non erano presenti, di pesci e di fauna e flora marittima. Da questo problema non si esce, se non c'è una cooperazione tra tutti i Paesi. Mettere tra gli obiettivi prioritari della cooperazione decentrata, anche con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo – pensate naturalmente al Marocco, alla Tunisia, alla Libia, eccetera – il tema «salviamo il Mediterraneo dal cambiamento climatico», e quindi tutte le iniziative che aiutano le comunità locali che si affacciano e che scaricano bottiglie di plastica e non solo, diventa un compito essenziale. Mi permetterei, avendo una visione di insieme, di unire il nostro intervento nel campo della cooperazione decentrata a quello che mette fra i primi obiettivi la green economy, ma soprattutto quello proprio di salvare questo mare che si alzerà nel 2050 di un metro e venti centimetri. Immaginate quello che comporterà per i nostri Paesi e per le nostre città di mare.
Grazie, presidente, per l'attenzione che ci avete riservato.
PRESIDENTE. Vi ringrazio molto, anche per la documentazione, che sarà pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato), ringrazio i colleghi intervenuti e dichiaro chiusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.35.
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