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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 5 di Giovedì 27 giugno 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE CONDIZIONI DEL PERSONALE MILITARE IMPIEGATO NELL'OPERAZIONE «STRADE SICURE»

Audizione del Generale di Brigata, Andrea Di Stasio, già Comandante del Raggruppamento tattico Lazio-Abruzzo.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Di Stasio Andrea , già Comandante del Raggruppamento tattico Lazio-Abruzzo ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 8 
Aresta Giovanni Luca (M5S)  ... 8 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 8 
Corda Emanuela (M5S)  ... 9 
Russo Giovanni (M5S)  ... 9 
Ermellino Alessandra (M5S)  ... 9 
Galantino Davide (M5S)  ... 9 
Pagani Alberto (PD)  ... 10 
Rossini Roberto (M5S)  ... 10 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 11 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12 
Di Stasio Andrea , già Comandante del Raggruppamento tattico Lazio-Abruzzo ... 12 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 19

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Sogno Italia - 10 Volte Meglio: Misto-SI-10VM.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 12.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Generale di Brigata, Andrea Di Stasio, già Comandante del Raggruppamento tattico Lazio-Abruzzo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade sicure», l'audizione del Generale di Brigata Andrea Di Stasio, che dal 15 gennaio al 20 giugno 2019 ha ricoperto l'incarico di Comandante del Raggruppamento tattico Lazio-Abruzzo e oggi ricopre l'incarico di Comandante della Brigata Sassari.
  Saluto e do il benvenuto al Generale Di Stasio, che ringrazio per la sua presenza all'incontro di oggi. Il Generale Di Stasio è accompagnato dal Tenente Colonnello Alessandro Nossen.
  Ricordo che dopo l'intervento del Generale Di Stasio darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni e che, successivamente, il Generale potrà rispondere alle domande poste. Chiedo quindi ai colleghi di far pervenire fin da ora al banco della presidenza la propria iscrizione a parlare.
  Do quindi la parola al Generale Di Stasio.

  ANDREA DI STASIO, già Comandante del Raggruppamento tattico Lazio-Abruzzo. Signor presidente, onorevoli deputati, buongiorno. È un onore essere oggi qui, vedere questa continuità tra il livello politico, politico-militare e la base che ha operato sul terreno e affrontare il problema di «Strade sicure» in modo sistemico; mi piace molto da persona che ha operato sul terreno con i soldati.
  Vogliate permettermi, quindi, di ricordare e ringraziare proprio i soldati che hanno operato con me nel raggruppamento Lazio-Abruzzo della Brigata Sassari, che da gennaio a giugno mi hanno affiancato nella condotta dell'operazione «Strade sicure», coadiuvando la mia attività di comando e consentendomi di essere aderente, con una comunicazione interna continua, sia alle esigenze loro, sia a quelle dello strumento militare.
  Ringrazio altresì le Signorie Loro e i miei diretti superiori per l'opportunità che mi hanno concesso di illustrare le condizioni generali del personale militare impiegato nel raggruppamento e le iniziative da me promosse sul terreno, per migliorare l'organizzazione dell'operazione «Strade sicure», incrementando contestualmente l’output operativo e il livello generale di vita dei militari.
  In tale quadro, desidero infine ringraziare coloro che mi hanno preceduto nell'incarico, il cui eccellente lavoro è stato preso a riferimento, per assicurare un contributo maggiormente qualificato nelle attività di Homeland security, tutelando contestualmente l'operato dei nostri soldati.
  A premessa del mio intervento, ritengo doveroso procedere a una breve illustrazione, relativa alle caratteristiche principali Pag. 4del raggruppamento che ho avuto l'onore di comandare nel corso del primo semestre 2019, unico esempio in ambito nazionale di dispositivo affidato ad un ufficiale nel grado di Generale di Brigata.
  Come si può facilmente dedurre dalla sua denominazione, il raggruppamento Lazio-Abruzzo copriva la sorveglianza dei siti e degli obiettivi sensibili dislocati nelle regioni Lazio e Abruzzo. Lo sforzo principale è tuttavia concentrato nell'area metropolitana della capitale, nella cui estensione territoriale risiedono ben 155 dei 162 siti che le autorità di pubblica sicurezza hanno inteso assegnare agli oltre 2000 militari che costituiscono il contingente militare in tale raggruppamento.
  In tale quadro, è opportuno evidenziare che tra gli obiettivi vigilati rientrano le principali stazioni ferroviarie e metropolitane della città, numerose ambasciate e sedi diplomatiche, 15 luoghi di culto, tra i quali quelli adiacenti alla Città del Vaticano e alle basiliche papali. Altrettanto numerosi sono i siti turistici e i luoghi di interesse storico che rientrano nel dispositivo di sorveglianza realizzato dal raggruppamento, tra i quali sono degni di nota i 12 siti dichiarati dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.
  Desidero infine menzionare i servizi di vigilanza realizzati presso il porto di Civitavecchia, presso gli aeroporti di Fiumicino e di Ciampino, presso il Centro di permanenza per rimpatri di Ponte Galeria e, tra quelli attivati più recentemente, la sorveglianza del campo nomadi di via Salviati e dell'impianto di trattamento e smaltimento rifiuti di Rocca Cencia, nella periferia est della capitale. Proprio presso questi ultimi siti i nostri militari hanno recentemente condotto delle delicate attività di perlustrazione, in concorso e congiuntamente alle Forze di polizia, finalizzate al controllo del territorio, al contrasto e alla prevenzione della criminalità.
  Si tratta di un contributo estremamente significativo alla collettività, che ha incrementato il livello di sicurezza di tutti i cittadini e per il quale nei passati sei mesi ho ricevuto personalmente il plauso e il ringraziamento non solo delle autorità locali, ma anche della gente comune, che identifica sempre più spesso i nostri militari schierati sul territorio come un punto di riferimento valido, sicuro e affidabile.
  Dopo questa doverosa introduzione, necessaria per comprendere le caratteristiche peculiari del raggruppamento Lazio-Abruzzo, vado ora a evidenziare alcuni aspetti, sui quali ho cercato di improntare la mia azione di comando, che, come già accennato, ha cercato di portare avanti quanto iniziato dai miei predecessori, nel pieno rispetto delle linee di indirizzo fornite dal vertice della Forza armata che mi ha preceduto in Commissione difesa.
  In particolare, nell'ambito della valorizzazione dello strumento terrestre e della tutela del personale militare, vero elemento centrale dell'organizzazione, senza il quale non avrebbe senso l'attività di noi comandanti sul terreno, sin dai primi giorni del mio mandato ho avviato una capillare attività di verifica di tutte le infrastrutture che ospitano i militari di Strade sicure del raggruppamento Lazio-Abruzzo soprattutto nella capitale, tenendo logicamente conto di quanto in atto o posto in essere nei periodi antecedenti.
  Al riguardo, è opportuno evidenziare che il personale militare impiegato nell'operazione Strade sicure è prioritariamente alloggiato presso immobili della Difesa, e, laddove non presenti o non disponibili (nel caso del raggruppamento Lazio Abruzzo solamente in un caso), utilizziamo un immobile appartenente ad altro Dicastero; nella fattispecie due unità a livello Compagnia sono alloggiate presso la caserma dei Vigili del Fuoco di Capannelle, per un totale di circa 170 militari.
  Tornando alle attività di verifica che ho inteso intraprendere all'inizio del mio mandato, forte delle esperienze precedenti e delle lesson learned acquisite, il 31 gennaio scorso, pochi giorni dopo il mio insediamento, ho personalmente accompagnato l'onorevole Deidda qui presente, Capogruppo di Fratelli d'Italia, in un'attività di verifica delle condizioni lavorative del personale operante nei ranghi del raggruppamento, durante la quale abbiamo potuto constatare lo stato manutentivo delle infrastrutture Pag. 5 e dei locali che ospitano i soldati all'interno della caserma Perotti alla Cecchignola e della caserma Gandin, sede della Brigata Granatieri di Sardegna, stessa sede che ospita il Comando avanzato del raggruppamento Lazio-Abruzzo, avanzato per la Brigata Sassari nei primi sei mesi.
  Analoga visita agli alloggi appena ristrutturati presso alcune caserme della Cecchignola è stata effettuata precedentemente dalla stessa signora Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, accompagnata dal Capo di stato maggiore dell'Esercito e da me medesimo. In tale circostanza il Ministro Trenta aveva voluto constatare di persona, così come ha fatto l'onorevole Deidda, l'attuazione dell'ampio progetto di ristrutturazione e riqualificazione delle strutture, ben 13 caserme rese disponibili per gli uomini della Brigata Sassari del raggruppamento Lazio-Abruzzo.
  In sintesi, a partire dal 15 febbraio, a seguito delle attività di verifica nelle aree di responsabilità del raggruppamento, ho disposto che fosse elaborata una nuova ed aggiornata pianificazione degli interventi su tutte le 13 infrastrutture prima menzionate, finalizzata ad assicurare standard abitativi rispondenti ai requisiti operativi di sicurezza e decoro.
  Tale pianificazione in data 15 febbraio è stata consegnata da me stesso al Comando delle forze operative centro operativo dell'Esercito, e in tale quadro nell'esercizio finanziario 2019, a fronte dei 3,8 milioni di euro da destinare a livello nazionale per interventi a favore delle infrastrutture, il COMFOTER COE ha attribuito al raggruppamento Lazio-Abruzzo una somma pari a 1,4 milioni di euro, rispondente alla richiesta da me effettuata, in linea con la revisione e la pianificazione infrastrutturale fatta.
  Tali fondi già nei primissimi mesi dell'anno sono stati dati immediatamente nella mia disponibilità e sono stati ripartiti fra i comandanti delle 13 infrastrutture, in modo tale che immediatamente fossero impiegati per contrattualizzare ed eseguire i lavori di miglioramento degli immobili insistenti nel sedime della capitale, come nel caso della riqualificazione della caserma Filiberto di Roma, nella quale stanno implementandosi i lavori programmati, che assicureranno ulteriori 150 posti letto nell'ambito del generale progetto di miglioramento delle strutture della Cecchignola.
  Le iniziative illustrate sono dimostrazione tangibile dell'attenzione e, della sensibilità della Forza armata, per la quale devo ringraziare anche i rappresentanti politici, come l'onorevole Deidda, che con la loro visita insieme al Ministro hanno aumentato la sensibilità verso tali problemi e hanno permesso e permetteranno il miglioramento ulteriore delle condizioni di vita dei militari del raggruppamento, garantendo strutture sicure, decorose e aderenti alle esigenze anche operative dell'Esercito.
  Accanto ai provvedimenti legati al miglioramento delle sistemazioni alloggiative, nel periodo della mia permanenza al Comando del raggruppamento sono state portate avanti altre iniziative in favore del personale. Trattandosi della Brigata Sassari proveniente dalla Sardegna e di altri 1.000 uomini provenienti dalla Brigata Ariete, dall'estremo nord della penisola, ho cercato di individuare ulteriori spazi da destinare ad uso ricreativo per i militari liberi dal servizio.
  Ciò è sfociato nell'acquisto di tavoli da ping-pong, biliardini, distributori di snack e bevande. Tale scelta si è resa necessaria una volta constatato che, per via della distanza geografica dalle sedi di rispettiva residenza, il personale posto sotto il mio comando, proveniente principalmente dalla Sardegna e dal nord Italia, trascorreva i periodi di riposo presso la sede di servizio, senza avere la possibilità di ritornare a casa.
  Un'altra iniziativa a cui ho voluto dare un forte impulso, sempre nell'ambito del benessere del personale, ha riguardato la promozione di attività di tipo culturale. In particolare, in ottemperanza alle indicazioni del Capo di stato maggiore dell'Esercito, ho cercato di promuovere nei miei militari la conoscenza della storia militare e delle vicende storiche del Paese, organizzando visite guidate presso i Musei Capitolini, il Palazzo del Quirinale e le catacombe di San Sebastiano. Pag. 6
  L'iniziativa in questione, che ha avuto un'alta risonanza mediatica, è stata particolarmente apprezzata e ha avuto un duplice effetto: da un lato ha permesso di condividere dei momenti di aggregazione in contesti diversi da quelli lavorativi, dall'altro di suscitare nuovi stimoli verso coloro che non avevano avuto fino a quel momento la possibilità di apprezzare il nostro inestimabile patrimonio culturale, con un significativo beneficio anche dello stato di benessere.
  Sempre nell'ambito della tutela del personale durante la fase di approntamento a premessa dell'impiego, sono state condotte specifiche attività formative di tipo psicologico, finalizzate alla gestione dello stress e al supporto del personale, con l'obiettivo di fornire a tutti i livelli gli strumenti per verificare e potenziare il morale e il benessere psicofisico dei militari, riconoscendo possibili segnali di stress e indicatori di eventuale disagio.
  In particolare, nel corso dell'operazione, nel periodo 13-20 marzo ho voluto che fossero condotte attività di monitoraggio e di valutazione dello stato psicofisico del personale mediante interventi mirati al benessere psicologico dell'individuo, unitamente a ulteriori, specifiche sessioni formative dedicate sempre allo stress management. I dati ufficiali e scientifici rilevati nel corso di tale attività hanno evidenziato due aspetti: da un lato l'assoluta validità delle attività di approntamento condotte a premessa dell'impiego, in virtù delle quali i militari si sono sempre sentiti preparati ad affrontare i compiti affidati; dall'altro l'accresciuto senso di realizzazione professionale, percepito dal personale stesso a seguito dell'adozione di una postura maggiormente dinamica nella condotta dei servizi di vigilanza ai siti sensibili. Ciò, abbinato a un sistema di turnazione del personale meno serrato, ha assicurato un incremento del benessere del militare stesso, migliorando contestualmente l’output operativo fornito dal contingente.
  Avendo personale che abitava o aveva le famiglie lontano, nel dettaglio le turnazioni sono state organizzate, a parte la forma teorica di passaggio in quinta, in sesta o in quarta, tenendo conto della possibilità di offrire ai miei militari un periodo e un rapporto costo/efficacia congruo per andare a spese loro presso le proprie famiglie in Sardegna o nel nord Italia.
  Passando ora agli aspetti connessi con le attività operative, un altro aspetto sul quale ho cercato di concentrare la mia azione di comando ha riguardato la riconfigurazione dell'equipaggiamento del personale da indossare nello svolgimento dei servizi. Tale iniziativa è stata chiaramente trattata in sede di comitato. In qualità di Comandante del raggruppamento Lazio-Abruzzo ho avuto la possibilità di cambiare l'equipaggiamento da far indossare ai militari, tenendo conto dell'armonico bilanciamento fra la protezione del militare stesso e le informazioni a livello di rischio che avevo tramite informazioni di Intelligence tutti i giorni dagli organi preposti.
  Ulteriore elemento sul quale ho concentrato i miei sforzi è rappresentato dalla postura generalmente adottata dai militari nello svolgimento del servizio di vigilanza. Al riguardo, nonostante nella capitale sia concentrato il più alto numero di siti statici rispetto ad altre piazze, ho elaborato un piano di revisione generale delle modalità di svolgimento dei servizi in chiave dinamica, condivisa anche dal comune di Roma. Ho quindi inviato lo studio alle autorità di pubblica sicurezza, in particolare al prefetto pro tempore, e ne ho trattato anche con l'attuale prefetto di Roma.
  Tale studio fatto dal raggruppamento Lazio-Abruzzo prevede, attraverso l'accorpamento di più siti statici e mediante ricorso a pattuglie mobili su itinerari o aree estese, un incremento qualitativo delle attività dinamiche, che giova alla realizzazione professionale del personale e risulta più aderente alle caratteristiche intrinseche dello strumento militare.
  Il prefetto di Roma ha inviato tale studio al Questore Marino e al nuovo Questore Esposito, il quale convocherà dei tavoli tecnici per studiare nel dettaglio la proposta fatta dall'Esercito, in modo da accorpare alcuni siti e favorire la disponibilità di maggiori militari per il passaggio ad attività dinamiche e, grazie a questo, al passaggio Pag. 7nelle attività di turnazione da quinta a sesta.
  Tale processo di revisione tuttavia, pur permettendo di rendere meno prevedibile e più sicura l'azione dei militari, non può prescindere dalla decisione dell'autorità di pubblica sicurezza, a cui spetta per legge la facoltà di attribuire i servizi da svolgere ai militari, e questo è un punto focale.
  Un ultimo aspetto sul quale ritengo doveroso soffermarmi riguarda l'impiego dei miei assetti nella vigilanza del campo nomadi di via Salviati. In tale quadro sottolineo che l'obiettivo di prevenire i rischi ambientali e il fenomeno dei roghi tossici, conseguenza del traffico e dello smaltimento illecito dei rifiuti, che avrebbero potuto minare la salute dei cittadini, è stato raggiunto nel periodo del comando della Brigata Sassari con successo totale, peraltro ampiamente riconosciuto dall'amministrazione capitolina e soprattutto dai cittadini.
  Lo abbiamo fatto operando a supporto della Polizia locale, attraverso un pattugliamento congiunto e dinamico, per garantire la sicurezza dei residenti in termini di controllo e sorveglianza dell'area.
  Come dicevo, trattandosi di un intervento mirato anche alla prevenzione dei rischi ambientali, i militari, essendo preparati ad operare in sicurezza in qualsiasi contesto, hanno adottato specifiche procedure standardizzate e idonee misure di prevenzione, quali ad esempio l'utilizzo di appositi dispositivi di protezione individuale.
  Un ulteriore aspetto di interesse sul quale ho cercato di infondere un deciso impulso è legato alla ricerca di una maggiore efficienza dei mezzi. Dei 3,4 milioni di euro destinati a livello nazionale per le riparazioni e manutenzione dei veicoli utilizzati dall'operazione, il Comando forze operative terrestri ha attribuito al raggruppamento Lazio-Abruzzo 850.000 euro nel primo semestre. Ciò ha fatto sì che la percentuale di efficienza dei mezzi salisse sensibilmente, con conseguente maggiore disponibilità dei veicoli sul terreno.
  In tale quadro è opportuno evidenziare una riorganizzazione del sistema di supporto logistico dedicata al raggruppamento Lazio-Abruzzo, fatta e studiata nei primi mesi del mio insediamento, poi approvata dalle superiori autorità, che ha permesso l'aderenza di due reggimenti logistici, l'8° e il 10° Casilina, dedicati esclusivamente e in maniera continuativa all'attività di Strade sicure del raggruppamento Lazio-Abruzzo, permettendo la rimessa in efficienza di circa 200 autoveicoli in meno di cinque mesi.
  Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi per mantenere l'efficienza dell'intero parco autoveicoli, desidero evidenziare che le somme assegnate, seppur significative in valore assoluto, consentono di risolvere solo parzialmente una situazione aggravata dalla vetustà di piattaforme, che sono peraltro concepite per impieghi tattici in contesti operativi completamente diversi, non compatibili ai contesti operativi cittadini che caratterizzano l'attività di Strade sicure.
  Nell'avviarmi alla conclusione, ritengo opportuno sottolineare che tutte le iniziative intraprese in questi mesi alla guida del raggruppamento Lazio-Abruzzo sono state oggetto di passaggio di consegne con il mio successore, Generale di Brigata Alberto Vezzoli, Comandante della Brigata Julia, che dal 20 giugno scorso ha assunto la responsabilità del citato raggruppamento.
  Per concludere, la dimostrazione tangibile del prezioso contributo assicurato alla collettività nella mia area di responsabilità è rappresentata dai seguenti risultati operativi: oltre 5.000 persone identificate, più di 150 interventi di ordine pubblico, un considerevole quantitativo di sostanze stupefacenti sequestrato, 30 arresti per diverse tipologie di reato e altrettante denunce a piede libero, ma anche centinaia di interventi (altro aspetto che ho voluto sottolineare durante la visita delle autorità) in soccorso di cittadini e turisti colti da malore o vittime di incidenti stradali.
  In particolare, è ancora vivo il ricordo dell'intervento condotto dai nostri militari per soccorrere una bambina straniera feritasi al capo nei pressi del Colosseo, prontamente soccorsa dal personale in servizio presso il medesimo sito, e l'intervento che ha permesso di sventare uno stupro presso Pag. 8la stazione Magliana a Roma, esempi tangibili della tempestività di intervento, della capillarità del dispositivo e della preparazione poliedrica dei militari, appresa nelle esperienze maturate nelle operazioni fuori area, dove la Brigata Sassari ha lavorato tra le popolazioni kosovare, libanesi, libiche, irachene, afgane, e affinata costantemente nelle fasi di approntamento premissione.
  Il raggruppamento si è dimostrato, con la massima umiltà grazie ai miei uomini, una risorsa in possesso di una capacità di intervento pronta e flessibile, a supporto delle Forze di polizia e della comunità in generale, riconoscimento che ci è stato tributato dalla gente, al cui unanime apprezzamento per il lavoro svolto dai soldati si sono aggiunti innumerevoli attestazioni di autentica e solidale benevolenza. Allora è proprio vero che, grazie alla comune percezione di sicurezza che il personale sui siti infonde nella gente, Strade sicure è un'operazione per la gente e tra la gente.
  Signor presidente, onorevoli deputati, sono pienamente consapevole che i risultati fin qui ottenuti sono il frutto di un grande sforzo sinergico e collettivo, a dimostrazione dell'attenzione che il raggruppamento Lazio-Abruzzo riserva ai suoi effettivi quale risorsa preziosa e insostituibile per un comandante, ma anche per tutto il Paese. Noi ci siamo sempre e ci saremo sempre e, usando il grido della Brigata Sassari, Forza Paris, tutti insieme continueremo ad operare con più incisione per il bene della collettività.
  Vi ringrazio per l'attenzione e sono a disposizione per qualsiasi domanda anche di dettaglio tattico vorrete rivolgermi.

  PRESIDENTE. Do adesso la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIOVANNI LUCA ARESTA. Buongiorno, Generale, grazie per la sua relazione e un grazie particolare al personale al suo comando.
  Sono certo che l'operazione Strade sicure abbia reso e renda ancora un servizio davvero utile al nostro Paese e alla sicurezza di tutti i cittadini. Voglio partire però dal tema principale dell'indagine conoscitiva; un'indagine che noi del Movimento 5 Stelle abbiamo voluto con fermezza, sulle condizioni del personale militare impiegato, vale a dire sugli aspetti più personali e critici dell'operazione Strade sicure che impattano sul benessere del personale impiegato.
  Voglio fare l'avvocato del diavolo, mi consenta, perché lei è l'ultimo a parlare tra i comandanti che abbiamo audito e ci saremmo aspettati di sentir elencare dai comandanti le criticità, le lamentele che sono certo arrivino dal personale impiegato, perché possiamo porre in essere le iniziative necessarie a migliorare la vita di voi tutti, dai comandanti alla truppa.
  Mi riferisco in particolare (lei lo ha accennato) alle distanze per recarsi da casa all'alloggio, al carico degli equipaggiamenti a volte mal vissuto (a volte ci scrivono, utilizzando le nostre caselle di posta elettronica per lamentarsi), a quanti militari sono stati sanzionati per violata consegna, a chi ha accusato malesseri a causa del servizio, alle lamentele che riguardano i turni massacranti cui spesso sono sottoposti i nostri militari, ai limiti del logoramento.
  L'ultimo aspetto da non sottovalutare è relativo all'accumulo degli straordinari, che difficilmente vengono recuperati, se non a condizioni poco condivisibili.
  Mi aspetto una risposta su questi temi, che sono direttamente in linea con l'indagine sulle condizioni del personale impiegato.

  ANTONIO DEL MONACO. Grazie, Generale, per la sua relazione. In merito al raggruppamento Lazio-Abruzzo, lei ha detto che il personale arriva soprattutto dal nord e dalla Sardegna, mentre nelle precedenti audizioni ci hanno detto che si cerca di tener presente la situazione geografica. Ebbene, chi arriva dalla Sardegna o dal nord per espletare servizio nella capitale non è vicino casa.
  Apprezziamo i suoi sforzi di garantire possibilità di natura ricreativa, però la distanza è tale. Mi chiedo se sia più stressante fare una missione in Libano o fare Pag. 9una missione sotto il sole, sotto l'acqua, al vento, vicino a un portone o a un fabbricato a Roma o in altre realtà, tenendo presente che a livello economico c'è una grossa differenza tra chi va in Libano e chi partecipa a Strade sicure.
  La lontananza da casa quindi è il primo aspetto, che mi conduce alla seconda domanda che riguarda lo stress e la ricerca statistica che avete condotto, di cui come psicologo mi farebbe piacere leggere gli esiti. Ma vorrei anche sapere se questa attività venga fatta da psicologi militari e se siano sufficienti a supportare un'attività che va fatta prima e dopo questo impegno, tenuto conto che a febbraio 2018 c'è stato un suicidio presso la stazione Barberini della metropolitana e il 28 luglio un altro a Palazzo Grazioli. Quanto è stato fatto per la prevenzione e soprattutto perché simili eventi possano essere evitati in futuro?
  Credo che questo tipo di attività possa essere molto più stressante di un'attività svolta fuori area; forse in questo momento solo una missione in Afghanistan o in Siria potrebbe essere più stressante.
  In merito all'incendio del TMB di Rocca Cencia vorrei sapere se i nostri soldati erano presenti, se e come siano intervenuti e quale equipaggiamento utilizzino in situazioni del genere. Prima di quello di Rocca Cencia, avvenuto nel 2019, c'è stato un altro incendio al TMB Salario; quindi, qual è stato il vostro intervento? La parte economica è riferita all'indennità omnicomprensiva e agli straordinari. Oggi abbiamo individuato un'altra diversità fra il nord e il centro-sud, apprendendo che al nord, utilizzando un'attività dinamica, si riesce ad avere un ritorno post missione di 40-45 giorni, mentre al sud siamo sui 60 giorni, il che significa un allontanamento ancor più pesante del personale.

  EMANUELA CORDA. Ringrazio il Generale Di Stasio. Dico sempre Forza Paris e ringrazio per il lavoro che fate su tutto il territorio nazionale, e non solo.
  Sappiamo che nell'operazione Strade sicure si impiegano più uomini di quelli impegnati nelle missioni internazionali. Quindi lei ritiene che l'Esercito stia diventando sempre più uno strumento strategico per la sicurezza a livello nazionale piuttosto che in altri scenari?

  GIOVANNI RUSSO. Ringrazio il Generale per la sua relazione. Vorrei sapere se ci siano siti per i quali è necessario riprogrammare l'impiego del personale.
  Volevo poi chiedere se periodicamente siete ascoltati e potete dare dei feedback sulle scelte dei siti, anche alla luce dei risultati operativi, tenendo conto che non decidete voi, almeno nella fase iniziale, la tipologia di siti da presidiare.

  ALESSANDRA ERMELLINO. Ringrazio il Generale Di Stasio per la puntuale illustrazione e mi complimento per le soluzioni ricercate per i propri uomini, elemento che testimonia l'attenzione umana all'aspetto personale che riguarda ogni militare.
  Vorrei fare una breve riflessione. Ho ascoltato tutti i comandanti che sono venuti ad esporci le peculiarità dell'operazione Strade sicure. Più volte è stato rimarcato il problema che spesso siano le forze di sicurezza a richiedere la presenza dell'Esercito. Dati i numeri, avendo una Forza armata con un'età media molto elevata e un numero di militari abbastanza contenuto, mi chiedo se l'impegno in queste operazioni sia commisurato a tutte le altre problematiche che riguardano le Forze armate.
  Lei ha parlato dei mezzi utilizzati. Spesso vediamo che questi militari utilizzano i veicoli blindati Lince per spostarsi o creare il punto di presidio, quindi mi chiedevo, dati gli elevati costi di utilizzo di questi mezzi, se, laddove il rischio sia molto basso, non fosse possibile utilizzare altre tipologie di mezzi anche civili, la cui manutenzione comporti un minor esborso per le Forze armate.

  DAVIDE GALANTINO. Ringrazio il Generale Di Stasio per l'esposizione. Si è parlato dell'impiego nel campo nomadi, quindi sarei interessato a conoscere l'impatto sulla popolazione e che effetto abbia sortito la nostra presenza; vorrei poi sapere se nel corso dei pattugliamenti ci siano stati Pag. 10dei momenti determinanti per l'arresto, il fermo o la denuncia di persone che hanno commesso reati.

  ALBERTO PAGANI. Grazie, Generale, per l'illustrazione e anche per la passione profusa nello spiegare quello che state facendo. Sono convinto che si stia cercando di operare con massima cura e attenzione per il benessere e la qualità del lavoro degli operatori impegnati in questa missione.
  Sono più interessato ad altri aspetti e mi scuso in anticipo, perché purtroppo, avendo un impegno concomitante, non avrò la possibilità di sentire le risposte. Quindi le chiederei, se fosse possibile, di avere una breve nota scritta per le risposte alle domande. Mi dispiace, non è mio costume, so che è anche una cosa maleducata, ma purtroppo non ho possibilità di fare diversamente.
  La cosa che mi interessa approfondire riguarda l'aspetto tattico-operativo dell'operazione. Questa, come tutte le operazioni di sicurezza, nasce per contrastare diverse minacce, e mi interesserebbe capire come siano stati stimati e gerarchizzati le minacce possibili e i fattori di rischio, per poi capire quali siano i dispositivi adottati per contrastarli.
  Mi spiego meglio: parlando di sicurezza in ambiti prevalentemente urbani e prendendo ad esempio quello che abbiamo visto accadere in diversi Paesi (parliamo di Roma, quindi altre capitali o grandi città europee) negli ultimi anni, un conto è una minaccia di attentato terroristico come quelli che abbiamo visto a Parigi nel caso di Charlie Hebdo e Bataclan, che sono sostanzialmente azioni di guerra con personale addestrato, armi automatiche, tra l'altro calibro 7,62, cioè kalashnikov, con una potenza di fuoco notevole, giubbetti di protezione e mezzi per spostarsi, quindi una vera e propria azione di guerra in ambito urbano, alla presenza di personale civile e turisti, cosa diversa è la minaccia di attentati come quelli ai mercatini di Natale di Berlino, alla Rambla a Barcellona o al lungomare di Nizza, con un attentatore che non ha un addestramento militare vero e proprio e utilizza mezzi di fortuna per compiere l'attentato.
  Questo richiede un altro tipo di capacità per intervenire in modo efficace. Quindi è necessario un addestramento specifico per acquisire questa capacità. Altra cosa ancora sono le varie tipologie di ordine pubblico, che sarebbero maggiormente di pertinenza delle Forze di polizia locale o nazionale e non dell'Esercito, che nasce per contrastare non questo tipo di minaccia, ma altre problematiche.
  Dato che a seconda di come vengono gerarchizzate le minacce, o per gravità, cioè intensità del danno potenziale, o per frequenza di interventi, si gerarchizza e si adegua anche l'addestramento specifico (per fare il fermo di un ubriaco bisogna che il militare conosca gli aspetti giuridici per effettuarlo in modo corretto e non eccedere nello zelo), mi interessa capire come vengano gerarchizzate le minacce e approntato l'addestramento di questo personale che, visto che Strade sicure è ormai diventata un'abitudine, non ha più un compito emergenziale, ma con 7.000 persone impiegate un'attività ordinaria delle Forze armate nel nostro Paese.
  Vorrei sapere se possiamo dare un contributo con il lavoro della nostra Commissione a sostenere l'eventuale riorganizzazione che l'Esercito e le Forze armate hanno bisogno di fare del proprio strumento per mettere il personale nelle condizioni di lavorare nel modo più sereno possibile perché ben addestrato.
  Se riuscite a prospettare questo quadro, noi possiamo capire. Può essere che non ci sia bisogno di un intervento normativo, ma in ogni caso la Commissione sosterrebbe un'azione di organizzazione perché la condivide. Grazie, mi scuso di nuovo, ma sono costretto ad andarmene.

  ROBERTO ROSSINI. Ringrazio il Generale Di Stasio per l'esposizione, durante la quale mi è saltata all'occhio l'iniziativa mirata al benessere del personale, in particolare alle attività formative di tipo psicologico.
  Riguardo a questo, volevo chiedere se vi siate avvalsi di un'associazione esterna o di personale interno. Lo stesso vale per l'attività di monitoraggio che avete effettuato a marzo 2019, se l'abbiate realizzata con Pag. 11l'ausilio di personale civile esterno o tramite personale militare qualificato. Qualora abbiate utilizzato il vostro personale, vorrei sapere come il militare viva questa condizione e se, secondo lei, si senta libero di esprimersi.

  SALVATORE DEIDDA. Intervengo solo per ringraziare il Generale perché, come ha detto, qualche tempo fa sono andato alla Cecchignola e in altre strutture senza preavviso. Sapevo che non c'erano criticità, non era un intento punitivo, ma comunque non è stata una visita organizzata in cui si nasconde qualcosa o vengono fatte vedere solamente le cose belle, ma mi hanno mostrato anche le parti in cui si sarebbero dovuti effettuare gli interventi.
  La domanda è una: quando fate missioni internazionali e tutta la Brigata si trasferisce in missione, il gruppo si divide, perché qualcuno rimane in sede. Si potrebbe cambiare questa modalità considerato che una Brigata dovrebbe muoversi, a mio avviso, nel suo insieme.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Ringrazio il Generale. In merito all'operazione Strade sicure sappiamo che si tratta di un'attività che la Forza armata svolge in concorso con le autorità di pubblica sicurezza, al fine di prevenire o intervenire in situazioni che riguardano l'ordine pubblico, a causa di situazioni di pericolo, che dall'avvio di questa operazione sono nel frattempo mutate, secondo le esigenze prospettate sia dall'autorità politica che dalle autorità di pubblica sicurezza; quindi, il coordinamento e le richieste di impiego delle Forze armate vengono dalle autorità provinciali nella figura dei prefetti.
  Abbiamo visto nelle varie prospezioni fatte anche negli interventi che l'hanno preceduta come negli stessi teatri del nord, del centro o del sud vi siano province dove la prefettura non ha richiesto l'impiego delle Forze armate e regioni, come la Sardegna e il Molise.
  Venendo al suo specifico incarico di comando per il raggruppamento Lazio-Abruzzo ma con una forte preponderanza per il Lazio, è stata sollevata la problematica del personale proveniente dal nord o dalla Sardegna. Poiché – come è emerso da un'altra indagine conoscitiva – l'alimentazione delle Forze armate deriva principalmente da tre regioni (Sicilia, Puglia e Campania), volevo sapere se, poiché provengono dalle regioni del nord, tali militari abbiano casa in quelle regioni. Se, invece, fossero campani, sarebbero più prossimi alle regioni di residenza con una collocazione a Roma. È già stata fatta questa valutazione oppure non è stata mai presa in considerazione? Ho poi apprezzato il confronto che lei ha sottolineato per quanto riguarda la Capitale con l'autorità massima di pubblica sicurezza, il prefetto, per le possibili soluzioni che andassero incontro alle esigenze del personale e, quindi, l'attenzione che il suo comando ha dimostrato facendo delle proposte perché i presìdi statici diminuissero, pur nella considerazione della peculiarità che le sedi da presidiare nella capitale hanno rispetto ad altri contesti geografici. Considerato che la prefettura ha l'onere di assumere le decisioni, mentre la Forza armata quello di suggerire le migliori modalità operative affinché possano garantire la sicurezza dei luoghi presidiati e il vantaggio per le truppe impiegate, voglio fare un plauso a quanto è stato portato avanti in questa direzione.
  Auspico che l'autorità di pubblica sicurezza agisca tenendo in considerazione i vostri suggerimenti.
  Infine, lei ha fatto cenno ai recuperi e al pagamento degli oneri straordinari. Come maggioranza di governo abbiamo un sottosegretario che si occupa della materia avendo una delega specifica e che potrà attuare tutti gli strumenti necessari affinché questa tematica venga affrontata nell'una o nell'altra direzione, quindi o con maggiori rotazioni o con un pagamento puntuale delle indennità dovute a coloro che sono impegnati per la sicurezza del Paese e dei cittadini, di cui, come è stato testimoniato, ricevono il plauso.
  Quando mi reco in stazione o in aeroporto, passando davanti a questi uomini che sono a presidio accenno anche solo a un gesto del capo o a un gesto di saluto e di riconoscenza per il lavoro che stanno Pag. 12prestando, e penso che sia una testimonianza che ricevono da molti cittadini e tengo a sottolinearlo anche in questa occasione.

  PRESIDENTE. Do ora la parola al Generale Di Stasio per la replica.

  ANDREA DI STASIO, già Comandante del Raggruppamento tattico Lazio-Abruzzo. Seguirò l'ordine delle domande. Molte non hanno avuto risposta dalle superiori autorità perché questa poteva essere fornite solo da chi sta sul terreno con i soldati, quindi sono felice di poter rispondere a tutte le domande che avete fatto.
  Onorevole Aresta, per quanto riguarda la sua domanda focalizzata sulle condizioni del personale impiegato, le criticità che lei ha elencato (distanza da casa, alloggio, equipaggiamento usato, sanzioni militari, malessere in servizio, azioni massacranti e accumulo straordinario) sono criticità che è giusto che la Forza armata non neghi; anzi, mettere in evidenza i problemi è un punto di forza per affrontarli.
  Al di là del sillogismo vizioso, noi comandanti sul campo, a seguito della policy e delle linee delle Forze armate, abbiamo il dovere di mettere in pratica la teoria, e mi viene in mente la frase di Einstein secondo cui la teoria prevede tutto, ma poi non funziona niente, o viceversa, e dobbiamo fare in modo che sul terreno funzioni.
  Ho ascoltato tantissimi soldati, ho fatto 40.000 chilometri in cinque mesi, andavo su tutti i siti, non era un'attività ispettiva. Ringrazio le esperienze precedenti, che mi hanno permesso di attuare un metodo di comando migliore, perché gli errori sono una risorsa da cui si impara. Con estrema umiltà parlavo tutti i giorni ai soldati, quindi sono emerse queste loro problematiche e abbiamo cercato di affrontarle.
  Le soluzioni che ho adottato sono state il frutto della mia opera, ma anche di quella di tutti i miei collaboratori e degli stessi soldati. La comunicazione interna è stata la chiave di volta della mia azione di comando, e mi dispiace che i soldati non siano qui a parlare per me, perché sarebbe veramente una testimonianza oggettiva e universale, mentre la mia è soggettiva.
  I soldati del 2000 hanno capacità intellettuali e culturali e dialogano anche con il livello politico. Voi avrete sicuramente dei dati e negli ultimi cinque mesi, come potete verificare, molti problemi e molte risonanze negative non ci sono state; quindi significa che l'azione di comando per il raggruppamento Lazio-Abruzzo è stata incentrata sul riconoscere le criticità e affrontarle.
  Le distanze da casa sono correlate, generano uno stress maggiore, soprattutto perché ci troviamo in territorio nazionale e, quindi, a me che ho due bambini piccoli a volte sembra illogico pensare che sono in Italia mentre la mia famiglia è in Sardegna. Quando ero in Afghanistan me ne facevo una ragione, ma stando in Italia è più difficile. Queste percezioni erano anche mie ed è giusto che questi aspetti umani siano noti a un comandante che deve essere prima uomo e poi comandante. Per questo ho voluto che le turnazioni di lavoro fossero attagliate non solo alla teoria e alle linee guida, ma anche alla realtà di una Brigata Sassari e di un reggimento di Orcenigo del nord Italia, perché, al di là del lavoro o delle turnazioni più ristrette, parlando con i soldati ho appreso che le preferivano pur di avere dei giorni in più per andare a casa con i propri familiari e ammortizzare la spesa del biglietto in più giorni.
  In merito alle distanze fra l'alloggio e il sito, abbiamo utilizzato tredici caserme nella capitale proprio per avere una minore distanza fra l'alloggio dove dormono i soldati e il sito, per diminuire le distanze nella capitale, dovute non solo ai chilometri, ma anche al traffico (da cittadino romano ero consapevole di queste problematiche). Avevamo fatto uno studio di tutta l'area metropolitana e della distribuzione delle caserme, in modo da evitare di coprire maggiori distanze per raggiungere il sito.
  L'equipaggiamento usato non è stata una mia iniziativa, ma un'iniziativa precedente – di circa un anno fa – che mi ha permesso di attagliare l'equipaggiamento al livello di minaccia, e, avendo un equipaggiamento più leggero, i soldati avevano un benessere Pag. 13maggiore, con ritorni positivi anche sullo stress.
  Nel mio periodo non è stato denunciato nessuno, e racconto degli aneddoti perché sono quelli reali, mentre la teoria, il sillogismo vizioso, le linee guida possono essere perfetti in un'aula di università. Alcuni mi criticavano perché mettevo la mano sulle spalle dei miei soldati e andavo a verificare se si sentissero sicuri nello svolgimento del loro lavoro o avessero problemi; il soldato nuragico sardo sul suo onore mi diceva di non avere problemi, quindi capivo di non servire e di poter andare via.
  Dicevo: «io non sono il vostro nemico, sono il vostro comandante. I vostri nemici sono le eventuali minacce nell'area in cui operate; io sono qui per sapere se ci sono problemi, consigliatemi voi che siete operatori sul terreno». Questo aspetto sembra assurdo, ma io, venendo dalla gavetta, venendo da una famiglia semplice, vado sempre a ricercare le cose più semplici, che poi sono le risposte più importanti della vita. Di solito con le cose semplici si risolvono le cose, quindi chiedevo loro addirittura se avessero delle proposte per variare le consegne, per spostare i mezzi o le tettoie.
  Questa ricerca di una partecipazione attiva del soldato, che non era più vedere se il soldato fosse a posto, ma verificarne la capacità operativa, la motivazione e lo stato di benessere, ha avuto sicuramente un risvolto positivo sul voler essere perfetti sul sito.
  Per quanto riguarda il malessere in servizio, sì c'è stato, ma dovuto a influenze o altre cose. In genere (c'è un dato ufficiale) i soldati si sono sentiti sicuri e preparati ad affrontare questa missione, abbiamo sempre fatto affiancare i più giovani VFP1 e VFP4 da soldati più esperti che avevano alle spalle esperienze professionali importanti quali Afghanistan, Iraq, Libia. La Brigata Sassari l'anno passato è stata impegnata in tre teatri contemporaneamente, con il Comando Brigata e un reggimento in Afghanistan, un altro reggimento in Libia e un altro reggimento in Iraq. Quindi capite che il soldato nuragico, lo Shardana sardo, è veramente preparato. Dico così perché so che fa piacere, perché la sardità esprime soldati molto capaci e nel cromosoma sardo ci sono l'onore e la lealtà, che sono caratteristiche peculiari del soldato.
  Turnazioni massacranti. È stato fatto (i feedback che ho avuto me lo hanno confermato). A volte le turnazioni erano concordate con i militari stessi, in modo da permettere loro maggiori periodi di riposo a casa, perché il riposo passato nella caserma spesso non giovava. Infatti, le condizioni economiche non permettono al soldato di uscire ogni sera e la vita romana costa molto di più di quella sarda o del nord del Paese, e, se un comandante lo negasse, la sua azione di comando sarebbe nulla.
  È vero che si accumulano straordinari, io stesso ho molte ore che non recupererò mai, però non posso chiedere a un soldato di non recuperarle, perché è un diritto che la morte dei nostri nonni o dei nostri padri ha acquisito negli anni. Guai a farlo, per un comandante!
  Avranno la possibilità di recuperarle, tra l'altro c'è una disposizione del Capo di stato maggiore dell'Esercito che dispone nei mesi di luglio e agosto di essere al minimum manning, quindi l'unità dovrà esprimere la più bassa capacità per permettere a tutti i soldati della Brigata di recuperare. Di questo non ci sono precedenti, quindi è un'ulteriore sensibilità della scala gerarchica.
  Lazio-Abruzzo, nord e Sardegna: negli scorsi giorni anche il Capo di stato maggiore ha sottolineato che la policy di Forza armata è di impiegare i soldati nella regione nella quale prestano servizio. È vero che, come diceva, alcuni soldati venendo a Roma sono paradossalmente più vicini alla casa e alla famiglia che hanno a Napoli, perché magari prestano servizio al nord, ma hanno lasciato moglie e figli a Napoli, però anche in questo caso grazie a un provvedimento del Capo di stato maggiore, che ha chiesto una programmazione triennale di tutte le unità fino al minimo livello (lo abbiamo fatto in tutte le Brigate, in tutti i reggimenti, in tutte le compagnie) il soldato sa con tre anni di anticipo quale sarà il prossimo futuro impiego e, quindi riesce a organizzarsi. Anche io litigo meno con Pag. 14mia moglie, perché riesco a dirle prima quando potrei andare in vacanza (faccio delle battute, che però rendono il senso della risposta).
  È più stressante il Libano o Roma? Come dicevo prima, il livello di stress di stare in Italia e non riuscire a vedere figli e moglie vi assicuro che pesa molto, però quando siamo impiegati in situazioni reali e importanti per noi è un altruismo egoistico, perché rendendo un servizio al Paese, rendendo sicura la capitale o altre realtà rendiamo sicuro l'ambiente dove vivono le nostre famiglie, quindi ci gratifica molto.
  Il senso del sacrificio fatto per una cosa importante e interessante, per una straordinaria emergenza e un'urgente necessità compensa psicologicamente i sacrifici.
  È logico che le indennità o il lavoro straordinario pagato solo per 14,5 ore al mese rispetto all'indennità per operazioni fuori area è un peso in più per i militari, soprattutto per quelli che hanno problemi economici, perché è giusto che la famiglia sia al primo posto.
  La cosa più importante dal punto di vista istituzionale del benessere personale è che tutte queste ore di recupero non permettono di avere un output operativo nel ritorno in sede, perché i militari dovranno giustamente essere assenti per un lungo periodo.
  Sullo stress ho alcuni dati. Abbiamo fatto un'attività di monitoraggio che si è svolta attraverso un'analisi della domanda con i comandanti, c'è stato un briefing esplicativo iniziale, la somministrazione di un questionario, la domanda se il soldato si sentisse libero di rispondere (erano anonimi, per cui i soldati hanno partecipato attivamente ed espresso quello che pensavano), ci sono stati dei focus group con graduati e volontari di truppa, delle interviste key elements, dei feedback. Il campione d'immagine ha riguardato la somministrazione di 316 questionari, 20 interviste per circa 300 militari su 2000 del raggruppamento Lazio-Abruzzo nella fase 13-20 marzo.
  Si sono rilevati differenti livelli di percentuale in base all'età, alle esperienze pregresse e ai problemi del personale. Per quanto riguarda la motivazione, il recente cambiamento verso un maggior dinamismo dei servizi di controllo dei siti sensibili e la modifica delle tempistiche di turnazione del personale hanno migliorato il senso di realizzazione professionale. Solo il 25 per cento ha riportato valori negativi, dato assolutamente positivo rispetto ai precedenti, anche per quanto riguarda il personale più anziano, che risultava meno soddisfatto anche perché gravato da condizioni di famiglia importanti.
  Per quanto riguarda le relazioni interpersonali e professionali, l'umore e la fiducia in se stessi sono risultati in genere di buon livello, soprattutto perché si sentivano preparati ad affrontare la missione e avevano la percezione di poter sempre fare affidamento sui propri colleghi più anziani per una percentuale del 67 per cento. Il 37 per cento circa riferiva di sentirsi sotto stress, più del solito rispetto al servizio in sede, e questo anche per il deployment nel territorio nazionale.
  C'era una certa frustrazione iniziale, che però abbiamo notato soprattutto quando non erano preparati alla missione, perché alcuni soldati avevano svolto un approntamento in altre sedi e non erano preparati al nuovo alloggiamento. Sembra assurdo, infatti, ma anch'io, abitando solitamente a casa, nella stanza in caserma non mi sentivo a mio agio, però tutte queste cose sono state attenuate attraverso il miglioramento delle condizioni alloggiative.
  Rimangono le ben note problematiche economiche. Per rispondere alla domanda e chiarire, l'indennità di 26 euro o di 13 per coloro che operano nella sede stanziale è fissa e non dipende dal grado, mentre gli straordinari, le 14,5 ore mese, dipendono dal grado. La soluzione non è al nostro livello, ma auspichiamo un vostro sforzo in tal senso.
  Anche nella gestione degli affetti, le relazioni familiari risentono in maniera significativa della molteplicità degli impegni operativi complessivi. Questa analisi ha fatto sì che la programmazione triennale di tutte le missioni fosse più dettagliata e arrivasse proprio al nome del militare. Pag. 15
  Sarà un piacere far avere alla Commissione i dati ufficiali dell'Ufficio psicologico dell'Esercito italiano, che è inserito nell'organico dello stato maggiore dell'Esercito, sono loro e non ditte esterne che nel caso del raggruppamento Lazio-Abruzzo hanno fatto tutte le attività di prevenzione anche durante e non solo post-missione.
  Per quanto riguarda l'incendio di Rocca Cencia, quando è avvenuto noi non avevamo responsabilità sul sito di trattamento meccanico biologico, quindi i nostri soldati non erano presenti e non sono intervenuti. Solo recentemente il Comitato per l'ordine e la sicurezza di Roma, tramite il nuovo prefetto, ha disposto l'impiego dell'Esercito nelle attività di sicurezza del sito di Rocca Cencia. Per il momento l'attività è statica, controlliamo l'ingresso e l'uscita del sito e il piazzale antistante, successivamente sarà trasformata in attività dinamica (ho partecipato io stesso alla pianificazione e alla ricognizione).
  Il sito di Rocca Cencia confina con territorio privato, quindi stiamo aspettando l'autorizzazione all'accesso, ma è impossibile controllare i due lati e la parte posteriore che attualmente sono garantiti dal Servizio di vigilanza interna. C'è un casolare occupato nel territorio sinistro, guardando l'ingresso di Rocca Cencia, quindi abbiamo chiesto la liberazione del casolare, in modo da non interferire con l'attività di vigilanza. Abbiamo chiesto anche il ripristino del servizio di telecamere interne, in modo da avere un confronto nel caso di eventuale attività illecita perpetrata dal personale interno, perché ci sono state anche attività di microcriminalità (è sparito del carburante).
  Solo da poco (se non ricordo male dal 17 giugno) l'Esercito si trova a Rocca Cencia in base a una rimodulazione del sistema difensivo della capitale, nel senso che gli uomini sono fissi e oggi sono 2.600, quindi per aprire un nuovo sito dobbiamo chiuderne un altro.
  Per quanto riguarda lo sbilanciamento fra il nord, il sud e soprattutto il centro relativamente all'attività dinamica, il problema maggiore si rileva nella capitale, tuttavia siamo passati dal 28 a circa il 50 per cento di attività trasformate da statiche in dinamiche. Come già vi ho detto, tali attività sono peculiari dell'Esercito e garantiscono benefiche ripercussioni sul benessere e sulla realizzazione del personale.
  Roma è particolare, molto sensibile, difficile. Ho parlato personalmente sia con il prefetto uscente e quello entrante, sia con i questori. Il nuovo questore sta nuovamente facendo un lavoro di distribuzione, in base al rischio e ai differenti quartieri di Roma, del personale delle Forze di polizia e, successivamente, del nostro.
  Il nostro atteggiamento non è stato passivo; io stesso, come ho detto nella relazione, ho fatto fare dal mio staff uno studio, che è stato inviato al prefetto di Roma con una mia lettera di accompagnamento, in cui suggerisco l'accorpamento di determinati siti. Abbiamo quindi individuato dei siti di cui abbiamo proposto l'accorpamento, passando da un controllo puntuale a un controllo areale nel quale sono inglobati più siti, con risparmio di personale, passaggio di turnazioni da quinta in sesta o utilizzazione di questo personale per altre attività.
  Si è trattato quindi di un atteggiamento attivo da parte del raggruppamento, con uno studio inviato alla prefettura. Il prefetto mi ha convocato, abbiamo parlato e ha inviato lo studio alla questura per instaurare un tavolo tecnico e discuterlo nel dettaglio.
  Strade sicure e le operazioni fuori area sono tutte operazioni al servizio del Paese, onorevole Corda. Per noi non c'è un'importanza diversa fra prima, seconda, terza o quarta missione. Anche nei mass media si discute se sia più importante la prima missione, la difesa della patria, o la quarta, il concorso in pubbliche calamità o in altri casi di urgente necessità e bisogno, ma per noi sono tutte missioni al servizio della patria; quando c'è una necessità (sperando che non ci sia mai) interveniamo in support operations, ovvero nelle missioni Strade sicure, Homeland Security operation.
  È logico che le prime, in quanto svolte in patria come Strade sicure, rivestono particolare importanza sul piano nazionale, perché sono maggiormente sentite dai Pag. 16nostri concittadini, però è sempre più chiaro, anche per il mutamento del quadro geopolitico e geostrategico internazionale, che le missioni di Homeland Security e, quindi, interne ai vari Paesi (non solo italiane, ma anche in Francia e altri Paesi) saranno sempre più importanti anche per il flusso di immigrazione che sta caratterizzando il nostro Paese e tutta l'Europa. In questo campo l'Esercito sta rivestendo un ruolo sempre più importante, così come rivestono un ruolo importante le Homeland Security Operations.
  Noi ci siamo sempre e siamo contenti per un nostro altruismo egoistico di essere presenti nel nostro Paese e di difendere anche la sicurezza delle nostre famiglie, che sono cittadini italiani come tutti.
  Sì, onorevole Russo, ci sono siti per i quali programmare l'impiego del personale, per questo li ho inseriti nello studio inviato al prefetto, sono siti da noi ben identificati, per i quali è possibile prevedere un accorpamento. È stato fatto un ulteriore studio, che ho lasciato al mio successore, di siti che possono essere a nostro parere chiusi. Sono state fatte delle proposte alle autorità di pubblica sicurezza, per legge è previsto che decidano ciò che è giusto, anche perché hanno elementi che noi non abbiamo per definire il livello di rischio all'interno della capitale.
  Onorevole Ermellino, è vero che sono i prefetti a richiedere l'intervento dell'Esercito nelle loro aree di responsabilità; è anche vero che la Forza armata non è giovanissima, ci sono iniziative da parte dello stato maggiore dell'Esercito in merito alla legge n. 244 del 2012, che prevede 89.400 uomini per l'Esercito italiano e di innalzarli per un periodo temporaneo di ulteriori 10.000 uomini della fascia più giovane, per ringiovanire l'Esercito.
  Come ha detto il Capo di stato maggiore, per Strade sicure, tenendo conto della fase di approntamento, della fase condotta e della fase di ricondizionamento, abbiamo impiegato 7.500 uomini per tre; abbiamo 3.300 uomini per tre nelle operazioni fuori area, ne abbiamo ulteriori 3.000 per tre per quanto riguarda le attività di prontezza sul territorio nazionale, i vari piani che esistono.
  La componente operativa, che sono le undici Brigate dell'Esercito italiano con in media circa 4-5.000 uomini per Brigata, è quindi già totalmente impiegata, e stando sul terreno so che adesso assicurare uomini della Brigata per Strade sicure per il secondo semestre è veramente un lavoro importante, che sta richiedendo uno sforzo notevole da parte della Forza armata. Al momento, tuttavia, le dimensioni, seppure al limite, consentono di affrontare il level of ambition dell'Esercito italiano in atto, voluto dalla NATO e da altre organizzazioni internazionali o da missioni bilaterali.
  Per quanto riguarda i mezzi che utilizziamo, come già è stato detto ma voglio dettagliare dal punto di vista tattico, i mezzi utilizzati in Strade sicure che permettono il trasporto di uomini armati sono il VTLM Lince e il VM 90, gli altri mezzi commerciali non sono idonei al trasporto di personale ben equipaggiato. È stato dosato per il raggruppamento Lazio-Abruzzo l'utilizzo del VTLM Lince e del VM 90, io ho addirittura ridotto l'impiego del Lince non solo perché dal punto di vista logistico ha un peso maggiore in termini finanziari o di supporto manutenzione, ma anche per motivi di sicurezza, perché il Lince è un mezzo blindato di cui è molto delicato l'impiego nei centri abitati, e sappiate che è stato tenuto conto anche di questo nel raggruppamento Lazio-Abruzzo ed è stato comunicato alle superiori autorità.
  L'esperienza operativa dei miei collaboratori della Brigata Sassari è quindi riuscita a supportarmi anche in queste decisioni, facendomi capire che un basso rischio permetteva l'utilizzazione di VM 90 anziché si VTLM Lince.
  L'Onorevole Galantino chiedeva in merito ai campi nomadi dell'impatto sulla popolazione e dei vari risultati. Abbiamo proceduto all'arresto di una persona, abbiamo controllato e sequestrato mezzi; l'impatto sulla popolazione è stato bellissimo, determinante. Per raccontare due aneddoti, il giorno di Pasqua una signora che ha una panetteria vicino via Salviati ha portato dei dolci ai soldati; sempre il giorno di Pag. 17Pasqua, conoscendo un po’ di serbo-croato, ho parlato con un signore che abita nei campi nomadi (a via Salviati ci sono due etnie, una bosniaca e una serba) che faceva gli auguri ai soldati e ci ringraziava per la bonifica di via Salviati, perché è stata riaperta la strada, è stata sistemata la fogna, è tornata un'area civile, degna di una capitale, e finalmente i suoi nipoti possono godere di un'aria più sana senza rischiare la loro salute. Questo per noi è motivo di orgoglio, perché cittadini italiani o stranieri per noi militari e per tutti noi è giusto che vengano protetti.
  L'onorevole Galantino ha sollevato anche il tema dell'aspetto tattico dell'operazione, delle misure per contrastare diverse minacce. È stato realizzato uno studio non solo a livello raggruppamento, ma a livello strategico, quindi tattico-operativo, di tutte le minacce sul territorio nazionale che possono interessare quindi anche Strade sicure, che non va considerata isolata rispetto a tutta la rete di sicurezza nazionale. Eravamo infatti in costante collegamento in una rete che prevedeva prefettura, questura, Forze di polizia, forze di polizia locale, addirittura la sala operativa dell'ATAC, tramite cui avevamo la visione di tutte le telecamere e di tutta la metropolitana, per cui c'è una rete che controlla la sicurezza della capitale o dell'area di responsabilità in cui ho operato per cinque mesi.
  È stato fatto uno studio di tutte le minacce che possono interessare la capitale e, quindi, direttamente o indirettamente gli uomini di Strade sicure e l'equipaggiamento dei nostri militari è attagliato a far fronte a queste minacce; gli uomini sono addestrati anche per essere utilizzati in ambiente war. Ovviamente il contesto è completamente diverso, in Afghanistan e in Iraq parliamo di aree soggette a crisi o martoriate dalla guerra, in Italia la situazione è completamente diversa, per cui utilizziamo gli stessi sistemi, le stesse tecniche e procedure tattiche proporzionalmente al grado di minaccia nazionale, che è logicamente diverso da quello di altri teatri operativi.
  La cosa più importante è che operiamo in una rete di sicurezza che vede i militari di Strade sicure operare non isolatamente, bensì insieme a tutte le Forze di polizia, e in territorio nazionale l'Esercito è a supporto delle Forze di polizia.
  L'addestramento è specifico, nel senso che usiamo le stesse tecniche e procedure tattiche dei teatri operativi, usiamo gli stessi equipaggiamenti, le stesse armi, gli stessi mezzi in modo proporzionale. Durante i sei mesi di approntamento durissimo, prima di intervenire nell'operazione Strade sicure, affiniamo alcune peculiari capacità che il soldato di Strade sicure deve avere anche in considerazione dell'anzianità, perché i VFP1 fanno un'attività di approntamento più lunga, in cui acquisiscono dati che i più anziani già posseggono, vengono preparati dal punto di vista giuridico perché hanno lo status di agenti di pubblica sicurezza, viene loro spiegata la differenza fra agente di pubblica sicurezza e ufficiale di polizia giudiziaria, perché in alcuni casi operiamo da soli e in altri chiediamo che la pattuglia sia congiunta, in modo da avere almeno un soggetto della polizia locale con lo status di ufficiale di PG.
  Vengono impartite tutte le nozioni di combattimento e di difesa personale, come avete sentito il metodo di combattimento militare sono insegnamenti di difesa personale con l'utilizzazione degli strumenti in dotazione (il manganello, il fucile, che non necessariamente deve essere utilizzato a fuoco, ma può essere utilizzato in altri modi, garantendo sempre la proporzionalità fra l'offesa e la difesa).
  Potrei raccontarvi tantissimi aneddoti in cui i militari sono stati capaci di disarmare persone con arma bianca o bottiglie rotte. Per rendere onore ai militari non solo della Brigata Sassari ma anche degli altri reparti, una volta dei militari hanno disarmato una persona con un coltello che li aveva minacciati in modo forte, quindi ho chiesto loro se volessero rientrare a casa perché pensavo che dal punto di vista psicologico ne avessero risentito, ma mi hanno risposto che partecipavano a Strade sicure e volevano rimanere con i loro colleghi. Avevo preparato delle ricompense per loro, un encomio semplice, ma loro mi hanno ringraziato Pag. 18 e hanno preferito rimanere con i loro colleghi.
  Questo per dirvi che lo stress non è mai assente, lo si gestisce, ma un'attività di comunicazione che risponda alle loro peculiarità e li faccia sentire capaci nonché la vicinanza dei cittadini hanno permesso di superare tantissimi problemi durante la missione.
  Ormai è diventata ordinaria? Sì, c'è un dibattito anche al nostro interno, io ho trovato la missione importantissima, a Roma la chiave di volta è stata l'integrazione totale fra noi militari, il comune, le Forze di polizia, tutti gli operatori, i Vigili del fuoco con i quali eravamo in contatto per via Salviati in caso ci fossero stati roghi tossici, perché loro sono responsabili dell'intervento tecnico di sicurezza in caso d'incendio.
  Da questo punto di vista Strade sicure a Roma è stata molto complessa, io ho imparato molto, per cui non la trovo un'abitudine, ci permette di addestrarci su alcuni aspetti, è logico che un'analisi dal punto di vista strategico è sempre fondamentale e bisogna sempre aggiornare la missione affinché sia aderente a nuove minacce, a nuove forme di difesa, a nuovi strumenti da utilizzare. I miei superiori vi hanno detto che stiamo utilizzando anche sistemi Raven, i droni, per cui va sempre attagliata a nuovi strumenti tecnologici e a nuove minacce.
  La revisione strategica è continua, ma desidero sottolineare che l'Esercito è lo strumento estremo, è l'ultima risorsa di cui uno Stato dispone, per cui è importante in ogni decisione politica, strategica, geopolitica ricordare che l'Esercito è lo strumento estremo che uno Stato possiede.
  Anche la Francia ha fatto un lavoro strategico importantissimo, ha dedicato alla Missione Sentinel, che corrisponde alla nostra Strade sicure, fino a 10.000 uomini; non sono costantemente impiegati, stanno decidendo di modularli a secondo del livello di minaccia dello stato di rischio che non necessariamente è fisso, stanno creando un'Agenzia interministeriale tra Ministero dell'interno, Ministero della difesa e Ministero e dell'economia e delle finanze che determini se il livello di minaccia sia cambiato su tutto il territorio nazionale o negli specifici comuni, in modo da modulare l'intervento. Il Ministero dell'economia determina anche il costo/efficacia dell'impiego dell'Esercito francese, che – ripeto – è l'estrema risorsa di un Paese.
  Per quanto riguarda la domanda sull'analisi psicologica, non abbiamo utilizzato alcuna associazione esterna, ma ufficiali sia dell'Ufficio psicologico centrale dello stato maggiore dell'Esercito, sia gli ufficiali psicologi della Brigata Sassari, che ha due ufficiali psicologi che ho utilizzato in tutte le fasi e ho fatto venire anche a Roma per l'attività di monitoraggio.
  La sua visita, onorevole Deidda, è stata segreta. Lei non si aspettava nemmeno di trovare la Brigata Sassari. Grazie per aver reso onore da sardo alla Brigata Sassari che, come sa, è la Brigata più decorata dell'Esercito italiano e mi permetta di rendere onore ai nonni e ai genitori sardi che hanno reso grande questa Brigata che ho l'onore di comandare.
  Lei chiedeva se sia possibile inviare il Comando Brigata o la Brigata tout court in un'operazione fuori area, ma in realtà la differenza è che quando la Brigata Sassari opera in operazioni fuori area il Comando Brigata viene proiettato all'estero, in Italia non viene proiettato tutto, rimane sempre una parte in guarnigione, però viene creato un distaccamento dove viene nominato il comandante di un distaccamento, ma non completamente, perché il lavoro in guarnigione deve continuare, seppure l'aspetto operativo avrà un incremento nell'addestramento, nell'aspetto logistico-amministrativo la Brigata continua a vivere anche in guarnigione. Si chiama distaccamento, ma il comandante di distaccamento assume la funzione di comandante di corpo e di tutta l'unità che rimane.
  Il crysis non è sempre lo stesso nelle varie missioni, così come non è lo stesso nell'operazione Strade sicure, in cui il Comando Brigata ha partecipato quasi completamente, ma io ho mantenuto contemporaneamente il comando della Brigata in Sardegna e del raggruppamento Lazio-Abruzzo. Tra le proposte che ho avanzato Pag. 19anche nel caso di Strade sicure c'è quella di creare un distaccamento, quindi di nominare un ufficiale che possa comandare la Brigata in Sardegna o nel nord. L'ho fatto solamente adesso che la missione è finita, perché per orgoglio sardo non ho voluto farlo all'inizio.
  La situazione muta, onorevole Ferrari, noi lavoriamo sempre in concorso con le Forze di polizia sul territorio nazionale, è diverso nelle missioni fuori area. Per quanto riguarda il personale che può essere lontano dalla capitale in cui abbiamo operato, ho parlato della soluzione del Piano triennale. Sardegna e Molise non ci sono, perché i prefetti in Sardegna e Molise non hanno chiesto l'intervento, parlavo con il prefetto pro tempore di Sassari, Giuseppe Marani, che disse che a Sassari non c'erano le condizioni di urgente e straordinaria esigenza per impiegare l'Esercito quale estrema risorsa.
  Il confronto con il prefetto e il questore è stato continuo non solo al mio livello, in quanto anche i miei collaboratori avevano diuturni contatti con la questura e la prefettura, perché – ripeto – il nostro non era un lavoro isolato, ma si inseriva nell'ambito di una rete di sicurezza sempre attiva, che vedeva la partecipazione di moltissimi stakeholder in tutta l'area di responsabilità.
  Penso di aver risposto a tutto, scusate se sono stato veloce e grazie dell'onore di poter parlare della mia esperienza e dei miei soldati, che ringrazio, perché senza di loro non avrei potuto raggiungere obiettivi veramente soddisfacenti.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Generale Di Stasio per l'esaustiva esposizione della relazione, per il dettaglio delle risposte e anche per aver arricchito la sua esposizione con il racconto di momenti reali.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.15.