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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

Giunta delle elezioni

Resoconto stenografico



Seduta n. 13 di Mercoledì 11 maggio 2022

INDICE

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE MODALITÀ APPLICATIVE, AI FINI DELLA VERIFICA ELETTORALE, DELLA LEGGE 27 DICEMBRE 2001, N. 459

Audizione dell'on. Federico D'Incà, Ministro per i rapporti con il Parlamento.
Giachetti Roberto , Presidente ... 3 
D'Incà Federico (M5S) , Ministro per i rapporti con il Parlamento ... 3 
Giachetti Roberto , Presidente ... 6 
Fontana Gregorio (FI)  ... 6 
Giachetti Roberto , Presidente ... 6 
D'Incà Federico (M5S) , Ministro per i rapporti con il Parlamento ... 7 
Giachetti Roberto , Presidente ... 7 
Ferri Cosimo Maria (IV)  ... 7 
Giachetti Roberto , Presidente ... 8 
Siragusa Elisa (Misto-EV-VE)  ... 8 
Giachetti Roberto , Presidente ... 8 
Melicchio Alessandro (M5S)  ... 8 
Giachetti Roberto , Presidente ... 8 
D'Incà Federico (M5S) , Ministro per i rapporti con il Parlamento ... 8 
Giachetti Roberto , Presidente ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 14.35.

Audizione dell'on. Federico D'Incà, Ministro per i rapporti con il Parlamento.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'onorevole Federico D'Inca, Ministro per i rapporti con il Parlamento, nell'ambito della indagine conoscitiva sulle modalità applicative, ai fini della verifica elettorale, della legge 27 dicembre 2001, n. 459, sul voto dei cittadini italiani all'estero.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche dalla trasmissione sulla web-tv della Camera.
  Ringrazio il Ministro D'Incà per avere accolto l'invito della Giunta ad intervenire alla presente audizione, dedicata in particolare alle recenti risultanze, per le parti di interesse, del lavoro della Commissione di studio da lui nominata sulla partecipazione dei cittadini al voto.

  FEDERICO D'INCÀ, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Presidente, colleghi deputati, prima di tutto desidero ringraziare la Giunta delle elezioni per l'invito a svolgere quest'audizione nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle modalità applicative, ai fini della verifica elettorale, della legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero.
  Ho seguito con interesse gli interventi svolti nelle precedenti audizioni, che hanno affrontato i molteplici aspetti critici emersi in venti anni applicazione della legge n. 459 del 2001. La principale questione rappresentata ha riguardato il bilanciamento tra le modalità per l'esercizio del voto da parte degli italiani residenti all'estero e l'esigenza di assicurare il rispetto delle garanzie previste dall'articolo 48 della Costituzione.
  Nel rinviare, per quanto attiene alle proposte di merito, alle valutazioni svolte dai colleghi ministri competenti in materia, intendo concentrarmi sul contenuto del libro bianco intitolato «Per la partecipazione dei cittadini: come ridurre l'astensionismo e favorire la partecipazione al voto», frutto del lavoro della Commissione di esperti, che ho istituito lo scorso dicembre, con compiti di studio e consulenza, di analisi ed elaborazione di proposte e di iniziative volte a favorire la partecipazione dei cittadini al voto.
  La Commissione, coordinata dal professor Franco Bassanini, è composta da politologi, statistici, costituzionalisti, rappresentanti del Servizio studi della Camera dei deputati, nonché del Ministero dell'interno, del Ministero per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale e dell'ISTAT.
  Infatti le analisi e le proposte del libro bianco, a cui hanno fatto ampiamente riferimento alcuni degli studiosi auditi, pur non avendo come focus principale il voto degli italiani all'estero, hanno affrontato temi che possono essere di interesse di questa indagine conoscitiva.
  Il libro bianco contiene anche un'ampia ricognizione internazionale, effettuata su un campione di 19 Paesi, in particolare sono stati analizzati i seguenti profili di questi 19 Paesi: le modalità di voto ulteriori rispetto a quella in presenza presso il seggio nel giorno delle elezioni, le liste elettorali, l'attestazione dello status di elettore e la digitalizzazione, le misure di informazione e di promozione, gli edifici adibiti a seggio elettorale, i giorni e gli orari delle votazioni.Pag. 4
  La Commissione ha preso in esame le modalità di voto individuate sulla base delle esperienze internazionali, valutandole alla luce della compatibilità con i principi di personalità, libertà e segretezza del voto, sanciti nella nostra Costituzione dall'articolo 48.
  Per quanto riguarda il voto elettronico da remoto, il libro bianco ha rinviato alle attività e agli approfondimenti del gruppo di lavoro interministeriale appositamente istituito presso il Ministero dell'interno. Veniamo al tema dell'astensione apparente. In primo luogo, nell'ambito dell'analisi empirica del fenomeno è stata dedicata una particolare attenzione all'astensionismo apparente, legato all'incidenza degli elettori iscritti alla anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) sul calcolo della percentuale di affluenza al voto. Gli elettori residenti all'estero e iscritti all'AIRE, infatti, nelle elezioni politiche, sono elettori della Circoscrizione estero e possono votare per corrispondenza, mentre nelle elezioni regionali e amministrative sono elettori nell'ultimo comune di residenza in Italia, a volte si tratta del comune in cui sono stati residenti i nonni, i bisnonni, o avi ancora più lontani. Per le elezioni politiche, dunque, il tasso di astensionismo si riferisce usualmente ai soli elettori residenti in Italia, mentre per le altre elezioni gli elettori residenti all'estero gonfiano il numero degli elettori complessivi, così che l'astensionismo appare più alto di quello effettivo tra gli elettori residenti in Italia. La divergenza tra astensionismo reale e apparente ha inizio, infatti, dopo il dicembre del 2001, quando è stata approvata la legge che regola il voto degli italiani all'estero ed è andata crescendo in relazione al progressivo aumento degli iscritti all'AIRE, che sono passati da circa 2,3 milioni del 2001, a circa 5,5 milioni nel 2020. Per quanto riguarda le dimensioni del fenomeno dell'astensionismo apparente, nelle più recenti elezioni comunali nei capoluoghi di regione, la partecipazione reale al voto risulta essere quasi il 5 per cento più alta di quella apparente, unicamente in ragione del conteggio degli iscritti all'AIRE nel corpo degli elettori di quei comuni. Nelle elezioni regionali del 2020, infine, la differenza tra astensionismo apparente e astensionismo reale è risultata pari al 5,5 per cento; essa è ancora più rilevante in molti comuni medi sopra i 15.000 abitanti, dove l'astensionismo apparente supera il 10 per cento, e soprattutto in migliaia di comuni piccoli sotto i 15.000 abitanti. In questi ultimi, peraltro, l'astensionismo apparente può avere effetti molto importanti, considerato che la legge prevede il quorum del 50 per cento per la validità delle elezioni nel caso, non infrequente nei piccoli comuni, in cui sia stata presentata una sola lista. La proposta di legge A.C. 3144 (numero assunto alla Camera dal disegno di legge Augussori S1196, approvato dal Senato della Repubblica il 26 maggio del 2021), il cui esame si è concluso presso la prima Commissione il 21 aprile scorso, affronta esattamente questo problema prevedendo che, ai fini della determinazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune, nel caso in cui sia stata ammessa una sola lista, non si tiene conto degli elettori iscritti all'anagrafe degli italiani residenti all'estero che non hanno votato. Nelle more dell'approvazione e dell'entrata in vigore della citata proposta di legge, il recente decreto-legge 4 maggio 2020, n. 41, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione, da tenersi nell'anno 2022, nonché per l'applicazione di modalità operative precauzionali, di sicurezza ai fini della raccolta del voto, il cui disegno di legge di conversione è l'A.C. 3591, prevede la stessa misura per le sole elezioni amministrative del 2022. Si evidenzia, quindi, una distorsione informativa in sede di diffusione dei risultati delle consultazioni e della percentuale di affluenza alle urne, provocata dalla circostanza di dovere tenere conto, nell'ambito del totale degli aventi diritto al voto previsti dalla legge, anche degli italiani residenti all'estero iscritti all'AIRE, per quanto riguarda le elezioni regionali e comunali nelle quali, come è Pag. 5noto, per votare tali elettori devono rientrare in Italia presso il rispettivo comune di iscrizione elettorale. Inoltre, tenuto conto che gli elettori iscritti all'AIRE sono circa il 9 per cento del corpo elettorale, va considerato che analoghe distorsioni si ripercuotono nel calcolo dell'affluenza durante le votazioni per i referendum abrogativi previsti dall'articolo 75 della Costituzione, con la problematica dell'innalzamento del quorum effettivo di alcuni punti percentuali oltre il 50 per cento fissato dalla legge. Si consideri, però, che in tali referendum gli elettori all'estero votano per posta e quindi la loro partecipazione appare particolarmente facilitata rispetto alla necessità di dovere rimpatriare, propria invece del procedimento relativo alle elezioni regionali e comunali. In assenza di un diffuso interesse a partecipare a questo tipo di votazioni da parte degli elettori iscritti all'AIRE, specie nel caso delle elezioni a livello regionale e comunale, la differenza tra la partecipazione apparente – considerando nel calcolo degli elettori al fine del dato sulla affluenza anche i residenti all'estero – e quella reale – considerando per la percentuale di partecipazione al voto solo gli elettori residenti nel nostro Paese – può superare addirittura i dieci punti percentuali nelle elezioni regionali (ad esempio in Molise, Calabria e Basilicata), i cinque punti percentuali nelle elezioni comunali di capoluoghi di Regione (ad esempio a Trento, Bolzano, Trieste e Roma), fino ad arrivare ad oltre quindici punti percentuali nel complesso dei comuni sotto i 5.000 abitanti. Vi sono anche situazioni limite, semplificate nel libro bianco, nelle quali la differenza tra astensionismo reale e astensionismo apparente è di oltre il 30 per cento. Va anche segnalato con preoccupazione un possibile effetto emulativo di ulteriore disaffezione al voto, che discende da una comunicazione pubblica che, considerando nel calcolo complessivo della partecipazione al voto anche tutti gli iscritti all'AIRE, di fatto potrebbe amplificare l'allarme sulla bassa partecipazione al voto, quando almeno per una parte non marginale essa invece è, per quanto detto, da considerarsi soltanto apparente. Di proporzioni di gran lunga più limitate, ma comunque degne di nota, va ricordato l'ulteriore fattore che incide sul calcolo della reale partecipazione al voto, costituito dalla presenza nelle liste elettorali di alcuni cittadini residenti all'estero che appaiono irreperibili anche all'estero o il cui atto di morte all'estero non risulta pervenuto alle anagrafi comunali. Di conseguenza, viste le dimensioni e le ragioni dell'astensionismo apparente, la Commissione suggerisce, tra le altre, le seguenti linee di azione, che possono essere di notevole interesse anche nella prospettiva della proposta, emersa nel corso delle audizioni, di una inversione dei termini delle opzioni di voto di cui all'articolo 4 della legge n. 459 del 2001, cioè l'opzione attualmente prevista per chi vuole tornare a votare in Italia, invece, potrebbe essere concepita, al contrario, per chi vuole votare per corrispondenza all'estero, per evitare un aumento considerevole dell'astensionismo apparente. Sintetizzo, di seguito, le linee di azione proposte: la prima, individuare modalità di comunicazione dei dati sull'affluenza alle urne che pongano anche in adeguato rilievo l'incidenza sul calcolo della partecipazione al voto della presenza nelle liste comunali degli elettori residenti all'estero, in particolare nelle elezioni regionali e comunali, attraverso una chiara distinzione nella divulgazione dei dati tra la partecipazione al voto dei cittadini residenti in Italia e quella dei residenti all'estero. Questa soluzione potrebbe essere particolarmente utile per non accrescere l'astensionismo apparente anche nel caso in cui, nell'ipotesi di inversione dell'opzione i residenti all'estero che non esercitino l'opzione del voto per corrispondenza fossero iscritti nelle liste elettorali dei rispettivi comuni in Italia. Approfondire la possibilità di migliorare la qualità delle liste degli aventi diritto al voto con riferimento agli elettori iscritti all'AIRE e alle risultanze degli schedari consolari, in modo da evitare presenze di elettori irreperibili all'estero, provvedendo alla loro cancellazione dall'AIRE. Infine, Pag. 6migliorare l'aggiornamento delle liste elettorali, perseguendo sempre di più la dematerializzazione delle liste elettorali sezionali e generali da parte dei comuni. Infine, c'è un tema di fondo che vorrei consegnare alla vostra riflessione: alla luce delle problematiche analizzate nel libro bianco, si potrebbe valutare l'opportunità di un approfondimento sul tema dell'elettorato attivo dei cittadini residenti all'estero nelle elezioni amministrative ed eventualmente anche per quelle regionali. In particolare, va considerato che l'esistenza di un effettivo rapporto con il territorio di residenza appare essere alla base del riconoscimento del diritto di partecipare alla elezione degli organi rappresentativi sub-nazionali, mentre l'iscrizione alle liste dei residenti all'estero per le elezioni politiche attesta un collegamento con la comunità nazionale a prescindere da ogni riferimento alle comunità politiche locali. Da ultimo, in relazione alle criticità organizzative nello scrutinio del voto per corrispondenza degli italiani residenti all'estero, segnalate nel corso dell'indagine conoscitiva, ritengo utile richiamare le novità del citato decreto-legge n. 41 del 2022, che ha apportato alcune modifiche alla legge n. 459 del 2001, al fine di costituire i quattro uffici decentrati per la Circoscrizione estero per snellire le operazioni di voto. Resto naturalmente a disposizione per ogni approfondimento che riterrete di svolgere in questa sede attraverso eventuali osservazioni o quesiti o anche successivamente nelle forme che riterrete opportune.

  PRESIDENTE. Grazie signor ministro. Do la parola all'onorevole Fontana.

  GREGORIO FONTANA. Innanzitutto ringrazio anche in questa occasione, l'ho già fatto in prima Commissione, il Ministro D'Incà e la Commissione appositamente nominata per l'ottimo lavoro fatto, che è un lavoro veramente importante, specialmente per la prima parte sulla comparazione. È un testo fondamentale per affrontare i problemi che riguardano la partecipazione al voto e, in generale, le norme sulla legge elettorale. Lei ha trattato, giustamente, della questione dell'astensionismo apparente che riguarda, diciamo, in via contingente l'indagine che noi stiamo facendo in Giunta delle elezioni. Si tratta comunque di un qualcosa di cui tenere conto, proprio in relazione, in particolare, alla discussione sulla ipotesi di introduzione dell'opzione inversa, che sicuramente avrebbe un effetto collaterale rispetto alla questione dell'astensionismo apparente e che, sicuramente, rappresenta un punto su cui ragionare. Ma l'oggetto della nostra indagine è, in particolare, il voto degli italiani all'estero, le modalità di espressione e come garantire i principi costituzionali che sono a presidio dell'espressione del voto e in particolare quello della personalità del voto stesso. Trovo assai interessante la relazione che è stata prodotta, che a pagina 188, se non sbaglio, tratta in particolare della questione della digitalizzazione delle liste elettorali, che potrebbe essere un elemento di riflessione prezioso. Questo potrebbe essere un elemento estremamente prezioso per il lavoro di approfondimento che stiamo facendo, perché uno dei problemi che abbiamo verificato negli anni di contenziosi e di ricorsi e di vicende che sono state oggetto della Giunta, è che la questione della personalità del voto è una cosa fondamentale. Quindi sarebbe importante approfondire e sapere da lei a che punto è l'ipotesi della digitalizzazione, che è stata peraltro anche prevista recentemente dal decreto-legge n. 77 del 2021, e fare un approfondimento della possibilità di applicare questa digitalizzazione, il meccanismo di tessera elettronica o digitale, anche agli italiani iscritti all'AIRE. Sarebbe importante capire qual è la situazione a livello nazionale ma, secondo me, la questione degli iscritti all'AIRE potrebbe essere un elemento da approfondire, proprio per fare da battistrada a una ipotesi da allargare anche a livello nazionale.

  PRESIDENTE. Per fare una battuta, Ministro, noi – con riferimento al voto all'estero – abbiamo un problema non tanto Pag. 7della astensione apparente quanto del voto apparente.

  FEDERICO D'INCÀ, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Comprendo perfettamente. Ho seguito l'attività conoscitiva che avete svolto, tutti gli incontri con i colleghi che sono stati auditi e le loro considerazioni. Noi abbiamo dato l'indicazione, attraverso il libro bianco, di avere preso in esame il tema del voto degli italiani all'estero in quanto tema che riguardava anche l'astensionismo apparente che, più volte, ho indicato essere un sintomo di una malattia, quella della lontananza delle persone dalle istituzioni. All'interno del libro è di fatto indicato come vi sia un peggioramento costante dell'astensionismo nel nostro Paese, come probabilmente in tutte le democrazie moderne. Vi è anche una evidenza in Francia nelle ultime elezioni presidenziali. C'è un dato che a me ha colpito moltissimo, il dato delle suppletive a Roma di gennaio del 2022 dove addirittura ha votato soltanto l'11,5 per cento delle persone che avevano diritto al voto, quindi l'88,5 per cento si è astenuto. All'interno del libro bianco proponiamo varie modalità operative. Ma, per venire incontro alla indicazione che ha dato il collega Fontana, faccio presente che – già nel decreto-legge «semplificazioni-bis» del 31 maggio 2021, n. 77 – è previsto, di fatto, di mettere insieme una serie di iniziative per continuare sulla digitalizzazione e di avere, oltre chiaramente alle liste elettorali digitalizzate, anche un pieno collegamento con l'anagrafe digitale del nostro Paese (ANPR). Questo è il passo che, anche sotto il profilo normativo, abbiamo già portato avanti; si tratta del primo passaggio, questi servizi verranno rilasciati nel secondo semestre del 2022. Chiaramente un altro passaggio per noi fondamentale è l'election pass, cioè il certificato elettorale digitale, che diventa insieme all'election day un ulteriore passo fondamentale nella nostra visione, su cui si appoggia il voto presidiato anticipato. Noi riteniamo opportuno che, in qualche modo, l'election pass, cioè il certificato digitale elettorale, possa essere non soltanto valido per la popolazione residente nel nostro Paese, ma che sia anche la tessera elettorale digitale per gli iscritti all'AIRE. Questo è un altro passo che vorremmo fare. Noi abbiamo fatto un libro bianco con delle indicazioni, con delle possibilità che possono essere prese in considerazione, anche sotto il profilo normativo. Cercheremo di confrontarci nelle prossime settimane e nei prossimi mesi con le forze politiche di maggioranza e di opposizione, come già fatto sia nelle audizioni sia – anche informalmente – con i gruppi parlamentari, per raggiungere lo scopo comune che è quello di fermare la discesa della partecipazione al voto nel nostro Paese e pervenire a un dato totalmente reale ed adeguato di quello che effettivamente è l'astensionismo. Un dato, quindi, che tenga conto anche dell'astensionismo apparente dovuto al calcolo delle percentuali di votanti comprensivo degli elettori iscritti all'AIRE.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Onorevole Ferri.

  COSIMO MARIA FERRI. Grazie al Ministro per essere presente e in particolare per la sua relazione. Due domande, una più tecnica e una più politica. Quella tecnica riguarda le ripartizioni della Circoscrizione estero. Vorrei sapere se il Ministro pensa che ci siano margini per quanto riguarda la riforma delle ripartizioni e, quindi, per una loro riduzione o nuova come organizzazione. L'altro tema mi è venuto in mente qualche giorno fa perché, pensando a questi temi, ho riguardato la dichiarazione della moglie di un Presidente del Brasile, che è cittadina italiana, che ha detto scherzando «Non sono mai stata in Italia ma ho votato per le elezioni italiane». Allora in tema di diritto al voto, la domanda è la seguente: è giusto continuare su questa linea? Basta la cittadinanza italiana? O va, come ha detto qualche professore durante le audizioni, bisognerebbe prevedere che per votare si debbano pagare le tasse. In altri termini: diritti e doveri o solo diritti? È un tema che è emerso durante i nostri lavori, durante le audizioni; lo ha segnalato Pag. 8un professore audito, che ha detto che bisogna anche porsi questo tema, che chi non paga le tasse e chi non ha un legame effettivo con l'Italia non può avere diritto al voto.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Siragusa e, a seguire, all'onorevole Melicchio.

  ELISA SIRAGUSA. Grazie Presidente, grazie al Ministro D'Incà. Raccolgo l'intervento del collega Ferri perché penso che abbia sollevato un tema importante, che abbiamo già discusso in Giunta e già è stato sollevato anche in Commissione affari costituzionali. Io parlo da italiana che ha vissuto all'estero e che quando si è trasferita all'estero continuava a votare per migliorare il Paese da cui provenivo, spesso esercitando l'opzione di voto in Italia perché – l'ho già detto in altre occasioni – il voto all'estero non mi sembrava sicuro. Io ritengo che si debba mettere mano alla riforma della cittadinanza e, ne chiedo conferma al Ministro D'Incà, mi sembra che questo sia stato anche uno dei temi sollevati dalla «Commissione Bassanini» nel libro bianco. Mi sembra di avere letto proprio un punto in cui si diceva di valutare eventuali modifiche nel modo in cui si trasmette la cittadinanza, perché questo alla fine è il tema centrale che va anche a influire sulla partecipazione, determinando, poi, l'effetto dell'astensionismo apparente. Noi all'estero abbiamo una astensione più o meno del 70-80 per cento. Ciò è naturale, dal momento che ci sono italiani che non sono neanche mai venuti in Italia per le vacanze e, però, hanno la cittadinanza italiana e possono votare. Nasce allora il dilemma di dire: ma è giusto che una persona che non abbia mai vissuto in Italia possa decidere se un referendum deve passare, se non deve passare, possa decidere chi deve governare un Paese in cui non vive? E poi, quindi, nasce il tema se sia giusto dare il diritto di voto agli italiani all'estero. Io sono assolutamente convinta che debba essere mantenuto il diritto di voto agli italiani all'estero, bisogna più che altro decidere chi noi definiamo italiano e quindi andare a modificare la legge sulla cittadinanza. Chiedo conferma, appunto, al Ministro D'Incà se, come mi sembra di ricordare, questo è un tema che è stato sollevato nel libro bianco citato. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Siragusa. Onorevole Melicchio.

  ALESSANDRO MELICCHIO. Grazie Presidente, grazie al Ministro per la sua relazione. Faccio una riflessione, partendo dal presupposto che il voto degli italiani all'estero sia un diritto da preservare per tutti i cittadini italiani. È chiaro che se ci addentriamo però su chi tra i cittadini può accedere al voto, affrontiamo un tema che riguarda la cittadinanza italiana, riguarda lo ius sanguinis e che – secondo me – è molto più ampio e va molto al di là di quello che può essere l'oggetto di questa indagine conoscitiva. Tra le ipotesi che si sono ventilate, anche durante le audizioni, quella dell'inversione dell'opzione di voto mi sembra essere la soluzione migliore, sia per risolvere le criticità relative all'aggiornamento degli elenchi degli elettori sia per fare accedere al voto chi realmente vuole farlo, evitando anche tutte le problematiche relative alla percentuale di affluenza. Ecco, quella mi sembra la strada tracciata corretta. Sulle problematiche di segretezza, di individualità del voto, secondo me una digitalizzazione fatta nel modo adeguato può essere un'altra soluzione, fermo restando che anche quella può avere delle criticità. Ricordiamo tutti alcune audizioni che paventavano, come dire, la possibilità di hackeraggio, ma abbiamo tutti esperienza dalla cronaca che le criticità e le possibilità di manipolazione del voto sono ben più ampie con l'attuale sistema del voto per corrispondenza. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola al Ministro, se ritiene di rispondere.

  FEDERICO D'INCÀ, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Sì, certo Presidente. Per rispondere al collega Ferri: oggi Pag. 9le ripartizioni estere, chiaramente, hanno avuto l'impatto della diminuzione del numero dei parlamentari, da 945 a 600, per cui alcune di esse diventano di fatto collegi uninominali. A questo punto io, pure non avendo determinato nulla all'interno del nostro scritto, per conoscenza ho compreso che nelle audizioni precedenti qualcuno degli auditi ha indicato nella diminuzione di una unità delle ripartizioni estere una possibile soluzione; però è una questione altamente tecnica sulla quale ci si deve confrontare. È chiaro che le ripartizioni vanno viste insieme alla riduzione del numero dei parlamentari, in modo tale da potere comprendere l'impatto che ha su ognuna di esse e poi da questo può derivare una verifica ulteriore, però lascerei probabilmente il tema ad un confronto ulteriore. Per quanto riguarda, invece, il nesso tra il voto degli italiani all'estero e la riforma della cittadinanza, di cui ha parlato la collega Siragusa, ritengo che, innanzitutto, dovremmo chiaramente fare una verifica ulteriore per quanto riguarda gli iscritti all'AIRE. Su questo non c'è dubbio. È vero che noi abbiamo degli iscritti all'AIRE che hanno un collegamento con il nostro Paese risalente sicuramente anche a qualche generazione fa. Da un certo punto di vista, avendo avuto nel corso del tempo una vicinanza con le associazioni di nostri connazionali all'estero, abbiamo rilevato che c'è una certa vicinanza nei confronti del Paese. Io credo che questa non debba andare persa nel corso del tempo, nel senso che sono persone le quali hanno un forte sentimento nei confronti del nostro Paese e diventano anche, per certi versi, ambasciatori dell'Italia all'estero. Dall'altra parte è chiaro che dovremmo comprendere, come è scritto in alcuni passaggi del libro bianco, se dobbiamo tenere conto di questa loro vicinanza al nostro Paese, di questa iscrizione all'AIRE, soltanto per quello che riguarda le elezioni politiche o tenerne conto, come accade adesso, sia per le amministrative che per le regionali e le politiche. Forse potremmo dividere, in una gestione diversa, a seconda dell'interesse per la politica nazionale o per le politiche delle comunità più locali. A me viene sempre in mente un piccolo paese del Bellunese che si chiama Soverzene, il quale è il terzo comune con più iscritti all'AIRE del nostro Paese, presentando come residenti poco più di 350 persone effettive e come residenti iscritti all'AIRE, invece, oltre 930; quindi sono il 252 per cento. Sono numeri che, in qualche maniera, pongono una problematica in alcuni comuni per quanto riguarda le votazioni perché – nel caso in cui non si fa come previsto per quest'anno con l'ultimo decreto-legge che riguarda le elezioni, nel quale si è previsto di inserire i contenuti della proposta di legge Augussori che diminuisce il quorum perché tralascia gli iscritti all'AIRE che non votano – con la presenza di un'unica lista diventa impossibile non essere commissariati e quindi, in qualche maniera, le comunità locali perdono la loro possibilità di decidere del territorio. Queste, come scritto anche nella relazione della Commissione da me istituita, sono problematiche ben evidenti per i comuni di piccole dimensioni dove si può raggiungere il 30 per cento di media di astensione per gli elettori iscritti all'AIRE, ma si può anche raggiungere una rilevanza tale per cui si viene commissariati. Nel passato poteva succedere, nel caso vi fosse una lista unica. Da questo poi anche la richiesta, spesso e volentieri, di queste piccole comunità di dover andare a cercare liste «civetta», addirittura, per non essere commissariati, con grandissime difficoltà. Per quanto riguarda il tema della digitalizzazione, quindi immagino del voto digitale, noi non abbiamo trattato questo argomento all'interno del nostro libro bianco, se non indicando che oggi è l'Estonia ad utilizzare questo strumento, che per i municipi è utilizzato anche dal Canada. Non lo abbiamo fatto perché è stata istituita una Commissione del Ministero dell'interno, su indicazione del Parlamento, che si sta occupando della sicurezza del voto, perché l'articolo 48 della Costituzione per noi è fondamentale e prevede che il voto sia personale, eguale, libero e segreto. Su questa dimensione dobbiamo tutti quanti insieme confrontarci per dare sicurezza ai nostri concittadini nel momento di massimaPag. 10 espressione della democrazia che è il voto.

  PRESIDENTE. Grazie al Ministro D'Incà. Con quest'audizione si conclude l'indagine conoscitiva in titolo, il cui termine finale era fissato al 12 maggio. Mi riservo, pertanto, di convocare una riunione dell'ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi nel corso della prossima settimana per concordare il prosieguo dei lavori della Giunta.

  La seduta termina alle 15.05.