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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Mercoledì 10 giugno 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, sulla regolarizzazione dei migranti.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 2 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 7 
Pacifico Marinella  ... 7 
Silli Giorgio (Misto-NI-USEI-C!-AC)  ... 8 
Iwobi Tony Chike  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
De Filippo Vito (IV)  ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
Zuliani Cristiano  ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Testor Elena  ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Tuzi Manuel (M5S)  ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Perconti Filippo Giuseppe (M5S)  ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 12 
Esposito Tatiana , direttore generale dell'immigrazione delle politiche di integrazione ... 13 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 13 
Pacifico Marinella  ... 14 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 14 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 14 
Pacifico Marinella  ... 15 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 15 
Pacifico Marinella  ... 15 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 15 
Silli Giorgio (Misto-NI-USEI-C!-AC)  ... 15 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 15 
Iwobi Tony Chike  ... 15 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 15 
Testor Elena  ... 15 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 15 
Testor Elena  ... 15 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 16 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta inizia alle 14.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming con modalità sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, sulla regolarizzazione dei migranti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, sulla regolarizzazione dei migranti. La Ministra è accompagnata dalla dottoressa Tatiana Esposito, direttore generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Ringrazio la Ministra e il direttore per la disponibilità e per la presenza in audizione qui al Comitato di controllo e vigilanza sull'accordo di Schengen, sull'immigrazione e sull'attività di Europol. Trattandosi di un'audizione formale, collocata nell'ambito dell'indagine conoscitiva in corso, di essa sarà redatto un resoconto stenografico. Do quindi la parola alla Ministra Catalfo. A seguire le domande e gli interventi dei colleghi deputati e senatori.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, presidente. Vi ringrazio per avermi chiamato in audizione. Onorevoli deputati e senatori, sono chiamata qui a riferire sulla regolarizzazione dei migranti come possibile misura in risposta all'emergenza da Covid-19 e sugli intendimenti del Governo sul punto. Vorrei subito precisare che la procedura di regolarizzazione introdotta dall'articolo 103 del decreto Rilancio non consiste né in una sanatoria indiscriminata e generalizzata di rapporti di lavoro irregolari né in una sanatoria della presenza nel nostro territorio di migranti privi del permesso di soggiorno. Il provvedimento vuole contribuire a stabilizzare e a rendere visibili e trasparenti rapporti di lavoro, già in essere prima del dilagare della pandemia, in settori come quello agricolo e domestico, nei quali tradizionalmente le persone sono più a rischio di sfruttamento e di privazione di ogni diritto, anche il più elementare. Parimenti, la norma contenuta nel decreto-legge n. 34 del 2020 mira ad agevolare la stipula di contratti di lavoro regolari nei medesimi settori da parte di persone che, pur legalmente giunte in Italia, sono attualmente prive di un permesso di soggiorno ancora valido. I requisiti previsti ai fini dell'accesso alla procedura, sui quali in seguito mi soffermerò, sono molto selettivi e severi e rispetto a essi sono stati previsti controlli incrociati dei servizi di polizia e ispettivi che certamente impediranno abusi, consentendo alle misure introdotte di operare idoneamente per il raggiungimento degli obiettivi prioritari fissati nel decreto Rilancio: consentire l'emersione di lavoro irregolare o la definizione di contratti di lavoro con caratteristiche di equità fissate dalla legge, di tipo subordinato, con applicazione dei contratti collettivi stipulati dalle Pag. 3associazioni maggiormente rappresentative che liberino migliaia di persone da condizioni inaccettabili di ricatto e intimidazione, persone che, in genere, non hanno alternative, soprattutto in una situazione come quella attuale, nella quale da pochissimo tempo sono ripartite le comunicazioni con l'estero, contenendo nel medesimo tempo il pericolo di contagio e forse anche pericoli di ordine pubblico. Vorrei anche ricordare che la regolarizzazione prevista comporta il pagamento di una somma forfettaria anche per gli omessi contributi. Pertanto l'erario, grazie a questa operazione di trasparenza, potrà giovarsi delle somme prima indicate e di quelle versate per il pagamento regolare dei contributi. Inoltre, come preciserò ulteriormente in seguito, è previsto un aggravamento di sanzioni sia amministrative che penali per chi utilizza indebitamente coloro che sono stati ammessi a un permesso temporaneo per cercare lavoro. La misura di cui parliamo ha operato, quindi, un attento bilanciamento tra gli interessi in gioco: da un lato, ragioni umanitarie, sanitarie e di contrasto dello sfruttamento della manodopera migrante, italiana e comunitaria che danneggia anche i livelli salariali di coloro che, compresi gli italiani, lavorano regolarmente, dall'altro, il principio di legalità e di rispetto delle regole vigenti, anche di natura comunitaria, sull'ingresso e il soggiorno in Italia. Del resto, in virtù della funzione che rivesto, devo ricordare che il lavoro è espressione della dignità dell'uomo nonché mezzo attraverso cui l'individuo realizza la propria personalità. La procedura di emersione del lavoro irregolare regolata dall'articolo 103 del decreto-legge n. 34 del 2020 si muove univocamente in questa direzione, proponendosi di restituire dignità ai lavoratori, strappandoli da situazioni di reale o potenziale sfruttamento, favorisce di per sé legalità e sicurezza in settori particolarmente colpiti dalle conseguenze della pandemia. Quanto sopra evidenziato rappresenta, tuttavia, solo uno degli effetti derivanti dalle previsioni contenute nel menzionato articolo 103, norma dichiaratamente preordinata, oltre che a «favorire l'emersione dei rapporti di lavoro irregolari», anche a «garantire livelli adeguati di tutela della salute individuale e collettiva in conseguenza della contingente ed eccezionale emergenza sanitaria connessa alle calamità derivanti dalla diffusione del contagio da Covid-19». Invero, il meccanismo di emersione del lavoro irregolare introdotto dal decreto Rilancio si inserisce nel complesso delle doverose misure adottate dal Governo in questi ultimi mesi per affrontare l'emergenza sanitaria in corso, con l'obiettivo di proteggere al meglio la salute pubblica e intervenire in contesti che potrebbero facilitare una recrudescenza dei contagi da Covid-19 nel nostro Paese. In altri termini, in questo particolare momento storico, l'emersione del lavoro irregolare diviene anche strumento di tutela della collettività e, sotto questo profilo, ricomprende, ma allo stesso tempo trascende, gli interessi individuali ordinariamente collegati a queste procedure, affondando saldamente le proprie radici nell'obiettivo di garantire l'incolumità dell'intera popolazione. Si consideri inoltre che l'emergenza scatenata dalla diffusione del virus potrebbe indebolire l'efficienza degli strumenti messi a disposizione dal nostro ordinamento che sinora avevano garantito «la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività», in attuazione dell'articolo 32 della Costituzione. Più precisamente, la previsione contenuta nel Testo unico dell'immigrazione che assicura l'accesso alle cure urgenti ed essenziali indipendentemente dalla regolarità del soggiorno (articolo 35, comma 3) potrebbe rivelarsi insufficiente a causa dell'eccezionalità della minaccia rappresentata dalla pandemia. Basta infatti osservare che chi è senza permesso di soggiorno e non è iscritto al servizio sanitario, non ha un proprio medico di base e difficilmente si recherà presso un presidio ospedaliero al primo insorgere dei sintomi da Covid-19. È più probabile, invece, che giunga in un pronto soccorso con un quadro clinico già grave e, probabilmente, dopo essere entrato in contatto per giorni con diverse persone. A complicare ulteriormente il quadro, si aggiungono le condizioni di precarietà alloggiativa Pag. 4 che spesso si accompagnano all'irregolarità, caratterizzate da servizi igienici inadeguati, sovraffollamento e impossibilità di applicare corrette misure di prevenzione e di distanziamento sociale. In questo contesto il lavoratore irregolare corre maggiori rischi di contrarre e, conseguentemente, di diffondere il virus. Riflessioni di questo tipo hanno spinto anche l'Accademia Nazionale dei Lincei a invocare un provvedimento di regolarizzazione a vasto raggio motivato, innanzitutto, dall'urgenza sanitaria, citando come esempio il caso di Singapore, dove «l'epidemia si è riacutizzata per l'esplosione di nuovi casi nei dormitori per lavoratori stranieri».
  La procedura prevista nel decreto Rilancio mira a scongiurare il verificarsi di tali situazioni e lo fa stabilendo regole e requisiti ben precisi, circoscrivendo il campo di applicazione e prevedendo puntuali verifiche affidate agli enti, a seconda dei casi, competenti. Ne deriva un meccanismo articolato che, lungi dal rappresentare una regolarizzazione tout court, costituisce un sistema ad accesso limitato, cui si affianca una gestione controllata dell'intera procedura. Alcuni aspetti vengono disciplinati dall'articolo 103, norma particolarmente dettagliata. Gli altri sono regolati dal decreto interministeriale pubblicato il 27 maggio 2020 ed emanato dal Ministero dell'interno, di concerto con il Ministero delle politiche agricole e forestali, con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministero dell'economia e finanza. È appena il caso di ricordare infatti che il menzionato articolo 103 è frutto di una proficua collaborazione tra i diversi Ministeri coinvolti. Nei prossimi giorni sarà approvato un ulteriore decreto per la quantificazione dell'importo forfettario da pagare (a titolo retributivo, contributivo e fiscale) e sulla finalizzazione di questo. Passerò adesso a esaminare sinteticamente i contenuti delle disposizioni in esame che risultano in linea con la disciplina europea in materia di immigrazione e di circolazione nello spazio Schengen e, in particolare, con i principi contenuti nella direttiva 2014 n. 36. L'articolo 103, come già anticipato, non presenta un'applicazione generalizzata, ma opera soltanto con riferimento ai seguenti settori produttivi: a) agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse; b) assistenza alla persona per se stessi o per componenti della propria famiglia affetti da patologie o handicap che ne limitino l'autosufficienza; c) lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare. La scelta è ricaduta, richiamando alcuni precedenti di altri Governi, in quegli ambiti particolarmente vulnerabili, connotati da un massiccio ricorso al lavoro irregolare e nei quali l'incidenza di occupati stranieri è sensibilmente superiore rispetto alla media registrata negli altri settori produttivi. Inoltre, la norma si articola in tre distinte fattispecie e mi preme sottolineare che essa si rivolge non solo a cittadini stranieri, ma anche ai cittadini italiani. Il primo comma dell'articolo 103 disciplina la regolarizzazione di cittadini stranieri non appartenenti a Stati membri dell'UE che risultino inseriti in un'occupazione irregolare tuttora in corso e al momento non formalizzata con un contratto di lavoro subordinato nonché ai cittadini stranieri con i quali un datore di lavoro sia disponibile a sottoscrivere un contratto di lavoro subordinato. La domanda può riguardare soltanto soggetti presenti in Italia prima dell'8 marzo 2020, circostanza che deve risultare da rilievi fotodattiloscopici o essere comprovata in forza di dichiarazione di presenza resa ai sensi della legge del 28 maggio 2007, n. 68 o di attestazioni costituite da documentazione di data certa provenienti da organismi pubblici. In ogni caso, gli stranieri non devono avere lasciato il territorio nazionale dopo l'8 marzo 2020. L'iter procedurale si sviluppa in una serie di controlli multilivello, che iniziano con il coinvolgimento dello Sportello Unico per l'immigrazione, abilitato a ricevere l'istanza e tenuto a verificarne l'ammissibilità. Successivamente, deve essere acquisito il parere della questura circa l'insussistenza di motivi ostativi all'accoglimento della domanda e, da ultimo, interviene l'Ispettorato territoriale del lavoro che deve rendere il proprio parere circa la conformità del rapporto di lavoro alle categorie Pag. 5produttive previste, la congruità del reddito o del fatturato del datore di lavoro e delle condizioni di lavoro applicate. Solo una volta che siano stati conclusi con esito positivo tutti i menzionati controlli, il datore di lavoro e il lavoratore vengono convocati per la sottoscrizione del contratto di soggiorno, per la comunicazione obbligatoria di assunzione e per la richiesta, da parte di quest'ultimo, del permesso di soggiorno per motivi di lavoro coerenti con il rapporto di lavoro instaurato, la cui durata è stabilita dalle modalità previste dal Testo unico dell'immigrazione. Il comma 1 dell'articolo 103 disciplina altresì la procedura di emersione dei rapporti di lavoro irregolare tuttora in corso che riguardino cittadini italiani o di uno Stato membro dell'UE. La domanda deve essere presentata all'INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) e contenere, a pena di inammissibilità, specifiche informazioni, dettagliatamente elencate all'articolo 2 del decreto interministeriale, ad esempio in ordine alla retribuzione da corrispondere. Infine, il comma 2 inserisce una procedura di regolarizzazione di cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, non rinnovato o convertito in altro permesso di soggiorno che abbiano svolto attività di lavoro nei settori in cui trova applicazione lo stesso articolo 103, prima del 31 ottobre 2019, condizione, questa, da dimostrare mediante idonea documentazione secondo quanto specificamente indicato dall'articolo 7, comma 2, del decreto interministeriale. Anche in tale caso, poi, il cittadino deve essere presente nel territorio nazionale prima dell'8 marzo 2020 senza essersene allontanato da tale data. L'istanza è sottoposta al controllo della questura che, ai sensi dell'articolo 12, comma 5 del decreto, «verifica l'ammissibilità dell'istanza e accerta l'insussistenza delle cause di rigetto ovvero di motivi ostativi all'accoglimento della stessa». Successivamente, l'Ispettorato nazionale del lavoro esamina la documentazione relativa all'attività lavorativa svolta, presentata dallo straniero. Se la domanda viene accolta, il cittadino può ottenere un permesso di soggiorno temporaneo di durata pari a sei mesi. Qualora entro tale termine lo straniero esibisca un contratto di lavoro in linea con le norme vigenti nei settori produttivi sopra indicati, potrà convertire il permesso di soggiorno temporaneo in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. In tutte le tre ipotesi menzionate ai fini della presentazione dell'istanza è fissato un preciso arco temporale decorrente dal primo giugno al 15 luglio 2020. Anche questo elemento conferma, quindi, la stretta connessione delle previsioni contenute nell'articolo 103 con il regime di emergenza sanitaria che essa mira a fronteggiare. Rimangono in ogni caso fermi i successivi controlli da parte del personale dell'Ispettorato nazionale del lavoro per verificare se, dopo la definizione della pratica di emersione, il rapporto di lavoro sia stato effettivamente posto in essere alle condizioni dichiarate in sede amministrativa e se, dunque, il processo di regolarizzazione non sia stato utilizzato a scopo fraudolento o fittizio. Per rafforzare l'effettività delle prescrizioni introdotte, lo stesso articolo 103 prevede poi, come anticipato, un irrigidimento del regime sanzionatorio. In particolare, le sanzioni sono inasprite per coloro che, nell'ambito delle procedure di emersione dei rapporti di lavoro, dichiarino il falso nonché per i datori che impieghino in modo irregolare i cittadini stranieri che abbiano presentato richiesta del permesso di soggiorno temporaneo o che commettano, nei confronti di questi ultimi soggetti, fatti integranti il reato di caporalato. Come accennato, l'istruzione delle istanze implica lo svolgimento di controlli sulla ammissibilità delle domande. Invero, l'articolo 103 stabilisce un rigoroso regime di esclusioni. In particolare, non hanno accesso alle procedure previste dalla norma, tra gli altri: i cittadini stranieri interessati da provvedimenti di espulsione per motivi di ordine pubblico o sicurezza dello Stato, coloro che risultino segnalati secondo disposizioni fondate su convenzioni internazionali, quelli considerati una minaccia per l'ordine pubblico o i cittadini stranieri condannati, anche in via non definitiva, per reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, tratta finalizzata alla prostituzione e sfruttamento Pag. 6dei minori condannati. Le domande sono, inoltre, inammissibili nel caso di datori di lavoro condannati, anche in via non definitiva, per reati gravi, tra cui il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, la tratta finalizzata alla prostituzione e allo sfruttamento dei minori, la riduzione o il mantenimento in schiavitù o il caporalato. Proprio con riferimento a quest'ultima fattispecie deve rilevarsi la piena coerenza e organicità dell'azione dell'Esecutivo, preservata anche in una fase emergenziale come quella che stiamo attraversando. Invero, appare evidente come i meccanismi di emersione del lavoro irregolare regolati nel decreto Rilancio vadano ad integrare e a potenziare gli interventi di lotta al cosiddetto caporalato in settori che sono particolarmente connotati dalla presenza di lavoro irregolare e dalle sue conseguenze sui diritti e sulla dignità delle persone. Tra i campi l'irregolarità costringe le persone a condizioni di vita e di lavoro spesso disumane, tra minacce ed estorsioni di sfruttatori e caporali, ghetti insalubri e mancanza di alternative. L'emersione diventa, quindi, un ulteriore tassello del «Piano nazionale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020 – 2022», approvato lo scorso 20 febbraio dal Tavolo contro il caporalato che io stessa presiedo. Accanto a prevenzione, vigilanza e contrasto, il citato Piano prevede, infatti, anche assistenza e reinserimento socio-lavorativo per le vittime. Lo stesso articolo 103 del decreto Rilancio dedicato all'emersione, richiama ai commi 20 e 21 il Piano e l'implementazione delle sue misure da parte di amministrazioni dello Stato e regioni per contrastare fenomeni di concentrazione e garantire il rispetto delle condizioni igienico sanitarie in un'ottica di prevenzione del contagio da Covid-19. Il Tavolo che ha adottato il Piano che riunisce tutti gli attori istituzionali impegnati a livello centrale, regionale e locale contro lo sfruttamento e il caporalato, potrà per questo avvalersi anche del supporto della Protezione civile e della Croce Rossa. Inoltre, è bene sottolineare che nel quadro del portfolio dei progetti finanziati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali a supporto del menzionato piano triennale approvato, il Dicastero che presiedo ha attivato un intervento emergenziale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura realizzato in partenariato con le regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, l'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), l'Organizzazione Mondiale delle Migrazioni (OIM) e il Consorzio Nova. Il progetto, denominato SU.PR.EME (Sud protagonista nel superamento delle emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle cinque regioni meno sviluppate), finanziato dalla Commissione Europea, si propone di realizzare un piano straordinario integrato di interventi per il contrasto dello sfruttamento lavorativo nelle regioni coinvolte e la transizione da insediamenti inadeguati verso soluzioni conformi a standard di vita dignitosi. Le risorse già a disposizione nell'ambito di tale progetto hanno il fine di potenziare quelle linee d'azione dedicate alla prevenzione della diffusione del contagio da Covid-19 negli insediamenti informali presenti nelle cinque regioni, con l'obiettivo di contenere la trasmissione del virus in tali contesti. Occorre, poi, evidenziare un altro, rilevante aspetto connesso alla procedura di emersione oggetto di questa audizione, che impatta, anch'esso, sull'intera collettività, incidendo direttamente sulla ripresa economica del nostro Paese. La regolarizzazione disciplinata nel decreto Rilancio consentirà infatti di rispondere alla domanda di lavoro delle aziende agricole virtuose che non vogliono rivolgersi al mercato parallelo gestito dai caporali. Queste aziende non hanno mai smesso di produrre nel corso del lockdown e denunciano da mesi una mancanza di manodopera che mette a serio rischio le campagne di raccolta. Peraltro, le restrizioni alla mobilità internazionale hanno impedito l'arrivo dall'estero dei lavoratori stagionali stranieri che ogni anno garantiscono il funzionamento di questa parte della filiera del made in Italy. Inoltre, sempre con riferimento al lavoro in agricoltura, il Governo, al fine di coniugare le necessità produttive del settore con la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e Pag. 7della collettività in generale, ha promosso la sottoscrizione di un protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro nel settore agricolo. Il documento sarà sottoscritto tra le parti sociali del settore ed è attualmente in fase di definizione. Per quanto riguarda, poi, il lavoro domestico, in questo settore l'irregolarità è nascosta dalle mura delle case e anche per questo ancora più diffusa e difficile da contrastare. Non si fa fatica a immaginare come lavoratrici già poco pagate e scarsamente tutelate, quando hanno un contratto di lavoro, siano completamente senza tutele, se prive di un permesso di soggiorno. Su questa preesistente vulnerabilità si è abbattuta la pandemia e, in particolare, quel distanziamento sociale che si è tradotto talvolta in una brusca interruzione del rapporto di lavoro, privando badanti, colf e babysitter del reddito e le famiglie del loro indispensabile sostegno. Peraltro, anche le associazioni dei datori di lavoro domestico denunciano da tempo una difficoltà a trovare manodopera regolare, a fronte di un invecchiamento generale della popolazione e di una crescita della partecipazione al mercato del lavoro, in particolare da parte delle donne, che fa aumentare il bisogno di supporto nella cura di anziani e bambini e nella gestione della vita familiare. La pandemia ha ulteriormente acuito questo bisogno, per l'esigenza di tutelare ulteriormente i soggetti deboli e riorganizzare il ménage domestico anche in funzione di nuovi turni, spostamenti più difficoltosi con i mezzi pubblici, smart working, didattica a distanza e altre conseguenze dell'emergenza. La procedura di emersione del lavoro irregolare, quindi, consentirà di rispondere anche alle istanze provenienti da questo settore. Pertanto, alla luce di quanto sinora osservato emerge con evidenza che con l'articolo 103 abbiamo predisposto un articolato meccanismo, volto a contemperare le esigenze di tutela della dignità dei lavoratori nei settori particolarmente colpiti dalla pandemia, l'interesse generale della salute pubblica e, naturalmente, il rispetto della legge, nazionale e sovranazionale. Prima di concludere vorrei cogliere l'occasione che ci trova qui riuniti proprio su questo tema per ringraziare la Guardia di finanza che ha svolto un'importante indagine, l'indagine Demetra, intervenuta nelle province di Cosenza e Matera e ha applicato una misura cautelare a carico di sessanta persone indagate per associazione a delinquere finalizzata all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, per caporalato e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Io ho visto anche una parte del video pubblicato nel corso della conferenza stampa e credo che noi abbiamo il dovere come Governo, come Parlamento tutto di contrastare fenomeni come quello del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori soprattutto in alcuni settori come l'agricoltura. Il piano per il contrasto al caporalato che il direttore Esposito ha seguito in questo ultimo anno, in questi mesi in modo più accelerato, che è stato approvato è una buona base di partenza. Va rafforzato e va tolto dalle mani dei caporali in modo definitivo il potere di intermediazione tra la domanda e l'offerta di lavoro. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie alla Ministra Catalfo. Si è iscritta per un intervento la senatrice segretario Pacifico.

  MARINELLA PACIFICO. Grazie, presidente. Grazie, Ministra, per la relazione così dettagliata che ha specificato le finalità dell'articolo 103 del decreto Rilancio e devo dire con uno sforzo notevole, per raggiungere l'obiettivo che è quello di far emergere il lavoro sommerso. Già con la Ministra Bellanova avevo espresso delle perplessità per quanto riguardava la possibilità dell'emersione del lavoro sommerso e dell'invisibilità di chi non ha permessi di soggiorno e quindi non può effettuare contratti per il lavoro. Le avevo chiesto per quale motivo persone che vivono nella clandestinità per un periodo limitato quale è quello che è previsto nel decreto Rilancio, quindi sei mesi massimo, dovessero dare le proprie generalità per ottenere alla fine un permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro, ma comunque temporaneo, quindi Pag. 8a scadenza e ritornare di nuovo dopo la fine del contratto nello stesso status iniziale. Prima della sua audizione ho cercato dei dati riguardanti la richiesta di contratto di lavoro in agricoltura e ho notato che dalle prefetture risultano numeri abbastanza sconfortanti, nel senso che sono state fatte 15 mila domande di lavoro da parte di immigrati e l'80 per cento sono destinate a lavori domestici, quali colf e badanti. Quindi solo il 20 per cento in realtà è finalizzato all'agricoltura. Da dichiarazioni fatte da associazioni di categoria e anche da esperti si prevede nella migliore delle ipotesi che si raggiungeranno circa 70 mila richieste di lavoro, pertanto i numeri che si erano paventati nel momento in cui c'è stata la richiesta di disciplina del lavoro sommerso da parte soprattutto della Ministra Bellanova di 250 mila/300 mila persone saranno numeri che noi non raggiungeremo mai. Quindi l'obiettivo del decreto alla fine non sarà raggiunto, ma io mi preoccupo anche della richiesta delle imprese agricole che hanno necessità di avere braccianti, quindi lavoratori che vadano a effettuare il loro lavoro di raccolta dei prodotti agricoli. A questo punto io le chiedo se non sarà il caso di riprendere il discorso dei corridoi verdi e di fornire alle imprese agricole manodopera esperta che ha sempre lavorato in agricoltura, anche perché dal punto di vista domestico sembra che nemmeno da parte di lavoratori italiani ci sia stata attualmente domanda di lavoro. Grazie.

  GIORGIO SILLI. Sarò abbastanza rapido, presidente, perché mentre ascoltavo la relazione della signora Ministra riflettevo non tanto su quello che sta avvenendo in queste settimane, in questi giorni, ma sempre in chiave di gestione dell'immigrazione, riflettevo su degli strumenti già esistenti da diverso tempo. Avevo semplicemente intenzione di chiedere quali sono gli orizzonti del Governo al riguardo. Mi spiego meglio: dottoressa Esposito, ho ascoltato che lei è direttore generale all'immigrazione. La sua sedia è quella che fu di Forlani, se non sbaglio. Quando ero un giovane assessore all'immigrazione ci ho avuto a che fare spesso e volentieri, perché credo che la direzione generale dell'immigrazione al Ministero del lavoro nasca diversi anni fa, con la nascita dei cosiddetti flussi. Sostanzialmente era il Ministero del lavoro che apriva e chiudeva i rubinetti in base a degli accordi bilaterali e soprattutto in base alla necessità di manodopera per l'immigrazione in ingresso. Si parla tanto di sanatorie e si parla tanto di operazioni eclatanti da Governo a Governo. I Governi che si susseguono tendono a non avere un orizzonte comune e una visione armoniosa dell'immigrazione. Sono vent'anni che si mettono toppe qua e là in maniera ideologica. Per quanto riguarda la cosiddetta sanatoria della Ministra Bellanova, ho avuto a dirle direttamente la settimana scorsa che è assolutamente una nobile intenzione cercare di debellare il caporalato. Io credo che nessuno nelle Aule del Senato e della Camera possa dirsi a favore del caporalato. È indubbio che la connessione sanatoria del migrante ed eliminazione del caporalato stride. Sarebbe come se, per risolvere il problema dello spaccio, si permettesse il commercio di droga. Il caporale deve essere bollato dallo Stato che deve essere con la «S» maiuscola e deve essere più forte della malavita. Poi, in base a come la si pensa politicamente e all'intenzione del Governo di turno, si può scegliere o meno se accogliere, sanando, delle presenze sul nostro territorio. Detto questo, nello specifico la gestione dei flussi, che intenzioni ha il Governo, a parte questa grande sanatoria nella gestione ordinaria dell'immigrazione? Basandosi sugli accordi bilaterali già esistenti che purtroppo non sono mai abbastanza, bisognerebbe farne di nuovi continuamente, perché i Paesi di partenza aumentano sempre. Nel futuro prossimo e nel futuro remoto il Governo ha delle intenzioni particolari? È stata fatta una riflessione sulla gestione dei flussi ordinari con i Paesi più vicini a noi storicamente: il Marocco, la Tunisia, cioè laddove ci sono rapporti veramente quasi di parentela da un punto di vista migratorio dagli anni Ottanta a questa parte?

  TONY CHIKE IWOBI. Grazie, presidente. Signora Ministra, la ringrazio per la presenza e per la sua relazione dettagliata. Pag. 9Credo che la sanatoria generalizzata di oltre 6 mila immigrati irregolari che vivono nel nostro Paese presentata come una soluzione che possa risolvere di punto in bianco la piaga del caporalato e/o degli immigrati irregolari non è e non sarà mai una soluzione che guarda in faccia la realtà. Oltre a essere frutto di una posizione ideologica sul tema dell'immigrazione, si è rivelata un fallimento, visti i dati che oggi leggiamo sui giornali, in quanto le domande arrivate dal primo giugno ad oggi sono state 9.500. La finestra della sanatoria si chiude il 15 luglio, quindi prima. Prima di tutto, signora Ministra, la disoccupazione in Italia secondo le stime del DEF (Documento di Finanza Pubblica) arriverà a toccare l'11,6 per cento con un aumento di circa due punti percentuali rispetto allo scorso anno. La nostra prima proposta era di aiutare gli italiani colpiti duramente dalla crisi ad accedere al lavoro. Da aprile a metà maggio 24 mila italiani hanno attivato la procedura attraverso le piattaforme dedicate, di cui 12 mila in poco più di un mese sulla piattaforma Agrijob di Confagricoltura, 9 mila su Job in country di Coldiretti e 2 mila attraverso Agricoltori italiani. Come pensa, signora Ministra, di affrontare questo scenario che riguarda oltre mezzo milione milioni di cittadini italiani e immigrati regolari residenti nel nostro Paese? Per quanto riguarda la sanatoria, i dati dell'organizzazione sindacale ci dicono che su circa 400 mila stranieri in agricoltura a rischio caporalato, sono tra i 60 mila e i 70 mila i lavoratori con un rapporto di lavoro in nero e ben 160 mila coloro che, pur avendo un contratto di lavoro, hanno una retribuzione non sindacale. Ecco dove crediamo che l'introduzione dei voucher, secondo noi, può essere di grande aiuto. Inoltre, come pensa, signora Ministra, di affrontare questo aspetto, tenendo conto inoltre che i dati del Global Slavery Index, un organismo a livello internazionale, parlano chiaro? Prima della crisi che ha colpito duramente il nostro Paese sia da punto di vista sanitario che dal punto di vista economico, c'erano 150 mila persone nel nostro Paese che vivevano in condizione prossime alla schiavitù e la colpa in larga parte era dovuta alla politica migratoria che non ha fatto i conti con le conseguenze delle proprie decisioni e senza il minimo di controllo dei nostri confini. Vediamo tutti i giorni quanti migranti arrivano per il messaggio che diamo, ogni tanto c'è una sanatoria per regolarizzare gli immigrati che arrivano nel nostro Paese attraverso un tunnel della morte. Non dimentichiamo che il motivo principale della richiesta di lavoro in campo agricolo è legato ai mancati arrivi dei cittadini comunitari. Ogni anno oltre 300 mila cittadini provenienti da altri Paesi dell'Unione europea raggiungono il nostro Paese per il lavoro stagionale, come da nostra stessa proposta, quella dell'applicazione del «corridoio verde» per fare rientrare gli operai agricoli bloccati nei Paesi da cui arriva la maggioranza dei lavoratori in campo agricolo. Anche questa è un'ipotesi su cui dal Governo fino ad adesso non abbiamo avuto alcun riscontro. È evidente che il problema non sia dovuto alla condizione di irregolarità dei migranti, ma soprattutto allo sfruttamento di migliaia di essi, per lo più regolari, attraverso forme di lavoro grigio, ossia lo svolgimento dell'attività lavorativa si avvale di contratti di lavoro parzialmente regolari per eludere le norme di legge e dei contratti collettivi in materia di contratti di lavoro e di contribuzione fiscale. La sanatoria trascura i problemi dello sfruttamento e della tutela reale di tutti quei lavoratori italiani e immigrati in possesso del permesso di soggiorno. Come intende affrontare il Governo il tema del lavoro grigio? Non dimentichiamo che l'anno scorso, con il D.P.C.M. del 12 marzo 2019, le quote d'ingresso autorizzate, cioè i flussi, sono in totale di 30.850 unità. Perché quest'anno non ricorrere a questo tipo di strumento, piuttosto che alla sanatoria? Io credo che non basti la sanatoria per garantire la dignità. La dignità di queste persone va garantita con una politica responsabile e consapevole del fatto che l'immigrazione, per essere gestita e perché possa essere una ricchezza e un'opportunità, debba fondarsi sul lavoro, ma un lavoro reale e con una retribuzione sufficiente per garantire l'esistenza libera e dignitosa. Concludo Pag. 10ribadendo che in questo momento sono moltissimi gli italiani che soffrono la mancanza di lavoro e sono profondamente in difficoltà, soprattutto lavorativa, pur avendo la stessa dignità umana. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Iwobi. Onorevole Vito De Filippo, di Italia Viva. Prego.

  VITO DE FILIPPO. Grazie, presidente. Volevo innanzitutto ringraziare la Ministra per l'ottima e condivisibile relazione e comunicazione che ci ha fatto e che mette a disposizione di questo Comitato, dopo l'audizione della Ministra Bellanova, ulteriori elementi che credo ci consentiranno una valutazione complessiva e più attenta, fatta non sulla base di un'immediata reazione alle relazioni e alle audizioni delle Ministre che, secondo me, pretendono anche da parte nostra approfondimenti ulteriori. È evidente che col decreto è stato fatto un primo passo storico nella direzione che io considero molto giusta. Immagino che la contabilità che tutti i colleghi ci segnalano, anche in rappresentanza delle relative forze politiche, venga utilizzata per chiedere al Governo di fare ancora di più, di andare ancora più in avanti rispetto a quest'ottima direzione. Quindi mi fa molto piacere che ci sia una sostanziale condivisione di questa strategia. L'emersione del lavoro irregolare nel nostro Paese è una cosa complicata, è un fenomeno molto difficile: bisogna disvelarlo nel profondo e chi ha un minimo di esperienza locale o per ragioni imprenditoriali si rende conto di quanto sia difficile e complicato. Io aspetterei a fare una valutazione sulla contabilità e sui due step che sono indicati, quelli del 15 giugno e del primo luglio, ma, se il risultato fosse ancora insufficiente, credo che sarebbe molto giusto che il Comitato segnali al Governo di andare avanti ancora con più forza. Io interpreto in questo modo l'osservazione sulla contabilità che ci fanno i colleghi. Ci sono ancora tanti problemi che sicuramente il Ministero del lavoro conosce e la piattaforma ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) deve essere ancora meglio perfezionata e più chiara e trasparente nell'incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Siamo molto soddisfatti di questa prima fase delle nostre audizioni perché metteranno sicuramente a disposizione del Comitato tutti gli ingredienti e gli elementi per valutare nel profondo queste politiche del Governo che io mi sento di condividere totalmente nella sua strategia e nella sua complessiva azione.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Filippo. Senatore Cristiano Zuliani della Lega. Prego.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie, presidente. Grazie, Ministra. Confortato da alcuni dati espressi dai miei colleghi, come il senatore Iwobi e la senatrice Pacifico, che non è della Lega, ma del Movimento 5 Stelle, le chiedo perché sia stato considerato solo il settore agricolo per far emergere, secondo quelli che sono i vostri dati, i lavoratori assoggettati al caporalato, poiché non è l'unico settore toccato da questo fenomeno. Ne sono primo testimone. È un esempio che porto spesso, il 29 aprile scorso abbiamo presentato un'interrogazione relativa al laboratorio tessile di un'azienda che fa convenzioni tessili, un'azienda di cittadini cinesi regolarmente iscritta al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive). A seguito di un sopralluogo ci sono stati molti fuggitivi e, dopo un secondo sopralluogo volto a verificare la regolarizzazione dei lavoratori, l'osservanza delle norme anti-Covid, il corretto smaltimento dei rifiuti che invece erano abbandonati, con conseguenti danni ambientali, non era stato fatto nulla. Un mediatore culturale cinese ha affermato – su questo la settimana scorsa mi sono confrontato col prefetto di Verona – che è il modo di lavorare dei cinesi. Alcune categorie non sono state toccate da questa maxi-sanatoria, come i rider, gli edili e gli ambulanti. Il risultato è stato, ad esempio, come ho letto dai quotidiani, che a Milano, al consolato del Senegal, c'erano file di migranti per regolarizzare i documenti al fine di partecipare a questa sanatoria. Il numero di sbarchi nel nostro Paese è aumentato fortemente perché il messaggio non è stato recepito, probabilmente, Pag. 11come voi volevate. Allora mi viene da chiedere: visto che avete seguito solo la parte agricola che rimarrà comunque insoddisfatta, perché non avete seguito gli altri settori? Mi chiedo se questa maxi-sanatoria non sia frutto di un'esigenza, visto che i lavoratori italiani ci sono, ma sia frutto delle beghe politiche della maggioranza. Magari è frutto dei capricci della Ministra Bellanova che ha puntato i piedi e ha minacciato crisi di Governo se non fosse stata approvata la sanatoria. La prova è che avete seguito solo le richieste della Ministra dell'agricoltura senza considerare gli altri settori del mondo del lavoro. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Zuliani. Nel dare la parola alla senatrice Testor, comunico al Comitato che la senatrice è entrata a far parte del gruppo Lega per Salvini Premier, Partito Sardo d'Azione.

  ELENA TESTOR. Grazie, presidente. Ringrazio la Ministra per questa relazione. Alcuni spunti della mia riflessione sono già stati evidenziati dai miei colleghi. Il primo è che, da quando c'è stata l'apertura alle domande per la regolarizzazione, le richieste sono realmente inferiori a quello che si era prospettato. Su questo tema, soprattutto per quanto riguarda l'agricoltura, abbiamo avuto un diverso approccio in questo periodo di Covid. Altri Paesi hanno organizzato dei voli charter per portare dei lavoratori e affrontare l'emergenza, mentre in Italia la Coldiretti e le varie associazioni del territorio hanno dovuto cercare di arrangiarsi da sole. Sono rimaste abbandonate in questo momento in cui l'agricoltura assicurava la fornitura continua dei generi alimentari alla nostra popolazione. È sorta anche la questione di quanti giovani, quanti lavoratori sono rimasti disoccupati, soprattutto in Italia. Parlo di giovani che hanno guardato all'agricoltura come forma di lavoro in questo momento di crisi economica per avere un supporto economico. Come diceva prima il collega, forse uno degli strumenti che è sempre stato messo da parte da questo Governo (e non se ne comprende il motivo), mentre le categorie lo richiedono, sono i voucher. Mi pare che su questo tema vi sia poca attenzione da parte del Governo. Bisognerebbe anche comprendere quale sia la motivazione per cui viene chiesto il voucher invece di vedere solo gli aspetti negativi che spesso vengono evidenziati da parte del Governo. Il voucher è uno strumento necessario proprio perché spesso non vi è programmazione sia in agricoltura sia nel turismo. Non si può prevedere il meteo, non si può prevedere se, in un momento di necessità, si possa aver bisogno di maggiore supporto lavorativo. Quindi secondo me è un tema che dovreste tenere in considerazione. Una importante questione è quella dei 500 euro che deve versare il datore di lavoro. Voi avete previsto che, per poter sanare gli irregolari, il datore di lavoro debba avere un certo reddito, ma mi pare che non sia previsto nel caso in cui l'operazione non vada a buon fine. Quindi il datore di lavoro deve farsi carico della procedura versando 500 euro, ma, se non dovesse andare a buon fine per irregolarità della documentazione, questi ci rimetterebbe i 500 euro. Mi chiedo, inoltre, come si possa provare la presenza in Italia prima dell'8 marzo; mi pare possa essere difficoltosa anche questa questione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatrice. Vicepresidente Tuzi, prego.

  MANUEL TUZI. Grazie, presidente. Intervengo innanzitutto per ringraziare la Ministra per l'intervento e soprattutto per la relazione esaustiva su questo tipo di provvedimento. Io vorrei entrare nel merito sia della parte burocratica sia dei costi. Volevo sapere se è stata immaginata anche, in fase attuativa, una modalità per cercare di velocizzare questo procedimento, ma soprattutto, per quanto riguarda i costi – mi unisco alla sollecitazione della senatrice – anche a me era saltata all'occhio la questione dei 500 euro. Penso che possa essere motivo di mancata presentazione della domanda di sanatoria il rischio che si perdano i 500 euro da parte del datore di lavoro, soprattutto se questi ha un numero importante di persone che lavorano per lui. Pag. 12Secondo me questa modalità dovrebbe essere rivista perché in tempi di Covid potrebbe diventare un boomerang. Lei ha citato l'importante operazione della Guardia di finanza. Secondo me, anche da un punto di vista operativo, bisognerebbe capire quali strumenti si vogliono dare agli organi preposti al contrasto del caporalato. Secondo me si dovrebbe andare verso la revisione delle procedure di controllo sul territorio per contrastare questo fenomeno e vorrei capire come tradurla in pratica. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, vicepresidente Tuzi. Il capogruppo Perconti, del Movimento 5 Stelle. Prego.

  FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI. Mi unisco anch'io ai ringraziamenti alla Ministra che ha portato una relazione completa ed esaustiva. Volevo complimentarmi con lei per il lavoro svolto in un particolare momento come quello dell'emergenza Covid, dato che la Ministra si è trovata a dover fronteggiare diversi problemi su diversi campi. Mi riferisco alla cassa integrazione, mi riferisco al contributo di 600 euro per i liberi professionisti. Le devo dire grazie anche perché lei è la madrina del «reddito di cittadinanza». Se non ci fosse stato, in questo momento probabilmente ci saremmo trovati davanti ad una situazione sicuramente diversa. Voglio fare una mia piccola riflessione personale. Io non credo che il reddito di cittadinanza possa essere utilizzato per le persone che devono andare a lavorare nei campi. Noi abbiamo individuato il reddito di cittadinanza come uno strumento che possa fungere da supporto, ma che permetta nel contempo alle persone di cercare un lavoro secondo le proprie abilità. Quindi accedono al programma del reddito di cittadinanza anche persone che hanno diverse abilità e, come abbiamo imparato dalle scorse audizioni, non bastano soltanto delle braccia possenti per andare a lavorare in agricoltura. Anche in quel campo sono necessarie delle competenze che molte volte non trovano facilmente. Vorrei chiedere alla Ministra come si stia procedendo con la creazione della piattaforma che dovrebbe incrociare la domanda con l'offerta. Voglio ricordare che abbiamo risposto a un'esigenza che arrivava dal mondo dell'agricoltura. Le associazioni dell'agricoltura hanno chiesto con forza questo tipo di provvedimento che è arrivato. Sicuramente i dati possono ancora crescere, però ogni persona strappata al caporalato è un successo

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Perconti. Signora Ministra, prego.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Grazie per le osservazioni, per gli approfondimenti che possono essere fatti anche in un proficuo dibattito parlamentare. Il provvedimento relativo alla regolarizzazione è originato da un dato di fatto, cioè dal fatto che in Italia ci sono lavoratori irregolari in determinati settori. Approfondirò quello che è stato puntualmente osservato dal senatore Zuliani sul tessile. Da studi e approfondimenti svolti dal Ministero posso confermare che il caporalato non riguarda solamente il settore dell'agricoltura o quello delle colf e dei badanti, ma riguarda anche altri settori, quindi il Piano di contrasto deve riguardare tutti i settori. Durante il lockdown, mentre in altri settori non c'era richiesta di manodopera, in agricoltura e nel settore del lavoro domestico c'era e c'è tuttora richiesta di manodopera, pertanto la regolarizzazione tiene conto di quei settori in cui c'era davvero la possibilità di avere un contratto di lavoro futuro. La motivazione è questa. Tutto questo si lega, ovviamente, al Piano di contrasto al caporalato. La Guardia di finanza, ma anche l'Ispettorato del Lavoro, il Nucleo dei carabinieri che lavora con l'Ispettorato del Lavoro, si impegnano in modo importante nel contrasto al caporalato e le notizie ce lo dicono. È chiaro che, anche in risposta a quanto che diceva il vicepresidente Tuzi, la vigilanza vada rafforzata. Se lo ritenete opportuno posso tornare per illustrarvi in modo approfondito quanto stiamo mettendo in atto col Piano di contrasto al caporalato. Stiamo intervenendo sugli alloggi. Durante la conferenza stampa della Guardia di finanza riguardo allo sfruttamento dei lavoratori in Pag. 13nero, sono state fatte vedere immagini di alloggi dove vengono ospitati e di come vengono trattati. Con il Piano di contrasto al caporalato e con progetti mirati anche per l'emergenza Covid abbiamo organizzato con le regioni la messa a disposizione di alloggi non solo dignitosi, ma anche di alloggi adatti ad affrontare l'emergenza Covid, quindi adatti a evitare la diffusione del contagio. Prego il direttore Esposito, se è d'accordo, di spiegare il bel progetto che stiamo attuando.

  TATIANA ESPOSITO, direttore generale dell'immigrazione delle politiche di integrazione. Su questo specifico punto, proprio poco fa ho mostrato alla Ministra alcune fotografie giunte da San Severo, in provincia di Foggia, di moduli abitativi temporanei e camper medici sanitari che abbiamo messo in campo proprio per assicurare condizioni igienico-sanitarie compatibili e coerenti con la situazione epidemiologica che stiamo vivendo. Questa operazione fa parte di un progetto emergenziale già finanziato a sostegno del Piano Triennale e ha natura emergenziale, quindi è un progetto straordinario per il quale è stato concesso un importante investimento da parte della Commissione europea. È un FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) emergenziale che stiamo portando avanti con le cinque regioni del Sud, con la regione Puglia a fare da capofila tecnico e una strettissima collaborazione con l'Ispettorato Nazionale del Lavoro, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e il terzo settore. All'avvio dell'epidemia, all'inizio del lockdown, grazie a questo progetto in fase di avvio abbiamo potuto riorientare parzialmente le risorse e rafforzare linee di intervento di carattere preventivo e sanitario che ci hanno consentito di poter almeno iniziare a mettere in sicurezza in alcuni dei territori più fragili e più vulnerabili persone che vivevano in condizioni igienico-sanitarie molto degradate che rappresentavano un pericolo per se stesse e per l'intera collettività all'interno della quale vivono abitualmente. Questo è un progetto che ha un lungo orizzonte di sviluppo e insieme agli altri ci consente di aggredire questo fenomeno non solo al Sud, ma su tutto il territorio nazionale e anche in altri settori, perché al Centro-Nord abbiamo iniziato una collaborazione specifica con l'Ispettorato e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni per iniziare ad aggredire con strumenti specifici il fenomeno del grave sfruttamento lavorativo anche in ambiti diversi da quello agricolo.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Il percorso di emersione del lavoro nero in determinati ambiti, cioè quello dell'agricoltura e quello delle colf, ci dà la possibilità, soprattutto nel settore agricolo, di intervenire facendo emergere soggetti che comunque, come abbiamo visto anche dalle notizie di stampa, esistono e ci sono. Li facciamo emergere e li immettiamo in percorsi e progetti collegati anche alla tutela della collettività rispetto al contagio Covid. Dalle parti sociali, quindi sia dai sindacati sia dalle parti datoriali, ci è stato chiesto di rendere trasparente l'incrocio della domanda e dell'offerta di lavoro. Questo faceva già parte del Piano di contrasto al caporalato. In questo caso, vista l'emergenza Covid, vista la grande richiesta di manodopera, per evitare che il caporale si inserisca ancor di più in un meccanismo del genere, con l'intermediazione, ho voluto immediatamente rafforzare il sistema pubblico dell'incrocio della domanda e dell'offerta di lavoro; per cui è già possibile attraverso il sistema MyANPAL, quindi attraverso tutti i Centri per l'impiego che sono collegati al sistema nazionale pubblico e privato, poter incrociare la domanda e l'offerta di lavoro. Vista l'emergenza, abbiamo voluto aiutare anche chi non ha un computer a casa, ma ha un telefonino o comunque qualcuno che li possa aiutare: abbiamo riutilizzato un'app che già esisteva. La stavamo studiando già in seno al tavolo del caporalato e la regione Lazio l'aveva già utilizzata per l'incrocio della domanda e dell'offerta di lavoro. Abbiamo inserito l'app denominata «Resto in campo» nel sistema nazionale MyANPAL. L'app è già scaricabile sia da Android sia su Apple. Si accede molto facilmente. Io l'ho scaricata sul telefonino sia come lavoratore che come impresa agricola. Non è ancora stata fatta una presentazione ufficiale perché Pag. 14 volevamo approfondire l'ultimo passaggio tecnico, ma è già scaricabile in diverse lingue, oltre l'italiano. Si dà quindi la possibilità anche ai lavoratori stranieri di poterla comprendere e uno strumento in più. Questo serve per incrociare in generale la manodopera nell'ambito dell'agricoltura non solo dei lavoratori riguardo alla regolarizzazione, ma più in generale rispetto a tutti i lavoratori. È uno strumento molto semplice che ci aiuta a rafforzare il contrasto al caporale che si immette perché non c'è un'intermediazione pubblica forte, perché procura a volte gli alloggi e si occupa dei trasporti. Anche nel Piano del contrasto al caporalato stiamo lavorando molto sul trasporto. Più in generale, adesso c'è un coinvolgimento ancora più forte di tutti gli altri Ministeri, anche del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Sui corridoi verdi adesso stiamo iniziando a riaprire, a fare i protocolli, ma fino a qualche giorno c'erano problemi di spostamento da regione a regione. Quindi anche il lavoratore agricolo che normalmente in Italia lavorava in agricoltura aveva difficoltà a rispondere alle offerte di lavoro da regione a regione. Ci stiamo lavorando. Abbiamo già sbloccato le regioni, quindi si potranno spostare sui corridoi verdi. È un tema di cui si è parlato al tavolo con associazioni datoriali e sindacali ed è un tema che stiamo affrontando anche con i Ministeri competenti. Su ANPAL vi ho spiegato della piattaforma e di «Resto in campo». Riguardo ai numeri, vi posso dire che i lavoratori che avevano un permesso di soggiorno scaduto in quegli ambiti specifici erano in totale, come avete detto bene voi, 71 mila nel settore agricolo e 31 mila nel settore domestico. Sono lavoratori che non sono raggiunti immediatamente dall'informazione; quindi abbiamo un lasso di tempo che ancora ci consente di raccogliere le domande e vedremo in itinere quanti potranno aderire. In ogni caso, stiamo facendo emergere una parte di persone che noi sappiamo essere con molta probabilità sfruttate in quell'ambito lavorativo. Questi vanno a soddisfare tutta la richiesta di manodopera agricola? Probabilmente non vanno a soddisfare tutta la richiesta di manodopera agricola. Ci sono già i lavoratori che operavano in agricoltura che possono continuare a farlo. Adesso abbiamo aperto le regioni, quindi è possibile lo spostamento da una regione all'altra. Abbiamo inserito una norma all'interno del decreto Rilancio secondo la quale coloro che godano di un trattamento di sostegno al reddito, come Naspi (Nuova Assicurazione sociale per l'Impiego) o cassa integrazione o reddito di cittadinanza, possano partecipare e nel caso accettino una proposta di lavoro per due giorni, non perdono il beneficio. Rimane fermo, sul reddito di cittadinanza, che nel caso venga offerto un rapporto di lavoro regolare in un settore – anche agricolo – c'è l'obbligo di accettare l'offerta di lavoro. Sulla giusta retribuzione, in Italia c'è il problema dei working poor, delle basse retribuzioni, dei contratti pirata. È un tema che va sicuramente affrontato, occorre collegare il salario al lavoro effettivamente svolto, ai contratti collettivi nazionali, evitando che ci siano contratti pirata. Questo è un tema che, come sapete, mi sta molto a cuore, che io ho cercato e sto cercando di portare avanti insieme alla maggioranza, insieme al Governo, insieme al Parlamento. Insomma, credo che sia un tema che tutti insieme dobbiamo affrontare. L'onorevole Pacifico mi chiedeva perché non dare più di sei mesi?

  MARINELLA PACIFICO. No, io dicevo che siccome il contratto è limitato ai sei mesi, da parte dei migranti c'è difficoltà a emergere dalla clandestinità perché alla scadenza del contratto nessuno dà a queste persone la certezza del rinnovo, quindi ricadono nello status iniziale.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Anche il direttore mi diceva che c'è un permesso di soggiorno per attesa occupazione che il lavoratore può richiedere. In ogni caso penso che comunque, superati i sei mesi, abbiano il contratto. Non ho compreso bene verso che tipo di osservazione specifica.

  PRESIDENTE. Diamo la parola alla senatrice Pacifico per chiarire il quesito. Poi Pag. 15facciamo concludere l'intervento alla signora Ministra e, se la Ministra ha ancora disponibile del tempo, ha chiesto di intervenire il senatore Iwobi. Prego, senatrice Pacifico.

  MARINELLA PACIFICO. Grazie, presidente. La mia perplessità era questa. È legata ai numeri attuali di risposta alla richiesta di lavoro nel settore agricolo, nonostante ci sia adesso il decreto in vigore. Io lego il fatto che non ci sia stata una risposta sostenuta al fatto che il contratto è semestrale, limitato ai sei mesi.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Il contratto non è semestrale. È il permesso di soggiorno semestrale.

  MARINELLA PACIFICO. E non è quello su richiesta del datore?

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. È un permesso di soggiorno per lavoro. Il lavoratore può avere anche un contratto in agricoltura a tempo indeterminato. I sei mesi si riferiscono al permesso temporaneo di soggiorno; poi scatta il permesso di lavoro per soggiorno se ha un contratto di lavoro, anche a tempo indeterminato. Sul decreto sui flussi c'era una discussione in atto in seno al Governo.

  GIORGIO SILLI. Capisco che è una domanda un po' fuori dal seminato. Non importa, non c' è così tanta premura. A me va benissimo anche se mi inviate delle linee guida, giusto per avere un'idea, attraverso la segreteria del Comitato. Grazie.

  PRESIDENTE. Senatore Iwobi, prego.

  TONY CHIKE IWOBI. Non ha risposto a una domanda: cosa ne pensa il Governo dell'introduzione dei voucher per contrastare non soltanto il lavoro nero, ma anche la situazione di coloro che hanno una retribuzione non sindacale? Penso che i voucher sarebbero uno strumento opportuno per poter contrastare questo fenomeno.

  PRESIDENTE. Senatore Testor, prego.

  ELENA TESTOR. Avevo chiesto se i 500 euro verranno restituiti a chi fa la richiesta.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Avevo dimenticato in effetti di rispondere sui voucher. Sui contratti di lavoro avevo già risposto. Come sapete, ci sono 800 contratti depositati al CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro). Ci sono tante tipologie di contratti che vengono utilizzati e sono poi differenziati anche nel settore dell'agricoltura. Bisogna fare un lavoro proprio su questo: stabilire quali sono i contratti leader, i contratti collettivi di riferimento e a quelli poi bisogna far riferimento. Noi questo lo affrontiamo non solamente nel settore dell'agricoltura, ma lo andiamo ad affrontare in tutti i settori in cui poi vi è una contrattazione tale da far andare sempre al ribasso i vari contratti e quindi i vari salari in Italia. Sui voucher io vi dico le mie perplessità. Nel passato i dati ci dicono che l'utilizzo del voucher ha dato poi modo di utilizzare il lavoratore in nero; quindi va fatta un'analisi approfondita. Non ho dei preconcetti e non ho pregiudizi, però va fatta un'analisi approfondita per capire quali sono gli effetti, soprattutto in una fase in cui noi stiamo tentando di regolarizzare. Regolarizziamo per dare lavoro stabile e per avere un controllo del lavoratore, perché, se prima della regolarizzazione era difficile riuscire a trovare e a scovare poi il lavoratore che stava in mano al caporale, con la regolarizzazione e un contratto abbiamo comunque un punto di riferimento anche rispetto alla vigilanza e ai controlli. Se introduciamo contratti o strumenti che possono essere utilizzati per qualche ora, è ovvio che abbiamo un minor controllo. Nel passato era stato parecchio utilizzato il voucher e ricordiamo il suo effetto distorsivo, purtroppo. Quindi occorre approfondire il tema guardando agli effetti del passato e che cosa si deve fare per il futuro.

  ELENA TESTOR. Da organi di stampa leggo che se il datore di lavoro sbaglia a Pag. 16fare la domanda perché manca qualche requisito, i 500 euro che ha versato li perde. Non mi pare vada nella direzione proprio corretta e dell'obiettivo che vi siete posti.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Se vogliamo, lo approfondiamo, però bisogna guardare con attenzione anche il decreto interministeriale, perché bisogna capire quali sono i requisiti che sono indicati nell'articolo 6 e nell'articolo 7 del decreto interministeriale.

  PRESIDENTE. Grazie alla Ministra, che sicuramente è a disposizione anche della senatrice a margine di questo incontro per chiarire questo punto. L'audizione è conclusa.

  La seduta termina alle 15.35.