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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 26 di Giovedì 24 settembre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione della Ministra dell'interno, Luciana Lamorgese, in merito alle politiche relative ad immigrazione, asilo ed Europol anche a fronte della diffusione dell'emergenza sanitaria da COVID-19.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Lamorgese Luciana , Ministra dell'interno ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 7 
Di Muro Flavio (LEGA)  ... 7 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Perconti Filippo Giuseppe (M5S)  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Zuliani Cristiano  ... 9 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Testor Elena  ... 9 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
Galizia Francesca (M5S)  ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Tuzi Manuel (M5S)  ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Testor Elena  ... 12 
Iwobi Tony Chike  ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12 
Lamorgese Luciana , Ministra dell'interno ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 15 
Lamorgese Luciana , Ministra dell'interno ... 15 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 15 
Lamorgese Luciana , Ministra dell'interno ... 15 
Iwobi Tony Chike  ... 15 
Lamorgese Luciana , Ministra dell'interno ... 15 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 15 
Lamorgese Luciana , Ministra dell'interno ... 16 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta comincia alle 14.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sulla web-tv e successivamente sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra dell'interno, Luciana Lamorgese, in merito alle politiche relative ad immigrazione, asilo ed Europol anche a fronte della diffusione dell'emergenza sanitaria da COVID-19.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione della Ministra dell'interno, Luciana Lamorgese, in merito alle politiche relative all'immigrazione, asilo ed Europol, anche a fronte della diffusione dell'emergenza sanitaria da COVID-19. La Ministra è accompagnata dal prefetto Riccardo Carpino, direttore dell'Ufficio affari legislativi e relazioni parlamentari, dalla dottoressa Antonietta Orlando, direttore dell'Ufficio coordinamento, affari generali, e dal dottor Fabrizio Gallo, dirigente dell'Ufficio libertà civili e immigrazione. Ricordo che l'audizione della Ministra dell'interno Lamorgese, svoltasi il 30 giugno scorso, si concluse senza che fosse stato possibile per i componenti del Comitato rivolgerle le domande, stante l'imminenza delle votazioni in Assemblea. Fu quindi deciso di rinviare il seguito dell'audizione ad altra seduta. Ringrazio la Ministra dell'interno per la disponibilità a essere nuovamente presente, considerata anche la rilevanza che il fenomeno migratorio ha assunto durante i mesi estivi e le importanti decisioni prese dal Governo in questo periodo. Faccio un inciso, nel corso dell'audizione le chiederemo degli aggiornamenti rispetto alla situazione che riguarda la Sardegna e l'arrivo davanti al porto di Arbatax della nave ONG (Organizzazione non governativa) Alan Kurdi. Abbiamo letto di un'autorizzazione allo sbarco: personalmente le chiedo di revocarla. Io mi sono interfacciato anche in queste ore con cittadini e amministratori locali e istituzioni, e sono molto preoccupati per questa situazione. Lei, come sa, Ministra, è davanti a un Comitato parlamentare di controllo e vigilanza che si è recato anche personalmente su scenari delicati e dove c'è emergenza. Siamo stati tre volte a Lampedusa, a Porto Empedocle e a Pozzallo se parliamo della Sicilia; siamo stati nell'hotspot. Spostandoci in Sardegna, abbiamo svolto una missione a Cagliari e sono stati rilevati anche in questi ultimi mesi delle problematiche che riguardano il CPA (Centro di prima accoglienza) di Monastir. Ho ascoltato personalmente anche i sindacati e le forze dell'ordine. Siamo stati a Ventimiglia, dove torneremo. Chiederemo ragguagli rispetto alla situazione di Ventimiglia, oltre che alla situazione in Friuli Venezia Giulia, passando purtroppo anche dal Nord Italia, da Como. Ricordo con emozione, con una preghiera, con raccoglimento, il tragico evento che ha portato all'uccisione di un sacerdote proprio in centro a Como. A tal proposito le chiederemo un report rispetto alla situazione dei rimpatri sollecitati anche da colleghi parlamentari Pag. 4 proprio della zona. Nel ringraziarla per la presenza, le do la parola, pregandola di contenere l'intervento preliminare in 15 minuti e consegnare eventualmente la sua relazione scritta che possiamo depositare agli atti del Comitato, così da consentire anche gli interventi ai colleghi deputati e senatori.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'interno. Io ringrazio innanzitutto il presidente, che mi dà la possibilità di dare delle risposte che l'altra volta non siamo riusciti a dare in quanto c'era una seduta della Camera. Questa terza audizione mi dà la possibilità di fare anche un breve aggiornamento sulla situazione che abbiamo avuto in questo periodo, su quelli che sono stati i flussi migratori che durante l'estate ci hanno visto particolarmente impegnati. So che ciò è importante anche per questo Comitato Schengen, che proprio con la presenza del presidente è andato in Sicilia, e, come rammentava lo stesso presidente, è andato anche in Sardegna per visitare le strutture di accoglienza dell'isola; quindi capisco che c'è una particolare sensibilità su questi temi. Un esame del fenomeno non può essere però affrontato non considerando anche i fattori negativi derivanti dall'impatto del COVID-19 e le difficoltà accresciute in questo periodo dei Paesi dai quali proviene la maggior parte dei migranti. Inizio dalla Libia, dove si è verificata un'intensificazione della guerra civile che ha interessato, come è noto, sia Tripoli che Sirte. Secondo fonti delle Nazioni Unite ha provocato un elevato numero di sfollati e ciò ha inevitabilmente influito sul fenomeno migratorio, perché i migranti provenienti dalla Libia sbarcati in Italia nel corso dell'anno sono circa 9.139, pari a circa il 40 per cento del totale alla data del 23 settembre 2020, a fronte dei 23.273 arrivati dall'inizio dell'anno. Anche in Tunisia si è verificata una condizione di instabilità dopo le ultime elezioni del 2019. Il Paese ha attraversato una crisi politica di lungo corso che si è conclusa da poco con la costituzione di un Governo tecnico, il primo Governo tecnico della Tunisia, con il Capo del Governo, l'ex Ministro dell'interno Mechichi; e alla crisi politica poi si è aggiunta anche una rilevante crisi economico-finanziaria con una riduzione notevolissima del prodotto interno lordo. Dal primo settembre 2019, quindi dall'inizio della crisi politica in Tunisia, al primo settembre 2020 sono sbarcati circa 9.200 tunisini sul nostro territorio, mentre nello stesso periodo dell'anno precedente erano poco più di 2.600. Da ultimo noi notiamo anche un sensibile incremento degli arrivi dall'Algeria; infatti dal primo gennaio al 23 settembre sono giunte 1.052 persone di nazionalità algerina a fronte dei 600 dello stesso periodo dell'anno scorso. Quindi nel 2020 il quadro internazionale si è presentato molto più complesso e ciò non può che avere delle ripercussioni sul fenomeno migratorio. A questi elementi di complessità vanno aggiunti gli effetti della pandemia da COVID, che ha comportato una serie di adattamenti, anche logistici, nella gestione dei migranti. Io salto tutta la parte che vi ho già raccontato l'altra volta, cioè quella relativa al soggetto attuatore e a ciò che è stato fatto. Vado soltanto alle navi, che nel frattempo sono aumentate. Attualmente per la quarantena dei migranti vengono utilizzate cinque navi e attualmente, alla data del 22 settembre, su queste navi sono presenti 2.238 persone. Inoltre sul territorio abbiamo 14 strutture che vengono utilizzate per l'applicazione delle misure di prevenzione anti-COVID. Poi abbiamo diverse aree adibite alla quarantena in altri centri governativi, con un totale di 3 mila posti. Vorrei dire che al termine della quarantena c'è stata una redistribuzione sul territorio nazionale di circa 8 mila unità di coloro che erano in isolamento fiduciario in Sicilia. In relazione ai problemi dell'immigrazione, che sono caratterizzati per loro natura da particolari complessità e che vengono anche condizionati da fattori geopolitici, noi ci siamo mossi lungo tre direttrici, che sono iniziative in ambito europeo e accordi bilaterali e di cooperazione con i Paesi di origine. Per quanto riguarda le iniziative europee, è di ieri – l'abbiamo letto tutti – la presentazione da parte della Presidente von der Leyen di una nuova governance europea della gestione delle migrazioni. Si tratta di un primo step atteso Pag. 5da anni, con il quale si avvierà fin dall'8 ottobre, con il Consiglio dei Ministri dell'interno dell'Europa, una fase cruciale di negoziazione per la riforma della strategia complessiva migratoria dell'Unione europea. Devo dire che da una primissima analisi dei documenti che abbiamo avuto in questi giorni ci sembra di cogliere alcuni elementi di discontinuità rispetto alle proposte degli anni scorsi, anche se devo rilevare che non c'è quel netto superamento degli accordi di Dublino auspicato da noi con forza e che rimetteremo poi al tavolo delle trattative che inizieranno l'8 ottobre. Noi porteremo avanti le nostre proposte chiedendo il superamento completo dell'attuale sistema che ruota intorno alla responsabilità dello Stato di primo ingresso e che non può essere ulteriormente gravato da procedure complesse di frontiera e oneri di gestione difficilmente sopportabili. Poi abbiamo l'altro punto su cui noi abbiamo prestato attenzione. Sono le relazioni bilaterali con la Libia, la Tunisia, l'Algeria: territori che attraversano una fase complessa politica. Già il 27 di luglio io mi sono recata una prima volta in Tunisia, quando ancora non c'era il Governo (era stato semplicemente incaricato l'attuale Capo del Governo). Con la visita successiva, quella del 17 agosto, insieme al Ministro degli esteri e ai commissari europei abbiamo cercato di rafforzare i capisaldi della politica italiana europea verso quel Paese. Sin dalla visita del 27 luglio l'impegno preso era quello di iniziare nuovamente con i voli di rimpatrio nell'ordine numerico precedente al lockdown, ed effettivamente dal primo di agosto abbiamo avuto l'inizio con due voli a settimana per 40 persone ciascuno. Ad oggi abbiamo il dato complessivo: abbiamo rimpatriato in Tunisia circa 718 persone. Devo dire che anche in Algeria è stato condiviso l'impegno all'attuazione di nuovi modelli operativi soprattutto per le procedure di rimpatrio; per cui adesso verrà attivato il Comitato di monitoraggio dell'accordo per procedere con procedure più celeri e soprattutto efficienti per quanto riguarda il riconoscimento di coloro che devono essere rimpatriati da parte delle autorità consolari. Proprio per venire incontro alle nostre esigenze, hanno assicurato l'invio di una task force che dovrà proprio operare su questo fronte. Ritornando alla Tunisia, volevo dire che l'impegno che aveva preso con me il Capo del Governo incaricato, ora Capo del Governo effettivo, Mechichi, ci ha dato una possibilità di prevedere dei voli aggiuntivi a quelli che già ci sono attualmente per un maggior numero di rimpatri possibile. Quindi al di là dei numeri su cui c'è l'accordo – gli accordi stabiliscono due voli a settimana per 40 unità ciascuna – sono stati previsti dei voli aggiuntivi da attuare secondo principi di massima flessibilità come abbiamo chiesto noi. Devo dire che questo impegno, preso quando ancora non c'era il Governo, appena costituito il Governo è stato mantenuto; quindi da ottobre partiranno anche voli aggiuntivi oltre a quelli già previsti. Per quanto riguarda l'attività di contrasto al traffico di migranti, ricordo che c'è l'operazione Themis, coordinata dal Ministero dell'interno con l'agenzia Frontex. Si tratta di un'operazione finalizzata alla sorveglianza delle coste nel pattugliamento congiunto del Mediterraneo centrale. Sono già in corso incontri bilaterali con l'agenzia Frontex per la redazione di un nuovo piano operativo a decorrere dal febbraio 2021. Proseguo velocemente perché ho già detto degli sbarchi. Questi sono gli aggiornamenti. Abbiamo detto che abbiamo trasferito 8.400 persone sul territorio nazionale, che quindi sono andate via dalla Sicilia. In occasione degli imbarchi di migranti dall'hotspot sulle navi quarantena, voglio dire e voglio rassicurare che è stato adottato un dispositivo di vigilanza con l'ausilio di unità navali della Guardia di finanza, della Capitaneria di porto e di reparti delle forze di polizia; quindi l'impegno su Lampedusa è stato costante. Tra oggi e domani dovrebbe essere svuotato completamente l'hotspot di Lampedusa. Vorrei spiegare come avviene: quando arrivano, riteniamo di attendere che ci sia il termine delle quarantene che si svolgono sulle navi che noi abbiamo preso. Per quanto riguarda la rotta balcanica, vorrei dire che dall'inizio dell'anno fino al 21 di settembre al confine italo-sloveno risultavano rintracciati 3.369 migranti irregolari Pag. 6 a fronte di 2.745 dello stesso periodo del 2019. Tuttavia le riammissioni verso la Slovenia, in applicazione dell'accordo che abbiamo fin dal 1996, sono più che quadruplicate, tanto è vero che dal primo gennaio al 21 settembre sono state effettuate 962 riammissioni a fronte di 250 nell'analogo periodo dell'anno precedente. Segnalo anche che abbiamo inviato una task force composta da personale di polizia di frontiera, che supporterà l'azione delle forze di Polizia lungo la fascia confinaria, soprattutto per la ricerca degli elementi probatori necessari per procedere alla riammissione in Slovenia. È stata poi rafforzata la sorveglianza sul confine nordorientale con la predisposizione di controlli sulle autostrade e sulle strade statali 54 e 56. Tengo ad aprire una parentesi. Io sono andata a Trieste per un incontro con i sindaci del territorio della regione che erano interessati dalla problematica degli arrivi tramite la rotta balcanica. Era stata segnalata questa difficoltà sulle strade statali 54 e 56. Regolarmente noi abbiamo proceduto a mandare una task force, che sta dando i suoi risultati. Vorrei anche dire che avevo preso l'impegno di mandare ulteriori militari per un numero di 50 unità su Udine; impegno mantenuto perché il 18 sono arrivati 50 militari che sono andati a unirsi a quelli che erano già presenti nel territorio del Friuli, e vale a dire 100 a Gorizia, 180 Trieste e ora 95 a Udine, con un totale di 375 unità su tutta la regione. Sotto il profilo investigativo la Polizia di frontiera ha svolto un'azione di contrasto e sono state arrestate 22 persone per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Per quanto riguarda la Sardegna, se vogliamo parlare della Sardegna – come già detto in altra occasione – gli sbarchi in Sardegna non sono di un numero elevatissimo, perché parliamo di circa mille sbarchi nell'arco di tutto l'anno. Però vorrei dire che sono stati attuati dei gruppi di lavoro, dei tavoli di coordinamento a livello regionale nell'ambito dei quali le prefetture di Nuoro e Oristano hanno assicurato la disponibilità di ulteriori strutture funzionali all'alleggerimento del CAS (Centro accoglienza straordinaria) di Monastir, che alla data del 22 settembre ospita circa 200 migranti. A seguito di alcune criticità registrate nella struttura (danneggiamenti, tentativi di fuga dei soggetti ospiti), si è intervenuti con il rafforzamento delle difese passive, con l'innalzamento di muri e con il rafforzamento delle forze di polizia e per la vigilanza. Allo scopo di velocizzare le procedure sanitarie per l'effettuazione dei tamponi – e al fine di procedere all'esecuzione dei provvedimenti di rimpatrio – la prefettura di Cagliari, con l'autorità sanitaria locale, ha condiviso un vademecum operativo che consentirà di velocizzare le operazioni. Tra l'altro in Sardegna abbiamo anche il CPR (Centro per il rimpatrio), che attualmente ha 50 ospiti; però a seguito di lavori potrebbe arrivare a 100 unità complessive. Per chiudere con il tema immigrazione, per quanto riguarda l'Alan Kurdi riassumo come è andata la questione. L'Alan Kurdi ha chiesto una prima volta il POS (Place of safety) il 19 settembre scorso, quando era ancora in acque SAR libiche, a cui non abbiamo dato risposta perché, come vi dicevo in precedenza, noi nel frattempo verifichiamo dove eventualmente sistemarli, non avendo disponibilità sulle navi perché stavano per terminare le quarantene. Ieri si sono avviati verso la Francia, fino a quando tra ieri sera tardi e stamattina hanno chiesto di entrare in rada ad Arbatax poiché il mare è molto mosso e non credo che la nave sia adeguata a sopportare un mare molto mosso. Man mano si stavano avvicinando alla Sardegna fino a quando poi sono arrivati vicino ad Arbatax e hanno chiesto rifugio nella relativa rada. Noi abbiamo dato il rifugio perché il rispetto della vita umana per tutti noi viene come primo elemento. Nel frattempo però abbiamo sentito anche i Paesi europei, che hanno dato la disponibilità a prenderli tutti, tranne i 25 che dovrebbero rimanere in Italia. Quindi per il momento noi non abbiamo dato il porto, perché i porti sono chiusi, in considerazione del provvedimento che abbiamo fatto a più firme con i Ministri competenti; però se la situazione peggiora, cioè se per vari giorni non potranno prendere il mare, verrà data loro la possibilità di sbarcare (non nel porto, ma trovando soluzioni alternative), Pag. 7 ben sapendo che, pur facendo i 14 giorni di quarantena, verranno immediatamente dislocati altrove, fermo restando che soltanto 25 rimarranno sul territorio nazionale. Per quanto riguarda l'omicidio di Como, è stato davvero un atto efferato. Parliamo di un uomo straniero, di nazionalità tunisina, irregolare sul nostro territorio, in cui ha fatto ingresso nel 1993. Nel 1996 è stato identificato ed è stato destinatario di un provvedimento di espulsione del prefetto di Como. La prefettura di Como nel 2008 ha revocato l'espulsione perché nel frattempo lo straniero aveva contratto matrimonio con una donna italiana e aveva ottenuto un permesso di soggiorno con validità di due anni, rinnovato più volte per motivi di famiglia; poi nel 2014 è stato notificato alla persona il rifiuto del rinnovo del permesso di soggiorno, che poi è stato annullato. Quindi abbiamo fatto il provvedimento di espulsione ed è stato annullato dal giudice di pace nel 2017. Ultimamente, nel 2018, è stato nuovamente espulso ed è stato questa volta convalidato dal giudice di pace di Como a cui però non ha ottemperato. È stato espulso nuovamente l'8 aprile 2020, ma non ne è stato disposto l'accompagnamento coatto alla frontiera a causa dell'emergenza COVID, perché, ricordiamo, in quel momento erano stati bloccati tutti i voli, anche quelli di rimpatrio. Come persona è stato condannato in precedenza per altri reati, ma non si è mai manifestato come figura particolarmente pericolosa da un punto di vista della sicurezza nazionale, tant'è che è sconosciuto in tutte le banche dati.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministra. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Di Muro. Prego, onorevole.

  FLAVIO DI MURO. Grazie, presidente. Grazie, Ministra, per l'audizione, che peraltro aspettavamo, credo, da due mesi. Ho alcune domande. Abbiamo visto i dati sull'immigrazione che ci fornisce il suo Ministero, da cui scaturisce la differenza del suo modo d'agire rispetto a quella del precedente Ministro. Leggendo i lanci di agenzia e i giornali di oggi, si comprendono la visione politica e l'azione politica di questo Governo nel rivedere in senso più «buonista» i decreti sicurezza ora in vigore; ne prendiamo atto. Detto questo, oltre ai numeri bisogna anche approfondire quali sono le qualifiche dei migranti, perché il caso di Como, di questo sacerdote ucciso a cui va all'unanimità il nostro pensiero e la nostra preghiera, è un calcio che evidenzia che ci sono tantissimi migranti che hanno già una convalida di espulsione, che sono clandestini, irregolari e che sono da tempo nel nostro Paese. Chiedo, sperando di avere una risposta, se il Ministero dell'interno ha un monitoraggio degli status giuridici di queste persone, soprattutto nei territori più difficili (parlo delle città di confine). Poi è emersa un'altra tematica oggetto anche di un'interrogazione da parte della Lega. Pare sia stata data la disposizione da parte sua, Ministra, di fare una ricognizione alle prefetture italiane per verificare se ci sono disponibilità di caserme o immobili sul territorio nazionale per ospitare in via diffusa i migranti in varie città del nostro territorio nazionale: anche su questo le chiedo una conferma. Andando verso quello che è l'interesse della mia città, Ventimiglia, ma che è anche un caso nazionale, noi abbiamo avuto la visita del suo Ministero due mesi fa con il dirigente Michele di Bari, che ha disposto – quindi è stato il Governo a disporla – la chiusura del Campo Roja, un campo di accoglienza temporaneo che aiutava la città a subire meno la pressione del fenomeno migratorio. Quando ci siamo riuniti con la sua dirigenza insieme al sindaco e alle autorità presenti, ci è stato detto che contestualmente sarebbero aumentate le forze dell'ordine, si sarebbero avviati dei piani per decongestionare Ventimiglia dalla presenza di migranti, si sarebbero effettuate delle verifiche più capillari sui treni che portano i migranti sia dalla Sicilia verso Ventimiglia sia dalla rotta balcanica verso Ventimiglia per evitare che si attraversi tutta Italia e si crei una situazione di tappi e imbuto che evidentemente c'è. C'è perché ovviamente la Francia non fa la sua parte, ma mi riallaccio a questo punto a un'altra questione che è emersa nella sua Pag. 8audizione: la Alan Kurdi. La Alan Kurdi ha a bordo 130 migranti e da quello che dice passiamo dal decreto «porti chiusi» al decreto «porti aperti», perché state già pensando di revocare anche quella disposizione che avete firmato voi Ministri, anche se non ha dato grandi risultati. Ma dobbiamo credere che questa nave diretta a Marsiglia adesso vada in direzione Sardegna per le condizioni del mare o, come hanno dichiarato tutti, perché Macron ha alzato la voce e ha detto che in Francia non sbarcano? Su questo sento e vedo delle difformità rispetto a quanto detto. Un'altra questione è il decreto Lampedusa, perché io non credo siano da pagare o da riconoscere contributi ai cittadini che subiscono l'immigrazione; non è questo il modo di approcciare rispetto a delle tensioni sociali nella realtà più difficili. Però avete riconosciuto l'immigrazione incontrollata, di cui ovviamente avete delle colpe, come danno collaterale economico per i territori che la subiscono, e quindi ve ne do merito; e avete quindi riconosciuto per i cittadini di Lampedusa e Linosa degli sgravi fiscali e dei contributi. Ma i cittadini di Udine, che abbiamo citato prima, o i cittadini della mia città, Ventimiglia, sono forse figli di un Dio minore? Non meritano di avere qualche contributo economico? Non meritano di avere un'attenzione? Tra l'altro aggiungo che due giorni fa il suo collega, il Ministro Speranza, ha adottato un decreto con cui chiede di chiudere il confine a Ventimiglia per evitare che le persone provenienti dalla Francia possano portare virus in Italia, perché ovviamente è una questione delicata. Anche su questo la priorità di tutti è quella di garantire la salute pubblica, ma il Ministero della sanità a oggi non sa come far rispettare la sua ordinanza e dice che è il suo Ministero, quindi è la Polizia, che deve organizzarsi per bloccare i confini sia autostradali, sia stradali, sia ferroviari. L'ha detto il viceministro Sileri giusto poche ore fa. Si rende conto che fare un'azione di questo tipo, oltre a distruggere un'economia transfrontaliera, significa dispiegare centinaia di forze di polizia o militari nella città di Ventimiglia? Pensate di fare qualcosa di questo tipo o no? Altrimenti l'ordinanza che avete fatto non può essere fatta rispettare se non facendo – cosa che, ahimè, abbiamo già visto – dei veri e propri blocchi al confine di Ventimiglia con delle code interminabili che poi vanno a pagare i lavoratori frontalieri. Ho apprezzato che ha mandato 50 militari a Udine; a Ventimiglia finora abbiamo avuto due militari sulle spiagge. Quindi io credo che, oltre all'impegno per la Sicilia e per la zona balcanica, visto che poi da questi territori arrivano tutti a Ventimiglia, ci sia bisogno di un dispiego di forze più importante per la nostra città, che peraltro ha già promesso senza dar seguito. La situazione è difficile, c'è un virus dilagante, stiamo cercando di uscire da una situazione complicata post pandemia; quindi spero che mi dia delle risposte su quello che ho appena detto per aiutare i nostri concittadini a vivere più serenamente. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie all'onorevole Flavio Di Muro, della Lega. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Perconti, del Movimento 5 Stelle, capogruppo. Prego.

  FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI. Grazie, presidente. Io volevo ricordare al collega della Lega che i decreti sicurezza sono ancora in atto e non mi pare che abbiano fermato i flussi migratori. Io volevo ringraziare la Ministra per la sua esposizione, ma innanzitutto per l'impegno che sta mostrando, insieme al Ministro degli esteri, nella trattativa con la Tunisia per la riduzione dei flussi, e poi ringraziarla anche per l'impegno dimostrato in questo difficile periodo in cui si è dovuto gestire il problema dell'immigrazione durante l'emergenza COVID. Volevo porre l'attenzione su tre questioni localistiche che riguardano la Sicilia. La prima riguarda la tendopoli di Vizzini, che ancora non è stata utilizzata: le chiedo se sarà smantellata alla fine dell'emergenza. La seconda riguarda le zone rosse che sono state individuate da Musumeci a Palermo, che stanno creando una serie di disagi. Musumeci ha dichiarato zone rosse tre sedi della missione «Speranza e Carità» di Biagio Conte, che è un'associazione che si occupa dell'aiuto ai Pag. 9senzatetto e ai migranti e che sta avendo diverse problematiche; le chiedo di porre l'attenzione su questa questione. Cito ancora una volta il decreto Lampedusa, perché non vorrei che da Lampedusa poi si portino a Porto Empedocle e questi cittadini non ricevano gli stessi aiuti che ha ricevuto Lampedusa. L'altra sera – ero presente – sono stati rilasciati 500 migranti con il foglio di via in una cittadina che non ha una stazione ferroviaria e ha creato qualche disagio nella popolazione. I siciliani sono sempre molto aperti all'accoglienza, però credo che bisogna riconoscere loro qualcosa per questo impegno che ogni anno si richiede.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Perconti. Prego senatore Zuliani, capogruppo della Lega, del Comitato Schengen.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie, presidente. Grazie, Ministra, per la sua ulteriore presenza. In merito a quel che riguarda l'autorizzazione, a cui lei ha appena accennato, della nave ONG tedesca diretta in Francia e in quel di Sardegna, lei ha detto che non è dovuta a questo Governo, ma al fatto che il mare era mosso; quindi il pericolo di vita di queste persone avrebbe fatto sì che lo sbarco fosse autorizzato in Sardegna. Premesso che non so quali fossero di preciso le condizioni del mare, mi viene il dubbio che le condizioni non fossero così gravi. Quindi comunque io rimanderei sempre alla responsabilità delle navi ONG, che raccolgono le persone non riuscendo a garantire la loro sicurezza; se fossi Ministro, metterei questa nave sotto sequestro, perché si raccolgono persone con il rischio, fra l'altro anche in queste condizioni, di creare problemi alla loro vita. Per la gestione dell'accoglienza, in questo periodo sono state utilizzate le navi quarantena. Già abbiamo avuto modo di interloquire, ma io non capisco quali siano le intenzioni di questo Governo. Sembra che l'intenzione non sia quella di trasferire una popolazione da un continente all'altro, perché il numero dei flussi è veramente notevole. Ci sono fenomeni di attrazione; l'Italia sta diventando una calamita. La sanatoria della Ministra Bellanova in agricoltura non ha portato gli effetti che lei sperava, ma ha fatto in modo di agevolare e attrarre le popolazioni del popolo africano verso l'Italia. Questo si verifica ancora adesso con le navi quarantena, sostenendo dei costi che si aggirano intorno ai 15 milioni di euro. È vero che dobbiamo essere accoglienti, ma come giustifichiamo queste spese di fronte agli italiani? Parliamo di italiani che faticano ad arrivare a fine mese, in situazione di disagio sociale. Investiamo i soldi per far continuare ad arrivare persone dotate di telefoni e di tutti gli ausili tecnologici informatici, persone che chiamano nel loro Paese e dicono: «Lo sai che qui mi hanno messo in una nave da crociera e mi hanno lasciato sbarcare in Sardegna? Lo sai che mi giustificano per un possibile posto di lavoro?». È vero che io sono un parlamentare della Lega e sappiamo che c'è una contrapposizione politica e due punti di vista diversi, però tutto quello che noi proponiamo non deve essere per forza contraddetto. Se ci sono delle condizioni, delle possibilità per limitare gli sbarchi, per creare degli hotspot nei loro Paesi, dobbiamo cercare di aiutarli là. È vero che qui non parliamo di politica del Ministero dell'interno, ma sicuramente parliamo di politica estera con altri colleghi dei suoi Ministeri. Non possiamo continuare così, perché «errare è umano, ma perseverare è diabolico». Cosa pensiamo di fare? Quali saranno le risposte dell'Europa? Secondo me le risposte dell'Europa saranno sempre: «Che l'Italia si arrangi». Vedremo se ogni Stato si assumerà il proprio onere della distribuzione diffusa. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Zuliani. Senatrice Testor, prego.

  ELENA TESTOR. Innanzitutto ringrazio la Ministra per questa audizione molto attesa dopo l'ultimo incontro in cui purtroppo non c'è stato il tempo di avere le risposte sui quesiti che noi le avevamo sottoposto e soprattutto perché l'emergenza migratoria era in continuo aumento. Di conseguenza, da parte dei membri del Pag. 10Comitato Schengen è importante avere un continuo confronto con il Governo anche per poter portare le nostre osservazioni in merito al suo lavoro. In questo periodo noi abbiamo audito i presidenti di regioni dei territori interessati; mi riferisco al presidente Musumeci, al presidente Fedriga e alla presidente Santelli. Devo dire che una cosa che abbiamo rilevato e che io ho potuto constatare ascoltandoli è che sono stati lasciati soli. Si sono ritrovati a gestire una situazione e il Governo li ha abbandonati. Con riferimento all'ordinanza del presidente Musumeci, a cui il Governo ha risposto che non gli competeva, è evidente che quando l'emergenza diventa drammatica un presidente di regione non può rimanere inerme di fronte alla gravosa situazione che si sta generando. Fatta questa premessa e chiedendo al Governo di stare vicino ai territori colpiti da questa emergenza, un altro degli elementi che vorrei sottoporle e su cui vorrei farle una domanda, magari anche più nel merito, riguarda i minori non accompagnati. Per quanto riguarda il Friuli-Venezia Giulia c'è stato un aumento del 300 per cento dei minori non accompagnati. Rispetto a ciò, e chiedo a lei conferma, da alcune intercettazioni telefoniche sembra che questi siano ben pochi, ma si tratti invece di persone maggiorenni che utilizzano il sistema di definirsi minori per riuscire ad avere i vantaggi che il nostro Governo riconosce per tutelare i minori bisognosi. È di questi giorni la revisione del Regolamento di Dublino, una questione, credo, sollevata da tutti i partiti, che era da rivedere. Mi sorge un dubbio importante. L'Italia chiaramente è Stato di primo approdo, è quella che si fa carico dell'immigrazione; ma è anche evidente che alcuni Stati già abbiano dichiarato, in maniera forse ufficiosa, che farsi carico del rimpatrio equivale esclusivamente a pagare un onore, e che poi la competenza di queste persone che non verranno ricollocate sui territori resterà sempre e comunque degli Stati di primo approdo. Io credo che occorra fare un ragionamento complesso, perché l'Italia non può trovarsi sola in questa situazione; non è giusto che basta che gli Stati europei paghino ammenda e l'Italia si arrangi. Io credo che l'Italia in questo momento debba essere sollevata da questo grande peso che la affligge. I miei colleghi hanno già sottolineato il tema della nave Alan Kurdi. La regione Sardegna, in quest'ultimo periodo, ha subito le conseguenze del COVID sul turismo, forse più negli ultimi mesi che non nei mesi precedenti. Credo che sia fondamentale tutelare questa terra da eventuali sbarchi e da eventuali altre situazioni che possano rendere debole la sua struttura sanitaria. Oltre a parlare di immigrazione noi dobbiamo anche prevedere eventuali conseguenze date da ingressi non controllati, proprio perché vanno a ricadere sulla struttura sanitaria della regione Sardegna. Io ribadisco ciò che hanno detto anche i miei colleghi. Non trovo corretto che uno Stato come la Francia chieda all'Italia di essere sempre in prima linea a farsi carico dei migranti, perché mi pare che in questo momento di emergenza la maggior parte stia scaricando su di noi tale incombenza. Mi auguro che quando ci sarà la rielaborazione del Regolamento di Dublino si tenga conto di questa situazione.

  PRESIDENTE. Onorevole Galizia, del Movimento 5 Stelle. Prego.

  FRANCESCA GALIZIA. Grazie, presidente. Anche io voglio ringraziare la Ministra per il suo intervento di oggi e per averci fornito, come sempre, dati molto interessanti e osservazioni nel merito, che sono sicuramente utili al lavoro del nostro Comitato. Io volevo soffermarmi, come ha fatto già la collega che mi ha preceduto, sulla proposta della Commissione europea, presentata ieri, sul pacchetto immigrazione e asilo. Sicuramente è un passo in avanti verso quello che vuole essere il superamento del Regolamento di Dublino. Tuttavia ci sono delle perplessità in merito, anche soprattutto per quanto riguarda quello che è l'aspetto legato a questa nuova solidarietà che viene introdotta, perché, come sappiamo bene, non si va a parlare di quelli che erano i ricollocamenti obbligatori che noi avevamo richiesto, ma semplicemente si parla di una solidarietà legata anche a un Pag. 11contributo economico per accelerare i rimpatri che dovrebbero essere fatti nell'arco di otto mesi. Quindi secondo me nasce un problema piuttosto serio, nel senso che i rimpatri potranno essere fatti celermente con i Paesi con cui ci sono degli accordi, cosa che invece non potrà succedere con quei Paesi con cui gli accordi non ci sono. Le volevo chiedere se state lavorando, come Ministero dell'interno e come Governo italiano, per incentivare accordi bilaterali con gli Stati da cui provengono gli immigrati dove non ci sono tali accordi o non sono efficienti. Le volevo chiedere che cosa succederà ai migranti economici, perché nella proposta della Commissione europea si parla prevalentemente di richiedenti asilo. Lei si ricorderà che tempo fa ho presentato un'interrogazione in Aula per chiederle come si stava lavorando sulla questione dell'asilo a livello europeo e se ci sono delle novità, se si sta proseguendo su quel canale. Anche in Italia i corridoi umanitari presenti sono prevalentemente gestiti da associazioni; invece sarebbe più utile avere dei corridoi umanitari europei e quindi condivisi da tutti gli Stati. Sappiamo bene che i migranti arrivano in Italia come terra di primo approdo, ma che in realtà la loro destinazione, il loro desiderio, il loro percorso migratorio è rivolto verso altri Paesi – Stati europei del Nord Europa – dove hanno già parenti o familiari. Il progetto migratorio che vorrebbero realizzare è arrivare altrove, piuttosto che fermarsi in Italia, dove effettivamente non ci sono gli sbocchi economici che vorrebbero.

  PRESIDENTE. Onorevole Manuel Tuzi, vicepresidente della bicamerale. Prego.

  MANUEL TUZI. Grazie, presidente. Ringrazio la Ministra per la relazione e la sua presenza qui, che è importante soprattutto in un momento di cambiamento a 360 gradi, sia per quanto riguarda l'Europa, ma anche per la situazione emergenziale che ci troviamo ad affrontare e che ha inevitabilmente dei riflessi importanti anche per quanto riguarda la questione migratoria. Ho sentito i precedenti interventi. Sicuramente possiamo affermare con certezza che la situazione tunisina nell'ultimo anno e mezzo non era quella del 2018 e che quindi anche l'eventuale migrazione da questo Paese è stata notevolmente superiore. Probabilmente è dovuta proprio alla situazione di instabilità, al netto del fatto che comunque i decreti sicurezza attualmente vigenti sono quelli che permettono la permanenza dei migranti all'interno del territorio italiano, non affrontando forse nella maniera più adeguata la questione. I decreti sicurezza nella loro interezza sicuramente affrontano la tematica a 360 gradi, ma probabilmente non sono sufficienti; sono delle misure che andrebbero modificate, o quantomeno corrette, per cercare di ridurre al minimo gli sbarchi, ma soprattutto per migliorare la gestione territoriale. Faccio un esempio pratico per quanto riguarda una serie di situazioni incresciose che non si dovrebbero verificare, sviluppate durante la fase del COVID, dovute non tanto alla mancanza di tamponi, ma alle condizioni igienico-sanitarie all'interno dei centri di accoglienza. Le responsabilità vanno imputate in primis a chi gestisce il centro, ma anche a tutte le autorità ad esse collegate. Mi chiedo se si possa intervenire anche da un punto di vista normativo. Le navi quarantena sono state sicuramente un modo importante per alleggerire il carico sui comuni di prima accoglienza; però ovviamente non sono la soluzione. È bene che si sia attivata la procedura di rimpatrio ogni settimana che prima non esisteva e rappresenta sicuramente un ottimo punto d'inizio. Mi chiedo se si possa immaginare, invece di utilizzare i voli, di utilizzare direttamente le navi per effettuare i rimpatri. Mi chiedo se questa soluzione sia stata immaginata o se magari vi siano difficoltà tecniche e pratiche che non la permettono. La Sicilia in questo periodo è stata sicuramente la regione che ha affrontato maggiormente l'emergenza, ne ha sofferto da un punto di vista turistico, di ritorno di immagine, ed è stata una regione che ha fatto tanto per cercare di risolvere problemi nazionali. Quindi mi chiedo se si stia immaginando di estendere a tutta la regione siciliana agevolazioni volte a migliorare le condizioni della popolazione alla Pag. 12quale far sentire la presenza dello Stato, perché secondo me sarebbe importante mandare un segnale. Prima erano stati citati, oltre che Lampedusa, Porto Empedocle e altri comuni. La presenza dello Stato in questi comuni si deve sentire; quindi mi chiedo se anche lei, Ministra, avesse programmato eventuali incontri su quei territori, che secondo me sono fondamentali. L'ultima questione riguarda la gestione del Coronavirus in relazione ai migranti. Volevo sapere com'è la situazione attuale e soprattutto se ci sono ancora delle sofferenze per quanto riguarda la gestione dei migranti all'interno dei centri di accoglienza e la questione Coronavirus.

  PRESIDENTE. Una brevissima integrazione per la senatrice Testor e l'intervento del senatore Iwobi prima di restituire la parola alla Ministra. Prego.

  ELENA TESTOR. Volevo solo integrare una domanda. Prima la Ministra diceva che in Friuli sono state mandate maggiori forze dell'ordine. Io ricordo che il presidente del Friuli Venezia Giulia, nel corso della sua audizione, chiedeva che fossero chiusi i valichi minori per concentrare il controllo nei valichi centrali. Volevo chiedere se questo è stato fatto. Grazie.

  TONY CHIKE IWOBI. Grazie, presidente. Grazie, signora Ministra, per la sua ulteriore presenza qui. Io mi limito soltanto a riportare ciò che apprendiamo dai giornali dei nove articoli del testo del nuovo decreto Immigrazione che esclude sanzioni per le navi ONG che operano nel soccorso in mare. Signora Ministra, io desidero puntualizzare una cosa molto importante in merito a questo: le sanzioni non erano state fatte per impedire il salvataggio dei migranti, ma per disincentivare il mercato degli esseri umani. Io stesso, ovunque vada, li definisco «il nuovo mercato», «il nuovo schiavismo moderno». Chi assiste, chi agevola questo tipo di immigrazione non fa altro che portare ancora in atto quell'antica e pessima storia dell'umanità di schiavismo. L'approccio ideologico di chi non aiuta l'osservanza dei percorsi regolari è tanto più paradossale se proposta da un Ministro dell'interno. In merito a questo faccio una domanda mirata: perché, quantomeno, non si chiede ai comandanti delle ONG, in quanto pubblici ufficiali di bandiera, di raccogliere le domande d'asilo come da trattato di Dublino? Sarebbe necessario far sbarcare poi i migranti come dublinanti. O si vuole lasciar decidere alle ONG la politica d'immigrazione di un Paese come il nostro, lavandosi le mani delle conseguenze? Io chiudo con quest'ulteriore domanda, signora Ministra: non crede che per non farli morire in mare sarebbe meglio non farli partire e di conseguenza aiutarli in loco con un'adeguata cooperazione internazionale? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Iwobi. Do la parola al Ministro dell'interno.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'interno. Mi sono annotata le domande. L'onorevole Di Muro è andato via, ma siccome può essere di interesse di tutti do comunque la risposta. Mi chiedeva delle caserme, se è vero che noi stiamo cercando delle caserme e che abbiamo fatto delle note ai prefetti. È stata fatta la richiesta di caserme per un motivo ben chiaro: quello di utilizzare strutture riparate sul territorio, come possono essere navi in Sicilia, per poter far fare la quarantena in questo periodo di emergenza fino al 15 di ottobre. Poi, in base alla curva del COVID, vedremo se lo stato di emergenza terminerà o andrà avanti. La finalità era quella; ci sembrava che strutture come le caserme potessero garantire le necessarie misure di contenimento, perché per come sono strutturate potevano consentire una separazione come facciamo sulle navi, ponti COVID e ponti che invece sono per quelli che hanno il tampone negativo. Ogni volta che noi mandiamo sulle navi, così come per le altre strutture, noi facciamo il tampone. Lo facciamo appena arrivano a Lampedusa e prima di farli salire sulla nave, proprio per fare la differenziazione ed evitare poi che si crei una propagazione del virus. Quindi la finalità delle caserme era questa. Per quanto riguarda Ventimiglia è vero che è stato Pag. 13chiuso il Parco Roja. È stato chiuso perché è stato valutato in sede locale, tra il sindaco e il prefetto che ovviamente ha partecipato e coordinato gli incontri, che non ci fosse una situazione di particolare sensibilità, fermo restando che si stanno facendo dei controlli anche con la Polizia ferroviaria per quanto riguarda i treni che ci sono. Lì ci stiamo impegnando molto su questi aspetti. Per quanto riguarda le zone rosse Covid a Palermo, l'onorevole Perconti che ho avuto anche modo di incontrare proprio con riferimento alla Sicilia – in effetti il problema esiste. Lei ha richiamato una struttura. Questo però non riguarda i migranti, gli arrivi, gli sbarchi. È una struttura che è stanziale. Lì c'è una persona – non so se è un sacerdote – che raccoglie i senzatetto, coloro che si trovano in situazioni di necessità, e gestisce un po' tutto lui. Mi sono informata, ha una sorta di gestione di questa struttura dove purtroppo, anche lì, si sono verificati casi di COVID. Quindi hanno dovuto fare una zona protetta proprio per questo, perché queste sono persone che possono entrare e uscire. Non erano bloccate o in quarantena; erano persone libere di muoversi. Per quanto riguarda Vizzini, voi sapete tutta la storia perché ne abbiamo parlato. Ormai siamo arrivati al 15 ottobre e la questione delle navi ha fatto sì che sia stata superata un po' la faccenda di Vizzini. In questo periodo ci sono state polemiche notevoli, però devo dire che il problema che si pone è che la gestione dell'immigrazione è molto complessa. Noi dobbiamo anche curare, essere attenti alla parte sanitaria e soprattutto dare garanzia anche al territorio; dobbiamo fare in modo che non ci sia una propagazione perché, ripeto, non tutte le strutture sono in grado poi di gestire situazioni complesse, quindi veramente dobbiamo bloccare. Ogni volta che le navi arrivano a Lampedusa, vengono liberate e noi man mano mandiamo le persone dentro, tant'è che nel giro di due o tre giorni riusciamo a fare una pianificazione generale. Per esempio, tra oggi e domenica avremo tanti posti liberi, quindi si crea una situazione che ci rende abbastanza ottimisti. Non utilizzeremo Vizzini perché abbiamo strutture galleggianti che ci consentiranno di gestire la situazione. Per quanto riguarda la Sicilia è stata fatta un'altra richiesta. È vero che abbiamo mandato i militari a Udine e in Friuli, però anche in Sicilia sono stati mandati mille militari negli ultimi mesi. Da luglio in poi ne sono arrivati 400 proprio perché abbiamo voluto mostrare un'attenzione particolare sul territorio, tanto è vero che attualmente ci sono mille militari di cui 480 mandati negli ultimi mesi proprio in relazione ai flussi che ci sono stati. Per quanto riguarda Porto Empedocle, tutti i territori hanno avuto difficoltà nel corso del periodo estivo particolarmente difficile per le motivazioni che abbiamo detto. Porto Empedocle ha dovuto sopportare soltanto il peso di quelli che arrivano, per esempio, a Lampedusa e che noi poi dobbiamo trasportare altrove, e che quindi transitano per Porto Empedocle. Abbiamo anche tolto una nave in rada, su richiesta della sindaca. Se il mare è mosso, chi è di quelle parti sa benissimo che il porto non consente alla nave di stare lì ferma. Converrebbe a tutti farli arrivare e salire in nave, ma a Porto Empedocle non è possibile, neanche in rada. Capisco anche le difficoltà della sindaca. Devo dire che tutti i sindaci, di qualunque partito, sono in primo piano. Chi rappresenta un territorio ha comunque una responsabilità nei confronti dei cittadini, quindi capisco pure le responsabilità, il senso di ansia che ha il sindaco di Porto Empedocle, ma Lampedusa ha un po' di pressione in più. Credo che questo lo riconosciate pure voi, quando nell'hotspot nel giro di due giorni ne arrivano 1.200, casomai non abbiamo la possibilità di collocarli. Sono numeri importanti, dovendo noi assicurare il tampone e la separazione tra chi è positivo al COVID e chi non lo è. Vi assicuro che la situazione è abbastanza complessa. Per quanto riguarda i minori non accompagnati in effetti ha ragione, è un problema. Voglio dare la risposta a due domande specifiche. È stato detto che non sempre si tratta di minori non accompagnati e che, anzi, tante volte si dichiarano tali perché hanno delle garanzie diverse, ma poi non lo sono. In quel caso però, secondo un decreto ministeriale risalente, Pag. 14 laddove vi siano fondati dubbi (e ci possono essere), il tribunale per i minorenni deve disporre specifiche verifiche tramite un collegio medico. Quindi noi non possiamo prendere la persona che riteniamo che non abbia titolo perché anziché 18 anni ne può avere 25, e tante volte le do ragione. Ci sono delle procedure differenti. Pur riconoscendo quello che dice lei, purtroppo ci troviamo di fronte a delle procedure che noi dobbiamo necessariamente osservare, essendo poi competenza del magistrato che deve poi definire queste situazioni. Non possiamo farlo noi né come forze di polizia né altro. Volevo rispondere anche per quanto riguarda i controlli dei valichi minori. Parlando in sede di riunione è stato detto, soprattutto da parte delle forze di polizia presenti (io ho fatto venire con me il direttore centrale per l'immigrazione), che chiudere i valichi minori è complicato, essendo tanti (secondo il numero che avevano dato ne sono circa 22-24), ma che si possono fare delle operazioni su queste strade, la strada 56 e 54. Proprio ieri, il primo giorno di controllo (dopo la visita che ho fatto abbiamo stabilito tutta una serie di controlli da porre in essere), da parte del settore di Gorizia, durante un posto di controllo proprio sulla strada 56, in direzione di Udine, è stato intimato l'alt a una macchina Ford Galaxy con targa italiana ed è stato tratto in arresto un cittadino serbo che aveva con sé dieci stranieri del Bangladesh privi di documenti. Adesso stiamo facendo tutti gli accertamenti. È stato arrestato. È la prima volta che noi riusciamo a bloccare, proprio su queste strade, perché da ieri sono iniziati i controlli. Riteniamo che anziché chiudere i valichi minori, che sono soprattutto le strade di campagna e le strade nei boschi, abbiamo mandato i militari, anche per presidiare ulteriormente; abbiamo incentivato anche l'attività che noi abbiamo congiuntamente alle autorità slovene con le quali abbiamo un ottimo rapporto e stiamo intensificando i rapporti. In tal senso è stato reso finalmente operativo un accordo del 1996 che prevede la possibilità di ottenere la riammissione anche per coloro che sono rintracciati anche oltre la fascia confinaria. Se fino ad oggi si poteva fare la riammissione soltanto se si veniva presi nell'ambito di dieci chilometri, ora è possibile farlo anche oltre i dieci chilometri. Questo è importante, perché tante volte noi li troviamo oltre i dieci chilometri, casomai nel centro di una città. È capitato, l'abbiamo letto sui giornali, lo sapete tutti voi. Secondo me anche questo accordo che abbiamo reso operativo va nello spirito della massima collaborazione con le autorità slovene. Per quanto riguarda l'asilo – lo dicevo poco fa – voglio leggerla con uno spirito positivo, nel senso di un inizio di un'attività che noi poniamo in essere, ma credo che ci sarà da lavorare e da trattare tanto. Quello che avevamo chiesto, ed è sempre un obiettivo, il superamento di Dublino come Stato di primo arrivo, non lo vediamo ancora completamente. Però diciamo che viene introdotta una tutela particolare per chi viene raccolto in mare, un principio di redistribuzione dei migranti che dovrebbe essere obbligatorio; però ripeto che il documento l'abbiamo appena avuto. Le prime impressioni sono da una parte positive, perché comunque c'è un'apertura, e da un'altra parte sono di attendismo, perché vogliamo capire bene quegli aspetti che secondo noi sono da approfondire e che sicuramente sono da migliorare, soprattutto per quanto riguarda la redistribuzione dei migranti, anche dei migranti economici che sono quelli che hanno più difficoltà a essere ricollocati dovendo essere rimpatriati. Per quanto riguarda le procedure di rimpatrio europeo, ben vengano; però non so fino a che punto possano essere effettivamente efficaci. Si darebbe la responsabilità di rimpatrio a Stati membri diversi da quelli di sbarco, ma vorrei vedere quali sono gli aspetti non solo di ordine pratico, ma anche proprio di carattere giuridico che mi sembrano difficilmente coniugabili con efficienza e soprattutto rapidità. Per quanto riguarda i minori stranieri abbiamo appena fatto due avvisi pubblici. Lo preannunciai già a Trieste quando andai. Dissi ai comuni che è vero che loro hanno questo impegno sui minori, ma che dovrebbero partecipare ai bandi che noi facciamo, perché vorrebbe dire Pag. 15avere anche le risorse necessarie. Noi abbiamo fatto due bandi appena pubblicati per 1.904. La regione Friuli è l'unica regione che non ha neanche una partecipazione a un bando in questo periodo; non hanno mai partecipato. Quindi abbiamo chiesto loro di verificare questa possibilità perché consentirebbe anche di avere delle risorse. Per quanto riguarda i rinforzi, abbiamo mandato 95 persone di rinforzo a Ventimiglia.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda i rinforzi e le richieste di potenziamento delle forze dell'ordine, è un'esigenza che mi sento di esprimere anche a nome del Comitato, a meno che qualcuno si voglia dissociare. È una richiesta che abbiamo riscontrato tramite le missioni che abbiamo svolto in Sicilia, ma che arriva anche da altre parti d'Italia; è una richiesta che arriva dai sindacati di polizia, dagli operatori, anche da prefetti e questori. È una necessità e richiesta diffusa.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'interno. I numeri sono quelli; noi abbiamo circa 98 mila persone. Se voi parlamentari ci aiutaste a coprire gli organici vuoti, sarebbe un bene per tutti quanti noi. Bisogna trovare le risorse necessarie. In questo momento purtroppo la coperta è corta, quindi togli da una parte e metti dall'altra. Io vi dico la verità: ho voluto dare abbastanza prevalenza, soprattutto in questo periodo estivo, a quelle che sono le regioni che hanno avuto un maggior impegno, quindi il Friuli per quanto riguarda la rotta balcanica e la Sicilia per tutti gli arrivi che ci sono stati. Almeno in questo periodo ci siamo concentrati su queste regioni. Voi ricorderete che c'è un'aliquota di Strade sicure che comprende 7.050 militari; poi per il COVID ne abbiamo presi altri 753, se non sbaglio, che termineranno il 15 ottobre. Questo secondo me potrebbe essere un problema. Dobbiamo verificare e sperare che questi vengano prorogati e noi ci muoveremo in questi termini.

  PRESIDENTE. Rivolgo l'appello della Ministra e lo trasmetto in particolare ai colleghi di maggioranza, che in ambito parlamentare sono più influenti rispetto alle decisioni che possono essere prese. Ha citato la Sicilia e l'ambito del Friuli-Venezia Giulia. Io aggiungo una cosa rispetto ai potenziamenti dei militari dell'operazione Strade sicure. Abbiamo parlato di Como, di quello che è successo. Lì in città, nel capoluogo, sono operativi 15 militari dell'operazione Strade sicure. Parlando anche col territorio, proprio con gli agenti e i sindacati di polizia, ho riscontrato che sarebbe utile un incremento anche in quell'area, dato che si tratta proprio di provincia di confine.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'interno. Vorrebbe dire togliere. Parlando degli anni passati io mi ricordo benissimo che a Como effettivamente c'era la stazione piena da Chiasso; ce lo ricordiamo tutti. In questo momento è una situazione più tranquilla. Do ragione a lei sul fatto che c'è un po' di differenza tra il Friuli e Como. Se noi abbiamo un'aliquota da portare su tutto il territorio nazionale, avendo aliquote comunque ridotte perché l'Italia è lunga dobbiamo vedere a quale dare la prevalenza. Ripeto, la scelta che ho ritenuto di fare è di dare in questi tre mesi estivi la prevalenza a certe realtà. Poi vediamo in corso d'opera se cambiano anche sistemi e flussi.

  TONY CHIKE IWOBI. Chiedo una risposta sull'intenzione del Governo riguardo all'esclusione delle sanzioni alle ONG, per quanto concerne i salvataggi in mare.

  LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'interno. Il decreto Immigrazione (io lo chiamo così) e i decreti sicurezza dovranno essere esaminati in uno dei prossimi Consigli dei Ministri. Quindi si verificherà anche l'aspetto delle sanzioni che, secondo me, potrebbero diventare sanzioni di carattere penale, però è una strada che poi intraprenderemo con la modifica dei decreti.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministra. Se la Ministra non ha altro da aggiungere chiudiamo l'audizione.

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  LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'interno. Io non ho altro da aggiungere. Se avete da chiedere altro rispondo, altrimenti ci vedremo una quarta volta. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie alla Ministra per la disponibilità. Dichiaro conclusa l'audizione. Grazie a tutti.

  La seduta termina alle 15.30.