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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 36 di Giovedì 7 ottobre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione, in videoconferenza, del Direttore Esecutivo dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (FRONTEX), Fabrice Leggeri.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Leggeri Fabrice , Direttore Esecutivo dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (FRONTEX) ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 7 
Zuliani Cristiano  ... 7 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Zuliani Cristiano  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Galizia Francesca (M5S)  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Leggeri Fabrice , Direttore Esecutivo dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (FRONTEX) ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
Leggeri Fabrice , Direttore Esecutivo dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (FRONTEX) ... 10 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta comincia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata dall'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione, in videoconferenza, del Direttore Esecutivo dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (FRONTEX), Fabrice Leggeri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'accordo di Schengen nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali e legate al traffico di migranti e alla tratta di persone, l'audizione in videoconferenza di Fabrice Leggeri, Direttore Esecutivo di FRONTEX.
  Prima di dare la parola al nostro ospite, nel segnalare ai colleghi la documentazione in distribuzione ricordo che, istituita nel 2004 con l'originaria denominazione di Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea e da ultimo riformata nel 2019, l'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera FRONTEX sostiene i Paesi dell'Ue e i Paesi associati alla zona Schengen nella gestione europea integrata alle frontiere esterne nel pieno rispetto dei diritti umani, e mira ad aumentare l'efficienza della politica dei rimpatri dell'Unione.
  L'audizione di oggi potrà pertanto inquadrare il nuovo assetto dell'Agenzia dopo la riforma del 2019, evidenziando eventuali criticità e, in generale, fornire elementi sull'andamento dei flussi migratori verso l'Ue. Potrà essere di interesse per il Comitato ricevere un quadro sull'attività di FRONTEX nel Mediterraneo, con particolare attenzione alla missione Themis nel Mediterraneo centrale e sull'attività anche di intelligence, oltre a individuare fra i fighters altre minacce terroristiche ai confini esterni dell'Ue.
  Un altro versante di attenzione è rappresentato dalla materia dei rimpatri, anche alla luce della nuova strategia della Commissione europea, che prevede il passaggio all'Agenzia entro la metà del 2022 delle attività svolte nel quadro della rete europea per il rimpatrio e la reintegrazione. Il dottor Leggeri potrà anche fornire approfondimenti sul processo di istituzione di un corpo permanente di Guardia di frontiera e costiera, nell'ottica di una più efficace collaborazione tra Stati membri e Commissione europea nel settore delle attività di sorveglianza alle frontiere e del contrasto delle violazioni dei diritti fondamentali.
  Fatta questa doverosa premessa do quindi la parola al dottor Leggeri, che ringrazio per aver accettato il nostro invito. La ringrazio, dottor Leggeri, veramente di cuore. È un piacere rivederla. Ricordo anche a chi ci ascolta, a chi ci sta guardando, che questo Comitato è stato a Varsavia a incontrarla. Ha effettuato un sopralluogo presso la sede di FRONTEX e organizzeremo di nuovo sicuramente un momento di Pag. 4incontro di persona. Prego, Direttore Leggeri.

  FABRICE LEGGERI, Direttore Esecutivo dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (FRONTEX). Molte grazie, signor presidente. Buongiorno, onorevoli parlamentari. Innanzitutto vi ringrazio molto per l'invito, che mi consentirà di farvi un briefing sulla situazione attuale dei flussi migratori, con particolare riferimento a quelli diretti in Italia. Vi informerò anche circa l'istituzione del corpo europeo di Guardia di frontiera e anche del respingimento di persone che si trovano in una situazione irregolare con riferimento all'Italia.
  Per quanto riguarda le frontiere, come lei sa, la situazione ha risentito molto della pandemia. L'anno 2020 ha visto una riduzione dei flussi migratori perché la mobilità era ridotta in tutta Europa e anche nei Paesi di transito e nei Paesi d'origine dell'immigrazione clandestina. Però, a partire dall'estate 2020, quando si sono alleggerite le restrizioni agli spostamenti, e ora nel 2021, vediamo un nuovo aumento dei flussi migratori clandestini. Attualmente, nell'insieme sono 134 mila gli stranieri entrati clandestinamente a partire dal 2021, un aumento del 68 per cento rispetto all'anno precedente. Quindi stiamo ritornando sostanzialmente ai livelli del 2019, prima della pandemia.
  Oggi notiamo un fenomeno che forse geograficamente sembrerebbe non interessare l'Italia: parlo della Bielorussia. Ossia, dall'inizio dell'estate, direi da giugno, in accelerazione poi a luglio, la Bielorussia ha messo in atto una politica per cui deliberatamente, per motivi politici e geopolitici, invia dei flussi di migranti clandestini verso la Lituania, la Lettonia e la Polonia. Si tratta di un'azione che l'Unione europea valuta come una forma di ricatto volta alla ricerca della rimozione delle sanzioni nei confronti della Bielorussia.
  Nel Mediterraneo, nella parte centrale, che interessa particolarmente l'Italia, vediamo un aumento dell'87 per cento dall'inizio dell'anno. Possiamo dire che gli arrivi sono raddoppiati nel Mediterraneo centrale, quindi dalla Libia verso l'Italia o dalla Tunisia verso l'Italia. Questi dati includono anche degli arrivi diretti via mare da parte della Turchia verso il Sud dell'Italia. Dall'inizio dell'anno 2021 abbiamo potuto registrare circa 48 mila ingressi irregolari clandestini tramite la parte centrale del Mediterraneo e che sono arrivati tutti sul territorio italiano.
  Sono diverse le sfide che ci si presentano. Esistono anche altre rotte migratorie molto attive tramite la Spagna. Non riguardano direttamente l'Italia, ma bisogna notare che anche lì i flussi aumentano in partenza dall'Africa occidentale verso le Canarie, territorio spagnolo al largo dell'Africa, e dall'inizio dell'anno oltre 10 mila persone sono entrate clandestinamente sul territorio spagnolo delle Isole Canarie dal Senegal, dal Gambia, dalla Mauritania e dal Marocco meridionale.
  La rotta dei Balcani continua a essere molto attiva, anzi sta aumentando, e in certi casi questa rotta può interessare il Settentrione d'Italia. Anche lì i flussi stanno raddoppiando. Oltre 35 mila persone sono arrivate clandestinamente tramite la rotta dei Balcani. Si tratta di persone costrette in Paesi come la Serbia, l'Albania, la Bosnia Erzegovina, bloccate dalla pandemia e che ora si rimettono in cammino verso l'Europa centrale, verso l'Unione europea; ma alcuni di questi movimenti secondari possono interessare anche le regioni a Nord dell'Italia.
  Per quanto riguarda il contrasto operativo di FRONTEX abbiamo parlato dell'istituzione di un corpo permanente europeo, che oggi schiera oltre due mila Guardie di frontiera e costiera in vari punti della frontiera esterna dell'Unione europea, ma anche nei Balcani, perché abbiamo concluso degli accordi: Unione europea-Albania, Unione europea-Montenegro e Unione europea-Serbia. Come dicevo, oltre due mila Guardie di frontiera e costiera schierate. La maggior parte in Grecia, in Italia, in Spagna e nei Balcani.
  Da notare è anche un'operazione di intervento rapido in Lituania iniziata nel 15 luglio per affrontare l'arrivo dei migranti bielorussi. In quel caso abbiamo aumentato il numero di presenze del 1.500 Pag. 5per cento in un anno, però il fenomeno è geopolitico, perché è proprio la Bielorussia che spedisce iracheni, congolesi e persone di altre nazionalità, di Paesi arabi, Paesi del Sud Sahara verso la Lituania, la Lettonia e la Polonia.
  Fra le Guardie di frontiera e costiera del corpo europeo troviamo delle persone che per la prima volta nella storia sono agenti pubblici dell'Unione europea dipendenti di FRONTEX. Indossano un'uniforme blu Europa e sono autorizzati anche a usare la forza. Stiamo mettendo in atto le ultime procedure giuridiche per autorizzarli a portare armi da fuoco. Per il momento sono impiegati in missioni che non richiedono l'uso di armi. Si tratta di missioni di coordinamento, di aumento di competenze, di briefing, audizione di migranti, controllo di base dati. Ma nelle prossime settimane avremo la possibilità, soprattutto sulle frontiere terrestri fra Grecia e Turchia, fra la Lituania e la Bielorussia, di schierare questa categoria di agenti dell'Unione europea dotati non solo di uniforme ma anche di armi.
  Abbiamo circa 600 dipendenti di FRONTEX che possono essere schierati alle frontiere europee in uniforme. Questa è la novità a partire dal primo gennaio 2021. Esiste proprio un corpo europeo come deciso dal legislatore nel 2019. Abbiamo 150 persone nuovamente assunte, che sono in formazione a Avila, la scuola di formazione spagnola. Un primo gruppo è stato formato a Bari, in Italia, alla scuola di formazione della Guardia di finanza che, anzi, ringrazio.
  Ringrazio le autorità italiane per l'eccellente collaborazione che ci hanno dato e anche per la collaborazione durante tutte le operazioni. Penso all'operazione Themis, che opera nella parte meridionale dell'Italia e nel centro del Mediterraneo, nella zona di soccorso in mare, di cui è responsabile l'Italia. Anche parte del mare Adriatico è coperta dal piano operativo di Themis. Parte di questo piano operativo copre anche le acque territoriali che circondano la Sardegna.
  Come dicevo, abbiamo questa classe di dipendenti, di agenti europei. Poi esistono anche degli agenti nazionali, che vengono messi a disposizione dai Paesi europei di Schengen. Sono due terzi. Un terzo sono di FRONTEX. Il contributo dell'Italia è molto importante. Abbiamo anche Guardie di frontiera e Guardie costiere, esperti messi a disposizione dall'Italia per partecipare alle operazioni di FRONTEX in altri Stati membri. Sono presenti in Grecia, in Spagna, anche nei Balcani. In particolare, nell'Adriatico abbiamo in corso una cooperazione con l'Italia, per cui le zone operative coperte dalla nostra attività in Albania e nel Montenegro includono in parte il mare Adriatico. Si tratta di operazioni adiacenti all'operazione Themis, e questo consente un'importante sinergia soprattutto per quanto riguarda il contrasto alla criminalità organizzata e al traffico di droga in particolare, che rimane un fenomeno molto rilevante in questa parte del mare Adriatico, intorno ai Balcani e non lontano dalla Grecia.
  Nell'operazione Themis si pone l'accento sulla sorveglianza delle frontiere, sull'individuazione dell'ingresso di migranti clandestini, sul contrasto del traffico non solo di droga ma anche di esseri umani, di armi e su una funzione per lo sviluppo di collaborazione fra Guardie costiere europee. Quindi il mare Adriatico e il Mediterraneo centrale ci vedono particolarmente attivi in collaborazione con il nostro partner nel campo della Guardia costiera.
  Il soccorso in mare naturalmente è un'attività importante nella parte centrale del Mediterraneo. Abbiamo un drone di grande dimensione, che è stato adattato per missioni civili e munito di tutti gli strumenti necessari per individuare situazioni in cui è necessario il soccorso in mare o in cui vengono svolte attività criminali. Questo drone parte da Malta oppure dall'Italia in varie basi aeree per controllare zone sotto la giurisdizione maltese e sotto la giurisdizione italiana. Copriamo però anche delle zone molto più a Sud, in area internazionale.
  Per quanto riguarda il soccorso in mare, il nostro ruolo è quello di informare i centri di soccorso marittimo laddove individuiamo delle situazioni di pericolo. InformiamoPag. 6 sistematicamente centri italiani e maltesi per il soccorso marittimo e, quando queste situazioni si rilevano più a Sud, cioè vicino alla Libia o alla Tunisia, e in particolare quando queste situazioni si trovano nella zona di soccorso marittimo libica o tunisina, informiamo Tripoli e Tunisi.
  Ricordo che il centro di Tripoli è cofinanziato dall'Unione europea e che da tre o quattro anni si agisce per sviluppare questo centro di coordinamento dei soccorsi marittimi formando i guardacoste libici. L'Italia ha svolto un ruolo molto importante dal punto di vista tecnico-operativo con i fondi dell'Unione europea. FRONTEX ha anche sostenuto Italia e Unione europea nell'opera di formazione delle Guardie costiere libiche.
  Giusto per darvi un'idea delle altre attività che svolgiamo in Italia, da gennaio il corpo europeo si trova all'aeroporto di Fiumicino per aiutare l'Italia e gli altri Stati membri dell'Unione europea nei rimpatri dei clandestini. Abbiamo dieci membri di questo corpo che si trovano fissi a Fiumicino e che assistono l'organizzazione di questi allontanamenti.
  Per quanto riguarda le statistiche che ho, i voli charter organizzati fra Italia e FRONTEX hanno visto il ritorno di oltre 1.500 clandestini, che sono stati respinti e rimpatriati dall'inizio del 2021 con l'appoggio di FRONTEX e con charter.
  Abbiamo proposto anche l'utilizzo di voli commerciali all'Italia. L'Italia sta iniziando a utilizzare anche i voli commerciali, ma la prassi è piuttosto quella di utilizzare i charter, soprattutto per quanto riguarda i Paesi del Maghreb. Penso soprattutto alla Tunisia, un Paese nel quale l'Italia ha una politica attiva per quanto riguarda il rimpatrio dei cittadini clandestini.
  Abbiamo la possibilità di utilizzare Fiumicino come un hub. Infatti anche altri Stati dell'Unione europea possono usarlo per il transito. Quando ho visitato questo gruppo a Fiumicino a febbraio, per esempio, ho assistito a un transito proveniente dai Paesi Bassi, quindi Amsterdam-Roma con un breve transito, per poi rimpatriare verso la Tunisia i clandestini. È una solidarietà europea, che è rappresentata da questa presenza all'aeroporto di Fiumicino, ma anche a Francoforte, anche ad Amsterdam. Dei distaccamenti analoghi saranno presenti in Francia, Vienna, Austria e presumibilmente in un futuro molto prossimo, anche a Madrid.
  Vediamo anche due mila persone sul terreno. L'obiettivo politico del legislatore europeo è quello di avere un corpo di Guardia frontiera e Guardia costiera fra sei anni di ventimila persone. Naturalmente è un lavoro enorme, che richiede una strettissima collaborazione con gli Stati membri. Abbiamo appena lanciato l'assunzione di 300 persone a partire dal 2022, che saranno poi formate per un anno e saranno messe in opera nel 2023. Anche qui stiamo cercando dei partner per la formazione e a breve lanceremo un appello per candidature per attività di formazione negli Stati membri interessati a partecipare a questa iniziativa.
  Oltre a questo corpo schierato alle frontiere esterne e questa collaborazione per i rimpatri, stiamo preparando anche ETIAS (European Travel Information and Authorisation System), che è un'autorizzazione elettronica di viaggio che sarà concessa ai cittadini non europei che non hanno bisogno di visto ma che entreranno nell'Unione europea a partire dal 2022. Stiamo costituendo questa agenzia a Varsavia, ETIAS, che avrà dei corrispondenti nazionali che sono in corso di formazione nei vari Stati membri. ETIAS è molto importante per un Paese come l'Italia perché, a parte il periodo di pandemia, l'Italia naturalmente è stata sempre una destinazione preferita per turisti di nazionalità che non richiedono visto ma che possono avere interesse di natura economica, soprattutto in alcune regioni d'Italia.
  Questo è quanto per lo sviluppo di una capacità europea di gestione delle frontiere.
  Qualche parola sull'Afghanistan, perché naturalmente è una questione di grande attualità che l'Unione europea prende molto sul serio. Non abbiamo registrato un afflusso di afgani in Europa dopo la caduta di Kabul per mano dei talebani, però siamo Pag. 7molto attenti perché sappiamo che in Iran, in Pakistan, in Turchia e in alcune Repubbliche dell'Asia centrale, come l'Uzbekistan, gli afgani sono numerosissimi, sono dei milioni, e questi milioni di afgani che già sono usciti dall'Afghanistan potrebbero essere tentati a venire in Unione europea perché oggi non possono più essere rimpatriati in Afghanistan. Questo potrebbe essere un ottimo motivo per recarsi in Unione europea.
  C'è un altro rischio molto serio, non quello della migrazione ma quello del terrorismo. FRONTEX ha anche il compito di collaborare con gli Stati membri e con Europol per contribuire all'individuazione e alla prevenzione, nella misura del possibile, dei rischi di terrorismo alle frontiere esterne dell'Unione europea. Oggi si può dire che il rischio terrorista statisticamente è molto debole, cioè il numero di terroristi potenziali che utilizzano i flussi migratori clandestini è statisticamente limitato; però il semplice fatto che esista – ed è stato dimostrato, perché qualche caso c'è stato – è molto grave. Quindi è necessario impegnarsi a livello di tutta l'Unione europea per individuare questi fenomeni laddove vi siano. FRONTEX con Europol e con gli Stati membri metterà a punto degli indicatori di rischio, dopodiché, su quella base, potranno essere effettuati dei controlli sulle banche dati del sistema informativo Schengen, per esempio, laddove le leggi nazionali lo consentano.
  Concluderò dicendo che molti Stati membri, credo anche in Italia, la legge nazionale non consente, o almeno non consente con facilità, l'accesso alle banche dati europee come sistema di informazione Schengen. So che molti Stati membri intendono emendare questo quadro legislativo per facilitare l'accesso a tali dati agli appartenenti al corpo europeo. Questo naturalmente allevierebbe il compito delle autorità nazionali e il corpo europeo risulterebbe di grande utilità perché potrebbe rendersi autonomo in questo lavoro. Il comando rimane sempre nazionale naturalmente, quindi tutti i membri del corpo europeo schierati in Italia operano sotto il comando delle autorità italiane. Ci sembra importante ricordare questo elemento.
  Credo di poter concludere per lasciare a voi la possibilità di presentare delle domande, se lo desiderate. Grazie, presidente, per averci dato questa occasione di parlare a parlamentari italiani. Molto spesso il Parlamento europeo mi invita ma, per quanto riguarda giustizia, affari interni, funzionamento dello spazio Schengen, è molto importante coinvolgere i parlamentari nazionali, ci sembra una forma importante di democrazia diretta, soprattutto parlando di missioni che rimangono nella sovranità dei Paesi membri. Signor presidente, sono a sua disposizione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, Direttore, per le interessanti notizie che ha riportato al nostro Comitato parlamentare, che come sa si occupa dell'accordo di Schengen, dell'attività di Europol e di immigrazione. Ci sono colleghi parlamentari che intendono intervenire? Abbiamo colleghi collegati e in presenza qui a Palazzo San Macuto nella Camera dei deputati. Senatore Cristiano Zuliani, della Lega. Prego.

  CRISTIANO ZULIANI. Buongiorno, presidente. Buongiorno, Direttore Leggeri. Ci siamo conosciuti a Varsavia. Sono interessanti le sue disquisizioni in merito all'attività di FRONTEX. Innanzitutto la conferma per quel che riguarda i dati dei flussi migratori. Siamo tornati ai livelli della pandemia, quindi con un aumento del 68 per cento sul fronte mediterraneo.
  In questo periodo che è trascorso, anch'io dai dati che ho ricevuto dagli organi di stampa... Fra l'altro ho visto che lei ha citato la parte settentrionale italiana, non trascurabile. In quella della regione Friuli-Venezia Giulia abbiamo avuto un aumento, rispetto al 2020, del 93 per cento sulla rotta balcanica, che si è ripercosso sul Friuli-Venezia Giulia con un aumento del 20 per cento, alimentando una gestione della migrazione che si attesta su numeri che sono costati 2 milioni di euro per la regione Friuli-Venezia Giulia. È interessante la sua descrizione delle attività del corpo europeo, di questi 700 dipendenti che saranno in uniforme, uniforme blu.Pag. 8
  Per quel che riguarda quello che ha detto ultimamente sull'accesso ai dati da parte del corpo europeo con la possibilità di emendare le regole di ciascuno Stato membro per poter accedere più facilmente, visto questa pesante situazione che si è creata sul flusso di migranti che arrivano dallo scacchiere mediterraneo, volevo capire se già ora...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, senatore Zuliani. Volevo chiederle se preferisce parlare dal leggio, così il Direttore Leggeri, da FRONTEX, e chi ci sta seguendo in diretta può vederla.

  CRISTIANO ZULIANI. Va bene, mi sposto subito. La mia domanda era, visto che a livello normativo ci sarà da sistemare la questione per poter permettere al corpo europeo l'accesso ai dati di ciascuno Stato membro, se da ora o se sia possibile in futuro anche un'osservazione della situazione del mar Mediterraneo a livello satellitare.
  Sappiamo che molti migranti sbarcano illegalmente, supportati comunque da persone che si prestano a pagamento al trasporto e quindi illegittimamente. Avendo un'osservazione a livello generale via satellitare che ora viene fatta con drone – però un drone è limitato a livello di zona, perché o controlla da una parte o controlla dall'altra – volevo chiedere se è possibile capire un'eventuale correlazione, ove vi fosse – uso il condizionale – fra la partenza di navi, o barche, o imbarcazioni dai Paesi africani verso l'Italia o verso altri Stati come la Grecia, e la presenza di navi ONG (Organizzazione non governativa) nel mar Mediterraneo.
  Questo perché sappiamo che, non è detto che sia così, esiste questa possibilità di un richiamo delle partenze da parte di navi ONG che potrebbero avere come scopo quello di portare migranti verso gli Stati europei e alimentare così quello che politicamente – è ovvio che lei è un tecnico – da alcuni di noi viene visto come un business sul traffico dei migranti. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Zuliani. Ha chiesto di intervenire, da remoto, l'onorevole Francesca Galizia, del Movimento 5 Stelle. Prego.

  FRANCESCA GALIZIA. (collegamento da remoto). Grazie, presidente. Io volevo fare una domanda molto rapida. La questione dell'Afghanistan ha riportato al centro del dibattito europeo la necessità di rafforzare quella che è la difesa delle frontiere esterne e, allo stesso tempo, di adottare una politica estera che vada sempre più nella direzione di una politica estera comune e che sappia guardare con attenzione anche al tema della sicurezza di tutti gli Stati membri.
  Le volevo chiedere, in un'ottica di intervento che vada in questa direzione, secondo lei FRONTEX che ruolo può giocare oltre al ruolo che già svolge? Sarebbe utile continuare a potenziarla? Gli Stati membri sarebbero disposti a potenziarla per difendere le frontiere esterne? Di quali strumenti FRONTEX ha bisogno per poter assicurare un maggior controllo delle frontiere, soprattutto sulla tematica che poneva lei legata al tema terrorismo? Sebbene effettivamente la percentuale di coloro che arrivano per vie clandestine sul nostro territori come terroristi è molto bassa, comunque questo problema si pone ed è un problema serio per la sicurezza italiana ed europea. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie all'onorevole Galizia. Ci sono altri interventi, colleghi? No, non vedo colleghi prenotati. Lascio la parola per le risposte e le conclusioni al Direttore Leggeri. Prego, Direttore.

  FABRICE LEGGERI, Direttore Esecutivo dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (FRONTEX). Molte grazie, presidente. Molte grazie, onorevoli. Con riferimento all'accesso alle banche dati vorrei precisare che FRONTEX e il corpo europeo hanno necessità di accedere a banche dati europee, non a informazioni di origine nazionale. In pratica cosa succede? Anche per motivi tecnici spesso risulta difficile separare le informazioni di origine nazionale da quelle di origine europea. Per cui, quando una Guardia di frontiera in Pag. 9Italia o in un altro Stato membro apre il file, in realtà può avere accesso a tutte le informazioni e quindi volendo può anche vedere informazioni nazionali oltre a quelle europee.
  Non è grave quando stiamo parlando di un agente italiano in Italia. È normale che veda le informazioni italiane e anche europee. Però il membro di un corpo europeo non ha bisogno di vedere le informazioni nazionali, ma deve vedere quelle europee. Il problema giuridico riguarda solo le informazioni che si trovano nel sistema europeo. Questa è la precisazione per far capire che in Italia, ma anche in molti altri Stati membri, il problema da risolvere è di ordine giuridico ma anche di ordine tecnico. C'è una segregazione di diversi tipi di informazioni.
  Il satellite. Sì, abbiamo diversi sistemi di sorveglianza aerea e FRONTEX ha anche accesso a immagini satellitari. Il nostro principale partner è il Centro satellitare dell'Unione europea e siamo in partenariato anche con l'Agenzia europea per la sicurezza marittima, che sono i nostri due grandi fornitori di immagini satellitari. Poi abbiamo Copernicus, quindi in realtà tre. Quando ci viene richiesto di sorvegliare certe zone, utilizziamo queste immagini. Lo facciamo regolarmente, per esempio, se vediamo degli accampamenti di migranti, dei gruppi di trafficanti. Questo lo facciamo regolarmente sulla costa libica, ma lo possiamo fare anche in altre zone che possono essere di interesse per tutelare la sicurezza delle frontiere europee.
  Con maggior precisione, sapere se si può stabilire una correlazione tra la presenza di certe navi e, mi sembra di capire, se si tratta di navi europee vicino alla costa che potrebbero richiamare dei flussi migratori: effettivamente laddove sono presenti certe navi vicino ai punti di partenza dei migranti l'impressione erronea può essere quella di sicurezza ed è proprio così che i criminali sfruttano la situazione, perché danno ai migranti l'impressione che l'attraversata sarà facile. In realtà sappiamo tutti che attraversare il Mediterraneo centrale può essere un'esperienza terribile, anche mortale. Questo è molto importante ricordarlo. I migranti sono vittime dei trafficanti. Quando FRONTEX ottiene informazioni relative a possibili traffici, a comunicazioni fra certe navi e al traffico degli esseri umani, queste informazioni vengono trasmesse alle autorità di polizia.
  Per quanto riguarda l'Afghanistan, se ne è parlato a livello del Consiglio dell'Unione europea: bisognerà rafforzare la presenza alle frontiere esterne. Cerchiamo di essere più visibili, di disporre di risorse umane più importanti. Per esempio, la Bulgaria ci ha chiesto di rinforzare la frontiera terrestre con la Turchia perché si è registrato un notevole aumento. Abbiamo anche la possibilità di spostare certe unità nelle zone che possono essere più a rischio sotto questo punto di vista. In particolare, due regioni dell'Unione europea potrebbero essere interessate: arrivi provenienti dalla Turchia, per cui la Grecia e la Bulgaria innanzitutto, ma non si può nemmeno escludere l'arrivo via mare diretto dalla Turchia nell'Italia del Sud. Questo pure è sotto sorveglianza. Un'altra regione dell'Unione europea che potrebbe vedere l'arrivo di afgani sarebbe sempre la Bielorussia. Se per caso il regime di Lukashenko avesse voglia di giocarsi la carta degli afgani con alcuni Paesi, bisognerebbe provvedere.
  Per quanto riguarda l'Afghanistan potrei portare l'esempio dell'aeroporto di Tbilisi, un'azione che abbiamo intrapreso in Georgia. Siamo stati attivati su richiesta del Servizio europeo di azione esterna. Abbiamo prestato il nostro appoggio nel momento in cui sono arrivati degli aerei per delle evacuazioni provenienti direttamente da Kabul, evacuazioni fatte da Paesi membri dell'Unione europea; quindi l'evacuazione dei nostri cittadini europei e l'evacuazione di afgani che avevano lavorato per servizi diplomatici o comunque per i servizi europei.
  Abbiamo facilitato questo processo per evitare problemi diretti. La politica dell'Unione europea è quella di collaborare con Paesi come Pakistan, Paesi dell'Asia centrale, per poter avere delle piattaforme utili per gestire la situazione afgana e per poter aiutare gli Stati dell'Unione europea a effettuare i controlli prima del decollo di un Pag. 10aereo, per esempio, dal Pakistan verso un Paese dell'Unione europea, in modo da ridurre il rischio.
  Sappiamo che ci sono delle situazioni naturalmente legate al terrorismo e il problema con l'Afghanistan in queste condizioni è molto grave. Se ne è parlato al Consiglio dei Ministri degli interni ad agosto e si è deciso che sarebbe utile creare un pool di interpreti europei alimentato dagli interpreti che sono stati evacuati dai Paesi europei che parlano le quattro lingue principali dell'Afghanistan. Questo ci consentirebbe di individuare le persone che sono di cittadinanza pachistana ma che parlano qualcuna di queste lingue. Questo è quello che possiamo fare e questo è quanto facciamo per prepararci a questo tipo di problemi legati all'Afghanistan.

  PRESIDENTE. Grazie, Direttore. Non vedo altre richieste di interventi da parte dei parlamentari presenti o in remoto. Io la ringrazio per gli utili e importanti elementi che ha portato nell'ambito della nostra indagine conoscitiva in questa audizione. Arrivederci. A presto, Direttore, spero in presenza o a Varsavia. È sempre invitato. Un caro saluto a lei e a tutto il suo staff. In particolare, mi permetto, ai nostri italiani che lavorano a FRONTEX, ma ovviamente a tutti.

  FABRICE LEGGERI, Direttore Esecutivo dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (FRONTEX). Grazie molte a tutti. Siete i benvenuti. Anche voi siete sempre invitati. Se desiderate organizzare una nuova visita, vedrete che sono numerosissimi gli italiani qui in Agenzia. Con molto piacere ritornerò alla Camera dei deputati a Roma non appena sarà possibile effettuare un'audizione in presenza. Sarà per me un grande piacere incontrarvi di persona. Arrivederci.

  PRESIDENTE. Grazie ancora, arrivederci. L'audizione è terminata.

  La seduta termina alle 9.30