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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Mercoledì 12 gennaio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori
Parolo Ugo , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA «DIGITALIZZAZIONE E INTEROPERABILITÀ DELLE BANCHE DATI FISCALI»

Esame e approvazione finale del documento conclusivo.
Parolo Ugo , Presidente ... 2 
Fenu Emiliano  ... 3 
Parolo Ugo , Presidente ... 4 
Giacometto Carlo (FI)  ... 4 
Parolo Ugo , Presidente ... 4 
De Bertoldi Andrea  ... 4 
Parolo Ugo , Presidente ... 5 
De Bertoldi Andrea  ... 5 
Parolo Ugo , Presidente ... 6 
Giacometto Carlo (FI)  ... 6 
Parolo Ugo , Presidente ... 6 
Fenu Emiliano  ... 6 
Parolo Ugo , Presidente ... 7 
De Bertoldi Andrea  ... 7 
Parolo Ugo , Presidente ... 7 
De Bertoldi Andrea  ... 7 
Parolo Ugo , Presidente ... 7 
De Bertoldi Andrea  ... 7 
Parolo Ugo , Presidente ... 7 
De Bertoldi Andrea  ... 8 
Parolo Ugo , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
UGO PAROLO

  La seduta comincia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Esame e approvazione finale del documento conclusivo.

  PRESIDENTE. La Commissione è oggi convocata per procedere all'esame e all'approvazione finale del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva in tema di digitalizzazione e interoperabilità delle banche dati fiscali, il cui testo è stato definito dall'ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, nella riunione appena conclusa.
  Ricordo che l'indagine è stata deliberata il 14 aprile 2021, con l'obiettivo di conoscere lo stadio e le prospettive di sviluppo della digitalizzazione dell'Amministrazione finanziaria centrale, nonché della interoperabilità fra i relativi sistemi e con i sistemi delle amministrazioni locali. In proposito evidenzio che l'ambito dell'indagine si è inevitabilmente esteso alla PA nel suo complesso, atteso che sarebbe arduo individuare sistemi informativi pubblici che possano totalmente fare a meno di dati gestiti dall'Amministrazione finanziaria.
  La metodologia di lavoro è consistita, come di consueto, nello svolgimento di audizioni dei principali attori coinvolti, istituzionali e non, attraverso le quali la Commissione ha inteso delineare una panoramica dei principali servizi digitali resi dalla PA, con particolare riferimento a quelli fiscali, e rilevare la cosiddetta user experience, ossia la percezione degli utenti (cittadini, professionisti e operatori stessi della PA) circa l'utilità, la semplicità d'utilizzo e l'efficienza di tali servizi. Ne è scaturito un basso grado di soddisfazione da parte della generalità degli utenti, i quali, pur in presenza di infrastrutture digitali apparentemente adeguate dal punto di vista della potenza di elaborazione, soffrono carenze di automatismi dei software e di scarsa capacità di interconnessione, con l'effetto di una grave e conclamata disapplicazione del cosiddetto once only, il principio per cui il cittadino deve poter fornire «una sola volta» le proprie informazioni alla PA.
  Abbiamo avuto modo di constatare, tuttavia, sia dalle autorità istituzionali audite che dalle ricognizioni svolte dai nostri uffici, come nel corso dell'ultimo anno si siano registrati importanti progressi nella qualità dei servizi digitali della PA. Progressi dei quali va dato particolare riconoscimento alla Sogei, società interamente partecipata dallo Stato che, pur non figurando per tale sua forma giuridica in primo piano, è di fatto il deus ex machina alla base dei principali servizi digitali oggi adottati e in corso di realizzazione da parte della Pubblica Amministrazione centrale.
  L'indagine si è anche concentrata sugli importanti progetti che le autorità governative stanno sviluppando in esecuzione dei più recenti interventi legislativi e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Progetti che appaiono fortemente indirizzati al potenziamento, all'affidabilità e alla resilienza dei sistemi informativi, nonché alla realizzazione del principio once only che ho pocanzi richiamato. Per tali ragioni, nel documento ne è espresso il Pag. 3sostegno della Commissione che, tuttavia, ha tenuto a muovere in proposito delle raccomandazioni. Fra queste cito, in particolare, la necessità di preservare la PA, nell'ambito del principio della sovranità digitale, da eventuali rischi di dipendenza tecnologica e di mercato nei confronti degli affidatari dei progetti. Il documento riporta anche una serie di ulteriori proposte che, implicando soluzioni molto tecniche, necessiterebbero primariamente dell'intervento del Governo.
  Tengo a evidenziare, inoltre, l'accento posto sulla necessità di valorizzare maggiormente il contributo che professionisti e intermediari finanziari possono offrire al funzionamento della macchina amministrativa pubblica; un esempio concreto, in proposito, è formulato con riferimento ai professionisti qualificati nell'ambito della prevista riforma degli estimi catastali.
  Vorrei sottolineare, ancora, il principio affermato nel documento circa la necessità di rendere effettivi i diritti digitali dei cittadini nei confronti delle amministrazioni pubbliche, che può concretizzarsi solo superandone gli attuali deficit di competenze con iniziative di formazione idonee. È evidenziata, in parallelo, la necessità di adeguato supporto formativo – oltre che di reclutamento – degli operatori della PA, con particolare riguardo ai suoi elementi più fragili: il riferimento è agli enti periferici e di minori dimensioni posti nelle aree interne, strutturalmente privi delle dotazioni organiche e delle competenze occorrenti per poter far fronte ai processi di trasformazione digitale.
  Riepilogando, l'indagine si è snodata attraverso 19 sedute (escludendo quella di avvio e quella odierna), nel corso delle quali si sono svolte 30 audizioni e acquisite 34 memorie scritte, che sono state sistematicamente pubblicate nell'apposita sezione del sito Internet del Parlamento unitamente ai resoconti e alle riprese video delle sedute medesime.
  Ciò detto, prima di dar luogo alla votazione, vi chiederei di esprimere i vostri personali commenti e dichiarazioni di voto, ringraziando sin d'ora tutti i componenti della Commissione e gli uffici per l'ottimo lavoro fin qui svolto.

  EMILIANO FENU. Grazie, presidente. Io esprimo fin d'ora il parere favorevole alla relazione conclusiva da parte del Gruppo Movimento 5 Stelle. Anche questa volta credo che la Commissione abbia portato a termine un buon lavoro, molto attuale e che servirà come riserva anche di idee non soltanto al Governo in primis, ma sicuramente anche ai diversi Gruppi parlamentari, anche perché molte delle idee che sono nate in seno ai Gruppi stessi le abbiamo riproposte in questa sede.
  L'ipotesi di integrazione che abbiamo letto questa mattina e che è stata presentata la condivido personalmente.
  Vorrei aggiungere una considerazione, ma non so neanche se e come scriverla nella relazione. È importante la garanzia della sovranità digitale. In questo caso si parla di cloud, ma è importante anche la garanzia della sovranità digitale sugli altri servizi digitali che la PA dovrà per forza di cose offrire all'utenza.
  Sappiamo tutti che il grado di tecnologia raggiunto dai soggetti internazionali che tutti conosciamo – usiamo ogni giorno i servizi che offrono – per le risorse che questi soggetti hanno a disposizione è apparentemente irraggiungibile da parte di altri soggetti anche pubblici. Però, poiché esistono soggetti pubblici che hanno dimostrato di realizzare degli strumenti efficaci e con semplicità d'uso – quello schema di cui avevamo parlato anche in questa Commissione che richiama il game, il gioco, che è quello che ha fatto il successo delle principali applicazioni mobili che utilizziamo – e siccome ci sono dei soggetti pubblici che sono abbastanza all'avanguardia rispetto a quelle che abbiamo conosciuto finora, l'auspicio – questa è la considerazione – è che le sinergie tra i vari soggetti pubblici che si occupano di software siano reali ed effettive e che non si creino quelle inutili e dannose competizioni tra soggetti che costituiscono un ostacolo per poter realizzare strumenti che si avvicinino a quelli privati che noi utilizziamo ogni giorno.
  L'auspicio è che ci sia, quindi, maggiore sinergia e che venga evitata ogni tipo di Pag. 4«competizione» tra questi soggetti. Sul resto ribadisco il voto favorevole del Movimento 5 Stelle. Ringrazio il presidente, gli uffici e i colleghi per il lavoro che abbiamo svolto insieme. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Fenu. Onorevole Giacometto e poi il senatore De Bertoldi.

  CARLO GIACOMETTO. Grazie, presidente. Anch'io mi associo alle considerazioni appena svolte dal collega Fenu. Ringrazio sia la presidenza sia la struttura per il lavoro che ha fatto insieme a noi in questo percorso che ci ha portato, come è stato ricordato, attraverso 30 audizioni e decine di contributi scritti che ci hanno consentito di affrontare questo argomento in maniera precisa e puntuale, come del resto è consuetudine di questa Commissione, quantomeno in questa legislatura. Grazie, presidente, ma grazie anche agli uffici e ai colleghi per i contributi.
  Per quanto riguarda il Gruppo che ho l'onore di rappresentare, certamente il nostro è un voto favorevole, anche perché emerge dal documento e specialmente dalle conclusioni un principio che secondo noi è fondamentale, ovvero quello di affrontare questi temi che riguardano temi complessi come l'architettura digitale nel nostro Paese e il cloud da un punto di vista del cittadino.
  Nel documento conclusivo si fa riferimento al principio dell'habeas data, che è una tutela del cittadino, si fa più volte riferimento al principio del once only, che è un tema annoso che viene ormai ripetuto in tanti provvedimenti legislativi, ma che poi non trova quasi mai attuazione e che noi, invece, abbiamo inteso sottolineare più volte, ma si sottolinea anche come vi sia la necessità in un'architettura statale molto frastagliata come quella italiana di mettersi anche dal punto di vista dei piccoli comuni e delle province, che in qualche modo possano fare da gestore di esperienze locali dove le difficoltà oggettive procedurali sono evidenti. Credo che questi siano dei punti di vista che emergono in questo documento e che dal mio punto di vista devono essere sottolineati.
  Pertanto, come ho già detto prima, il nostro sarà un voto favorevole. Ringrazio ancora per il lavoro svolto.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giacometto. Senatore De Bertoldi, prego.

  ANDREA DE BERTOLDI. Grazie, presidente. Anche io ringrazio tutti i colleghi per il lavoro che è stato svolto e ho apprezzato, come nelle precedenti indagini, la comunità di lavoro e la trasversalità di lavoro di questa Commissione e del suo presidente.
  Condivido in particolar modo l'ipotesi di integrazione, perché ritengo che i rischi esposti al paragrafo 7.5.2 siano reali e vadano ben sottolineati.
  Un aspetto che secondo me desta particolare importanza – chiedo un supporto a voi, se magari io non ho trovato esattamente quello che cercavo – muove dal fatto che ben venga l'habeas data, su cui sono perfettamente d'accordo, ma c'è un aspetto che mi preoccupa anche un po' alla luce del clima da dittatura sanitaria che sta vigendo in questo Paese e che peraltro – scusatemi la divagazione – ci mette a livelli di vaccinazione al di sotto di Stati che non hanno nessuna dittatura o nessun obbligo, ma che hanno più vaccinazioni di noi e meno problemi di noi.
  Siccome io non vorrei che questo amore verso la tecnologia e verso l'informatizzazione di tutto possa poi portare a una situazione che purtroppo vediamo in Paesi certamente non democratici – viene facile pensare alla Cina, dove addirittura il pensiero di una persona viene monitorato dalle istituzioni, per non dire i comportamenti –, la grande utilità della tecnologia certamente è sotto gli occhi di tutti, ma per quanto riguarda il tema della limitazione della privacy e dell'utilizzabilità dei dati da parte, ad esempio – pensando da commercialista – dell'Agenzia delle entrate – forse mi è sfuggito, perché il documento è abbastanza importante e soprattutto in questi ultimi mesi il mio impegno è stato focalizzato, come sa il presidente, sugli aspetti del bilancio e del fisco e forse non ho puntualmente visionato ogni riga – dalla lettura Pag. 5che ho fatto del documento mi sembra di non aver visto un richiamo molto forte su questo aspetto, perché secondo me è un passaggio essenziale: tanto importante è la fruibilità e l'interoperabilità dei dati, quanto è ancora più importante la tutela della privacy, perché qui altrimenti corriamo il rischio che davvero ogni passo del cittadino debba essere giustificato.
  Io voglio anche andare nei casi concreti perché, quando si parla di massimi sistemi, se poi non li cali nella realtà, può sembrare un esercizio di teoria. L'Agenzia delle entrate potrebbe chiamarti a giustificare che sei stato otto volte in un ristorante di un certo prestigio, magari con persone alle quali tu non devi e non puoi giustificare quello che hai fatto. Queste sono cose che possono suscitare un giusto sorriso, ma fanno capire quanto ci sia il rischio che la persona non sia più libera.
  Se io devo pensare che la libertà di un individuo in tutti i campi, come nel diletto e nel piacere, venga sottoposto a un controllo e che io possa avere un funzionario di qualunque realtà come dell'Agenzia delle entrate che mi dice: «Perché tu hai fatto questo?», da liberale inorridisco. Il rischio che noi corriamo è veramente altissimo. Dal Green Pass rafforzato o plurirafforzato qui rischiamo di andare avanti in una direzione dove noi diventiamo schiavi di un sistema.
  Siccome per me questo è un aspetto fondamentale, chiederei al presidente se può darmi qualche lume di rassicurazione e vincolerei il mio voto favorevole a un passaggio che sia molto forte su questo tema, perché ribadisco che tanto è importante quello che riguarda l'interoperabilità dei dati, quanto è ancora più importante la tutela della privacy del cittadino nella civiltà liberale.
  Siccome secondo me in questi ultimi anni c'è una deriva a livello internazionale verso il controllo del cittadino, io ritengo che su questo passaggio dobbiamo dare un messaggio non semplice, ma addirittura molto forte e fondamentale nella portata del documento. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore De Bertoldi. In realtà il tema della privacy durante tutto il ciclo delle audizioni è sempre emerso. Abbiamo anche audito il Garante della privacy e abbiamo visto come l'esercizio della tutela della privacy sia esercitato in maniera abbastanza importante.
  Credo che forse la vera criticità che lei sta ricordando, e che è stata ricordata anche nell'intervento che ha fatto poc'anzi l'onorevole Giacometto, è quella di mettere il cittadino alla pari nella conoscenza delle informazioni rispetto alla pubblica amministrazione. Questo è un elemento che spesso mette il cittadino in condizione soccombente.
  Nel nostro testo abbiamo richiamato questo concetto nelle proposte al punto 7.2.4, garantendo l'habeas data, cioè il diritto dei cittadini al controllo dei propri dati. Leggo testualmente quello che abbiamo scritto: «Ne consegue il diritto per il cittadino contribuente e del professionista delegato di conoscere i dati riferibili alla sua persona in assoluta parità con le amministrazioni che li detengono. A tal fine va incondizionatamente riconosciuto, in caso di richiesta di accesso ai documenti amministrativi, l'interesse diretto, concreto e attuale in particolare sui dati da cui abbia tratto l'origine un accertamento a proprio carico».
  Questo è un principio che abbiamo voluto affermare in maniera importante, ma raccogliamo anche il suggerimento rafforzato da parte del senatore De Bertoldi, lo mettiamo agli atti e nelle dichiarazioni di voto lo recepiamo come volontà nella Commissione di rafforzare il principio.

  ANDREA DE BERTOLDI. Se mi concede ancora un minuto, il messaggio che vorrei che venisse fuori anche con tre righe per questo elaborato – non è che serva chissà cosa – è che prima di arrivare alla compiutezza dell'interoperabilità dei dati, deve essere predisposto dal Garante della privacy o dalle istituzioni un decalogo, un qualcosa che garantisca il cittadino che l'utilizzo di quei dati deve essere inquadrato in modo molto rigoroso, perché altrimenti davvero noi rischiamo di essere radiografati a 360 gradi e ogni amministrazione può andare a farci l'analisi del sangue.Pag. 6
  Le faccio un esempio sempre per calare questo aspetto nella realtà. Nella mia provincia autonoma di Trento, come in quella di Bolzano, ci sono alcuni – non noi – che stanno richiedendo che non la normativa fiscale ma l'operatività dell'Agenzia delle entrate, ad esempio, diventi di controllo provinciale. Immaginiamoci ai fini politici in una provincia di 500 mila abitanti, quando il funzionario o il dirigente messo lì dal governatore ha la possibilità di andare a vedere tutti i miei dati – dove ho mangiato, dove ho cenato, se ho avuto la pressione alta, se ho avuto la febbre, se sono stato al casinò eccetera –, quella persona anche a livello politico non è più libera. Noi rischiamo di arrivare in uno Stato cinese.
  Ecco perché dico di fare attenzione, perché il tema che trattiamo è veramente importante. Un messaggio molto forte condizionante l'utilizzabilità dei dati dovrebbe essere legato alla tutela della privacy e a un passaggio di questo genere molto ben evidenziato.

  PRESIDENTE. Il concetto credo sia condiviso. Prego, onorevole Giacometto.

  CARLO GIACOMETTO. Si potrebbe secondo me facilmente modificare il punto 7.2.4, introducendo alla fine, dove si dice: «l'interesse diretto, concreto e attuale in particolare sui dati da cui abbia tratto origine un accertamento a proprio carico», «anche per tutelare i cittadini nel rispetto della loro privacy».

  PRESIDENTE. Lo metterei subito, all'inizio. Stiamo cercando di inserirlo in modo che rimanga. Dobbiamo scrivere qualcosa che non vada a far credere che non ci siano le norme, perché le norme ci sono già. Dobbiamo richiamarle e rafforzarle.
  La nostra è una preoccupazione, però non è che siamo su un terreno vergine, nel senso che il Garante della privacy ha degli strumenti molto importanti e li esercita per tutelare i cittadini. Noi dobbiamo preoccuparci che questo esercizio avvenga sempre e in maniera più efficace.
  Al punto 7.2.4 potremmo iniziare dicendo: «Ferma restando la tutela della privacy del cittadino da esercitare nelle modalità più idonee, garantire l'habeas data». Richiamiamo la tutela della privacy e poi diciamo il concetto dell'habeas data, però prima garantiamo la privacy. Non possiamo scrivere che serve garantire la privacy come se non ci fossero le norme, perché le norme ci sono e dobbiamo richiamare il concetto in modo rafforzato.
  Devo ricordare che spesso, durante le nostre audizioni, che abbiamo fatto proprio in questa sessione, molti inconvenienti che lamentano i cittadini nella non possibilità di utilizzare i dati e nella non possibilità di scambiare i dati nascono dall'intervento del Garante della privacy. Qui si scontrano due necessità quindi.
  Proprio durante le sedute di Commissione è emerso più volte che cose che a noi sembravano scontate in realtà non si possono fare, perché il Garante della privacy interviene in maniera sistematica per impedire che, per esempio, un semplice scambio di dati tra l'amministrazione centrale e le amministrazioni locali a volte non è possibile, perché il Garante della privacy giustamente pone dei paletti importanti. Non è che questo non succede, succede.
  Dove c'è l'habeas data, potremmo scrivere: «garantire, verificando la piena efficacia dell'azione della tutela della privacy». Richiamiamo il concetto, ma naturalmente le norme ci sono già. Prego, senatore Fenu.

  EMILIANO FENU. Anche io credo che le norme esistano, però il rischio è reale. Secondo me da questo rischio non è scollegato quello che abbiamo inserito nella relazione, ovvero la parità di accesso da parte del contribuente, perché nell'esempio che ha fatto il collega, se io vedo che la pubblica amministrazione è in possesso dell'informazione per cui io sono andato otto volte a cena nello stesso ristorante con Tizio, Caio e Sempronio, io sono il soggetto che può garantire la maggior tutela a me stesso, quindi posso contestare la presenza di queste informazioni e magari agire anche presso il Garante della privacy.
  Va bene ribadire questo concetto, però credo che la simmetria informativa sia un elemento fondamentale anche da questo Pag. 7punto di vista, perché se so cosa sai di me, io posso tutelarmi. È questo il concetto.

  PRESIDENTE. Certo, questo è chiarissimo.

  ANDREA DE BERTOLDI. Se noi, oltre a questo rafforzativo sulla garanzia della privacy, nell'ambito dell'habeas data dicessimo che noi possiamo vedere cosa c'è nel cassetto e chi negli ultimi dodici mesi è andato ad aprire e a verificarlo?
  Io voglio sapere perché Mario Rossi, che magari non c'entra niente, è andato a guardare i cavoli miei perché lo può fare in quanto funzionario. Oggi anche un funzionario dell'Agenzia delle entrate può andare a vedere la posizione di Andrea De Bertoldi, però potrebbe essere chiamato a giustificarlo dal suo capo che gli dice: «Perché sei andato a vedere Andrea De Bertoldi? Che ragione c'era?», «Perché è il fidanzato di mia sorella».
  Oggi, mentre lo può controllare il suo capo, io, Andrea De Bertoldi, che sono stato controllato, ovviamente non lo so, ma se io posso andare nell'habeas data a vedere le mie informazioni che sono lì, io devo poter vedere anche chi negli ultimi dodici mesi è andato a guardarle.
  Se io vedo che sei mesi fa il signor X del catasto è andato a guardare la mia dichiarazione dei redditi, io gli dico: «Scusa, perché sei andato a vedere la mia dichiarazione dei redditi? C'è un motivo?». Se lui ha un motivo professionale, nulla quaestio.
  Quella sarebbe anche una bella difesa: che il funzionario sappia che, quando va a guardare Fenu, lo deve fare perché ha un incarico, perché ha mandato o perché è un accertamento da svolgere su Fenu e non che lo fa perché vuole rompere le scatole a Fenu o perché ce l'ha con il Movimento 5 Stelle o con Fratelli d'Italia.
  Il rischio è che questi dati possono essere utilizzati perché magari è l'amico di tua moglie, il fidanzato di tua sorella o l'avversario politico.

  PRESIDENTE. Bene, torniamo al tema, perché dobbiamo chiudere per consentire a tutti i colleghi di partecipare alla votazione. Se siete d'accordo, potremmo aggiungere alla fine del 7.2.4 – stavo guardando con gli uffici – una frase di questo genere: «Garantire, nella realizzazione e gestione dei progetti di sviluppo in materia di digitalizzazione e di interoperabilità della pubblica amministrazione, la piena tutela della riservatezza dei dati personali previsti dall'ordinamento». È un richiamo, però è rafforzativo.

  ANDREA DE BERTOLDI. Perfetto. Per quello che ho richiesto prima, va benissimo. Magari, alla luce di quello che aveva detto il collega, chiedo se possiamo anche mettere la possibilità di conoscere non solo i nostri dati, ma anche chi li va a guardare. Io devo sapere chi è andato a vedere quei dati come, ad esempio, i miei dati sanitari. Se io vedo che uno dell'Agenzia delle entrate è andato a vedere se io ho avuto la pertosse, per così dire, se potessimo dire anche chi li ha. Se tu li puoi controllare, io devo sapere che tu li hai controllati.

  PRESIDENTE. Allora aggiungerei, dopo quello che abbiamo detto: «ivi compresa la possibilità per il cittadino di verificare quali amministrazioni hanno avuto accesso ai dati».

  ANDREA DE BERTOLDI. Perfetto. Così almeno io posso rivolgermi al direttore del catasto e gli dico: «Senti, perché sei andato a vedere le mie spese al ristorante?».

  PRESIDENTE. Come sempre questa Commissione dimostra che va al merito delle cose e riesce a migliorare anche i documenti che credo siano già ottimi e completi.
  Bene, a questo punto, se non ci sono altri interventi, prima di procedere, vorrei di nuovo ringraziarvi tutti, abbiamo fatto un ottimo lavoro. È già il terzo documento che produciamo e credo sia una nota di merito sia per tutti noi che per gli uffici che collaborano. Sono documenti che, come questo, sono stati sempre approvati in piena armonia e in modo trasversale e credo che Pag. 8possano veramente essere utili per il Governo e per il Parlamento intero.
  A tal proposito, se siete d'accordo, vi chiederei anche la possibilità di chiedere alla Presidenza della Camera e del Senato di sottoporre alle rispettive Conferenze dei capigruppo la proposta di esaminare eventualmente in Aula la relazione che abbiamo predisposto. Se mi date mandato, farò richiesta anche ai due Presidenti di procedere in tal senso e poi vedremo cosa decideranno.

  ANDREA DE BERTOLDI. Presidente, cosa ne pensa se noi facessimo come l'altra volta, ovvero – oltre al libro che è bello che rimanga agli atti di questo lavoro, che secondo me è ben fatto – prevedere anche un momento di pubblicità, come abbiamo fatto l'altra volta nella sala stampa della Camera?

  PRESIDENTE. Sono d'accordo. Se siete d'accordo, lo organizziamo dopo l'elezione del Presidente della Repubblica. Procediamo, come abbiamo concordato, sia all'approvazione del libro blu e poi organizzeremo l'evento più avanti.
  Se non ci sono altri interventi, chiederei di votare chi è favorevole all'approvazione della relazione così come è stata illustrata. Contrari? Nessuno. Astenuti? Nessuno. Favorevoli? Tutti favorevoli. Il documento è approvato all'unanimità. Grazie ancora a tutti. Buona giornata.
  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 9.15.