XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 58 di lunedì 8 ottobre 2018
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO
La seduta comincia alle 15.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 1° ottobre 2018.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Billi, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Carfagna, Castelli, Castiello, Cirielli, Colucci, Comaroli, Cominardi, D'Incà, D'Uva, Sabrina De Carlo, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Fidanza, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Fugatti, Galli, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Guerini, Guidesi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maniero, Manzato, Micillo, Molteni, Morelli, Morrone, Orlando, Picchi, Rampelli, Rixi, Ruocco, Scerra, Carlo Sibilia, Spadafora, Tofalo, Vacca, Valente, Villarosa e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Discussione della proposta di legge: Nesci ed altri: Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, concernente l'elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, concernente l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali, nonché altre norme in materia elettorale e di referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento) (A.C. 543-A) (ore 15,03).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge n. 543-A: Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, concernente l'elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, concernente l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali, nonché altre norme in materia elettorale e di referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 5 ottobre 2018 (Vedi l'allegato A della seduta del 5 ottobre 2018).
(Discussione sulle linee generali - A.C. 543-A)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice, onorevole Dalila Nesci.
DALILA NESCI, Relatrice. Presidente, brevemente, voglio dire che il testo che arriva in Aula in discussione sulle linee generali è frutto di un lungo lavoro di mediazione e davvero di rifinitura, che parte già dalla scorsa legislatura: ci tengo a sottolinearlo proprio perché è stato il frutto di una mediazione anche con l'allora maggioranza formata dal PD, e se lo ricorderanno bene i colleghi Fiano, ed altri colleghi del PD che hanno compartecipato ad elaborare questo testo. Siamo poi arrivati ad una deliberazione d'urgenza, e abbiamo introdotto alcune altre specifiche che vi illustrerò: quindi è frutto sicuramente di una compartecipazione di tutte le forze politiche.
In questa nuova legislatura andiamo quindi a riprendere questo tema, che riguarda le operazioni elettorali, sia pre che post-voto. Il principio che vuole informare la legge è quello di cercare di rendere più funzionale tutto il procedimento elettorale e le operazioni di voto, anche di scrutinio, e quindi di arginare possibili ed eventuali distorsioni del voto popolare.
Brevemente dico che vi sono modifiche ai cosiddetti arredamenti elettorali: le urne elettorali non saranno più costituite in cartone bianco, così come indicato dal Ministero dell'Interno, ma verranno modificate e costituite in materiale semitrasparente, in plexiglass, per evitare che, all'apertura dei seggi, non sia visibile che, dentro appunto l'urna, vi siano già schede votate, come purtroppo la cronaca e le inchieste giornalistiche ci hanno anche raccontato. Poi modifiche alle cabine elettorali: si disciplina nel dettaglio la conformazione, che dovrà essere chiusa su tre lati, con il quarto lato aperto, quindi privo di qualsiasi protezione o oscuramento rivolto verso il muro. Dunque ci sarà la possibilità comunque di mantenere la segretezza assoluta del voto; però poiché in tutta Italia ci sono differenti conformazioni delle cabine, verrà stabilito che un lato rimane aperto però rivolto verso il muro, proprio per evitare anche lì possibili brogli o distorsioni. Abbiamo visto che tante volte si scattano foto dentro i seggi, oppure addirittura è capitato che si introducano delle schede elettorali già votate e poi si esca fuori con la scheda bianca: è stato un caso di cronaca purtroppo molto famoso, e con questo cerchiamo di arginarlo.
Altre modifiche riguardano poi la nomina e i requisiti degli scrutatori, così come per i presidenti di seggio. Torniamo ad inserire l'estrazione a sorte da parte della commissione elettorale comunale in pubblica adunanza per quanto riguarda gli scrutatori, con un preavviso di dieci giorni, di modo che anche le procedure di sorteggio possano essere vigilate da esterni, dai cittadini. C'è quindi una garanzia maggiore che i prescelti non siano vicini a dinamiche distorsive del voto di scambio elettorale, proprio perché l'albo è pubblico e l'estrazione è a sorte; mentre abbiamo assistito fino ad oggi ad alcune storture, per il fatto che il sorteggio non è previsto per legge e molte volte viene scelto lo scrutatore direttamente dai consiglieri comunali o dai politici locali.
Abbiamo inserito un nuovo requisito per l'età: abbiamo abbassato il requisito anagrafico per quanto riguarda gli scrutatori a 65 anni, con l'obiettivo - passatemi il termine - di svecchiare questi albi e di incentivare la partecipazione, perché molti cittadini, giovani o meno, spesso sono stati dissuasi dal partecipare a questa esperienza, proprio per le procedure poco chiare e poco trasparenti che in genere facevano scegliere e individuare le stesse persone. Invece, con questa legge, diamo un nuovo slancio alla partecipazione.
In più prevediamo altri requisiti: coloro che ricoprono la carica di scrutatori non possono essere condannati, in via anche non definitiva, per delitti contro la pubblica amministrazione o reati di mafia. Ci tenevamo ad inserire questa specifica, proprio perché ci si troverebbe in imbarazzo se fosse proprio la pubblica amministrazione a scegliere, a sorteggiare, quindi a individuare persone che andranno a gestire le operazioni elettorali, persone appunto che magari siano già state condannate, seppure in via non definitiva, per reati contro la pubblica amministrazione. Un requisito quindi che non ha alcuna natura punitiva o sanzionatoria prima che arrivi la sentenza definitiva, ma semplicemente un riguardo che è dovuto, quando a muoversi è proprio la pubblica amministrazione.
E poi, anche per quanto riguarda la nomina dei presidenti di seggio, rimane la nomina da parte della presidenza della Corte d'appello; però prevediamo che questa nomina e questa scelta avvengano attraverso un albo. Quindi anche qui si va a mantenere un equilibrio fra trasparenza e necessità di scegliere persone competenti e limpide, e ridurre quindi al minimo possibili conflitti di interesse. Inoltre, per quanto riguarda la carica dei presidenti e dei segretari di seggio, non possono ricoprire questa carica coloro che hanno rapporti di parentela o affinità fino al secondo grado con i candidati. Ovviamente anche le altre specifiche di cui dicevo prima, per quanto riguarda condanne anche in via non definitiva per reati contro la pubblica amministrazione o di mafia.
Vado a concludere con gli ultimi dettagli sulla formazione. Anche qui per incentivare nuove persone e affinché quelle che si ritrovano più volte a ricoprire il ruolo di scrutatore, di presidente di seggio siano sempre maggiormente responsabilizzate e formate sul ruolo che andranno a ricoprire, abbiamo previsto un aggiornamento costante con una formazione online per tutti coloro che faranno parte dell'ufficio elettorale, in modo da ridurre al minimo le difficoltà, e rendere quindi quanto più possibile agevoli le procedure.
Per quanto riguarda l'ampiezza delle sezioni, abbiamo ampliato il numero minimo delle sezioni elettorali per quanto riguarda la densità demografica: le sezioni elettorali saranno ricomprese fra i 700 e i 1.200 elettori.
Ribadisco che rimangono ferme, invece, le deroghe già vigenti per quanto riguarda i comuni montani o comunque in zone disagiate.
Quindi, cerchiamo di allargare l'ampiezza demografica delle sezioni, per evitare quella dinamica che attenta comunque alla democrazia e alla libertà del voto, che è appunto l'individuazione del voto. Si sa che, nelle piccole sezioni, questa dinamica distorsiva della volontà popolare e della segretezza del voto più volte è stata violata, però, partendo dal punto di vista che ci deve essere un cambiamento culturale e una grande responsabilità da parte di tutti, sia dei cittadini che di coloro che appunto mettono mano al procedimento elettorale, sicuramente questo tipo di disposizione argina eventuali dinamiche distorsive del voto.
Un'altra novità contenuta in questa proposta di legge è rappresentata dalle assunzioni nelle partecipate, che tante volte sono state oggetto di voto clientelare o di scambio: noi abbiamo inserito che l'assunzione in una partecipata locale non può avvenire nei sessanta giorni prima e nei sessanta giorni dopo le elezioni, con una deroga qualora si trattasse di casi d'emergenza ovvero sia stato dichiarato lo stato di calamità o di emergenza.
Vado a chiudere con un importante argomento che l'opinione pubblica ha seguito non solo nella scorsa legislatura ma in realtà da anni, e grazie a questa proposta di legge se ne è parlato e credo se ne riparlerà anche in questi giorni; mi riferisco al voto per i cosiddetti fuori sede, cioè quei cittadini che, per motivi di lavoro, di cure mediche o di studio vivono fuori dal comune di residenza. La proposta di legge contiene disposizioni che riescono a garantire il voto appunto per i fuori sede, per quanto riguarda i referendum, quindi le tornate elettorali referendarie, e per quanto riguarda le elezioni europee all'interno della circoscrizione di riferimento.
Voglio sottolineare che la parte riguardante la garanzia del voto ai fuori sede per le elezioni politiche risulta difficoltosa da accordare. Erano rilievi già fatti nella scorsa legislatura e che tornano oggi, perché bisogna assolutamente conciliare il principio di segretezza del voto ma anche quello di rappresentatività territoriale; quindi, bisognava studiare davvero una procedura che riuscisse a contemperare e a garantire assolutamente questi principi.
Per tale motivo, in questo testo non compare la parte sulle elezioni politiche, però ho già avuto modo di capire che anche il Governo si è espresso in altre sedi sulla necessità di studiare e anche eventualmente sperimentare il voto elettronico e le nuove tecnologie che possano garantire questo tipo di princìpi.
Quindi, al momento, il voto ai fuori sede verrà garantito grazie a questa legge per le tornate referendarie e per le elezioni europee, che mi sembra già un buon passo in avanti, su cui comunque il Parlamento continuerà a lavorare, perché è davvero intenzione di tutte le forze politiche trovare una soluzione adeguata.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.
CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, mi riservo di intervenire nel prosieguo del dibattito.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Vittoria Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, innanzitutto è un'ottima notizia che il provvedimento oggi in discussione, dopo che nella passata legislatura era stato approvato alla Camera per poi fermarsi al Senato, sia stato immediatamente calendarizzato e sia oggi in discussione in quest'Aula.
È una buona notizia perché questa proposta, intervenendo in materia di elezioni, garantirà il corretto e regolare svolgimento delle operazioni preelettorali ed elettorali. Difatti, prima di richiamare brevemente le principali e più importanti modifiche che si propongono, va sottolineato che, grazie alle nuove norme in corso di esame, si alzano e di molto le difese immunitarie a fronte dei rischi di qualsiasi intromissione e condizionamento del procedimento elettorale.
Troppe volte, infatti, in pratica ad ogni consultazione elettorale, abbiamo sentito parlare, nella migliore delle ipotesi, di schede già votate nell'urna prima dell'apertura dei seggi, di brogli e di fenomeni di clientelismo, ma nei casi più gravi si arriva alla consumazione di ipotesi di reato come il voto di scambio politico-mafioso, corruzione elettorale e condizionamenti da parte delle cosche, con tutte le conseguenze in ordine alle gravi alterazioni del procedimento e della competizione elettorale. A tal proposito, è sufficiente infatti richiamare alcune inchieste giudiziarie, come ad esempio Mafia Capitale, dove emerge una vera e propria rete di scrutatori impegnata nelle operazioni di scrutinio per alterarne gli esiti.
Quindi, si tratta di fenomeni che evidentemente inquinano il risultato delle elezioni e possono condurre anche a ribaltare o modificare l'esito elettorale.
La proposta di legge in discussione, allora, può costituire un primo argine a queste criticità. Gli obiettivi che principalmente vengono raggiunti sono due: il primo è quello di rafforzare, attraverso una serie di norme, gli strumenti di trasparenza nell'esercizio del voto, con lo scopo di rendere il processo elettorale il più trasparente possibile e meno esposto al rischio di subire delle distorsioni. Nello specifico, si interviene sui componenti dell'ufficio elettorale, che sono i primi soggetti che vagliano il buon andamento delle elezioni, ad esempio per la scelta degli scrutatori; come si dirà, viene reintrodotto il sorteggio in adunanza pubblica, ma vengono inserite anche nuove norme per disciplinare le cabine elettorali, le urne e le dimensioni delle sezioni elettorali; questo è il primo obiettivo.
Il secondo obiettivo è invece quello di garantire, almeno limitatamente alle consultazioni di tipo referendario, sia abrogativo sia confermativo, ed alle elezioni europee, la possibilità di esercizio del voto nel comune di domicilio da parte dei cittadini elettori fuori sede, a fronte di documentate esigenze di tipo lavorativo, di istruzione e di salute.
Ma veniamo al testo della proposta e al dettaglio delle più rilevanti aree di intervento, come anticipato già dalla relatrice. Un primo gruppo di norme si occupa dei cosiddetti arredi elettorali. Per quanto riguarda le urne elettorali, si prevede che siano fatte di materiale semitrasparente, come ad esempio il plexiglass: in questo modo sarà possibile verificare la presenza di schede già votate introdotte al momento dell'apertura delle urne e anche successivamente, durante la votazione. Anche la conformazione delle cabine viene modificata, prevedendo che siano chiuse su tre lati, con il lato aperto privo di protezione e rivolto verso il muro e con un'altezza che garantisca la segretezza del voto ma che copra soltanto il busto dell'elettore. Diverrà, allora, più difficile compiere movimenti sospetti durante l'espressione di voto, aumentando così la possibilità di verifica da parte dei componenti del seggio. Le nuove cabine dovrebbero riuscire quindi ad inibire, ad esempio, l'utilizzo del cellulare per fotografare il voto e poi esibirlo eventualmente a chi lo si è promesso.
In ogni caso, per evitare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica la sostituzione delle cabine avverrà gradualmente, in caso di usura delle attuali e comunque attraverso un loro riadattamento.
Un altro gruppo di norme si occupa, come anticipato, dei componenti dell'ufficio elettorale, sia per assicurare la rotazione ed il ricambio generazionale sia per garantire una sempre maggiore trasparenza nelle operazioni di scrutinio. In quest'ottica, va valutata favorevolmente la modifica legislativa con la quale si mette a disposizione dei componenti del seggio una serie di strumenti quali la formazione online ed un aggiornamento costante sulle corrette procedure di spoglio e sulla legislazione.
Quanto al presidente, si prevede che sia sempre scelto dal presidente della corte d'appello competente per territorio tra i cittadini iscritti nell'apposito elenco, ferma restando la possibilità di nominarlo anche tra le categorie indicate dalla legge, come magistrati, avvocati e notai. Viene, però, eliminata la possibilità di surroga del presidente con il sindaco o suo delegato, stabilendone la sostituzione attraverso un sistema di estrazione a sorte dall'elenco dei presidenti; e viene anche imposto il divieto di ricoprire l'incarico di presidente per due volte consecutive presso la stessa sezione elettorale.
Vengono, poi, dettati dei limiti d'età per il presidente di seggio, fino a 70 anni, ma anche per il segretario, con un limite massimo di età di 65 anni. Infine, importanti innovazioni sono poste per l'incarico di scrutatore, che elencherò velocemente.
Anche in questo caso, si riduce il limite massimo di età fino a 65 anni; finalmente non sarà più la commissione elettorale comunale a procedere alle nomine ma si procederà ad un sorteggio tra i nominativi presenti nel relativo albo, ripristinando quindi il sistema di scelta degli scrutatori in vigore fino al 2005, anno in cui la legge di riforma del sistema elettorale, il Porcellum, lo ha abolito.
Ritengo questo sia un passaggio fondamentale e sia insomma fondamentale ripristinare l'estrazione a sorte degli scrutatori, in quanto, se è vero che deve essere garantita la copertura di tutti i seggi, è altrettanto vero che va assicurato un ricambio generazionale, evitando un'eccessiva politicizzazione delle operazioni di voto.
Si prevede, infine, che gli scrutatori siano per il 50 per cento scelti tra i disoccupati. Questo è un altro piccolo segnale, che si aggiunge alle altre azioni di questa maggioranza, che sta intervenendo con misure di sostegno delle fragilità sociali e con misure, come il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza, che assicureranno, a tutti i cittadini in difficoltà, un'esistenza libera e dignitosa, il tutto dopo decenni di interventi a favore del sistema bancario-finanziario e dopo innumerevoli provvedimenti, che hanno cancellato i diritti per soddisfare i diktat dell'Europa e dei mercati.
Sempre con riferimento ai componenti dei seggi elettorali, questa proposta introduce nuovi fondamentali limiti e nuove cause ostative alla funzione di componente dell'ufficio elettorale, ciò allo scopo di ridurre il rischio di conflitti di interesse anche potenziali. Innanzitutto, la prima causa ostativa è rivolta anche ai dipendenti del Ministero dello sviluppo economico, che si aggiunge alle ipotesi di esclusione per i dipendenti del Ministero dell'interno e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. La seconda riguarda, invece, i parenti e affini fino al secondo grado dei candidati alle elezioni interessate, quando attualmente è prevista soltanto per i candidati.
La terza causa di esclusione - che a mio parere è la più importante - riguarda coloro che siano stati condannati in via definitiva per reato non colposo o per un delitto colposo, con pena detentiva uguale o superiore a due anni di reclusione, ma anche chi ha subito una condanna, anche non in via definitiva ed anche in caso di patteggiamento e di decreto penale di condanna, per le seguenti ipotesi delittuose: reati contro la pubblica amministrazione; delitti di cui all'articolo 416-bis, ovvero associazione mafiosa; delitti di cui all'articolo 416-ter, ovvero scambio elettorale politico-mafioso. Personalmente ritengo del tutto condivisibile la scelta di non consentire la partecipazione alle operazioni elettorali a chi si sia macchiato, anche se con accertamento giudiziario non passato in giudicato, di gravi reati contro la pubblica amministrazione oppure per reati di mafia. In tali ipotesi, infatti, deve necessariamente prevalere l'interesse dello Stato alla trasparenza e alla correttezza dell'esercizio del voto ed evitare che l'esercizio del voto possa essere esercitato in condizioni di irregolarità.
Vi è poi una norma che non afferisce al procedimento elettorale preparatorio, come quelle appena menzionate, ma ne condivide le finalità di prevenzione di forme di inquinamento del voto. Mi riferisco al divieto di assunzione, nei sessanta giorni antecedenti e nei sessanta giorni successivi alle elezioni comunali o regionali, di personale dipendente a qualsiasi titolo, da parte delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società a partecipazione pubblica, locale o regionale, totale o di controllo. Vogliamo, quindi, mettere un ostacolo al noto meccanismo, attraverso il quale le assunzioni nelle partecipate degli enti locali sono spesso utilizzate come merce di scambio per ottenere voti.
L'articolo 5 della proposta di legge, invece, incide sull'ampiezza demografica delle sezioni elettorali. Secondo la normativa vigente, ciascuna sezione elettorale è costituita da un numero di elettori iscritti non superiore a 1.200 e non inferiore a 500. Con la proposta in esame, si propone di aumentare il limite minimo di aventi diritto di ciascuna sezione, elevandolo da 500 a 700 elettori iscritti. È una modifica importante, perché si rende molto più difficoltosa un'eventuale identificazione del voto da parte della malavita e del malaffare.
Infine, un breve cenno al voto fuori sede. Questa è una parte che personalmente mi sta molto a cuore, essendo stata per molti anni fuori sede in questa città. Per ragioni tecniche e per scongiurare il rischio di alterazione del risultato elettorale, come già anticipato dalla relatrice Nesci, non è stato possibile consentire il voto ai fuori sede nel comune di domicilio anche per le elezioni politiche e per le elezioni amministrative. Viceversa - ed è un piccolo, ma importante risultato - la proposta permetterà di esprimere il voto in un comune diverso da quello di residenza, per le ipotesi di referendum sia abrogativi, di cui all'articolo 75 della Costituzione, che costituzionali, previsti, quindi, dell'articolo 138 della Costituzione. Ovviamente ciò è consentito soltanto agli elettori in casi tassativi e per ragioni debitamente documentate di studio, di lavoro o di cure mediche, che si trovino, appunto per questi motivi, in un altro comune. Le medesime disposizioni e procedure si applicano anche alle elezioni europee, a condizione che l'elettore dichiari di esercitare il suo diritto di voto in una regione comunque situata nella circoscrizione di appartenenza, ciò per evitare ipotesi di spostamento degli aventi diritto al voto esclusivamente a fini elettorali, per spostare i risultati del voto in determinati collegi.
Questo è, come dicevo, un piccolo ma importante risultato. Mi permetto di anticipare che il MoVimento 5 Stelle sta lavorando per estendere il diritto di voto dei fuori sede anche alle elezioni politiche e alle elezioni amministrative, attraverso l'introduzione di nuove tecnologie, come ad esempio la tecnologia blockchain, che consente di tutelare la segretezza del voto.
Altro importante obiettivo è quello di estendere ai soccorritori, in caso di calamità naturale, quanto già in vigore per gli appartenenti alle Forze armate del comparto sicurezza e del soccorso, quindi militari, forze di polizia e corpo nazionale dei vigili del fuoco, che possono esercitare il diritto di voto, previa esibizione della tessera elettorale, in qualsiasi sezione del comune in cui si trovino per causa di servizio. La novella in esame autorizza l'espressione del voto in un comune diverso da quello di residenza in tutte le consultazioni elettorali e referendarie a chi è impegnato in operazioni di soccorso e di sostegno a vittime di terremoto o di altre calamità naturali.
Mi avvio, quindi, a conclusione. Tenendo a mente le numerose importanti novità legislative richiamate, seppur per sommi capi, l'approvazione della proposta di legge che approda oggi in Aula costituisce un ottimo inizio, un primo passo di un percorso, alla fine del quale i cittadini si riapproprieranno inevitabilmente dello Stato e delle istituzioni. Ovviamente è solo l'inizio, perché il fenomeno del voto di scambio, così come i condizionamenti elettorali, non potranno essere definitivamente sconfitti senza rafforzare l'etica democratica e senza una sempre più alta attenzione da parte dei cittadini sulla cosa pubblica e sulle istituzioni. Il voto di scambio è una delle tante armi in mano alle cosche e dei fenomeni criminali, che possiedono fiumi di denaro per dopare le campagne elettorali e per alterare il voto. Ogni riforma, anche la più giusta, senza il sostegno dei cittadini, soprattutto dei più giovani, non sarà mai in grado da sola di vincere questa battaglia durissima, anche perché il voto di scambio si nutre della povertà e delle condizioni economiche e sociali più disagiate. In quest'ottica, la proposta di legge, insieme al reddito di cittadinanza, renderà più forti e liberi i cittadini di alzare la testa e di liberarsi dal voto di scambio e, così, di esercitare il diritto politico per eccellenza, il diritto di voto, che non può essere oggetto di compravendita o di scambio, per nessun motivo e per nessun prezzo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie signor Presidente. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, vorrei intervenire brevemente in discussione generale sulla proposta di legge in esame, facendo alcune considerazioni, che hanno a che vedere nello specifico con questo strumento legislativo, di cui ci si era già dotati precedentemente in una votazione che aveva visto alla Camera l'approvazione di un testo identico, seppure questo che ci perviene in Aula è stato modificato nell'iter della discussione.
Vorrei ringraziare la discussione che c'è stata e anche la relatrice Nesci, che è anche la presentatrice, per avere individuato la strada più rapida, quella cioè di non stravolgere il testo che era stato precedentemente concordato. Quindi, dal nostro punto di vista, ci sono ovviamente, come in tutte le leggi, degli elementi che potrebbero essere migliorati, ma tanto l'intento, quanto la realizzazione, non è assolutamente negativa, anzi la consideriamo un passo in avanti.
A proposito anche della discussione che c'è stata oggi, vorrei, però, fare alcune precisazioni. Qui il tema fondamentale è quello della trasparenza. Caricarlo di attese messianiche, rispetto al contrasto di fenomeni ben più complessi, come per esempio quello del voto di scambio, a mio giudizio, a nostro giudizio, rappresenta anche una ulteriore prova, di come spesso le dichiarazioni - che corrispondono anche ad effettivi miglioramenti del testo normativo - poi vengono caricate inopinatamente di una serie di aspettative, che peraltro i cittadini ben comprendono che non possono essere risolte da una urna trasparente o da una serie di procedure, diciamo tutte utili a migliorare il procedimento elettorale, e che però, insomma, non possono essere considerate la sconfitta del voto di scambio.
Peraltro, voglio ricordare a proposito del voto di scambio, nel caso di quello politico-mafioso, il famoso 416-ter, che fu proprio la precedente legislatura a introdurlo, mantenendo un impegno che aveva assunto anche con le associazioni antimafia, a partire da Libera, e che la definizione - lo dico non per puntiglio, ma perché ritengo che in quest'Aula le parole vadano sempre misurate – di: “noto meccanismo di voto di scambio”, deve essere commisurata al fatto che, se fosse davvero noto, dovrebbe essere anche denunciato e, quindi, l'idea secondo la quale noi abbiamo tutti gli strumenti e li miglioriamo costantemente per rendere più trasparente il procedimento elettorale, non deve farci cadere in una retorica che, tra l'altro, non sarebbe utile.
Io penso che il voto di scambio sia un fenomeno articolato, complesso, perverso che cerca di alterare quelle che sono le istanze democratiche dei nostri concittadini e credo, anche, che qualsiasi strumento vada messo in campo, ma la sofisticata azione di perversione del voto deve essere ovviamente contrastata in maniera più ampia. Se questo strumento serve per migliorare la trasparenza, bene, lo faremo nostro e credo che anche al Senato ci sarà occasione di intervenire.
Peraltro, anche in questo caso, non per correggere la collega, ma la tecnologia blockchain garantisce l'assoluta trasparenza e, infatti, è in discussione, visto che me ne sono occupato per molti anni, la possibilità di utilizzarla come base per la segretezza del voto, cosa che, peraltro, auspico, perché anche io penso che ci debbano essere delle innovazioni tecnologiche.
Poi, c'è un punto di principio che riguarda il fatto che non si può fare una definizione di presunzione di colpevolezza. C'è un punto di questa normativa che si riferisce alle conseguenze amministrative di chi ha avuto una condanna in primo grado. Ecco, io penso che sia un principio di precauzione quello che, lo ripeto, già nella precedente legislatura, aveva vincolato a determinati reati commessi e dopo la sentenza di primo grado, quelli contro la pubblica amministrazione e quelli di mafia, l'impedire che potessero far parte del registro degli scrutatori e dei presidenti. Però, anche in questo caso, non si utilizzino termini definitivi: si è macchiato di reati; noi viviamo ancora in uno Stato di diritto nel quale la sentenza definitiva è quella del terzo grado di giudizio. Pur essendo d'accordo sulla conseguenza amministrativa, perché è un principio di precauzione, però, il singolo cittadino, finché non viene dichiarato colpevole al terzo grado di giudizio, non è colpevole; se no vige quel principio di presunzione di colpevolezza che, ricorderete bene, fu una gaffe che il Presidente Conte ebbe a fare proprio il giorno del suo insediamento.
A proposito del Presidente Conte e della necessaria trasparenza, lo cito en passant, perché noi abbiamo bisogno di rafforzare la trasparenza, e lo dico soprattutto al partito che lo esprime e al partito che della trasparenza ha fatto il suo cavallo di battaglia principale, il presidente del Consiglio oggi ha detto che non aveva uno studio con il professore avvocato Alpa, e questo è il motivo per il quale non sarebbe invalida la sua azione, la sua nomina e la sua vittoria a un concorso dove Alpa faceva parte del collegio giudicante. Ora, mi si spieghi se nel curriculum depositato, qui a Montecitorio, dove si dice che lui nel 2002 ha aperto uno studio con Alpa, ci sia stata una mancanza di trasparenza…
PRESIDENTE. Collega Migliore, prima hanno parlato del reddito di cittadinanza e delle pensioni di cittadinanza, adesso lei parla di Conte, torniamo entrambi al tema.
GENNARO MIGLIORE (PD). Siccome, si è parlato anche del reddito di cittadinanza, io sto parlando della trasparenza, la trasparenza dov'è in questo momento storico nella risposta del Presidente del Consiglio? Lui quel curriculum lo ha taroccato, oppure è il curriculum vero e, quindi, nel 2002 ha aperto uno studio con Alpa? Io, in nome della trasparenza, sono per fare tutte le cose che sono necessarie e credo che questo debba valere tanto per un provvedimento di legge, quanto per chi presiede in questo momento il Consiglio dei ministri.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, deputati, diciamo innanzitutto che consideriamo la ratio della proposta di legge in questione assolutamente condivisibile; segnaliamo però che, purtroppo, in gran parte si tratta di misure che non risolveranno i problemi che stanno a monte di questo settore, di questi fenomeni degenerativi. Rimaniamo convinti che è il senso della democrazia che deve essere riaffermato, protetto, reimmesso nella vita pubblica, soprattutto attraverso l'esempio di chi rappresenta i vertici della sovranità popolare. Quindi, ben vengano tutti gli strumenti, però, il dato fondamentale è quello.
Tuttavia, siccome condividiamo le finalità della proposta, appunto, non ci vogliamo neanche sottrarre a un confronto nel merito, evidenziando le positività che contiene, ma anche alcuni fattori che ci convincono meno. Ora scenderò un po' terra, terra, ma è bene affrontare tutte le questioni. Le urne trasparenti sono già adottate in molti Paesi europei, tra l'altro; però, presentano anche delle problematiche, una di queste è la spesa. Ho visto che sono stati previsti 783 mila euro per tre anni per affrontare la spesa del ricambio di queste urne, se non sbaglio, però, da conteggi anche sommari che si possono fare per le 63 mila sezioni e per il costo di urne in plastica che non sembri uno scherzo, ma, insomma, hanno un costo non esiguo, mi pare che la copertura dovrebbe essere di 3,8 milioni. Siccome stanno per arrivare le elezioni europee e tutte le urne dovrebbero essere omologate in questo senso, vorrei che ci rifletteste meglio, perché urne in plexiglass sono abbastanza costose e presenteranno, poi, problemi di riparazione, di stoccaggio e così via. Quindi, io credo che, qui, ci sarebbe da valutare se, veramente, il fatto della trasparenza possa comportare o meno, disincentivare o meno delle frodi che, secondo me, avvengono in modo molto più sostanzioso in altri modi. Quindi, non ci sembra che abbiano tutta questa utilità a fronte di un costo che, secondo me, nella proposta di legge non è sufficientemente ponderato.
L'incompatibilità per parentela è giusta, ma noi avevamo presentato, come Fratelli d'Italia, un emendamento che aggiungeva all'articolo 1, comma 1, lettera c), n. 3), dopo le parole: “i candidati medesimi”, il seguente periodo: “nei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, le disposizioni di cui al periodo precedente” – e che riguardavano appunto le incompatibilità per parentela – “si applicano prioritariamente, ma, laddove ciò rendesse impossibile la costituzione del seggio, possono essere disattese”. Era un suggerimento per consentire che anche in situazioni particolari, comunque, non si affrontassero problematiche nella costituzione del seggio. Altre perplessità le abbiamo sulla modifica delle cabine, perché nella descrizione che è fatta nella proposta di legge si dicono molte cose e, anche qui, sottolineo che la sostituzione a costo zero sarà ben difficile. La descrizione è poco comprensibile, si parla di visione del busto, della cabina rivolta al muro, ma, insomma, non c'è una grande chiarezza. Poi, avendo fatto io più volte il presidente di seggio, so che nella pratica si possono ingenerare questioni e anche lì…
I requisiti dei presidenti in base al limite di età ci sembrano sbagliati. Quello di diciotto anni è un po' pleonastico, perché si parla di persone che devono godere dei diritti civili e, quindi, è dai diciotto anni e non prima che scattano questi diritti. Sul limite dei 70-75 anni ci chiediamo perché - e, poi, rimando il commento sulla parola usata dalla relatrice: “svecchiare”, al collega Fatuzzo, perché sicuramente lo farà meglio di me -, però ricordo soltanto che Napolitano nel 2006 avevo ottantun anni. Quindi, voglio dire, mi sembra che questa sia una limitazione un po' particolare. Altro limite sempre per i requisiti dei presidenti: avere un diploma di scuola secondaria di secondo grado. Questo mi pare abbastanza sbagliato anche se facciamo riferimento a un ipotetico limite della scuola dell'obbligo che, sicuramente, è cambiato, ma noi abbiamo persone dai 60 anni, dai 55 anni in su che ancora hanno frequentato le scuole dell'obbligo quando le stesse si fermavano alla terza media.
Non ci pare giusto, obiettivamente, dare una limitazione a un cittadino di non poter fare il presidente in un seggio elettorale solo perché ha la terza media. Ci pare un po' discriminatorio.
Per quanto riguarda i corsi di formazione, che invece sono giustissimi, ci chiediamo perché soltanto online e ci chiediamo, magari coinvolgendo il fatto dell'online, perché non possano portare poi non dico a un esame ma a un'attestazione abilitativa. Cioè, si svolge il corso online che deve però poi arrivare a una sorta di attestato che consente a quelle persone di avere poi i requisiti. Così si bypasserebbe anche la problematica del titolo di studio.
Sul voto fuori sede sono d'accordissimo e non comprendiamo, se abbiamo ben capito, perché limitarlo però ai referendum e non anche a tutti gli altri tipi di votazione, perché sono requisiti oggettivi che una persona, una volta che li documenta, deve anche poter andare a votare.
Per quanto riguarda le assunzioni in partecipate dei comuni, il termine di 60 giorni lo vediamo un po' assurdo e un po' anche ingiusto perché pensiamo che sono due mesi. Perché se fossero 61 giorni che cambierebbe? Noi capiamo il motivo e ci auguriamo che sempre meno parti dell'Italia siano afflitte da queste meccaniche - naturalmente, comprendiamo il motivo per cui si voglia mettere -, però ci sembra una misura un po' sbagliata. Mettiamoci nei panni di uno stagista il quale, al termine del suo stage, voglia trovarsi assunto e incorra, per esempio, in questo periodo elettorale in cui dovrà aspettare un termine poi che potrebbe essere, a quel punto, anche di cinque anni invece che di sessanta giorni. Quindi, anche su questo abbiamo qualche perplessità. Sulla limitazione per i condannati è stato già detto e, quindi, non sto a ripetermi. Vanno benissimo gli albi degli scrutatori e peraltro segnalo che nelle mie zone esistono già, con facilitazioni per i disoccupati e per i lavoratori con un certo reddito ISEE. Quindi, io mi sono soffermato su tutte queste particolarità su cui io vi prego di rifletterci perché è un intervento ad adiuvandum e non certamente di tipo contestativo. Quindi, vi prego di riprenderle in considerazione. Confermando la condivisione della ratio, invitiamo a ovviare alle incongruenze contenute nella proposta di legge e a verificare i costi di tale normazione, riservandoci poi di valutare gli esiti finali della proposta di legge stessa in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Colgo l'occasione per salutare i bambini e i loro insegnanti dell'istituto Borgoncini Duca, di Roma. Benvenuti (Applausi). È iscritto a parlare l'onorevole Tartaglione. Ne ha facoltà.
ANNAELSA TARTAGLIONE (FI). Gentile Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge all'esame dell'Aula ha un duplice oggetto: come prima cosa si propone di introdurre alcune misure prevalentemente attraverso modifiche al procedimento elettorale, che hanno l'obiettivo di assicurare maggiore trasparenza all'elezione; in secondo luogo, si pone l'obiettivo di ampliare la possibilità di voto limitatamente ai referendum e all'elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo, anche a coloro che si trovano momentaneamente fuori dal comune di residenza.
Il gruppo di Forza Italia ha certamente apprezzato lo spirito propositivo della proposta di legge in esame, presentata e discussa con il fine di rendere il procedimento elettorale preparatorio e di contorno più equo, imparziale e trasparente. Tuttavia, al di là di alcune misure, che certamente condividiamo, di buonsenso, come la norma che non consente assunzioni nei sessanta giorni precedenti le elezioni nelle società partecipate, utilizzate nel tempo come un classico strumento di clientelismo, vi sono evidenti punti di criticità che abbiamo denunciato con forza durante l'esame del provvedimento in Commissione e che illustriamo chiaramente nella nostra questione pregiudiziale di costituzionalità.
Purtroppo, il confronto in Commissione è stato pressoché azzerato alla luce di un atteggiamento della maggioranza di completa indisponibilità e che si è riservata il rigetto di ogni proposta di buonsenso proveniente dai gruppi di minoranza e di assoluta chiusura di dialogo. Proprio per questo motivo mi appello a voi, onorevoli colleghi, al fine di adoperarci per un'attenta riflessione prima dell'approvazione del provvedimento.
Un punto su cui bisognerebbe soffermarsi e riflettere attentamente sono le disposizioni che stabiliscono l'esclusione di componente dell'ufficio elettorale per coloro che siano stati condannati, anche in via non definitiva, per i reati contro la pubblica amministrazione e per i delitti di cui all'articolo 416-bis. Tali disposizioni sono censurabili per violazione del principio di uguaglianza sancito nell'articolo 3 della Costituzione, perché prevedono un trattamento sfavorevole nei confronti dell'imputato per cui non sia intervenuta una sentenza di condanna definitiva ritualmente emanata da un giudice. Viene introdotta, quindi, una forma di irragionevole disparità di trattamento e un'evidente lesione anche del principio di presunzione di non colpevolezza, previsto dall'articolo 27 della Costituzione. Nel processo tutti gli imputati godono della medesima presunzione di non colpevolezza nonché delle medesime garanzie di rispetto alla valutazione giudiziale del fatto. L'articolo 27 della nostra Carta suprema, infatti, al secondo comma afferma che l'imputato non è considerato colpevole sino a condanna definitiva. Eppure, quanto previsto dal presente provvedimento sembra essere una nemesi rispetto al diritto di non colpevolezza, poiché è sufficiente una condanna di primo grado per vedersi esclusi dalla funzione di componente dell'ufficio elettorale.
Ebbene, anche attraverso questo provvedimento il Governo non manca di dimostrarci di amare appassionatamente le manette, di infliggere pene prima ancora che la magistratura faccia il suo lavoro. Tutto ciò è aberrante e ribadisco che non si può reputare colpevole un soggetto fino a quando non intervenga una sentenza definitiva di condanna. Fino a quel punto e a quel momento non si può essere considerati solo imputati di un fatto costituente reato e presunti non colpevoli di quel fatto.
Oltre a questa evidente lesione dei princìpi fondativi della nostra Carta costituzionale, tale provvedimento introduce delle modifiche alla legge n. 95 del 1989 in merito alla disciplina relativa agli scrutatori. Tra gli interventi più rilevanti sono apportate alcune modifiche alla disciplina concernente la scelta degli scrutatori di ciascuna sezione elettorale, prevedendo che questa venga effettuata dalla commissione elettorale comunale non più per nomina, attingendo all'albo degli scrutatori, bensì tramite il sorteggio dei nominati compresi nel predetto albo. Entrando più nello specifico, viene introdotta una riserva dei posti di scrutatori pari alla metà arrotondata per difetto a coloro che si trovano, ad almeno 30 giorni dal momento del sorteggio, in uno stato di disoccupazione, ai sensi dell'articolo 19, comma primo, del decreto legislativo n. 150 del 2015. Attenzione: proprio con questa disposizione - per chi non se ne fosse accorto - torniamo alle mance tanto care a questo Governo. C'è un fil rouge che continua a collegare incessantemente le iniziative di questa maggioranza, a creare assistiti di breve periodo e disoccupati di lungo periodo. Quello, però, che sfugge è che non è con i sussidi e con interventi spot che si fa ripartire il Paese. Si ha, invece, un disperato bisogno di interventi per l'occupazione, di politiche attive e di una cultura che agevoli il lavoro e che premi il merito e non la disoccupazione. I cittadini che non hanno un lavoro e sfortunatamente non riescono a garantire ai loro figli un futuro, versando quindi in uno stato di grande difficoltà, non hanno bisogno di posti riservati per accedere alle cariche di scrutatore che, tra l'altro, hanno una durata di breve periodo, ma hanno bisogno di essere incoraggiati e motivati a trovare un vero lavoro e non dei meri palliativi.
Questo populismo, che oramai pervade le Aule parlamentari, non riesce a convincerci della bontà di un provvedimento che appare un fritto misto, una serie di norme che stanno insieme senza logicità. Dunque, colleghi lasciatemi concludere con un monito che auspico possa essere accolto da questa maggioranza: proporre interventi, come il presente provvedimento, soltanto per ergersi a paladini della trasparenza non porta assolutamente a nulla. Al contrario, noi di Forza Italia pensiamo da sempre che bisogna puntare sul merito e sulle capacità delle persone. Succede molto spesso che gli scrutatori incompetenti determinano il prolungarsi delle operazioni di voto e questo, sì, mette in discussione la trasparenza, la correttezza e la legalità delle operazioni di voto.
Ciò, sebbene, infatti, sia importante investire sulla formazione e fornire a tutti i soggetti che assumono un ruolo nel seggio elettorale le conoscenze idonee per svolgere nel migliore dei modi possibili il loro lavoro.
Siamo ancora in tempo, non lasciamoci immobilizzare da questo populismo, ma lavoriamo concretamente per rendere veramente trasparente e corretto il procedimento e il processo elettorale e la salvaguardia del nostro voto e della nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.
CARLO FATUZZO (FI). La ringrazio, Presidente. Se mi ricorda quanti secondi ho a disposizione…
PRESIDENTE. Ancora cinquanta, circa.
CARLO FATUZZO (FI). Non mi piacciono due punti dell'altrimenti interessante provvedimento che stiamo discutendo, non mi piacciono due punti. Non mi piace il punto relativo all'estrazione a sorte degli scrutatori, anche se non mi meraviglio che arrivi dal numeroso gruppo dei 5 Stelle. Non mi meraviglia perché ho sentito dire, qua e là, che un po' alla volta si arriverà all'estrazione a sorte dei deputati e dei senatori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), possibilmente anche senza estrazione a sorte, facendone a meno del tutto.
E non mi piace quello che ha già rilevato il collega di Fratelli d'Italia che mi ha preceduto, che si escluda me stesso dal poter fare il presidente di seggio, scrutatore, eccetera. Ricordo che si viola, in questo modo, il Trattato di Nizza dell'Unione europea, articolo 21, che impedisce le discriminazioni a motivo dell'età dei cittadini dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fatuzzo.
CARLO FATUZZO (FI). Un momento, ho dimenticato: viva i pensionati, pensionati all'attacco!
PRESIDENTE. Onorevole Fatuzzo, questa conclusione dei suoi interventi, secondo me, andrebbe superata; gliel'ho già detto qualche volta, insisterò con più forza.
(Repliche - A.C. 543-A)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, deputata Nesci.
DALILA NESCI, Relatrice. Grazie, Presidente. Velocemente, ho ascoltato le parole di Migliore da parte del PD, quindi, ricordando sempre che c'è stato un lavoro del suo gruppo parlamentare, accanto a Fiano, ho dimenticato di citare l'ex collega Fabbri, che davvero ha dato una grande mano al testo.
Per quanto riguarda le perplessità di Fratelli d'Italia, stiamo lavorando anche per verificare la questione riguardante le incompatibilità per parentela, ma non vorrei che poi si trovasse il modo per aggirare la novità di questa proposta di legge. Però, capisco quali sono le perplessità per i comuni più piccoli.
Per quanto riguarda le coperture, anche le spese sono davvero al minimo. Infatti, anche per quanto riguarda le cabine, che sono semplicemente chiuse su tre lati con il quarto lato scoperto, queste cabine sono rivolte verso il muro, e quindi si dà la possibilità di mantenere la segretezza del voto, ma, allo stesso modo, di monitorare le spalle del votante, affinché non faccia foto o scambi di schede, eventualmente.
E poi, per quanto riguarda le ultime perplessità anche del collega Fatuzzo, abbiamo semplicemente abbassato l'età per quanto riguarda gli scrutatori, non per quanto riguarda il presidente, e quindi non si tratta di violare alcun principio costituzionale.
Concludo con un appunto ai colleghi di Forza Italia, per cui c'è stata una mediazione con diversi gruppi e sono state rigettate le ipotesi di formulazione che, a mio avviso, andavano incontro alle esigenze, in alcuni casi, di Forza Italia, e uno, per esempio, è stato comunque approvato con un emendamento a mia firma, della relatrice, per accogliere le perplessità che riguardavano le assunzioni, il divieto di assunzione nelle partecipate.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Volevo semplicemente intervenire per lasciare il contributo del Governo a questa discussione sulle linee generali, soprattutto per segnalare il grado di armonia della discussione all'interno della Commissione, che, secondo me, non va mai tralasciato, soprattutto in un provvedimento che già aveva avuto, nella passata legislatura, una serie di interventi; e, quindi, in questo senso, penso che la discussione che è stata fatta in Commissione debba essere anche un po' presa a modello per quelli che saranno i provvedimenti sicuramente impegnativi allo stesso modo, che ci vedranno impegnati nel futuro della Commissione.
Vorrei rispondere, o meglio, più che altro sottolineare una cosa importante, perché non vorrei che questa proposta di legge venisse sottovalutata per la sua importanza.
Infatti, al di là di legittime preoccupazioni che, secondo me, quest'Aula ha tutto il diritto di prendere in considerazione - ci sarà il termine degli emendamenti, quindi le modifiche da poter proporre al testo, e quindi da sottoporre alla votazione dell'Aula nei prossimi giorni -, però credo che sia una risposta importante ad uno di quei fenomeni che è il fenomeno dei brogli, il fenomeno del condizionamento del voto. Sicuramente siamo tutti d'accordo, non si può scrivere in una legge il senso della democrazia, come veniva sostanzialmente detto da questi banchi. Non possiamo scrivere come intendiamo noi il senso della democrazia, come lo intende quest'Aula tutta, però è importante, a mio modo di vedere, dare dei segnali su come intendiamo vigilare sulla trasparenza del voto, sulla libertà che il cittadino può avere all'interno di una cabina elettorale, perché è un valore importantissimo.
È evidente che tutto può accadere all'esterno della cabina elettorale, tutto può accadere all'esterno della sezione, all'esterno del seggio elettorale. Tutti gli scambi si possono fare in strada tranquillamente; chiaramente, devono essere perseguiti nella maniera quanto più dura possibile dalle forze dell'ordine, che già fanno un egregio lavoro in questo senso, tant'è che conosciamo tantissime di queste nefandezze che vengono commesse all'atto o, comunque, in prossimità delle votazioni.
Però, c'è un momento nel quale lo scambio, l'accordo truffaldino viene posto in essere, e quel momento è proprio all'interno dell'urna; quindi, avere la possibilità, anche allorché sembrino delle sciocchezze… guardate, la questione dei costi chiaramente ci sta molto a cuore: spendere quei 3 milioni di euro per avere un'urna trasparente. Innanzitutto, possiamo dire che, facendo i corsi di formazione online, è evidente che noi abbiamo un risparmio notevole, quindi anche quello compensa, da un certo punto di vista, i costi, ma è un costo che affronto volentieri, il Governo deve affrontarlo volentieri, se riusciamo comunque ad avere un incremento della trasparenza. Perché può succedere - lo sappiamo tutti, perché le cronache ne sono piene - di trovarci con delle urne che all'interno, magari, hanno già avuto delle manomissioni in passato. Oggi questa cosa non potrà più accadere perché, con l'approvazione di questo testo, che mi auguro sarà approvato da quest'Aula, prima, e dal Senato, poi, potremo finalmente avere la chiarezza di quello che c'è all'interno di quell'urna, così come potremo avere contezza - maggiore contezza - di chi, quando si reca all'interno, non deve testimoniare il proprio voto a nessuno con una fotografia fatta con lo smartphone. Può stare tranquillo e realizzare tutte le sue operazioni nella maniera più trasparente possibile.
E non dimentichiamoci il combinato disposto di questi interventi strumentali, che possono sembrare banali sulla strumentazione, ma che, in realtà, fanno tanto, anche con l'incremento dei votanti per la sezione da 500 a 700. Sono tutti piccoli migliorativi che danno dei colpi, nel tempo mortali, alla criminalità organizzata e a chi si nutre del voto di scambio.
Questo è il Governo che deve dare queste risposte e credo che lo stiamo facendo, e mi auguro che questo Parlamento, così come sta facendo su questa legge, possa contribuire a trecentosessanta gradi per rendere sempre migliori dei testi di legge che vengono presentati in quest'Aula. Quindi, grazie.
PRESIDENTE. Avverto che, a norma dell'articolo 40, comma 1, del Regolamento, è stata presentata la questione pregiudiziale di costituzionalità Sisto e Occhiuto n. 1, che sarà esaminata e posta in votazione nella seduta di giovedì 11 ottobre, prima di passare all'esame degli articoli del provvedimento.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fatuzzo. Ne ha facoltà.
CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, ho incontrato in treno, questa mattina, una conoscente che, sapendo che mastico un po' di pensioni, mi ha detto: ho 66 anni di età, 19 anni versati di lavoro, contributi, ma non andrò mai in pensione perché dovrei pagare un anno di versamenti volontari, che costano circa 1.700 euro, e io sono povera in canna, non posso pagare assolutamente.
E allora ho riflettuto un attimo e ho detto: ma non può l'Istituto nazionale della previdenza sociale anticipare il costo di questi versamenti volontari, rifacendosi poi nei primi mesi di pensione? Credo sarebbe un aiuto a persone che ne hanno veramente necessità. Viva i pensionati, pensionati all'attacco!
PRESIDENTE. Collega Fatuzzo, io quando la richiamo su questo, non lo faccio per motivi personali, la prego, siamo in Aula del Parlamento, la ringrazio.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Martedì 9 ottobre 2018 - Ore 11:
1. Svolgimento di interrogazioni .
La seduta termina alle 16.