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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 15 novembre 2018

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 15 novembre 2018.

  Battelli, Benvenuto, Billi, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Cancelleri, Cardinale, Carelli, Carfagna, Castelli, Castiello, Cavandoli, Ceccanti, Ciprini, Cirielli, Colletti, Colucci, Cominardi, Corneli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Del Barba, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Ferri, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Frassinetti, Frusone, Fusacchia, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, La Marca, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Olgiati, Picchi, Rampelli, Ravetto, Rixi, Rizzo, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Scoma, Carlo Sibilia, Siragusa, Sisto, Spadafora, Spadoni, Tofalo, Ungaro, Vacca, Valbusa, Valente, Villarosa, Raffaele Volpi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 14 novembre 2018 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
  SCHIRÒ ed altri: «Concessione di contributi previdenziali figurativi per maternità o adozione» (1363);
  FRASSINI: «Introduzione dell'obbligo di dotare i veicoli a motore di dispositivi per adattare le cinture di sicurezza alle condizioni fisiche delle donne in stato di gravidanza» (1364);
  FOGLIANI ed altri: «Disposizioni in materia di circolazione di prova dei veicoli» (1365);
  MACCANTI ed altri: «Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e altre disposizioni concernenti le caratteristiche dei veicoli, la disciplina della circolazione stradale, la tutela dei veicoli storici e il regime sanzionatorio delle violazioni» (1366).

  Saranno stampate e distribuite.

Ritiro di proposte di legge.

  In data 14 novembre 2018 il deputato Luciano Cantone ha comunicato, anche a nome dei cofirmatari, di ritirare la seguente proposta di legge:
  LUCIANO CANTONE ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale per la sensibilizzazione sugli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola in bicicletta» (1144).

  La proposta di legge sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):

  BUSINAROLO: «Modifica all'articolo 16 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, in materia di controllo e valutazione delle prestazioni degli enti territoriali e del servizio sanitario nazionale» (882) Parere delle Commissioni V e XII.

   II Commissione (Giustizia):

  ORLANDO: «Modifiche al decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139, in materia di specializzazione dei dottori commercialisti» (894) Parere delle Commissioni I, V, VI, VII e XIV.

   VI Commissione (Finanze):

  GRIMOLDI ed altri: «Modifica alla tabella A allegata al testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, in materia di esenzione dall'accisa per il carburante utilizzato per la navigazione nelle acque interne a fini di pesca e di trasporto di passeggeri» (887) Parere delle Commissioni I, V, IX, XIII e XIV.

   VII Commissione (Cultura):

  D'UVA ed altri: «Istituzione del dottorato industriale» (826) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X e XI;

  TOCCAFONDI ed altri: «Introduzione dell'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza e alla Costituzione nella scuola primaria e secondaria» (1166) Parere delle Commissioni I, V e XI.

   IX Commissione (Trasporti):

  PRESTIGIACOMO ed altri: «Modifiche alla legge 28 gennaio 1994, n. 84, concernenti l'istituzione delle autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia orientale 2 e dello Stretto di Messina» (896) Parere delle Commissioni I e V.

   XI Commissione (Lavoro):

  CARLA CANTONE ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 479, concernenti l'ordinamento e la struttura organizzativa dell'Istituto nazionale della previdenza sociale e dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro» (479) Parere delle Commissioni I, V e X.

   Commissioni riunite X (Attività produttive) e XI (Lavoro):

  PEZZOPANE: «Disposizioni per la tutela e lo sviluppo del settore dei call center e per la salvaguardia dell'occupazione» (638) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, IX e XIV.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte Costituzionale, in data 14 novembre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia della seguente sentenza che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, è inviata alla VIII Commissione (Ambiente), nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):

  Sentenza n. 198 del 19 giugno – 14 novembre 2018 (Doc. VII, n. 149), con la quale:
   dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 104 (Attuazione della direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che modifica la direttiva 2011/92/UE, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, ai sensi degli articoli 1 e 14 della legge 9 luglio 2015, n. 114), nella parte in cui non contempla una clausola di salvaguardia che consenta alle Province autonome di Trento e di Bolzano di adeguare la propria legislazione alle norme in esso contenute, secondo la procedura di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 266 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti il rapporto tra gli atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali, nonché la potestà statale di indirizzo e coordinamento);
   dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 4, del decreto legislativo n. 104 del 2017, nella parte in cui prevede che le Province autonome di Trento e di Bolzano adeguino i propri ordinamenti entro il termine di «centoventi giorni» anziché entro quello di sei mesi dall'entrata in vigore del medesimo decreto legislativo;
   dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'intero decreto legislativo n. 104 del 2017, promossa, in riferimento all'articolo 120 della Costituzione, dalla Regione Puglia;
   dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 3, 5, 8, 9, 12, 13, 16, 17, 22 e 26 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento al principio di leale collaborazione, dalle Regioni autonome Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna, dalle Regioni Veneto e Calabria e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano;
   dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 18, comma 3, in combinato disposto con l'articolo 3, comma 1, lettera g), del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3, 9, 24 e 97 della Costituzione, dalla Regione Puglia;
   dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 5, 76, 117, 118 e 120 della Costituzione, dalla Regione Calabria;
   dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 27 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 76, 81, 117, terzo comma, e 118 della Costituzione, dalle Regioni Lombardia, Abruzzo e Calabria;
   dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5, comma 1, 22, commi 1, 2, 3 e 4, e 26 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3 e 97 della Costituzione, dalla Provincia autonoma di Trento;
   dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5, comma 1, 8, 16, commi 1 e 2, 22, commi 1, 2, 3 e 4, 23, commi 1 e 4, e 24 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento all'articolo 76 della Costituzione, dalla Provincia autonoma di Bolzano;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'intero decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 76, 77 e 117, primo comma, della Costituzione, dalla Regione Puglia e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 3, 4, 5, 8, 12, 13, 14, 16, 17, 22 e 26 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento all'articolo 76 della Costituzione, dalle Regioni autonome Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna, dalle Regioni Lombardia, Abruzzo, Puglia, Veneto e Calabria e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 1, lettera g), del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3, 5, 32, 97, 117, terzo comma, 118 e 120 della Costituzione, nonché al principio di leale collaborazione, dalle Regioni Lombardia, Puglia, Abruzzo, Veneto e Calabria;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 1, lettera h), del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3, 97, 117, terzo comma, e 118 della Costituzione, nonché al principio di leale collaborazione, dalla Regione Veneto;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5, 22, commi 1, 2, 3 e 4, e 26 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3, 117, terzo e quarto comma, e 118 della Costituzione, nonché al principio di leale collaborazione di cui agli articoli 5 e 120 della Costituzione, dalle Regioni Lombardia, Abruzzo, Calabria e Veneto;
   dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 14 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promossa, in riferimento al principio di leale collaborazione, dalla Regione Puglia;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 16, comma 2, del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3, 97 e 117, terzo comma, della Costituzione, nonché del principio di leale collaborazione, dalle Regioni Lombardia, Abruzzo e Calabria;
   dichiara non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3, 97, 117, terzo e quarto comma, 118 e 119 della Costituzione, nonché al principio di leale collaborazione, dalle Regioni Lombardia, Abruzzo, Veneto e Calabria;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5 e 22, commi 1, 2, 3 e 4, del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 2, primo comma, lettere a), d), f) e m), 3 e 4 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per la Valle d'Aosta), nonché agli articoli 3, 97, 117, primo e terzo comma, e 118, della Costituzione, anche in relazione all'articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione), dalla Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5, 22 e 26 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 4 e 5 della legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia), nonché agli articoli 117, secondo e terzo comma, della Costituzione, dalla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5, 22 e 26 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3 e 4 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), nonché agli articoli 117, secondo e terzo comma, della Costituzione, dalla Regione autonoma Sardegna;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5, 22, commi 1, 2, 3 e 4, e 26, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 8, numeri 1), 3), 5), 6), 11), 13), 14), 16), 17), 18), 20) e 21), 9, numeri 3), 9) e 10), e 16 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino Alto-Adige), all'articolo 19-bis del decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 1974, n. 381 (Norme di attuazione dello statuto speciale per la Regione Trentino Alto-Adige in materia di urbanistica ed opere pubbliche), all'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 19 novembre 1987, n. 526 (Estensione alla regione Trentino-Alto Adige ed alle Province autonome di Trento e Bolzano delle disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616), agli articoli 117, terzo, quarto e quinto comma, anche in relazione all'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, 118 e 120, secondo comma, della Costituzione, dalla Provincia autonoma di Trento;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5, comma 1, e 22, commi 1, 2, 3 e 4, del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 8, numeri 3), 5), 6), 9), 11), 13), 16), 17), 18), 20), 21) e 24), 9, numeri 3), 9) e 10), e 16 del decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 1972, all'articolo 19-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 381 del 1974, agli articoli 7 e 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 526 del 1987, all'articolo 4 del decreto legislativo n. 266 del 1992, nonché agli articoli 3, 97, 117, primo, terzo, quarto e quinto comma, della Costituzione, anche in relazione all'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, dalla Provincia autonoma di Bolzano;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 8, 16, commi 1 e 2, e 24 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 8, numeri 1), 3), 5), 6), 11), 13), 16), 17), 18), 20), 21) e 9, numeri 3), 9) e 10) del decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 1972, all'articolo 19-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 381 del 1974, all'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 526 del 1987, all'articolo 2 del decreto legislativo n. 266 del 1992, agli articoli 3, 97, 117, primo e quinto comma, e 120, secondo comma, della Costituzione, anche in relazione all'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, dalle Province autonome di Trento e di Bolzano;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 16, comma 2, e 24 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 2, primo comma, lettere a), d), f) e m), 3 e 4 della legge costituzionale n. 4 del 1948, nonché agli articoli 3, 5, 97, 117, primo e terzo comma, 118 e 120 della Costituzione, anche in relazione all'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, dalla Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 4, del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse – in riferimento all'articolo 2, primo comma, lettere a), d), f) e m) della legge costituzionale n. 4 del 1948, nonché agli articoli 3, 5, 117, primo, terzo e quarto comma, 118 e 120 della Costituzione, anche in relazione all'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001 – dalla Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 4, del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 8 e 9 del decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 1972, all'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 526 del 1987, nonché agli articoli 117, quinto comma, e 120, secondo comma, della Costituzione, dalla Provincia autonoma di Trento;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 12, 13 e 14 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 4, numeri 6), 9), 10), 11), 12), 13), e 5, numeri 7), 10), 12), 14), 16), 20) e 22) della legge costituzionale n. 1 del 1963, nonché agli articoli 3, 5, 97 e 117, primo comma, della Costituzione, anche in relazione all'articolo 1, comma 6, lettera a), della direttiva 2014/52/UE, e agli articoli 117, secondo comma, lettera s), e terzo comma, e 118 della Costituzione, anche in relazione all'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, promosse dalla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5, 12, 13, 14, 22 e 26 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 4 e 5 della legge costituzionale n. 1 del 1963, nonché agli articoli 5, 117 e 118 della Costituzione e al principio di leale collaborazione, dalla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 12, 13 e 14 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3 e 4 della legge costituzionale n. 3 del 1948, nonché agli articoli 5, 97 e 117, primo comma, della Costituzione, anche in relazione all'articolo 1, comma 6, lettera a), della direttiva 2014/52/UE, e agli articoli 117, secondo comma, lettera s), e terzo comma, e 118 della Costituzione, anche in relazione all'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, promosse dalla Regione autonoma Sardegna;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 3, 5, 12, 13, 14, 22 e 26 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento agli articoli 3 e 4 della legge costituzionale n. 3 del 1948, nonché agli articoli 5, 117 e 118 della Costituzione e al principio di leale collaborazione, dalla Regione autonoma Sardegna;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 3, comma 1, lettere g) e h), 8, 14, 16 e 17 del decreto legislativo n. 104 del 2017, promosse, in riferimento all'articolo 3 della legge costituzionale n. 3 del 1948, all'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 22 maggio 1975, n. 480 (Nuove norme di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma della Sardegna), agli articoli 3, 97 e 117 della Costituzione, anche in riferimento all'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, nonché al principio di leale collaborazione di cui agli articoli 5, 117 e 118 della Costituzione, dalla Regione autonoma Sardegna.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 14 novembre 2018, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo – Sintesi delle relazioni di attuazione annuali dei programmi operativi cofinanziati dal Fondo di aiuti europei agli indigenti nel 2016 (COM(2018) 742 final), corredata dal relativo allegato (COM(2018) 742 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali);

  Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che adatta la direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sull'efficienza energetica [modificata dalla direttiva (UE) 2018/XXX] e il regolamento (UE) 2018/XXX del Parlamento europeo e del Consiglio [Governance dell'Unione dell'energia], a motivo del recesso del Regno Unito dall'Unione europea (COM(2018) 744 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 13 novembre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sulla proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce, per il 2019, le possibilità di pesca per alcuni stock ittici e gruppi di stock ittici, applicabili nelle acque dell'Unione e, per i pescherecci dell'Unione, in determinate acque non dell'Unione (COM(2018) 732 final), già inviata dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, nonché sulla comunicazione della Commissione europea recante il programma di lavoro della Commissione per il 2019 – Mantenere le promesse e prepararsi al futuro (COM(2018) 800 final), già inviata dalla Commissione medesima e trasmessa a tutte le Commissioni permanenti.

Trasmissione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

  Il Presidente della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, con lettera in data 31 ottobre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia dei verbali delle sedute della Commissione relative ai mesi di maggio, giugno e luglio 2018.

  Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 14 novembre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 19 ottobre 2017, n. 155, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante codice della crisi di impresa e dell'insolvenza (53).

  Questa richiesta, in data 14 novembre 2018, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla II Commissione (Giustizia) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 14 dicembre 2018.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 14 novembre 2018, a pagina 47, prima colonna, prima riga, dopo per la parola: «FIANO» deve intendersi inserita la seguente: «, GRIBAUDO».

MOZIONI FIANO ED ALTRI N. 1-00072 E FORNARO ED ALTRI N. 1-00078 RECANTI INIZIATIVE VOLTE AL CONTRASTO DELLA VIOLENZA NEOFASCISTA E NEONAZISTA

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    il 25 ottobre 2018 il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione 2018/2869 (RSP) sull'aumento della violenza neofascista in Europa, con la quale ha preso atto che la mancanza di un'azione seria nei confronti dei gruppi neofascisti e neonazisti ha acconsentito al verificarsi dell'attuale impennata xenofoba in tutta Europa;
    il Parlamento europeo ha manifestato, dunque, la sua preoccupazione per la «crescente normalizzazione del fascismo, del razzismo, della xenofobia e di altre forme di intolleranza nell'Unione europea» ed il suo turbamento a seguito di «notizie di collusione di leader politici, partiti politici e forze dell'ordine con neofascisti e neonazisti in alcuni Stati membri»;
    nella risoluzione viene, infatti, messo in luce come, a fronte della crescente minaccia dell'estremismo violento di destra, nessun Paese europeo sia rimasto immune dal fenomeno e, in particolare, ha ricordato l'orrendo massacro dei giovani laburisti avvenuto nel 2011 in Norvegia, l'assassinio della deputata Joe Cox in Gran Bretagna per motivi inerenti all'odio politico e all'intolleranza e i numerosissimi attacchi ai centri per l'asilo e alle moschee di tutta Europa;
    i parlamentari europei, dopo aver ricordato che i gruppi e partiti politici apertamente neofascisti, neonazisti, razzisti e xenofobi incitano all'odio e alla violenza nella società e che la diffusione della retorica dell'odio on line conduce spesso ad un aumento della violenza, soprattutto da parte di gruppi neofascisti, hanno «condannato e deplorato vivamente gli attacchi terroristici, gli assassinii, la violenza psicologica, le aggressioni fisiche violente e le marce delle organizzazioni neofasciste e neonaziste che hanno avuto luogo in vari Stati membri dell'Unione europea»;
    la risoluzione del Parlamento europeo, dunque, prende atto di un fenomeno in costante crescita in tutta Europa, che colpisce la società nel suo insieme e la cui violenza finisce per essere rivolta in particolar modo contro tutte le minoranze, come quelle dei neri europei, persone di origine africana, ebrei, musulmani, rom, cittadini di Paesi terzi, persone lgbti e disabili e chiede agli Stati membri di indagare e perseguire i reati generati dall'odio e di condividere le migliori pratiche per individuare e indagare tali reati, compresi quelli motivati specificamente dalle varie forme di xenofobia, nonché di prevedere e fornire un sostegno adeguato per le vittime di reati di stampo razzista o xenofobo e dei reati di odio e la protezione di tutti testimoni contro i responsabili di tali reati;
    del resto, il problema è così sentito anche in Italia che proprio recentemente è stata presentata la proposta di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, presentata dalla senatrice a vita Liliana Segre, vittima a sua volta dell'odio dell'Italia fascista, che ha evidenziato come proprio in Italia stia «ricrescendo una marea di razzismo e di intolleranza che va fermata in ogni modo» e che occorre lavorare «contro la fascistizzazione del senso comune che sta appena un gradino sopra l'indifferenza che 80 anni fa ha coperto di vergogna l'Italia fascista»;
    anche in Italia, infatti, vi è una costante preoccupazione non solo per l'intensificarsi degli episodi di aggressione e violenza da parte di organizzazioni e movimenti neofascisti o di estrema destra, ma anche semplicemente per le sempre più frequenti manifestazioni a viso aperto poste in essere da organizzazioni che o esplicitamente si richiamano al fascismo o al nazismo e ai suoi valori, come in questi giorni è avvenuto nell'ennesima manifestazione a Predappio, dove si sono viste sfilare ingiuriose magliette che inneggiavano apertamente e senza nessun timore da parte degli autori di essere giuridicamente perseguiti, ad Auschwitz come ad un novello parco divertimenti;
    occorre, infatti, rilevare che, nonostante le numerose disposizioni presenti nell'ordinamento italiano volte a prevenire o a sanzionare i crimini dell'odio, come nel caso della cosiddetta legge Mancino o del delitto di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazioni razziali, etniche e religiose, ora ricondotto all'interno del codice penale, e nonostante le numerose disposizioni volte a diffondere una cultura della tolleranza e del reciproco rispetto, negli ultimi anni si è assistito a una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo che pervadono la scena pubblica;
    come ricordato dalla senatrice Segre, «parole, atti, gesti e comportamenti offensivi e di disprezzo di persone o di gruppi che assumono la forma di un sistematico incitamento all'odio, in particolare verso le minoranze»,

impegna il Governo:

1) coerentemente con quanto previsto dalla risoluzione approvata dal Parlamento europeo, ad adottare le iniziative di competenza per contrastare tutte le organizzazioni che incitano all'odio e alla violenza negli spazi pubblici e on line e vietare i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione o movimento che esalti o promuova il fascismo o il nazismo;

2) ad adottare ogni iniziativa volta a prevenire e contrastare la diffusione della propaganda ideologica basata sull'odio, sul razzismo e sull'intolleranza, con particolare riguardo alla sua diffusione attraverso il web, anche predisponendo sistematiche campagne informative ed educative in ambito scolastico e sui media;

3) a contrastare ogni forma di violenza e di intolleranza, nei confronti di qualunque minoranza, riconducibile alla ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o con altre formazioni politiche analoghe;

4) ad adottare apposite iniziative normative volte a sanzionare anche il mero utilizzo della simbologia della gestualità fascista, anche laddove non sia strettamente riconducibile alla ricostituzione del partito fascista.
(1-00072) «Fiano, Migliore, Bazoli, Morani, Ceccanti, Marco Di Maio, Giorgis, Martina, Orfini, Pollastrini, Annibali, Bordo, Ferri, Miceli, Vazio, Verini, De Maria».


   La Camera,
   premesso che:
    la crescente minaccia dell'estremismo di destra, accompagnato da crescenti fenomeni di violenza, razzismo, xenofobia e intolleranza che si sta verificando in tutta Europa negli ultimi anni, obbliga il Parlamento europeo e ciascun Parlamento degli Stati membri ad assumere le dovute iniziative per contrastare tali fenomeni, compresa una reale volontà e capacità di individuare, indagare e punire gli autori di tali reati;
    il Parlamento europeo, con la risoluzione 2018/2869, approvata il 25 ottobre 2018, ha preso atto che la mancanza di una seria azione nei confronti dei gruppi neofascisti e neonazisti sta provocando un'allarmante e crescente normalizzazione del fascismo, del razzismo, della xenofobia e di diverse forme di intolleranza nei Paesi dell'Unione europea, con colpevoli «collusioni di leader politici, partiti politici e forze dell'ordine con neofascisti e neonazisti in alcuni Stati membri»;
    l'incitamento all'odio e alla violenza che i gruppi e partiti politici apertamente neofascisti, neonazisti, razzisti e xenofobi praticano sistematicamente nella società, attraverso azioni sul territorio e on line attraverso i social network, determinano un aumento della violenza verbale e spesso anche fisica nei confronti di tutte le minoranze;
    occorre un reale coordinamento tra tutti gli Stati membri dell'Unione europea per individuare, adottare e condividere le migliori soluzioni per indagare, perseguire e punire tali reati legati al razzismo e alla xenofobia e prevedere forme di sostegno sia per le vittime di tali reati che per i testimoni che denunciano i responsabili;
    nessun Paese europeo è rimasto immune dal dilagare dei fenomeni di razzismo, xenofobia e intolleranza promossi da gruppi neofascisti e neonazisti; basti ricordare il terribile massacro dei giovani laburisti del 2011 in Norvegia, l'assassinio della deputata Joe Cox in Gran Bretagna e i tanti attacchi ai centri per l'asilo e ai luoghi di culto, come le sinagoghe e le moschee, avvenuti in tutta Europa;
    anche in Italia si assiste ad una preoccupante escalation di episodi di intolleranza, razzismo e xenofobia, promossi da organizzazioni e gruppi politici di estrema destra che si richiamano esplicitamente al fascismo e al nazismo, sia nelle idee e nei valori che nelle pratiche, spesso violente, che accompagnano l'iniziativa politica di queste organizzazioni;
    tale sentimento di odio e di discriminazione verso tutte le minoranze sta permeando i gangli della società e comincia ad influenzare, in modo preoccupante, anche l'attività delle istituzioni;
    infatti, sempre più frequenti sono le iniziative che organizzazioni di destra e neofasciste compiono indisturbate e con un senso di impunità che dovrebbe destare allarme in tutte le istituzioni democratiche, mentre al contrario in alcuni casi vedono la partecipazione di appartenenti a tali istituzioni o addirittura il coinvolgimento delle stesse, come sono sempre più frequenti episodi di apologia del fascismo e del nazismo, di cui si riportano solo gli esempi più eclatanti riferiti al 2018:
     a) nella giornata della Festa di Liberazione, il 25 aprile 2018, alcune decine di militanti della comunità militante nazionalsocialista dei «Dodici Raggi» si sono presentati al cimitero Belforte di Varese per rendere omaggio ai caduti nazifascisti della Repubblica di Salò, con tanto di saluto romano e rito del «Presente !» da parte degli esponenti di un'organizzazione che già in passato è stata oggetto di operazioni delle forze dell'ordine e dell'antiterrorismo, coordinate dalla procura di Busto Arsizio, senza che gli organi preposti abbiano ritenuto doveroso vietare tale tipo di manifestazione, svoltasi nella ricorrenza della Liberazione;
     b) l'amministrazione comunale di Cascina (Pisa) ha organizzato per il 27 aprile 2018 l'iniziativa pubblica «1944 – Quando Passò il Fronte...», promossa insieme all'associazione «Ultimo Fronte 1945»; tale iniziativa prevedeva anche una parata di mezzi e figuranti di reparti delle SS;
     c) il 28 maggio 2018 a Padova, una decina di militanti di Forza Nuova ha improvvisato un presidio davanti alla libreria Feltrinelli contro il giornalista de la Repubblica e autore del libro «NazItalia – Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista», Paolo Berizzi, in occasione di una presentazione dello stesso; introdottisi nella libreria sono rimasti tutti schierati a braccia conserte e uno di loro, con evidente scopo intimidatorio, ha scattato alcune foto ai relatori;
     d) il 15 maggio 2018, durante la notte, sul cavalcavia dello svincolo di Buguggiate era già apparso uno striscione contro lo stesso giornalista de la Repubblica che recitava testualmente: «NazItalia: Paolo Berizzi camerata» a firma dei Do.Ra., neonazisti della comunità militante dei ’Dodici Raggi’ che ha base nel Varesotto e di cui, grazie a diverse inchieste giornalistiche, è emerso l'intento, attraverso appositi raduni, di riorganizzare il disciolto partito fascista;
     e) nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2018 i militanti del movimento di estrema destra Forza Nuova Lario hanno affisso uno striscione con la scritta «Berizzi: infamitalia» sulla facciata del cinema Gloria, dove la sera del 22 giugno 2018 il giornalista avrebbe tenuto la presentazione del suo libro;
     f) al supermercato Top Market di Lido Jesolo (Venezia) vengono esposte e vendute bottiglie di vino con effigi naziste e fasciste e fotografie di Hitler e Mussolini; sulle etichette delle stesse bottiglie compaiono le scritte « Sieg heil», « Mein Kampf», « Führer», « Ein Volk, ein Reich, ein Führer» («un popolo, un Reich, un Führer»), « Deutschland erwache !» («Germania svegliati !»), « Blut und Ehre» («Sangue e onore»); nello stesso supermercato si trovano in vendita anche tazze con l'immagine di Hitler e il simbolo della croce di ferro nazista;
     g) il 6 e 7 luglio 2018 si è tenuta l'edizione 2018 della Festa del Sole, tradizionale appuntamento di Lealtà Azione, movimento neofascista e antisemita, che si ispira al generale nazista delle Waffen SS Leon Degrelle e a Corneliu Codreanu, fondatore della Guardia di ferro rumena, formazione militare ultranazionalista e antisemita attiva negli anni Trenta e Quaranta; dietro Lealtà Azione opera il circuito Hammerskin, movimento skinhead nato da una scissione del Ku Klux Klan negli Stati Uniti; in chiusura si è tenuto anche un concerto nazi-rock con band che esaltano il suprematismo bianco, i pogrom antiebraici e la Repubblica di Salò; a tale «Festa» hanno partecipato due assessori regionali lombardi, deputati e illustri esponenti di partiti politici nazionali;
     h) dal 5 al 9 luglio 2018 militanti di Forza Nuova e Onr, movimento di estrema destra polacco, hanno pattugliato le spiagge di Rimini in un'operazione definita «per la sicurezza» e «conclusa con successo» secondo gli stessi esponenti di Forza Nuova, che hanno rivendicato il merito di aver fatto sentire qualcuno «più sicuro e per un attimo padrone a casa propria»;
     i) nel mese di agosto 2018 il giornalista Enrico Nascimbeni, militante dei movimenti antirazzisti e antiomofobi e vicino ai «Sentinelli di Milano», è stato aggredito davanti alla propria abitazione da due soggetti che lo hanno colpito con un coltello, urlandogli contro frasi ingiuriose; lo stesso giornalista era stato oggetto, nei mesi precedenti l'agguato, di numerose minacce giunte via mail e via social network, dopo la partecipazione a manifestazioni antifasciste e antirazziste;
     l) all'istituto comprensivo Luisa Levi di Mantova, alcuni docenti alla fine dello scorso anno scolastico hanno assegnato ai loro alunni un tema sull'amor di patria e inviato poi gli elaborati al concorso annuale indetto dalla Piccola Caprera di Ponti sul Mincio, che sul proprio sito web si presenta come «Museo Reggimentale Giovani Fascisti di Bir el Gobi» e sulla homepage espone orgogliosamente il simbolo del «Battaglione Volontari Giovani Fascisti»; le famiglie dei ragazzi non sarebbero state informate e solo a pochi giorni dalla premiazione i genitori dei vincitori avrebbero appreso della partecipazione dei loro figli a tale concorso;
     m) il 21 settembre 2018 a Bari, una trentina di militanti di CasaPound ha aggredito, ferendoli, alcuni manifestanti, al termine della manifestazione antifascista e antirazzista che si è tenuta in città; tra i manifestanti aggrediti figura anche il parlamentare europeo Eleonora Forenza; dopo l'aggressione, sui social network è partita una campagna vergognosa con commentatori seriali e menzogne volte ad accusare gli aggrediti e non gli aggressori, fino al post di un operatore della polizia di Stato che, sull'accaduto, ha manifestato godimento e soddisfazione per l'aggressione;
     n) l'organizzazione neofascista Forza Nuova a Mestre ha annunciato di aver svolto nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 settembre 2018 le «passeggiate per la sicurezza» tra la stazione ferroviaria, piazzale Roma e ronde su alcune corse notturne degli autobus;
     o) ad ottobre 2018 a Pavia CasaPound ha organizzato e svolto delle vere e proprie ronde per le strade della città, denominate «passeggiate contro il degrado», con il dichiarato scopo di liberare la città dalla «feccia»;
     p) il 28 ottobre 2018 per l'anniversario della Marcia su Roma, circa duemila neofascisti sono arrivati da tutta Italia per radunarsi a Predappio e dirigersi in corteo verso il cimitero di San Cassiano per rendere omaggio alla tomba di Mussolini; durante il corteo è stato inneggiato al fascismo e al nazismo e una manifestante ha indossato e mostrato orgogliosa ai fotografi presenti una maglietta con la scritta « Auschwitzland»;
     q) il 3 novembre 2018 si è svolto a Trieste un corteo nazionale di CasaPound, il quale, nel ricordo strumentale dell'anniversario del 4 novembre, ha rappresentato il tentativo di radicarsi nel territorio e di acquisire consensi e simpatie, diffondendo le sue parole d'ordine di odio e apologetiche del fascismo, in una città in cui nel 1938 vennero annunciate le leggi razziali e in cui sorse il lager della Risiera di San Saba;
    l'attivismo di organizzazioni neofasciste e neonaziste e il moltiplicarsi delle loro iniziative anche nel nostro Paese si diffondono anche grazie ad un clima di tolleranza e sottovalutazione dei fenomeni della xenofobia e della intolleranza; le aggressioni, almeno quelle divenute note, a sfondo razzista a danno di migranti in Italia, nel periodo che va da giugno a novembre 2018, ammontano a poco meno di settanta e hanno attraversato tutto il Paese, dalla Val di Susa a Enna, a Trento, Varese, Padova, Venezia, Bari, Brindisi, Palermo;
    le violenze sono state troppo spesso derubricate, anche da autorevoli esponenti politici e di Governo, a fatti di cronaca o a gesti di pochi e isolati individui «problematici», senza che si colga la pericolosa matrice razzista e xenofoba che lega tutti questi episodi, dimostrando come si sia perso quel senso di responsabilità sociale, cosa che ha permesso lo sdoganamento di linguaggi e azioni violente, come quelle di gruppi neofascisti e neonazisti, razzismo e xenofobia alla base di azioni come quella del 3 febbraio 2018, quando Luca Traini, già appartenente ad organizzazioni neofasciste, a Macerata ha esploso alcuni colpi di pistola nel centro cittadino da una vettura in movimento, ferendo sei persone, tutti immigrati di origine sub-sahariana; Luca Traini, dopo il raid che solo per caso non ha avuto conseguenze ancora più gravi, è sceso dall'auto con il tricolore legato al collo, ha fatto il saluto romano e gridato ”Viva l'Italia” davanti al monumento ai Caduti, prima di arrendersi alle forze dell'ordine; nella sua casa sono stati rinvenuti elementi riconducibili all'estrema destra, tra cui una copia del Mein Kampf e una bandiera con la croce celtica; il movente sarebbe stato quello di «vendicare» la morte di Pamela Mastropietro, vittima di un atroce delitto che vedeva coinvolto un immigrato;
    le istituzioni democratiche hanno il dovere di garantire la piena attuazione e la tutela della libertà, dei diritti e dignità della persona e, quindi, contrastare ogni forma di ideologia fascista e/o di discriminazione razziale, etnica, nazionale, di orientamento sessuale, religiosa o nei confronti di persone con disabilità;
    nell'ordinamento già esistono numerose disposizioni volte a prevenire, vietare e sanzionare i crimini e le violenze legate all'odio, al razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza, come nel caso della cosiddetta legge Mancino o del codice penale che puniscono l'istigazione a delinquere per motivi di discriminazioni razziali, etniche e religiose, le quali dovrebbero trovare una più rigorosa applicazione;
    vi è la necessità di iniziative normative dirette a rendere più efficaci le attività di contrasto e sanzione delle manifestazioni e delle apologie del fascismo e del razzismo, oltre a strumenti di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, come quello proposto dalla senatrice Liliana Segre, con l'istituzione di un'apposita Commissione parlamentare e l'istituzione di un osservatorio nazionale sul web con il compito di monitorare i fenomeni connessi all'uso del web aventi finalità manifestamente fasciste o discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, di orientamento sessuale, religiosi o nei confronti di persone con disabilità, anche al fine di accogliere e valutare le segnalazioni inviate da enti, associazioni e singoli cittadini,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative di competenza per contrastare tutte le organizzazioni che incitano all'odio e alla violenza negli spazi pubblici e sul web e per vietare i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione o movimento che esalti o promuova il fascismo o il nazismo;

2) ad adottare iniziative di competenza per prevenire la diffusione della propaganda ideologica basata sull'odio, sul razzismo e sull'intolleranza, con particolar riguardo alla sua diffusione attraverso il web, predisponendo sistematiche campagne informative ed educative in ambito scolastico e sui media ed istituendo un osservatorio nazionale sul web con il compito di monitorare in tale ambito i fenomeni aventi finalità manifestamente fasciste o discriminatorie per motivi razziali, etnici, nazionali, di orientamento sessuale, religiosi o nei confronti di persone con disabilità, nonché di accogliere e valutare le segnalazioni inviate da enti, associazioni e singoli cittadini, nonché a contrastare ogni forma di violenza e di intolleranza, nei confronti di qualunque minoranza, riconducibile alla ricostituzione di organismi politici-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o con altre formazioni politiche analoghe;

3) ad adottare ogni iniziativa di competenza perché trovino effettiva applicazione le disposizioni già presenti nell'ordinamento volte a prevenire, vietare e sanzionare i crimini e le violenze legate all'odio, al razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza, come nel caso della cosiddetta legge Mancino, e ad adottare apposite iniziative normative volte a sanzionare ogni forma di manifestazione ideologica e apologetica del fascismo anche attraverso il mero utilizzo della simbologia e della gestualità fascista, anche laddove non sia strettamente riconducibile alla ricostituzione del partito fascista.
(1-00078) «Fornaro, Boldrini, Conte, Epifani, Fassina, Fratoianni, Muroni, Occhionero, Palazzotto, Pastorino, Rostan, Speranza, Stumpo, Bersani».