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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 21 febbraio 2019

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   il settore delle costruzioni soffre di una crisi di sistema che coinvolge l'intero Paese con gravi ripercussioni sulla società civile e sulla crescita economica; dieci anni fa l'edilizia rappresentava oltre l'11 per cento del prodotto interno lordo nazionale, oggi poco più dell'8 per cento. Secondo l'Ance dall'inizio della crisi a oggi gli investimenti nel settore delle costruzioni sono scesi del 36 per cento;

   il patrimonio immobiliare italiano tuttora vale ben 3,8 volte il prodotto interno lordo, circa 6.227 miliardi di euro. Ma secondo l'Istat il valore delle case di abitazione è crollato del 15,8 per cento dal 2010 al 2018. Cifre confermate dal Consiglio nazionale del notariato secondo il quale negli anni 2008-2016 il valore medio delle compravendite di tutte le tipologie di fabbricati è diminuito di quasi il 15 per cento;

   dal 2008 al 2016 (fonte Eurostat) le imprese edilizie sono diminuite di 125.000 unità, da 634.988 e 508.696, e i posti di lavoro sono 600.000 in meno (2008: 2.011.143 occupati, 2016: 1.324.178 occupati); nel rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro edili (luglio 2018), si è dato atto che dall'inizio della crisi (2008) la perdita complessiva degli addetti nel settore è pari al 46,5 per cento;

   le attività di costruzione di edifici residenziali e non residenziali nel quinquennio 2013-2018 hanno subito un calo del 20,3 per cento, le attività connesse, quali la fabbricazione di prodotti di carpenteria e falegnameria per l'edilizia, un calo del 20,1 per cento. Il rivestimento di pavimenti e di muri ha registrato un calo del 15,5 per cento. Alla fine del 2018 le imprese artigiane che risultavano operative nel Paese era pari a 1 milione e 300 mila unità. Di queste, il 37,7 per cento lavora nell'edilizia; secondo la Gcia di Mestre negli ultimi 10 anni la contrazione è stata pesantissima: -165.500 attività (-11,3 per cento);

   la pressione fiscale grava sul settore immobiliare nella misura complessiva di 50 miliardi di euro l'anno. Con l'incremento dei moltiplicatori catastali, voluto nel 2011 dal Governo Monti, il carico tributario locale è passato dai 9 miliardi dell'Ici ai 21 miliardi dell'Imu. Gli effetti negativi dell'aumento della pressione fiscale sugli immobili sono sotto gli occhi di tutti; in Italia oltre 500.000 case sono state costruite e non consegnate sia per il fallimento delle società edili, sia per la frenata del mercato. Gli immobili ridotti a ruderi rispetto al 2011 sono raddoppiati;

   nella recente legge di bilancio, le risorse per le opere pubbliche nel 2019 sono state ridotte dell'85 per cento, da 3,5 miliardi di euro aggiuntivi a soli 550 milioni di euro. Il 15 febbraio il procuratore generale della Corte dei conti ha lanciato un avvertimento al Governo, affermando che «...i recenti assetti di bilancio sembrano andare verso una politica riduttiva degli investimenti. È auspicabile che si tratti di un ridimensionamento solo temporaneo, giustificato in qualche modo dalla necessità di rimodulare le priorità e di definire nuovi modelli procedurali»;

   l'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) ha censito oltre 400 opere bloccate, per un importo superiore ai 27 miliardi di euro. In sede di esame del «decreto semplificazioni» sono state richieste, senza essere accolte, misure in grado di accelerare la trasformazione delle risorse in cantieri – più di 140 miliardi di euro stanziati negli ultimi 2 anni –, snellendo i passaggi procedurali ed eliminando le stratificazioni normative. Secondo i sindacati questa operazione potrebbe creare 400.000 posti di lavoro;

   lo stato di crisi non coinvolge più soltanto le piccole e medie imprese, ma si è esteso anche alle grandi realtà del settore, con il rischio di un pericoloso effetto domino. La crisi delle cinque grandi imprese di costruzione in concordato preventivo o amministrazione controllata (Astaldi, Condotte, Cmc, Grandi Lavori Fincosit, Tecnis) mette a rischio circa 25.000 posti di lavoro, tra diretti e indiretti;

   l'Ance a più riprese ha formulato appelli affinché in sede istituzionale ci si impegnasse a un cambio di indirizzo nei confronti del settore edile, con nuovi investimenti pubblici e la previsione di grandi opere capaci di dare nuova linfa alle imprese del settore, contribuendo a sostenere e favorire la crescita di tutto il tessuto economico e produttivo nazionale;

   a fine gennaio 2019 si è tenuta una riunione al Ministero dello sviluppo economico che si è conclusa senza risultati apprezzabili, in quanto, in mancanza di volontà politica di affrontare il problema, i tavoli tecnici rappresentano una risposta parziale. Per il 15 marzo 2019 sono previsti uno sciopero generale di 8 ore del settore costruzioni e manifestazioni a Roma –:

   se non ritengano opportuna la convocazione urgente di un tavolo istituzionale realmente operativo per definire un piano d'azione volto ad affrontare la crisi di uno dei settori chiave per l'occupazione e la crescita del Paese;

   se non ritengano opportuno adottare iniziative urgenti che consentano l'apertura dei cantieri già finanziati;

   se non ritengano opportuno adottare ogni iniziativa di competenza per escludere ufficialmente l'istituzione di una imposta patrimoniale sugli immobili, al fine di non deprimere ulteriormente il settore dell'edilizia.
(2-00279) «Fiorini».

Interrogazione a risposta orale:


   BOLDRINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da diverse testate online che la figlia diciassettenne di Jo Song-gil, il diplomatico nordcoreano scomparso a Roma nel novembre 2018, sarebbe stata riportata in Corea del Nord da una squadra di agenti speciali inviata in Italia da Pyongyang. A rendere nota la vicenda è Thae Yong-ho, ex viceambasciatore a Londra, che, durante una conferenza stampa, ha sottolineato che la ragazza sarebbe ora sotto il controllo delle autorità nordcoreane;

   l'agenzia di stampa Adnkronos, in data 20 febbraio 2019, rivela che, secondo fonti qualificate, la Farnesina sarebbe stata informata dall'ambasciata del rimpatrio della giovane nordcoreana. La ragazza è rimasta a Roma dopo che il padre ambasciatore, insieme alla moglie, ha fatto perdere le proprie tracce ai primi di novembre, pochi giorni prima della conclusione del suo mandato, fissato per il 20 novembre. Conclusi gli studi, la ragazza avrebbe chiesto di tornare dai nonni e il 15 novembre sarebbe stata prelevata dal personale dell'ambasciata, portata in aeroporto a Roma e riportata a Pyongyang;

   la notizia della scomparsa di Jo Song-gil è stata data agli inizi di gennaio 2019 dal quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, secondo cui il funzionario si troverebbe sotto protezione dei servizi segreti italiani, ma avrebbe chiesto asilo in un Paese terzo –:

   quali siano gli elementi in possesso del Governo sulla vicenda riportata in premessa e sullo stato attuale della giovane scomparsa;

   cosa intenda fare il Governo per garantire la sicurezza dei parenti dei diplomatici in territorio italiano;

   cosa abbia fatto l'Italia per tutelare la sicurezza di una persona in oggettivo pericolo, trattandosi della figlia minorenne di un rappresentante diplomatico nel nostro Paese che, secondo il Presidente di Amnesty International Italia, aveva pubblicamente manifestato l'intenzione di chiedere asilo politico.
(3-00548)

Interrogazione a risposta scritta:


   QUARTAPELLE PROCOPIO e ANDREA ROMANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa, parrebbe che, la figlia di Jo Song-gil — un diplomatico nordcoreano in servizio a Roma dal 2015 al 2017, attualmente nascosto e in cerca di asilo politico insieme alla moglie, dopo aver disertato — sarebbe stata riportata in Corea del Nord da una squadra di agenti speciali inviata in Italia da Pyongyang per limitare i danni della diserzione del padre;

   alcune fonti affermano che Jo Song-gil potrebbe essere ancora sotto protezione dei servizi segreti italiani in attesa di «collocazione», ma avrebbe chiesto asilo in un Paese terzo, forse gli Stati Uniti;

   il regime nord coreano prevede pesanti ritorsioni per i familiari di coloro che ritiene «traditori» e la ragazza sarebbe, dunque, in grave pericolo di vita;

   se la vicenda fosse vera, dal momento della diserzione del padre e della sua protezione da parte dei servizi segreti italiani, anche la ragazza minorenne e residente in Italia, avrebbe dovuto essere adeguatamente protetta, poiché soggetto ad altissimo rischio di ritorsione da parte del regime nord coreano;

   se fossero confermate tali notizie, vorrebbe dire che il territorio italiano sarebbe stato oggetto di una incursione da parte di servizi segreti stranieri per rapire una ragazza minorenne e ricondurla in uno Stato dove vige una dittatura feroce e dove sarà soggetta a pesanti ritorsioni e vendette per il tradimento del padre, e si profilerebbe dunque, una violazione clamorosa della sovranità nazionale italiana –:

   se quanto accaduto corrisponda al vero e, in tal caso, per quale ragione la ragazza non sia stata adeguatamente protetta come un cittadino straniero minorenne legalmente residente nel territorio italiano, ha diritto ad essere;

   come sia stato possibile che i servizi segreti nordcoreani abbiano potuto agire indisturbati sul territorio nazionale italiano.
(4-02322)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   PEZZOPANE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da organi di stampa (redazione Ansa Mosca, 20 febbraio 2019) che almeno sette Testimoni di Geova detenuti in Russia sarebbero stati torturati dagli investigatori a Surgut, in Siberia;

   la denuncia proviene dal portavoce del gruppo religioso, Jarrod Lopes, interpellato dal Moscow Times. Secondo Lopes, gli agenti avrebbero spogliato gli uomini, messo una borsa sulla testa di ogni sospetto e avvolta col nastro. Dopo avrebbero legato loro le mani dietro la schiena, avrebbero rotto le dita e li avrebbero colpiti al collo, ai piedi ai fianchi;

   la base normativa da cui parte tale discriminazione si rinviene nella cosiddetta legge Yarovaya, adottata dalla Duma ad agosto 2016 e firmata dal Presidente Putin, con la quale si registra una ulteriore riduzione della tutela delle libertà fondamentali;

   tale legge introduce nuove fattispecie criminose, impone agli operatori telefonici ed internet di conservare i dati di traffico tra utenti ed a fornirli, se richiesti, al Servizio, federale di sicurezza (Fsb) e dispone notevoli limitazioni alla libertà religiosa;

   alcuni rappresentanti delle Chiese protestanti in Russia, in una lettera al Presidente Putin, hanno parlato di «violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in tema di libertà religiosa»;

   recentemente, con l'accusa di «estremismo», la congregazione dei Testimoni di Geova è stata messa al bando nel territorio della Federazione in seguito a una sentenza della Corte Suprema che ha anche ordinato la confisca di ogni proprietà del gruppo, che verrà trasferita allo Stato;

   la situazione in Russia chiama in causa non semplicemente una confessione religiosa, ma diritti umani fondamentali. Una legge inizialmente rivolta a combattere il terrorismo si è trasformata in poco tempo in uno strumento assai efficace per combattere — e se possibile annichilire — tutto quello che non è «ortodosso» nella Federazione russa;

   in base alla definizione legale di «estremismo» come modificata dalla Federazione russa nel 2006, l’«incitamento alla discordia religiosa» è sullo stesso piano della violenza e del richiamo all'odio. L'Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha spesso condannato la «campagna di persecuzione sponsorizzata dallo Stato» contro i Testimoni di Geova, avviata negli anni ’90 e fatta di perquisizioni, attacchi vandalici, confische e raid, oltre a inchieste penali e arresti;

   per Human Rights Watch la legge Yarovaya è «un attacco alla libertà di espressione, libertà di coscienza e diritto alla privacy»;

   i rappresentanti della comunità protestante in Russia l'hanno definita «incostituzionale» e hanno messo in guardia dal rischio che le nuove misure creino «la base per la persecuzione di massa dei credenti» come in tempo sovietico –:

   se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e quali siano i suoi intendimenti sull'argomento;

   quali iniziative intenda mettere in campo — e in quali tempi — perché cessino le persecuzioni e le violenze e per ristabilire le garanzie a tutela dei diritti umani di chi professa religioni diverse da quella ortodossa nella Federazione russa;

   quali iniziative intenda intraprendere, anche nei confronti del Governo della Federazione russa, per poter ottenere informazioni e rassicurazioni circa il rispetto della libertà religiosa e della libertà di pensiero delle fedi non maggioritarie;

   quali iniziative intenda intraprendere, in sede europea, affinché l'Unione si faccia parte attiva per ristabilire la piena tutela dei diritti dei cittadini e delle cittadine Testimoni di Geova che vivono nella Federazione russa.
(4-02323)

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PALAZZOTTO. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 26 settembre 2017 i Governi italiano e nigerino hanno sottoscritto un trattato in materia di difesa che si inserisce nel solco di numerosi accordi militari che, nell'ultimo decennio, l'Italia ha stipulato con diversi Paesi, soprattutto africani;

   la parte preponderante riguarda la cooperazione nel campo di prodotti della difesa e delle collegate proprietà intellettuali;

   il contenuto del trattato sembra andare quasi ad esclusivo vantaggio dell'industria a produzione militare italiana e appare un po’ fuori contesto in accordi la cui necessità dovrebbe nascere da ragioni di sicurezza e di politica internazionale e non da finalità commerciali;

   la parte sulla cooperazione più in generale risulta così ampia e omnicomprensiva che non fornisce al Parlamento i dettagli, gli obiettivi e gli scopi per cui si è pensata tale cooperazione;

   il Tar recentemente ha ordinato al Governo italiano di esibire il testo all'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) e alla Coalizione italiana per le libertà e i diritti civili (Cild), che avevano chiesto di conoscere il contenuto del trattato Italia-Niger, definendo contraddittoria e immotivata la decisione del Governo italiano di differire l'accesso all'accordo all'avvenuta conclusione dell’iter di ratifica parlamentare dello stesso;

   dalla lettura dell'accordo emerge palesemente come l'autorizzazione del Niger a che un contingente straniero entri sul proprio territorio non può trovare il fondamento nel generico accordo di cooperazione tra i due Paesi, ma è demandato a successive intese tecniche e protocolli che le parti possono stipulare;

   esistono quindi due lettere e una nota verbale successive al trattato che dettano i contorni della missione militare italiana in Niger e che al momento sono sconosciute anche al Parlamento;

   tali lettere e la nota verbale del Governo nigerino indirizzata a quello italiano, sarebbero datate 1° novembre 2017 (la nota verbale e la prima lettera) e 15 gennaio 2018 e chiedono all'Italia l'espletamento di una serie di attività, tra le quali l'invio di un contingente per l'addestramento per il controllo dei confini;

   a quanto si apprende, il Ministero della difesa, avrebbe motivato il diniego alla pubblicazione delle suddette lettere poiché la divulgazione del contenuto di tali missive in settori di evidente delicatezza, contraddistinti per di più da complessi equilibri derivanti dalla lotta al terrorismo e dal contrasto all'immigrazione clandestina, rappresenterebbe un sicuro vulnus per le politiche dei due Paesi e per i reciproci impegni ancora in corso di finalizzazione;

   a parere dell'interrogante, considerato il contenuto dell'accordo, la base giuridica della missione militare italiana in Niger si fonda proprio sul contenuto della nota verbale e delle due lettere sopra richiamate che non possono rimanere sconosciute ai cittadini e al Parlamento soprattutto perché quest'ultimo sarà presto chiamato a decidere sulla proroga della missione militare in Niger –:

   se il Governo intenda rendere noto il contenuto della nota verbale e delle lettere del Governo del Niger indirizzate al Governo italiano, datate 1° novembre 2017 e 15 gennaio 2018, che, a parere dell'interrogante, costituirebbero la base giuridica della missione militare italiana in Niger.
(5-01546)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DEIDDA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito dell'Aeronautica militare operano particolari strutture organizzative dei reparti operativi e periferici del servizio infrastrutture del comando logistico;

   tutte queste strutture sono caratterizzate da una forte capacità di proiezione e sono in grado di realizzare in qualunque ambiente, anche nei teatri operativi più complessi, come è dimostrato dalla attività fin qui svolta, infrastrutture e manufatti di grande qualità e affidabilità, a costi vantaggiosi per l'amministrazione;

   si avvalgono di personale militare e civile dotato di eccellente preparazione tecnico-scientifica e di grande competenza professionale;

   i componenti del reparto dell'8° Genio Campale, ma non solo questi, sono un esempio di professionalità e competenza, ma vivono da troppi anni una condizione di precarietà a causa degli eccessivi tagli all'organico e della fallace convinzione di risparmio con l'esternalizzazione delle opere e della formazione;

   sono una ventina i professionisti operanti in Sardegna e circa 200 in tutta Italia e vivono da circa vent'anni una condizione di precarietà non più tollerabile –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per stabilizzare questo personale e quali politiche intenda adottare per tutelare e favorire il ricambio generazionale nel settore civile del Ministero della difesa.
(4-02314)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE e LUCA DE CARLO. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   tra il 1943 e il 1945 sul confine orientale d'Italia si muovevano e si combattevano tedeschi, militari italiani, bande jugoslave agli ordini di Tito, reparti ustascia, fascisti croati, patrioti sloveni anticomunisti, partigiani bianchi anticomunisti;

   fra questi vi era il battaglione Mussolini che si costituì dopo l'8 settembre 1943 nella caserma «Catena» di Verona;

   detto reparto, dal 10 ottobre 1943 al 29 aprile 1945, presidiò la linea lungo il fiume Isonzo e il torrente Bracca al confine austriaco, ovvero sia la linea da cui gli slavo comunisti di Tito tentavano di scendere nelle città di Gorizia e Trieste;

   al termine della guerra venne prospettata l'ingannevole resa con l'onore delle armi, ma si aprì, per chi accettò, il calvario dei campi di sterminio di Borovnica e di Skofia Loka;

   la sorte dei bersaglieri volontari del battaglione Mussolini fu quella di essere infoibati a Tolmino (Slovenia) nella caverna di Pan di Zucchero e straziati da una esplosione avvenuta il 6 maggio 1945 che ne dilaniò il fondo e fece crollare gli accessi, seppellendo, all'interno, 79 bersaglieri;

   nel 1992 le salme sono state ritrovate, ma non ancora rimpatriate;

   «Onorcaduti», settore del Ministero della difesa, ha curato la questione diplomatica del rimpatrio dei soldati italiani trucidati, ma senza alcun effettivo risultato ad oggi;

   amor patrio e pietà cristiana impongono la riesumazione dei corpi dei bersaglieri infoibati a Tolmino e la loro degna sepoltura in Patria –:

   a che punto sia la questione diplomatica della traslazione dei resti dei predetti bersaglieri infoibati e come intenda agire il Governo per definire celermente e senza indugio la vicenda con la Slovenia.
(4-02325)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CENTEMERO, CAVANDOLI, COVOLO, FERRARI, GERARDI, GUSMEROLI, ALESSANDRO PAGANO, PATERNOSTER e TARANTINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nelle liste del Fatf, l'organo intergovernativo che indaga sul riciclaggio di danaro, principalmente a scopo di finanziamento del terrorismo internazionale, l'Iran compare sempre al primo posto;

   dopo tre anni di lunghe e difficili trattative tra Teheran e il Fatf, il Parlamento iraniano ha approvato una legge che pone come obiettivo quello di terminare il sostegno di Teheran al terrorismo internazionale;

   contro questa legge si è espresso però il Consiglio dei guardiani iraniano, la cui funzione è quella di vegliare sulla compatibilità delle leggi con i dettami dell'Islam, rigettando la norma approvata dal Parlamento iraniano;

   contro la del norma Parlamento si è espresso anche Ahmad Vahidi, Alto Rappresentante del Consiglio per il discernimento, organo che svolge una funzione di mediazione tra Parlamento e Consiglio dei guardiani;

   l'amministrazione americana ha approvato ulteriori sanzioni contro Teheran, accordando a soli otto Paesi – tra cui l'Italia – la possibilità di continuare temporaneamente, per altri sei mesi, ad acquistare petrolio da Teheran;

   l'Unione europea ha annunciato il 31 gennaio 2019 l'istituzione di uno strumento finanziario, cosiddetto INSTEX, il quale dovrebbe permettere alle imprese comunitarie di continuare intrattenere transazioni finanziarie con l'Iran, nonostante le sanzioni statunitensi –:

   come intenda agire il Ministro interrogato in relazione al nuovo strumento finanziario INSTEX alla luce di quanto riportato in premessa.
(5-01541)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SAITTA, FICARA, MARZANA, RIZZO e SCERRA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 6 giugno 2018, le segreterie coordinamenti regionali Sicilia delle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria – con una nota rivolta al provveditore dell'amministrazione penitenziaria per la regione Sicilia, Gianfranco De Gesù – hanno segnalato il preoccupante intensificarsi di atti di violenza nei confronti del personale, presso la casa circondariale di Caltagirone;

   la Uilpa polizia penitenziaria ha più volte sottolineato, da ultimo nel 2016, la perdurante carenza di organico presso gli istituti, nonché l'età media elevata dei poliziotti, che supera i 40 anni;

   il recente ampliamento del comprensorio circondariale, che ha visto crescere la sua popolazione carceraria (composta – come riportato in una relazione del 2015 dall'Antigone Onlus – per buona parte da soggetti che scontano pene per reati gravi o che versano in condizioni di tossicodipendenza, ovvero affetti da malattie psichiatriche) da 320 unità a 550 unità, ha acuito ulteriormente il problema della carenza di personale, considerato che l'organico attualmente in servizio ammonta a 3 funzionari dell'area trattamentale, a 147 unità di polizia penitenziaria e a 13 unità impiegate presso il nucleo traduzioni e piantonamenti;

   si registra l'esigenza di una maggiore presenza di mediatori linguistici, considerato che più di un quarto dei detenuti è extracomunitario, nonché l'implementazione del personale addetto all'area trattamentale, al fine di un maggiore coinvolgimento degli stessi nelle varie attività scolastiche e/o professionali;

   tali criticità sono esasperate anche dalle condizioni della struttura, dove i blocchi 25 e 50 – che ospitano rispettivamente 210 detenuti a regime protetto e 150 detenuti a regime comune – risultano fatiscenti. Inoltre, l'istituto versa in una costante emergenza idrica: in caso di sospensione dell'erogazione dell'acqua da parte del comune, esso può sopperire al fabbisogno suddetto esclusivamente attraverso l'approvvigionamento a mezzo di un camion dotato di una cisterna 10 mila litri, risorsa che appare evidentemente insufficiente;

   le problematiche rilevate presso la casa circondariale di Caltagirone sono emerse anche per la casa circondariale di Siracusa. Infatti, in seguito all'ampliamento del carcere e della relativa popolazione (cresciuta da 400 unità a circa 600 unità) si è assistito ad una diminuzione della sicurezza dell'istituto, il cui personale (che ammonta solamente a 165 unità) – è rimasto pressoché invariato;

   l'organico del personale di polizia penitenziaria e del nucleo locale risulta in entrambe le strutture penitenziarie del tutto inadeguato a garantire standard minimi di sicurezza e, in ogni caso, insufficiente per gli eccedenti carichi di lavoro, analogamente a quanto accade al personale civile preposto al trattamento;

   questa situazione ha generato una escalation di tensione, a causa dei continui problemi e disagi che i detenuti sono costretti ad affrontare quotidianamente: costoro, infatti, hanno cominciato a prendere coscienza della mancanza reale di controllo da parte del personale penitenziario, adottando per lo più un atteggiamento poco collaborativo e ritorsivo nei confronti di quest'ultimo che a sua volta, oltre a veder disattese le proprie prerogative soggettive, avverte anche il totale disinteresse da parte dell'amministrazione preposta (che, invece, dovrebbe intervenire per assicurare idonee condizioni di sicurezza e serenità lavorativa);

   i gravi episodi succedutisi nel maggio 2018 costituiscono soltanto il campanello d'allarme che non può essere più ignorato, se consideriamo il generalizzato e diffuso stato di sofferenza oggettiva di molti agenti penitenziari che prestano servizio anche in altre strutture presenti sull'isola –:

   se il Ministro sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

   quali iniziative intenda intraprendere per risolvere in tempi brevi i problemi illustrati.
(5-01542)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


   BOND. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la strada statale n. 51 di Alemagna, si snoda tra San Vendemiano (Treviso) e Dobbiaco (Bolzano) passando per Cortina d'Ampezzo (Belluno). Si tratta di una strada molto trafficata e dal percorso complesso, che attraversa versanti dolomitici fortemente fratturati e strettoie in corrispondenza degli abitati;

   nel maggio 1996, con ordinanza del capo compartimento Anas di Venezia, veniva chiusa al transito al chilometro 76+500, nel comune di Valle di Cadore (Belluno) a causa della presenza di un palazzo vincolato dalla Soprintendenza, «Palazzo Costantini», in pericolo di crollo imminente;

   dopo sessanta giorni di interruzione si procedeva alla riapertura della strada statale senza limitazioni di portata, ma con senso unico alternato regolato da impianto semaforico di cantiere da ritenersi provvisorio nell'attesa del ritorno alla normalità con la chiusura del cantiere;

   tuttavia, l'Anas e l'amministrazione comunale rilevavano che l'impianto semaforico eliminava i frequentissimi blocchi del traffico a causa della presenza nei due sensi di marcia di camion di grandi dimensioni e autobus nel punto più stretto e angusto dell'intera strada statale. Si conveniva fosse quindi preferibile l'attesa di alcuni minuti al semaforo, piuttosto che la libera circolazione con continui incidenti e blocchi;

   veniva deciso, di comune accordo, il mantenimento del senso unico alternato regolato da semaforo con attivazione esclusivamente nelle ore centrali del giorno caratterizzate da maggiore afflusso (indicativamente tra le 7,00 e le 18,00), con disattivazione nelle restanti ore, nelle giornate festive e prefestive e nei periodi di grande afflusso in agosto e da metà dicembre a metà gennaio. Alla luce della positiva sperimentazione, Anas provvedeva all'installazione di un impianto stabile, regolabile con programmazione e con lettore dei flussi di traffico per una ottimizzazione dei tempi di attesa;

   dal mese di luglio del 2018, il comune di Valle di Cadore ha deciso unilateralmente di estendere l'orario diurno di attivazione del semaforo e di mantenerlo attivo anche nelle giornate prefestive e festive, nonché nei periodi di afflusso turistico, con spegnimento solamente in rarissime giornate. I tempi di attesa si sono allungati, anche a causa di guasti e riparazioni non ottimali e della probabile disattivazione dei lettori di flusso del traffico;

   in sostanza, all'inutile attivazione nelle giornate in cui non transitano i mezzi pesanti si aggiungono a lunghe code di auto che transitano, in particolare, da e per Cortina d'Ampezzo. L'attuale situazione penalizza migliaia di fruitori della statale e gli abitanti delle case poste prima e dopo l'impianto semaforico, con aggravamento dell'inquinamento atmosferico e acustico a causa delle immotivate e continue code di auto;

   il piano per la viabilità, in preparazione dei mondiali di sci alpino Cortina 2021, prevede interventi pari a 172 milioni di euro destinati alla statale 51 «Alemagna », con l'obiettivo di offrire maggiore sicurezza e fluidità del traffico;

   nell'ambito di tale piano, per i lavori di cantiere sono già stati previsti e saranno previsti divieti di circolazione ai mezzi con peso superiore alle 7,5 tonnellate nel tratto della strada statale n. 51 compreso tra lo svincolo di Tai di Cadore (al chilometro 72,500) e Passo Cimabanche (al chilometro 118,150);

   alla luce di quanto sopra la decisione del comune di Valle di Cadore appare ancora più incomprensibile, stante l'assenza di mezzi pesanti –:

   se non intenda adottare iniziative affinché l'Anas consenta un utilizzo del semaforo collocato al chilometro 76+500 della strada statale n. 51 Alemagna, secondo modalità che permettano una maggiore fluidità della circolazione, tenuto conto di quanto esposto in premessa;

   se è previsto tra le opere destinate a migliorare la strada statale n. 51, il superamento della strettoia sita al chilometro 76+500 tramite variante di tracciato.
(3-00547)

Interrogazione a risposta scritta:


   FUSACCHIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   i lavori per la realizzazione della strada statale 79 di collegamento tra la galleria Valnerina e il confine Umbria-Lazio (parte della direttrice Civitavecchia-Orte-Terni-Rieti) sono sospesi da tempo, a seguito della grave crisi della società Tecnis, che fu sottoposta a novembre 2015 ad interdittiva antimafia, poi revocata nel marzo successivo;

   attualmente la società è in amministrazione straordinaria per il salvataggio e rilancio delle grandi aziende in crisi in applicazione del decreto-legge n. 347 del 2003 e gestita da un commissario;

   tra i cantieri che rimasero bloccati dalla interdittiva, due in particolare interessano il reatino e sono quello di Micigliano e quello della Terni-Rieti;

   il 14 marzo 2018 il commissario pubblicava un «Invito a manifestare interesse per l'acquisto delle attività aziendali facenti capo alle Società del Gruppo Tecnis in AS» tra cui San Quirico scarl (Micigliano) e Ternirieti scarl;

   la manifestazione è per una dismissione integrale e solo in subordine parziale. Già in precedenza, però, il commissario aveva proceduto a suddividere i cantieri in «rami d'azienda»;

   l'8 agosto 2018, l'Anas ha annunciato la ripartenza del cantiere di Micigliano, a seguito di «affitto di ramo d'azienda da parte di Tecnis»;

   al contrario, permane lo stallo relativamente al tratto Terni-Rieti, per il quale la edizione di Rieti del Messaggero del 28 ottobre 2018 riportava, in un articolo dal titolo «Il ponte rallenta tutto», un virgolettato dall'ufficio stampa Anas: «non sappiamo con precisione quanto tempo ci vorrà per la scelta della società che dovrà completare il ponte sul Velino e il tratto di strada di collegamento con Colli» (Colli sul Velino, il comune laziale di confine con l'Umbria;

   lo stesso quotidiano, il 21 gennaio 2019 riportava, riportava che «L'Anas, da parte sua, sta operando da un anno per un nuovo bando di gara, finalizzato ad assegnare a un'altra società il cantiere». «Un appalto tutto nuovo — afferma la società — che dovrebbe permettere di riprendere i lavori entro l'anno per terminarli entro il 2020» –:

   se ci siano state manifestazioni di interesse per la Ternirieti scarl, quali siano le motivazioni per cui non si sia proceduto anche per questo tratto a un affitto di ramo di azienda e quale sia lo stato attuale del bando di gara citato.
(4-02320)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   ORFINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con decreto di allontanamento prot. n. 0082120 del 28 febbraio 2018, notificato il 15 gennaio 2019, ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 30 del 2007, il prefetto della provincia di Roma ha ordinato l'allontanamento dal territorio nazionale di Madalina Gavrilescu per motivi di sicurezza non imperativi, determinati dalla mancata integrazione sociale della signora Gavrilescu, desunta da dodici segnalazioni di polizia a suo carico;

   dal certificato del casellario giudiziale risulta che la Gavrilescu è persona incensurata e non ha riportato alcuna condanna penale e dal certificato di carichi pendenti non risultano procedimenti penali pendenti a suo carico;

   dai controlli effettuati presso le sedi giudiziarie competenti dagli avvocati che hanno presentato ricorso al suddetto decreto di allontanamento risulterebbe che solo quattro delle dodici segnalazioni di polizia oggetto del decreto prefettizio abbiano avuto uno sviluppo e due di queste risulterebbero essere state definite con provvedimento di archiviazione;

   la Gavrilescu è presente in Italia dal 2009;

   nel 2011 ha conseguito il diploma di licenza conclusiva del primo ciclo d'istruzione (che comprende i cinque anni di scuola primaria ed i tre anni di scuola secondaria di primo grado) presso l'ITCS di via Tiburtina Antica n. 25;

   nel 2014 ha frequentato la IV classe del corso di professioni socio-sanitarie per l'anno scolastico 2014-2015 presso l'istituto paritario «Alfredo Nobel»;

   ha collaborato con istituzioni ed associazioni, oltre a volgere attività lavorativa, rivolgendosi già nei 2010 al centro per l'impiego di Cinecittà per cercare un'occupazione;

   la Gavrilescu risulta essere costantemente sottoposto a cure sanitarie;

   dal ricorso presentato al suddetto decreto di allontanamento si evince che quest'ultimo potrebbe risultare in violazione dell'articolo 20, comma 1, del decreto legislativo n. 30 del 2007, in violazione della direttiva n. 38 del 2004, in particolare il considerando n. 24 e l'articolo 27, in violazione dell'articolo 20, commi 3 e 4, letti in combinato disposto tra loro, del decreto legislativo n. 30 del 2007, in violazione dell'articolo 20, commi 4 e 5, letti in combinato disposto tra loro, del decreto legislativo n. 30 del 2007 –:

   se il Ministro interrogato ritenga di attivare con urgenza le opportune verifiche sulla effettiva legittimità e proporzionalità della misura di allontanamento dal territorio nazionale di una cittadina dell'Unione europea.
(3-00549)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 19 febbraio 2019 il Ministro interrogato si è recato in visita alla città di Bari per due eventi pubblici;

   in primo luogo, si è recato in via Gentile, nel quartiere Japigia, per visitare un bene immobile confiscato alle organizzazioni criminali locali;

   in secondo luogo, ha presidiato un comizio elettorale, tenuto in via Alberto Sordi, in favore del candidato alle primarie del centrodestra, Fabio Romito, in vista delle elezioni comunali del maggio 2019;

   la visita al bene confiscato ha rappresentato, nell'opinione dell'interrogante, un'occasione per ricondurre, le attività dell'intera giornata nell'ambito degli impegni istituzionali del Ministro interrogato, sebbene ambedue gli eventi abbiano avuto un chiaro ed esclusivo rilievo politico-elettorale;

   in occasione di questi eventi le autorità competenti hanno disposto, per esigenze di ordine pubblico, numerose limitazioni e chiusure al traffico, di seguito elencate:

    divieto di sosta - zona rimozione su piazza della Libertà dalle ore 7,00 alle ore 21,00 del giorno 19 febbraio 2019, e comunque fino a cessate esigenze di ordine pubblico;

    divieto di transito su via Alberto Sordi il giorno 19 febbraio 2019, dalle ore 8,00 alle ore 24,00;

    dalle ore 7,00 alle ore 21,00 e, comunque, fino al termine della manifestazione e/o delle esigenze connesse con i servizi di O.P. predisposti, il divieto di sosta - zona rimozione sulle seguenti strade e piazze:

     via Alberto Sordi;

     via XXIV Maggio, tratto compreso tra via Quarnaro e via Bozzi;

     via Quarnaro;

     via Fiume;

     via Cognetti, tratto compreso tra via Fiume e corso Cavour;

     corso Cavour, aree di sosta adiacenti la fontana monumentale antistante la Banca d'Italia;

     piazza Eroi del Mare, ambo i lati;

     via S. Fiorese;

     piazza Diaz;

    dalle ore 17,00, e comunque, fino a termine della manifestazione, il divieto di transito sulle seguenti strade e piazze:

     via Alberto Sordi;

     via XXIV Maggio, tratto compreso tra via Quarnaro e via Bozzi;

     via Quarnaro;

     via Fiume;

     via Cognetti, tratto compreso tra via Fiume e corso Cavour;

     corso Cavour, tratto di strada avente direzione di marcia verso Piazzale IV Novembre compreso tra via Cognetti e via S. Fiorese, comprese le aree di sosta adiacenti la fontana monumentale antistante la Banca d'Italia;

     piazza Eroi del Mare, ambo i lati;

     via S. Fiorese;

   inoltre, in concomitanza con gli eventi previsti, dalle ore 17 di martedì 19 febbraio e fino a fine servizio, alcune linee degli autobus urbani- 4, 21 e 23, 22,10 e 25, 2, 2/, 21 e 14,12 e 12/ - e la navetta C del park and ride hanno subito una serie di variazioni di percorso;

   infine, dalle ore 7,00 del giorno 19 febbraio 2019 alle ore 20,00 del giorno 20 febbraio 2019, e comunque fino a cessate esigenze di ordine pubblico, è stato istituito il divieto di transito e il divieto di sosta - zona rimozione sulla via Lombardi con l'eccezione dei veicoli autorizzati ad accedere dalle FF.PP. e/o dagli organi di polizia stradale;

   le suddette limitazioni/chiusure al traffico, nonché le variazioni di percorso dei mezzi del trasporto pubblico locale disposte in un giorno feriale, hanno causato ingenti problemi di circolazione in tutto il centro cittadino, paralizzando l'intera città;

   a parere dell'interrogante il Ministro ha sostanzialmente utilizzato il suo ruolo istituzionale per giustificare il disagio arrecato alla città per meri fini elettorali –:

   se ritenga opportuno adottare misure di sicurezza e di ordine pubblico di tale portata per svolgere attività secondo l'interrogante estranee al ruolo ministeriale che ricopre;

   quali ragioni di sicurezza siano sottese alla decisione di paralizzare un'intera città in un ordinario giorno feriale.
(5-01549)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la polizia italiana è impiegata a Claviere sul confine italo-francese al fine di gestire i respingimenti di immigrati irregolari che la Gendarmerie riporta costantemente sul suolo italiano;

   il servizio di controllo della frontiera in cui è impiegata la polizia italiana si svolge in una situazione di disagio per gli agenti in quanto mancherebbe persino un punto d'appoggio per gli agenti, che svolgono la propria mansione notte e giorno, potendo confidare esclusivamente nel riparo della propria vettura, parcheggiata a ridosso dell'ingresso di un cortile privato a lato di un'area per il contenimento dei bidoni dell'immondizia usata peraltro spesso come riparo essendo l'unica struttura dotata di tettoia;

   mancherebbero le dotazioni per effettuare i controlli tanto che gli immigrati respinti verrebbero allocati nel citato gabbiotto in legno munito di tettoia, ma aperto sui lati o in una camionetta e successivamente, quando in numero sufficiente a giustificare uno spostamento, portati a Cesana o Bardonecchia con il conseguente dispendio di tempo ed energia per gli agenti impiegati;

   mancherebbe inoltre la possibilità di usare i servizi igienici poiché il più vicino posto di polizia, il commissariato di Bardonecchia, dista circa 30 chilometri montani e non c'è nessuna possibilità di utilizzare i servizi dalle 20 alle 7,30 del mattino in quanto di notte anche i locali commerciali della zona, comunque distanti dalla postazione, sono chiusi;

   è stata chiesta con urgenza l'allocazione di un modulo abitativo, analogo a quelli posizionati nel cantiere Tav di Chiomonte, munito di riscaldamento e bagni o, in estremo subordine, di un camper attrezzato per la fruizione dei servizi igienici e la somministrazione di bevande calde, richiesta peraltro che ad oggi non ha avuto risposta –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per garantire agli agenti condizioni di lavoro congrue.
(4-02315)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da articoli pubblicati sul sito «repubblica.it» e «corriere.it» il 19 febbraio 2019 si apprende che la regione Lombardia avrebbe concesso il patrocinio a un'iniziativa organizzata da Wolf of the ring, associazione che fa parte del gruppo neofascista Lealtà azione;

   l'iniziativa, denominata «Kids of the ring» si svolgerà il 17 marzo 2019 e prevede la presenza di bambini impegnati in gare di arti marziali. Sul manifesto è riportato il logo istituzionale e l'intero ricavato della giornata andrà a Bran.co, onlus della stessa Lealtà azione, promotrice di «presidi per la sicurezza» in quartieri critici della città e specializzata nel distribuire i pacchi di Banco alimentare discriminando le famiglie non italiane;

   in rete se ne parla come di «una giornata di beneficenza e sport in favore della tutela dell'infanzia»;

   nel sito internet della manifestazione patrocinata dalla regione Lombardia si spiega che si tratta di una «perfomance Kids con giovanissimi che arrivano dall'Europa per i nostri piccoli fighters italiani»;

   a parere dell'interrogante il patrocinio della regione Lombardia a un'iniziativa organizzata da associazioni direttamente riconducibili a movimenti neofascisti e neonazisti rappresenta un fatto grave, perché legittima organizzazioni che, ponendosi fuori dai valori costituzionali e ispirandosi ai princìpi del fascismo e del nazismo, andrebbero invece sciolte –:

   quali siano gli orientamenti del Governo circa i fatti riportati in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per vagliare, anche per i profili di ordine pubblico, eventi e manifestazioni organizzate da tutti quei movimenti d'ispirazione neofascista, come Lealtà azione e associazioni ad essa direttamente collegate, che a giudizio dell'interrogante non si riconoscono nella Costituzione, ponendosi in palese contrasto con i valori fondativi di libertà e democrazia della Carta costituzionale;

   quali iniziative di prevenzione e contrasto il Ministero dell'interno abbia predisposto, per quanto di competenza, in relazione all'emergere e allo svilupparsi in ampie zone del Paese di organizzazioni di carattere neofascista e neonazista.
(4-02321)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:

   il 9 febbraio 2019 il Ministro interpellato in visita ad alcuni istituti scolastici in Campania si è lasciato sfuggire dichiarazioni offensive nei confronti dei docenti del Sud che non si impegnerebbero a sufficienza nel loro lavoro e che sarebbero, di fatto, responsabili delle minori prestazioni degli studenti meridionali;

   il Ministro della Repubblica in quanto tale dovrebbe rappresentare tutto il territorio nazionale e non prendere le distanze da una parte del Paese, alimentando stereotipi che andrebbero invece combattuti tanto nella teoria quanto nella pratica, cioè nella assunzione di tutte le misure necessarie a colmare il gap esistente tra diverse zone dell'Italia;

   in una fase in cui la credibilità della istituzione «scuola» è continuamente messa in discussione da atteggiamenti di studenti e di genitori che arrivano a minare la sicurezza fisica degli operatori della scuola sul posto di lavoro – da mesi tali episodi sono riportati in articoli di stampa – il Ministro non dovrebbe permettersi di rilasciare dichiarazioni offensive verso una categoria di lavoratori dello Stato geograficamente definita che ne indebolisce ulteriormente l'autorità, il prestigio sociale e la forza persuasiva proprio in regioni più a rischio di disagio sociale, con tassi di abbandono scolastico e di disoccupazione giovanile più alti e assenza di infrastrutture produttive in grado di stimolare il tessuto economico della regione;

   il livello di abbandono è strettamente connesso alla mancanza di progettualità e alla mancanza di investimenti tali da definire e delineare una struttura produttiva capace di dare lavoro, e quindi speranza e quindi senso all'impegno da infondere nella preparazione e nella carriera formativa;

   sarebbe stato lecito aspettarsi dal Ministro, invece, un sostegno formale in sede di visita e un sostanziale supporto come azione di Governo, quale riconoscimento dell'impegno e della motivazione che quotidianamente mettono gli insegnanti che operano in territori difficili e di disagio sociale, lasciati soli a rappresentare uno Stato che non è in grado di difenderli innanzitutto, e che non prevede interventi a largo raggio su un tessuto sociale sfilacciato e senza grandi punti di riferimento;

   quasi la metà dei docenti che lavorano al Nord provengono proprio da questi territori di «fannulloni» senza che questo abbia ripercussioni sulle qualità e sulle performance degli studenti settentrionali;

   risultano oltremodo offensive anche le parole del Ministro dell'interno che di fatto parla della gente del Sud come se fosse una categoria di cittadini di seconda classe, differenziata, con pesantissime allusioni e offese: un Paese, una Nazione è tale solo quando non agisce solo per sostenere le aree più avanzate ma è capace di intervenire fattivamente sul Paese come su un corpo unico; un Governo è tale solo quando è in grado di sviluppare e rafforzare il senso di appartenenza e di identità;

   non è di assistenzialismo che ha bisogno il Sud per mettersi al passo con le zone più sviluppate e ricche del Paese: a disposizione degli alunni e dei docenti meridionali ci sono meno strutture formative ed educative; mancano gli asili nido, le scuole materne funzionano in maggioranza a tempo parziale, c'è scarsità di luoghi culturali e di aggregazione quali biblioteche, centri sportivi, scuole con palestre; tutti fattori che incidono e assumono rilevanza nel processo di sviluppo cognitivo dei bambini;

   il Governo ha fortemente contratto le risorse del fondo per il contrasto alla povertà educativa, mentre sarebbero auspicabili misure volte al sostegno e allo sviluppo dell'istruzione e della formazione professionale, al fine di dotare di strumenti reali e concreti di realizzazione di sé e di costruzione di futuro le ragazze e i ragazzi che il disagio sociale e la povertà educativa portano ad allontanarsi dai luoghi dell'istruzione, rendendoli potenziali destinatari dell'attrazione esercitata dall'idea di un facile guadagno offerta dalla criminalità organizzata;

   il Ministro interpellato sembra ignorare i dati relativi alle realtà da lui visitate che presentano indici preoccupanti di dispersione scolastica, di criminalità giovanile (baby gang), di disoccupazione giovanile determinati da contesti socio ambientali deprivati;

   se è di impegno che si vuole parlare gli interpellanti richiamano l'attenzione del Ministro sulle inadempienze del dicastero che presiede considerando il numero di crolli, per fortuna senza vittime, che si continuano a registrare nelle scuole, del Nord come del Sud, mentre i fondi per l'edilizia scolastica, a detta del Ministro sbloccati per almeno 7 miliardi di euro, sono assolutamente latitanti;

   nell'ambito del programma operativo nazionale (Pon) del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nell'agosto 2017 è stato pubblicato sul sito del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca l'avviso relativo allo stanziamento di 350 milioni di euro destinati a progetti di edilizia scolastica in comuni e province delle regioni Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, per accedere ai quali gli enti destinatari hanno presentato i progetti entro la scadenza richiesta del febbraio 2018 ma ad oggi di questi fondi non se ne sa nulla;

   tra le tipologie di interventi finanziabili erano compresi anche interventi sull’«attrattività delle scuole, intesa come miglioramento della qualità ed ammodernamento degli spazi per la didattica e realizzazione di spazi funzionali per lo svolgimento di servizi accessori agli studenti (es. mensa, spazi comuni, aree a verde, realizzazione di infrastrutture per lo sport e per gli spazi laboratoriali), finalizzati alla riqualificazione e al miglioramento della fruibilità degli spazi (interni ed esterni), anche per promuovere una idea di scuola aperta al territorio e alla comunità» –:

   se il Ministro interpellato intenda scusarsi con i presidi, gli insegnanti e gli operatori della scuola che lavorano nel Sud Italia;

   quali iniziative concrete intenda adottare per la scuola italiana e del Meridione, per sconfiggere la dispersione scolastica, la criminalità e la disoccupazione giovanile e quali fondi saranno destinati alle scuole del Sud, dove il ricorso al tempo pieno è inferiore al 15 per cento per mancanza di risorse economiche.
(2-00280) «Casciello, Gelmini, Paolo Russo, Aprea, Bagnasco, Anna Lisa Baroni, Bartolozzi, Biancofiore, Cappellacci, Carfagna, D'Attis, Fatuzzo, Fitzgerald Nissoli, Labriola, Marin, Marrocco, Mugnai, Napoli, Occhiuto, Orsini, Palmieri, Pettarin, Pittalis, Rossello, Rotondi, Ruffino, Saccani Jotti, Sarro, Sandra Savino, Scoma, Maria Tripodi».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARZANA e CARBONARO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   in base al decreto del Presidente della Repubblica 14 febbraio 2016, n. 19, e mediante la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del «Regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento», si sono aggiunte 11 nuove classi di concorso, tra cui la classe A65 «Teoria e tecnica della comunicazione»

   nella tabella A del suddetto regolamento risulta che: i titolari della classe di concorso A65 possono insegnare esclusivamente la materia «teoria della comunicazione» presso gli istituti tecnici, settore tecnologico, indirizzo grafica e comunicazione (secondo biennio), ma non possono insegnare «tecnica della comunicazione» negli istituti professionali settore servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera, articolazione «accoglienza turistica» (secondo anno del secondo biennio e quinto anno), e negli istituti professionali settore servizi commerciali (secondo biennio e quinto anno);

   la materia «tecniche della comunicazione» risulta assegnata ai docenti titolari della classe di concorso A18;

   il titolare della classe di concorso A18, filosofia e scienze umane, ha titolo di accesso in opzione; l'opzione è esercitata con precedenza da coloro che abbiano prestato servizio in utilizzazione nel periodo dal 1° settembre 2010 alla data dello stesso provvedimento per almeno un intero anno scolastico;

   la VII Commissione al Senato, come risulta dal resoconto sommario n. 235 del 25 novembre 2015, ha dato parere favorevole alla riforma delle classi di concorso, ma pone delle condizioni e al punto i), 6 specifica: «sia rimodulata la tabella “indirizzi di Studi" per la classe di concorso A65 (teoria e tecnica della comunicazione) inserendo i seguenti indirizzi:

    Istituto professionale-Indirizzo Servizi Commerciali Tecniche di comunicazione 2° biennio e 5° anno;

    Istituto professionale-Indirizzo Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità Alberghiera-Articolazione-Accoglienza-Turistica-Tecniche di comunicazione 2° biennio e 5° anno» –:

   se non ritenga di dover assumere le iniziative di competenza per apportare modifiche al decreto del Presidente della Repubblica n. 19 del 2016, tabella A, relativamente alla classe di concorso A65 e all'accesso in opzione, al fine di superare le disparità di trattamento determinato dalla attuale normativa e di garantire la dignità professionale dei titolari della classe di concorso A65 e, nelle more, se non ritenga che sussistano i presupposti per emanare una nota ministeriale che indichi ai dirigenti scolastici l'interpretazione corretta e univoca dell'opzione di cui alla tabella A del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 19 del 2016.
(5-01547)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CIPRINI, PALLINI, PERCONTI, GIANNONE, COSTANZO, CUBEDDU, SIRAGUSA, DAVIDE AIELLO e DE LORENZO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto si apprende dalla stampa, «Tonnellate di nuove lavorazioni che arrivano, tonnellate di cioccolato che però se ne andranno. Succede a San Sisto, nello stabilimento della Perugina, dove Nestlé ha annunciato lo sbarco del Kit Kat (1.500 tonnellate) e il raddoppio del tartufo ma, di contro, ci sarà la dismissione di alcune produzioni considerate “marginali” o, come si dice, ormai fuori moda. La notizia è stata data dalla direzione di San Sisto nei giorni scorsi alla Rsu e oggi proseguirà il confronto, visto che si è parlato di volumi e non di prodotti specifici. [...] Da Nestlé nessuna posizione ufficiale ma filtra la notizia che non ci sia nessuna campagna di dismissione in corso, bensì un semplice avvicendamento di produzioni per rispondere all'evoluzione dei gusti dei consumatori. Viene fatto notare che “i 60 milioni investiti nell'ambito del piano del 2016 dimostrano come la multinazionale non intenda indebolire, bensì potenziare lo stabilimento di San Sisto”. Insomma anche se si perderà qualche produzione marginale, il saldo sarà comunque positivo. Sindacati sulla difensiva: “Il confronto è ancora aperto. Certo non siamo del tutto tranquilli ”» (QN La Nazione Umbria del 19 febbraio 2019 a firma di Silvia Angelici);

   lo stabilimento della Perugina Nestlé di San Sisto in Perugia è stato interessato, già nel recente passato, da programmi di riorganizzazione aziendale che hanno portato, purtroppo, a procedure di riduzione del personale con conseguente perdita di posti di lavoro;

   l'accordo dell'aprile 2016 tra sindacati e azienda prevedeva anche importanti investimenti e un rilancio dei prodotti e della produzione;

   ad oggi, tuttavia, a parere dell'interrogante, non sono ancora del tutto chiari gli obiettivi di investimento della fabbrica e quali conseguenze possano produrre –:

   di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto e quali iniziative intenda intraprendere al fine di conoscere in maniera chiara quali siano le intenzioni della Nestlé in merito allo stabilimento di San Sisto di Perugia affinché lo stesso resti strategico per la multinazionale e vengano rassicurati i lavoratori.
(5-01545)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CECCHETTI e BONIARDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   sono state proclamate nella giornata del 20 febbraio 2019 quattro ore di sciopero (dalle 8 alle 12) con presidio davanti ai cancelli della Sirti di Mazzo di Rho contro gli 833 licenziamenti annunciati dall'azienda specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di reti di telecomunicazioni;

   dopo Palermo, Galatina (Lecce) e Calenzano (Firenze), la protesta oggi ha avuto luogo nella sede di via Di Vittorio, alle porte di Milano;

   i sindacati ritengono inaccettabile che la Sirti abbia deciso di lasciare a casa proprio quei lavoratori che dovrebbero portare a termine il piano banda ultralarga e intraprendere le attività previste per il 5G;

   tra gli 833 lavoratori in esubero, infatti, ci sono anche coloro che posano la fibra e lavoratori del radiomobile;

   secondo il sindacato il motivo vero dei licenziamenti annunciati è che «i gruppi dirigenti aziendali vorrebbero guadagnare di più utilizzando in maniera selvaggia appalti e subappalti», non escludendo in futuro ulteriori tagli;

   l'azienda, dal canto suo, ha precisato che quella avviata è una «fase di negoziazione finalizzata all'implementazione di un nuovo assetto organizzativo della propria business-unit Telco Infrastructures, per allineare il business alle attuali condizioni di mercato e salvaguardare la competitività a lungo termine del Gruppo»;

   tale decisione è stata classificata dall'azienda stessa «inevitabile e difficile», motivata dalla contrazione del giro d'affari che ha interessato tutti gli operatori del settore, Sirti compresa –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare in merito a quanto esposto in premessa, al fine di scongiurare in licenziamenti preannunciati e salvaguardare i livelli occupazionali e le professionalità acquisite;

   se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare per evitare il puntuale ricorso da parte di aziende più spregiudicate allo strumento dell'appalto e/o subappalto a fronte di riduzione del personale dipendente.
(4-02316)


   FURGIUELE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il trasporto per mare è considerato, specialmente dall'Unione europea, fondamentale per lo sviluppo dell'economia degli Stati membri e, di conseguenza, capace di contribuire alla crescita delle varie aree regionali. L'Italia, data la sua configurazione geografica e i suoi numerosi porti, ha le potenzialità per diventare un polo importante nel mezzo dell'Europa;

   il porto di Gioia Tauro rappresenta uno scalo di transhipment, nel quale i container vengono scaricati da grandi navi per essere caricati su unità più piccole (cosiddetto feeder);

   esso gode di una posizione geografica baricentrica nel mar Mediterraneo e, di conseguenza, indirizza la vocazione e lo sviluppo economico del Paese. Ciò nonostante, il porto sta vivendo una situazione di stallo, caratterizzata da una diminuzione di traffico di container e dal mancato avvio di misure che potrebbero rilanciarne l'operatività. Infatti, nel 2018 ha movimentato 2,3 milioni di container da 20 piedi con un calo del 4,9 per cento rispetto al 2017. Inoltre, il mancato sviluppo del retroporto non ha giovato al consolidamento della leadership del porto nei confronti degli altri competitor nel Mediterraneo;

   questa drammatica situazione, oltre a generare un pesante clima di preoccupazione, sta portando a una mancata ripresa del porto di Gioia Tauro, che potrebbe sfociare in una chiusura definita del porto stesso. È stata annunciata la volontà, da parte della società Medcenter, di attivare le procedure per il licenziamento collettivo del personale in esubero, in virtù dell'insostenibilità dei costi dell'intera forza lavoro;

   si parla, pertanto, dell'apertura di una nuova e drastica procedura di riduzione di personale, ancora più pesante di quella avviata nel 2017;

   è inaccettabile che ancora una volta si utilizzi a Gioia Tauro il «ricatto» occupazionale per quelle che paiono all'interrogante lotte di potere nazionali e internazionali per gli hub portuali, che nulla hanno a che fare con il rilancio del nostro Paese e del Mezzogiorno;

   ad oggi, pertanto, è necessaria un'accelerazione degli investimenti in impianti e servizi unitamente a un rafforzamento della capacità amministrativa e con il licenziamento collettivo si andrebbe in senso opposto –:

   se il Governo non ritenga opportuno procedere con una disamina congiunta dell'intera problematica adottando le iniziative di competenza per un differimento del licenziamento collettivo del personale.
(4-02317)


   CASSINELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   ci sono decine di migliaia di esercizi pubblici, tra bar e ristoranti, che devono recuperare i corrispettivi per i buoni pasto accettati in forza della convenzione in essere con Qui! Group, l'azienda di distribuzione di buoni pasto fallita ormai da mesi;

   gli ammanchi per ogni singola impresa sono ragguardevoli e, in alcuni casi, superano i 50 mila euro, rischiando di mettere in ginocchio gli operatori del settore della somministrazione;

   le imprese che stanno pagando il conto più salato sono quelle di Genova e della Liguria, già colpite dal crollo del «ponte Morandi» e dalla crisi che ne è seguita. Qui! Group aveva sede nel capoluogo ligure e molti erano i contratti sottoscritti con gli enti locali per l'erogazione del servizio di mensa sostitutivo;

   l'unica colpa delle aziende che oggi rischiano di chiudere i battenti è quella di essersi fidate di quanto deciso nelle gare d'appalto statali dalla Consip;

   a ciò si aggiunga che la crisi di Qui! Group ha comportato gravi ricadute sul piano occupazionale, con serio pregiudizio per i lavoratori dell'azienda stessa;

   dopo un primo e unico incontro nel mese di settembre 2018 al Ministero dello sviluppo economico, i rappresentanti delle associazioni di categoria non hanno ricevuto più alcuna comunicazione –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere a tutela dei lavoratori Qui! Group e delle migliaia di esercizi pubblici la cui continuità aziendale è messa a serio repentaglio per l'insolvenza della stessa Qui! Group.
(4-02318)


   PENTANGELO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   fonti di stampa hanno reso noto il fatto che a Napoli è in atto un'inattesa richiesta di cambi di residenza i quali nasconderebbero un escamotage per sfoltire gli stati di famiglia. Negli uffici anagrafe del comune di Napoli si presentano tutti con la stessa richiesta: «Voglio cambiare residenza»;

   se è vero che nessuna legge o norma dello Stato impedisce a un cittadino di cambiare appartamento e trasferirvi la residenza, è anche vero che ciò è ammesso, purché «poi avvenga davvero». Infatti, numerosi fonti riferiscono che «Al netto dei furbetti di turno è certamente significativa la tempistica con la quale stanno fioccando nelle Municipalità del capoluogo campano le richieste di cambi di residenza, in alcuni casi raddoppiate»;

   in passato, tali evenienze sono state collegate a un percepimento ingiusto di vantaggi, perché non sempre legittimamente percepiti dai cittadini richiedenti, proprio in seguito alle modifiche richieste, come nel caso delle riduzioni delle tariffe di luce e gas, oppure per sfruttare agevolazioni sociali e sanitarie. Negli ultimi anni molte persone hanno cercato di aggirare le norme adottando quelli che, per molti addetti ai lavori, sono dei veri e propri «trucchi», messi in atto per raggiungere finalità non lecite;

   negli ultimi giorni, i cambi di residenza hanno subito una impennata, non solo a Napoli. La stessa cosa accade a Bari. A denunciare il caos e il sovraffollamento è un consigliere comunale che si è recato negli uffici per un sopralluogo. Già nei giorni precedenti il comune aveva previsto il rischio di intasamento dovuto ai cambi di residenza, ma l'interrogante non conosce quali informazioni l'ufficio avesse per prevedere esattamente l'impennata descritta;

   secondo la guardia di finanza, si dovrebbe vigilare attentamente anche sulle aumentate richieste fatte da coppie sposate che stanno decidendo di separarsi e dividere le residenze. Ad avviso delle forze dell'ordine sentite dalla stampa, l'aumento delle separazioni sarebbe finalizzato ad ottenere una riduzione dell'Isee;

   il fenomeno sarebbe concentrato specialmente nel Meridione dove pendono migliaia di richieste di separazione, in forte aumento da circa un mese. L'aumento non è spiegabile razionalmente. Si consideri, però che, a legislazione vigente, sia nell'ipotesi di separazione sia, soprattutto, nell'ipotesi di divorzio, il giudice prima di decidere invita il coniuge più debole economicamente a fornire la prova di aver fatto tutto il possibile per mettere a frutto le proprie capacità per reperire una forma di sostentamento autonomo. Alcuni giudici, già oggi richiedono, ad esempio, la prova dell'avvenuta iscrizione ai centri per l'impiego;

   non è da escludere che l'aumento celi il fenomeno delle «finte separazioni». È stato dimostrato in passato che numerosi coniugi simulavano la rottura del rapporto di coppia per ottenere benefici fiscali o per frodare i creditori; è possibile che l'aumento attuale sia da collegare a frodi future, ma attualmente non si riesce a immaginare quali siano;

   se gli aumenti anomali di cambi di residenza e variazioni dello stato di famiglia sono stati segnalati dalle anagrafi agli uffici comunali fin da novembre 2018 è a gennaio, e ancor di più nei primi giorni di febbraio 2019 che stanno diventando clamorosi: raddoppio di cambi di residenza a Palermo, raddoppio a Crotone, +20 per cento a Bari, +20-30 per cento a Napoli. A Milazzo dieci cambi di residenza in tre giorni hanno indotto il sindaco a emanare una circolare urgente –:

   se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo se intendano adottare iniziative finalizzate a conoscere le cause e le finalità del fenomeno, che anche secondo quanto riportato dagli organi di stampa, si ipotizza collegato a simulazioni sia per le separazioni che per i cambi di residenza.
(4-02319)

RAPPORTI CON IL PARLAMENTO E DEMOCRAZIA DIRETTA

Interrogazione a risposta scritta:


   ROTTA. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta. — Per sapere – premesso che:

   in data 18 febbraio 2019 gli iscritti alla piattaforma Rousseau si sono espressi per decidere sull'orientamento a cui dovrebbero attenersi i cosiddetti portavoce del M5S in Senato dapprima in sede di Giunta per le autorizzazioni a procedere e successivamente in Aula rispetto alla posizione del Ministro dell'interno, Sen. Matteo Salvini, relativamente alla vicenda «Diciotti»;

   gli iscritti alla piattaforma potevano pronunciarsi su due quesiti «Sì, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere negata l'autorizzazione a procedere» oppure «No, non è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere approvata l'autorizzazione a procedere»;

   i citati quesiti hanno subito una modifica rispetto alla formulazione iniziale e ciò ha comportato un ritardo nelle procedure;

   problemi tecnici sulla piattaforma a pochi minuti dall'inizio della votazione online hanno dapprima fatto slittare l'apertura delle votazioni dalle 10 alle 11 e la chiusura della consultazione dapprima dalle 19 alle 20 e poi fino alle 21,30;

   avere più voti alla fine è stata la risposta «Sì, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere negata l'autorizzazione a procedere» che punta a negare l'autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro Salvini con 30.948 voti pari al 59,05 per cento, mentre l'altra risposta ha ottenuto 21.469 voti pari al 40,95 per cento;

   non poche sono le polemiche che hanno accompagnato il voto sulla piattaforma con testimonianze di falle, di voti plurimi e di altri disguidi tecnici sulle difficoltà di accesso e collegamento;

   suddette polemiche sul funzionamento hanno anche riguardato il contributo di cui l'associazione Rousseau usufruisce tramite i parlamentari del Gruppo del M5S che mensilmente, su base statutaria del Gruppo, versano una quota della propria indennità;

   l'Autorità garante per il trattamento dei dati personali più volte è intervenuta a segnalare l'esigenza di assicurare un'adeguata sicurezza della piattaforma considerato il trattamento di dati sensibili dei propri iscritti;

   in data 21 dicembre 2017 l'Autorità aveva chiesto interventi a tutela della privacy degli iscritti e nel maggio 2018 aveva ammonito l'associazione Rousseau che, le misure adottate per migliorare la sicurezza, non fossero soddisfacenti, dando tempo fino al 30 giugno per completare il necessario adeguamento;

   casi di violazione da parte di hacker si sono registrati anche in data successiva a quella del richiamo da parte dell'Autorità;

   il Ministro interrogato nell'ambito delle audizioni sulle linee programmatiche svoltesi nel luglio 2018 presso le competenti commissioni parlamentari ha affermato che il Governo intende lavorare per il futuro sul coinvolgimento di cittadini e imprese attraverso consultazioni con visibilità su di un ipotetico portale unico nonché di mettere a disposizione delle amministrazioni un software open source per realizzare le consultazioni;

   come nel caso citato suddette decisioni assunte dalla piattaforma Rousseau hanno una influenza diretta sulla vita delle istituzioni e la presenza di queste criticità evidenzia preoccupazioni sulla effettiva funzionalità del suddetto sistema a causa della poca trasparenza, dei rischi di manipolazione e della violazione dei dati personali –:

   se il Ministro interrogato risulti essere a conoscenza delle richiamate criticità emerse anche nel corso dell'ultima consultazione online sulla piattaforma Rousseau, e se davvero sia intenzione del Governo proseguire nella idea di utilizzare analoghi strumenti anche per consultazioni che riguardino l'interezza del corpo elettorale italiano.
(4-02324)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   LEPRI e DE FILIPPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la morte del giovane medico di Ancona Lorenzo Farinelli affetto da un aggressivo linfoma non-Hodgkin a grandi cellule curabile solo con innovative costose terapie immunitarie disponibili solo in alcuni Paesi europei (Germania, Francia, Spagna e Inghilterra) e negli Stati Uniti, ha portato alla ribalta il ritardo dell'Italia nell'autorizzare l'uso del trattamento sperimentale del Car-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell), un complesso procedimento in cui alcune cellule del sistema immunitario vengono prelevate dal paziente, geneticamente modificate in laboratorio per poter riconoscere le cellule tumorali e poi reinfuse nello stesso paziente;

   si tratta di un nuovo e complesso approccio terapeutico che è possibile solo con farmaci innovativi e costosi che richiedono l'approvazione degli enti governativi preposti, nel caso dell'Italia dell'Aifa;

   le Car-T sono, infatti, cure salvavita costosissime, intorno ai 250 mila euro a infusione che possono essere somministrate solo in centri accreditati e dotati di strutture e personale di altissima specialità, sia per la complessità, sia per l'alta tossicità;

   come dichiarato dal professore Corradini dell'istituto tumori di Milano e presidente della Società italiana di ematologia, «Dei circa 750 pazienti eleggibili alla terapia, la percentuale di guarigione è pari al 40 per cento. Questo significa che se dobbiamo aspettare un anno prima di mettere la terapia in commercio. In Italia moriranno ogni mese 35-37 persone che avrebbero potuto beneficiarne»;

   in Italia, ad oggi, esiste solo un «programma compassionevole» in base al quale la multinazionale produttrice del farmaco americana Giled, in attesa di addivenire ad un accordo con Aifa, ha messo a disposizione alcuni limitatissimi trattamenti che certo non coprono il fabbisogno che viene quantificato, come già evidenziato, in circa 750 pazienti eleggibili;

   sia la legge di bilancio 2019 che il «decreto semplificazioni» hanno stanziato rispettivamente 5 milioni di euro per il 2019 e 10 milioni per il 2020 per la Rete oncologica e la Rete cardiovascolare, cui fanno parte istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) impegnati, rispettivamente, nello sviluppo di nuove tecnologie antitumorali CAR-T e nella prevenzione primaria cardiovascolare –:

   quale sia al momento lo stato dell’iter della negoziazione tra Aifa e le aziende produttrici del trattamento Cart-T e se il Ministro interrogato non ritenga doveroso intervenire urgentemente, affinché, anche in Italia, sia possibile averlo non solo nell'ambito di un programma per uso «compassionevole» ma per tutti i possibili pazienti eleggibili, senza che questi, almeno coloro che economicamente se lo possano permettere, si debbano recare all'estero.
(5-01544)

Interrogazione a risposta scritta:


   CANTALAMESSA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel cuore della costiera amalfitana, più precisamente a Castiglione di Ravello (Salerno), è presente un presidio della azienda ospedaliera universitaria «San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona» di Salerno, che serve un comprensorio di dodici comuni per una popolazione totale di circa trentamila persone;

   tale popolazione, durante il periodo estivo, aumenta notevolmente in considerazione dell'afflusso turistico che visita la costa;

   ad oggi, tale presidio funge esclusivamente da pronto soccorso, garantendo solo la presa in carico del paziente, che deve essere necessariamente trasportato presso l'ospedale regionale (fermo restando la disponibilità dei posti letto), in tutti quei casi in cui si renda necessario il ricovero, ovvero un approfondimento delle condizioni cliniche;

   la costiera amalfitana non gode di una grande rete infrastrutturale, visto che esiste una sola arteria stradale da Salerno a Sorrento e che la stessa durante la stagione estiva, è percorsa da migliaia di autovetture e pullman di visitatori e turisti che la utilizzano per raggiungere le varie mete della zona; per questo motivo la costiera amalfitana, in virtù del «piano regionale di programmazione della rete ospedaliera», ai sensi del decreto ministeriale n. 70 del 2015, è stata già qualificata come zona disagiata;

   secondo il «piano regionale di programmazione della rete ospedaliera», redatto dalla regione Campania ed approvato con decreto n. 33 del 17 maggio 2016, a Castiglione di Ravello (Salerno) dovrebbe esistere un ospedale con pronto soccorso e con 20 posti letto di medicina;

   tale servizio essenziale non viene ad oggi garantito, benché esista una struttura che in passato abbia già garantito posti letto ed i primari e secondari servizi di sanità pubblica;

   nel 2018 è inaccettabile che un'intera comunità debba ancora soffrire di malasanità nonostante esistano i provvedimenti idonei a far cessare ogni disagio, e nonostante i solleciti inoltrati all'amministrazione regionale –:

   di quali elementi disponga il Governo in relazione alla situazione di cui in premessa, che di fatto sta negando ad oggi il diritto alla salute dei cittadini e dei turisti della costiera amalfitana, contrariamente a quanto disposto dall'articolo 32 della Carta Costituzionale, che prevede come priorità il diritto alla salute del cittadino;

   se il Governo, anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi regionali, non ritenga opportuno assumere ogni iniziativa di competenza per risolvere l'incresciosa situazione e comprendere i motivi per i quali persiste tale drammatica circostanza, nonostante l'esistenza del «piano regionale di programmazione della rete ospedaliera», redatto dalla regione Campania ai sensi del decreto ministeriale n. 70 del 2015 ed approvato con decreto n. 33 del 17 maggio 2016.
(4-02326)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BRUNO BOSSIO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nell'ottobre 2018 a seguito della segnalazione di un cedimento del tetto, con possibili cadute di calcinacci, del palazzo ubicato in corso Italia 107, in territorio di Amantea, l'ufficio postale di Campora San Giovanni è stato chiuso;

   tra l'amministrazione comunale e il condominio del palazzo si è aperto un contenzioso che di fatto sta determinando una situazione di impasse che comunque vede chiuso il suddetto ufficio postale con gravi disagi e disservizi alla comunità costretta a recarsi nella vicina Amantea per usufruire dei servizi postali (pagamenti, riscossione pensioni, prelievi e altro);

   il servizio postale è un servizio universale di interesse pubblico gestito, attraverso un contratto di servizio, da Poste Italiane;

   la incertezza sulla conclusione dei lavori dello stabile presso il quale era ubicato l'ufficio postale non può comportare il prolungarsi del disagio per la collettività;

   occorre ripristinare quanto prima nel territorio di Campora San Giovanni la piena funzionalità dell'ufficio postale –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, affinché Poste Italiane, in attesa della conclusione dei lavori presso lo stabile di Corso Italia 107, individui, d'intesa con l'amministrazione comunale di Amantea, una soluzione logistica per la riapertura immediata dell'ufficio postale di Campora San Giovanni ponendo fine ai disagi della comunità.
(5-01543)


   CAPITANIO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   secondo l’intelligence degli Stati Uniti, l'azienda Huawei avrebbe nascosto dei software nelle proprie infrastrutture per consentire al Governo cinese di appropriarsi di dati sensibili trasmessi attraverso le reti;

   la figlia del fondatore dell'azienda cinese, Meng Wenzhou, direttore finanziario e vicepresidente del gruppo, è stata arrestata in Canada per avere violato le sanzioni americane nei confronti dell'Iran; e la stessa sorte è toccata, poche settimane dopo, ad un dirigente di Huawei arrestato in Polonia con l'accusa di spionaggio;

   fonti stampa riportano che l'Unione europea sta considerando delle proposte volte a bandire le apparecchiature Huawei; ci sarebbero in particolare due opzioni: una revisione delle norme sulla cybersicurezza, per renderle più stringenti ed escludere società anche solo sospettate di spionaggio, e/o una modifica delle regole sugli appalti, in modo da impedire alle società cinesi di partecipare a progetti per lo sviluppo del 5G;

   da fonti stampa si apprende che, in tema di infrastrutture di telecomunicazione mobile, Huawei è partner di Wind-Tre, Vodafone e TIM con una copertura delle loro tecnologie tra il 20 e il 30 per cento delle reti, nonché partner tecnologico per la rete fissa di Tim, coprendo circa il 10 per cento della rete;

   Huawei si era precedentemente aggiudicato l'appalto come fornitore dei sistemi di controllo della rete in fibra ottica di Open Fiber sulle 10 principali città italiane;

   nei progetti sperimentali sul 5G, Huawei risulta essere capofila per la copertura del lotto Bari-Matera e partner di Vodafone nel lotto di Milano;

   il progetto WiFi.Italia.it, realizzato attraverso Infratel, società controllata dal Ministero dello sviluppo economico, ha come obiettivo principale quello di permettere a cittadini e turisti di connettersi gratuitamente e in modo semplice a una rete WiFi libera e diffusa su tutto il territorio nazionale;

   dopo un primo stanziamento di 8 milioni di euro, per il progetto WiFi.Italia.it è previsto un ulteriore finanziamento di 45 milioni di euro per l'assegnazione dei quali Infratel non deve ricorrere a una gara, ma si avvale direttamente di una convenzione per la fornitura di prodotti e servizi per la realizzazione, manutenzione e gestione di reti locali per le pubbliche amministrazioni (la Consip Lan 6), nella quale Huawei risulta come principale fornitore di tutti i dispositivi coinvolti;

   la stampa riporta che Infratel ha assegnato a Huawei la gran parte della fornitura tecnologica del progetto WiFi.Italia.it;

   visto quanto accaduto, il Governo potrebbe esercitare il golden power, ad avviso dell'interrogante ricorrendone i presupposti previsti dal decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21 –:

   se, sia a conoscenza della situazione e se non ritenga opportuno adoperarsi per verificare l'operato di Infratel e soprattutto per promuovere una specifica strategia volta alla tutela degli apparati elettronici circolanti in Italia e del più ampio interesse alla sicurezza cibernetica.
(5-01548)

Interrogazione a risposta scritta:


   GABRIELE LORENZONI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Solsonica s.p.a. era un produttore italiano di celle di silicio e moduli fotovoltaici, facente parte del gruppo Eems;

   la crisi economica e la mancanza di una politica industriale che valorizzasse gli investimenti sulle rinnovabili hanno colpito il mercato del fotovoltaico già dal 2012;

   nel maggio 2014, le società Eems e Solsonica chiedono il concordato preventivo con riserva;

   con nota del 21 novembre 2014, con riferimento alla situazione della Solsonica di Rieti, il Ministero dello sviluppo economico precisa che tre soggetti economici manifestano interesse all'acquisto della suddetta società. Segue un'offerta vincolante con la quale una delle tre aziende interessate, Gala s.p.a., viene ritenuta in grado, dai vertici di Solsonica e dal giudice fallimentare, di poter acquisire e portare a termine il concordato riguardante Solsonica;

   nel 2014 Gala si aggiudica tutti i lotti della convenzione «Energia Elettrica 12» (EE12), attraverso un bando Consip, che le ha praticamente consegnato il monopolio dell'energia elettrica venduta in Italia alla pubblica amministrazione. Il valore dei 10 lotti ammonta a circa 1 miliardo di euro;

   il 10 aprile 2015 i lavoratori Solsonica e l'azienda subentrante Gala raggiungono un accordo che avrebbe dovuto portare al riassorbimento di tutti i dipendenti in regime di continuità aziendale. Tale accordo prevede, inoltre, l'impegno da parte di Gala ad effettuare entro il 30 aprile 2015 la graduale ripresa delle attività produttive. Nell'agosto 2015 Gala annuncia la sottoscrizione di un contratto annuale del valore di 27 milioni di euro tra Gala Tech s.r.l. (controllata da Gala e costituita per l'acquisizione di Solsonica) con Recom-Solar, per una produzione da avviarsi in ciclo continuo a settembre dello stesso anno, produzione che inizia in realtà nel novembre 2015;

   il 1° febbraio 2016 GalaTech comunica che l'acquisizione di Solsonica è stata perfezionata e conferma il rispetto degli impegni previsti dall'accordo;

   dopo l'acquisizione di Solsonica, Gala costituisce a Bucarest la società Gala SEE e dichiara che la Romania è un mercato strategico;

   la produzione termina nel marzo 2016, con il licenziamento collettivo di tutti i lavoratori Solsonica e in coincidenza della mancata concessione della cassa integrazione guadagni straordinaria da parte del giudice fallimentare;

   il 13 novembre 2017 Gala deposita al tribunale di Roma la domanda di ammissione alla procedura di concordato liquidatorio e il 31 agosto 2018 la stessa Gala comunica il non luogo a provvedere della stessa procedura. Il periodo di procedura di concordato ha fatto sì che GalaTech non riassorbisse i 124 lavoratori ex-Solsonica entro dicembre 2017 come da accordo sindacale stipulato il 30 maggio 2016, e inoltre è avvenuto il licenziamento di tutti e 23 i dipendenti in forza a GalaTech;

   l'articolo del 21 gennaio 2016 a firma Stefano Sansonetti presente su «lanotiziagiornale.it» riporta che con la legge di bilancio 2016, Filippo Tortoriello, presidente e amministratore delegato di Gala, e oggi anche presidente di Unindustria, marito di Patrizia De Rose, funzionaria di Palazzo Chigi, beneficia di un emendamento a firma della ex deputata Elisa Simoni (PD), ribattezzato in seguito provvedimento «ad aziendam», che avrebbe portato vantaggio all'azienda per circa 100 milioni di euro;

   il 16 ottobre 2018, durante l'assemblea generale di Unindustria, il presidente Filippo Tortoriello ha delineato le direttrici per lo sviluppo del post-sisma e ha dichiarato di lavorare per un processo di «reindustrializzazione dei territori»;

   ad oggi i 147 dipendenti dell'ex Solsonica risultano licenziati ed il capannone industriale sarebbe ancora di proprietà di Gala, che pare riscuota ancora i proventi dell'impianto fotovoltaico sopra ubicato –:

   se il Ministro interrogato intenda, a seguito del non luogo a provvedere circa la procedura di concordato liquidatorio, convocare i vertici di Gala s.p.a. per la riapertura del tavolo, presso il Ministero dello sviluppo economico.
(4-02327)

Apposizione di firme ad una mozione.

  La mozione Molinari e altri n. 1-00124, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 febbraio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Benedetti, Vitiello.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Gabriele Lorenzoni n. 4-02165, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 febbraio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Rachele Silvestri, Cataldi, Terzoni, Giuliodori, Ilaria Fontana, Berardini, Zennaro, De Lorenzis, Scagliusi, Varrica, Rospi, Misiti, Buompane, Sodano, Grippa, De Toma.

  L'interrogazione a risposta scritta Bella e altri n. 4-02273, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 febbraio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Roberto Rossini, Galantino.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Menga e altri n. 5-01523, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 febbraio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Giuliano, Lovecchio, Faro, Troiano.

Pubblicazione di un testo riformulato e modifica dell'ordine dei firmatari.

  Si pubblica il testo riformulato della risoluzione in Commissione n. 7-00186, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 129 del 19 febbraio 2019 a prima firma Galantino. Contestualmente, con il consenso degli altri sottoscrittori, l'ordine dei firmatari deve intendersi così modificato: Galantino, Macina, Corda, Aresta, Chiazzese, Del Monaco, D'Uva, Ermellino, Frusone, Gubitosa, Iorio, Iovino, Rizzo, Roberto Rossini, Giovanni Russo, Traversi.

   Le Commissioni I e IV,

   premesso che:

    l'Italia è una Repubblica laica, democratica e aconfessionale come indicato dalla Costituzione italiana agli articoli 2, 3, 7, 8, 19 e 20;

    i rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede sono regolati da procedimenti di revisione bilaterale senza necessità di revisioni costituzionali;

    secondo la legge 25 marzo 1985, n. 121, Ratifica ed esecuzione dell'accordo, con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, articolo 11, comma 2, l'assistenza spirituale al personale delle Forze armate è assicurata da ecclesiastici nominati dalle autorità italiane competenti su designazione dell'autorità ecclesiastica e secondo lo stato giuridico, l'organico e le modalità stabiliti d'intesa fra tali autorità;

    la legge 1° giugno 1961, n. 512, definisce lo stato giuridico, l'avanzamento e il trattamento economico del personale dell'assistenza spirituale alle Forze armate dello Stato;

    il codice dell'ordinamento militare, decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, articolo 1533, indica che l'Ordinario militare per l'Italia ha il compito di alta direzione del servizio di assistenza spirituale, è coadiuvato dal vicario generale militare e da tre ispettori che fanno parte della sua Curia;

    i ruoli indicati sono assimilati a ranghi diversi degli ufficiali delle Forze armate:

     ordinario militare, assimilato di rango al grado di Generale di corpo d'armata;

     vicario generale militare, assimilato al grado di maggiore generale;

     ispettori, assimilati al grado di brigadiere generale;

    il cappellano militare esercita, in qualità di sacerdote cattolico, il suo ministero sotto la giurisdizione dell'Arcivescovo ordinario militare, con assimilazione di rango ai diversi gradi militari;

    la nomina di cappellano militare è effettuata con decreto del Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro della difesa, dopo designazione dell'Ordinario militare;

    il cappellano militare presta giuramento con la formula e secondo le modalità previste per gli ufficiali delle Forze armate dello Stato;

    l'ordinamento gerarchico dei cappellani militari, indicato dal decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, articolo 1546, è costituito dai seguenti gradi:

     terzo cappellano militare capo, assimilato di rango al grado di colonnello;

     secondo cappellano militare capo, assimilato di rango al grado di tenente colonnello;

     primo cappellano militare capo, assimilato di rango al grado di maggiore;

     cappellano militare capo, assimilato di rango al grado di capitano;

     cappellano militare addetto, assimilato di rango al grado di tenente;

    il trattamento economico è interamente a carico dello Stato italiano e regolato dal decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, articolo 587: l'onere per il trattamento economico di attività e di quiescenza dell'ordinario militare, del vicario generale militare e degli ispettori, è a carico dell'amministrazione della difesa, mentre per i cappellani militari, l'onere per il trattamento economico di attività è a carico dell'amministrazione presso cui gli stessi cappellani sono impiegati, quello di quiescenza è a carico dell'amministrazione della difesa;

  per le pensioni si applicano le disposizioni in vigore per l'Esercito italiano e il decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 94, Disposizioni in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate;

    l'8 febbraio 2018 il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di Intesa tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze armate riducendo il numero dei cappellani militari da 204 a 162; il trattamento economico continua ad essere a carico dello Stato italiano ed è previsto in base al grado di assimilazione;

    le spese per le competenze fisse al personale dei cappellani militari sostenute dal Ministero della difesa per l'anno 2019 ammontano a euro 8.623.710,

impegnano il Governo

a valutare l'opportunità di avviare le necessarie intese dirette a istituire un comitato tra Repubblica italiana e Santa Sede al fine di riconsiderare l'attualità dell'ordinariato militare e dell'impiego dei cappellani militari per l'assistenza spirituale al personale delle Forze armate, in un'ottica di razionalizzazione dei relativi costi a carico del bilancio dello Stato.
(7-00186) «Galantino, Macina, Corda, Aresta, Chiazzese, Del Monaco, D'Uva, Ermellino, Frusone, Gubitosa, Iorio, Iovino, Rizzo, Roberto Rossini, Giovanni Russo, Traversi».

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Sportiello n. 4-01980 del 15 gennaio 2019;

   interpellanza urgente Casciello e altri n. 2-00273 del 12 febbraio 2019;

   interrogazione a risposta immediata in Commissione Centemero n. 5-01484 del 13 febbraio 2019;

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:

   interrogazione a risposta orale Cantalamessa n. 3-00074 del 12 luglio 2018 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02326.