XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 155 di mercoledì 3 aprile 2019
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 11.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Battelli, Bonafede, Brescia, Businarolo, Colletti, Colucci, D'Inca', D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Dieni, Durigon, Ferraresi, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Guerini, Invernizzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Migliorino, Morrone, Nesci, Occhionero, Parolo, Pastorino, Saltamartini, Santelli, Schullian, Scoma, Sisto, Tonelli, Vito, Raffaele Volpi e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,15).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Mulè.
GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Negli ultimi giorni sono accaduti diversi fatti legati all'andamento della nostra economia. Da ultimo, ieri, la visita del Presidente della Commissione Europea, Juncker, preceduta da quella del Segretario generale dell'OCSE, Gurría, che hanno messo in pesante discussione tutto ciò che è stato definito poco tempo fa, con la legge di stabilità approvata sulla prognosi economica dell'Italia nel 2019. Ora, noi riteniamo che sia assolutamente necessario che il Governo riferisca in Aula sulla situazione economica, alla luce anche e soprattutto di alcuni fatti accaduti nelle ultime giornate e legati in maniera indissolubile al titolare dei conti, al Ministro dell'Economia, Giovanni Tria. Vede, Presidente, stamattina il Ministro Tria, in una dichiarazione a lui attribuita, tra virgolette, e alle 11,15 non ancora smentita e dunque meritevole del crisma della verità, dichiara che: “non cede alla spazzatura” e soprattutto dichiara “L'intimidazione non passa”. Ora, Presidente, la natura accademica, e non politica, il tratto autenticamente professorale che distingue il Ministro Tria, ci induce a dare un peso ancora più grande alle sue parole. Quando il Ministro Tria parla di “intimidazione” non può non esprimere un concetto che esprime esattamente ciò che le dico: si tratta di atti e parole di minaccia che hanno lo scopo di incutere timore e costringere ad agire o a desistere da un'azione con lo stimolo della paura. Allora, Presidente, se di questo parliamo - e di questo parliamo proprio per la natura tecnica e non politica del Ministro Tria - bisogna uscire da questo equivoco, cioè un Ministro di questo Governo è in questo momento intimidito con il peso di una minaccia che riguarda la sua persona e che, se associata con le parole che ha pronunciato, addirittura potrebbe portare a valutare un'ipotesi legata alla violazione dell'articolo 338 del codice penale, signor Presidente, laddove si recita che chiunque usa violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario, a singoli componenti o a una rappresentanza di esso, in tutto o in parte, anche temporaneamente o per turbarne comunque l'attività è punito con la reclusione da uno a sette anni. Ciò che ci ha consegnato questa mattina il Ministro Tria è l'ipotesi scolastica contenuta nell'articolo 338, in quanto riguarda la sua persona, in quanto evidentemente c'è qualcuno - lui non fa i nomi, ma è chiaro dove si rivolge e si rivolge all'interno del Governo -, Presidente, che vuole coartare la volontà del Ministro Tria. Allora, questo Parlamento ha l'obbligo a nostro giudizio di ascoltare nel più breve tempo possibile la denuncia politica, prima ancora che penale, di un galantuomo qual è il Ministro Tria, questo Parlamento ha l'obbligo di proteggerlo perché è evidente che è come una pecora tra i lupi in questo momento nel suo splendido isolamento, dal momento che, giorno dopo giorno, il Ministro Tria continua a lanciare dei messaggi quasi di aiuto. Allora, Presidente, noi chiediamo che il Governo e il Ministro Tria vengano a riferire immediatamente sulla situazione politica e che il Ministro Tria si consegni a questo Parlamento per dire parole chiare e definitive, dal momento che ha denunciato un fatto gravissimo che merita immediatamente l'attenzione del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Come ieri il Partito Democratico ha richiesto, attraverso l'intervento dell'onorevole Padoan, la situazione che sta assumendo la vicenda attorno al Ministro Tria impone immediatamente un coinvolgimento del Parlamento. Le notizie di stampa che si stanno accumulando nel corso di queste ore stanno, da un lato, sfiorando il grottesco e, dall'altro, mettono sotto una cornice di estrema preoccupazione il principale riferimento della politica economica del nostro Paese. Sarebbe il caso di dovere richiamare una volta di più il fatto che il nostro Paese è sotto osservazione da parte dei principali osservatori internazionali, proprio a causa degli errori della politica economica che questo Governo ha compiuto all'interno della legge di bilancio e che lo stesso Ministro Tria ha dovuto ammettere esplicitamente non più tardi della giornata di domenica. Dalla giornata di domenica, in occasione di un dibattito pubblico a Firenze, in cui il Ministro dell'Economia ha riconosciuto quanto le opposizioni avevano sostenuto in quest'Aula, in ordine all'inefficacia della legge di bilancio, da quel momento, sono partiti nei suoi confronti una serie di sistematiche delegittimazioni che, in termini giornalistici, si potrebbero riassumere attraverso l'utilizzo del cosiddetto “metodo Boffo”, e cioè la sistematica delegittimazione sul piano personale di una personalità che non si ritiene debba essere più coerente rispetto ad un determinato disegno politico. Tutto questo però sta avvenendo all'interno della compagine di maggioranza e quindi noi chiediamo che il Governo immediatamente venga a riferire a questo Parlamento perché il rischio sistemico sulla intera realtà della nostra Repubblica è molto forte. Non si può scherzare col fuoco: mettere il Ministro dell'Economia in queste condizioni e far partire un'azione di delegittimazione attraverso questi metodi significa esporre il Paese a un rischio incombente. Noi naturalmente non siamo qui per difendere l'operato del Ministro Tria - lo abbiamo criticato in più circostanze e in più occasioni - ma crediamo di dover ribadire che c'è un confine tra l'aspetto di carattere istituzionale e la delegittimazione di natura personale. Nei regimi liberali si criticano le istituzioni, nei regimi totalitari si attaccano le persone. Ci pare che questo sia un atteggiamento estremamente preoccupante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Salutiamo insegnanti e studenti dell'Istituto superiore “Lorenzo Lotto”, di Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, che sono qui ad assistere alla nostra seduta. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo per associarmi sia alla richiesta di un'informativa in Aula da parte del Ministro Tria, sia per riflettere ancora rispetto alle cose che abbiamo letto, non soltanto oggi, ma anche nei giorni scorsi che - come è stato ricordato - assumono i tratti di un attacco personale, più che di un attacco politico e di contestazione democratica delle idee e del profilo della politica economica indirizzata dal Ministro Tria. E' sul primo punto che però vorrei attirare l'attenzione, perché proprio ieri abbiamo ragionato e mi sono permesso di evocare il tema della macchina del fango, ebbene, questa mattina nel leggere - e cito testualmente - che un Ministro della Repubblica dichiari di aver subito un attacco spazzatura sul piano personale. Le cose possono apparire molto diverse a seconda di come si presentano e, lamenti il Ministro, violazioni della privacy. Detto ciò è evidente che è in atto e può essere partita anche nei confronti del Ministro Tria la macchina del fango.
Quindi, da questo punto di vista, credo che il Parlamento abbia il diritto-dovere di essere interessato a questa questione: le cose che abbiamo letto in questi giorni non sono compatibili con la nostra Costituzione e io credo anche con un corretto dibattito e dialettica democratica. Credo che il Parlamento vada investito e, quindi, anche noi siamo a richiedere che, in tempi brevi, il Ministro possa venire in Aula a raccontarci, attraverso la sua viva voce, questa vicenda, che ha risvolti poco chiari e, per alcuni versi, inquietanti (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sulla stessa materia il deputato Osnato. Ne ha facoltà.
MARCO OSNATO (FDI). Presidente, sicuramente anche noi esprimiamo un certo sconcerto nel vedere ancora una volta il Governo, in uno dei suoi dicasteri più importanti e più significativi anche per il nostro Paese, coinvolto in una dialettica interna- per usare un eufemismo - molto forte, in cui, ancora una volta, si parla non di questioni oggettive, di provvedimenti utili a risollevare il nostro Paese, utili a dare delle prospettive serie ai nostri cittadini, ma si parla di questioni soggettive e personalistiche.
Io credo che sia giunto il momento che anche il Presidente Conte prenda atto che lui è il responsabile primo di questo Governo, è colui che deve dare una linea, è colui che deve fare sintesi all'interno di questa coalizione di Governo.
Credo che debba anche prendere atto che, ormai, i suoi Vicepremier proseguono in un dibattito continuo volto ad avere una maggiore evidenza pubblica, piuttosto che una maggiore efficienza all'interno della macchina di Governo. Il caso della consigliera Bugno è chiaramente una conseguenza di questa scarsa capacità del Presidente Conte di essere il leader di un Governo, il leader di una coalizione politica.
Io credo che anche i dati dell'OCSE che in questi giorni abbiamo visto, che certificano anche il fallimento dal punto di vista economico di questo Governo - più disoccupati, stop alla crescita, più disavanzo, più debito pubblico - ci portino a chiarire che “quota 100” e il reddito di cittadinanza, che erano i pilastri sui quali questo Governo si era rappresentato in questa Camera e, quindi, al Paese siano un fallimento totale.
A questo punto, io credo che bisogna anche tirare delle conseguenze, valutare se è opportuno continuare con questi personalismi e con queste situazioni anche di incancrenimento di rapporti oppure dare una diversa valutazione al futuro di questo Governo nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi sulla materia.
Non essendo ancora decorso il termine di preavviso di venti minuti per lo svolgimento di votazioni elettroniche, sospendo la seduta fino alle 11,35, non dopo aver fatto gli auguri di buon compleanno a Marco Rizzone: giusto per umanizzare, abbiamo tempo per poterlo fare (Applausi). Sospendo, dunque, la seduta, che riprenderà alle ore 11,35.
La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,35.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente della II Commissione, onorevole Businarolo.
FRANCESCA BUSINAROLO, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, devo chiedere la sospensione per un'altra mezz'ora per permettere al Comitato dei nove di continuare il lavoro. Purtroppo, le audizioni ci hanno portato a chiudere la seduta alle 11 e abbiamo cominciato con mezz'ora di ritardo, anzi un po' di più. Quindi, se per cortesia ci concedete dell'altro tempo, per noi sarebbe importante.
PRESIDENTE. Mi sembra che non ci siano osservazioni, quindi prendiamo atto della richiesta della presidente Businarolo. Sospendiamo la seduta, per riprenderla alle 12. Ce la facciamo in 25 minuti? Facciamo 12,10. La seduta riprenderà alle ore 12,10. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 11,37, è ripresa alle 12,10.
Seguito della discussione del disegno di legge: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere (A.C. 1455-A); e delle abbinate proposte di legge: Bartolozzi ed altri; Cirielli ed altri; Ascari ed altri; Annibali ed altri; Foti e Butti (A.C. 1003-1331-1403-1457-1534).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1455-A: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere; e delle abbinate proposte di legge nn. 1003-1331-1403-1457-1534.
Ricordo che, nella seduta di ieri è stato, da ultimo, approvato l'articolo 14. Risultano ancora accantonati gli articoli aggiuntivi 3.021 Annibali, 4.0100 e 4.0107 Carfagna.
(Ripresa esame degli articoli aggiuntivi accantonati - A.C. 1455-A)
PRESIDENTE. Invito la relatrice ed il rappresentante del Governo a esprimere il parere su tali proposte emendative.
STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. In merito all'articolo aggiuntivo 3.021 Annibali, che era stato accantonato, il parere è contrario.
In merito all'articolo aggiuntivo 4.0100 Carfagna, il parere è favorevole con la seguente nuova riformulazione: “Dopo l'articolo 4, aggiungere il seguente: Art. 4-bis.1. Dopo l'articolo 558 del codice penale è inserito il seguente: “Art. 558-bis. – (Costrizione o induzione al matrimonio). - Chiunque, con violenza o minaccia, costringe una persona a contrarre matrimonio o unione civile, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. La stessa pena si applica a chiunque, approfittando delle condizioni di vulnerabilità o di inferiorità psichica o di necessità di una persona, con abuso delle relazioni familiari, domestiche, lavorative o dell'autorità derivante dall'affidamento della persona per ragioni di cura, istruzione o educazione, vigilanza o custodia, la induce a contrarre matrimonio o unione civile. La pena è aumentata se i fatti sono commessi in danno di un minore di anni diciotto. La pena è da due a sette anni di reclusione se i fatti sono commessi in danno di minori di anni quattordici. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche quando il fatto è commesso all'estero da cittadino italiano o da straniero residente in Italia, ovvero in danno di cittadino italiano o di straniero residente in Italia”.
Per quanto riguarda l'articolo aggiuntivo 4.0107 Carfagna, il parere è favorevole con la seguente nuova riformulazione: “Dopo l'articolo 4, aggiungere il seguente: Art. 4-bis.- 1. All'articolo 11 della legge 11 gennaio 2018, n. 4, il comma 1 è sostituito dal seguente: “1. La dotazione del Fondo di cui all'articolo 2, comma 6-sexies, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10, come modificato dall'articolo 14 della legge 7 luglio 2016, n. 122, è incrementata di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018, di 5 milioni di euro per l'anno 2019 e di 7 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2020, per le seguenti finalità a valere su tale incremento: a) una quota pari a 2 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2017 è destinata all'erogazione di borse di studio in favore degli orfani per crimini domestici e al finanziamento di iniziative di orientamento, di formazione e di sostegno per l'inserimento dei medesimi nell'attività lavorativa secondo le disposizioni della presente legge, assicurando che almeno il 70 per cento di tale somma sia destinato agli interventi in favore dei minori e la quota restante, ove ne ricorrano i presupposti, agli interventi in favore dei soggetti maggiorenni economicamente non autosufficienti; b) una quota pari a 3 milioni di euro per l'anno 2019 e a 5 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2020 è destinata, in ottemperanza a quanto disposto dall'articolo 5, comma 4, della legge 4 maggio 1983, n. 184 e successive modificazioni, a misure di sostegno e di aiuto economico in favore delle famiglie affidatarie, secondo criteri di equità fissati con apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
2. Alla copertura dei maggiori oneri derivanti dal comma 1, pari a 3 milioni di euro per l'anno 2019 e a 5 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2020, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nell'ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2019, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.”
PRESIDENTE. Grazie, deputata Ascari, la facoltà di seguire la lettura delle nuove formulazioni è stata disturbata anche da un brusio di fondo, ma in ogni caso era comunque difficile, per cui voglio rassicurare i colleghi: il testo è ovviamente in distribuzione, quindi lo potete andare a reperire, per leggerlo con tutta l'attenzione che necessita.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Bazoli. Prego, ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Io spero che sia l'ultima volta che questa maggioranza costringe il Parlamento e la Camera dei deputati a lavorare in questo modo, perché noi abbiamo fatto una lunga istruttoria in Commissione su questo provvedimento, che si è conclusa con…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Bazoli. Colleghi, se ognuno cortesemente può raggiungere la propria postazione, farebbe a tutti una grandissima cortesia. Chi non vuole stare nella sua postazione può tranquillamente anche uscire dall'Aula, chiacchierare e fare quello che ritiene.
ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Dicevo, abbiamo fatto una lunga istruttoria in Commissione, che si è conclusa con l'adozione di un testo base, imposto dalla maggioranza, fatto da cinque articoli, un testo base, un testo di legge fatto da cinque articoli. È stato negato, in Commissione, ogni confronto e ogni contributo dell'opposizione; poi, successivamente, attraverso conferenze stampa da parte di gruppi di maggioranza, attraverso successive integrazioni continue, questo testo di legge è lievitato fino a diventare un testo di quattordici articoli, attraverso una continua introduzione di nuove riformulazioni, nuove previsioni, nuove ipotesi di norme introdotte, anche durante i lavori d'Aula, che hanno impedito sostanzialmente ogni confronto approfondito su molte delle norme che noi introduciamo in questo disegno di legge. Perché anche oggi noi ci siamo trovati a dover discutere in Comitato dei nove sulla riformulazione di una nuova ipotesi di reato, che astrattamente è anche interessante, perché la norma che introduce le fattispecie di reato di istigazione al matrimonio e matrimonio forzato, ma che abbiamo discusso in quattro minuti perché eravamo pressati dalla necessità di arrivare in Aula. E questo è stato il modo di procedere che abbiamo adottato durante tutto l'iter di questo provvedimento, perché anche nei giorni scorsi - l'Aula si è accorta - ci siamo dovuti interrompere ripetutamente per andare in Comitato dei nove e discutere in tempi ristrettissimi di riformulazioni di emendamenti sui quali non c'era stata alcuna istruttoria.
Io credo che questo modo di procedere, che è stato imposto dai dissidi e dalle difficoltà della maggioranza, sia un modo di procedere che svilisce completamente il ruolo e la funzione di quest'Aula e di noi parlamentari. Quindi, mi auguro che sia l'ultima volta che assistiamo a uno spettacolo di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. La ringrazio. Ricordo che i tempi sono esauriti, anche per organizzare, da parte dei gruppi, nella maniera più proficua gli interventi dei loro appartenenti.
Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà, per trenta secondi.
LAURA BOLDRINI (LEU). Sì, Presidente. Esattamente per evidenziare anch'io il metodo di lavoro che abbiamo seguito in Commissione giustizia, a dire che, se ci fosse stata l'apertura fin dall'inizio a un confronto serio e approfondito sui temi, avremmo lavorato benissimo, perché in questa Commissione giustizia ci sono tutte le expertise, colleghi e colleghe molto preparati sulla materia, con i quali avremmo potuto fare un lavoro veramente di qualità. Invece, abbiamo avuto un atteggiamento di chiusura totale per la prima parte e poi, oggi, si è cercato di collaborare, però all'ultimo e senza possibilità di approfondire.
Quindi io spero che il Governo apprenda una lezione da questo: che quando si lavora insieme con le opposizioni il risultato va a vantaggio di tutti e sicuramente del provvedimento.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 3.021 Annibali.
Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.021 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.0100 Carfagna, su cui c'è una proposta di riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.
MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Presidente, so di avere soltanto pochi secondi. Accetto la riformulazione e ringrazio veramente molto il Governo per la sensibilità che ha dimostrato. Lasciatemi ringraziare anche la nostra rappresentante in Commissione Giustizia, Giusi Bartolozzi. Con questa proposta emendativa noi offriamo alle giovani donne immigrate che scelgono di rispettare le nostre leggi, di aderire al nostro sistema di valori, uno strumento in più per potersi difendere da atti di costrizione, che sono intollerabili in un Paese civile. È una bella pagina che scriviamo e ringrazio davvero ancora il Governo per aver accolto questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Deputata Carfagna, le chiedo scusa: aspetti, non finisca qui. Vale la stessa questione per il suo articolo aggiuntivo 4.0107?
MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Anche qui, Presidente, mi lasci dire due parole, non so se adesso o dopo…
PRESIDENTE. Se vuole può riparlare dopo, volevo solo sapere se…
MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Benissimo, allora dopo, intanto accetto anche quella.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, noi apprezziamo e condividiamo l'intento, lo spirito e l'obiettivo di questa norma, anche così come riformulata, però non ci sentiamo di votare a favore, quindi ci asterremo, per la ragione che non si può secondo noi introdurre nel codice penale una norma come questa, che pure è importante, senza un adeguato approfondimento. Noi abbiamo avuto cinque minuti per parlarne in Comitato dei nove mezz'ora fa. Secondo noi questo è un modo di legiferare che non è adeguato, per cui ci asterremo, pur condividendo assolutamente gli obiettivi e gli intenti della presentatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0100 Carfagna, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 2) (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.0107 Carfagna, su cui c'è una proposta di riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.
MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Presidente, naturalmente accetto la riformulazione e, anche qui, desidero ringraziare il Governo. Questa è una battaglia che portiamo avanti da molto tempo e accettiamo la riformulazione anche se non sono state accolte pienamente le nostre proposte, ma lo riteniamo un segnale di attenzione verso quelle famiglie affidatarie di orfani di femminicidio che in questi anni si sono sentite abbandonate dallo Stato. Oggi, con questa proposta emendativa dimostriamo di essere al loro fianco. La preghiera che io rivolgo al Governo è di approvare al più presto quei decreti attuativi che servono per far arrivare materialmente questi soldi a quelle famiglie che si prendono cura di questi piccoli orfani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, intervengo per dire che anche noi voteremo a favore di questo emendamento e ringrazio la deputata Carfagna per averlo voluto inserire. Spero che non solo i decreti attuativi diano seguito, cara collega, ma anche che avremo, con un Governo un po' più aperto, la possibilità di immettere altre risorse, perché questo è il minimo sindacale, come si diceva. Quindi speriamo che questo sia l'inizio di un impegno più serio anche da parte delle forze di maggioranza e del Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0107 Carfagna, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 3) (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Nella fase di esame degli ordini del giorno sarà pertanto consentito ai deputati di tale gruppo, che ne facessero richiesta, lo svolgimento di interventi della durata di trenta secondi.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1455-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/1455-A/11 Dori e n. 9/1455-A/13 Manzo sono stati ritirati dai presentatori. La deputata Lucaselli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1455-A/1.
YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno n. 9/1455-A/1 a noi appare assolutamente fondamentale, considerato che si occupa di ampliare un po' il raggio di azione di quanto è previsto all'articolo 4, laddove si prevede la formazione degli enti di Polizia e delle armi proprio in tema di prevenzione. Riteniamo che in quest'ottica e in questo solco sia necessario aiutare anche la formazione e la sensibilizzazione dei nostri ragazzi già all'interno del percorso scolastico…
PRESIDENTE. Concluda.
YLENJA LUCASELLI (FDI). Pertanto, chiediamo che venga inserita tale previsione, che ci sia l'impegno da parte del Governo a prevedere corsi di formazione per la difesa personale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Maschio ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Lollobrigida n. 9/1455-A/17, di cui è cofirmatario.
CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Il provvedimento sta prendendo in esame una serie di misure efficaci contro la violenza domestica e contro la violenza di genere. Tra i tanti temi delicati uno ovviamente è quello che finalmente si è risolto e sbloccato ieri sul revenge porn. Un altro tema molto delicato che avevamo avanzato era la proposta della cosiddetta castrazione chimica. Ci spiace vedere che gli amici della Lega abbiano ritirato il loro emendamento, subendo, di fatto, una sorta di momentanea castrazione politica…
PRESIDENTE. Deve concludere.
CIRO MASCHIO (FDI). …da parte dell'alleato del 5 Stelle. Noi auspichiamo che con questo ordine del giorno si possa introdurre una proposta finalizzata…
PRESIDENTE. Grazie.
CIRO MASCHIO (FDI). …alla possibilità di adottare iniziative per attuare la terapia farmacologica volontaria per i condannati di reati sessuali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo, se è possibile, una sospensione di dieci minuti per valutare gli ultimi ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. La seduta riprenderà, quindi, alle ore 12,45. Pertanto, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 12,45.
PRESIDENTE. La parola al sottosegretario Ferraresi per il parere sugli ordini del giorno. Prego, sottosegretario. Chiedo un po' di silenzio all'Aula: sta per parlare il sottosegretario per esprimere il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati dai gruppi parlamentari.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/1455-A/1; esprime parere contrario sulle premesse dell'ordine del giorno n. 9/1455-A/2, mentre accoglie come raccomandazione l'impegno.
PRESIDENTE. Sottosegretario, può dire, cortesemente, anche i nomi dei primi firmatari così facciamo una verifica incrociata.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/1455-A/1 Lucaselli; sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/2 Fragomeli esprime parere contrario sulle premesse, ok per l'impegno.
PRESIDENTE. Ok pieno o come raccomandazione?
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Ok pieno.
PRESIDENTE. Quindi, è un “via libera” pieno, in italiano. Parere favorevole per l'impegno, dunque.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1455-A/3 Ferri e n. 9/1455-A/4 Bordo. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1455-A/5 Palmisano, n. 9/1455-A/6 Lattanzio, n. 9/1455-A/7 Penna, n. 9/1455-A/8 Papiro, n. 9/1455-A/9 Ianaro, n. 9/1455-A/10 Perantoni, n. 9/1455-A/12 Amitrano, n. 9/1455-A/14 Macina, n. 9/1455-A/15 Giannone e n. 9/1455-A/16 Dadone. Il Governo si rimette all'Aula sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/17 Lollobrigida. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/18 D'Ettore; mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/19 Zanella. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1455-A/20 Bond e n. 9/1455-A/21 Mule'. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/1455-A/22 Bartolozzi. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1455-A/23 Prestigiacomo e n. 9/1455-A/24 Santelli. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/25 Marrocco. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/26 Novelli; mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/1455-A/27 Versace. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1455-A/28 Annibali e n. 9/1455-A/29 Bazoli. Il Governo esprime parere contrario sulle premesse dell'ordine del giorno n. 9/1455-A/30 Ascani, mentre esprime parere favorevole sull'impegno. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/31 Verini. Poi ho l'ordine del giorno…
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1455-A/32 Siracusano.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Non è nel fascicolo…
PRESIDENTE. Non lo trova?
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. No, se potete portarmelo velocemente.
PRESIDENTE. È l'ordine del giorno n. 9/1455-A/32. Ecco il fascicolo. Silenzio per favore. Prego, sottosegretario.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/1455-A/32 Siracusano; esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1455-A/33 Carnevali e n. 9/1455-A/34 Varchi.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1455-A/1 Lucaselli è accolto come raccomandazione. Va bene? Bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/2 Fragomeli c'è una riformulazione. C'è un parere contrario… Onorevole Fragomeli, accetta la riformulazione?
GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Accolgo la riformulazione, grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei. Ordine del giorno n. 9/1455-A/3 Ferri, con il parere contrario. Deputato Ferri?
COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, sì, insisto e chiedo di metterlo in votazione. Affronta un tema già illustrato con un emendamento e vorrei che il Governo si impegnasse almeno su questo ordine del giorno, perché riguarda l'ammissibilità ai riti alternativi, la premialità. Allora, io chiedo di applicare la stessa norma che si applica già in tema di corruzione per quanto riguarda l'accesso ai riti alternativi e anche per quanto riguarda i reati tributari e cito l'articolo 13-bis del decreto legislativo n. 74 del 2000…
PRESIDENTE. Grazie, deputato Ferri.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/3 Ferri.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Ordine del giorno n. 9/1455-A/4 Bordo, con il parere contrario del Governo.
Il deputato Bordo insiste per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/4 Bordo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Ordine del giorno n. 9/1455-A/5 Palmisano, con parere favorevole del Governo. Va bene.
Ordine del giorno n. 9/1455-A/6 Lattanzio, con parere favorevole del Governo, quindi, non ci sono richieste di porlo ugualmente in votazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1455-A/7 Penna, sempre con parere favorevole del Governo. Ordine del giorno n. 9/1455-A/8 Papiro, con parere favorevole del Governo. Ordine del giorno n. 9/1455-A/9 Ianaro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1455-A/10 Perantoni, parere favorevole da parte del Governo. Ordine del giorno n. 9/1455-A/12 Amitrano, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1455-A/14 Macina, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1455-A/15 Giannone, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1455-A/16 Dadone, parere favorevole. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/17 Lollobrigida il Governo si rimette all'Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà. Deputato Foti, le ricordo che ha trenta secondi.
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, è stato ritirato ieri l'emendamento relativo alla cosiddetta castrazione chimica.
Il gruppo di Fratelli d'Italia, anche in relazione alle dichiarazioni rese dal Ministro Bongiorno, pubblicamente, chiede soltanto un voto per confermare la disponibilità del Governo ad analizzare ed eventualmente introdurre nell'ambito delle norme che disciplinano la materia anche il tema della castrazione chimica. Per questo faccio appello all'Aula per il voto favorevole a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà. Ha cinque minuti, non trenta secondi, la volevo avvisare.
ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, ci metterò pochissimo. Vorrei affermare il mio voto contrario a questo ordine del giorno, perché è palesemente in contrasto con l'ordinamento costituzionale e con decine di trattati e di convenzioni internazionali che l'Italia ha firmato. Quindi, mi rifiuto, da deputato, da giurista e da avvocato, di votarlo a favore o, addirittura, di astenermi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà, per trenta secondi.
LAURA BOLDRINI (LEU). Presidente, sì, trenta secondi. Avevamo apprezzato il fatto che, appunto, ieri fosse prevalso il buon senso nel ritirare questo emendamento, che oggi si ripropone come ordine del giorno. Si parte da un presupposto sbagliato, cioè che basta inibire l'impulso sessuale per evitare l'odio verso le donne: lo stupro nasce dall'odio verso le donne, dalla volontà di sopraffare una donna, di umiliarla e, dunque, non è attraverso la cosiddetta castrazione chimica che questo viene meno. Ciò tanto più perché sarebbe una condizionale: non vai in galera e ti diamo questo trattamento temporaneo. Ecco, io penso che sia veramente deprecabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Morani. Ne ha facoltà.
ALESSIA MORANI (PD). Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario del mio gruppo, perché riteniamo che questo ordine del giorno sia inaccettabile per molti motivi: il primo perché riteniamo che sia incostituzionale; il secondo perché, come ha ricordato anche l'onorevole Colletti, è contrario rispetto a numerose convenzioni internazionali a cui l'Italia ha aderito da molto tempo; il terzo perché ci stupisce anche il modo con cui vengono presentati alcuni provvedimenti, alcuni emendamenti e, in questo caso, un ordine del giorno.
Ci stupisce soprattutto che sia un Ministro del Governo che si occupa di pubblica amministrazione e che non si occupa, invece, di giustizia. Forse tra i banchi di quel Governo un po' di chiarezza bisognerebbe farla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Articolo 27 della Costituzione: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione. Qualcuno mi deve spiegare qual è il senso rieducativo di una scelta di questo genere, quale può essere il valore favorevole al senso di umanità; qualcuno mi deve dire come si può condizionare una causa estintiva del reato come la pena sospesa non ad una condotta di emenda in favore della vittima, ma ad una condotta che inibisca soltanto appetiti sessuali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Chi ha visto Arancia meccanica sa bene che il condizionamento non provoca miglioramento, ma addirittura peggioramento. Mi sembra che ci siano tutti i presupposti, soprattutto costituzionali di dignità, per respingere questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Basini. Ne ha facoltà, per cinque minuti, anzi, fino a cinque minuti.
GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, credo che voterò contro questo ordine del giorno, perché credo che lo Stato non abbia mai il diritto di interferire in questa maniera nella vita dei singoli. Ad esempio, se uno ha tendenze aggressive dobbiamo permettere la lobotomia prefrontale? Io non credo che faccia parte né del diritto, né delle nostre tradizioni un tipo di provvedimento come questo, quindi voterò contro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Sono esaurite le possibilità di prendere la parola, deputato Scalfarotto, perché, purtroppo, è una rappresentanza per ogni gruppo per trenta secondi per chi ha esaurito i tempi. La ringrazio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/17 Lollobrigida, con riferimento al quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Deputato Scalfarotto, per cortesia (Commenti del deputato Scalfarotto)! Deputato Scalfarotto, la richiamo.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali - Dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia si scandisce: “Nazzareno! Nazzareno!”).
Per cortesia! Non siamo allo stadio! Ho richiamato anche il deputato Scalfarotto, come ha potuto ascoltare poco fa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/18 D'Ettore, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Ordine del giorno n. 9/1455-A/19 Zanella, parere favorevole.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1455-A/20 Bond, su cui c'è il parere contrario da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà per trenta secondi.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, su questo ordine del giorno io voglio cogliere l'occasione di specificare quello che ho visto in quest'Aula e anche l'ipocrisia del Governo rispetto a una posizione chiara. Noi abbiamo chiesto e votato un impegno che la Lega aveva preso e che ha garantito sarà portato avanti da questo Governo. Anche ieri ci sono state parole del Ministro in quest'ottica e poi ci siamo trovati, invece, con il MoVimento 5 Stelle che ha votato contro, dando un segnale chiaro: finché resteranno quelli al Governo non si potrà fare.
Quindi, sollecitiamo gli amici della Lega a prenderne atto perché le cose che si dicono in piazza vanno mantenute nei banchi del Governo…
PRESIDENTE. La ringrazio.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). …e non, invece, con ipocrite dichiarazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/20 Bond, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1455-A/21 Mulè, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mulè. Ne ha facoltà per trenta secondi.
GIORGIO MULE' (FI). Presidente, mi appello al Governo affinché cambi il parere su questo ordine del giorno, anche alla luce del fatto che una parte della maggioranza ha votato a favore su un ordine del giorno che introduce la sospensione condizionale per la condanna legata ai trattamenti terapeutici. Questo ordine del giorno dice che una parte della remunerazione dei detenuti per fatti sessuali vada a ristoro delle vittime e dei figli delle vittime. Non capisco, se si è votato a favore su quello, come non si possa mutare in favorevole il parere su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/21 Mulè, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1455-A/22 Bartolozzi, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Un ultimo appello per le donne, al Governo e al sottosegretario. Abbiamo scritto, anzi scriveremo una bella pagina oggi quando licenzieremo il testo: nuove fattispecie di reato, aumenti di pena, implementazioni dei fondi. Quello che vi chiediamo è un altro sforzo per le donne. Vi chiediamo - voi avete varato il reddito di cittadinanza, prevedendo dei requisiti per l'ammissione e dei requisiti per la revoca - di introdurre un altro requisito: quando ci sono donne che sono vittime di violenza con sentenza anche di primo grado diamogli il reddito di cittadinanza. Quando c'è un soggetto che ha avuto il reddito di cittadinanza e viene condannato, togliamolo.
PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.
GIUSI BARTOLOZZI (FI). Quindi, concessione e revoca. Io la prego, sottosegretario. La raccomandazione non basta: serve un impegno serio.
PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Bartolozzi
Il sottosegretario non mi pare che abbia avuto un ripensamento.
Dunque, prendo atto che la deputata Bartolozzi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1455-A, accolto dal Governo come raccomandazione.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, voglio dire all'onorevole Bartolozzi che il diritto di reddito ovviamente deriva dallo stato di cittadinanza e di indigenza e le esclusioni previste riguardano reati di estrema gravità e reati connessi a falsi per l'accesso. Tra l'altro, se c'è lo stato di detenzione già c'è la sospensione, che è già prevista. In ogni caso, possiamo esprimere comunque parere favorevole aggiungendo le parole: “a valutare l'opportunità di” nell'impegno e, quindi, trasformare il parere da raccomandazione a favorevole.
PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Bartolozzi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1455-A/22, accettato dal Governo con questa riformulazione. Pertanto, il parere diventa favorevole a tutto tondo.
Ordine del giorno n. 9/1455-A/23 Prestigiacomo, parere favorevole del Governo.
Ordine del giorno n. 9/1455-A/24 Santelli, parere favorevole del Governo.
Ordine del giorno n. 9/1455-A/25 Marrocco, non accettato del Governo. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1455-A/25 Marrocco, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Ordine del giorno n. 9/1455-A/26 Novelli, parere favorevole del Governo.
Ordine del giorno n. 9/1455-A/27 Versace, accolto come raccomandazione: va bene.
Passiamo all'ordine del giorno Annibali n. 9/1455-A/28. Parere contrario da parte del Governo. Prendo atto che insiste per la votazione.
Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Annibali n. 9/1455-A/28, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bazoli n. 9/1455-A/29, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Ordine del giorno Ascani n. 9/1455-A/30, c'è una riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Verini n. 9/1455-A/31 insistono per la votazione.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Verini n. 9/1455-A/31, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Ordine del giorno Siracusano n. 9/1455-A/32, accolto come raccomandazione. Va bene.
Ordine del giorno Carnevali n. 9/1455-A/33, con parere favorevole da parte del Governo.
Ordine del giorno Varchi n. 9/1455-A/34, parere favorevole da parte del Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
MATILDE SIRACUSANO (FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO (FI). Presidente, intervengo a fine delle votazioni e prima del voto finale per chiederle la possibilità di valutare di far esprimere il Parlamento con un minuto di silenzio, in memoria di tutte le vittime di femminicidio, per dedicare loro l'approvazione di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e confermare con questo il nostro impegno affinché il loro sacrificio tragico non comporti altre vittime e molte donne siano salve (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Collega Siracusano, in questo momento stiamo discutendo il merito del provvedimento; ciascun deputato potrà svolgere le proprie considerazioni durante le dichiarazioni di voto, imminenti.
Sentito il Presidente della Camera, procederemo, come in analoghe occasioni, a un ricordo delle vittime della violenza contro le donne in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'ONU, che è celebrata il 25 novembre.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale sul provvedimento avranno luogo nella parte pomeridiana della seduta, dopo la votazione per l'elezione dei componenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, anche in concomitanza con le relative operazioni di spoglio, fatti salvi i tempi tecnici per la rimozione delle cabine di voto.
Sospendiamo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 15.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, il Ministro della Giustizia, il Ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare e la Ministra per la Pubblica amministrazione.
Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative volte a chiarire tempi e modalità di applicazione delle disposizioni della legge di bilancio per il 2019 in materia di perequazione automatica dei trattamenti previdenziali – n. 3-00664)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Polverini ed altri n. 3-00664 (Vedi l'allegato A).
Chiedo alla deputata Polverini se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.
RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente. Come sappiamo, la legge di bilancio per il 2019 ha ridotto la perequazione automatica dei trattamenti previdenziali, prolungando per un ulteriore triennio la riduzione degli assegni pensionistici; questo, naturalmente, come ormai sappiamo tutti, sulle pensioni a valere da 1.523 euro lordi, che interesseranno, quindi, oltre 5 milioni e mezzo di pensionati. Questa norma, purtroppo, è in vigore da gennaio ed è stata purtroppo applicata e i pensionati dal 1° aprile vedranno comunque la restituzione dei tre mesi precedenti. Quello che però apprendiamo è che questo accadrà nel mese di giugno, guarda caso dopo le elezioni europee. Ora mi domando se vogliamo dire ai pensionati italiani che il Governo recupererà loro tre mesi di conguaglio soltanto dopo le elezioni europee.
Voglio sapere se il Governo ha intenzione di dare pubblicità ai pensionati di questo recupero e, soprattutto, da quando questo recupero avverrà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha facoltà di rispondere.
RICCARDO FRACCARO, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta.
Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo al quesito posto dagli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Con riferimento ai fatti rappresentati, si ricorda preliminarmente che l'articolo 1, comma 260, della legge di bilancio 2019 ha rivisto per il triennio 2019-2021 il meccanismo di perequazione delle pensioni, prevedendo che per le pensioni di importo inferiore a tre volte il trattamento minimo l'adeguamento avvenga in misura piena, per quelle di importo superiore sino a quattro volte il trattamento minimo ha riconosciuto il 97 per cento dell'adeguamento e per quelle di importo superiore sino a cinque volte il minimo l'adeguamento è pari al 77 per cento. Per quelle tra cinque e sei volte il minimo l'adeguamento è pari al 52 per cento e per quelle superiori a sei volte sino a otto volte il trattamento minimo l'adeguamento è pari al 47 per cento, per scendere poi al 45 per i trattamenti pensionistici tra otto e nove volte il minimo e al 40 per cento per quelle di importo superiore a nove volte il minimo.
Dal quadro sopra descritto emerge, dunque, che una effettiva modificazione della perequazione automatica in virtù della disposizione introdotta nell'ultima legge di bilancio avviene relativamente alle pensioni che superano di almeno di cinque volte il minimo INPS, restando in concreto di lievissima entità per le pensioni più basse e per quelle il cui importo è da quattro a cinque volte il minimo INPS. Gli elevati risparmi cui fanno riferimento gli interroganti si ottengono applicando tali previsioni che, nella maggior parte dei casi, prevedono riduzioni di lievissima entità ad una platea nel complesso assai ampia. Basta evidenziare che, su 5 milioni e 600 mila posizioni interessate, per 2 milioni e 600 mila la variazione media mensile dell'importo lordo risulta pari a 0,28 centesimi.
Sul versante della pubblicità, si precisa poi che l'INPS, con circolare n. 44 del 22 marzo 2019, diramata alle proprie strutture centrali e territoriali, ha illustrato i nuovi criteri e le modalità di rivalutazione automatica, precisando che il nuovo importo, come sopra rideterminato, viene messo in pagamento dalla mensilità di aprile 2019.Gli importi calcolati secondo quanto disposto dall'ultima legge di bilancio saranno percepiti, quindi, prima delle elezioni europee. L'Istituto ha reso noto, inoltre, che comunicherà a breve le modalità di recupero delle somme relative al periodo gennaio-marzo 2019; in ogni caso, tale operazione riferita a tre mensilità di una percentuale quale quella innanzi evidenziata avrà effetti di lievissima entità per la maggior parte dei pensionati. Resta fermo che il Governo, intendendo prestare la massima attenzione alle situazioni dei pensionati italiani, si propone di salvaguardare, con le misure che si riveleranno via via più idonee, il loro potere di acquisto sul mercato.
PRESIDENTE. La deputata Polverini ha facoltà di replicare.
RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente. Intanto, non voglio mancare di rispetto per la seconda o terza volta al Ministro Fraccaro, ma mi auguro di vedere almeno una volta il Ministro Di Maio assumersi la responsabilità del Ministero del lavoro in quest'Aula, perché mai viene a rispondere alle interrogazioni che comunque noi puntualmente gli rivolgiamo. Penso che quanto lei ci ha detto sia - mi consenta - vergognoso. Non posso sentir parlare di lievissima entità, quando parliamo dei pensionati italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ai quali è stata già negli anni, da quando il Governo Monti ha introdotto il blocco della perequazione, tolta gran parte della loro pensione mensile. Questa si aggiunge a quello che state facendo voi.
Sapete qual è il problema? Intanto che voi avete voluto convincere gli italiani che il reddito di cittadinanza lo pagavano i pensionati d'oro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); invece il reddito di cittadinanza lo pagheranno i pensionati che hanno una pensione lorda di 1.500 euro. Questo lo trovo assolutamente indegno di un Paese che dice, attraverso il suo Governo, di voler andare incontro ai poveri e alle famiglie, quando poi inizia a colpire coloro che in questo momento, in assenza di lavoro per i figli e per i nipoti, sostengono le famiglie con le loro pensioni. Questo, credetemi, è quanto nessuno si aspetta da un Governo che si chiama del cambiamento.
Voi andrete a recuperare tantissimi soldi dai pensionati; dai pensionati, come ho detto, che al lordo prendono 1.500 euro. Avete piegato l'INPS ai vostri voleri, avete detto all'INPS - così riportano ormai le cronache da diverse settimane - che non erano pronti per iniziare il recupero subito, perché lo volete fare, ovviamente, dopo le elezioni europee. Avete condannato il Governo Renzi per quello che ha fatto con gli 80 euro, voi state facendo di peggio. È la prima volta che l'ente di previdenza dei lavoratori e delle imprese si piega ad un Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
(Iniziative per far fronte alle criticità rilevate in ordine agli obblighi di trasparenza a carico di fondazioni, associazioni e comitati di cui all'articolo 1, comma 20, della legge n. 3 del 2019 – n. 3-00665)
PRESIDENTE. Il deputato Tondo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00665 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Lo scopo di questa interrogazione, di questo question time, è quello di segnalare al Governo le incongruenze che si sono venute a determinare con la legge n. 3 del 2019, il cosiddetto “spazza corrotti”. Una serie di passaggi burocratici rendono praticamente sempre più difficile, se non addirittura incompatibile, il lavoro di tanti amministratori pubblici che sono anche impegnati nelle associazioni, negli enti, nelle fondazioni. Di fatto - faccio un esempio banalissimo - il consigliere comunale di un comune anche di 500 abitanti non può far parte della pro loco se la pro loco è nominata in parte, come spesso accade in tante entità, dal comune o dal consiglio comunale stesso.
In più si aggiungono una serie di norme amministrative e finanziarie, come il deposito del bilancio, che sono situazioni davvero difficili per chi ha piccole comunità da gestire. Penso, ad esempio, a uno che vuole donare 500 euro a un'associazione di donatori di sangue e deve depositare il bilancio alla Camera dei deputati. Vogliamo sapere se il Ministro si renda conto di questa difficoltà e se intenda porre rimedio, perché questo sta, di fatto, uccidendo il Terzo settore e rendendo sempre più difficile la partecipazione alla vita pubblica di molte persone.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Nel rispondere alla sollecitazione dei deputati Lupi e Colucci, comunico che è stato elaborato dal Ministero della giustizia un intervento normativo che integra la disposizione richiamata dagli interroganti, tenendo in particolare considerazione le istanze in più occasioni sollevate dalle rappresentanze del Terzo settore, con le quali ho avuto modo di confrontarmi anche venerdì della scorsa settimana e mantengo un dialogo proficuo, costante e improntato al miglioramento delle azioni governative.
Mi rendo perfettamente conto - era la domanda che ponevano gli interroganti - della situazione che si è venuta a creare e delle possibili interpretazioni non univoche a cui può prestarsi la formulazione attuale della norma, nonché della possibilità - anche solo la possibilità - che si estendano gli obblighi previsti da quella norma per tutte le associazioni e i comitati collegati direttamente o indirettamente alle forze politiche, ma che, in alcuni casi, potrebbe anche coinvolgere associazioni che effettivamente non sono collegate alle forze politiche. Proprio con riguardo a quest'ultimo aspetto, ho preso l'impegno di intervenire normativamente e questo intervento normativo è già praticamente completo. Si tratta a questo punto di individuare il veicolo normativo idoneo a rispondere nella maniera più tempestiva possibile alle istanze che sono state fatte dal terzo settore, rimanendo convergenze e divergenze, però siamo sicuri sul fatto che una risposta debba essere data.
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Ci fa piacere, signor Ministro, che riconosce l'errore che è stato commesso nella legge in oggetto e saremo realmente soddisfatti quando le norme a cui ha fatto riferimento verranno varate e saranno realmente efficaci; solo in quel momento saremo certi che non sarà ucciso il terzo settore. Vorrei, infatti, ricordare a lei e a tutti i colleghi presenti che la mera applicazione di questa legge oggi impatta su realtà come la Fondazione della Scala di Milano, il cui presidente, per statuto, è il sindaco della città di Milano, o sulla Fondazione Compagnia di San Paolo, il cui presidente è il già Ministro Profumo, solo per fare alcuni esempi, ma anche sulla bocciofila - come ricordava Elisabetta Soglio, sul Corriere della Sera del 30 marzo - di un comune di 600 abitanti. Tutto ciò perché in ruoli amministrativi ci sono persone o che hanno fatto politica, o che fanno politica. L'esito rischia di essere - senza le norme a cui ha fatto riferimento lei, Ministro - che molte associazioni e fondazioni vedranno perdere al loro interno figure che possono dare competenza, passione e cultura. Parliamo di centinaia di uomini e di donne di buona volontà, che con senso civico partecipano con competenza al terzo settore, terzo settore che con questa legge è costretto, inoltre, a sostenere costi e aspetti burocratici incredibili. Questo aspetto della legge la rende illiberale, legittima l'antipolitica, è un Daspo nei confronti di chi vuole fare politica provenendo dal mondo del terzo settore e del no profit e che vuole restarci e continuare a dare il suo contributo; decapita moltissime istituzioni e del no profit e del terzo settore. Quindi, aspettiamo presto quanto oggi ci ha garantito e promesso il Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).
(Iniziative volte a promuovere, anche all'estero, il settore vitivinicolo italiano – n. 3-00666)
PRESIDENTE. Il deputato Dimitri Coin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00666 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
DIMITRI COIN (LEGA). Coìn, signor Presidente. Signor Ministro, il turismo enogastronomico registra sempre più significative percentuali di crescita e, con un trend spiccatamente positivo, risponde in pieno alla richiesta di offerta turistica basata sullo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio. Questo tipo di turismo ha ricadute interessanti sul territorio, poiché incoraggia uno sviluppo sostenibile delle numerose aziende agricole del nostro Paese e comporta un ulteriore mezzo di sussistenza per le persone direttamente coinvolte nella produzione agroalimentare. Il vino è un prodotto con un forte appeal a livello internazionale, emblema del made in Italy nel mondo, veicolo e simbolo dell'ideale di qualità e unicità dei prodotti italiani. Da nord a sud il nostro Paese offre una scelta incredibile di vini di qualità. Sul nostro territorio coesistono grandi e piccole produzioni, frutto della nostra storia e cultura. Offerta e qualità sono i due elementi che rendono uniche le nostre realtà vitivinicole. Il turismo enogastronomico è un nuovo modo di viaggiare, che ha conquistato un numero sempre crescente di appassionati alla ricerca di sapori e di tradizioni autentiche. Infatti, è in costante crescita il numero dei turisti, in particolare stranieri, che scelgono itinerari di viaggio legati al mondo enoico per conoscere le nostre tradizioni culturali e gastronomiche.
PRESIDENTE. Concluda.
DIMITRI COIN (LEGA). L'attività di enoturismo è slegata da qualunque altra eventuale forma di attività commerciale a carattere turistico-ricreativo, esercitata nell'ambito…
PRESIDENTE. Grazie. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIAN MARCO CENTINAIO, Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Grazie, Presidente. Le nostre eccellenze enogastronomiche, oltre ad essere una rilevante risorsa economica per il Paese, rappresentano una straordinaria occasione per valorizzare il potenziale dei nostri territori sotto il profilo paesaggistico, storico-culturale e turistico, quale anello di congiunzione tra la produzione agricola e territorio. Il vino è sicuramente uno dei settori trainanti del nostro agrifood, sia a livello nazionale che internazionale, e può essere davvero la leva per l'avvio di un processo di sviluppo dei territori basato sulla diffusione di una conoscenza delle tipicità locali e sulla promozione di un'offerta turistica sistematica e integrata.
In tale contesto, d'intesa con le regioni, con il coinvolgimento di tutti i rappresentanti della filiera, lo scorso 12 marzo ho sottoscritto il decreto sulle linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività enoturistica. L'obiettivo è quello di creare un sistema che possa raccordare le diverse attrazioni turistiche intorno all'enogastronomia, favorendo un dialogo continuo e un coordinamento fra tutti i soggetti coinvolti, le regioni da un lato e la filiera produttiva dall'altro. Si tratta di un grande successo, utile a dare fiducia al settore e fortemente strategico per l'economia del nostro Paese. Un passo avanti importante, atteso e necessario per regolamentare il settore e promuovere il rapporto tra territori, prodotti agroalimentari e turismo, soprattutto nelle aree interne e nelle zone a forte vocazione vitivinicola.
Il testo del decreto, che ha già superato il controllo preventivo di regolarità contabile, è attualmente al vaglio della Corte dei conti per la prossima pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Tale progetto si pone anche l'obiettivo di promuovere la conoscenza delle produzioni vitivinicole all'estero, al fine di attrarre la domanda turistica nelle aree interne e rurali del nostro Paese. È certamente un primo passo per favorire processi di sviluppo economico e sociale anche in aree dove sussistono fenomeni di spopolamento e frammentazione aziendale, richiamando l'attenzione del turista sulle ricchezze di questi territori.
Mi preme inoltre rilevare che, in tema di promozione vitivinicola, il Ministero è impegnato nell'attuazione dell'OCM Vino, di cui all'articolo 45 del Regolamento (UE) n. 1308/2013. In base a tale norma e al Piano nazionale di sostegno del settore vitivinicolo, sono erogati annualmente circa 100 milioni di euro di contributi per la realizzazione di iniziative di promozione del vino presso i mercati dei Paesi terzi, contributi che coprono i costi sostenuti dai beneficiari al 50 per cento.
Le attività che possono ricevere sostegno sono: azioni in materia di relazioni pubbliche, promozioni e pubblicità, partecipazione a manifestazioni, fiere, esposizioni di importanza internazionale, campagne di informazione, studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione.
Preciso che al Ministero compete la gestione del 30 per cento delle risorse sopra indicate, mediante l'emanazione di un avviso per la presentazione di progetti di promozione definiti nazionali, ossia di progetti di promozione di una pluralità di territori nazionali. Il restante 70 per cento è gestito da regioni e province autonome ed è finalizzato al sostegno di progetti di promozione che riguardano la singola regione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Il deputato Dimitri Coin ha facoltà di replicare, per due minuti.
DIMITRI COIN (LEGA). Ripeto, Coìn: su tutti i cognomi veneti che non finiscono in vocale, l'accento…
PRESIDENTE. Coìn…
DIMITRI COIN (LEGA). Perfetto, grazie. Cercherò di essere assolutamente sintetico. Un paio di riflessioni ed una considerazione: sono soddisfatto della risposta che ho ricevuto dal Ministro; bene per quanto riguarda il decreto sulle linee guida e gli indirizzi; sono perfettamente concorde che il vino possa essere la leva per lo stimolo e lo sviluppo di aree a vocazione vitivinicola e che magari necessitano di investimenti ed hanno ampi margini di crescita.
Signor Ministro, non devo certo dirle io che cosa è l'Italia e cosa rappresenta questo Paese in termini di enogastronomia. Ogni regione ha caratteristiche assolutamente diverse, ogni borgo non è uguale agli altri; 74 sono le DOCG presenti in Italia, oltre 330 sono le DOC presenti in Italia; l'enogastronomia è un motore, uno slancio, che può essere davvero un valore aggiunto per quanto riguarda l'economia agricola e ottima è stata la scelta di questo Governo di accorpare i Ministeri di agricoltura e di turismo.
Ben vengano gli investimenti per le promozioni fatte all'estero per portare turismo e quindi sensibilità e cultura del nostro Paese.
Oltre 150 sono le fiere e le manifestazioni che promuovono il vino, la più importante sta per avere inizio questa domenica a Verona, quindi nel mio Veneto. Ringrazio il Ministro per il lavoro che sta facendo, noi saremo sempre accanto a lei per dare una mano su questo settore che a noi sta davvero a cuore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Elementi e iniziative in merito all'operatività degli enti parco, con particolare riferimento alle nomine degli organi direttivi – n. 3-00667)
PRESIDENTE. La deputata Rosella Muroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00667 (Vedi l'allegato A), per un minuto.
ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, è presto detto: ci sono 24 parchi nazionali nel nostro Paese, che coprono 1,5 milioni di ettari. Si tratta di 18 regioni, 530 comuni coinvolti. Di questi 24 parchi, signor Ministro, tredici sono senza presidente, e alcuni di questi sono anche senza direttore. È una situazione di mancanza di governance gravissima, che in alcuni territori diventa anche pericolosa, perché in questi parchi noi non solo custodiamo il nostro capitale naturale ma facciamo anche contrasto all'illegalità. L'episodio dell'altro giorno presso il centro visite di Pescasseroli, dove è stata recapitata una testa mozzata d'agnello con minacce al funzionario Andrea Gennai, che con coraggio sta portando avanti un contrasto all'illegalità, testimonia più di mille mie parole la gravità e l'urgenza della situazione, signor Ministro.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.
SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Presidente, ringrazio per l'interrogazione, perché mi consente di fare alcuni passaggi che reputo importanti. Come lei sa, la legge n. 394 del 1991 individua che, nel momento in cui cerchi un presidente, l'accordo debba essere - il cosiddetto accordo forte - tra il Ministro e il presidente della regione, e che - la Corte costituzionale ci dice - deve essere ripetutamente sollecitato quando questo accordo non viene ancora raggiunto. Qual è l'elemento, però, di riflessione? Non è tanto il mancato accordo, quanto la ricerca della persona adatta, la quale, oltre ad avere un curriculum a mio parere di grandissimo rilievo, per i motivi che lei ha detto - quindi concordo fino in fondo -, deve avere anche, ovviamente, una visione ambientale, negli anni che andrà a fare il presidente, per poter consentire al direttore poi di esercitare le funzioni gestionali. Questa visione, a mio parere, oggi deve tener conto di alcuni elementi fondamentali: penso, per esempio, all'idea della fiscalità di vantaggio, sulla quale sto lavorando; penso alla mobilità alternativa nei parchi nazionali; penso all'efficientamento energetico, quindi una visione illuminata della tutela dell'ambiente, almeno a mio parere.
In questo senso, per esempio, già di due parchi abbiamo individuato - secondo me - due persone adatte: mi riferisco alla dottoressa Donatella Bianchi per le Cinque Terre e al generale Antonio Ricciardi per il Circeo. Per altri parchi, le dico con franchezza - penso ai parchi della Sardegna o dell'Abruzzo - mi sembrava istituzionalmente scorretto farlo poco prima delle elezioni regionali. Sono da poco passate, inizia l'interlocuzione con i nuovi presidenti, mi sembrava “istituzionalmente non cortese”, perché deve durare nel tempo, ed era giusto che il cittadino si pronunciasse. Aggiungo anche che, per esempio, al Parco della Val d'Agri, abbiamo verificato con ispezioni molto approfondite che c'erano delle pesanti irregolarità gestionali, e abbiamo dovuto commissariare quel parco, quindi c'è un commissario straordinario, al pari del commissario della Sila. Per cui, da questo punto di vista, le situazioni sono variegate, ma adesso che le elezioni regionali sono passate e che il quadro sembra più definito, le assicuro che faremo molto rapidamente.
PRESIDENTE. La deputata Rossella Muroni ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, signor Ministro, per la risposta, che però non mi tranquillizza, perché - lo può immaginare, lei è stato anche nel Corpo forestale - sa bene l'urgenza di mettere una governance forte e concreta a capo dei parchi nazionali. Penso in particolare - lo ripeto - a quello d'Abruzzo, che peraltro ospita anche dei territori terremotati, quindi sarebbe importantissimo che questi parchi, i parchi nazionali, avessero la possibilità non solo di custodire il capitale naturale ma di fare anche quel rapporto di valorizzazione territoriale, di rapporto con i comuni. La mia preoccupazione, Ministro, è che queste nomine finiscano nell'ennesimo gioco al rilancio tra le due forze di maggioranza. Glielo dico perché è vero che per le Cinque Terre lei ha indicato un ottimo nome, ma il nome indicato per il Circeo è stata la Commissione ambiente del Senato a bocciarglielo. Quindi, la prego, siccome lei, all'inizio del suo mandato, ha detto che voleva mettere mano alla legge sui parchi, se queste sono le condizioni, non tocchiamo la legge sui parchi, perché i parchi non possono finire nel gioco a ping-pong che fate al Governo tra le due forze di maggioranza, perché abbiamo bisogno di concretezza, di serenità e di una visione, come giustamente lei diceva, che vada ben oltre le elezioni regionali e quelle europee, una visione, quindi, che disegni lo scenario e il futuro che i parchi meritano da qui ai prossimi vent'anni.
(Iniziative volte a promuovere meccanismi premiali per il personale delle pubbliche amministrazioni, strettamente correlati ai risultati effettivamente raggiunti – n. 3-00668)
PRESIDENTE. La deputata Roberta Alaimo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00668 (Vedi l'allegato A), per un minuto.
ROBERTA ALAIMO (M5S). Presidente, dai dati annualmente diramati risulta l'elargizione di bonus e premi ai dirigenti pubblici ai quali viene corrisposta l'indennità di posizione e di risultato a prescindere dal grado di raggiungimento dei risultati stessi. La stampa riporta, per esempio, 4 milioni di euro di bonus per i dirigenti della Presidenza del Consiglio nel 2017 e 7 milioni di euro in Sicilia nel 2018. Le conseguenze si abbattono, svilendola, sull'immagine della pubblica amministrazione, ma soprattutto si traducono in un onere economico per la finanza pubblica distribuito spesso immeritatamente. Si chiede se, con riferimento ai dirigenti, non si intendano adottare misure affinché l'elargizione di bonus sia effettivamente corrisposta sulla base di procedure e valutazioni rigorose in ordine ai risultati concretamente realizzati, anche valutando la congruità e l'efficacia delle norme vigenti.
PRESIDENTE. La Ministra per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIA BONGIORNO, Ministra per la Pubblica amministrazione. Potrei rispondere con un semplice: concordo in tutto quello che lei ha appena detto, perché l'attuale disciplina in materia di misurazione e valutazione delle prestazioni delle performance non funziona assolutamente. La maggior parte delle amministrazioni pubbliche adempie in modo formale a tutte le prescrizioni, ma è una formalità del tutto inutile. In realtà, non è facile né misurare né valutare le performance, e non è facile nemmeno motivare. Tutto ciò ha ricadute negative, oltre che economiche, anche su quelle che sono le motivazioni dei dipendenti pubblici, perché, se un dipendente pubblico eccellente viene equiparato a uno che fa male il suo lavoro, è chiaro che lo stimolo a far bene verrà meno. Cosa sta facendo il Governo? Il Governo, con il disegno di legge recante delega al Governo per il miglioramento della PA, attualmente all'esame del Senato, intende modificare i criteri di valutazione e di misurazione delle prestazioni: stop agli obiettivi fai da te, perché lei sa che per adesso gli obiettivi sono del tutto blandi, e stop a un'amministrazione che parla con se stessa. Io credo che si debba avere finalmente il coraggio di introdurre dei meccanismi oggettivi di valutazione e di introdurre l'intervento di soggetti esterni che possono accompagnare i dipendenti pubblici, i dirigenti, nell'individuazione degli obiettivi e nella valutazione. Significa che vogliamo fare una riforma contro la dirigenza? No, perché la maggior parte dei dirigenti sono servitori dello Stato eccellenti. Vogliamo anzi valorizzare l'eccellenza, in questo modo. I protagonisti del cambiamento possono essere anche i dirigenti, se mi indicano una strada sicura per raggiungere questi obiettivi. Quindi, concordo in pieno, e stiamo lavorando per questo.
PRESIDENTE. La deputata Anna Macina, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
ANNA MACINA (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la compiuta risposta - sulla quale ovviamente concordiamo - e per l'attenzione che riserva al tema dei premi e della dirigenza, perché è davvero preoccupante dover constatare, ancora oggi, con gli articoli di giornale recenti, come gli interventi normativi che sono stati posti in essere in passato abbiano prodotto evidenti storture, finendo per far diventare i premi per raggiungimento degli obiettivi quasi un elemento aggiuntivo della retribuzione, sganciandoli, quindi, di fatto, dal concetto della premialità.
Gli esempi che abbiamo letto in questi giorni narrano di premi elargiti indistintamente alla quasi totalità dei dirigenti e parametrati su obiettivi che, in alcuni casi, sono lungi dall'essere un reale obiettivo da raggiungere, ma finiscono per incarnare quasi l'ordinarietà del lavoro svolto. Ricordo a me stessa, per esempio, che, in Sicilia, risulta essere stato “gratificato” il 97,5 per cento dei dirigenti o che, per esempio, nel 2017, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha speso 4 milioni di euro per premiare con i bonus di risultato i dirigenti di prima e seconda fascia.
Peraltro, e anche questo è un aspetto fondamentale, dalla stesura dell'indice europeo sulla qualità dei servizi offerti dagli uffici pubblici dei 19 Paesi che utilizzano la moneta unica, riferito al 2017, l'Italia occupa gli ultimi posti insieme a Grecia e Slovacchia, ma questo contrasta e si scontra con le percentuali, altissime, dei premi elargiti che, però, non trovano riscontro nella percezione che gli utenti hanno quando si rapportano alla pubblica amministrazione. Quindi, la pubblica amministrazione continua a utilizzare un sistema in cui autovaluta se stessa, irrealisticamente; si valuta come eccellente, ma solo per elargire bonus e premi di risultato quasi a pioggia, anche laddove l'obiettivo da conseguire o conseguito è banale e rientra nell'ambito della propria mansione.
Di fatto, emerge come l'organismo indipendente di valutazione che dovrebbe supervisionare le performance è venuto meno al proprio ruolo. E, allora, sono certa dell'impegno che sarà profuso tanto dal Ministro quanto da tutto il Governo sul tema e che, quindi, a fine anno corrente, non dovremo più leggere articoli di giornale che narrano di premi dati senza una reale e concreta valutazione, ma che celebreremo la premialità, la meritocrazia e l'efficienza della pubblica amministrazione, facendo dimenticare le storture a cui stiamo assistendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative per il superamento del blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, anche al fine di fronteggiare le criticità organizzative e favorire la stabilizzazione dei precari – n. 3-00669)
PRESIDENTE. Il deputato Migliore ha facoltà di illustrare l'interrogazione Madia n. 3-00669 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.
GENNARO MIGLIORE (PD). Signor Presidente, signora Ministra, vorrei che fosse chiaro a chi ci ascolta che c'è un paragone impietoso tra il nostro Governo e il vostro; noi abbiamo avviato un processo di stabilizzazione per 50 mila dipendenti pubblici precari che voi avete bloccato con la legge di bilancio del 2019 fino al 15 novembre di quest'anno. Ciò significa che state frustrando la legittima aspettativa di chi aveva già diritto, dal 1° gennaio di quest'anno, ad essere assunto; e lo avete fatto immolando queste persone sull'altare di provvedimenti che non avranno una tenuta per questo Paese e che potranno aumentare le disuguaglianze all'interno di questo Paese.
Allora, io chiedo: cosa farete voi perché ciò non si riproponga anche alla prossima legge di bilancio? Avete posposto queste stabilizzazioni a dopo le elezioni europee, lo avete fatto consapevolmente, pensando di poter tenere ancora in sospeso queste persone e, invece, fin dalla prossima legge di bilancio dovrete ritrovare altre risorse, partendo dai 40 miliardi in meno che vi mancano. È questo il motivo per il quale noi facciamo questa interrogazione, perché vogliamo che diciate, qui, che cosa intendete fare, rispetto a quelle persone che, fuori di qui, stanno aspettando un loro legittimo diritto.
PRESIDENTE. La Ministra per la Pubblica istruzione, Giulia Bongiorno, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIA BONGIORNO, Ministra per la Pubblica amministrazione. Amministrazione, non istruzione… Le rispondo, segnalando preliminarmente che, per la prima volta, questo Governo ha garantito il turnover al 100 per cento per tutte le amministrazioni pubbliche e con la legge di bilancio di quest'anno sono state autorizzate assunzioni straordinarie per un numero di unità reclutabile per entità delle risorse che non hanno nessun tipo di precedente.
Con specifico riguardo al tema che lei pone - di procedere alle nuove assunzioni, perché, in data non anteriore al 15 novembre 2019 - voglio essere chiara: non si tratta assolutamente di un arretramento del Governo rispetto alla politica di rinnovamento della PA e non ci sarà nessun ritardo, perché tutti sanno che l'iter delle procedure di assunzioni si conclude dopo il primo semestre di ogni anno, perché le amministrazioni devono presentare le loro richieste al dipartimento della funzione pubblica e alla Ragioneria generale e il provvedimento di autorizzazione ad assumere deve essere registrato dalla Corte dei conti. Pertanto, di norma, le amministrazioni procedono al perfezionamento delle assunzioni esattamente nell'ultimo trimestre dell'anno. In ogni caso, questo obbligo non riguarda gli enti di ricerca nazionale, le regioni, le province e gli enti locali, non impedisce di bandire ed espletare nuovi concorsi, non incide sulle procedure già autorizzate alla data di entrata in vigore della disposizione, né su quelle autorizzate successivamente che si riferiscono a facoltà assunzionali anteriori al 2018 e non riguarda assunzioni straordinarie finanziate con la legge di bilancio.
Pertanto, fin dal 1° gennaio 2019, le amministrazioni hanno potuto avviare tutte le procedure concorsuali già autorizzate nel 2018 ed effettuare le assunzioni di cui al piano straordinario previsto nella legge di bilancio per il 2019. Il termine del 15 novembre è coerente con la possibilità di utilizzare le graduatorie approvate tra il 1° gennaio 2010 e il 31 dicembre 2013, la cui efficacia è stata prorogata fino al 30 settembre 2019.
Per quanto riguarda la “quota 100”, le previsioni della possibilità di andare in pensione soltanto a decorrere dal 1° agosto sono funzionali a garantire che la fuoriuscita degli aventi diritti non incida in alcun modo sulla continuità dei servizi.
Per quanto riguarda le carenze del personale medico, queste sono state originate non già dall'entrata in vigore della “quota 100”, bensì dalla scelta operata dai precedenti Governi di imporre agli enti di Servizio sanitario nazionale di contenere, fino all'anno 2020, le spese di personale entro il limite della spesa sostenuta nell'anno 2004, ridotta dell'1,4 per cento.
Per concludere, le segnalo che questo problema è stato già affrontato e risolto con una specifica disposizione del decreto-legge “quota 100” che prevede per gli enti del Servizio sanitario di conteggiare, ai fini delle nuove assunzioni, anche le cessazioni effettuate in corso d'anno; con un decreto-legge che verrà approvato prossimamente al Consiglio dei ministri è stato finalmente eliminato l'obbligo di rispettare il tetto di spesa relativo all'anno 2004. Questi sono provvedimenti importanti di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. La deputata Maria Anna Madia ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARIA ANNA MADIA (PD). Presidente, grazie. Noi non siamo soddisfatti o, meglio, potremmo perfino essere parzialmente soddisfatti solo per il fatto che la Ministra Bongiorno, oggi, è qui, per qualche minuto, ad occuparsi di pubblica amministrazione, ma, purtroppo, nel merito non siamo soddisfatti. Vede, Presidente, noi avevamo lasciato una situazione di ritorno alla normalità, con il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, sul fronte economico, e, sul fronte normativo, con lo sblocco delle assunzioni al 100 per cento lasciato dai governi di centrosinistra, questa è la verità, Ministra, la smetta di dire bugie. Le norme per superare il precariato di Stato di persone che erano intrappolate in situazioni di precarietà da anni nell'amministrazione pubblica e i piani dei fabbisogni per fare in modo che le nuove assunzioni fossero mirate alle professionalità che servono a far arrivare servizi ai cittadini, questo, noi lo abbiamo fatto in ragione del fatto che sappiamo, che sapevamo che dal 2018, per i prossimi cinque anni, ci sarebbero stati dei pensionamenti fisiologici nell'amministrazione pubblica, di 450 mila persone.
Ora, le nostre scelte sono state chiare, di ritorno alla normalità; a me sembra che l'attuale Governo, invece, abbia molta incertezza sul tema del reclutamento; vedo certezze solo da una parte, con un “brunettismo 2.0”, le impronte digitali anche per i presidi, con un “ghedinismo 4.0” l'avvocato del capo, a spese della collettività, ma l'unica certezza sul reclutamento è che nella legge di bilancio voi avete bloccato il turnover, le amministrazioni non stanno bandendo concorsi, i precari sono intrappolati in questo blocco, e tutto questo non è certo ininfluente, come ha detto la Ministra qualche mese fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Chiarimenti in ordine alla recente attivazione di procedure per l'acquisto di autovetture destinate alle pubbliche amministrazioni – n. 3-00670)
PRESIDENTE. Il deputato Marcello Gemmato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida n. 3-00670 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, Ministro, numerosi quotidiani di oggi riportano la notizia per cui il Governo starebbe acquistando all'incirca 9 mila nuove autovetture, di cui 380 sarebbero le cosiddette “auto blu”. Questo acquisto costerebbe 168 milioni per le casse dello Stato e naturalmente l'acquisto transiterebbe attraverso la Consip, centrale unica di acquisti che è una controllata del Ministero dell'economia e delle finanze.
Interpellato in merito, il Vicepremier Di Maio dice di non saperne sostanzialmente nulla e fondamentalmente si appella al Presidente del Consiglio, chiedendo un ulteriore taglio delle auto blu. Infatti, tutti gli esponenti del MoVimento 5 Stelle si sono sempre espressi per l'abolizione di queste auto.
Ministro, sono a chiederle se tutto quanto questo è vero e che cosa intende fare, ma soprattutto, qualora fosse vero tale acquisto, le chiedo a cosa servirebbero queste autovetture.
PRESIDENTE. La Ministra per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIULIA BONGIORNO, Ministra per la Pubblica amministrazione. Premetto che il mio Ministero si occupa del monitoraggio di auto blu ma, ovviamente, non delle procedure di gara indette da Consip. Detto ciò, però ho assunto le informazioni per rispondere compiutamente all'interrogazione.
Il Ministro dell'economia e delle finanze e la società Consip mi hanno rappresentato che, all'esito di una specifica attività di analisi dei fabbisogni effettuata ricorrendo a banche dati pubbliche, questionari rivolti alla PA e analisi ed elaborazioni del mercato, la società Consip ha indotto due differenti procedure di gara: una, nel mese di ottobre, per la fornitura in acquisto di 380 veicoli blindati destinati alla protezione di soggetti a rischio di incolumità fisica; l'altra, a dicembre 2018, per il noleggio di 7.900 veicoli senza conducente e dei servizi connessi e opzionali, destinati principalmente alle ASL e alle attività delle polizie locali e di pubblica sicurezza.
Il Ministero dell'economia e delle finanze e Consip mi hanno pertanto comunicato che nessuna delle gare si riferisce all'acquisto o al noleggio delle cosiddette “auto blu”, ovvero veicoli destinati alla rappresentanza politico-istituzionale a disposizione di autorità e delle alte cariche dello Stato e delle amministrazioni locali ovvero messi a disposizione del personale dirigenziale di livello apicale.
Con specifico riguardo agli importi delle procedure, rappresento che corrispondono al valore posto a base d'asta e non già alla spesa effettiva. Le convenzioni Consip individuano un fornitore che si impegna ad accettare fino al raggiungimento del massimale contrattuale gli ordini effettuati dalle singole amministrazioni di riferimento in base al proprio fabbisogno effettivo ma - attenzione! - le convenzioni Consip stipulate con gli aggiudicatari delle gare non comportano un obbligo di acquisto da parte della PA. In altri termini, esse obbligano i fornitori a mettere a disposizione delle amministrazioni, che eventualmente vogliano aderire, un determinato quantitativo di beni al prezzo e alle condizioni di servizio stabilite, ma non fanno sorgere in capo alle singole amministrazioni l'obbligo di effettuare l'acquisto. Pertanto, se le amministrazioni non effettuano acquisti, nulla sarà dovuto ai fornitori.
PRESIDENTE. Il deputato Marcello Gemmato ha facoltà di replicare.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, la sua risposta mi convince parzialmente perché, se parliamo di 380 soggetti che hanno diritto alla scorta blindata, mi sorge il dubbio che, fra questi, vi possano essere anche politici e che si è passati dalla scorta del popolo - pare che per i 5 Stelle la scorta dovesse essere appunto il popolo - alla scorta, invece, di auto blindate.
Ormai, la fotografia dei 5 Stelle che gridavano nelle piazze che avrebbero abolito le auto blu e la fotografia che ci rappresenta il Presidente della Camera che andava in autobus - con scorta in quel caso ma pomposamente in autobus - sono fotografie sbiadite; e, forse, si è reso conto delle inefficienze del pubblico trasporto romano.
Ma ancor di più ci viene un dubbio quando il Ministro Di Maio ci dice che avvierà un'indagine interna al Ministero “per capire se questi bandi - leggo testualmente - si avviano in automatico”. Mi preoccupa pensare che un Ministro pensi che dei bandi pubblici, ancorché della Consip, si generino in automatico e non siano la derivanza di volontà politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Qui la volontà politica sembra ben chiara ed è quella di perpetrare gli sprechi, gli stessi sprechi in forza dei quali probabilmente i 5 Stelle hanno preso del consenso e, soprattutto, si smentisce quanto è stato detto in maniera pomposa nelle piazze.
Anche rispetto al trasporto dei farmaci e delle ASL, giustamente mi si faceva notare che le ASL hanno pertinenza di carattere regionale e anche i farmaci non ritengo che debbano essere portati in “auto blu” piuttosto che “grigie”, ma i farmaci vengono amministrati e somministrati nelle farmacie.
Al netto di questo, mi sia consentito di chiudere con una battuta: evidentemente, Ministro, il Governo del cambiamento è quello del cambiamento delle auto blu (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16 con la votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Battelli, Benvenuto, Bonafede, Brescia, Businarolo, Cirielli, Colletti, D'Uva, Dadone, Delrio, Ferraresi, Frusone, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Morrone, Parolo, Saltamartini, Schullian, Scoma, Sisto e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per schede per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
Ciascun deputato riceverà due schede che concernono, rispettivamente, i componenti effettivi (scheda di colore celeste) e i componenti supplenti (scheda di colore arancione) della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
Su ciascuna di tali schede, a norma dell'articolo 56, comma 1, del Regolamento, potranno essere indicati non più di tre nominativi.
Le schede recanti un numero di nominativi superiore a quello prescritto saranno dichiarate nulle.
L'invalidazione del voto riguardante uno dei nominativi indicati non comporterà automaticamente l'invalidazione del voto riguardante i restanti nominativi.
Ricordo che la Camera, a norma dell'articolo 3 del regio decreto 2 gennaio 1913, n. 453, come da ultimo sostituito dall'articolo 19-bis del decreto-legge 10 novembre 1978, n. 702, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 gennaio 1979, n. 3, può eleggere quali componenti della citata Commissione soltanto deputati.
Le preferenze espresse in favore dei deputati aventi lo stesso cognome non saranno considerate valide ove non rechino anche il nome del deputato ovvero quanto meno la lettera iniziale del nome.
Passiamo alla votazione.
Avverto che, come da prassi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.
Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.
Indìco la votazione segreta per schede e invito i deputati segretari a dare inizio alla prima chiama.
(Segue la chiama)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,15)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 17,30)
(Segue la chiama).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione. Invito i deputati segretari a procedere, nella sala dei Ministri, allo spoglio delle schede.
Sospendiamo, a questo punto, brevemente, la seduta, al fine di consentire la rimozione delle cabine di voto.
Come preannunciato, la seduta riprenderà alle ore 19 con le dichiarazioni di voto finale sul disegno di legge in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.
I risultati della votazione per l'elezione dei componenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti saranno comunicati dopo la votazione finale sul provvedimento.
La seduta, sospesa alle 18,45, è ripresa alle 19.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1455-A.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1455-A: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere; e delle abbinate proposte di legge nn. 1003-1331-1403-1457-1534.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1455-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Devo dire che questa è una buona giornata, perché il Parlamento affronta un tema centrale, come quello della tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. È una buona giornata per due questioni: la prima, è che l'iter di questo provvedimento ha dimostrato che questo Parlamento può ancora avere una centralità, siamo partiti in un modo e, per fortuna, siamo finiti in un altro modo e mi riferisco, ovviamente, a quello che è successo, in particolare con un emendamento sul revenge porn, che potremmo cominciare a chiamare in italiano, vendetta pornografica, così lo capiscono tutti, e, la seconda cosa, perché attraverso delle misure che abbiamo messo in questo provvedimento dimostriamo comunque una certa capacità del legislatore di stare al passo con l'evoluzione della società, perché, qui, stiamo parlando di nuovi diritti, di nuove tutele, di nuove libertà, di privacy.
Io vorrei richiamare l'attenzione di tutti i colleghi su tre punti fondamentali, perché, come tutte le leggi, il valore di questi atti che noi approviamo comincia il giorno dopo l'adozione e non riguarda solo l'iter, perché l'attuazione sarà altrettanto e più importante dell'approvazione.
Ora, per l'attuazione ci sono tre cose fondamentali. La prima è che abbiamo il ruolo, Presidente, come parlamentari, di dare l'esempio e lo dico perché quello che noi diciamo e quello che scriviamo resta ed è fondamentale; quindi, dobbiamo ricordarci del nostro ruolo di parlamentari e di legislatori, ma anche del nostro ruolo come potenziale esempio in chiave extraparlamentare e mi riferisco, ovviamente, a quello che è successo durante l'iter di approvazione di questo provvedimento. La seconda cosa, il vero nodo delicato sono le risorse. In questo provvedimento mancano i soldi e, quindi, non riusciamo a sostenere sistematicamente gli uffici giudiziari, non riusciamo a fare la formazione del personale di polizia, non riusciamo a fare tante cose, perché non ci sono le risorse e questo è un enorme limite di questo provvedimento che dovrà essere affrontato rapidamente, per evitare che resti lettera morta.
Chiudo, Presidente, con un ultimo punto; attenzione, perché noi stiamo parlando di violenza domestica e di violenza di genere, che questo Parlamento metta in agenda una seria azione sulla parità di genere in positivo; abbiamo bisogno di sviluppare tante azioni, dal welfare a tutto il resto, per fare in modo che di donne e di violenza di genere non ci ricordiamo solo in negativo, ma anche in positivo, per lo sviluppo e l'emancipazione di questo Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente, buonasera sottosegretario Morrone, buonasera colleghe e colleghi. La componente MAIE del gruppo Misto voterà favorevolmente al disegno di legge che prevede modifiche al codice di procedura penale con disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. È un voto favorevole che viene attribuito convintamente, con grande compiacimento, per l'importante risultato raggiunto, poiché questo provvedimento è la sintesi tra la percezione della gravità del reato preso in considerazione e la giusta severità delle pene che sono state previste. È un reato, questo, che genera una proporzione diretta tra la condivisione del provvedimento e la repulsione, il disgusto che esso provoca.
Certo, la settimana scorsa, giovedì scorso, non era passata una bella immagine dell'Assemblea che rappresentiamo; si ricorderà che in occasione della discussione degli emendamenti riguardanti la revenge pornography, sono venute fuori spaccature, toni esageratamente forti, purtroppo, sfociati in esternazioni sul web che, non rappresentate in modo corretto e veritiero, hanno causato problemi ad alcuni colleghi, per fortuna, solo in ambito social. Questo, naturalmente, dovrebbe farci riflettere sul peso delle parole che, pronunciate o scritte da personalità istituzionali, potrebbero, anzi, non potrebbero, ma hanno, danno e trasmettono una percezione e un riverbero e, quindi, un impatto decisamente prorompente. Quanto accaduto sia da esempio per quello che non dovrebbe avvenire in un confronto politico e men che meno parlamentare. Bene ha fatto qualche collega della maggioranza a prendere le distanze da alcune affermazioni certamente non corrette e dalle conseguenti reazioni scomposte da parte di alcuni commentatori. Allo stesso modo ho molto apprezzato, dopo la necessaria stigmatizzazione, il superamento dei motivi di contrasto, con gli opportuni distinguo personali, all'approvazione dei vari articoli di questa disegno di legge oltre che dell'emendamento, come ho detto, specifico sul revenge porn. Adesso manca il tassello finale. Quindi, ribadisco il voto favorevole sul provvedimento della componente MAIE del gruppo Misto, consapevole che è un importante momento di giustizia, di interventi più rapidi da parte delle forze dell'ordine, di un iter processuale più breve e, come già detto, di una giusta severità delle pene previste in riferimento al “Codice rosso” contro la violenza sulle donne.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorenzin che, però, non è in Aula; s'intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Siamo convinti che l'introduzione di tutele rafforzate e di contrasto alla violenza contro le donne debba essere coerente con tre princìpi inderogabili: operare per tutele effettive sul piano penale e giuridico, garantire la certezza della pena nello Stato di diritto e confronto aperto in Parlamento per individuare scelte legislative condivise. E proprio per questi principi per noi è stato determinante introdurre nel provvedimento il reato di revenge porn, per evitare un grave e inaccettabile vuoto legislativo e per consentire di reprimere una delle forme oggi più gravi di violenza e di ricatto psicologico e sociale contro le donne. Aver ottenuto che questo problema fosse affrontato nel provvedimento è una vittoria in primo luogo del Parlamento, della democrazia e delle donne in politica. Il Parlamento ha dimostrato di poter assumere le proprie responsabilità e si è visto come fosse possibile superare logiche e giochi politici di parte con la validità del confronto di merito. Occorre essere consapevoli, con profondo allarme, che il dramma della violenza contro le donne si pone anzitutto perché sostenuto da una visione sociale e culturale che va cambiata. È questo il tema sul quale la Convenzione di Istanbul, che noi abbiamo sottoscritto, interviene, con l'impegno a sostenere la parità di genere e a opporsi a ogni forma di violenza e di discriminazione nei confronti delle donne, con particolare attenzione alla violenza domestica. È importante insistere e insistere ancora su questo punto: la maggiore tutela delle donne è un cambiamento culturale radicale ad iniziare dalle scuole. È giusto aumentare le pene e sarebbe auspicabile un codice unitario contro la violenza sulle donne, però ribadisco che queste modifiche del codice penale e del codice di procedura penale da sole non bastano per dare delle garanzie effettive. Servono, invece, azioni forti su più fronti. Con questo auspicio e considerando questo provvedimento come primo passo voteremo a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signora Presidente. Colleghe e colleghi, da questo Governo e dalla sua maggioranza sono emersi più di un segnale di distanza e persino di ostilità nei confronti dei diritti delle donne. Intanto, vado a spiegarmi, nella composizione stessa dell'Esecutivo: soltanto undici donne su 63 ministri, viceministri e sottosegretari, appena il 17 per cento, con un record negativo direi imbarazzante nel panorama europeo, se teniamo a mente che in Francia la componente femminile è del 58 per cento e in Spagna è del 65 per cento.
E, poi, in alcune iniziative legislative di chiaro stampo regressivo, come il famigerato disegno di legge del senatore Pillon che, a nostro avviso, è assolutamente inemendabile e va ritirato.
Più recentemente ricordo la partecipazione di esponenti di primo piano del Governo e il patrocinio del Ministro Fontana concesso al congresso delle famiglie di Verona, che nei suoi contenuti - abbiamo visto bene - riporta la lancetta dell'orologio completamente indietro di decenni.
Aggiungo anche - e leggendo i giornali l'abbiamo visto, colleghe e colleghi - che i primi dati su coloro che potranno usufruire del pensionamento anticipato con “quota 100” ci dicono che le donne sono pochissime: appena il 10 per cento. Dunque, un'altra misura discriminatoria.
Ma nonostante queste e altre pessime prove date dal Governo e dalla maggioranza nei confronti dei diritti delle donne, il nostro atteggiamento nei confronti di questo disegno di legge non è stato di pregiudiziale contrarietà. È stato, fin dall'inizio, quello di collaborare e rendere il testo migliore e soprattutto più efficace nel contrasto al fenomeno odiosissimo della violenza contro le donne. Per questo, dovendo in Commissione decidere quale proposta adottare come testo base, avevamo dichiarato la nostra preferenza per il testo presentato dalla collega Ascari, perché più ampio e perché più completo rispetto a quello del Governo che, devo dire, è assai scarno. Ma la maggioranza, invece, ha scelto come testo base quello del Governo appunto, quello scarno, e lo ha fatto per mere esigenze propagandistiche. Un testo che il Ministro Bonafede aveva definito “blindato”. E, infatti, non è stato accolto nessuno degli emendamenti agli articoli originari del disegno di legge del Governo.
Ebbene, nonostante questo atteggiamento di chiusura abbiamo continuato a lavorare con spirito collaborativo, presentando emendamenti migliorativi, diversi dei quali, peraltro, tratti dalla stessa proposta della collega Ascari, perché quando si discute di come contrastare la violenza contro le donne, noi ci siamo sempre, signora Presidente: abbiamo le nostre idee, le nostre proposte e le sottoponiamo all'attenzione del Parlamento. Alcune delle nostre proposte migliorative, in realtà pochissime, sono state accolte seppure con riformulazioni, e mi riferisco all'obbligo di trasmettere al giudice civile gli atti di eventuali procedimenti penali nel caso di separazione fra i coniugi oppure all'inserimento di aggravanti per violenze nei confronti dei minori o alla previsione di percorsi di reinserimento, di recupero e di assistenza psicologica dei condannati.
Ma poi è stato negato il consenso su temi importanti come l'introduzione del reato di molestie sessuali. Inoltre, si è detto “no” al patrocinio a spese dello Stato per enti e associazioni che si costituiscono parte civile nei processi per violenza sessuale e maltrattamenti e si è detto “no” a coinvolgere i centri antiviolenza e le associazioni che si occupano di questo, cioè di violenza di genere, nella formazione degli operatori di polizia. Si tratta di dinieghi quasi sempre non motivati. E soltanto dopo una giornata intera di discussione e di proteste di tutte le donne di tutti i gruppi di opposizione, con una resistenza incomprensibile della maggioranza, si è dato il consenso a introdurre il reato cosiddetto di “revenge porn”, intimità violata appunto, una misura di civiltà nei confronti di un fatto che oggi è per tutti acclaratamente una nuova frontiera della violenza di genere. Purtroppo, signora Presidente, il consenso della maggioranza su questo emendamento l'abbiamo dovuto apprendere dai giornali - dai giornali! - nel fine settimana. Avremmo preferito, invece, ascoltarlo giovedì in quest'Aula dalla voce della relatrice e da quella del sottosegretario Ferraresi. Sarebbe stata una prova importante di rispetto nei confronti del Parlamento e di dialogo tra maggioranza e opposizione.
E, poi, c'è un vincolo che pesa come un macigno sull'efficacia di questo provvedimento ed è l'ultimo articolo di questa proposta: la clausola di invarianza finanziaria; cioè, non si intende mettere risorse sulla sicurezza delle donne, non si intendono investire soldi. Ma allora di che cosa parliamo? Questo vincolo compromette anche la realizzazione del punto cardine di questo provvedimento, cioè l'obbligo per il pubblico ministero di sentire la persona offesa entro tre giorni dall'iscrizione della notizia di reato.
La gran parte delle persone che abbiamo ascoltato nelle audizioni ci ha detto che questa misura, nelle condizioni attuali dei nostri uffici giudiziari, è del tutto irrealistica. Ce l'hanno detto le magistrate, ce lo hanno detto le avvocate, ce l'hanno detto i giuristi, le associazioni di donne, le quali hanno anche aggiunto che la donna in questione, la donna vittima in un lasso di tempo tanto breve potrebbe non essere in grado di presentarsi, compromettendo così anche la sua attendibilità nel procedimento. Il vostro progetto, signori del Governo… Dispiace vedere che ci sia solo il sottosegretario Ferraresi, neanche un Ministro si è presentato! Eppure vanno dicendo che a loro sta a cuore la questione della violenza sulle donne.
Ebbene, sarebbe stato più credibile se, a fronte appunto di quella misura, ci fosse stato uno stanziamento di risorse. Per fare che cosa? Per organizzare meglio gli uffici giudiziari che dovranno rispettare quella tempistica dei tre giorni. Altrimenti cosa si fa, signora Presidente? Si scarica sui pubblici ministeri una responsabilità che sappiamo già, perché ce l'hanno detto, soprattutto nelle sedi più piccole non potranno rispettare.
E lo stesso dicasi per le attività di trattamento psicologico e di riabilitazione degli autori di questi reati. Certo che è un lavoro prezioso, chi può non essere d'accordo? Certo che è prezioso, per cercare di restituire alla società persone migliori rispetto a quelle che hanno fatto il loro ingresso in carcere, e soprattutto anche persone consapevoli del danno arrecato. Ma neanche questo si può fare a costo zero: sottosegretario, lo sapete bene che a costo zero non si fa nulla, da nessuna parte, neanche nella giustizia.
Sono allora tante, colleghe e colleghi, le lacune di questo provvedimento. Ma non voteremo contro, perché quando c'è una proposta che ha come obiettivo, sia pur teorico come in questo caso, quello di contrastare la violenza di genere, noi non ci opponiamo. E per questo annuncio il voto di astensione del gruppo di “Libere e uguali” (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, questo è un provvedimento articolato: sono 14 gli articoli con i quali questa maggioranza ha inteso declinare il suo concetto di tutela e contrasto alla violenza domestica e alla violenza di genere. Noi riteniamo che ve ne sia uno in particolare che rischia di vanificare tutti gli altri, ed è l'articolo 14, la clausola di invarianza finanziaria: riteniamo che sia impossibile prevedere con una nuova norma obblighi a carico delle forze dell'ordine, obblighi a carico degli uffici di procura di tutta Italia, senza prevedere adeguate risorse al riguardo. Noi riteniamo che sia impossibile imporre o tentare di imporre; tra l'altro dobbiamo dircelo: l'obiettivo principale che dà anche il nome a questo provvedimento, che è codice rosso, quindi una corsia preferenziale, una indicazione di velocità, di priorità rispetto a questi procedimenti nell'ambito di tutti i procedimenti che le procure si trovano ad affrontare, questo codice rosso rischia di essere di un rosso un po' sbiadito, perché quel famoso termine di tre giorni entro il quale gli uffici della procura devono ascoltare la persona offesa è un termine meramente ordinatorio, non è prevista alcuna sanzione, non è prevista alcuna decadenza. Ma soprattutto non è prevista quell'implementazione di organico che tante procure della Repubblica chiedono a gran voce da tutta Italia, per poter affrontare le emergenze che ogni giorno ci sono.
Al tempo stesso si prevedono gli obblighi di formazione per le forze di polizia, ma proprio in virtù di quell'articolo 14, non si prevede l'aumento di fondi destinati alla formazione delle forze di polizia: si dovrebbe dunque organizzare la formazione distogliendo fondi da altre iniziative formative per le nostre forze di polizia, che - già l'ho detto più volte e lo ripeto - si trovano ad operare in condizioni assai critiche.
Davvero noi non comprendiamo quindi come si possano introdurre nuove previsioni normative, che comportano obblighi di fare per i rappresentanti dello Stato, per i rappresentanti delle istituzioni, senza prevedere dei fondi. Ma si sa, la politica è anche l'arte della scelta, ed evidentemente questo Governo ha scelto di destinare i fondi ad altro, questo Governo ritiene di dover impiegare le risorse che ci sono in Italia per fare altro: sicuramente il contrasto alla violenza di genere, alla violenza domestica non è una priorità meritevole di adeguate risorse. Noi abbiamo presentato diversi emendamenti, nessuno di questi è stato accolto. Eppure i nostri emendamenti erano il frutto di un'attenta disamina del contributo portato in sede di audizioni dai tanti soggetti che abbiamo ascoltato: rappresentanti della magistratura, dell'avvocatura, associazioni, terzo settore, abbiamo ascoltato davvero tutti. E noi abbiamo cercato di raccogliere gli spunti che hanno fornito: abbiamo proposto delle modifiche al codice di procedura penale, per rendere effettiva la partecipazione della persona offesa al procedimento che la vede parte e vittima; abbiamo cercato di introdurre l'obbligo di notifica nei confronti della persona offesa, affinché non si verifichino più casi, come quelli che la cronaca ci ha rappresentato, di donne che subiscono violenza dopo aver sporto denuncia, perché l'indagato viene a conoscenza del procedimento a suo carico ma la persona offesa ancora non sa che quel procedimento è stato avviato, e dunque è nell'inconsapevolezza e nell'impossibilità di approntare rimedi a sua tutela. Anche questi suggerimenti sono stati respinti al mittente da una maggioranza sorda. Abbiamo proposto emendamenti affinché venga eliminata la possibilità che la tassazione degli atti giudiziari sia a carico delle vittime che sono parti processuali. Abbiamo proposto degli emendamenti per rendere più operativa e garantire l'assistenza delle associazioni no profit del terzo settore ai procedimenti penali, mediante l'ammissione al gratuito patrocinio, come già avviene ad esempio nei processi per associazione di stampo mafioso per le associazioni antiracket. Insomma, abbiamo cercato di introdurre degli strumenti che ritenevamo e riteniamo avrebbero potuto migliorare questo testo. Ma il problema è sempre a monte, ed è racchiuso in quelle righe con cui la Commissione bilancio ha bocciato buona parte degli emendamenti: la Commissione bilancio ha detto, dove non ci sono risorse non si può realizzare nulla. Noi temiamo allora che questa norma sia una norma approvata ora per allora, noi temiamo che i famosi tre giorni entro cui la persona offesa dev'essere ascoltata forse cominceranno ad essere operativi quando gli organici delle procure saranno a livello minimo; la norma di formazione delle forze di Polizia affinché chi si trova a ricevere una denuncia abbia gli strumenti per comprendere chi e che cosa si sta denunciando. Insomma, abbiamo voluto declinare le nostre idee, le nostre proposte per combattere questi fenomeni.
Noi riteniamo che l'educazione sia parte integrante della prevenzione, sia in ambito familiare sia in ambito scolastico. Noi non riteniamo che al congresso di Verona siano state esposte delle teorie che fanno tornare indietro la donna: semplicemente sono state esposte e rappresentate delle teorie che Fratelli d'Italia condivide in larghissima misura, come abbiamo avuto occasione di ribadire, perché la donna sia il nucleo essenziale di una famiglia che la rispetta, la tutela, e quella famiglia sia il nucleo essenziale di una società. La società che noi vorremmo; ma evidentemente, visto anche il dibattito interno al Governo in occasione del congresso di Verona, probabilmente anche su questo la confusione dentro il Governo è grande sotto il cielo. Mi sento di aggiungere che questa non è cosa buona, e lo abbiamo visto oggi anche sulla castrazione chimica, dove soltanto la Lega ha votato insieme a Fratelli d'Italia un provvedimento che pure era oggetto di un emendamento successivamente ritirato. Ecco, tutti questi accadimenti, dalle vibranti proteste delle opposizioni di giovedì scorso al voto che ho appena ricordato, dimostrano come su questi temi ci sia ancora tanto da fare perché i provvedimenti siano unanimemente condivisi. Fratelli d'Italia voterà a favore perché riteniamo che l'intento sia lodevole, ma naturalmente, ancora una volta, rimproveriamo a questo Governo la volontà di non destinare le risorse necessarie affinché tutto ciò che è scritto in questa legge possa diventare realtà.
Il dato delle risorse non è secondario; ecco perché noi abbiamo sostenuto convintamente tutti gli emendamenti, fino a questa mattina, che riguardano lo stanziamento di fondi. Avremmo voluto una previsione normativa che agevola le donne vittime di questo tipo di reati anche a trovare lavoro, perché tutti ci hanno spiegato che una donna autosufficiente, una donna economicamente indipendente è una donna libera di denunciare. Fratelli d'Italia, in estrema sintesi, vuole fornire a tutte le donne italiane la tutela necessaria, la tutela che uno Stato deve approntare e anche l'alternativa. Ecco perché abbiamo voluto inserire un ordine del giorno, che il Governo ha accolto favorevolmente, per sconfiggere quel fenomeno abominevole delle spose bambine. Noi abbiamo cercato di introdurre delle migliorie a questo provvedimento. Questo provvedimento è incompleto perché - lo ribadisco e mi avvio alla conclusione - gran parte di ciò che è scritto non potrà essere realizzato perché mancano i fondi, perché mancano le risorse. E allora, sulla scorta di tutte queste considerazioni, nell'augurarmi che i Governi che seguiranno abbiano la forza e la volontà di stanziare fondi per realizzare ciò che oggi noi stiamo prevedendo, annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.
STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Presidente Carfagna, colleghe e colleghi, questo Parlamento è chiamato a votare una legge sulle violenze di genere proprio all'indomani di due nuovi femminicidi, uno nella mia Sicilia e l'altro in Sardegna; donne uccise dai loro ex mariti o conviventi secondo un copione tragico che ormai si ripete troppo spesso. Ancora una volta delitti che maturano nell'ambiente familiare, fra le mura domestiche, e sono queste tragedie, ormai quasi quotidiane, a imporre chiaramente al Parlamento di agire e non giocare partite politiche che non hanno senso. Lo abbiamo dovuto ricordare durante il tumultuoso, ma appassionato dibattito dei giorni scorsi in Aula, che le conquiste più importanti in termini di difesa dei diritti delle donne le abbiamo ottenute grazie a un impegno trasversale delle parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che hanno saputo unire tutti i gruppi politici per ottenere traguardi di civiltà giuridica. Tra questi voglio ricordare la legge sulla violenza sessuale, la legge anti-tratta, i diritti di rappresentanza politica, le leggi contro la pedofilia, la sanzione delle mutilazioni genitali femminili, la fecondazione assistita, il contrasto allo stalking. E sono orgogliosa che la maggior parte di queste leggi sia stata approvata negli anni in cui al Governo c'era Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che su questi temi ha voluto e saputo trovare una sintesi alta con tutti i gruppi politici.
E l'impegno delle colleghe, di tutte le mie colleghe del mio gruppo in questa legislatura su questi temi, l'impegno straordinario ne è la conferma. Abbiamo lavorato perché lo stesso accadesse per il codice rosso, che stabilisce una corsia preferenziale per le donne che denunciano violenza, che devono essere ascoltate e le cui affermazioni vanno verificate con la massima urgenza. Non deve più accadere che una persona vittima di violenza trovi lo Stato distratto e incredulo, e debba tornare indifesa e sfiduciata spesso proprio nella casa in cui subisce la violenza. Ed è in questo ambito che va inquadrato il tema del revenge porn, che rischiava di rimanere fuori da questa legge in attesa di una normativa ad hoc, inserito grazie alla battaglia delle opposizioni in questo Parlamento e ad un emendamento della collega Zanella, che sin dalla scorsa legislatura Forza Italia aveva presentato con proposte di legge a prima firma della collega Savino (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Credo che ci sia tempo per affinare e approfondire la questione, questa come tutte le altre, ma era importante dare un segnale netto e darlo subito, anche a rischio, colleghe, diciamocelo, di apparire un Parlamento che si muove perché è stato toccato uno dei suoi componenti. Ma noi dobbiamo farlo, e farlo adesso, per Tiziana Cantone, che si è uccisa a Napoli nel 2016; per Michela Deriu, che si è tolta la vita nel 2017 a Porto Torres; per la tredicenne che pochi mesi fa ha tentato di uccidersi a Lodi. Dobbiamo farlo per le decine di donne e di ragazze ricattate, dobbiamo farlo per prevenire ulteriori abusi, dobbiamo farlo perché non si può vivere nella vergogna e, soprattutto, non si può morire per la vergogna.
A questo testo è stata, inoltre, opportunamente abbinata una proposta di legge di Forza Italia, a prima firma Bartolozzi, che introduce, fra l'altro, il braccialetto elettronico per il violento a cui è vietato avvicinarsi alla casa e ai luoghi frequentati dalla vittima (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché spesso questo divieto viene violato impunemente. Inoltre, abbiamo finalmente previsto l'informazione alla vittima e al suo legale della scarcerazione dell'autore dei reati di violenza domestica e di genere. È stato doverosamente rifinanziato, grazie a un emendamento Carfagna, il fondo per gli orfani di crimini domestici ed è stata opportunamente inserita nel testo una norma specifica contro i matrimoni forzati, anche questo un emendamento Carfagna. Si affronta così un costume che proviene da culture distanti e diverse, ma che è assolutamente incompatibile con i nostri valori di dignità e di libertà delle donne.
Con questa legge diventa reato sfregiare il volto di una donna: anche questa non era barbarie che avveniva in Italia. Ne avvenivano altre, non meno atroci, ma identificate e punite dal nostro sistema giuridico. Oggi si colma questa lacuna nella consapevolezza che, purtroppo, la materia della violenza contro le donne è in doloroso divenire e richiede al sistema lucidità e prontezza nell'attrezzarsi contro le nuove declinazioni della violenza di genere. Questa legge, che noi voteremo convintamente, ha tuttavia dei limiti che il Parlamento dovrà affrontare. Si potenzia, infatti, in maniera incisiva l'apparato repressivo e sanzionatorio nei confronti delle violenze sulle donne e sui minori e si ampliano alcune fattispecie per ricomprendere forme nuove di abuso di genere.
Tuttavia siamo consapevoli che l'approccio solo repressivo, certamente utile e necessario, non può essere esaustivo del problema. È necessario, infatti, un profondo lavoro culturale e sul costume dei rapporti uomo-donna nel nostro Paese, anche in relazione ai nuovi innesti culturali che vengono dall'estero e spesso indicano nuove problematiche nei rapporti con le donne. Per far ciò è necessaria programmazione di politiche sociali e investimenti seri e mirati, iniziative nelle scuole, programmi di formazione agli studenti per prevenire la violenza nei confronti delle donne, anche declinati su un corretto utilizzo del web, volti a rafforzare la consapevolezza di quelle che possono essere le conseguenze drammatiche, evitando un uso superficiale ed errato di questi strumenti.
Ebbene, questa è una legge che, da questo punto di vista, è a saldo economico zero, non c'è un euro in più; sono state bocciate tutte le proposte emendative che puntavano a implementare i fondi del Dipartimento delle pari opportunità, e lo voglio dire con dispiacere: non abbiamo mai visto, durante tutto il dibattito in Aula di questa legge, il delegato del Governo alle pari opportunità, è incredibile. Questo è un segno proprio di cambio di costumi e di priorità: le leggi in materia di violenza contro le donne non possono essere leggi che interessano soltanto, per storia personale - e la ringraziamo -, la Ministra Bongiorno, per il suo impegno, da sempre, su questi temi e il Ministero della Giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); esiste un Dipartimento pari opportunità che, se deve continuare ad esistere, lo vorremmo anche vedere in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Quindi, questa legge, dal punto di vista del saldo economico, è assolutamente a zero, per cui noi siamo felici, oggi, di votare a favore di questa legge, la legge sul codice rosso e sul revenge porn. Ci aspettiamo, Ministro Bongiorno, che a breve possa tornare in Parlamento una legge corposa, che noi vorremmo chiamare codice rosa, in cui finalmente potremo conoscere il programma di pari opportunità di questo Governo, perché tanti temi abbiamo sollevato durante questo dibattito, tutti meritevoli di attenzione, e noi vogliamo confidare che l'apertura che abbiamo registrato dopo la protesta delle opposizioni, sia stata, in qualche modo, il segnale di un diverso approccio su questi temi, che non possono vedere divise le parti in Parlamento. I diritti delle donne non possono attendere, ce ne sono tanti ancora che non sono rispettati e noi pensiamo che questo Parlamento, finalmente femminilizzato e con una grande presenza di giovani ragazze, possa dare un segnale in questo senso.
Quindi, voteremo a favore di questa legge e ci auguriamo che l'iter del Senato possa essere rapido e, magari, in una terza lettura, approvare definitivamente questo testo in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.
LUCIA ANNIBALI (PD). Grazie, Presidente. È con un po' di amarezza che mi appresto a fare, oggi, la dichiarazione di voto, a nome del Partito Democratico, su questo provvedimento che, lo dico subito, riteniamo essere una grande occasione mancata.
Consentitemi, però, prima di prendere qualche secondo del mio intervento per dedicare un pensiero commosso e colmo di gratitudine ad Anna Costanza Baldry, che purtroppo ci ha lasciato prematuramente. Anna è stata una studiosa di livello internazionale, una pioniera che ha speso la sua vita a fianco delle donne che subiscono violenza. Alla sua tenacia e alla sua intelligenza dobbiamo tanto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).
La cronaca ci racconta, quasi quotidianamente, casi di violenza sulle donne, donne che non sono state protette, che non sono state credute o di cui non è stato valutato in maniera adeguata il rischio che stavano correndo; un fenomeno strutturale, che non accenna a ridimensionarsi, che fonda le sue radici in una profonda e persistente disparità di potere tra uomini e donne e in una organizzazione patriarcale della società. Per questo è sbagliato continuare a parlare di emergenza, come fa il Governo, ad ogni occasione. Questo tipo di narrazione sposta, infatti, anche questo tema sul piano esclusivo della sicurezza, quando invece si tratta di una questione complessa e, al fondo, culturale. Occorre essere consapevoli che l'ampiezza e la profondità del fenomeno, come ci dice chiaramente la Convenzione di Istanbul, richiedono un approccio multidisciplinare e complesso. Le politiche securitarie, tanto care a questa maggioranza, non possono essere la risposta. Servono azioni di sistema di natura economica, sociale, educativa oltre che giudiziaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa visione d'insieme è stata alla base di tutti i nostri interventi nella scorsa legislatura.
Detto questo, da parte nostra non c'è stata alcuna preclusione o opposizione preconcetta al cosiddetto codice rosso, che abbiamo invece accolto come un'occasione importante per colmare vuoti normativi e di tutela ancora presenti nel nostro ordinamento. Su un tema come quello della violenza di genere, infatti, non dovrebbero esserci né divisioni né tentativi di primogenitura. Noi ve lo abbiamo detto e dimostrato con il nostro impegno in Commissione, dove abbiamo presentato una nostra proposta di legge e chiesto, a più riprese, un comitato ristretto che lavorasse su un testo condiviso e lo abbiamo, penso, dimostrato in Aula, in questi giorni di discussione. Questo, allora, è il secondo punto che differenzia il nostro approccio dal vostro: il metodo, un modus operandi sordo, a tratti schizofrenico, che ha segnato tutto l'iter del provvedimento; ed è solo grazie alla battaglia dell'opposizione che si è arrivati all'approvazione, all'unanimità, del reato di revenge porn (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), una norma fondamentale per fronteggiare un fenomeno in grande espansione.
Su questo avete fatto marcia indietro e il buon senso è prevalso; per il resto, invece, l'atteggiamento è stato di chiusura nei confronti di buona parte delle nostre proposte, e in particolare quelle volte a modificare i primi articoli del provvedimento, su cui ha pesato il veto della vera regista del codice rosso, la Ministra Bongiorno che ha di fatto esautorato il Ministro della Giustizia e, insieme a lui, la relatrice e l'intero MoVimento 5 Stelle; non si spiegherebbe altrimenti la scelta di adottare la proposta del Governo come testo base, senza tener conto delle proposte abbinate, né delle osservazioni emerse durante le audizioni, né si capirebbe perché, prima che iniziasse, in Commissione, l'esame degli emendamenti, il Ministro della Giustizia, nel corso di una conferenza stampa, abbia definito il codice rosso come blindato. Come si può chiedere la collaborazione dell'opposizione su un testo blindato?
E, allora, colleghi, questa è per noi l'occasione mancata: aver deciso, per ragioni tutte interne all'alleanza, di rinunciare a un prodotto normativo di più ampio respiro e che affrontasse le importanti criticità evidenziate nelle audizioni, in particolare quelle che riguardano l'articolo 2, il cuore della comunicazione di questo provvedimento, che prevede l'obbligo per il pubblico ministero di sentire entro tre giorni le vittime di presunti maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, atti persecutori, reati collegati; una norma definita, da magistrati, associazioni e avvocati, esperti del tema come inutile, difficilmente applicabile e potenzialmente dannosa. Nonostante i rilievi mossi, tutti i nostri emendamenti che raccoglievano le osservazioni cui ho fatto ora cenno e che erano contenuti anche nella proposta di legge della relatrice, quegli emendamenti sono stati clamorosamente ritirati o respinti, anche ieri in Aula. La motivazione, allora, è sotto gli occhi di tutti: le norme del codice rosso sono considerati intoccabili evidentemente per ragioni politiche e non di merito.
Un'altra cosa difficilmente comprensibile è che su questo provvedimento non avete messo nessuna risorsa finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Quale lotta alla violenza sulle donne si può mai fare a costo zero? Non è, allora, un caso se la proposta di legge a mia prima firma che prevede il trattamento degli autori di violenza durante la fase di esecuzione della pena non sia stata recepita nel testo del Governo. Avete preferito approvare un emendamento della relatrice che ha l'ambizione di introdurre questi trattamenti, ma che lo fa senza risorse e, quindi, senza coraggio e senza lungimiranza; lo stesso dicasi per la formazione del personale delle forze dell'ordine; bene che ci sia, noi sappiamo e riteniamo questo aspetto fondamentale perché chi accoglie la richiesta di aiuto di una donna vittima di violenza deve saperlo fare in maniera adeguata; tuttavia, per come è costruito il provvedimento, l'indeterminatezza dell'avvio dei corsi e la clausola di invarianza finanziaria rischiano di farlo restare lettera morta e che questo provvedimento finisca, in ultimo, per boicottare se stesso.
È, invece, una buona notizia che nel testo in votazione siano entrati l'obbligo di informazione alla persona offesa dal reato sugli sviluppi del procedimento penale, che prevedeva anche il testo del Partito Democratico, così come consideriamo positiva la norma che introduce un coordinamento tra civile e penale.
Veniamo all'inasprimento…
PRESIDENTE. Sì, colleghi… per favore… colleghi di Forza Italia, colleghi della Lega… Mi scusi, onorevole Annibali.
LUCIA ANNIBALI (PD). Veniamo all'inasprimento delle pene, cuore e sostanza del pacchetto di emendamenti concessi al MoVimento 5 Stelle. Su questo mi limito a riportare le parole dell'associazione D.i.Re., secondo cui l'innalzamento delle pene edittali per i più ricorrenti reati di violenza contro le donne non è d'interesse per la loro tutela, appartenendo ad una logica emergenziale, dalla quale la normativa che ci occupa deve discostarsi. Diversamente da quanto certa opinione corrente è portata a credere, alle donne non interessa chiedere una maggiore condanna dei loro maltrattanti, per vendetta; a loro interessa essere tutelate dal rischio del ripetersi della violenza e dalle conseguenze che sono costrette a subire assieme ai loro figli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
La verità, colleghi della maggioranza, è che ci riesce è piuttosto difficile capire come possiate combattere la violenza sulle donne e, al contempo, non fare nulla per la parità di genere e assecondare, invece, gli stereotipi che la alimentano; con il contratto di Governo, il disegno di legge Pillon, l'alienazione parentale, il congresso di Verona riportate i diritti delle donne indietro di cinquant'anni…
PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce, per favore. Prego, onorevole Annibali.
LUCIA ANNIBALI (PD). Avete, lasciatemelo dire, un grande problema culturale su questo tema: poche idee, un po' confuse e forse anche pericolose; le dinamiche tutte interne alla vostra alleanza non fanno che far esplodere queste contraddizioni, ed è nel mezzo di queste contraddizioni che il Governo si appresta, con una comunicazione - siamo certi – roboante, a festeggiare un risultato che noi, invece, riteniamo un compromesso al ribasso, perché privo di una visione d'insieme.
Il Partito Democratico sceglie, allora, di astenersi su questo provvedimento; lo fa per ragioni di merito, per ragioni di metodo e per una questione politica: noi non vogliamo avallare operazioni propagandistiche. Per noi, questa è un'occasione mancata, ma siccome il nostro impegno su questo tema è più che serio, ci auspichiamo che il provvedimento possa essere migliorato nel suo passaggio al Senato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gerardi. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GERARDI (LEGA). Grazie. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la violenza sulle donne è prima di tutto una questione culturale, ed anche di questo il nostro Governo si sta occupando, ma noi, grazie al testo redatto dal Ministro Bongiorno, abbiamo voluto dare risposta ai sempre più numerosi fenomeni di violenza che oggi vedono 91 donne uccise negli ultimi 13 mesi, circa una ogni 72 ore, 123 le donne uccise nel 2017, più del 90 per cento per mano di un uomo, più dell'80 per cento da persone conosciute. Finalmente oggi arriva in Aula un testo nato dalla grande sensibilità proprio del Ministro Bongiorno, che durante tutti questi anni si è battuta con forza a sostegno delle donne vittime di maltrattamenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Il provvedimento, nato con cinque articoli, è stato esteso, arrivando a quattordici. È stata estesa la modalità di controllo tramite braccialetto elettronico e la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. La violenza domestica o di genere ricomprenderà anche la fattispecie dei maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenza sessuale aggravata e di gruppo, atti sessuali con minorenne, corruzione di minorenne, atti persecutori e alcune ipotesi di lesioni personali aggravate. Sono stati inseriti aumenti di pena e aggravanti sui delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi, e sugli atti persecutori, sull'omicidio aggravato dalle relazioni personali e l'inasprimento delle pene per i delitti di violenza sessuale. Innanzitutto, e con entusiasmo, introduciamo oggi una nuova fattispecie di reato: il revenge porn, che punisce la divulgazione attraverso i social network o chat di fatti e foto personali raffiguranti le vittime in atti di intimità sessuale. Introduciamo una corsia preferenziale per le indagini relative a questioni di tipologie di reati: la vittima sarà sentita entro tre giorni, in modo che si abbia subito un quadro della situazione per poter applicare, quando serve, una misura cautelare nei confronti dell'indagato.
Per quanto riguarda la repressione e la punizione, aumentiamo le pene per i reati di maltrattamenti in famiglia e stalking, il che significa far aumentare i tempi delle misure cautelari proprio per consentire la protezione della vittima; estendiamo i casi in cui si applica l'ergastolo, ovvero sia se il colpevole conviveva con la vittima sia se aveva con essa solo una relazione pur senza abitare sotto lo stesso tetto; introduciamo il nuovo reato autonomo di deformazione permanente del viso, ad esempio attraverso l'uso dell'acido, prevedendo il carcere da 8 a 14 anni; aumentiamo le pene per i reati di violenza sessuale e abusi nei confronti dei minori. L'articolo 2 del disegno di legge prevede che una donna che fa denuncia possa avere nell'immediatezza un aiuto dal pubblico ministero; oggi una donna che denuncia spesso viene uccisa prima ancora che il pubblico ministero possa esaminare il suo caso. Prevediamo, inoltre, un sistema in base al quale ci sarà maggiore e costante comunicazione tra i vari uffici giudiziari, perché, in mancanza di comunicazioni fra uffici giudiziari, il giudice non poteva sapere quanto deciso dal giudice penale. Si è intervenuti inserendo l'articolo 64-bis delle disposizioni attuative del codice di procedura penale, prevedendo, nelle cause di separazione, di affido o responsabilità genitoriale, che il giudice penale debba trasmettere senza ritardo al giudice civile copia dei provvedimenti adottati in relazione a un procedimento penale per un delitto di violenza domestica o di genere; la comunicazione obbligatoria alla persona offesa da un reato di violenza domestica o di genere e al suo difensore dei provvedimenti di scarcerazione, di cessazione della misura di sicurezza detentiva e di evasione.
Sull'ordinamento penitenziario, si prevede la possibilità, per i condannati per i delitti sessuali in danno di minori, di sottoporsi a un trattamento psicologico con finalità di recupero e di sostegno, suscettibile di valutazione ai fini della concessione dei benefici penitenziari. Quello che mi preme evidenziare è che finalmente i provvedimenti di scarcerazione del condannato o del termine della misura cautelare dovranno essere comunicati sempre alla persona offesa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Anche qui, fino a oggi poteva accadere che la donna, dopo aver trovato il coraggio di denunciare per un reato di maltrattamento in famiglia o di violenza, trascorso un lasso di tempo si ritrovasse sorprendentemente questo soggetto sotto casa sua, perché magari era scaduto il termine per la custodia cautelare in carcere senza che lei fosse stata informata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Vogliamo e pretendiamo che lo Stato sia sempre accanto alle vittime, fornendogli il massimo aiuto, perché hanno avuto il coraggio di denunciare comportamenti violenti e di sopraffazione.
Tutti i contributi pervenuti in Commissione e in quest'Aula, da tutte le forze parlamentari, hanno rappresentato un importante tassello per la formazione di questo testo normativo, che aiuterà ad evitare che gesti criminali di tale natura possano trovare, anche in sede giurisdizionale, giustificazioni nelle “tempeste emotive” che attingono gli aggressori.
Questo testo deve rappresentare una normativa soprattutto sociale: le donne devono denunciare senza paura. Sino ad ora non avevano una corsia autonoma e preferenziale, oggi sì (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È importantissimo, quindi, che il pubblico ministero senta la donna, perché da oggi, anzi dal giorno in cui questo provvedimento sarà approvato, quella denuncia sarà come una sirena al suono della quale lo Stato correrà in aiuto. Proprio su questo vorrei invitare i colleghi in Aula ad una riflessione: vorrei che per un momento cercassero di immaginare cosa prova una donna vittima di violenza. Sapete come si sente una donna dopo che è stata picchiata in casa e per difendersi le vengono spezzate le dita di una mano? Io sì. Sapete come si sente una donna dopo che è stata sequestrata in casa con le sue bambine per una giornata intera senza poter chiedere aiuto? Io sì. Sapete come si sente una donna che, esausta della violenza quotidiana scatenata dai più futili motivi, si augura, ogni giorno, che le succeda qualcosa di brutto affinché quell'incubo possa finire? Beh, io sì (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Quello che chiediamo noi oggi a quest'Aula è di non voltarsi dall'altra parte rispetto a quel grido di aiuto di chi purtroppo non c'è più e di chi, come tante di noi, è ancora qui e ha l'obbligo di combattere anche per loro. Siamo pronti, questo testo è pronto, e annuncio con grande soddisfazione ed emozione il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier al “codice rosso” (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scutellà. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi stiamo per votare un progetto di legge d'importanza fondamentale per la vita e per la libertà di donne e bambini: il “codice rosso” è il pacchetto di norme contro la violenza su donne e minori. Ed è proprio per il profondo valore di questa legge che la mia dichiarazione di voto vuole essere anche una dichiarazione di solidarietà a tutte le vittime di questi reati drammatici e ormai quotidiani. I casi di violenza contro donne e bambini indifesi sono all'ordine del giorno: alcuni giorni fa, a Catania, tre giovani sono stati arrestati con l'accusa di aver violentato, in gruppo, una ragazza di 19 anni.
PRESIDENTE. Colleghi della Lega, per favore… consentiamo all'onorevole Scutellà di svolgere il suo intervento. Prego, onorevole.
ELISA SCUTELLA' (M5S). E non c'è bisogno di andare troppo indietro nel tempo per trovare anche decine di casi di femminicidio: a Napoli, una madre di 36 anni è stata colpita e uccisa dal marito; a Messina, una ragazza di 24 anni è stata massacrata di botte nell'appartamento che condivideva con il fidanzato. Sono solamente alcuni degli esempi che possiamo fare, e stiamo parlando degli ultimi trenta giorni. A tanto orrore si aggiunge quello delle aggressioni con l'acido, come quella che ha subito Gessica Notaro nel 2017, una ragazza di 28 anni sfregiata dal suo ex fidanzato. È ora di dire: “basta!”, a questo massacro quotidiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Per questa ragione, il nostro sforzo si è concentrato sulla stesura di un provvedimento che ponga la donna al centro di una tutela vera e di una prevenzione vera che, evidentemente, non sono ancora del tutto garantite dalla normativa che abbiamo attualmente. È per questo che abbiamo proposto il cosiddetto disegno di legge codice rosso; grazie a questa legge, la vittima sarà sentita dagli inquirenti nel giro di poche ore dai fatti, così da poter fermare subito il potenziale criminale, prima che arrivi, magari, ad uccidere. Non abbiamo più tempo, dobbiamo assolutamente impedire che questa violenza uccida altre donne, che renda orfani altri figli, durante l'attesa dell'inizio dello svolgimento o della conclusione di un procedimento.
Il “codice rosso”, da solo, non è sufficiente, ed è per questo che abbiamo previsto un pacchetto di norme nuove. Lo abbiamo fatto con un approccio che guarda al futuro e si gira indietro solo per fare tesoro dell'esperienza. Con questo provvedimento vogliamo che la donna, ogni donna, senta lo Stato vicino, e come? Innanzitutto, incoraggiamo a denunciare, aumentiamo le pene fino a sei anni e mezzo per i reati di maltrattamento in famiglia e stalking, stabiliamo l'obbligo di comunicare al giudice che decide una causa di divorzio se una delle parti in causa ha subito condanne o altri provvedimenti penali per questi reati violenti, introduciamo il reato di deformazione del viso, punendolo con il carcere fino a 14 anni, le donne, le persone, non si sfregiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Abbiamo anche innalzato le pene per il reato di violenza sessuale in generale, con il carcere fino a 12 anni; sono previsti fino a 14 anni di reclusione per il reato di violenza sessuale di gruppo; aumentiamo le pene per il reato di violenza su minori con il carcere che può arrivare fino a 24 anni; abbiamo inserito, poi, un emendamento per il contrasto del revenge porn, condiviso da tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, e votato all'unanimità da quest'Aula. Nonostante ci fosse una nostra proposta sul tema già all'esame del Senato, abbiamo deciso di intervenire con buonsenso, vista l'urgenza, in questa sede, per poi regolamentare la materia nel suo insieme attraverso una proposta di legge più organica.
In questo modo, vogliamo evitare che il grido d'allarme di chi denuncia resti inascoltato, perché non possiamo dimenticare Noemi, Denise, Pamela, Gessica, Fabiana e tutte le altre donne il cui destino è stato scritto con il sangue da chi non aveva nessun diritto di deciderlo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Le donne uccise sono novantuno solo negli ultimi tredici mesi, circa un omicidio ogni 72 ore, un massacro inaccettabile, incomprensibile, che va fermato subito. Dal 1° gennaio al 31 ottobre 2018, i femminicidi sono arrivati al 37,6 per cento del totale degli omicidi commessi nel nostro Paese. Secondo i dati Istat, circa 4,5 milioni di donne italiane sono state costrette a compiere atti sessuali e un milione e mezzo ha subito uno stupro o un tentativo di stupro. Sono dati che lasciano sgomenti. La maggior parte delle volte tra il carnefice e la vittima esiste, o esisteva, una relazione sentimentale, per non parlare dei casi in cui tra l'uomo e la donna c'era una relazione di parentela, come è accaduto a Filomena e Luigia, donne uccise addirittura dal figlio che hanno messo al mondo. Ma c'è un dato ancora più agghiacciante, la metà delle donne aveva un figlio che, a volte, ha dovuto addirittura assistere alla violenza, come il caso di Elca, Carmela e molte altre donne che avevano già denunciato il proprio aguzzino. Altre volte, l'odio dell'aggressore è così tanto da spingerlo a cancellare i connotati della vittima, sfigurandole e sfregiandole il viso con l'acido, questa è la storia di Filomena, Paola e Gessica. Sono vicende tragiche e chi legifera ha il dovere morale di intervenire.
Prima di chiudere, però, voglio ricordare altri provvedimenti, per i quali, sia come Governo, sia come maggioranza in Parlamento, ci siamo impegnati per difendere le donne. Grazie a una nostra mozione, il Governo si è impegnato a creare una mappa completa dei centri antiviolenza presenti in Italia, per poterli monitorare in modo costante ed essere sempre aggiornati sui loro bisogni.
Rispetto allo scorso anno, abbiamo aumentato a 37 milioni di euro i fondi destinati al Piano nazionale contro la violenza sulle donne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); abbiamo presentato una proposta di legge, a prima firma Maria Edera Spadoni, con cui prevediamo che le donne che hanno subito violenze e sono già inserite nel percorso di protezione e di assistenza dei servizi sociali, possano anche rientrare nelle categorie protette.
Presidente, per concludere vorrei fare un appello importante, a cui tengo personalmente, come donna e come deputata, un appello rivolto a tutte e a tutti coloro i quali subiscono una violenza o ne sono testimoni: denunciate (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)! Il coraggio di denunciare non si può dare per scontato e spesso la denuncia viene frenata dai ricatti morali, ma è importante denunciare e noi vogliamo dare alle vittime di violenza ogni sostegno possibile in questo senso. In una relazione tra due persone non ci deve essere posto per la violenza e i soprusi, ma solo per il rispetto reciproco.
Alle donne e a tutte le vittime di violenza oggi diciamo: dovete essere libere di vivere, lo ripeto, libere di vivere! E questa libertà insegnerà ai nostri figli a non diventare uomini che uccidono le donne o padri che fanno male ai propri figli ed è anche per tutte le vittime innocenti della violenza, della ferocia e dell'indifferenza che dichiaro con orgoglio ed emozione il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
STEFANIA ASCARI, Relatrice. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. Solo poche parole; si conclude l'esame del “codice rosso”, un provvedimento…
PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce, per cortesia.
STEFANIA ASCARI, Relatrice. Si conclude l'esame del “codice rosso” un provvedimento al quale sono molto legata e che ha richiesto un lavoro intenso di studio e di ascolto. A tal proposito, desidero sinceramente ringraziare il Ministro Alfonso Bonafede, il sottosegretario Vittorio Ferraresi, il Ministro Bongiorno, tutti i miei colleghi della Commissione giustizia e gli uffici per la competenza e il sostegno che hanno offerto in questo percorso.
Desidero dire che sono felice del risultato, perché credo fermamente che, davvero, oggi, facciamo tutti, tutti insieme, un passo importante verso una buona legge per contrastare la violenza sulle donne (Applausi - Congratulazioni).
(Coordinamento formale - A.C. 1455-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1455-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1455-A: "Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14)( Applausi).
Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 1003, 1331, 1403, 1457 e 1534.
Comunicazione del risultato della votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
Presenti e votanti 543.
Hanno ottenuto voti: Trano 277; Angiola 268; Giacomoni 223; Dal Moro 160; Prisco 72; Deidda 28.
Voti dispersi 28
Schede bianche 15
Schede nulle 7
Proclamo eletti componenti effettivi della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti i deputati Trano, Angiola, Giacomoni e Dal Moro (Applausi).
Comunico il risultato della votazione per l'elezione di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
Presenti e votanti 543.
Hanno ottenuto voti: Carelli 274; Paternoster 271; Frassini 267; Melilli 97; Deidda 91; Prisco 14.
Voti dispersi 41
Schede bianche 41
Schede nulle 6
Proclamo eletti componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti i deputati Carelli, Paternoster, Frassini e Melilli (Applausi).
Hanno preso parte alla votazione:
Acquaroli Francesco
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Aiello Davide
Aiello Piera
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Amitrano Alessandro
Andreuzza Giorgia
Angiola Nunzio
Annibali Lucia
Anzaldi Michele
Aprea Valentina
Aprile Nadia
Aresta Giovanni Luca
Ascani Anna
Ascari Stefania
Azzolina Lucia
Badole Mirco
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baldino Vittoria
Baratto Raffaele
Barbuto Elisabetta Maria
Baroni Annalisa
Baroni Massimo Enrico
Bartolozzi Giusi
Barzotti Valentina
Basini Giuseppe
Battelli Sergio
Battilocchio Alessandro
Bazoli Alfredo
Bazzaro Alex
Bella Marco
Bellachioma Giuseppe Ercole
Bellucci Maria Teresa
Belotti Daniele
Benamati Gianluca
Bendinelli Davide
Benigni Stefano
Benvenuto Alessandro Manuel
Berardini Fabio
Bergamini Deborah
Berlinghieri Marina
Berti Francesco
Bianchi Matteo Luigi
Biancofiore Michaela
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bilotti Anna
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Boccia Francesco
Boldi Rossana
Boldrini Laura
Bologna Fabiola
Bond Dario
Boniardi Fabio Massimo
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Bordonali Simona
Borghi Claudio
Borghi Enrico
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Brescia Giuseppe
Brunetta Renato
Bruno Raffaele
Bruno Bossio Vincenza
Bubisutti Aurelia
Bucalo Carmela
Buompane Giuseppe
Buratti Umberto
Businarolo Francesca
Butti Alessio
Cabras Pino
Cadeddu Luciano
Caffaratto Gualtiero
Caiata Salvatore
Calabria Annagrazia
Cannatelli Pasquale
Cannizzaro Francesco
Cantalamessa Gianluca
Cantini Laura
Cantone Carla
Cantone Luciano
Caon Roberto
Caparvi Virginio
Capitanio Massimiliano
Cappellacci Ugo
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Carbonaro Alessandra
Cardinale Daniela
Carè Nicola
Carelli Emilio
Caretta Maria Cristina
Carfagna Maria Rosaria
Carinelli Paola
Carnevali Elena
Casa Vittoria
Casciello Luigi
Casino Michele
Caso Andrea
Cassinelli Roberto
Cataldi Roberto
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Ceccanti Stefano
Cecchetti Fabrizio
Cecconi Andrea
Cenni Susanna
Centemero Giulio
Cestari Emanuele
Chiazzese Giuseppe
Ciaburro Monica
Ciampi Lucia
Cillis Luciano
Cimino Rosalba
Ciprini Tiziana
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colaninno Matteo
Colla Jari
Colletti Andrea
Colmellere Angela
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comencini Vito
Conte Federico
Corda Emanuela
Corneli Valentina
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Costanzo Jessica
Covolo Silvia
Crippa Andrea
Crippa Davide
Cristina Mirella
Critelli Francesco
Cubeddu Sebastiano
Cunial Sara
Currò Giovanni
Dadone Fabiana
Daga Federica
Dal Moro Gian Pietro
D'Alessandro Camillo
Dall'Osso Matteo
Dara Andrea
D'Arrando Celeste
D'Attis Mauro
De Angelis Sara
De Carlo Luca
De Carlo Sabrina
De Filippo Vito
De Giorgi Rosalba
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzis Diego
De Lorenzo Rina
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Martini Guido
De Menech Roger
De Micheli Paola
De Toma Massimiliano
Deiana Paola
Deidda Salvatore
Del Barba Mauro
Del Basso De Caro Umberto
Del Grosso Daniele
Del Monaco Antonio
Del Sesto Margherita
Della Frera Guido
Delmastro Delle Vedove Andrea
Delrio Graziano
Di Lauro Carmen
Di Maio Marco
Di Muro Flavio
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
D'Incà Federico
D'Ippolito Giuseppe
Donina Giuseppe Cesare
Donno Leonardo
Donzelli Giovanni
Dori Devis
D'Orso Valentina
D'Uva Francesco
Ehm Yana Chiara
Emiliozzi Mirella
Ermellino Alessandra
Fantuz Marica
Fasano Vincenzo
Fascina Marta Antonia
Fatuzzo Carlo
Federico Antonio
Ferraioli Marzia
Ferrari Roberto Paolo
Ferri Cosimo Maria
Ferro Wanda
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Fiorini Benedetta
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Flati Francesca
Fogliani Ketty
Fontana Gregorio
Fontana Ilaria
Forciniti Francesco
Formentini Paolo
Fornaro Federico
Foscolo Sara
Foti Tommaso
Fragomeli Gian Mario
Frailis Andrea
Franceschini Dario
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Frate Flora
Fregolent Silvia
Frusone Luca
Furgiuele Domenico
Fusacchia Alessandro
Gadda Maria Chiara
Gagliardi Manuela
Gagnarli Chiara
Galantino Davide
Galizia Francesca
Gallinella Filippo
Gallo Luigi
Gariglio Davide
Gastaldi Flavio
Gava Vannia
Gebhard Renate
Gelmini Mariastella
Gemmato Marcello
Gerardi Francesca
Germanà Antonino
Giaccone Andrea
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giannone Veronica
Giarrizzo Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Conny
Giuliano Carla
Giuliodori Paolo
Gobbato Claudia
Golinelli Guglielmo
Gribaudo Chiara
Grimaldi Nicola
Grippa Carmela
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Gusmeroli Alberto Luigi
Ianaro Angela
Iezzi Igor Giancarlo
Incerti Antonella
Invernizzi Cristian
Invidia Niccolò
Iorio Marianna
Iovino Luigi
La Marca Francesca
L'Abbate Giuseppe
Labriola Vincenza
Lacarra Marco
Lapia Mara
Latini Giorgia
Lattanzio Paolo
Lazzarini Arianna
Legnaioli Donatella
Lepri Stefano
Librandi Gianfranco
Liuni Marzio
Liuzzi Mirella
Lo Monte Carmelo
Locatelli Alessandra
Lolini Mario
Lollobrigida Francesco
Lombardo Antonio
Lorefice Marialucia
Lorenzoni Eva
Lorenzoni Gabriele
Lotti Luca
Lovecchio Giorgio
Lucaselli Ylenja
Lucchini Elena
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Macina Anna
Madia Maria Anna
Maggioni Marco
Magi Riccardo
Maglione Pasquale
Mammì Stefania
Manca Alberto
Manca Gavino
Mancini Claudio
Mandelli Andrea
Maniero Alvise
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Manzo Teresa
Maraia Generoso
Marchetti Riccardo Augusto
Mariani Felice
Marin Marco
Marino Bernardo
Marrocco Patrizia
Martina Maurizio
Martinciglio Vita
Maschio Ciro
Masi Angela
Maturi Filippo
Mauri Matteo
Mazzetti Erica
Melicchio Alessandro
Melilli Fabio
Menga Rosa
Miceli Carmelo
Micillo Salvatore
Migliore Gennaro
Milanato Lorena
Minardo Antonino
Minniti Marco
Misiti Carmelo Massimo
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Montaruli Augusta
Mor Mattia
Morani Alessia
Morassut Roberto
Morelli Alessandro
Moretto Sara
Morgoni Mario
Morrone Jacopo
Moschioni Daniele
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Mura Romina
Murelli Elena
Muroni Rossella
Musella Graziano
Napoli Osvaldo
Nappi Silvana
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nevi Raffaele
Nitti Michele
Nobili Luciano
Noja Lisa
Novelli Roberto
Occhiuto Roberto
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Orsini Andrea
Osnato Marco
Pagani Alberto
Pagano Alessandro
Pagano Ubaldo
Paita Raffaella
Pallini Maria
Palmieri Antonio
Palmisano Valentina
Panizzut Massimiliano
Paolini Luca Rodolfo
Papiro Antonella
Parentela Paolo
Parisse Martina
Parolo Ugo
Pastorino Luca
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paternoster Paolo
Paxia Maria Laura
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pellicani Nicola
Penna Leonardo Salvatore
Pentangelo Antonio
Perantoni Mario
Perconti Filippo Giuseppe
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pettazzi Lino
Pezzopane Stefania
Piastra Carlo
Piccoli Nardelli Flavia
Piccolo Tiziana
Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano
Pini Giuditta
Pittalis Pietro
Pizzetti Luciano
Plangger Albrecht
Polidori Catia
Pollastrini Barbara
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Portas Giacomo
Potenti Manfredi
Prestigiacomo Stefania
Prestipino Patrizia
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Racchella Germano
Raciti Fausto
Raduzzi Raphael
Raffa Angela
Raffaelli Elena
Rampelli Fabio
Ravetto Laura
Ribolla Alberto
Ricciardi Riccardo
Ripani Elisabetta
Rizzetto Walter
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romaniello Cristian
Romano Andrea
Romano Paolo Nicolò
Rosato Ettore
Rospi Gianluca
Rossello Cristina
Rossi Andrea
Rossini Emanuela
Rossini Roberto
Rosso Roberto
Rostan Michela
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Rotta Alessia
Ruffino Daniela
Ruggieri Andrea
Ruggiero Francesca Anna
Russo Giovanni
Saccani Jotti Gloria
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Saltamartini Barbara
Sapia Francesco
Sarli Doriana
Sarro Carlo
Sasso Rossano
Savino Elvira
Savino Sandra
Scagliusi Emanuele
Scalfarotto Ivan
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Schirò Angela
Schullian Manfred
Scoma Francesco
Scutellà Elisa
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Siani Paolo
Silli Giorgio
Silvestri Francesco
Silvestri Rachele
Silvestroni Marco
Siracusano Matilde
Siragusa Elisa
Sisto Francesco Paolo
Sodano Michele
Sorte Alessandro
Soverini Serse
Sozzani Diego
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Spena Maria
Speranza Roberto
Sportiello Gilda
Squeri Luca
Stefani Alberto
Stumpo Nicola
Suriano Simona
Sut Luca
Tabacci Bruno
Tarantino Leonardo
Tartaglione Annaelsa
Tasso Antonio
Tateo Anna Rita
Termini Guia
Terzoni Patrizia
Testamento Rosa Alba
Tiramani Paolo
Toccafondi Gabriele
Toccalini Luca
Tomasi Maura
Tombolato Giovanni Battista
Tondo Renzo
Topo Raffaele
Torto Daniela
Trancassini Paolo
Trano Raffaele
Tripiedi Davide
Tripodi Elisa
Tripodi Maria
Trizzino Giorgio
Troiano Francesca
Tucci Riccardo
Turri Roberto
Tuzi Manuel
Ungaro Massimo
Valbusa Vania
Valentini Valentino
Vallascas Andrea
Vallotto Sergio
Varchi Maria Carolina
Varrica Adriano
Vazio Franco
Verini Walter
Versace Giuseppina
Vianello Giovanni
Vietina Simona
Vignaroli Stefano
Villani Virginia
Vinci Gianluca
Viscomi Antonio
Vitiello Catello
Viviani Lorenzo
Vizzini Gloria
Zan Alessandro
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zanichelli Davide
Zardini Diego
Zennaro Antonio
Ziello Edoardo
Zolezzi Alberto
Zordan Adolfo
Zucconi Riccardo
Sono in missione:
Bonafede Alfonso
Borghese Mario
Buffagni Stefano
Campana Micaela
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Castelli Laura
Castiello Giuseppina
Cominardi Claudio
Del Re Emanuela Claudia
Di Maio Luigi
Di Stefano Manlio
Dieni Federica
Durigon Claudio
Fantinati Mattia
Ferraresi Vittorio
Fioramonti Lorenzo
Fontana Lorenzo
Fraccaro Riccardo
Galli Dario
Garavaglia Massimo
Giorgetti Giancarlo
Giorgis Andrea
Grande Marta
Grillo Giulia
Grimoldi Paolo
Guidesi Guido
Lorenzin Beatrice
Losacco Alberto
Manzato Franco
Migliorino Luca
Molteni Nicola
Nesci Dalila
Occhionero Giuseppina
Picchi Guglielmo
Rixi Edoardo
Ruocco Carla
Santelli Jole
Sibilia Carlo
Spessotto Arianna
Tofalo Angelo
Tonelli Gianni
Vacca Gianluca
Valente Simone
Villarosa Alessio
Vito Elio
Volpi Raffaele
Zoffili Eugenio
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, lo svolgimento degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla seduta di domani a partire dalle ore 10.
Sempre secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1433-A e abbinate, recante interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo, è rinviato alla parte pomeridiana della seduta di martedì 9 aprile, a partire dalle ore 14, con priorità rispetto agli altri argomenti.
Interventi di fine seduta (ore 20,10).
PRESIDENTE. Colleghi, quando si è ripristinato l'ordine in Aula procedo a dare la parola per gli interventi di fine seduta, altrimenti sospendo la seduta e la riprendo quando siete comodi per consentire ai vostri colleghi di svolgere gli interventi. Colleghi del MoVimento 5 Stelle, colleghi di Fratelli d'Italia, colleghi della Lega, colleghi del Partito Democratico! La seduta non è ancora terminata e dovremmo passare, se siete comodi, agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Luca De Carlo. Ne ha facoltà.
LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per sensibilizzare lei e l'Aula e fare un appello al Governo e a tutte le forze politiche perché c'è una questione che nella mia provincia, la provincia di Belluno, è molto sentita, che è il collegamento sciistico tra il Comelico e la Pusteria. È una questione di sopravvivenza di una razza e di un genere, il genere umano, cioè noi.
Al di là di ogni posizione favorevole o meno alla questione ambientale e di sensibilità ambientale, crediamo che ci sia una questione, quella degli impianti e del finanziamento degli impianti sciistici; impianti che trovano oggi sia copertura da parte pubblica, con i fondi di confine, ma anche da parte di un privato, che ha deciso di investire fortemente nella nostra area. Quindi, noi chiediamo che ci sia un moto d'orgoglio per cui il Ministro per i beni e le attività culturali dia l'okay per il collegamento, un collegamento che è diventato vitale sia per la parte bellunese ma anche per la parte della Pusteria, con un un'area fortemente penalizzata, quella del Comelico e del Cadore, da una situazione economica che negli anni l'ha vista passare da un bengodi generalizzato, legato al mondo dell'occhiale, a un turismo in fase embrionale.
Il collegamento rappresenterebbe veramente l'ultimo treno per portarci in una condizione non dico di agiatezza ma in una condizione di sopravvivenza.
Per cui, faccio appello a tutte le forze politiche, che a Belluno già sono unite su questo tema grazie alla grandissima opera del collega D'Incà del MoVimento 5 Stelle di cui non faccio fatica a riconoscere i meriti, e credo che debba trovare tutto il Parlamento, perché questa è una questione di sopravvivenza e noi vogliamo continuare a vivere tra le nostre montagne (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Colleghi del MoVimento 5 Stelle, vi chiedo la cortesia di abbassare il tono della voce e di ritornare seduti ai vostri banchi, se volete restare in Aula; altrimenti, potete abbandonarla tranquillamente in silenzio. Vi chiedo la cortesia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.
MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. L'imminente rischio di chiusura di Radio Radicale non può esimerci da una responsabilità che noi tutti abbiamo: quella di batterci contro questo attacco alla libertà di informazione e soprattutto alla democrazia del nostro Paese, perché proprio di questo si tratta.
Decine di migliaia di cittadini, in questi giorni e in queste ore, hanno firmato una petizione. La petizione intitolava così: “Salva Radio Radicale per garantire il diritto dei cittadini a conoscere per deliberare” su change.org.
Vorrei riportare alcuni di questi messaggi che meglio sintetizzano e riassumono i motivi per cui oggi noi siamo qui a difendere e a sostenere questa emittente. C'è quello di Francesco, che dice: “Radio Radicale ha un palinsesto e un archivio unico in Italia e svolge un'opera di educazione politica unica e difficilmente replicabile”; c'è quello di Claudio, che dice: “Radio Radicale ha sempre svolto una funzione informativa di essenziale importanza per la nostra democrazia, oggi esattamente come ieri. Radio Radicale dev'essere messa nelle condizioni di trasmettere ancora”; e poi c'è quello di Sara, un'altra cittadina: “Il sapere modifica le scelte e scelte informate sono migliori di scelte disinformate. Spegnere Radio Radicale non è null'altro che fascismo”.
Noi continuiamo, Presidente, a schierarci con la parte migliore di questo Paese, con chi ha a cuore la democrazia, la conoscenza e la libertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.
LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Anche oggi, come accade da 43 anni, Radio Radicale ha trasmesso i lavori di questa seduta dell'Assemblea della Camera dei deputati. Lo ha fatto anche nei giorni scorsi quando, grazie a Radio Radicale in diretta, i cittadini italiani hanno potuto conoscere nel dettaglio la verità di come è andata la seduta sul revenge porn, per esempio, e come, grazie a Forza Italia, poi si sia potuti arrivare all'approvazione anche di un emendamento perché il revenge porn diventasse un reato in questo Paese. Ma questo è solo un esempio di quanto fa Radio Radicale.
Radio Radicale dal 21 maggio - di fatto tra qualche mese - rischierà di non trasmettere più. Grazie a cosa? Grazie al maxiemendamento, approvato con la legge di bilancio da questo Governo, che ha ridotto del 50 per cento, quindi a soli 5 milioni, i fondi per Radio Radicale, quando lo stesso Governo, però, spende 168 milioni per le auto blu (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E, allora, noi diciamo che la libertà si difende e si difende sempre. Radio Radicale non è solamente la radio che trasmette i lavori del Parlamento ma è anche la radio che ha trasmesso e trasmette tutte le udienze dei più importanti processi che hanno fatto la storia di questo Paese; è la radio di Radio Carcere e dei diritti dei detenuti.
Chi chiude Radio Radicale non solo dà un colpo decisivo alla libertà di informazione ma dimostra di essere per una politica non di libertà e non di divulgazione di ciò che accade in questo Paese e in questo Parlamento, perché probabilmente alla verità di ciò che accade in Parlamento si preferiscono le fake news (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO NOVELLI (FI). Presidente, tra poco più di un mese sappiamo che scadrà la convenzione tra il Ministero dello Sviluppo economico e Radio Radicale, dopo che solo un emendamento di Forza Italia ha permesso la prosecuzione delle trasmissioni per altri sei mesi e dopo il minacciato azzeramento del contributo da parte del Governo.
Quei mesi stanno per finire e, ad oggi, è ancora ignoto il futuro che aspetta questa emittente radiofonica, che ha contribuito a fare la storia degli ultimi quarant'anni del nostro Paese, svolgendo una funzione di interesse pubblico, trasmettendo i lavori del Parlamento, le dirette dei principali eventi politici, culturali e religiosi, integrando il palinsesto con trasmissioni di approfondimento che hanno ricevuto apprezzamenti trasversali, non ultima quella del Presidente del Consiglio Conte.
È un servizio di interesse pubblico e, tra poco più di un mese, potrebbe essere interrotto in ragione di una furia iconoclasta che vuole cancellare ogni elemento che in qualche modo riconduce al passato: una sorta di damnatio memoriae, che non ha ragion d'essere perché il contributo offerto in questi decenni da Radio Radicale al dibattito pubblico e politico è ben superiore al contributo economico che ha permesso all'emittente di continuare a trasmettere.
Concludo, signora Presidente,…
PRESIDENTE. Concluda.
ROBERTO NOVELLI (FI). …dicendo che togliere il contributo sarebbe non solo un errore, ma un accanimento e una ritorsione, e a rimetterci non sarebbe soltanto la radio e chi vi lavora, ma tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.
FILIPPO SENSI (PD). Presidente, raccolgo il testimone da chi mi ha preceduto, in una ideale ma mi auguro invece assai concreta staffetta per Radio Radicale, che a causa di una sciagurata scelta del Governo rischia di chiudere, se non verranno trovate risorse necessarie al rinnovo della convenzione che le consente di sopravvivere fino al 21 maggio prossimo venturo.
Volevo informare l'Aula che, coerentemente con il gruppo del Senato, anche i deputati del PD hanno presentato oggi una mozione che impegna il Governo a reperire tali fondi, per permettere a Radio Radicale di continuare a svolgere il servizio di pubblica utilità che assicura da 43 anni, senza guardare a differenze di parte o di idee.
Ricordo peraltro, Presidente, che proprio ieri al consiglio regionale lombardo è stata approvata una mozione analoga grazie ai voti anche di Lega e 5 Stelle: segnale importante che va colto in positivo, perché dimostra che, a dispetto dell'ostilità di questa maggioranza nei confronti del pluralismo - ostilità di cui abbiamo prova quotidianamente, dai fondi tagliati ai giornali fino agli attacchi a Mattia Feltri proprio nel giorno in cui gli viene conferito il Premio “È giornalismo”, (pensa quanto gli dice male ai 5 Stelle!) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) - un soprassalto di assennatezza è sempre possibile.
Concludo. Proviamoci di nuovo insieme per Radio Radicale e per la libertà di stampa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frailis. Ne ha facoltà, sempre per un minuto.
ANDREA FRAILIS (PD). Presidente, vorrei portare all'attenzione dell'Aula la situazione del Porto Canale di Cagliari, una struttura entrata in crisi a causa della pesante, direi drammatica diminuzione del traffico negli ultimi anni: una diminuzione che ha toccato addirittura l'80 per cento dei container trasportati, una crisi che ha riguardato in special modo i porti di transhipment, come appunto quello cagliaritano.
Uno dei principali clienti del porto cagliaritano, la Hapag LLoyd, ha deciso di rescindere anticipatamente il contratto, con conseguente rischio di licenziamento per alcune centinaia di persone, sembra addirittura 700 lavoratori.
Tra le iniziative che si stanno mettendo in campo per cercare una soluzione anche la ZES, la zona economica speciale, da parte della regione sarda e non soltanto: un piano fiscale che potrebbe ridurre addirittura il carico fiscale con un credito di imposta del 50 per cento.
Bene, tutto questo potrebbe accadere, si aspetta il decreto da parte del Governo: lo aspettano soprattutto i lavoratori in crisi del porto cagliaritano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà, sempre per un minuto.
ROBERTO MORASSUT (PD). Presidente, ieri nel quartiere di Torre Maura, a Roma, si sono verificati gravi disordini contro una piccola comunità di rom insediata da pochi giorni in una struttura comunale. Ci sono stati tensioni e rischi gravi per la popolazione; ancora oggi, in queste ore, il quartiere è sotto assedio. Non si trattava di pregiudicati, non si trattava di spacciatori o di rapinatori: si trattava di famiglie con trenta bambini regolarmente scolarizzati e venti donne, di cui due in stato di gravidanza.
Contro questa decisione del comune CasaPound ed altre organizzazioni di destra hanno organizzato una rivolta: gli alimenti destinati ai nuclei familiari sono stati strappati dalle mani dei messi comunali e gettati in terra e calpestati, al grido di “dovete morire di fame”.
Tutto questo non si può accettare! Non si può accettare che un'organizzazione come CasaPound, che occupa illegalmente un edificio pubblico per i suoi uffici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), dai quali organizza spedizioni di odio in tutta la città, continui ad essere tollerata e difesa dal Ministro dell'interno, che evita di fare lo sgombero nella sua sede in via Napoleone III.
E non si può accettare che questa organizzazione …
PRESIDENTE. Concluda.
ROBERTO MORASSUT (PD). Concludo, Presidente. Agisca per schiacciare i poveracci, ma vada poi a braccetto con i veri delinquenti che, anche tra i rom, si chiamano Spada e Casamonica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e che hanno sostenuto la campagna elettorale di CasaPound nel territorio di Ostia. Noi chiediamo che il Ministro Salvini e la sindaca Raggi - perché se a Roma non c'è più un'amministrazione ed una giunta…
PRESIDENTE. Deve concludere.
ROBERTO MORASSUT (PD). …non è detto che debba comandare CasaPound - di intervenire per interrompere questa vergogna, che colpisce la dignità delle persone e la sicurezza dei cittadini romani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà, sempre per un minuto. Vi chiedo di rispettare i tempi.
ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, cari colleghi della maggioranza e di Governo, da mesi ci dite di aspettare gli effetti magnifici e progressivi della vostra legge di bilancio. Oggi purtroppo, non finalmente, lo abbiamo visto, abbiamo visto il risultato della cancellazione in particolare del bonus baby sitter e asilo nido: fine, cioè, significa dei benefici concreti, 600 euro al mese per le madri che potevano usufruirne. Significava conciliare il lavoro e la vita: perché i figli, come ci dicono tutte le organizzazioni internazionali, li fanno le donne che possono lavorare, le donne che se lo possono permettere; oggi invece l'INPS ci ricorda la soppressione di questi bonus. La verità quindi è che le uniche cose che voi fate per le famiglie è tagliare, penalizzare: tagliate i bonus, i coefficienti del reddito di cittadinanza ci ricordano le difficoltà delle famiglie, non avete messo un euro sulla nostra proposta “zero-sei”, cioè maggiori risorse per aumentare il servizio. Per aiutare le famiglie io dico che non basta andare ai congressi come fate, non basta annunciare in TV misure miracolose, se poi nei fatti voi fate zero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà, sempre per un minuto.
CHIARA GRIBAUDO (PD). Presidente, il Governo continua ad emanare bandi per dare consulenze ad altissimo livello a titolo gratuito ai professionisti, mentre nell'altro ramo del Parlamento parla di aumentare i salari introducendo un principio su cui stiamo discutendo, che è quello del salario minimo legale. E allora guardi, Presidente, io ho chiesto al Ministro Di Maio di dare attuazione al principio dell'equo compenso introdotto da noi nella precedente legislatura con il decreto-legge “fiscale” n. 148 dell'ottobre 2017, e a questa interrogazione ovviamente ad oggi ancora non ho avuto risposta. Le chiedo allora (mi appello a lei, Presidente, non avendo risposta dal Governo) di farsi tramite con il Governo per chiedere il ritiro immediato di questo bando, perché il lavoro è lavoro, e il lavoro va pagato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): è insostenibile assistere quotidianamente a questa propaganda e non avere mai una risposta alle interrogazioni che presentiamo per chiedere delle risposte reali, perché i liberi professionisti non chiedono finte flat tax,…
PRESIDENTE. Concluda.
CHIARA GRIBAUDO (PD). …ma chiedono equo compenso, come ricorda la nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, ieri la stampa ha dato risalto alle violenze che stanno subendo le nostre due sindache, Chiara Appendino e Virginia Raggi, per affrontare e per riportare in auge, soprattutto a Roma, il tema della legalità e trovo doveroso che quest'Aula ne prenda atto.
L'attacco che sta subendo in particolare l'amministrazione capitolina è senza precedenti: ricordo i due impianti di AMA andati a fuoco, ricordo il deposito di Tor de' Cenci, sempre di AMA, ricordo l'isola ecologica di Acilia, i 600 cassonetti andati a fuoco; solo ieri nel cimitero Flaminio sono stati rubati i due mezzi che servivano per la normale manutenzione. Questo non è un semplice elenco, Presidente: questo è un bollettino di guerra, di fatto. La sindaca ieri ha parlato chiaro: Roma è sotto attacco e queste parole non possono rimanere inascoltate. Da tempo in tutte le sedi chiediamo una cabina di regia interistituzionale per i problemi di Roma, soprattutto per quelli che riguardano la sicurezza, dove la sindaca non ha nessun tipo di delega. I municipi…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). I municipi coinvolti sono soprattutto VII e X municipio, territori oggi di fatto appartenenti agli Spada ed ai Casamonica. Forse siamo andati a toccare gli interessi di qualcuno: questo qualcuno probabilmente sta reagendo e quindi la sindaca in questo non può essere lasciata sola. Ricordo in Aula le parole del procuratore aggiunto di Roma, il dottor Michele Prestipino, e concludo, dicendo che equiparò Roma alla Palermo degli anni Ottanta, dove i casi erano talmente diffusi da essere affrontati singolarmente perché era molto più difficile affrontarli nel loro insieme. Quindi, invito l'Aula ad affrontare con la massima considerazione queste parole e invito anche il Governo…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). …soprattutto nella persona del Ministro dell'Interno, a guardare oltre il semplice caso singolo, ma proprio ad affrontare il problema nel suo insieme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà.
GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per portare alla vostra attenzione la presenza di un canale di scolo nella zona industriale di Cerignola che mette a rischio le coltivazioni e la salute pubblica dei cittadini. Il canale dovrebbe raccogliere teoricamente le acque piovane; invece, nei giorni scorsi, dai media è emerso che vi è lo sversamento di liquami da parte di aziende che lo rendono fortemente inquinato. Il canale Lagrimaro è stato costituito negli anni Cinquanta e successivamente, negli anni Settanta, con l'approvazione del nuovo piano regolatore che ha trasformato quella zona in zona industriale, è diventato il ricettacolo di sostanze inquinanti.
È necessario sottolineare che questo canale passa per le campagne della zona e quindi potrebbe mettere a rischio le coltivazioni degli agricoltori e, conseguentemente, anche la salute di coloro che abitano in quelle parti del territorio. Questo è solo uno dei tanti fenomeni preoccupanti che accadono nella provincia di Foggia; ricordo anche la questione riguardante lo sversamento di percolato in un canale a pochi metri dalla discarica di Deliceto. Credo sia assolutamente intollerabile continuare a sopportare situazioni del genere.
Il nostro interesse principale deve essere quello di tutelare il territorio ed i cittadini. I miei concittadini non possono e non devono vivere in queste condizioni. Mi auguro, dunque, un intervento e un'attenzione particolare anche da parte dell'autorità giudiziaria affinché sia finalmente salvaguardata la salute degli abitanti della zona e della Daunia tutta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Papiro. Ne ha facoltà.
ANTONELLA PAPIRO (M5S). Presidente, inizio leggendo una parte di uno tra gli articoli più belli della nostra Costituzione, l'articolo 3: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. E in rispetto di quest'articolo ribadisco che le conquiste civili e sociali di questo Paese, ottenute con lotte e sacrifici di chi ha creduto in una società libera, non possono essere messe in discussione, perché non è con un processo involutivo che si migliorerà questo Paese, tanto meno le condizioni delle famiglie che ne fanno parte.
Difendere la famiglia significa condurre una politica responsabile, che possa rafforzare i diritti con aiuti concreti che riescono a garantire serenità e migliorare la qualità della vita; e sarebbe assurdo e inconcepibile pensare che chi voglia farlo rispettando i diritti di tutti sia in automatico contro il modello di famiglia tradizionale. È chiaro che su certe tematiche delicate sarà sempre legittimo da parte di ognuno strutturare il proprio pensiero tenendo conto della propria coscienza, perché anche questo aspetto sta alla base del rispetto della libertà individuale, ma sarebbe anche giusto ricordare che già nel 1948 lo stesso testo delle Dichiarazioni dei diritti umani sottolinea che il riconoscimento della dignità specifica e dei diritti eguali e inalienabili di tutti i membri della società umana è alla base di libertà, giustizia e pace nel mondo.
Per tale ragione, sarà mio dovere incoraggiare provvedimenti a sostegno della famiglia scevri da pregiudizi, sperando che l'unico aspetto tradizionale riconosciuto come base di una società sana sia l'amore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.
CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente, per avermi concesso la parola, ma è veramente importante ed urgente, perché è proprio di queste ore la notizia che, per un'ennesima volta, il Ministro Toninelli ha mentito agli abruzzesi, ha mentito all'Abruzzo, ha mentito all'Italia.
Proprio oggi, mentre lui fa l'ennesima gita sotto un ponte pericolante, si scopre – ce l'ho qui - il parere dell'UCB del Ministero dell'economia e finanze, dove, rispetto alla norma introdotta nel “decreto Genova” che doveva finanziare per 192 milioni l'autostrada abruzzese, che è sottoposta a stress per più di un terremoto, ebbene, scopriamo che non ci sono più i 192 milioni, ce ne sono solo 112, per cui il parere è negativo. Non si potranno fare le opere di manutenzione straordinaria in una regione terremotata su un'autostrada terremotata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 4 aprile 2019 - Ore 10:
1. Seguito della discussione della proposta di legge:
MASSIMO ENRICO BARONI ed altri: Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie. (C. 491-A)
Relatore: PROVENZA.
2. Seguito della discussione delle mozioni Braga, Muroni ed altri n. 1-00152, Colucci ed altri n. 1-00154, Ilaria Fontana, Lucchini ed altri n. 1-00155 e Mazzetti ed altri n. 1-00158 concernenti iniziative in materia di cambiamenti climatici e per la promozione della candidatura dell'Italia quale Paese ospitante della COP 26 nel 2020 .
3. Seguito della discussione delle mozioni Mandelli ed altri n. 1-00085, Lollobrigida ed altri n. 1-00156, Molinari e D'Uva n. 1-00157 e De Luca ed altri n. 1-00159 concernenti iniziative volte a sostenere la candidatura di Milano a sede di sezione specializzata del Tribunale unificato dei brevetti .
4. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
S. 920 - Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo (Approvato dal Senato). (C. 1433-A)
e dell'abbinata proposta di legge: RAVETTO. (C. 781)
Relatori: FRANCESCO SILVESTRI (per la I Commissione) e CAPARVI (per la XI Commissione), per la maggioranza; VISCOMI, di minoranza.
La seduta termina alle 20,35.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni nn. 4, 5 e 8 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 6 e 7 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 13 i deputati Gallo, Vizzini e Sarli hanno segnalato che hanno erroneamente votato contro mentre avrebbero voluto votare a favore;
nella votazione n. 14 il deputato Perego Di Cremnago ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Ddl 1455-A e abb. - art.agg. 3.021 | 480 | 480 | 0 | 241 | 101 | 379 | 69 | Resp. |
2 | Nominale | art. agg. 4.0100 rif. | 487 | 392 | 95 | 197 | 392 | 0 | 68 | Appr. |
3 | Nominale | art. agg. 4.0107 rif. | 490 | 490 | 0 | 246 | 490 | 0 | 68 | Appr. |
4 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./3 | 497 | 497 | 0 | 249 | 117 | 380 | 67 | Resp. |
5 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./4 | 492 | 492 | 0 | 247 | 116 | 376 | 67 | Resp. |
6 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./17 | 510 | 509 | 1 | 255 | 126 | 383 | 64 | Resp. |
7 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./18 | 514 | 513 | 1 | 257 | 115 | 398 | 63 | Resp. |
8 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./20 | 513 | 395 | 118 | 198 | 114 | 281 | 63 | Resp. |
9 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./21 | 504 | 398 | 106 | 200 | 123 | 275 | 63 | Resp. |
10 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./25 | 504 | 391 | 113 | 196 | 82 | 309 | 63 | Resp. |
11 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./28 | 499 | 498 | 1 | 250 | 116 | 382 | 63 | Resp. |
12 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./29 | 493 | 492 | 1 | 247 | 190 | 302 | 63 | Resp. |
13 | Nominale | odg 9/1455-A e abb./31 | 494 | 493 | 1 | 247 | 191 | 302 | 63 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 14) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | Ddl 1455-A e abb. - voto finale | 472 | 380 | 92 | 191 | 380 | 0 | 46 | Appr. |