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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 184 di martedì 4 giugno 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 31 maggio 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Borghese, Boschi, Bucalo, Caffaratto, Cirielli, Colletti, Costanzo, Delmastro Delle Vedove, Frusone, Gallo, Gebhard, Giaccone, Gribaudo, Liuzzi, Lorenzin, Lupi, Paolo Russo, Schullian, Soverini, Vitiello e Zangrillo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza in ordine ai requisiti necessari per la partecipazione alle prove concorsuali per l'assunzione di allievi agenti della polizia di Stato, a seguito dello scorrimento della graduatoria della prova scritta del concorso del maggio 2017 - n. 3-00594)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Iovino n. 3-00594 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Carlo Sibilia, ha facoltà di rispondere.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Signor Presidente, signori deputati, come ricordato nell'atto di sindacato ispettivo, il decreto-legge “semplificazioni” n. 135 del 2018 ha autorizzato l'assunzione di 1.851 allievi agenti della polizia di Stato. Tali assunzioni avranno luogo nei limiti delle facoltà assunzionali non soggette alle riserve di posti previsti in favore dei militari in ferma prefissata e mediante lo scorrimento della graduatoria della prova scritta di esame del concorso pubblico, bandito con decreto del capo della polizia del 18 maggio 2017. In luogo dell'indizione di un concorso pubblico per l'anno 2019 si dovrà attingere alla graduatoria della prova scritta d'esame del concorso pubblico sopramenzionato, che costituisce una significativa forma di selezione secondo criteri di merito. In relazione al concorso del 2017, preciso che l'amministrazione si è già avvalsa della facoltà di scorrimento della graduatoria sino all'ultimo degli idonei non vincitori, per cui l'ulteriore scorrimento riguarderà i candidati che hanno superato con esito positivo la sola prova scritta.

Al fine di evitare l'avvio di una nuova procedura concorsuale, attesa la pressante esigenza di incrementare con la massima possibile rapidità i servizi di prevenzione e di controllo del territorio, l'amministrazione utilizzerà, come stabilito dall'articolo 11 del decreto “semplificazioni”, una modalità di scorrimento di fatto sostitutiva di un nuovo concorso e, in quanto tale, assoggettata agli stessi requisiti che sarebbero previsti per un nuovo bando.

L'individuazione mediante scorrimento dei predetti soggetti avverrà, pertanto, selezionando i candidati che, a suo tempo, hanno preso parte al concorso, ottenendo i punteggi più alti all'esito della prova scritta. Contemporaneamente, però, gli stessi candidati dovranno essere in possesso dei nuovi e più rigorosi requisiti, di età e di titolo di studio, di accesso alla qualifica di agente della polizia di Stato, introdotti nel quadro del riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle forze di polizia dai decreti legislativi n. 95 del 2017 e n. 126 del 2018.

Al riguardo, voglio evidenziare come tale scelta sia principalmente volta a garantire la possibilità di assumere nelle qualifiche di base della polizia di Stato personale in grado di adempiere ai propri compiti di istituto, nel rispetto della ratio che ha ispirato il legislatore, che ha introdotto più stringenti limiti di partecipazione al concorso di agente. I nuovi requisiti prevedono, infatti, l'abbassamento dell'età utile per partecipare al concorso e titoli di studio più qualificanti, rispondendo all'esigenza di inserire nei gradi iniziali delle forze di polizia personale più giovane, in ragione dell'impiego da svolgere, e più qualificato rispetto al passato.

Peraltro, tale opzione assicura il necessario rispetto dei principi di equiordinazione tra le diverse forze di polizia, che, al contrario della polizia di Stato, procederanno per l'anno 2019 all'indizione di un concorso pubblico, i cui partecipanti dovranno possedere i nuovi requisiti, di età e di titolo di studio, di accesso, indicati in precedenza.

Quanto, infine, alla questione del reclutamento nelle carriere iniziali delle forze di polizia dei volontari provenienti dalle Forze armate, evidenzio che la relativa disciplina è dettata dal Codice dell'ordinamento militare, che impone l'obbligo di bandire annualmente nuovi concorsi per i posti riservati ai volontari. In ragione di tale previsione normativa non è, dunque, consentito lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi riservati ai volontari, che in passato è stato disposto eccezionalmente solo a seguito di appositi ed espliciti interventi legislativi derogatori.

PRESIDENTE. Il deputato Luigi Iovino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

LUIGI IOVINO (M5S). Grazie, Presidente. Mi ritengo parzialmente soddisfatto e innanzitutto vorrei ringraziare il sottosegretario per essere qui a rispondere a questa interrogazione, che nasce dall'esigenza di rispondere alle tante richieste che tanti giovani hanno fatto, sia a me che a tanti altri deputati in quest'Aula.

Io vorrei ricordare e voglio anche tenere presente che questo Governo ha una grandissima difficoltà, che ha ereditato dalle scelte scellerate del Governo precedente. Perché questo? Perché nel 2017 è stata applicata una modifica, quindi un abbassamento dei limiti di età per la partecipazione ai concorsi delle Forze armate e delle forze dell'ordine dei nostri giovani, e non è pensabile, a mio avviso, giudicare anziano, giudicare vecchio o giudicare non idoneo un ragazzo che ha più di 25 anni, perché sono 26 anni non compiuti, per vestire una divisa.

Questi ragazzi hanno tutta la volontà, hanno tutta la disciplina e hanno tutto il senso di rispetto e servitù delle istituzioni repubblicane per poter indossare una divisa e servire lo Stato. Quindi, io mi rendo conto di questa grande difficoltà, che oggi questo Governo eredita dal Governo precedente, perché sono state fatte scelte scellerate senza una programmazione specifica, però vorrei anche lanciare un input, uno spunto di riflessione, magari, al Ministero dell'Interno, a chi ha la delega specifica per questo comparto, perché pensare che un ragazzo a 26 anni sia troppo vecchio è assurdo. E quindi, a chi ha la delega specifica, a chi ha la responsabilità di legiferare in questo senso e di prendere e di attuare atti normativi in questa direzione, io propongo anche una riflessione sull'innalzamento del limite d'età, perché non è pensabile che un ragazzo, come ho detto prima, sia troppo vecchio e non possa partecipare a dei concorsi. Parliamo solamente di partecipazione e un ragazzo, a 28 anni, a 30 anni, ha ancora tutta la prestanza fisica e, magari, ne ha anche di più di chi è più giovane, e non può essere escluso solamente perché, magari, ha più di 25 anni. Quindi, mi rendo conto delle difficoltà ereditate dal Governo precedente, però è necessaria una riflessione all'interno del Ministero dell'Interno, perché tanti giovani hanno delle speranze, hanno delle aspettative e vogliono contribuire alla sicurezza nazionale e alla sicurezza di questo Paese e dei cittadini, e non possono essere esclusi per una mancata programmazione fatta dal Governo precedente.

Vorrei, però, sottolineare anche un'altra riflessione, che secondo me è giusto considerare: io mi propongo la prospettiva di poter avviare un'interlocuzione con chi di dovere per poter valutare la possibilità di fare un'altra deroga, come è stata fatta in passato e come lei, sottosegretario, ha appena accennato, per quanto riguarda il Codice dell'ordinamento militare, perché tanti giovani militari sono rimasti esclusi dallo scorrimento e, magari, si può pensare ad una riflessione per fare in modo che si possa fare uno scorrimento anche per questi ragazzi.

Io vorrei ringraziare il sottosegretario per essere venuto qui a rispondere in Aula a queste istanze di tanti giovani, però rinnovo questa riflessione, che è una parola molto importante e che ha un significato profondo, perché si parla del futuro dei nostri giovani e dei nostri ragazzi, che vogliono indossare una divisa e vogliono servire lo Stato, e non possiamo permettere che, a causa di atti scellerati del Governo precedente, si incorra in errori fatti nel passato e che ricadono su questo Governo (Applausi del deputato Fatuzzo).

(Iniziative di competenza, in particolare ai sensi dell'articolo 138 del TUEL, in ordine a un regolamento del comune di Calolziocorte (Lecco), volto all'individuazione di zone del territorio comunale nelle quali sono vietati l'accesso dei migranti ovvero l'apertura di centri di accoglienza per gli stessi - n. 3-00695 e n. 3-00755)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Fragomeli ed altri n. 3-00695 e Migliore e Fragomeli n. 3-00755, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Carlo Sibilia, ha facoltà di rispondere.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Signor Presidente, signori deputati, rispondo congiuntamente alle interrogazioni dei deputati Fragomeli e Migliore, in quanto vertenti sul medesimo argomento. In particolare, viene chiesto al Governo di valutare la possibilità di intervenire con i poteri di annullamento straordinario sul regolamento approvato dal comune di Calolziocorte, in provincia di Lecco, che determinerebbe, ad avviso degli interroganti, una negativa ricaduta sulla localizzazione dei centri di accoglienza per i migranti nel territorio di quel comune.

Occorre preliminarmente osservare che, come è noto, con la legge costituzionale n. 3 del 2011, di riforma del Titolo V della Costituzione, è venuto meno il controllo di legittimità sugli atti degli enti locali, continuando a sussistere, tuttavia, in via residuale, il potere di intervento governativo di annullamento, ai sensi dell'articolo 138 del Testo unico degli enti locali.

In effetti, l'annullamento straordinario che segue una procedura complessa non può fondarsi sulla semplice constatazione della mera illegittimità dell'atto, ma trova la sua ragion d'essere nell'obbligo di assicurare il mantenimento dell'unità di indirizzo politico ed amministrativo nel quadro di unità ed indivisibilità della Repubblica. Si tratta, quindi, di una misura estrema, che consente di annullare atti degli enti locali nel caso in cui questi atti mettano a grave repentaglio l'unitarietà dell'ordinamento.

Tanto premesso, in ordine al quadro normativo attuale, risulta che il regolamento in questione è stato approvato all'unanimità dal consiglio comunale di Calolziocorte, con l'obiettivo di introdurre una disciplina a livello comunale relativa all'insediamento dei centri di accoglienza per i migranti. In relazione ai contenuti dell'atto, l'amministrazione comunale ha riferito che nell'ambito di un piano di governo del territorio, si è ritenuto di orientare le scelte relative all'istituzione delle strutture di accoglienza verso le zone ritenute più idonee a favorire l'integrazione degli ospiti. È stato precisato inoltre che il territorio non è stato suddiviso in zone nelle quali è imposto l'obbligo di prevedere la costruzione di strutture di accoglienza per richiedenti asilo, sarebbero state individuate invece aree sensibili di rispetto in corrispondenza di zone già interessate da particolari criticità, come quella circostante la stazione ferroviaria, e ciò allo scopo di ridurre il possibile sviluppo di tensioni sociali.

Il sindaco ha fatto altresì presente che l'obiettivo del regolamento non sarebbe affatto quello di creare improponibili e inaccettabili forme di segregazione, evidenziando come l'attività di quell'ente sia sempre stata improntata alla massima collaborazione con la struttura di accoglienza presente sul territorio. Quanto agli sviluppi più recenti della vicenda, si informa che nel corso del consiglio comunale del 29 aprile scorso la maggioranza consiliare ha dichiarato di sospendere l'esecutività del predetto regolamento. È stato inoltre costituito un apposito tavolo tecnico e di confronto con il coinvolgimento anche delle opposizioni consiliari e di altri rappresentanti della comunità locale allo scopo di definire modifiche migliorative da apportare al provvedimento in questione. Si assicura che la prefettura continuerà a seguire attentamente la vicenda, attivando, ove necessario, ogni strumento consentito dall'attuale ordinamento al fine di evitare limitazioni dei diritti fondamentali della persona.

PRESIDENTE. Il deputato Gian Mario Fragomeli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alle sue interrogazioni.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, purtroppo alcune questioni che lei ha riportato nella risposta non risultano vere: innanzitutto, il regolamento non è stato approvato all'unanimità, ma ci sono stati dei voti contrari da parte di consiglieri, quindi non so come si possa arrivare in quest'Aula e dire che c'è stata l'unanimità nell'approvazione; seconda cosa: c'è un'imprecisione anche sulla questione legata all'esecutività. Cioè, nel consiglio comunale si è deciso di non renderlo immediatamente esecutivo ma di aspettarne la pubblicazione e l'entrata in vigore, ma a tutti gli effetti il testo non è stato minimamente rivisto e rimane lo stesso. Quindi, chiaramente non posso certo ritenermi soddisfatto da questa questione. Ma vengo a quello che era il cuore dell'interrogazione, perché, sottosegretario, questo era un regolamento della propaganda, ce lo dobbiamo dire a voce alta, perché a Calolziocorte non esiste nessuna emergenza e nessuna difficoltà di accoglimento e di integrazione da parte di richiedenti asilo, perché ci sono 18 migranti su 15 mila persone, lo 0,1 per cento della popolazione. E se le dico come sono composte queste 18 persone, è ancora più evidente l'assenza di problematicità, perché, di queste, sette sono ragazzi maggiorenni, di cui sei hanno un contratto di lavoro stabile, un nucleo familiare e poi quattro mamme e quattro bambini con età da zero a tre anni. Stiamo parlando di questo a Calolziocorte. E nonostante questa situazione, il provvedimento è stato pubblicato, come dicevo prima, e c'è allegata una mappa, una mappa della discriminazione, che individua zone rosse e zone blu, zone dove bambini - glielo ho detto poco fa, bambini! - non possono risiedere e vivere accanto ad una scuola, dove i loro coetanei vanno a scuola, e bambini che risiedono in oratori dovranno avere il permesso dall'amministrazione comunale per poter vivere in un oratorio! Di questo stiamo parlando con questo regolamento. Io ho chiesto l'applicazione dell'articolo 138, che, come giustamente ci ha ribadito lei, è a tutela dell'ordinamento che, seppure in forma residuale, e possono essere annullati dei provvedimenti e degli atti viziati da illegittimità. E cosa c'è di più importante che tutelare un paese democratico, dove bambini - perché di questo si tratta - che scappano dalla sofferenza dovranno avere anche un'accoglienza sofferta, come le dicevo prima? Alcuni luoghi a loro saranno interdetti per viverci, è questo il risultato di questo regolamento, che secondo noi è veramente assurdo, perché chiedere a un parroco, a delle suore, che hanno nella loro missione vocazionale l'accoglienza, di dover chiedere il permesso ad un'amministrazione comunale per ospitare dei bambini che scappano dalla sofferenza secondo noi è veramente disumano, sotto tutti i punti di vista. Me lo permetta, però: vigilate, vigilate perché altrimenti vi dovrete ritenere corresponsabili di questo provvedimento che ha dichiarato la pericolosità di bambini solo perché hanno un colore della pelle diverso o professano una religione diversa dalla nostra, in barba e certamente non in ossequio a quello che è l'articolo 3 della nostra Costituzione.

Io sono convinto che voi vigilerete, e la inviterò, signor sottosegretario, a venire a Calolziocorte, perché quando i regolamenti entrano in vigore poi bisogna pubblicizzarli, e quindi, oltre a quello che oggi è scritto in un documento, domani ci saranno dei cartelli della vergogna, ci saranno dei manifesti della vergogna, che diranno dove uno può risiedere e non può risiedere; e questo lo faremo per dei bambini. Per noi chiaramente questo è inaccettabile, e speriamo che il Governo in qualche modo possa in futuro supplire a questa grande mancanza che fa oggi (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

(Misure a favore del settore bieticolo-saccarifero italiano, anche a seguito della riforma adottata a livello europeo per tale comparto – n. 3-00754)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Carlo Sibilia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Critelli ed altri n. 3-00754 (Vedi l'allegato A).

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Signor Presidente, signori deputati, mi preme innanzitutto rilevare che questo Governo ha da subito prestato particolare attenzione alla crisi che sta interessando il comparto saccarifero, facendosi portavoce delle difficoltà del settore in sede europea. L'attività bieticolo-saccarifera italiana infatti rappresenta un valore complessivo da tutelare per il sistema Paese, per l'importanza agricola, industriale e di approvvigionamento dell'agroalimentare italiano. L'abolizione del regime delle quote zucchero nell'UE a partire dal 1° ottobre 2017 ha comportato la liberalizzazione dei mercati, con il conseguente aumento degli investimenti sulla barbabietola da zucchero nei Paesi con maggiore vocazione, in particolare Francia, Germania, Regno Unito e Polonia. Tale processo non è stato accompagnato da interventi mirati ad evitare gli effetti distorsivi del mercato, ciò ha generato un eccesso di offerta nel mercato dell'Unione europea, che, unitamente ad un aumento produttivo dei maggiori player mondiali, ha generato un forte decremento delle quotazioni di mercato, fino ad arrivare, negli ultimi mesi dell'anno 2018, ad un prezzo medio del 14 per cento al di sotto del prezzo di riferimento. A fronte di tale situazione, la Commissione UE è stata ripetutamente sollecitata sulla necessità di predisporre un puntuale e più attento monitoraggio del mercato dello zucchero, unitamente all'attivazione di adeguati strumenti di sostegno, in particolare per i Paesi come l'Italia, dove il settore saccarifero è maggiormente esposto a seguito della liberalizzazione. A seguito delle sollecitazioni italiane, la Commissione UE ha modificato il sistema di rilevazione mensile delle quote dello zucchero, rendendolo più rappresentativo a livello di macroregioni e ha attivato un gruppo di lavoro ad alto livello cui è stato affidato il compito di individuare ogni anomalia di mercato e le possibili misure di intervento a sostegno del settore. Le prime due riunioni del gruppo si sono tenute il 29 gennaio e il 19 marzo 2019, la terza è prevista per il 12 giugno 2019. Nel corso delle prime due riunioni l'attenzione si è concentrata sulle principali problematiche che affliggono il settore, in particolare sull'individuazione di misure UE per consentire agli areali nazionali di superare la crisi attuale, supportata da una cornice giuridica che possa consentire all'autorità nazionale di rinforzare lo sviluppo degli areali vocati, sulla trasparenza della ripartizione del valore lungo la filiera, per migliorare anche la redditività dei bieticoltori sullo scenario internazionale, con riferimento ai sostegni interni di cui godono alcuni competitor internazionali, quali l'India, sull'aspetto sociale legato al rischio di chiusura di impianti, anche a causa dell'aumento dell'offerta interna, sull'attivazione di misure specifiche in applicazione dell'articolo 222 del regolamento n. 1308/2013, quali l'autoregolamentazione dell'offerta, e sulle possibilità di avviare procedure volte alla verifica di comportamenti anomali lungo la filiera, tenuto conto della nuova direttiva sulle pratiche sleali recentemente approvata.

Inoltre si informa che è in corso l'iter di modifica della regolamentazione vigente (regolamentazione n. 1185 del 2017) in materia di notifiche delle informazioni relative ai prezzi, alle produzioni e ai mercati. Il progetto di regolamento in itinere intende migliorare la trasparenza del mercato di approvvigionamento. Quest'ultimo ha la finalità di fornire agli operatori un quadro sinottico più trasparente e più rappresentativo in ordine alla composizione del prezzo lungo la filiera. In tale contesto il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo ha più volte rappresentato la necessità di addivenire ad un quadro di maggiore trasparenza nella fase di formazione dei prezzi, in particolare per il settore saccarifero. Concludendo, si evidenzia che, in attesa delle conclusioni del lavoro a livello UE, a livello nazionale, nell'ambito delle misure di sostegno dei redditi al settore bieticolo-saccarifero in ragione alle difficoltà strutturali del settore e della sua importanza strategica, il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo ha rafforzato il sostegno accoppiato previsto dall'articolo 52 del regolamento n. 1307/2013 nell'ambito dei pagamenti diretti, portando il plafond complessivo a circa 22,3 milioni di euro all'anno. Per quanto sopra, assicuro agli interroganti in ordine al continuo impegno del Governo nell'affrontare e proporre tutte le soluzioni possibili per risolvere tempestivamente le vicende in esame, nell'obiettivo di salvaguardare un settore strategico dell'agroindustria italiana e i lavoratori del settore agricolo e industriale interessati.

PRESIDENTE. Il deputato Ungaro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione Critelli ed altri n. 3-00754, di cui è cofirmatario.

MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio per la risposta il sottosegretario, però ci sembrano misure assolutamente inadatte e siamo insoddisfatti della risposta. Troppo poco, troppo tardi. Come ha detto poc'anzi il sottosegretario, la riforma del sistema di quote di produzione nel settore bieticolo-zuccherifero ha portato alla chiusura di ben 16 zuccherifici su 19 negli ultimi 12 anni, con la perdita di oltre 5 mila posti di lavoro. È benvenuta la creazione del gruppo di lavoro, assolutamente, ma qui stiamo parlando di tanti posti di lavoro e dell'assenza di iniziative solide e specifiche per risollevare questo settore. I nostri zuccherifici, almeno quei pochi rimasti in Italia, non riescono a competere con un prezzo a tonnellata di 350 - 360 euro, mentre, per rientrare nei costi di produzione, bisogna rimanere al di sopra dei 400 euro a tonnellata.

Non vedo qui una vera presa di posizione del Governo italiano per un monitoraggio serio della concorrenza sleale dei produttori di zucchero del Nord Europa, e quindi con una presa di posizione in sede europea a favore di misure anti-dumping, e non vedo nella risposta del Governo anche una presa di posizione per promuovere iniziative a favore dello zucchero italiano, come il Patto per lo zucchero italiano promosso da Coprob, la più grande cooperativa di produttori bieticoli d'Italia, una realtà che associa oltre 5.200 aziende agricole in tutta Italia, oltre 250 dipendenti stabili, e durante la campagna bieticola si raddoppia a 500 dipendenti. Quindi, sarebbe stato opportuno almeno vedere il Governo che prende posizione a favore dei nostri produttori di zucchero; e, infine, considerare come un'ulteriore iniziativa l'introduzione di un sistema di quote di produzione minime. Tutto questo, appunto, per almeno attuare un pavimento sui prezzi, e quindi risollevare il sistema dello zucchero in Italia (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative a favore dei malati di sclerosi multipla, al fine di garantire adeguate cure riabilitative – n. 3-00656)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Salute, Luca Coletto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Dall'Osso n. 3-00656 (Vedi l'allegato A).

LUCA COLETTO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Desidero ringraziare l'onorevole interrogante poiché con il suo atto ispettivo mi consente di approfondire un tema sul quale il Ministero della Salute è già intervenuto, rispondendo ad altre istanze parlamentari. E dunque va ribadito subito che lo schema di decreto concernente le regole per l'accesso appropriato al setting ospedaliero di riabilitazione non limita in alcun modo l'accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera ai pazienti necessitanti di intervento riabilitativo e di sorveglianza medico-infermieristica nelle 24 ore. Infatti, in tale schema, con il codice 75 (neuro-riabilitazione) viene stabilito il ricovero in riabilitazione intensiva ad alta specializzazione per i pazienti affetti da grave cerebrolesione acquisita, per tali intendendosi le persone affette da danno cerebrale in grado di determinare una condizione di coma con associate menomazioni sensomotorie, cognitive e comportamentali, tipiche della disabilità grave.

Occorre precisare che tale indicazione è in linea con la normativa precedente ed è stata oggetto di ampia condivisione con le società scientifiche, più volte audite nel corso della stesura del decreto. Per i pazienti non rientranti nella definizione di grave cerebrolesione acquisita ovvero affetti da patologie di altra natura che richiedano comunque trattamenti riabilitativi di particolare intensità lo schema di decreto prevede con il codice 56 (recupero e riabilitazione funzionale) tre diversi livelli di complessità, uno dei quali, il 56 a, riguarda la riabilitazione intensiva ad alta complessità con caratteristiche di alta intensità assistenziale. In estrema sintesi, il codice 56 a, proposto nello schema di decreto, è assimilabile al codice 75 per intensità riabilitativa, tre ore/die, e complessità assistenziale, ed è destinato a tutti i pazienti in fase di post-acuzie che presentino bisogni riabilitativi rilevanti, per quanto in assenza della condizione di coma protratto per almeno 24 ore, prevista per le gravi cerebrolesioni acquisite.

Pertanto per le situazioni di disabilità che non rientrano nelle cerebrolesioni o nelle mielolesioni, ma che presentano comunque caratteristiche di complessità tali da aggravare il percorso diagnostico e assistenziale, non esistono rischi di esclusione dall'assistenza ospedaliera di riabilitazione intensiva, e che, anzi, grazie al nuovo decreto, si renderà possibile individuare il livello di complessità assistenziale più adatto al trattamento del caso, nel pieno rispetto del principio di appropriatezza che governa l'intero sistema sanitario nazionale. Con riguardo al documento di “Individuazione di percorsi appropriati in riabilitazione”, preciso che esso non fornisce indicazioni che limitano il diritto all'assistenza riabilitativa, se ritenuta necessaria e appropriata in base alla valutazione del medico specialista in riabilitazione ed al progetto riabilitativo individuale, né tantomeno intende considerare unicamente i pazienti provenienti da un ricovero per acuti, escludendo a priori i pazienti portatori di disabilità complesse e croniche, eventualmente seguiti dalla riabilitazione territoriale.

Quanto ai rilievi sollevati da alcune società scientifiche e associazioni sulla soglia del 20 per cento per i ricoveri provenienti da domicilio, ribadisco che tale documento non pone limitazioni al diritto all'assistenza riabilitativa. La scelta di prevedere una soglia, seppure non stringente, al ricovero in riabilitazione ospedaliera dal territorio per pazienti con patologie disabilitanti croniche e complesse trova la sua motivazione nella necessità di consentire un appropriato e veloce accesso al trattamento riabilitativo post-acuzie per i pazienti dimessi dai reparti per acuti. Questi pazienti, infatti, necessitano di una tempestiva presa in carico, affinché il trattamento riabilitativo consenta il migliore e più efficace recupero funzionale delle abilità. In particolare, nel documento in questione viene prevista una quota limite di pazienti che può essere soggetta a ricovero, pur provenendo dal domicilio.

Al riguardo, va sottolineato che la definizione di tale quota, che è stata ipotizzata nel limite del 20 per cento dei ricoveri annui totali in regime di riabilitazione, è basata sull'analisi dei ricoveri non preceduti da evento acuto per il triennio 2010-2012, nonché per l'anno 2017. Le evidenze di tali dati testimoniano, infatti, che non più del 19 per cento - per il 2017 è stato rilevato un tasso addirittura più basso, pari al 17 per cento - dei ricoveri annui in riabilitazione ha una provenienza assimilabile al domicilio. Più in generale, tale documento ribadisce che al paziente necessitante di un trattamento di riabilitazione deve essere garantita una presa in carico tempestiva, appropriata ed efficace da parte dei servizi sanitari, stabilendo che le regioni e le ASL debbano predisporre un Piano locale per l'assistenza riabilitativa, da mettere a disposizione degli ospedali per acuti e dei servizi territoriali, affinché si possa assicurare ai pazienti l'invio alla struttura o al servizio più idoneo ad offrire loro il trattamento riabilitativo più appropriato, sia che esso debba svolgersi unicamente nell'ambito territoriale o seguire un percorso ospedale- territorio e/o viceversa. Il documento indica, come criterio di appropriatezza discriminante tra il ricovero ospedaliero e l'assistenza territoriale, che le condizioni cliniche del paziente siano tali da richiedere un elevato impegno valutativo e/o terapeutico, con una sorveglianza medico-infermieristica H24. Lo stesso documento precisa i requisiti e le modalità di accesso, le figure professionali coinvolte nel progetto riabilitativo individuale e i criteri di dimissione per qualunque regime assistenziale e livello di intensità.

In ogni caso, l'appropriatezza dell'assistenza riabilitativa ospedaliera si realizza se il territorio si fa carico dell'erogazione dei trattamenti riabilitativi alle persone con disabilità complessa, ma stabili sotto il profilo clinico, nei regimi e nell'intensità assistenziale, secondo le modalità e le procedure indicate nel DPCM LEA. Sulla base degli elementi rappresentati, si ritiene, dunque, che nell'ambito dell'assistenza riabilitativa territoriale le persone con disabilità complessa ricevano i necessari trattamenti riabilitativi, anche ad elevata intensità, in tutti i setting, ogni qualvolta tali esigenze siano emerse dalla valutazione multidimensionale effettuata dai servizi territoriali ed indicato nel progetto riabilitativo individuale. Nel concludere, desidero in ogni caso dare piena assicurazione che, nel percorso di cui è stato dato conto, il Ministero della Salute non intende prescindere da un pieno e costruttivo confronto con le regioni, sulle quali innanzitutto ricade - voglio ricordare - l'onere dell'assistenza territoriale e che - impegno che va sopra ogni altra cosa - non ci saranno riduzioni nel trattamento riservato ai pazienti, portatori di sclerosi multipla, bisognosi di trattamento riabilitativo.

PRESIDENTE. Il deputato Dall'Osso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, le devo chiedere una cosa. Posso, per cortesia, chiudere gli occhi? Ho un po' di problemi, vista la luce e la malattia; non voglio mancarle di rispetto (Il deputato Dall'Osso indossa una mascherina sugli occhi).

Vede, sottosegretario, lei ha parlato di due documenti: indicazione di appropriatezza e, poi, criteri di individuazione del percorso. Io sono favorevole a tutto ciò che ha detto, ma vorrei che le parole si tramutassero in fatti e io non potevo non fare questa interrogazione, quando ho visto che, praticamente, veniva preclusa la possibilità di fare fisioterapia specializzata a chi fosse malato di sclerosi multipla e, anche, a chi avesse avuto e fosse uscito dal coma con meno di 30 ore. Io non potevo esimermi dal presentare questa interrogazione e sono felice della sua risposta, ma, al tempo stesso, vorrei proprio vedere i fatti.

Io ora ho 41 anni, quando ne avevo 19 mi ammalai di sclerosi multipla. Ammalarsi di sclerosi multipla, le vorrei spiegare, proprio da ingegnere - io sono ingegnere -, che cosa vuol dire: vuol dire che ogni giorno ci si alza dal letto e si hanno cinque chili in più nella caviglia destra e sinistra, nel polso destro o sinistro, dieci chili al collo, in pratica si hanno 30 chili in più tutti i giorni da alzare ed è per questo motivo che noi malati di sclerosi multipla siamo sempre stanchi e non riusciamo mai a muoverci.

E che cosa vuol dire per noi fare fisioterapia? Fare fisioterapia, per noi, vuol dire che ogni giorno di fisioterapia è un chilo in meno; quindi, in 30 giorni, in un mese, tutti questi chili di cui io le ho parlato, vengono azzerati. Ma che cosa succede se non facciamo fisioterapia? Se non facciamo fisioterapia i chili che si aggiungono sono due, non uno in meno, sono due in più.

Ecco, la terapia farmacologica e poi la fisioterapia sono due percorsi che devono andare in parallelo e io non vorrei più sentire voci che mi dicono: ma come, stanno tagliando la fisioterapia, ma com'è possibile?

Presidente, io, a 19 anni, quando ero così, cadevo; lo ripeto: cadevo. Ora sono dieci minuti che sono in piedi.

Poi, le voglio far vedere un'altra cosa: vede questo esercizio, qui, con gli occhi chiusi, in piedi, eretto (Il deputato Dall'Osso mima i gesti della prova di coordinazione motoria indice/naso)? Ora, io non so se lei sia dottore in medicina, la Ministra sicuramente lo è, anche perché eravamo colleghi insieme, ma ad occhio nudo si vede qual è il mio problema, però, comunque, riesco a farlo; e per quale motivo riesco a farlo? Perché io mi sono ammazzato, dai 19 anni ad oggi, di fisioterapia. E prima nuotavo, giocavo a calcio, avevo una vita fantastica, meravigliosa, che di più non si poteva fare e, forse, anche per questo motivo, sono così attento a fare sport, fisioterapia e così via e, veramente, le ribadisco che io mi sono ammazzato e mi ammazzo tutti i giorni di fisioterapia.

Presidente, che cosa voglio dire? Voglio dire al sottosegretario e alla Ministra che mi ascolta - che era una mia ex collega, lei, prima, era la mia capogruppo, quindi, sapeva i problemi che ho io e che abbiamo noi tutti malati di sclerosi multipla – che, davvero, li invito a passare dalle parole ai fatti, a parlare con le regioni e a fare in modo che, a noi, la fisioterapia sia dovuta. Occupatevi delle persone più deboli, veramente, perché non esiste cattivo più cattivo di un buono che diventa cattivo. Grazie (Applausi del deputato Fatuzzo).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dall'Osso. Nel rispetto della sua situazione sanitaria, ho accolto il fatto che lei dovesse mettersi una benda, pensando e fidandomi delle sue parole, che questo ha motivazioni sanitarie. Però, la pregherei, nel rispetto della Presidenza - che in questo caso è la mia, ma potrebbe essere di qualsiasi collega - di far pervenire all'Ufficio di Presidenza la dovuta documentazione, in maniera che questa autorizzazione non sia più sulla fiducia data a un parlamentare e collega, ma sia data sulla base di quello che compete a questo luogo che, comunque, è il Parlamento italiano.

È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Sabato scorso, signor Presidente, sono stato in visita alla casa di riposo centro polifunzionale del comune di Lugagnano Val d'Arda, provincia di Piacenza. Sono andato con un intento che ritengo di avere raggiunto con mia grande soddisfazione e, cioè, quello di far sentire ai ricoverati - che, veramente, non hanno tante speranze per il futuro, sono per la maggior parte non autosufficienti – che il Parlamento si interessa di loro, che un deputato è andato a visitarli, ad ascoltarli, quindi, anche lei, Presidente e tutti i colleghi di qualunque gruppo. Devo dirle che, con mia sorpresa, li ho visti vivere dei momenti di felicità, proprio perché si sono accorti che qualcuno si interessava di loro.

Non pensavo, Presidente, credevo che non mi guardassero neanche o mi guardassero con una cattiva visione, perché i parlamentari non è che godano di grande prestigio. La stessa cosa è accaduta con le infermiere, con la direttrice di questo istituto, con il personale tutto che si dedica ai ricoverati. E questa è una lode che intendo fare a nome di tutto il Parlamento alle infermiere, agli infermieri, agli assistenti, a coloro che lavorano nelle case di riposo dove sono ricoverate persone che, purtroppo, non possono essere assistite nell'ultima fase della loro età a casa loro. E anche le forze politiche, sia il nuovo sindaco eletto che quello precedente, hanno voluto essere presenti, abbiamo mangiato una torta, insieme, abbiamo brindato, insieme, abbiamo anche ballato con alcune anziane - in quel caso ero io che ballavo -, abbiamo anche cantato e sono uscito da quella casa di riposo con il cuore che saltellava di felicità. Così, continuerò a visitare altre case di riposo, perché non è solamente in Parlamento che noi compiamo il nostro dovere, ma è anche al di fuori del Parlamento. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Fatuzzo.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 5 giugno 2019 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 11,40.