XVIII LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
i progressi tecnologici registrati negli ultimi decenni pongono sempre nuove sfide da affrontare al fine di accrescere lo sviluppo della società. Lo spazio e l'aerospazio rappresentano quindi due settori strategici per gli interessi del nostro Paese, sia a livello nazionale sia sul piano delle relazioni internazionali negli ambiti scientifici, di cooperazione e scambi commerciali. A tal fine, l'Unione europea, già nel 2010, ha formalmente definito lo spazio una risorsa strategica, introducendo gli articoli 4 e 189 nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;
l'Italia si distingue sul piano internazionale per le eccellenze industriali nel settore spaziale, avendo una produzione di componenti, prodotti e servizi completa e competitiva a livello globale, che ha già permesso al nostro Paese di emergere e posizionarsi in questo mercato, per lo sviluppo e la realizzazione delle componenti indirizzate ai segmenti «upstream, midstream e downstream», fornite sia a Paesi con una lunga tradizione nel settore spaziale, che a Paesi che hanno di recente iniziato ad affacciarsi in questo settore industriale, dando nuova spinta alle iniziative diplomatiche;
l'osservazione della Terra, oggi più che in passato, ricopre un'importanza cruciale nel perseguire politiche e azioni mirate alla riduzione dei cambiamenti climatici e delle catastrofi ambientali che inevitabilmente hanno già iniziato a modificare l'aspetto del pianeta, ragione per cui lo spazio diventa un osservatorio strategico per la salvaguardia dell'ambiente e il perseguimento degli obiettivi posti dall'Agenda 2030;
il raggiungimento dei citati obiettivi, associato all'intensificarsi della cooperazione nel settore spaziale e aerospaziale, richiede l'impegno da parte delle democrazie mondiali a collaborare per accrescere e sfruttare pacificamente le opportunità offerte dalla «new space economy», attraverso il rafforzamento della cosiddetta «space diplomacy» – per il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) indicati nel 2019 allo UN Summit sull'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile – basata sull'esplorazione e sull'uso pacifico dello spazio, obiettivo citato, tra le altre cose, dal Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale, Comint,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative normative per prevedere, in linea con quanto stabilito dalla legge con riferimento all'attività del Comint, risorse adeguate per sostenere i progetti legati alla cooperazione spaziale in una prospettiva di sviluppo socialmente ed economicamente sostenibile;
2) a promuovere, in cooperazione con gli altri partner internazionali, una revisione del Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 27 gennaio 1967 finalizzata al recepimento dell'evoluzione delle tecnologie spaziali e delle applicazioni relative, affinché siano usate per il progresso e a beneficio dell'umanità in una prospettiva di cooperazione pacifica e sostenibile tra gli Stati.
(1-00320) «Di Stasio, Invidia, Cabras, Romaniello, Grande, Federico, Sabrina De Carlo, Suriano, Emiliozzi, Tripiedi, Cominardi, Tuzi, Giordano, Rizzone, Serritella, Olgiati, D'Uva, Migliore, Scutellà, Scerra, Saitta, Frusone, Raduzzi, Fassino, Quartapelle Procopio».
Risoluzione in Commissione:
La III Commissione,
premesso che:
l'Iraq vive da decenni guerre e divisioni settarie che hanno portato a caos e movimenti interni al Paese che non si sono mai arrestati. Dalla guerra con l'Iran, all'invasione del 2003 da parte degli Stati Uniti, con la caduta di del regime di Saddam, fino alla nascita del sedicente Stato Islamico (Isis), larga parte della popolazione ha convissuto per buona parte della propria vita con la guerra. Vi è una generazione che è quella dei giovani di oggi, che costituiscono il 70 per cento della popolazione, che non ha conosciuto nient'altro che violenza, conflitto e terrorismo;
dal 1° ottobre 2019 in Iraq milioni di giovani si sono riversati nelle piazze in quella che può essere definita la più forte ondata popolare di mobilitazione dall'invasione statunitense del 2003, che ha coinvolto 10 governatorati su 18. Nel movimento di protesta, oltre alle proteste contro il Governo, la corruzione, la mancanza di libertà di espressione ed il sistema politico, si denota una vera trasformazione culturale e sociale, lontana dai settarismi, con la volontà di chiudere con il passato e la vecchia classe politica e portare ad un cambiamento totale;
alle proteste hanno fatto seguito violente repressioni, condotte sia da parte delle forze armate irachene, sia da milizie armate non identificabili. È stato stimato che, dall'inizio della protesta, fino a metà gennaio 2020, ci sono state circa 670 persone uccise, migliaia di persone sono state arrestate o rapite ed oltre ventimila risulterebbero essere i feriti. La maggior parte delle vittime è stata per via di un uso indiscriminato di armi e il lancio di lacrimogeni ad altezza uomo;
i manifestanti, ad ogni modo, hanno continuato le proteste pacifiche nelle settimane a seguire, organizzando postazioni fisse che garantiscono cura, assistenza legale, cibo, attività culturali, ecologiste, usano i social media copie mezzo di comunicazione e informazione (anche se il Governo più volte ha bloccato internet nel/paese, come accaduto nello shut down di inizio delle proteste);
le richieste del movimento, giunte a inizio dicembre 2019, sono la nomina di un governo indipendente, l'approvazione di una riforma elettorale che esca dalle vecchie divisioni settarie e le dimissioni del Primo ministro Madhi. A partire da tale data, è stato costituito un governo ad interim, e sono state avviate consultazioni che, tuttavia, non hanno ancora portato ad alcun risultato concreto;
il 5 dicembre 2019, il Parlamento iracheno ha approvato all'unanimità una legge relativa alla commissione elettorale: essa non sarà più formata su basi settarie – e dunque divisa tra sciiti, sunniti e curdi –, ma composta da nove membri, di cui sette giudici, estratti a sorte, e due scelti dal Consiglio consultivo statale, massima istituzione di giustizia amministrativa dell'Iraq; inoltre, il 25 dicembre 2019 il Parlamento ha approvato una nuova legge elettorale, che garantisce la possibilità di candidature indipendenti dai partiti;
la situazione, tuttavia si è improvvisamente aggravata dopo gli attacchi omicidi ordinati dagli Stati Uniti nel bombardamento con droni del 3 gennaio 2020 e con la conseguente l'uccisione del Generale iraniano Soleimani e del comandante della milizia irachena Al Muhandis, a cui è seguito il lancio di missili da parte dell'Iran verso le basi Usa in Iraq, che non hanno causato vittime tra i soldati;
dopo questi attacchi, i giovani iracheni sono tornati a manifestare con più forza, ricordando che l'Iraq è indipendente e non vuole nessuna ingerenza né dagli Usa, né dall'Iran, rimanendo in una protesta estremamente organizzata, non violenta, in cui anche le donne hanno per la prima volta un ruolo da protagoniste;
lo stesso Parlamento iracheno, il 5 gennaio 2020, ha approvato una risoluzione che chiede il ritiro dal Paese dei soldati della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, e di porre fine alle missioni di addestramento anti terrorismo della Nato. Tutto ciò ha incrinato ulteriormente i rapporti tra Baghdad e Washington;
l'Italia ha in Iraq una presenza importante, con il dispiegamento del contingente militare più grande in loco dopo quello americano, rimasto illeso dai bombardamenti iraniani, e svolge importanti attività di addestramento e formazione delle forze militari irachene;
il 17 dicembre 2019 la piattaforma «Iraqi Civil Society Solidarity Initiative» (Icssi), costituita da associazioni, organizzazioni sindacali e politiche internazionali, ha inviato una lettera-appello al Governo iracheno, firmata da 29 importanti personalità internazionali, in solidarietà con le richieste della protesta;
la spirale di caos e violenza che oramai da tanto tempo soffoca l'Iraq rischia di destabilizzare ulteriormente l'intera regione, alimentando la crescita di gruppi terroristici che trovano nuova linfa dai momenti di tensione come questo;
il Consiglio dei Ministri degli affari esteri dell'Unione europea, nella riunione del 10 gennaio 2020, ha discusso dell'impatto di questi sviluppi sulla coalizione internazionale coinvolta nella lotta contro Daesh, ribadendo il sostegno alla stabilità e alla ricostruzione dell'Iraq,
impegna il Governo:
ad adottare le iniziative di competenza affinché le autorità irachene rispettino gli obblighi derivanti innanzitutto dall'ordinamento internazionale in materia di diritti umani, con particolare riferimento alla libertà di riunione e di associazione, ponendo fine all'uso eccessivo della forza contro i dimostranti, alle detenzioni arbitrarie di manifestanti pacifici e difensori dei diritti umani, nonché alle restrizioni della libertà di stampa;
ad adottare iniziative di competenza per sostenere le organizzazioni della società civile irachena contro la violazione dei diritti umani e contribuire all’empowerment della società stessa con progetti di formazione e sostegno;
ad adottare le iniziative di competenza, nel quadro dell'attività dei competenti organismi internazionali per fornire assistenza alla commissione elettorale per il monitoraggio delle prossime elezioni in Iraq;
a proseguire e rafforzare le attività di addestramento e la formazione delle forze armate locali da parte dei nostri militari implementandole nel senso della tutela dei diritti umani e di pratiche corrette relative alle misure di contenimento di massa, non violento, verso la folla nelle manifestazioni di piazza, dove l'uso eccessivo di armi invece che disperdere i manifestanti ha provocato vittime;
ad assumere iniziative volte ad affiancare, ove le condizioni di sicurezza lo consentano, alla missione militare, una missione civile, per sostenere gli sforzi delle organizzazioni della società civile irachena affinché si esca dalla logica di guerra a vantaggio di una società incentrata sulla giustizia sociale.
(7-00406) «Ehm, Suriano, Cabras, Quartapelle Procopio, Palazzotto, Migliore, Boldrini, Del Grosso, Di Stasio, Emiliozzi, La Marca, Olgiati, Romaniello, Siragusa».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 974 e seguenti della legge n. 208 del 2015 ha istituito il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia (di seguito «programma periferie»);
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 dicembre 2016 ha approvato la graduatoria del bando relativo al sopracitato programma, con la città metropolitana di Palermo in 47esima posizione (finanziamento richiesto 40 milioni di euro);
tra gli interventi previsti dalla città metropolitana di Palermo vi è la riqualificazione e trasformazione in complesso scolastico polivalente dell'ex sede compartimentale delle Poste italiane sita nel quartiere Brancaccio (via Cirincione); tale area è stata acquistata nel 2004 dall'ex provincia regionale di Palermo per promuovere un processo di riqualificazione urbana di un'area periferica con un elevato indice di dispersione scolastica, disagio sociale e disoccupazione, per rigenerare un complesso edilizio esistente in un polo di istruzione secondaria e per migliorare la qualità dell'edilizia scolastica del territorio, riducendo i canoni di locazione di immobili adibiti a scuole; il progetto prevede la ristrutturazione integrale degli edifici esistenti con la realizzazione di 57 aule normali, 18 aule speciali e/o laboratori, sala multifunzionale trasformabile in massimo sei aule speciali, biblioteca a doppia altezza e sala multimediale, auditorium-aula magna, palestra coperta, sale ginniche, posteggio scoperto, uffici a servizio dell'attività scolastica; il complesso scolastico, oltre a svolgere funzioni didattiche, diventerebbe un centro di aggregazione e fulcro di attività sociali a servizio del quartiere grazie alla differenziazione degli ingressi all'interno del complesso per consentire l'uso extra scolastico di alcuni servizi quali la biblioteca e l'auditorium; il progetto prevede elevati standard di efficienza energetica (anche con dotazione di impianti fotovoltaici sulle coperture e di un sistema di riscaldamento a sonde geotermiche), antisismica e di abbattimento delle barriere architettoniche;
il costo complessivo del sopracitato intervento ammonta a poco meno di 18 milioni di euro;
va considerata l'assoluta rilevanza di tale intervento per diversi quartieri della seconda circoscrizione di Palermo, proprio in considerazione della necessità di puntare su una più elevata qualità dei servizi scolastici e per favorire la piena affermazione della scuola come centro strategico per il rilancio socio-culturale ed economico di quell'area –:
se, nell'ambito del «programma periferie», intenda procedere alla definizione dell’iter per il finanziamento, e la realizzazione da parte della città metropolitana di Palermo, del progetto di riqualificazione e trasformazione in complesso scolastico polivalente dell'ex sede compartimentale delle Poste italiane sita nel quartiere Brancaccio.
(2-00623) «Varrica».
AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE
Interrogazione a risposta scritta:
ELISA TRIPODI. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:
la crisi di Governo intervenuta nel mese di agosto 2019 e la successiva formazione di un nuovo Governo hanno comportato la necessità di nuove nomine dei rappresentanti statali della Commissione paritetica Stato-regione della Valle D'Aosta;
la Commissione paritetica Stato-regione autonoma della Valle D'Aosta è stata ricostituita inizio 2019 e aveva avviato l’iter di elaborazione e definizione di importanti norme di attuazione dello statuto speciale su materie rilevanti e urgenti per le comunità valdostane;
inoltre, durante la visita ufficiale del Ministro interrogato tenutasi in Valle D'Aosta il 30 settembre 2019, il Ministro ha dichiarato che, entro il successivo mese, sarebbe stata ricomposta la Commissione paritetica con la nomina dei rappresentanti –:
durante la seduta n. 280 del 18 dicembre 2019 in sede di svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, il Ministro interrogato ha formalmente annunciato che la nomina della Commissione paritetica Stato-regione della Valle D'Aosta sarebbe avvenuta nell'arco temporale di pochissimi giorni;
appare evidente che sono trascorsi diversi, troppi mesi, senza la più volte annunciata costituzione della Commissione paritetica creando una situazione di stallo che provoca gravi conseguenze per l'attività governativa della regione della Valle D'Aosta –:
se e quali iniziative di competenza intenda adottare affinché i rappresentanti statali della Commissione paritetica Stato-regione autonoma della Valle D'Aosta vengano nominati nel più breve tempo possibile per non paralizzare ulteriormente l’iter per la definizione delle disposizioni attuative dello statuto speciale.
(4-04600)
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta scritta:
PRESTIPINO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
dal mese di ottobre 2019 l'Australia è costantemente interessata da devastanti e incontrollabili incendi, ancora non domati, che ad oggi hanno completamente distrutto oltre 18 milioni di ettari di suolo (superiore alle dimensioni del Belgio e dell'Olanda) tra Nuovo Galles del Sud, Queensland, Western Australia, Victoria e South Australia con danni incalcolabili sia per la biodiversità sia per l'uomo;
ad oggi ci sono state 33 vittime, circa 5.900 edifici di cui oltre 2.200 abitazioni sono stati distrutti, più di 1 miliardo di animali selvatici sono morti e molte specie sono a rischio di estinzione per la distruzione del proprio habitat naturale nonché per la carenza di cibo;
secondo Christopher Dickman, docente di ecologia all'Università di Sydney, per alcune specie si sta osservando l'estinzione imminente. Ci saranno quasi sicuramente specie di tutte le fasce geografiche che verranno distrutte dal fuoco prima ancora che si abbia la possibilità di scoprirne l'esistenza. Mentre in riferimento alle foreste della costa settentrionale nel Nuovo Galles del Sud, universalmente riconosciute come patrimonio mondiale di biodiversità e andate distrutte per oltre il 50 per cento della loro superficie, l'ecologo Mark Graham ha dichiarato che ci vorranno centinaia di anni per riaverle;
la portata degli incendi che sta colpendo l'Australia è di proporzioni ben maggiori degli incendi che hanno devastato l'Amazzonia nel 2019 (900.00 ettari) e la California nel 2018 (800.000 ettari);
la sopravvivenza di tutte le specie di animali selvatici australiani è profondamente a rischio, in particolare koala, canguri, wallaby, wombat, opossum, pipistrelli e numerose specie di uccelli;
la caccia al canguro è ancora praticata e l'Italia è il primo Paese europeo importatore di pelli di canguro (oltre 2 milioni di pelli grezze pari al 39 per cento dell’export dall'Australia tra il 2012 e il 2016);
dal 2000 al 2018 sono stati uccisi oltre 44 milioni di canguri, una media di 2.324.711 animali l'anno;
canguri e wallaby sono cacciati negli Stati del Nuovo Galles del Sud, Queensland, Australia meridionale, Australia occidentale, ed in parte anche nello Stato di Victoria, tutti Stati gravemente colpiti dagli incendi;
la pelle di canguro è utilizzata da alcune aziende italiane per la produzione di scarpe da calcio, tute motociclistiche e nel settore del lusso per calzature e accessori;
sempre più aziende stanno pubblicamente rinunciando all'uso di pelle di canguro;
ad oggi, nonostante l'intero mondo scientifico abbia già dato per certo, con parere unanime, che tutte le specie di animali selvatici in Australia hanno subito gravissimi danni e che probabilmente molte se non già estinte in questi mesi rischiano di estinguersi in un breve periodo, le autorità australiane non hanno ancora adottato alcun provvedimento per ridurre o fermare la caccia ai canguri;
è nell'interesse di tutti realizzare ogni azione utile al fine di tutelare il patrimonio inestimabile della fauna selvatica australiana, soprattutto quando le istituzioni locali sembrano non occuparsene in modo adeguato –:
se il Governo non ritenga opportuno adottare, con urgenza, le necessarie iniziative di competenza per vietare l'importazione in Italia di pelle e carne di canguro e wallaby.
(4-04595)
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO
Interrogazione a risposta in Commissione:
GALLO, NESCI, TESTAMENTO, SARLI, LATTANZIO, IANARO, VILLANI, ILARIA FONTANA e MARZANA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:
le istituzioni concertistico-orchestrali (Ico) sono disciplinate dalla legge 14 agosto 1967, n. 800, in materia di «nuovo ordinamento degli enti lirici e delle attività musicali» e successivi provvedimenti;
la legge n. 800 del 1967 prevede che il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, sentita la commissione consultiva per il settore musica, possa con proprio decreto riconoscere la qualifica di «istituzione concertistica» alle istituzioni con complessi stabili o semistabili a carattere professionale che svolgono almeno cinque mesi di attività;
il principale scopo delle istituzioni concertistico-orchestrali è la diffusione della musica classica sul territorio nazionale e del nuovo repertorio contemporaneo, con un particolare coinvolgimento dei giovani che sognano di diventare grandi artisti;
le Ico dovrebbero essere equamente distribuite su tutto il territorio nazionale. Purtroppo, esse sono presenti solo in alcune regioni: in particolare, Marche, Puglia, Toscana Lombardia, Abruzzo, Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia, Lazio e Liguria;
tale tematica è stata più volte posta all'attenzione degli uffici competenti, sia attraverso l'interrogazione n. 5-02517, risalente al 1° aprile 2014. Nella precedente legislatura, sia durante la legislatura in corso, evidenziando il disequilibrio in merito alla distribuzione delle Ico sul territorio nazionale e dei relativi contributi ad esse assegnati;
con favore, si apprende da un articolo di giornale pubblicato dal quotidiano «Il Mattino» in data 21 gennaio 2020, che il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo convenga con la volontà del Movimento 5 stelle di dotare tutte le regioni, di orchestre giovanili, adottando iniziative per ristrutturare gli edifici che ospitano i conservatori e dotare questi ultimi di strutture, spazi e strumenti musicali;
la realizzazione di orchestre giovanili in ogni regione ha lo scopo di ridurre il considerevole numero di giovani musicisti diplomati nei conservatori italiani che decidono di lasciare il proprio Paese alla ricerca di un lavoro che li ripaghi dei propri sforzi e li aiuti a crescere professionalmente;
per attuare tale progetto, il Ministro ha affermato che intende ricorrere all'utilizzo di fondi strutturali con un piano straordinario, che sarà preventivamente sottoposto al Presidente del Consiglio dei ministri;
l'Orchestra sinfonica nazionale della Rai è un'orchestra sinfonica italiana legata all'emittente televisiva di Stato, nata nel 1994 dalla fusione delle precedenti quattro orchestre sinfoniche della Rai, che avevano sede nelle città di Torino, Roma, Napoli e Milano –:
al fine di garantire un'equa distribuzione delle istituzioni concertistico-orchestrali e delle risorse ad esse assegniate su tutto il territorio nazionale e ridurre l'evidente disequilibrio a svantaggio di alcune regioni di Italia, quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda mettere in atto per la costituzione di nuove istituzioni concertistiche-orchestrali (Ics) in ogni singola regione;
per continuare a sostenere la diffusione e la divulgazione della musica classica, della sua storia e degli artisti italiani e internazionali, del nuovo repertorio contemporaneo, se e quali iniziative si intendano adottare per ricostituire delle orchestre sinfoniche della Rai nelle principali città italiane, a partire dalle regioni in cui non vi sono istituzioni concertistico-orchestrali.
(5-03466)
DIFESA
Interrogazione a risposta orale:
VERINI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
il Polo di mantenimento delle armi leggere (Pmal) di Terni ha il compito – come definito sul sito del Ministero della difesa – di assicurare l'efficienza di materiali, mezzi ed equipaggiamenti in dotazione alle Forze armate e ai Corpi armati dello Stato, con particolare riferimento alle armi leggere, alle protezioni balistiche individuali e veicolari, agli strumenti verificatori e alle attrezzature balistiche in genere;
recenti articoli di stampa riportano la notizia che si sta aggravando la situazione al Pmal. Le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) e le organizzazioni sindacali del Polo, in un recente incontro con il generale di corpo d'armata, comandante logistico dell'esercito, Francesco Paolo Figliuolo, in visita allo stabilimento hanno rappresentato che nel giro di meno di due anni il Pmal potrebbe sprofondare in un collasso produttivo e occupazionale grave. Già oggi il Pmal è costretto a rinunciare a importanti commesse di lavoro (Arma dei carabinieri) a seguito della gravissima carenza di personale valutabile fin da ora in oltre 100 persone;
secondo le rappresentanze sindacali, infatti, senza adeguate e immediate misure volte ad assicurare in tempi brevissimi un corposo e straordinario piano di assunzioni (almeno 200 persone per il triennio 2020-2022), comprendente anche la possibilità di ricorrere a contratti a tempo determinato o in somministrazione, in pochi mesi verranno vanificate le potenzialità tecnico-industriali di un ente che ha caratterizzato da quasi 150 anni lo sviluppo demografico sociale ed economico dell'intero territorio ternano;
non solo – aggiungono i sindacati – l'inesorabile perdita di know how del polo, cui è attribuita la manutenzione a livello nazionale delle armi leggere, individuali e di squadra dell'Esercito, produrrà pericolosi effetti e gravi ricadute, in termini strategici ed economici, sul «sistema difesa» del Paese e sulla sicurezza delle migliaia di militari che operano nelle varie missioni militari, di polizia e peacekeeping, in Italia e all'estero;
in questo contesto, le richieste sindacali riguardano: lo sblocco del turnover e l'avvio dei bandi di concorso per il personale civile in deroga alla legge n. 244 del 2012; la riapertura delle ex scuole allievi operai e assunzioni a tempo determinato al fine di superare il gap generazionale e consentire la trasmissione delle conoscenze; la ricerca e consolidamento delle commesse di lavoro a favore dell'Esercito e delle altre Forze armate e Corpi armati dello Stato; un piano di investimenti nella manutenzione e ammodernamento degli impianti e attrezzature; la riqualificazione del personale militare verso profili tecnici da impiegare nei reparti produttivi –:
quali iniziative intenda intraprendere il Ministro interrogato per rispondere alle richieste dei lavoratori del polo, in considerazione del fatto che il Polo di mantenimento delle armi leggere costituisce una realtà strategica per il territorio umbro e si inserisce a pieno titolo nell'odierno panorama logistico/produttivo relativo all'armamento leggero, confrontandosi con le più importanti realtà produttive italiane e straniere.
(3-01273)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
SCHIRÒ. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:
la legge di bilancio per il 2020 ha eliminato la norma introdotta dal decreto-legge n. 47 del 2014 che prevedeva l'esenzione dall'Imu e la riduzione di due terzi della Tari per i pensionati italiani residenti all'estero, titolari di pensione estera o in convenzione internazionale, e proprietari di casa in Italia non locata o data in comodato d'uso;
l'abrogazione delle norme succitate si sarebbe resa necessaria per evitare il deferimento dell'Italia presso la Corte di giustizia europea dopo che la Commissione europea aveva inviato all'Italia una lettera di costituzione in mora per violazione del diritto europeo – in virtù dell'articolo 258 del Tfue (Trattato sul funzionamento dell'Unione europea) – per aver introdotto e mantenuto condizioni più favorevoli riguardanti alcune imposte comunali (Imu, Tasi e Tari) sulle case ubicate in Italia appartenenti a pensionati italiani iscritti all'Aire e residenti nell'Unione europea e nello Spazio economico europeo, escludendo invece dalle norme agevolative i pensionati di altra nazionalità europea;
risulta all'interrogante che l'Italia non abbia mai risposto alla lettera di costituzione in mora della Commissione europea, con cui la Commissione richiedeva ulteriori informazioni;
l'Italia avrebbe invece dovuto inviare una risposta dettagliata entro pochi mesi dalla costituzione in mora per provare a dimostrare che con la norma contestata non era venuta meno ai propri obblighi a norma del diritto dell'Unione europea;
migliaia di pensionati italiani residenti all'estero dopo 5 anni di esenzione o riduzione delle imposte immobiliari comunali si vedranno così, a partire dal 2020, costretti a pagare l'Imu e la Tari sulle case di loro proprietà ubicate in Italia;
sono frequenti i casi di connazionali emigrati che, pur risiedendo all'estero, hanno preferito investire i loro risparmi in Italia, scegliendo di vivere in affitto nei luoghi di residenza e quindi un'imposizione troppo elevata sugli immobili posseduti in Italia rischia di spezzare un legame importante e di interrompere, altresì, un circuito di risorse finanziarie produttivo;
l'Italia ha praticamente rinunciato al proprio diritto di contrastare la costituzione in mora da parte della Commissione europea e ad evidenziare, quindi, la necessità delle misure agevolative applicate per favorire il rientro dei soggetti emigrati e il mantenimento dei rapporti con la terra d'origine, spostando così il tiro dalla discriminazione basata sulla cittadinanza all'evoluzione giurisprudenziale offerta dalla Corte di giustizia dell'Unione europea in materia di selettività degli aiuti concessi ai fini fiscali –:
se il Governo non ritenga giusto e opportuno adottare iniziative per reintrodurre le agevolazioni fiscali, stabilite nel 2014 ed eliminate dalla legge di bilancio per il 2020, sugli immobili posseduti dai cittadini italiani residenti all'estero per porre rimedio a quelle che l'interrogante giudica la deficienza e l'inadeguatezza dell'attività dello Stato nella gestione delle procedure di contrasto alla costituzione in mora dell'Italia per aver introdotto e mantenuto condizioni più favorevoli riguardanti alcune imposte comunali (Imu, Tasi e Tari) sulle case ubicate in Italia appartenenti a pensionati italiani iscritti all'Aire e residenti nell'Unione europea e nello Spazio economico europeo;
se il Governo non ritenga di adottare iniziative affinché la reintroduzione delle agevolazioni fiscali per Imu e Tari a favore degli italiani residenti all'estero e proprietari di immobili in Italia sia strutturata e definita in modo tale che non debba comportare una violazione delle norme del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea che vietano discriminazioni basate sulla cittadinanza.
(4-04596)
ANGIOLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
dal mese di settembre 2019, in Emilia-Romagna le donne alle prese con le terapie antitumorali potranno contare su un piccolo ma importante aiuto, quantomeno di tipo psicologico. La regione Emilia-Romagna, infatti, ha approvato una norma che prevede l'erogazione di un contributo fino a 400 euro per le pazienti oncologiche che vorranno indossare una parrucca;
il contributo è totalmente a carico del servizio sanitario regionale e sarà assegnato una tantum, indipendentemente dall'Isee della paziente. Ne beneficeranno le donne in cura residenti nella regione, circa 3.400 le pazienti oncologiche con possibile alopecia da chemio o radioterapia;
come si sa i trattamenti antitumorali possono causare la caduta dei capelli che, oltre a generare una sofferenza psicologica aggiuntiva, comporta un costo, quello dell'acquisto della parrucca, che non sempre è sostenibile per la persona malata;
per riprendere una vita sociale normale, dopo un ciclo chemioterapia, molto dipende anche dalla parrucca che non può certo essere considerata un accessorio frivolo e superfluo ma un vero e proprio presidio sanitario necessario;
la spesa per l'acquisto della parrucca può essere detratta fiscalmente al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi allegando idonea documentazione. Al riguardo l'Agenzia delle entrate con la risoluzione n. 9/E del 16 febbraio 2010, ha chiarito che la parrucca può rientrare tra le spese sanitarie detraibili (detrazione Irpef del 19 per cento, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, lettera c), del Tuir) se svolge una «funzione di correzione di un danno estetico conseguente ad una patologia e contemporaneamente, di supporto in una condizione di grave disagio psicologico, non vi sono dubbi sulla possibilità di caratterizzare tale funzione come sanitaria»;
per usufruire di tale detraibilità è necessario presentare una serie di documenti: 1) un documento fiscale che attesti l'acquisto della parrucca ove sia indicato il codice fiscale della persona sottoposta a chemioterapia; 2) la documentazione medica che certifichi i trattamenti antitumorali cui è sottoposta la persona che ha acquistato la parrucca per la quale si richiede la detrazione;
l'Emilia-Romagna non è l'unica regione che ha predisposto interventi in tal senso. Infatti, sono undici le regioni che stanziano fondi a parziale o totale contributo per l'acquisto della parrucca: Toscana, Piemonte, Lombardia, Liguria, Basilicata, Emilia Romagna, Marche, Trentino Alto-Adige, Veneto, Umbria e Puglia;
si tratta, purtroppo, di interventi disciplinati in modo differente, da una parte la normativa nazionale, dall'altra le disposizioni regionali che sono quanto mai diversificate: in Basilicata è previsto un contributo di 250 euro pro-capite, in Emilia-Romagna di 400 euro, mentre la regione Lazio ha stanziato 450 mila euro per il prossimo biennio. La Liguria ha assegnato un contributo fino ad esaurimento di fondi, ma solo con un Isee pari o inferiore a 10.000 euro, mentre in Lombardia si parla di un contributo che copre un massimo di 250 euro a persona; nella regione Marche viene assegnato un rimborso di 200 euro. Il Piemonte eroga un contributo di 250 euro, in Trentino Alto-Adige di 200 euro, mentre in Umbria e Toscana ammonta a 300 euro. Infine, la regione Veneto eroga 300 euro alle assistite con esenzione per reddito –:
se il Governo non ritenga di dover adottare iniziative per una semplificazione delle procedure per rendere più agevole la presentazione della documentazione giustificativa;
se il Governo non ritenga di dover adottare iniziative normative al fine di garantire che i contributi siano disciplinati in maniera uniforme sul territorio nazionale, riconoscendo la parrucca ufficialmente come un presidio sanitario necessario al malato di cancro per migliorare la qualità di vita, il ritorno al lavoro e la socialità e al fine di evitare disparità, visto che solo alcune regioni prevedono specifici contributi e rimborsi.
(4-04597)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta orale:
DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
l'interrogante, in sede di esame del «decreto dignità», in data 2 agosto 2018 con ordine del giorno A.C. 924-A impegnava il Governo pro tempore a «adottare ogni opportuna iniziativa volta a garantire che i magistrati onorari in servizio come giudici onorari di tribunale, vice procuratori onorari o giudici di pace alla data di entrata in vigore della presente legge permangano nel possesso delle rispettive funzioni fino al raggiungimento dell'età pensionabile, salvo il venir meno dei requisiti di idoneità, al fine di assicurare la regolare amministrazione della giustizia e l'ordinato svolgimento dei processi penali e civili»;
con il medesimo ordine del giorno l'interrogante impegnava il Governo pro tempore a «assicurare l'estensione ai magistrati onorari delle incompatibilità, delle guarentigie e del trattamento giuridico, economico, previdenziale e assistenziale previsti per gli altri magistrati ordinari dell'ordine giudiziario»;
la maggioranza, senza alcuna interlocuzione, respingeva il predetto ordine del giorno;
magistrati onorari e giudici di pace rappresentano una categoria di lavoratori precari da sempre dimenticati dalle riforme degli ultimi anni: reclutati con contratti a termine, continuamente prorogati per necessità, pagati in gran parte a cottimo per udienza svolta e procedimento definito, senza previdenza e diritto alla pensione, senza tutele per maternità, malattia o infortuni;
per far fronte alla crisi del sistema giudiziario, affossato da milioni di cause pendenti e da una grave carenza di personale, a partire dalla fine degli anni Novanta, lo Stato ha creato la figura del magistrato onorario, non assunto per concorso, ma reclutato per titoli, per svolgere l'attività in modo non esclusivo, scaricandogli addosso il compito di smaltire migliaia di processi e riconoscendogli solo briciole in termini di sicurezza economica e previdenziale;
negli anni i magistrati onorari sono divenuti affidatari in maniera stabile e continuativa della gestione diretta di interi ruoli di cause ponendosi in una posizione collaterale, ma subordinata, rispetto all'opera dei magistrati togati;
nel silenzio delle istituzioni, i magistrati onorari contribuiscono a mantenere a galla il sistema giudiziario italiano, spesso affrontando carichi di lavoro pari a quelli dei colleghi togati pur essendo trattati come lavoratori di «serie B»;
il servizio giustizia è essenziale per un moderno Stato di diritto e l'attuale complessità della vita socioeconomica obbliga ad adeguare le strutture giudiziarie e la sua organizzazione alle crescenti esigenze del Paese;
è necessario dare continuità al servizio della giustizia ed al tempo stesso valorizzare le competenze, nonché la produttività ed efficienza dimostrate da tutti i giudici onorari nella gestione dei procedimenti a loro affidati, che costituiscono il 60 per cento del contenzioso totale;
con comunicazione DG EMPL/B2/DA-MAT/sk (2016), la Commissione europea ha chiuso con esito negativo il caso EU Pilot 7779/15/EMPL, preannunciando la prossima apertura di una procedura di infrazione sulla compatibilità con il diritto dell'Unione europea della disciplina nazionale che regola il servizio prestato dai magistrati onorari, in materia di reiterazione abusiva di contratti a termine e di disparità di trattamento in materia di retribuzione;
in data odierna il giudice del lavoro del tribunale di Sassari, con sentenza storica, ha dato torto al Ministero della giustizia che nega lo status di lavoratori subordinati ai magistrati onorari;
il Governo continua a non affrontare la questione e verrà fatalmente travolto dalla lenta ma inesorabile affermazione dei diritti della magistratura onoraria e dei giudici di pace per il tramite della giurisprudenza giuslavoristica –:
se il Ministro interrogato, alla luce della recente sentenza, intenda immediatamente aprire un tavolo di concertazione con i rappresentanti della magistratura onoraria e dei giudici di pace al fine di intraprendere un percorso di stabilizzazione e di equiparazione ai magistrati ordinari dell'ordine giudiziario sotto il profilo del trattamento giuridico, economico, assistenziale, previdenziale.
(3-01272)
Interrogazioni a risposta scritta:
DE MARTINI e ZOFFILI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
una nuova aggressione è avvenuta il 24 gennaio 2020 contro un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Bancali, a Sassari;
si rileva che l'agente, nello svolgimento dei rituali controlli di sicurezza all'interno di una cella del settore 41-bis, è stato colpito con violenza al volto da un detenuto con una penna utilizzata come un punteruolo ed è stato ferito al viso con una prognosi di 20 giorni;
risulta anche che l'aggressore abbia poi denunciato di essere stato aggredito e malmenato nella sua cella, per ritorsione da una ventina di agenti, durante la notte;
nei giorni scorsi sempre a Bancali il boss di Cosa Nostra, Leoluca Bagarella, aveva aggredito un agente con un morso, mentre veniva accompagnato dalla sua cella al 41-bis nella sala udienze;
il sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) si è rivolto al Ministro interrogato con un appello: «In Sardegna abbiamo oggi 2.288 detenuti, ma, per dieci carceri, non ci sono i direttori e i funzionari di Polizia necessari: si registrano gravi episodi di violenza e aggressione ai nostri agenti; le situazioni strutturali sono al collasso; la gestione delle relazioni sindacali e del benessere del personale è ai minimi storici con elevatissima conflittualità sindacale; gli eventi critici sono costanti e continui, come le colluttazioni, i ferimenti, le aggressioni, i tentati suicidi»;
il Sindacato chiede da tempo il ripristino di condizioni accettabili nei reparti del carcere di Sassari per garantire le condizioni minime di sicurezza al personale che vi opera con estrema urgenza. Una società sana si fonda sulla tutela di chi ogni giorno è in prima linea per difendere i cittadini, applicando con la necessaria severità tutte le misure per prevenire, contrastare e reprimere questo genere di aggressioni;
occorre garantire maggiore sicurezza per gli agenti di polizia penitenziaria ed occorre che vengano applicate, con decisione, le misure necessarie per contrastare e reprimere fenomeni di aggressione similari a quelli esposti –:
se e in che termini il Ministro interrogato intenda intervenire a sostegno del personale della casa circondariale di Sassari, al fine di aumentare la sicurezza stessa degli agenti nel penitenziario, tutelandone concretamente l'incolumità.
(4-04591)
GAVA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
gli uffici giudiziari di Pordenone risultano tra i più efficienti a livello nazionale in fatto di procedimenti conclusi e di indice di soddisfazione dell'utenza, con performance in piena linea con i parametri comunitari, anche sul fronte della tempistica di definizione dei singoli fascicoli;
il che pur a fronte di una carenza di magistrati e personale amministrativo che si protrae ormai da anni e che di recente ha imposto persino l'individuazione di militari in ausiliaria disponibili ad assumere funzioni amministrative prima della quiescenza (stando ai dati riferiti dalla presidenza del tribunale, in pianta organica sono previste 70 figure amministrative, ma al momento ve ne sono in servizio solo 47, molte delle quali a propria volta prossime al pensionamento);
le carenze più gravi si riscontrano, però, nella sezione del giudice di pace, ove il personale scarseggia notevolmente e si contano solo tre magistrati operanti;
le modifiche normative degli ultimi anni e quelle attualmente in fase di discussione in Parlamento propendono per un aumento delle competenze del giudice di pace, soprattutto in settori delicati e vasti come la materia dell'immigrazione;
diventa, quindi, inaccettabile che un tribunale efficiente e competente come quello di Pordenone rischi di vedere vanificati i propri risultati per cause esterne, quale il mancato riconoscimento di una piena disponibilità di funzionari e personale di cancelleria –:
quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per giungere a un rapido e concreto potenziamento della pianta organica, anche giudicante, del tribunale di Pordenone e, nello specifico, dell'ufficio del giudice di Pace.
(4-04594)
GIACCONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il carcere di Asti, da alcuni anni classificato come casa di reclusione ad alta sicurezza, ha una popolazione carceraria formata prevalentemente da detenuti «con fine pena mai o gravati da condanne per lunghi anni di detenzione»;
di fatto la struttura è stata trasformata da struttura puramente detentiva a istituto di massima sicurezza senza una contemporanea e contestuale implementazione nell'organico del personale, che configura una pianta organica deficitaria di figure chiave, come ispettori e sovrintendenti di polizia penitenziaria;
le notizie degli scorsi giorni relative all'annuncio della realizzazione di un nuovo padiglione detentivo nella casa di reclusione ad alta sicurezza di Quarto Inferiore, hanno sollevato negli amministratori locali diverse perplessità anche dal punto di vista del metodo, in quanto un eventuale progetto di questo tipo, secondo l'interrogante, dovrebbe nascere in maniera condivisa e concertata con tutti gli attori senza cogliere di sorpresa amministrazioni e territorio;
la fonte della notizia è, infatti, il «Quarto dossier» sulle criticità strutturali e logistiche relative alle carceri piemontesi presentato dal, garante regionale dei detenuti, che alla voce Asti recita tra le altre cose: «È stata annunciata la realizzazione di un nuovo padiglione detentivo utilizzando una parte dello spazio attualmente occupato dalle aree verdi»;
nell'ambito del detto documento con riferimento al carcere di Asti figura – oltre ad altre specifiche esigenze quali «adeguamento, ampliamento e rifunzionalizzazione dei servizi di accoglienza dei parenti, in particolare per quanto riguarda i colloqui con i figli minori che ora si svolgono in condizioni del tutto inadeguate» e «costruzione di spazi per i progetti e le attività trattamentali, formative e scolastiche» — anche il progetto di realizzazione di un nuovo padiglione detentivo, da ricavare utilizzando una parte dello spazio attualmente occupato dalle aree verdi;
preme ribadire che gli uffici del comune di Asti non hanno ricevuto alcuna comunicazione da parte del competente Ministero. Informazioni ufficiose riportano che si tratterebbe di un padiglione di 3 piani per ospitare circa 200 detenuti oggetti a «custodia attenuata», ovvero detenuti a bassa pericolosità sociale prossimi al fine pena, per i quali sono previsti laboratori per attività varie; questi nuovi detenuti andrebbero ad aggiungersi ai circa 300 già presenti. Una piccola città nella città con 500 detenuti;
sarebbero opportune, da parte del Ministro della giustizia, le necessarie informazioni su questo progetto relativamente a quali siano i presupposti, il grado di definizione e le interlocuzioni avviate con il territorio e, non ultimo, andrebbe chiarito se la progettazione tenga conto della necessità di intervenire contenendo il consumo di suolo;
quello che è certo è che bisogna innanzitutto sostenere il personale di polizia penitenziaria in modo da aumentare la sicurezza, a partire proprio da un incremento dell'organico;
a parere dell'interrogante un simile progetto dovrebbe necessariamente trovare anche la collaborazione del comune e dell'Asl in considerazione delle inevitabili ricadute sui servizi sociali locali e dovrebbe trovare una collocazione territoriale diversa dal carcere di Asti che è già una casa di reclusione ad alta sicurezza, con una popolazione carceraria formata prevalentemente da detenuti «con fine pena mai o gravati da condanne per lunghi anni di detenzione» –:
se il Ministro interrogato non reputi opportuno rivalutare il progetto per non dare seguito alla costruzione di questo nuovo padiglione detentivo e, in ogni caso, scegliere per questo progetto una sede diversa da Asti.
(4-04598)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta scritta:
COVOLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la strada provinciale 46 del Pasubio (Sp 46), ex strada statale 46 del Pasubio (Ss 46), è una strada provinciale italiana d'importanza interregionale. Ha inizio a Vicenza dalla periferia nordovest della città, e risale verso nord, toccando i comuni di Costabissara, Isola Vicentina, Malo, Schio, Torrebelvicino. A Valli del Pasubio incrocia la strada statale 246 di Recoaro, attraversa la frazione Sant'Antonio del Pasubio e valica il passo Pian delle Fugazze fino ad entrare in Trentino-Alto Adige;
la Sp 46 risulta da anni congestionata specialmente nel tratto compreso da Schio e Vicenza e gran parte del tracciato di tale strada non ha più le caratteristiche di arteria stradale di collegamento tra grandi centri urbani, a causa della presenza ininterrotta di centri abitati con intersezioni a raso e passi carrai che si immettono direttamente sulla strada;
non risultano interventi strutturali recenti di adeguamento per incrementare la portata di veicoli, per l'impossibilità di recuperare lo spazio necessario a causa dell'intensa edificazione a ridosso della carreggiata stradale;
i rilievi del traffico effettuati sulla strada evidenziano un elevatissimo numero di veicoli transitanti, circa 25 mila, compresi i mezzi pesanti;
i numerosi passaggi dei mezzi pesanti usurano il manto stradale a scapito della sicurezza, specialmente nella tratta Vicenza-Valli del Pasubio;
è prevista anche la realizzazione di una nuova arteria stradale denominata nuova Sp 46 del Pasubio per alleggerire il traffico della Sp 46 e ridurne l'incidentalità, ma tuttavia i tempi si presentano ancora lunghi per la realizzazione di tale progetto –:
se il Ministro non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza e in collaborazione con gli enti locali interessati, per individuare possibili soluzioni e opportune risorse per un intervento diretto a contribuire alla risoluzione a breve termine delle problematiche sopra evidenziate, ai fini di una maggiore sicurezza della circolazione e della riduzione dell'incidentalità sulla suddetta strada.
(4-04599)
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
ANDREA ROMANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione l'11 gennaio 2020, il segretario provinciale di Livorno del Sindacato italiano lavoratori polizia (Siulp), Angela Bona, avrebbe dichiarato che negli ultimi giorni di dicembre 2019 si sarebbero verificati a Livorno due casi analoghi nei quali poliziotti in servizio si sarebbero visti rifiutare l'anticipo delle risorse previste per l'espletamento di missioni di accompagnamento di stranieri irregolari ai rispettivi centri di identificazione;
nel primo caso, secondo quanto affermato da Angela Bona e riportato da La Nazione, «il clandestino è stato accompagnato al Cie di Trapani con volo di linea pagato dal ministero ma i due agenti hanno dovuto anticipare le spese e il sostentamento dello straniero»;
nel secondo caso, sempre secondo quanto affermato da Angela Bona e riportato da La Nazione, dopo avere identificato uno straniero irregolare nella zona di piazza Garibaldi a Livorno «l'Ufficio immigrazione ha dato disposizioni affinché l'uomo venisse accompagnato in un centro di identificazione. I poliziotti hanno chiesto l'indennità di missione ma, di fronte alla risposta negativa, questa volta si sono rifiutati di anticipare i soldi» –:
se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se corrisponda al vero e, in caso affermativo, quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di garantire il rispetto delle norme previste per il finanziamento delle missioni degli agenti di polizia.
(5-03463)
Interrogazione a risposta scritta:
SASSO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nelle ultime settimane e in una rapida sequenza dell'orrore il territorio di Corato (Bari) è stato oggetto di numerosi e gravissimi episodi di violenza ai danni dei residenti, in particolare di cittadini deboli e indifesi, per lo più anziani;
la settimana scorsa un anziano di 70 anni, mentre passeggiava in via Roma è stato colpito, senza alcun motivo, da un gruppo di giovani con una bottiglia alla nuca e poi da calci e pugni, evento che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia se non fossero intervenuti passanti;
pochi giorni prima ancora in pieno centro, precisamente in piazza Sedile, uno studente è stato aggredito, picchiato e minacciato;
sempre per strada è stata vittima di una vile aggressione anche un ragazzo disabile, che ha subito prima insulti e poi percosse ed è stato fortunatamente salvato da un passante, aggredito a sua volta;
ancora due settimane fa una anziana di 90 anni è stata aggredita all'interno della propria abitazione, sita al piano terra nei pressi di via san Vito, da due ragazzi che hanno spintonato la donna fino a procurarle diverse fratture e contusioni;
secondo le testimonianze pare che gli autori di questi vili e odiosi attacchi siano per lo più giovani balordi, in alcuni casi minorenni, che agiscono indisturbati e colpiscono con cattiveria e spesso premeditazione, in una disgustosa situazione di esaltazione e di emulazione, le aggressioni aumentano pericolosamente;
questa escalation di violenze registrate negli ultimi giorni ha destato grande e legittima preoccupazione tra i cittadini di Corato, che ormai vivono in un clima di terrore con la paura di fare anche una semplice passeggiata;
Corato è una città di 48.000 abitanti e l'aumento vertiginoso delle aggressioni registrate negli ultimi giorni, nonostante l'impegno speso quotidianamente dalle forze dell'ordine sul territorio, evidenzia chiaramente la necessità almeno di implementare la dotazione di agenti e carabinieri per garantire la sicurezza dei cittadini ed il rispetto delle legalità;
è ancora aperta la ferita legata alla morte di Cosimo Staino, l'anziano torturato in provincia di Taranto e ucciso da una banda di minorenni pochi mesi fa;
pertanto, anche per prevenire il dilagare di altri episodi simili o emulativi, occorre che le istituzioni siano in grado di agire prontamente, non essendo ammissibili l'incapacità, l'insufficienza e l'inadeguatezza da parte delle istituzioni nel garantire la sicurezza alla cittadinanza –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere, nel più breve termine possibile, alla luce dei numerosi e gravissimi episodi di violenza riportati in premessa e verificatisi nelle ultime settimane nella città di Corato.
(4-04592)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
RIZZETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
l'amministratore delegato della multinazionale olandese Philips ha annunciato la futura cessione del settore dei casalinghi, che comprende anche la vendita di Saeco con sede a Gaggio Montano (BO);
la Saeco è stata acquisita nel 2009 e produce macchine da caffè automatiche. Si tratta di uno dei più grossi insediamenti produttivi dell'Appennino che conta 280 dipendenti e già in passato ha subito varie fasi di ristrutturazione e tagli del personale;
nel 2019, la Saeco ha prodotto circa 130 mila macchine da caffè, un anno positivo per gli standard raggiunti dopo la riorganizzazione e rispetto all'attuale forza lavoro, sebbene in passato, con 900 lavoratori, si siano superate le 200 mila macchine all'anno;
Philips annuncia, dunque, un nuovo cambio di strategia per Saeco, che prevede la costituzione da parte del gruppo di una distinta società di elettrodomestici e casalinghi, che comprendono anche le macchine da caffè. Tale settore verrà, quindi, separato dal resto della multinazionale in vista di una futura vendita, un processo che dovrebbe richiedere fra i 12 e i 18 mesi;
il cambio strategico di Philips è stato motivato evidenziando che, sebbene il business degli elettrodomestici abbia contribuito in modo significativo allo sviluppo del gruppo, lo stesso non rientra nei piani aziendali futuri, che vuole distinguersi come leader delle tecnologie sanitarie, investendo su salute dei consumatori e assistenza sanitaria professionale;
solo il 28 gennaio 2020, con una comunicazione a mezzo mail inviata dai dirigenti italiani del gruppo, i sindacati e i lavoratori hanno appreso della predetta operazione che cambierà il destino di Saeco. Pertanto, i sindacati hanno immediatamente chiesto un incontro per comprendere le ricadute dell'operazione sull'azienda, che è in attivo e sta producendo;
è evidente che c'è grande preoccupazione tra i dipendenti rispetto alla stabilità dei loro posti di lavoro, anche considerando che già in passato hanno subito delle riorganizzazioni –:
se e quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per acquisire ogni informazione da Philips sulle ripercussioni che avrà il nuovo piano strategico sui posti di lavoro;
se e quali iniziative, anche preventive, intenda porre in essere per tutelare i lavoratori e salvaguardare i livelli occupazionali di Saeco, alla luce dell'annunciato piano di riorganizzazione di Philips.
(5-03462)
DONNO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
Lidl Stiftung & Co KG, meglio nota come Lidl, appartenente alla Holding Schwarz Lidl, è una catena europea di supermercati di origine tedesca, con ben oltre 10.000 supermercati in 27 Stati nel mondo prevalentemente nell'Unione europea, ma anche nelle Repubbliche baltiche e nel Nord America e con programmi di investimento anche in Marocco, Australia e Canada;
il gruppo Lidl sceglierebbe in ogni Paese la struttura giuridica più consona per garantire la riservatezza dell'azienda, «Fondazione» in Germania, società a responsabilità limitata in Italia e SA (società anonima) con un capitale nominale di 110.000.000,00 franchi in Svizzera;
l'azienda in questi anni è stata al centro di aspre critiche sul trattamento dei dipendenti;
in Germania ostacolerebbe l'iscrizione ai sindacati e imporrebbe ritmi lavorativi pesanti e salari bassi. Il 10 dicembre 2004 l'importante sindacato tedesco Ver.Di ha pubblicato il libro «Schwarzbuch Lidl» («il libro nero della Lidl»), nel quale erano descritte alcune politiche di sfruttamento e di controllo dei lavoratori applicate nell'azienda;
in Spagna molti agricoltori hanno chiesto di boicottare la catena colpevole della depressione dei prezzi di frutta e verdura;
in Italia nel 2003 il giudice del lavoro del tribunale di Savona ha emesso una sentenza di condanna contro Lidl per attività antisindacale in quanto non avrebbe consentito l'apertura di rappresentanze sindacali nei propri punti vendita italiani, usando lo stratagemma di non assumere più di 10 unità per punto vendita, mentre quello di Trento nel 2020 ha riconosciuto la legittimità dello sciopero dei lavoratori della Lidl di Trento;
nonostante la stessa azienda vinca da anni il premio come «migliore ambiente lavorativo», da quanto acquisito dell'interrogante, la valutazione del rischio secondo quanto disposto dal decreto legislativo n. 81 del 2008 risulterebbe essere soltanto un atto formale e non sostanziale; secondo un'inchiesta condotta da «l'Espresso» prima e da «Il Fatto quotidiano» poi, i documenti di valutazione del rischio sarebbero uguali in tutte le succursali d'Italia e attesterebbero un improbabile «basso rischio»; a contestare la sicurezza del luogo di lavoro, ci sarebbe F. L. responsabile dei lavoratori per la sicurezza (Rls) della Cgil che portando la questione in tribunale avrebbe evidenziato che l'azienda sarebbe strutturalmente impossibilitata ad effettuare correttamente la valutazione del rischio; quasi nessun dipendente avrebbe mai visto in faccia un responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp), in quanto lo stesso dovrebbe gestire da solo 5 direzioni regionali, 260 negozi e 5 piattaforme logistiche;
inoltre, nella relazione dello stesso Rls, i negozi sarebbero insicuri, le merci e i macchinari spesso ostruirebbero le uscite di sicurezza; nel periodo invernale le temperature all'interno di alcuni magazzini scenderebbero fino ai 5 gradi. L'orario di lavoro sarebbe condizionato dalle previsioni di fatturato giornaliero; al di sotto di ipotesi di incasso, il personale viene mandato a casa. La valutazione sul rischio da stress lavoro correlato, espressamente richiamato dall'articolo 28 del decreto legislativo n. 81 del 2008, risulta semplicemente redatto in unica forma per tutti i centri Lidl e nasconderebbe il frequente e reiterato uso di ansiolitici fatto dagli stessi dipendenti, e l'evidenza di una correlazione con l'attività e soprattutto con l'organizzazione del lavoro provocata dalle sempre più pressanti richieste degli alti funzionari della catena Lidl;
a seguito delle suddette relazioni presentate all'azienda, F L., da 18 anni capo filiale di Lidl si è visto recapitare una lettera di licenziamento. Tutte le suddette segnalazioni hanno determinato un esposto presentato alla procura della Repubblica di Torino –:
se il Ministro interrogato sia al corrente di quanto esposto;
quali iniziative intenda assumere al fine di garantire il diritto alla sicurezza per i lavoratori dell'azienda in questione nel pieno rispetto del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
(5-03464)
CAPITANIO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
già con l'atto di sindacato ispettivo n. 5-03311, del 18 dicembre 2019, tuttora privo di risposta, l'interrogante richiamava l'attenzione del Governo sull'avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte di Adidas Italy per 41 lavoratori;
in particolare, nell'evidenziare che il piano della multinazionale tedesca di abbigliamento sportivo prevedeva un taglio di 500 dipendenti, focalizzava l'attenzione sulla sede di Monza, la principale in Italia con 277 dipendenti, quale maggior stabilimento a rischio per il futuro dei 35 lavoratori del reparto credito, per la scelta aziendale di trasferire le relative funzioni in Portogallo;
secondo quanto pubblicato sul quotidiano II Giornale di Monza in data 29 gennaio 2020, i temuti licenziamenti sono diventati una realtà;
nella risposta alla lettera che una decina di giorni fa i lavoratori avevano scritto al general manager Franck Denglos, per chiedere, anche a fronte dei risultati positivi e della forte crescita di tutti gli indicatori, di utilizzare gli strumenti di ammortizzazione sociale conservativi dell'occupazione, di ricorrere alle uscite volontarie e di ridiscutere un nuovo piano industriale – coinvolgendo anche le istituzioni – al fine di dare stabilità ai livelli occupazionali in Italia, considerato il susseguirsi di riorganizzazioni aziendali, la multinazionale tedesca ha risposto dichiarando di non voler retrocedere dalla scelta di delocalizzazione e che i 41 licenziamenti sono necessari;
dinanzi a tale situazione, che coinvolge il tessuto economico-produttivo e i livelli occupazionali, appare sconcertante, per l'interrogante, la totale assenza del Governo –:
se e quali urgenti iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Governo intenda adottare in merito alla specifica vicenda di cui in premessa e, più in generale, per contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni da parte di multinazionali spinte solo dalla logica del profitto.
(5-03465)
SALUTE
Interrogazione a risposta orale:
FIORINI. — Al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
il coronavirus, in codice 2019-nCoV, partito dalla città cinese di Wuhan, ha causato finora in Cina 170 morti ufficiali, a fronte di casi accertati portatisi a 7711 unità: è il bilancio stilato alla mattina del 30 gennaio 2020 dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese. Il contagio ha superato nella Repubblica Popolare quello del 2002-2003 legato alla sindrome respiratoria acuta grave (Sars), fermatosi a quota 5.327, in base alle statistiche ufficiali dell'organizzazione mondiale della sanità (Oms). Quanto ai decessi, i 170 casi finora imputabili al coronavirus di Wuhan sono ancora lontani dai 349 di fine 2003;
il Ministero della salute ha fatto sapere che, fino ad ora, si sono rivelati negativi tutti i casi sospetti segnalati nel nostro Paese dall'inizio dell'epidemia. In caso di contagio, la procedura adottata dal Ministero prevede il ricovero del paziente nel reparto di malattie infettive dell'ospedale della regione. In caso di complicanze è previsto il trasferimento allo Spallanzani di Roma o al Sacco di Milano;
risultano attivi i controlli, con un aumento del personale medico, negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, in particolare per i voli intercontinentali provenienti dalla città focolaio di Wuhan;
ad ogni modo, la situazione rimane preoccupante: sebbene il rischio di pandemia sia ritenuto moderato e monitorato, al momento non si sa quanto il virus sia effettivamente pericoloso e nemmeno quanto sia veloce il contagio;
è fondamentale adottare ogni iniziativa utile volta a prevenire il contagio e a tutelare anche i nostri connazionali e le attività produttive italiane attualmente presenti e operative nelle aree più a rischio –:
di quali informazioni il Governo disponga in merito alla diffusione del «coronavirus» e se sussista il rischio effettivo di un'emergenza di salute pubblica di livello internazionale;
quali iniziative siano state messe in campo, quali ulteriori iniziative si preveda di assumere al fine di prevenire l'eventuale diffusione del virus nel nostro Paese e quali iniziative si intendano adottare a tutela dei cittadini e delle imprese italiane presenti all'estero, in particolare nelle zone più a rischio di contagio;
se si intendano intensificare i controlli presso gli scali aeroportuali, in particolare per quanto attiene ai voli provenienti dalle aree interessate dal contagio.
(3-01274)
SUD E COESIONE TERRITORIALE
Interrogazione a risposta scritta:
VARRICA. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale, al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:
la legge 23 dicembre 2014, n. 19, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015), prevede, all'articolo 1, comma 703, lettera d), che: «l'Autorità politica per la coesione può sottoporre all'approvazione del CIPE un piano stralcio per la realizzazione di interventi di immediato avvio dei lavori, con l'assegnazione delle risorse necessarie nel limite degli stanziamenti iscritti in bilancio. Tali interventi confluiscono nei piani operativi in coerenza con le aree tematiche cui afferiscono»;
il Cipe, con delibera n. 10 del 2018, ha assegnato le risorse al piano operativo «Cultura e turismo» che prevede quattro progetti integrati di riqualificazione e rigenerazione dei quartieri dei centri storici di quattro città del Mezzogiorno: Napoli, Taranto, Cosenza e Palermo. Per l'attuazione degli stessi, sono previsti la firma e l'attivazione di appositi contratti istituzionali di sviluppo (Cis);
in data 16 luglio 2019, l'allora Ministro per i beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, annunciava la firma del Cis per il progetto integrato per il centro storico di Napoli;
in data 6 agosto 2019, sempre il Ministro pro tempore Bonisoli ha firmato il decreto n. 356 di «Valutazione positiva della compatibilità del piano di interventi per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della Città vecchia di Taranto», trasmesso dal comune di Taranto ai sensi dell'articolo 8 del decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, dopo aver istituito una specifica cabina di regia composta, oltre che dalla competente Soprintendenza dai rappresentanti del Ministro per il Sud, dal comune di Taranto, dalla prefettura e dalla provincia;
il piano finanziario relativo alla città di Palermo prevede una spesa di euro 500.000 per il 2018, di euro 3,5 milioni per il 2019, di euro 22,625 milioni per il 2020, di euro 25 milioni per il 2021, di euro 20,375 milioni per il 2022, di euro 18 milioni per il 2023;
per effettuare gli interventi è necessario attivare la procedura di cui all'articolo del decreto-legge n. 91 del 2017, come convertito dalla legge n. 123 del 2017; su proposta del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo al Ministro delegato per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, deve effettuarsi l'attivazione del Cis, con conseguente costituzione del Comitato istituzionale presieduto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e successiva sottoscrizione del Cis; a tale sottoscrizione deve seguire la ricognizione delle risorse già programmate sopra elencate e la successiva definizione del piano degli interventi in collaborazione con le amministrazioni territorialmente competenti, con individuazione delle priorità, per finire con l'attuazione degli interventi medesimi;
gli investimenti sul centro storico di Palermo sono strategici per il futuro turistico-culturale e per la stessa identità della città e pertanto ogni percorso amministrativo va definito nel minor tempo possibile –:
secondo quali tempistiche e modalità si procederà alla definizione dell’iter amministrativo previsto dalla legge e all'avvio degli interventi per un totale di 90 milioni di euro relativi alla riqualificazione e alla rigenerazione dei quartieri del centro storico di Palermo.
(4-04593)
Apposizione di una firma ad una mozione e modifica dell'ordine dei firmatari.
Mozione Zoffili ed altri n. 1-00239, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 agosto 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Delmastro Delle Vedove. Contestualmente, l'ordine delle firme si intende così modificato: «Zoffili, Delmastro Delle Vedove, Formentini, Coin, Comencini, Grimoldi, Ribolla, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Giglio Vigna, Caffaratto, Billi».
Apposizione di una firma ad una interrogazione.
L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Currò n. 5-03461, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 gennaio 2020, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Grimaldi.