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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 464 di lunedì 8 marzo 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 10,10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 24 febbraio 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Boschi, Brescia, Brunetta, Campana, Carfagna, Casa, Castelli, Cirielli, Coin, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Delrio, Di Stefano, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Formentini, Franceschini, Frusone, Gava, Gelmini, Germanà, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lacarra, Liuni, Lorefice, Losacco, Macina, Maggioni, Marattin, Molinari, Morelli, Mulè, Occhiuto, Orlando, Palazzotto, Parolo, Perantoni, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Speranza, Tabacci, Vignaroli, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna

I deputati in missione sono complessivamente 69, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. La Presidente del Senato, con lettera in data 3 marzo 2021, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali):

S. 2066 – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021” (Approvato dal Senato) (A.C. 2921​) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) V, X e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.

PRESIDENTE. Comunico che in data 3 marzo il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati il deputato Alessandro Benvenuto, in sostituzione della deputata Vannia Gava, dimissionaria.

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 4 marzo 2021, la deputata Gloria Vizzini ha dichiarato di dimettersi dalla componente politica “Centro Democratico-Italiani in Europa”, continuando ad aderire al gruppo parlamentare Misto.

Modifica nella composizione della Giunta per il Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato il deputato Davide Crippa a far parte della Giunta per il Regolamento, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del Regolamento, in sostituzione della deputata Anna Macina, entrata a far parte del Governo.

Discussione del disegno di legge: S. 2066 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 2921​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2921: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2921​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Francesca Anna Ruggiero.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO, Relatrice. Presidente, onorevoli colleghi, l'Assemblea avvia l'esame del disegno di legge n. 2921 di conversione del decreto-legge n. 2 del 2021, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per il 2021, approvato dal Senato.

Al decreto-legge n. 2 hanno fatto seguito i decreti-legge n. 12, che riguarda esclusivamente i limiti agli spostamenti interregionali per il periodo dal 16 al 25 febbraio 2021, e n. 15 del 2021, che riguarda sempre i limiti agli spostamenti, non solo interregionali, ma anche verso abitazioni private abitate nella stessa regione fino al 27 marzo 2021, oltre a prevedere un'integrazione della disciplina legislativa dei criteri di classificazione delle regioni in relazione ai tempi di scenario e ai livelli di rischio epidemiologico.

L'articolo 1 del disegno di legge di conversione, al comma 2, prevede dunque l'abrogazione dei predetti decreti-legge n. 12 e n. 15 del 2021, disponendo, al contempo, che rimangano validi gli atti e i provvedimenti adottati e siano fatti salvi gli effetti e i rapporti giuridici dispiegatisi durante la loro vigenza.

Al tempo stesso, il contenuto del decreto-legge n. 15 è confluito nel testo del decreto-legge in oggetto. Tale testo, non modificato nel corso dell'esame in sede referente alla Camera svoltosi presso la XII Commissione, si compone di sei articoli.

L'articolo 1, ai commi 1 e 2, differisce dal 31 gennaio al 30 aprile 2021 il termine per l'applicabilità delle misure restrittive enumerate dal decreto-legge n. 19 del 2020, nonché delle ulteriori misure circa spostamenti, riunioni e svolgimenti delle attività economiche dettate dal decreto-legge n. 33 del 2020.

Ai sensi del successivo comma 3, fino al 27 marzo 2021 sull'intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita fra i territori di diverse regioni o province autonome, fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Inoltre, ai sensi dei nuovi commi 4-bis e 4-ter, fino al 27 marzo 2021 è consentito nella zona gialla in ambito regionale e nella zona arancione in ambito comunale lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le ore 22, nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi. Tale misura non si applica nella zona rossa.

Qualora la mobilità sia limitata all'ambito territoriale comunale sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione, in ogni caso, degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Con il comma 5 dell'articolo 1 vengono aggiunti tre nuovi commi - 16-quinquies, 16-sexies e 16-septies - all'articolo 1 del decreto-legge n. 33 del 2020, con i quali si ridefiniscono i criteri di classificazione di una regione in relazione ai tipi di scenario e ai livelli di rischio epidemiologico. Si prevede così l'inserimento nell'articolo 1 del decreto-legge n. 33 del 2020 delle denominazioni zona gialla, zona arancione, zona rossa e zona bianca, già utilizzate nei provvedimenti attuativi per definire le zone caratterizzate da diverse tipologie di scenario, 1, 2 e 3, differente grado di rischio epidemiologico e con una determinata incidenza settimanale dei contagi ogni 100 mila abitanti, secondo i parametri già disciplinati ai commi 16-quater e 16-quinquies del medesimo articolo 1 del citato decreto-legge n. 33.

In ogni caso, la procedura di individuazione della classificazione della regione e i termini temporali di durata della stessa restano quelli stabiliti dai commi 16-bis e 16-ter del predetto articolo 1 del decreto-legge n. 33.

In base a tali norme, sulla base dei dati acquisiti e delle relative elaborazioni condotte dalla cabina di regia per la classificazione del rischio, il Ministro della Salute, sentito il Comitato tecnico scientifico, può individuare con ordinanza, sentiti i presidenti di regione interessati, le regioni da inquadrare in un ambito di misure diverso rispetto al complesso di misure valide per la generalità del territorio nazionale ovvero per le regioni gialle. Tali ordinanze ministeriali sono efficaci per un periodo minimo di 15 giorni, salvo che risulti necessaria, a seguito del monitoraggio, l'adozione di misure più rigorose.

L'articolo 2 del provvedimento in esame disciplina le sanzioni per la violazione delle misure di contenimento del contagio previste dall'articolo 1, prevedendo che si applichino le disposizioni di cui all'articolo 4 del decreto-legge n. 19 del 2020. Esso prevede che, salvo che il fatto costituisca reato, chiunque violi le misure di contenimento previste da DPCM, da ordinanza del Ministero della Salute o da provvedimenti delle regioni è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 400 a 1000 euro. Si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell'esercizio o dell'attività da 5 a 30 giorni per le violazioni che riguardano specifiche attività ricreative, commerciali o professionali. Una modifica approvata dal Senato specifica che la norma si applica nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 2, comma 2-bis, del decreto legge n. 33 del 2020. Quest'ultimo prevede che i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie che siano accertate in tempo successivo all'entrata in vigore della legge di conversione del medesimo decreto-legge n. 33 siamo devoluti allo Stato qualora si tratti di violazioni accertate da funzionari, ufficiali e agenti dello Stato e siano devoluti a enti territoriali, regioni, province e comuni qualora l'accertamento sia effettuato da loro funzionari, ufficiali e agenti.

L'articolo 2-bis, inserito nel corso dell'esame al Senato, prevede che la sospensione dell'attività dei centri sociali, culturali e ricreativi a seguito delle misure adottate sul territorio nazionale per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 non determina la cessazione della somministrazione di alimenti e bevande da parte degli enti del terzo settore. La disposizione si applica fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19. Le attività di somministrazione in oggetto possono, quindi, proseguire nel rispetto delle condizioni e dei protocolli di sicurezza applicabili alle attività economiche aventi il medesimo o analogo oggetto e, comunque, secondo modalità che evitino ogni forma di assembramento, anche occasionale.

L'articolo 3 concerne alcuni profili dell'attività di vaccinazione per la prevenzione delle infezioni da virus SARS-CoV-2, attività già oggetto di un apposito Piano strategico nazionale. Si prevede l'istituzione di una piattaforma informativa nazionale predisposta e gestita da parte del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19. La piattaforma è destinata, in primo luogo, ad agevolare le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione e il relativo tracciamento. In secondo luogo, la piattaforma svolge in regime di sussidiarietà, qualora il sistema informativo vaccinale di una regione o di una provincia autonoma non risulti adeguato e su richiesta del medesimo ente, le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione della somministrazione dei vaccini e di certificazione delle stesse, nonché le operazioni di trasmissione dei dati al Ministero della Salute. Si prevede anche il raccordo con l'Anagrafe nazionale vaccini, disciplinando l'inserimento in essa dei dati individuali relativi alle vaccinazioni in oggetto.

Il commissario straordinario, d'intesa con il Ministro della Salute e il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, trasmette, ogni sessanta giorni, una relazione alle Camere sullo stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini e ne informa periodicamente la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome. Si stabilisce, inoltre, la trasmissione all'Istituto superiore di sanità dei dati individuali relativi ai soggetti a cui sia stata somministrata la vaccinazione in esame, contenuti nella suddetta Anagrafe nazionale dei vaccini.

Infine, l'ultimo comma dell'articolo 3 reca un'autorizzazione di spesa, pari a 966 mila euro, per il 2021, per il potenziamento dell'infrastruttura tecnologica e applicativa dell'Anagrafe nazionale dei vaccini.

L'articolo 3-bis, inserito nel corso dell'esame al Senato, consente alle aziende sanitarie e sociosanitarie pubbliche, in relazione allo stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, di conferire incarichi retribuiti al personale sanitario già collocato in quiescenza, a condizione che tali incarichi abbiano una scadenza non successiva al 31 dicembre 2022 e che i medesimi soggetti abbiano maturato i requisiti anagrafici e contributivi per il pensionamento di vecchiaia. La disposizione in esame è ammessa nel rispetto dei limiti di spesa vigenti per le singole regioni e relativi al personale degli enti del Servizio sanitario nazionale. Al conferimento dell'incarico a titolo oneroso consegue la sospensione dell'erogazione del trattamento pensionistico per le corrispondenti mensilità.

La possibilità prevista dall'articolo 3-bis è formulata in deroga esplicita al divieto per le pubbliche amministrazioni di conferire a titolo oneroso, anziché gratuito, cariche in organi di governo ovvero incarichi dirigenziali o direttivi o di studio e di consulenza a lavoratori pubblici o privati già collocati in quiescenza.

L'articolo 4, comma 1, lettera e), dispone che le elezioni suppletive per seggi della Camera dei deputati e del Senato dichiarati vacanti entro il 28 febbraio 2021 si svolgano entro il 20 maggio 2021. Si ricorda che, al momento, non vi sono seggi uninominali vacanti presso il Senato; presso la Camera dei deputati si è reso vacante il seggio della circoscrizione uninominale Toscana Siena-12, per dimissioni di un deputato.

L'articolo 4, comma 1, lettera b), dispone l'ulteriore differimento del termine entro cui dovranno svolgersi le consultazioni elettorali riguardanti i comuni i cui organi sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa. La disposizione in esame introduce a tal fine una novella all'articolo 1, comma 4-terdecies, del decreto-legge n. 125 del 2020, prevedendo che le medesime procedure elettorali si tengano entro il 20 maggio 2021 e non più entro il 31 marzo.

Le lettere b-bis) e b-ter) del comma 1 dell'articolo 4, introdotte nel corso dell'esame al Senato, estendono all'anno 2021 la disciplina che riduce a un terzo il numero minimo di sottoscrizioni per la presentazione delle liste e delle candidature nell'ambito delle elezioni nelle regioni a statuto ordinario, facendo salva la facoltà delle regioni di prevedere in modo difforme. La norma è motivata in ragione del permanere dell'emergenza da COVID-19 e della gravità del quadro epidemiologico sul territorio nazionale.

L'articolo 5 estende fino al 30 aprile 2021 la validità dei permessi di soggiorno di cittadini di Paesi terzi, nonché dei titoli di soggiorno che siano in scadenza nel periodo tra il 31 dicembre 2020 e quella medesima data.

Con l'articolo 5-bis, introdotto nel corso dell'esame al Senato, si prevede che le disposizioni in esame si applichino alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e Bolzano, compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti e le relative disposizioni di attuazione.

L'articolo 6 concerne, infine, l'entrata in vigore del decreto-legge.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, Deborah Bergamini. A lei la parola.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Mi riservo, eventualmente, di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, innanzitutto, volevo ricordare la Giornata internazionale per i diritti della donna, visto che nessuno l'ha fatto: oggi è l'8 marzo ed è un evento molto importante. Oggi ci troviamo qui a convertire il decreto-legge del 14 gennaio 2021, uno degli ultimi decreti-legge del Governo Conte, sul quale il mio movimento, al Senato, aveva presentato parecchi emendamenti per tentare di snaturare quella che ne era l'impostazione, che è stata, in realtà, snaturata dagli eventi, perché tutti sappiamo cosa è successo nell'ultimo mese e, anche da un punto di vista pandemico ed epidemiologico, che cosa si è fatto. Quindi, sul piano vaccinale, sui poteri al commissario eravamo fortemente contrari per i motivi che tutti potete immaginare; oggi ritiriamo alla Camera questi emendamenti, appunto, per il prosieguo della situazione, una situazione che ha visto dei cambi di passo, che ha visto delle modifiche, che vedrà nelle prossime ore, probabilmente, un nuovo DPCM, vedrà una nuova impostazione della situazione attuale emergenziale.

Io voglio dire una cosa: arrivo da un territorio, la Valsesia, che è stato penalizzato nelle scorse settimane e non lo voglio imputare, ovviamente, al Governo, che era insediato da poche ore, ma che, secondo me, deve rappresentare il modus operandi di questo nuovo Governo per le future azioni: non è possibile dare, dalla sera alla mattina, indicazioni su quello che avverrà nella nostra Nazione. E non mi riferisco solamente alle indicazioni del Piano pandemico e dei colori delle regioni, che sono concordate nella Conferenza Stato-regioni, penso alle chiusure dell'ultimo minuto, come delle piste da sci che, per un'economia territoriale come la nostra, sono state un grosso problema. Io non discuto che le piste da sci dovevano rimanere chiuse, probabilmente, per tutta la stagione, e così sarà.

Discuto il fatto che, a poche ore dalla presunta apertura, siano state fatte spendere risorse ad aziende già vessate e che avevano speso risorse per accendere gli impianti, per fare tutta una serie di cose, e l'apertura è stata impedita. Ebbene, questo è quello che non vogliamo più vedere e non voglio parlare della mia questione territoriale ma proprio di un'impostazione governativa; vogliamo capire su diversi temi e ci rendiamo partecipi, essendo al Governo, di un'azione di visione. Questa Nazione ha bisogno di un piano vaccinale importante e mi sembra che ci si stia adoperando per questo con un modo diverso di reperire le risorse, riuscendo anche a valutare altri tipi di vaccini, perché ciò che è importante è che più persone possibili possano vaccinarsi entro breve termine. Questo è importante non solo da un punto di vista psicologico ma è importante per permettere alla cittadinanza di riuscire a vivere serenamente e uscire da questo incubo che ormai ci attanaglia da troppi mesi. Dobbiamo avere risposte concrete da dare ai nostri cittadini e anche sul mercato del lavoro, che viene lambito da questo decreto, ma so che sarà uno degli argomenti che verranno trattati in queste ore dal Premier Draghi. E' importante dare una visione ed è per questo motivo che noi, come Lega, abbiamo deciso di partecipare a questo Governo; lo facciamo avanzando delle proposte; vogliamo essere propositivi, quindi non andiamo a riproporre gli emendamenti; convertiamo questo decreto anche se, per tanti motivi, è di fatto superato (penso anche alla data delle elezioni che non è più in vigore ed è stata spostata al 10 ottobre; rispetto al decreto infatti la collega ha letto tutta una serie di aggiornamenti); vogliamo partecipare a questa visione e lo facciamo fattivamente. Quindi, nelle prossime ore, i miei colleghi si esprimeranno con l'orientamento di voto ma, da parte del nostro movimento, c'è propositività per questa situazione che assolutamente attanaglia tutti gli italiani.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente, questo è un decreto molto particolare perché è uno degli ultimi decreti del Governo Conte che sta per essere convertito in legge, su cui una parte della maggioranza attuale al Senato si è astenuta (la Lega si è astenuta), ed è un provvedimento che è passato con pochi voti di differenza. Ci sono diverse questioni di cui parlare e veramente mi dispiace molto, Presidente, che, su un decreto di tale portata, rispetto all'emergenza e ai numeri che stanno nuovamente salendo sul territorio italiano (pare sia aumentato dell'1 per cento in due giorni il rapporto tra tamponi effettuati e tamponi positivi, quindi siamo passati dal 6,5 a 7,5), un decreto che assorbe altri due decreti nella conversione in legge (originariamente era di 6 articoli ed il Senato giustamente, apportando alcune modifiche a mio avviso migliorative, l'ha fatto diventare di nove articoli), come dicevo prima, rispetto alla quantità di lavoro che c'è da fare in ambito sanitario da parte del Ministero, è veramente un peccato che non ci sia qui nessun sottosegretario alla Salute, che non ci sia qui il Ministro della Salute. Per quanto riguarda la mia componente, provo veramente molto imbarazzo rispetto all'arroganza di questa assenza, rispetto anche a molti emendamenti migliorativi che sono già stati presentati in sede referente presso la Commissione affari sociali dove, anche in quel contesto, vi era l'assenza dei due sottosegretari alla Salute e del Ministro della Salute. E questo in un momento in cui, a causa dell'emergenza e di questa crisi voluta e architettata da Renzi, i tempi sono stati compressi in maniera tale che si è potuto intervenire solo ed esclusivamente al Senato, perché i tempi non sono sufficienti per poter fare una terza lettura. Quindi, al di là di quello che ci possiamo dire della moral suasion con riguardo al Governo in questo momento, la Camera dei deputati in questo momento, dal punto di vista sostanziale, è imbavagliata rispetto alla possibilità di incidere su questo decreto, rispetto a moltissime cose che erano rimaste in sospeso da parte del Ministero della Salute, ma non solo. Comunque, questo decreto riguarda l'emergenza epidemiologica, riguarda il differimento di molte date che giustamente devono essere differite e riguarda uno strumento nuovo, finalmente: un portale, un'anagrafe vaccinale COVID, perché, dopo un anno dall'emergenza COVID, si è pensato bene che forse c'è bisogno di un portale informatico che possa riunire tutte le informazioni ed è appunto l'articolo 3 di questo decreto, su cui mi esprimerò in maniera attenta e con alcune proposte, ma che non potranno essere ascoltate, non potranno essere assorbite, perché mancano gli esponenti del Ministero della Salute. Si tratta di proposte su cui c'è un grandissimo dibattito a livello della cittadinanza, a livello della comunità scientifica, a livello degli esperti di statistica, a livello degli esperti di utilizzo e investimento nel settore, non solo dell'informatica ma dei dati che possono essere utilizzati per anticipare molte di queste situazioni che riguardano le recrudescenze dei casi COVID positivi ad un anno dall'emergenza COVID. Vado quindi con ordine perché bisogna dire anche cosa c'è di buono, soprattutto cosa c'è di buono, ma questo è un compito che riservo alla maggioranza. Il mio compito è quello di pungolo e di ricordare quello che vi siete dimenticati; e tra le cose che vi siete dimenticati, parlo soprattutto ai grand commis di Stato che siedono nel CTS e in questo Governo, fatto da capi di gabinetto, ci sono molte questioni. L'articolo 1 prevede tutta una serie di differimenti assolutamente sacrosanti, i quali, poiché siamo all'interno della terza ondata, potevano essere anticipati; giustamente il centrodestra ha fatto da pungolo per molto tempo rispetto a questa continua apertura e chiusura a yo-yo, perché non c'è una programmazione, non c'è una capacità previsionale anche rispetto ad una curva multimodale, perché gli statistici parlano chiaramente di curva multimodale e quindi di una curva che sale e scende, risale e riscende; noi siamo nella terza salita, non c'è bisogno di un genio per capire che la curva sarebbe risalita ancora per la terza volta. Quindi, questi differimenti in realtà non sono stati previsti in caso di recrudescenza, ma dobbiamo intervenire ancora con un decreto legislativo ad hoc d'urgenza. E' una buona novità di questo decreto che finalmente viene istituita la zona bianca, una zona franca, una zona in cui i cosiddetti casi COVID positivi sono talmente al di sotto della media che possiamo prescindere da molte restrizioni che sono previste nella zona gialla. Questo è un punto che sarà molto importante sottolineare perché va tenuto in considerazione con i cosiddetti 21 parametri che il CTS tiene come un numero sacro della cabala, a fronte di dati che vengono raccolti in maniera goffa e ritardata e su cui c'è una petizione online, ma, non solo, fatta da moltissime firme, molte molto note, alcune meno note.

Parliamo della redazione di Presa Diretta, parliamo della redazione di Report, parliamo soprattutto della Fondazione GIMBE che da un anno studia i dati che il CTS e l'Istituto superiore di sanità elaborano, che non sono dati grezzi, non sono dati disaggregati, ma pubblicati continuamente come dati aggregati, e soprattutto di Transparency International, di Scienza in Rete, di Altroconsumo, dell'Associazione Luca Coscioni, di Cittadini reattivi; qui si mettono in discussione le modalità con cui vengono raccolti i dati, ma anche il modo in cui vengono aggregati e pubblicati. Questa petizione si chiama “Liberiamoli tutti” e ha già raggiunto poco meno di 50 mila firme, 250 tra ricercatori e professori universitari, 174 organizzazioni promotrici. Lo abbiamo detto prima, insomma: è una raccolta per la trasparenza e la usability di questi dati, da parte di ricercatori, di statistici, di decisori, decisori politici, ovvero voi, ovvero noi, perché chi ha delle competenze, anche di tipo semplicemente universitario, si rende immediatamente conto di tantissimi bias, ovvero distorsioni nella raccolta e nella elaborazione di questi dati, che potevano essere anticipati. Queste distorsioni potevano essere viste ed elaborate proprio da parte di questi decisori politici, come voi e noi, e da parte di molti esperti. Veniamo ora al tema che mi sta più a cuore. L'articolo 3 prevede, nei suoi sette commi, se non sbaglio, la disciplina dei sistemi informativi funzionali all'implementazione del Piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2. Quindi, viene istituito un portale, viene istituita una piattaforma informatica, a disposizione degli addetti ai lavori, dei sanitari e dei medici che andranno a vaccinare. Piccola parentesi: nel Lazio, nel modello di prelazione dei sanitari che devono essere vaccinati, sono stati esclusi i medici, che possono proporsi come medici per fare i vaccini, perché hanno questa prerogativa e questa facoltà, ma, siccome non sono medici strutturati nel Sistema sanitario nazionale o non sono medici strutturati e dipendenti nel sistema sanitario del privato accreditato, non sono stati considerati tra i medici che avevano diritto di prelazione nella campagna vaccinale. Questa piccola chicca mi sarebbe piaciuto dirla anche al sottosegretario per la Salute, perché abbiamo delle segnalazioni di medici che, lavorando magari a partita IVA all'interno di strutture private o private accreditate, come specialisti o specialisti ambulatoriali, non hanno ricevuto la chiamata per fare i vaccini, però, possono candidarsi per fare i medici vaccinisti: questa è una delle nostre contraddizioni. Torniamo a questo portale. Bene, Presidente, io ho fatto un emendamento e gentilmente la relatrice ha proposto un invito al ritiro. Invito al ritiro, ricordiamo tutti, che si fa quando non c'è un parere contrario: si va nella stessa direzione prevista dal decreto o dal provvedimento, con una richiesta di presentare un ordine del giorno.

Bene, noi lo ripresenteremo in Aula questo emendamento. E questo emendamento prevede un altro portale, che secondo me è estremamente importante, che è a disposizione dei medici di base e dei pediatri di libera scelta. Per inserire cosa? Visto che i 44 mila medici di medicina generale in media hanno 1.150 assistiti, io invito tutti i colleghi a fare una chiamata al vostro medico di medicina generale: ciao Loredana, ciao Lorenzo, senti, mi puoi dire, in percentuale, tra i tuoi assistiti, quante persone hai in isolamento volontario, quante persone hai in isolamento obbligatorio, quante persone hai con diagnosi clinica da COVID? Perché ricordiamo all'Aula che, ancora adesso, in Italia, deve essere previsto il tampone per rientrare in quel famoso database di persone COVID positivi; ma se noi abbiamo da una settimana una persona a casa, che ha astenia, deve stare comunque in isolamento, magari non ha all'interno della casa una persona che lo può accompagnare al drive-in per fare il tampone e sta già male e lui ha già una diagnosi clinica di COVID positivo, secondo voi, dopo quanti giorni andrà a fare il tampone, nel momento in cui gli è arrivata l'anosmia? Perché, normalmente, il medico di medicina generale ti dice: aspetta un attimo in casa, perché io non so distinguere se questi sono sintomi influenzali normali o sintomi influenzali da COVID. Nel momento in cui arriva l'anosmia, quella è già una diagnosi clinica. Sapete con quanti giorni di ritardo arriva questo dato a disposizione del CTS e dell'Istituto superiore di sanità? Ve lo lascio immaginare, nel momento in cui i medici di medicina generale già devono far rientrare nei loro software applicativi regionali, della ASL, della loro categoria medica, perché ovviamente il fascicolo sanitario elettronico ancora non c'è e non ci sono delle piattaforme con dati interoperabili, a disposizione di questi medici di medicina generale. Ebbene, alla Sogei, che è il braccio tecnico e informatico del Ministero dell'Economia e delle finanze che ha circa 2 mila addetti, se gli venisse detto: mi fai una piattaforma, in cui io do username e password a 44 mila medici di medicina generale e a tutti i pediatri di libera scelta, in cui mi fanno copia incolla del codice fiscale, del nome e cognome. Io avrei già un portale importantissimo, che nutrirebbe questi dati, che sono fondamentali per la previsione. per la politica sanitaria previsionale di questo Stato, di questa Nazione. Quello che noi adesso sappiamo e su cui stiamo andando in emergenza, lo avremmo saputo probabilmente una settimana fa, perché avremmo una colorazione della Nazione data da cluster di 1.000-1.150 assistiti, perché ogni medico di base vi sa dire: io ho circa il 10 per cento, un 5 per cento in isolamento volontario, un 5 per cento in isolamento obbligatorio e di questo 10 per cento ho già la metà diagnosi cliniche e l'altra metà che devo aspettare se mi diventano di fatto persone con sintomi totalmente compatibili da COVID-19. Allora, noi abbiamo rinunciato - tutti questi Premi Nobel mancati che abbiamo continuato semplicemente ad accreditare in maniera autoreferenziale, escludendo completamente le Commissioni competenti - rispetto a questo tipo di possibilità, su cui noi continuiamo ad essere in grave ritardo, perché l'anagrafe vaccinale, il portale per l'anagrafe vaccinale, arriva comunque con grave ritardo. Cosa ottima, cosa buona, cosa giusta, ma arriva in ritardo. La campagna vaccinale è già iniziata da due mesi. Adesso noi, il 15 gennaio, abbiamo istituito il portale. Però, c'è un altro portale e noi non possiamo dipendere solo dai tamponi (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Prego, prosegua. Deputato Osnato! Prego, prosegua, concluda.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Quindi, come stavo dicendo, abbiamo presentato questo emendamento, e mi rivolgo ai grand commis di Stato, ai sottosegretari, al neosottosegretario di Forza Italia, che forse ha una grandissima voglia di incidere, cosa su cui le forze di maggioranza in questo momento non sono riuscite, il precedente Ministro non è riuscito ad assorbire queste richieste, i suoi fiduciari non sono riusciti a vederle. Se effettivamente guardo in generale l'arroganza con cui vengono in Commissione a fare le loro audizioni senza slide, senza dati, ma di fatto come se venissero a fare una chiacchierata al bar, come se tutto fosse disponibile già in rete, già pubblicato in rete, io dico che questa cosa non è vera, questa cosa non è assolutamente vera, perché noi abbiamo ancora un potenziale inespresso in termini epidemiologici che non si vuole vedere, non si vuole prendere in carico, non si vuole fare. Allora, per quanto riguarda i costi di un portale per 50 mila medici di base che devono fare “copia e incolla” di nome e cognome, codice fiscale, quattro categorie epidemiologiche: isolamenti volontari, isolamenti obbligatori, sospetti COVID compatibili, sospetti COVID compatibili con anosmia, non mi sembra che si debba fare una rivoluzione informatica, una rivoluzione culturale per far passare un'idea di questo genere, non mi sembra assolutamente; mi sembra una cosa buona e giusta in cui, se ci fosse un po' di attività di resipiscenza da parte del Ministero della Salute, probabilmente questo emendamento verrebbe assorbito e ripresentato come emendamento del relatore e del Governo, perché i costi del “Sunshine Act”, bontà sua, fermo al Senato da 23 mesi, erano stati computati come 300 mila euro, ok, 300 mila euro e 50 mila per tenerlo funzionante in un anno. Sono dei costi veramente risibili, allora bisogna fare, come dice la campagna DatiBeneComune, e invito effettivamente il sottosegretario Sileri, il sottosegretario Costa, il Ministro della Salute Speranza ad aprire le orecchie su queste cose, perché non sono cose che mi sono inventato io, queste cose vengono dalla comunità dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta che possono fornire dei dati significativi di persone che hanno un'alta o altissima probabilità, poi, di diventare persone con una diagnosi da COVID-19 e queste cose si possono sapere prima, con una raggruppamento e una perimetrazione territoriale, immaginiamola proprio territorialmente declinata, di mille persone, mille assistiti alla volta o 1.500 assistiti alla volta. Questa, a mio avviso, è una cosa su cui il Governo deve riflettere in maniera molto approfondita.

Andiamo avanti rispetto alla questione dell'articolo 2 “Somministrazione di alimenti e bevande nei circoli ricreativi, culturali e sociali del terzo settore”. Ottimo, da questo punto di vista si sono sbloccate alcune assurdità. “Incarichi retribuiti al personale sanitario collocato in quiescenza”, eccoci, ogni volta che noi troviamo magari una soluzione troviamo una soluzione comunque a cosa? A cose che non si sono volute fare nei dieci anni precedenti, cioè una programmazione sanitaria degli organigrammi minimi da avere nelle aziende locali, nelle aziende ospedaliere e che il COVID-19 ha scoperchiato come un vaso di Pandora; troviamo come soluzione che dobbiamo richiamare in quiescenza i medici che abbiamo mandato per dieci anni in pensione senza turnover, perché avevamo il blocco del turnover, non sia mai, guai a dover andare a bussare all'Unione europea o al Ministero dell'Economia e delle finanze per poter dire: scusate avete messo un blocco, un macigno mostruoso; è ovvio che, poi, dopo aumenteranno i dati della privatizzazione della sanità, aumenta il dato del privato che è il più alto rispetto a Francia e Germania, cioè Francia e Germania hanno il 9 e rotti per cento del PIL che investono in sanità, di cui solo l'1 per cento, più o meno, l'1 o l'1,5 nel privato accreditato.

In Italia noi stiamo sull'8 e qualcosa, di cui il 2,5 del privato accreditato è fortemente in crescita, perché, da un lato, abbiamo voluto un sistema di governance sanitaria come in Lombardia: un modello misto pubblico-privato da sempre e, va bene, lo si osserva, si vede se funziona, nel Lazio, dove c'era Zingaretti, bontà sua: 3.500 posti letto tagliati, meno 14 per cento di personale sanitario assunto fino al 2019 e abbiamo le ASL, le aziende ospedaliere piene di soldi che non riescono a spendere perché ci manca anche il personale sanitario. Nella ASL di Viterbo avevamo praticamente, dieci anni fa, duemila persone assunte, adesso ci sono 1.200 persone, dopo dieci anni. Per cui, chi sono i geni che non hanno trasmesso questi dati al Ministero della Salute e chi sono i geni che al Ministero della Salute si sono ben guardati dal chiedere questi dati alle regioni, dati che avrebbero scoperchiato questo tipo di politiche sanitarie truffaldine durante gli ultimi dieci anni? Le avrebbero scoperchiate prima di tutto perché sono fuorilegge: tu non puoi gestire un'unità operativa che prevede minimo 9 tipi di specialisti all'interno di quell'ospedale se tra malattie, assenze e persone che sono andate in pensione te ne rimangono quattro; poi, vogliamo parlare di tutti i posti letto che sono sulla carta, ma che, proprio a causa del mancato completamento dell'organigramma, in realtà, non sono utilizzabili, perché se tu il personale infermieristico e il personale medico non ce l'hai, e allora questo è uno dei bias, per essere carini e coccolosi, Presidente, altrimenti parliamo di truffa, di truffa perpetrata ai danni dei cittadini italiani, ai danni dello Stato. Infatti qualcuno al Ministero della Salute che si occupava di programmazione sanitaria ha utilizzato come slogan di politica sanitaria un vecchio slogan utilizzato da Obama: “don't ask, don't tell”, cioè non chiedere e non dire, che Obama utilizzava per risolvere il corto circuito delle dichiarazioni di omosessualità all'interno delle Forze armate americane, noi, invece lo utilizziamo per giustificare la mancata programmazione sanitaria del Ministero della Salute, don't ask, don't tell: tu non chiedere e fatti i fatti tuoi, le regioni non inviano e se le regioni non inviano guai se qualcuno alla programmazione sanitaria poi fa uscire delle veline o manda delle PEC o manda delle e-mail dicendo: scusate, non ci avete inviato i dati, non ci avete inviato i dati di quanto personale avete bisogno tra medici specialisti e infermieri per ogni vostro singolo dipartimento e unità operativa, per ogni vostro singolo ospedale, per ogni vostra singola azienda territoriale; non ce li avete inviati.

Perché questa cosa faceva comodo, faceva comodo che non venissero inviati e faceva comodo che nessuno al Ministero della Salute li chiedesse, tranne durante il periodo della Ministra Grillo che ha chiesto ovunque in tutta Italia, a tutte le regioni: inviateci i dati dell'assenza dei medici specialisti nelle vostre aziende, inviateceli! Poi, di nuovo, più nulla, poi, di nuovo, più nulla. Queste sarebbero accuse gravi se non fossero vere, ma in questo caso non sono più accuse, sono constatazioni.

Ecco altre questioni, comunque, rispetto alle asticelle così basse di cui, in generale, i nostri potenti funzionari e i nostri potenti politici al Governo si accontentano: va bene, c'è un altro ulteriore differimento di disposizioni urgenti per lo svolgimento di elezioni per l'anno 2021, una proroga in materia di permessi e titoli di soggiorno, tutto giusto, peccato che è del 21 gennaio un'interpellanza urgente perché a giugno abbiamo chiuso il numero verde per la salute mentale che era stato istituito dal Ministero della Salute, che sfruttava, questo lo dobbiamo dire, le associazioni di psicologia dell'emergenza iscritte al Registro nazionale della Protezione civile che grazie a un vecchio decreto Prodi doveva prevedere che si istituissero delle task force d'emergenza, sia all'interno della ASL, tra i dipendenti ASL, in tema di salute mentale, e sia al di fuori, attraverso queste associazioni di psicologia per l'emergenza, e che era previsto ovviamente per i terremoti.

Nessuno pensava che ci potesse essere una pandemia. Va bene, sono state utilizzate queste associazioni, è stato attivato questo numero verde, dal momento che la cittadinanza italiana è isolata nelle case è a distanza, con grandi problemi di lavoro e di salute mentale - lo sappiamo benissimo ed è inutile che mi ripeta - e questo numero verde è stato chiuso a giugno 2021. E' stata presentata un'interpellanza urgente a mia firma e a firma di Carmen Di Lauro, a gennaio 2021, in cui il Governo, lo stesso Ministro risponde: “Certo, reistituiremo il numero verde che è stato chiuso a giugno 2020 e prevedremo anche un'adeguata retribuzione”. Morale della favola: anche in quel caso accuso Rezza, direttore generale della prevenzione al Ministero della Salute, di essere totalmente inerte su questo punto. Recentemente il tavolo tecnico per la salute mentale è stato appena reistituito, aggiornato: benissimo! Era stato chiesta, in tempi non sospetti, dal MoVimento 5 Stelle, in una risoluzione, almeno la pubblicazione dei verbali di questo tavolo tecnico per la salute mentale. Sono più di 20 persone, si incontrano, si dicono delle cose, c'è una comunità di addetti ai lavori, di 40 mila addetti del Sistema sanitario nazionale che si occupano di salute mentale ed è stata richiesta dal MoVimento 5 Stelle la pubblicazione dei verbali. Sapete qual è stata la risposta, che io immagino sia stata suggerita dal direttore della prevenzione? Che non si può per motivi di privacy. Diciamolo: c'è una parte politica che ha chiesto la pubblicazione dei verbali del CTS, e ha fatto bene, e poi Conte ha imposto la pubblicazione dei verbali del CTS (anche quelli non erano pubblici). Grazie all'accesso agli atti è stato fatto, si è creata una pressione per renderli pubblici. Bene, vorremmo sapere che cosa si dicono in questo tavolo tecnico per la salute mentale, perché gli addetti ai lavori possono proporre suggerimenti, idee; possono sapere in che direzione vanno le politiche sanitarie, quindi adeguarsi e intervenire. È stato detto che non si può per motivi di privacy: il problema al Ministero della Salute era quello di mettere delle righe con il pennarello in rosso per anonimizzare ciò che era stato detto (quello era stato il problema). Allora, c'è un grosso problema di trasparenza, un enorme problema di trasparenza all'interno del Ministero della Salute, come ho già detto prima, di cui ci sono molti responsabili, grand commis di Stato, che sono sempre gli stessi che girano, e su cui c'è proprio questa cappa di opacità, questa nebbia su cui non si vuole intervenire.

E, allora, io concludo anche dicendo che è un'occasione mancata: in questo decreto non c'è nulla per la salute mentale, nonostante Delrio in quest'Aula, nella dichiarazione di fiducia a Draghi, si sia strappato le vesti, dicendo: “Siamo in un momento di isolamento sociale, di difficoltà psicologica, di depressione, ed è un momento difficilissimo su cui occorre intervenire”. Ce ne fosse uno! Qui sono stati presentati degli emendamenti sulla salute mentale e non possono passare, non possono passare…

PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Non possono passare, dicevo, e questa è la situazione, perché il Parlamento e i parlamentari vengono considerati degli utili idioti che devono pigiare i bottoni…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). …e così non è, perché sappiamo moltissime cose su cui dobbiamo effettivamente colloquiare e dialogare con questi…

PRESIDENTE. La ringrazio.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). …sacerdoti della salute che si sono chiusi in una torre d'avorio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Intervengo a nome della collega Lisa Noja. Quello in esame oggi è l'ultimo passaggio di una lunga sequenza di decreti-legge susseguitasi ormai da un anno e reca, anzitutto, una disposizione che differisce dal 31 gennaio al 30 aprile di quest'anno il termine per l'applicabilità, dove necessario, di tutte le misure restrittive previste dall'articolo 1 del decreto-legge n. 19 del 2020, nonché di quelle ulteriori circa spostamenti, riunioni, svolgimento delle attività economiche, dettate dal decreto-legge n. 33 del 2020 e soprattutto l'articolo 1, commi 1 e 2. Nel testo del provvedimento è confluito il contenuto del decreto-legge n. 15 del 2021, con la conseguente proroga al 27 marzo del divieto di mobilità tra le regioni e l'introduzione della normativa delle nuove denominazioni di “zona bianca”, “zona gialla”, “zona arancione” e “zona rossa”.

Io su questo aspetto volevo, se possibile, condividere una riflessione, ossia che il Comitato per la legislazione da ultimo, nel parere reso nella seduta del 12 gennaio 2021, ha raccomandato di evitare forme di intreccio tra più provvedimenti d'urgenza, atteso che, in particolare, la confluenza in un unico testo di più articolati attualmente vigenti può ingenerare un'alterazione del lineare svolgimento della procedura parlamentare di esame dei disegni di legge di conversione di decreti-legge e di provocare un danno anche agli equilibri istituzionali. Quindi, noi sappiamo molto bene - parlo al sottosegretario - che si tratta di circostanze indipendenti dal Governo, ma come conseguenza di questa situazione vi è stato un esame sostanzialmente monocamerale dell'odierno decreto-legge. Quindi, è bene ricordarlo a noi stessi e impegnarci tutti affinché insieme potremo evitare in tutti i modi che possa ripetersi un iter come questo, riconoscendo la necessità di piena centralità del Parlamento per i provvedimenti futuri. La fase forse è più delicata perché abbiamo finalmente un'arma potente, i vaccini, che ci consente di guardare con fiducia al futuro, ma ci confrontiamo con l'insidia delle varianti. È ormai noto che la variante inglese è più contagiosa di circa il 40 per cento rispetto a quella a cui siamo abituati e molti studi affermano che questa maggiore contagiosità è anche accompagnata da un aumento dei casi gravi tra gli ammalati, legato all'esponenzialità rapidissima della crescita dei contagi, aumento che, esso stesso, viene stimato intorno al 40 per cento.

Giorni fa l'Istituto superiore di sanità aveva previsto che la nuova variante inglese diventasse prevalente in breve tempo, con un conseguente impatto sulla circolazione del virus. Gli ultimi dati sembrano confermare la correttezza di questa previsione e, infatti, siamo a quella che sembra la soglia di una terza ondata nel nostro Paese. Si continua a osservare un'importante accelerazione e l'aumento di incidenza della variante inglese a livello nazionale (ormai siamo praticamente a 195 casi su 100 mila abitanti, quando a metà febbraio eravamo a 145 casi ogni 100 mila abitanti). La variante inglese è anche presente in determinate fasce d'età: nella fascia dei più giovani, tra i 19 e i 50 anni, siamo al 44 per cento dei casi; invece, nella fascia più anziana, over 50, siamo al 38 per cento dei casi. Per questo non possiamo abbandonare il principio precauzionale a cui ci siamo ispirati in questi lunghi mesi e che ci consentirà di tenere sotto controllo la diffusione dell'epidemia in attesa che la campagna vaccinale sia diffusa su larga scala.

Il vaccino, però, ci dà un elemento di grande conforto e ci deve far guardare al futuro con fiducia. Alzando lo sguardo fuori dal nostro Paese sappiamo che questo strumento è estremamente efficace. In Paesi come Israele o la Gran Bretagna infatti, dove la campagna vaccinale ha già raggiunto buona parte della popolazione (nel Regno Unito sono ormai oltre 20 milioni gli abitanti vaccinati), la curva dei contagi, dei ricoveri e dei decessi è stata piegata e i Governi stanno programmando un progressivo ritorno alla normalità (nel Regno Unito verso metà giugno ci sarà un pieno ritorno alla normalità). Ma i primi segnali degli effetti positivi sembrano intravedersi anche in Italia. Secondo il report sempre dell'Istituto superiore di sanità, a partire dalla seconda metà di gennaio si osserva un trend in diminuzione del numero di casi negli operatori sanitari e nei soggetti di età over 80, verosimilmente ascrivibile alla campagna di vaccinazione in corso. Esiste, dunque, uno strumento potente per contrastare il virus. Per questo nei prossimi mesi, quelli necessari per immunizzare larghe fette di popolazione, dovremo tenere insieme la speranza con la prudenza per arrivare a far sì che quella speranza si concretizzi in un dato reale, in una svolta nella lotta al COVID.

A un anno di distanza dall'inizio della pandemia occorre, però, la consapevolezza che il nostro Paese è fiaccato economicamente, socialmente e psicologicamente. Ciò richiede più che mai il dovere di spiegare passo passo il senso delle misure che adottiamo, a cosa servono esattamente e a quale elemento di contenimento sono funzionali. Per esempio, se decidiamo di chiudere le scuole dobbiamo fornire elementi chiari che suffraghino la decisione presa. In questo modo, per i cittadini è più semplice comprendere e anche accettare le decisioni che andranno prese in ragione dell'evoluzione del quadro epidemiologico. Allo stesso tempo, oggi più che mai abbiamo il dovere di esaminare con grande attenzione l'impatto delle misure restrittive che adottiamo. In questo senso, in Senato nell'odierno provvedimento è stata introdotta una previsione molto importante, in forza della quale la sospensione delle attività dei centri sociali, culturali e ricreativi, a seguito delle misure adottate sul territorio nazionale per fronteggiare l'emergenza epidemiologica, non determina la cessazione della somministrazione di alimenti e bevande da parte degli enti del Terzo settore (questa è una misura, a nostro avviso, molto importante).

Questa disposizione, che si applica fino alla data di cessazione dello stato di emergenza, è fondamentale per consentire a tanti enti, a tanti centri no-profit, che attualmente assicurano un sostegno anche a tante persone in difficoltà, di proseguire questa opera preziosissima nel rispetto delle condizioni di sicurezza applicabili alle attività economiche aventi il medesimo o analogo oggetto, e comunque secondo modalità che evitino ogni forma di assembramento. Anche sul piano vaccinale serve una svolta che non riguardi solo l'approvvigionamento, ma anche la necessità di predisporre un piano operativo efficace per i vaccini; siamo molto soddisfatti che questa svolta da noi invocata da tempo sia finalmente arrivata. La scelta di restituire alla Protezione civile ha un ruolo centrale va in questa direzione, così come la nomina di persone di indiscussa competenza e capacità organizzativa, come il generale Figliuolo e l'ingegnere Curcio per guidare, rispettivamente, la struttura commissariale per l'emergenza COVID e la Protezione civile. Anche nel provvedimento in esame, all'articolo 3, trovano spazio alcuni profili dell'attività di vaccinazione; infatti i commi 1 e 2 prevedono l'istituzione di una piattaforma informativa nazionale, predisposta e gestita da parte del commissario straordinario avvalendosi prevalentemente del supporto di società a partecipazione pubblica. Questa piattaforma servirà per agevolare l'attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione e il relativo tracciamento. Quindi, cerchiamo assolutamente di evitare, con questa piattaforma, i problemi e i gravi errori che abbiamo riscontrato l'anno scorso, quando è stata lanciata la App Immuni.

Il comma 5 dell'articolo 3 prevede anche il raccordo con l'anagrafe nazionale dei vaccini, disciplinando l'inserimento in essa dei dati individuali relativi alle vaccinazioni. Non possiamo nasconderci che disporre già di una piattaforma vaccinale unica sarebbe stato assai meglio e che, tenuto conto di come le linee guida sul piano vaccinale sono state adottate, con il decreto ministeriale del 2 gennaio 2021, che prevedeva espressamente l'attivazione di tale piattaforma, sarebbe stato utile averla già funzionante. È bene, comunque, procedere ora rapidamente.

Il comma 3 della norma in questione prevede che il commissario straordinario, d'intesa con il Ministro della Salute e il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, trasmetta ogni sessanta giorni una relazione alle Camere sullo stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini e ne informi periodicamente la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome. Questo passaggio è molto importante perché la campagna vaccinale è un aspetto fondamentale nella lotta contro la pandemia e il Parlamento deve essere coinvolto e deve poter contribuire.

Sempre sui vaccini, tre ultime riflessioni. Uno degli aspetti attualmente più sensibili della campagna vaccinale riguarda le categorie di priorità e, lo scorso 24 febbraio, il Parlamento ha adottato una risoluzione che contiene un impegno specifico sulla priorità vaccinale alle persone fragili e ai loro caregiver, a cui l'Esecutivo sarebbe ora tenuto a dar seguito. Il 1° marzo è stata inviata al Ministro della Salute una lettera sottoscritta da più di cento parlamentari di tutti i gruppi, incluse le presidenze delle Commissioni Affari sociali della Camera e Igiene e Sanità del Senato, nonché da oltre 40 associazioni di pazienti con malattie rare e da altre realtà del mondo associativo, come Cittadinanza attiva, UILDM e l'associazione NADIR, che rappresenta persone con l'HIV. Nella lettera si chiede di rivedere subito le attuali raccomandazioni, pubblicate lo scorso 8 febbraio, prevedendo la precedenza per tutte le malattie rare e le patologie gravi, ora inspiegabilmente escluse, e, in generale, per tutte le persone con disabilità e i loro caregiver. Questo è il messaggio più importante del mio intervento, sottosegretario, e io spero che lei se ne faccia portavoce con il Governo. È un tema molto importante, credo che sia un nostro contributo, del Parlamento, molto costruttivo. Noi dobbiamo assolutamente rivedere le categorie delle priorità e includere tutti i malati gravi d'Italia. Questo è un tema molto, molto importante e facciamo appello a lei per portare questo messaggio al Ministro della Salute, in favore delle persone fragili e dei loro caregiver. È un'urgenza indifferibile, specie alla luce della Babele regionale a cui i cittadini più vulnerabili assistono in queste ore e che noi di Italia Viva avevamo paventato in tempi non sospetti.

Mi sento di aggiungere, Presidente, altre tre mie considerazioni personali. Chiediamo che sia possibile ai cittadini italiani iscritti all'AIRE, quindi formalmente residenti all'estero ma che sono temporalmente in Italia, di potersi registrare e di ottenere il vaccino qui nel nostro Paese, il loro Paese. Molti di loro abitano in Paesi dove la campagna vaccinale non comincerà ancora per tanti, tantissimi mesi, quindi sarebbe veramente giusto - perché anche loro sono cittadini italiani - andare loro incontro e poterli vaccinare, permettendo loro di registrarsi, in linea con quanto stanno facendo tanti Paesi; penso agli Stati Uniti, per esempio, che permettono anche ai non residenti di accedere al vaccino; credo che ciò sia qualcosa di molto importante e affido questo secondo messaggio al sottosegretario.

Concludo con un'ultima riflessione. Io mi sento, a nome di Italia Viva, di sostenere pienamente la decisione del Governo di bloccare l'esportazione dei vaccini prodotti in Europa da AstraZeneca. Da troppe settimane AstraZeneca si sta prendendo gioco di molti, troppi Paesi, tra cui l'Italia e altri Paesi europei.

Il mancato rispetto dei contratti ha delle conseguenze, soprattutto quando riguarda Stati sovrani che stanno cercando medicinali salvavita per i propri cittadini. Il blocco dell'export fa parte di misure concordate a livello europeo durante l'ultimo Consiglio europeo ed è stato attuato in Italia, dal Governo Draghi, soltanto una volta che è stato confermato che questa decisione non avrebbe avuto impatto sulla campagna di vaccinazione di Paesi vulnerabili. AstraZeneca ha deciso unilateralmente di tagliare drasticamente la fornitura di vaccini, citando oscuri problemi di produzione, mentre continuano a spuntare faccendieri che giurano di poter fornire i vaccini di AstraZeneca. Gli Stati non possono stare fermi e aspettare i tempi dell'arbitrato internazionale mentre la pandemia continua a mietere vittime. Più che di ragion di Stato, è una questione di credibilità nei confronti dei nostri cittadini. Dobbiamo riaffermare il giusto equilibrio tra le grandi multinazionali farmaceutiche, che sono riuscite in tempi record a trovare e a creare i vaccini contro il COVID, e gli Stati, che devono agire insieme affinché sia garantita a tutti la vaccinazione nel più breve tempo possibile. Nessun Paese deve rimanere indietro e, per questo motivo, l'Italia deve sostenere in tutti i modi, politicamente ed economicamente, il programma COVAX delle Nazioni Unite, affinché tutti i Paesi del mondo possano ricevere gratuitamente i vaccini contro il COVID-19.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, siamo qui per l'ennesima volta ad affrontare la sanatoria di un DPCM illegittimo e abusivo. Siamo ormai abituati, purtroppo, ad affrontare atti del tutto anticostituzionali. Rispetto a questa prassi, che ormai viviamo in Parlamento, in gli atti amministrativi vanno a conculcare le libertà personali, la libertà di circolazione, la libertà di impresa, le libertà più profonde su cui si basa la nostra democrazia, la nostra Italia, ebbene questa abitudine, questa tragica abitudine, purtroppo ha portato l'Italia, in questa pandemia, ad essere la Nazione con il maggior numero di morti in proporzione alla popolazione; ha portato l'Italia ad avere la maggior perdita di PIL, circa il 9 per cento; ha portato l'Italia ad essere in ginocchio. Sottosegretario, oggi - lei lo sa benissimo - è l'8 marzo, quella giornata dedicata alle donne; ebbene, le donne hanno pagato un prezzo ancora più alto rispetto ad altri durante questa pandemia. Lei, sottosegretario Bergamini, sa benissimo che durante la pandemia, purtroppo, sono state 4 mila le attività guidate da donne che hanno chiuso. Durante questa pandemia, il 50 per cento delle donne è disoccupato; durante questa pandemia, una donna su due rinuncia a pensare di poter costruire il proprio futuro. Già le donne si trovavano in una situazione drammatica di diseguaglianza, già le donne, a parità di lavoro e di mansioni, percepiscono il 60 per cento di stipendio, di riconoscimento economico, rispetto agli uomini, già le donne versano in una condizione difficile: ebbene, questa pandemia non ha fatto altro che aumentare questa diseguaglianza. Sottosegretario, io sogno un'Italia in cui le donne possano competere in condizioni di parità con gli uomini perché ne viene riconosciuto in ogni momento il merito. Non sogno un'Italia di quote rosa: no.

Le quote rosa sono l'ultimo strumento che rimane quando, invece, il diritto al merito, il diritto ad essere riconosciute, il diritto ad avere una progressione in carriera giusta e piena, il diritto all'inserimento nel lavoro delle donne viene negato.

Ebbene, l'Italia che io sogno è un'Italia diversa, in cui invece le donne che sono così capaci, che hanno un talento proprio, una genialità, la sensibilità di apportare quegli strumenti che mancano al genere maschile, non perché abbia una diminutio, ma semplicemente perché la strada maestra è quella della complementarietà tra le capacità maschili e quelli femminili, che si uniscono nella costruzione di un'Italia, di un'Europa e di un mondo migliore. Sottosegretario, io sono indignata per questi DPCM, perché questi DPCM hanno dimostrato come non sono in grado di far rialzare l'Italia, come non sono in grado di sostenere le donne, come non sono in grado di abbattere le diseguaglianze. Che cosa speravamo come Fratelli d'Italia? In una discontinuità, speravamo che questo Governo, il neo Governo Draghi fosse un Governo di discontinuità rispetto al Governo Conte. Lo speravamo, ma purtroppo questo DPCM ci conferma che la discontinuità non ha da venire. L'avevamo già visto, all'inizio, con la nomina di Ministri e la conferma di Ministri importanti, provenienti dal Governo Conte, Ministri come Lamorgese, Ministri come Di Maio, Ministri come Speranza, che hanno dimostrato, in questi mesi, la loro incapacità e il loro fallimento rispetto alla gestione della pandemia. Abbiamo visto questa mancanza discontinuità nel momento in cui, a nove ore dalla riapertura degli impianti sciistici, in realtà si è disposto che rimanessero chiusi, e anche lì non c'è stata discontinuità e oggi la vediamo con la conversione in legge di un decreto-legge, che conferma questa assenza di discontinuità. E allora a me vengono in mente le parole del Ministro Cartabia quando era Presidente della Corte costituzionale. Il Ministro Cartabia diceva: non esiste un diritto speciale in tempi eccezionali, esiste la Costituzione come bussola che ci deve guidare per poter navigare nel mare tormentato della pandemia. Io mi chiedo - e chiedo a me stessa - e poi mi permetto di chiedere a lei, ai colleghi in Parlamento: che fine hanno fatto quelle parole? Che fine ha fatto quella incostituzionalità? Che fine ha fatto quel richiamo al Governo, al Parlamento di poter sostenere il valore della piena collaborazione attraverso una maggioranza e un Governo che dà la possibilità del confronto democratico tra opposizione e maggioranza? Che fine ha fatto? Perché ha fatto una fine molto triste. In questa legislatura abbiamo visto 25 decreti-legge confluire in un testo unico. Durante la pandemia abbiamo visto 20 decreti-legge confluire, progressivamente, in un testo unico. Il Comitato per la legislazione ha sottolineato più volte come non si può continuare a creare dei testi estremamente vasti, che riguardano più previsioni, più materie, che rendono difficile l'attività parlamentare, che rendono complicata la comprensione e che annullano il lavoro dei due rami del Parlamento. Perché, anche in questo caso, abbiamo visto, di fatto, il monocameralismo, abbiamo visto la conversione di questo decreto-legge concentrarsi al Senato, arrivare qui e poi avere a disposizione, alla Camera, cinque ore per presentare gli emendamenti, per discutere questo provvedimento, per cercare di dare il nostro contributo. Noi ci abbiamo comunque provato, noi come Fratelli d'Italia, come facciamo dall'inizio di questa pandemia, ci siamo messi a disposizione, ci abbiamo provato e anche in questo caso abbiamo provato a porre rimedio a quelle che sono delle assurdità. Perché sa, non ha senso, non ha davvero senso mantenere i mezzi di trasporto pubblici con persone accalcate, senza distanziamento e poi vedere i ristoranti a cena chiusi. Non ha senso, non ha senso vedere le palestre e le piscine chiuse, non ha senso, non ha senso dopo un anno di pandemia, perché siamo fuori dall'emergenza. I comitati scientifici, i tecnici ci dicono che questa pandemia durerà, forse, per un altro anno, ma forse anche per due, forse anche per tre, e allora noi abbiamo il compito di trovare il modo di convivere con la pandemia, ma rispettando libertà costituzionali come la libertà di impresa, di lavorare, di essere attivi protagonisti e di continuare ad esserlo nella propria vita e nel proprio contributo, nella comunità a cui si appartiene. Non ha senso perché potrebbero essere proposti dei protocolli che fanno sì che, come i ristoranti sono aperti a pranzo, lo siano pure a cena. Non ha senso, perché le palestre benissimo potrebbero adeguarsi, per permettere di poter fare attività - fra l'altro l'attività fisica giova alla salute, aumenta le difese immunitarie, fa sì che si contrasti meglio anche il virus - e, fra l'altro, questo servirebbe anche molto ai nostri giovani. Sa sottosegretario che l'ospedale Bambino Gesù ha lanciato un allarme durante la pandemia? Durante i mesi di pandemia sono aumentati del 30 per cento i ricoveri in neuropsichiatria infantile per atti di autolesionismo e tentato suicidio a danno di preadolescenti e adolescenti. Cioè i nostri giovani si feriscono, si tagliano, cercano di togliersi la vita. Questa non è un'idea peregrina di Fratelli d'Italia, questo è quello che ci dice la comunità scientifica che si occupa dei più piccoli. Si impone che questo Governo rifletta su tutto ciò e immagini qualcosa di diverso dalla didattica a distanza, ma soprattutto dall'assenza di strumenti di supporto, di aiuto, perché un disagio c'è e noi non possiamo chiudere gli occhi, aspettando che il Coronavirus sparisca per affrontare, anzi subendo, questa pandemia; non lo possiamo fare. E allora, come abbiamo tentato di aiutarvi? Vi abbiamo detto: no, i ristoranti devono rimanere aperti fino alle 22, con protocolli di sicurezza. Le palestre e le piscine devono rimanere aperte con protocolli e con sicurezza. Devono essere garantiti quegli aiuti per il supporto psicologico, perché sempre di più ci si ammala non solo di Coronavirus, ma anche di un male dell'anima. La salute mentale, la salute psicologica si sta perdendo sempre di più. Abbiamo cercato, attraverso i nostri emendamenti, di aiutarvi a correggere il tiro rispetto a quella presenza di genitori a casa, a fronte della quarantena dei figli e, quindi, immaginando indennità per i genitori con lavoro autonomo, oppure congedi parentali. Vi abbiamo chiesto, attraverso i nostri emendamenti, di riconoscere il supporto fondamentale che danno i caregiver familiari, cioè coloro i quali si prendono cura di familiari più fragili. L'avete promesso continuamente. I Governi che si sono preceduti al Governo Draghi, hanno promesso continuamente un'attenzione, ma questa attenzione non è stata data. Per esempio, in un nostro emendamento vi chiedevamo almeno di riconoscere, in forma simbolica, 2.000 euro di voucher, quei 2.000 euro, che minimamente rappresentano il reale aiuto che viene dato al familiare più fragile da parte di figli, di fratelli, di mogli, di mariti, di genitori.

In questo, e davvero in questo, la mancanza di discontinuità l'abbiamo vista per un altro motivo: per la decisione per quanto riguarda l'affidamento alla società McKinsey del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Anche qui, il Premier Draghi aveva deciso di incardinare il Piano nazionale di ripresa e residenza all'interno del MEF e di collaborare con tutti gli altri Ministri. E invece ci troviamo a pensare all'esternalizzazione ad una società privata statunitense del PNRR. Io immagino, sottosegretario, che Draghi conosca bene la società McKinsey e conosca bene il fatto che la società McKinsey sia stata coinvolta in una drammatica tragedia che ha riguardato gli oppioidi, negli Stati Uniti. Purtroppo, la società McKinsey ha collaborato con una casa farmaceutica e la casa farmaceutica si chiama Purdue, che produceva l'OxyContin, che è un farmaco oppioide, un analgesico, che è stato proposto, prescritto, con quantità enormi alla popolazione statunitense. Che cosa è successo rispetto a quella prescrizione? Sono morte, negli Stati Uniti, 273 mila persone. La società McKinsey si è trovata a pagare una multa di 600 milioni di dollari per 47 Stati. Il procuratore generale del Colorado ha dichiarato: “hanno messo il profitto davanti alla vita delle persone”. Perché la società McKinsey è una società che aiuta i Governi a spendere meno e ad aumentare i profitti, sì, ma sulla pelle della gente. In America la tragedia degli oppioidi ha dilaniato persone che non avevano nulla a che fare con la tossicodipendenza, persone che avevano problemi di analgesici perché avevano fatto degli interventi chirurgici magari, anche dei ragazzi a causa di infortuni, oppure donne con il mal di schiena a cui veniva prescritto con facilità un analgesico così forte come l'OxyContin. E questo abuso dei farmaci - che ha creato, sì, dipendenza - è stato promosso e proposto in collaborazione con la società McKinsey, che addirittura ha fatto pressioni su giornali, come il New York Times o il Financial Times, per non andare a screditare la credibilità della società. Addirittura hanno fatto pressione su quei giornali per non far apparire le richieste di madri che avevano perso il figlio a causa l'OxyContin: avevano perso il figlio perché quel figlio, a fronte dell'abuso di quel farmaco, ne era diventato dipendente e, quindi, ne chiedevano il ritiro dalla commercializzazione. E quella società ha richiesto che tutto ciò non venisse proposto nei giornali. Di questo è stata colpevole. E allora io mi chiedo: ma come si può pensare di affidare alla McKinsey il Piano nazionale di ripresa e resilienza? Come si può affidare alla McKinsey la protezione della vita degli italiani, in questo momento di pandemia, quando la McKinsey ha ammesso - e quindi ha pagato la multa di 600 milioni di dollari - di aver inferto un colpo durissimo alla vita negli Stati Uniti? Queste sono le nostre preoccupazioni, sottosegretario, perché in questo, no che non troviamo disponibilità, non ne capiamo il senso, se non quello di piegare ancora di più la nostra Italia. Noi siamo pieni di Ministeri, di capi dipartimento, di sottosegretari, di capi del legislativo, siamo pieni di professionalità nella nostra struttura, nella nostra macrostruttura democratica. Come si può pensare che all'interno della macrostruttura democratica nazionale non ci siano risorse valide, tali da poter proporre e permettere il Piano nazionale di ripresa e resilienza nella sua definizione e costituzione? Come si può pensare di utilizzare una società estera, degli Stati Uniti, che si è coperta di tali infamie? Non ha davvero senso. Vogliamo rendere gli italiani ancora più malati, oltre che del Coronavirus, anche di società che non hanno dentro di loro l'etica, la morale, per prendersi cura della vita delle persone, per mantenere in vita i popoli? No, sottosegretario, questa non è discontinuità. Quella che vediamo non è discontinuità. E pensare che, come Fratelli d'Italia, ce lo auguravamo. Ci auguravamo sinceramente che questo Governo Draghi potesse proporre discontinuità. E invece, quello che vediamo, almeno fino ad ora, e speriamo, speriamo sinceramente di poter cambiare idea, ma quello che vediamo è un mantenimento omeostatico di un sistema patologico, che non è capace di prendersi cura dei bisogni delle persone, di poterle sostenere, aiutare e di riportarle alla vita.

E per concludere, sottosegretario, è inevitabile che vengano in mente le parole di Tancredi del Il Gattopardo, che venga in mente che questo giro di danze sia un modo per far sì che tutto rimanga uguale, cambiando tutto. È inevitabile che noi lo si pensi, a questo punto. È inevitabile che noi si sia drammaticamente preoccupati. È inevitabile che noi si denunci tutto ciò, perché dalla conferma dei Ministri, dalle chiusure senza tempo, dalla proposizione dei DPCM e anche dall'affidamento del PNRR alla società McKinsey, noi non possiamo che pensare che ci sia una drammatica, preoccupante, ma anche vergognosa continuità con il Governo Conte da parte del Governo Draghi.

Noi speriamo che lei possa essere portavoce di queste nostre preoccupazioni e possa cambiare questa direzione che sta prendendo il Governo Draghi. Ce lo auguriamo sinceramente. Saremo a fianco a voi, se questo accadrà, avrete il nostro sostegno e il nostro voto, se questo accadrà, ma le diciamo che saremo i vostri più agguerriti avversari, perché in questo caso, nelle vostre mani, nelle nostre mani, c'è la vita degli italiani, la protezione della salute e dell'esistenza degli italiani. E a questo, cioè al difenderla, non rinunceremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Intanto, colleghi, riguardo all'organizzazione dei nostri lavori, vi preannuncio che, secondo le intese intercorse, sospenderemo la seduta al termine di questa discussione generale e fino alle ore 14. Questo anche per consentire alla Commissione finanze di essere presente in Aula nel momento in cui sarà chiamato il successivo punto all'ordine del giorno. Nel frattempo, come penso tutti sappiate, è in corso di svolgimento l'audizione del Ministro dell'Economia, da parte delle Commissioni V, VI e XIV della Camera e delle omologhe Commissioni del Senato. Chi fosse interessato, ovviamente, nel caso in cui abbia diritto e facoltà di parola, si può regolare conseguentemente attraverso le modalità previste dal nostro Regolamento.

È iscritto a parlare il deputato Stefano Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Io penso che noi siamo in una fase che richieda di valutare attentamente i rapporti Parlamento-Governo, tenendo conto della parte di verità delle cose che diceva ora la collega dell'opposizione, per quanto complessivamente non siano accettabili. Tra noi abbiamo questo decreto, che è un decreto di transizione da un Governo all'altro, che ci arriva obiettivamente in modo, a questo punto, non modificabile, causa i tempi di conversione dei decreti; quindi, invece che concentrarci su emendamenti o su pregiudiziali, dovremmo, insieme al Governo, valutare come tornare a una normalità del procedimento legislativo. Questo io penso che possa essere un obiettivo che ci accomuna al Governo e che ci accomuna anche alle forze che hanno deciso di porsi all'opposizione in quest'Aula, da un gruppo parlamentare, a componenti del gruppo Misto, perché dovrebbe essere un obiettivo di tutti, obiettivo reso anche più semplice dal fatto che la maggioranza è molto più ampia e quindi anche l'approvazione dei provvedimenti che ci sono, anche a cominciare dalla conversione dei decreti, è a priori più tranquilla e più rilassata.

Quindi, evitiamo di parlare di cose che non esistono, e di Recovery Plan appaltato a società private: noi abbiamo il Recovery Plan al parere delle Commissioni parlamentari - c'è un'audizione -, tutto avviene dentro il circuito Parlamento-Governo. Poi il Ministero dell'Economia e delle finanze ha dato una prima risposta, oggi ne darà un'altra, però il Recovery Plan sta nell'audizione di stamani del Ministro, sta nelle Commissioni parlamentari, dove tutti noi interveniamo e votiamo, quindi evitiamo di descrivere cose che non ci sono, lo stesso parlare di incostituzionalità. Quando l'attuale Ministro della Giustizia ha detto che non sentiva il bisogno di cambiare la Costituzione per affrontare l'emergenza, ci ha appunto detto che non serviva cambiare la Costituzione perché gli strumenti ordinari ci sono.

Ora, però, è vero che sono emersi in questi mesi - anche per vari motivi evidentemente di emergenza, in cui progressivamente ciascuno di noi ha cercato di trovare soluzioni in via pragmatica - una serie di problemi che possiamo affrontare in maniera più distesa. È vero che, per esempio, i decreti che assorbono altri decreti sono un problema, sono un problema nei rapporti Parlamento-Governo e sono un problema anche per i cittadini e per gli operatori del diritto, che si trovano decreti che improvvisamente scompaiono e ricompaiono da altre parti sotto forma di emendamenti del Governo. Quindi, un primo ragionamento da fare tranquillamente, di tutte le forze politiche con il Governo, è di cercare di evitare il più possibile questi fenomeni, convertendo uno ad uno ciascun decreto; io penso che su questo si possa ragionare. S, poi, esistono dei casi eccezionali in cui il Governo dovrà fare i conti con questa esigenza, verrà e ce li spiegherà, e saranno delle eccezioni alla regola: eccezioni possono sempre darsi, però la regola deve essere, da qui in poi, quella che ciascun decreto è convertito autonomamente, e l'eccezione si motiva.

Anche sull'uso dei DPCM non c'è un problema di illegittimità costituzionale, perché nelle materie in cui sono stati usati la riserva di legge non è assoluta, ma relativa e quindi è ben possibile, attraverso i DPCM, specificare delle scelte che vengono fatte nei decreti che vengono convertiti. Però, per come è costruito anche l'ultimo DPCM, che in sostanza costruisce le tipologie delle zone, delle zone colorate, forse, da qui in avanti, da quando scadrà questo DPCM, si potrebbe fare anche a meno dei DPCM, cioè potremmo avere un sistema in cui questa costruzione delle zone va in fonte primaria, va in un decreto e, dall'altra parte, poi ci sono le ordinanze e quindi un sistema più semplice e più comprensibile. Però, appunto io penso che il modo di farlo dovrebbe essere un modo di dialogare apertamente col Governo, sottolineando queste esigenze che abbiamo, di un rapporto più equilibrato e di una normativa che sia più comprensibile ai cittadini. Abbandoniamo, quindi, lo strumento propagandistico degli emendamenti e quello ancora più propagandistico delle pregiudiziali e lavoriamo, insieme al Governo, per segnare una discontinuità, perché i prossimi mesi possono essere, anche con la campagna di vaccinazione, un'uscita progressiva dall'emergenza, che è anche un'uscita dall'emergenza che ha un po' colpito la regolarità del procedimento legislativo.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maria Teresa Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Grazie, Presidente, grazie sottosegretario. Tutti, o quasi tutti comunque, abbiamo detto “sì” a questo Governo Draghi, ma questo non è che significa stare zitti nelle Commissioni, durante le riunioni, e soprattutto qui in Aula, quando non si è d'accordo con le scelte dell'Esecutivo, oppure in Commissione, o in qualsiasi assise: qui ne va di mezzo la salute di tutti. Certo, non sono discussioni che dovremmo fare per fare polemica, ma proprio per un disaccordo sui fatti contingenti, che non migliorerebbero certamente le scelte fatte in questa pandemia. Ma su cosa vanno fatte e, soprattutto, che cosa scaturisce da queste scelte? Oggi, per esempio, mentre sto parlando, abbiamo più di 20 mila nuovi casi al giorno, un tasso di positività che è passato, in un giorno, dal 6,65 al 7,65 per cento, poco meno di 300 morti in un giorno, quasi 100 mila dall'inizio dell'epidemia, e quasi 500 mila italiani attualmente positivi: siamo in piena pandemia, contrariamente a quello che ho sentito dire poc'anzi. Sono aumentati i ricoveri, sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive; sono, in una regione, occupati più del 30 per cento dei posti in terapia intensiva, e questo sappiamo essere un enorme campanello di allarme, l'abbiamo già vissuto un anno fa. L'unico elemento positivo è il calo dei decessi. È chiaro e inattaccabile che l'epidemia sta correndo e dobbiamo fare in fretta, stiamo andando veramente verso un trimestre molto decisivo, dobbiamo dare delle risposte veloci per tutti noi, per tutto il Paese.

Questo decreto, quindi, è un decreto per convertire in via definitiva ulteriori misure urgenti per il contrasto all'epidemia da SARS-COV-2, un decreto varato a metà gennaio, discusso in Senato un mese e mezzo fa, ma, con la crisi di Governo, oggi veramente ha dei tempi molto stretti; del resto, dobbiamo muoverci, dobbiamo rincorrere questo stato di necessità, i tempi sono fondamentali in sanità.

L'obiettivo di questo ennesimo provvedimento è quello proprio di rallentare la diffusione del virus, una pandemia, una realtà italiana, dove, all'emergenza sanitaria, si associa una grande crisi economica e produttiva; emergenze davvero difficili da gestire perché le misure adatte ad una emergenza vanno ad essere bloccanti per l'altra, ma certamente, senza salute, l'economia non può andare avanti, non segue gli stessi binari che ha sempre usato, quindi dobbiamo tenerlo presente e, tra tante cose molto discordanti, a volte dobbiamo cercare di dire chiaramente qual è la priorità. Occorre un cambio di passo, ma soprattutto capire le priorità dell'azione che dobbiamo fare: non sono più accettabili decreti e provvedimenti dell'ultimo minuto, come è stato fatto anche recentemente; occorre davvero guardare avanti, con una programmazione e, soprattutto, mettere in condizione i cittadini di poter lavorare, ma la programmazione, quando ci sono delle problematiche sanitarie, è fondamentale. Sono scelte difficili che questo Governo dovrà fare e aver puntato su una cabina di regia e avere una continua interlocuzione con le regioni è davvero molto importante, è sicuramente vincente.

È fondamentale capire di più sulla diffusione, studiare l'ambiente, il modo di come e dove si vive, questo è fondamentale. Questo virus non lo conosciamo, non sappiamo abbastanza, è sfuggito qualcosa sul controllo della diffusione e sulla qualità delle cure. Le cure, vedete, sono molto lasciate a se stesse; ho sentito anche tanti interventi precedenti al mio: quando pensiamo che una persona forse ha il Coronavirus, la lasciamo lì, controlliamo, ma i pazienti non vengono curati, i pazienti rimangono a casa, proprio per una programmazione che non è stata fatta. È passato un anno e ancora non siamo al punto in cui dovevamo essere. È fondamentale in sanità, è fondamentale programmare il nuovo Piano vaccinale e credo che sarà strategico per il controllo pandemico; è proprio stato il cambio della guardia voluto da questo Governo, un ruolo del commissario straordinario dell'emergenza COVID, una grande decisione, una cosa molto importante, che finalmente ha dato un cambiamento importante, e vedremo dove ci porterà. Finalmente vedo anche un cambiamento verso la cura, verso l'apertura agli anticorpi monoclonali, una cosa su cui solo adesso l'EMA ha cominciato a rispondere, ma non c'è mai stata, da parte del Governo, una spinta verso l'anticorpo monoclonale. Sono la prima cura: quando il paziente è positivo, si può dare l'anticorpo monoclonale, si blocca il virus. È costoso, difficile, ma tutto è difficile in sanità.

E poi l'altra importante cosa da fare è la ricerca, puntare molto sulla ricerca. Del resto, i farmaci antivirali, quelli che ci hanno permesso di debellare l'epatite C, sono farmaci di cui abbiamo esperienza e possiamo programmare la ricerca. Non possiamo far vivere i ricercatori e i medici in affanno continuo; è questa la difficoltà, perché non possono analizzare la storia naturale del virus, la cura del virus. Oggi l'epatite è quasi scomparsa, ma comunque è curabile e si è risolto questo problema.

L'emergenza è sicuramente vaccinare adesso, questa è l'emergenza più importante; è senza dubbio il reale problema, ma il reale problema sono i vaccini, che dovevano essere disponibili. Fino adesso se ne è parlato: arrivano, chi li fa, chi non li fa; ma, quando ci sono i vaccini, è facile vaccinare. Tutti abbiamo un medico di base, tutti. Il medico di base ha il controllo di tutti i suoi assistiti, al massimo sono 1.500 assistiti, ma i medici di base quanti vaccini ricevono ancora a settimana? Molto poco, sono solo dieci vaccini, sei vaccini, secondo le regioni.

Ma questo mi ricorda un po' il problema delle mascherine, che non è un problema di poco conto. Qualcuno è responsabile di non aver detto di mettere subito la mascherina, di non averle rese obbligatorie per le persone nei pronto soccorso. La mascherina è fondamentale, ma poi alla fine si è scoperta la verità: la verità è che le mascherine non c'erano, non erano disponibili in quantità sufficiente, e qualcuno dovrà risponderne prima o poi.

Siamo in ritardo sui vaccini, ma credo che questo Governo, il Governo Draghi, abbia dato e possa dare una grande accelerata e non creare ulteriori confusioni, perché non dobbiamo spostare l'attenzione sempre su qualcosa che poi non esiste. Il problema è il numero dei vaccini, i vaccini disponibili. I medici e le strutture ci sono. Oggi è una grande cosa poter dire che, con un decreto, sarà istituita l'anagrafe vaccinale; finalmente, non era una cosa così complessa da non averla pensata prima. Occorrono i ricercatori, occorre una nuova visione sul significato di salute.

Questo virus ci ha portato di fronte a questa realtà, ci ha riportato, qualcuno dice, indietro, non lo so, a quello che naturalmente le persone possono avere. Si possono ammalare e non sappiamo, non possiamo programmare di che cosa si possono ammalare; si possono ammalare di epidemie che nell'arco della storia ci sono sempre state.

Dobbiamo tenere conto di una cosa importante: puntare molto sull'educazione ambientale e sull'educazione sanitaria, nel rispettare le regole, perché ancora oggi guardate che le regole non vengono rispettate. Milano anche ieri era piena di persone, di giovani ragazzi che non usavano la mascherina, che si radunano verso sera; non ci sono controlli, non c'è il distanziamento. Il distanziamento non è normato, non c'è; un metro e mezzo o due metri: deve essere rispettato, altrimenti il contagio ci sarà, e bastano uno o due contagi per poter diffondere una malattia. Questo è indispensabile per loro e per tutti quanti, e per la salute di tutti.

Credo che il Governo riuscirà, ma ciascuno davvero dovrà fare la sua parte. L'Italia potrà ripartire e ripartirà, ma tutto dovrà essere fatto con nuove modalità, che saranno certamente dipendenti dal Governo, ma saranno anche dettate da nuove esigenze e da cittadini che naturalmente le richiederanno e le faranno. Ormai il cittadino in tutta questa confusione non crede più a quello che viene detto, e quindi, se prima è stato in un modo poterlo tenere in casa o far rispettare le regole, oggi è sempre più difficile. Sono le stesse Forze dell'ordine che hanno delle grandissime difficoltà nel far rispettare le regole, perché il cittadino risponde. Cosa facciamo, non c'è una multa, non c'è una sanzione per un distanziamento non rispettato, e poi come è dimostrabile?

La sanità dopo questa pandemia dovrà necessariamente cambiare. I virus sono come le radiazioni, non hanno confini: il problema di una regione diventa il problema di un'altra regione. Oggi Sardegna e Sicilia possono permettersi di far controllare chi entra e chi esce: mi meraviglio perché non è stato fatto prima. Potevano essere due regioni, lo dissi dall'inizio, che potevano avere una capacità produttiva, avere un controllo di chi entrava e chi usciva, ma, come al solito, le cose vengono sottovalutate. Mi chiedo davvero perché hanno aspettato così tanto. Dobbiamo correre perché oggi il problema non è controllabile: ci sono i portatori sani, ci sono i giovani che hanno il virus, non hanno sintomatologia e lo trasmettono agli altri. Questo è il reale problema, questo è il reale problema delle varianti, perché questo virus si adatta e ci sono persone forti che non si ammalano, ma che portano il virus.

E quindi cominciano adesso i casi di persone molto giovani, di ragazzi, e soprattutto anche di persone di mezza età, forti, che prima non si ammalavano, e che oggi si ammalano, perché è un virus molto grosso, un virus di 30 mila basi - fate conto che quello dell'epatite C ha 9 mila basi - quindi muta facilmente e può trasmettersi all'altro.

Le priorità vaccinali: oggi chi deve vaccinarsi prima? Questa è una domanda che il Governo deve riproporsi. Sottosegretario, pensi a questo concetto di chi vaccinare per primo, a parte le priorità, i sanitari, le Forze dell'ordine, poiché loro hanno molti contatti. Ma pensiamo alle badanti: le badanti vanno di casa in casa; loro, poverette, magari si ammalano, sono persone magari forti, però trasmettono di famiglia in famiglia questo problema. Ci sono tantissimi casi in città come Milano; questo problema è molto importante.

Fino ad ora siamo andati avanti con i DPCM, oggi agiamo con un decreto-legge: un grande passo avanti, un grande segnale. Cerchiamo di ascoltare - è quello che dico - la scienza, che necessita di dati e necessita anche di rispetto. Controlliamo le fake news: il 68 per cento delle fake news riguardano il Coronavirus.

Vorrei ricordare adesso tutti coloro che oggi sono in ritardo nei controlli, nelle diagnosi, nelle terapie, negli interventi chirurgici, quanti malati, quante persone con tumori, con malattie cardiovascolari: per quanto riguarda queste patologie siamo in ritardo. È giusto concentrarsi sui vaccini, e quindi ribadisco la necessità di una produzione nazionale e indipendente per la disponibilità dei vaccini, è importante perché non sappiamo cosa ci riserva il futuro; passare da una visione di importazione a una visione di esportazione dei vaccini.

Ultimo, ma non ultimo, è la produzione indipendente anche dei dispositivi: parlo di mascherine, parlo di camici, parlo di cannule, parlo di respiratori. La guerra dell'accaparramento non deve più esserci, non sappiamo veramente cosa sarà il futuro per quanto riguarda le varie infezioni virali o comunque le patologie acute.

Riprendendo quello che ho detto all'inizio, un Governo unito è in grado di adottare tutte le migliori scelte per superare questa emergenza. È chiaro che l'epidemia e l'economia sono un tutt'uno, le scelte sono interdipendenti. Siamo una di quelle economie più sviluppate al mondo, siamo la seconda manifattura, ma adesso più che mai dobbiamo ricreare quelle situazioni per esprimere le nostre potenzialità; potenzialità importanti che devono diventare dei binari davvero per la nostra rinascita.

Oggi è la Giornata della donna, credo che la donna paghi sempre delle grandi difficoltà. Sono in questo Intergruppo alla Camera che lavora molto fortemente per la donna, ma, rispetto a quello che è stato detto prima da una mia collega, non credo che il prezzo più alto in questa pandemia lo abbia pagato la donna. Il prezzo più alto di questa pandemia lo hanno pagato i malati, lo hanno pagato coloro che hanno delle patologie croniche, quelli che sono in aspettativa, quelli che non stanno bene.

Quindi, credo che dobbiamo pensare a loro e dobbiamo pensare alla cura, perché la cura, che sembra una cosa banale, è ancora la cosa più difficile. Senza i medici, senza coloro che curano non può esserci sanità, non può esserci cura; e su questo il nuovo Governo deve ricordare che è il medico che pensa sempre al malato. Tutti i medici che sono morti: i loro parenti sono dispiaciuti che non possano più curare, perché mancano ancora medici, mancano ancora persone. Abbiamo tenuto chiuso questo numero e mancano i medici. Siamo tra i migliori al mondo a formare nuovi medici, nuovi professionisti, nuove specializzazioni, nell'ambito di una ricerca e dei modelli nazionali, dalla diagnosi alla cura, veramente eccellenti. Cerchiamo di non sciupare questo confondendoci con cose che invece non hanno significato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, crediamo che ci sia ben poco di nuovo oggi da dirci e da raccontarci. Alla scadenza dell'ultimo DPCM di Conte è stato approvato un altro DPCM che dispone più o meno i medesimi divieti e prescrizioni, a cui, secondo i colori - ora anche con sfumature, giallo rinforzato, arancione scuro - si sono attenuti e dovranno attenersi ancora i cittadini in questa singolare narrazione dell'emergenza.

Ai “ristori” ora abbiamo i “sostegni”, anche se non sappiamo ancora quali. L'aggancio con la realtà da parte del Governo Draghi è ancora lontano. Piccoli segnali ci sono: la rimozione di Domenico Arcuri è stata frutto della pressione di Fratelli d'Italia e, devo riconoscere, anche di segmenti della maggioranza. Dopo gli scandali con Benotti, le “primule”, le mascherine cinesi, le siringhe, i vaccini, ci chiediamo cos'altro servisse per cacciarlo da lì dove era, in Via del Tritone.

Ora il Governo sta valutando un'ulteriore proroga del termine dello stato di emergenza, che già viene posticipato in questo decreto. Con il COVID-19, a detta di numerosi scienziati, dovremmo probabilmente convivere per molto tempo: chi dice un anno, chi dice due, chi addirittura tre e oltre. Non è quindi possibile, colleghi, pensare di continuare a tempo indefinito con la limitazione delle libertà personali, e so bene che chi ci ascolta, che rappresenta oggi il Governo, è molto sensibile a questo tema, quello delle libertà personali. Il 2021 deve essere l'anno del ritorno alla normalità: non è immaginabile, colleghi, che sia normale il coprifuoco in una democrazia occidentale; non è immaginabile che sia normale potersi spostare solo all'interno del proprio comune o della propria regione; non è immaginabile, colleghi, che sia normale addirittura avere limitazioni agli incontri tra persone, parenti o amici che siano; e non è normale, colleghi, che debba essere un DPCM a stabilire quale relazione affettiva io abbia con la persona con cui vado a prendermi un caffè. Non possiamo pensare di sospendere le nostre libertà e di affidarle a un DPCM.

Che senso ha permettere ai ristoranti di restare aperti a pranzo e vietare, invece, che possano essere aperti la sera? Vedete, Fratelli d'Italia ha presentato un emendamento, anche ultimamente, per chiedere che, in zona gialla, bar, ristoranti, pub, gelaterie, pasticcerie potessero restare aperti fino alle ore 22, mentre, in zona arancione, fino alle ore 18. Ben poco di nuovo anche su questo decreto-legge, invece: il solito bicameralismo alternato, con una Camera che lavora su un provvedimento e l'altra che lo ratifica.

Va detto, colleghi: la campagna di vaccinazione è il motore della ripresa economica. Gli Stati Uniti hanno superato gli 80 milioni di vaccinati e, entro l'estate, tutti gli adulti saranno vaccinati; gli inglesi corrono. Fuori dall'Unione europea la campagna di vaccinazione ha acquistato velocità e intensità, in Europa no. Ci sono, evidentemente, gravi errori della Commissione europea nella gestione delle forniture, dei contratti, della logistica, dei tempi dei singoli Paesi nell'organizzazione della campagna, fra cui purtroppo l'Italia. Senza dosi non c'è vaccinazione e Fratelli d'Italia, nei giorni scorsi, ha presentato, con Giorgia Meloni e i rappresentanti della Commissione sanità, Gemmato e Bellucci, e i capigruppo, un proprio piano che permetterebbe il 60 per cento di vaccinati entro l'estate. Per autorizzare la distribuzione e la somministrazione di tutti quei vaccini attualmente disponibili, non possiamo attendere certo le lungaggini burocratiche dell'Europa e i passaggi degli organi interni italiani, come l'EMA e l'AIFA.

Un Governo che, con grande facilità, a colpi di DPCM, chiude dal giorno alla notte le attività e limita fortemente la libertà degli italiani, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e fare tutto il necessario per dire subito se un farmaco è utilizzabile o meno, magari utilizzando un proprio comitato di esperti per valutare il prodotto e velocizzare le pratiche amministrative. Ciò permetterebbe, colleghi, di prenotare subito le dosi necessarie e, ancora meglio, predisporre sin da subito gli impianti di futura produzione di farmaci e vaccini, come saggiamente un Ministro del nuovo Governo ha proposto di fare e sta cercando di fare.

Con i vaccini l'Unione europea ha registrato il suo fallimento più grande dal Trattato di Roma del 1957 ad oggi. Prima ancora che i vaccini avessero passato tutti gli step per l'autorizzazione a essere messi in commercio, la Ue ha stipulato contratti milionari con le case farmaceutiche che sono stati subito secretati; poi si viene a scoprire che sono contratti capestro, tutti a vantaggio delle grandi multinazionali del farmaco, che - vale la pena ricordarlo - mentre il mondo intero entra in crisi, volano in Borsa e regalano laute divisioni.

Siamo contrari al passaporto vaccinale, ennesima misura per violare i dati, anche sanitari, degli italiani, cosa su cui si è espresso contrariamente anche il Garante per la privacy, che certo non è Fratelli d'Italia. Siamo favorevoli alla libertà di scelta del vaccino e contrari alla sua obbligatorietà: ognuno deve essere libero di scegliere il vaccino che ritiene più efficace consultando il proprio medico, non perché imposto dalla burocrazia.

Ci sono anche delle criticità ulteriori. Sul sito ufficiale della banca dati europea delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci, sono riportati i dati relativi alle reazioni avverse al vaccino Pfizer BioNTech aggiornati alla data del 6 marzo. Da questa banca dati si accede anche al database dell'EMA ed è possibile vedere anche il numero delle reazioni avverse al Pfizer divise per Stati. Non si può non notare un dato macroscopico: in Italia, le reazioni avverse a questo farmaco sono assai maggiori rispetto a tutte le altre nazioni dell'Ue, dove viene conteggiata anche la Gran Bretagna. Ci chiediamo se il nostro Sistema sanitario sia davvero in grado di garantire ovunque gli standard di conservazione e applicazione particolarmente elevati di questo farmaco (basti pensare alla conservazione in frigo a meno 80 gradi).

In ogni caso, colleghi, i dati ufficiali indicano che c'è un'anomalia e qualcuno dovrebbe dare immediatamente delle spiegazioni.

Ora, la ricostruzione economica. Questa settimana le Commissioni parlamentari sono impegnate nella redazione dei propri pareri sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che, per inciso, in latino, resilere significa fare un passo indietro, un salto indietro. Uno dei nodi chiave della bozza del Governo Conte era la governance: Conte voleva attribuirla a un parlamentino di 300 tecnici, il Governo Draghi invece che fa? Lo affida al Ministero dell'Economia e a una specifica task force di tecnici aiutati da una società di consulenza straniera, la McKinsey. È vero, i Ministeri spesso assumono contractors, umiliando le risorse interne, per specifici progetti e, certo, la collaborazione pubblico-privato può anche, in alcuni casi, essere legittimata, però c'è qualcosa che non torna. McKinsey è la società di consulenza più importante al mondo ed è stata reclutata con una cifra ridicola di 25 mila euro più IVA, più o meno 30 mila euro; considerate che il project management equivale, più o meno, a una gestione dei progetti. In poche parole, sembra che la McKinsey lavorerà praticamente gratis - ma stiamo verificando con interrogazioni e question time -, ottenendo in cambio l'accesso a una quantità di relazioni e informazioni da utilizzare a scopi commerciali, compresa l'influenza sui progetti. Ricordiamo che questa società ha un comportamento molto opaco. I giornali citano la transazione pari a 600 milioni di dollari per il ruolo svolto nella promozione e diffusione dell'OxiContin, potente antidolorifico prodotto dalla Purdue pharmaceutical e all'origine di gravi dipendenze.

Siamo certi che questo sia il Governo dei migliori, colleghi? Non avrebbe avuto più senso affidarsi agli indirizzi del Parlamento, come ha chiesto Fratelli d'Italia, e poi alle valutazioni tecniche del personale della pubblica amministrazione, che ha dei suoi illustri rappresentanti anche al Governo, quindi a dimostrazione che sono persone di valore, magari reclutando - forse - giovani nelle strutture ministeriali? Su questo stiamo appunto presentando una specifica interrogazione.

Colleghi, la sfida che ora ci si pone davanti è quella di convivere con il COVID, con tutte le precauzioni necessarie, consapevoli di dover adeguare i nostri comportamenti, ma non di doverli annullare. Il Governo deve cambiare registro e passare dalla fase della proibizione a quella della promozione di comportamenti diversi, prudenziali e mirati alle esigenze della convivenza con il virus e questo, ovviamente, vale sia per le libertà individuali che per le libertà di impresa e di commercio. Si deve passare dalla fase dei divieti, che già troppo hanno penalizzato le nostre attività produttive e commerciali, alla fase della sensibilizzazione e promozione di comportamenti prudenti, con protocolli mirati per le diverse attività, tali da consentire, nella massima sicurezza, la ripresa o la prosecuzione delle stesse.

Autorevoli riviste internazionali hanno pubblicato uno studio in cui ricercatori, dall'analisi degli altri Coronavirus, rilevano che sia necessaria la circolazione del virus per ridurne l'aggressività, comprese le varianti, eliminando quindi le misure di distanziamento sociale; anche su questo dovremmo riflettere. Già è passato un nostro ordine del giorno per chiedere la riapertura dei luoghi della cultura e dello sport; ora, con il nuovo DPCM, riapriranno - sì - ma alla fine della programmazione invernale, senza senso economico: evidentemente, al CTS nessuno va al teatro.

Ci risulta incomprensibile - forse, basata proprio su una futura photo opportunity per i social - la scelta del Ministro Franceschini di aprire i teatri senza coinvolgere ogni singola categoria al fine di comprenderne le peculiarità. Sin da subito abbiamo proposto, sulla falsariga di quanto avviene con i tavoli di crisi allo Sviluppo economico, delle convocazioni mirate per settori e dedicate a ogni singola realtà aziendale del tavolo permanente, che è stato istituito solo grazie alla battaglia di Fratelli d'Italia, tramite un decreto ministeriale. Alle condizioni attuali, non possiamo essere favorevoli, rispetto alle riaperture prospettate a partire dal 27 marzo, poiché non tengono in considerazione le necessità e le peculiarità della moltitudine di categorie che fanno parte del comparto dello spettacolo dal vivo. È necessario mantenere gli indennizzi allineati alle specificità di ogni categoria, con delle riaperture concordate con i settori, e non imposte dall'alto, da persone che evidentemente non conoscono le abitudini di lavoro di queste categorie. Non vorremmo che la riapertura al 25 per cento di capienza divenga una giustificazione per chiudere quel rivolo di ristori, dimostratosi ben al di sotto del livello di sussistenza.

Colleghi, Roger Scruton scriveva: La vera ragione per cui le persone sono conservatrici è che sono attaccate alle cose che amano e vogliono preservarle da abusi e decadimenti. Sono attaccati alla propria famiglia, ai propri amici, alla propria religione, al proprio ambiente circostante. Hanno fatto una distinzione per tutta la vita tra le cose che nutrono e le cose che minacciano la propria sicurezza e tranquillità.

Gli italiani e gli europei reagiranno a questo mondo ormai orwelliano, dove la tecnologia di tracciamento - ve la ricordate Immuni? - arriva fino al passaporto vaccinale, dove ti puoi muovere solo se chiedi permesso, dove la libertà, collega Bergamini, è sacrificata quotidianamente.

Bisogna riaprire; con prevenzione, con precauzione, con tutela della salute pubblica; ma bisogna riaprire, perché la libertà si sta riducendo ad essere il diritto di chiedere il permesso, come scrive Sobran, editorialista della National Review. Ogni giorno qui fuori - lo sentite? - le categorie urlano per la sofferenza economica a cui sono sottoposte. Noi siamo con loro, con i ristoratori, con gli albergatori, i cuochi, i parrucchieri, con chi fa teatro, con chi fa cultura, con chi lavora nello sport, con chi fa buona informazione, con chi fa spettacolo, con chi fa mostre, con chi lavora, con chi manda avanti la Nazione, o vorrebbe farlo, con chi ogni giorno porta il cibo a casa. E voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2921​)

PRESIDENTE. Prendo atto che la relatrice, deputata Francesca Anna Ruggiero, rinuncia alla replica.

Ha facoltà di replicare la sottosegretaria Bergamini.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Soltanto per ringraziare tutti i colleghi deputati che sono intervenuti in sede di discussione generale, offrendo spunti importantissimi di riflessione per me. Ne approfitto anche per collegarmi alle parole dei colleghi Ungaro e Ceccanti. Voglio assicurare, per quello che riguarda le mie competenze, come rappresentante del Ministero per i Rapporti con il Parlamento, che avremo certamente un solo faro, e sarà quello della centralità del Parlamento. Certamente il nostro impegno sarà verso un'interlocuzione costante, aperta e costruttiva con tutti i rappresentanti eletti, di maggioranza e di opposizione, e anche quello di riportare a normalità, laddove non vi fosse, il procedimento legislativo, perché la qualità del nostro lavoro dipenderà da quello. Quindi, ringrazio ancora (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Annunzio di una questione pregiudiziale - A.C. 2921​)

PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata, a norma dell'articolo 96-bis, comma 3, del Regolamento la questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1, che sarà esaminata e posta in votazione nella seduta di domani, martedì 9 marzo, a partire dalle ore 11, prima di passare al seguito dell'esame del provvedimento.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Come preannunciato, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 12,15, è ripresa alle 14,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Molteni e Paita sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione della proposta di inchiesta parlamentare: Rizzetto ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi (Doc. XXII, n. 37-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 37-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione generale è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali – Doc. XXII, n. 37-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

Le Commissioni II (Giustizia) e VI (Finanze) si intendono autorizzate a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione giustizia, deputata Stefania Ascari.

A lei la parola.

STEFANIA ASCARI, Relatrice per la II Commissione. Presidente, onorevoli colleghi, il 6 marzo 2013 il corpo senza vita di David Rossi, responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, viene trovato sotto la finestra del suo ufficio in un vicolo senese. David Rossi precipitò dalla finestra del suo ufficio al terzo piano della sede centrale del Monte dei Paschi di Siena in circostanze misteriose. Passò più di un'ora prima che qualcuno chiamasse i soccorsi, eppure David restò in vita per più di venti minuti. Per due volte, nei tre anni successivi, gli inquirenti hanno archiviato il caso come suicidio, nonostante la presenza di strani segni sul corpo, ferite sul volto e sulle ginocchia, nonostante i video manomessi che svelano testimoni e fino alla testimonianza di un imprenditore sotto falso nome che racconta la storia di una valigetta misteriosa.

Solo grazie alla richiesta insistente della famiglia si è aperta una terza indagine, due anni dopo la morte; purtroppo, però, due anni sono tanto tempo perso quando si parla di indagini. È troppo tardi per svolgere tutta una serie di accertamenti, i quali sarebbero serviti a capire come è morto David Rossi. È tardi per analizzare i vestiti di David, che sono stati restituiti alla famiglia che, nel frattempo, se ne è disfatta; è tardi per chiedere i tabulati delle celle telefoniche che avrebbero aiutato a tracciare tutte le persone che erano nelle sue vicinanze nelle ore in cui David ha perso la vita. È tardi anche per scoprire come David si sia procurato i segni sulla parte anteriore del suo corpo, pur essendo caduto in modo da impattare sul terreno solo con la sua parte posteriore. Insomma, molte sono le ombre sul caso di David Rossi e diverse sembrano essere le omissioni sulle indagini.

Può il suicidio di Rossi coprire l'omicidio di un uomo che sapeva troppo, lo stesso uomo che, due giorni prima di morire, minaccia il suo presidente di andare a parlare con i magistrati? Sullo sfondo la storia grigia di una città, Siena, i cui poteri forti sarebbero ostaggio di storie tenute in ombra, storie che narrano di feste a luci rosse e reti di potere nascoste, festini compromettenti che ospiti di alto profilo hanno organizzato per legarsi e ricattarsi.

Da otto anni i parenti di David chiedono verità e giustizia; hanno denunciato la sparizione di atti chiave e chiedono di vederci chiaro in quello che sembra a tutti gli effetti un suicidio anomalo a cui la famiglia tutta non riesce a credere. L'esigenza di verità non appartiene solo alle persone che amano David Rossi, appartiene a tutti noi. La sua morte è stata oggetto di approfondite inchieste condotte anche da note trasmissioni televisive, Report e Le Iene per citarne alcune. Loro hanno portato in luce molti fatti collegati al tragico evento anche grazie all'acquisizione di molteplici testimonianze. È anche emerso che le indagini potrebbero essere state inficiate da condotte commissive e omissive che avrebbero compromesso l'accertamento dei fatti, evidenziando lo svolgimento di indagini gravemente carenti e non conformi alle procedure a cui dovrebbe attenersi la Polizia scientifica. Per questo l'obiettivo della Commissione è di ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta di David Rossi dalla finestra del proprio ufficio, nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Rocca Salimbeni e le eventuali responsabilità di terzi. Lo dobbiamo, io credo, non solo ai familiari di David Rossi, ma a tutti i cittadini italiani che, anche e soprattutto in questo complesso periodo storico, devono poter continuare a fidarsi delle istituzioni, le quali sono chiamate a lavorare, lo ricordiamo, per l'interesse collettivo e con lo scopo di raggiungere la verità, non per proteggere consorterie di potentati, nascondendo le reali dinamiche dei fatti in oggetto.

A otto anni dalla sua morte ancora non sappiamo la verità su cosa sia realmente successo quella sera. Per questo chiediamo con forza che sia fatta luce su questa torbida vicenda e venga restituita giustizia alla sua famiglia.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione finanze, deputato Marco Osnato.

MARCO OSNATO, Relatore per la VI Commissione. Grazie, Presidente. Oggi credo sia un giorno molto importante, innanzitutto per la giustizia, per la giustizia italiana, per la giustizia in senso lato, per la giustizia verso una famiglia, per la giustizia verso una città, per la giustizia verso tutti gli italiani che, con riferimento alla morte di David Rossi, non hanno avuto la certezza della verità, ma nemmeno le risposte rispetto a tanti problemi e a tante vicende ancora oscure che ruotano proprio intorno a questa morte e a tutto ciò che concerne le vicende del Monte dei Paschi di Siena.

Innanzitutto, voglio ringraziare colui che molto caparbiamente ha voluto che in quest'Aula si potesse parlare di questo argomento, l'onorevole Rizzetto, che è il primo firmatario, il quale, trovando anche un'ampia condivisione, ha prodotto questa proposta di legge e lo voglio pubblicamente ringraziare. Noi, come dicevo, oggi non creiamo un tribunale del popolo, non è nelle funzioni di questa Camera, non è neanche nelle intenzioni di coloro che hanno proposto questa Commissione d'inchiesta, però, crediamo, come ha giustamente anche riferito la collega, che ci siano ancora troppe sacche di oscurità, troppe vicende che non sono state affrontate con il piglio necessario, troppi documenti e troppe testimonianze che non sono state affrontate con la serietà dovuta a un dramma simile che, lo ripeto, è un dramma, sì, della morte di David Rossi, è il dramma della famiglia che abbiamo ospitato anche qui alla Camera dei deputati nella presentazione di un libro su questa vicenda; è anche il dramma, però, di una Nazione che, a un certo punto, si è trovata invischiata in tante situazioni che derivavano da una gestione opaca del mondo bancario e che hanno visto dilapidare i risparmi, hanno visto perdere il lavoro di una vita, hanno visto molto spesso impunemente i responsabili non rispondere delle loro azioni.

Quindi, concludendo, riteniamo sia doveroso per questa Camera approvare questa proposta di legge che istituisce una Commissione parlamentare d'inchiesta per ricostruire, in maniera puntuale, i fatti, per poter valutare con serietà e anche con l'ausilio delle persone competenti in materia il materiale raccolto e, come si diceva prima, vedere se ci sono stati atti e fatti o condotte commissive o addirittura omissive, cosa che a noi è parso, anche nella discussione in Commissione, possa essere successo.

Quindi, credo che sia un momento molto alto del lavoro di questa Camera dei deputati il poter discutere di questa Commissione, poterla istituire e poter affrontare poi il lavoro.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la sottosegretaria Deborah Bergamini.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Mi riservo eventualmente di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Giulia Sarti. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, la morte di David Rossi ovviamente coinvolge tutti, dalle istituzioni dello Stato ai cittadini, fino alla sua famiglia, che più di tutti merita ulteriori passi avanti nella ricerca della verità. Come si è ricordato, questa tragica vicenda si inserisce in un quadro sfaccettato e sfumato, a partire dal ruolo che ricopriva David Rossi come capo comunicazione del Monte dei Paschi di Siena fino, ovviamente, al video dei suoi ultimi attimi di vita. I punti oscuri di questa vicenda sono molteplici e sicuramente avrebbero meritato maggiore analisi già nelle prime fasi delle indagini da parte della procura di Siena. Solamente per citarne alcuni, tutti noi ricordiamo il dettaglio dell'orologio, che, invece, di essere al polso dell'uomo, è caduto solamente venti minuti dopo. Poi c'è la perizia sulla caduta: Rossi è caduto perpendicolare al muro senza nessuno slancio, è caduto di schiena. È stato detto che da seduto sulla finestra si è lasciato andare all'indietro, ma in tal caso sarebbe rimasto in rotazione, sarebbe atterrato di testa e non di schiena. Come se non bastasse, ci sono gli esami grafologici sui messaggi d'addio, che hanno evidenziato alcune incongruenze che fanno pensare a una coercizione, come se fosse stato in qualche modo forzato a scrivere quei messaggi. Infine, il corpo riportava lesioni difficilmente dovute a una caduta: ematomi ed ecchimosi sono state riscontrati in zone molto distanti tra loro e non solo nei punti che hanno effettivamente impattato al suolo.

Il perito della famiglia Rossi, il perito di parte, proprio in una conferenza stampa del 2015, avvenuta qui alla Camera, riportava che le descrizioni delle lesioni erano vaghe e poco comprensibili. “Non ci sono evidenze sufficienti per poter accantonare l'ipotesi di omicidio”, ci spiegò all'epoca. Poi ci sono i fazzoletti sporchi di sangue che non sono mai stati analizzati, c'è il filmato degli ultimi attimi di vita di David Rossi, su cui bisognerebbe fare ulteriori approfondimenti. In generale, ci sono tanti elementi di prova che, come si è detto prima, potevano essere in qualche modo valutati diversamente e tante, a nostro avviso, omissioni che potevano essere invece colmate negli anni in cui si sono condotte le indagini. Purtroppo, ad oggi siamo di fronte ad archiviazioni e a una vicenda che dal punto di vista giudiziario avrebbe certamente meritato, come si è detto, ulteriori approfondimenti. Però, non intendo dilungarmi oltre sui dettagli poco chiari di questa vicenda. Tutti noi abbiamo avuto modo di conoscerli in questi anni ed è importante essere consapevoli che, però, se le indagini fossero state condotte da subito in modo corretto probabilmente, oggi non ci sarebbe bisogno di arrivare a istituire, a otto anni di distanza, una Commissione d'inchiesta sulla morte di David. I segni e le prove con il tempo scompaiono, diventando sempre più indisponibili e contribuendo all'impossibilità di fare luce sull'accaduto. Quello che allora avrebbe potuto fare la differenza è stato, a nostro avviso, semplicemente fatto male.

Noi, già nell'aprile 2013, come MoVimento 5 Stelle, avanzammo la richiesta, insieme a tanti colleghi, di creare una Commissione parlamentare d'inchiesta che si occupasse di seguire da vicino la vicenda del Monte dei Paschi e tutto quello che ruotava intorno ai vertici del Monte dei Paschi fino ad arrivare alla morte di David, non per accertare responsabilità penali - compito, ovviamente, della magistratura, come è stato giustamente ricordato prima - ma per comprendere anche le responsabilità politiche, istituzionali e tutto ciò che ruotava attorno, di torbido, alla vicenda del Monte dei Paschi, quindi per dare un contributo utile e ulteriore al lavoro che già si stava facendo. Insieme al collega Daniele Pesco e a tanti altri colleghi mi ero esposta in prima persona per chiedere la riapertura delle indagini all'epoca, che però poi, come si è detto, hanno portato a un'ulteriore archiviazione; poi anche la procura di Genova, recentemente, avanzando la richiesta delle indagini, ha visto tale richiesta accolta dal GIP, quindi siamo di nuovo di fronte, comunque, a un'ulteriore archiviazione anche da parte del tribunale di Genova.

Detto questo, non è possibile pensare che si possa soprassedere quando un manager di una delle principali banche muore in circostanze poco chiare. Non è possibile accettare nemmeno il più piccolo dubbio riguardo a vicende del genere ed è essenziale essere capaci di fare chiarezza.

Per questi motivi, Presidente, accogliamo davvero con favore questa richiesta avanzata dai colleghi di Fratelli d'Italia di istituire oggi questa Commissione d'inchiesta. È una proposta che, come si è detto, ha avuto il favore di tutte le forze politiche, proprio per dimostrare che, anche se sono passati otto anni, c'è sempre stata la volontà, come si è detto, di fornire ulteriori contributi e non di sostituirsi alla magistratura - ci mancherebbe - ma più che altro di portare all'esame e alla luce, magari, aspetti che sono stati considerati in maniera diversa, facendo quello che tutte le Commissioni d'inchiesta - sappiamo, con i poteri che gli sono propri - possono essere in grado di fare. In quanto istituzioni dello Stato è nostro compito riuscire a portare ulteriori contributi. Non illudiamoci sulle possibilità di dissipare ogni dubbio; senza il supporto di testimoni sarà quanto mai difficile comprendere a pieno le dinamiche di questa morte. Chi conosce i fatti dovrebbe farsi avanti, ma noi non possiamo certo rimanere ad aspettare senza far nulla nel frattempo. Io mi auguro che l'istituzione della Commissione, come ho detto, riesca a portare alla luce nuovi aspetti e so che tutti i colleghi lavoreranno - e ringrazio già da ora chi ne farà parte - con questi obiettivi comuni, già cristallizzati anche nel testo e negli obiettivi della proposta di legge istitutiva.

Un pensiero, ovviamente, va ad Antonella, a Carolina e a tutta la famiglia di David Rossi, ma soprattutto alla loro azione perché, purtroppo, in questi anni, come abbiamo visto anche in tante altre vicende oscure, senza la forza di volontà, senza le capacità della famiglia e delle tante famiglie che si battono per ottenere verità e giustizia, lo Stato purtroppo a volte - e troppe volte - non riesce a dare delle risposte di giustizia e di verità esaustive. Quindi, il pensiero va a loro e ringrazio anche i giornalisti che si sono occupati in questi anni della vicenda di David, da Davide Vecchi, giornalista de il Fatto Quotidiano che ha scritto un libro molto preciso e importante, fino ai servizi, come si ricordava prima, fatti da Report e da Le Iene, che hanno in qualche modo continuato almeno a tenere alta l'attenzione su questo caso, che, come si è detto ancora oggi, dopo otto anni merita delle risposte che non sono state purtroppo date fino in fondo. Quindi, davvero ancora grazie per tutto il lavoro che è stato fatto fino ad ora ma che, sono sicura, si potrà fare con questa Commissione d'inchiesta. Spero davvero che potremo insieme dare non solo alla famiglia ma a tutti i cittadini delle risposte esaustive sulla morte di David Rossi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Raffaele Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghi, le Commissioni parlamentari d'inchiesta sono l'ultima arma a disposizione dei cittadini: operano laddove le procure indagano o hanno indagato senza arrivare a una verità giudiziaria definitiva. Le disposizioni codicistiche poste a garanzia delle parti pongono a volte paletti invalicabili che il sistema democratico contempera tramite l'introduzione di questo strumento con l'interesse generale di conoscere la verità. Oggi ripeterò molte volte, durante questo intervento, la parola “verità” e non mi scuso affatto di essere ridondante. Non è ridondante essere costretti a chiedere la verità tramite una Commissione parlamentare d'inchiesta se otto anni dopo la morte del capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, il dottor David Rossi, non sono affatto chiare le circostanze in cui è avvenuta questa morte. Ho avuto modo di esprimere il mio apprezzamento nelle Commissioni riunite giustizia e finanze per il raggiungimento del testo della proposta, che, tutto sommato, ritengo equilibrato, ma il voto che esprimeremo non deve esaurire il nostro impegno. Mi rivolgo direttamente a lei, Presidente, perché il suo Ufficio sia di pungolo all'operatività dei deputati. In casi come questo non sono ammissibili alibi di nessun genere. Il periodo di tempo limitato che ci separa dal termine della legislatura non deve essere una scusa - lo dico subito - per non ricostruire e indagare a fondo, dal momento che c'è già una discreta mole di documentazione giornalistica da cui poter partire per ricostruire la realtà dei fatti e stabilire la verità.

Vorrei fare una piccola premessa sul clima in cui è maturata la decisione di istituire questa Commissione e sulle aspettative che tanti cittadini italiani nutrono oggi verso questo ramo del Parlamento. Il risparmio e la sua gestione, insieme agli immobili posseduti dagli italiani, sono oggi la principale ricchezza patrimoniale del Paese.

La gran parte dei Paesi industrializzati trae l'autorevolezza economico-finanziaria dalla propria credibilità e dal rispetto dei vincoli di bilancio. L'Italia trae invece forza economica, secondo molti analisti, dall'alta propensione al risparmio che, dal dopoguerra ad oggi, si è tradotta in un portafoglio pro capite in grado di dare sicurezza agli investitori esteri nella valutazione della sostenibilità del nostro debito pubblico. Il risparmio, quindi, rappresenta l'ancora di salvezza dei nostri conti pubblici, considerando anche che l'attuale politica economica è ben lontana da una logica di intervento pubblico nell'economia ed i criteri usati in sede di bilancio, con i quali spesso mi sono scontrato, sono sempre ragionieristici e poco inclini a misure con effetto moltiplicatore, senza le quali il rischio di impresa non trova contropartita. Se, dunque, la gestione privata del denaro fallisce vengono meno il risparmio privato e le garanzie, per gli investitori, del nostro debito pubblico. Dico queste cose perché invece, in questi anni, la vicenda delle banche in difficoltà, l'eccesso di sofferenze e gli NPL, i crediti inesigibili, sono stati esaminati con una visione contrattualistica, sinallagmatica, tipica del rapporto tra il debitore e il creditore. Non ci si è resi conto, voglio sperare non consapevolmente, che erano in gioco gli interessi di un intero Paese e che ogni banca perduta, o passata in mani estere, e ogni risparmiatore espropriato dei propri averi in base al bail-in e ai suoi derivati rappresentano un danno incalcolabile per tutto il tessuto socio-economico. Ogni morte mi diminuisce, diceva lo scrittore John Donne; una citazione su cui Ernest Hemingway ha costruito il suo capolavoro “Per chi suona la campana”. Poi vedremo per chi suona questa campana, perché di banche ne sono morte parecchie e di risparmiatori, a cui non è stato lasciato altro scampo che il suicidio, anche. La politica, una politica miope fatta di numeri incompleti e di interpretazioni di comodo, li ha abbandonati. Oggi, dopo il rigetto da parte della Corte europea del ricorso contro il salvataggio della Banca Tercas, è ancora più chiaro che gli interessi della Commissione europea erano altri: la Commissione europea ha preferito andare incontro alla condanna e alle spese legali piuttosto che ritirare il ricorso. Presidente, colleghi, non ci sono stati però solo decessi e suicidi causati da un sistema di governance non all'altezza; ci sono morti avvenute anche nel sistema di governance per cui lavoravano, certo in posizioni molto differenziate che non possono passare inosservate.

La morte di David Rossi non è l'unico macabro mistero del mondo finanziario e bancario italiano. Purtroppo la campana è suonata molte volte e tutti hanno fatto finta di non sentirla! Ha suonato a Londra, sotto il ponte dei Frati Neri, per la morte di Roberto Calvi; ha suonato dentro il carcere di Voghera, sotto forma di un ottimo caffè per Michele Sindona; ha suonato per un uomo eroico, un servitore dello Stato che è stato lasciato solo, come Giorgio Ambrosoli. Ma, allora, tante tecnologie non erano ancora sviluppate, tante sofisticate tecniche di indagine erano ancora agli albori, mentre qui la cosa è diversa. Le perizie hanno evidenziato stranezze nella dinamica della morte di David Rossi e anche negli ultimi giorni che l'hanno preceduta e alcuni giornalisti, a cominciare dal programma tv Le Iene, hanno fatto emergere dettagli imbarazzanti: perché un dipendente di banca, giovane e di successo, avrebbe dovuto togliersi la vita? Che senso avrebbe suicidarsi dopo aver subito un pestaggio, citando alcune conclusioni della procura? La particolarità delle mansioni che David rivestiva ci obbliga a raccogliere quanti più elementi possibile, perché questo è il ruolo di una Commissione d'inchiesta. Sicuramente, la proposta in esame è una proposta equilibrata, grazie al lavoro della II e della VI Commissione, anche se credo che andrebbe fatto qualche passo in più nella previsione delle rogatorie internazionali e del segreto di Stato perché, se dovessero emergere elementi che conducono a Paesi esteri, come sembra siano emersi nell'ambito delle inchieste giornalistiche, credo che si debba essere in grado di approfondire. È stato detto che noi non possiamo sostituirci ai magistrati. Bene, sono d'accordo. Ma quando le inchieste sono in un punto delicato, e stanno per scoprire qualcosa di nuovo, alzare un polverone corrisponderebbe a comprometterle. Purtroppo, la magistratura, come nel mito della caverna di Platone, si è fermata finora nel cunicolo ed ha potuto vedere solo la proiezione della luce che viene dall'esterno, senza poter appurare che cosa c'è fuori. A distanza di otto anni, il giudice per le indagini preliminari di Genova ha archiviato l'inchiesta sui PM senesi che avevano indagato sulla morte di David Rossi. Le critiche della famiglia e gli articoli dei giornali sulle indagini svolte dalla procura toscana non hanno portato a nulla. Trovo poi sconcertante che c'è chi si preoccupi del corso borsistico del titolo MPS. Noi parliamo di una vita umana e di un mistero a cui siamo chiamati a dare delle risposte. E poi, non vorrei che anche la morte di David Rossi fosse confinata, come altri casi analoghi, alla letteratura o, peggio, alla fiction. Lo dico con grande rispetto della sua memoria e della famiglia, perché questo è il rischio se non approfondiamo subito, c'è il rischio di vivere un altro muro di gomma e noi, tutti noi, ne saremo moralmente responsabili. E ancora: c'era un comico, Giuseppe Grillo, che, prima di essere epurato dalla Rai, disse: “Il giorno che Andreotti morirà, finalmente gli toglieranno la scatola nera dalla gobba e finalmente sapremo la verità”. Oggi che Grillo ha indossato lo scafandro del silenzio, cari colleghi, tocca a ciascuno di noi dare un contributo alla ricerca della gobba in cui sono depositati i segreti della morte di David Rossi. Ci sono scelte, come la secretazione degli atti della strage di Bologna, che non possono lasciare insensibile chi crede nella giustizia; ci sono superstiti di stragi a cui non è rimasto più nessuno e che vivono solo per sapere perché. Vorrei che questo interrogativo divorasse oggi, in quest'Aula, ognuno di voi, colleghi, che scavasse, durante una notte insonne, nella vostra testa, proprio come la goccia di Dino Buzzati, fino a fare emergere il desiderio di arrivare alla verità, proprio là, su quel precipizio dove la giustizia si è fermata. È questo che mi chiedono, ogni mattina, i cittadini mentre salgo sul treno per venire qui. Questo vuole la società civile di cui ogni partito rivendica di avere la paternità ma che poi, varcata la soglia di quest'Aula, dimentica.

Concludo. Noi de L'Altenativa c'è non vogliamo dimenticare. La storia d'Italia deve diventare un libro aperto e trasparente, non per citare il grande scrittore bellunese de “La boutique del mistero”. Per questo, io e i miei colleghi della componente L'Alternativa c'è sosterremo l'istituzione di questa Commissione, con l'auspicio di fare emergere la verità e la giustizia.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. I colleghi hanno già spiegato bene, a cominciare dai relatori, le ragioni di merito di questa Commissione d'inchiesta su una delle morti più inquietanti degli ultimi anni. Quando c'è una questione di forte interesse pubblico è giusto che si eserciti questo potere, che si basa sull'articolo 82 della Costituzione. È doveroso fare questa scelta. Il testo è un testo equilibrato che rispecchia quanto ci ricorda la giurisprudenza della Corte costituzionale, in particolar modo la sentenza n. 231 del 1975. Richiamo il passaggio chiave: i “fini [delle Commissioni d'inchiesta] differiscono nettamente da quelli che caratterizzano le istruttorie delle autorità giudiziarie. Compito delle Commissioni parlamentari di inchiesta non è di “giudicare” ma solo di raccogliere notizie e dati necessari per l'esercizio delle funzioni delle Camere; esse non tendono a produrre, né le loro relazioni conclusive producono, alcuna modificazione giuridica (…), ma hanno semplicemente lo scopo di mettere a disposizione delle Assemblee tutti gli elementi utili affinché esse possano, con piena cognizione delle situazioni di fatto, deliberare la propria linea di condotta, sia promuovendo misure legislative, sia invitando il Governo a adottare, per quanto di sua competenza, i provvedimenti del caso. L'attività di inchiesta rientra, insomma, nella più lata nozione della funzione ispettiva delle Camere; muove da cause politiche ed ha finalità del pari politiche; né potrebbe rivolgersi ad accertare reati e connesse responsabilità di ordine penale, ché se così per avventura facesse, invaderebbe indebitamente la sfera di attribuzione del potere giurisdizionale”. È accaduto varie volte che in quest'Aula, per motivi diversi, con valutazioni che possiamo fare in modo diverso, si siano criticate possibili invasioni del potere giudiziario nel potere legislativo. Nessuno di noi si propone, in questo caso, di fare il rovescio, cioè di produrre una verità giudiziaria autonoma e parallela rispetto alle inchieste in corso. Con queste precise delimitazioni, basandosi appunto sulla piena rispondenza all'articolo 82 della Costituzione, senz'altro la Commissione potrà lavorare e produrre risultati positivi per tutti.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Oggi parliamo di una storia, che è la storia di un uomo che si chiama David Rossi. Ma non è solo la sua storia: è la storia di una comunità, è la storia di una famiglia, è la storia di una parte d'Italia.

E allora, se dovessimo parafrasare quello di cui andiamo discutendo oggi in termini podistici, potremmo dire che quello che muoviamo oggi è l'ultimo passo fatto su di una strada ma il primo passo fatto su un nuovo percorso. Finalmente, la proposta di istituzione della Commissione d'inchiesta per la morte di David Rossi approda in Aula e lo dico davvero con molta emozione. Io credo che questo sia un grandissimo risultato politico e che questo risultato politico sia dovuto alla tenacia, alla forza e alla bontà di un collega, che si chiama Walter Rizzetto, e di Fratelli d'Italia, che ha combattuto attraverso il proprio capogruppo Lollobrigida, chiedendo, dall'inizio di questa legislatura, che il percorso che Walter aveva intrapreso tantissimi anni fa diventasse finalmente una Commissione. Ringrazio l'intenzione di condivisione, di tutti gli altri partiti che hanno voluto caricare sulle spalle la propria quota di consapevolezza, di quanto sia importante accertare la verità.

Che questa presa di coscienza sia fondamentale in questo momento e che questa presa di coscienza sia trasversale in questo Parlamento è veramente importante e fa bene al Parlamento. Fa bene perché, troppo spesso, il Parlamento non ha dato ottima prova di sé. L'Italia ha bisogno di verità. Ha bisogno di verità per David, ha bisogno di verità per se stessa. Non possiamo rassegnarci ad una democrazia che accetti zone d'ombra, che si piega al non detto ed è complice nell'aggiungere un'altra pagina alla triste antologia dei misteri italiani. Una democrazia è veramente compiuta quando è in grado di rigenerarsi e di guardare all'interno del midollo che ne tiene vivi i livelli territoriali. A questo serve il potere ispettivo del Parlamento. Vedete, noi non saremo giudici, PM o avvocati di parte, noi non saremo consulenti tecnici, non saremo medici legali; noi saremo persone libere, che, potendo esercitare un potere ispettivo, cercheranno di schiarire i coni d'ombra di questa terribile vicenda. Per questo è importante accertare la verità intorno alla morte di David Rossi. Non renderebbe merito a noi stessi evitare di raccogliere per incapacità, scarsa volontà o, ancor peggio, per complice ignavia quell'eco di opacità attorno a quanto avvenuto.

Per oltre due anni il collega Rizzetto si è fatto interprete di questa necessità. Per più di due anni lui e la moglie di David, Antonella Tognazzi, hanno combattuto nonostante tutto, affinché fosse chiaro quanto fosse determinante che, sugli accadimenti di quella sera, venisse posto il sigillo della verità. E oggi, proprio oggi che è l'8 marzo, un pensiero va davvero ad Antonella, una moglie che non ha mai smesso di cercare la verità per l'uomo che ha amato, per l'uomo che ama. Sono davvero contenta che questa battaglia abbia avuto questo risultato, che oggi possiamo discutere in quest'Aula. Una speranza, quella di Antonella, mai persa, una speranza di trovare la verità, alla quale non si è mai arresa, affinché finalmente sugli accadimenti di quella sera si possa porre il sigillo della verità. E' importante capire che stiamo parlando di verità: qualunque essa sia, basta che sia la verità. Allora, noi non dimentichiamo che, su questa vicenda, ci sono state delle indagini; non possiamo dimenticare che questa verità è importante ed è dovuta a David, alla sua famiglia, a tutti coloro i quali si sono appassionati alla sua storia, ma anche ad una comunità, quella di Siena, che deve sapere. Non si può continuare ad affrontare questa storia sulla scia di un'eco, che ci porta a scorgere un coagulo di poteri malsano, cementato attorno ad una gestione infelice di una banca molto legata al suo territorio e alle sue cuspidi istituzionali, la Monte dei Paschi, appunto, che probabilmente teneva unite parti del mondo politico, del tessuto imprenditoriale e della magistratura. Non possiamo fermarci di fronte all'enormità di quello che potrebbe o no emergere. E non possiamo neanche accomodarci in un pasoliniano so ma non ho le prove, che consegnerebbe tutta questa vicenda al cumulo del sentito dire, senza conseguenze chiare per eventuali omissioni, anche dal punto di vista dell'accertamento dei fatti per via giudiziaria, o ancor peggio per eventuali comportamenti commissivi.

Troppi, infatti, sono i sentieri interrotti in questa vicenda dal punto di vista delle inchieste. Troppe sono le dinamiche che non possiamo lasciare confinate nella letteratura da giornalismo d'inchiesta. Sappiamo tutti che, in quei giorni, gli ex vertici della banca erano stati indagati per reati finanziari. Monte dei Paschi, l'acquisizione di Antonveneta e la copertura delle perdite determinate da quell'operazione erano sulla cronaca quotidiana. Questo è un dubbio, il primo dubbio, che può ed è stato considerato il possibile movente del suicidio di David. E, però, proprio quel dubbio potrebbe anche essere stato un movente di un omicidio.

Ecco, è questo che questo Parlamento deve fare: deve sgomberare il campo dal dubbio, deve finalmente arrivare alla luce. Questo Parlamento, attraverso questa Commissione, ha il dovere di dare delle risposte ad ogni dubbio e voce ad ogni perplessità. E l'attività di questa Commissione sarà un supporto sostanziale, unico ed ineliminabile al lavoro della magistratura per chiarire, una volta per tutte, quanto doveva essere fatto e non è stato fatto, affinché si possa mettere davvero un punto, esente da incertezze, su quel volo fatto dall'ex capo della comunicazione dei Monti dei Paschi dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni, il 6 marzo di otto anni fa.

Le indagini, purtroppo, ci hanno sino ad ora restituito un elenco di pesanti interrogativi. L'inchiesta sulla morte del giornalista ha imboccato una strada in salita sin da subito per via del pregiudizio di cui parlavo prima, cioè “si è suicidato”. Quel pregiudizio ha ingenerato lacune, colpevoli o no, che il nostro sistema giudiziario non può e non deve accettare. La vita di un uomo, lasciato in agonia per circa 22 minuti prima di esalare l'ultimo respiro, merita un approfondimento privo di pregiudizio, lontano dal gossip giornalistico, scevro da ogni ritrosia. La domanda di giustizia che viene dalla famiglia di David Rossi è la stessa che accomuna moltissimi cittadini italiani. Il nostro lavoro servirà anche per rinsaldare il legame fra magistratura e società civile. Abbiamo il dovere politico, istituzionale, ma anche sociale, di farci interpreti consapevoli di quanti casi non chiaramente risolti creino una frattura inaccettabile fra autorità giudiziaria e società. Più saremo capaci di fare chiarezza, più saremo utili a quel processo di ricomposizione assolutamente necessario fra chi giudica e chi viene giudicato. Più saremo capaci di fare chiarezza, più saremo utili alla serenità del costrutto sociale di un territorio. La logica delle conventicole è già sbagliata in sé, ma diventa orribile, se intraprende la strada deviata del perseguimento di interessi, a scapito dello sviluppo comune e, soprattutto, della vita di un essere umano. Questa Commissione può veramente svelare il volto oscuro di una parte d'Italia, se c'è, o magari togliere finalmente il dubbio che ci sia. Questa Commissione potrà finalmente allontanare questa vicenda giudiziaria dal gossip sfrenato, per riportare l'analisi nell'alveo dei fatti. Non saremo trascinati dall'opinione, ma guarderemo alla sostanza degli accadimenti. E non saremo schiavi del praeiudicium, ma attenti, lucidi e liberi osservatori di una vicenda umana, quella di David, conclusasi tragicamente il 6 marzo del 2013. Questa Commissione ha un compito difficile che è quello di dare delle risposte, quello di cercare la verità, quello di essere un nuovo stimolo per nuove indagini, ammesso che da questa Commissione emergano fatti nuovi e valutabili dalla magistratura. Ma, di certo, ha un compito ancora più importante: è quello dell'onestà intellettuale, del rispetto di una vita umana, del rispetto di una comunità e di una famiglia, del rispetto di una storia, che, non possiamo dimenticare, è quella di un uomo, David Rossi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, la morte di David Rossi, il dirigente del Monte dei Paschi di Siena, ritrovato morto in un vicolo sotto la finestra del suo ufficio, dopo otto anni rimane ancora un mistero.

Molti indizi fanno credere che sia veramente difficile pensare che si tratti di un suicidio, eppure è stato definito così per ben due volte dalla Procura di Siena.

David Rossi era capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, braccio destro di Giuseppe Mussari, che, fino a poco tempo prima, aveva ricoperto l'incarico di presidente del Monte dei Paschi e anche presidente dell'ABI, ma soprattutto era un marito e un padre; molto conosciuto nella città di Siena, impegnato in ambienti culturali, in quanto vicepresidente del Centro internazionale di arte e cultura di Palazzo Te e membro del consiglio d'amministrazione di Vernice Progetti Culturali. Una decina di giorni prima della sua morte, era stato perquisito, nell'ambito dell'inchiesta sul Monte dei Paschi, dalla Guardia di finanza, che si era presentata nel suo ufficio e nella sua abitazione, un fatto che l'avrebbe turbato e che avrebbe, forse, portato gli inquirenti a liquidare rapidamente il caso come un suicidio. Ma, come tanti colleghi oggi hanno messo in evidenza, qualcosa non quadra, e infatti negli anni sono emerse parecchie incongruenze dalle perizie commissionate dalla famiglia di David e dalle inchieste giornalistiche. Innanzitutto, la perizia medico-legale mostra evidenti segni di percosse, che fanno presupporre una colluttazione prima della morte. Il medico legale Cristina Cattaneo, che ha eseguito l'autopsia, ha attestato che i segni sul corpo di David non sono riconducibili alla caduta, ma alle percosse: una ricostruzione sposata da due diversi giudici per le indagini preliminari, che, secondo me, a prescindere dall'indagine giudiziaria, porta a chiedersi perché il Monte dei Paschi non abbia fatto, a sua volta, un esposto alla procura per il fatto che, all'interno della sua banca, nel suo istituto, nei suoi uffici, sia avvenuta un'aggressione ai danni di un dipendente.

E ci sono tante altre incongruenze, Presidente: la perizia calligrafica mostra che i biglietti d'addio alla moglie sarebbero stati scritti sotto coercizione. Un'altra incongruenza sarebbe l'orologio di Rossi: secondo una perizia, è stato gettato dalla finestra dell'ufficio ben venti minuti dopo il corpo del manager; una perizia svolta sull'orologio, appunto, certifica come il lato della cassa che ha attutito il colpo al suolo è l'opposto di quello che avrebbe impattato se fosse stato al polso dell'uomo. La cassa dell'orologio, quindi, è stata gettata in un secondo momento. Quindi, qualcuno era presente nella stanza di Rossi: chi? Inutile al momento chiederlo, visto che né i fogli di presenza del giorno in banca, né le celle per tracciare i cellulari presenti in zona sono mai stati acquisiti dagli inquirenti.

Tra l'altro, tutti i familiari e i suoi colleghi negano che David fosse in stato di depressione o avesse espresso qualsiasi segnale nel senso di volersi togliere la vita.

Insomma, tanti, troppi errori investigativi, dalla sparizione di reperti fondamentali, alla non applicazione delle procedure standard di polizia scientifica, che indicano gravi omissioni della procura. Infatti, la stessa procura ha ammesso di avere agito, nelle prime due inchieste, sulla base di una convinzione non suffragata dalle indagini, ma semplicemente di una deduzione, una sensazione avuta nell'immediato. Per questo – hanno scritto - non hanno sequestrato tutti i reperti, non hanno ritenuto necessario analizzare i vestiti, i fazzoletti di carta sporchi di sangue, non hanno infilato in un sacchetto di plastica il cellulare, ma lo hanno perfino usato per rispondere a una chiamata; e non hanno cercato il DNA nell'ufficio, non hanno acquisito e sequestrato i video di tutte le telecamere di sorveglianza, ma solo di una, non hanno compiuto gli esami istologici sulle ferite rilevate sul corpo del manager, non hanno convocato e sentito le persone che nella giornata avevano incontrato Rossi e nemmeno identificato quella persona che, nei video, molto chiaramente si avvicina al corpo vivo, anche se agonizzante, di David, che poi invece scompare senza prestargli soccorso.

Una lunga serie di errori che fa dichiarare all'ex procuratore capo di Firenze, Nannucci, che la procedura standard, a quanto pare, non è stata seguita. Le perizie richieste dai familiari di David, infatti, e riportate dalle inchieste giornalistiche, mettono in evidenza quelli che sembrano tanti errori di una procura che, forse, ha subito anche gravi pressioni. Sappiamo molto bene che il pubblico ministero senese, Aldo Natalini, che si era occupato del caso di David Rossi, ma anche del caso della vicenda di Monte dei Paschi, ha ricevuto una busta con dei proiettili proprio in quel periodo.

Perché tutte queste incongruenze, questi errori? Alla luce di questi indizi e di questi errori, forse diventa lecito chiedersi se David Rossi non sia stato ucciso. Per quale motivo? David sapeva troppe cose? Per evitare che David Rossi potesse parlare e rivelare verità scomode? Quali verità? Una morte che avviene in un contesto drammatico come quello dello scandalo di Monte dei Paschi, dove venne alla luce la compravendita di derivati di credito strutturato, Alexandria e Santorini, due grandi operazioni che furono usate per coprire le perdite dell'istituto, specie quelle legate all'acquisizione di Antonveneta, una acquisizione portata a termine proprio poco prima dell'inizio della crisi finanziaria; una situazione che poi ha contribuito a portare al collasso la più antica banca italiana, tale da richiedere la nazionalizzazione dello Stato, nel 2016. Sembra difficile scindere la tragedia di David da questo quadro, dove si sente odore di malaffare, collusione, corruzione, che sembrano aver preso piede presso l'istituto senese di quegli anni, tra l'altro comprovato dalle sentenze che stanno arrivando in questi ultimi anni, sui vertici del Monte dei Paschi.

A fronte dei possibili errori commessi dalla procura, forse sottoposta a gravi pressioni, come dicevo poco fa, è dunque giusto dare il via a una Commissione parlamentare d'inchiesta, un organo con gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria, in ottemperanza dell'articolo 82 della Costituzione, che prevede che ciascuna Camera possa disporre di inchieste su materie di pubblico interesse.

Vede, Presidente, la morte di David Rossi non è più una vicenda privata, ma una ferita di tutta la società italiana, che non può tollerare l'impunità per crimini quali l'omicidio. Occorre fare chiarezza per capire se ci sono degli assassini ancora a piede libero e, quindi, scoprire la verità e rendere giustizia a David Rossi e alla sua famiglia, e verificare se ci sono aspetti delle oscure vicende che hanno portato ai vari crac bancari nel nostro Paese ancora non identificati.

Prima di concludere, io mi permetto di aggiungere un paio di riflessioni su questo tema del settore bancario nel nostro Paese. Rimane, chiaramente, la domanda: come sia stato possibile - anche se questo ovviamente non è l'oggetto diretto della Commissione d'inchiesta, ma credo che sia molto importante per capire le dinamiche - che siano sfuggite agli organi di vigilanza delle operazioni talmente importanti e imponenti di una banca importante come il Monte dei Paschi, che si sia avviata nella compravendita di derivati strutturati, che hanno sfiorato, per ogni operazione, quasi il mezzo miliardo di euro, a passare sotto i riflettori degli organi di vigilanza? È vero che Banca d'Italia ha scoperto il falso in bilancio nel 2012, solo un anno dopo l'inizio della crisi finanziaria, ma già dal 2008 la crisi finanziaria globale aveva causato un abbassamento generale del livello del mare della liquidità, svelando improvvisamente alla luce del sole tutte le costruzioni finanziarie sottomarine, imprudenti e azzardate, di istituti finanziari mal gestiti o portando al pettine trucchi di bilancio messi in atto da dirigenti disonesti, commessi nei tempi di vacche grasse. È vero che i dirigenti avevano truccato i bilanci, ma ci si aspetta dalle autorità di controllo una maggiore sofisticazione, specie quando si tratta di contratti di derivati, come Alexandria e Santorini, camuffati come semplici BTP; camuffati come semplici BTP: è incredibile. Esiste un registro nazionale dei proprietari nominali dei nostri titoli di Stato, quando invece, appunto, non erano BTP, erano asset swap con delle note di credito strutturato, nella fattispecie cartolarizzazioni sintetiche, di una stazza tale da sfiorare il mezzo miliardo di euro, firmati nel 2005, ovvero sette anni prima, ben sette anni prima che fossero scoperti.

Credo che, come Parlamento, dobbiamo fare di tutto per equipaggiare al meglio i nostri organi di vigilanza bancaria, soprattutto adesso che riscontreremo, nei mesi a venire, le conseguenze finanziarie della crisi della pandemia che le misure di emergenza hanno fino adesso congelato.

Nulla da ridire sul salvataggio di Monte dei Paschi di Siena: credo che, dopo cinque anni, sia facile dire che, se lo compariamo alle vicende bancarie di altri Paesi, sia stato eseguito in maniera ineccepibile, dal punto di vista tecnico e anche dal punto di vista di costo all'erario. Certamente, sarebbe stato meglio evitarlo e chiaramente qualcosa nella nostra politica di vigilanza bancaria ha fallito. Questi sono altri interrogativi dove, non in questa sede, ma come Parlamento, noi dobbiamo trovare una risposta.

Per concludere, Presidente, forse David Rossi si è tolto la vita, ma, se così non fosse, sarà importante affidare alla giustizia gli esecutori, capire chi sono i mandanti e fare chiarezza sul movente. Solo così potremo rendere giustizia a David Rossi, a sua moglie Antonella Tognazzi e alla figlia Carolina Orlandi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Sulla vicenda relativa all'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di David Rossi ci sono stati già numerosi interventi, che hanno anche indicato elementi di fatto che saranno oggetto della istruttoria, se così possiamo dire, della Commissione d'inchiesta. È vero, come dice il collega Ceccanti, che noi non possiamo sostituirci all'autorità giudiziaria, però è anche vero che il testo che abbiamo presentato in Aula è molto chiaro in merito ai compiti della Commissione. La Commissione è istituita per verificare alcuni fatti. Il 6 marzo 2013, David Rossi, responsabile dell'area comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, è stato trovato senza vita, dopo essere precipitato dalla finestra del proprio ufficio nella sede storica della banca, di Rocca Salimbeni. Alla Commissione saranno attribuiti i seguenti compiti: ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi, che portarono alla caduta di David Rossi dalla finestra del proprio ufficio, nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Rocca Salimbeni, e le eventuali responsabilità di terzi; eliminare e valutare… esaminare e valutare - eliminare qualcun altro l'ha fatto, è un lapsus: forse qualcuno, in altro ambito, ha compiuto atti che noi dovremo verificare - il materiale raccolto dalle inchieste giornalistiche sulla morte di David Rossi.

Infine, indagare sulle vicende a lui collegate, come denunciate e rese pubbliche attraverso le medesime inchieste; inchieste delle trasmissioni Report e Le Iene che credo sia opportuno anche in quest'Aula del Parlamento ringraziare, perché, grazie alle inchieste giornalistiche e alle trasmissioni d'inchiesta, sono emersi fatti che i canali istituzionali, i canali statuali, della compagine statuale, e l'autorità giudiziaria non avevano fatto emergere. Verificare fatti, atti e condotte commissive ed omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo o difficoltà per l'accertamento giurisdizionale di eventuali responsabilità relative alla morte di David Rossi (questa norma è stata inserita secondo la riformulazione di un emendamento approvato in sede referente), quindi anche condotte commissive e omissive relative ad attività giurisdizionali che sono state impedite o rallentate attraverso queste condotte, che non dovevano sussistere. Ho sentito i colleghi dire che, in questo modo, lo Stato riprende in mano l'accertamento, non solo con riguardo alla singola persona - chiaramente già questo sarebbe sufficiente -, ma riguardo a ciò che significa la morte di David Rossi rispetto alla vicenda Monte dei Paschi e non solo e anche al modo di procedere di una parte della magistratura in situazioni come questa. Perché è vero che la Commissione non può arrivare (con riferimento ai poteri, ai sensi dell'articolo 82 della Carta costituzionale, ai compiti e alle attribuzioni della Commissione) a sostituire, ad essere supplente, a supplire un altro potere dello Stato, ma sicuramente il Parlamento svolgerà un'inchiesta approfondita anche sulle condotte omissive o commissive che si sono compiute, realizzate e determinate in ambito giurisdizionale, perché questo è il compito della Commissione d'inchiesta. La centralità del Parlamento - che il Presidente Fico così bene ha espresso fin dal suo discorso di insediamento, che io spesso ricordo - è in questo momento che si pone, nella Commissione d'inchiesta, su questo caso. Il ricordo della famiglia di David Rossi è importante, lo è anche il ricordo di ciò che è successo, ma è importante anche stabilire un fatto storico che ha collegato le vicende disastrose del Monte dei Paschi, dove lo Stato italiano è intervenuto per impedire il tracollo definitivo, dove ancora sono in corso gli effetti di quella nefasta stagione. E chi è eletto in Toscana - e mi rivolgo anche qui al sottosegretario, che rappresenta totalmente il Governo, il sottosegretario Bergamini - conosce bene la vicenda e le vicende e gli effetti disastrosi sulle economie locali di quello che è avvenuto nel Monte dei Paschi, e le sofferenze che si sono realizzate. Conosco tanti colleghi di tutti gli schieramenti: qui vedo il collega Villarosa che, per tanti anni, da sottosegretario all'Economia, ha preso in carico fortemente la tutela dei risparmiatori e l'ha fatto con risultati reali e non con discorsi, e lo dico non certo ad un collega di partito, ma ad un avversario, a cui va riconosciuto il merito di ciò che ha compiuto in questi anni, l'abbiamo fatto nelle varie Commissioni. Così come è giusto riconoscere che hanno fatto bene i colleghi di Fratelli d'Italia, in primis Rizzetto e Rampelli, a proporre questa Commissione d'inchiesta (la proposta iniziale, nel testo originario, è firmata anche dai nostri colleghi di Forza Italia, Mulè e Pettarin). Ma qui non è un problema di schieramenti politici: chi ha voluto questa Commissione d'inchiesta deve essere encomiato e gli deve essere riconosciuto tale merito, ma tutti quanti i gruppi hanno aderito e stanno aderendo, perché la ricerca della verità in sede parlamentare restituisce al Parlamento la funzione ed il ruolo che deve avere nel rapporto con tutti i poteri dello Stato e noi dobbiamo rivendicare questo ruolo alla luce del dettato costituzionale. In questo caso dobbiamo rivendicarlo ancor di più, perché questa vicenda - è stato ricordato - ha dimostrato che ci sono elementi di fatto nelle vicende giudiziarie che non sono stati accertati, lacune, carenze e mancanze, che sono state rivelate, proprio rivelate. Da chi? Da trasmissioni televisive e dai giornali, a dimostrazione che in questo Paese il controllo da parte dei media è ancora efficace, il controllo da parte della stampa è elemento di funzione democratica e quindi quegli accertamenti hanno svegliato una compagine statuale che, nel suo insieme, non aveva reagito in maniera consona, adeguata alla rilevanza e all'importanza del caso.

Questo è un caso centrale per la ricostruzione delle crisi bancarie, perché questo caso dovrà essere accertato in tutti i legami e in tutte le vicende che sono connesse alla morte di David Rossi, nessuna esclusa, anche quelle che riguardano persone di alto lignaggio (vediamo se hanno questo alto lignaggio, perché l'alto lignaggio si guadagna nell'onore, nel rispetto, nella dignità del ruolo quando si fa parte dello Stato; vediamo se hanno questo alto lignaggio); dovremo capire cosa e perché certe vicende sono state messe da parte, non sono state considerate, elementi fattuali non sono stati approfonditi, mezzi di prova sono stati eliminati.

Tutto questo è inaccettabile e - guarda caso - è il Parlamento, il vituperato Parlamento che mette all'ordine del giorno la questione, la vuole accertare e approfondire e assume su di sé la responsabilità di questo compito, perché il Parlamento è centrale, esprime il legame diretto con il corpo elettorale, esprime il legame diretto con la funzione democratica e il principio di legalità. Molte cose si sono sentite in questi anni con riguardo al Parlamento, ma questa inchiesta, come tante altre, dimostrerà e continuerà a dimostrare quanto è importante il compito del Parlamento, quanto è decisivo il compito del Parlamento, quanto sarà importante quest'inchiesta per chiarire finalmente ciò che è accaduto in quelle crisi bancarie, a partire dal Monte dei Paschi, per il danno, il sacrificio umano, personale, professionale, aziendale che hanno subito tante persone e il sacrificio anche di questo giovane manager di questa banca, che cade all'indietro da una finestra, che rimane in agonia per oltre venti minuti, che viene visitato da misteriosi personaggi con il telefono in mano. E nessuno va a vedere, nell'epoca dei trojan, del controllo di tutti e di tutto, nessuno va a capire chi era la persona, a quale cellula si era agganciato il suo telefono; no, nessuno va a guardare. Non è possibile: quando ci sono personaggi, anche politici, che sono in maniera sterminata controllati giorno e notte, penso che era del tutto necessario controllare quantomeno chi fosse in quel momento che lo andava a visitare. Come mai reperti - come per esempio i fazzoletti intrisi di sangue - non sono stati appunto repertati? Come mai si vede che il telefono del soggetto deceduto è stato utilizzato anche dopo la morte o la caduta? Tutto normale. “Sono fatti particolarmente rilevanti, però non decisivi sul piano penale”: Ah no, non sono decisivi sul piano penale? Altri fatti accertati sono decisivi sul piano disciplinare: accerti il CSM se ci sono responsabilità, forse, di qualche magistrato. Sul piano disciplinare? Vicende di questo tipo? E allora è proprio il Parlamento che, grazie alla superiorità della forza democratica che lo legittima, dovrà accertare questi fatti fino in fondo.

E rimango totalmente d'accordo con il collega Ceccanti sul fatto che non dobbiamo sostituirci all'autorità giudiziaria, ma che dobbiamo accertare tutti i fatti rilevanti ai fini dell'inchiesta, secondo quello che è il dettato della norma che andremo ad approvare. Questo è il nostro compito e lo dobbiamo fare senza infingimenti, senza alcun timore, perché è la forza della democrazia, è la forza del corpo elettorale che ci legittima e ci consente di chiarire ciò che è accaduto; perché in nessun Paese del mondo è possibile che un fatto del genere passi attraverso valutazioni, anche giudiziali, del tutto sconclusionate e carenti. Vedremo se poi nelle attività della Commissione d'inchiesta questo sarà appurato; già la stampa, lo ha appurato. Io ho decine di articoli di giornale, di inchieste, di domande che sono fatte durante le trasmissioni, che corrono dietro a qualcuno, magari inseguendolo. È capitato pure a me; io non rispondo mai, per dir la verità, perché non ho niente da nascondere e quando mi inseguono non è che sto lì a rispondere; a me non importa niente di andare a finire sulla trasmissione X o Y, ma altri abbiamo visto che non rispondevano. Altri, poi, risponderanno qui in Parlamento, risponderanno nella sede istituzionale, perché qui è la nostra voce e qui è la voce del popolo italiano. In nome del popolo italiano si decide la giustizia, ma in nome del popolo italiano si svolgono anche queste inchieste. In questo caso, per la persona, per la famiglia - l'ho detto -, il nostro ruolo è ancora più alto e più importante, con tutto il rispetto del povero David Rossi. Il nostro ruolo è quello di ristabilire una verità, di ricostruire una verità con riguardo a una vicenda, che non è la singola vicenda, attenzione. È una vicenda che è intrisa in un più ampio tessuto riguardante una crisi bancaria, riguardante anche indagini che a quel tempo si svolgevano sulla situazione del Monte dei Paschi di Siena, nel rispetto e nella tutela di tutti. Io faccio parte di una Commissione d'inchiesta bicamerale sulle banche, sul sistema bancario e finanziario, e noi svolgiamo audizioni e indagini nel massimo rispetto delle regole e nella piena riservatezza quando è necessario. Sappiamo farlo e il Parlamento lo sa fare, anche perché in questo Parlamento - diciamolo, visto che non lo dice nessuno - ci sono tecnici e funzionari che sono in grado di leggere e applicare le leggi anche in questo campo nel pieno rispetto della persona e dei terzi, anche indagati o sottoposti ad inchieste. Le notitiae criminis noi le sappiamo tutelare e preservare rispetto ad altri ambiti dove si sa di tutto rispetto agli atti che vengono compiuti. Gli atti che noi compiamo, quando sono e devono essere valutati anche in maniera segretata, sappiamo come valutarli e sappiamo poi quando è il momento di pubblicarli e quando è il momento di stabilire, con le relazioni, anche le conclusioni delle Commissioni.

Molta parte della storia italiana è stata ricostruita e viene ricostruita tuttora nei libri di storia sulle attività compiute dalle Commissione d'inchiesta: è sempre successo e sarà anche in questo caso. Questo che noi abbiamo è un compito di altissimo profilo e tutti i membri di quella Commissione devono sentirsi investiti di un compito molto importante. Forse molti non crederanno a quello che dico, ma io ci credo: questa Commissione d'inchiesta sarà una di quelle più importanti che abbiamo istituito, perché avrà questi compiti e potrà accertare finalmente un crogiuolo di potere e di decisioni che non sono mai state chiarite e che non riguardano solo il Monte dei Paschi e la Toscana, ma che riguardano un sistema. Da questo caso un sistema può essere ricostruito e può essere distrutto, accantonato, per andare oltre secondo il principio di legalità. Questo sarà il compito che avranno i commissari e questo è il compito che noi avremo. Io, da parlamentare eletto in Toscana, sento il dovere di compiere questa attività. Sento il dovere - se possibile, invece che parlare al telefono mentre stiamo parlando, potrebbe essere opportuno ascoltare - e penso che sia importante per ciascuno di noi svolgere questo compito con quella dignità del ruolo del parlamentare, sapendo la grave responsabilità che ciascun membro di questa Commissione andrà ad assumersi, perché non sarà facile svolgere quel compito.

Ricordo un collega toscano che divenne presidente della “Commissione Forteto” in Regione Toscana, il collega Stefano Mugnai. Era un giovane consigliere regionale, da poco eletto, e tutti gli dicevano: ma che vai a fare nella “Commissione Forteto”? Ma ti occupi del Forteto? Lui se ne occupò, del Forteto, insieme a tanti altri colleghi anche di altri partiti, e quella vicenda del Forteto lo sa bene Deborah Bergamini, l'onorevole Bergamini, il sottosegretario, quanto fu importante per stabilire e ricostruire la gravità di un sistema che aveva invaso la politica, la famiglia e le persone. Tante vicende nella vicenda su Il Forteto, ma partì da quella Commissione d'inchiesta, d'indagine, in sede regionale toscana. Ci volle coraggio, allora, ad opporsi a quel sistema: qui abbiamo la forza, più del consiglio regionale, del Parlamento e dobbiamo riuscire a ristabilire la verità: ce lo chiedono i cittadini, ce lo chiedono il povero David Rossi e la sua famiglia, ce lo chiedono i risparmiatori e gli investitori, ce lo chiede il principio di legalità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Zennaro. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (LEGA). Grazie, Presidente. In discussione oggi c'è l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta con il compito di accertare e ricostruire le circostanze che hanno determinato la morte di David Rossi. Il 6 marzo del 2013 - sono passati otto anni e due giorni - il responsabile dell'area comunicazione di Banca Monte dei Paschi è stato trovato senza vita dopo essere precipitato dalla finestra del proprio ufficio nella sede storica della banca di Rocca Salimbeni. Sicuramente, anche grazie a tutta una serie di inchieste giornalistiche, ma anche televisive, si è fatta luce su un caso che è stato archiviato dalla magistratura per ben due volte; un caso che ha colpito tanti sull'opinione pubblica; un caso che si inserisce, ahimè, in uno specifico intreccio tra banca, affari e politica, che ha riguardato non solo un territorio, non solo la regione Toscana, ma anche i tasselli dell'Italia in quel periodo, nella riorganizzazione bancaria che era in quel momento in opera, soprattutto, ad esempio, con la fusione per incorporazione della Banca Antonveneta, con un'oggettiva perdita, poi, di miliardi di euro non solo per i risparmiatori, ma soprattutto per la banca e per la fondazione.

Ebbene, è giusto operare con un'operazione di trasparenza, di chiarezza, senza, ovviamente, entrare nel merito dell'attività che ha fatto la magistratura, ma giustamente nei limiti previsti dalla Costituzione, nei limiti che vengono dati da questa legge, nei limiti dati proprio nelle Commissioni d'inchiesta al Parlamento, per fare luce su una situazione che ha molti punti, ahimè, oscuri. Nel dettaglio, la proposta di legge, anche per chi ci segue da casa, ci dice di ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta di David Rossi dalla finestra del proprio ufficio nella sede del Monte dei Paschi di Siena ed eventuali responsabilità di terzi; di esaminare e valutare il materiale raccolto dalle inchieste giornalistiche sulla morte di David Rossi e di indagare sulle vicende a lui collegate, così come denunciate e rese pubbliche attraverso le medesime inchieste; di verificare fatti, atti e condotte commissive ed omissive che abbiano costituito o che costituiscano ostacolo, ritardo o difficoltà per l'accertamento giurisdizionale di eventuali responsabilità relative alla morte di David Rossi.

Ecco, sicuramente le Commissioni di inchiesta, come ce ne sono altre oggi in corso, come quella sul sistema bancario, potranno far luce su tutta una serie di fatti, di eventi e di situazioni. È un aspetto sicuramente positivo, auspichiamo che, ovviamente, si attivi il prima possibile questa Commissione di inchiesta, proprio per far luce su questi fatti per la famiglia e per tutti gli italiani che devono sapere cosa è successo (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Ci tengo a ringraziare i relatori della II e della VI Commissione e, naturalmente, ringrazio il collega di Fratelli d'Italia, Walter Rizzetto, che ha presentato questo importante provvedimento. Apprezzo che la proposta di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta con il compito di accertare, di ricostruire le circostanze che hanno determinato la morte di David Rossi sia stata condivisa da tutte le forze politiche presenti in quest'Aula. In ogni caso, l'obiettivo della Commissione, come ricordato anche dal collega Maschio in sede di esame, ovviamente, non è quello di riportare l'attenzione su vicende legate al Monte dei Paschi di Siena, bensì di conferire alla Camera poteri di inchiesta per fare luce su alcune delle pagine più buie della storia recente del nostro Paese.

Il 6 marzo 2013, David Rossi, responsabile dell'area comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, è stato trovato senza vita, dopo essere precipitato dalla finestra del proprio ufficio nella sede storica della banca. Una morte dai contorni ancora poco chiari, dalle tante domande rimaste senza risposta, da anni al centro di accesi scontri giudiziari, mediatici e politici. Occorre fare luce sugli aspetti più controversi, come, recentemente, l'indagine, legata ai presunti festini che, secondo alcuni poteva celare alcune verità, è stata archiviata dal tribunale di Genova. Il caso richiede indubbiamente una riapertura delle indagini, affinché la magistratura possa ricostruire quanto effettivamente accadde a David Rossi, sebbene alcune importanti prove non siano più acquisibili. A otto anni di distanza dal tragico evento, vi è la necessità politica di chiarire le circostanze di questa vicenda, che descrive la scomparsa di un uomo che ha avuto, forse, solo la colpa di conoscere più di quanto doveva, dove c'è una famiglia che non ha mai smesso di chiedere giustizia per la tragica morte di un manager bancario, dove, per ben due volte, si sono aperte delle indagini. La prima archiviazione, che definiva il decesso un suicidio, è avvenuta subito dopo la scomparsa di David Rossi; la seconda, riaperta dopo due anni, dove per la prima volta si iniziano a fare delle indagini appropriate, vede l'approfondimento di tutti gli aspetti fondamentali tralasciati durante i primi accertamenti. Il magistrato che si occupa del caso deciderà, finalmente, di iniziare a mettere in ordine tutti i tasselli di una vicenda incomprensibile e, in questo caso, si scoprirà che molte delle informazioni fondamentali per arrivare a comprendere le dinamiche di quello che, fino a quel momento, era stato definito un suicidio sono andate perse. Anche questa indagine viene archiviata in maniera definitiva, una superficialità che oggi potrebbe costare il prezzo di un altro caso di mancata giustizia. Dico questo, perché gli accertamenti aperti dalla procura di Siena e, poi, archiviati nel 2013 e, ancora, nel 2017 dallo stesso tribunale, non solo non sono serviti a fare luce sul caso Rossi, ma hanno restituito un elenco di interrogativi che riguardano sia la morte dell'ex capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, sia, soprattutto, i gravissimi errori commessi nella fase iniziale delle indagini. Se ci sono errori, anche gravi, è giusto che sia verificato per dare una risposta a una famiglia che attende da anni.

Anche tante trasmissioni televisive hanno già raccontato che questa vicenda potrebbe costituire la punta di un iceberg e nascondere molti altri segreti, molti altri reati. Durante i lavori della Commissione sarà utile esaminare i tabulati telefonici dei cellulari che sono transitati per il vicolo in cui è stato trovato David Rossi. Un'altra anomalia, visto che non sono mai stati acquisiti dall'autorità giudiziaria, riguarda soprattutto la mancata acquisizione dei tabulati di presenza, cioè quell'elenco dei cellulari che, nei minuti successivi e precedenti al fatto, impegnavano le celle telefoniche intorno alla banca. Un elemento certamente complesso da analizzare, ma che avrebbe potuto aggiungere altre prove, anche significative. Occorre indagare sulle ragioni per le quali non sia stato effettuato l'esame istologico delle ferite riscontrate sul corpo di David. La prima autopsia, infatti, è stata carente, è stata superficiale, tanto da rendere necessaria una successiva riesumazione del corpo e che, comunque, non ha consentito, a causa del tempo perduto, di avere informazioni che, in altre circostanze, sarebbero state preziose. Sarà utile esaminare il video di sorveglianza dal quale risultano tagliati dei fotogrammi, nonché analizzare il contorno legato agli istituti finanziari, perché in questa vicenda giocano un ruolo importante proprio le immagini: quelle registrate dalle telecamere presenti lungo tutto il perimetro di Palazzo Salimbeni e quelle del vicolo dove si è consumata la tragedia. La logica avrebbe voluto che fossero acquisiti tutti i filmati registrati da tutte le telecamere interne ed esterne alla sede della banca e questo non è stato fatto, mentre avrebbero dovuto acquisirsi immediatamente, perché, dopo sette giorni, il sistema li sovrascrive. Secondo i periti della famiglia, contrariamente alla buona prassi investigativa, il filmato si interrompe diversi minuti prima dell'arrivo dei soccorsi. Allora è necessario trovare delle risposte a queste due domande: David Rossi si è davvero ucciso o è stato ucciso? Poteva essere salvato o doveva morire? Perché, se David Rossi fosse stato soccorso, forse avrebbe potuto salvarsi. Dal video della caduta, infatti, si comprende che il giornalista non muore subito e appare la sagoma di un uomo che guarda David a terra, lasciandolo lì, morente. David, quindi, è rimasto a terra, agonizzante, per ventidue minuti prima dell'ultimo respiro. I soccorsi verranno allertati circa quaranta minuti dopo, quando, ormai, per David non c'è nulla da fare. E allora concludo, Presidente, ricordando che solo oggi, a distanza di otto anni dalla scomparsa di David Rossi, la Commissione di inchiesta arriva finalmente in quest'Aula, con il compito di ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta dalla finestra del proprio ufficio, nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Rocca Salimbeni, e le eventuali responsabilità di terzi. Una proposta fondamentale per approfondire gli aspetti legati alla morte di David Rossi che, ad oggi, appaiono ancora come misteriosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - Doc. XXII, n. 37-A)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice per la Commissione giustizia, deputata Stefania Ascari, che rinuncia. Ha facoltà di replicare il relatore per la Commissione finanze, Marco Osnato, che rinuncia. Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo, Deborah Bergamini, che rinuncia.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020 (A.C. 2842-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2842-A: Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF) - cioè, il Forum del gas del Mediterraneo orientale, tradotto in italiano -, fatto al Cairo il 22 settembre 2020.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2842-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, presidente della Commissione, deputato Piero Fassino.

PIERO FASSINO , Relatore. Grazie, Presidente. Illustre Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, il Forum del gas del Mediterraneo orientale, secondo l'acronimo inglese East Mediterranean Gas Forum, è stato istituito al Cairo il 22 settembre 2020 come sede di un dialogo strutturato e un coordinamento stabile tra alcuni Stati del Mediterraneo orientale produttori o Paesi di transito o Paesi consumatori di gas naturale. Il Forum si è costituito come Forum di cooperazione, senza alcun tipo di autorità vincolante sui suoi membri, perfettamente in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell'economia da raggiungere entro il 2030 ed entro l'anno 2050.

Il Forum, annunciato per la prima volta nell'ottobre 2018, si è costituito su iniziativa di Italia, Egitto, Giordania, Israele, Cipro, Grecia e Autorità nazionale palestinese. La Francia ha chiesto di divenirne membro e gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno chiesto di divenirne osservatori permanenti, qualità già riconosciuta agli Emirati arabi uniti.

Lo statuto del Forum, che è oggetto della decisione sulla ratifica, che qui esaminiamo, sancisce l'istituzione di un'organizzazione internazionale regionale, che ha lo scopo di innescare una cooperazione tra Paesi aderenti, per aumentare le esportazioni della regione delle risorse naturali con una gestione più efficiente delle infrastrutture esistenti e di promuovere investimenti privati nel settore energetico.

Per adempiere alla missione il Forum è dotato di tre organi: il consiglio di amministrazione, executive board, che sostituirà l'attuale high level working group, organismo tecnico; il segretariato, ospitato al Cairo; la riunione ministeriale, che resterà l'organo di indirizzo strategico. La partecipazione è aperta ad altri Paesi della regione, ma per nuove ammissioni è necessario il consenso dei Paesi fondatori.

E' stata inoltre prevista l'istituzione del Gas Industry Advisory Committee che comprende i principali portatori di interessi pubblici e privati, interessati allo sviluppo di rapporti strategici nel settore con i Paesi del Mediterraneo orientale. Il GIAC, cioè il Gas Industry Advisory Committee, affianca il Forum con raccomandazioni e studi volti alla creazione di un clima positivo per gli investimenti e alla costituzione di infrastrutture atte a favorire l'esportazione, massimizzando il valore economico del gas presente nella regione.

Lo sviluppo congiunto delle risorse nell'area potrà contribuire al consolidamento della stabilità geopolitica e sociale della regione del Mediterraneo orientale. Per l'Italia partecipano al GIAC le società Eni, Saipem e Snam. Partecipano ai lavori del Forum, sin dal suo esordio, con lo status di osservatori, i rappresentanti dell'Unione europea e della Banca mondiale. Entrambe queste istituzioni hanno sostenuto attivamente il processo di formazione del Forum: l'Unione Europea assicurando il finanziamento delle spese iniziali, 500 mila euro per il biennio 2020- 2021, e la Banca mondiale finanziando un master concept, 75 mila dollari, che sarà seguito da uno studio volto ad analizzare le dinamiche di produzione, la domanda di gas dell'area e la fattibilità di investimenti che ne consentano l'esportazione.

Conformemente alla decisione del Consiglio e alle procedure previste dalla decisione UE, prima della firma gli Stati membri dell'Unione europea devono acquisire il parere positivo della Commissione europea. Cipro che è parte, uno dei soggetti costitutivi del Forum, anche per conto dell'Italia e della Grecia, ha provveduto il 27 gennaio 2020 ad effettuare la notifica dello Statuto alla Commissione europea per la valutazione ex ante del testo. Successivamente la Commissione europea ha confermato la compatibilità dello Statuto con la normativa europea. Gli Stati europei hanno quindi potuto firmare lo Statuto, la cui successiva ratifica darebbe l'avvio formale alla nuova organizzazione internazionale regionale.

Durante la fase negoziale l'Italia ha visto confermato il proprio importante ruolo strategico quale è stato co-fondatore del Forum, cerniera del Mediterraneo orientale verso occidente e potenziale gateway, ovverosia via d'accesso del gas verso i mercati europei. Segnalo tra gli effetti indiretti, ma non meno significativi di questo accordo, il coinvolgimento, nella stessa, nel Forum sia di Israele che dell'Autorità nazionale palestinese e, quindi, un coinvolgimento che può anche contribuire al miglioramento delle relazioni politiche e della cooperazione tra i due soggetti che, come sappiamo, da tempo, sono i protagonisti del conflitto israelo-palestinese.

In conclusione auspico una rapida approvazione del provvedimento in esame alla luce dello sforzo fatto dal Governo per consentire all'Italia di entrare negli organi di governance del Forum, che è destinato a diventare il maggior foro di discussione sui temi dell'energia e della rete di pipeline nel Mediterraneo. Tenendo conto che lo Statuto è già stato ratificato da Grecia e Cipro, occorre assicurare che il nostro Paese, essendo tra i primi che lo ratifica, sia nelle condizioni di avere voce in capitolo quando altri paesi entreranno a far parte del Forum. E questo naturalmente nell'interesse e a tutela delle scelte geo-strategiche dell'Italia.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo. Prego, a lei la parola.

MARINA SERENI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Molto rapidamente l'East Mediterranean Gas Forum costituisce un eccellente risultato diplomatico, che pone l'energia al centro della cooperazione regionale, riconoscendo il ruolo dell'Italia tra i sette fondatori come principale cerniera con i Paesi dell'Europa continentale. L'energia rappresenta un fattore di convergenza e inclusività anche nella prospettiva dell'importanza crescente assunta dal Mediterraneo per la sicurezza energetica dell'Unione europea e del ruolo che il nostro Paese può svolgere per lo sviluppo e la prosperità di tutta l'area.

L'Italia, infatti, per la sua storia e dimensione geopolitica, è attore in tutto lo scacchiere del Mediterraneo. La nostra agenda energetica si basa sul ruolo riconosciuto della nostra industria nazionale oltre che su una sensibilità politica che considera il dialogo e il mutuo beneficio quali fattori duraturi di sviluppo diffuso. Ad oggi tutti i fondatori, ad eccezione dell'Italia, hanno già ratificato: Israele, Palestina, Giordania, Egitto e, da ultimo, Cipro e Grecia.

Superata, quindi, la soglia delle cinque ratifiche necessarie, il primo marzo 2021 lo Statuto è entrato in vigore. Lo Statuto prevede la possibilità di allargamento della membership ad altri Paesi della regione e che, su tali candidature, possano esprimersi i membri del Forum che abbiano già ratificato lo statuto. Le richieste di allargamento della membership dovranno ogni volta essere valutate con molta attenzione, al fine di non introdurre nel Forum elementi estranei all'area mediterranea, con obiettivi che potrebbero anche essere confliggenti con le originarie finalità dell'organizzazione e con i nostri interessi precipui.

Proprio in questi giorni il gruppo dei funzionari tecnici, di cui facciamo comunque parte, sta esaminando la richiesta francese di adesione come membro che viene vista in generale con favore. Il Ministro Di Maio, nel corso del colloquio a Roma di venerdì scorso con l'omologo Le Drian, ha confermato il sostegno italiano all'adesione della Francia all' East Mediterranean Gas Forum. In precedenza, lo stesso gruppo tecnico ha valutato positivamente le richieste di USA ed Emirati arabi di divenirne osservatori.

Una prima riunione ministeriale del Forum è prevista domani in modalità virtuale e, in tale occasione, si desidererebbe sancire l'ammissione dei predetti Paesi su cui, ai sensi dello Statuto, potranno formalmente pronunciarsi i fondatori che lo hanno firmato e ratificato. Anche nella prospettiva di analoghe decisioni future, è essenziale, come ha già detto il Presidente della Commissione e relatore onorevole Fassino, che l'Italia acceleri il processo di ratifica, per poter acquisire la qualifica di membro a pieno titolo e svolgere quindi, sin dalle prime fasi, un ruolo profilato nel Forum. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Iolanda Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente, colleghi. L'accordo per la costituzione del Forum del Mediterraneo orientale sul gas, firmato al Cairo il 22 settembre 2020, rappresenta un ulteriore tassello nel contesto della strategia energetica nazionale e si inserisce nell'ottica dell'intensificazione dei rapporti di vicinato nell'area mediterranea in materia di energia e risorse naturali.

Tale Forum nasce con l'intento di sviluppare un'azione di dialogo e coordinamento stabile e strutturato tra alcuni membri del Mediterraneo orientale, che comprendono paesi produttori, di transito e importatori di gas naturale. Questa organizzazione regionale ha lo scopo principale di ricavare il massimo beneficio economico dei giacimenti di gas, di cooperare per aumentare le esportazioni della regione con una gestione più efficiente delle infrastrutture esistenti, di promuovere investimenti privati nel settore energetico e di favorire l'esportazione delle risorse naturali con puro scopo di cooperazione, senza alcun vincolo di autorità in capo ai propri membri. Lo Statuto del Forum, di cui oggi in questo consesso si discute la ratifica, consta di 31 articoli che ne disciplinano l'istituzione, il funzionamento dell'organizzazione e le fonti di finanziamento dello stesso.

I punti cardine disciplinati nello Statuto riguardano la scoperta e la gestione efficiente dei giacimenti di gas delle aree della regione in chiave di prosperità e sicurezza energetica dei Paesi membri; esso espone, altresì, il desiderio di cooperare per l'efficiente gestione delle infrastrutture di trasporto esistenti e per la realizzazione di nuove e moderne infrastrutture per la commercializzazione dei prodotti derivanti dallo sfruttamento di giacimenti. Vi è, inoltre, un importante riferimento al rispetto delle norme internazionali dettate dalla Convenzione ONU sul diritto del mare. Quest'ultimo punto, dunque, sottolinea anche l'attenzione dell'organizzazione verso il diritto internazionale marittimo in una veste sia politica sia economica sia, soprattutto, ambientale. È un punto fondamentale inquadrare la membership dell'Italia in tale organizzazione nel rispetto delle norme e delle direttive che la nostra Costituzione, l'Unione europea e la comunità internazionale ci dettano. Da tempo, l'Italia persegue il più ampio ricorso a strumenti che migliorino, insieme, la sicurezza energetica e la tutela dell'ambiente, per esempio, e anche l'accessibilità dei costi dell'energia, contribuendo agli obiettivi europei in materia di energia e di ambiente. L'Italia condivide, pertanto, l'orientamento europeo teso a rafforzare l'impegno per la decarbonizzazione dell'economia e intende promuovere un patto per un'Europa verde, un Green New Deal inteso come patto verde con le imprese e con i cittadini, che consideri l'ambiente come motore economico del Paese.

In questo consesso, il Forum si costituisce come un foro di cooperazione senza alcun tipo di autorità vincolante per i suoi membri, perfettamente in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell'economia da raggiungere entro l'anno 2030 ed entro l'anno 2050. La ratifica dello Statuto del Forum è pienamente compatibile con i dettami costituzionali del nostro Paese e con la legislazione vigente, non incide con le modifiche sul Piano integrato per l'energia e il clima così come la Commissione europea ha statuito la piena compatibilità dell'organizzazione con le normative vigenti.

In conclusione, dunque, il pieno recepimento dello Statuto del Forum e, di conseguenza, la sua istituzionalizzazione possono essere una grande opportunità per l'Italia per l'implementazione di quella strategia di transizione energetica e di decarbonizzazione che ci suggerisce la maggiore attenzione verso la salvaguardia dell'ambiente oltre che l'opportunità di raggiungere sempre nuovi obiettivi strategici di indipendenza energetica e di cooperazione con gli Stati dell'area mediterranea, da sempre naturale propensione del nostro Paese.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marco Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Noi vediamo con favore la ratifica dello Statuto di questo organismo, del Forum del gas dell'Est Mediterraneo. La vediamo con favore perché riteniamo che - evidentemente, non lo riteniamo solo noi - l'energia stia diventando sempre più un argomento centrale della nostra vita quotidiana e, quindi, non si può prescindere nemmeno dalla valutazione che le Nazioni, tra di loro, possono dare rispetto ad accordi per lo sfruttamento delle risorse che producono l'energia; tra queste, appunto, il gas. È evidente che l'energia diventa un elemento centrale non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista della sicurezza internazionale, direi della geopolitica più in generale. Quindi, è evidente che, nella nostra ottica, vediamo con favore il ruolo che l'Italia deve e può avere all'interno di questo Forum e all'interno di uno scenario internazionale quale è, appunto, la regione dell'Est Mediterraneo. Lo dico perché è chiaro che la nostra appartenenza all'Unione europea e una certa prevalenza, all'interno degli organismi europei, dei Paesi cosiddetti del Nord Europa ha forse un po' spostato l'attenzione verso quella parte del nostro continente. Noi riteniamo che, invece, anche per una concezione storica che parte dall'azione, addirittura, di Federico II, il nostro ruolo deve essere quello di un'Europa spostata anche sul Mediterraneo, con un ruolo centrale in quella regione dove, comunque, la storia ha prodotto sempre realtà significative. Quindi, crediamo che bisogna andare in questa direzione, bisogna che il Forum sia ratificato per avere un ruolo che, seppure consultivo, possa cercare di mettere ordine in un settore che molto spesso è stato causa anche di conflitti internazionali. Bisogna sicuramente supportare le importanti aziende italiane che aderiranno, poi, al Comitato consultivo perché sono aziende strategiche per la nostra nazione ma, direi, non solo: si parla appunto di ENI, di Saipem, di Snam, insomma, di gioielli dell'industria italiana. Credo, soprattutto, che bisogna aiutare, tramite il dialogo all'interno di questo Forum, la nostra nazione a essere centrale anche nel portare verso la più ampia sufficienza energetica tutto il continente anche per preservarlo da rischi diversi, di altri conflitti in altre zone del globo. Quindi, noi assentiamo rispetto a quanto il relatore ha detto sull'urgenza e la necessità di provvedere a questa ratifica; speriamo che lo si faccia e speriamo, visto quanto sostenuto dal Governo, che altri Paesi europei vogliano aderire e che lo facciano magari con volontà di cooperazione e non, come purtroppo spesso fanno alcune di queste Nazioni, con volontà egemonica e predominante. Quindi, l'auspicio è che il Forum possa svolgere la sua attività in breve tempo e con efficacia, che sia un elemento facilitatore del dialogo e che non venga utilizzato, invece, da altri per cercare di imporre scelte che vanno poi a pregiudicare sicuramente quelle italiane e, magari, quelle europee (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2842-A​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, deputato Piero Fassino.

PIERO FASSINO, Relatore. Presidente, ritengo che non ci sia da aggiungere altro, avendo fin qui registrato il consenso di tutte le forze politiche del Parlamento che si sono espresse e anche, ovviamente, del Governo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo, che si riserva di farlo.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Modifica nella composizione della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 56, comma 4, del Regolamento, comunico che, a seguito delle dimissioni del deputato Andrea Orlando, quale componente effettivo della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, sulla base dell'indicazione del presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico, conformemente alla costante prassi applicativa della citata disposizione, lo stesso è sostituito dalla deputata Marina Berlinghieri, attualmente membro supplente della medesima delegazione.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Giuliodori. Ne ha facoltà, per due minuti.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Sapete che cos'è il capitalismo? Ebbene, il capitalismo è quella dottrina che lascia a piedi 90 dipendenti da un giorno all'altro, che sfrutta le persone come oggetti per poi abbandonarli appena smettono di essere utili al capitale; insomma, che mette il profitto davanti a tutto. Perché dico questo? Perché in questi giorni mi trovo davanti all'ennesimo dramma occupazionale del mio territorio, la provincia di Ancona. Il 31 marzo Carrefour chiuderà i battenti dell'ipermercato di Camerano, lasciando senza lavoro 89 dipendenti, senza tante remore e senza prendere nemmeno in considerazione la vendita.

Si tratta di un duro colpo per il nostro territorio che si somma a un'altra recente ferita: il travagliato passaggio tra Sma, Auchan e Conad, di cui hanno fatto le spese oltre 100 lavoratori; stesso film che vedremo tra 20 giorni se non facciamo subito qualcosa.

Ma il punto è: che cosa posso fare? Che cosa può fare un deputato, un rappresentante del popolo davanti a certe vicende? Purtroppo ben poco, mi rispondo, ben poco viste le condizioni del nostro Paese, e non parlo della crisi economica e sociale che stiamo vivendo, parlo di una vera e propria sottomissione della democrazia. Come possiamo fare gli interessi dei cittadini se abbiamo le mani legate? L'Italia è da tempo, ormai, un Paese commissariato, dove la progressiva cessione di sovranità impedisce una reale applicazione della nostra Costituzione, di principi ideali bellissimi che però rimangono lettera morta. Quindi, posso agire in due modi: da una parte, dare massima visibilità alla vicenda e fare pressione sulle istituzioni e sull'azienda ma, dall'altra, ho il dovere, in ogni occasione, di ribadire con forza che l'Italia deve tornare ad avere mani libere. Comunque, i giorni passano ed il 31 marzo si avvicina. Lancio, quindi, un appello all'azienda, alla regione Marche e al Ministro Giorgetti: non abbandoniamo questi lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manuel Tuzi. Ne ha facoltà, per due minuti.

MANUEL TUZI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, colleghe, con questo intervento voglio portare all'attenzione di quest'Aula un problema che rappresenta una situazione a dir poco paradossale e riguarda la mia regione, la regione Lazio, ma tutte le regioni a livello nazionale.

La problematica riguarda quella che è la vaccinazione, la vaccinazione del personale scolastico, docente e non docente, e universitario over 65. Queste persone oggi attualmente non possono vaccinarsi e si trovano in un limbo. Di fatto, stiamo dicendo alle persone in salute, gli under 65, le persone che non hanno patologie, che possono essere vaccinate; le altre, quelle che ne avrebbero più bisogno, le persone fragili, gli over 65, le persone che hanno patologie, oggi no. Cioè, tutto questo è folle, non ha alcuna logica medica, perché queste sono le persone che di fatto rischiano di più di sviluppare patologie gravi dovute al Coronavirus, rischiano di andare in ospedale, e noi a queste persone gli stiamo dicendo che oggi non possono fare il vaccino.

Io oggi faccio questo intervento perché nella regione Lazio ci sono oltre 4.112 persone che hanno questa problematica solo di personale scolastico statale. In Italia sono oltre 50 mila e questi sono lavoratori a cui dobbiamo dare delle risposte.

Io oggi rivolgo un appello al Premier Draghi, al Ministro della Salute, al Ministro dell'Istruzione, al Ministro dell'Università e della ricerca: a queste persone vanno date delle risposte oggi e non fra 2-3 mesi, perché fra 2-3 mesi sarà troppo tardi. Oggi siamo nella terza ondata. Queste sono le persone che stanno costruendo il futuro dei nostri giovani, dei nostri nipoti, dei nostri figli, e noi abbiamo il dovere, come Stato, di dargli oggi delle risposte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rosa Alba Testamento. Ne ha facoltà per due minuti.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. “Non vanno bene, queste mascherine sono difettose”; “qui non passa l'ossigeno, sto morendo asfissiato”. Sono state solo alcune disperate richieste di aiuto provenienti telefonicamente dall'ospedale Cardarelli di Campobasso. Oggi il bilancio in Molise delle vittime per COVID è terribile: 373 morti. Pochi giorni fa è spuntata una determina dell'azienda sanitaria regionale in cui si disponeva la sostituzione dell'impianto di ossigenazione del Cardarelli perché obsoleto, malfunzionante e privo degli standard di sicurezza.

Il Molise è l'unica regione in Italia che non ha ancora un centro COVID, con il presidente di Regione Toma, l'Asrem e la subcommissaria che si sono sempre opposti all'istituzione del centro COVID a Larino, preferendo destinare temporaneamente a tale scopo il Cardarelli di Campobasso, unico DEA regionale di primo livello della Regione, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato sia nella diffusione del contagio che nel non poter garantire le cure e l'assistenza per altre patologie.

Nelle ultime ore si è diffusa la notizia dell'avviso di garanzia al commissario Giustini e la sua eventuale sostituzione col presidente di Regione Molise. Mi rivolgo al Ministro della Salute Speranza e al sottosegretario Sileri: come si può pensare di nominare commissario un presidente di Regione che nell'ultimo anno ha contribuito al disastro sanitario e umano in Molise, che di fronte all'incompetenza dei vertici dell'azienda sanitaria regionale non ha mosso un dito e che vede tra i componenti della sua giunta persone molto vicine, anche per vincoli parentali, alle strutture private accreditate?

Inoltre, al Ministro Speranza e al sottosegretario Sileri vorrei reiterare la richiesta di un “decreto Molise” che garantisca un piano straordinario di assunzioni, maggiori poteri sull'azienda sanitaria regionale nella definizione del programma di gestione del COVID-19, un contributo di solidarietà e il riequilibrio del rapporto pubblico-privato.

Solo due minuti sono troppo pochi per poter parlare delle criticità del Molise, ma sto preparando delle interrogazioni che depositerò nei prossimi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 9 marzo 2021 - Ore 11:

1. Seguito della discussione del disegno di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale presentata):

S. 2066 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (Approvato dal Senato). (C. 2921​)

Relatrice: RUGGIERO.

2. Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare

RIZZETTO ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi. (Doc. XXII, n. 37-A)

Relatori: ASCARI, per la II Commissione; OSNATO, per la VI Commissione.

3. Seguito della discussione dei disegni di legge:

S. 1142 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013 (Approvato dal Senato). (C. 2231​)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

S. 1143 - Ratifica ed esecuzione della Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011 (Approvato dal Senato). (C. 2232​)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2018. (C. 2415​)

Relatore: ROMANIELLO.

S. 1239 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 18 dicembre 1997; b) Protocollo di emendamento al Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 22 novembre 2017 (Approvato dal Senato). (C. 2522​)

Relatrice: DE CARLO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017. (C. 1768-A​)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

S. 1085 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018 (Approvato dal Senato). (C. 2524​)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica ellenica sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, fatto ad Atene il 9 giugno 2020. (C. 2786​)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020. (C. 2842-A​)

Relatore: FASSINO.

4. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati di comunicazioni nei confronti del deputato Zicchieri. (Doc. IV, n. 9-A)

Relatore: DI SARNO.

5. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Stefano Esposito (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 11-A)

Relatore: PITTALIS.

La seduta termina alle 15,50.