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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 26 agosto 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La IX Commissione,

   premesso che:

    il porto di Civitavecchia, sede dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, non può avvalersi dello status di porto «Core». Non essendo inserito formalmente nel corridoio centrale europeo scandinavo-mediterraneo che transita per il nodo di Roma, viene escluso, paradossalmente, benché sia lo scalo marittimo storico nonché principale approdo per la Capitale d'Italia;

    nei mesi scorsi le istituzioni dell'Unione europea hanno avviato gli incontri bilaterali necessari con i Paesi membri al fine di colmare eventuali gap nazionali createsi a seguito dell'istituzione della rete «Core» del 2013, dalla quale, appunto, il porto di Civitavecchia è stato escluso;

    è in corso d'opera il procedimento di revisione degli orientamenti TEN-T, ai sensi delle previsioni di cui al regolamento (UE) 1315/2013, con una scadenza dell'iter il 31 dicembre 2023;

    il porto di Civitavecchia è il primo porto d'Italia e il secondo d'Europa per numero di crocieristi; tra i primi in Italia per numero di passeggeri per traghetti e per servizi di linea internazionali;

    il porto è scalo dei prodotti metallurgici di una delle più grandi acciaierie d'Italia, quella di Terni, nonché del carbone per la centrale dell'Enel di Torrevaldaliga Nord. Inoltre, insieme agli altri due porti del network laziale, Fiumicino e Gaeta, il porto di Civitavecchia serve buona parte del centro Italia (incluso l'aeroporto internazionale di Fiumicino), con cifre di 5,3 milioni di tonnellate;

    l'inclusione del porto di Civitavecchia nella rete «Core» della Trans European Transport Network (TEN-T) permetterebbe allo stesso di accedere agli ingenti fondi economici attualmente allocati specificamente per la sola rete «Core»,

impegna il Governo

ad adottare iniziative di competenza per includere il porto di Civitavecchia nella rete «Core», nell'ambito delle proposte di revisione della suddetta rete della Trans European Transport Network (TEN-T).
(7-00718) «Traversi, Grande».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   nel territorio della città metropolitana di Reggio Calabria, comprendente comuni, come San Lorenzo e frazioni limitrofi come Chorio, i cittadini, oggettivamente, non vedono riconosciuto il proprio legittimo diritto costituzionalmente garantito relativo alla tutela della salute, considerato come fondamentale per l'individuo, nonché un interesse della intera collettività;

   nonostante il chiaro dettato costituzionale, permane nel territorio uno stato di grave emergenza sanitaria a causa della permanenza dei rifiuti nei centri abitati, fatto aggravato dall'innalzamento delle temperature e dai roghi che si registrano oramai con cadenza quotidiana, che generano pericoli di tipo infettivo a causa della contaminazione batterica;

   il territorio è al collasso a causa della conclamata mala gestione del servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti. I cittadini vedono il proprio territorio letteralmente invaso dalla spazzatura, quindi costretti a convivere con micro-discariche e rifiuti abbandonati ovunque. La condizione rischia di creare un grave problema di sanità pubblica e la salute dei cittadini è messa in serio pericolo;

   la gestione dei rifiuti nel territorio metropolitano reggino dovrebbe essere efficacemente garantita, di concerto, dall'amministrazione comunale, metropolitana e regionale. Non essendo tutto ciò avvenuto, si ritiene necessario intervenire radicalmente per modificare la pericolosa situazione, considerate le evidenti difficoltà e, secondo gli interpellanti, le incapacità degli amministratori competenti nell'affrontare e risolvere il problema a livello locale;

   come detto, all'emergenza igienica si aggiunge quella sanitaria, causata dal grande caldo che ha raggiunto picchi altissimi. Nella prima metà del mese di agosto 2021, il territorio è stato interessato da una vasta area anticiclonica di matrice nord-africana, registrando un picco termico di 45,4 gradi centigradi, che ha causato anche incendi, fatto che ha ulteriormente peggiorato la situazione;

   ad avviso degli interpellanti, l'emergenza sanitaria dovrebbe prevedere un intervento suppletivo dei Ministri interrogati per risolvere la situazione ed anche per verificare se le istituzioni competenti abbiano agito nel rispetto di quanto previsto da leggi e protocolli in situazione di emergenza e pericolo per la salute pubblica, quali quelli esistenti nel territorio reggino e se le amministrazioni competenti abbiano adottato le strategie e le soluzioni straordinarie necessarie per fronteggiare l'emergenza rifiuti;

   si precisa che i rischi segnalati sono stati certificati da studi e analisi effettuati dall'Istituto superiore di sanità. Studi che hanno confermato come, in condizioni simili a quelle che si vivono in questo periodo di caldo molto intenso, esista un reale pericolo per la salute –:

   quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, il Governo intenda adottare, a partire da quelle citate in premessa, al fine di monitorare l'aspetto sanitario e la chiara e duratura emergenza ambientale connessa a quella che gli interpellanti ritengono ascrivibile ad una manifesta incapacità degli amministratori competenti per la gestione del ciclo dei rifiuti, al fine di escludere rischi, anche di tipo infettivo, e per la miglior tutela della salute pubblica, evitando così rischi sanitari alla popolazione residente.
(2-01309) «Maria Tripodi, D'Attis».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SURIANO, EHM, GIULIODORI, SIRAGUSA e SARLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo i dati dell'European forest fire information system (Effis), in poco meno di 8 mesi, in Italia, sono bruciati 103.000 ettari di terreno. L'Italia ha il triste primato di nazione con più incendi nel 2021;

   in molte regioni gli incendi si aggiungono a problematiche già in essere, come le eruzioni dell'Etna o la desolazione di una terra come il Salento martoriata dalla xylella, nella quasi totale inefficacia delle politiche sinora adottate;

   in prima istanza la causa principale di tutto ciò può essere individuata sicuramente nel cambiamento climatico globale, sul quale poco o nulla si sta intervenendo anche in sede parlamentare qui in Italia, ma alcune scelte politiche hanno amplificato la portata del fenomeno distruttivo;

   con la riforma Madia del 2016 è stato militarizzato un corpo ad ordinamento civile, altamente specializzato nella protezione del verde, e ne è stata ridotta le capacità di pronto intervento e prevenzione contro gli incendi. Negli anni si è assistito a una progressiva riduzione del personale e dei mezzi a disposizione per domare gli incendi, in netta controtendenza con l'aumento delle temperature;

   la mancanza di pianificazione e di programmazione di interventi a lungo termine non semplifica il lavoro dei pochi operatori e dei comuni che lottano ogni anno contro gli incendi;

   in Sicilia il Codacons ha inviato istanza alla regione Siciliana per verificare lo stato di attuazione della legge n. 353 del 2000 la quale obbliga gli enti locali a istituire, previo apposito piano regionale, un catasto dei terreni interessati da incendi nell'ultimo quinquennio. Si chiede anche se la stessa regione abbia erogato sanzioni nei confronti dei proprietari di fondi incolti che non abbiano provveduto alla pulizia dei terreni;

   la gestione della flotta dei canadair dello Stato italiano è stata appaltata, con bandi con riferimento ai quali andrebbe quantomeno concesso il beneficio del dubbio circa la legittimità, a società private come la Babcock Italia, con costi di utilizzo dei velivoli per lo Stato di circa 15000 euro l'ora già nel 2017 (quando il costo di mercato è di 5000 euro l'ora al massimo). Inoltre, in Italia sono presenti solo 15 canadair e non si riesce a far fronte alle emergenze ormai costanti su tutto il territorio italiano e si è nelle condizioni di elemosinare aiuti dalla Grecia o dalla Francia, come nel caso degli incendi recenti in Sardegna;

   la riforma della giustizia del Ministro Cartabia ha introdotto l'improcedibilità dell'azione penale dopo il decorso di un breve lasso di tempo anche per i reati ambientali, innescando un pericolosissimo meccanismo di impunità anche per coloro i quali si macchiano di reati contro il patrimonio ambientale italiano in favore della speculazione edilizia, e che provocano il dissesto idrogeologico e lo sterminio di migliaia di animali –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti e quali iniziative stia mettendo in atto per fronteggiare l'emergenza;

   se si stia valutando la possibilità di ripristinare il Corpo forestale dello Stato per dare piena operatività al sistema di protezione del patrimonio ambientale italiano;

   quali iniziative intendano intraprendere per rendere pubblica la gestione dei canadair, ricollocando ad esempio piloti oggi in esubero in Alitalia, e se sia previsto un piano di acquisto di nuovi velivoli per rendere adeguata la flotta;

   se sia il caso di potenziare il monitoraggio del territorio, anche attraverso droni, per la pulizia delle aree a rischio e per l'efficace rimboschimento delle aree colpite, stabilendo una scala di priorità d'intervento in funzione del rischio idrogeologico nazionale;

   quali iniziative il Governo intenda adottare affinché tutte le regioni rispettino la legge n. 353 del 2000;

   se sia previsto un piano di rimboschimento adeguato con un aumento dei fondi destinati alla selvicoltura, evitando le infiltrazioni mafiose nella rigenerazione del territorio.
(5-06594)

Interrogazioni a risposta scritta:


   TRAVERSI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   in data 18 dicembre 2018 l'interrogante ha presentato un'interrogazione a risposta scritta (n. 4-01882) sul tema della realizzazione della diga Perfigli alla foce del fiume Entella di Lavagna a cui l'allora Ministro Sergio Costa in data 11 settembre 2019 rispose rimandando all'autorità di bacino distrettuale dell'Appennino settentrionale, territorialmente competente per il suddetto fiume, il compito di esprimersi sulla coerenza degli interventi con gli obiettivi della pianificazione di bacino;

   il sito Natura 2000 «Foce e medio corso del fiume Entella» è stato designato zona speciale di conservazione ai sensi della «direttiva habitat». In base a tale direttiva gli Stati membri provvedono affinché qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito Natura 2000 formi oggetto di valutazione dell'incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo;

   a seguito di interrogazione presentata al Parlamento europeo, il 4 agosto 2021, la Commissione europea risponde che è stata aperta procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per non aver fissato obiettivi e misure di conservazione adeguati per i siti Natura 2000, tra cui il sito Natura 2000 «Foce e medio corso del fiume Entella»;

   nel contempo, i lavori per la realizzazione della diga Perfigli sono stati avviati senza la definizione dei suddetti obiettivi –:

   quali interventi intendano mettere in atto per rispondere alla procedura di infrazione europea;

   considerato che il progetto che si va a realizzare prevede la costruzione di muraglioni che ad avviso dell'interrogante hanno un impatto ambientale devastante, che prevedono una larghezza alla base 12-15 metri e un'altezza di 4,30 metri, quali obiettivi di conservazione del sito potranno conciliarsi con la realizzazione della diga.
(4-10073)


   ALAIMO, GIARRIZZO e MARTINCIGLIO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   l'articolo 38, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, prevede una serie di modifiche al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, al fine di semplificare e favorire l'utilizzo del domicilio digitale e dell'identità digitale;

   in particolare, viene istituito il sistema di gestione deleghe, affidato alla responsabilità della struttura della Presidenza del Consiglio dei ministri competente per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, che consente ai cittadini che non possiedono un'identità digitale di delegare ad un altro soggetto, muniti di carta d'identità elettronica o Spid, l'accesso per proprio conto ai servizi della pubblica amministrazione on line;

   per la realizzazione, gestione e manutenzione del sistema di gestione deleghe e per l'erogazione del servizio, la struttura della Presidenza del Consiglio dei ministri competente per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale si avvale dell'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato s.p.a.;

   secondo quanto previsto dallo stesso articolo, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato di concerto con il Ministro dell'interno, sentiti l'AgID, il Garante per la protezione dei dati personali e la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definiti le caratteristiche tecniche, l'architettura generale, i requisiti di sicurezza, le modalità di acquisizione della delega e di funzionamento del sistema di gestione deleghe. Altresì, con il medesimo decreto sono individuate le modalità di adesione al sistema, nonché le tipologie di dati oggetto di trattamento e le categorie di interessati;

   la possibilità di delegare una persona che ha Spid a compiere operazioni a proprio nome è un'iniziativa che migliora l'accessibilità ai servizi pubblici digitali da parte dei cittadini più fragili, aiutando i meno digitalizzati e i più anziani che potranno delegare figli, nipoti e amici a compiere i propri adempimenti on line;

   tra la pandemia e tutte le attività on line ormai avere Spid è diventato necessario e molti cittadini si sono attivati per crearsi la propria identità digitale unica al fine di sbrigare operazioni presso gli uffici della pubblica amministrazione abilitati;

   ad oggi sembrerebbe che il decreto attuativo per rendere operativo il sistema di gestione deleghe previsto dal «decreto semplificazioni» non sia stato ancora adottato;

   la digitalizzazione del Paese è un processo ormai necessario e imprescindibile, ma, per essere davvero innovativa rispetto al passato, la digitalizzazione deve accompagnarsi a una reale facilità di accesso, disponibilità di informazioni e assistenza per il suo utilizzo, specie nei confronti delle frange più deboli della popolazione come anziani e disabili che non hanno modo/ capacità di acquisire le competenze digitali necessarie per agire in autonomia –:

   se non ritengano indispensabile agire predisponendo il decreto necessario per dare attuazione concreta al sistema di gestione deleghe, al fine di consentire a coloro che non possiedono un'identità digitale di delegare ad un altro soggetto l'accesso per proprio conto ai servizi della pubblica amministrazione on line.
(4-10074)


   BIGNAMI. – Al Presidente del Consiglio dei ministri. – Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 2021, n. 69, contiene provvedimenti che interessano il mondo sportivo dilettantistico, la cui attività è stata ed è tutt'oggi fortemente limitata dai provvedimenti di contenimento e di diffusione dell'epidemia da COVID-19. All'articolo 1 del decreto-legge è previsto il contributo a fondo perduto in favore degli operatori economici, includendo anche gli enti non commerciali in relazione allo svolgimento di attività commerciali. Ne consegue pertanto che, fra i soggetti beneficiari, oltre alle società sportive dilettantistiche ed ai professionisti operanti con partita Iva nell'ambito dello sport, rientrano anche le associazioni sportive dilettantistiche con partita Iva e con codice fiscale. Queste ultime hanno ricevuto, come prima tranche, nel mese di marzo 2021, un contributo economico forfettario pari a 800 euro, con la promessa di ricevere un altro sostegno economico in futuro;

   la seconda tranche era prevista a giugno 2021;

   dopo un lungo periodo di silenzio da parte del Governo a tal proposito, il 29 giugno 2021 il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport, Valentina Vezzali, ha comunicato tramite un post sui social che i bonifici previsti per l'incentivo economico rivolto alle associazioni sportive e ai collaboratori del settore sono ormai in fase di pagamento. Dopo questa dichiarazione, nulla è cambiato;

   a ciò si aggiunga, anche un intervento, sempre sui social qualche giorno fa, dell'ex Ministro dello sport Vincenzo Spadafora, nel quale si sostiene che la situazione riguardante il complesso mondo sportivo è in tilt;

   a tutt'oggi, purtroppo, gli operatori del settore lamentano i mancati contributi promessi. Presso gli uffici dell'interrogante arrivano quotidianamente richieste di aiuto per sollecitare il Governo nell'erogazione dei contributi dovuti;

   il mondo dell'associazionismo sportivo dilettantistico è al collasso. Non sono più tollerabili ritardi –:

   se ritenga doveroso un intervento risolutivo sulla complessa vicenda riguardante i contributi economici;

   se ritenga opportuno e doveroso un intervento volto a velocizzare i tempi per l'accreditamento della seconda tranche dei contributi previsti dalla legge in favore degli operatori del settore dell'associazionismo sportivo;

   se ritenga di dover chiarire le cause dei continui ritardi nell'erogazione degli aiuti economici promessi.
(4-10077)


   CARETTA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo dati Fao, ad oggi 2,37 miliardi di persone non hanno accesso adeguato al cibo, 320 milioni in più rispetto al 2019;

   come riportato sia dalla Fao che a mezzo stampa, il cibo perso lungo la filiera è tale da poter sfamare circa 2 miliardi di persone ed il suo mancato consumo ed impiego in filiera comporta conseguenze negative anche dal punto di vista ambientale;

   secondo le medesime fonti, in Italia è registrato uno spreco alimentare medio di 27 chili di cibo l'anno per famiglia, dato abnorme, nonostante sia stata registrata una riduzione degli sprechi alimentari del 10 per cento nell'ultimo anno;

   considerato che in Italia ci sono circa 5,6 milioni di persone che non hanno accesso adeguato al cibo, è evidente come l'affermazione della sovranità alimentare debba passare necessariamente per la garanzia di un'adeguata alimentazione a tutti i cittadini italiani, a fronte di un'ottimizzazione dei costi e dei processi produttivi di filiera;

   è altresì evidente che i costi di tale transizione non devono in alcun modo essere scaricati su cittadini ed imprese –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di breve-medio periodo intenda intraprendere per garantire tempestivamente la sovranità e la sicurezza alimentare a tutti i cittadini italiani, anche attraverso l'utilizzo di risorse europee, come quelle di cui al Piano nazionale di ripresa e resilienza facente parte dell'iniziativa Next generation Eu.
(4-10079)


   PENNA, GRIPPA e NAPPI. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:

   nelle ultime ore in Sicilia sono stati 257 gli interventi dei vigili del fuoco, che complessivamente sul territorio nazionale sono arrivati a 717 per contenere gli incendi alla vegetazione che stanno interessando tutto il territorio nazionale. In queste ore stanno bruciando anche l'Abruzzo e il Molise. I vigili del fuoco sono costantemente al lavoro su tutto il territorio nazionale nel tentativo di domare le fiamme e preservare il territorio;

   dati preoccupanti alla luce del fatto che dal 15 giugno 2021, giorno d'inizio della campagna antincendi, sono stati registrati complessivamente 37.407 interventi, 16 mila in più rispetto al 2020. La Sicilia è la regione più colpita, con 8.669 interventi da metà giugno 2021, seguita dalla Puglia, con 8.628, e dalla Calabria, con 3.785;

   la propagazione degli incendi è facilitata anche dalle condizioni di scarsa se non inesistente manutenzione delle zone boschive e dei bordi delle strade;

   la quasi totalità degli incendi è a matrice dolosa, come confermato dai carabinieri forestali e come tristemente noto nell'ambito degli incendi boschivi; la Sicilia, la Sardegna e la Calabria sono le regioni più soggette a tale fenomeno, con irreparabili danni a livello di flora, fauna e biodiversità. Gli incendi hanno poi ripercussioni ed effetti anche sulla salute umana: sintomi respiratori, irritazione mucose e occhi, effetti a lungo termine come esacerbazione dell'asma ed altro;

   ad oggi è in vigore la legge n. 353 del 2000, che prevede l'allestimento di un efficace sistema di controllo satellitare delle aree boschive a rischio e vieta espressamente, all'articolo 10, che le zone boschive e i pascoli interessati da incendi possano ricevere una nuova destinazione d'uso per almeno quindici anni. Le misure sono volte a disincentivare gli incendi dolosi, ma non si sono ad oggi mostrate sufficientemente efficaci –:

   se il Governo intenda adottare iniziative volte a disincentivare ulteriormente i fenomeni dolosi, adeguando e incrementando le risorse destinate alla tutela del patrimonio boschivo, anche attraverso un'adeguata manutenzione e valorizzazione del territorio;

   se si ritenga opportuno adottare iniziative volte a inasprire le sanzioni ed i controlli previsti dalla legge n. 353 del 2000 e se ad oggi il sistema satellitare di controllo sia operativo e abbia condotto a risultati concreti;

   se si ritenga opportuno condurre uno studio, tramite l'Istituto superiore di sanità, sugli effetti che gli incendi hanno a breve e lungo termine sulla popolazione colpita.
(4-10081)


   ELISA TRIPODI. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   il Comitato tecnico scientifico, con il verbale n. 34 del 12 luglio 2021, ha indicato che la vaccinazione costituisce, ad oggi, la misura di prevenzione pubblica fondamentale per contenere la diffusione del virus Sars-Cov-2/Covid-19;

   il quadro epidemiologico in Italia e, in generale in Europa, è molto migliorato e tale miglioramento è merito del forte impegno profuso dal Governo per una campagna vaccinale che procede in modo celere;

   in Italia la quota è del 60,9 per cento, e circa il 30 per cento della popolazione adulta ha completato l'intero ciclo di vaccinazione;

   purtuttavia, i rischi legati alle varianti, e in particolare alla cosiddetta «variante Delta», impongono di procedere nella campagna vaccinale con la massima intensità e celerità al fine di evitare il diffondersi di nuove e pericolose varianti che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti;

   tale risultato si potrà conseguire vaccinando anche tutti i soggetti cosiddetti «fragili»; le persone fragili sono immigrati senza un permesso di soggiorno, coloro che hanno fatto domanda di regolarizzazione, ma non hanno avuto risposta e si trovano in un limbo amministrativo, minori stranieri non accompagnati e i senza fissa dimora che vivono per strada; durante la pandemia, queste persone hanno goduto di un diritto alla salute minore, incompleto e l'accesso all'assistenza sanitaria è stato per loro reso difficile da meri cavilli burocratici e amministrativi;

   solo con riferimento agli immigrati, si registra una vera e propria emergenza umanitaria e sanitaria; sarebbero circa 500 mila in Italia le persone senza permesso di soggiorno, la maggior parte delle quali prive anche di un documento di identità e del tesserino sanitario che li esclude, pertanto, dalla categoria dei vaccinandi; la loro presenza sul territorio nazionale impedisce, tuttavia, il pieno controllo epidemiologico della popolazione, rappresentando un rischio per la loro stessa salute e per gli altri; a questi vanno aggiunti gli 80 mila richiedenti asilo in attesa di una risposta, invisibili, anche dal punto di vista amministrativo;

   non vi è alcun dubbio che il fondamentale diritto alla salute, statuito dall'articolo 32 della Costituzione, vada garantito a tutti coloro che vivono sul territorio, anche se in via temporanea;

   tale risultato potrebbe essere raggiunto attraverso l'aggiornamento della piattaforma nazionale di registrazione dei vaccini in modo tale da permettere, in modo diretto, l'inclusione dei pazienti senza codice fiscale secondo le stesse sequenze di priorità clinica della popolazione italiana; questa è una delle proposte avanzate dalla Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm) che ha lanciato l'allarme e che chiede, inoltre, indicazioni precise a livello nazionale che guidino le sanità locali secondo giuste modalità e scadenze temporali al fine di estendere la campagna vaccinale anche a queste persone –:

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interrogati intendano adottare al fine di consentire in tempi rapidi la vaccinazione dei soggetti fragili come sopra indicati e per dare urgente risposta a questa istanza di salute pubblica globale e comunitaria.
(4-10090)


   VITO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 4 agosto 2021, intervenendo a una pubblica manifestazione nella città di Latina, il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Claudio Durigon, ha affermato: «Questa è la storia di Latina che qualcuno ha voluto cancellare con quel cambio di nome (Falcone-Borsellino) a quel nostro parco che deve tornare a essere il parco Arnaldo Mussolini che è sempre stato»;

   le affermazioni del Sottosegretario Durigon appaiono molto gravi, sia perché ad avviso dell'interrogante tendono a rimuovere la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, vittime della mafia, ai quali il parco di Latina è intitolato, sia perché rievocative e commemorative di importanti figure del regime fascista, alle quali si vorrebbe reintitolare il parco, in chiaro contrasto con quell'autentico valore costituente la nostra Repubblica, rappresentato dall'antifascismo;

   la gravità delle affermazioni del Sottosegretario Durigon rende, ad avviso dell'interrogante, inaccettabile la sua permanenza al Governo –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere nei confronti del Sottosegretario Claudio Durigon, anche volte alla revoca o al ritiro delle deleghe conferitegli.
(4-10091)


   CIABURRO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   come emerso a mezzo stampa e come rilevato dall'Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem), nonché da varie realtà di rappresentazione settoriale, l'erogazione dei fondi e degli indennizzi previsti dai decreti cosiddetti Sostegni e Sostegni-bis, rispettivamente decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 e decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, è stata arrestata a causa di vari oneri burocratici;

   per quanto attiene agli 830 milioni di euro stanziati a parziale ristoro per le perdite provocate dalla pandemia, è stata segnalata la mancata distribuzione dei fondi medesimi;

   in merito ai 430 milioni di euro di aiuti per gli impianti di risalita rimasti inattivi tra dicembre 2020 e aprile 2021, a fronte dello sblocco delle risorse da parte delle competenti autorità di regolamentazione europee, mancano ancora indicazioni rispetto a tempistiche e modalità certe per l'erogazione delle risorse stesse;

   in tal senso è stata altresì segnalata la totale assenza di una road map per la ripartenza della stagione invernale 2021/2022, anche alla luce delle difficoltà registrate nella scorsa stagione invernale;

   sul punto, è quanto mai necessaria la possibilità di una programmazione di medio-lungo periodo, in quanto allo stato attuale il personale degli impianti di risalita non è più in cassa integrazione, in quanto impiegato per le operazioni di manutenzione ordinaria degli impianti e, senza protocolli chiari e certi, tutto l'indotto ed il comparto sono destinati a subire ulteriori ripercussioni;

   per quanto attiene al pacchetto da 40 milioni destinati agli indennizzi verso il comparto dei maestri di sci, l'erogazione delle risorse è stata bloccata per mesi, al punto che gli operatori del settore, pur non lavorando più, di fatto, dal 9 marzo 2020, non hanno ancora percepito alcunché –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti quali siano i motivi dietro i ritardi delineati in premessa e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per garantire la tempestiva erogazione dei pagamenti degli indennizzi di cui in premessa, prevedendo eventuali integrazioni nel caso di ulteriori difficoltà economiche da parte dei beneficiari dovute proprio ai ritardi nell'erogazione dei pagamenti medesimi, e per fornire, in collaborazione con le organizzazioni di rappresentanza del settore, protocolli chiari e certi per lo svolgimento in sicurezza delle attività relative alla stagione turistica invernale 2021/2022.
(4-10094)


   CIABURRO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   come noto ed emerso a mezzo stampa, l'amministratore delegato di Stellantis Spa, società cosiddetta «newco», derivata dalla fusione tra la francese Psa (Peugeot S.A.) ed il gruppo Fca (Fiat Chrysler Automobiles), Carlos Tavares, ha notificato ai sindacati italiani come, ai fini del conseguimento della transizione energetica della società, siano previsti una serie di investimenti atti ad accelerare l'elettrificazione dei prodotti, con conseguente aumento dei costi del 40 per cento circa, che dovranno essere ammortizzati;

   nel corso dell'anno 2020, come noto, Fca aveva ottenuto, grazie al decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 2020, n. 40, cosiddetto «decreto liquidità», un prestito, dall'istituto di credito Intesa San Paolo, equivalente a 6,3 miliardi di euro, con garanzia Sace, a copertura dell'80 per cento della cifra;

   il rimborso sarebbe stato reso possibile dall'apertura di una nuova linea di credito per 12 miliardi di euro, sottoscritta il 23 luglio 2021 con 29 banche internazionali, con cui Stellantis ha coperto sia il prestito da 6,3 miliardi di euro di Fca, che 3 miliardi di euro di esposizione di Psa;

   come noto, le disposizioni del citato «decreto liquidità» vincolavano l'erogazione di garanzie statali per le linee di credito al mantenimento dei livelli occupazionali, ad investimenti in loco (dunque in Italia, nel caso del prestito Fca) ed impedivano la delocalizzazione delle attività industriali;

   la chiusura della predetta linea di credito, dunque, permette alla newco Stellantis di poter ristrutturare l'intero gruppo, con licenziamenti e delocalizzazioni, essendo ormai assente il vincolo della garanzia statale;

   in una bozza di piano di ristrutturazione aziendale di Stellantis, diffusa a mezzo stampa, sono previsti 12.000 esuberi su 66.000 dipendenti italiani entro il 2024;

   considerato che, anche prima della pubblicazione del citato piano, numerosi impianti italiani sono stati notoriamente considerati poco efficienti e molto costosi, ed il massiccio ricorso ad ammortizzatori sociali come la cassa integrazione (a fronte di utili operativi pari a 15 miliardi di euro per il 2021), è comunque ragionevole osservare il figurarsi di un profilo di rischio dal punto di vista dell'occupazione nei confronti dei dipendenti italiani del gruppo –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire i livelli occupazionali dei dipendenti italiani del gruppo Stellantis alla luce dello scenario delineato in premessa.
(4-10095)


   DALL'OSSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le disabilità, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   le Olimpiadi 2020 si sono svolte a Tokyo dal 23 luglio 2021 al 8 agosto 2021, mentre le Paralimpiadi 2020, le Olimpiadi riservate agli atleti con disabilità, si svolgono, sempre a Tokyo, dal 24 agosto 2021 al 5 settembre 2021;

   nel corso delle Olimpiadi, dal 23 luglio 2021 al 8 agosto 2021, la Rai - Radio televisione italiana spa ha quotidianamente trasmesso sui suoi canali un ingente numero di ore di programmazione di eventi olimpici in diretta e di servizi giornalistici appositamente dedicati, assicurando un'informazione di qualità puntuale e costante;

   la programmazione della Rai, sempre attraverso i suoi canali, degli eventi sportivi delle Paralimpiadi 2020 non sembra tuttavia essere assolutamente paragonabile, sia in termini di ore di programmazione sia in termini di visibilità e riconoscibilità dell'evento da parte dei cittadini, a quella delle Olimpiadi che le hanno precedute;

   sulle sue pagine Facebook e LinkedIn, Francesco Alberto Comellini, persona senza disabilità, attivista per i diritti delle persone con disabilità, già a capo della segreteria tecnica dell'allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla disabilità, Vincenzo Zoccano, ha pubblicato un post con il quale stigmatizza non solo la minore attenzione mediatica da parte della Rai per le Paralimpiadi rispetto alle Olimpiadi Tokyo 2020, ma pone in evidenza il fattore della separazione tra Olimpiadi e Paralimpiadi, chiedendosi perché non possano svolgersi in contemporanea. Dall'unione delle due manifestazioni deriverebbe non solo una contaminazione culturale, forte, in termini di inclusione delle persone con disabilità nella pratica sportiva, anche rispetto gli altri atleti normodotati, ma l'occasione olimpica sarebbe un potente mezzo di disseminazione della cultura dell'inclusione a livello planetario;

   l'interrogante, nel fare proprie le istanze dell'attivista, che conclude auspicando che le prossime Olimpiadi e Paralimpiadi possano tenersi congiuntamente come un'unica grande manifestazione dello sport mondiale, facendo appello ai più alti vertici istituzionali e alle forze politiche affinché facciano sentire la loro voce in tal senso, ritiene che siano pienamente condivisibili tanto più perché lo sport è uno dei mezzi di inclusione e di cittadinanza attiva che viene posto, al pari degli altri diritti fondamentali, tra i principi sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità che l'Italia ha ratificato con la legge n. 18 del 2009, nonché dalla recente Strategia sui diritti delle persone con disabilità 2021-2030 e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, e si auspica che la Rai possa incrementare le ore di programmazione dedicate a tale evento e che in futuro, già dalla prossima Olimpiade, le Olimpiadi e le Paralimpiadi possano tenersi congiuntamente –:

   se il Presidente del Consiglio e i Ministri interrogati intendano, per quanto di competenza, adottare iniziative urgenti affinché vi sia il pieno rispetto da parte della Rai - Radio televisione italiana spa dell'articolo 3, comma 2, del contratto di servizio, con particolare riferimento alla lettera d), garantendo, attraverso tutti i canali radio e televisivi del concessionario pubblico del servizio radiotelevisivo, una programmazione degli eventi sportivi delle Paralimpiadi, in corso di svolgimento, uguale a quella realizzata per le Olimpiadi che si sono concluse l'8 agosto 2021;

   se il Governo intenda, per quanto di competenza, promuovere in ogni sede, nazionale ed internazionale, iniziative volte a unificare le manifestazioni Olimpiche e Paralimpiche affinché possano svolgersi in contemporanea, con il fine di garantire la piena realizzazione del principio di inclusione delle persone con disabilità sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità, che l'Italia ha ratificato con la legge n. 18 del 2009.
(4-10100)


   PASTORINO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:

   DAZN è una piattaforma, disponibile in Italia dal 2018, che offre un servizio a pagamento di video streaming on line, sia in diretta sia on demand, di eventi sportivi ai quali si può accedere mediante la sottoscrizione di un abbonamento. Il 26 marzo 2021, DAZN si è aggiudicata i diritti per la trasmissione di tutte le 380 partite stagionali del campionato di Serie A per il triennio 2021-2024, di cui 266 in esclusiva e 114 in condivisione con Sky;

   una «rivoluzione», come è stata definita, non proprio entusiasmante. Infatti, trattandosi di una piattaforma televisiva a pagamento, tipo Netflix, per potervi accedere da televisore, chi vuole seguire il campionato di Serie A – e in Italia come noto non si tratta certo di una minoranza di cittadini –, oltre all'abbonamento, si trova costretto all'acquisto o di un decoder apposito o direttamente di un apparecchio televisivo di nuova generazione, cosiddetta smart TV. Ma le difficoltà non si esauriscono qui, infatti, chi non è dotato della fibra per la connessione ad internet rischia, a causa delle continue interruzioni, di non riuscire comunque ad assistere agli eventi sportivi desiderati e, tenendo conto del fatto che la banda ultralarga non copre affatto l'intero territorio nazionale (circa il 66 per cento di copertura con banda a 30 Mbps e solo il 20 per cento a banda 100 Mbps), questo risulta essere un disagio non da poco e che interessa milioni di italiani;

   l'esordio di DAZN del 21 agosto 2021 ha confermato le difficoltà: infatti, la trasmissione in esclusiva delle partite è stata a dir poco fallimentare e non ha accennato a migliorare neanche nei successivi due giorni di gare della prima giornata: ritardi, asincronie fra la voce dei telecronisti e le immagini, bassa definizione, segnale debole o addirittura assente, schermi neri, interruzioni con buffering, ma anche blocchi prolungati della trasmissione; sono, questi, solo alcuni dei disagi segnalati dagli utenti;

   è evidente che gli abbonati dovrebbero poter usufruire di un servizio all'altezza dei costi e dell'importanza del campionato e invece si trovano di fronte a disservizi tecnici che, in una stagione iniziata, giustamente, con la limitazione della capienza degli stadi a causa della pandemia di Covid, rappresentano un disagio ancora più grande per gli appassionati del calcio;

   dal canto suo DAZN ha minimizzato quanto accaduto, ma gli utenti non sono dello stesso avviso e si teme per la terza giornata, il weekend del 12 settembre 2021, quando si giocheranno i big match e le Cdn globali (Content Delivery Network), ossia i punti di snodo da cui chi si connette riceve il segnale, potrebbero subire un sovraccarico non gestibile –:

   se, alla luce degli standard di trasmissione e della performance di cui in premessa, che risultano all'interrogante palesemente inadeguati, il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, anche normative, affinché i milioni di italiani abbonati e appassionati di calcio possano usufruire di un servizio all'altezza del campionato di Serie A.
(4-10102)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la decisione di abbandonare Kabul e l'Afghanistan e disporre il ritiro della coalizione internazionale è maturata da mesi, più per volontà americana che delle cancellerie europee;

   nelle ultime settimane la situazione è precipitata velocemente e i talebani hanno conquistato intere aree dell'Afghanistan sino al 15 agosto 2021, data in cui hanno fatto trionfale ed incontrastato ingresso nella capitale Kabul;

   precipitosamente negli ultimi giorni l'ambasciata italiana è stata spostata nell'aeroporto internazionale di Kabul;

   nelle ultime ore è stato dato l'ordine di bruciare i documenti sensibili e segreti della nostra ambasciata;

   uno dei temi del disimpegno italiano in Afghanistan era non abbandonare interpreti, collaboratori a vario titolo dell'Esercito italiano e i loro famigliari nelle mani dell'integralismo islamico;

   ancora nei giorni scorsi il Ministro interrogato assicurava, sicuro di sé e con tono stentoreo, che «l'Italia non lascia indietro nessuno», nonostante a far data da aprile 2021 si susseguissero allarmate richieste di aiuto proprio da parte dei collaboratori afghani dell'Esercito italiano;

   fino a pochi giorni la burocrazia ad avviso dell'interrogante farraginosa - per l'ingresso in Italia dei collaboratori afghani dell'Esercito italiano prevedeva il rilascio di singoli visti che hanno ritardato la possibilità di garantire a interpreti, collaboratori e ai loro famigliari di fare ingresso in Italia –:

   quando la situazione è precipitata, quali fossero le diverse informazioni sul campo che hanno indotto a gestire il disimpegno con le modalità sopra descritte;

   quale sia il numero esatto di interpreti, collaboratori e loro famigliari per i quali l'Italia aveva assicurato un lasciapassare per l'Italia;

   quale sia la strategia per assicurare loro l'ingresso in Italia e per quale motivo non si sia ipotizzata immediatamente la procedura di un lasciapassare per i collaboratori gestita dai militari italiani e non la procedura lunga e farraginosa dei visti.
(4-10083)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi hanno destato molto scalpore le immagini delle evacuazioni immediate delle sedi diplomatiche straniere a Kabul a seguito della repentina conquista della capitale da parte dei talebani;

   le diverse nazioni hanno seguito strategie diverse, sia in merito alla gestione della presenza di rappresentanti diplomatici sul territorio, sia rispetto alle modalità di concessione dei visti per il rimpatrio dei collaboratori afghani;

   in particolare, l'Italia ha deciso di rimpatriare l'ambasciatore Vittorio Sandalli e di ricostituire presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale l'ambasciata a Kabul;

   su Twitter il giornalista David Caretta ha posto in evidenza come la strategia italiana di rimpatriare l'ambasciatore Sandalli non sia stata seguita da numerose nazioni anche europee;

   a quanto risulta all'interrogante, Francia e Regno Unito hanno lasciato i propri ambasciatori in Afghanistan allo scopo di sveltire, presso l'aeroporto, gli adempimenti burocratici necessari per il rilascio dei visti di ingresso nei rispettivi Paesi, soprattutto a tutela dei civili e dei collaboratori locali gravemente minacciati dall'avanzata degli integralisti islamici talebani;

   sempre da un post su Twitter del Segretario generale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ambasciatore Ettore Sequi, si apprende che è operativo un presidio diplomatico italiano presso l'aeroporto di Kabul dove, attualmente, vi sarebbe un funzionario italiano che si troverebbe ad operare in stretto coordinamento con la catena militare italiana e internazionale;

   come riportato dal sito d'informazione OnuItalia, a gestire il complesso delle operazioni logistiche vi sarebbe Stefano Pontecorvo, già ambasciatore italiano in Pakistan e attualmente senior civilian representative della Nato in Afghanistan;

   a giudizio dell'interrogante, la strategia di mantenere l'ambasciatore a Kabul avrebbe dovuto essere seguita anche dall'Italia, sia per velocizzare ogni necessario adempimento burocratico, sia tutelare i collaboratori afghani e le loro famiglie;

   appare, quindi, ipotizzabile che il rientro dell'ambasciatore Sandalli sia dovuto al completamento delle operazioni di concessione dei visti e di rimpatrio dei collaboratori afghani –:

   quali siano state le valutazioni che hanno portato al rientro in patria dell'ambasciatore d'Italia a Kabul e quali siano state le motivazioni della scelta di scartare l'opzione di mantenere lo stesso a Kabul al pari di alcuni omologhi europei;

   quante persone siano state rimpatriate e se le operazioni possano definirsi concluse o meno.
(4-10084)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   LEDA VOLPI e MASSIMO ENRICO BARONI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il complesso Ente ospedali Galliera, costituito per volontà di Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera, per ospitare l'opera pia De Ferrari Brignole Sale, è stato vincolato dalla fondatrice alla destinazione d'uso perpetua di «ricovero e cura dei poveri infermi», in forza di disposizione statutaria e dei regi decreti del 4 dicembre 1879 e del 28 agosto 1896;

   l'intero complesso è da sempre sottoposto a tutela ai sensi della legge n. 1089 del 1939 e, con decreto del 7 febbraio 2009 (al quale ha fatto seguito il decreto del 12 novembre 2015) ad esito di un procedimento avviato dall'Ente ospedali Galliera, l'immobile è stato confermato soggetto al vincolo di interesse storico particolarmente importante (ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42), ma, inopinatamente, solamente per quanto concerne i padiglioni da B1 a B8, con l'esclusione, ad avviso dell'interrogante immotivata, degli edifici B9 (già laboratorio necroscopico), B10 (già lavanderia), A1 (già casa di salute) e l'ex ambulatorio pediatrico, con circostante giardino;

   in data 7 luglio 2008, prima ancora della verifica di interesse culturale, l'Ente ospedali Galliera aveva stipulato un protocollo d'intesa con regione Liguria e comune di Genova, per avviare l'iter urbanistico ed edilizio inerente al progetto del nuovo ospedale Galliera, che prevede la realizzazione di un nuovo ed impattante ospedale, escludendo aprioristicamente la possibilità di operare una ristrutturazione dei vecchi padiglioni e prevedendo la demolizione degli storici padiglioni B9 (già laboratorio necroscopico), B10 (già lavanderia), A1 (già casa di salute) e l'ex ambulatorio pediatrico siti nel circostante giardino;

   l'associazione Italia nostra onlus, con istanza del 17 febbraio 2016, ha chiesto l'estensione del vincolo diretto alle porzioni del compendio immobiliare per le quali era stato escluso;

   la direzione generale del Ministero della cultura, tuttavia, con nota protocollo n. 25928 del 9 novembre 2016, ha invitato la soprintendenza ligure a salvaguardare l'area su cui sorge il complesso ospedaliero originario, solo con prescrizioni di tutela indiretta anziché diretta, commettendo ad avviso dell'interrogante un evidente errore e il procedimento ex articolo 45 del decreto legislativo n. 42 del 2004 si è pertanto concluso con un decreto di vincolo indiretto in data 20 luglio 2017;

   per porre rimedio a tale situazione e alle inadeguate prescrizioni nel vincolo indiretto, in realtà totalmente adesive rispetto al progetto preliminare proposto dall'ospedale Galliera (all'epoca in corso di approvazione) e non rispettose delle risultanze tecniche emerse nell'iter per l'apposizione del vincolo, né rispondenti alle esigenze di tutela ex articolo 45 del decreto legislativo n. 42 del 2004, la predetta associazione ha proposto ricorso innanzi al giudice amministrativo;

   il Consiglio di Stato, con la pronuncia n. 4685 del 17 giugno 2021, ha confermato l'insufficienza del vincolo ritenendo come le prescrizioni contenute nel decreto del 20 luglio 2017 non raggiungessero l'obiettivo prefissato, ponendo in luce l'assenza di approfondimenti invece necessari (ovvero le «analisi visive puntuali e dettagliate in cui devono essere considerati: la posizione e la distanza dell'osservatore, i piani visivi, i coni visivi, le barriere visive, gli elementi di disturbo visivo»);

   a questo quadro si aggiunge, recentemente, la sentenza del tribunale amministrativo regionale della Liguria (n. 775 del 4 agosto 2021) che ha annullato tutti gli atti autorizzativi per l'edificazione del nuovo ospedale Galliera in quanto privo delle necessarie valutazioni ambientali;

   dal 17 giugno 2021 la soprintendenza, tuttavia, ancora non ha elaborato il vincolo sul complesso storico del Galliera, lasciandolo esposto a ogni iniziativa pregiudizievole del suo assetto storico originario –:

   se il Ministro interrogato non intenda adoperarsi affinché la soprintendenza competente adotti velocemente il nuovo vincolo di tutela, questa volta di tipo diretto e comprendente anche gli storici edifici B9, B10 e A1, nonché l'ex ambulatorio pediatrico, con circostante giardino.
(4-10085)

DIFESA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro per la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:

   il Sindacato Itamil Esercito, riconosciuto dal Ministero della difesa con proprio decreto il 2 novembre 2020, attraverso la nota piattaforma «change.org», ha lanciato una petizione, indirizzata alla Camera dei deputati, volta a sostenere la necessità di apportare alcune modifiche alla legge 4 novembre 2010 n. 183 recante: «Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché' misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro»;

   in particolare, gli interventi richiesti riguardano l'articolo 19 della predetta legge che riconosce la specificità del ruolo delle Forze armate, delle forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché dello stato giuridico del personale ad esse appartenente, in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti;

   tra le principali novità che il sindacato vorrebbe fossero apportate alla legge n. 183 del 2010 vi sono: una progressione economica delle carriere che riconosca l'anzianità di servizio all'apice della propria carriera per tutti i ruoli non dirigenti «Graduati, Sergenti e Marescialli», la revisione di tutte le indennità già presenti nel trattamento economico in vigore; la definizione di una legge quadro nazionale per la concessione di un ticket agevolato a tutti i militari in servizio e alle rispettive famiglie per usufruire dei servizi medici specialistici nonché per usufruire del trasporto gratuito dei mezzi di trasporto pubblici urbani, extraurbani, traghetti e ferroviari per motivi di servizio;

   inoltre, si ritiene necessario prevedere: la tutela del posto di lavoro dei militari in condizioni di eccesso ponderale ed altre patologie riscontrate nel corso della propria carriera, attraverso l'attribuzione di incarichi tecnico-amministrativi sul modello dei vigili del fuoco; il transito nel ruolo civile della difesa oppure in altre amministrazioni dello Stato a scelta dopo i 27 oppure i 32 anni di servizio, mantenendo i benefici acquisti nel tempo dal proprio status di militare, oltre alla propria naturale progressione economica attraverso il rinnovo dei contratti e la scelta della sede di servizio nonché la revisione della normativa attuale al fine di garantire la stabilità familiare al militare qualora cessino i requisiti psico-attitudinali consentendogli di permanere nella sede di temporanea assegnazione decorsi 10 anni senza demeriti;

   si ritiene, infine, necessario modificare la normativa al fine di tutelare l'integrità del nucleo familiare del militare, garantendo la permanenza negli alloggi di servizio assegnati a seguito di trasferimento fino al compimento del sesto anno di età della prole, in luogo degli attuali tre anni –:

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di dare seguito alle istanze riportate in premessa.
(2-01308) «Paolo Russo».

Interrogazione a risposta scritta:


   CORDA. – Al Ministro della difesa. – Per sapere – premesso che:

   dopo vent'anni dall'inizio delle operazioni in Afghanistan sono iniziate le operazioni di rimpatrio delle forze italiane congiuntamente a tutto il contingente internazionale;

   come denunciato dal Sindacato Aeronautica militare Siam, emerge che ai militari rientrati sia stato riservato un trattamento differente rispetto ai militari delle altre Forze armate per trascorrere il previsto periodo di quarantena;

   giunti a Fiumicino e a Pisa, sono stati caricati su un autobus militare con destinazione Ghedi, in provincia di Brescia, per svolgere il periodo di isolamento;

   durante il tragitto di circa 600 chilometri, durato quasi otto ore, l'autobus ha fatto sosta per ben tre volte negli autogrill autostradali per consentire ai militari di espletare le esigenze fisiologiche e trovare ristoro rispetto al caldo, interrompendo di fatto la catena di isolamento sia per evitare di contagiare o di essere a loro volta contagiati;

   a Ghedi sono state loro assegnate delle camere singole con bagni e docce in comune, sprovviste di aria condizionata e posizionate in testata pista, area notoriamente ed estremamente rumorosa per via dei decolli dei velivoli;

   analogo trattamento per il personale atterrato a Pisa dopo 24 ore di viaggio in aereo e quattro ore di autobus per essere trasportati nelle medesime strutture;

   il comando squadra aerea dell'Aeronautica militare ha stabilito che il personale in regime di isolamento cautelare presso le strutture dell'amministrazione debba essere collocato in licenza straordinaria;

   l'articolo 87, comma 7, del decreto-legge n. 18 del 2020 stabilisce che: «Fino al termine stabilito ai sensi del comma 1, il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco assente dal servizio per malattia o quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva dovuta al COVID-19, è collocato d'ufficio in licenza straordinaria, in congedo straordinario o in malattia, con esclusione di tali periodi di assenza dal computo dei giorni previsti dall'articolo 37, terzo comma, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, dal periodo massimo di licenza straordinaria di convalescenza per il personale militare in ferma e rafferma volontaria e dal periodo di assenza di cui all'articolo 4 e all'articolo 15 dei decreti del Presidente della Repubblica del 7 maggio 2008, pubblicati nel supplemento ordinario n. 173 alla Gazzetta ufficiale n. 168 del 19 luglio 2008, di recepimento dell'accordo sindacale integrativo, rispettivamente, del personale direttivo e dirigente e del personale non direttivo e non dirigente del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Il periodo di assenza di cui al presente comma costituisce servizio prestato a tutti gli effetti di legge e l'amministrazione non corrisponde l'indennità sostitutiva di mensa, ove prevista»;

   la disposizione del comando squadra aerea risulta ad avviso dell'interrogante illegittima perché non c'è alcuna analogia tra le fattispecie indicate nella norma citata, coperte da licenza, congedo o malattia, e l'obbligo di permanere nei locali dell'Amministrazione –:

   se corrisponda al vero che i militari dell'Esercito e dell'Aeronautica, al rientro dall'Afghanistan, hanno ricevuto un trattamento logistico differenziato come sopra riportato;

   se sia a conoscenza che durante il tragitto da Fiumicino a Ghedi l'autobus militare ha fatto sosta presso gli autogrill autostradali, interrompendo di fatto la catena di isolamento;

   se corrisponda al vero che gli ufficiali hanno fruito di un diverso trattamento;

   se sia conoscenza della decisione del comando squadra aerea dell'Aeronautica militare, con cui è stato stabilito che il personale in regime di isolamento cautelare presso le strutture dell'amministrazione debba essere considerato in licenza straordinaria non computabile;

   quali provvedimenti di competenza intenda intraprendere nei confronti degli organi preposti dell'Aeronautica militare che hanno mal gestito l'operazione di rientro del contingente militare.
(4-10092)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   il 2 marzo 2021, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha respinto l'impugnazione della Commissione europea che considerava «aiuto di Stato» i fondi concessi dal fondo interbancario (FITD) alla Banca Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014. La Corte ha dunque confermato la sentenza del Tribunale europeo, risalente al 2019, che già in primo grado ha riconosciuto che i fondi de quo non costituivano aiuti di Stato in quanto non controllati dalle autorità pubbliche italiane e, di conseguenza, ha bocciato definitivamente quanto deciso dalla Commissione europea che aveva ordinato all'Italia di recuperare da Tercas/Popolare di Bari aiuti di Stato per un importo pari a 295,14 milioni di euro;

   nell'operazione di salvataggio ed assorbimento della Tercas, la Banca Popolare di Bari assorbì sia gli attivi che la parte dubbia dei crediti della stessa banca. I crediti inesigibili produssero gravi perdite alla Banca popolare di Bari e ai suoi azionisti, che si tentò di fronteggiare anche, come detto, con un prestito che fu osteggiato erroneamente dalle autorità europee, come la Corte di giustizia europea poi ha sancito in maniera definitiva;

   tra l'altro, ad oggi, non si ha notizia di un qualunque passo ufficiale per l'ottenimento dell'indennizzo dei danni prodotti dall'azione della Commissione europea, per il suo comportamento verso la Banca Popolare di Bari e quindi verso gli azionisti dell'epoca danneggiati da quella politica; indennizzo che andrebbe a tutto vantaggio dell'immagine delle Istituzioni italiane ed europee e quindi di funzionalità del mercato finanziario e creditizio;

   per Monte dei Paschi di Siena si segue invece un differente percorso, scorporando i crediti «buoni» cedendoli (pare) senza contropartita ad Unicredit, laddove, a parere dell'interrogante, andrebbe seguito ben altro percorso nel rispetto degli interessi degli azionisti, del bilancio pubblico e dei contribuenti;

   la trattativa in corso tra il Ministero dell'economia e delle finanze e Unicredit per l'acquisizione da parte di quest'ultimo della parte «buona» del Monte dei Paschi di Siena (Mps), desta, ad avviso dell'interrogante, alcuni dubbi; in relazione a tale operazione, tuttora in corso, restano in particolare dubbi per quanto attiene l'intendimento dell'istituto di credito che intenderebbe procedere con l'acquisizione selettiva delle parti ritenute più attrattive;

   durante la gestione pubblica si sono registrate perdite così rilevanti che, a giudizio dell'interrogante, farebbero pensare ad un qualche interesse a far perdere redditività alla banca gli esiti dell'ultima trimestrale, positivi, sono da attribuire alla contabilizzazione dei DTA;

   le perdite di Mps hanno prodotto dei crediti di imposta che sono maturati nei periodi di gestione «leggera» della banca e quindi sono di proprietà degli azionisti che all'epoca hanno prodotto quelle perdite subendone le relative minusvalenze. Non è pensabile che tali crediti passino di proprietà senza nulla riconoscere agli azionisti che li hanno prodotti dopo che questi ultimi si sono visti ridurre il valore delle azioni per le perdite relative ai non performing loans;

   è necessario evitare questo tipo di distorsioni e recuperare la fiducia dei risparmiatori italiani che sono stati spaventati dal trattamento riservato al loro investimento azionario in banche italiane;

   inoltre, l'eccessiva digitalizzazione del settore bancario sta escludendo dalla fruizione dei servizi bancari i meno pratici di tecnologie, riducendo profitti e clientela; inoltre, di fatto, così si agevola il licenziamento di intere generazioni di personale bancario competente e produttivo asserendo che si tratta di un vantaggio e non di un arretramento come è;

   è necessario inoltre agire per favorire o non impedire la formazione di numerose nuove piccole banche in grado di restituire al mercato – ormai oligopolistico – un minimo di competitività. In particolare per il Mezzogiorno è necessario avere almeno una banca ispirata a criteri differenti da quelli perfezionati dalle grandi banche nazionali ed internazionali ideali per le economie più floride ma che non sono adatti al sistema di imprese e famiglie del sud;

   il Governo ha l'obbligo di rendersi conto della gravità sistemica delle questioni e della deriva autolesionista assunta dal mondo del credito ampiamente comprovata dai fatti su esposti –:

   quali valutazioni di competenza il Ministro interrogato intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;

   quali siano le iniziative di competenza assunte dal Ministero dell'economia e delle finanze per garantire il rilancio del Monte dei Paschi di Siena, al fine di ottenere una soluzione che contemperi gli interessi dei contribuenti, dei lavoratori, dei risparmiatori e del tessuto economico toscano e dell'intero Paese;

   quali iniziative di competenza siano state assunte presso le competenti sedi per assicurare agli aventi diritto il totale risarcimento dei danni derivati dall'erronea decisione della precedente Commissione europea sul caso Banca Popolare di Bari/Tercas, che ha creato danni per l'economia del Paese e ulteriore sfiducia dei cittadini italiani verso le istituzioni creditizie, finanziarie e politiche.
(2-01310) «Paolo Russo».

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta orale:


   ZANETTIN. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da fonti di stampa si apprende del suicidio nel carcere di San Pio Decimo a Vicenza di Gelindo Renato Grisotto, l'omicida reo confesso di Valter Testolin;

   secondo le prime ricostruzioni l'omicida era stato tradotto nella casa circondariale nella serata del 16 agosto 2021, dopo aver reso piena confessione nella caserma dei carabinieri –:

   quali siano, per quanto di competenza, le modalità precise dell'evento suicidiario e se presso la casa circondariale fossero state adottate le necessarie cautele per prevenirlo, considerati i disturbi della personalità di cui era evidentemente affetto il Grisotto.
(3-02461)


   ZANETTIN. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la tragica vicenda di Gelindo Renato Grisotto, l'omicida reo confesso, che si è tolto la vita all'interno del carcere vicentino di San Pio Decimo ha fatto emergere in tutta la sua concreta drammaticità la grave carenza di personale di cui soffre, non da oggi, il penitenziario berico;

   secondo quanto denunciato dalle pagine de Il Giornale di Vicenza dal garante dei detenuti nominato dell'amministrazione comunale Mirco Maule, mancano 70 agenti penitenziari rispetto all'organico;

   il direttore dell'istituto è a scavalco;

   è attivo solo un educatore e mezzo sui tre (teoricamente) previsti;

   ciò a fronte di un indice di sovraffollamento pari al 140 per cento;

   su 240 posti previsti, i detenuti ospitati dal carcere di Vicenza al 31 dicembre 2020 erano ben 335;

   è chiaro che con queste carenze di organico una stretta sorveglianza sui detenuti è pressoché impossibile –:

   quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per garantire al carcere di Vicenza un significato aumento di personale, tale da consentire alla struttura un recupero della piena efficienza.
(3-02463)

Interrogazioni a risposta scritta:


   TORTO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nella mattinata del 17 agosto 2021 presso la casa circondariale di Pescara si è verificata l'evasione di due detenuti;

   secondo le prime notizie emerse sembrerebbe che i detenuti siano riusciti a scavalcare il doppio muro di recinzione durante l'ora di passeggiata;

   in data 11 luglio 2021 nella stessa casa circondariale di Pescara si verificò un'evasione di un detenuto, catturato dopo 8 giorni;

   nei giorni successivi l'evasione di luglio 2021 l'interrogante si è recato personalmente a fare una visita presso la casa circondariale di Pescara. In occasione della visita ho avuto la possibilità di verificare alcune carenze di tipo strutturale dell'istituto penitenziario, tra cui spiccava la presenza di un tubo di grondaia a ridosso delle mura del cortile esterno, su cui è possibile anche arrampicarsi con estrema facilità;

   non sono solo i limiti strutturali che possono pregiudicare la piena efficienza dell'istituto penitenziario di Pescara, ma anche l'evidente carenza di personale della polizia penitenziaria. Infatti al 19 luglio 2021, a fronte di un organico previsto di 167 unità, risultava una forza operativa di polizia penitenziaria di sole 110 unità;

   a giudizio dell'interrogante alcuni limiti della struttura penitenziaria andrebbero sanati in brevissimo tempo;

   la carenza di personale certamente aggrava la nota carenza della struttura penitenziaria di Pescara favorendo fughe di detenuti, ma anche possibili incidenti all'interno della stessa casa circondariale di Pescara;

   tali limiti possono compromettere l'incolumità del personale di polizia penitenziaria, ma anche dei cittadini e degli stessi detenuti –:

   con quali dinamiche sia avvenuta l'evasione del 17 agosto 2021;

   quale sia l'organico operativo presso la casa circondariale di Pescara e quale dovrebbe essere quello previsto per la stessa struttura;

   se in seguito all'evasione avvenuta in data 11 luglio 2021 l'Amministrazione penitenziaria sia intervenuta per sanare alcuni limiti strutturali evidenti, tra cui anche la grondaia presente nel cortile all'aperto interno all'istituto penitenziario;

   quali iniziative di competenza saranno intraprese per aumentare la sicurezza dell'istituto penitenziario di Pescara sia in termini di limiti strutturali che di personale effettivamente operativo.
(4-10082)


   CARETTA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere - premesso che:

   come emerso a mezzo stampa, la gestione della Casa circondariale Filippo del Papa di Vicenza sta affrontando gravissimi problemi di organico, tale per cui agenti di polizia penitenziaria si ritrovano costretti a fare sorveglianza anche per turni e sezioni ulteriori rispetto a quelli di competenza, al punto che un singolo agente si trova, di fatto, incaricato della sorveglianza di anche cinquanta celle;

   dato il grande numero di celle da controllare per agente, è evidentemente pregiudicata, tra le altre, l'effettiva capacità di poter non solo garantire l'ordine nella struttura, ma anche l'incolumità dei detenuti medesimi, come nel caso in particolare in cui questi decidano di togliersi la vita; proprio in questi casi l'enorme numero di celle che ogni agente si ritrova a sorvegliare impedisce di poter scongiurare tali drammatici episodi in modo ottimale, scaricandone non correttamente responsabilità, anche morali, in capo agli agenti stessi;

   la tendenza registrata, negli ultimi anni, è di un generico aumento dei detenuti a fronte di una generica diminuzione del personale della polizia penitenziaria;

   sono ormai anni che anche le organizzazioni sindacali di competenza lamentano il complessivo e sostanziale sovraffollamento che affligge la struttura di detenzione «Casa circondariale Filippo del Papa» di Vicenza, struttura peraltro mancante di un vero e proprio direttore da gennaio 2020, ruolo ricoperto a turno da direttori di altri penitenziari;

   un costante aumento dei detenuti, a fronte di un mancato sostegno all'organico degli agenti della penitenziaria, è quindi destinato ad esacerbare le problematiche sin qui delineate, a totale detrimento degli agenti occupati in loco, che evidentemente non hanno i mezzi per poter sorvegliare in modo assolutamente adeguato tutti i detenuti a fronte della tendenza di sovraffollamento;

   è evidente che occorrono integrazioni nei confronti del personale dell'istituto di detenzione in oggetto, in modo da poter tutelare sia gli agenti in servizio che la struttura medesima –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se intenda, per quanto di competenza, incrementare il personale di polizia penitenziaria della Casa circondariale Filippo del Papa di Vicenza alla luce delle gravi evidenze di cui in premessa.
(4-10086)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta orale:


   DONZELLI. – Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Per sapere – premesso che:

   il 9 maggio 2019 si apprendeva da una nota stampa presente sul sito del comune di Firenze che sarebbero partiti «i lavori per la realizzazione del nuovo svincolo di Peretola, per l'esattezza della parte relativa al nuovo accesso all'aeroporto da viale Luder con l'eliminazione dell'impianto semaforico all'inizio dell'A11»;

   addirittura veniva riportato che i lavori erano iniziati quella stessa mattina e che si sarebbero conclusi entro la fine dell'anno 2019: ciò non è mai avvenuto;

   in un articolo di giornale del 6 luglio 2021 si legge che i lavori per lo «svincolo Peretola e terza corsia» sono stati nuovamente annunciati e che avrebbero dovuto iniziare per i primi di agosto 2021, promessa disattesa anche questa volta –:

   se sia a conoscenza di questo progetto;

   se nel 2019 fosse stato presentato e approvato;

   se ad oggi sia stato recepito e approvato;

   se sia a conoscenza dei tempi di realizzazione.
(3-02462)


   CORTELAZZO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   a causa della pandemia e delle superiori misure di contenimento, gli utenti del trasporto pubblico locale (Tpl), sia esso ferroviario che su strada, che avevano provveduto all'acquisto dei relativi titoli di viaggio, ivi compresi gli abbonamenti, in molti casi non ne hanno usufruito;

   l'articolo 215 del decreto-legge n. 34 del 2020 aveva previsto la possibilità, per i titoli di viaggio e gli abbonamenti relativi al trasporto pubblico locale (Tpl) che, in caso di mancata utilizzazione in conseguenza delle misure di contenimento, le aziende erogatrici di servizi di trasporto ferroviario ovvero di servizi di trasporto pubblico locale procedessero, nei confronti degli aventi diritto:

    a) al rimborso;

    b) all'emissione di un voucher di importo pari all'ammontare del titolo di viaggio, ivi compreso l'abbonamento, da utilizzare entro un anno dall'emissione;

    c) oppure al prolungamento della durata dell'abbonamento per un periodo corrispondente a quello durante il quale non ne è stato possibile l'utilizzo;

   la norma era riferita al blocco del periodo marzo-maggio 2020. A valere sulle risorse dell'articolo 200 del medesimo decreto-legge n. 34 del 2020, le regioni hanno provveduto ad emanare proprie norme affinché gli utenti dei servizi di Tpl potessero usufruire del beneficio;

   a tutela dei consumatori nei vari settori del trasporto passeggeri (aereo, ferroviario, marittimo, stradale) sono stati emanati regolamenti comunitari che disciplinano i diritti dei viaggiatori in caso di cancellazione del viaggio. In tali casi è previsto che il professionista debba garantire ai passeggeri la scelta immediata tra il rimborso in denaro o modalità alternative per la restituzione del costo integrale del biglietto, incluso un buono sostitutivo. Le norme dell'Unione europea prevedono che il rimborso mediante buono è possibile solo se il passeggero accetta;

   com'è noto, a seguito dell'entrata in vigore del successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020, nella scuola il blocco delle lezioni in presenza è durato per gran parte dell'anno scolastico 2020-2021. Su tale questione e i suoi effetti sull'eventuale mancato utilizzo dei titoli di viaggio relativi al trasporto pubblico locale non è stata adottata alcuna specifica disposizione da parte dell'autorità statale. Questo rappresenta un elemento di criticità sotto il profilo dell'accertamento dell'effettiva inutilizzabilità dei titoli di viaggio e del riconoscimento di un diritto generale al rimborso;

   per quanto riguarda la ripresa delle lezioni a settembre 2021, i genitori non sanno se fare i nuovi abbonamenti o utilizzare quelli già fatti e non utilizzati nell'autunno del 2020 o nella primavera del 2021. Diverse regioni, tra le quali la regione Veneto, si sono fatte parte attiva presso il Governo affinché confermi e reiteri anche per l'anno in corso, e comunque fino alla cessazione della situazione emergenziale, l'iniziativa per il rimborso di cui all'articolo 215 del decreto-legge n. 34 del 2020 –:

   se non ritenga opportuna l'adozione urgente di iniziative normative volte a disporre un incremento della dotazione del fondo di cui all'articolo 200 del decreto-legge n. 34 del 2020, in modo tale da garantire alle aziende del trasporto pubblico locale la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione delle misure previste dall'articolo 215 del medesimo decreto, in relazione agli obblighi contrattuali che queste hanno, al fine di consentire agli utenti, in particolare agli studenti, di poter usufruire degli abbonamenti e dei titoli di viaggio non utilizzati.
(3-02464)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ELISA TRIPODI. – Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   il sistema di accoglienza dei migranti nel territorio italiano è disciplinato dal decreto legislativo n. 142 del 2015 (il cosiddetto decreto accoglienza) adottato in attuazione delle direttive europee 2013/32/UE e 2013/33/UE che, successivamente, è stato integrato e modificato da diverse disposizioni e, nella XVIII legislatura, dapprima dal decreto-legge n. 113 del 2018, e in seguito dal decreto-legge n. 130 del 2020 che ha introdotto ulteriori modifiche al predetto decreto;

   un principio importante in tema di accoglienza per i richiedenti protezione internazionale, che è stato introdotto dal decreto legislativo n. 142 del 2015, è quello della leale collaborazione tra i livelli di governo interessati, secondo apposite forme di coordinamento nazionale e regionale;

   per le esigenze di prima accoglienza e per l'espletamento delle operazioni necessarie alla definizione della posizione giuridica, in base all'articolo 9 del cosiddetto decreto accoglienza, lo straniero è accolto nei centri governativi di prima accoglienza, secondo la programmazione e i criteri individuati dal tavolo di coordinamento nazionale e dai tavoli di coordinamento regionale che sono stati istituiti dall'articolo 16 del decreto legislativo n. 142 del 2015; in particolare, il tavolo di coordinamento nazionale, insediato presso il Ministero dell'interno, individua le linee di indirizzo e predispone la programmazione degli interventi diretti ad ottimizzare il sistema di accoglienza previsto, compresi i criteri di ripartizione regionale dei posti da destinare alle finalità di accoglienza;

   il tavolo predispone annualmente, salva la necessità di un termine più breve, un piano nazionale per l'accoglienza che, sulla base delle previsioni di arrivo per il periodo considerato, individua il fabbisogno dei posti da destinare alle finalità di accoglienza. Le linee di indirizzo e la programmazione sono poi attuati a livello territoriale, attraverso tavoli di coordinamento regionale che sono insediati presso le prefetture che individuano i criteri dei posti già attivati nel territorio di riferimento, nell'ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati di cui all'articolo 14 del decreto n. 142 del 2015;

   l'arrivo in Italia di un altissimo numero di profughi comporta la necessità di organizzare un sistema di accoglienza in grado di rispondere in maniera dignitosa e rapida all'arrivo di migranti, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati;

   risulta quindi necessario mettere in atto tutta una serie di iniziative urgenti per affrontare le problematiche sopra delineate, anche attraverso lo sviluppo di rapporti di collaborazione tra le amministrazioni pubbliche, al fine di garantire un migliore livello qualitativo delle azioni intraprese dai vari enti secondo le rispettive competenze –:

   se il Ministro interrogato intenda chiarire quale sia il lavoro svolto dai tavoli di coordinamento nazionale e regionale di cui in premessa e se intenda fornire elementi sulle relazioni annuali che dovrebbero essere da questi svolte.
(4-10089)


   FIANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende la notizia che il 28 agosto 2021, all'anfiteatro di villa Brunati, prestigioso spazio pubblico e luogo simbolo della cultura desenzanese, di proprietà dello stesso comune di Desenzano del Garda, si terrà un memoriale per Simone Riva, storico militante di Forza Nuova, morto nel 2015 dopo una caduta in montagna, nonché fondatore del gruppo di estrema destra «Brescia ai Bresciani»;

   il programma della serata prevede una cena sociale per 199 persone, il concerto del gruppo rock nazionale Hobbit 1994 e la presentazione del libro «Stregoneria politica» del dirigente di CasaPound Guido Taietti, condannato in appello a 6 anni e 2 mesi per il violento pestaggio, nel 2015 a Cremona, di Emilio Visigalli, reso invalido in modo permanente;

   tale serata si profila, secondo l'interrogante, come l'ennesimo raduno neofascista travestito da evento culturale-culinario-musicale, per altro, autorizzato dalla stessa amministrazione comunale quale festa privata con determinate prescrizioni e vincoli che ad oggi non risulterebbero essere rispettati;

   la stessa Anpi, in una nota, spiega come le sigle che stanno dietro all'organizzazione dell'evento «appartengano inequivocabilmente alla “galassia nera” dei fascisti del Terzo Millennio, la cui esistenza si pone in palese violazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, che vieta “la ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”, nonché delle leggi Scelba e Mancino che hanno concorso rispettivamente a dare piena attuazione alla predetta disposizione (ad esempio sanzionando l'apologia di fascismo) e ad adottare misure contro ogni forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa» –:

  se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra citati e se non ritenga doveroso ed urgente, adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di impedire lo svolgimento dell'evento, anche alla luce dei profili di ordine pubblico, nonché per garantire il pieno rispetto delle norme ordinarie e costituzionali poste a tutela dell'identità antifascista della Repubblica.
(4-10097)


   FOTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   è notizia dall'alto clamore mediatico lo stato di degrado e delinquenza in cui versa l'area delle cosiddette «ex Reggiane», poste a Reggio Emilia, in via Agosti;

   la predetta area e le relative strutture in stato di abbandono sono teatro quotidiano di attività di spaccio, luogo di dimora di sfollati di vario genere, nonché di generale percezione di insicurezza per i cittadini;

   non a caso, infatti, il comitato di residenti «Ascoltare Santa Croce» ha affisso recentemente all'ingresso ed alla fine della via dei cartelli, sia in lingua italiana che in quella inglese, per avvisare chi dovesse transitare della situazione di pericolosità della zona;

   la detta iniziativa ha ottenuto un elevatissimo riscontro mediatico, tanto da indurre una troupe di una delle maggiori reti televisive nazionali a realizzare un servizio, proprio in questi giorni, da proporre in uno dei propri telegiornali;

   allo stato attuale non risulta, nonostante gli accorati appelli provenienti da più parti, che il prefetto di Reggio Emilia, previo un confronto con il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e del quale è componente anche il sindaco della città capoluogo, si sia peritato di richiedere al Governo l'attivazione della «Operazione strade sicure», che prevede l'impiego del personale dell'Esercito italiano per specifiche operazioni di prevenzione e contrasto della criminalità –:

   se i fatti sopra citati siano noti al Governo e quale ne sia, comunque, il giudizio in merito;

   se il Governo ritenga, attesa la gravità della situazione sopra esposta, di prendere contatti con le locali e competenti autorità al fine di valutare di disporre al più presto l'impiego dei militari nell'ambito della «Operazione strade sicure», che risulta attiva in numerosi capoluoghi dell'Emilia-Romagna ma non a Reggio Emilia.
(4-10099)


   SANDRA SAVINO. – Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   il 19 agosto 2021 è terminato, dopo cinque giorni, il rave party organizzato al confine tra Lazio e Toscana nell'area del lago di Mezzano, vicino al paese di Valentano, in provincia di Viterbo, al quale, secondo diverse stime, hanno partecipato tra le 10 e le 15 mila persone;

   all'evento gli organi di stampa hanno riservato molto spazio, soprattutto dopo la morte di un ragazzo di 24 anni, il cui corpo era stato trovato il 16 agosto 2021 nelle acque del lago;

   il rave si è contraddistinto, tra le altre cose, per la mancanza di misure di sicurezza legate alla pandemia, per la cessione e il consumo di sostanze stupefacenti, per due denunce di stupro, per il ricovero di vari partecipanti in coma etilico, per essere stato organizzato su un terreno privato occupato abusivamente e per la gestione dei rifiuti lasciati dai partecipanti;

   solo poche settimane prima del rave di Valentano, ad inizio luglio 2021, a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, aveva avuto luogo un evento dello stesso genere, che aveva suscitato rabbia e preoccupazione nei residenti;

   il susseguirsi di eventi del genere, pericolosi non solo in epoca di pandemia, dovrebbe spingere il Governo, in coordinamento con le autorità locali, a varare una strategia volta ad evitarne l'organizzazione e, in difetto, a garantirne una rapida conclusione una volta individuati –:

   come mai, dopo il recente caso del rave di Santa Maria a Monte, non sia stato possibile bloccare l'organizzazione di quello di Valentano;

   quali iniziative di competenza verranno adottate dal Governo alla luce della necessità di evitare che episodi del genere si ripetano.
(4-10101)

ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CIAMPI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il decreto dipartimentale n. 510 del 23 aprile 2020 ed il decreto dipartimentale n. 783 dell'8 luglio 2020 hanno previsto una «Procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l'immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno»;

   la procedura straordinaria per titoli ed esami per le immissioni in ruolo di docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado è stata bandita a livello nazionale per l'assegnazione di 32.000 posti a partire dall'anno scolastico 2021-2022;

   nelle scorse settimane alcuni uffici scolastici regionali hanno pubblicato le graduatorie (docenti che rientrano nei posti banditi e hanno diritto all'immissione in ruolo ed hanno diritto all'abilitazione) e l'elenco non graduato (docenti che hanno superato la prova ma non rientrano nel numero dei posti banditi ma hanno comunque diritto all'abilitazione);

   i decreti dipartimentali sopracitati sanciscono che «ai vincitori della procedura concorsuale straordinaria immessi in ruolo nell'anno scolastico 2021/2022 che rientrano nella quota dei posti destinati alla procedura per l'anno scolastico 2020/2021 è riconosciuta la decorrenza giuridica del rapporto di lavoro dal 1° settembre 2020»;

   ad oggi, nonostante siano scaduti i termini procedurali previsti, non sono state ancora pubblicate, da parte di alcuni uffici scolastici regionali competenti, le graduatorie di merito del concorso sopracitato;

   tali ritardi riguardano ad esempio le graduatorie della classe A18 Filosofia e Scienze umane (delle regioni Lazio, Toscana e Sardegna) e quelle sui posti comuni di sostegno;

   tutto ciò ha determinato una serie di gravi ripercussioni quali:

    a) l'impossibilità di prendere parte alle operazioni di immissione in ruolo per l'anno scolastico 2021-2022;

    b) la difficoltà di iscriversi negli elenchi aggiuntivi della I fascia delle graduatorie provinciali e il successivo depennamento dalle stesse;

   paradossalmente, a causa di ritardi burocratici degli uffici regionali competenti del Ministero dell'istruzione, i vincitori di un concorso pubblico nazionale come il concorso straordinario 2020 sono stati esclusi da tutte le operazioni di immissione in ruolo per l'anno scolastico 2021-2022;

   tali inadempienze si ripercuoteranno non solo tra gli insegnanti vincitori di concorso, ma anche tra gli studenti che potrebbero non avere docenti stabili necessari per garantire una efficace continuità didattica;

   è opportuno ricordare, in tale contesto, come per simili situazioni il decreto-legge n. 73 del 2021, all'articolo 59, comma 17, ammetta come termine ultimo di pubblicazione delle graduatorie del concorso ordinario «Stem» (per insegnare materie di scuola secondaria di primo e secondo grado, su posti comuni e di sostegno) la data del 30 ottobre 2021, se le stesse sono approvate per eventuali oggettive ragioni di ritardo. Sarebbe quindi altrettanto opportuno che tale proroga venga estesa anche ai candidati vincitori del citato concorso straordinario –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di garantire l'immissione in ruolo per l'anno scolastico 2021-2022 di tutti i docenti vincitori del citato concorso straordinario.
(5-06596)


   CASA, DEL SESTO e MELICCHIO. – Al Ministro dell'istruzione. – Per sapere – premesso che:

   da diversi organi di stampa, oltre che da sollecitazioni di associazioni di precari della scuola, pervengono segnalazioni in merito alle modalità di costituzione degli elenchi aggiuntivi alle graduatorie per le supplenze del personale docente ed educativo, in applicazione dell'articolo 10 dell'ordinanza ministeriale n. 60 del 2020 e, in particolare, rispetto alla nota questione dei titoli di abilitazione e di specializzazione sul sostegno acquisiti all'estero;

   infatti, la normativa vigente permette l'inserimento nelle prime fasce delle graduatorie per le supplenze ai soggetti che hanno acquisito un titolo valido entro il 31 luglio 2021;

   la normativa, però, afferma che il titolo estero per essere validamente utilizzato per l'inserimento nelle graduatorie per le supplenze deve essere non solo acquisito entro il 31 luglio 2021, ma anche validamente riconosciuto dal Ministero dell'istruzione, non rilevando, quindi, la mera data dell'istanza per il riconoscimento;

   a quanto conosciuto dall'interrogante, i vari uffici scolastici regionali stanno agendo in maniera non uniforme sul territorio nazionale; alcuni, infatti, hanno permesso l'inserimento con riserva, altri hanno proceduto al depennamento;

   particolarmente rilevante è la nota dell'ufficio scolastico di Bari n. 21304 del 18 agosto 2021 che afferma come, «la normativa pro tempore vigente, ovvero il decreto ministeriale n. 51 del 2021 e il decreto-legge n. 73 del 2021, articolo 59, comma 4, nonché la nota esplicativa di cui l'avviso del 12 luglio 2021 della direzione generale del personale scolastico del Ministero dell'istruzione, ribadiscono il medesimo concetto, il quale può essere sintetizzato nell'ottenimento del titolo di specializzazione conseguito in territorio italiano, o del definitivo riconoscimento del titolo conseguito all'estero – in particolare il problema riguarda i titoli rumeni e spagnoli – entro e non oltre il 31 luglio, di coloro i quali intendano iscriversi agli elenchi aggiuntivi della prima fascia delle graduatorie per le supplenze, superando quanto originariamente previsto dalla sola ordinanza ministeriale n. 60 del 2020»;

   quindi, da quanto sopra detto, non può considerarsi spendibile un titolo sprovvisto del relativo e prescritto decreto di riconoscimento acquisito entro il 31 luglio, non potendo, infatti, equivalere al riconoscimento la mera presentazione dell'istanza ad hoc al Ministero dell'istruzione;

   dalla disciplina vigente e dalla modalità di attuazione dei vari uffici scolastici regionali, a quanto consta agli interroganti, si evidenzia una grande confusione ed una disomogeneità di trattamento di situazione analoghe, tali da indurre molti docenti precari ad adire le vie legali, con importanti ed ulteriori esborsi economici –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali immediate iniziative intenda adottare affinché pervengano agli uffici scolastici regionali precise indicazioni ministeriali che facilitino la corretta applicazione della normativa vigente, anche per prevenire e contenere possibili azioni giudiziarie dai vari attori in gioco.
(5-06597)

Interrogazione a risposta scritta:


   CASCIELLO. – Al Ministro dell'istruzione. – Per sapere – premesso che:

   in tutte le istituzioni scolastiche normodimensionate e sottodimensionate è presente il direttore dei servizi generali e amministrativi, in acronimo Dsga, la figura direttiva più importante e con le maggiori responsabilità dopo il dirigente scolastico;

   le sue attività principali sono di tipo amministrativo, contabile e direttivo: cura l'organizzazione svolgendo funzione di coordinamento, promozione delle attività e verifica dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi assegnati ed agli indirizzi impartiti al personale Ata posto alle sue dirette dipendenze e ne organizza autonomamente l'attività nell'ambito delle direttive del dirigente scolastico;

   i direttori dei servizi generali e amministrativi possono, altresì, svolgere incarichi di tutor, di aggiornamento e formazione nei confronti del personale;

   nel corso degli anni, per sopperire alla carenza di tali figure nel mondo della scuola per le mancate immissioni, tali funzioni, in molte scuole italiane, sono state svolte in maniera temporanea dai direttori dei servizi generali e amministrativi facenti funzioni, ovvero personale interno all'istituzione scolastica «prestata» al ruolo, e che ora, dopo anni di maturato servizio, attende di essere stabilizzata in tale ruolo;

   solo il 28 novembre 2018 è stato pubblicato il bando di concorso per 2.004 posti di direttore dei servizi generali e amministrativi, conclusosi con tempistiche diverse e con graduatorie di merito regionali ancora in corso di esaurimento;

   le assunzioni autorizzate sono inferiori a quelle realizzate e a quelle possibili, il numero dei posti vacanti al primo settembre 2021 sarà pari a 1.444 unità, con una situazione ingestibile in Lombardia dove il totale dei posti vacanti è pari a quasi il 50 per cento dell'organico;

   nell'anno scolastico 2020/2021 sono state autorizzate 1.985 assunzioni e ne sono avvenute 1.538 (meno 447);

   nell'anno scolastico 2021/2022 sono state autorizzate 948 assunzioni e ne sono avvenute 729 (meno 219);

   dal 1° settembre 2021 risulteranno vacanti e disponibili 1.443 posti, corrispondenti alla differenza tra 2.172 e 729;

   in Campania, dopo lo scorrimento di ulteriori 164 unità autorizzate, restano in graduatoria circa 62 unità;

   i posti disponibili in organico di diritto anno scolastico 2020/2021 in Campania, risultavano essere 936, di cui solo 319 unità sono state assunte (n. 180 per l'anno scolastico 2020/2021 e n. 162 per l'anno scolastico 2021/2022), residuando circa 212 posti vacanti che, puntualmente saranno riconfermati per l'anno scolastico 2021/2022 agli assistenti amministrativi (con acronimo AA.FF.) attraverso il sistema degli interpelli;

   già nel corso dell'anno scolastico 2021/2022 negli interpelli veniva riservata la precedenza, senza alcun criterio di meritocrazia, agli assistenti amministrativi, piuttosto che ai vincitori di concorso a direttore dei servizi generali e amministrativi, inseriti nelle graduatorie di merito;

   quello che l'interrogante giudica una violazione della meritocrazia, nei confronti dei vincitori di un concorso, difficile e lungo, e che non fa onore ad uno Stato di diritto –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, soprattutto sul numero di posti effettivamente vacanti in Campania, e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di colmare con urgenza la vacanza di posti e di dar seguito, già per l'anno scolastico 2021/2022, allo scorrimento delle graduatorie di merito dei direttori dei servizi generali e amministrativi o, in subordine, di riservare, negli interpelli, la precedenza ai vincitori di concorso da direttore dei servizi generali e amministrativi, di cui alle graduatorie di merito, per il conferimento di incarichi annuali sia regionali che extraregionali, e, all'esito dell'integrale assorbimento della suddetta graduatoria, di conferire l'incarico sui posti vacanti agli assistenti amministrativi già in carica.
(4-10096)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con messaggio n. 2842 del 6 agosto 2021, a firma del direttore generale Gabriella Di Michele, l'Inps evidenzia nuovamente – già avendolo precisato nel messaggio n. 1667/2021 – che il legislatore, allo stato, non ha previsto, per l'anno 2021, appositi stanziamenti volti alla tutela dei lavoratori in quarantena (conseguente la contrazione del COVID-19), di cui al comma 1 dell'articolo 26 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, e che, pertanto, salvo eventuali interventi normativi, l'Istituto non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all'anno in corso;

   con riferimento alla tutela per i lavoratori cosiddetti «fragili», di cui al comma 2 dell'articolo 26 del summenzionato decreto-legge n. 18 del 2020, il messaggio dell'Inps comunica che si procederà ugualmente a riconoscere la prestazione nel limite degli importi stanziati (pari a complessivi 663,1 milioni di euro per l'anno 2020); per l'anno 2021, atteso lo specifico stanziamento disposto per detta tutela (pari a 282,1 milioni di euro), la prestazione verrà riconosciuta per gli eventi fino al 30 giugno 2021, come previsto dall'articolo 15, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 41 del 2021;

   nei fatti, coloro che non riceveranno per l'intero 2021 la copertura economica per l'assenza dovuta a quarantena e si troveranno senza stipendio e senza contributi saranno soprattutto quei lavoratori (circa 99.000 a livello nazionale) che non possono in alcun modo svolgere attività da remoto, quali – ad esempio – operai, magazzinieri, muratori, commessi, cassieri, educatori delle coop sociali (proprio chi è stato in prima linea durante il lockdown) dato che, come è noto, la quarantena in salute è compatibile con lo «smart working». C'è il concreto rischio che molti lavoratori e lavoratrici entrati in contatto con un positivo siano disincentivati a segnalare questa loro condizione alla Ausl competente, atteso che comporterebbe un'assenza non retribuita dal lavoro. Il risultato sarebbe quello di porre le condizioni per un'ulteriore estensione di COVID-19 tra i colleghi;

   con riferimento, infine, agli eventi certificati come malattia conclamata da COVID-19, di cui al comma 6 dell'articolo 26 del decreto-legge n. 18 del 2020, l'Inps precisa che le indicazioni ricevute da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali autorizzano l'Istituto a procedere al riconoscimento della tutela della malattia secondo l'ordinaria gestione –:

   se i fatti siano noti ai Ministri interrogati e quali urgenti iniziative intendano assumere, sul piano normativo, per assegnare all'Inps le risorse necessarie per la tutela della quarantena dei lavoratori «fragili» e, più in generale, dei lavoratori che abbiano contratto il virus.
(5-06595)

SALUTE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

  il Ministro interrogato, in data 8 maggio 2021, ha emanato un'ordinanza, valida sino al 30 luglio 2021, con la quale permette la visita di familiari e visitatori in tutte le strutture residenziali sanitarie e socio-sanitarie nel rispetto delle indicazioni formulate nel documento «Modalità di accesso/uscita di ospiti e visitatori presso le strutture residenziali della rete territoriale», elaborato con regioni e Comitato tecnico scientifico;

  l'articolo 1-bis del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 2021, n. 76, ha previsto l'accesso, su tutto il territorio nazionale, di familiari e visitatori, muniti delle certificazioni verdi COVID-19, alle strutture di ospitalità e di lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque in tutte le strutture residenziali di cui all'articolo 44 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, e in quelle socio-assistenziali, secondo le linee guida definite con la richiamata ordinanza del Ministro interrogato dell'8 maggio 2021;

  l'articolo 2-quater del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, che introduce misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19, consente le uscite temporanee, purché munite delle certificazioni verdi COVID-19, alle persone ospitate presso strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e no, strutture residenziali socioassistenziali e altre strutture residenziali;

  in data 22 luglio 2021 il Sottosegretario per la salute Pierpaolo Sileri ha affermato, in risposta all'interrogazione della senatrice Elisa Pirro sulle difficoltà di accesso alle residenze sanitarie assistite, che a inizio luglio 2021 è stato istituito un gruppo di lavoro per il monitoraggio e l'eventuale supporto alle regioni nell'attuazione delle misure organizzative per l'accesso in sicurezza alle strutture di lungodegenza e residenziali;

  il Comitato Orsan (Open rsa now), che monitora la situazione nelle residenze sanitarie assistite italiane, attesta il fatto che molte strutture sanitarie continuano a negare le uscite temporanee ai pazienti e le visite dei familiari, ostacolando le relazioni affettive in presenza, in evidente violazione delle disposizioni normative citate;

  nello specifico, risulta che spesso le visite vengono consentite soltanto una volta a settimana, a discrezione della struttura interessata, e per un tempo compreso tra i 15 e i 25 minuti, e la maggior parte delle residenze sanitarie assistite non concede alcuna uscita temporanea, neppure agli ospiti autosufficienti e muniti di certificazione verde COVID-19, in contrasto con il citato articolo 2-quater del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52;

  tale comitato aveva inoltre preparato un esposto alla procura contro le regioni, aziende di tutela della salute e residenze sanitarie assistite inadempienti, la cui presentazione è stata sospesa a seguito della circolare inviata dal Ministero interrogato al coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle regioni, con la quale invita gli assessorati regionali ad effettuare controlli a campione sull'applicazione di tutte le misure, protocolli e linee guida adottati in materia di residenze sanitarie assistite e a garantire la massima diffusione delle indicazioni operative a tutte le strutture del Servizio sanitario nazionale –:

  con quali modalità e azioni intenda monitorare la situazione all'interno delle residenze sanitarie assistite qualora lo stato attuale non dovesse mutare e con quali ulteriori strumenti intenda intervenire al fine di contrastare ogni tipo di violazione delle norme vigenti da parte delle direzioni di tali strutture residenziali, così da consentire la piena attuazione del diritto di visita e tutelare la vita affettiva e relazionale dei pazienti.
(2-01307) «D'Arrando, Mammì, Nappi, Grippa».

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro della salute, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 29 luglio 2021 il Ministero della salute ha adottato l'ordinanza recante «Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19»; in tale atto ministeriale vi sono indicate le modalità ed i criteri di ingresso per chi giunge in Italia dall'estero;

   nell'ordinanza compare l'estensione fino al 30 agosto 2021 delle misure, per l'ingresso in Italia, specifiche per Brasile, India, Bangladesh e Sri Lanka;

   precisamente, è consentito l'ingresso dal Brasile solamente alle seguenti categorie: coloro che hanno la residenza anagrafica in Italia in data anteriore al 13 febbraio 2021 (con autodichiarazione, senza necessità di autorizzazione da parte del Ministero della salute), coloro che devono raggiungere domicilio, abitazione o residenza dei figli minori, del coniuge o della parte di unione di civile (con autodichiarazione, senza necessità di autorizzazione da parte del Ministero della salute) ed ai soggetti in condizione di inderogabile necessità autorizzati dal Ministero della salute e, ovviamente, permane l'obbligo di sottoporsi ai controlli sanitari;

   la comunità italiana in Brasile è costituita da quasi 500.000 membri ed è tra le comunità più numerose formate dai nostri connazionali all'estero;

   chi giunge dal Brasile ed ha necessità di richiedere l'autorizzazione per l'ingresso nel nostro Paese deve adempiere ad una procedura amministrativa concernente l'invio, mediante posta elettronica, di una serie di documenti (che verranno vagliati dal Ministero della salute) ove è attestata l'identità, l'itinerario da effettuare, la tipologia del mezzo di trasporto e le motivazioni per cui si domanda l'autorizzazione;

   tra i connazionali residenti in Brasile, che hanno fatto richiesta di venire in Italia, vi sono anche coloro che sono muniti di passaporto vaccinale internazionale poiché hanno già completato il ciclo vaccinale con i sieri Pfizer ed Oxford AstraZeneca. Tuttavia, il passaporto vaccinale sarebbe riconosciuto per i Paesi facenti parte dell'area Schengen e dell'Unione europea; tra le disposizioni dell'ordinanza del 29 luglio 2021 del Ministero della salute vi è infatti quanto segue: «(...) aver completato il ciclo vaccinale prescritto anti-SARS-CoV-2 da almeno 14 giorni (...)». Una situazione piuttosto contraddittoria a parere dell'interrogante –:

   se ed entro quali termini intendano adottare iniziative volte a rivedere i criteri di ingresso per i nostri connazionali residenti in Brasile, i quali sarebbero sottoposti a misure piuttosto restrittive e sarebbero impossibilitati a giungere in Italia, anche chi ha completato il ciclo vaccinale ed ha stringenti necessità e contingenze di natura famigliare;

   se il Ministero della salute abbia respinto domande di ingresso in Italia da parte dei nostri connazionali residenti in Brasile, malgrado il rispetto dei protocolli rt-pcr, se tra coloro che hanno richiesto l'autorizzazione vi fosse anche chi ha completato il ciclo vaccinale e, in caso affermativo, quante siano le domande respinte;

   quali iniziative normative si intendano adottare per superare la contraddizione relativa al mancato riconoscimento del ciclo vaccinale completo per chi rientra dal Brasile.
(4-10075)


   BIGNAMI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 14 giugno 2021 è stato approvato il regolamento UE 2021/953 che definisce, a livello sovranazionale, un quadro di regole comuni, direttamente applicabile in tutti gli Stati europei, per il rilascio di certificati COVID digitali che potranno essere utilizzati per spostarsi in Europa;

   la certificazione verde COVID-19 – EU digital COVID è la certificazione nata per agevolare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell'Unione europea durante la pandemia di COVID-19;

   il Governo italiano ha adottato il decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, nel quale stabilisce che dalla data del 6 agosto 2021 la certificazione verde COVID-19 servirà per accedere a molteplici attività, come, ad esempio, luoghi di ristorazione al chiuso, eventi e competizioni sportivi, musei, istituti e luoghi di cultura, piscine, palestre, concorsi pubblici;

   l'articolo 9 del decreto-legge n. 52 del 2021 prevede che le certificazioni verdi COVID-19 vengano rilasciate a seguito dell'avvenuta vaccinazione anti-Sars-CoV-2; ovvero a seguito dell'effettuazione, nelle 48 ore precedenti, di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2; ovvero a seguito dell'avvenuta guarigione da Sars-CoV-2;

   questi ultimi ricevono la certificazione con validità sei mesi, successivamente alla documentazione di avvenuta guarigione da parte delle autorità sanitarie;

   per coloro che invece hanno contratto l'infezione ma in maniera del tutto asintomatica e, pertanto, impossibilitati a documentarla, in quanto hanno appreso di essere stati contagiati a posteriori in base all'effettuazione di un test sierologico, non risultando registrato il loro stato di positività nei database regionali, non sono in possesso della certificazione di avvenuta guarigione;

   quest'ultima situazione descritta pone alcuni problemi per l'ottenimento della certificazione verde. A costoro infatti, è negata la possibilità di ricevere il green pass, in quanto non vi è alcuna documentazione che attesti l'avvenuta guarigione dal COVID-19. Vale la pena precisare che anche i soggetti che hanno contratto il virus in maniera del tutto asintomatica sviluppano gli anticorpi necessari contro il virus –:

   se ritenga doveroso adottare iniziative sulla normativa che prevede il rilascio della certificazione verde, vista la crescente preoccupazione delle persone che non l'hanno ancora ottenuta;

   se ritenga necessario adottare iniziative normative urgenti sulla questione che coinvolge i soggetti che hanno contratto il virus in maniera asintomatica, in quanto non sono in possesso della certificazione della avvenuta guarigione, ovvero se ritenga opportuno che il test sierologico, che dimostra un alto numero di anticorpi, sia già di per sé condizione sufficiente per ottenere il certificato di avvenuta guarigione e, di conseguenza, il green pass.
(4-10076)


   ORRICO e MELICCHIO. – Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:

   il servizio dell'elisoccorso con base operativa a Cosenza, in località Cannuzze, opera meritoriamente da molti anni servendo una delle più estese province italiane grazie alla professionalità e alla dedizione degli operatori sanitari dell'aria;

   tale importante attività di soccorso è interrotta dal 6 agosto 2021 poiché il mezzo necessitava, secondo quanto riferito dalla società concessionaria del servizio, la Elitaliana, di una revisione;

   la società concessionaria, la Elitaliana, non forniva un mezzo sostitutivo, né rassicurava in merito ad una data certa inerente alla ripresa del servizio;

   da quanto si apprende dagli organi di stampa lo stesso velivolo in questione sarebbe stato avvistato in azione presso il Policlinico Gemelli in Roma con oltre 40 voli consumatisi in questi ultimi giorni;

   attualmente gli interventi di soccorso devono essere garantiti dalle basi operative di Lamezia (Catanzaro), Locri (Reggio Calabria) e Cirò Marina (Crotone), con un preoccupante allungamento dei tempi di intervento del servizio nella provincia di Cosenza;

   la regione Calabria, titolare del contratto stipulato con la società che gestisce il servizio, mostrava un comportamento non adeguatamente tempestivo per ovviare alla pericolosa criticità –:

   quali iniziative di competenza, anche in relazione alla gestione commissariale, il Ministro interrogato intenda intraprendere per verificare le ragioni di tale allarmante disservizio ed il conseguente grave nocumento per il diritto alla salute dei cittadini della provincia di Cosenza privati di un'attività di soccorso essenziale, nella tempistica e nelle modalità di azione, per la salvaguardia di molte vite umane.
(4-10088)


   MINARDO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

  da parecchi mesi si protrae una situazione ignobile al cimitero dei Rotoli di Palermo con quasi mille salme con relative bare a deposito, in attesa di sepoltura: palese dimostrazione di incuria e cattiva gestione con risvolti di carattere etico, per il mancato rispetto dimostrato nei confronti dei defunti e delle famiglie in lutto. Ultimamente, la situazione ha assunto anche carattere di emergenza sanitaria. È un vero e proprio scandalo, un'immagine terribile aggravata anche dal gran caldo che, provocando la rottura dei feretri, fa letteralmente «scoppiare» le bare –:

  se i Ministri interrogati non ritengano necessario adottare iniziative, per quanto di competenza, per promuovere l'individuazione di eventuali soluzioni alternative per la tumulazione delle salme in attesa di sepoltura presso il cimitero di Palermo, considerata la grave situazione emergenziale in atto, e anche alla luce di quella che appare all'interrogante l'assoluta incapacità ed inerzia dell'amministrazione comunale palermitana.
(4-10098)


   VARCHI. – Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   la tragica situazione delle bare a Palermo, divenuta ormai intollerabile, è il segno tangibile secondo l'interrogante dell'assoluta incapacità ed inerzia dell'amministrazione comunale e, in particolare, del sindaco Orlando, di porre rimedio a una situazione che si trascina dal 2019 e in questi mesi rischia di esplodere in un'emergenza sanitaria;

   nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli a Palermo ci sono quasi mille bare non tumulate e, con le torride temperature estive, che hanno superato anche i 40 gradi, si stanno creando grossi disagi e problemi sanitari;

   come denunciato da Leonardo Cristofaro, direttore del cimitero, che ha recentemente scritto al capo di gabinetto del comune, Sergio Pollicita: «A causa della mancanza di fosse dove operare inumazioni, oltre alle elevate temperature, numerosi feretri hanno cominciato a percolare copiosamente. La situazione è ormai tale da imporre l'immediata inumazione o l'acquisto improcrastinabile e urgentissimo di un congruo numero di sovracasse di zinco destinate a contenerli. Ma si è consapevoli che senza fosse di inumazione o cassoni di zinco la situazione non potrà che ulteriormente peggiorare sino a diventare un pericolo sanitario grave»;

   una situazione vergognosa, che si trascina da mesi e a cui l'amministrazione comunale non appare in grado di porre rimedio; le bare sono ovunque, sotto i tendoni allestiti lungo uno dei viali principali, ma anche negli uffici e addirittura nei bagni e sotto alcune si vedono anche i segni della decomposizione, secondo quanto si apprende da fonti di stampa locale;

   alla base di questa assurda vicenda vi è la mancanza di spazio per le sepolture nel cimitero, mentre le opere di ingrandimento previste per realizzare nuovi loculi e nuovi campi di inumazione proseguono a rilento a causa di problemi burocratici o mancanza di manodopera, o non sono mai davvero iniziate e, nel frattempo, le bare si accumulano;

   secondo l'ultimo conteggio, 420 bare sono in attesa di un loculo, mentre 500 sono in attesa di un posto in un campo di inumazione e sono le più problematiche, perché sono solo di legno e più soggette ai problemi legati alla degradazione dei cadaveri;

   l'emergenza del cimitero dei Rotoli risale al 2019 e finora sono state trovate soluzioni d'emergenza che però non hanno risolto il problema; nemmeno l'estumulazione dei loculi a parete lungo l'asse che costeggia via Papa Sergio, che avrebbe consentito di liberare mille posti, è mai stata realizzata e ad aggravare la situazione c'è anche il fatto che il forno crematorio del cimitero non funziona e chi vuole cremare i propri morti deve rivolgersi a Messina o a Reggio Calabria –:

  se e quali immediate iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere il Governo per sanare la grave situazione di cui in premessa, in considerazione di quella che appare all'interrogante come l'assoluta incapacità ed inerzia dell'amministrazione comunale di Palermo.
(4-10103)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:


   TRANO. – Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   l'azienda Corden pharma Latina s.p.a. di Sermoneta (Latina) ha avviato in data 9 novembre 2018 una procedura di licenziamento collettivo per 192 dipendenti;

   l'azienda ha inoltrato contestualmente una richiesta di «concordato in continuità» presso il tribunale di Latina (dopo l'assenso dell'assemblea dei creditori il tribunale ha emanato decreto di omologa del concordato in data 9 aprile 2021);

   la procedura di licenziamento collettivo si è conclusa con un accordo stipulato presso la regione Lazio, ai sensi della legge n. 223 del 1991, il 17 gennaio 2019;

   in tale accordo le organizzazioni sindacali aderivano: ad un esodo incentivato dei lavoratori in possesso dei requisiti per l'accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata; all'esodo incentivato dei volontari; ad una sospensione di 5 anni della 14° mensilità nonché alla soppressione definitiva di altra parte del salario;

   il sacrificio economico di tutti i dipendenti era funzionale ad agevolare un piano di investimenti, in parte provenienti dalla proprietà aziendale ed in parte da finanziamenti pubblici da richiedere sia alla regione Lazio sia al Ministero dello sviluppo economico ad esito favorevole del concordato, pari a 35 milioni di euro, necessari al rilancio della attività produttive ed alla conseguente stabilità occupazionale;

   tale intesa veniva confermata al Ministero dello sviluppo economico in una riunione svolta il 21 gennaio 2019, nella quale anche il Ministero confermava la disponibilità a dare sostegni economici, subordinati al mantenimento dei livelli occupazionali;

   disattendendo le intese precedenti, la Corden pharma Latina s.p.a. in data 29 luglio 2021 ha avviato una nuova procedura di riduzione del personale per 82 dipendenti, mentre del promesso piano di investimenti e di rilancio non vi è traccia;

   nel frattempo la proprietà lussemburghese Financiere Victoire ha dato mandato a Deloitte UK per la vendita di Corden pharma Latina s.p.a. –:

   alla luce di quanto sopra, considerata anche la gestione manageriale molto incerta (nei circa 10 anni di attività si sono succeduti ben otto amministratori delegati di Corden pharma Latina s.p.a.), se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti di cui in premessa;

   se l'azienda abbia usufruito di incentivi per il mantenimento dei livelli occupazionali;

   quali iniziative intendano adottare affinché venga fatto rispettare l'accordo siglato il 17 gennaio 2019;

   quali iniziative di competenza intendano effettuare per evitare il depotenziamento del polo farmaceutico del Lazio.
(4-10087)


   SODANO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   il servizio postale è un servizio pubblico di fondamentale importanza per i cittadini, necessario per lo svolgimento di moltissime attività quotidiane, dal pagamento delle utenze fino al ritiro di denaro in contante;

   come riportato dai quotidiani locali della provincia di Agrigento, e segnalato a più riprese dai cittadini di Linosa, risulta che l'unico sportello bancomat (Postamat) presente al momento sull'isola di Linosa (AG), installato presso l'ufficio di Poste Italiane di via Vittorio Alfieri n. 37, sia guasto da molte settimane;

   questo grave disservizio sta causando una serie frequente di disagi non solo agli abitanti dell'isola, ma anche alle centinaia di turisti e visitatori che trascorrono le proprie vacanze nella straordinaria isola del Mediterraneo e che sono oggi impossibilitati nel poter prelevare denaro contante;

   da quanto risulta all'interrogante, allo stato attuale, lo sportello bancomat più vicino, ovvero altre filiali bancarie, con cui poter fronteggiare momentaneamente la situazione, si trova nell'isola di Lampedusa, a 52 chilometri di distanza via mare;

   questa situazione, unita allo stato di isolamento di Linosa ancora sprovvista di collegamenti quotidiani certi con la terraferma, comporta inaccettabili ripercussioni non solo a livello economico, ma anche in termini di danno all'immagine, stante la carenza di un servizio fondamentale come quello dello sportello Postamat per il prelievo di denaro contante –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della grave situazione esposta in premessa e quali iniziative di competenza, e con carattere di urgenza, intendano porre in essere affinché Poste Italiane S.p.a. accerti il difetto di funzionamento dell'ATM e garantisca la tempestiva riattivazione dello sportello Postamat presso l'ufficio postale di Linosa (AG);

   se si intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché siano accertate al più presto le reali cause del mancato aggiustamento di un servizio pubblico nei tempi dovuti onde evitare che la situazione si ripeta nel tempo;

   se e quali iniziative di competenza si intendano adottare per facilitare l'apertura di nuovi sportelli bancomat di Poste italiane Spa, con l'obiettivo di agevolare il ritiro di denaro contante sull'isola di Linosa ed evitare che, in caso di avaria, vengano sperimentati gravi disservizi come quello che ha caratterizzato l'estate 2021.
(4-10093)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   CARETTA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   come noto, l'adozione dei piani di gestione per la fauna selvatica, assegnata alla Conferenza Stato-regioni, prevede l'effettiva e concreta presentazione del piano di gestione da parte dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) per poter avere efficacia;

   nel caso del prelievo della tortora selvatica, la Conferenza Stato-regioni ha già dato, all'unanimità, il proprio parere favorevole al piano di gestione di pertinenza, lasciando il resto dell'iter di approvazione in mano all'Ispra medesima;

   con decreto cautelare n. 368, pubblicato in data 13 agosto 2021, il tribunale amministrativo regionale del Veneto ha disposto la sospensione della caccia da appostamento alla tortora selvatica, prevista per le giornate dell'1 e del 2 settembre 2021;

   tale decisione è stata assunta anche a causa dell'effettiva assenza di un piano di gestione della specie, che ad oggi non è ancora stato materialmente presentato dall'Ispra, nonostante la ferma volontà politica espressa dalle regioni medesime in sede di Conferenza Stato-regioni a favore del mantenimento della tortora selvatica nei calendari venatori regionali;

   tale inazione da parte dell'Ispra e la conseguente rimozione della specie dai calendari venatori hanno mortificato e ridimensionato il ruolo delle regioni, al netto delle competenze ad esse conferite dalla legge dello Stato e dalla Costituzione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se intenda, per quanto di competenza, adottare iniziative volte a:

    a) rivedere la disciplina vigente in modo da favorire la costituzione in ogni regione di istituti regionali per la fauna selvatica, coordinati dall'Ispra, al fine di migliorare ed accelerare gli iter di approvazione dei piani di gestione, considerando le grandi difficoltà affrontate dall'Istituto stesso nella redazione ed approvazione dei piani medesimi e le costanti e consistenti inattività riscontrate in materia;

    b) fare chiarezza in merito all'iter di approvazione del piano di gestione in premessa, garantendone la tempestiva adozione ed approvazione al netto dell'unanime decisione assunta dalla Conferenza Stato-regioni.
(4-10080)

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro del turismo, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   dal 14 giugno 2021 la capienza massima sui mezzi pubblici è tornata all'80 per cento della sua capacità, quindi per autobus, trasporti, treni e aerei la capienza è passata dal 50 per cento all'80 per cento;

   tuttavia, per i bus turistici la capienza è rimasta al 50 per cento rispetto alla capacità di contenimento del mezzo;

   il settore afferente ai bus turistici, a causa della pandemia da COVID-19 e nei periodi in cui vi è stato il lockdown o la «zona rossa», ha subito ingenti perdite economiche;

   oltretutto, stante quanto avrebbero dichiarato esponenti del settore nei bus turistici non sussiste la possibilità di sforare la capienza massima, poiché non vi è una vendita di biglietti superiore rispetto ai posti disponibili (Trasporti, la richiesta: «Capienza all'80 per cento anche per bus turistici» – Confartigianato imprese Parma (confartigianatoparma.it);

   per l'interrogante non sussisterebbe alcuna logica nel mantenere la capienza massima dei bus turistici al 50 per cento siccome, in tale settore, vi è la capacità, mediante la prenotazione dei biglietti, di gestire il numero di persone a bordo di un determinato mezzo;

   sarebbe opportuno a parere dell'interrogante una valutazione sulla possibilità di incrementare la capienza massima dei mezzi turistici dal 50 all'80 per cento al fine di consentire al settore una maggiore duttilità organizzativa e di recuperare progressivamente le perdite economiche subite durante le limitazioni e restrizioni causate dal COVID-19 –:

   se intendano porre in essere iniziative volte a portare la capienza massima dei bus turistici dal 50 all'80 per cento, analogamente a quanto avvenuto per i mezzi del trasporto pubblico locale;

   se e per quale motivo non sia stata portata già dal mese di giugno 2021 la capienza massima dal 50 all'80 per cento;

   se e quante risorse siano state allocate per il settore in questione in termini di ristori economici.
(4-10078)

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza Varrica e Orrico n. 2-01301, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 4 agosto 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato D'Orso.