XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 597 di mercoledì 17 novembre 2021
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI
La seduta comincia alle 10.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
LUIGI IOVINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Brescia, Cavandoli, Comaroli, Davide Crippa, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Garavaglia, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Lorefice, Losacco, Maggioni, Magi, Migliore, Ribolla, Rizzo, Serracchiani, Vignaroli e Zanettin sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Annunzio di petizioni.
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
LUIGI IOVINO, Segretario, legge:
Vincenzo Salerno, da Ercolano (Napoli), e numerosissimi altri cittadini chiedono di estendere le
prestazioni del Fondo di cui all'articolo 1, comma 493, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, ai risparmiatori in possesso di azioni di società emittenti strumenti finanziari che non svolgono attività di intermediazione finanziaria, dichiarate fallite o sottoposte ad altre procedure concorsuali, i cui amministratori siano stati condannati per abusiva attività di raccolta del risparmio (840) - alla VI Commissione (Finanze);
Piero D'Olimpio, da Pordenone, chiede modifiche all'articolo 119, comma 3, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, in materia di detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione e consolidamento antisismico (841) - alla VI Commissione (Finanze);
Rosanna Occhiodoro, da Ancona, chiede modifiche al codice civile a tutela dei figli maggiorenni nati fuori dal matrimonio (842) - alla II Commissione (Giustizia);
Francesca Massardi, da Roma, chiede l'estensione da sei a dodici mesi del periodo di validità della certificazione verde COVID-19 per le persone guarite dal virus (843) - alla XII Commissione (Affari sociali);
Antonio Lepore, da Bari, chiede di estendere le pensioni di reversibilità ai figli disoccupati (844) - alla XI Commissione (Lavoro);
Enrico Andreoni, da Pesaro, chiede iniziative per garantire che la società Pfizer renda pubblici i contributi elargiti a persone e organizzazioni residenti nei Paesi dell'Unione europea (845) - alla XII Commissione (Affari sociali);
Alessandro Amico, da Acireale (Catania), chiede:
l'inserimento dell'insegnamento della lingua latina e dei dialetti regionali nei programmi scolastici di tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado (846) - alla VII Commissione (Cultura);
che, nel rinnovare la carta d'identità, i cittadini possano chiedere che sia rilasciata in versione cartacea e che il rilascio di quella digitale sia gratuito (847) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
che le spese funerarie per i cittadini meno abbienti siano a carico dello Stato (848) - alla XII Commissione (Affari sociali);
Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede la riduzione delle accise sui carburanti (849) - alla VI Commissione (Finanze);
Damiano Pagano, da Catania, chiede provvedimenti emergenziali a sostegno dei territori dell'area metropolitana di Catania colpiti dai fenomeni alluvionali dell'ottobre 2021 (850) - alla VIII Commissione (Ambiente);
Francesco Romano, da Saviano (Napoli), chiede:
di introdurre la possibilità di surroga senza spese per i finanziamenti concessi dalle banche alle imprese, ai sensi dell'articolo 56 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 (851) - alla VI Commissione (Finanze);
nuove norme in materia di trasparenza dei prezzi finali al consumatore di luce e gas (852) - alla X Commissione (Attività produttive);
interventi per la promozione dei fondi pensione tramite misure in materia di cessione di minusvalenze derivanti dalla compravendita di titoli (853) - alla XI Commissione (Lavoro);
Daniele Bellu, da Albignasego (Padova), e altri cittadini chiedono:
la revisione dell'ordinamento urbanistico, a livello organizzativo e operativo (854) – alla VIII Commissione (Ambiente);
la creazione di un sistema integrato di tutela dell'ambiente naturale e urbano nelle regioni italiane (855) – alla VIII Commissione (Ambiente);
un programma di pianificazione degli interventi per il restauro e la valorizzazione dei beni culturali (856) – alla VII Commissione (Cultura);
nuove norme per garantire la pianificazione e la qualità estetica degli interventi edilizi e architettonici (857) – alle Commissioni riunite VII (Cultura) e VIII (Ambiente);
Aniello Traino, da Neirone (Genova), chiede modifiche alla disciplina del cosiddetto “superbonus 110 per cento” (858) - alla VI Commissione (Finanze);
Massimo Gianangeli, da Jesi (Ancona), e numerosissimi altri cittadini chiedono l'abolizione dell'obbligo del possesso del certificato verde COVID-19 per l'esercizio dei diritti di libertà dei cittadini (859) - alla XII Commissione (Affari sociali).
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2394 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, recante misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening (Approvato dal Senato) (A.C. 3363).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3363: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, recante misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 3363)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. L'attuale fase della pandemia ed i problemi che devono essere affrontati dimostrano come le scelte adottate anche con questo decreto siano state corrette e abbiano evitato al Paese nuove ed ulteriori chiusure insostenibili. La scienza lo conferma: il vaccino e la stretta osservanza delle norme anti-contagio sarebbero efficaci ad evitare la quarta ondata. L'andamento della pandemia però, in Europa e in altre regioni e territori, in particolare anche in Alto Adige, richiede una rivalutazione della situazione, nella consapevolezza che ogni regola pone anche il problema dei controlli. Le misure hanno efficacia se le violazioni sono accertate e comportano sanzioni. Abbiamo posto, come Autonomie, un tema che sempre più sarà oggetto di riflessione: può il Paese sostenere gli oneri derivanti da chi decide di non vaccinarsi? Possono, coloro che non intendono vaccinarsi, presumere arbitrariamente di delegare il peso della loro decisione di minoranza alla maggioranza dei cittadini vaccinati? Noi crediamo di no, sia perché i costi sociali ed economici di nuove chiusure così indotte sarebbero insostenibili, sia perché ciò si tradurrebbe in una grave sottrazione di diritti, in grado di accrescere le disuguaglianze esistenti. Per queste ragioni, come Südtiroler Volkspartei e Minoranze linguistiche, voteremo a favore sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Voteremo la fiducia al Governo, che l'ha posta su un provvedimento di cui condividiamo il merito e il contenuto, ossia l'estensione dell'utilizzo del green pass ai luoghi di lavoro. L'avevamo già prevista per i ristoranti, gli eventi sportivi, i concerti, i concorsi pubblici e i cinema e crediamo sia importante questa estensione perché lo strumento del green pass tutela la salute delle persone, ci aiuta a tenere sotto controllo i contagi e fa ripartire l'Italia. Quante volte ci siamo detti che il miglior ristoro sono le riaperture. Ovviamente siamo sostenitori del valore della libertà, ma il virus oggi c'è: meglio poche regole chiare, piuttosto che i lockdown. Ci ricordiamo tutti cosa ha significato per i giovani l'assenza della scuola, la didattica a distanza o le drammatiche conseguenze che ha comportato la chiusura totale sull'economia del nostro Paese. Quindi, ben venga l'estensione del green pass, sinonimo in questo caso di libertà. Ci ha permesso il ritorno alla normalità, soprattutto grazie alla campagna vaccinale.Ricordiamolo: sono 45,5 milioni gli italiani che si sono vaccinati, con oltre l'84 per cento degli italiani di età superiore ai 12 anni che hanno la possibilità di vaccinarsi. Dobbiamo andare fieri della serietà e della responsabilità degli italiani. Siamo il Paese, a livello internazionale, migliore di tutti da questo punto di vista e dobbiamo ringraziare lo sforzo dei nostri concittadini. Dovrebbero ringraziarli anche i no-vax e i no-green pass, perché se c'è libertà in questo Paese in questo momento è proprio grazie allo sforzo degli italiani che con quella serietà si sono vaccinati. Vorrei ricordare a chi oggi è ancora resistente verso i vaccini che, purtroppo, i letti negli ospedali e nelle terapie intensive nella stragrande maggioranza sono occupati da chi non si è vaccinato.
Concludo, Presidente, facendo una richiesta al Governo: non si può chiudere; piuttosto 3, 4, 5 dosi. In Lombardia si è visto, all'annuncio della terza dose, che in pochi giorni già un milione di lombardi si sono vaccinati. Allora, non si crei incertezza, si conviva con il virus con tutte le regole necessarie, ma garantiamo la libertà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.
PINO CABRAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Voi del Governo, con il vostro specifico green pass, avete creato l'anomalia italiana. Voi avete rotto il contratto sociale; lo avete infranto portandoci all'anticamera del totalitarismo. Usate la menzogna statistica, le soluzioni poliziesche e reazionarie, e vi prefiggete, per bocca dei vostri Ministri, di infliggere un danno psichico, fisico, organizzativo ed economico ai cittadini, per costringerli a fare qualcosa che non vogliono fare. Con questo, noi di Alternativa non vogliamo dire che voi siete il partito del Terzo Reich: diciamo solo che siete il partito della terza dose; siete i piazzisti della Pfizer che nemmeno la Pfizer vorrebbe (troppo rozzi, quel che dite fate, il mondo lo ripudia).
Siete gli oltraggiatori di questo Parlamento con le vostre menzogne. Noi vi accusiamo, vi accusiamo di aver gestito male l'ordine pubblico e di aver limitato i diritti di chi legittimamente protesta nelle agorà di tutto il Paese. Dicevate di voler chiudere Forza Nuova, ma li tenete ancora buoni (non si sa mai); invece avete chiuso le piazze democratiche, in barba all'articolo 17 e all'articolo 21 della Costituzione. Quando in Aula, davanti a Draghi, abbiamo portato i dati scientifici che spiegavano che il green pass era senza senso, Draghi ci ha risposto mentendo. Il 20 ottobre si è inventato di sana pianta una statistica. Diceva che da quando è in vigore il green pass, nell'ultimo mese - testuali parole - i decessi sono crollati del 94 per cento, i ricoveri in terapia intensiva sono diminuiti del 95 per cento, le ospedalizzazioni del 92 per cento: dati falsi come una banconota da 17 euro! Il Premier, con questa sua raffica di balle, si è conquistato l'ovazione della sua maggioranza: centinaia di imitatori del Fantozzi più sottomesso encomiavano il direttore megagalattico che ce le cantava chiare a noi oppositori che non crediamo ai bugiardi e ci diceva anche di guardare a un presunto disastro del Regno Unito (guarda un po'). Da allora il numero dei positivi al virus in Italia è raddoppiato, mentre nel Regno Unito è diminuito del 35 per cento, segno che il generale autunno non si cura delle statistiche fasulle del “Draghistan”. La curva dei contagi non risponde al vostro stato di emergenza artificiale, né al green pass. Lo dice il Centers for disease control che c'è una sopravvalutazione dei dati epidemiologici, laddove chi è positivo al test non è automaticamente portatore di un virus infettante e scontiamo una misura tra il 50 e l'80 per cento di falsi positivi. Lo dice il Journal of Epidemiology che avere un'altissima percentuale di vaccinati non si lega alla diminuzione dei contagi. Lo dicono al National Institute of Health e in tutta la recente letteratura mondiale che la protezione del farmaco decade presto, che quindi i vaccinati contagiano e che, dunque, promettere l'immunità di gregge è stato ottuso e arrogante. Per voi è scienza esatta allungare e restringere i dati per opportunismo burocratico, imponendo l'arbitrio più sfacciato: 9 mesi di green pass che diventano 12 per chi, in realtà, ha una protezione in caduta libera; 12 mesi che ridiventano 9 per scommettere l'azzardo della terza dose; 6 mesi soltanto per chi ha l'immunità naturale, che durerebbe tanto, forse sempre. Allarga e stringi: i vostri decreti non sono scritti da costituzionalisti, ma da fisarmonicisti.
Il British Medical Journal - non i vostri giornalisti da riporto - sbuccia come una banana la fanfaluca della terza dose sulla pandemia dei non vaccinati, e voi che fate? Volete rendere ancora più dura la segregazione; volete vaccinare chi non rischia, anche i bambini, i tavoli e le sedie, inseguendo un obiettivo impossibile. Qualcuno, in un bar di Madrid, di Londra o di Miami, senza green pass sorseggia un caffè e legge le cronache del “Draghistan”, come se provenissero da una luna lontana dove si è persa la ragione. Diciamo “no” alle vostre estorsioni; serve un'alternativa alla vostra eversione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo, francamente non è facile intervenire dopo aver ascoltato una sequela di accuse volgari, coperte soltanto dall'immunità parlamentare, perché se le cose che ho sentito poc'anzi fossero state pronunciate da chiunque, sarebbero esposte a più di una querela per diffamazione. Credo che questo modo di contrastare l'epidemia, di contrastare il COVID-19, che è la questione che abbiamo davanti, sia un modo sbagliato, negativo, che va contro gli interessi generali e contro i cittadini italiani. Si definiscono menzogne le statistiche, si accusa di segregazione e si continua ad alimentare un odio nei confronti di chi sta cercando da mesi di contrastare il COVID-19, che non è una questione italiana. Inviterei ad alzare un po' lo sguardo, a vedere che cosa sta succedendo in tutto il mondo, in particolare in Europa e in quelle Nazioni che hanno seguito linee di condotta simili ai discorsi che ho sentito poc'anzi. Chi ha seguito quelle linee lì, cioè linee morbide - ci si può vaccinare o non vaccinare, senza green pass o con green pass, massima libertà, massimo rispetto -, oggi ha situazioni ai limiti del collasso dei propri sistemi sanitari.
PINO CABRAS (MISTO-A). In Spagna zero morti!
FEDERICO FORNARO (LEU). Stai zitto!
PRESIDENTE. Onorevole Cabras, lei è intervenuto.
FEDERICO FORNARO (LEU). Quando io ti ho ascoltato, hai detto una sequela di cose inaccettabili in questo Parlamento…
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, onorevole Fornaro, onorevole Fornaro…
FEDERICO FORNARO (LEU). …perché voi non avete ancora capito la differenza tra un bar - tra un bar! - e il Parlamento della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico e Italia Viva).
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro.
FEDERICO FORNARO (LEU). Quando lo imparerai, forse scemenze come quelle che hai detto non le ripeti!
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, lei si rivolga a me e faccia il suo intervento.
FEDERICO FORNARO (LEU). No, non è accettabile, Presidente. Non è accettabile ascoltare in quest'Aula una serie di menzogne e di accuse nei confronti di chi ci sta impegnando dal primo giorno contro la pandemia!
PRESIDENTE. Siamo d'accordo. Però, lei si rivolga a me…
FEDERICO FORNARO (LEU). Non è accettabile! Siamo in Parlamento e non siamo nel bar!
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, lei si rivolga a me…
FEDERICO FORNARO (LEU). Io l'ho fatta politica nei bar. Ci vuole molto più senso!
PRESIDENTE. …e per quanto riguarda l'onorevole Cabras, la prego di non intervenire più perché non le sarà più consentito di interrompere. Lei ha parlato, ha detto le sue tesi e, quindi, lei deve lasciare agli altri la democrazia che vuole per lei (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali). Quindi, la prossima volta che farà questa interruzione sgarbata, maleducata e irrazionale, ovviamente prenderò i provvedimenti che mi competono. Quindi, lei è avvisato.
Prego, onorevole Fornaro.
FEDERICO FORNARO (LEU). Cosa c'è? State alimentando l'odio, siete responsabili dell'odio che state creando in questo Paese. In un Paese normale, in un Paese normale, non c'è questa opposizione. State esercitando nel peggiore dei modi possibili un ruolo costituzionalmente corretto e democraticamente fondamentale come quello dell'opposizione; state buttando nel ventilatore qualsiasi cosa, alimentando una situazione difficile.
È ovvio che siamo tutti stanchi, ma chi è che non è stanco di confrontarsi con il COVID? Ma chi non vorrebbe poter dire liberi tutti? Chi è quel pazzo? È evidente che c'è una stanchezza di fondo, è evidente che ci troviamo di fronte a un nemico subdolo, piccolissimo, microscopico, che ha messo in difficoltà l'intera umanità, però la risposta da dare è l'esatto contrario. È una risposta di responsabilità e la migliore risposta a certi discorsi e a certe farneticazioni sono i 7 miliardi di vaccini nel mondo. Questa è la risposta vera, di chi crede nella scienza, di chi ha fiducia nelle istituzioni, di chi cerca di trovare le soluzioni per ritrovare la libertà.
La libertà passa attraverso la sconfitta della pandemia. Vi sono questioni vere, poste anche ieri, relative agli “eccessi” di fiducia - e visto che siamo in questa sede è corretto rispondere - e sono fondate. È evidente che ci troviamo in una situazione di monocameralismo di fatto che non può essere considerato fisiologico; siamo dentro una patologia e ammetto che facciamo fatica ad uscirne. Questo è un problema serio. Però, mi sia consentito dire con altrettanta schiettezza che, se c'è un provvedimento, sul quale in un Paese normale non ci sarebbe stato bisogno di porre la fiducia, era questo; in un altro Paese questo provvedimento sarebbe passato, in una settimana, al Senato e, in una settimana, alla Camera, con il voto unanime del Parlamento, di qualsiasi altro Parlamento. Credo che, da questo punto di vista, sia una situazione di allarme ed è assolutamente condivisibile. Le proteste, in democrazia, sono assolutamente necessarie e utili nella misura in cui rappresentano un momento di espressione, anche di dissenso; allo stesso modo, non possiamo non rilevare una situazione di pericolo di infiltrazioni e le cose che stanno emergendo da alcune inchieste sono molto preoccupanti. Noi abbiamo ribadito, ancora nella giornata di ieri, la necessità che il Governo affronti fino in fondo e segua le indicazioni del Parlamento che ha approvato a larga maggioranza la mozione per lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste. È evidente che c'è un tentativo organizzato, pianificato, finanziato, di infiltrazione della destra neofascista dentro le proteste, alterandole e strumentalizzandole. Quindi, un segnale va dato e, a nostro giudizio, deve essere un segnale forte.
C'è un richiamo che vorrei fare, infine, avviandomi alla conclusione: è quello, per noi fondamentale, di difesa, di tutela, di valorizzazione del Servizio sanitario nazionale. Quando leggo, quando ascolto, purtroppo, anche in quest'Aula le cose che ho sentito prima, ho avuto questa reazione, perché penso ai tanti medici, ai tanti infermieri, al personale sanitario che conosco: so cosa è stato per loro il dramma dei primi mesi del 2021. E sentire chi, oggi, di fatto nega, arriva fino a negare l'evidenza fa male. Fa male e in qualche modo è un insulto proprio a quei sacrifici, è un insulto a quel coraggio, a quella dedizione. Io credo che mai dobbiamo dimenticare dove siamo stati, come siamo riusciti a uscire dalla fase più critica, ma anche come sia facile, abbassando la guardia, ritornare in una situazione di criticità, come dimostrano diversi Paesi vicino a noi. Infatti, se c'è una lezione che il virus ci ha restituito, è che non vi sono confini, non vi sono muri: il virus li attraversa tranquillamente. Una delle preoccupazioni che ci sono oggi, una delle ragioni per cui il green pass risulta essere uno strumento utile - non perfetto, non esistono strumenti perfetti - è proprio quello che sta avvenendo al di là delle nostre Alpi: i numeri di molte Nazioni europee sono preoccupanti, perché l'andamento dei mesi scorsi, in questi due anni, ci dice che, in qualche modo, quando la pressione esterna è molto forte, poi, in un tempo medio-lungo, questa pressione si riverbera anche sul nostro Paese, indipendentemente dalle strategie di contenimento che si è riusciti a mettere in campo. E i numeri, purtroppo, di diversi Paesi vanno in questa direzione.
Quindi, per concludere, per quel che ci riguarda - e mi rivolgo al rappresentante del Governo - la linea per noi non è cambiata, è la stessa dal primo giorno in cui ci siamo trovati di fronte a questa situazione straordinaria, una assoluta situazione che non avevamo mai vissuto prima: per noi è sempre stato chiaro che occorresse, per il Governo, tenere la barra dritta, la barra dritta della precauzione, del principio di precauzione, della prudenza, seguire e ascoltare la scienza, la scienza quella vera, la scienza che ci dice che i vaccini in questo momento sono l'unico strumento che può contenere la diffusione del virus. Quindi, infine, il ringraziamento è a quel quasi 87 per cento di italiani sopra i 12 anni che hanno avuto fiducia non in questo Governo, ma nella scienza e si sono vaccinati. E se abbiamo i numeri che abbiamo - in questo momento in crescita, ma comunque, in questa fase, gestibili ancora in maniera ordinaria dal Servizio sanitario nazionale - lo dobbiamo innanzitutto a loro, lo dobbiamo ai medici, agli infermieri, al personale, ai volontari, a chi si è impegnato nella campagna vaccinale e a chi non ha ascoltato le farneticazioni che, anche in quest'Aula, siamo stati costretti a sentire (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico e Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente. Un voto di fiducia questo, con riferimento al quale noi di Coraggio Italia siamo veramente a favore del Governo, del Presidente Draghi che ha saputo portare avanti, in maniera consapevole, ma anche molto equilibrata, la gestione di un problema, di una pandemia che riguarda tutto il mondo: l'Italia inizialmente voleva dare quasi un esempio a tutta l'Europa, ove tante realtà non hanno creduto e non hanno voluto pensare che questo virus potesse esistere.
Noi, come gruppo, abbiamo sempre confermato di seguire la scienza, le realtà conosciute: la scienza va per step, per momenti in cui si viene a conoscenza di determinate realtà e poi, piano piano, ci si adegua alle realtà momentanee. Noi siamo stati sempre a favore di mascherina, distanziamento, precauzioni, green pass. Siamo stati il primo gruppo ad affermare, in Parlamento, l'obbligatorietà del green pass, così come continuiamo a dire di rispettare le regole, perché la pandemia non è finita (anche ieri ci sono stati più di 70 morti in Italia); per fortuna, non parliamo dei numeri dello scorso anno - è evidente a tutti - ma comunque parliamo di una sanità che comincia ad essere veramente stravolta rispetto all'efficientismo conosciuto in Italia. Oggi troppe persone con altre patologie, soprattutto con malattie acute, come quelle cardiovascolari ed altro, sono impossibilitate ad essere operate o ad essere curate nella nostra sanità italiana, con eccellenze mondiali. Troppe figure professionali, come medici e infermieri, sono stremate da un atteggiamento, a volte molto confuso, di qualcuno che - non so se lo faccia per motivi ideologici o politici e quindi sarebbe molto grave - non è concorde con le evidenze scientifiche. Oggi c'è bisogno di vaccinazioni, c'è bisogno di completare il ciclo, c'è bisogno della terza dose. Noi siamo a favore di un green pass rafforzato, perché un conto è avere un green pass da vaccinato, un conto è avere un green pass da tamponato: sono due realtà completamente diverse. Io sono stata l'unica in Commissione ad aver votato “no” alla durata del tampone di 72 ore, perché credo che già 48 siano insufficienti. Capisco che alcune persone non siano favorevoli al riguardo poiché considerano difficoltosa la realizzazione di queste procedure, ma qui stiamo parlando di salute, di salute pubblica, di un virus che non viene eradicato. Il Presidente Draghi sta procedendo nell'ottica di una valutazione, di una transizione ecologica molto importante, perché dovremo andare a capire quali sono i co-fattori che favoriscono la crescita o, comunque, il mantenimento in vita di un virus che ritroviamo anche in determinate situazioni, ad esempio nell'acqua: vi sono frazioni di questo virus che si ritrovano nell'acqua, con un ciclo enterofecale ben preciso, che bisognerà studiare.
Quindi, manteniamo ferma l'assoluta benevolenza verso il Presidente Draghi, che sta andando avanti davvero con grande difficoltà. Siamo a favore di un green pass rafforzato e siamo a favore di valutazioni scientifiche ben precise, con differenze tra determinati tipi di tamponi, antigenici e molecolari. Facciamo tutto quello che la scienza ci richiede e portiamo, quindi, il messaggio che l'Italia ha saputo affrontare e continua ad affrontare la pandemia. Ma, come si dice, chi si loda si imbroda, e quindi, vorrei che tenessimo sempre alta la guardia nei confronti di un virus di cui sappiamo davvero ancora ben poco per poterlo definitivamente debellare.
C'è chi parla di immunità di gregge, c'è chi parla di queste cose: chi fa parte della comunità scientifica sa bene che queste parole - immunità di gregge - non hanno senso in questo momento, perché i morti sono stati tanti, continuano a esserci, i malati ci sono; incominciamo a parlare di bambini e di ragazzi, e non sappiamo ancora quali saranno le valutazioni del post-COVID in termini patologici su queste persone.
Quindi, chi dice “no” al green pass comunque dice “no” alla scienza e se ne assume tutte le responsabilità. Spero che tutto il Parlamento, una volta per tutte, dica “sì” alla scienza. Soprattutto, si parla tanto di questa scienza, di questi scienziati che parlano troppo, ma è meglio ascoltare uno scienziato, che magari cerca di dare un indirizzo politico, o un politico che cerca di dare un indirizzo scientifico? Io credo che, di fronte alle malattie, ci si debba affidare davvero alla scienza e a queste persone in tutti i modi. Magari le pandemie si potessero bloccare in un attimo! Sappiamo cosa sono state storicamente pandemie importanti e che cosa hanno comportato nel mondo. Noi, con questo green pass, oggi possiamo dire che comunque abbiamo dato una grande forza al fatto di dire: portiamo avanti la scienza; se non ti affidi alla scienza, trova un altro sistema per poter continuare a svolgere le tue attività quotidiane.
Quindi, siamo a favore di questo provvedimento e sempre con il Presidente del Consiglio Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.
CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Nell'esprimere già preliminarmente il nostro voto favorevole alla fiducia, io credo che dobbiamo cogliere fino in fondo questa occasione del confronto parlamentare. Commetteremmo un errore storico, se sottovalutassimo il dibattito che c'è in quest'Aula e i toni che abbiamo sentito nel Paese, tra favorevoli e contrari; o, meglio, se non ci ponessimo la domanda - questo è il punto - del perché, nonostante tutti i nostri morti, nonostante la malattia, nonostante le sofferenze, ci siano cittadini in buona fede ed invasati in cattiva fede che arrivano perfino a paragonare il nostro tempo con la più grande tragedia della storia dell'umanità, che è la Shoah. È accaduto anche questo ed è accaduto che i nostri scienziati siano sotto scorta per minacce di morte.
Ma dove nasce questo odio? È esploso oggi? I cittadini di colpo si sono trovati ad essere no-vax, ad aderire a una non dottrina, non scientifica? Che cosa è accaduto in questo Paese per arrivare a questo punto e anche agli interventi che abbiamo sentito in Aula? Allora, siccome vanno di moda le domande pubbliche e ne sono state poste addirittura tredici, io, Presidente, voglio porre solo dieci domande pubbliche, e le voglio proporre in quest'Aula, dandomi anche qualche risposta. Ci proverò, insieme a voi.
La prima. Secondo voi, chi ha detto: l'unico Paese al mondo dove ci sono dieci vaccini obbligatori, ti obbligano a curarti, prendi un bambino sano, gli inoculi un “virusino” piccolo, in modo che l'abitui un po', che rimane lì, che circola; oltre al “virusino” c'è anche un po' di mercurio, che ti abbassa le difese immunitarie; laddove hanno fatto le vaccinazioni, le malattie sono scomparse; laddove non hanno fatto le vaccinazioni, le malattie sono scomparse lo stesso. Chi l'ha detto, Presidente? Lo ha detto Beppe Grillo, nel 1998 (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
Seconda domanda: chi ha detto, secondo voi, che c'è una sentenza, che sostiene che il vaccino può creare autismo, attenzione! E ancora: la gente non si fa più i vaccini perché molte case farmaceutiche e molte decisioni prese dal Ministro della Salute hanno portato ad una profonda sfiducia dei cittadini da parte delle istituzioni. Chi ha detto questa frase, Presidente? L'ha detta la senatrice Paola Taverna, nel 2015 (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
Chi ha scritto su un blog che a un sistema di vaccinazione di massa, che poteva andare bene nei primi anni del Novecento, va sostituito un sistema di vaccinazione specifico, basato su una valutazione del rapporto rischio-benefici da parte del medico? Sembrano i no-vax di oggi e, invece, lo troviamo ancora scritto sul sito del MoVimento 5 Stelle!
Quarta domanda, chi ha scritto: un bambino su 150 soffre di autismo; venti anni fa, solo 1 su 2000 soffriva di autismo; gli scienziati attribuiscono tale crescita tra l'altro - udite, udite - all'inquinamento di vaccini e di farmaci. Secondo voi, chi l'ha scritto e dove lo troviamo scritto? Sempre sul sito dei 5 Stelle.
Quinta domanda: secondo voi, chi ha presentato nel 2014, alla Camera dei deputati, un disegno di legge recante norme sull'informazione e sull'eventuale diniego dell'uso dei vaccini per il personale della pubblica amministrazione? Chi l'ha presentato, Presidente? Le do un consiglio: i 5 Stelle.
Chi ha presentato, nel 2015, una proposta di legge regionale, in regione Lombardia, per abolire le vaccinazioni obbligatorie? I 5 Stelle.
Chi, sempre nel 2015 - siamo alla settima domanda - in regione Puglia, aveva affermato: “i vaccini? Meglio curarsi con le noci”! Questa frase venne affermata dai medici delle associazioni no-vax, invitati dai grillini in regione Puglia per contrastare un'iniziativa legislativa del governo regionale, che prevedeva l'obbligo delle vaccinazioni fino a 17 anni.
Chi esultava - siamo all'ottava, Presidente – rispetto a un precedente giurisprudenziale, avendo da avvocato vinto una causa in cui il giudice nella sua sentenza non negava la correlazione tra autismo e vaccini? E si parlava di un grande fatto giurisprudenziale, da acquisire come precedente storico! L'avvocato che esultava per questa grande sentenza era l'ex Ministro Alfonso Bonafede, nel 2010.
E, per non farci mancare niente - nona domanda - chi ha detto che dieci vaccini sono troppi? Sulla base di che non lo so: sono troppi, punto. È stato Matteo Salvini, pochi anni fa.
E chi ha invitato i turisti del mondo a venire in Italia, a 15 giorni esatti dal picco più alto dei contagiati e, purtroppo, anche dei primi decessi? L'onorevole Meloni, davanti al Colosseo.
Perché ho ripercorso queste dieci domande, che non hanno, purtroppo, nulla di ironico, ma tutto di realtà? Perché tento di rispondere anche all'indignazione dell'onorevole Fornaro, che prima di me ha richiamato tutti dicendo che non siamo al bar, che le frasi e le parole contano, perché conteranno gli effetti.
Se oggi in Italia c'è uno scontro, fino anche ad arrivare a uno scontro fisico, all'occupazione delle sedi, all'infiltrazione di forze di destra, è perché è stato iniettato nel tempo, purtroppo, non il vaccino, ma l'idiozia dei no-vax (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), che sono arrivati anche in Parlamento. Durante le elezioni tutti lisciavano loro il pelo – noi no, ma c'era una parte che lo faceva - per poter prendere questi voti di invasati. Poi arrivano veramente le pandemie e, quando arrivano le pandemie, purtroppo, nel momento in cui tu hai inoculato la follia, succede quello che è successo nel nostro Paese.
Secondo voi, è normale che degli scienziati siano sotto scorta per le minacce di morte? Secondo voi, è normale che ci si paragoni e, addirittura, ci si vesta con gli indumenti della tragedia della Shoah? Secondo voi, è normale che si ritenga che il green pass, che è esattamente la soluzione per renderci liberi, venga descritto addirittura come una tessera fascista o nazista in quel periodo? Ebbene, ci sono precise responsabilità politiche attuali e precise responsabilità politiche di ieri, ma non di 50 anni fa.
Tutto questo che vi ho raccontato parte più o meno dal 2015, si sviluppa nel dibattito pubblico e viene moltiplicato, ventilato attraverso la rete, di questo si tratta. Spero che, oltre a me, a queste domande provino a rispondere i responsabili morali che hanno diffuso queste parole nel tempo e che sono arrivati a tanti, purtroppo, cittadini, ho detto in premessa anche in buona fede, che però vengono convocati dalla paura, e poi ci sono coloro che invece in cattiva fede organizzano il dissenso nelle forme più disparate e disperate. Questo è il frangente della storia che vive l'Italia e, come in altri frangenti, l'Italia si è divisa in maniera assolutamente maggioritaria, perché qui stiamo quasi parlando di una dittatura delle parole della minoranza degli italiani rispetto alla maggioranza degli italiani che ha scelto la scienza, si è fidata dello Stato e si è fatta la prima, la seconda e oggi sta facendo la terza dose del vaccino.
Ma se fosse stato per loro, per questi “chiacchieroni” dalle parole in libertà, per questi irresponsabili delle parole che poi producono effetti anche sulla vita e sulla morte delle persone, se fosse per il dibattito anche sviluppatosi in quest'Aula, dove il green pass viene considerato una negazione della libertà, se fosse stato per questi cattivi maestri oggi l'Italia non sarebbe uscita o non sarebbe uscita in queste condizioni dal guado che ci ha visto costretti a piangere troppi nostri concittadini, a bloccare l'economia, a non vedere speranze. Invece, noi oggi siamo il Paese che riesce ad andare avanti grazie a chi ha esercitato responsabilità. E lo dico sempre, Presidente, in conclusione: i veri patrioti sono quelli che nel Paese si assumono un pezzo di carico della responsabilità; coloro che amano la patria sono i patrioti. Vengo dall'Abruzzo, noi chiamiamo patrioti, i patrioti della libertà, quelli della Brigata Maiella, che hanno liberato l'Abruzzo e l'Italia fino a Bologna dal nazifascismo. Quelli sono i patrioti! Nei patrioti che, invece, inneggiano allo sfascio del Paese, lucrando sulle paure di tanti italiani, credo che di patriottismo ci sia veramente poco. L'ho detto all'inizio e lo ribadisco adesso: mai così convinto il voto di fiducia sull'obbligo del green pass perché le democrazie liberali - Presidente, concludo -, e noi ci riteniamo liberali, si fondano su un equilibrio di diritti e di libertà. La libertà è tale fino a quando non incide, non intacca la libertà degli altri: è la Costituzione. Noi siamo per la Costituzione più bella del mondo, altri l'hanno difesa strumentalmente. Nella Costituzione c'è scritto esattamente questo, Presidente. Siamo per la Costituzione, siamo per la scienza, siamo per la vita, siamo contro le barbarie di anni di disinformazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, sottosegretario, il collega D'Alessandro ha fatto tante domande e io esordisco - quando hanno finito i selfie continuo - con un'altra domanda…
PRESIDENTE. Come sapete, in Aula non si possono fare foto. Non è una regola nuova, quindi mi raccomando (Commenti dei deputati del gruppo Italia Viva). È sempre indisciplinato, ho capito, è colpa sua! Prego, onorevole Frassinetti.
PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, stavo dicendo che il collega D'Alessandro ha fatto tante domande. Volevo iniziare il mio intervento con una semplice domanda: come mai la ventiseiesima fiducia? Come mai anche oggi il Parlamento non può, relativamente a una questione così importante, discutere? Siamo in presenza di una vera e propria violazione delle regole democratiche. Ci chiediamo ancora una volta come una maggioranza come la vostra, il Governo dei migliori, una maggioranza pressoché bulgara, abbia il timore di portare avanti un dibattito nel Parlamento relativamente a una questione che interessa milioni di cittadini. Ancora un'altra fiducia, ancora un'altra fiducia che è ancor più grave per il fatto che anche al Senato ci sia stato lo stesso iter, quindi una fiducia sullo stesso provvedimento anche al Senato. Abbiamo pertanto una situazione che impedisce all'opposizione di poter discutere gli emendamenti atti a migliorare e a modificare questo testo. Questa decretazione d'urgenza, insieme alla fiducia, crea veramente un'anomalia. Si parlava di amare tanto la Costituzione con le parole, ma nei fatti il Parlamento è veramente leso, danneggiato nella sua nobiltà d'azione da queste continue fiducie. Avremo sicuramente ordini del giorno, il più delle volte riformulati, che saranno l'unico momento in cui poter - e mi rivolgo al sottosegretario - portare avanti le nostre istanze su questo provvedimento. Forse mi viene da pensare, Fratelli d'Italia ritiene che queste continue posizioni di fiducia vogliano dimostrare tensioni nella maggioranza che non riescono a essere risolte e ci viene in mente quello che la nostra presidente Meloni dichiarava al momento della formazione di questo Governo, cioè che sarebbe stata necessaria una maggioranza coesa proprio per poter affrontare questi passaggi fondamentali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ora possiamo dire che avevamo ragione, ma è ben poca cosa, una magra consolazione, quando a pagare sono soprattutto gli italiani, come in questo momento. Direi che la nostra preoccupazione era proprio fondata e trova un riscontro concreto in quello che sta accadendo. Nel merito di questo provvedimento c'è una premessa fondamentale, visto che si parlava di patriottismo e si parlava di Costituzione, che sicuramente già ci dà l'opportunità di esplicitare il nostro voto contrario su questa ennesima fiducia. Si tratta della lesione dei diritti dei lavoratori. Si parla di Costituzione, ma la nostra Costituzione è fondata sul lavoro, come hanno già evidenziato bene i miei colleghi nella discussione generale e nella discussione sulla questione pregiudiziale da noi presentata. Qui c'è una lesione dei diritti dei lavoratori perché abbiamo delle discriminazioni dovute a questo green pass. Come già detto dalla mia collega Montaruli, non si può subordinare il diritto al lavoro alla lettura di un codice a barre, purtroppo è quello che avviene. Mi riferisco alle discriminazioni relative a chi è costretto ad effettuare con una cadenza temporale veramente minima il tampone; purtroppo a essere colpite sono le categorie con un reddito più basso, che devono sostenere dei costi mensili che gravano pesantemente sul loro reddito. Noi siamo solidali con questi lavoratori e crediamo che questo sia il tema da portare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In un provvedimento così importante è inutile parlare di tutto, è inutile andare a cercare dichiarazioni di dieci anni fa. Dobbiamo stare su quella che è l'attualità del provvedimento, l'estensione al mondo del lavoro di questo green pass, e, quindi, la penalizzazione dei lavoratori. Abbiamo un diritto al lavoro sacrosanto, ed è stato ed è pesantemente compromesso. Ritengo che contestare queste ingiustizie - e lo ribadisco anche se non dovrebbe essercene bisogno - non significa essere contro i vaccini. Troppo facile strumentalizzare delle giuste battaglie di solidarietà che Fratelli d'Italia fa soprattutto a favore dei lavoratori con l'etichetta di no-vax, che è assolutamente infondata. Pongo poi alcune domande che si rendono necessarie. Come mai noi riscontriamo un clima simile a quello di un anno fa, soprattutto se, come tutti dicono, questo strumento del green pass è davvero così risolutorio? Andando a guardare le pagine dei giornali di un anno fa, sono esattamente simili a quelle di oggi: cosa succederà a Natale, mettiamo in sicurezza il nostro Natale. Mi chiedo, e vorrei delle risposte, che purtroppo non arriveranno, come mai le lancette del tempo sembrano essersi fermate, nonostante questo strumento dovrebbe essere risolutorio di tutte le questioni? Inoltre abbiamo anche altre situazioni contraddittorie. Come mai sui mezzi pubblici, dove l'assembramento è sicuramente il più estremo di tutti, dove le persone sono ammassate, soprattutto alla mattina, lì il green pass non è necessario?
Qualcuno può rispondere a una domanda che facciamo da tempo, che la nostra presidente fa da tempo, su come non si sia mai messa mano all'aumento delle corse dei mezzi pubblici, soprattutto nelle ore in cui gli studenti e i lavoratori si recano nei loro posti di lavoro? Questa, sicuramente, è un'altra criticità che Fratelli d'Italia porta all'attenzione di quest'Aula. Poi, ancora, se la pandemia è risolta, se con questo strumento abbiamo davvero risolto le questioni, come mai si intende prorogare ancora lo stato di emergenza? Vogliamo delle risposte a queste domande, che sono domande di buonsenso ma che rimangono nell'aria, senza dare l'opportunità all'opposizione e a tanti cittadini italiani, a milioni di cittadini italiani, di capire quello che sta accadendo.
Ci rimane, poi, la preoccupazione - e mi avvio alla conclusione - che non accada, come in passato, che le responsabilità vengano date agli italiani. Ricorderete, lo scorso anno, che la responsabilità era dei commercianti, dei ristoratori, cioè era sempre di qualcun altro, mentre invece le responsabilità di quello che accade e che è accaduto sono sempre e solo in capo al Governo. Penso ai disagi relativi a fatti concreti, come mascherine scadenti, come banchi a rotelle inutilizzati ma salatamente pagati, che non sono certo questioni gravi da attribuire ai cittadini.
Per tutti questi motivi, sia relativamente alle posizioni di fiducia che ledono la nostra democrazia, sia al merito di un provvedimento lesivo soprattutto dei diritti dei lavoratori, Fratelli d'Italia dichiara il proprio voto contrario a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Savino. Ne ha facoltà.
SANDRA SAVINO (FI). Presidente, Governo, colleghi, il decreto-legge che stiamo per approvare rappresenta un ulteriore e importante tassello normativo finalizzato a tenere sotto controllo l'andamento di questa terribile pandemia attraverso l'obbligo di possesso di green pass nei luoghi di lavoro. Diversamente da quanto sostengono alcuni, il certificato verde non è e non ha mai voluto essere una misura liberticida e, tanto meno, uno strumento di controllo sociale, voluto da Draghi per chissà quali finalità autoritarie. Al contrario, il rafforzamento e l'estensione dell'obbligo di green pass a tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che di quello privato, ha voluto essere una decisione, certamente, sofferta e difficile, ma che va nella direzione esattamente opposta. La direzione è quella di aver voluto mettere in sicurezza il più possibile la salute di tutti noi dalla diffusione del virus e, parallelamente, evitare il rischio che le nostre imprese e il mondo produttivo possano subire ancora una volta un nuovo arresto - questo sì devastante - in conseguenza di un'eventuale ripresa insostenibile dei contagi. Questo non ce lo possiamo più permettere. Peraltro, queste considerazioni - lo dico francamente - pensavo fossero ormai diventate patrimonio condiviso, dopo che abbiamo avuto oltre 130 mila morti e abbiamo assistito in questo anno e mezzo a un'economia messa in ginocchio e alla chiusura diventata, anche troppo spesso, definitiva di centinaia di migliaia di attività commerciali e produttive. L'essere riusciti a tenere sotto controllo la diffusione del virus ha consentito al nostro Paese, fin dall'aprile scorso, di riaprire molte attività commerciali e industriali, e di rimettere finalmente in moto la nostra economia. Gli ultimi dati ci dicono che la crescita del nostro prodotto interno lordo dovrebbe raggiungere il 6,2 per cento nel 2021, per poi proseguire al 4,3 per cento nel 2022. Rispetto alle previsioni dello scorso 7 luglio, si registra, pertanto, un miglioramento delle prospettive sull'economia italiana e, grazie a questa crescita, dovrebbe calare anche il nostro debito pubblico. Questo Governo ha puntato tutto sui due principali strumenti che abbiamo a disposizione per sconfiggere la diffusione dei contagi: le vaccinazioni e l'utilizzo delle certificazioni verdi, che altro non sono che un mezzo per spingere le persone a vaccinarsi. Dopo il Portogallo, siamo il Paese in Europa con la più alta percentuale di soggetti vaccinati. La vaccinazione e l'obbligo delle certificazioni verdi hanno, quindi, consentito a tutti noi di riappropriarci di quegli spazi di libertà che il lockdown ci aveva negato. Questa è la linea scelta da tempo dal Governo e molti altri Paesi si stanno rendendo conto della correttezza delle misure messe in campo nel nostro Paese e le stanno imitando. Purtroppo, i segnali e i dati epidemiologici in questi giorni ci dicono che siamo in presenza di una quarta ondata di contagi. Fortunatamente, però, l'Italia sta limitando la crescita dei contagi proprio grazie all'elevato numero di vaccinati nella popolazione e grazie alle misure di controllo del virus, come è certamente il green pass. Di fronte al crescere a livello europeo dei numeri dei contagi, diversi Paesi cominciano a guardare all'Italia come esempio da seguire; se così è, allora, significa che i sacrifici che abbiamo fatto non sono stati inutili e che le decisioni di controllo della sanità pubblica si stanno rivelando corrette.
Se guardiamo fuori dai nostri confini nazionali i dati cominciano a tornare preoccupanti. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, l'Europa è di nuovo in testa nel mondo per percentuali di nuovi casi e decessi dovuti al COVID-19. Il numero di nuovi casi in Europa è aumentato del 7 per cento la scorsa settimana, mentre il numero dei morti è salito al 10 per cento. La Germania ha registrato 50 mila casi di positività in ventiquattro ore, con oltre 230 morti e il Ministro della Salute tedesco ha annunciato che verrà introdotta la regola del “2G plus” per gli eventi pubblici: l'accesso a tali eventi sarà cioè consentito solo se vaccinati o guariti e, comunque, presentando un test negativo. In Austria, il Cancelliere ha ufficializzato il lockdown per i non vaccinati. I numeri sono preoccupanti anche in Francia, dove il tasso di incidenza dei casi di COVID è aumentato del 44 per cento nella prima settimana di novembre; il Governo in Olanda ha deciso di introdurre nuove restrizioni, con i negozi non essenziali che dovranno anticipare l'orario di chiusura alle sette di sera. È un dato di fatto che, attualmente, Romania e Bulgaria stiano registrando i tassi di mortalità giornaliera più alti dell'Unione europea, a causa della scarsa adesione alla campagna vaccinale. In Bulgaria ha completato il ciclo di immunizzazione solamente il 23 per cento della popolazione e in Romania il 34 per cento; la diretta conseguenza di tutto ciò è che il sistema sanitario di quei Paesi è a un passo dal collasso.
In Italia il numero dei contagiati è un decimo rispetto a quello di un anno fa e questo significa che senza somministrazione anti-COVID si contagia quasi il triplo e che grazie ai vaccini i decessi, tra gli ammalati COVID, sono solo un terzo di quelli che si registravano a novembre dell'anno scorso. Questi sono i dati con i quali bisogna fare i conti; fuori da questo contesto entriamo nel campo della irrazionalità.
I dati positivi di questi ultimi mesi in Italia e la capacità di controllare i contagi e le ospedalizzazioni non sono però il frutto della fortuna, ma sono conseguenza del senso di responsabilità e dell'azione di Governo, che è riuscito, finora, a fare giusta sintesi tra le scelte politiche, le evidenze scientifiche e la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti. Il nostro elevato tasso di vaccinazione, unito all'obbligo del green pass nei luoghi di lavoro previsto da questo decreto-legge, sta consentendo, infatti, di affrontare al meglio questa nuova crescita di contagi che si sta abbattendo sull'Europa. Certo, ancora molto c'è da fare.
Preoccupano ancora in Italia i quasi 2,7 milioni di persone con più di cinquant'anni che ancora non si sono vaccinati e che rappresentano la fascia a maggior rischio di malattia e di ricovero in ospedale; peraltro, temo che di coloro che ancora non si sono voluti vaccinare solo una minima percentuale cambierà idea e si deciderà a farlo.
A questo punto, per contrastare la quarta ondata diventa fondamentale accelerare con le terze dosi e confermare, per ora, lo strumento del green pass come condizione necessaria per accedere ai luoghi di lavoro e partecipare alla vita sociale. Intanto, dal 1° dicembre, nel nostro Paese saranno chiamate alla dose aggiuntiva anche le fasce generazionali di chi ha tra 40 e 60 anni; questo contribuirà ad aumentare quella copertura vaccinale che serve a proteggere il nostro Paese. L'azione e le misure intraprese in questi mesi dal Governo - non ultimo il decreto-legge che stiamo per approvare - stanno ancora una volta dimostrando tutta la loro efficacia nell'essere riusciti a tenere sotto controllo, più e meglio degli altri Paesi europei, la diffusione del virus e i contagi tra i cittadini. Per tutti questi motivi, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lepri. Ne ha facoltà.
STEFANO LEPRI (PD). Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge che ci accingiamo a convertire proroga, estende, le misure che sono state già approvate in precedenti decreti fino a fine anno, per assicurare lo svolgimento del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione del cosiddetto green pass.
I principi sono noti e non li ricordo. Sottolineo solo alcuni elementi che in questo decreto sono contenuti: anzitutto, il principio della semplicità. Le verifiche si possono fare facilmente, l'applicazione, come è noto, è di facilissimo utilizzo; ciascun datore di lavoro non avrà difficoltà, quindi, a controllare il possesso del green pass e la certificazione verde si potrà anche consegnare ai datori di lavoro e ciò consentirà di non presentare più la stessa dichiarazione, valendo per tutto il periodo, senza ulteriori controlli.
Seconda caratteristica: la volontà inclusiva. I test antigenici rapidi si possono fare nelle farmacie a prezzo calmierato e gratis per chi, per ragioni di salute, non può vaccinarsi.
Terza caratteristica, forse non troppo nota, ma importante: è previsto un favor, un sostegno per chi intende svolgere campagne di sensibilizzazione alla vaccinazione nei luoghi di lavoro, sia per i datori di lavoro pubblici che privati.
Il commento a questo decreto ci pare altrettanto semplice: l'Italia sta meglio degli altri Paesi - ce lo dicono tutti i dati -, l'economia è in piena ripresa, ogni attività è ripartita, è riaperta, seppur condizionata, come sappiamo, alla presentazione del certificato verde, al distanziamento, all'uso delle mascherine e all'igiene personale. Eppure, c'è ancora in questo Parlamento - lo abbiamo sentito anche oggi - chi si ostina a negare l'utilità della certificazione verde e ha presentato emendamenti in Commissione per la sua soppressione. Penso a Fratelli d'Italia. Cari colleghi, non sarete, forse, no-vax - avete dovuto precisarlo -, ma siete - lo avete dichiarato - no-green pass e per noi, è molto semplice, questo è solo il frutto di un cinico e modesto calcolo politico: lisciare il pelo ai no-vax per ottenere il loro consenso. Non troviamo altra vera argomentazione, se non questa. Chiedetelo ai ristoratori se sono contenti o no del green pass, che consente di aprire le sale all'interno, senza preoccupazione per i loro clienti; chiedetelo ai viaggiatori dei Frecciarossa, dei treni ad Alta velocità, degli aerei, che, finalmente, possono guardare senza troppo timore il vicino che sta seduto a loro fianco; chiedetelo ai lavoratori, magari, dei call center, che hanno colleghi accanto a loro, che devono parlare 8 ore di fila e che non possono farlo con la mascherina, se sono più contenti o meno di sapere che il loro collega ha il green pass e ha fatto le vaccinazioni o, comunque, ha fatto i test antigenici recenti. Perché la verità è una sola e ce lo confermano gli altri Paesi che vogliono fare come noi: il combinato disposto di vaccini e green pass sta tenendo sotto controllo la pandemia e ci consentirà di gestire - speriamo questa volta senza troppi morti, feriti e malati, soprattutto - la quarta ondata pandemica. Perché la verità è una sola: oggi la gran parte di chi si ammala e muore è fatta di persone non vaccinate e il green pass serve anche a questo, certo, a proteggere i vaccinati, ma anche a proteggere chi non lo vuole il vaccino.
Il green pass, insomma, nella sua banale semplicità, permette di tenere insieme il principio di non obbligatorietà dei trattamenti sanitari con la sacrosanta tutela della salute pubblica, rivelandosi così un potente, quanto rispettoso incentivo vaccinarsi, e sottolineo “incentivo”, non “obbligo”. La posizione no-green pass è tanto più assurda perché la pandemia sta tornando forte, al punto che non pochi, anche tra chi lisciava il pelo ai no-vax, ora prefigura eventuali lockdown, ma solo per i no-vax, a conferma, appunto, della necessità, almeno, della certificazione verde ovunque.
Così, tra posizioni politiche oscillanti e mutevoli, il Partito Democratico si è sempre, invece, distinto per coerenza e chiarezza di linea: noi ci fidiamo della scienza, noi spingiamo per le vaccinazioni, noi apprezziamo il green pass e noi sosteniamo convintamente il nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), preso ad esempio da tutto il mondo. Per queste ragioni, il PD voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sutto. Ne ha facoltà.
MAURO SUTTO (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, colleghe, rappresentanti del Governo, la Lega era già favorevole al “decreto Green pass” dallo scorso provvedimento, se inteso come strumento per garantire le aperture e per ridurre indirettamente la diffusione del contagio tramite il controllo. Abbiamo ascoltato il territorio, i governatori, che sono sempre in prima linea, e fatto una sintesi. Ricordo a tutti che siamo ancora in stato di emergenza sanitaria. Nessuno di noi ha il piacere di tormentare i cittadini con cattiverie o seguendo teorie complottiste: un anno fa eravamo chiusi in casa: basta lavoro, basta attività sportive, basta scuola, basta socialità. Credo che nessuno voglia ritornare al passato. Siamo favorevoli all'uso, in questo caso, anche per alcune attività svolte all'interno, però ricordiamo che questo provvedimento accolla un onere economico, una spesa ai cittadini che vogliono esercitare il diritto al lavoro e non per aver trasgredito una norma o un obbligo.
Chiedo, poi, senza polemica, Presidente: se possiamo stare al ristorante all'aperto senza mascherina e senza green pass, per quale motivo viene richiesto un green pass per chi lavora in solitaria? Qual è il rischio della diffusione del contagio? Nessuno. Stesso discorso vale per i giovani e per lo sport all'aperto e senza contatto. Personalmente, ho visto alcuni protocolli sportivi molto rigidi: non voglio puntare il dito sulla rigidità dei protocolli, però, purtroppo, il risultato finale è stato che molti giovani hanno abbandonato completamente lo sport e hanno abbandonato l'allenamento. Noi abbiamo chiesto in passato grossi sforzi, soprattutto, ai nostri giovani e non possiamo perseverare per questa strada.
Come Lega non condividiamo, però, un uso forzato del green pass come strumento per indurre forzatamente alla vaccinazione, introducendo un obbligo sostanzialmente mascherato. Non è questo il motivo per cui è nato. Non c'è bisogno di imporre qualcosa: l'85 per cento delle persone è vaccinato, con la seconda dose; per la restante quota, abbastanza fisiologica, la scelta di non farlo può risiedere nella paura, nella non conoscenza dei vaccini. È giusto ribadirlo, noi, come Lega, siamo sempre per la libertà vaccinale e mai per l'obbligo. Personalmente, Presidente, sono vaccinato da mesi, ma, per chi non lo è, dobbiamo capire il motivo per cui non è stato fatto il vaccino: non è certo mostrando la forza che si ottengono gli effetti desiderati. Guardo a casa mia, alla provincia di Trento: qui i vaccini e i ricoveri sono calati del 90 per cento; 12 mesi fa, avevamo 368 posti occupati in ospedale e, oggi, siamo a 30. A livello italiano, un anno fa, avevamo oltre 40 mila contagi, oggi siamo a circa 5.100, quindi, la scienza - è chiaro - ci sta aiutando.
Il vaccino, lo sappiamo, serve per lenire i sintomi in caso di contagio, a non finire in terapia intensiva e, soprattutto, a non bloccare gli ospedali a scapito di altre patologie. Occorre mantenere alta la guardia e rispettare le precauzioni, come abbiamo fatto fino ad oggi, con la grande differenza, però, che le attività sono aperte: bar, ristoranti, palestre, attività sportive, piscine. Rendetevi conto, però, che, forzando la mano, non aumenteranno i vaccinati, ma si otterrà l'effetto contrario. Bisogna tutti quanti abbassare i toni, discutere, informare, spiegare, essere il più possibile trasparenti con i dati, proprio perché costrizioni e obblighi rischiano di rafforzare i dubbi. Siamo, purtroppo, arrivati anche agli insulti tra i cittadini, tra i vaccinati e non, ad estremizzare le posizioni, che sono entrambe di libertà. Il Governo, poi, non deve sottovalutare le tensioni sociali che stanno prendendo piede.
In Commissione abbiamo sempre lavorato seriamente, affrontando tutti i provvedimenti relativi alla pandemia con lo scopo di migliorarli, perché nessun decreto-legge nasce perfetto e i commissari in Commissione hanno l'obbligo di portare le istanze che ritengono opportune e la Commissione e l'Aula servono proprio a rendere migliori i provvedimenti. Gli emendamenti presentati non hanno alcun scopo ostruzionistico, ma servono a migliorare e semplificare i testi, al cui interno, a volte, abbiamo trovato forti incongruenze.
Sulla questione di fiducia dichiaro il voto favorevole del gruppo della Lega.
Presidente, concludo, affermando che la Lega non deve fare da spettatore, ma ha scelto di essere parte attiva in questo Governo, attenzionando i problemi e portando anche le soluzioni. Invito tutti a non fare una battaglia contro gli italiani, i cittadini, ma contro il virus (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. In questi mesi, quando si è dibattuto di pandemia, spesso, si è discusso poco di dati, di fatti oggettivi, di una realtà che, oggettivamente, è sotto gli occhi di tutti; a volte, hanno prevalso le posizioni ideologiche, le battaglie politiche, anche le uscite sensazionalistiche, al puro scopo di racimolare qualche consenso, senza però tener conto delle conseguenze. Poi, capita, come è successo anche oggi, che, addirittura, si possano raggiungere livelli più bassi. E, allora, alle provocazioni dei colleghi di Italia Viva rispondo che capisco il nervosismo e l'imbarazzo che possano provare in questo preciso momento storico; ma io mi permetterei di dire che l'imbarazzo è tutto nostro e dei milioni di italiani che, grazie al loro senatore Renzi, stanno assistendo ad uno spettacolo veramente indecoroso per tutta la politica italiana e aggiungo che strumentalizzare un decreto come questo, un argomento cruciale e centrale per la vita degli italiani e delle italiane, poco ha a che fare col senso di responsabilità. Peraltro, a una forza politica che ha fatto cadere un Governo in piena pandemia, forse, andrebbe spiegato cosa sia la responsabilità e ricominciare da zero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ora, però, voglio parlare del decreto, perché credo che, almeno a noi, del MoVimento 5 Stelle, interessa fare un buon servizio al Paese, ad altri non so. Partendo proprio dai dati e dal contenuto del decreto, voglio parlare di fatti inoppugnabili e oggettivi. Allora, spesso si sente dire che l'Italia è l'unico Paese europeo che ha introdotto il green pass e che lo ha fatto sul luogo di lavoro. Questo è il primo fatto che va chiarito per parlare tutti della stessa cosa. Innanzitutto, se anche l'Italia fosse stato il primo Paese ad adottare una misura di tutela della collettività, poi ripresa anche da altri Paesi, non sarebbe neanche la prima volta. Ricordo che, solo ad agosto 2020, sulle pagine del New York Times elogiavano il modello italiano per il modo in cui era riuscito a gestire la prima fase della pandemia. Ma, in realtà, chi dice questo, chi dice che il green pass è stato introdotto sui luoghi di lavoro solo dall'Italia, dice quantomeno un'inesattezza. Andiamo in Francia, dove il green pass è obbligatorio per accedere a tutti i luoghi al chiuso, alcuni anche all'aperto, e i lavoratori, che sono in quegli ambienti, devono esibire il green pass, non fino a dicembre 2021, ma hanno già prolungato l'estensione di queste misure fino al luglio 2022.
In Germania, sappiamo tutti quanto stia crescendo il contagio; ebbene, solo qualche giorno fa, pur avendo già adottato il green pass all'interno del Paese per entrare nei luoghi chiusi, dato che tutti hanno potuto ascoltare, il Governo tedesco guarda all'Italia come a un modello di riferimento e vuole adottare le stesse misure del nostro Paese. In Grecia, l'obbligo del green pass riguarda tutti gli aspetti della vita, anche lavorativa. In Austria, la stessa cosa: il green pass si è irrigidito in molti ambiti della vita delle persone e non solo, si pensa addirittura ad un lockdown per le persone non vaccinate. Ancora. La Danimarca ha un corona pass che, sostanzialmente, è come il nostro green pass; dopo aver allentato le misure a settembre, adesso, per l'aumento dei contagi, torna a irrigidirle e a pensare anche di inserire in green pass nei luoghi di lavoro. Anche in Svizzera, i datori di lavoro, per tutelare l'ambiente di lavoro, possono richiedere il green pass ai loro dipendenti.
Ora, io ho citato solo qualche caso per rimanere in Europa; se volessi andare oltre l'Europa, potrei citare i casi di Paesi come l'Australia, come il Canada, dove si pensa a misure anche più importanti per i dipendenti.
Dopo questo primo fatto, voglio passare a un secondo riguardante i contagi e la situazione del contagio nel resto dei Paesi. Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Austria, Germania e Olanda sono Paesi che, nelle ultime settimane, stanno vedendo un aumento dei contagi drammatico, incredibile. Tra questi Paesi, l'Olanda ha addirittura reintrodotto misure restrittive per le attività economiche e noi sappiamo quanto sia importante salvaguardare quelle attività economiche che hanno tanto sofferto durante la pandemia. I fatti cosa ci dicono? Ci dicono che il nostro Paese, nonostante ci sia una risalita dei contagi (e lo diciamo da sempre che non bisogna mai abbassare la guardia), grazie alle misure adottate – è un dato di fatto - si trova in una situazione nettamente migliore rispetto a quella di altri Paesi a noi vicini. Ed è sicuramente merito dell'alta percentuale di persone vaccinate. Ma è altrettanto evidente che anche le misure di tutela della collettività e le misure di contenimento del contagio abbiano avuto il loro effetto. Solo qualche giorno fa, la Francia contava circa 12 mila contagi al giorno; la Germania, addirittura, ha toccato un picco di 50 mila contagi in una sola giornata. Io vorrei soffermarmi su questo, sulle tutele per la collettività, perché credo - ne sono fortemente convinta – che, se durante la pandemia siamo riusciti a lasciarci alle spalle il peggio, è stato grazie all'attenzione di ognuno di noi verso la collettività, verso l'altro, e al desiderio di proteggere gli altri. Infatti, il sacrificio di non poter abbracciare un proprio genitore, di non poter abbracciare i nonni o le persone più fragili nasceva, non dalla voglia di tutelare se stessi, ma proprio dalla voglia di tutelare l'altro, di tutelare la collettività di cui facciamo parte.
Allora, ritengo e sono profondamente convinta che bisogna recuperare questo spirito di comunità in cui ognuno di noi contribuisce a fare la propria parte per tutelare tutti, perché è quello che ci ha permesso di superare i momenti più drammatici della pandemia. Io sono entrata in Parlamento con una forza politica che ha sempre dichiarato, credendoci fermamente, che nessuno deve restare indietro e con questo spirito, con questa convinzione, credo che tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per rendere ogni luogo più sicuro per tutte e per tutti, anche per chi è più fragile rispetto al contagio, anche per quelle persone che sarebbero esposte a maggior rischi, se si contagiassero. Contenere il contagio non significa soltanto evitare che le persone possano contrarre il COVID; contenere il contagio significa salvare vite per due motivi: per resistere al COVID, ma anche per evitare che i nostri ospedali vadano sotto pressione, perché questo significa dover negare altre cure, perché altre patologie, altre emergenze continuano ad esistere; gli ospedali che garantiscono nel nostro Paese il diritto universale e l'accessibilità a tutti alle cure devono poter garantire le cure anche a chi non ha il COVID.
Una pandemia non si affronta con altri strumenti, se non quelli della scienza, perché parliamo di un virus. Qualsiasi decisione presa sin dall'inizio della pandemia è stata presa seguendo la scienza e adottando due criteri: quello dell'adeguatezza e quello della proporzionalità. Come MoVimento 5 Stelle, abbiamo sempre seguito questa strada, non quella del consenso, non quella della propaganda, non quella di chi cavalca timori e paure delle persone per un proprio consenso e non abbiamo mai cavalcato nessun'altra, se non quella della responsabilità e lo ricordo sempre ai colleghi di Italia Viva. Solo e soltanto le evidenze scientifiche e le misure adeguate e proporzionali hanno segnato la nostra strada maestra; è seguendo proprio questa strada maestra che il MoVimento 5 Stelle voterà convintamente la fiducia su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.
VERONICA GIANNONE (FI). Grazie, Presidente. Oggi, si chiede di dare la fiducia a questo Governo e allo stesso Ministro della Salute, quello che io non ho mai apprezzato, né per la gestione della pandemia, né per le azioni compiute. Sono consapevole di fare parte di un partito di maggioranza. Inizialmente, nonostante i dubbi e le incertezze, ho accettato di dare la mia fiducia a questo Governo, al suo insediamento, e l'ho fatto anche perché era necessario un cambio di passo, era necessario agire per tutti coloro che in questi anni di pandemia hanno perso la speranza nelle istituzioni. Ci ho creduto e ho dato la mia fiducia. Ma la fiducia, ovviamente, non è incondizionata, perché una valutazione positiva di probabili comportamenti futuri è un sostegno che presuppone un atteggiamento adeguato alla situazione da parte di altri.
Posso dire oggi con contezza che l'agire del Governo in questi mesi ha deluso le mie aspettative e la questione sulla quale proprio non posso passare sopra è la gestione della pandemia. Inutile ribadire la mia posizione sul green pass: strumento irrazionale e pericoloso. Noi italiani siamo stati trattati come sprovveduti e ignoranti, e non ci è stata concessa quella fiducia che oggi, qui in Aula, il Governo chiede. Sono state imposte enormi limitazioni alle nostre libertà e, oggi, chi non è vaccinato deve pagare per poter lavorare. Ho tanta paura per la vita dei miei figli, e non per il COVID, Presidente. Se è per questo, da semplice essere umano e ancora di più da madre, ho timore per ogni tipo di malattia o incidente che possa interessare i miei figli, mio marito, la mia famiglia o me, ma non per questo limito la mia o la loro libertà di vivere. Le azioni di questo Governo sono contrarie al buonsenso, alla libertà e alla vita. Per questo, non confermo la mia fiducia al Governo. Sono consapevole delle mie azioni e accetterò qualsiasi provvedimento da parte del presidente del gruppo di cui faccio parte, che sia una sospensione o un'espulsione. Questo è ciò che sento, è il mio modo di rappresentare i cittadini italiani, anche fossero una piccolissima parte, una minoranza, come la chiamano i governanti, ma credo siano molti di più di quanto voi vogliate convincervi e convincerci (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle 11,40, sospendo la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 11,40.
La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 11,40.
Preavviso di votazioni elettroniche.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3363)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Massimo Ungaro.
Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari, quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.
Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti e votanti:……….495
Maggioranza:…………….248
Hanno risposto sì:………..453
Hanno risposto no:……….42
La Camera approva.
Sono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
Hanno risposto sì:
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Aiello Davide
Aiello Piera
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Amitrano Alessandro
Andreuzza Giorgia
Angiola Nunzio
Annibali Lucia
Anzaldi Michele
Aprea Valentina
Aresta Giovanni Luca
Ascari Stefania
Avossa Eva
Azzolina Lucia
Badole Mirco
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baldini Maria Teresa
Baldino Vittoria
Baratto Raffaele
Barbuto Elisabetta Maria
Barelli Paolo
Baroni Annalisa
Barzotti Valentina
Basini Giuseppe
Battelli Sergio
Battilocchio Alessandro
Bazoli Alfredo
Bella Marco
Bellachioma Giuseppe Ercole
Belotti Daniele
Bendinelli Davide
Benvenuto Alessandro Manuel
Berardini Fabio
Bergamini Deborah
Berlinghieri Marina
Bersani Pier Luigi
Berti Francesco
Bianchi Matteo Luigi
Billi Simone
Bilotti Anna
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Boccia Francesco
Boldi Rossana
Boldrini Laura
Bologna Fabiola
Bonafede Alfonso
Bond Dario
Boniardi Fabio Massimo
Bonomo Francesca
Borghi Enrico
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Brescia Giuseppe
Brunetta Renato
Bruno Raffaele
Bruno Bossio Vincenza
Bubisutti Aurelia
Buffagni Stefano
Buratti Umberto
Businarolo Francesca
Cadeddu Luciano
Caffaratto Gualtiero
Calabria Annagrazia
Campana Micaela
Cannizzaro Francesco
Cantini Laura
Cantone Carla
Cantone Luciano
Caon Roberto
Caparvi Virginio
Capitanio Massimiliano
Cappellacci Ugo
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Cardinale Daniela
Carè Nicola
Carelli Emilio
Carnevali Elena
Casa Vittoria
Casciello Luigi
Casino Michele
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Cassinelli Roberto
Castiello Giuseppina
Casu Andrea
Cataldi Roberto
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Ceccanti Stefano
Cecchetti Fabrizio
Cenni Susanna
Centemero Giulio
Chiazzese Giuseppe
Ciagà Graziella Leyla
Ciampi Lucia
Cimino Rosalba
Ciprini Tiziana
Coin Dimitri
Colaninno Matteo
Colla Jari
Colmellere Angela
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Cominardi Claudio
Conte Federico
Corneli Valentina
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Covolo Silvia
Crippa Andrea
Crippa Davide
Critelli Francesco
Cubeddu Sebastiano
Currò Giovanni
Daga Federica
Dal Moro Gian Pietro
D'Alessandro Camillo
Dall'Osso Matteo
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Carlo Sabrina
De Filippo Vito
De Giorgi Rosalba
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzis Diego
De Lorenzo Rina
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Menech Roger
De Micheli Paola
Deiana Paola
Del Barba Mauro
Del Basso De Caro Umberto
Del Sesto Margherita
D'Eramo Luigi
D'Ettore Felice Maurizio
Di Lauro Carmen
Di Muro Flavio
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
D'Incà Federico
D'Ippolito Giuseppe
Donina Giuseppe Cesare
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
D'Uva Francesco
Ermellino Alessandra
Fantinati Mattia
Fantuz Marica
Faro Marialuisa
Fassina Stefano
Fassino Piero
Federico Antonio
Ferraresi Vittorio
Ferri Cosimo Maria
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Fiorini Benedetta
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Flati Francesca
Fogliani Ketty
Fontana Gregorio
Formentini Paolo
Fornaro Federico
Foscolo Sara
Fraccaro Riccardo
Fragomeli Gian Mario
Frailis Andrea
Franceschini Dario
Frassini Rebecca
Frate Flora
Fregolent Silvia
Furgiuele Domenico
Fusacchia Alessandro
Gadda Maria Chiara
Gagliardi Manuela
Gagnarli Chiara
Galizia Francesca
Galli Dario
Gallo Luigi
Garavaglia Massimo
Gariglio Davide
Gastaldi Flavio
Gebhard Renate
Gelmini Mariastella
Gentile Andrea
Gerardi Francesca
Germanà Antonino
Giaccone Andrea
Giachetti Roberto
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giarrizzo Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giorgis Andrea
Giuliano Carla
Golinelli Guglielmo
Grande Marta
Gribaudo Chiara
Grimaldi Nicola
Grimoldi Paolo
Grippa Carmela
Gubitosa Michele
Gusmeroli Alberto Luigi
Ianaro Angela
Iezzi Igor Giancarlo
Incerti Antonella
Invernizzi Cristian
Invidia Niccolò
Iorio Marianna
Iovino Luigi
La Marca Francesca
L'Abbate Giuseppe
Labriola Vincenza
Lacarra Marco
Lapia Mara
Lattanzio Paolo
Lazzarini Arianna
Legnaioli Donatella
Lepri Stefano
Letta Enrico
Librandi Gianfranco
Licatini Caterina
Liuni Marzio
Liuzzi Mirella
Lolini Mario
Lorefice Marialucia
Lorenzin Beatrice
Lorenzoni Eva
Lorenzoni Gabriele
Loss Martina
Lotti Luca
Lovecchio Giorgio
Lucchini Elena
Lucentini Mauro
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Madia Maria Anna
Maggioni Marco
Magi Riccardo
Maglione Pasquale
Mammì Stefania
Manca Alberto
Manca Gavino
Mancini Claudio
Manzato Franco
Maraia Generoso
Marattin Luigi
Marchetti Riccardo Augusto
Mariani Felice
Marin Marco
Marino Bernardo
Marrocco Patrizia
Martino Antonio
Masi Angela
Mauri Matteo
Mazzetti Erica
Melicchio Alessandro
Melilli Fabio
Miceli Carmelo
Micheli Matteo
Micillo Salvatore
Migliorino Luca
Milanato Lorena
Misiti Carmelo Massimo
Molinari Riccardo
Molteni Nicola
Mor Mattia
Moretto Sara
Morgoni Mario
Morrone Jacopo
Moschioni Daniele
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Mura Romina
Murelli Elena
Muroni Rossella
Musella Graziano
Napoli Osvaldo
Nappi Silvana
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nevi Raffaele
Nitti Michele
Nobili Luciano
Noja Lisa
Novelli Roberto
Occhionero Giuseppina
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Pagani Alberto
Pagano Alessandro
Pagano Ubaldo
Paita Raffaella
Palazzotto Erasmo
Pallini Maria
Palmieri Antonio
Palmisano Valentina
Panizzut Massimiliano
Paolin Giuseppe
Paolini Luca Rodolfo
Papiro Antonella
Parentela Paolo
Parisse Martina
Parolo Ugo
Pastorino Luca
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paternoster Paolo
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pellicani Nicola
Penna Leonardo Salvatore
Pentangelo Antonio
Perantoni Mario
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pettazzi Lino
Pezzopane Stefania
Piastra Carlo
Piccoli Nardelli Flavia
Piccolo Tiziana
Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano
Pini Giuditta
Pittalis Pietro
Pizzetti Luciano
Plangger Albrecht
Polidori Catia
Pollastrini Barbara
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Potenti Manfredi
Prestigiacomo Stefania
Prestipino Patrizia
Pretto Erik Umberto
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Racchella Germano
Raffa Angela
Ravetto Laura
Ribolla Alberto
Ricciardi Riccardo
Rixi Edoardo
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romano Andrea
Rosato Ettore
Rospi Gianluca
Rossello Cristina
Rossi Andrea
Rossini Emanuela
Rossini Roberto
Rostan Michela
Rotta Alessia
Ruffino Daniela
Ruggieri Andrea
Ruggiero Francesca Anna
Ruocco Carla
Saccani Jotti Gloria
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Saltamartini Barbara
Sani Luca
Sarro Carlo
Savino Elvira
Savino Sandra
Scagliusi Emanuele
Scalfarotto Ivan
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Schullian Manfred
Scoma Francesco
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Siani Paolo
Sibilia Cosimo
Silli Giorgio
Silvestri Francesco
Siracusano Matilde
Sisto Francesco Paolo
Snider Silvana
Sozzani Diego
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Spena Maria
Sportiello Gilda
Stefani Alberto
Stumpo Nicola
Sut Luca
Sutto Mauro
Tabacci Bruno
Tarantino Leonardo
Tartaglione Annaelsa
Tateo Anna Rita
Terzoni Patrizia
Timbro Maria Flavia
Tiramani Paolo
Toccafondi Gabriele
Toccalini Luca
Tofalo Angelo
Tombolato Giovanni Battista
Tonelli Gianni
Topo Raffaele
Torromino Sergio
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tripiedi Davide
Tripodi Elisa
Tripodi Maria
Trizzino Giorgio
Troiano Francesca
Tucci Riccardo
Turri Roberto
Tuzi Manuel
Ungaro Massimo
Valbusa Vania
Valentini Valentino
Vallotto Sergio
Varrica Adriano
Vazio Franco
Verini Walter
Versace Giuseppina
Vietina Simona
Vignaroli Stefano
Villani Virginia
Viscomi Antonio
Vitiello Catello
Viviani Lorenzo
Vizzini Gloria
Volpi Raffaele
Zan Alessandro
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zanichelli Davide
Zardini Diego
Zennaro Antonio
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zolezzi Alberto
Zordan Adolfo
Hanno risposto no:
Albano Lucia
Bellucci Maria Teresa
Benedetti Silvia
Bucalo Carmela
Butti Alessio
Cabras Pino
Caretta Maria Cristina
De Toma Massimiliano
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Donzelli Giovanni
Forciniti Francesco
Frassinetti Paola
Fratoianni Nicola
Galantino Davide
Gemmato Marcello
Giannone Veronica
Giuliodori Paolo
Lollobrigida Francesco
Lucaselli Ylenja
Maniero Alvise
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Maschio Ciro
Meloni Giorgia
Mollicone Federico
Montaruli Augusta
Osnato Marco
Prisco Emanuele
Raduzzi Raphael
Rampelli Fabio
Rizzetto Walter
Rotelli Mauro
Russo Giovanni
Sgarbi Vittorio
Silvestri Rachele
Silvestroni Marco
Trancassini Paolo
Trano Raffaele
Vallascas Andrea
Villarosa Alessio
Vinci Gianluca
Zucconi Riccardo
Si sono astenuti:
Nessuno
Sono in missione:
Ascani Anna
Buompane Giuseppe
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Carfagna Maria Rosaria
Castelli Laura
Cattoi Maurizio
Cirielli Edmondo
Colletti Andrea
Dadone Fabiana
D'Arrando Celeste
Di Maio Luigi
Di Stefano Manlio
Dieni Federica
Fontana Ilaria
Frusone Luca
Gallinella Filippo
Gava Vannia
Giordano Conny
Giorgetti Giancarlo
Guerini Lorenzo
Losacco Alberto
Migliore Gennaro
Morelli Alessandro
Nesci Dalila
Picchi Guglielmo
Sasso Rossano
Scutellà Elisa
Sibilia Carlo
Speranza Roberto
Tasso Antonio
Valente Simone
Vito Elio
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella giornata odierna si concluderà l'esame del decreto-legge e, nella seduta di domani, sarà iscritto, quale primo argomento all'ordine del giorno, il seguito dell'esame della proposta di legge n. 2361-A ed abbinate in materia di compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.
Seguiranno gli altri argomenti già previsti dal vigente calendario dei lavori.
Si riprende la discussione.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3363)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'ordine del giorno n. 9/3363/51 Gusmeroli, concernente la reintroduzione dell'imposta sostitutiva per gli imprenditori individuali ed esercenti arti e professioni, in quanto recante contenuto estraneo rispetto alle materie oggetto del provvedimento.
L'onorevole Sodano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/9. Non è presente; quindi, si intende che abbia rinunciato.
L'onorevole Cabras ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/73. Neanche l'onorevole Cabras è presente; quindi, si intende che abbia rinunciato.
L'onorevole Colletti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/61. Non è presente; quindi, si intende che abbia rinunciato.
L'onorevole Corda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/63. Anche lei rinuncia.
L'onorevole Costanzo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/64. Anche per lei si intende che abbia rinunciato (non la vediamo in Aula).
L'onorevole Forciniti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/67. Si intende che abbia rinunciato.
L'onorevole Giuliodori ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/68. Non c'è; quindi, si intende che abbia rinunciato.
L'onorevole Maniero ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/70. Non c'è; quindi, si intende abbia rinunciato.
L'onorevole Paolo Nicolò Romano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/65. Non c'è; si intende abbia rinunciato.
L'onorevole Trano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/72. Non c'è.
L'onorevole Vallascas ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/66. Non c'è; quindi, intendo, anche nel suo caso, che abbia rinunciato.
L'onorevole Leda Volpi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3363/69; non vedo neanche l'onorevole Leda Volpi e, quindi, intendo che abbiano tutti rinunciato.
Qualcun altro intende intervenire per illustrare gli ordini del giorno? No, nessuno quindi. Non vedo alcun segnale, né di quelli che ho chiamato né di ulteriori persone che vogliano illustrare gli ordini del giorno. Quindi, chiedo al sottosegretario Accoto se può darci i pareri sugli ordini del giorno. Sottosegretario, mi scusi, le chiedo se ha i pareri da darmi.
ROSSELLA ACCOTO, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Chiedo una pausa di 10 minuti, poiché stiamo terminando le ultime fasi.
PRESIDENTE. Sottosegretario, io, che sono sempre scettico sui 10 minuti, le do un quarto d'ora, così riesce ad andare e tornare dall'Aula al Governo. L'esperienza insegna che la sospensione dell'Aula di 10 minuti non è possibile, secondo me, tecnicamente.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, la ringrazio. Mi ha anticipato. Vorrei semplicemente capire: essendo le 13,10, 10 minuti ci porterebbero alle 13,20. Vorrei avere la certezza che questi siano 10 minuti e contemporaneamente, Presidente, avere la certezza che, se anche sospendiamo e riprendiamo, avendo lei dato la parola al sottosegretario la fase di illustrazione è definitivamente chiusa (cioè, non è che si riapre nel momento in cui riprendiamo la seduta). Ergo forse, se il Governo, facendo una riflessione aggiuntiva, pensa bene se 10 minuti bastano, perché - per carità - va tutto bene, ma tornare tra 10 minuti e poi sentire che serve ancora mezz'ora… dunque, se l'analisi sugli ordini del giorno è un po' più approfondita e forse per tutti è meglio organizzare i lavori rinviando non solo di 10 minuti ma di qualcos'altro.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, sull'illustrazione degli ordini del giorno credo di avere chiamato tutti con massima diligenza e di avere anche protratto il tempo, chiedendo se qualche altro collega avesse intenzione di illustrare l'ordine del giorno e per dare il tempo, se magari qualcuno, nella mattinata convulsa, avesse perso il filo dei lavori. Purtroppo, non si è presentato nessuno e tutt'ora non c'è nessuno. Quindi, la fase dell'illustrazione è definitivamente chiusa, perché il rispetto di tutti è anche nel rispetto delle regole. Quindi, la regola è quella e non c'è problema.
Per quanto riguarda il sottosegretario, io stesso sono un po' scettico sui 10 minuti, come le ho detto. Li ho prolungati ad un quarto d'ora, ma è giusto che il sottosegretario mi specifichi esattamente le sue necessità e noi provvederemo a regolare i lavori dell'Aula, come è giusto che sia.
Prego, sottosegretario.
ROSSELLA ACCOTO, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie. Sì, come confermato, 15 minuti vanno benissimo.
PRESIDENTE. Quindi, sospendo la seduta fino alle 13,25.
La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 13,32.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame.
Invito il rappresentante del Governo, il sottosegretario Costa, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/3363/1 Rizzo Nervo e favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3363/2 Carnevali. Sull'ordine del giorno n. 9/3363/3 De Filippo, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/3363/4 Siani: per quanto riguarda il primo impegno, parere favorevole; per il secondo, terzo e quarto impegno, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/3363/5 Labriola: parere favorevole con la seguente riformulazione: “valutare la possibilità di” e “compatibilmente con i vincoli della finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/3363/6 Ehm: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/7 Tomasi: parere favorevole, premettendo all'impegno la seguente frase: “compatibilmente con lo stato di emergenza in corso”.
Ordine del giorno n. 9/3363/8 Butti: parere favorevole, a condizione che sia riformulato come segue: “al fine di considerare la possibilità di introdurre, se necessarie, le eventuali e opportune modifiche”.
Ordine del giorno n. 9/3363/9 Sodano: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/10 Albano: parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/3363/11 Bucalo: parere favorevole.
Con riferimento all'ordine del giorno n. 9/3363/12 Caretta, sul primo, secondo e terzo impegno il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/3363/13 Ciaburro: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/14 Delmastro Delle Vedove: accolto come raccomandazione se riformulato come segue: “a valutare che l'eventuale proroga dello stato di emergenza in scadenza al 31 dicembre 2021 sia disposta alla luce di criteri oggettivi che tengano conto dell'andamento dei dati epidemiologici e dalla campagna vaccinale”.
Ordine del giorno n. 9/3363/15 Mollicone: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/16 De Toma: parere favorevole con la seguente formulazione: “a valutare la possibilità di” e “compatibilmente con i vincoli di bilancio”.
Ordini del giorno n. 9/3363/17 Rachele Silvestri, n. 9/3363/18 Trancassini, n. 9/3363/19 Menga e n. 9/3363/20 Suriano: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/21 Mandelli: parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3363/22 Frassinetti: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/23 Lucaselli: parere favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Ordini del giorno n. 9/3363/24 Ferro e n. 9/3363/25 Bellucci: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/26 Giovanni Russo: accolto come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/3363/27 Caiata: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/28 Varchi: parere favorevole, con la riformulazione: “a valutare la possibilità di” e “compatibilmente con i vincoli di bilancio”.
Ordini del giorno n. 9/3363/29 Galantino, n. 9/3363/30 Deidda, n. 9/3363/31 Foti, n. 9/3363/32 Cirielli, n. 9/3363/33 Gemmato, n. 9/3363/34 Mantovani, n. 9/3363/35 Montaruli, n. 9/3363/36 Lombardo, n. 9/3363/37 Rotelli, n. 9/3363/38 Rizzetto, n. 9/3363/39 Osnato, n. 9/3363/40 Prisco e n. 9/3363/41 De Carlo: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/42 Bella: parere favorevole.
Ordini del giorno n. 9/3363/43 Marino e n. 9/3363/44 Dieni: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/45 Amitrano: parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3363/46 Barzotti: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/47 Terzoni: parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3363/48 Corneli: per quanto riguarda il primo impegno, il parere è favorevole, espungendo la parola: “acclarata”; per quanto riguarda il secondo impegno, il parere è favorevole, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Ordini del giorno n. 9/3363/49 Zolezzi e n. 9/3363/50 Gabriele Lorenzoni: il parere è contrario.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3363/51 Gusmeroli è stato dichiarato inammissibile.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/3363/52 Gerardi: accolto come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/3363/53 Mammì: parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/54 Capitanio: accolto come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/3363/55 Vinci, parere contrario.
Ordini del giorno n. 9/3363/56 Panizzut e 9/3363/57 Cavandoli, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3363/58 Ribolla: il parere è favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Ordini del giorno n. 9/3363/59 Tombolato e n. 9/3363/60 Spessotto: il parere è favorevole.
Ordini del giorno n. 9/3363/61 Colletti e n. 9/3363/62 Sapia: il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/3363/63 Corda chiedo di metterlo in coda.
PRESIDENTE. Va bene, lo accantoniamo un attimo per una verifica.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/3363/64 Costanzo: il parere è contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/65 Paolo Nicolò Romano, il parere è favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Ordini del giorno n. 9/3363/66 Vallascas, n. 9/3363/67 Forciniti, n. 9/3363/68 Giuliodori, n. 9/3363/69 Leda Volpi, n. 9/3363/70 Maniero, n. 9/3363/71 Testamento e n. 9/3363/72 Trano: il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/73 Cabras il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di esplicitare, in fase di applicazione del provvedimento in esame, anche con una FAQ o circolare ministeriale, che i datori di lavoro non possono stilare elenchi, conservare QR code delle certificazioni verdi, estrarre dallo stesso in qualsiasi modo dati sensibili, trattenere copie cartacee che non siano state consegnate su base volontaria, produrre screenshot e/o fotografie del certificato verde, perché ciò si pone in netto contrasto con la normativa sulla privacy.”
Ordine del giorno n. 9/3363/74 Silvestroni: accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/75 Donzelli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di (…), compatibilmente con l'andamento della curva epidemiologica (…), e di rivedere l'utilizzo delle certificazioni verdi in relazione alle diverse attività previste”.
Ordine del giorno n. 9/3363/76 Bologna: il parere è favorevole, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/3363/77 Baldini: il parere è favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3363/78 Pettarin: il parere è favorevole espungendo il termine “preoccupanti”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/79 Marin il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, compatibilmente con l'andamento della curva epidemiologica (…), e di rivedere l'utilizzo delle certificazioni verdi in relazione alle diverse attività previste”.
Ordini del giorno n. 9/3363/80 Mugnai e n. 9/3363/81 Vietina: il parere è favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3363/82 Maschio, per quanto riguarda il primo impegno il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; per quanto riguarda il secondo e il terzo impegno, il parere è contrario.
Ordine del giorno n. 9/3363/83 Bignami: il parere è favorevole.
Ordini del giorno n. 9/3363/84 Lollobrigida e n. 9/3363/85 Potenti: il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/86 Noja il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Ordini del giorno n. 9/3363/87 Raduzzi e n. 9/3363/88 Ungaro: il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/89 Fregolent il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”.
Ordine del giorno n. 9/3363/90 Trizzino: il parere è favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3363/91 Massimo Enrico Baroni, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/92 Zucconi il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di garantire, compatibilmente con la curva epidemiologica (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/93 Meloni il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Sottosegretario, rimane l'ordine del giorno accantonato, il n. 9/3363/63 Corda.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16.
Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 17 novembre 2021, il deputato Raphael Raduzzi, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire alla componente politica “Alternativa” del gruppo parlamentare Misto.
Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Sospendiamo adesso la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'Interno e il Ministro della Transizione ecologica.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative, anche normative, volte a contrastare il fenomeno dell'occupazione abusiva degli immobili a uso abitativo - n. 3-02616)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Marrocco ed altri n. 3-02616 (Vedi l'allegato A). La deputata Patrizia Marrocco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.
PATRIZIA MARROCCO (FI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro per la sua disponibilità ad essere qui, oggi, su un tema che sta a cuore a tutti noi. Premesso che la casa è un diritto sacrosanto e umano, vero è che la proprietà privata è un diritto assoluto e quindi dovrebbe essere inviolabile. Invece è paradossale come in Italia, nelle occupazioni abusive, il proprietario non riesca a rientrare in possesso del proprio immobile. L'occupazione abusiva ha avuto una diffusione crescente anche a causa del degrado nelle periferie delle città, una vera e propria emergenza sociale. Sono tante le storie di persone, soprattutto fragili e indifese, vittime di questi malfattori. Una tra le tante che ha profondamente colpito e indignato il nostro Paese è la storia di un anziano signore di Roma, che, dopo una breve permanenza in ospedale, è riuscito a rientrare nella propria abitazione occupata da una famiglia rom dopo ben 23 giorni. In un Paese normale e civile, Ministro, in una situazione del genere, la vittima si rivolge alle Forze dell'ordine e queste sbattono fuori gli occupanti, magari li arrestano pure, ma non in Italia. In Italia, non essendoci la flagranza di reato, gli agenti non possono farlo, il proprietario non può difendersi da sé e quindi bisogna sporgere denuncia, aspettare che un giudice firmi l'ordine di rilascio e i giorni passano, come se l'intruso fosse il proprietario. Tutto questo è surreale. Ministro, noi le chiediamo quali iniziative urgenti di sua competenza, anche legislative, intenda intraprendere al fine di tutelare i diritti dei proprietari di immobili pubblici e privati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, gli onorevoli interroganti chiedono quali misure, anche di carattere normativo, si ritenga di adottare per contrastare il fenomeno dell'occupazione abusiva degli immobili, fenomeno presente sull'intero territorio nazionale con connotazioni differenziate e di particolare complessità, che, come è noto, involgono profili sociali riconducibili al disagio abitativo, ma che non escludono comportamenti di matrice ideologica legata all'ambiente dell'antagonismo di diversa estrazione. Premetto che, dal punto di vista normativo, la tematica ha già trovato una prima risposta nel decreto-legge n. 14 del 2017 in materia di sicurezza urbana, laddove prevede che prefetto e sindaco possano sottoscrivere, in chiave preventiva, appositi patti per contrastare gli insediamenti non autorizzati e le occupazioni arbitrarie. Allo stesso modo, sul piano della repressione del fenomeno, appare rilevante ricordare come gli stessi prefetti, anche sulla scorta delle disposizioni più recenti introdotte nel 2018 con il decreto-legge n. 113, possano procedere regolarmente alla programmazione degli interventi di sgombero. Si tratta di una materia complessa che deve tener conto non solo delle esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, ma anche delle situazioni di fragilità sociale da tutelare adeguatamente attraverso l'individuazione di preventive soluzioni alternative, per la cui attuazione resta fondamentale il ruolo dei comuni. In questa direzione sono state fornite indicazioni e direttive ai prefetti, affinché operino con il supporto dei Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, estesi alla partecipazione dei rappresentanti degli enti territoriali e dell'Autorità giudiziaria. Riguardo ai risultati più recenti ottenuti a seguito della focalizzazione del fenomeno, informo che, dal 1° gennaio 2021 ad oggi, sono state eseguite in ambito nazionale 58 operazioni di sgombero di particolare rilievo, alcune di esse con riflessi anche sul piano dell'ordine e della sicurezza pubblica. Riguardo al recente caso di Roma segnalato dagli interroganti, informo che lo scorso 5 novembre l'immobile abusivamente occupato è stato sgombrato e restituito nella piena disponibilità del proprietario. L'episodio, avvenuto a Roma, conferma l'esigenza e l'utilità, anche in un'ottica di deterrenza, di un tempestivo intervento delle Forze di Polizia e della magistratura, allo scopo di impedire il consolidamento delle situazioni e l'aggravamento delle conseguenze dannose per i proprietari ed i legittimi possessori degli immobili. In questa prospettiva, risulta evidente l'importanza della sinergia interistituzionale nelle diverse fasi dello scambio informativo, come anche dell'elaborazione di strategie preventive con riguardo ai contesti abitativi a rischio. Tenuto conto della delicatezza della materia, eventuali interventi normativi, anche di inasprimento del trattamento sanzionatorio, non potranno non richiedere la più ampia condivisione delle componenti parlamentari, al cui approfondimento il Governo non farà mancare il proprio costruttivo apporto.
PRESIDENTE. La deputata Patrizia Marrocco ha facoltà di replicare.
PATRIZIA MARROCCO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringrazio per la sua risposta. Come gruppo di Forza Italia, le offriamo tutto il nostro supporto, necessario a colmare questa ingiustizia. Le occupazioni abusive sono un fenomeno al quale bisogna mettere definitivamente la parola “fine”. In Italia sono 30.000 le case occupate, di cui solo 7.000 a Roma. Vede, Ministro, questa non è la storia di un singolo anziano oltraggiato nei propri diritti; questa è la storia di un vuoto normativo, che obbliga i proprietari ad aspettare inermi di vedersi restituito ciò che gli appartiene. Dunque, tale lacuna rende urgente l'esigenza di tutelare i legittimi diritti delle vittime che sono i proprietari - lo voglio ricordare - ed è per questo che ci siamo prontamente attivati presentando due proposte di legge, di cui sono cofirmataria, di cui una si fa carico delle questioni abitative, come elemento che rientra fra i diritti fondamentali dell'individuo, correggendo ed integrando quel vulnus legislativo, al fine di evitare che i proprietari si vedano sottrarre un loro bene senza avere giustizia. Questa proposta di legge prevede l'immediato rilascio della casa, l'inasprimento delle pene, l'inibizione dell'allaccio delle utenze; l'altra prevede il risarcimento da parte di un fondo per i danni subiti. Siamo fermamente convinti che il diritto alla proprietà vada tutelato in tutte le sue forme, soprattutto in un momento delicato come quello attuale. In fondo, la casa, Ministro, è quel posto dove noi ci sentiamo sicuri dove, rientrando la sera, i problemi e le difficoltà restano fuori. La parola “casa” è una delle parole più belle, Ministro; la casa è costruita con amore e con sogni. Facciamo in modo che nessuno possa calpestarli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
(Intendimenti in merito all'adozione di ulteriori misure volte a evitare il diffondersi del contagio in relazione a manifestazioni in luoghi pubblici, con particolare riferimento alla prescrizione di dispositivi di protezione individuale del tipo FFP2 – n. 3-02617)
PRESIDENTE. La deputata Simona Vietina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02617 (Vedi l'allegato A).
SIMONA VIETINA (CI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le manifestazioni di protesta contro le misure sanitarie di contrasto al contagio da SARS-CoV-2 hanno determinato focolai preoccupanti a causa del mancato rispetto delle disposizioni di prevenzione del contagio, quali il divieto di assembramenti, il rispetto del distanziamento e l'uso della mascherina. Esemplari sono casi, come quello di Trieste, dove nelle settimane successive alle manifestazioni il numero dei positivi era ben 8 volte l'attuale media italiana. Allora, considerando l'attuale situazione pandemica e rispettando il diritto di riunirsi pacificamente per manifestare, si chiede quali misure si vogliano attuare per garantire il presidio e la vigilanza delle zone interessate alle manifestazioni ed il rispetto delle disposizioni di prevenzione del contagio, non solo nel corso delle manifestazioni, ma anche nelle fasi preliminari e conclusive, in particolar modo sui mezzi pubblici, quando i manifestanti affollano metro, treni e autobus.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Ricordo che, con mia direttiva del 10 novembre scorso, che ha valenza generale, riguardante ogni tipo di manifestazione pubblica, ho già dato indicazioni ai prefetti per un'immediata risposta all'esigenza segnalata dall'onorevole interrogante. In tale atto di indirizzo, si sottolinea come un equilibrato bilanciamento dei vari diritti e interessi in gioco richieda che le legittime iniziative di protesta si tengano nel rispetto delle regole, evitando la compromissione di fondamentali diritti di libertà del cittadino - quali il diritto al lavoro, alla mobilità, allo studio - e primariamente della saluta pubblica.
La cornice istituzionale più idonea per una valutazione collegiale e complessiva delle diverse aree critiche urbane, recentemente interessate dalle ripetute manifestazioni e dai cortei svoltisi nelle principali città italiane, è rappresentata dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, un organismo collegiale che dà supporto ai prefetti nella loro azione di responsabili generali dell'ordine e della sicurezza pubblica nella provincia e a cui partecipano anche i sindaci, che non mancano di fornire il proprio apprezzato contributo in quella sede.
In considerazione della collegialità dell'organismo, in questa direttiva, non si manca di sottolineare l'apporto che potrà essere assicurato proprio dai sindaci, anche nella qualità di autorità sanitarie, con l'adozione di ordinanze, ai sensi dell'articolo 50 del testo unico degli enti locali e dell'articolo 32 della legge n. 833 del 1978.
La direttiva prevede che la modulazione delle prescrizioni da impartire di volta in volta agli organizzatori delle manifestazioni pubbliche debba tener conto anche della situazione epidemiologica e delle misure di profilassi in atto. Pertanto, i questori potranno dettare le loro prescrizioni, ai sensi dell'articolo 18 del TULPS, non solo in funzione dell'esigenza di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, ma anche delle esigenze di carattere sanitario, sulla base dei contenuti dei provvedimenti adottati in ambito nazionale e locale.
Da quanto detto, discende che sono state introdotte modalità applicative suscettibili di implementazioni progressive, laddove gli organi competenti dovessero ravvisare la necessità di un rafforzamento delle misure di prevenzione epidemiologica.
PRESIDENTE. La deputata Simona Vietina ha facoltà di replicare.
SIMONA VIETINA (CI). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro anche per le disposizioni del 10 novembre, che erano sicuramente attese, ma - non userò giri di parole - bisogna usare il pugno di ferro in queste situazioni, perché il diritto a manifestare è sacrosanto, ma al tempo stesso esiste una responsabilità collettiva, che intercetta naturalmente anche gli ambiti della salute, dell'economia e dell'ordine pubblico, che sono tre pilastri inscindibili e interconnessi sui quali si posa lo sviluppo sociale.
Manifestazioni di protesta contro il green pass, contro i vaccini e contro quella scienza che ha il fine ultimo di salvare le vite, devono essere regolamentate con ancora più fermezza e questo significa controlli rigidi prima, durante e dopo le manifestazioni, anche sui mezzi di trasporto; significa anche evitare le manifestazioni nei centri storici perché questo può voler dire dover chiudere i negozi di vicinato e io, che sono sindaco, so che proprio quelli, più di altri, hanno sofferto in questo periodo pandemico per la situazione dovuta ai lockdown. Sarebbe inaccettabile un'ulteriore chiusura delle attività, anche considerato che nel 2020 abbiamo perso 160 miliardi di PIL e 330 miliardi di consumi.
Lei, signor Ministro, è una donna delle istituzioni ed io rispetto il suo lavoro; le chiederò, però, di usare i guanti di ferro e non di seta, così come già sarebbe dovuto accadere contro chi aggredisce i medici negli ospedali, chi tira le bombe carta e chi crea disordine nelle sedi dei sindacati. Quello stesso pugno di ferro deve essere usato verso i facinorosi e gli agitatori che diffondono paure e ansie antiscientifiche contro i vaccini, perché è inaccettabile vedere queste manifestazioni e poi ritrovare gli ospedali pieni di malati di COVID ed essere per questo costretti a ritardare le cure di quelle malattie che il COVID non ha cancellato, ma ha costretto a trascurare.
PRESIDENTE. Concluda.
SIMONA VIETINA (CI). Quindi, anche nelle manifestazioni, dobbiamo ritrovare quelle condizioni di sicurezza che valgono per tutti noi per ogni iniziativa. Ancora maggiore rigidità, anche nel rispetto di tutti coloro che, vaccinandosi, hanno protetto, non solo se stessi, ma l'intera collettività.
(Intendimenti del Governo in ordine a un piano straordinario per il comune di Napoli, finalizzato al risanamento del debito storico, all'efficiente espletamento dei servizi a favore dei cittadini e al rilancio economico e culturale della città – n. 3-02618)
PRESIDENTE. La deputata Rina De Lorenzo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02618 (Vedi l'allegato A).
RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente. Signora Ministra, sale a 4,9 miliardi di euro il debito del comune di Napoli, tra finanziamenti, prestiti obbligazionari, debiti con altre amministrazioni, con le banche ed i fornitori. E' quanto emerge dal bilancio consolidato per il 2020 che attesta nei fatti il dissesto della terza città d'Italia. Una pesante eredità lasciata al nuovo sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha già avanzato specifiche proposte che, inserite in un contesto normativo, consentirebbero prioritariamente di garantire l'offerta dei servizi pubblici, del tutto insufficienti, quando non totalmente assenti.
Le chiedo, signora Ministra, se il Governo abbia intenzione di promuovere un piano straordinario per Napoli, al fine di riprogrammare il risanamento del debito storico e promuovere una gestione amministrativa all'altezza dei compiti che la città è chiamata a svolgere, restituendole il ruolo di protagonista nel Mezzogiorno, in Italia e in Europa, anche nell'attuazione dei progetti finanziabili col Piano di ripresa e resilienza.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Gli onorevoli interroganti, nel riassumere le principali cause che hanno inciso sulla situazione finanziaria del comune di Napoli, chiedono al Governo se abbia intenzione di promuovere un piano straordinario, a breve, medio o lungo termine, che consenta di programmare il risanamento della crisi finanziaria dell'ente locale napoletano.
Come ricordato dagli stessi interroganti, il comune di Napoli ha approvato il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale nel 2013, più volte rimodulato successivamente e attualmente all'attenzione delle sezioni riunite in composizione speciale della Corte dei conti.
Secondo quanto comunicato dallo stesso comune, il debito finanziario totale dell'ente, costituito da 750 posizioni aperte, di cui poco più di 700 con Cassa depositi e prestiti, e compreso quello residuo, ammonta a 3 miliardi di euro, comprese le anticipazioni di liquidità, e genera annualmente una rata per quote capitali ed interessi di 230 milioni di euro. A questo si aggiunga che, per effetto di ulteriori passività, il comune di Napoli è gravato di altri 175 milioni annui che, sommati alla rata del debito finanziario, portano il peso della posizione debitoria ad un onere complessivo di poco più di 400 milioni di euro su base annua.
La grave situazione finanziaria del comune di Napoli, che ho appena illustrato, è all'attenzione del Governo e ogni valutazione o iniziativa, anche normativa, verrà effettuata con il necessario coinvolgimento dell'amministrazione comunale. Ciò, nella piena consapevolezza che Napoli rappresenta un polo di straordinaria importanza per il nostro Paese, il cui valore strategico si evidenzia nell'attuale fase di rilancio, connessa all'attuazione del PNRR e al ruolo a cui in tale contesto sarà chiamato il Mezzogiorno d'Italia.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Federico Conte.
FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Grazie, signora Ministra, per la risposta che dà il segno di come ella abbia colto lo spirito degli interroganti. È evidente che il Governo non possa affrontare la questione di Napoli, senza tener conto della sua specificità storica.
Napoli, come Roma, è stata capitale di un regno, anzi è l'unica città occidentale che, nella storia, ha dato il proprio nome ad un regno. E' la capitale del Mezzogiorno, deve essere il punto di riferimento che avvii e guidi un processo che trasformi la storica questione meridionale in una grande opportunità, per il Paese e per l'Europa.
Questo è il punto politico: realizzare nel Sud del Paese un'infrastruttura logistica, una piattaforma logistica, sia sociale sia infrastrutturale, verso il Mediterraneo; è una grande opportunità, per l'Italia e per l'Unione europea, di assumere la guida del Mediterraneo etnico, politico, ma anche economico. La paragoniamo ad un sesto obiettivo ideale che si aggiunge ai cinque del Piano strategico europeo 2021-2027.
Per fare questo, evidentemente, c'è bisogno di un intervento straordinario; non sono sufficienti i mezzi ordinari per colmare un vuoto e una difficoltà storica e rilanciare Napoli, come Milano, che, in questi giorni, assume la guida del comitato per la ripresa mondiale post-COVID, dell'associazione della rete delle più grandi 40 città del mondo. La modernizzazione ha attribuito alle grandi città un ruolo di guida del progresso. Napoli deve entrare in quel consesso, deve guidare il Mezzogiorno, l'Italia e l'Europa verso una nuova frontiera, un nuovo obiettivo, che ci piace definire “Italia mediterranea”, che porti questo Paese anche al superamento del regionalismo di gestione, che ha dato prova dei suoi limiti proprio durante la pandemia, e realizzi un regionalismo di funzioni, che abbia questo obiettivo, ossia quello della coesione nazionale ed europea.
Per fare questo ci vuole un intervento straordinario; bisogna ascoltare la richiesta autorevole, la proposta di buonsenso che viene dal sindaco Manfredi e da tutte le forze politiche del Mezzogiorno d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
(Iniziative normative per una soluzione strutturale della crisi finanziaria delle autonomie locali – n. 3-02619)
PRESIDENTE. Il deputato Pietro Navarra ha facoltà di illustrare l'interrogazione Miceli ed altri n. 3-02619 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
PIETRO NAVARRA (PD). Grazie Presidente. Lo stato di sofferenza economico-finanziaria degli enti locali in Italia, ma soprattutto di quelli situati nel Mezzogiorno, è stato discusso nella recente assemblea annuale dell'ANCI. In Sicilia, per esempio, dei 391 comuni, 100 sono in dissesto o in piano di riequilibrio e 240 non sono in condizioni di redigere il bilancio di previsione 2021-2023. La sentenza n. 115 del 2020 della Corte costituzionale ha evidenziato che le crisi finanziarie degli enti locali non sono sempre imputabili a cattiva amministrazione, ma sono spesso conseguenza delle difficoltà economiche e sociali del territorio. Per fronteggiare le debolezze degli enti in crisi, dunque, servono interventi urgenti di natura finanziaria, differendo, per esempio, al 31 dicembre 2021 il termine ultimo per l'approvazione del bilancio di previsione dell'anno 2021 e contraendo la percentuale di accantonamento del Fondo crediti di dubbia esigibilità. Ma serve anche - e su questo chiediamo quali sono gli intendimenti del Governo - un intervento normativo di revisione del TUEL, che intervenga in modo strutturale e risolutivo sulla crisi finanziaria degli enti locali, anche attraverso l'utilizzo di indicatori di vulnerabilità sociale, per superare quegli squilibri correlati a caratteristiche socio-economiche e territoriali, che non possono essere sanati dai singoli enti con mezzi e risorse proprie.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, gli onorevoli interroganti chiedono al Governo se intenda utilizzare il disegno di legge di revisione del testo unico enti locali come veicolo per una normativa che intervenga in modo strutturale e risolutivo sulle crisi finanziarie conseguenti all'armonizzazione dei bilanci degli enti locali. A oltre vent'anni dal decreto legislativo n. 267 di approvazione del testo unico, è ormai condivisa la necessità di una sua revisione sistematica che, attraverso una nuova delega legislativa, consenta al Governo di ridefinire il complessivo assetto della materia, armonizzando le disposizioni originarie con i numerosi interventi di settore che si sono succeduti negli anni. In considerazione dell'ampia e assolutamente complessa tematica, all'esito dei lavori di un gruppo di studio da me voluto, insediatosi il 6 luglio 2020, è stata elaborata dai miei uffici una bozza di disegno di legge delega per la revisione dell'ordinamento degli enti locali, sulla quale sono in corso interlocuzioni con le rappresentanze degli enti locali e delle regioni. In tale contesto, particolare attenzione è stata riservata proprio alla revisione e armonizzazione degli istituti a presidio degli equilibri di bilancio degli enti locali, allo scopo di perseguire obiettivi di razionalizzazione ordinamentale, anche mediante l'individuazione di specifici indicatori e parametri economici e giuridici di rilevamento, con particolare riguardo a quelli che indicano difficoltà strutturali nella riscossione delle entrate e nella gestione di cassa. È stata prevista anche la revisione di specifiche procedure, con particolare riguardo a quelle volte al controllo dell'emersione di sofferenza di cassa e di squilibri di bilancio, che richiedono interventi tempestivi ed adeguati.
Per quanto riguarda, infine, le esigenze rappresentate nelle premesse dell'interrogazione, relativamente all'ulteriore proroga del termine ultimo per l'approvazione del bilancio di previsione dell'anno 2021 e ad altri eventuali interventi strutturali sulla gestione del Fondo crediti di dubbia esigibilità, assicuro che la questione è agli approfondimenti tecnico-politici e alla valutazione della Conferenza Stato-città e autonomie locali, con il necessario coinvolgimento dell'ANCI e del Ministero dell'Economia.
PRESIDENTE. Il deputato Carmelo Miceli ha facoltà di replicare.
CARMELO MICELI (PD). Presidente, signora Ministra, la ringrazio per la sensibilità istituzionale che ha mostrato con la sua risposta ed esprimo, a nome del Partito Democratico, grande soddisfazione per il tenore delle sue parole. Del resto, lei in questa sede ha dimostrato come il Governo abbia colto quello che noi segnaliamo come rischio, un rischio di un'ecatombe istituzionale che può riguardare oltre trecento comuni, soprattutto nel Mezzogiorno. Trecento sono prossimi già al dissesto solo in Sicilia. È un rischio che potrebbe tradursi nella totale vanificazione, da un lato, di ogni aspettativa di servizi essenziali per i cittadini e, dall'altro, di quella che è la funzione perequativa del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Proprio per questo riteniamo sia assolutamente doveroso - come ha fatto lo Stato che ha chiesto all'Europa elasticità, riconosciuta attraverso la possibilità di scostamenti di bilancio - che anche per gli enti locali vi sia una fase transitoria che, dopo il COVID, consenta di derogare temporaneamente alle rigide logiche dell'armonizzazione dei bilanci. Logiche che noi riteniamo moralmente ineccepibili e tecnicamente perfette, ma, dopo il COVID e in vista di una ritenuta e riconosciuta necessaria riforma del TUEL, le deroghe appaiono assolutamente necessarie. Noi proponiamo e proporremo anche la possibilità di coniare istituti giuridici nuovi, come avete brillantemente fatto per le imprese con il decreto-legge n. 118, attraverso la formazione di un istituto nuovo quale la negoziazione assistita. Riteniamo che anche i comuni vadano trattati come aziende e assistiti dal Governo nella negoziazione di debiti, ma anche nella gestione dei crediti, superando così quel problema atavico della riscossione a carico dei comuni. In questo senso, se la volontà del Governo è quella di stare accanto ai comuni, come del resto lei ha manifestato con l'interessamento diretto rispetto alla gestione del possibile differimento del termine ultimo sui bilanci di previsione, se questo è l'intendimento del Governo, a nome del Partito Democratico posso con serenità anticipare che l'appoggio del Partito Democratico non mancherà dentro e fuori le Aule di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Situazione del riparto dei migranti tra le regioni italiane, nell'ambito del sistema di accoglienza – n. 3-02620)
PRESIDENTE. La deputata Rossini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02620 (Vedi l'allegato A).
EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Gentile Ministra, sono qui a trattare il tema del sistema per l'accoglienza dei migranti, le cui misure oggi si articolano su tre fasi: la prima è quella di primo soccorso, poi di prima assistenza, infine di prima accoglienza sui territori dove il prefetto invia i richiedenti. Ora, ribadendo il principio importante di corresponsabilità cui devono attenersi tutte le regioni nel gestire le emergenze di un Paese, e riconoscendo oggi, anche dopo il G20, quanto il fenomeno migratorio non sia né causato né imputabile non solo ad un unico Paese, ma nemmeno alla sola Europa, ma debba essere trattato in modo trasversale, su aree geopolitiche ampie, sono qui a chiederle quale sia la situazione aggiornata del riparto tra le regioni italiane nella quota dei migranti.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. L'onorevole interrogante chiede informazioni sulla distribuzione dei migranti nel sistema nazionale di accoglienza. Alla data odierna, si registra la presenza complessiva di 79.154 migranti nel sistema di accoglienza, di cui 630 negli hotspot, 53.303 in strutture di prima accoglienza, tipo CAS e CARA, e 25.221 nei centri della rete SAI. Com'è noto, gli hotspot sono deputati all'identificazione e ai primi screening sanitari dei soggetti rintracciati a seguito delle operazioni di salvataggio in mare o di attraversamento illegale della frontiera, mentre le strutture dedicate all'accoglienza dei richiedenti asilo sono i centri governativi di prima accoglienza, i cosiddetti CARA, e le strutture temporanee di accoglienza, CAS, che, come ho detto, ospitano la maggior parte dei richiedenti asilo.
I minori stranieri non accompagnati, i titolari di protezione internazionale e i titolari di particolari permessi di soggiorno sono ospitati nella struttura del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI).
Con riferimento ai servizi erogati dal sistema SAI, evidenzio che esso è articolato in servizi di accoglienza garantiti su base volontaria dagli enti locali mediante progetti realizzati anche in collaborazione con il privato sociale e il terzo settore, finanziati prevalentemente con le risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, la cui autorità di gestione è il Dipartimento per le libertà civili e per l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Il complesso sistema di accoglienza non può prescindere dalla piena collaborazione delle strutture ministeriali con i territori per sostenere la capacità ricettiva e favorire una più compiuta integrazione dei migranti. In quest'ottica, la loro distribuzione viene condivisa con i livelli territoriali di governo, tenendo in debito conto, da un lato, la sostenibilità delle quote di riparto assegnate, anche in considerazione dei livelli demografici, e, dall'altro, la concreta disponibilità degli enti locali a partecipare alle progettualità del sistema di accoglienza e integrazione.
Ad oggi, per quanto concerne la distribuzione delle presenze a livello regionale, le prime cinque regioni per numero di stranieri ospitati sono Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio e Sicilia. Altre regioni sono interessate da un numero inferiore di presenze, e sono Abruzzo, Basilicata, Umbria, Molise, Trentino-Alto Adige, Sardegna e Valle d'Aosta, dove si registrano numeri inferiori ai 2 mila migranti.
PRESIDENTE. La deputata Rossini ha facoltà di replicare.
EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). La ringrazio per l'esauriente risposta, cui era anche molto interessato il sistema di accoglienza sul mio territorio. La ringrazio anche per mantenere un profilo istituzionale nel trattare le emergenze in questo ambito, lavorando sia a livello regionale che nazionale ed europeo. È molto importante il coinvolgimento dei territori, ma soprattutto è importante riuscire a far comprendere quanto un approccio estremamente emergenziale ed emotivo su questo tema ci porti a perdere di vista le opportunità legate al movimento delle persone. Oggi come oggi, in un'Europa sempre più aperta e con una dislocazione dei lavori oltre confine, questo stigma legato al movimento delle persone, che sono viste sempre pericolose, ci sta portando ad aumentare la discriminazione e a non trovare soluzioni idonee.
Vorrei concludere, ringraziando chi si sta occupando di accoglienza sui nostri territori, perché sono loro che ci garantiscono la sicurezza, in quanto è la non organizzazione ad essere pericolosa, ma un'organizzazione dei servizi puntuale e seria è quella di cui abbiamo bisogno. Voglio ricordare anche che è l'Europa che, in questo momento, si fa carico economicamente di aiutarci a sostenere questo, mentre è ancora aperto il negoziato, che so che lei sta seguendo, per trovare un accordo comune per affrontare, se non una ridistribuzione, proprio una gestione di questa emergenza, che, ripeto, non è legata solo all'Europa, ma ha bisogno di un concorso di azione e di lavoro ben più ampio, quindi a livello internazionale.
(Iniziative di competenza volte a contrastare gli sbarchi di migranti irregolari sulle coste italiane, anche al fine di tutelare la salute dei cittadini – n. 3-02621)
PRESIDENTE. La deputata Varchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02621 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, basta la sua presenza in quest'Aula a dimostrare che il Governo dei migliori esiste soltanto nelle favole. Ad oggi, nel 2021, sono arrivati in Italia quasi 60 mila migranti. I centri di accoglienza sono sovraffollati, le Forze di Polizia e quelle sanitarie operano in condizioni di pericolo, anche e soprattutto in relazione al rischio di contagio da COVID-19. Lei continua a consentire lo sbarco indisturbato e persino il Premier Draghi, in occasione della Conferenza internazionale sulla Libia, di fatto l'ha commissariata dicendo che la situazione è ormai insostenibile. A fronte di limitazioni pesantissime che continuate ad imporre agli italiani, limitazioni della libertà, ad esempio, per prevenire il contagio, per evitare che questi sbarchi diventino un problema per la salute pubblica, lei cosa intende fare? Magari, consentire lo sbarco solo ai migranti che hanno il green pass (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Non lo so, ci risponda e cerchi di essere convincente almeno questa volta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere quali iniziative urgenti si intendano adottare, al fine di contrastare il fenomeno dell'immigrazione illegale. Viene riconosciuto da tutti come il governo dei flussi migratori verso l'Europa, che vede l'Italia tra i Paesi più esposti, con un arrivo di circa 59 mila - quindi, non di 70 mila -, per la naturale collocazione geografica, rappresenti un problema di carattere sovranazionale. Nessun Paese può, da solo, affrontare con successo la questione migratoria che, ormai, ha assunto strutturali connotazioni geopolitiche che richiedono la più ampia convergenza della comunità internazionale. I più recenti dati forniti dalle agenzie europee EASO, Frontex ed Europol indicano che la pressione migratoria, in aumento, interessa tutte le rotte terrestri e marittime dirette in Europa, con un incremento più consistente su quella del Mediterraneo centrale.
Per questa ragione, anche nell'ultimo Consiglio “Giustizia e affari interni”, svoltosi a Lussemburgo il 7 e 8 ottobre 2021, ho sottolineato che, rispetto alla crescita dei flussi, è essenziale che l'Unione europea sviluppi in tempi rapidi e con azioni concrete gli impegni assunti sul fronte dei partenariati strategici con i principali Paesi del Nord Africa, a partire dalla Libia e dalla Tunisia. Lo stesso Presidente Draghi, al termine della Conferenza di Parigi sulla Libia, ha sostenuto che l'Unione europea, in relazione alla situazione degli sbarchi sulle coste italiane, deve trovare un accordo su questo fronte, rappresentando l'esigenza di investimenti più cospicui di sostegno ai libici, idonei a creare condizioni che favoriscano un maggiore e più efficace controllo delle partenze, anche tenuto conto che i migranti che giungono dalla Libia, in realtà, spesso, provengono da Paesi vicini. In questa prospettiva, ho posto in evidenza come sia fondamentale rendere operativo il nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale dell'Unione europea, che costituisce un modello di collaborazione con Paesi terzi per allentare la pressione migratoria verso gli Stati membri più esposti, facendo il miglior uso possibile delle risorse finanziarie europee destinate alle migrazioni.
Torno a ribadire che i temi migratori occupano un posto eminente nell'agenda politica del Governo che sta perseguendo un'articolata e intensa strategia negoziale, sia a livello bilaterale che in ambito unionale. Sul piano della geopolitica, appare evidente come la riduzione della pressione migratoria lungo la rotta del Mediterraneo centrale richieda, quale presupposto decisivo, la stabilizzazione della Libia che è anche la condizione indispensabile per la sicurezza di tutto il bacino mediterraneo e del Sahel. È fondamentale che la transizione istituzionale possa giungere a compimento attraverso le elezioni in programma il 24 dicembre prossimo, come auspicato da tutta la comunità internazionale.
PRESIDENTE. Concluda, Ministra.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Sul piano del controllo delle frontiere marittime, da un punto di vista tecnico operativo, rappresento che, oltre ai programmi di assistenza tecnica alle Forze di polizia dei principali Paesi di origine e transito dei flussi, è in corso anche l'operazione Themis di pattugliamento marittimo congiunto sotto l'egida di Frontex, per il controllo della rotta del Mediterraneo centrale.
PRESIDENTE. Deve concludere.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Inoltre, sempre sul piano tecnico operativo, è stata attivata una linea di diretta collaborazione tra omologhi organismi tecnici per arginare, attraverso una segnalazione tempestiva delle partenze irregolari dalle coste della Tunisia, il fenomeno degli sbarchi che, come è noto, interessa, in maniera significativa, i cittadini di quel Paese.
PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Deidda ha facoltà di replicare.
SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, non siamo certamente soddisfatti; lei sarà stato, e potrà continuare a essere sicuramente, un buon prefetto, ma essere Ministro comporta ben altre responsabilità, vuol dire che, di fronte ai problemi, lei dovrebbe cercare soluzioni per affrontare una grande tematica come quella dell'immigrazione; ma non solo a parole, non elencando numeri, ed enunciando buoni propositi che poi vanno a riempire le pagine dei giornali; lei dovrebbe applicare tali propositi, trovare soluzioni e porre un freno al fenomeno, come è stato fatto nel recente passato. Dovrebbe recarsi presso la Guardia costiera, come abbiamo fatto noi, con il nostro capogruppo, onorevole Lollobrigida, a constatare che nel periodo in cui si parlava di porti chiusi, di pattugliamento del mare, di bloccare le partenze e l'attività delle navi delle ONG, diminuivano i viaggi della speranza, ma anche i morti. Siete tornati al Governo e avete ricominciato a parlare di porti aperti e i viaggi aumentano, così come aumentano gli sbarchi.
Inoltre, come funziona il sistema d'accoglienza? Fate arrivare i migranti in Italia e questi fuggono dai centri; si faccia un giro nei paraggi della stazione Termini, come nei pressi di tante stazioni del Nord o in molte piazze: vi sono migliaia di disperati che finiscono nelle mani dei criminali della droga, della prostituzione e del racket.
Cosa dovremmo dire rispetto agli appelli dei sindacati delle Forze di polizia, Forze che non riescono più a fronteggiare i numeri degli immigrati nei centri di accoglienza, anche riguardo all'emergenza pandemica? Cosa dovremmo dire di ciò che accade in Sicilia, in Puglia, in Calabria e ora anche in Sardegna? Lei sta offrendo parole, parole su parole, senza proporre alcuna soluzione. Poi, nelle regioni che ho menzionate si affrontano i veri problemi, con gli algerini che, dopo essere sbarcati, vanno nei vari bar a fare colazione e aspettano i Carabinieri per essere portati nei centri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); 150 mila italiani hanno firmato la nostra petizione per chiedere le sue dimissioni, per manifesta incapacità, perché lei, lo ripeto, sarà un bravissimo prefetto, ma non ha capito che il suo ruolo di Ministro comporta l'obbligo di proteggere le nostre Forze armate, le nostre Forze di polizia e, anzitutto, gli italiani, i cittadini onesti e non deve permettere un sistema d'accoglienza che lucra sulla vita degli immigrati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Concluda.
SALVATORE DEIDDA (FDI). Si ricordi che Fratelli d'Italia è stata la prima forza politica a chiedere accoglienza per i nostri collaboratori afgani, e si renda conto che noi accogliamo chi scappa dalla guerra e non chi, invece, arriva con i barconi, in un sistema ipocrita, buonista e sicuramente da condannare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative di competenza in relazione all'aumento del prezzo del metano da autotrazione – n. 3-02622)
PRESIDENTE. La deputata Silvia Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione Moretto ed altri n. 3-02622 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il mercato dell'energia ha mostrato un trend di aumento dei prezzi soprattutto in relazione al metano da autotrazione. Sulle bollette energetiche lei e il suo Governo siete intervenuti profondamente, ma il MEF ha previsto che i richiamati aumenti determineranno un'inflazione pari al 4 per cento su base annua e si stimano 5,3 miliardi in meno di consumi. Pertanto, chiediamo a lei, e al suo Ministero, quali siano i provvedimenti che si intendono porre in essere, in particolare sulla riduzione della componente fiscale, l'IVA - che ovviamente dovrà essere concordata con l'Unione europea -, per evitare, appunto, un aumento di prezzi generalizzato, che penalizza la crescita economica, e, in particolare, le famiglie e le aziende.
PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Lo strumento di monitoraggio per i prezzi di vendita dei carburanti è l'“Osservaprezzi carburanti” presso il Ministero dello Sviluppo economico. Noi abbiamo attivato, come Mite tutte le interlocuzioni con questa organizzazione e con il Ministero dello Sviluppo economico per approfondire e analizzare la questione che, oggettivamente, è molto complessa. Ci sono state addirittura due riunioni ministeriali, il mese scorso, di tutti i Ministri europei competenti sul tema dell'energia, a distanza di 20 giorni, perché è chiaro che l'emergenza è avvertita fortemente in tutta Europa.
L'aumento del prezzo del metano per autotrazione si inquadra nel contesto generale di aumento dei prezzi delle materie prime sul mercato energetico. Come ricordavate nell'interrogazione, il Governo ha posto in essere tutta una serie di sforzi per mitigare gli effetti collaterali dell'aumento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas sui clienti finali.
Il punto è che in questo momento abbiamo in discussione, nell'ambito del “Fit for 55”, in Europa - noi stiamo lavorando su questo e il 2 dicembre abbiamo la nuova ministeriale - la riforma della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici, nel contesto più ampio che vede la questione dell'aumento dei prezzi del carburante e delle materie prime energetiche all'ordine del giorno in tutti gli Stati europei. L'impegno a mitigare l'impatto del fenomeno è ovviamente alla nostra attenzione, assoluta, e richiede una condivisione di soluzioni che possano essere portate avanti, scongiurando dinamiche inflattive, in un momento di ripresa del fatturato economico e della produzione nel Paese. Vi garantisco massimo impegno nel monitorare l'andamento dei prezzi, con particolare riferimento al metano per autotrazione, anche per le evidenti ricadute economiche che ha sui settori privati degli autotrasportatori. Confermo anche l'impegno non solo a comprendere l'origine del fenomeno, che è il minimo, ma anche ad individuare gli strumenti più idonei a mitigarne gli effetti.
Per quanto riguarda la vostra richiesta di intervenire sulle aliquote IVA che gravano sul metano per autotrazione - è chiaro che è stata la prima cosa che abbiamo cercato di studiare -, sono partiti già da un po' i contatti con il MEF. L'interlocuzione con il MEF serve a verificare le soluzioni più idonee per contenere i prezzi e, ovviamente, queste vanno negoziate con la Commissione europea. Quindi, noi siamo assolutamente al lavoro su questi temi; purtroppo, la situazione è abbastanza complicata, perché, ripeto, è europea, non solo nazionale.
PRESIDENTE. La deputata Moretto ha facoltà di replicare.
SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, per la risposta, che sta a significare non un formale, ma un sostanziale impegno ad affrontare davvero e fino in fondo la questione relativa agli aumenti dei costi dell'energia, tra cui il costo dei carburanti. È evidente che arriviamo alla riunione di dicembre che lei ci ha appena annunciato con grandi speranze, ma anche con la fiducia che il Governo italiano giocherà, a quel tavolo, una partita decisiva.
Oggi, tra le tante questioni, abbiamo scelto di porle quella relativa agli aumenti del costo del metano, perché i rincari nel settore sono stati davvero drastici. Oggi, il prezzo del metano, in molti distributori, supera quello della benzina e questo va a penalizzare, soprattutto, gli utilizzatori di quel milione e 100 mila autovetture che circolano nel nostro Paese a metano. Chi ha fatto la scelta di tale combustibile l'ha fatta sia per motivi economici, di risparmio sia per motivi ambientali, optando per una mobilità diversa da quella tradizionale. Gli effetti di questi rincari, quindi, pesano fortemente sulle tasche di queste famiglie, sui bilanci di queste famiglie; pesano, da un punto di vista economico, sui tanti proprietari dei distributori di carburanti, sul tessuto imprenditoriale che è legato al mondo delle installazioni a metano, quindi la componentistica e l'assistenza, ma anche - come lei sa meglio di me - sul perseguimento degli obiettivi ambientali che ci siamo tutti posti.
La questione dell'IVA gliel'abbiamo posta perché, come lei ben sa, nell'ultimo decreto c'è stato un intervento relativo alla riduzione dell'IVA, ma è espressamente escluso il metano per autotrazione. Confidiamo che tutti i percorsi, compreso quello di autorizzazione europea, portino a incidere su questo fronte, che è quello che pesa di più sul costo del metano, ma che si possano mettere in campo anche altre misure che evitino il procrastinarsi degli aumenti ricordati e la penalizzazione di tante famiglie e aziende italiane (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
(Chiarimenti e iniziative urgenti in relazione al Seminario nazionale sulla localizzazione del deposito nucleare – n. 3-02623)
PRESIDENTE. Il deputato Molinari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02623 (Vedi l'allegato A).
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa, dal 7 settembre è iniziato il Seminario nazionale, gestito da Sogin, finalizzato ad ascoltare le osservazioni dei territori, delle amministrazioni, delle regioni interessati dalla CNAPI, cioè dalla Carta che ha individuato i siti potenzialmente idonei alla localizzazione del deposito nazionale per le scorie nucleari.
Nella seduta del 15, quindi di un paio di giorni fa, a precisa domanda da parte delle amministrazioni locali, il rappresentante di Sogin avrebbe risposto, in merito ai criteri individuati dalla mozione parlamentare che è stata approvata qui, alla Camera, in aprile e che è un documento che nasce come documento della Lega, di cui sono stato primo firmatario, ma che, poi, è diventato patrimonio comune della stragrande maggioranza dei gruppi qui presenti e ha avuto una larga maggioranza nel voto, in merito a una richiesta precisa su come Sogin intenda applicare questi criteri, la risposta è stata che Sogin attende che qualcuno - quindi, il Governo - gli dica come fare e, quindi, come tener conto di questa mozione.
L'interrogazione di oggi è volta a capire come il Governo intenda assumere in atti concreti un impegno che è stato molto chiaro e molto condiviso da parte della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, onorevole Molinari. Il seminario organizzato da Sogin è il contesto principale per garantire il coinvolgimento di tutte le amministrazioni locali e di tutti i soggetti portatori di interessi qualificati. Tra l'altro, io, appena insediato come Ministro, ho ricevuto una lettera dalla collega francese in cui mi diceva che c'era un ritardo di molti anni riguardo a una questione di scambio rifiuti purificati e sono stato proprio io a riattivare questa conferenza, altrimenti rischiavamo di star fermi. Il ritardo accumulato era molto, era pluriennale, quindi sono perfettamente sensibile verso il problema.
A seguito della pubblicazione della CNAPI, è stato, poi, avviato un percorso partecipativo, aperto a tutti i soggetti pubblici e privati interessati, per acquisire gli ulteriori elementi e dati disponibili in sede locale che sono necessari per approfondire, sul piano tecnico, la piena e puntuale rispondenza ai criteri AIEA delle aree proposte, valutare l'eventuale esclusione di alcune aree e la rimodulazione di altre nella loro conformazione ed estensione e pervenire, quindi, alla proposta di Carta delle aree idonee (CNAI); questa, a sua volta, viene aperta a una enorme quantità di enti. Quindi, l'ampiezza degli approfondimenti tecnici previsti e la larga platea dei soggetti interessati ammessi a partecipare a questa procedura sono una garanzia di trasparenza e completezza delle valutazioni finalizzate ad individuare le aree da inserire nella CNAI.
Ora, per quanto lei sollevava nell'interrogazione, cioè la mancata comunicazione alla Sogin, questo un po' ci meraviglia. In merito alle osservazioni contenute nella mozione citata dagli onorevoli interroganti, si rappresenta che la stessa, alla stregua di ogni atto parlamentare, è pubblica, nonché pubblicata attraverso i normali canali di comunicazione e, pertanto, è acquisibile da ogni soggetto interessato. Le dico che la conoscenza della mozione da parte di Sogin è comprovata dalla circostanza che ad essa hanno fatto espressamente riferimento i vertici della società stessa nel corso dell'audizione svoltasi, in data 25 maggio 2021, dinanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati, affermando che erano già state avviate le interlocuzioni con il MITE, al fine di recepirne i 21 punti (quindi, sono stati menzionati proprio 21 punti su 21).
Quindi, francamente, il fatto che il 15 novembre qualcuno della dirigenza abbia detto di non saperne nulla mi sembra più una questione episodica. Abbiamo anche sbobinato l'intervento: dopo un'ora e 33 minuti, effettivamente c'è qualcuno che ha detto questa cosa, però, ripeto, a maggio, già il top management di Sogin parlava con noi di questi 21 punti.
Comunque, detto questo, che può essere un incidente di percorso, quanto previsto dalla mozione deve essere assolutamente tenuto in considerazione durante l'attività di elaborazione della CNAI, unitamente alle risultanze della consultazione pubblica e del Seminario nazionale, nonché della seconda fase di consultazione pubblica che avrà inizio successivamente alla pubblicazione degli atti del Seminario nazionale.
Detto questo, onorevole Molinari, se c'è una cosa che, in questo momento, sto veramente cercando di capire e su cui lavorare, perché c'è un lunghissimo pregresso, è proprio la storia di Sogin. Avendo riattivato l'operazione a livello internazionale perché dobbiamo recuperare i nostri scarti purificati - c'è tutta un'operazione in corso a livello europeo -, voglio capire molto bene anche per cercare di recuperare il tempo perduto. Quindi, le garantisco totale dedizione a questo tema.
PRESIDENTE. Il deputato Molinari ha facoltà di replicare.
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro per la risposta; una risposta che va al Parlamento, va al nostro gruppo, va soprattutto a tutti i soggetti che in questi giorni hanno interloquito con Sogin e che si erano spaventati da quell'incidente di percorso, come l'ha definito giustamente lei. Questo non può che rincuorarci, perché ricordiamo che una mozione parlamentare non è un atto di indirizzo generico, ma è un impegno vincolante per il Governo. Mi permetta di dirlo: nel momento in cui siamo in una fase di Governo di unità nazionale, in cui l'iniziativa parlamentare, per forza di cose, per tante ragioni, è compressa, uno dei pochi atti che, in questi mesi, ha trovato ampia convergenza da parte di tutti, che esprime la volontà del Parlamento e quella che riteniamo essere anche la volontà popolare non può essere disatteso.
Quindi, la ringraziamo per il suo impegno; non so se, poi, il modo più giusto per vincolare Sogin nella scelta definitiva sia di tramutare, magari, quei 21 punti in un atto normativo specifico, anche perché, dal nostro punto di vista, alla fine, quei punti altro non facevano che specificare quanto già la legge prevedeva. E, infatti, quando è uscita la Carta provvisoria - la CNAPI - la sorpresa e la reazione dei gruppi, ma anche dei territori, erano dovute al fatto di non capire il motivo per cui alcuni elementi, che sembravano oggettivi, fossero stati disattesi nei fatti.
Le faccio un paio di esempi. Il fatto che la legge prevedesse che non può essere idonea un'area di particolare pregio ambientale e, all'interno della CNAPI, siano stati inseriti comuni e territori situati in aree UNESCO (quindi, riconosciuti a livello internazionale come di pregio), tanto in Piemonte, quanto in Toscana, è qualcosa che ci ha lasciato stupiti. Oppure, con riferimento al fatto che il sito debba essere collocato in zone facilmente accessibili sotto il profilo della viabilità, ci ha sorpreso che, a fronte di ciò, siano stati identificati siti all'interno delle isole maggiori.
Quindi, il nostro non è un ragionamento campanilistico, visto e considerato che parlo da piemontese, eletto ad Alessandria; ma il fatto che, su 12 aree considerate come le migliori, le più idonee, ben 5 (5 su 12) sono collocate in provincia di Alessandria e ben 7 sono collocate in Piemonte è qualcosa che i territori non possono capire.
Quindi, ci pare evidente che, nella redazione della CNAPI, qualche errore sia stato fatto e apprezziamo molto il suo impegno per correggere queste storture e per dar seguito a quella che è stata la chiara volontà del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Iniziative per la nomina di un commissario nazionale per i cambiamenti climatici, al fine di soddisfare gli impegni assunti in sede nazionale e internazionale – n. 3-02624)
PRESIDENTE. Il deputato Generoso Maraia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02624 (Vedi l'allegato A).
GENEROSO MARAIA (M5S). Grazie Presidente, grazie Ministro. Da pochi giorni è rientrata da Glasgow una delegazione di parlamentari italiani, di cui ho avuto l'onore di far parte e che ringrazio, che ha partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Dalla COP26 è emersa la necessità di fare scelte coraggiose come abbandonare il carbone o ridurre i sussidi alle fonti fossili. Tra queste scelte coraggiose il MoVimento 5 Stelle chiede di nominare un commissario nazionale per i cambiamenti climatici con funzioni di monitoraggio e attuazione; nomina necessaria per trasformare il “bla bla bla” in concrete azioni in favore del pianeta e della nostra Nazione.
PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Vorrei sottolineare, innanzitutto, che con il decreto-legge n. 22 del 2021 è stata prevista l'istituzione del Comitato interministeriale per la transizione ecologica, detto CITE, che deve assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica, la relativa programmazione e l'approvazione del PTE (Piano per la transizione ecologica). Il Piano è volto, tra l'altro, al coordinamento delle politiche di riduzione delle emissioni climalteranti, contrasto al dissesto idrogeologico, adattamento ai cambiamenti climatici, promozione della qualità dell'aria e della fiscalità ambientale.
Il CITE ha, inoltre, il compito di deliberare sulla rimodulazione dei SAD (Sussidi ambientalmente dannosi) e svolge le funzioni di indirizzo, impulso e coordinamento tecnico sull'attuazione degli interventi del PNRR. Credo sappiate tutti che nel CITE è presente un numero piuttosto elevato di Ministeri, che sono coinvolti con le varie missioni, più alcuni che vengono ospitati ad hoc in funzione delle questioni particolari.
Il PNRR, inoltre, nella Missione 2, componente 4/7, riforma 3.1 - scusatemi per il tecnicismo - prevede che entro il quarto trimestre del 2021 venga istituito un programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico che introduce misure idonee per la riduzione dell'inquinamento atmosferico in linea con la direttiva europea (UE) 2016/2284 e con il decreto legislativo del 30 marzo 2018, n. 81 di recepimento della stessa direttiva.
Il programma ha superato la fase di valutazione ambientale strategica ed è prossimo ad essere sottoposto alla Conferenza unificata per l'espressione del relativo parere. Il già citato decreto-legge n. 22 ha previsto che i compiti dello Stato relativi alla tutela dell'ambiente e all'energia venissero affidati al neo istituito Ministero della Transizione ecologica con la volontà di garantire azioni integrate, coerenti e unitarie nei due settori in un'ottica di coordinamento delle esigenze climatiche.
Il nuovo Ministero ha attribuito tutte le competenze necessarie per svolgere le attività, sia nazionali che internazionali, volte alla transizione energetica e al raggiungimento degli obiettivi europei, nonché internazionali in materia di clima, energia e ambiente e, più in generale, di tutela dell'ecosistema.
Il DPCM di riorganizzazione del Ministero, il n. 128 del 29 luglio 2021, ha operato un'assegnazione organica di compiti e funzioni in ordine alle materie afferenti al cambiamento climatico, alla qualità dell'aria, nonché alla supervisione circa le procedure di infrazione UE. Inoltre, è attualmente in corso, in coordinamento con il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, la procedura di nomina dell'inviato speciale per il cambiamento climatico, secondo quanto previsto dal decreto-legge n. 80 del 2021. Questa figura istituzionale, oltre a presidiare il raggiungimento degli obiettivi internazionali sul clima, è preposta a garantire una più efficace partecipazione dell'Italia agli eventi e ai negoziati internazionali sui temi ambientali, inclusi quelli sul cambiamento climatico.
Atteso quanto sopra e alla luce delle specifiche competenze e funzioni di cui gode il MITE, anche con le nuove strutture, segreterie tecniche e altro, non si ravvisa la necessità dell'istituzione di un ulteriore commissario nazionale per i cambiamenti climatici con funzioni di monitoraggio delle misure economiche e finanziarie volte all'ottemperanza degli impegni internazionali; in ogni caso, per l'istituzione di questo commissario, occorrerebbe un apposito intervento del legislatore statale, posto che l'ordinamento attuale non prevede alcuna disposizione che ne disponga l'istituzione.
PRESIDENTE. Il deputato Alberto Zolezzi ha facoltà di replicare.
ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie, Ministro, la ringrazio anche per l'impegno che ha profuso alla COP26. La nostra richiesta, però, riguarda non solamente i piani e i programmi, ma anche qualcosa di molto diverso.
Mi riferisco al monitoraggio e all'impulso sull'attuazione delle misure economiche e finanziarie per superare i sussidi ambientalmente dannosi, per superare i limiti e i nodi emersi proprio nella discussione della COP26 e per adempiere agli impegni stabiliti nell'arco della COP26. Questa è una cosa completamente diversa da ciò che ha affermato lei. Il commissario nazionale per i cambiamenti climatici, secondo noi, resta una figura importante e spero si possa continuare a discuterne anche proprio in termini di rappresentanza internazionale, di figura, comunque, staccata dalla politica.
La COP26 è stata importante anche per l'incontro con i giovani che sarà strutturale: sono loro che vivranno gli impegni e i cambiamenti climatici. Purtroppo, per adesso, si punta a ben 2,4 gradi in più rispetto alla temperatura attuale a fine secolo e non a 1,5 gradi. Bisogna fare di più. Per l'Italia l'università “Ca' Foscari” stima 80 centimetri di innalzamento del livello del mare: vuol dire che sott'acqua ci andrà non solo Venezia, ma anche Padova; stima siccità in Sicilia e Calabria. Il tema globale del clima che cambia si integra in Italia con la situazione di rischio idrogeologico, sismico e climatico molto peggiore rispetto al resto d'Europa, per cui per gli impegni internazionali citati - superamento del carbone, progressivo superamento del fossile - è necessario fare di più, dire stop a nuove trivelle, dire stop al nucleare. Per questo ci vuole un'autorevolezza internazionale importante, anche per superare le infrazioni per la qualità dell'aria: 63.410 sono i decessi stimati dall'Agenzia europea ambientale per il 2019 in Italia.
Bisogna fare di più, lo ripeto. Ragioniamo ancora sul commissario nazionale per i cambiamenti climatici.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16, 10.
La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,10.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Barelli, Bergamini, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Casa, Cavandoli, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Garavaglia, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Grande, Grimoldi, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Maggioni, Magi, Marattin, Melilli, Molinari, Molteni, Mulè, Mura, Nardi, Orlando, Paita, Palazzotto, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rizzo, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Silli, Sisto, Stumpo, Tabacci, Vignaroli, Raffaele Volpi e Zanettin sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà. Prego, a lei la parola, deputato Borghi.
ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente, prendo la parola sull'ordine dei lavori per sottoporre a lei - quindi, per il suo tramite, al Presidente Fico - l'esigenza di un approfondimento - quindi, di una verifica molto puntuale e molto attenta rispetto a quanto è accaduto - inerente alle attività ispettive in generale dei parlamentari, ma più in particolare di una collega che, secondo quanto riferiscono fonti di stampa, avrebbe - o ha - accompagnato all'interno di un carcere della Repubblica italiana, senza che vi siano state le relative operazioni dal punto di vista delle autorizzazioni delle autorità competenti, una serie di non precisati funzionari di un Paese straniero che avrebbero interrogato un imputato che si trovava all'interno di un carcere. Mi riferisco all'attività della collega Cunial, che, il 19 gennaio del 2021 - ripeto, secondo quanto dichiarano a oggi su alcuni giornali una serie di esponenti, fra cui il diretto interessato - avrebbe consentito l'accesso in un carcere di soggetti che rispondono ad un'amministrazione di un Paese straniero, scavalcando completamente sia le autorizzazioni da parte della competente autorità giudiziaria e giurisdizionale, sia gli elementi connessi con i rapporti esteri e diplomatici del nostro Paese. In particolare, la fattispecie acquisisce un grado ulteriore di delicatezza, signor Presidente, in quanto il soggetto in questione - il cittadino italiano detenuto - sarebbe stato accusato non solo di spionaggio, ma, secondo una accusa fatta da esponenti dell'amministrazione statunitense uscente - l'Amministrazione Trump -, si sarebbe reso responsabile, attraverso l'utilizzo di strumentazione di una partecipata di Stato, della modifica dell'esito elettorale della recente - di un anno fa - consultazione presidenziale che ha portato all'elezione di Biden. Ora, prescindendo dalla enormità dell'accusa, qui sono in discussione due aspetti. Il primo, per cui noi sappiamo che, secondo una circolare del DAP, noi parlamentari possiamo accedere alle carceri accompagnati da nostri collaboratori, i quali devono preventivamente dichiarare che cosa vengono a fare insieme a noi e devono successivamente comunicare all'autorità penitenziaria che cosa hanno fatto. Secondo fonti di stampa, una parlamentare della Repubblica si sarebbe fatta accompagnare da funzionari di un Paese estero e, addirittura, avrebbe inscenato un interrogatorio in assenza di qualsiasi tipo di garanzie, autorizzazioni e competenze. Allora, è evidente che qui stiamo entrando in un terreno molto delicato e molto scivoloso, signor Presidente. Questo perché, se sdoganiamo l'idea che i parlamentari, a seconda del loro sistema di relazioni, introducono nelle carceri della Repubblica italiana soggetti terzi che possono interloquire con gli imputati, indipendentemente dal rapporto con i magistrati, dal rapporto con le autorità preposte, dalle relazioni tra questo Paese e altri Paesi, sdoganiamo un sistema che va vicino all'anarchia. Quindi, le chiedo, signor Presidente, di investire il presidente Fico di questa situazione, perché non diventi un precedente e perché sia chiaro che vi sono limiti e regole che devono essere rispettati da tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Italia Viva e Misto). Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Borghi. Abbiamo ascoltato le sue riflessioni e, sicuramente, compiremo quelle azione di verifica, tali da confermare la sua descrizione e, eventualmente, dare la possibilità al presidente Fico di assumere i provvedimenti del caso.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3363.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3363)
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3363: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, recante misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di monitoraggio.
Avverto che sono stati ritirati dai rispettivi presentatori gli ordini del giorno n. 9/3363/1 Rizzo Nervo, n. 9/3363/41 De Carlo, n. 9/3363/43 Marino, n. 9/3363/44 Dieni, n. 9/3363/49 Zolezzi, n. 9/3363/50 Gabriele Lorenzoni e n. 9/3363/53 Mammì.
Ha chiesto di intervenire per una precisazione il sottosegretario Costa. Ne ha facoltà.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie Presidente, per rettificare due pareri. Mi riferisco all'ordine del giorno n. 9/3363/46 Barzotti, su cui esprimo parere favorevole con la seguente riformulazione: premettere all'impegno “valutare l'opportunità di” ed espungere le parole “in maniera significativa e sostenibile”. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3363/25 Bellucci, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. La ringrazio sottosegretario. Ripartiamo dall'ordine del giorno n. 9/3363/2 Carnevali, visto che il precedente, a firma del collega Rizzo Nervo è stato ritirato. Il parere del Governo è favorevole. Il deputato De Filippo ci deve dire se accolga la riformulazione sul suo ordine del giorno, n. 9/3363/3. Affermativo.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/4 Siani, c'è un parere favorevole con riformulazione: viene accolta? Deputato Siani? Va bene; non l'avevamo vista, perché è in un settore della nostra tribuna abbastanza nascosto.
Ordine del giorno n. n. 9/3363/5 Labriola, c'è anche qui una proposta di riformulazione avanzata dal Governo, su cui abbiamo risposta affermativa da parte della deputata Labriola.
Passiamo all'ordine del giorno n. n. 9/3363/6 Ehm, su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Ehm. Ne ha facoltà.
YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie Presidente. Questo ordine del giorno chiede una cosa molto semplice – è stata chiesta più volte -, proprio per garantire ai cittadini un servizio di screening epidemiologico tramite un servizio di tamponi rapidi e gratuiti. È un servizio che viene offerto in altri Paesi europei, se pensiamo alla Danimarca, alla Francia e alla Germania, che offrono sempre un servizio di tamponi gratuiti per tutti i cittadini, questo non può che esimerci, in Italia, dal fare diversamente, per garantire la massima sicurezza per tutti i nostri cittadini, vaccinati e non.
Presidente, poche settimane fa sono stata sia in Danimarca sia - qualche giorno fa, per la precisione - in Germania, dove, dopo soltanto un mese di interruzione di tamponi a pagamento, hanno reintrodotto, da venerdì scorso, il tampone gratuito per tutti - gratis e sempre -, non soltanto nelle farmacie, non a prenotazione, ma libero, per fare in modo che vi possa essere la massima sicurezza e la massima libertà per tutti i cittadini di sentirsi sempre al sicuro e fare in modo di avere sempre la negatività accertata, sia per i vaccinati che per i non vaccinati. Quindi, credo sia fondamentale ribadire la richiesta contenuto in questo ordine del giorno, per fare in modo che i cittadini possano sentirsi sempre al sicuro. Pertanto, richiedo, un'altra volta ancora, come già fatto su vari ordini del giorno, di introdurre i tamponi gratuiti rapidi per tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà. Ricordo che siamo sull'ordine del giorno n. 9/3363/6 Ehm.
ANDREA COLLETTI (MISTO-A). La ringrazio, Presidente. Noi di Alternativa riteniamo fondamentale dare indicazione di voto favorevole su questo ordine del giorno proposto dalla collega Ehm. Lo riteniamo fondamentale, perché l'interesse principale, non solo di tutti i parlamentari riuniti in questa sede oggi, ma anche e soprattutto del Ministero della Salute e degli altri organismi che dovrebbero essere terzi, come l'Istituto superiore di sanità, dovrebbe essere disincentivare l'infezione da COVID per contagio. L'ultimo anno e mezzo ci ha consentito di verificare che, purtroppo, è l'unico modo in cui vi è davvero una certezza di limitare la diffusione di un'infezione riacutizzatasi soprattutto negli ultimi mesi con l'esplosione di alcune varianti, quali, ad esempio, la Delta o quella chiamata Delta plus; da ultimo, sembra sia arrivata in Europa una nuova variante, prima sconosciuta, da un ceppo africano, ovvero da un'area dalla quale, purtroppo, i Paesi ricchi hanno eradicato la possibilità di vaccinarsi per le popolazioni locali. Come dicevo, il modo migliore per verificare ipotesi di contagio, per evitare cluster, soprattutto nelle scuole, ma anche nei luoghi di lavoro, come anche in altri luoghi chiusi – si pensi ai cinema, alle sale da teatro o da concerto - è proprio non solo prevedere uno screening il più possibile esteso a favore di persone che possono immaginare di essere arrivate a contatto con un numero “x” di persone, ma anche, e soprattutto, verificare, grazie a una compagna di test – in particolar modo in questo momento storico, in cui in Italia c'è un'altissima percentuale di vaccinazioni -, se ci possano essere casi di persone vaccinate, ma contagiate asintomaticamente con l'infezione da SARS-CoV-19. Questo, in verità, è un rischio rilevante e riguarda coloro che sono asintomatici.
La campagna di screening, quindi, va a tutela del benessere pubblico e collettivo, va a tutela dell'efficienza sanitaria e, quindi, va a tutela delle singole ASL, ma lo screening sarebbe stato utile anche per tutti coloro che sono stati asintomatici in questi mesi relativamente a un contagio da COVID-19 e, seppure asintomatici, non avendo fatto il tampone - poiché a quell'epoca, nei mesi passati, si facevano tamponi esclusivamente a persone con sintomi o in quarantena -, non possono dimostrare l'avvenuto contagio o infezione e, per questo motivo, non possono neanche accedere alla normativa prevista dal green pass per coloro che hanno avuto il COVID-19.
Ciò è rilevante, Presidente, e io stesso ho presentato un ordine del giorno in merito, poiché parliamo di migliaia di persone asintomatiche che non possono accedere al green pass. In realtà, questa campagna - lo screening dovrebbe essere sempre visto favorevolmente dai Governi e dai Ministeri, perché è prevenzione e aiuta la prevenzione - potrebbe addirittura essere estesa, come ci hanno raccomandato numerosi infettivologi, non solo italiani, ma anche stranieri, ad uno screening derivante da un test sierologico attestante il titolo anticorpale anche post-vaccinazione. Grazie a tale campagna di screening noi finalmente, come Italia, potremmo disporre di statistiche reali, statistiche che purtroppo, a causa dell'inazione dell'Istituto superiore di sanità e del Ministero della Salute, non possiamo avere e che dobbiamo ricevere, ahimè, da Stati esteri, in primis Inghilterra e Israele, dove vi è parità di tutti per l'accesso a notizie sensibili di natura statistica e dove, soprattutto, vi è stata, in questi mesi, una volontà politica di chiudere i potenziali cluster e di fare screening a beneficio di tutti, anche per verificare effetti benefici della vaccinazione contro il COVID…
PRESIDENTE. Concluda.
ANDREA COLLETTI (MISTO-A). …e soprattutto per verificare l'efficacia della vaccinazione dopo mesi e mesi dall'eventuale iniezione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente, intervengo a titolo personale. Mi ricollego a questo ordine del giorno, ma mi riferisco soprattutto all'ordine del giorno n. 9/3363/1 Rizzo Nervo, che è stato ritirato, appunto, dal collega del Partito Democratico. Tale ordine del giorno, in merito all'estensione della certificazione verde per i guariti superiore agli attuali 6 mesi fino ad arrivare a un anno, era stato oggetto di lunghe trattative - vedo che il sottosegretario annuisce - in sede di conversione del primo “decreto Green pass” - quello per i ristoranti al chiuso - ed era stato accettato. Nel frattempo, le evidenze scientifiche indicano che i guariti hanno un'immunità pressoché permanente (l'ultimo studio in merito è stato pubblicato la settimana scorsa su Nature). Ora, se in presenza di evidenze scientifiche a favore di quello che noi abbiamo sempre chiesto, il Governo cambia i pareri su una cosa che avevamo appunto chiesto noi, con forza, perché i guariti che aspettano di avere quanto gli spetta sono tanti, debbo pensare – mi spiace - che non ci sia particolare serietà nell'attribuzione dei pareri e, quindi, a titolo personale - e mi scuso col mio gruppo se mi permetto di fare una cosa a titolo personale, so che non va di moda nella Lega - mi asterrò su tutti gli ordini del giorno (Applausi di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.
RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/3363/6 della collega Ehm.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.
RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Presidente, mi scusi. Volevo solo chiedere di poter sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno in esame.
PRESIDENTE. Vi ricordo che si può sottoscrivere anche venendo qui o comunque segnalando.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/6 Ehm, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo, per alcune precisazioni. Ne ha facoltà.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda gli ordini del giorno n. 9/3363/10 Albano e n. 9/3363/76 Bologna, per i quali era stata proposta una riformulazione, si precisa che il parere è favorevole senza alcuna riformulazione.
PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario Costa. Ovviamente anche l'ordine del giorno n. 9/3363/3 De Filippo rientra in questa fattispecie.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/7 Tomasi c'è una proposta di riformulazione avanzata dal Governo, che viene accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/8 Butti c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/9 Sodano il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. È utile sempre dire che su questo provvedimento non ci è stato permesso di intervenire in alcun modo: è la ventiseiesima fiducia di questo Governo Draghi, ed è strano che il provvedimento più discusso nel mondo, quello con le norme restrittive maggiori, spesso insensate, sul COVID, non abbia la possibilità di avere almeno un giro di dibattito parlamentare.
Allora pensiamo al prossimo: si parla già in tutte le TV dell'urgenza di vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni. Qui siamo tutti individui e rappresentanti del popolo che hanno piena fiducia nella scienza, che hanno suggerito la strategia dei vaccini, ma sui bambini dai 5 agli 11 anni sicuramente bisogna andarci piano, per vari motivi. Prima di tutto, con riferimento alla sperimentazione sui bambini e ai possibili effetti indesiderati, vi sono prove e risultati che potrebbero arrivare nel 2025. Oggi l'opinione pubblica è distorta perché riceve dalle televisioni comunicazioni contraddittorie. Proprio qualche giorno fa, un noto virologo - di cui non voglio fare il nome per non dargli importanza, ma è uno di quelli che sta sempre in TV - ha cominciato anche a diffondere notizie molto false: ha detto che per i bambini dai 5 agli 11 anni c'è un tasso di mortalità dell'1 per cento. Ma quando noi, come classe politica, cominceremo a stare più attenti e vigili rispetto alle castronerie che vengono dette in televisione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? Perché qua non si capisce più nulla, non si capisce più nulla!
Allora, con questo mio ordine del giorno chiedo di valutare attentamente quelle che saranno, sicuramente, le future mosse di questo Governo, che ha deciso che bisogna citare tutti, sempre, perfino i bambini, non prendendo in considerazione i singoli casi, le problematiche di determinate nicchie, perfino dei bambini, che, ricordiamo, grazie a Dio, sono quella categoria completamente salvata da questo COVID, risparmiata.
Questo noto virologo, l'altro giorno, ha detto che l'1 per cento dei bambini dai 5 agli 11 anni può addirittura morire; poi ci sono gli stessi dati dell'ISS - che sono quelli che noi dovremmo considerare - che ci dicono che la mortalità per un bambino in quella fascia di età è dello 0,01 per cento, una percentuale completamente nulla.
Allora, mi sembra strano che questo ordine del giorno venga rifiutato da questo Governo quando ci si chiede, per i bambini, di avere una maggiore cautela nella piena fiducia nella scienza. Bocciare un ordine del giorno del genere è il più grande slogan che potete fare a favore dei no-vax, perché volete in tutti i modi portare avanti delle politiche sanitarie anche spesso con poco senso, con poca razionalità.
Sappiamo molto bene tutti quanti che il vaccino riesce a ridurre, per fortuna, i rischi di contrarre il COVID, che semmai si ha in una forma leggera, che si supera in una maggiore percentuale di casi e con maggiore facilità; ma sappiamo benissimo che il vaccino non previene, purtroppo, il contagio, e lo sta dimostrando questa corsa alla terza dose (in Israele si parla già di quarta dose). Il vaccino serve per ridurre le esternalità sulla propria salute, ma i bambini ne sono completamente immuni. Quindi, chiedo al Governo di rivedere il proprio parere su questo ordine del giorno.
Penso sia legittimo pensare che il green pass e il vaccino non debbano essere utilizzati nei confronti dei bambini più piccoli. Già oggi, tra i 12 e i 18 anni, si richiede il green pass per molte attività importanti, per la palestra per esempio, e ogni giorno sento genitori che mi dicono: mio figlio non può più andare in palestra perché io per il momento non voglio vaccinarlo, voglio avere maggiori rassicurazioni. E questa gente bisogna capirla, piuttosto che condannarla, perché il gioco sporco che avete fatto è stato condannare chiunque abbia voluto riflettere un momento sull'opportunità del vaccino (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), per esempio nei confronti dei minori, anche nei confronti dei minori!
Per noi è un dovere portare avanti questa opposizione, siamo gli unici a cercare di portare avanti dei punti, prendendo spunti anche da altre Nazioni europee che abbiamo visitato, leggendo ogni giorno la rassegna scientifica in tutto il mondo. Abbiamo il dovere di portare avanti questo tipo di battaglie, ma in piena fiducia nella scienza, questo lo voglio sempre dire.
Allora, cercate di rivedere questo parere e cerchiamo di lasciare fuori da tutte queste dinamiche, che sicuramente riguardano miliardi di euro, i nostri bambini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.
RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. A nome della componente Alternativa, chiediamo di sottoscrivere convintamente questo ordine del giorno e anche di rivolgere una raccomandazione ai colleghi di tutto l'arco parlamentare al fine di valutare attentamente, quando si voterà questo ordine del giorno, perché si prendono delle responsabilità anche con riferimento a soggetti che in questo momento non sono in grado di decidere. Chiediamo al sottosegretario davvero di ripensarci; magari, di accantonare questo ordine del giorno, per un ripensamento, perché io faccio mie le parole del collega Sodano: è un tema delicato rispetto al quale si dovrebbe richiedere a quest'Aula un supplemento di riflessione prima di votare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Anche il collega Raduzzi e la collega Ehm ci fanno cenno di voler sottoscrivere l'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare il deputato Basini. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BASINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, credo che ognuno di noi in quest'Aula, ma anche in tutto il Paese, abbia particolarmente a cuore i bambini. Ecco perché io credo che i bambini vadano assolutamente vaccinati (Applausi).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/9 Sodano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Sull'ordine del giorno numero n. 9/3363/10 Albano c'era una proposta di riformulazione da parte del Governo, ma è stata cambiata in parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/11 Bucalo, il parere del Governo è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/12 Caretta c'è una proposta di riformulazione.
Ha chiesto di parlare la collega Caretta. Ne ha facoltà.
MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Io accetto la riformulazione che ha proposto il Governo, ma mi piacerebbe condividere anche con l'Aula questo ordine del giorno e quindi chiederei che venga messo in votazione così come riproposto dal Governo.PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/12 Caretta, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/13 Ciaburro, parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/14 Delmastro delle Vedove, c'è una riformulazione con proposta di accoglimento come raccomandazione, che viene accolta dall'interessato.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/3363/15 Mollicone, con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Intanto, chiederei al Governo di conoscere la motivazione esatta. Poi, mi riservo di intervenire subito.
PRESIDENTE. Il Governo ci ha ascoltati e non mi pare abbia intenzione di intervenire. Deputato Mollicone, se vuole prendere la parola, altrimenti lo pongo in votazione: il parere è contrario e tale resta. Prego.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Prendo la parola per rappresentare il fatto che questo ordine del giorno, inspiegabilmente, ha un parere contrario - peraltro, neanche la cortesia del Governo di spiegare la motivazione della contrarietà -, rispetto a un tema che è di estrema attualità e che riguarda, con riferimento all'accesso agli edifici scolastici del personale docente e non docente, la verifica del green pass da parte del dirigente scolastico o suo delegato, attraverso la piattaforma SIDI. Ebbene, nonostante il provvedimento sia stato in esame da parte del Garante per la protezione dei dati personali, che ha evidenziato che l'assenza di verifica durante il periodo di validità della certificazione verde non consentirebbe di rilevare eventuali positività dell'intestatario, eludendo le finalità di salute pubblica e ponendosi in contrasto col principio di esattezza del trattamento dei dati, con decreto-legge n. 122 del 2021 è stato esteso alle strutture scolastiche la certificazione verde COVID-19, al fine di accedere alle strutture, gestita appunto dalla piattaforma MIUR. Ora, qual è il tema? Il tema è che questa verifica dovrebbe essere fatta ai docenti e al personale non docente effettivamente presente in servizio. Se, invece, per comodità e risparmio di tempo, si procede con il tasto “seleziona tutti” della piattaforma, il verificatore avrà un quadro di tutti i lavoratori in servizio nella scuola, anche di quelli all'interno dell'istituto che non saranno effettivamente presenti nella giornata, perché in malattia, permesso giornaliero o ferie. A fronte di queste evidenze, esiste una fondamentale violazione della privacy, colleghi, in quanto emergeranno elementi di salute personali e scelte individuali relative alla privacy e regolati dal principio di riservatezza, come dalla citazione precedente del Garante della privacy, che ci dice che non può essere conosciuta da nessuno e conservata da nessuno. Difatti, il verificatore può, in buona fede o in malafede, verificare la luce verde, che presumibilmente sarà di un vaccinato o persona che ha sofferto di COVID-19; mentre chi apparirà in rosso, dimostrerà per il verificatore di accedere alle strutture con il tampone. Ebbene, questa è esattamente la violazione essenziale del diritto alla privacy e questa verifica può essere effettuata tre ore prima dell'accesso all'istituto scolastico.
Su questo, colleghi, oltre a questo ordine del giorno, come Fratelli d'Italia abbiamo presentato anche una interrogazione a risposta immediata (question time) al Ministro Bianchi, che, peraltro, interpellato su questo, ha detto che, se fosse stato così, sarebbe intervenuto, perché sarebbe stata una grave violazione. Ebbene, approfittiamo di questo parere contrario immotivato, colleghi, da parte del Governo, per segnalare al Ministro Bianchi, al Governo presente e a tutta l'Aula che questa violazione sussiste ed è essenziale. Infatti, non si capisce, perché in quest'Aula il green pass, come dice il Garante della privacy, non possa essere conosciuto dal responsabile della sicurezza degli accessi, giustamente, per il diritto alla privacy, ma possa essere conosciuto dal dirigente scolastico o da chi ne fa le veci, addirittura con un controllo da remoto che va a violare un diritto alla privacy essenziale. Se il docente è verde, sono scelte sue individuali, docente o non docente: se è verde perché ha fatto il tampone o perché si è vaccinato. L'importante è che, in quel momento, alla presenza in aula, la luce sia verde; ma il dirigente scolastico non deve conoscere la scelta essenziale e individuale del docente o non docente. Quindi, prima che venga messo in votazione, invito il Governo a una riflessione su questo parere, altrimenti, ovviamente, chiedo il voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/15 Mollicone, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/16 De Toma, c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/17 Rachele Silvestri, c'è un parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/17 Rachele Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/18 Trancassini, con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, brevemente. Innanzitutto, una considerazione. Questa mattina, in sede di dichiarazioni di voto sulla fiducia, ho ascoltato l'onorevole Fornaro meravigliarsi del fatto che siete costretti a chiedere la fiducia. Presidente, suo tramite, vorrei ricordare all'onorevole Fornaro quello che è chiaro a tutta la Nazione: la fiducia viene chiesta perché il vostro Governo non si fida della sua maggioranza.
Non si fida di voi, non certamente di noi che presentiamo un numero veramente esiguo di emendamenti, e preferite rimanere con la Camera chiusa piuttosto che discutere, come si fa in democrazia, di una decina di emendamenti. Detto questo, sono molto sorpreso, sottosegretario, del parere contrario perché si usa spesso dire che l'ordine del giorno è di buon senso, ma questo davvero è di buon senso.
Con questo ordine del giorno richiamo l'attenzione su una responsabilità oggettiva del datore di lavoro o anche del responsabile della sicurezza, che è un dipendente, che viene chiamato a rispondere civilmente e penalmente di quei green pass che sono falsi, ma che non vengono evidenziati dalle verifiche digitali.
Quindi, il datore di lavoro o il responsabile della sicurezza di un'azienda ha conseguenze penali e civili di fronte ad un green pass falso, fatto bene, che passa alle verifiche digitali. Credo che bisognerebbe auspicare da parte del Governo un intervento in questa direzione per far sì che il datore di lavoro o il responsabile della sicurezza venga chiamato a rispondere di eventuali negligenze, imperizie, dolo, colpa, non certamente di una responsabilità oggettiva. Non è soltanto buon senso, credo sia proprio una norma elementare che una Nazione democratica, ma anche moderna, dovrebbe adottare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. I deputati Zucconi e Trano sottoscrivono questo ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/18 Trancassini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/19 Menga, sul quale il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare la deputata Menga. Ne ha facoltà.
ROSA MENGA (MISTO). Presidente, per suo tramite chiedo l'attenzione dei rappresentanti del Governo, del sottosegretario, perché non è la prima volta che affrontiamo questo tema in quest'Aula. Noto anche dalla presentazione di altri ordini del giorno di colleghi della maggioranza, sebbene poi siano stati ritirati, avendo ricevuto parere contrario, noto dalle parole espresse in quest'Aula poc'anzi dal collega Borghi che, su questo tema, c'è una sensibilità trasversale che attraversa l'emiciclo, nonostante il Governo sia sordo a sollecitazioni che non giungono soltanto dalla politica e dal Parlamento, ma anche dalle crescenti evidenze scientifiche sul tema. Vengo dunque all'oggetto dell'ordine del giorno. Questo ordine del giorno chiede al Governo un impegno preciso che, in realtà, è già stato richiesto in occasione degli altri “decreti Green pass”, ed è quello…
PRESIDENTE. Deputato Mollicone, dovrebbe allontanarsi dai banchi del Governo.
ROSA MENGA (MISTO). …vista la durata dell'immunità naturale, visti gli articoli scientifici che corroborano l'ipotesi che, in realtà, l'immunità naturale sia più duratura e anche più protettiva, se così possiamo dire, rispetto a quella indotta dal vaccino, di estendere, concordemente con questa evidenza scientifica, la durata del green pass, che per i guariti, lo ricordiamo ancora una volta, è prevista di solo 6 mesi, in luogo dei 12 mesi concessi a chi si è vaccinato. Ho sentito ed è noto a tutti che il Governo ha avviato una riflessione sull'abbassamento della durata del green pass per i soggetti che si siano vaccinati, quindi una durata portata da 12 a 9 mesi. Non comprendo, però, perché, facendo lo stesso tipo di ragionamento, non si ragioni anche della possibilità di estensione del green pass a chi ha un'immunità naturale, quindi indotta dall'infezione e dalla successiva guarigione.
Sempre sulla stessa scia, il secondo impegno di questo ordine del giorno chiede di istituire nel primo provvedimento utile - perché, a colpi di fiducia, questi “decreti Green pass” passano senza possibilità di modifica - una certificazione parallela al green pass, avente validità sul territorio nazionale, per quei cittadini che, a loro spese, tra l'altro, non potendo neanche concedere loro la possibilità di testarsi gratuitamente, vogliano dimostrare, sottoponendosi ad un test sierologico, di avere un livello anticorpale alto - quanto alto lo lasciamo definire a chi è competente in materia, quindi al Comitato tecnico-scientifico che dovrebbe collaborare con il Governo su questo tema - al punto da risultare protettivo nei confronti dell'infezione da COVID-19.
Questo peraltro - è un suggerimento al sottosegretario e, per suo tramite, al Governo tutto - darebbe maggior agio al Governo di pianificare la somministrazione delle ulteriori dosi di vaccino, quindi di procedere con più ragionevolezza nel proseguimento di questa campagna vaccinale, che è una strategia giusta per combattere questa pandemia evidentemente, ma pianificando i richiami secondo ciò che risulta più opportuno in relazione all'indicazione clinica di ciascun paziente. Prima di essere una parlamentare, sono un medico e continuo a non capire come fare, in scienza e coscienza, ad indicare un atto terapeutico, perché anche il vaccino è un atto terapeutico, sebbene abbia scopo solamente preventivo, a chi, per evidenza di laboratorio, cioè per altissimo livello anticorpale, non ha in realtà alcuna indicazione clinica e, quindi, non trarrebbe alcun beneficio dal sottoporsi alla terza dose di vaccino (Applausi di deputati del gruppo Misto).
Sottosegretario, non so cosa rispondere ai miei colleghi - impegnati in prima linea nella lotta a questa emergenza e che sono tutto tranne che no-vax - che mi scrivono, dicendomi di essere guariti dal COVID, contratto proprio sul luogo di lavoro, e di avere ancora altissimi livelli anticorpali, e che adesso si vedono sospesi dai servizi essenziali, che stanno garantendo, come, ad esempio, all'interno delle USCA, sospesi dal lavoro, senza emolumenti, perché non si stanno ancora sottoponendo al vaccino che, per le professioni sanitarie, è obbligatorio. Aggiungo, giustamente obbligatorio, ma fino a quando e fino a quanto? Se queste persone possono dimostrare di essere immuni, perché il Governo non si impegna - tra l'altro secondo quanto già chiesto in passati ordini del giorno che hanno trovato accoglimento in quest'Aula - senza più procrastinare, per definire un livello anticorpale sufficientemente alto da essere considerato protettivo, anziché vessare tutti i cittadini che non stanno chiedendo di non vaccinarsi, ma soltanto di poterlo pianificare con ragionevolezza e alla luce delle evidenze scientifiche (Applausi di deputati del gruppo Misto e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà. Deputato Sodano, lei ha esaurito la scorta dei cinque minuti che spetta ad ogni deputato sugli ordini del giorno. Prego, deputato Trano.
RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, la componente Alternativa chiede di sottoscrivere interamente questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.
CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Presidente, onorevoli colleghi, credo che questo ordine del giorno, presentato in più di un'occasione, come giustamente ricordava la collega Rosa Menga, e in un'occasione è stato anche accolto, sia di estremo buon senso e ci interroga su cosa sia il vaccino, se sia un fine o un mezzo; e, quando parliamo di questo, parliamo della fiducia che le persone hanno nelle istituzioni. In questo ordine del giorno ci sono due impegni: da una parte, si chiede di estendere a 12 mesi, in luogo dei 6 mesi attualmente previsti, la validità del green pass per i soggetti guariti dalle infezioni. Spesso vedo colleghi in televisione parlare di evidenze scientifiche, ed è giusto che ci si appelli alle stesse quando si dice che il vaccino ha un effetto positivo, però le evidenze scientifiche non dicono solo questo.
La ricerca scientifica ha dimostrato che l'immunità naturale offre una protezione di maggiore durata e più efficace contro l'infezione, la malattia sintomatica e l'ospedalizzazione causata dalla variante Delta rispetto all'immunità indotta da due dosi di vaccino. Queste sono evidenze scientifiche, ne ha parlato prima anche il collega Borghi. C'è un ordine del giorno ritirato del collega Rizzo Nervo; questo significa che c'è dibattito anche all'interno delle forze politiche.
Allora occorre parlarne, queste sono evidenze scientifiche che dovrebbero farci riflettere sull'accoglimento o meno di un ordine del giorno sensato, se si vuole fare in modo che le persone, i cittadini, al di fuori di qui, si fidino delle istituzioni, le quali si fidano, a loro volta, della scienza.
Il secondo impegno, che è quello che prevede l'istituzione di un canale parallelo al green pass che consenta gli stessi diritti alle persone che sono guarite dall'infezione o che per altri motivi, magari per un vaccino che non è ancora stato approvato dall'EMA o dall'Aifa, hanno magari un titolo anticorpale molto alto; costoro non hanno il diritto di fare le stesse cose che possono fare i vaccinati, che hanno un green pass, pur essendo nelle stesse condizioni. Questa è una caratteristica che, ancora una volta, ci interroga su quanto il vaccino sia un mezzo o un fine. Se è il mezzo per arrivare all'immunizzazione delle persone, allora non vedo perché una persona con un titolo anticorpale alto non possa avere gli stessi diritti di una persona che accede al green pass a motivo della vaccinazione.
Io, per questi motivi, per l'apertura che il Governo ha dimostrato altre volte - una volta ci siamo accordati per il ritiro, sottosegretario Costa, se lo ricorda? Ho ritirato l'ordine del giorno perché c'era un'apertura da parte vostra; la volta dopo siete andati addirittura in accoglimento con una riformulazione, mentre adesso c'è un parere contrario - e anche per la fiducia che i cittadini hanno nel Governo, vi chiedo davvero di rivedere questo parere, perché credo che in tutte le forze politiche ci sia un dibattito interno e anche una predisposizione a voler considerare alcuni aspetti di buonsenso che ci possono aiutare a modificare alcuni provvedimenti, per cercare di dare gli stessi diritti a tutte le persone. Chi è vaccinato diventa cittadino di serie A e altre persone, che magari hanno un titolo anticorpale analogo o, come abbiamo visto dalle ricerche scientifiche, anche più protettivo, non vengono considerate e diventano cittadini di serie B. Quindi, veramente, per la fiducia che io credo che i cittadini debbano riporre in tutti noi, vi chiedo di rivedere questo parere (Applausi di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.
RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Presidente, data la complessità e la sensibilità della tematica chiederei al Governo di accantonare questo ordine del giorno, per un'ulteriore riflessione da parte dei gruppi e, quindi, di prendere appunto in considerazione un'ulteriore riflessione sul tema.
PRESIDENTE. Sottosegretario Costa? Non è d'accordo, bene. Allora, lo pongo in votazione. Vuole che venga posto in votazione? Non è votabile l'accantonamento degli ordini del giorno. Non essendoci la disponibilità da parte del Governo di riformulare questo ordine del giorno e mantenendo in vita, conseguentemente, il suo parere contrario, non c'è possibilità di porre in votazione la richiesta di accantonamento e, quindi, lo pongo in votazione.
Deputato Sodano, adesso votiamo l'ordine del giorno, così come ci impone il Regolamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/19 Menga, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Sodano. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO (MISTO). Presidente, prima avevamo chiesto di mettere in votazione l'accantonamento di questo emendamento e non è stato fatto.
PRESIDENTE. Mi scusi, se lei avesse avuto la pazienza di ascoltare anche i miei interventi, avrebbe forse potuto constatare che la risposta io gliel'ho data, sul momento. Le ho detto che non essendoci la disponibilità da parte del Governo a riformulare, non è votabile l'accantonamento; la proposta di accantonamento non è votabile, perché non ha senso. Questa è la procedura che abbiamo sempre seguito.
MICHELE SODANO (MISTO). Quindi, non bisogna verificare in Aula se il Parlamento sovrano è d'accordo o meno nell'accantonare questo ordine del giorno (Commenti)?
PRESIDENTE. Guardi, non è, come lei può immaginare, una mia iniziativa personale, c'è ovviamente un pregresso a cui ci si rivolge quando ci sono richieste di questa natura. Io le ho dato spiegazioni e spero che la mia spiegazione le vada a genio, in caso contrario non posso farci nulla.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/20 Suriano. Il parere del Governo è contrario. Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto di parlare la deputata Ehm. Ne ha facoltà. Ha 3 minuti e 20 secondi per intervenire.
YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto sottoscrivere questo ordine del giorno e, forse, ricordare ai colleghi, innanzitutto, quello che chiede questo ordine del giorno: quando parliamo di un decreto-legge che vuole garantire lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato, vuole rafforzare il sistema di screening e, altresì, garantire la sicurezza tramite il green pass che può essere ottenuto con vaccinazione o certificato attestante esito negativo e, ancora, quando si parla e si sta comunque pensando di ridurre il tempo di validità del tampone da 48 ore a 24 ore, allora, la richiesta è quella di ridurre e calmierare i prezzi per i tamponi rapidi. È una richiesta di assoluto buonsenso, già presente nel mio ordine del giorno poc'anzi bocciato, per garantire comunque un servizio di screening efficace per i cittadini; in questo caso si dice: ok, non volete garantire un servizio gratuito? Garantite un servizio di screening calmierato, affinché tutti i cittadini, vaccinati e non, possano comunque adempiere, in modo da essere sempre sicuri, quando vanno al lavoro o si muovono, di essere negativi.
Chiedo, quindi, gentilmente non solo di sottoscriverlo, ma anche al Governo di cambiare parere in positivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.
RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Grazie, Presidente. La componente Alternativa chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ricordo che la sottoscrizione degli ordini del giorno deve essere fatta individualmente o comunque una persona del gruppo deve portare la lista dei firmatari dell'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare il deputato Maniero. Ne ha facoltà.
ALVISE MANIERO (MISTO-A). Presidente, vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Penso che abbiate compreso che per la sottoscrizione dell'ordine del giorno occorre muoversi e venire sul tavolo della Presidenza a depositarla; se vi sono tante richieste, ovviamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.
RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Presidente, voglio sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Bene, le altre persone si rechino qui, cortesemente, se vogliono sottoscrivere l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/20 Suriano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Ordine del giorno n. 9/3363/21 Mandelli; il parere del Governo è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/22 Frassinetti, con il parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/22 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/23 Lucaselli, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che non viene accolta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/23 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/24 Ferro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/25 Bellucci: il parere del Governo è diventato favorevole con riformulazione. La deputata Bellucci deve dirci se accetta la riformulazione. È d'accordo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/26 Giovanni Russo, accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.
GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Ringrazio anche per l'accoglimento, anche se solo come raccomandazione. Accetto, ovviamente, questa raccomandazione, ma con l'auspicio che questo impegno non rimanga lettera morta, che possa, in qualche modo, riportare la centralità di questo Parlamento, che, anche oggi, viene ad essere mortificato con l'ennesima fiducia. Semplicemente, i cittadini si aspettano che quest'Aula deliberi nel pieno delle sue funzioni e non soltanto con un “sì” o con un “no”. Pertanto, io ringrazio e auspico veramente che questo impegno da parte del Governo continui anche nel tempo.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/27 Caiata, sul quale c'è un parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/27 Caiata, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/28 Varchi, sul quale c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Deputata Varchi, la accoglie?
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Posso riascoltare la proposta, per favore?
PRESIDENTE. Sottosegretaria Bergamini, provvede lei? Prego.
DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Favorevole con la formula “a valutare la possibilità” e “compatibilmente con i vincoli di bilancio”.
PRESIDENTE. Deputata Varchi?
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/29 Galantino, sul quale c'è un parere contrario da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Galantino. Ne ha facoltà.
DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Con il parere contrario sul mio ordine del giorno, il Governo sta confermando il fallimento delle misure che ha imposto, sta confermando che la condizione preliminare per l'esercizio del diritto al lavoro non è una questione di salute, ma un certificato digitale che si può ottenere a seguito di una vaccinazione, oppure con un tampone, e questo solo ai fini dell'ottenimento di una libertà, comunque, condizionata. Tengo, però, a ricordare il cittadino comune, che percepisce 1.200 euro al mese di stipendio, che ha sulle spalle il mutuo della casa, la rata dell'auto, le bollette che continuano ad aumentare: voi lo state massacrando con un'ulteriore spesa di oltre 200 euro al mese. Questo perché non volete assumervi la responsabilità di imporre l'obbligo vaccinale. Non avete dati scientifici a sostegno di questa tesi e, allora, scaricate le vostre responsabilità sui cittadini, che sono obbligati a farsi un tampone, pagando 15 euro per 48 ore di libertà, o a vaccinarsi, dopo aver sottoscritto un modulo di consenso informato che libera le case farmaceutiche dall'assunzione di responsabilità. Ed è inaccettabile che un decreto di tale portata arrivi in quest'Aula solo dopo un mese aver stravolto la vita degli italiani che lavorano e pagano le tasse.
Queste misure così drastiche potevano essere giustificabili nei primi mesi di pandemia, quando nulla si sapeva del virus e degli effetti a lungo termine. Non appaiono più giustificabili oggi, in cui non si può più parlare di stato di emergenza, considerando anche quanto riportato sul sito del Ministero della Salute e, cioè, che la copertura vaccinale ha raggiunto l'84,13 per cento della popolazione sopra i 12 anni. Quindi, tale scelta non sarebbe nemmeno supportata giuridicamente, posto che il comma 3 dell'articolo 24 del Codice di protezione civile preveda espressamente che la durata dello stato di emergenza nazionale non può superare i 12 mesi ed è prorogabile di ulteriori 12 mesi.
Inoltre, questo inquietante QR code, rilasciato a chi si è sottoposto a vaccinazione, non garantisce l'immunità. Sono i dati a confermare questa tesi. Nel bollettino del 15 ottobre 2021, quindi giorno di introduzione del green pass, avevamo 2.668 casi di positività, un mese dopo, 8.544 nuovi casi. Sempre il giorno dell'introduzione, c'erano 40 decessi, un mese dopo 53 decessi. Questa è la conferma che il green pass non blocca i contagi. Continuiamo ad essere convinti che il tampone è molto più efficace nel dissipare ogni dubbio circa la positività o meno di un individuo e, a maggior ragione, chiediamo la gratuità dei tamponi fino a fine emergenza e, soprattutto, che si faccia luce sul controllo degli anticorpi, che nessuno si è preoccupato di tenere in considerazione. Presidente, sono milioni i cittadini italiani che hanno puntato i loro risparmi sul tampone per ottenere il certificato verde, nella speranza che la data del 31 dicembre 2021, quale fine dell'emergenza, fosse rispettata.
Quindi, per le ragioni in premessa a questo mio intervento, noi chiediamo un impegno del Governo a rispettare questo stesso decreto e, cioè, a non prorogare lo stato di emergenza oltre la data del 31 dicembre 2021, a non prorogare le disposizioni in materia di certificazione verde. In assenza di un cambio di parere, sottosegretario, da contrario a favorevole, chiedo coerenza almeno da parte di questa Assemblea rispetto a questo decreto, sul quale avete posto la questione di fiducia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/29 Galantino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/30 Deidda, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/31 Foti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/32 Cirielli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/33 Gemmato, sul quale il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Costa, il mio ordine del giorno introduce il concetto della possibilità diagnostica con test antigenici salivari. Io capisco la chiusura del Governo rispetto a questa fattispecie, perché intendo che non si voglia aprire a questa possibilità in quanto renderebbe più fattibile, facile e meno dolorosa l'indagine diagnostica. Noi sappiamo - parlo con estrema sincerità - che il tema del green pass è voler convincere o indurre gli italiani a vaccinarsi. Noi di Fratelli d'Italia diciamo che ci si deve vaccinare convintamente e non perché sottoposti ad una costrizione. Da qui faccio derivare e capisco il parere contrario su questo ordine del giorno, nella misura in cui renderebbe più facile a chi non è vaccinato poter acquisire il green pass. Già questo basterebbe per indurre a una valutazione positiva dello stesso. Però, io voglio portare all'economia dell'Aula un altro tipo di riflessione e cioè il fatto che, se si ritornasse - Dio non voglia - nella condizione di una pandemia che galoppa, di terapie intensive occupate e di ospedalizzazioni spinte, noi dovremmo avere, sottosegretario, uno strumento di facile utilizzo, di esecuzione immediata e non dolorosa per mettere in pratica una delle famose tre “T” quella del testing che è fondamentale durante i periodi di pandemia da coronavirus e durante i picchi di infezione. Quindi, come ripeto, capisco - ma non comprendo e, quindi, ciò non raccoglie il nostro favore - che voi stiate utilizzando il green pass, in questo momento, come strumento per una cosa giusta, cioè per vaccinare le persone, soprattutto gli ultrasessantenni pluripatologici e le persone immunodepresse, che dovrebbero essere tutte vaccinate. Però, non buttiamo il bambino con l'acqua sporca, nel senso di utilizzare questo straordinario mezzo di indagine diagnostica non dolorosa e non invasiva per fare in modo che si possano testare quanti più italiani possibile, perché noi ci dobbiamo anche preoccupare di ciò che potrebbe avvenire domani e possiamo avere uno strumento efficace e di facile utilizzo nelle nostre mani.
Per questo, sottosegretario, chiedo la possibilità di un parere favorevole rispetto a questo. Quantomeno ci tenevo a lasciare traccia in Aula di questo pensiero, che è il pensiero di Fratelli d'Italia che, purtroppo, molte volte viene semplificato, molte volte volutamente viene travisato. Noi non siamo contrari alle vaccinazioni, noi siamo contrari al green pass e, soprattutto, siamo contrari a queste strutture del green pass (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il sottosegretario Costa non dà cenni di convincimento rispetto al suo intervento.
Quindi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/33 Gemmato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/34 Mantovani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/35 Montaruli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/36 Lombardo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lombardo. Ne ha facoltà.
ANTONIO LOMBARDO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Credo che si tratti di un ordine del giorno di buonsenso, perché non mira a superare o a contrastare la normativa relativa al green pass, ma semplicemente a rendere più efficienti alcune procedure all'interno della pubblica amministrazione, in ossequio all'articolo 97 della Costituzione. Peraltro, questo ordine del giorno, che deriva da un emendamento che non è stato possibile presentare, è stato suggerito proprio da alcuni dirigenti di enti locali siciliani. Quindi, io invito il Governo a rivedere il parere, se è possibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/36 Lombardo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/37 Rotelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/38 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, intervengo per pochi secondi, quando avrò l'attenzione del sottosegretario. Attendo, non ho alcun problema…
PRESIDENTE. Prego…
WALTER RIZZETTO (FDI). Ma io attendo senza alcun problema, la ringrazio. Ringrazio anche il sottosegretario comunque per l'impegno profuso, questo non si mette in dubbio. Però, secondo me, sottosegretario, stiamo trascurando qualcosa di fondamentale importanza, nel senso che con il parere contrario rispetto a questo ordine del giorno – che, come ricorderà, è una mera indicazione rispetto all'Esecutivo - voi fate un po' perdere la pazienza anche a coloro che di fatto possono capire anche le vostre difficoltà in questo senso, ci mancherebbe altro.
Questo ordine del giorno cerca di far capire e di spiegare fondamentalmente che, secondo noi, il Ministro Speranza, per prorogare lo stato di emergenza, quantomeno deve pubblicamente presentarsi di fronte agli italiani per tentare di spiegare perché proroga lo stato di emergenza! Non è che uno si sveglia la mattina, proroga lo stato di emergenza, sul quale possiamo essere più o meno d'accordo - sul quale possiamo essere più o meno d'accordo - e lo fa senza dare spiegazioni pubbliche alla Camera dei deputati o in una conferenza stampa o laddove effettivamente vi sono i nostri concittadini, non soltanto coloro che sono pensionati ma anche coloro che hanno delle attività economiche in questo Paese. Sulla base di quello che il Comitato tecnico-scientifico va a riferire, secondo noi la politica deve avere non l'indirizzo, ma l'obbligo di spiegare i propri passaggi ai concittadini per cercare di capire perché si proroga o, anzi, mi spingo oltre, perché non si proroga uno stato di emergenza.
Secondo me, noi le acque le calmiamo anche e soprattutto in questo modo, cioè facendo comunicazione, facendo capire alle persone quello che sta accadendo. È chiaro che, se io domani mattina - lo dico per suo tramite, Presidente Rampelli - vengo da lei, sottosegretario, e le riferisco la mia decisione senza avergliela spiegata, lei probabilmente non la prenderà bene.
Però con una spiegazione ai nostri concittadini, forse - dico forse - qualche animo, non tutti, potrebbe essere, non dico calmato, ma quantomeno calmierato in alcune intenzioni che, purtroppo, anch'io ho letto sui giornali in questi giorni e in queste in queste settimane. Quindi, questo è un ordine del giorno che invita a fare comunicazione: spiegate ai nostri concittadini perché si proroga lo stato di emergenza, quali sono i dati, le soglie, per prorogare o non prorogare uno stato di emergenza, ma, soprattutto, quali sono le soglie per poter arrivare, finalmente, ad un dunque rispetto allo strumento del certificato verde. Vede, anche qui, è un mero sintomo di indicazione e di comunicazione rispetto a quello che sto dicendo. Mi spiego meglio e vado alla conclusione: se alle persone che sono interessate rispetto a questo tema, noi, ad esempio, dessimo una data di scadenza rispetto all'applicazione del cosiddetto certificato verde, secondo me un mezzo passo in avanti noi lo faremo sicuramente. Però, noi riteniamo di vivere in un palazzo che dovrebbe di vetro, di cristallo, trasparente, ma se addirittura il Governo, in questo caso, ci dice di no ad una semplicissima comunicazione sulle regole d'ingaggio, sugli strumenti che noi abbiamo appena certificato e citato in questo scarsissimo ordine del giorno, allora - lo ripeto -, purtroppo, state facendo perdere la pazienza anche a coloro che capiscono le vostre difficoltà, che capiscono le nostre difficoltà e capiscono le difficoltà, in questo caso, del Ministero della Salute. Però - e veramente chiudo -, io qui chiedo di rendere un'informativa pubblica. Quando parlo di informativa pubblica, dico di venire qui alla Camera, dico di fare una conferenza stampa, dico di fare un titolo di giornale per cercare di capire perché e con quali criteri il Comitato tecnico-scientifico ritenga necessario il prolungarsi, specificando, inoltre, al contrario, quando - sempre secondo il CTS - le condizioni e i dati epidemiologici possono mettere fine all'applicazione del certificato verde. Quindi, io la prego quantomeno di ripensarci rispetto a questo - lo rinnovo - poco sufficiente ordine del giorno, perché io qui non sto mettendo in dubbio né una cosa né l'altra. Io sto semplicemente parlando di trasparenza e comunicazione, che dovrebbe essere legittima rispetto al Governo del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Basini. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BASINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, nessuno più di me è convinto che il vaccino sia necessario e che debbano essere vaccinati tutti, anzi, in alcune occasioni, ho detto e scritto che lo vorrei addirittura obbligatorio, ma altra cosa è lo stato d'emergenza. Uno stato di emergenza che duri per un anno o per due anni è, di fondo, un cambiamento surrettizio delle regole costituzionali. Stiamo attenti che uno stato di emergenza permanente è tipico delle dittature (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/38 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/39 Osnato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/40 Prisco, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
L'ordine del giorno n. 9/3363/41 De Carlo è stato ritirato, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3363/42 Bella, vi è parere favorevole del Governo. Gli ordini del giorno n. 9/3363/43 Marino e n. 9/3363/44 Dieni sono ritirati. Sull'ordine del giorno n. 9/3363/45 Amitrano, il parere del Governo è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3363/46 Barzotti, vi è parere favorevole con una riformulazione che viene accolta dall'interessata. Sull'ordine del giorno n. 9/3363/47 Terzoni, il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3363/48 Corneli, vi è parere favorevole con riformulazione, che è accolta positivamente. Gli ordini del giorno n. 9/3363/49 Zolezzi e n. 9/3363/50 Gabriele Lorenzoni sono stati ritirati. L'ordine del giorno n. 9/3363/51 era inammissibile, mentre l'ordine del giorno n. 9/3363/52 Gerardi è accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi: su cosa?
RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Posso chiedere di firmare un ordine del giorno, anche se è stato ritirato? Mi riferisco all'ordine del giorno n. 9/3363/50 Gabriele Lorenzoni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3363/50 Gabriele Lorenzoni è stato ritirato, addirittura.
RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Quindi, non lo posso firmare?
PRESIDENTE. No. L'ordine del giorno n. 9/3363/53 Mammì è stato ritirato; l'ordine del giorno n. 9/3363/54 Capitanio è accolto come raccomandazione; va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/3363/55 Vinci, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie Presidente. Questo ordine del giorno è molto semplice e richiama le indiscrezioni di stampa di questi giorni. Ci sono 7 milioni di italiani che non sono vaccinati e che utilizzano i tamponi rapidi per accedere al lavoro, per accedere ai ristoranti, per fare una vita sociale. Con questo ordine del giorno, si chiedeva al Governo di chiarire la durata del green pass da tampone rapido, cioè di non ridurla sotto le 48 ore; invece, sta circolando la voce di ridurre a 24 ore la durata dei tamponi. Se noi, come Parlamento, non prendiamo una decisione, il Governo può ridurre fino a 24 ore la durata di questi tamponi. Sembra una stupidaggine, ma ci sono 7 milioni di italiani che avranno delle difficoltà ad andare al lavoro, che si troveranno a dover sostenere una spesa di 400 euro mensili di tamponi, invece degli attuali circa 200. Quindi, era importante che il Parlamento si esprimesse con un voto favorevole per chiarire la durata dei tamponi. Questo, invece, il Governo non lo fa e sembra, dal disinteresse totale di quest'Aula, che non ci sia neanche una volontà di presa di posizione da parte dei deputati; lo ricordo anche a tutti quei deputati che fanno i tamponi, che si troveranno costretti a farli ogni 24 ore, come i comuni cittadini. Questo è un segno veramente brutto per tutta la Nazione. Questo disinteresse è ancora peggiore rispetto ad un eventuale silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/55 Vinci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Deputato Basini ha già parlato due volte, quindi non è più possibile prendere la parola.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Ordini del giorno n. 9/3363/56 Panizzut e n. 9/3363/57 Cavandoli: parere favorevole del Governo. Ordine del giorno n. 9/3363/58 Ribolla: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo che viene accolta. Ordini del giorno n. 9/3363/59 Tombolato e n. 9/3363/60 Spessotto: parere favorevole del Governo.
Ordine del giorno n. 9/3363/61 Colletti: il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/61 Colletti.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/62 Sapia, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Ordine giorno n. 9/3363/63 Corda: il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Corda. Ne ha facoltà.
EMANUELA CORDA (MISTO-A). Presidente, volevo chiedere se fosse possibile rileggere la riformulazione, perché prima ho sentito che c'era una riformulazione...
PRESIDENTE. Sottosegretario Costa…
EMANUELA CORDA (MISTO-A). Il parere era contrario? Allora, se il parere è contrario, posso intervenire?
PRESIDENTE. Il parere sul suo ordine del giorno è contrario.
EMANUELA CORDA (MISTO-A). È contrario? Perfetto.
PRESIDENTE. Non c'è una proposta di riformulazione.
EMANUELA CORDA (MISTO-A). Posso intervenire sull'ordine del giorno?
PRESIDENTE. Può fare la dichiarazione di voto…
EMANUELA CORDA (MISTO-A). Sì, perfetto.
PRESIDENTE. …e, quindi, ha facoltà di parlare, perché non ha mai preso la parola. Può parlare per 5 minuti. Prego.
EMANUELA CORDA (MISTO-A). La ringrazio. Allora, questo ordine del giorno è stato formulato proprio per ovviare a una delle tante anomalie di questo decreto, che è la violazione sistematica della privacy per quanto riguarda i cittadini che sono sottoposti a tutta una serie di controlli sul posto di lavoro. Basti pensare che il datore di lavoro, proprio per gli effetti di questo decreto, potrà raccogliere i dati e addirittura entrare in possesso in taluni casi del codice fiscale e, quindi, anche venire a sapere se il cittadino sia vaccinato o meno. Sono dei dati che comunque il cittadino non è tenuto a fornire e rileviamo anche una violazione costituzionale da questo punto di vista.
Non solo: il decreto obbligherà anche il datore di lavoro ad aggiornare il registro dei trattamenti con riferimento alla conservazione del green pass e dei dati in esso contenuti. Quindi, potrà anche arrogarsi il diritto di conservare i dati, cosa che ovviamente, come sappiamo tutti, trattandosi di dati sensibili, non è assolutamente possibile.
Quindi, chiediamo che si possa ovviare a questa stortura, a questa assurdità, magari intervenendo con provvedimenti ad hoc che possano vietare questo tipo di pratiche.
Critichiamo, ovviamente, anche quella che viene definita procedura semplificata, che si pone in totale incompatibilità con la normativa sulla privacy, perché in verità viene imposta una regola di condotta nel nostro ordinamento giuridico che è la cristallizzazione della violazione della condotta stessa: si sta creando, in concreto, quella che viene definita un'aporia giuridica.
Quindi, ripeto: tutte queste storture riguardano la privacy delle persone, i dati personali, il fatto che una persona nel posto di lavoro venga vessata rispetto ai suoi diritti e sia sottoposta a una verifica puntuale da parte di soggetti terzi (tra l'altro, anche privati), con un controllo dei dati, una registrazione, l'inserimento dei dati in registri appositi e addirittura contemplandosi anche la possibilità di conservare il green pass e di verificarlo quando fa comodo al datore di lavoro. È una cosa assurda, perché ovviamente viene meno il principio per cui il green pass può fornire, appunto, quella garanzia di controllo a tutela della salute pubblica.
Poiché tutte queste storture sono assolutamente irricevibili, noi chiediamo che si facciano provvedimenti ad hoc affinché possano essere corrette. Lo ripeto: siamo stati privati della possibilità di legiferare, di modificare queste disposizioni di legge e siamo qui a discutere degli impegni al Governo, che, come diceva il buon collega Fassina, servono a poco, perché un ordine del giorno non si nega a nessuno e vale poco perché non ha forza di legge. Però, almeno chiediamo un po' di attenzione e un po' di ascolto, non per noi ma, se non altro, per rispetto di questo Parlamento e di tutti i cittadini che là fuori si sentono totalmente presi in giro, vessati e privati dei loro diritti costituzionali, ma anche offesi nella loro dignità direi, perché è vergognoso che una persona, per poter esercitare un diritto costituzionale, cioè il diritto al lavoro, debba passare per le forche caudine.
Questa cosa non la possiamo assolutamente accettare, la rispediamo al mittente e mi auguro che tanti colleghi possano ragionare su questo, sulla pericolosità di queste norme e magari condividere questo ordine del giorno, che - ripeto - è un banale impegno chiesto al Governo, una richiesta, diciamo così, di sensibilizzazione a questo Governo. Credo che tanti la pensino come noi in questo contesto, ma magari hanno timore di porsi contro lo strapotere di un Esecutivo che ormai va da sé. Però, vi chiedo un atto di coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/63 Corda, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Ordine del giorno n. 9/3363/64 Costanzo: il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.
JESSICA COSTANZO (MISTO-A). Lo scorso aprile - quindi, era solo aprile 2021 - il Parlamento europeo ha approvato il digital green pass, che è stato, tra l'altro, promosso anche dalla Commissione europea per far ripartire in effetti i viaggi internazionali, e chiedeva, il Parlamento europeo, la possibilità di offrire test universali accessibili e soprattutto gratuiti.
È lo stesso impegno che chiediamo con questo ordine del giorno, perché, come sappiamo, l'articolo 1 e l'articolo 3 di questo decreto prevedono l'obbligatorietà del possesso del certificato verde sia per i dipendenti pubblici sia per i dipendenti privati non solo nell'esercizio della propria attività lavorativa ma anche nel volontariato presso le amministrazioni pubbliche e i privati.
Quindi, un lavoratore o una lavoratrice che siano sprovvisti di questo certificato verde, che voi considerate green pass, vengono considerati assenti ingiustificati e devono rinunciare alla retribuzione e ai compensi, quindi anche all'indennità di mansione, ai premi di produttività e ai buoni pasto.
Se consideriamo il costo da affrontare - sono 15 euro ogni 48 ore e, in più, vi è la riduzione (perché vi conosciamo e sappiamo che ci arriverete) della validità temporale dei tamponi - i costi per le famiglie diventano improponibili. Parliamo tanto di salario minimo orario e di gender pay gap, ma alla fine creiamo una tassa per lavorare, quindi una tassa su un diritto fondamentale previsto dalla Costituzione.
Considerando che ci sono contratti collettivi nazionali, che sono stati anche depositati, che prevedono una retribuzione di 750 euro lordi al mese, immaginiamo cifre del genere da sostenere: significano 180 euro pro capite mensili. In una famiglia si arriva quasi a 500 euro per sostenere il costo dei tamponi ogni 15 giorni. Quindi, è un quinto dello stipendio che se ne va. Non se ne va per sostenere delle spese che possono essere il mutuo, un finanziamento, il cambio di un'automobile, ma per effettuare i tamponi.
Allora, questo tipo di decreto e tutti i vari “decreti green pass” hanno avuto l'intento di scaricare la responsabilità sui cittadini, a prescindere dal fallimento delle vostre politiche, e soprattutto è stata prevista la divisione della collettività, anche perché, quando si parla di gratuità dei tamponi, si scatena una divisione interna anche tra gli stessi dipendenti, tra i lavoratori, per cui chi è vaccinato sostiene che il datore di lavoro o, comunque, il collega non vaccinato debba sostenere il costo del tampone, visto che non si è vaccinato. Consideriamo, però, che i vaccini sono stati acquistati dagli Stati e, quindi, il costo collettivo per chi si è vaccinato c'è già stato. Allora, evitiamo di continuare a dividere il popolo, evitiamo di continuare a dividere questa Nazione. E, proprio nel nome del “nessuno deve rimanere indietro”, che tanto ci ha ricordato anche il Governo Draghi, chiediamo, per cortesia, di rivedere anche questo ordine del giorno e soprattutto il parere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Stiamo chiedendo che vengano concessi i tamponi gratuiti ai lavoratori. Pensate che persino la tanto presa a modello Austria, che sta facendo, per quanto mi riguarda, cose aberranti, e non si capisce per quale motivo all'improvviso l'Italia debba prendere ad esempio l'Austria, ignorando invece quello che si fa in Spagna, in Portogallo, in Germania, nei Paesi scandinavi, che ha fatto una cosa aberrante come un lockdown parziale per i non vaccinati, ha riconosciuto la sacralità del diritto al lavoro, perché ha detto: non vi volete vaccinare? Ok, lo Stato vi fa fare i tamponi gratuiti. Persino l'Austria, che sta facendo cose aberranti, non si è permessa di toccare il diritto al lavoro dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Voi, invece, che fate? Introducete questa nuova tassa occulta dei tamponi per chi, legittimamente, non viola alcuna legge e non vuole vaccinarsi. Fate altra macelleria sociale. Dopo aver abbattuto i salari, dopo aver inserito il precariato in maniera esasperata con riforme a colpi di Jobs Act, voucher e quant'altro, diamo anche questa ulteriore tassa occulta ai lavoratori e poi pensiamo anche di pretendere fiducia da parte dei cittadini? Voi non avete autorevolezza per far capire le cose che fate, perché sono illogiche, e volete provare a risolvere i problemi con l'autorità, ma non potete sostituire l'autorità con l'autorevolezza. Questa è una cosa di buon senso: i tamponi sono un mezzo importante di screening e di prevenzione. Favoriamoli, anziché usarli come strumento di tortura, come dice il vostro Ministro Brunetta, che vuole usarli per torturare e per schiacciare quelli che lui definisce opportunisti. Ma io lo chiedo anche ai liberali e ai garantisti: siete tanto garantisti quando si parla di processi penali e di riforme della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e poi permettete che si possa criminalizzare in maniera così barbara una fascia di cittadini che non viola alcuna legge, soprattutto i giovanissimi, che magari non vogliono vaccinarsi perché, per quanto riguarda la fascia di età dei giovani, il rapporto rischi/benefici è molto più dubbio da stabilire. E voi li state criminalizzando in maniera barbara, addirittura diamo loro questa tassa occulta e impediamo loro di guadagnarsi il pane onestamente perché devono stare lì a sborsare 15 euro, perché voi avete deciso di torturarli. Almeno, però, assumetevi la responsabilità. Io vorrei che qualcuno si alzasse in questo momento, in Aula, e dicesse: io voglio che i lavoratori paghino 15 euro per lavorare ogni due giorni. Ditelo, almeno! State facendo una cosa aberrante e oscena, e la state facendo in silenzio, senza nemmeno assumervi la responsabilità di un intervento in Aula per difendere quello che state facendo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/64 Costanzo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori, per chiedere un'informativa urgente da parte del Ministro degli Affari esteri.
Da ieri si susseguono, oggi confermate su tutti i giornali, notizie che il 25 novembre, ossia la prossima settimana, sarà in Italia il Presidente Macron, per sottoscrivere il cosiddetto Trattato del Quirinale, che sarebbe, sempre secondo ricostruzioni giornalistiche, un Trattato di cooperazione bilaterale rafforzato fra Italia e Francia. Il tema è che questo Parlamento, nemmeno per il tramite della Commissione affari esteri di cui faccio parte, ha mai avuto notizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) di cosa riguardi questo Trattato di cooperazione bilaterale rafforzata. Si sa che si parla di sicurezza, si sa che si parla di cultura, si sa che si parla di trasporti, si sa che si parla di Mediterraneo, si immagina che si parli di immigrazione, ma nulla di più sappiamo. Ora, ai sensi dell'articolo 80 della Costituzione, il Parlamento sarà tenuto a ratificare l'eventuale Trattato, ma non ci arrendiamo al ruolo notarile di coloro che dovranno firmare il destino dell'Italia, il destino dell'Europa, deciso fra due o tre persone.
Le aggiungo, Presidente, per farle capire la gravità e l'importanza: pare che deus ex machina di tutta questa iniziativa sia proprio quel Sandro Gozi, già denunciato da Fratelli d'Italia, ex sottosegretario italiano, oggi eurodeputato francese di Macron, uomo per tutte le stagioni, uomo che cambia maglie, nella migliore tradizione della sinistra e del PD, a seconda delle occasioni e, in questo caso, a seconda della pecunia.
Temiamo per l'Italia, vogliamo sapere qual è la nostra posizione all'interno dell'Europa, che Europa vogliamo disegnare, con chi la vogliamo disegnare, secondo quale idee la vogliamo disegnare, e temiamo assolutamente, ancora una volta, che l'Italia sarà incalzata dal Governo francese con atteggiamenti addirittura possibilmente predatori sui nostri asset industriali e bancari, come già denunciato dal Copasir, e non è possibile che il Governo ci porti il pacchetto pronto.
Per questo Fratelli d'Italia chiede che il Ministro Di Maio venga immediatamente in Aula a riferire urgentemente, perché Fratelli d'Italia, quando si parla di interesse nazionale, non fa il notaio, sta qui a presidiare l'interesse nazionale. Abbiamo bisogno di sapere qual è il futuro dell'Italia nel contesto europeo, nel contesto delle cooperazioni bilaterali in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. La richiesta di informativa è legittima. Ci ha ascoltato la sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento, che certamente si farà parte diligente per coinvolgere il Governo rispetto a questa sua richiesta, e ovviamente altrettanto faremo noi per quel che attiene alle competenze e alle responsabilità della Presidenza.
Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Su cosa?
PINO CABRAS (MISTO-A). Sul medesimo argomento.
PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.
PINO CABRAS (MISTO-A). È una questione che non può essere lasciata a una dimensione da Trattato segreto: non lo è in senso stretto, però siamo stati abituati nella storia della Repubblica italiana a trattati che non venivano sufficientemente dibattuti dalle Camere. Normalmente, i trattati qui vengono dibattuti distrattamente, su questioni minori che a volte riguardano aspetti economici che assommano a 35 mila euro, quisquilie che bloccano magari le Camere rispetto a provvedimenti più importanti. Serve, invece, discutere del nostro rapporto con la Francia, che non è stato proprio simmetrico negli ultimi anni, dal ruolo della Borsa francese, al ruolo di Stellantis, al peso di Vivendi, a tutte le relazioni che sono squilibrate sostanzialmente e non trovano un punto di equilibrio, nonostante gli interessi comuni, che sono numerosi in tutta l'area del Nordafrica, ad esempio. Infatti, affrontare in modo politico tutta una serie di questioni e non solo con rapporti di forza economici o rapporti di forza militari, sarebbe buona cosa. E su questo non si discute abbastanza. Ci sono conflitti di interesse, c'è un peso di alcune forze politiche di questo Parlamento che è sbilanciato nei confronti della Francia, mentre noi siamo per un maggiore equilibrio. Di questo si deve discutere apertamente e non con strappi istituzionali come quelli ai quali abbiamo assistito fino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà. Su cosa?
CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Presidente, come è noto, questo Parlamento non è mai sfuggito, anzi bene che si faccia chiarezza, attraverso il ruolo autorevole del Parlamento, agli accordi tra Paesi internazionali…
PRESIDENTE. Le chiedo scusa. Per chi non ci ha ascoltato, il deputato D'Alessandro sta facendo un intervento sull'ordine dei lavori, sulla stessa materia dei due interventi che abbiamo appena ascoltato. Prego, prosegua.
CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, un minuto solo; però non è accettabile, credo neanche da parte sua, Presidente, che si possa fare riferimento a un ruolo di un parlamentare, nominarlo, addirittura ritenendo che abbia una potenza straordinaria, quella cioè di creare e collegare un accordo tra due Stati, farsene promotore e farlo addirittura ratificare. Assomiglia un po' alla follia questa tesi. Evocare il nome di un parlamentare europeo, buttandolo nella mischia, senza alcun tipo di riscontro che sia un riscontro del mondo reale, come se un parlamentare europeo potesse fare da tramite per un accordo tra Nazioni: credo che ne abbiamo sentite tante in quest'Aula, ma questa francamente rasenta la follia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3363)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Ordine del giorno n. 9/3363/65 Paolo Nicolò Romano: non è accolta la riformulazione da parte dell'interessato. Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/65 Paolo Nicolò Romano, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/66 Vallascas, il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.
ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie Presidente. Con questo ordine del giorno, intendiamo intervenire su un aspetto particolare del green pass, ovvero il trattamento dei dati sensibili. Infatti, tra le numerose e spesso gravi assurdità di questo provvedimento, c'è anche questo, che nonostante la certificazione contenga i dati sanitari dell'interessato, non c'è un'adeguata attenzione alla privacy. Ricordo che nel green pass sono presenti informazioni molto delicate, che riguardano le motivazioni del rilascio della certificazione e, in particolare, è specificato se la persona si è sottoposta a vaccinazione o a tampone, oppure se è guarita dalla malattia, tutte informazioni sensibili che devono essere trattate con estremo rigore, cosa che non viene fatta con questo provvedimento, che consente che altre persone vengano a conoscenza dei dati sensibili. Ai datori di lavoro, ad esempio, è consentito raccogliere certificazioni verdi dei dipendenti, per evitare di verificarne quotidianamente la validità. Questa disposizione obbliga il datore di lavoro a conservare la certificazione per la durata della sua validità, circostanza che espone i dati sensibili al rischio di non essere adeguatamente protetti. Questa procedura, infatti, ha sollevato molte perplessità sull'argomento ed è intervenuto lo stesso Garante per la protezione dei dati personali, che, anche di recente, ha segnalato al Parlamento e al Governo alcuni aspetti critici del provvedimento. La procedura relativa alla conservazione della copia del green pass, secondo l'autorità, non è consentita dall'articolo 48 del regolamento europeo, che detta i criteri dell'introduzione della certificazione verde negli Stati membri, e non è consentita proprio per la necessità di garantire la riservatezza dei dati sanitari, anche perché nel green pass sono presenti, come dicevo prima, le motivazioni del rilascio e la conoscenza delle motivazioni potrebbe generare, secondo l'autorità, situazioni di discriminazione all'interno dei luoghi di lavoro, come sostiene lo stesso regolamento europeo. Su questo punto il regolamento è chiaro; all'articolo 48 specifica che, laddove il certificato venga utilizzato per scopi non medici, i dati personali, ai quali viene effettuato l'accesso durante il processo di verifica, non devono essere conservati. C'è anche da dire che la consegna del green pass al datore di lavoro non costituisce un automatico consenso al trattamento dei dati personali da parte del lavoratore.
Ancora una volta, le conseguenze di un provvedimento concepito male ricadono, ovviamente, sulla collettività. La conservazione dei dati impone, infatti, una serie di adempimenti tecnico-organizzativi in capo al datore di lavoro, con un inevitabile aumento dei costi per i settori pubblico e privato. Insomma, siamo di fronte all'ennesima follia di un provvedimento senza senso, che ha l'unico scopo di rendere la vita impossibile a tutti coloro che, per varie ragioni, non si sono vaccinati. Quindi, con il green pass viene reso possibile tutto ciò che il regolamento europeo ha cercato di evitare, come rischio di discriminazioni nei confronti di coloro che non si sono sottoposti a vaccino. Da parte del Governo, c'è un'estrema leggerezza nella gestione di questioni delicate, come i diritti fondamentali e, in questo caso, il diritto alla privacy. Nella società dei dati, che si caratterizza per la gestione di grandi quantità di informazioni personali che viaggiano nella rete, non si possono commettere leggerezze del genere. Quindi, rinnovo l'invito a votare questo ordine del giorno, con il quale vogliamo impegnare il Governo a eliminare dal provvedimento la possibilità, concessa ai datori di lavoro, di raccogliere e conservare il certificato verde dei lavoratori e, quindi, vogliamo l'esenzione dai controlli per tutta la durata della validità del certificato, in ottemperanza alla segnalazione del Garante della privacy (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/66 Vallascas, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/67 Forciniti, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/68 Giuliodori, il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare il deputato Giuliodori. Ne ha facoltà.
PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie Presidente. Premetto che, ovviamente, questo green pass, sia quello del decreto precedente, sia quello dell'attuale decreto n. 127, chiamato “super green pass”, lo considero assolutamente una schifezza. È una schifezza da ogni punto di vista (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa): da un punto di vista scientifico, da un punto di vista giuridico, da un punto di vista di tutela della salute. Dovunque lo si guardi, questo green pass non ha assolutamente senso di esistere. Però, voi continuate imperterriti su questa strada. Io non ho sentito una buona ragione, un minimo scientifica. Nemmeno chissà quanto, dico “un minimo”.
Con questo ordine del giorno, in particolare, mi concentro sulla questione degli studenti universitari, che sono una categoria assolutamente colpita da questo folle green pass. È una categoria, quella dei giovani, che prima sono stati colpevolizzati, sostenendo che sono quelli che stanno aumentando il contagio, perché vanno a fare la movida, vanno a bere con gli amici, escono con gli amici e che, quindi, è colpa loro se abbiamo dati alti di positivi! Poi, hanno ricevuto le lodi da una certa parte politica, da certe “virus star”, da certi giornalisti - chiamarli giornalisti, forse, è un parolone -, secondo i quali i giovani hanno compiuto un atto di dovere e hanno servito la comunità con senso di responsabilità - tra l'altro, è una parola molto abusata questa “responsabilità” -, perché, appunto, si sono vaccinati e hanno saputo tenere alta la campagna vaccinale. Ma questa è un'assurdità, che rimane solo nelle teste di chi ha detto queste cose e le ha pensate, perché chi frequenta un po' i giovani, sa benissimo che i giovani si sono vaccinati per studiare, per lavorare, per andare in palestra, per fare sport, per uscire con gli amici e non certo perché si sentivano in dovere di vaccinarsi. Ebbene, l'università, purtroppo, fa parte di quelle istituzioni che sono state attaccate da questo green pass e, quindi, studenti, professori e tutto il personale, per entrare, devono avere il cosiddetto green pass. Ovviamente, per chi non vuole e non può vaccinarsi, questo green pass ha un costo enorme: si parla di circa 150-200 euro al mese. Io penso che siete stati tutti più o meno giovani e squattrinati, credo, quindi sapete benissimo quanto questa cifra possa essere pesante per un giovane, magari senza stipendio, così da poter coprire il costo dei tamponi e poter quindi andare all'università.
Questo si aggiunge al fatto che abbiamo un numero di laureati ampiamente sotto la media europea. Questo è un problema che ci portiamo avanti da anni e anni, e ovviamente l'austerità non ha certo contribuito a migliorare tale dato, anzi, siamo arrivati addirittura, con gli ultimi dati, ad avere il 29 per cento di giovani laureati in Italia, contro una media europea del 41 per cento. Quindi, siamo ampiamente sotto la media, nemmeno sotto i Paesi top in Europa, ma sotto la media.
Con questo ordine del giorno volevo perlomeno accendere una luce su questi ragazzi, su questi giovani, perché purtroppo molte loro storie mi vengono raccontate. Alcuni di loro ho conosciuto anche personalmente e mi dicono, anche disperati: “Io ho finito il liceo, ma non posso iscrivermi all'università perché con il green pass non posso sostenerne i costi. Così la mia famiglia non mi può sostenere, e quindi non posso studiare, non posso formarmi”. È questo il futuro che noi vogliamo per l'Italia? Già molti ne sono fuggiti, e in parte dico giustamente, nel senso che li capisco. Avete creato, perché molti responsabili sono all'interno di quest'Aula, un'Italia che non è adatta ai giovani, non è adatta alle menti fresche, alle menti che sanno innovare, alle menti che possono cambiare veramente questo Paese. Purtroppo, una classe di anziani che detiene il potere ha continuato a mantenere questo potere e a impedire che i giovani potessero contare qualcosa, in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Questo ordine del giorno vorrebbe andare nella loro direzione, di dire che lo Stato c'è, lo Stato perlomeno dà dei fondi alle università per creare hub in modo tale che tutti gli studenti - e anche il personale - possano essere tamponati, e quindi garantire veramente la salute all'interno delle università, perché sappiamo benissimo che questo green pass non garantisce nulla (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/68 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/69 Leda Volpi. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/69 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo. Dichiaro aperta la votazione. No, revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare la deputata Leda Volpi. Ne ha facoltà.
LEDA VOLPI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Veramente non capisco il parere contrario su questo ordine del giorno. Si tratta di un ordine del giorno molto sensato, in realtà, perché propone al Governo italiano di istituire un modello di farmacovigilanza attiva sui vaccini. È ampiamente noto a tutti il fatto che una farmacovigilanza passiva, cioè basata solo sulla segnalazione spontanea, e quindi la buona volontà, la possibilità di segnalazione, sottostimi fortemente gli eventi avversi dei farmaci in generale, in questo caso dei vaccini. Addirittura, se andiamo a vedere i dati americani, visto che gli Stati Uniti hanno un sistema di sorveglianza attiva rappresentato dal V-safe, vediamo che rispetto al report ultimo dell'Aifa, che riporta i dati italiani, i dati italiani sono più di cinquecento volte sottostimati rispetto a quelli statunitensi. A me stupisce il parere contrario del Governo, anche perché è notizia proveniente da fonti giornalistiche come l'EMA incoraggi i Paesi europei ad attivare un sistema di vigilanza attiva e l'Italia faccia parte dei Paesi coinvolti, tant'è vero che l'Università di Verona deve coordinare questo progetto. E se si va a leggere il progetto, è lo stesso che ho proposto nell'ordine del giorno, cioè una App sul modello americano che permetta al paziente vaccinato di rispondere a semplici domande sugli eventi avversi riportati e, parallelamente, l'attivazione, presso i centri di farmacovigilanza regionali che già esistono, della possibilità di selezionare un campione rappresentativo di popolazione regionale da chiamare, da controllare attivamente per avere dati aggiornati. Quindi, mi piacerebbe avere una risposta dal Governo, perché, se il Governo non è a conoscenza di quello che sta facendo lo Stato italiano con EMA, è preoccupante, quindi forse qualcuno soffre di personalità doppia, oppure c'è una grande incompetenza. In entrambi i casi ciò mi sembra molto grave (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/69 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Mi dispiace, presidente Boldrini, c'era una persona davanti che ostruiva la visuale. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/70 Alvise Maniero, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Maniero. Ne ha facoltà.
ALVISE MANIERO (MISTO-A). Presidente, grazie. Noi proponiamo questo ordine del giorno con esasperazione e anche con un po' di tenerezza verso noi stessi, lasci che mi spieghi. Esasperazione perché siamo ridotti qui da ore a parlare di atti senza valore legale, e questo è fondamentalmente il ruolo del Parlamento per la maggior parte del tempo, negli ultimi mesi; questi sono gli ordini del giorno, e già questo porta all'esasperazione. La tenerezza sta nel fatto che noi cerchiamo, con questo ordine del giorno, perlomeno di suggerire al Governo di investire in una campagna di prevenzione basata sui tamponi, e quindi sulla prevenzione, sull'individuazione per tempo dei contagiati, per prevenire l'estensione, la diffusione del contagio. Una campagna, quindi, gratuita. Constatiamo che il Governo, ovviamente, va in direzione opposta. Voglio essere sincero: non è che l'eventuale approvazione di questo ordine del giorno sanerebbe l'impianto, secondo me delirante….
PRESIDENTE. Chiedo scusa se la interrompo. Colleghi, non è possibile. Prego, riprenda la parola.
ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie a lei, Presidente. Dicevo che approvare questo ordine del giorno non è che sanerebbe la gestione, secondo me irrazionale e delirante, di questa pandemia da parte del Governo; lo vedo come applicare un coriandolo a delle natiche. Non otterremo nulla di decente, di presentabile, ma almeno è qualcosa, e noi ci proviamo. A livello ormai internazionale è acclarato che il vaccino è essenziale, preziosissimo, è al momento insostituibile al fine di prevenire i sintomi gravi, i più pesanti rischi per la salute, e questo è pacifico. Nello stesso modo è provato che non è un sistema affidabile per prevenire l'infezione e i contagi: quando va bene, protegge all'inizio all'80, al 90 per cento; entro qualche mese scende al 50 per cento. Siamo nell'assurdo per cui con questo green pass, completamente irrazionale - non l'ho detto io, lo ha detto anche qualcuno come Crisanti, dicendo che chi parla del green pass come un sistema per avere luoghi di lavoro sicuri dice sciocchezze, immani sciocchezze -, noi siamo in questo paradosso per cui una persona che ha deciso giustamente di vaccinarsi per proteggersi ha un green pass, può essere positivo asintomatico e contagioso e andarsene allegramente in giro, senza colpa chiaramente, a contagiare chiunque, mentre una persona che magari si fa il tampone una volta ogni 48 ore, che quindi molto probabilmente è negativa, aggiungo molto più probabilmente di uno che un tampone non se lo fa da 3 mesi magari, è penalizzata. Questo non ha nulla di razionale e di scientifico.
Ho apprezzato vari interventi prima del mio che meglio di me hanno spiegato che qui si inizia a fare un'interessata confusione tra fini e mezzi, perché non si capisce più se la salute è il fine e il vaccino è un mezzo, efficace in quello in cui è efficace, oppure se la salute è un mezzo anche eventualmente sacrificabile per un fine, che è una massima diffusione del vaccino erga omnes indipendentemente da qualunque condizione e da qualunque caratteristica scientifica di questo strumento.
Allora, questa, per me, non è fiducia nella scienza, ma è una sorta di fede in un feticcio taumaturgico utilizzato in modo improprio, non è scientifico e a me dispiace dover rilevare in questo contesto, questa decisione, questa testardaggine nel non voler rivedere delle scelte evidentemente sbagliate; mentre altri Paesi in Europa danno i tamponi gratuitamente o a prezzo praticamente simbolico, come Grecia, Spagna, Finlandia, Danimarca, Portogallo, e ce ne sono altri, noi ci incaponiamo a penalizzare un lavoratore e lo costringiamo a pagare per lavorare. Questo è assurdo e, ancora di più, in una Repubblica che era fondata sul lavoro, come ricordavo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Quindi, in un contesto in cui vedo un Governo che avendo la febbre spacca i termometri e crede così di risolvere il problema, mi trattengo dal chiedere un atteggiamento scientifico, perché evidentemente non interessa; quel titolo si usa per giustificare altre cose che, evidentemente, informate alla scienza non sono. Però, una cosa ve la chiedo: date, se non un voto scientifico, almeno un voto razionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà. È il suo secondo intervento, ha un minuto e 20.
CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Io vorrei sottoscrivere questo emendamento e ricordare che per molto tempo, per lunghissimo tempo, abbiamo parlato della strategia delle tre T, la prima era “testare”. Quindi, io trovo che continuare a testare sia un metodo intelligente per andare anche a detenere i dati relativi a delle persone che possono essere positive al COVID pur essendo vaccinate, cosa che sappiamo benissimo potersi verificare. Quindi, chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno e chiedo anche, in qualche modo, che ci possa essere un po' di condivisione dell'Aula. Non riesco a capire come mai non ci sia dibattito, non si parli, non si voti in dissenso dai gruppi. Non si crede più in niente; io penso che questo sia un ordine del giorno per cui valga la pena votare a favore (Applausi di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, siamo stati in quest'Aula per più di un anno senza green pass; oggi, ognuno che è presente certamente lo ha e, in ordine alla logica che è stata richiamata dai firmatari di questo ordine del giorno, come da altri, è evidente che ogni green pass che è verificato elettronicamente ha una scadenza, quindi, appare del tutto irragionevole e servile che la persona che oggi è in quest'Aula, se esce per incontrare un qualunque altro suo ospite e rientra debba aver verificato di nuovo il green pass. Questo ne prova l'assurdità, oltre al fatto che la validità per qualche mese, nel mio caso per 6, non contraddice la possibilità che uno sia, attraverso la verifica di un tampone, positivo, però il green pass non lo registra, perché stanno su binari paralleli, né si capisce per quale ragione in chiesa e, qui dice bene, nell'aula dedicata a Paolo VI che accoglie migliaia di persone non debba essere richiesto il green pass, come se la religione fosse più importante della vita civile e di quanti qui, parlamentari, per la religione della libertà, sono tutti vaccinati e non possono entrare se non lo sono. Allora, vogliamo usare la ragione e, almeno, oltre a ritenere che la discriminazione così indicata sia evidente, sia una costrizione a fare il green pass e che chi è vaccinato non corra rischi, se lo è - altrimenti perché si vaccina? - si presuma almeno che il Presidente e i Questori stabiliscano che il lettore del nostro green pass ci consenta di entrare in quanto vaccinati, senza la verifica poliziesca, ogni volta che passo, entro ed esco? Si vuole recuperare la ragione o dobbiamo prenderci in giro su una malattia grave, ma non più grave di altre, che abbiamo mitizzato fino a farla diventare divina? Non è una malattia divina, è una malattia che si cura, è una malattia per cui i vaccini sono sufficienti, che cos'è questa ridicolaggine del green pass? È una presa in giro del Governo contro il Parlamento e contro i cittadini. È ora di finirla, è ora di smetterla, usiamo la ragione, torniamo a essere liberi e critici, basta (Applausi di deputati del gruppo Misto)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/70 Maniero, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/71 Testamento, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Ordine del giorno n. 9/3363/72 Trano. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà. È il suo secondo intervento; ha quattro minuti e venti.
RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Va benissimo. Preliminarmente, Presidente, ormai, siamo stufi di stigmatizzare tutte le fiducie che sono poste su decreti-legge che, in realtà, sono molto importanti; impropriamente utilizziamo gli ordini del giorno per avere un po' di dialettica, un po' di discussione, per cercare, magari, di convincere qualche collega a - come dire - votare in dissenso dal proprio gruppo, perché ormai questa maggioranza così ampia, così forte, che sostiene il Governo Draghi, che sostiene il Premier Draghi, davvero, ha ridotto al minimo le possibilità da parte delle minoranze di poter intervenire e di poter rappresentare quella parte di Paese che non è d'accordo con voi e che deve avere voce, deve poter dire la propria, anche in questo Parlamento che, purtroppo, è oscurato, ma non perché - io credo - ha paura di votare 26 emendamenti, tanti ne erano stati presentati, ma più che altro per tenere in piedi una maggioranza litigiosa che su ogni provvedimento non fa altro che litigare.
Detto questo, entro, invece, nel merito dell'ordine del giorno che, incredibilmente, ha avuto un parere contrario; noi parliamo, qui, della normativa sulla sicurezza del lavoro, quindi, del decreto legislativo n. 81 del 2008 che già prevede che i lavoratori, sia dipendenti pubblici che privati, devono essere sottoposti a dei controlli periodici che devono essere, ovviamente, a carico dei lavoratori, quindi, senza oneri per le finanze dello Stato. Ebbene, recenti reportage che sono stati fatti da alcuni programmi televisivi importanti, quale Report, hanno evidenziato che ci sono stati dei focolai nelle RSA, negli ospedali, e anche alcuni infermieri e il personale sanitario in generale hanno detto in modo trasparente e diretto che non ci sono controlli e non si fanno screening, quindi, dove in questo momento ci sono dei posti che sono deputati alla lotta contro il Coronavirus, in realtà, manca quel controllo periodico e sistematico dei lavoratori che non viene fatto o viene fatto in modo non esaustivo. Ebbene, noi chiediamo, con questo ordine del giorno, di approvare un protocollo; parliamo di un protocollo. Io spero che, per il suo tramite, Presidente, il sottosegretario Costa mi stia ascoltando, perché chiediamo un protocollo che deve essere utilizzato per tutte le strutture pubbliche e private e di cui, quindi, ne beneficino i lavoratori, soprattutto gli eroi, come qualcuno li ha chiamati qui dentro, i nostri eroi, i nostri angeli e che però non vengono tutelati sul luogo di lavoro. Dunque, io veramente non riesco a comprendere come il Governo possa dare un parere contrario su un ordine del giorno che non ha costi, non ha nessun costo, se non quello di organizzare bene, sul proprio posto di lavoro, degli screening e, quindi, utilizzare sistematicamente i tamponi che sono l'unico strumento - e questo è stato ribadito più volte in quest'Aula - che consente di avere contezza del tracciamento dell'infezione da Coronavirus, mentre questo Governo ha bocciato tutte le forme di controllo per salvaguardare il vaccino.
Sul vaccino è inutile che dica la mia, perché tanto, qui, qualsiasi cosa si dica, ormai, siamo preda del pensiero unico, del pensiero mainstream e qualsiasi cosa si dica contro il vaccino, ormai, sei bollato come terrapiattista, quella roba lì che piace tanto alla maggioranza. E, dunque, io chiedo al sottosegretario, quantomeno, un accantonamento, se vuole ragionare su un tema così delicato, perché, davvero, non si possono utilizzare i medici, il personale infermieristico e tutti coloro che entrano in strutture così complesse e delicate per la lotta al Coronavirus senza che abbiano la possibilità di avere degli screening periodici per controllare se ci sono contagi e infezioni.
Quindi, Presidente, in conclusione, chiedo se il Governo voglia avere un ripensamento e, soprattutto, se i colleghi all'interno di quest'Aula vogliano valutare positivamente l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/72 Trano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/73 Cabras, su cui c'è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Accetta la riformulazione?
PINO CABRAS (MISTO-A). Vorrei risentirla, perché non l'ho sentita prima.
PRESIDENTE. Sottosegretario, Costa? Ordine del giorno n. 9/3363/73 Cabras.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. La riformulazione recita: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di esplicitare, in fase di applicazione del provvedimento in esame, anche con una FAQ o circolare ministeriale, che i datori di lavoro non possono stilare elenchi, conservare QR code delle certificazioni verdi, estrarre dallo stesso in qualsiasi modo dati sensibili, trattenere copie cartacee che non siano state consegnate su base volontaria, produrre screenshot e/o fotografie del certificato verde, perché ciò si pone in netto contrasto con la normativa sulla privacy”.
PRESIDENTE. Deputato Cabras, accetta?
PINO CABRAS (MISTO-A). Non accetto la riformulazione, perché è troppo generica negli intenti.
PRESIDENTE. Bene, quindi svolge la dichiarazione di voto prima del voto. Prego.
PINO CABRAS (MISTO-A). Sì, esatto. È una dichiarazione di voto che vuole richiamare un elemento di questo ordine del giorno volto a conformare meglio l'ordinamento italiano rispetto a quello europeo. Peccato che qui non si possa cantare, perché il canto, a volte, è il lamento della creatura oppressa. Molte volte, è risuonato un verso in queste Aule: ce lo chiede l'Europa, ce lo chiede l'Europa, ce lo chiede l'Europa; e, in nome di questo “ce lo chiede l'Europa”, sono state fatte delle riforme sempre a danno dei lavoratori, dei cittadini, degli ospedali locali, le riforme che distruggevano, praticamente, la capacità di avere le terapie intensive in una misura adeguata; passavano da 20 mila a 5 mila perché ce lo chiede l'Europa, ce lo chiede l'Europa. E ora che ce lo chiede l'Europa di conformare le nostre normative in un modo più adeguato al rispetto della privacy, a una misura, a una proporzione che è venuta meno nell'ordinamento italiano, ebbene, questa volta, l'Europa è un'entità lontana, da non seguire, da non considerare come parametro di riferimento. Eppure abbiamo tanti esempi, tante alternative a questo sistema che abbiamo visto in Italia. Un'Europa che è stata capace di usare misure e proporzionalità, in tanti Paesi che hanno ottenuto risultati migliori di noi, ignorati da gran parte dell'establishment italiano e da quella sua terribile rappresentazione, che è la peggiore di tutto l'Occidente, che è il sistema mediatico italiano, che usa soltanto una lettura sbagliata dei dati, una lettura accettata dei dati, senza tenere conto di tutti i dati scientifici.
Voi siete inchiodati da questi dati scientifici, cari esponenti del Governo, cari esponenti della maggioranza, che vi dicono che la vostra è una forzatura, è un modello sbagliato, è un modello che non tiene conto dei diritti delle persone. Cosa c'è di sbagliato in un impegno a fare un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che renda adeguato nell'ambito domestico, cioè nell'ambito nazionale, un sistema di controlli, così come previsto dalla normativa del regolamento dell'Unione europea? È una cosa semplice da ottenere e, invece, si preferisce un sistema che devia profondamente, perché si vuole questa devianza profonda della democrazia italiana rispetto ai normali standard sanitari, politici e democratici che sono stati scelti per affrontare una sfida difficile, come quella della sindemia.
Utilizzo non a caso il termine “sindemia”, perché il termine “pandemia” è troppo generico. La sindemia distingue fra fasce di cittadini, fra fasce di età, che reagiscono in modo diverso, che non si prestano a una soluzione buona per tutto, come è stato impostato questo vaccino, e lo diceva molto bene prima anche il collega Maniero. Invece si è scelta una via che somiglia molto al pensiero magico e lo si fa con una via autoritaria, con dei controlli che non sono quelli propriamente previsti nell'ambito dell'Europa, che pure ha i suoi limiti.
In questo contesto, io vi chiedo di ripensarci, siete in tempo: potete affidarvi a un modello diverso, non a quello scelto con pervicacia, con ottusità, con uno sguardo rivolto verso il baratro, con l'idea di finirci dentro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/73 Cabras, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
L'ordine del giorno n. 9/3363/74 Silvestroni è stato accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/3363/75 Donzelli: c'è una proposta di riformulazione. C'è la richiesta da parte del sottosegretario Costa di una precisazione. Prego.
ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Solo per precisare che la formulazione che è stata proposta e, cioè, “a valutare la possibilità, compatibilmente con l'andamento della curva epidemiologica, di rivedere l'utilizzo delle certificazioni verdi in relazione alle diverse attività previste” è da intendersi sostitutiva dell'intero impegno dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, è spiazzante, nel senso che il nostro ordine del giorno impegna il Governo a non approvare alcuna misura che introduca lockdown selettivi per le persone non immunizzate, come è avvenuto in Austria. Ora, lei comprende, io ritengo assolutamente inconferente la riformulazione del Governo. Ma tant'è. Io ne prendo atto e, quindi, vorrei svolgere il mio intervento sull'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Quindi, lei non accetta…
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). No, assolutamente…
PRESIDENTE. …non accoglie la proposta di riformulazione da parte del Governo e svolge la sua dichiarazione di voto.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …non ho neanche compreso quale sia l'attinenza. In ogni caso...
PRESIDENTE. Va bene, prosegua.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Fatto sta che Fratelli d'Italia, con questo ordine del giorno, impegna il Governo a non assumere misure di lockdown selettivo, come sono state poste in essere in Austria, non solo e non tanto perché la percentuale di vaccinati italiani sconsiglia, evidentemente, anche nel merito, politiche di lockdown selettivo, ma proprio filosoficamente. Noi riteniamo che non sia possibile percorrere una china pericolosissima che introduce una sorta di apartheid sanitario, con misure ad personam restrittive.
E lo dico, sottosegretario, perché aleggia nel mondo qualcosa di peggio, ma di cui voi oggi, se non approvate questo ordine del giorno, rappresentate l'anticamera. A Singapore, la proposta in campo è non curare chi eventualmente non sia vaccinato. Ora, se accediamo a misure restrittive di lockdown selettivo, con limitazioni della vita sociale, di relazione e lavorativa, a seconda del fatto che si sia vaccinati o meno, iniziamo ad incamminarci su una pericolosissima china incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) di apartheid sanitario: almeno questo risparmiatelo agli italiani! Ve lo chiedo in nome del fatto che, in ogni caso, dovete arrendervi al fatto che avete fallito su tutta la linea. Ritenete sia possibile prorogare lo stato di emergenza dopo che avete posto in campo con il green pass una delle misure più restrittive d'Europa e delle due l'una: o la vostra misura restrittiva non è servita a nulla oppure non dovete prorogare lo stato di emergenza! Invece voi non escludete di escludere lo stato di emergenza e, non approvando quest'ordine del giorno, non escludete neppure misure di lockdown selettivo, introducendo l'apartheid sanitario in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ve lo diciamo con grande franchezza: siete su una pericolosissima china di deriva autoritaria ed anticostituzionale. Noi difenderemo sempre il diritto della nostra Nazione di rappresentarsi al mondo come una Nazione diversa da Singapore, che cura i vaccinati e non cura i non vaccinati, e diversa anche dall'Austria, che immagina misure di lockdown selettive a differenza che si sia vaccinati o non vaccinati. È il momento della solidarietà: ce lo avete ripetuto come un disco rotto dall'inizio della pandemia sino ad oggi; non è il momento di presunte vendette per presunti untori. Anche perché, mi consenta di fare una battuta, sottosegretario, per la denegata ipotesi che il malevolo principio, che anima questa proposta molto sgradevole, fosse che “un po' te lo meriti perché sei un untore”, ebbene, se fate un lockdown selettivo, o meglio, prima di fare il lockdown selettivo per i non vaccinati, dovreste dare la detenzione domiciliare, senza possibilità di visite, al Ministro Speranza che, da un anno e mezzo, ci tiene in piena emergenza e nulla ha fatto per la sanità, nulla ha fatto per le scuole, nulla ha fatto per il trasporto pubblico locale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); ha scritto libri che ha ritirato nottetempo per la vergogna; ha introdotto il green pass, ma non ha fatto nulla sotto il profilo della prevenzione. È lui il vero untore, è lui quello a cui dovete dare misure selettive di contenimento prima ancora che agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/75 Donzelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Ordine del giorno n. 9/3363/76 Bologna: il parere del Governo è stato modificato ed è favorevole. Ordine del giorno n. 9/3363/77 Baldini: vi è il parere favorevole del Governo. Ordine del giorno n. 9/3363/78 Pettarin: è accolta la raccomandazione proposta dal Governo.
Ordine del giorno n. 9/3363/79 Marin: c'è anche qui una proposta di riformulazione, che viene accolta. Ordini del giorno n. 9/3363/80 Mugnai e n. 9/3363/81 Vietina: parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3363/82 Maschio: c'è una proposta di riformulazione del Governo, che viene accolta.
Ordine del giorno n. 9/3363/83 Bignami: vi è parere favorevole.
Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.
GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Volevo solo l'espressione del voto dell'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/83 Bignami, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 41).
Ordine del giorno n. 9/3363/84 Lollobrigida: vi è parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie Presidente. L'ordine del giorno che Fratelli d'Italia presenta credo sia di buon senso, in questo caso, come anche negli altri. È però in controtendenza rispetto agli altri ordini del giorno, in quanto richiede l'estensione del green pass per rendere gli italiani uguali agli altri cittadini del mondo, in particolare ai migranti. Lo dico agli amici anche del centrodestra, che condividono con noi l'apprensione per un sistema migratorio irregolare. Crediamo, noi, invece, che il sistema migratorio possa essere regolarizzato. Pensiamo, noi, che in Italia si possano accogliere migranti purché rispettino le nostre leggi. Ora, il provvedimento in esame, però, tratta dell'estensione del green pass e si discute in questi giorni, in queste ore, di estendere ancor di più l'utilizzo di questo strumento che, evidentemente, si ritiene utile. Il green pass è esteso anche a chi accede alla nostra Nazione. Si è arrivati a mettere in discussione la possibilità di lavorare per chi ne è privo. In Italia arrivano - ma non per particolari ragioni di emergenza, perché l'emergenza è una cosa imprevedibile, bensì per ragioni del tutto prevedibili - migliaia di migranti attraverso sbarchi sulle nostre coste e anche altre modalità. Quest'anno siamo arrivati già a 60 mila migranti clandestini, secondo una previsione che la Guardia costiera aveva fatto nel suo rapporto ad inizio anno, quindi era del tutto prevedibile che questa cifra fosse raggiungibile - quella che si prevedeva, cioè di 62 mila - entro la fine dell'anno. Allora, noi che cosa chiediamo? Chiediamo che chi arriva sul territorio nazionale abbia il green pass. Credo sia un fatto normale che i migranti possano avere lo stesso strumento che chiediamo ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ora, qualcuno potrebbe obiettare: ma vi saranno lungaggini? E se sono sulla nave? Ebbene, se devono scendere dalla nave il tampone si può fare sulla nave e dargli il green pass prima di scendere a terra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per salvaguardare i cittadini italiani, i poliziotti, il personale delle associazioni di volontariato da eventuali contagi.
In questo ordine del giorno si chiede di garantire ai cittadini italiani la stessa libertà che viene garantita ai migranti clandestini, oppure di dare regole di sicurezza ai migranti clandestini che siano identiche a quelle degli italiani. Io credo sia impossibile non raccogliere un auspicio, perché, in questo caso, non si chiede nemmeno di inserirlo in questo provvedimento; si chiede di prevedere in uno dei prossimi provvedimenti che l'arrivo dei migranti sul territorio nazionale sia subordinato al possesso della certificazione verde COVID-19, in conformità alla normative vigente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Sottosegretario Bergamini, che cosa c'è di non accoglibile in questo auspicio? Si chiede, collega Costa, di avere lo stesso tipo di trattamento per i migranti che volete imporre agli italiani. Che vantaggio hanno costoro rispetto agli italiani o anche ai migranti regolari, cui chiedete il green pass? Perché non volete nemmeno auspicare che ai migranti, che arrivano in Italia, venga data la stessa possibilità, lo stesso regalo che fate ai cittadini italiani? Che cosa c'è che avete contro gli italiani? Perché verso gli italiani siete pronti a mettere regole rigide di ogni tipo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e chiunque venga da fuori qui a casa nostra può fare quello che gli pare? Qual è il problema? Che avete contro il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Questa è una questione che, attraverso l'approvazione di un semplice ordine del giorno, richiama l'attenzione di questo Parlamento alla pari dignità degli italiani con i cittadini del mondo! Che cosa c'è? Io chiedo, sottosegretario, di avere almeno una risposta.
Qual è la ragione per la quale non si può pretendere che chi scende da una nave sul suolo italiano non venga sottoposto a un tampone o al vaccino, pagato da noi volentieri, per mettere a garanzia la salute dei nostri cittadini, dei nostri poliziotti e delle associazioni di volontariato? Dateci almeno, cortesemente, la risposta. Magari l'avrete (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/84 Lollobrigida, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3363/85 Potenti, su cui il parere del Governo è contrario. È ritirato.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/86 Noja, c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/87 Raduzzi, il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.
RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Intervengo su questo ordine del giorno che chiede una cosa molto chiara e molto semplice: impegna il Governo affinché il green pass per i lavoratori pubblici e privati non venga prorogato oltre il 31 dicembre di quest'anno. Io penso che questo impegno sia condivisibile anche dai miei ex colleghi del MoVimento 5 Stelle e dai colleghi della Lega, che, a parole, si dichiarano contrari, perché, signori, qui dobbiamo dirci la verità: il green pass per i lavoratori non ha funzionato. È stato introdotto il 15 ottobre, quindi, oltre un mese fa, e, in questo mese, i contagi sono più che quadruplicati. Oggi, ci è giunto l'ultimo bollettino: abbiamo sforato i 10.000 contagi. Perché? Perché il vaccino è uno strumento molto utile - lo ribadisco - per mitigare i casi più gravi, ma dopo 5, 6, 7 mesi l'efficacia nel prevenire la mera infezione è praticamente pari a zero e questo ce lo dicono gli studi scientifici. Io qui ne cito qualcuno, nelle premesse dell'ordine del giorno. C'è uno studio pubblicato sul The New England Journal of Medicine, che non è proprio Topolino o qualche giornaletto a caso, che prende a riferimento la popolazione del Qatar e cito testualmente: “L'efficacia del vaccino” - è il Pfizer - “è calata gradualmente da quel momento, con un calo più sostenuto dopo il quarto mese, per giungere a un'efficacia di circa il 20 per cento tra il quinto e il settimo mese”. Allo stesso modo, uno studio sulla popolazione svedese ci dice: “Dal giorno 211 in poi” - quindi, 7 mesi dopo la somministrazione - “non si è riscontrata più alcuna efficacia”, mentre per quanto riguarda il vaccino AstraZeneca “l'efficacia è stata generalmente inferiore ed è svanita più velocemente, svanendo completamente dal giorno 121”, cioè 4 mesi. Ancora, ve ne cito un altro, uno studio pubblicato sull'European Journal of Epidemiology, fatto da 2 professori di Harvard, quindi, una delle università più importanti al mondo. Qui, si prendono a riferimento 68 Paesi e 2.947 contee degli Stati Uniti per rilevare che non c'è alcuna correlazione tra il livello di vaccinazione e l'andamento della curva epidemiologica. Ma questo lo avete guardando i dati di tutti quei Paesi, ad esempio del Nord Europa, che sono super-vaccinati.
Allora la scienza, di cui ognuno qui si riempie la bocca, ci dice una cosa chiara: dopo 6 mesi, il vaccino non previene nulla. Il green pass non ha alcun senso per tenere gli ambienti sicuri. Se noi volessimo davvero fare un tracciamento, faremmo come tanti Paesi del Nord Europa, così come richiamavano i miei colleghi, come, ad esempio, la Germania, che è sempre tanto citata, che ha introdotto nuovamente i test gratuiti. Allora, io veramente vi chiedo: prendiamo un impegno e facciamo in modo che il Governo dica chiaramente che, dopo il 31 dicembre, cioè dopo oltre 2 mesi di questo grande esperimento, non si vada oltre nel chiedere e nel limitare il diritto al lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/87 Raduzzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Ordine del giorno n. 9/3363/89 Fregolent: c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3363/90 Trizzino, favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/3363/91 Massimo Enrico Baroni, c'è un parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3363/91 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
Ordine del giorno n. 9/3363/92 Zucconi: c'è una proposta di riformulazione. Deputato Zucconi, la accoglie? È accolta.
Ordine del giorno n. 9/3363/93 Meloni: c'è una proposta di formulazione. Viene accolta? Affermativo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Roberto Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, non ho avuto modo di parlare con gli altri colleghi, però, poiché mi pare di capire che noi dobbiamo, comunque, fare un'ora di interruzione per la sanificazione dell'Aula prima di concludere la nostra seduta, che non sarà immediata, le volevo dire, anche perché interrompere le dichiarazioni di voto non è mai una cosa particolarmente sana dal punto di vista regolamentare, anche se ci sono precedenti, che forse potrebbe avere senso, visto che sono le 19, prenderci l'ora di interruzione adesso, dalle 19 alle 20, e poi ritornare alle 20 e andare a conclusione. No? Se non sono d'accordo i gruppi, non si fa (Commenti - Una voce: Che cosa cambia?). Cambia che non iniziamo - e poi interrompiamo - le dichiarazioni di voto e poi le riprendiamo, cosa che non è del tutto naturale. Però, io faccio una proposta, Presidente. Se non c'è l'accordo dei gruppi, ovviamente, si va avanti così come era previsto.
PRESIDENTE. Non essendosi consultati i presidenti dei gruppi, diciamo che siamo costretti a farlo in tempo reale.
Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Credo che la proposta del collega Giachetti sia ragionevole, perché, a questo punto, facciamo l'interruzione di un'ora e poi andiamo alla fine con le dichiarazioni di voto e il voto finale.
PRESIDENTE. Allora facciamo così: se c'è qualche capogruppo che non è d'accordo, si manifesti. I capigruppo: sono interpellati i presidenti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, io capisco le perplessità del collega Giachetti, però ho motivo di ritenere, come spesso accade, che, in una fase di dichiarazioni di voto, che durerà un'ora o forse qualcosina di più, l'Aula non sarà gremita come lo è durante le votazioni. Per cui, con un po' di elasticità, credo si possa giungere alla fine della seduta, svolgendo le dichiarazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). No, colleghi, non c'è una contrapposizione. È semplicemente ad adiuvandum anche nei confronti della Presidenza.
Se non ci sono ragioni inderogabili, io credo che, visto che di qui a qualche tempo molti colleghi lasceranno l'Aula, con un minimo di elasticità potremmo procedere dritti. Però, ecco, la consegno alla Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Va bene, ci bastano le sue perplessità.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3363)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Michele Sodano. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Cosa dire? Questo è un provvedimento importantissimo, tutto il mondo ne ha parlato, ha parlato dell'Italia come un Paese in cui sono state adottate delle misure rigide, rigidissime, soprattutto nei confronti dei lavoratori…
PRESIDENTE. Deputato Sodano, le chiedo la cortesia di interrompere il suo intervento per qualche secondo. I colleghi che si stanno allontanando dall'Aula sono pregati di farlo, oltre che in tempi rapidi, in maniera silenziosa, di non intrattenersi in capannelli e di rispettare le distanze di sicurezza. Colleghi! Prego, deputato Sodano, prosegua, anzi riprenda.
MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Come dicevo, questo provvedimento è di centrale importanza nel nostro Paese, perché ha veramente imposto delle restrizioni straordinarie, possiamo dirlo, imprevedibili, e soprattutto non esistenti praticamente in nessun altro Paese del mondo, tant'è che il mondo ha parlato del caso Italia e delle incredibili misure che sono state messe in atto anche nei confronti dei lavoratori come di un unicum, perché il diritto al lavoro è sacrosanto. È molto importante combattere la pandemia e utilizzare tutti gli strumenti possibili, ma qui ci siamo ritrovati, in Italia, di fronte ad un mancato obbligo di vaccinazione e con questa invenzione del green pass anche per i lavoratori abbiamo costretto tantissima della nostra popolazione a vaccinarsi, sebbene la legge ci imponga uno spazio di libertà di scelta, che ovviamente è stato minimo, ridotto, perché per fortuna quasi l'80 per cento della popolazione si è vaccinata. Noi siamo uno dei Paesi che ha avuto una campagna vaccinale più di successo, abbiamo percentuali di vaccinazione maggiori rispetto a Stati come la Svezia, la Danimarca, che però hanno eliminato ogni tipo di restrizione già a partire dai primi giorni di settembre. Ebbene, di questo decreto così forte a livello legislativo, questa Camera non ha avuto il diritto di parlare e di discutere. Ancora una volta, in Parlamento, la centralità del Parlamento, nel “Draghistan”, viene completamente a mancare. Difatti, siamo alla ventiseiesima fiducia da quando Mario Draghi si è insediato, da quando si è formata questa nuova maggioranza, una maggioranza che vede tutti i partiti insieme, amici, pur di conservare qualche posto nei Ministeri di rilievo, abbandonare completamente quella che era anche la propria missione, che ci si prefiggeva venendo a rappresentare gli italiani, e si accetta, in maniera supina, totale, di continuare di fiducia in fiducia, perfino su un decreto così importante come quello del green pass. Ci è rimasto semplicemente lo strumento degli ordini del giorno, ma anche di tutti gli ordini del giorno presentati dall'opposizione non ne è stato accolto neanche uno, ed erano cose veramente di buon senso. Erano di buon senso, Presidente, perché quando noi chiediamo di replicare la formula dei tamponi gratuiti, così come avviene in Germania, c'è stata una brevissima parentesi nelle scorse settimane dove si è fatto pagare un prezzo simbolico, hanno fatto un passo indietro rispetto a questo, perché hanno capito che è meglio superare una pandemia quando tu hai uno screening quanto più completo possibile della tua popolazione, a differenza del nostro Paese dove il tampone è stato sempre molto caro ed è stato completamente disincentivato anche dalle stesse figure politiche, dallo stesso Ministro Speranza; c'è pure chi addirittura l'ha burlato, come il Ministro Brunetta. E allora qual è il vero fine delle politiche sanitarie di questo Governo? Non certo quello di uscire dalla pandemia. Abbiamo chiesto - e mi spiace che il sottosegretario alla Salute non sia più presente - in queste ore una cosa logica, chiarissima: se io posso dimostrare attraverso le mie analisi del sangue, ogni tre mesi, di avere livelli di immunità addirittura superiori a quelli che si riescono ad avere con il vaccino e una presenza di anticorpi importante, perché non posso avere il green pass? Perché devo vaccinarmi se ho già una copertura che mi permette veramente di essere sicuro? E noi, ancora una volta, abbiamo presentato questa possibilità a questo Parlamento, che naturalmente l'ha totalmente snobbata. Inoltre, in un mio intervento precedente chiedevamo di avere non fretta, ma responsabilità, quanto meno nei confronti dei bambini dai 5 agli 11 anni. Guardate, è molto controversa anche la stessa letteratura scientifica sull'opportunità o meno di vaccinare i minorenni, ma soprattutto i bambini sotto i 12 anni di età, perché non si conoscono gli effetti a medio e lungo termine, e soprattutto perché, come abbiamo ripetuto mille volte, ma questo Parlamento e questo Governo non ascoltano completamente, i bambini per fortuna sono stati risparmiati dal COVID, non hanno un tasso di mortalità significativo, stiamo parlando dello 0,01 per cento, anche se poi qualche noto virologo, che è anche poi nei consigli di amministrazione di note case farmaceutiche, in televisione qualche giorno fa ha detto che c'è una mortalità dell'1 per cento sui bambini che si ammalano di COVID.
Viviamo in questo momento in un Paese surreale. È surreale quello che sta succedendo, è completamente surreale! E su questi argomenti così sensibili, ripeto, la deriva autoritaria è di non permetterci di esprimerci, ma neanche di fare un dibattito che dovrebbe essere sano, di confronto, valutando tutte quelle che sono le evidenze empiriche e scientifiche che arrivano dal mondo: ci viene negata questa possibilità, si va avanti di fiducia in fiducia! Adesso, fino a quando è su provvedimenti di estrema urgenza, ovviamente l'istituto della fiducia ha un senso, ma su questo provvedimento, così importante, perché negare il dibattito? Perché andare verso quello che alla fine è un presidenzialismo di fatto, cioè decide tutto Draghi, decide tutto il Governo, questi parlamentari qui sono completamente inutili? E anticipiamo già, cari colleghi della Camera, che anche una legge importante come la legge di bilancio, la legge madre di ogni legislatura, quella che ci permette di capire dove stanziare i fondi, in cosa investire, arriverà alla Camera dei deputati bloccata, ci sarà un'altra fiducia. Allora questo Parlamento non ha più senso, diciamolo agli italiani, ma per un atto proprio di giustezza, di trasparenza, nei confronti di chi ancora ha fiducia nelle istituzioni. Possiamo andare a casa, perché veniamo qui ogni settimana, ma nei fatti non possiamo neanche approvare un emendamento migliorativo. Diciamo che non siamo più una Repubblica parlamentare, credo che non facciamo un danno a nessuno e quantomeno creiamo gli anticorpi - quelli sì! - nella nostra popolazione, che sono sicuro non è così entusiasta del fatto di pagare 900 parlamentari per venire qua a fare le belle statuine. Poi, certo, ci sono i parlamentari asserviti, io lo dico sempre, l'ignavia è il sentimento principale, l'attitudine principale dei parlamentari che vengono qui a pigiare un bottone e non credono di avere una responsabilità nei confronti del proprio popolo. Ma qualcuno - qui ne ho alcuni alle mie spalle, la componente Alternativa, noi esclusi dal MoVimento 5 Stelle - quel mandato lì lo vuole rispettare! Fateci fare i parlamentari su un tema così delicato e così importante, perché i dubbi che nascono, nel valore di questa nostra democrazia così sacra, ormai sono evidenti: è tutto veramente una farsa, un circo. Quante altre fiducie dovremo votare nei mesi che ci rimangono? Quanti altri provvedimenti sul COVID non potremo discutere?
Allora, qui io voglio semplicemente a raccontare la dinamica e poi mi fermo e passo la parola ai miei colleghi. Qua c'è una dinamica chiara: non si vuole entrare nel merito della situazione, non si vuole entrare nel merito del COVID, non si vuole in alcun modo affrontare l'esperienza degli altri Paesi che meglio stanno gestendo questa pandemia rispetto a noi. Noi cosa abbiamo di diverso rispetto alle altre Nazioni? Una cosa ce l'abbiamo: abbiamo un Paese diviso, frammentato, abbiamo un odio sociale alle stelle, abbiamo un sistema di media e di televisioni, che continuano a drogare l'informazione di dibattiti al vetriolo, con opinionisti che non fanno altro che accendere proprio la sfiducia, l'odio, la disperazione nei confronti dei nostri cittadini, oggi confusi. E naturalmente, in questa dinamica grave, con precedenti mai avvenuti di una Nazione frammentata, qui, in realtà, si portano avanti i provvedimenti veramente lesivi della nostra dignità di italiani. Naturalmente non parlo di tutta la narrazione fantascientifica che le destre fanno sull'immigrazione. Ovviamente i problemi veri sono altri. I problemi veri sono che avete dato l'ok ad una riforma della giustizia, la “Cartabia”, che veramente garantisce a chi commette illeciti nel nostro Paese un'impunità che non c'era neanche ai tempi di Berlusconi.
PRESIDENTE. Concluda.
MICHELE SODANO (MISTO). Garantiamo, con i prossimi decreti sull'ambiente, di ritornare al nucleare, nonostante ci vogliano quarant'anni per fare partire il nucleare in Italia, nonostante oggi si possa investire in mezzi per ricevere energia molto più efficienti. Siamo la Nazione veramente che non riesce…
PRESIDENTE. La ringrazio.
MICHELE SODANO (MISTO). Scusi, io non ho 10 minuti?
PRESIDENTE. Dieci minuti.
MICHELE SODANO (MISTO). Allora, vede, caro Presidente, prima volevo intervenire su qualche ordine del giorno in più, visto che è l'unico momento che noi abbiamo per sollevare un dibattito in questo Paese, noi che non andiamo mai in televisione - attenzione -, perché guai a chiamare qualcuno dell'opposizione…
PRESIDENTE. Senta, lei ha esaurito il suo tempo, quindi le chiacchiere stanno a zero. Non è che c'è l'interpretazione di qualcosa: il Regolamento questo prevede.
MICHELE SODANO (MISTO). Ma io non parlo da 10 minuti. Questa è censura.
PRESIDENTE. Lei ha oltrepassato il suo tempo. Ho anche fatto fare silenzio all'Aula, per poterla coadiuvare e ho fermato, giustamente, il tempo. Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO (MISTO). Presidente, ma come si permette!
PRESIDENTE. Le propongo di andarsi a studiare il Regolamento.
MICHELE SODANO (MISTO). Non ho parlato per 10 minuti!
PRESIDENTE. Prego, deputata Rossini.
EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie Presidente. Grazie alla responsabilità della maggior parte dei nostri cittadini, parliamo, ad oggi, dell'86 per cento con una dose di vaccino e dell'84,33 per cento che ha completato il ciclo vaccinale. La campagna di vaccinazione per la prima dose sta continuando tutti i giorni in modo sostenuto e molti si stanno avvicinando alla terza dose. Grazie alla responsabilità, quindi, di tantissimi, della maggior parte dei nostri cittadini, oggi possiamo dire che ci troviamo in una situazione in cui si possono escludere lockdown e restrizioni, quali quelli messi in atto in altri Paesi. La nostra non è una situazione così drammatica e lo dobbiamo dire, perché, sia da un punto di vista psicologico sia per l'economia, è importante adesso creare un altro clima. Certo, rimane la criticità di alcuni territori di confine, che, proprio perché sono di confine - parlo sia a Nord-Est che a Nord e a Nord-Ovest -, fanno da blocco e proteggono il Paese, affacciandosi su altri Paesi come l'Austria, la Slovenia e la Francia, dove la situazione è ben diversa. La criticità su questi territori merita un'attenzione diversa e precisa.
Detto questo, concludo auspicando che vi sia ora anche un nuovo approccio, per recuperare nel Paese una convivenza civile, abbassando toni che contrappongono la popolazione e che fanno assolutamente del male anche ad un sistema di assistenza, di vicinato e di tutta quella solidarietà che è la vera eredità che ci dobbiamo portare da dopo il lockdown. Quindi, c'è un impegno nostro, parlamentare e di Governo, di cercare di creare e ricreare una convivenza e abbassare i toni di totale intolleranza e odio, che veramente fanno male al Paese.
Annuncio il voto favorevole della nostra componente, ricordando la criticità dei territori di confine come il nostro, che pagano il prezzo di essere proprio il baluardo di protezione del nostro Paese, che richiede un'attenzione diversa probabilmente o, comunque, un'attenzione importante, ora.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Annunciamo l'adesione e il voto favorevole della nostra componente. Già il collega Alessandro Colucci stamattina, in dichiarazione di voto sulla fiducia, ha dato le ragioni, non solo del nostro voto di fiducia al Governo per il lavoro che sta facendo nella lotta contro la pandemia, ma anche del nostro voto favorevole al contenuto di questo decreto, cioè al merito di questo decreto.
L'occasione della dichiarazione di voto è per esplicitare le nostre ragioni e anche per dire con chiarezza, assumendoci la nostra responsabilità, che tante deformazioni - chiamiamole così - stanno avvenendo nel dibattito riguardo al green pass, al vaccino e alla lotta alla pandemia. Il diritto al dissenso è un diritto fondamentale all'interno della nostra democrazia e del nostro Paese, ma anche il dissenso va esercitato con responsabilità. Bisogna guardare alla realtà e dire, considerando i dati della realtà, cosa non si condivide. Il diritto al dissenso, però, deve essere manifestato tenendo conto della libertà e della responsabilità degli altri. Abbiamo più volte, come Noi con l'Italia, duramente condannato le manifestazioni dei no-vax che si sono tenute ogni settimana nei nostri centri storici, non perché non c'è un diritto a manifestare. Ma, nel momento in cui questo diritto a manifestare lede la libertà degli altri, la possibilità di tenere aperti i propri negozi da due mesi, per esercitare la libertà, con il rischio del contagio nei confronti di una popolazione, questo è un elemento che non può essere condiviso. Nel momento in cui - l'abbiamo sempre detto - il diritto allo sciopero, che è un diritto fondamentale, lede la fruizione di servizi per tutta la comunità, quel diritto allo sciopero - e si è sempre intervenuti negli oltre 70 anni di storia della nostra democrazia - non deve essere limitato, ma gli va data una sua responsabilità e una sua contestualizzazione. Per questo è stato giusto intervenire anche duramente, da parte del Ministero dell'Interno, rispetto a coloro che bloccavano, a Trieste, un servizio pubblico fondamentale, come il porto di Trieste e la logistica.
Allora, veniamo al primo dato della realtà, che è già stato citato dal collega Colucci. L'84,33 per cento degli italiani si è vaccinato con due dosi, l'86 per cento con una dose. L'86 per cento; l'84,33 per cento. Questo è il dato più oggettivo di tutti. Se oggi, nonostante la recrudescenza della quarta ondata in tutta Europa, l'Italia non può sconfiggere il COVID - con cui, come diceva il Presidente del Consiglio Draghi, bisogna convivere e assumerci il nostro rischio calcolato -, ma può conviverci e vivere nella libertà, questo è grazie innanzitutto alla responsabilità degli italiani, che si sono vaccinati e che hanno condiviso che questa battaglia la si vince, assumendosi ognuno la nostra responsabilità.
In secondo luogo - lo dico con chiarezza e assumendo la responsabilità politica di quello che diciamo -, abbiamo sentito in Aula, con il diritto di critica e di consenso, dire che il green pass limita il diritto al lavoro. Il diritto al lavoro è limitato dalla chiusura delle fabbriche, dalla chiusura dei negozi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC), dalla chiusura delle città, dalla chiusura delle discoteche, dalla chiusura dei teatri, dalla chiusura delle scuole, dalla chiusura di una vita che si chiama comunità sociale e che non può essere impedita da una pandemia! Dobbiamo lottare, dobbiamo rischiare! Dobbiamo assumerci un rischio calcolato, che è determinato esattamente dal vaccino e da quello strumento, che paradossalmente si chiama green pass, che è uno strumento di libertà. Perché è un paradosso? Perché il green pass limita, ma ti limita per fruire maggiormente delle libertà.
Abbiamo il sottosegretario per la Salute Costa e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Bergamini, e proprio per la funzione che avete - Ministro Speranza e ovviamente il Governo - proprio per questa responsabilità, proprio per questo rischio calcolato, vi preghiamo: attenzione, smettiamola di dipingere una realtà che ritorna al passato, di spaventare, di dire che andremo alle chiusure di nuovo, nel senso che abbiamo lo strumento con cui lottare, faremo la terza dose, convinceremo ancora con forza tutti coloro che non si sono vaccinati, ma non possiamo immaginare che la vita sociale di questo Paese, la vita lavorativa, la vita comunitaria ritorni a un anno fa, perché non è possibile seguire quella strada.
Sarebbe deludere e prendere in giro oltre 46 milioni di italiani che hanno vinto la battaglia assumendosi la responsabilità di vaccinare. Assumiamoci la responsabilità di intervenire limitatamente, di mirare dove il contagio si diffonde. I numeri sono sotto gli occhi di tutti e quindi attenzione, attenzione, attenzione. E non è con la paura che si aiutano anche coloro che non si vogliono vaccinare, ma è con la positività dei dati che abbiamo sotto gli occhi di tutti, è con l'assunzione di responsabilità, è invitando una comunità a sentirsi protagonista. Basta minacciare che il Natale non lo faremo! Stiamo vincendo questa battaglia, il Natale lo faremo con responsabilità, continueremo ad andare nei nostri teatri proprio perché abbiamo uno strumento formidabile.
E, se c'è da intervenire in maniera mirata, si intervenga in maniera mirata. Cos'altro dobbiamo inventarci? Abbiamo il green pass, abbiamo il vaccino, abbiamo la zona gialla, arancione e rossa e abbiamo tutti i nostri strumenti. Sono stati condivisi e indicati i parametri e i criteri, anche qui la comunicazione dovrebbe aiutarci: 10 mila contagi possono essere tanti o pochi. Quanti sono i ricoverati? Quanti sono quelli in terapia intensiva? Quanti sono quelli che, rispetto al passato, stanno subendo questo? Questo è il dato assoluto! E attenzione - lo diciamo proprio per il clima che si sta creando - a non trascurare il resto dei malati del nostro Paese che continuano a combattere, perché la cura possa essere effettuata sempre con dignità, dai tumori alle altre malattie respiratorie. Oggi abbiamo dei dati sotto gli occhi. Attenzione, attenzione, attenzione. L'Italia è all'avanguardia su questo, siamo avanti. Andiamo con orgoglio rispetto alla responsabilità dei nostri concittadini.
Un'altra osservazione: si è detto che è una bugia, lo hanno detto alcune campagne di stampa, quando vi dicono che nessun vaccinato è ricoverato, ma non è vero. Anche qui, nessuno ha mai detto questo: con responsabilità abbiamo sempre detto che il vaccino è uno strumento fondamentale per combattere il COVID, tra l'altro grazie alla ricerca scientifica, perché oggi, grazie alla ricerca scientifica, siamo riusciti ad ottenere un vaccino in 9 mesi e non in 5 o 6 anni come altre volte. Abbiamo detto che il vaccino aiuta ovviamente a evitare di ricoverarci in terapia intensiva, di morire, e ci consente vivere questa sfida con la pandemia e il vaccino in maniera molto, tra virgolette, più tranquilla. Quanti amici abbiamo e abbiamo conosciuto che, pur essendo vaccinati con due dosi, hanno preso il COVID?
Ma è stato totalmente diverso, ed è questo che dobbiamo dire, da un anno fa o da un anno e mezzo fa. La battaglia contro questa malattia è stata molto più, tra virgolette, tranquilla rispetto al passato.
Ulteriore osservazione che è legata al tema della validità: vi hanno preso in giro perché ci avevano detto che il vaccino, prima e seconda dose, poi sarebbe durato e adesso vi dicono che dovete fare la terza dose perché la validità dopo 6 mesi viene meno. Ma anche questo è un work in progress nella sfida che stiamo facendo di assunzione di responsabilità. Ricordo, e non sono un difensore delle Big Pharma, che Pfizer stesso a febbraio diceva che ancora la durata della validità - e vado verso la conclusione - del vaccino doveva essere verificata dall'efficacia dei dati, è un nuovo vaccino. Quindi ben venga lo studio che ci dice che dura 6 mesi, dura 5 mesi, dura 8 mesi, perché questo ci aiuta anche con il grande campione che abbiamo a disposizione. Per la prima volta abbiamo un vaccino che viene fatto non in milioni di dosi, ma in miliardi di dosi. Quindi non è che possiamo stare tranquilli, ma sappiamo che è una sfida mondiale e i dati che ci derivano dalla ricerca scientifica ci aiutano ad indirizzare la nostra battaglia, a vincerla ancora di più.
Quindi ben venga che si dica con responsabilità che dopo 6 mesi la durata e l'efficacia del vaccino ovviamente sia inferiore, e quindi andiamo verso la terza dose. In sintesi, continuiamo a scommettere sulla responsabilità e sulla libertà degli italiani. Non vogliamo più DAD, non vogliamo più imprese e fabbriche chiuse e negozi chiusi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC). Vogliamo vincere la sfida con il vaccino sapendo che dovremo convivere e invitando le istituzioni e la politica a puntare non sulla paura, ma sulla libertà e la responsabilità dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).
PRESIDENTE. Facciamo, a questo punto, un'eccezione e diamo la parola al Presidente Mandelli, che dopo dovrà sostituirmi qui alla Presidenza. Prego, Presidente Mandelli.
ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, Governo, onorevoli colleghe e colleghi, il decreto-legge che stiamo per approvare rappresenta un ulteriore importante tassello normativo finalizzato a tenere sotto controllo l'andamento di questa terribile pandemia. Questo decreto non ha introdotto solo l'obbligo di esibire la certificazione sanitaria per tutti i lavoratori pubblici e privati, ma ha previsto ulteriori disposizioni, tra cui l'ampliamento dell'offerta di test antigenici rapidi a prezzi calmierati, che hanno permesso all'Italia di ripartire in tutte le attività economiche in sicurezza, di tenere aperte le scuole italiane, insomma di tornare a vivere. L'esame di questo provvedimento al Senato ha inoltre migliorato l'inciso normativo iniziale, semplificando le verifiche. A titolo di esempio, è stato previsto che i lavoratori, nel pubblico così come nel privato, possano consegnare al datore di lavoro una copia della propria certificazione, risultando così esonerati da controlli successivi.
Viene inoltre prorogata fino al termine dello stato di emergenza, ossia al 31 dicembre 2021, la somministrazione a prezzi contenuti di test antigenici rapidi e, al contempo, viene introdotta la gratuità dei test per quei soggetti che non possono ricevere o completare la vaccinazione. In questo senso sono orientate tutte le strutture sanitarie autorizzate dalle regioni a effettuare i test, adeguandosi immediatamente al protocollo d'intesa firmato dal commissario straordinario Figliuolo, rendendo in questo modo possibile il rientro dei lavoratori in sicurezza. Il certificato sanitario non è sicuramente un sistema perfetto, ed è infatti soggetto a continui aggiornamenti, ma certamente è un sistema utile. Una cosa è chiara: a differenza di quanto sostengono alcuni, non è e non ha mai voluto essere una misura liberticida e tanto meno uno strumento di controllo sociale voluto dal Governo per incomprensibili finalità autoritarie.
Al contrario, è uno strumento di responsabilità; una responsabilità che si traduce in primo luogo nell'adesione alla campagna di vaccinazione e subordinatamente nella partecipazione al monitoraggio e al tracciamento della diffusione del virus attraverso i tamponi. Il rafforzamento e l'estensione dell'obbligo della certificazione sanitaria a tutti i lavoratori del settore pubblico e di quello privato è dunque una decisione che, per quanto difficile, va nella direzione esattamente opposta alla limitazione della libertà, perché oggi la libertà principale, cari colleghi, è quella dal virus, oggi l'obiettivo numero uno è mettere in sicurezza la salute dei cittadini e contemporaneamente evitare il rischio che il mondo produttivo debba subire un nuovo arresto, che sarebbe devastante.
Questo proprio non potremmo permettercelo. Se l'Italia oggi è considerata da tutto il mondo un esempio virtuoso, se in Europa è il quarto Paese per numero di vaccinazioni dopo Malta, Portogallo e Spagna, lo dobbiamo alle scelte del Governo, alla capacità del generale Figliuolo e lo dobbiamo soprattutto a tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) che, affidandosi alla scienza, hanno deciso di vaccinarsi, perché lo dobbiamo ricordare con forza: la stragrande maggioranza degli italiani non è quella che si oppone al vaccino, non è quella che minaccia sui social (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) o che istiga alla violenza contro tutti e contro tutto su Telegram. La stragrande maggioranza degli italiani è quella che si fida del Governo, che si fida degli scienziati e dei medici, che si è vaccinata e che oggi si appresta diligentemente a fare la terza dose.
È quello che vuole mettersi finalmente alle spalle questa dannata epidemia e fa la sua parte affinché questo risultato si concretizzi il prima possibile e la fa in silenzio. Questa maggioranza crede nella forza dei numeri che sono testardi e più forti di qualsiasi fake news e i numeri dicono chiaramente che l'impiego del certificato sanitario si conferma come uno strumento decisivo per la lotta al COVID, capace di garantire un equo bilanciamento tra i diritti costituzionalmente garantiti, ossia il diritto al lavoro e il diritto allo studio e il diritto alla salute che, ricordiamo, la Costituzione indica come fondamentale. D'altra parte, basta considerare i numeri con cui eravamo costretti a confrontarci esattamente un anno fa, quando non avevamo a disposizione quell'incredibile strumento di contrasto al COVID che è il vaccino, uno strumento che la scienza, con un vero e proprio miracolo, ci ha messo a disposizione in tempi record. Oggi, con il 76 o l'82 per cento della popolazione totale vaccinata, pari all'84,28 per cento, se si considera la popolazione over 12, pure nel giorno peggiore, oggi, in termini di contagi rispetto al peggiore ultimo, 8 maggio, il raffronto con il 17 novembre dell'anno scorso è chiarissimo: 17 novembre 2020, 35.075 casi, oggi, 10.172; 569 decessi l'anno scorso, come oggi, oggi, 72; terapie intensive, 3.612 il 17 novembre, oggi, 486. Tutto ciò è stato possibile solo grazie al senso del dovere dei nostri sanitari, che ringraziamo sempre e al senso civico dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Per noi di Forza Italia è sempre stato chiaro che in questa terribile pandemia il primo obiettivo era la tutela della salute e l'unico modo per assicurarla era di affidarsi alla scienza. Lo abbiamo centrato. Il secondo obiettivo era far tornare tutti i nostri ragazzi a scuola, permettere loro di avere nuovamente una vita sociale in sicurezza e anche questa promessa è stata mantenuta. Il terzo obiettivo era far aprire tutte le attività economiche e, aspetto non secondario, permettere loro di rimanere aperte; in questo senso, gli ultimi dati dicono che la crescita del nostro prodotto interno lordo dovrebbe raggiungere il 6,2 per cento nel 2021, per poi proseguire al 4,3 per cento nel 2022.
I dati sul controllo del contagio, così come quelli macroeconomici sulla ripresa del Paese dimostrano ancora una volta, seppure nel quadro di un contesto epidemiologico preoccupante a livello internazionale, che la rotta indicata da Forza Italia e seguita dal Governo è quella giusta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Se guardiamo fuori dai confini nazionali, infatti, la situazione sta tornando preoccupante; secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, l'Europa è di nuovo in testa per percentuale di nuovi casi e decessi dovuti al COVID. Il numero di nuovi casi è aumentato del 7 per cento la scorsa settimana, mentre il numero dei morti è, purtroppo, tragicamente salito del 10 per cento. La Germania ha registrato proprio oggi 50 mila casi di positività in 24 ore, con oltre 230 morti. La Sassonia ha raggiunto oggi il limite massimo di sovraccarico gestibile delle terapie intensive del COVID, stiamo parlando di Germania. Il Ministro della Salute tedesco ha perciò annunciato che verrà introdotta la regola del “2G plus” per gli eventi pubblici; l'accesso a tali eventi sarà cioè consentito solo se vaccinati o guariti e, comunque, presentando un test negativo con un tampone.
In Austria il Cancelliere ha ufficializzato il lockdown per i non vaccinati. I numeri sono preoccupanti anche in Francia, dove il tasso di incidenza del COVID è aumentato del 44 per cento nella prima settimana di novembre. In Olanda il Governo ha deciso di introdurre nuove restrizioni, con negozi non essenziali che dovranno anticipare l'orario di chiusura alle 7 di sera. È un dato di fatto che attualmente Romania e Bulgaria stiano registrando i tassi di mortalità giornaliera più alti dell'Unione europea, a causa della scarsa adesione alla campagna vaccinale. In Bulgaria ha completato il ciclo di immunizzazione solamente il 23 per cento della popolazione e in Romania il 34 per cento. La diretta di conseguenza di tutto questo comportamento è che il sistema sanitario è collassato.
In questo quadro, il nostro Paese sta tenendo; la campagna vaccinale, insieme allo strumento del certificato sanitario, ci sta consentendo di affrontare al meglio la nuova crescita di contagi che si sta abbattendo su tutta l'Europa. Certo, preoccupano i quasi 2,7 milioni di over 50 che ancora non sono vaccinati e che rappresentano la fascia a maggior rischio - voglio ricordarlo ancora qui - di malattia e di ricovero in ospedale. Allora, oggi, proprio oggi, qui dal Parlamento, voglio rivolgermi a loro con un appello, affinché si convincano della necessità di vaccinarsi. Tuttavia, va detto che proprio quel combinato tra vaccini e certificazione sanitaria che i no-vax e i no- green pass definiscono come un'anomalia italiana, in realtà, si sta rivelando la scelta migliore per il Paese. L'azione e le misure intraprese in questi mesi dal Governo, non ultimo il decreto-legge che stiamo per approvare, stanno dimostrando tutta la loro efficacia nel tenere sotto controllo, più e meglio degli altri Paesi europei, la diffusione del virus e dei contagi tra i cittadini. Ci richiamiamo perciò, ancora una volta, al grande senso di responsabilità degli italiani. Dobbiamo assolutamente accelerare con le dosi aggiuntive, seguendo l'esempio della Gran Bretagna e di Israele, dove proprio le terze dosi hanno permesso di contenere la recrudescenza del virus.
Per tutti questi motivi, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente - lo ripeto, convintamente - a favore della conversione in legge di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Premetto che il sottoscritto è vaccinato e in possesso di green pass. Francamente, il fatto che sia consigliabile specificarlo, quando si intendono avanzare perplessità in merito a provvedimenti totalmente aderenti al pensiero dominante, è di per sé - mi permetto di dire – preoccupante, perché la pressione mediatica, politica e sociale contro chi ha una posizione diversa o, comunque, faccia un ragionamento un po' più articolato nei confronti dell'ennesima estensione dell'obbligo del green pass, è talmente forte da ingenerare il dubbio che sia lecito anche il solo pensiero di porre ancora qualche domanda.
Io sono convinto che il vaccino, oggi come in passato, sia una delle pochissime armi che abbiamo; ritengo anche che il green pass sia un ottimo strumento di censimento e monitoraggio della diffusione vaccinale, ma esso non può essere un certificato di immunità, perché non lo è, non lo è nella maniera più assoluta e non può essere un mezzo per obbligare alla vaccinazione, men che meno se, con l'arrivo della quarta ondata, ci sarà una spinta formidabile verso l'assunzione della terza dose, verso la quale ci sono molte perplessità. Perché tante sono le domande e, come ho detto prima, le perplessità di persone che sono restie a vaccinarsi certamente per scelta, ma anche, molte volte, per paura, per timore, per mancanza di informazioni e, quindi, per mancanza di conoscenza.
La massima sicurezza nei rapporti interpersonali o nella frequentazione dei luoghi si raggiunge, non con il green pass, che, come ho detto, non è un certificato di immunità, ma con la certificazione di non contagiosità che, oggi, solo - a mia memoria - un tampone molecolare può fornire in percentuali accettabili. Pertanto, chi sceglie di sottoporsi al test del tampone, per i motivi che ho evidenziato poc'anzi, quindi, timore, paura, mancanza di informazione e, quindi, decide, tramite i tamponi, di cercare di condurre una vita quasi normale, non va guardato con sospetto e talvolta, devo dire, anche con spregio, ma va rispettato, il suo desiderio di approfondimento; quindi, vaccini e tamponi debbono camminare insieme per far sì che la vita dei cittadini abbia quanto più possibile un corso normale, accettabile. Inoltre, non va sottovalutata l'importanza dello screening mediante test sierologici per avere una risultante anticorpale che possa indicare che un soggetto è adeguatamente coperto e che, quindi, magari, non necessita di vaccinazione o comunque necessita di dosi ridotte di somministrazione.
Insomma, quello che voglio dire è che andrebbe ripensato l'iter informativo, e quello procedurale, per rendere più opportuno l'approccio vaccinale, in modo che non sia – non sia - impositivo, dal momento che siamo quasi al 90 per cento di cittadinanza vaccinata e che, quindi, non serve aumentare in questo modo le tensioni tra cittadini, tra categorie, ma è necessario spiegare perché è necessario assumere i vaccini e quali potrebbero essere i benefici o le conseguenze nei vari casi in cui si decida di affidarsi alla scienza o chiedere maggiori informazioni, legittimamente, senza essere discriminato, voglio sottolinearlo ancora una volta.
Infine, mi permetto di tornare ancora una volta sulle necessità del potenziamento delle strutture sanitarie, affinché siano adeguate per poter affrontare la recrudescenza pandemica in ordine alla quarta ondata in arrivo o, addirittura, in atto, come ci arrivano notizie da altri Paesi. Ad oggi, devo riscontrare che tutto il parlare, tutte le buone intenzioni propalate finora hanno portato a poco. Io faccio riferimento sempre al mio territorio, la provincia di Foggia, dove le strutture ospedaliere languono depotenziate, vengono depotenziate, mentre potrebbero dare una grossa mano, specie in questa temuta - come ho detto prima - quarta ondata. Mi riferisco anche alle notizie che ci arrivano dalla Germania, che preoccupano molto.
È rilevante la questione per cui maggiori saranno i posti nelle terapie intensive e minori saranno le restrizioni a cui i cittadini verranno sottoposti, perché il numero dei ricoverati negli ospedali può essere poco o tanto, accettabile o inaccettabile, a seconda di quanti posti di ricovero noi abbiamo negli appositi reparti. Ma questo potenziamento - lo sottolineo ancora una volta - non è in programma, anzi, arrivano notizie di licenziamenti o mancati rinnovi dei contratti del personale medico e paramedico. Si badi, dico tutto questo non perché non si vogliano seguire le indicazioni o le normative per contenere il fenomeno pandemico, ma è necessario che il Paese non subisca più le forti limitazioni operative e delle libertà, perché troppo è stato dato e troppo si è sofferto nel recente passato. Ho concluso e la ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.
LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, membri del Governo, il provvedimento che stiamo per votare rappresenta l'ultimo tassello di quella strategia definita dal Presidente Draghi “strategia del rischio calcolato”. È la strategia che ci ha consentito una riapertura graduale del Paese, puntando, soprattutto, sullo strumento più prezioso di cui disponiamo: la scienza, che ci ha dato in pochi mesi vaccini sicuri ed efficaci.
Fin dall'inizio della pandemia Italia Viva ha sostenuto che la politica, sulla base delle evidenze scientifiche, dovesse assumersi la piena responsabilità di indicare la strada. Ebbene, partiamo dalle evidenze scientifiche. Guardando ai dati dell'Italia, questi dati ci dicono che le probabilità di contrarre un virus per un vaccinato entro sei mesi, rispetto a un non vaccinato, è di 1 a 4; quella di finire in ospedale è di 1 a quasi 8 volte; quella di finire in terapia intensiva è di 1 a 11,7 volte. Questi sono i numeri che ci dà la scienza, al di là degli aneddoti e delle fake news. È sulla base di questi numeri che il Governo ha scelto di svolgere la funzione propria della politica, assumendosi la responsabilità di una decisione che noi condividiamo completamente: utilizzare il green pass come strumento della strategia di contenimento della pandemia, estendendolo, con questo decreto, anche ai luoghi di lavoro e continuando, comunque, a chiedere e a imporre di applicare le misure di precauzione, come l'uso dei dispositivi di protezione individuale.
Ora, questa scelta può essere condivisa o meno ma, nell'argomentare, bisognerebbe almeno sforzarsi di usare argomenti logici e conseguenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Da un lato, infatti, si sostiene - si è sostenuto anche in quest'Aula - che il green pass italiano sia un inaccettabile strumento per forzare i cittadini a vaccinarsi e che, allora, bisognerebbe imporre l'obbligo vaccinale, salvo poi specificare immediatamente di essere contrari all'obbligo vaccinale. Dall'altro lato, coloro che contestano la finalità di incentivo della vaccinazione del green pass sostengono che non serve, perché abbiamo un numero di vaccinati sufficienti e meno contagi di altri Paesi.
Perdonatemi, ma è proprio grazie al green pass e proprio grazie all'alto tasso di vaccinazione che ha prodotto e alla strategia integrata e complessa adottata in questi mesi che l'Italia oggi ha dei numeri migliori di quelli di altri Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Anche qui, guardiamo i dati oggettivi. L'Italia, a fronte di quasi il 78 per cento della popolazione totale vaccinata e quasi l'88 per cento della popolazione vaccinabile vaccinata, ha 128,7 nuovi contagi per milione di abitanti; la Germania, con il 70 per cento di vaccinati e senza, fino ad oggi, l'uso del green pass che abbiamo adottato in Italia, con misure più blande anche relative ai dispositivi di protezione, oggi ha 489 nuovi contagiati da COVID per milione di abitanti; la Romania, con il 38 per cento di vaccinati, ha 4.128 nuovi casi su un milione; l'Ungheria, con il 60 per cento, ha 764,9 casi per milione. Io credo che i numeri parlino da soli. Molti in quest'Aula ci dicevano che solo l'Italia aveva adottato un uso così estensivo del green pass, che eravamo un unicum in Europa. Bene, ora molti Paesi guardano a noi e prendono il nostro come un modello virtuoso.
Un altro argomento usato in quest'Aula è che il green pass non garantirebbe sicurezza al 100 per cento. Scusatemi, ma chi lo ha mai sostenuto? Tanto è vero che si è giustamente scelto di puntare su una strategia complessiva, continuando ad adottare anche tutte le altre misure di precauzione, come l'uso delle mascherine. Il punto del green pass è creare il maggior grado di sicurezza possibile negli spazi di uso pubblico e nei luoghi di lavoro.
Ma ora vorrei venire al tema che, qui e fuori di qui, è stato più dibattuto ed invocato: quello dell'uso estensivo del green pass come violazione della libertà. Io credo che dobbiamo chiarirci su cosa intendiamo per libertà. Vedete, colleghi e colleghe, i nostri Padri costituenti, quelli che avevano combattuto per restituirci la libertà strappata e negata dalla dittatura fascista, non l'hanno mai intesa come libertà di disinteressarsi del destino della collettività a cui si appartiene. La libertà, anzi, le libertà sancite e tutelate dalla nostra Costituzione non sono mai, ripeto, mai avulse dalla responsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Non esistono, insomma, nella nostra Costituzione diritti disgiunti dai doveri inderogabili di solidarietà e protezione, anzitutto, di chi è più vulnerabile. Per questo i ragionamenti sulla presunta libertà conculcata dalle norme sul green pass sono deboli e costituzionalmente infondati.
Le pandemie sono le catastrofi che, più di tutte, mettono alla prova la nostra capacità di misurarci con il nucleo essenziale di reciprocità che caratterizza l'esercizio legittimo di ogni diritto costituzionale. Quando si ha a che fare con una malattia contagiosa, non esiste altro modo di superare l'emergenza che non passi attraverso l'adozione diffusa di comportamenti responsabili e protettivi degli uni verso gli altri. In una pandemia, è proprio attraverso misure che, temporaneamente e in proporzione a quanto strettamente necessario, circoscrivano l'esercizio illimitato della propria libertà individuale che si può salvaguardare la salute dell'intera collettività, che è il presupposto imprescindibile proprio per consentire a tutti il ritorno al pieno esercizio dei diritti e delle libertà costituzionali che erano stati compromessi dall'epidemia: la libertà di movimento, di impresa, di riunione, di lavorare in un luogo sicuro. Quanto sta accadendo è la piena dimostrazione di questo.
Se oggi, gradualmente, gli italiani sono tornati alla vita di comunità, uscendo dalla solitudine che ha così provato, anche psicologicamente, moltissimi cittadini, a partire dai più giovani, se oggi tanti malati con patologie diverse dal COVID possono tornare a curarsi grazie allo svuotamento dei reparti COVID, se oggi noi siamo qui in questo Parlamento a discutere di come tenere aperto il Paese e non di come richiuderlo, e di come approntare i susseguenti ristori, ciò è solo grazie alla strategia adottata dal Governo Draghi e ai milioni di italiani che, vincendo le loro paure e i loro dubbi, hanno scelto di vaccinarsi, hanno continuato a rispettare le regole del distanziamento e hanno accettato, con senso di condivisione e di responsabilità, il green pass. Questa, colleghi, è la vera libertà, non quella invocata a sproposito in quest'Aula e, proprio a chi l'ha invocata a sproposito, vorrei ricordare quanto affermato in Assemblea costituente da Dossetti, secondo cui, in materia di diritti e libertà costituzionali, va esclusa una visione soltanto individualistica, riconoscendo - e cito testualmente - la necessaria socialità di tutte le persone, le quali sono destinate a completarsi, a perfezionarsi a vicenda, mediante una reciproca solidarietà. Questa è la libertà a cui pensavano i nostri Padri costituenti, ed è per questo che annuncio il voto convintissimo, favorevole, di Italia viva su questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Grazie, deputata Noja. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Leda Volpi. Ne ha facoltà. Abbiamo avuto la necessità di anticipare questi due interventi. A lei la parola, deputata Volpi.
LEDA VOLPI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo decreto si chiama “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato”; eppure, non c'è nulla sulla reale sicurezza dei lavoratori. La normativa sulla sicurezza del lavoro - il decreto legislativo n. 81 del 2008 - prevede che il lavoratore, pubblico e privato, sia sottoposto a periodici controlli che ne tutelino la salute e ne stabiliscano anche l'idoneità alla mansione; si chiama sorveglianza medica. Eppure, apprendiamo ogni giorno da notizie di cronaca di grossi focolai di contagio da COVID-19 che vanno ad interessare luoghi di lavoro, i più disparati, compresi i presidi ospedalieri e le RSA, perché non vengono effettuati i tamponi a tutti i lavoratori e non viene posto in essere un serio protocollo di sorveglianza e di screening sul luogo di lavoro. Allora, dov'è la prevenzione sanitaria? Siamo all'assurdo, perché, in molti luoghi di lavoro, l'unico strumento di screening è il tampone effettuato a spese del lavoratore non vaccinato, ogni 48 ore. Questo, francamente, è inaccettabile e noi abbiamo presentato un ordine del giorno su questo, chiedendo al Governo di impegnarsi per verificare che, effettivamente, la medicina preventiva nei luoghi di lavoro, in aziende pubbliche e private, garantisca protocolli seri di screening, con tamponi periodici per tutti i lavoratori; eppure, è stato bocciato.
Questo fa capire l'attenzione che il Governo ha per la sicurezza dei lavoratori. Il Ministro Brunetta ha eliminato lo smart working perché crede che i tramezzini della pausa pranzo degli impiegati risolleveranno il PIL, ma dove sono le misure del distanziamento, necessarie per ritornare tutti in presenza, quindi per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro? Dove sono le misure per prevenire realmente i contagi a scuola? Non si sa. Questo Governo continua, come un disco rotto, a insistere solo sul green pass come unica misura, ma non ha ancora capito - o forse fa finta di non capire - che la vaccinazione serve per tutelare il singolo dalle forme gravi di malattia, non ad eliminare il contagio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Per prevenire i contagi serve ancora il distanziamento, servono le mascherine, serve il ricambio dell'aria, servono le misure igieniche e per affrontare veramente la pandemia servono anche le cure. Vi state fissando sul green pass ma avete tralasciato tutto il resto: dove sono le cure precoci? State facendo scadere nei frigoriferi delle regioni gli anticorpi monoclonali, state deridendo e bullizzando chi lavora sul campo e prova a curare le persone invece che lasciarle sole a casa con il saturimetro. Neanche avete saputo diffondere un protocollo di cura e presa in carico condiviso dalla classe medica.
Vi riempite la bocca con gli elogi degli eroi - medici e infermieri - e con la medicina territoriale ma, dopo un anno e mezzo, siamo sempre sulle spalle dei medici e degli infermieri volenterosi, che però non ce la fanno più. Avete preso decisioni senza senso scientifico, avete cambiato direzione mille volte: prima il green pass a 6 mesi, poi 9, poi 12, poi forse di nuovo 6, tombola (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!
Poi, due dosi che dovevano bastare, poi la terza dose, ma non si sa a chi, forse a qualcuno, forse a tutti; poi la quarta dose e poi l'obiettivo dell'immunità di gregge, che solo ora avete capito che non si può raggiungere. Tutto ampiamente prevedibile per chi conosce l'infettivologia. Il pressappochismo con cui state affrontando argomenti delicati e complessi come questi sanitari è impressionante: dov'è il dibattito scientifico con contraddittorio serio, basato sulla letteratura e sulle evidenze scientifiche? State alimentando un clima di censura, in cui i professionisti hanno paura di parlare dei loro dubbi e state creando un odio sociale tra fazioni immotivato. Eppure, il dubbio è il pensiero critico e il motore della scienza, non il dogma e nemmeno l'ideologia. Avete creato questo sistema del green pass solo - diciamoci la verità - per indurre alla vaccinazione gli indecisi, ma l'esitazione vaccinale si vince con informazioni chiare e affidabili, e con l'autorevolezza, ma l'autorevolezza non si acquisisce con i manganelli e nemmeno con gli idranti e nemmeno con i personaggi che ripetono slogan in televisione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Non avete ascoltato nemmeno l'OMS che vi sta dicendo da mesi che una pandemia - cioè un'epidemia mondiale - non si vince accanendosi con i vaccini su una piccola popolazione ristretta, ma con un approccio globale e per priorità. Allora, ritroviamo la bussola, perché siamo ancora in tempo. Restituiamo serenità ai cittadini, offriamo i vaccini, offriamo informazioni corrette, curiamo i malati, proteggiamo i deboli: questa è la strada.
Questo Governo di banchieri e baciapantofole ha già fatto troppi danni, e prima se ne va, meglio è per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa - Deputati del gruppo Misto-Alternativa espongono cartelli recanti le scritte: “No green pass”, “Non si può pagare per lavorare”, “Il lavoro non si tocca”, “Il green pass è un sopruso”).
PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Volpi…Posate i cartelli, per cortesia. Tenete giù i cartelli. Invito gli assistenti ad intervenire (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).
In ogni caso, essendo giunti alle ore 20, sospendiamo a questo punto lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale, che riprenderà alle ore 21. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 21.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Barelli, Bergamini, Enrico Borghi, Brescia, Casa, Cavandoli, Comaroli, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Grande, Grimoldi, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Maggioni, Magi, Mura, Pastorino, Perantoni, Serracchiani, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 3363)
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3363.
Ricordo che prima della sospensione era iniziato lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vallascas. Ne ha facoltà.
ANDREA VALLASCAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, siamo chiamati a convertire in legge il decreto n. 127, che annuncia, con titolo retorico e fuorviante, misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde. Il primo articolo della nostra Costituzione pone il lavoro a suo fondamento. Cosa succede quando una sequela di decreti minano, erodono e violentano questo fondamento? Cosa succede se qualcosa, che è un fondamento e un diritto, viene subordinato a un lasciapassare? In un altro tempo avremmo avuto un'insurrezione di costituzionalisti, intellettuali e sindacati. Invece totale silenzio, tranne poche voci libere.
Questo Governo, attraverso questo decreto, vuole di fatto ottenere il medesimo risultato dell'obbligo vaccinale, garantendosi la non assunzione di alcuna responsabilità in quanto atto formalmente non obbligatorio e rimesso alla libera scelta di ognuno, una libertà irreale naturalmente. Se questo Governo avesse a cuore la sicurezza dei lavoratori avrebbe predisposto di certo sistemi di tracciamento per vaccinati e non adeguati e gratuiti, come in tutti i Paesi civili nella stessa UE. Se fossero il lavoro e la sua sicurezza il vero scopo di questo Governo e di questa grande ammucchiata, che da destra va a sinistra, non avrebbe predisposto uno strumento, quello del green pass, concepito, invece, come un'arma di ricatto, di tortura fisica e psicologica, come lo ha definito, in modo indecente, un Ministro di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), perché è così che per questa maggioranza va trattato il nemico, il disertore, il renitente al vaccino.
Questo decreto rappresenta un ulteriore tassello, secondo noi di Alternativa, di una più ampia strategia volta a comprimere le libertà fondamentali, una sensazione che poi si percepisce chiaramente dall'esterno, tanto che il quotidiano statunitense The Washington Post, dopo l'introduzione dell'obbligo del green pass, sottolinea come l'Italia si sia spinta in un nuovo territorio per le democrazie occidentali, un nuovo terreno sconosciuto, aggiungo io, in cui le regole le detta solo un uomo che risponde ai suoi emissari d'Oltreoceano. Ma da un dipendente della Goldman Sachs non c'è mica da stupirsi. Stupisce, invece, che siano così tanti a sostenerlo in quest'Aula.
L'Italia si trova in una nuova fase, sempre secondo il The Washington Post, per provare a capire che livello di controllo la società sia disposta ad accettare. Ecco cosa siamo: un laboratorio, e questo decreto ne è uno strumento. Siamo un laboratorio sperimentale di cosa si sia disposti a perdere in termini di diritti dopo mesi di strategia del terrore. Del resto, cosa può fare chi ha deciso di non accettare l'obbligo vaccinale di fatto già in vigore? Perdere il lavoro? Alcuni lo hanno fatto (un'onta su tutta quest'Aula). Centinaia di lavoratori sono stati privati di un loro diritto fondamentale. Manifestare? No! I no green pass sono contagiosi e non possono manifestare. I no green pass non possono scioperare, perché arrivano idranti e manganelli. I no green pass non possono stare pacificamente in piazza, come Stefano Puzzer, colpito da un vergognoso Daspo per aver messo un tavolino e creduto che qualcuno avesse a cuore ancora questa democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). I no green pass non sono cittadini: sono sub-cittadini con diritti dimezzati. Di questo atto, di cui la storia vi chiederà conto, siete tutti responsabili.
La misura introdotta dal Governo Draghi, che vede l'imposizione della certificazione verde sul posto di lavoro, è uno degli obblighi vaccinali sul posto di lavoro più severi al mondo, come si legge sulle pagine del The Wall Street Journal. “Noi siamo più bravi”, dice qualcuno. Ma più bravi di cosa, mi chiedo. Nel cancellare 70 anni di progresso giuridico e sociale?
L'informazione promossa dal Ministero della Cultura popolare, che invia le veline a stampa e televisioni, che per allineamento al regime fanno invidia alla Cina, dice che tutto va bene. Tutta la maggioranza batte i tacchi - tu-tu! - a ogni sospiro di Draghi. Forse, però, in fondo questo Mario Draghi, nonostante le ondate di bava che affollano le sue scarpe, le odi e i poemi cantati a gran voce da tutti i partiti, più che apprezzato è un'assicurazione sulla durata della legislatura e su quei fondi PNRR che tanto scaldano cuori e mani. Ecco perché qui dentro tutti accetteranno tutto e lo comunicheranno come misure per salvare il Paese.
In queste settimane questo Governo, attraverso il Minculpop, ci ha abituato a banner comunicativi massivi, martellanti e fuorvianti, che in coro pappagallesco hanno coinvolto parlamentari, virus-star e giornalisti. Il green pass è uno strumento di libertà, noi siamo i primi e i migliori, ma ha anche contribuito allo sdoganamento di un linguaggio di odio intriso di violenza, atto a discriminare, condannare e isolare quelli che, con strategica e vile volontarietà, vengono definiti i no-vax senza esserlo. Sono centinaia di migliaia di italiani, non una minoranza antiscientifica e, se anche lo fosse, una democrazia si misura per come tutela e garantisce le minoranze (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Una parola, no-vax, semplice per stigmatizzare chi osa muovere ogni contestazione o dubbio sia sul piano giuridico, rispetto alle limitazioni imposte, sia sulla sicurezza degli stessi vaccini. Chiunque contesti quello che voi oggi vi accingete ad approvare è un disertore, un sorcio, un reietto che non deve essere curato. Questo decreto - ripeto - è un insulto alla nostra Costituzione, ai padri costituenti, a chi per questa democrazia ha pagato il prezzo della vita. È una strada pericolosa che legittima un bullismo di Stato in doppiopetto, che, in nome della tutela della salute e dell'emergenza perpetua, ci priva di ogni libertà.
Se la salute degli italiani fosse in cima alle priorità di questo Governo, per la sanità non sarebbero stanziati solo 2 miliardi in più per il Fondo sanitario nazionale per ciascuno degli anni 2022-2024, con 1 miliardo 850 milioni per farmaci e vaccini COVID. Come si può combattere il COVID con un investimento del genere? Eppure il green pass era nato con uno scopo ben diverso. Il 14 giugno era stato approvato dal Parlamento e dal Consiglio europeo il regolamento 2021/953, che prevede un certificato verde digitale per agevolare la libera circolazione sicura dei cittadini nell'UE durante la pandemia. Il green pass europeo è nato allo scopo di armonizzare e garantire la libera circolazione, coerente con i valori a cui l'Unione si ispira. Questo Governo sta attribuendo, con questo decreto, alla certificazione verde una natura di norma cogente, con effetti di discriminazione e di trattamento differenziato. Con questo decreto si impedisce ai cittadini privi di green pass di lavorare e di poter accedere a una serie di attività fondamentali, pregiudicandone la qualità della vita. Questo decreto lede la dignità umana. Possiamo cassare con un decreto il principio inderogabile della protezione della dignità delle persone? Possiamo dimenticare che la nostra Costituzione all'articolo 2 parla di diritti fondamentali che devono essere garantiti a ciascuno, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità?
Ribadiamo, intanto, che siamo in assenza di un obbligo vaccinale e i motivi sono chiari a tutti. Siamo, difatti, ancora in una fase sperimentale, checché se ne dica. Dunque, la posizione del cittadino non vaccinato è pienamente conforme alla legge. Anche il suo diritto a non fare i tamponi a pagamento ogni 48 ore. Mentre termina oggi il percorso di questo decreto discriminatorio e incostituzionale qualcuno si spinge più in là, come accade da mesi. La libertà arriva sempre dopo qualcosa: dopo l'estate, dopo il Natale, dopo la quinta dose. Un avvicendarsi di misure restrittive lesive dei diritti fondamentali di ogni cittadino. Sento che qualcuno vorrebbe addirittura subordinare lo strumento di libertà alla vaccinazione, al tampone ogni 24 ore, alla terza dose. Ormai siamo alla bagarre giuridica e ogni limite è stato superato. Proprio per questo temo che non sarà l'ultimo degli atti nefasti di questo Governo, che questo Parlamento applaudirà come strumento di libertà. In Francia, quando c'è stata l'adozione del pass sanitario, una pluralità di parti sono state chiamate a esprimersi: il Consiglio di Stato, il Parlamento, il Consiglio costituzionale. Noi, invece, abbiamo Mario Draghi. A noi basta lui e la sua corte di yes-man.
Noi voteremo “no” su questo decreto che comprime le nostre libertà costituzionali fondamentali, viola il principio di eguaglianza, il principio di legalità e il principio della certezza del diritto.
Siamo convinti che per garantire il diritto alla salute, sia del singolo, sia della collettività, non servano provvedimenti draconiani atti a punire ed escludere una parte dei cittadini italiani e privarli dei loro diritti fondamentali, in primis il lavoro. Gli italiani, in questa pandemia, hanno dimostrato di essere migliori della politica che li rappresenta. Uno Stato che rispetti la propria Costituzione - la propria Costituzione - e i propri cittadini non usa strumenti lesivi della dignità delle persone. Ecco perché proprio noi, che in questa Costituzione crediamo, siamo qui a rappresentare tutti i cittadini, di qualsiasi posizione siano, per dire “no” al decreto della discriminazione e al Governo dell'odio che lo ha prodotto, “no” al green pass, “sì” al diritto al lavoro, senza se e senza ma (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Lo state rifacendo, sono trent'anni che fate quello che state facendo in questi giorni, in queste settimane, in questi mesi. Ci spacciate le vostre ricette fallimentari e distruttive come l'unica possibilità per uscire dai pantani nei quali voi stessi ci cacciate. Sono trent'anni che ci propinate delle ricette economico-politico-sociali fallimentari dicendoci che non c'è un'alternativa e criminalizzando chiunque la pensi diversamente da voi. Lo state facendo anche adesso, con un modus operandi che non mi meraviglia, annichilendo e annullando ogni minima forma di dibattito e di confronto parlamentare. Io penso che solo gli stolti possano avere certezze in un momento come questo in cui anche nel mondo scientifico si dibatte e ci si confronta e anche la politica dovrebbe fare del confronto il suo pane quotidiano, per provare a individuare le soluzioni migliori. Voi invece vi ammantate di questa autorevolezza che, in realtà, non avete e vi autoproclamata élite dei migliori. In realtà, navigate a vista e non sapete minimamente quello che state facendo. Finirà come è finita negli ultimi trent'anni, che farete disastri e lascerete macerie dietro di voi. Sono trent'anni che ci dite che le vostre ricette sono le uniche possibili e immaginabili, lo avete fatto in tutti i campi della nostra società, della nostra vita politica, della nostra economia, della finanza. Sono trent'anni che ci dite, per esempio, che non potevamo permetterci un certo livello di sanità pubblica e, allora, via a tagliare con il machete i posti letto; ne abbiamo persi circa 70.000 negli ultimi vent'anni, perché ci avete detto che non si poteva sostenere quel livello di sanità pubblica. Poi, è arrivata la pandemia e non sapevamo dove mettere i nostri ammalati. Sono trent'anni che ci avete detto che non potevamo più sostenere un certo livello di età pensionabile e che bisognava alzarla. Poi ci siamo resi conto che i nostri anziani morivano sotto i colpi del COVID e allora ci siamo posti il problema di proteggerli. Però, adesso ritorniamo ad alzare l'età pensionabile. Disastri su disastri! Sono trent'anni che ci dite che nel mondo del lavoro c'è bisogno di spingere nel verso la competitività, per agevolare, appunto, il lavoro. Ci avete detto - paradosso incredibile - che facilitando i licenziamenti avremmo creato più lavoro, e allora via a colpi di Jobs Act, via a colpi di abolizione dell'articolo 18, via a colpi di precariato esasperato, via a colpi di voucher e a tutto quello che ha comportato, quindi tagli agli ispettori del lavoro e niente più sicurezza. Ora, magari, avremo anche i controlli a sorpresa sui posti di lavoro, ci dice il ministro Brunetta. Disastri su disastri su disastri! Ogni cosa che ci avete spacciato come certezza in questi trent'anni si è rivelata un fallimento e ora, per coerenza e per logica, ci dite che il green pass è la soluzione ai nostri problemi, ma non sarà altro che un fallimento del fallimento del fallimento. Ancora questo “decreto Green pass 3”, che farà da preludio al “decreto Green pass 4” e al “decreto Green pass 5”, perché già parlate di modificare le cose che ci state facendo approvare oggi. Navigate totalmente a vista: il green pass prima vale 6 mesi, poi ne vale 9, poi ne vale 12, poi adesso ne varrà di nuovo 9, poi non si sa. Prima ci dite che con 2 dosi ne usciremo, poi in fretta e furia ci dite che serve la terza dose. Ci dite che è una pandemia dei non vaccinati. Ma se si combatte una pandemia su scala mondiale, che senso ha fare la terza la quarta e la quinta dose sempre alle stesse persone anziché fare la prima dose nei Paesi poveri, che sono totalmente scoperti? Se è una pandemia, il virus ha contrastato su scala globale. Come fa un cittadino a fidarsi di una strategia così approssimativa? Se noi ci accaniamo a far le terze, le quarte e le quinte dosi nei Paesi ricchi non faremo che arricchire i conti correnti delle case farmaceutiche ma il virus continuerà a circolare e, prima o poi, ritorna, se nei Paesi poveri non viene debellato, ammesso che questi vaccini possano debellarlo perché purtroppo stiamo capendo, con l'esperienza quotidiana, che non è così. Infatti, è un vaccino che sicuramente può aiutare a proteggere le persone fragili e gli anziani dalle forme gravi del virus ma è anche un vaccino che non ferma la catena dei contagi.
Lo dimostra il fatto, per esempio, che un Paese come l'Islanda, che ha oltre il 90 per cento dei vaccinati, sta per tornare in lockdown e che la Germania, con oltre l'80 per cento, ha una curva dei contagi che sale a dismisura. È evidente, quindi, che stiamo insistendo su una strada che ci porterà verso il baratro, come tutte le cose che la vostra élite, rappresentata degnamente da Mario Draghi, ha fatto in questi anni. Penso, per esempio, al caos fatto su AstraZeneca e su Johnson & Johnson: prima è stato detto che con quest'ultimo bastava una sola dose, poi ci siamo accorti che dopo due mesi dalla vaccinazione con Johnson & Johnson si era già senza protezione; praticamente dura di più uno shampoo. Ci avete detto che già dopo due dosi ne saremmo usciti e ora ci chiamate a fare la terza e probabilmente ci chiamerete a fare la quarta dose. In tutto questo, chiedete fiducia ai cittadini però avete messo uno scudo penale blindatissimo affinché nessuno possa rischiare nemmeno una virgola, un capello, se qualcosa va storto. Come si fa a chiedere responsabilità e fiducia ai cittadini se poi, però, dall'altra parte si blindano le case farmaceutiche alle quali non siete nemmeno riusciti a toccare i brevetti. Per quale motivo dobbiamo pagar loro le terze, le quarte e le quinte dosi come le prime? Non erano previste, all'inizio si diceva che dopo due dosi avremmo finito, il virus lo avremmo debellato. Io ricordo i virologi del carrozzone mediatico che cosa andavano a dire in TV, andavano a promettere miracoli. Ora scopriamo che servono dosi e richiami costanti e continui ogni 4, 5, 6 mesi e poi le paghiamo sempre in ugual misura queste dosi. Come si fa a pensare che sia sostenibile una strategia del genere e come si fa a pensare che si possa sempre essere forti con i deboli e deboli con i forti? Se volete che i cittadini si fidino di voi, dimostrate che non siete in conflitto di interessi, dimostrate che siete capaci anche di intaccare un po' gli interessi economici dei colossi che stanno facendo miliardi sulla pandemia. Altrimenti non potete chiedere fiducia ai cittadini, non potete perché non ve la daranno e più li ricattate e peggio sarà. Non si può pensare adesso che con questo green pass voi possiate risolvere una questione di mancanza di autorevolezza e di fiducia che c'è nel paese. Evidentemente, il vostro obiettivo non è neanche prendere quei quattro gatti, ormai, che sono rimasti senza le prime due dosi, perché chiaramente quello non è il vostro obiettivo. Il vostro obiettivo è finalizzato alla terza dose che presto, molto presto chiederete a tutti. Non potete pensare di estorcere qualcosa con il ricatto, qualcosa che non riuscite a ottenere con la logica delle argomentazioni, che non avete. Non pensate che con il green pass nei posti di lavoro potrete estorcere la terza vaccinazione alle persone che non la vogliono fare, perché non si fidano più di voi. Adesso un altro obiettivo sarà quello dei bambini. Quale società mette a rischio i propri bambini per proteggere gli anziani? Dov'è la logica, dov'è lo Stato di diritto? Noi dobbiamo proteggere i bambini, per prima cosa, poi pensiamo a tutti gli altri. Non si può pensare che in una società civile degna di questo nome si possa sottoporre un bambino a una vaccinazione della quale non conosciamo ancora gli effetti a lungo periodo e che, comunque, comporta un fattore di rischio che, seppur basso, esiste, perché c'è una percentuale di reazioni avverse. Noi esponiamo i nostri bambini al rischio di una reazione avversa - fosse anche una su un milione - con l'illusione, con la superstizione di poter proteggere dagli anziani. Poi abbiamo scoperto che non è neanche così, perché anche un vaccinato si contagia e contagia. Qual è la logica di questa aggressione spregiudicata e totale, di questa vaccinazione di massa? Nessuno dice che i vaccini non servano, occhio, sono uno strumento ma non possono diventare lo strumento, il dogma, la fede cieca, il Dio, perché abbiamo capito che non è così. Va usato con prudenza, va usato secondo il principio di precauzione. Va usato, nessuno dice che non vada usato, ma non possiamo nemmeno farne un dogma perché abbiamo capito che non funziona, che non è così, che non raggiungeremo mai questa benedetta immunità di gregge. A maggior ragione, non la raggiungeremo mai se vacciniamo sempre le stesse persone con terze, quarte e quinte dosi, persone che, guarda caso, sono quelle che hanno i portafogli pieni, e non vacciniamo le persone che hanno i portafogli vuoti e che hanno anche le pance vuote, soprattutto, nei Paesi più poveri. Come si può pensare di avere la fiducia delle persone, se le cose che fate se sono totalmente senza il minimo senso logico e senza la minima razionalità? Come pensate di poter sostituire una logica, che non avete, con il ricatto? Non esistono ricatti a fin di bene, se una persona ti ricatta tu non ti potrai mai fidare di quella persona. Allo stesso modo, se le istituzioni smettono di essere il garante del patto sociale e si mettono a ricattare la gente, le cose non potranno mai andare bene. Allora le persone si prenderanno le piazze e non potete chiuderle per sempre, non potete manganellarle per sempre, perché quelle persone ci andranno in piazza e continuano ad andarci. Non pensiate certo di ottenere con l'autorità quello che non riuscite ad avere con l'autorevolezza. È un attacco a tutto campo, a tutto tondo alla Costituzione repubblicana, che prevede dei diritti inalienabili.
Non ci siete riusciti per vent'anni a cambiarla nella forma, avete provato a fare le riforme per accentrare il potere presso l'Esecutivo, avete provato ad annullare il Parlamento nella forma cambiando la Costituzione, i cittadini vi hanno bocciato le riforme costituzionali due volte su due, e allora, visto che non siete riusciti a ottenere con la forma quello che volevate, ve lo state prendendo con la sostanza, cioè state smontando pezzo per pezzo la Costituzione, senza modificarla nei fatti. E allora aggrediamo il diritto al lavoro con la scusa della pandemia, aggrediamo il diritto allo sciopero perché li manganelliamo, aggrediamo il diritto alla manifestazione e alla riunione, aggrediamo anche l'articolo sulla libertà di scelta, che è l'articolo 32. Se volete che i cittadini facciano il vaccino, assumetevi la responsabilità se succede loro qualcosa, togliete lo scudo penale! Togliete lo scudo penale e poi possiamo parlare, eventualmente, di convincere i cittadini a vaccinarsi, perché quello che fate voi non induce proprio le persone a fidarsi di voi. E quindi noi saremo sempre contro questo attacco spregiudicato che state portando avanti nei confronti delle fasce deboli, delle persone, dei cittadini, mentre dall'altra parte arricchite le lobby, a cui vi apprestate a regalare la gestione del servizio pubblico dell'acqua, dei trasporti locali e tutto quello che state facendo…
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Mentre da una parte vessate i cittadini, dall'altra siete sempre pronti a baciare la pantofola dei grandi gruppi delle multinazionali e delle lobby, una visione di società schifosa, orribile, che è quella che ci ha portato, in trent'anni, ai disastri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)…
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.
PINO CABRAS (MISTO-A). Qualcuno stamane si è offeso perché le nostre valutazioni sul green pass si sono convertite in un atto di accusa al Governo, alla sua maggioranza parlamentare. È un blocco di interessi che domina l'informazione e l'economia. Avevamo appena quattro minuti, che è quanto un Parlamento di un Paese complesso del G7 come la Repubblica italiana attualmente concede all'opposizione; quattro minuti in cui le argomentazioni diventano per forza di cose più schematiche. Non solo qualcuno si è offeso, ma dichiarava che solo l'articolo 68 della Costituzione, questa norma vista ormai come un ingombro che osa proteggere la libertà di opinione dei rappresentanti del popolo, si frapponeva rispetto a quel che avremmo meritato: querele, su querele, su querele. Brutto clima! Eppure elencavamo fatti, riviste scientifiche, dati incontrovertibili, che sostenevano le nostre tesi. Sembra che da parte del Governo e della sua maggioranza ci sia solo una risposta: quella sbagliata. Sbagliata perché attribuisce al vaccino non i compiti misurabili in termini di benefici e rischi, come è normale per ogni farmaco, ma una funzione morale, salvifica, una specie di monocoltura, che elimina dal campo qualsiasi altra soluzione, qualsiasi altra pianta, e non accetta di presentarsi come uno fra i tanti mezzi forniti dalle tecnologie farmaceutiche; un deus ex machina, al quale si attribuisce una capacità miracolosa refrattaria a qualsiasi smentita dei numeri.
Abbiamo sentito la recente dichiarazione del direttore generale dell'OMS, Ghebreyesus, al Presidente del Brasile. Semplicemente dice: “Il vaccino non previene il COVID, ma previene la malattia grave e la morte”. Questa frase, nella sua brevità, è la pura verità. Vediamo perché e come. Il vaccino non previene il COVID, la sindemia non dipende dai non vaccinati, i quali invece potrebbero essere vittime del contagio diffuso dai vaccinati. Questo prodotto farmacologico non ha in alcun modo la capacità di indurre un effetto gregge nella popolazione, eppure è questo di cui si parla insistentemente da un anno. Potrebbe servire a chi si fa inoculare, ma non alla collettività. L'obbligo diretto o mascherato non è, dunque, conforme all'articolo 32 della Costituzione, spesso citato per giustificare l'estrema torsione che sacrifica l'individuo in nome di un interminabile stato di emergenza, che diventa uno stato di eccezione. È vero che il vaccino conferisce per qualche mese un vantaggio individuale a chi si fa inoculare due volte, rispetto a chi preferisce rischiare la malattia, sperando eventualmente in cure efficaci anziché sopportare il rischio del danno da vaccino, un argomento che considerate tabù. Facciamo un esempio, richiamato dal professor Bellavite: secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità, la probabilità di morire positivo al COVID-19, nell'ultimo mese, per un non vaccinato e probabilmente curato tardi e male è stata di 1 su 25 mila. L'altro modo di vedere la questione dell'efficacia del vaccino è il seguente: per prevenire una morte in un mese, si è dovuto inoculare il vaccino in almeno 25 mila persone. I vaccinati, nello stesso periodo, hanno goduto di un certo vantaggio, hanno avuto una probabilità su 200 mila di morire positivi al COVID-19 (trascuriamo di considerare i danneggiati da vaccino, con la farmacovigilanza attiva si otterrebbe un risultato certo), hanno rischiato sette volte di meno: vero, hanno potuto dormire sonni più tranquilli per questo pericolo mortale di cui sentono parlare a tutte le ore su tutte le reti, adesso però dovranno farsi un'altra dose per mantenere il vantaggio.
Ma a questo punto è evidente che questa è una scelta individuale, che deve essere libera e informata, non ha nulla, assolutamente nulla a che fare con l'obbligo o il ricatto vaccinali, tramite la deviazione del green pass all'italiana, un'anomalia; sono delle aberrazioni folli, insensate, potenzialmente criminogene, imposte solo per motivi economici e motivi politici che si presentano via via più oscuri.
Ma soprattutto, quel che prevedevamo che si sarebbe verificato ad autunno inoltrato sta puntualmente accadendo: il rialzo non solo dei contagi - che sono un indicatore poco attendibile perché la maggior parte dei test positivi rileva falsi positivi, lo dice il Centers for disease control and prevention - ma dei malati gravi e dei morti con una percentuale significativa, che via via sta crescendo, di vaccinati. Lo vediamo in Germania, in Irlanda, nei Paesi Bassi, semplicemente perché lì il freddo arriva prima che in Italia, ma toccherà anche a questo Paese. Facili profeti siamo stati anche su quale sarebbe stata la risposta del sistema politico-mediatico degli apparati dominati dai piazzisti della farmacopea miracolosa, ossia cercare in modo assurdo di dare la colpa ai non vaccinati: mi hanno sbolognato un ombrello bucato, ma se mi bagno quando piove la colpa è dei tizi che non usano l'ombrello (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
In collegamento al green pass, è l'ora delle misure estreme, ma con una strana e provvisoria riluttanza ad approvarle. Se anche un giorno saranno confinati agli arresti domiciliari tutti i non vaccinati, come si farà a quel punto a giustificare le sconfitte che già ci sono e che si misurano? E che cosa gli resterebbe ancora da minacciare o fare, se non la nostra eliminazione fisica? Non voglio darvi idee, eh! Eppure sono inquieto, sono inquieto, perché avete tolto ogni freno a una vena illiberale, che evidentemente era latente, e ora la incoraggiate in seno al popolo. Dividere il popolo è qualcosa di diabolico, nel senso proprio etimologico che definisce ‘colui che divide'. Questo fate: dividere per consolidare il “Draghistan”, il sultanato delle privatizzazioni, dell'austerity, dei banchieri al comando.
La narrazione terroristica del regime di emergenza è così tanto senza logica che entra in corto circuito, si incarta e ormai fatichiamo persino a controbattere. Lo dice in modo efficace il sito di Luca Pacioli. La narrazione terrorizzante dice: che i vaccini anti-COVID ci restituiranno la libertà, poiché almeno proteggeranno dalle forme gravi della malattia; poi che i contagi crescono e siamo di nuovo a rischio, ma è colpa dei no-vax, negando l'evidenza dei dati numerici per cui vaccinati e non vaccinati si ammalano, vengono ospedalizzati e muoiono in proporzioni simili; poi che i vaccini sono così efficaci e necessari che non bastano e bisogna assolutamente rifarseli, non si sa quante altre volte, quante! Ti dice che il green pass ci darà la libertà, che sei sicuro di non ammalarti, se in un posto ci sono solo vaccinati, e poi che bisogna accorciarne la validità per far vaccinare di nuovo, perché i vaccinati dopo un po' scadono, ed estenderne l'obbligatorietà ad arbitrio del Governo. Ti dice che, grazie ai vaccini e al green pass, non ci saranno più lockdown e poi che la situazione è di nuovo preoccupante per colpa dei no-vax, che sono, tra i cittadini adulti, sì e no il 15 per cento, e che forse qualche “lockdownino”, purtroppo, dovremmo farlo per salvare il Natale o la Pasqua o chissà che cosa; il tutto mentre gli ospedali sono quasi vuoti, mentre d'inverno con le influenze normali sono sempre stati zeppi di gente, anche quando c'erano 20 mila terapie intensive, prima di ridurle per i tagli proposti con certe letterine di Draghi e altri. Ti dice che, se chiudiamo a casa quei maledetti untori che si ostinano a non credere nella scienza, saremo finalmente tutti sicuri. Ti dice che bisogna assolutamente vaccinare i bambini - che di COVID non sono mai morti e che acquisirebbero un'immunità naturale dieci volte più forte di quella artificiale - per salvare gli anziani, che sono quasi tutti vaccinati, molti altri anche con tre dosi, sottoponendoli a un rischio di reazioni avverse - i bimbi - venti volte superiore a quello del virus. Ti dice che siamo sempre a rischio, sempre sull'orlo di un'ondata o di un collasso, ma contemporaneamente siamo fortunati ad avere un Governo saggio e buono, che si preoccupa per la nostra salute e ci protegge, mica come quei pazzi degli inglesi che hanno riaperto tutto e vivono normalmente come se nulla fosse. Messaggi accavallati, aggrovigliati, ripetuti come un mantra, 24 ore su 24, dalla quasi totalità dei media radiotelevisivi, cartacei, social, nei talk-show, nell'intrattenimento, nei programmi sportivi, ovunque, con dei personaggi che, se tu dici una cosa razionale, sono lì a scuotere la testa in questo modo: eh sì, quello che sta dicendo queste cose è sicuramente un cretino.
Voi davvero pensate che persone che non si fanno un tampone da mesi, milioni di vaccinati che vedono cadere giorno per giorno la protezione del farmaco assunto, siano così sicure, anche se si infettano, da poter e dover segregare persone che fanno un tampone frequente?
Il dramma è che voi lo pensate davvero e lo dite 24 ore su 24, dai tabernacoli infernali della vostra comunicazione monocorde. Non sapete quello che fate, questo è il dramma. Tutte le persone di buonsenso che vi dicono che ci sono alternative - ci sono altri modi consolidati, numerosi nel mondo, di gestire la sindemia del COVID, che funzionano, li troviamo in tanti Paesi normali - le offendete con etichette denigratorie, che stridono per come insultano una massa indistinta di persone razionali. Di notte tutte le vacche sono nere; nella notte del green pass, tutte le persone razionali che dissentono dal vostro avventurismo sono no-vax. È il momento di accendere la luce, invece, il momento di comporre un nuovo patto sociale per rimediare al vostro oscurantismo, un patto sociale contro un potere che divide (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corda. Ne ha facoltà.
EMANUELA CORDA (MISTO-A). Grazie Presidente. Allora, intanto, è desolante parlare di un argomento così serio in un'Aula totalmente deserta. Capisco che sia noioso sentire parlare i colleghi, ciascuno 10 minuti, però questo è un argomento sul quale non possiamo assolutamente transigere. Dobbiamo raccontare la verità, quello che sta succedendo in questo Parlamento e in questo Paese. Intanto, il Parlamento è totalmente esautorato e penso che se ne siano accorti un po' tutti, anche coloro che si sono collocati in maggioranza, molto comodamente, e sono in attesa che si esaurisca questa legislatura inutile. Diciamo che è inutile perché, ormai, è una legislatura a trazione governativa. I provvedimenti vengono sostenuti, senza che ci sia un minimo d'opposizione, salvo ovviamente questo piccolo gruppo di persone che tentano di fare una resistenza a quella che ormai è un'imposizione. Quindi, tutto questo svilisce le istituzioni democratiche di questo Paese. C'è un totale conflitto tra i poteri dello Stato - penso che ce ne siamo accorti ormai tutti - e questa è un'emergenza, un'emergenza democratica, un'emergenza costituzionale. Visto che stiamo parlando dell'ennesimo decreto d'urgenza, allora dovremmo domandarci come sia possibile che ci siamo trasformati in una specie di ufficio, che deve soltanto mettere i timbri, i bollini, su dei provvedimenti che tanto non possiamo neanche discutere, che non possiamo emendare. Non ci viene data la benché minima possibilità di lavorare ai provvedimenti, perché l'utilizzo leggero della fiducia li fa decadere, decadono tutti gli emendamenti e, quindi, poi, ci restano solo questi tristi ordini del giorno che sì sono degli impegni per il Governo, ma con un Governo così abbiamo ben poche speranze che questi impegni poi avranno un seguito.
Tornando al provvedimento, questo è il prosieguo di un qualcosa che era già iniziato nell'aprile scorso e che noi già avevamo fortemente contestato, con il primo provvedimento che riguardava la certificazione verde e che pericolosamente definiva categorie di cittadini e di persone e li collocava all'interno di piccole bolle, per poter piano, piano andare a ledere quelli che sono poi i diritti costituzionali delle persone, semplicemente tentando di negare alle persone di poter accedere ai beni godibili più banali, alla quotidianità: poter andare, magari, a consumare una cena al ristorante, andare al cinema, a teatro. È iniziato tutto così, in maniera un pochino leggera, per poi arrivare ad una degenerazione totale, che adesso è deflagrata con quello che è stato denominato il “super green pass”. Sembra quasi un supereroe, però, più che altro, a me sembra un supereroe negativo: è più un cavaliere nero, una presenza oscura che aleggia sulle nostre teste e che non lascerà scampo a nessuno. Ma, soprattutto, non lascerà scampo alle coscienze di chi sta portando avanti, con strumenti veramente d'artiglieria pesante, un'azione che è assolutamente contraria a tutti i principi democratici, agli assetti istituzionali e costituzionali di questo Paese. Io credo che occorra fare veramente una riflessione su quello che sta succedendo. Con questo provvedimento, il decreto-legge n. 127, adesso si sta veramente ledendo il diritto al lavoro, un diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione, oltre ovviamente a tutte le altre aberrazioni che evidenziamo. Però questo è forse un momento di non ritorno, questo è lo spartiacque verso il baratro. Infatti, chiedere ad un cittadino, che semplicemente sta andando a guadagnarsi il pane, di esibire una certificazione, obbligandolo a farsi un tampone, pagando una cifra che oscilla dai 15 ai 17 euro per una durata di 48 ore, o a vaccinarsi, quando non sussiste un obbligo vaccinale in Italia - non c'è una legge per l'obbligo vaccinale – allora la domanda sorge spontanea: dove vogliamo arrivare? Tra l'altro, un'altra delle assurdità che sappiamo tutti è che, comunque, la copertura vaccinale per un ciclo completo, l'immunizzazione, dura circa 6 mesi. E, allora, perché è stato prorogato di altri 6 mesi questo benedetto green pass? A cosa serve? Non serve a nulla; anzi crea anche dei pericoli sanitari perché ovviamente, come diceva correttamente il nostro collega, le persone giustamente, in buonafede, ingenuamente, che magari si sono vaccinate e hanno concluso il ciclo, passano oltre questi 6 mesi, se ne vanno libere serenamente, esponendo e mostrando questo green pass dappertutto, creando anche assembramenti. Perché è inutile che continuiamo a raccontarci bugie: gli assembramenti sono ovunque. Io li vedo anche a pochi passi qui, da Montecitorio: di fronte al Pantheon ci sono delle file interminabili, tutti senza la mascherina. Evviva! E poi ci si meraviglia perché crescono i contagi. Ma la risposta è sotto gli occhi di tutti! Non vengono utilizzati gli strumenti di disincentivazione, gli strumenti che possono veramente ostacolare la diffusione di questo virus, i tamponi che dovrebbero essere gratis per tutti. Rimango veramente basita quando leggo degli ordini del giorno, presentati dalla maggioranza, che chiedono i tamponi gratis per i vaccinati. Ragazzi, siamo arrivati veramente al paradosso totale! Chiedere i tamponi gratis per i vaccinati! Perché? Giustamente, per evitare la diffusione del contagio. Ma, allora, è vero che il green pass non serve a niente! Infatti, se il green pass con il vaccino impedisce la diffusione del contagio e poi si chiedono i tamponi gratis per i vaccinati in possesso di green pass, vi state contraddicendo da soli. Ma di che stiamo parlando? È una solenne presa in giro! Deve finire questa narrazione vergognosa, per la quale chiunque tenti di portare un'argomentazione seria, un'argomentazione sui numeri e sui metodi, venga tacciato come un no-vax, come l'eretico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Ma è riiniziata la caccia alle streghe? Stiamo vivendo un nuovo Medioevo? Stiamo cercando di capire questo. Attenzione, non siamo – ripeto - contro la campagna vaccinale; non siamo contro i vaccini; noi siamo contro questa metodologia vergognosa! E lo sapete benissimo anche voi, perché tanti all'interno della maggioranza hanno fortissime perplessità e le esprimono; si percepiscono anche dagli sguardi, dalla mimica facciale qui in Aula, ma anche dalle cose che vengono scritte talvolta sugli organi di stampa, perché non tutti hanno il fegato comunque di tacere e di ingoiare qualsiasi sopruso da parte di un Governo, che ormai ha cancellato totalmente il Parlamento. Infatti, essere in maggioranza, con il miraggio di potere avere di nuovo la poltrona garantita, non garantisce poi di avere la coscienza pulita. Quando si uscirà da questo Parlamento, ci si dovrà confrontare con lo specchio o con i cittadini e, allora, il giudizio sarà davvero severo e tutti ne pagheranno le giuste conseguenze. Quindi, temo che molte persone, che si sono illuse vendendo metaforicamente l'anima al diavolo, vendendo l'anima per niente, per il nulla, con un abbaglio, per un po' di becchime, allora si renderanno conto veramente dell'inutilità, di aver rinunciato ai propri valori e a difendere dei principi. Ripeto: avremmo potuto tutti insieme fare veramente una battaglia contro la pandemia, contro il COVID. È una cosa sulla quale siamo assolutamente tutti d'accordo; però, questo aver creato una divisione, fomentato l'odio tra cittadini, criminalizzato le paure delle persone, arrivando a dire che i bambini neonati potrebbero essere gli untori, a me questa cosa veramente fa pena (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), mi terrorizza. Infatti, se fossi mamma… e per fortuna non lo sono in questo momento perché, se lo fossi, avrei molti timori a questo punto delle persone che mandano in televisione questi virologi, che ormai sono diventati delle star della televisione, che vanno a sfilare nelle passerelle, che fanno le sfilate di moda, vanno nei programmi della D'Urso, vanno a divertirsi a parlare di stupidaggini, di rossetti, di chirurgia plastica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e poi ci raccontano che, se non ti vaccini, sei un mostro, sei un serial killer. Ma di che parliamo?
Non c'è obbligo vaccinale in Italia. È giusto incentivare la campagna vaccinale per immunizzare le persone, soprattutto quelle più deboli, ma non è giusto prendere per i fondelli le persone, rinchiuderle in casa, ghettizzarle e fare violenza sul popolo italiano che, sia chiaro, non farà sconti a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Nicolò Romano; non è presente, si intende vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.
RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, colleghi, sottosegretario, se oggi siamo qui a quest'ora a prendere degli spazi, che tra l'altro ci sono consentiti, per dover discutere di un provvedimento che noi abbiamo più volte ripetuto essere un provvedimento insensato, irrazionale e folle è per colpa vostra, perché, invece di porre la questione di fiducia, potevamo discutere quei 26 emendamenti, dibattevamo sul merito, si chiudeva e ce ne andavamo tutti a casa. Però per la vostra arroganza, siccome è infinita, e soprattutto volete coprire i problemi che ci sono all'interno di questa stessa maggioranza, che avrebbero causato spaccature ulteriori, come già abbiamo visto in passato, con alcune forze politiche che non votano ovviamente alcune cose scellerate, allora siamo qui a raccontare agli italiani che cosa state approvando, perché noi ovviamente, siccome siamo in una fase di dichiarazione di voto, non voteremo favorevolmente questo scempio.
E di certo vorrei anche rispondere a qualcuno che mi ha preceduto, perché ha detto: “voi dovete fidarvi di questo Governo”. No, assolutamente, noi non ci fidiamo di questo Governo, come non ci siamo fidati quando dovevamo dare la fiducia a questo Governo, soprattutto per le tante castronerie e le tante giravolte che sta compiendo. Ne dico una su tutte: la Commissione d'inchiesta sullo scoppio della pandemia, tanto per citarne una. Ma vi rendete conto che la stessa maggioranza ha tirato fuori un emendamento che ha castrato l'efficacia di quella Commissione, limitando il raggio d'azione a quanto è accaduto prima del 30 gennaio 2020, riferendosi alla Cina e lasciando fuori, invece, la gestione in Italia? Ecco perché i cittadini italiani non devono fidarsi di questo Governo, anzi, noi li esortiamo a uscire fuori dal pensiero unico, dal pensiero mainstream a cui assistiamo tutti i giorni sui canali televisivi, con queste pandemic star che vanno lì e oltretutto non vanno soltanto lì a parlare di scienza, che poi bisognerebbe discutere di che cosa significa scienza perché ci sono tantissimi dati, c'è una produzione incredibile sui trial, su quanto stanno constatando i veri scienziati sui numeri dell'utilizzo del vaccino. Quindi direi che, oltre a essere delle pandemic star, se ne vanno tranquillamente sul red carpet a Venezia a farsi pubblicità. Però rientriamo, invece, sul tema vero, perché la pandemia continua a mietere vittime e ad infliggere ancora duri colpi all'economia.
Ormai siamo entrati nella quarta ondata, che né i vaccini né tantomeno il green pass hanno evitato, spero che di questo almeno ve ne rendiate conto; e, quando noi vi abbiamo detto che non era quella la strada per uscire dall'incubo, non siamo stati ascoltati. Molti di voi hanno accolto i nostri timori con le solite risatine, con la solita indifferenza, e purtroppo ci troviamo a constatare amaramente che la vostra supponenza ha portato a questi risultati e che ci ha portato all'ennesima emergenza e a un ritorno al clima di paura. Non so se tutti sapete che cosa significa scenario 2 in un ospedale: è quando si torna a convertire i posti letto ordinari in posti letto COVID; e, se non lo sapete, ve lo dico io che è quello che sta accadendo in questi giorni negli ospedali italiani. Gli unici colpi di risposta al COVID che sono stati dati da quest'Aula sono degli imbarazzanti colpi di tosse che prendono la forma di decreti convertiti, dove tra l'altro noi non abbiamo neanche la possibilità di presentare un emendamento, semmai commentare qualche ordine del giorno.
Ebbene, queste sono delle pezze che non coprono neppure più temporaneamente il buco, ma soprattutto, mentre il Governo assicura che il Paese non richiuderà e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza ci sarà la tanto attesa ripartenza, qui si parla solo di terze dosi, di quarte dosi, che non garantiscono di fatto la salute dei lavoratori e che, a fatica e con enormi pericoli, continuano a cercare di mandare avanti l'economia. Sono tornati addirittura a contagiarsi medici e personale sanitario in generale; voi li chiamavate eroi e li avete messi nuovamente a rischio.
Un dato preoccupante è poi quello delle strutture per anziani, le RSA, tanto che negli ultimi giorni si torna ad assistere a chiusure per evitare che si allunghi la catena dei contagi, lasciando all'interno di quei centri anziani ovviamente gli ospiti e gli operatori positivi al COVID, che tra l'altro impediscono ad altri di entrare. Ebbene, i nostri anziani sono di nuovo separati bruscamente dai loro affetti, e faccio due casi, tanto per citarne alcuni a me vicini: ad esempio, quelli della provincia di Latina, come nella città di Lenola e nel capoluogo pontino. Ma a pesare sono anche e soprattutto i contagi nelle scuole, dove nelle ultime settimane i positivi sono cresciuti in maniera esponenziale tanto tra gli alunni quanto tra il personale scolastico. “Mai più DAD” si continua a ripetere, ma la didattica in presenza non può essere garantita sulla pelle di insegnanti e collaboratori scolastici. Le scuole, dopo tante promesse, sono rimaste con le solite classi pollaio e i treni, partendo da quei carri di bestiame che sono quelli regionali, dove incredibilmente non avete previsto il green pass, non sono stati potenziati.
A livello generale si potrà obiettare che la situazione è migliorata, vi vedo già sfregarvi le mani e autoelogiarvi davanti al ventesimo report nazionale sulla consulenza statistica attuariale INAIL sui contagi sul lavoro da COVID-19, che è stato appena pubblicato. Ebbene, quel report mostra che tra gennaio e settembre di quest'anno l'incidenza media delle infezioni da nuovo Coronavirus sul totale delle denunce pervenute all'INAIL è scesa a una su dodici, mentre l'anno scorso era il triplo, una su quattro; ed è diminuita anche l'incidenza dei decessi provocati dal virus sul totale dei casi mortali, passata da circa una denuncia su tre nel 2020 a una su cinque quest'anno. Siamo stati bravi, merito nostro, ripetete, ma purtroppo, e dico purtroppo, per gli italiani che con responsabilità mi sento di rappresentare in quest'Aula non è così. Non va tutto bene: il 2021, con 33.610 contagi di origine professionale denunciati, pesa al momento il 18,5 per cento sul totale degli infortuni da COVID-19 pervenuti da inizio pandemia, ma 33.610 contagi sono comunque tantissimi.
Occorre anche pensare a quante persone sono entrate in contatto con quei lavoratori e sono state contagiate a loro volta. Urgono, quindi, delle regole precise e maggiore prevenzione sui luoghi di lavoro perché il green pass non funziona e soprattutto non basta. Servono misure efficaci per vigilare e assicurarsi che le unità di medicina preventiva e i medici competenti nelle aziende pubbliche e private utilizzino un protocollo di screening, facendo ricorso a tamponi periodici, anche salivari, sui luoghi di lavoro. È quello che chiedevamo con il nostro ordine del giorno che voi avete bocciato; e non è stata l'unica proposta di buon senso che noi abbiamo presentato oggi in Aula sotto forma di ordine del giorno, perché era l'unico strumento che avevamo in quanto non ci era stata data la possibilità di presentare degli emendamenti. Ne avete bocciati tanti altri: i tamponi gratuiti, la possibilità di avere il green pass per le persone guarite e che hanno una presenza di anticorpi sufficiente a poter ottenere quel certificato. Questi sono alcuni degli ordini del giorno presentati a cui voi del Governo incredibilmente avete dato parere contrario. Dunque davvero non capisco se l'unica arma che noi abbiamo a disposizione sia solo il vaccino, perché a proposito dei monoclonali - e il sottoscritto ha presentato ben due interrogazioni che latitano al Ministero della Salute, sarebbe gradito magari avere una risposta - vi ricordo questa storia che noi abbiamo rifiutato 10 mila farmaci monoclonali gratuiti.
Questi farmaci monoclonali poi in realtà li abbiamo acquistati, quindi a carico delle tasse del contribuente. Bene, almeno 60 mila dosi sono in scadenza e noi le stiamo dando ai Paesi, che ne so, in via di sviluppo, non lo so, la Romania, l'Est Europa? Non sappiamo neanche che utilizzo ne sta facendo il Governo, perché tanto non risponde alle interrogazioni. Quindi ritorna il tema di come vogliamo affrontare e combattere questa pandemia.
Davvero non ci sono parole per qualificare come il Governo italiano voglia fare questa guerra, questa battaglia, ma, secondo me, con mezzi scarsi e insufficienti e, poi, soprattutto, cercando di non svelare la realtà, non affrontando un approccio scientifico, un confronto serio con i dati e, quindi, anche garantire sicurezza al cittadino, perché se oggi i cittadini sono spaventati è sempre per colpa vostra, perché non riescono a capire bene cosa devono fare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa); questo deve essere chiaro, deve essere qualcosa di assoluta certezza, invece, voi non riuscite proprio a essere coerenti in nulla…
PRESIDENTE. Concluda.
RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Quindi, Presidente, nelle mie conclusioni annuncio che noi non voteremo questo provvedimento, ci opporremo per difendere l'articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo nell'interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti e nessuno, dico nessuno, può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge, cosa che voi non volete fare perché avete paura (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.
RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il mio voto ovviamente contrario a questo ennesimo decreto sul green pass che avete via, via, esteso a ogni diritto fondamentale, passando per l'università e la scuola, e ora anche al diritto al lavoro, che è praticamente sancito all'articolo 1 della nostra Costituzione. Intervengo per dichiarare il mio voto contrario, non solo nella sostanza, ma anche per le forme con cui portate questi decreti qui in Aula, sempre bloccati con la fiducia, sempre senza alcun tipo di discussione; anche nella fase degli ordini del giorno non c'è stato un sottosegretario che prendesse la parola e ci spiegasse il perché tutte le nostre proposte venissero bocciate. Insomma, non si può andare avanti così, qui, noi rappresentiamo la democrazia e lo vorremmo fare anche in maniera sostanziale, non solo nelle forme.
Come dicevo, il green pass rappresenta non per me, ma nei fatti, uno strumento totalmente antiscientifico e questo - guardate - ce lo dicono i numeri, perché da quando voi avete esteso il green pass anche sui luoghi di lavoro pubblico e privato guardate il numero di contagi com'è andato, i contagi sono quasi quadruplicati. Noi siamo arrivati oggi, secondo l'ultimo bollettino dell'Istituto superiore di sanità, a oltre 10 mila casi; non vi fate due domande e cioè che forse questo strumento non serve a nulla e, soprattutto, non serve a rendere sicuri i luoghi di lavoro come avete propagandato per mesi? E guardate - vedo adesso anche il relatore - che gli studi scientifici ci dicono esattamente che dopo quattro, cinque o sei mesi l'efficacia del vaccino nel contenere il contagio arriva a zero; io ne ho citati un paio, oggi, in un ordine del giorno, penso ad esempio a uno studio pubblicato su The New England Journal of Medicine, che non è proprio una rivista a caso, in cui degli studiosi hanno preso a riferimento la popolazione del Qatar e sono arrivati alle conclusioni che l'efficacia del vaccino Pfizer è calata gradualmente da quel momento, con un calo più sostenuto dopo il quarto mese, per giungere a un'efficacia di circa il 20 per cento tra il quinto e il settimo mese. Allo stesso modo, un altro studio sulla popolazione svedese giunge alla conclusione che dal giorno 211, cioè dopo sette mesi, in poi non si è riscontrata più alcuna efficacia e questo per quanto riguarda il vaccino Pfizer. Per quanto riguarda AstraZeneca l'efficacia è stata generalmente inferiore ed è svanita più velocemente, svanendo completamente nel giorno 121, cioè dopo quattro mesi questi vaccini perdono efficacia; per carità, nessuno nega che abbiano efficacia nel prevenire le forme più pesanti del COVID, ma non hanno alcuna efficacia nel prevenirne la diffusione e, quindi, questa bufala del rendere i posti di lavoro sicuri è una bufala antiscientifica, bisogna dirlo in maniera chiara e netta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
Altri studi scientifici ci dicono che non c'è alcuna correlazione tra il livello di vaccinazione e l'andamento della curva epidemiologica; uno studio pubblicato da due professori di Harvard, quindi, di una delle più importanti università del globo, in questo articolo pubblicato sullo European Journal of Epidemiology, quindi, un'altra rivista importantissima, prende a riferimento 68 Paesi e ben 2.947 contee e ci dice che non c'è alcuna correlazione.
Ma lo vediamo anche in Europa, nei Paesi del Nord Europa che sono ipervaccinati: l'Irlanda torna al lockdown, con oltre il 90 per cento di maggiorenni vaccinati. Ancora, questo è uno strumento antiscientifico per tante altre ragioni, perché pensiamo, ad esempio, a coloro che hanno fatto altre tipologie di vaccino, pensiamo a quelli che a San Marino hanno utilizzato Sputnik o Soberana, il vaccino cubano, o ancora a quelli che hanno partecipato alla sperimentazione su ReiThera, una sperimentazione pagata con soldi pubblici, quindi, del nostro Paese, con le tasse dei cittadini italiani, che hanno fatto un vaccino che non è valido ai fini del green pass. Ma allora cosa c'è di scientifico in questo, me lo dite (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? Ancora, ci sono numerosi studi che ci dicono che l'immunizzazione da guarigione dura molto più a lungo ed è molto più efficace di quella da vaccino e c'è uno studio israeliano che ci conferma questo. Ma allora perché il green pass da guarigione dura appena sei mesi, mentre il green pass da vaccino dura 12 mesi? Anche qui avete fatto un rimpallo infinito: 9 mesi, poi, 12, adesso che vi accorgete di aver sbagliato e probabilmente si tornerà a 9, e questo è solo un altro modo ricattatorio per portare le persone a fare la terza dose, ma guardate che molto probabilmente un terzo della popolazione che ha già fatto due dosi la terza dose non la farà; cosa volete fare, continuare via via a escludere fette sempre più ampie di popolazione da diritti fondamentali come lo studio o il lavoro? Io penso che qui ci andremo a schiantare di fronte a dei problemi enormi dal punto di vista sociale, ma anche economico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), perché voi vi riempite la bocca di ripresa economica e grandissimi risultati, ma noi stiamo ancora dietro i livelli di PIL del 2019 che sono ancora inferiori rispetto a quelli del 2008, cioè ai livelli pre-crisi Lehman.
Allora, se noi andiamo a togliere lo stipendio a fette di popolazione via via più ampie, perché non si fanno la seconda, la terza, la quarta dose, perché lì è verso dove si va, io veramente non capisco più come facciate a sostenere queste cose anti scientifiche che non portano poi i risultati sperati, perché anche il numero delle nuove dosi in questo mese è calato, ma è ovvio che sia così, stiamo raggiungendo il 90 per cento di vaccinati, è un ottimo dato a livello europeo.
Io mi chiedo quale sia il vostro obiettivo, diteci quando finirà. Io oggi ho proposto un ordine del giorno per dare una data di scadenza di questo green pass al 31 dicembre e l'avete bocciato. Quanto ancora volete prorogare queste misure di emergenza, queste misure coercitive? Ecco, per tutte queste ragioni, io non posso che votare “no” a questo ennesimo decreto sul green pass (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà.
ALVISE MANIERO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Quanto bene sta questo Governo in uno stato di emergenza, io credo non riuscirò mai a descriverlo e ad apprezzarlo. Io penso che sia di una comodità ineffabile, si vede proprio che è una condizione di piacere, non per i membri del Governo che devono subire un ruolo in cui vanno in un Consiglio dei Ministri a votare cose che non hanno neanche potuto leggere; qualcuno dopo in un attacco di coraggio riesce addirittura, senza fare nomi, a rivelare alla stampa che arriva in Consiglio dei Ministri, ma da Ministro non ha titolo a sapere cosa sta votando. Va bene, insomma, eravamo un popolo di cuor di leoni, siamo proprio ben rappresentati.
Ecco, adesso arriviamo a un punto in cui vogliamo prorogare uno stato di emergenza nel quale facciamo cosa? Il Governo responsabilmente, per difendere noi, il suo popolo, da un'epidemia, evidentemente, intraprende nell'emergenza, con i poteri speciali che si attribuisce così, solo ed esclusivamente le misure per affrontare l'emergenza, ma non proprio precisamente solo quelle, diciamo che con l'occasione ne approfitta, en passant, per fare altre due o tre robette, una riforma della giustizia, per dire la “Cartabia”, con la quale qualunque reato, basta avere tempo e soldi, e me la cavo.
Quindi ancora un po' più di accentramento di potere nelle mani dei più ricchi e dei potenti, ai danni di tutti, perché i reati coinvolti sono tutti, lo ricordo sempre, dallo stupro ai reati finanziari a quelli ambientali a quelli mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! En passant, continua l'opera; perché perdere tempo? Chi ha tempo non perda tempo; benissimo, procediamo con un meraviglioso decreto che tratta di concorrenza, il che, tradotto, vuol dire privatizzazioni; di nuovo, come dicevo qualche giorno fa, la meravigliosa opera del liberismo: libera volpe in libero pollaio. Quello che non si è riusciti a fare finora (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)…sììì, una bella, ulteriore, completa privatizzazione dei servizi pubblici più essenziali, compresa l'acqua, compresi i rifiuti, comprese le cose su cui questo popolo, a maggioranza schiacciante, con referendum, si è espresso contro; li ha bocciati, li ha rimandati a casa, a suon di voti nell'urna, nei referendum; li abbiamo ignorati, ignorati e aggirati con grande agilità, in questi anni; lo sappiamo tutti; chi si è occupato di servizi locali essenziali, acqua e rifiuti: la retribuzione del capitale privato investito rimaneva in altre forme, ma adesso proprio gli diamo i colpi di grazia. E, poi, però, cosa succede? Ci sono anche problemi di percorso, perché la pandemia, assieme alla crisi economica e assieme all'inflazione, ci porta un periodo nero; il 2022 io credo che, mentre abbiamo approfittato peraltro a tagliare anche un po' di diritti sul lavoro - perché era un peccato perdere l'occasione -, con questi contesti, sarà un anno veramente duro, un anno di tensioni sociali e quindi qualcuno ha pensato bene di bloccare le manifestazioni in piazza, ma mi sembra veramente il momento migliore; nel momento in cui le persone più sono sottoposte a sofferenze, ingiustizie e soprusi vieto loro pure di dirlo e di organizzarsi nel dirlo; non lo approvo, ma riconosco che è molto prudente. Questo è il contesto in cui il Governo chiede una proroga dello stato di emergenza.
Ho provato a fare un ulteriore esercizio di pazienza e a chiedermi: ma fino a quando? O, meglio, c'è un momento o ci sono condizioni che giustificano questo stato di emergenza? Per dire, lo facciamo durare finché abbiamo una certa saturazione delle terapie intensive, ossia quando raggiungiamo il livello di allarme giustamente è stato di emergenza, ma non è propriamente così. Allora, forse, è il coefficiente Rt? Quanto rapidamente…? No, non è neanche quello che condiziona lo stato di emergenza. Che sia il numero dei contagiati? Che sia il numero dei vaccinati? Che sia…? Non c'è una condizione per la quale noi usciamo dall'emergenza; è un'emergenza “senza fine” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), cioè è un po' un Governo che si è beatamente addormentato in una canzone di Gino Paoli che, però, al di fuori di qui, stride nel dolore delle persone. In precedenza ho citato alcune riforme, ma tutto ciò avviene con ulteriori livelli di danno per il nostro Paese, che non sono solo istituzionali. Tra gli altri Ministri, che non ho citato, di questo Governo che vorrebbe ancora uno stato d'emergenza ve n'è uno agli Esteri che si sta meritoriamente occupando di alfabetizzare le masse italiane, curandosi di stampare e far vendere libri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), che forse ha anche scritto, potrebbe essere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa); nel frattempo, mentre è impegnato in questo, un Trattato che nessuno ha visto sta per essere firmato tra cinque giorni al Quirinale tra Italia e Francia e tratta così di carabattole come aerospazio, intese sull'industria della difesa, nucleare sotto forma di decarbonizzazione e altre amenità del genere. Io ho l'impressione che non ci sia un ordine di priorità veramente, veramente razionale in questo Governo. Poi, ci sono altri che, invece, si dilettano a esprimere pubblicamente il godimento che provano nell'infliggere un disagio psicofisico a chi si fa un tampone; per me, è al limite della psicopatia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), e lo dico da un punto di vista come dire politico e sociale; godere della sofferenza altrui, per me, è un segno di psicopatia, comunque non sono un professionista. Poi, una delle stelle del firmamento di questo Governo in stato di emergenza: Speranza, e già il nome è un'antitesi in sé (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), ma Speranza, che ci portiamo dietro da due Governi - da due Governi - perché è un “astroministro”, è il Ministro sotto il quale il Piano pandemico, che non abbiamo attuato, era fermo al 2016, e poi viene fuori che era un falso, perché era la scopiazzatura di quello del 2006, mai aggiornato.
Dunque, noi ce ne stavamo qui, con un piano pandemico vecchio di 15 anni e un Ministro che si occupava anche lui di stampare libri e, saggiamente, poi di ritirarli dalla vendita vergognandosene un po' (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
Qualcuno prima di me - e lo ringrazio - ha citato ben più appropriatamente di me il capo dell'OMS di cui, chiedo scusa in anticipo, storpio sempre il nome, Tedros Adhanom Gebreyesus, che ha detto: vaccinare i bambini è una catastrofe morale. Questo non perché i vaccini non funzionino; piantiamola con queste balle. Non è che se uno, sulla base di dati scientifici, riconosce che il vaccino salva le vite di chi rischia, quindi soprattutto - tanto per capirci - over 50 e tutte le categorie a rischio a qualunque età… ma se uno è un bambino ed è sano, ha più rischio da un antiacido che dal COVID, va bene? Così noi vediamo i dati dell'Istituto superiore di sanità a ottobre, poi se cambiano le cose… ma questi sono i dati che abbiamo. Se il capo dell'OMS dice una cosa del genere - non che io mi fidi dell'OMS, non è che sia un ente perfetto, è fatto di uomini, come questo Governo per cui, insomma, il beneficio del dubbio c'è sempre - qualche dubbio lo porterei avanti. Il danno culturale a cui mi riferisco è quello per cui - qualche anno fa, quando qualcuno lamentava soprusi e ingiustizie, prima era un populista, qualche anno dopo, consumatosi questo sintagma passe-partout, si passati a dire che era sovranista, mentre adesso è diventato un no-vax - se io ti vedo avvicinarti con un martello puntato alla mia testa e ti dico non usarlo così, io non sono un “no-martel”, io ci credo ai martelli (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), ti sto solo dicendo che non me lo faccio dare in testa.
Con questi presupposti, rendiamoci conto che stiamo chiedendo una proroga dello stato di emergenza, dopo tutte queste assurdità, che non è che non vengano affrontate, non vengono neanche ammesse, che è una cosa completamente folle, e proroghiamo uno stato di emergenza per cui una persona che abbia l'indigestione e ha 37,6 di temperatura non può salire su un bus o entrare in un ufficio pubblico, o alle Poste, o in un negozio; a me pare una cosa abbastanza pesante e apprezzo i pochi intellettuali, storici, filosofi, in questa Nazione che ancora hanno il coraggio di ricordare che la perdita della democrazia, delle garanzie costituzionali, dei diritti civili non avviene con i colpi di Stato di quei dementi con le mazze qui fuori, che vanno giustamente condannati e perseguiti in ogni modo, ma avviene tra gli applausi e con atti perfettamente legali. Nella storia recente in Italia o, meglio, non così recente, è avvenuto così e qualcuno lo ricorda ancora. Avendo questo presente, inorridisco quando sento figure pubbliche bearsi di principi che sono discriminatori di noi, dell'uno contro l'altro, tra noi come prossimi. Quando sento un assessore regionale, in Puglia che dice: a Natale, al cenone invitate solo vaccinati, io rabbrividisco - io non sono neanche cattolico - come persona; questi sono atti di odio irrazionale e non basato su alcunché di scientifico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Concluda.
ALVISE MANIERO (MISTO-A). Concludo, Presidente. In questo contesto, per me non ha senso votare uno stato di emergenza di fiducia al Governo. Per me il Governo è l'emergenza e ci voto contro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliodori. Ne ha facoltà.
PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Devo ammettere che è sempre più complicato e difficile star dietro a tutte le falsità che vengono dette; vengono dette da scienziati o detti tali, vengono dette da giornalisti, vengono dette dai governanti. Sempre più difficile star dietro, perché le falsità ormai si accumulano in una maniera impressionante; più escono studi e più questi sono convinti delle posizioni che professano. Sinceramente, non so neanche da dove partire. Stiamo parlando di un green pass applicato anche al mondo del lavoro in questo caso, ma che alla fine non tutela la salute, anzi va a danneggiare il lavoro. Basterebbe pensare che il vaccino - ripetiamo le solite cose perché se no passiamo sempre come no-vax – è assolutamente importante, ma per una parte della popolazione, perché permette di evitare i sintomi gravi della malattia, ok e qui concordiamo tutti.
Però, come tutti sanno e come scriveva l'EMA fin dall'inizio, fin da gennaio, non copre o meglio non è certo che copra dall'infezione, come abbiamo riscontrato; sono ormai centinaia gli studi su questo ambito; eppure, noi lo usiamo come base principale per la tutela e la sicurezza nel mondo del lavoro e, quindi, già qui c'è un corto circuito. Poi addirittura adesso si sta andando a demonizzare l'unico reale strumento che può in qualche modo tutelare la salute nel mondo del lavoro, ossia il tampone. Ricciardi, che nientepopodimeno è il consulente di Speranza, in una dichiarazione, dice che l'esito dei tamponi per il 30 per cento è di falsi negativi, lasciando intendere quindi che sono totalmente inaffidabili perché, ovviamente, con un 30 per cento di falsi negativi praticamente sono inaffidabili. Questa è una delle tante falsità che vengono dette: basterebbe di nuovo leggere anche il titolo o l'abstract di vari studi scientifici per scoprire che i tamponi hanno un'altissima affidabilità; al limite, possono portare dei falsi positivi ma questo è un problema marginale rispetto al resto. Quindi, si stanno demonizzando i tamponi; addirittura, si vocifera di portare la loro validità dalle 48 ore alle 24 per spingere le persone a vaccinarsi. Non so perché tutta questa pressione o forse delle idee me le sono fatte, anche perché, quando la maggioranza e il Governo non danno risposte, poi le pensi tutte e si alimentano anche tesi chiaramente complottiste, come direste voi. Questa legge, che ho definito assolutamente folle, non va, come dicevo prima, a tutelare minimamente la salute negli ambienti di lavoro e cercherò di spiegarlo in un altro modo visto che, a quanto pare, non riuscite a leggere un articolo scientifico, forse perché in inglese, forse perché è un po' troppo complicato, non lo so (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Racconterò una storiella. Ovviamente è una storiella di fantasia, ma direi che è più che realistica. Parliamo della storia di Luigi: il signor Luigi è dipendente in una piccola azienda di sette dipendenti, la Bianchi Srl. Come molte piccole imprese, anche la Bianchi Srl si trova in difficoltà: è schiacciata dalle tasse e dalla concorrenza europea ed extra europea, ed il Governo ovviamente non fa niente per aiutarla. Il signor Luigi non è vaccinato ed è quindi costretto a farsi il tampone ogni due giorni per lavorare; il suo collega Marco prende il COVID-19 ma sembra soltanto un raffreddore e continua a lavorare normalmente; è vaccinato, quindi non deve farsi il tampone che permetterebbe di scoprire che è positivo. Marco, in quanto vaccinato, si sente al sicuro e non rispetta le norme di precauzione, così sta a contatto diretto con tutti gli altri dipendenti e li contagia; anche gli altri sono vaccinati, quindi, non si accorgono di essere positivi tranne il nostro Luigi che, con uno dei suoi tamponi quotidiani, scopre di essere positivo. Allora, a quel punto, anche gli altri dipendenti vaccinati si fanno un tampone e scoprono tutti che sono positivi ma tutti danno la colpa a Luigi perché, purtroppo, è stato il primo a farsi il tampone. L'azienda Bianchi Srl deve fermare l'attività, rischia la chiusura, dato che al Governo non interessa aiutarla.
Come ogni storiella, c'è la morale chiaramente, ossia che avremo la chiusura di tante attività e l'epidemia continuerà a diffondersi, alla faccia della salute e della tutela del lavoro! Penso che questa sia una storiella che abbia cercato di spiegare cosa sta succedendo all'interno delle nostre aziende: da una parte, c'è chi si tampona regolarmente e, quindi, fa da sentinella, e, dall'altra, tutti gli altri che, sentendosi, falsamente, sicuri di non essere un problema per sé e per gli altri, fanno un po' quello che vogliono. Questa è la stortura principale, insieme a tutte le altre che hanno descritto anche i miei colleghi. Quindi qual è la direzione? Dove stiamo andando? Si parla sempre di diritto alla salute - per carità sacrosanto - ma, nel frattempo, stiamo rinunciando al diritto al lavoro, al diritto a manifestare, al diritto allo studio.
Vari studenti mi hanno contattato, dicendo che non possono iscriversi all'università perché non si possono permettere di pagare 150-200 euro al mese per i tamponi.
Ho avanzato una proposta al Governo che ovviamente è stata bocciata perché non si trovano due spiccioli per garantire un futuro ai nostri giovani ma questo si sa: va avanti da decenni ed io, purtroppo, ho vissuto anche sulla mia pelle le storture che avete creato, che sono state create dopo anni e anni di mala gestione, dopo anni e anni di austerità che hanno colpito l'università e la sanità. Parlate di diritto alla salute, dite che occorre vaccinarsi perché è importante la salute, poi sono stati tagliati 37 miliardi negli ultimi dieci anni. Sono stati chiusi ospedali; qualsiasi struttura sanitaria è stata depotenziata, in maniera pesantissima negli ultimi trent'anni, in nome dell'austerità e, adesso, ci venite a chiedere di vaccinarci in nome del diritto alla salute? Dite: dovete tutelare voi stessi e gli altri. Sembra un po' ipocrita, non credete?
Poi c'è tutta la questione del terrorismo mediatico che si è venuta a generare. Ormai famosissimo è il bollettino delle 18 della Protezione civile dove si contavano i morti; con il senno di poi mi verrebbe da dire che era tutta una strategia mediatica di controllo delle masse perché si sa benissimo che una massa impaurita è una massa docile che non ragiona e che segue tutto quello che gli viene detto, e continuate tuttora. Continuate per esempio con le manifestazioni a Trieste: avete sbandierato su tutti i giornali, su tutti i media, lo hanno fatto tutti i governanti o pseudo tali, sostenendo che le manifestazioni hanno portato ad un aumento di contagi nella zona di Trieste. Poi si viene a scoprire, tramite, tra l'altro, un report dell'Istituto superiore di sanità, quindi di certo non un'istituzione no-vax, che ciò è dovuto semplicemente al fatto che, nella zona di Trieste o in tutto il Friuli-Venezia Giulia, vi sono molti lavoratori transfrontalieri tra Austria e Slovenia. Non ce lo saremmo mai aspettato; eppure, questo è bastato a giustificare una decisione del Ministro dell'Interno ossia quella di vietare qualsiasi tipo di manifestazione: assolutamente assurdo, considerando anche il contesto nel quale si svolgono le manifestazioni, ossia in movimento, all'aria aperta, dove tutti sanno benissimo che il rischio è bassissimo. Forse, ha ragione Agamben che, in un'audizione al Senato, parlava del fatto che si sta passando da una società della disciplina ad una società del controllo; ormai abbiamo questi sistemi, questi smartphone che ci portiamo sempre con noi, che sostanzialmente sanno tutto di noi, sanno molto più di noi di quanto noi stessi non sappiamo e, quindi, ci si dice: fate quello che volete, tanto con questi vi possiamo controllare, vi possiamo anche impedire di entrare nei luoghi di lavoro; figuratevi tutto il resto. Quindi, basterà questo. Il prossimo passaggio sarà quello per cui non vi faremo più uscire di casa o magari vi porteremo via a forza. Chiudo con una citazione del grandissimo Fantozzi: io credo che il green pass sia una “cagata pazzesca” (Applausi Misto-Alternativa – Commenti).
PRESIDENTE. Onorevole Giuliodori, è giusto che lei dica la sua, però sempre rispettando un linguaggio consono alla sede in cui si stanno svolgendo i nostri lavori.
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà.
JESSICA COSTANZO (MISTO-A). Bisognerebbe cominciare a chiamare le cose con il loro nome: sprechi, contraddizioni, gaffe e silenzi imbarazzanti per riassumere le politiche sanitarie adottate dal Governo con il green pass. Basti pensare che il trend di crescita delle prime dosi di vaccino non si è mai visto; dal 15 ottobre, data in cui è stato previsto l'obbligo di esibire il lasciapassare verde al lavoro, le prime dosi hanno registrato un forte progressivo rallentamento, attestandosi sulle 20 mila circa dosi quotidiane negli ultimi giorni. A fine ottobre, restavano, infatti, ancora sette milioni e mezzo gli italiani scoperti, una cifra che corrisponde a circa il 14 per cento della popolazione vaccinabile over 12.
Questo cosa significa? Che non c'è stato alcun effetto green pass, Presidente; o meglio, l'unico effetto green pass che è avvenuto, è stato quello di riempire le piazze di cittadini indignati, di spaccare il Paese in due, di svendere la nostra Costituzione e, di conseguenza, anche il diritto al lavoro.
Ecco quali sono stati i reali effetti di questo green pass, ma per quanto riguarda invece l'incremento delle prime dosi, l'obiettivo è fallito. Bene, allora come reagisce il Governo di fronte a questi dati? Rilancia: via le terze dosi e campagne di vaccinazione a tappeto, anche verso i bambini dai 5 agli 11 anni. La lezione evidentemente non è stata appresa. Non solo, oltre a non tornare sui suoi passi questo Governo è anche pavido; anziché assumersi le proprie responsabilità di fronte ai cittadini, il Governo ha scelto di non sporcarsi le mani; ha scelto cioè di non prescrivere l'obbligatorietà del vaccino. Vorrei citare in questo contesto le parole del professor Cacciari: “Si ricorda, ancora una volta, che lo Stato non ha reso obbligatoria la vaccinazione, poiché la scelta sarebbe stata molto probabilmente contraria alla Costituzione, trattandosi di un vaccino che ancora non ha finito il suo corso di sperimentazione e che può recare danni, anche gravi, a chi lo riceve, come riconosciuto dallo stesso articolo 3 del decreto n. 44 del 2021”. Però lo Stato ha voluto egualmente ottenere il medesimo risultato e lo ha fatto con lo strumento indiretto del green pass, che ha consentito allo Stato di non assumersi alcuna responsabilità in punto di vaccinazione, in quanto atto formalmente non obbligatorio e rimesso alla libera scelta di ognuno.
Il green pass trova la sua regolamentazione in decreti-legge e, ad oggi, se ne contano ben sei. È evidente che se lo Stato, invece di dare disciplina normativa ad un fenomeno, interviene su quel fenomeno ogni 15 giorni o mese, quel fenomeno non risponde più a un principio di legalità perché, di fatto, è invece rimesso alla libertà, alla discrezione del potere pubblico, che si attribuisce il diritto di cambiare le regole in ogni momento.
Da precisare, poi, che l'estensione del green pass al lavoro, alle università e alla magistratura non ha eguali in nessun Paese d'Europa. È stato poi soppresso il segreto medico all'articolo 17-bis del decreto n. 27 del 2020; è stata soppressa la riservatezza dei dati personali tra cittadini e Stato, l'articolo 9 del decreto n. 139 del 2021; oggi, così, lo Stato può acquisire ogni informazione di ogni cittadino determinando unilateralmente la finalità del trattamento, anche in assenza di una legge che effettivamente lo preveda. Sono stati dati contributi pubblici a emittenti televisive e radiofoniche che si rendessero oggetto di messaggi di comunicazione istituzionale del Governo. È stata fatta una legge chiamata scudo penale, il decreto n. 44 del 2021, con la quale si è previsto che nessuno - e non sono i medici - può incorrere in responsabilità penale per morti o lesioni dei vaccinati; da quel momento, i morti per vaccino sono così diventati invisibili, un fatto giuridicamente inesistente, sul quale infatti non vale la pena fare indagini, perché non si fanno indagini per fatti che non costituiscono reato.
Allora, in questa incredibile sequenza di provvedimenti approvati - tra l'altro così ben riassunta - emerge un altro punto gravissimo, Presidente. In tutti questi mesi il “Governo dei migliori” ha concentrato tutte le sue energie nel restringere gli spazi di libertà, ma non ha fatto nulla di quello che invece era stato promesso e che avrebbe probabilmente - quello sì - avuto un senso logico nel bel mezzo di una pandemia; mi riferisco alle terapie intensive. A luglio del 2020 il “decreto Rilancio” aveva stanziato un miliardo e mezzo per raddoppiare i posti letto d'emergenza; l'obiettivo dichiarato era di arrivare dai 5.400 posti agli 11.000; però la fotografia scattata da Agenas al 5 novembre - quindi qualche giorno fa - è impietosa, poiché siamo appena a 9.603, dunque lontanissimi dal traguardo.
Non solo, la cosa sconcertante è che queste cifre le abbiamo raggiunte nel 2020, quindi significa che nel 2021 non si è più mosso un dito su questo fronte. Il perché è presto detto, Presidente: il Governo ha vissuto nell'illusione che il vaccino fosse la vera panacea di tutti i mali. Il Governo è talmente folgorato sulla via di Pfizer, che rischia di macchiarsi di un altro errore imperdonabile. Gli ospedali di tutta Italia sono infatti pieni di confezioni di anticorpi monoclonali mai utilizzate, che, tra l'altro, scadranno tra dicembre e gennaio. I monoclonali sono farmaci biologici e, a differenza di quelli di sintesi, scadono a dodici mesi dal confezionamento.
Sarebbe uno spreco insopportabile, ma, come sappiamo, nel nostro Paese queste terapie non vengono minimamente considerate, anzi, 5.200 sulle 60 mila fiale sono state regalate alla Romania lo scorso ottobre. Quindi, sprechi, contraddizioni, gaffe e silenzi imbarazzanti; il tutto in nome dell'unica religione consentita nel nostro Paese, cioè il culto del vaccino. Quindi, mentre l'Italia e l'Europa dite che stiano entrando in questa quarta ondata, torna però la protesta e, questa volta, della categoria dei medici dei reparti di emergenza e urgenza, che denuncia tra l'altro la mancanza di 4 mila medici e infermieri (quindi il 30 per cento degli organici necessari a farli funzionare). Questo comporta problemi di turni di lavoro massacranti, di sovraffollamento, di ambulanze in attese, e proprio oggi hanno manifestato a Roma.
Questa categoria sostiene che gli incentivi in busta paga, che sono stati stanziati dal Governo per circa 90 milioni di euro, sono assolutamente inadeguati a contrastare, tra l'altro, anche la desertificazione in atto dei reparti, che si ripercuote poi sulla pelle dei pazienti e sulla qualità del lavoro e della vita dei medici. Anche loro ve lo dicono; hanno la certezza che quanto fatto finora non basti. La maggior parte dei concorsi, tra l'altro, che sono stati banditi per rinforzare i reparti sono andati deserti in tutte le regioni italiane. Molti dei professionisti hanno abbandonato il loro lavoro e una borsa di studio su dieci delle specialità non è stata neanche assegnata nell'anno accademico 2021 e 2022.
Quindi, dove sono finiti tutti i medici promessi durante la pandemia? I dati dicono che nell'ultimo anno, a fronte di 2000 uscite, abbiamo avuto solo 1000 entrate, quindi, in media, siete riusciti a sostituire un medico ogni due usciti. È vero che sono state fatte delle assunzioni, ma sono del tutto insufficienti rispetto all'esodo che c'è stato. A questo aggiungo che i contratti Covid, di cui si è tanto parlato nella stragrande maggioranza dei casi, sono fatti con persone che non hanno il titolo utile per lavorare in emergenza; inoltre, i medici assunti sono intermediari, quindi hanno delle agenzie di lavoro e delle cooperative che coprono alcuni dei pronto soccorso e prendono 125 euro l'oro; ovviamente questa quota non va a finire al medico, perché c'è una quota consistente che resta a queste società. Tra pochi minuti, Presidente, con il voto finale che sancisce la conversione in legge di questo illegittimo decreto, sopprimerete, quindi, l'articolo 1 della Costituzione italiana; ma noi non ci macchieremo del crimine di democrazia; il nostro Aventino sono e saranno le piazze d'Italia. Avete spazzato via con gli idranti il buonsenso, ma non pensiate di poter continuare a sacrificare i diritti costituzionali sull'altare della fede cieca in un Governo autoritario e dispotico. Per tutti questi motivi, annunciamo il voto contrario mio e di quello dell'Alternativa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Testamento; non c'è, quindi, s'intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisapia; non c'è, quindi s'intende che vi abbia rinunciato. Anche l'onorevole Spessotto non c'è, quindi s'intende vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie signor Presidente. Volevo per il suo tramite rassicurare il collega che, questa mattina, durante le dichiarazioni di voto sul voto di fiducia, né il sottoscritto, né i colleghi del gruppo si sono sentiti offesi dalle sue parole, ma ad essere offesa, a sentire le cose di questa mattina - ahimè, molte di quelle che abbiamo ascoltato anche poc'anzi - è la memoria: è la memoria di chi ci ha lasciato; è la memoria di chi è morto per Covid; è la memoria di quei medici, di quegli infermieri che a distanza di mesi hanno ancora negli occhi quelle persone (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali); ad essere offesa è l'intelligenza nell'interpretazione, stravolta, dei dati (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali - Commenti dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Con il collega, lo stesso collega, questa mattina, ho provato a fare un ragionamento con la logica del dubbio, perché a differenza di tanti colleghi che ho sentito non ho tutte queste certezze.
Quando mi son permesso di dire che chi ha seguito linee differenti più larghe più lasche ha oggi situazioni, nei rispettivi Sistemi sanitari nazionali, molto peggiori delle nostre, mi ha interrotto dicendo: “Spagna zero morti” (lo ricorderà il Presidente). E allora sono andato a vedere questo “Spagna zero morti”. È vero, è vero (Applausi polemici dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). State tranquilli, state tranquilli, perché questo dimostra come interpretate i dati. Nella settimana tra l'8 novembre e il 17 novembre in ben 3 giorni ci sono stati zero morti in Spagna: il 9 novembre, il 13 novembre e il 14 novembre. Peccato che ci siano stati anche zero contagiati, perché sono stati 3 giorni in cui non sono stati comunicati i dati (Applausi). Questo è il livello con cui voi leggete i dati e ci raccontate e raccontate fuori di qui un'altra storia alimentando l'odio, perché oggi in Spagna sono 6.667 con 30 morti. Così come sono stato molto interessato allo studio sul Qatar, che è stato, se non erro, citato dal collega Raduzzi, cioè sul fatto che più passano i mesi e più l'efficacia di difesa diminuisce. Perfetto, però bisogna leggere tutto. Si è dimenticato - e per il suo tramite mi permetto di ricordarlo - l'ultimo inciso. L'inciso è: “, però mantiene un'efficacia del 90 per cento contro il COVID grave nei primi 6 mesi” (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
Il vaccino serve a questo. Il vaccino serve perché i nuovi casi positivi sono 5 volte più frequenti nei non vaccinati, perché l'incidenza dei decessi tra i non vaccinati è di 5 volte superiore e i ricoveri in ospedale - dati italiani - sono 8 volte superiori tra i non vaccinati. Però, ci venite a raccontare che la colpa è del Governo con il green pass e per questo la gente non si vaccina. È stata creata una campagna contro la vaccinazione, una campagna ascientifica, perché la scienza è la scienza (Commenti dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). La differenza è che qui qualcuno, il Governo in primis, ha seguito la scienza. Voi avete seguito una cultura ascientifica e questo è il problema (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Per tutte queste ragioni, inoltre, dobbiamo smentire, una volta per tutte, che stiamo distribuendo un vaccino sperimentale. Visto che leggete o citate tanti giornali scientifici, mi dovete citare un vaccino che abbia 7 miliardi di inoculazioni (Applausi). Definire vaccino sperimentale un vaccino che non ha mai avuto una diffusione così significa mentire e mentire per quattro voti. Per cercare di avere visibilità state facendo un danno al Paese. Questo è il problema! Per queste ragioni noi voteremo convintamente a favore su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.
FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Nei prossimi mesi dovremo ancora fronteggiare il COVID e bisogna avere la massima attenzione. Dobbiamo guardare avanti, tenendo ben presente l'esperienza acquisita in questi due anni. L'incidenza settimanale a livello nazionale continua ad aumentare, il tasso di occupazione degli ospedali, sia nelle aree mediche che in terapia intensiva, è in aumento ed era prevedibile. Il virus ora lo conosciamo meglio e sappiamo anche che molti cittadini sono vaccinati, alcuni stanno facendo la terza dose, ma altri cittadini purtroppo non si sono ancora vaccinati. Le vaccinazioni rappresentano l'unico presidio che riduce enormemente la possibilità di ammalarsi, di avere forme gravi e di trasmettere il virus ad altri, insieme alla mascherina, al distanziamento e all'igiene.
Nel caso in cui ci si ammala abbiamo già a disposizione gli anticorpi monoclonali, che possono essere usati precocemente per evitare le forme gravi, ma in alcune formulazioni si possono utilizzare anche in caso di ospedalizzazione. Inoltre, arriveranno le pillole antivirali per il trattamento della malattia da lieve a moderata, per ridurre il rischio di ricovero e la probabilità di decesso. Ma l'obiettivo primario rimane quello di vaccinarsi, per ridurre la possibilità di ammalarsi e di avere conseguenze gravi a lungo termine. Quindi, è necessario consolidare una strategia nazionale per pianificare le attività di vaccinazione e, in particolare, per la terza dose, d'intesa con le regioni e i professionisti sanitari competenti, al fine di seguire linee guida comuni e utilizzare al meglio tutte le armi che abbiamo contro il virus.
Abbiamo compreso anche l'efficacia di tutte le misure introdotte dal Governo, anche con il supporto del Parlamento, che ci hanno permesso gradualmente nel tempo di riprendere le attività educative, scuole e università, le attività economiche, le attività sociali e culturali. Quelle sanitarie, invece, non si sono mai fermate e, nonostante tutti i sacrifici dei medici e del personale sanitario, ancora oggi negli hub vaccinali e non solo assistiamo a comportamenti aggressivi da parte di cittadini che non hanno ancora compreso la gravità del momento e l'importanza della collaborazione civica per tornare a una vita normale. Non possiamo permetterci di vanificare i risultati positivi della campagna vaccinale. Dobbiamo scongiurare il ritorno a restrizioni e lockdown, che abbiamo già conosciuto, che avrebbero conseguenze molto gravi per la società e per l'intera economia del Paese. È importante proseguire con campagne mirate di chiamata attiva e informazione nei confronti di coloro che non hanno ancora effettuato il vaccino. Sappiamo che sono questi i cittadini più a rischio di ammalarsi e di finire in terapia intensiva (oltretutto continuano a far circolare il virus e le sue varianti). Dobbiamo pensare contemporaneamente anche ai medici e ai professionisti sanitari che sono stati assunti in questi due anni e che hanno lavorato per la salute pubblica del Paese e dobbiamo riconoscere che anche dopo il COVID il Paese avrà bisogno di loro e stabilizzarli, superando le carenze croniche di personale che tanti problemi hanno creato all'inizio della pandemia sia negli ospedali che sul territorio.
Le evidenze scientifiche che acquisiamo giorno dopo giorno, grazie ai nostri ricercatori, ci parlano di una riduzione della protezione della vaccinazione dopo 6 mesi. Per cui, è necessaria la terza dose di richiamo e contemporaneamente probabilmente rivalutare la durata del green pass alla luce di queste nuove conoscenze, sia sulle vaccinazioni che anche sulle differenze tra tamponi molecolari antigenici rapidi per la gestione in massima sicurezza dei luoghi che frequentiamo. Bisogna rafforzare la comunicazione in ogni ambito e su tutto il territorio nazionale, in collaborazione con i principali mezzi di informazione e network, per fornire informazioni scientifiche corrette sul Coronavirus, attivando canali di dialogo al fine di orientare e supportare i cittadini nell'attuale e nelle successive fasi della pandemia.
Andiamo avanti, colleghi. Noi di Coraggio Italia con coerenza abbiamo sostenuto le decisioni del Governo a favore della salute pubblica e della progressiva ripartenza sociale ed economica, basate su conoscenze scientifiche che si arricchiscono di nuovi dati preziosi ogni giorno. Per questo annunciamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentanti del Governo, mi sembra - lo dico sinceramente e con rispetto anche nei confronti dei colleghi - di aver sbagliato Aula o quantomeno di aver sbagliato discussione. Ora voglio dirlo per amore di verità e di linearità. Noi stiamo discutendo un provvedimento che recita: misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening. Nel breve dibattito che si è sviluppato, perché…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Gemmato. Fate un po' di silenzio e ascoltiamo l'onorevole Gemmato. Grazie molte. Prego, onorevole.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie. Dicevo che nel breve dibattito che si è sviluppato, perché per l'ennesima volta è stata posta la questione di fiducia, io ho sentito parlare di vaccini, di dati macro-scientifici, di citazioni molte volte non richieste ed espresse molte volte anche a sproposito, di scienziati che ci parlavano di tutto e di più. Noi - lo voglio ricordare all'Aula - stiamo parlando dell'estensione del green pass, che è cosa diversa dalle vaccinazioni ed è cosa diversa dai vaccini. Lo dico con la convinzione di chi facendo politica ha capito che cosa si sta determinando in questo momento. Noi stiamo - o, meglio, voi state - artatamente confondendo il piano del green pass con il piano delle vaccinazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Lo dico da uomo, da militante, prima ancora che da parlamentare di Fratelli d'Italia, e lo voglio dire con chiarezza: noi siamo favorevoli alle vaccinazioni. Il gruppo di Fratelli d'Italia, il partito politico di Fratelli d'Italia è stato il primo a presentare un piano vaccinale. Noi siamo convinti che in alcuni cluster, vale a dire nei pluripatologici, nei soggetti fragili, negli over 60, cioè in quelle categorie che danno il 99 per cento della mortalità e la gran parte delle occupazioni delle terapie intensive, ci si debba vaccinare ed è lì che la politica deve attenzionare e deve fare in modo che vengano vaccinate quante più persone possibili. Benissimo, ma è una cosa diversa il green pass. Così come – l'ho declinato fino in fondo - siamo favorevoli per quei cluster alla vaccinazione, devo dire con altrettanta forza e convinzione che siamo contrari al green pass (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), siamo contrari al green pass per come lo si sta applicando, siamo contrari al green pass come strumento di coartazione delle libertà individuali che ha, come linea di orizzonte, solo quella di far vaccinare tutti indistintamente. Lo dico in virtù di convinzioni non soltanto di libertà, che già potrebbero e dovrebbero bastare, ma anche rispetto a dati che sono patrimonio comune della comunità scientifica: essere vaccinati non offre la possibilità di non contagiare, essere vaccinati, purtroppo, non ti copre dalla possibilità di ammalarti. Questo significa che noi col green pass erroneamente potremmo, da un lato, dare restrizione di libertà ma, soprattutto, dall'altro, dare la erronea convinzione ai cittadini italiani che a seguito del conseguimento di quello che è un pezzo di carta, non è un atto medico, non è una prova scientifica, quella persona diventa una sorta di superman con kryptonite, che non si ammala più. Quindi, tutte quelle buone pratiche che noi abbiamo messo in campo, come il distanziamento sociale, la buona pratica di lavarsi le mani e l'utilizzo della mascherina, potrebbero venir meno e fare in modo che il virus continui a galoppare. Noi questo lo dobbiamo evitare e lo dobbiamo fare con una campagna di informazione e di profondità che non passa dal green pass perché, lo voglio ripetere, per noi il green pass è soltanto un mezzo per limitare le libertà individuali degli italiani e soprattutto - l'avete detto e non l'avete nascosto - per costringere gli italiani a vaccinarsi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi siamo convinti del fatto che lo strumento che noi dobbiamo utilizzare per far vaccinare gli italiani non è il green pass ma è il convincimento, è il parlare ed è, purtroppo, il non far straparlare i tanti virologi televisivi che vanno lì e ci raccontano tutto e il contrario di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io vi voglio ricordare che, soltanto a maggio, uno dei tanti virologi che ci troviamo sovente in televisione ci diceva, diceva alla classe politica: voi siete degli irresponsabili, vi state prendendo la responsabilità - ci accingevamo ad aprire, lo ricorderete tutti - di decine di migliaia di contagiati e di migliaia di morti. Tutto questo non è stato e lo stesso virologo torna in televisione e continua a dire corbellerie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) senza che la classe scientifica, la classe politica, i giornalisti e i media si indignino! Questa è la gestione della pandemia in questo momento. Noi come vorremmo rispondere? Non con il green pass. Noi dobbiamo vaccinare le circa due milioni e mezzo di persone over 60 che ad oggi non sono vaccinate perché, lo ripeto, proteggiamo loro e facciamo in modo che non vadano ad occupare le terapie intensive e, quindi, a togliere diritti di libertà e di sanità ad altri italiani. Ma come lo si fa? Certamente non con il green pass, lo si fa mettendo in campo - voglio dire, da pugliese, che purtroppo la politica in questo non è riuscita a dare ancora una risposta - la straordinaria rete dei medici di medicina generale, dei farmacisti e delle farmacie che, per prossimità, per credibilità, per frequentazione, sono quelle persone, quei professionisti sanitari che possono convincere anche i più riottosi a vaccinarsi. Non è certo uno strumento di coartazione come il green pass che può giungere e può determinare questo risultato.
Allora, io ritengo - e qui annuncio il voto contrario del gruppo Fratelli d'Italia - che il nostro voto non può non essere questo, non può non essere questo perché noi abbiamo cercato, Presidente, nei lavori d'Aula e soprattutto in Commissione, di aggiustarlo questo provvedimento, di emendarlo, di portare anche migliorie di buon senso. Voglio citare anche l'ordine del giorno che è stato presentato dal nostro capogruppo, Francesco Lollobrigida, rispetto ad un'opportunità che non è una provocazione, cioè il fatto che gli immigrati che scendono da una nave ed entrano in Italia debbono avere una certificazione verde, ci debbono quantomeno dimostrare di aver fatto un vaccino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che l'Italia si deve anche porre il problema che sono persone, sono esseri umani, ma che occupano il suolo patrio. Se noi chiediamo agli italiani di essere vaccinati, di aver il green pass e di fare il tampone, perché non siamo nel diritto di doverlo chiedere a loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Anche su questo ci avete detto di no, anche su questo, generando - ve lo dico - sì una forma di razzismo che non alberga sicuramente nei nostri pensieri e nei nostri comportamenti ma in quelli di chi, più sprovveduto, si ritrova a dire: ma io perché mi devo fare il tampone ogni 48 ore, perché devo dimostrare di essere vaccinato, perché devo mostrare un documento e chi entra in Italia illegalmente, perché parliamo di immigrati clandestini, non è tenuto a dimostrare alcunché?
Il dato oggi è questo, il dato è - lo voglio ricordare perché mi piace citare dei numeri - che prima che entrasse in vigore il green pass i casi di malattia e le percentuali di occupazione delle terapie intensive - voglio rassicurare tutti, in questo momento secondo i dati AgeNaS l'occupazione è del 6 per cento delle terapie intensive e del 5 per cento dei posti di ricovero ordinario COVID - erano più bassi. Noi, in maniera abbastanza superficiale, potremmo dire anche questo, che i dati vi danno torto. Voglio ricordare che a giugno, a luglio, complice evidentemente la temperatura, complice evidentemente il fatto che vivessimo più all'aria aperta, i dati erano più bassi e non esisteva il green pass, il tasso di occupazione delle terapie intensive era zero e noi approcciavamo, così come stavamo approcciando e così come dobbiamo approcciare in questo momento, con linearità e coerenza una patologia che sicuramente è sconosciuta. È una pandemia difficile da gestire che sicuramente noi non possiamo approcciare nella maniera in cui voi lo state facendo, cioè con la coartazione delle libertà individuali, cioè con la mezza bugia, direi con una bugia ripetuta che diventa mezza verità ma, soprattutto, con un afflusso di dati che non si riesce a controllare, anche da parte degli enti regolatori nazionali. Penso all'Istituto superiore di sanità e all'Aifa che ci dicono tutto e il contrario di tutto. Chiedetevi – concludo, Presidente - il perché c'è una percentuale alta di italiani che oggi ha dubbi sui vaccini, se voi avete raccontato che l'AstraZeneca andava bene negli over 65 e poi che era una bugia, perché andava bene negli under 65, poi ancora che era buono per le donne, salvo scoprire che per le donne è dannoso. Questo chi lo dice? L'ente regolatore nazionale.
Concludo veramente, dicendo che il nostro voto è convintamente contrario e lo voglio ribadire, così come ho detto inizialmente in questa mia dichiarazione di voto. Noi siamo sicuramente favorevoli alle vaccinazioni nei cluster che danno mortalità ma sicuramente non possiamo essere d'accordo con un green pass che nulla ha a che fare con la patologia e che impatta negativamente con la vita degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, Governo, sono già state dette molte cose e vorrei andare direttamente e subito al merito e alla politica. Perlomeno, noi pensiamo che in quest'Aula si dovrebbe andare alla politica anche parlando di questi argomenti che hanno un contenuto tecnico decisivo, vista la proliferazione di virologi fai-da-te. Ne abbiamo avuti onestamente troppi, anche in quest'Aula e anche questa sera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ho sentito usare parole pesanti, non per la prima volta: coartazione delle libertà personali, stato di emergenza incostituzionale.
Io rivendico il fatto che, in questi mesi, per i provvedimenti difficili presi da questo Governo, per la limitazione, certo, di alcune libertà personali, per norme complicate da comunicare e da attuare, noi abbiamo salvato, con queste, migliaia di vite umane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Noi con lo stato di emergenza abbiamo salvato vite umane. E lo rivendico, perché noi teniamo come bene supremo alla vita degli italiani!
Noi affrontiamo, ormai da quasi due anni, una pandemia devastante, pericolosissima, mortale, perfida e apparentemente mai morta. Ma avete sentito per caso le parole della Presidente Merkel, oggi, mentre continua in Germania la crescita dei contagi, che oggi ha toccato i 53 mila nuovi casi in 24 ore? La Cancelliera Angela Merkel parla di una situazione drammatica e di un numero di vittime spaventoso. Avete capito o sentito cosa sta succedendo in Austria, in Svezia, in Danimarca, nella Romania e Bulgaria, o nell'Alto Adige? Avete misurato e letto il drammatico peggioramento di quelle situazioni e le nuove misure restrittive che quei Paesi stanno attuando? E vi domandate come mai l'Italia sia, in questo momento, in una situazione così migliore, pur nel dramma di quei Paesi? Ma come si fa a non vedere quanto sta succedendo, colleghi? Come si fa a non vedere quello che è successo a Trieste? Ho sentito che qualcuno dice che sono tutte fandonie, quello che noi raccontiamo su quanto è successo nel focolaio di Trieste. Veramente non avete sentito che cosa dice l'azienda sanitaria locale sul tracciamento dei contagiati che sono finiti in ospedale? E come si fa a non sentire la voce - dico ai colleghi del centrodestra - di autorevoli governatori di regione e di sindaci di ogni colorazione politica, che cosa chiedono adesso per la situazione che sta peggiorando?
E come si fa a non capire, per chi non lo capisce ancora, che il vaccino è la nostra unica arma di prevenzione, contro questo male, che ha avuto successo, che il green pass è il suo complemento obbligatorio ed è per questo che altri Paesi ci stanno arrivando? E come si fa a non cogliere lo squilibrio tra chi, magari, anche contro le proprie convinzioni o le proprie paure, si è vaccinato, oltre 40 milioni di italiani, e vede magari rappresentanti politici, come alcuni di voi - Presidente, mi rivolgo per il suo tramite ad alcuni di loro - oppure manifestazioni e cortei che contestano, torniamo alla politica, il green pass in ragione di un principio di libertà, aumentando i rischi di chi si è vaccinato? Chi si è vaccinato ha contribuito a ridurli quei rischi!
Qui sta il nodo politico: il vaccino ed il green pass sono la libertà, non il contrario! Sono ciò che ci permette di muoverci, di lavorare, di viaggiare, di non ammalarci e di guarire ancora in questo Paese. E chi vi si oppone, con varie gradazioni, con vari slogan, con varie teorie pseudoscientifiche, e prima ha contestato il vaccino, il green pass e le sue applicazioni, vorrebbe farci tornare - come rischiano adesso di tornare altri Paesi europei - ad una restrizione della libertà, con lockdown parziali o totali o per categoria. Quelle teorie sono contro la libertà. Siete contro la libertà e non il contrario! Noi la vogliamo difendere, la libertà, in questo Paese per i cittadini, con le norme che vogliamo attuare. E chi in piazza urlava “libertà, libertà”, senza mascherina, assiepandosi in piazze e cortei, e adesso purtroppo, magari, me ne dispiaccio, è ristretto in un reparto di terapia intensiva ed ha contribuito alla riaccensione di focolai di diffusione, dovrebbe essere il primo a diffondere questo principio. Questo decreto è indispensabile, come è evidente a chi vede la lunga perdurante durata della pandemia. È uno strumento fondamentale che ci ha consentito di riaprire il Paese, di riaprire le attività lavorative, di riaprire i luoghi della cultura e dello svago in sicurezza, perché in gioco è la sicurezza dei cittadini, non il contrario! Non è che il green pass diminuisce la sicurezza dei cittadini, la aumenta! E la regolamentazione che è presente in questo decreto va in quella direzione, modificata in meglio, come è stata, nel passaggio parlamentare.
Insomma, noi stiamo trattando di ciò che serve a questo Paese per continuare la sua ripartenza perché questo è quello che ci chiede la maggioranza assoluta dei lavoratori, non la minoranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! La maggioranza assoluta degli imprenditori, non la minoranza! La maggioranza assoluta degli operatori sanitari, dei malati, dei loro familiari, dei familiari delle vittime, ci chiede questo, non il contrario! Come si fa a non capire?
Per ultimo, abbiamo sentito molte teorie in questi mesi, ormai in questi quasi due anni, non certo solo da esponenti politici, da chiunque, nelle trasmissioni televisive o per strada.
Abbiamo sentito le teorie, che, come ha illustrato egregiamente Federico Fornaro, vanno contro non dico il buon senso, ma l'aritmetica del dramma del 90 per cento dei malati in terapia intensiva, che non sono vaccinati! Non si può andare contro la prova dei fatti, non perché non sia lecito, ovviamente, dissentire, ma perché bisogna capire che fidarsi di opinioni false, senza fondamento sulla scienza, è come chiedere ad un veterinario di risolvere un problema di frizione in un'automobile oppure il contrario, eppure lo fanno in milioni di persone! Questo è il dramma di questo Paese: avere in odio la razionalità, invece che ossequiarla, avere in odio la scienza, invece che ossequiarla, non avere capito il principio essenziale della scienza, il suo carattere.
Le restrizioni che abbiamo normato oggi e nei mesi scorsi hanno fatto sì che questo Paese, oggi, sia tra i meglio organizzati d'Europa, sia tra quelli che meglio sta resistendo alla risalita dell'epidemia. Ci è costato sacrifici e sofferenze, e può essere che sacrifici ce ne saranno ancora, ma noi questa sera, qui, possiamo dirci orgogliosi che in questo Paese la situazione sia migliore di quasi tutti i Paesi europei. Non torneremo indietro per accontentare una minoranza, danneggiando la stragrande maggioranza degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolin. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, non porterò via troppo tempo perché sottoscrivo pienamente gli interventi dei miei colleghi in discussione generale e in dichiarazione di voto sulla fiducia. La Lega ha votato e voterà, in questa occasione, a favore del green pass come strumento momentaneo in grado di agevolare il ritorno alla normalità e scongiurare la chiusura delle attività economiche, che non vogliamo e non dobbiamo consentire che si ripresenti.
Ci spiace, tuttavia, che le proposte emendative che abbiamo avanzato, in particolare al Senato in prima lettura, non abbiano trovato l'ascolto che meritavano. Erano proposte di buon senso, supportate da ordini del giorno, accolti da questo Governo, che miravano a correggere alcune contraddizioni, alcuni punti deboli del green pass, che vengono peraltro utilizzati e strumentalizzati dai detrattori del green pass stesso. Penso, ad esempio, al tema dei guariti, che hanno a disposizione un anno per vaccinarsi, ma solamente sei mesi di validità della certificazione. Perché dobbiamo costringere a tamponi inutili migliaia di persone guarite dal COVID, con anticorpi naturali, che possono contare su una protezione adeguata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Qual è il razionale scientifico sulla base di questa decisione? C'è chiaramente qualcosa che non torna. Il Ministro ci ha risposto, durante il question time della scorsa settimana, che c'entra il regolamento europeo: se ne è lavato le mani, così. Ma come ha osservato in replica la collega Boldi, il regolamento europeo non c'entra nulla, perché nell'ambito nazionale sono i singoli Stati membri che prendono le decisioni, non l'Europa. Siamo noi che decidiamo quali restrizioni applicare, qual è il periodo di validità da attribuire in ambito nazionale alle certificazioni. E quindi prendiamole noi, queste decisioni, e prendiamole bene!
Non posso non tornare, poi, su un tema che ritengo centrale e che, come Lega, abbiamo sottoposto più volte alla Camera e al Senato nel corso dell'esame dei precedenti decreti sul green pass. Mi riferisco, in particolare, alla necessità di assicurare una corretta informazione, alla necessità di abbassare i toni, alla necessità di non radicalizzare le posizioni che si trovano già agli antipodi, e, perché no, anche alla necessità di parlare d'altro, ogni tanto, tra una trasmissione e l'altra. Mi metto nei panni dei tanti cittadini che hanno problemi ben più gravi del green pass e che adesso si sentono completamente invisibili, scomparsi dai radar dell'informazione. C'è stato, pochi giorni fa, un messaggio dell'INPS, che ha tagliato le pensioni di invalidità percepite da milioni di invalidi parziali con un reddito di poche migliaia di euro. Noi c'eravamo, la Ministra Stefani c'era ed è subito intervenuta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Ma dove erano gli altri? Dove erano i TG? Dov'erano i talk show? Erano tutti sul green pass. Sono mesi che questo certificato ha monopolizzato totalmente il dibattito pubblico, che assistiamo alla battaglia dei sedicenti esperti, che se fossero tali non passerebbero certamente tutti i loro giorni in TV. Infatti, oramai, non solamente i social ma anche i mezzi di informazione, gli stessi virologi che vediamo in televisione quotidianamente, mi paiono in alcuni casi protesi allo scontro, al contrasto, ad alimentare le divisioni. Lo ribadiamo come Lega in ogni occasione: non dobbiamo cedere in questo errore, non possiamo fare della paura di vaccinarsi una colpa! E lo dico da vaccinato convinto, pronto per la terza dose. Dobbiamo dare poche informazioni e corrette. È così che si supera la paura di vaccinarsi. Non affibbiamo lo stigma di no-vax a chiunque nutra un dubbio o comunque abbia qualcosa da obiettare nei riguardi di un provvedimento adottato da questo Governo. Auspico, poi, che sulla campagna vaccinale, che a breve riprenderà un'andatura sostenuta con le terze dosi, ci sia un sostegno concreto alle regioni. Dobbiamo ascoltare le regioni e i nostri governatori, che sono in prima linea nella battaglia contro il COVID (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Si tratta di una battaglia reale, non ideologica. Mi auspico, come dicevo, che il Governo ascolti le richieste delle regioni e fornisca tutti gli strumenti necessari per organizzare al meglio questa nuova fase che ci attende. Fatte queste dovute premesse, signor Presidente e colleghi deputati, ribadisco il voto favorevole al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.
NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie Presidente. Il provvedimento sul quale ci esprimiamo - ci stiamo esprimendo da stamattina, a dir la verità - intende assicurare proprio lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato attraverso l'estensione del cosiddetto green pass. La finalità, come sappiamo, è contenere il contagio del virus SARS-CoV-2 in un momento storico particolare, nel quale noi dovremmo sfruttare una sorta di vantaggio epidemiologico rispetto al resto d'Europa. Noi abbiamo il dovere, prima in quest'Aula e poi nel dibattito pubblico, di utilizzare una comunicazione coerente, ma soprattutto di tenere fede a un principio, che è quello della tempestività delle scelte politiche - politiche! - e non scientifiche rispetto al mutare del quadro epidemiologico; scelte politiche, che il MoVimento 5 Stelle ha sempre ispirato, anche nel Governo precedente, a criteri di precauzione, gradualità, adeguatezza e proporzionalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, è chiaro che oggi nel dibattito pubblico irrompe l'obbligo dell'esibizione del green pass per accedere ai luoghi di lavoro pubblici e privati, ovviamente fatta eccezione - lo voglio sottolineare - per i soggetti esentati dalla vaccinazione, perché forniti di una idonea documentazione medica. Noi siamo consapevoli - lo voglio dire con chiarezza - della rigidità di questa misura, ma dobbiamo ribadire la necessità della tempestività nel fronteggiare quella che abbiamo alle porte, cioè la possibile, ormai verosimile, quarta ondata. Allora, evitiamo ancora una volta, come è capitato in passato, la politicizzazione della scienza: evitiamola! Infatti, noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo sempre valutato con attenzione le evidenze scientifiche, ma con un fine preciso, cioè quello di equilibrare il rapporto tra la tutela prioritaria della salute, con tutte le implicazioni, sia sociali che economiche. Lo abbiamo fatto con una visione lunga, responsabile e coerente, senza cedere mai - mai! - a lusinghe del facile consenso. Allora, abbiamo cercato sempre di sostenere i pazienti fragili, perché - diciamolo chiaramente - l'attenzione doverosa rivolta al COVID ha tenuto, purtroppo, spesso, non garantita la necessaria assistenza ai pazienti cronici, ai pazienti fragili e ai pazienti oncologici. Allora, oggi non sovraccaricare le strutture ospedaliere ha anche questa finalità: dare una risposta efficace ad una problematica del genere. Allora, noi ci siamo posti sempre in linea, in sintonia, con le problematiche, con le esigenze di tutti i cittadini, cercando di intervenire da un lato sulla calmierazione dei prezzi dei tamponi, sulla gratuità degli stessi per coloro che non possono effettuare la vaccinazione per motivi sanitari, e continuiamo a sostenere in maniera ferma il ruolo fondamentale dell'informazione per garantire il più elevato livello di copertura vaccinale. Cosa abbiamo fatto prevalere in fondo?
L'atteggiamento scientifico che si contrappone all'atteggiamento antiscientifico, che non significa scienza “sì” o scienza “no”. L'atteggiamento scientifico si concretizza, a differenza di quello antiscientifico, nella modalità con la quale ci si rapporta con una verità che si modifica, con un sapere che si arricchisce, con acquisizioni successive che determinano l'espressione della comunità scientifica: 360 mila studi scientifici nell'ultimo anno sul COVID; tre, massimo quattro, ogni cinque minuti. Anche gli esperti hanno difficoltà ad aggiornare le conoscenze e sentir parlare di scienza da chi oggi deve parlare di politica fa rabbrividire! Il nostro atteggiamento, l'atteggiamento di chi ha questo vissuto scientifico, è aperto, è onesto intellettualmente, si offre al dialogo e al confronto. Viceversa, chi ha un atteggiamento antiscientifico lo pone come un sistema binario, sì o no: per cosa? Per occupare uno spazio? Per lucrare consenso e anche per alimentare dubbi che sono fuorvianti e, come ho sentito stamattina, anche un clima d'odio intollerabile?
Allora, ogni qualvolta noi decidiamo di limitare la libertà o un diritto, dobbiamo essere sicuri, senza nessun dubbio, che quella limitazione corrisponde a un'effettiva, incontrovertibile necessità, anche se siamo consapevoli che ogni scelta non ha con sé il rischio zero. Ecco perché dobbiamo sentire tutti il peso e la responsabilità delle scelte, e sapete a chi lo dobbiamo? Lo dobbiamo ai tanti che sono stati in bilico sull'orlo del burnout (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché sono stati in servizio per lunghi periodi e hanno combattuto la pandemia a mani nude; ai tanti che parleranno nella loro vita per molto tempo di COVID-19, molto tempo dopo che saranno completamente evaporate tutte le argomentazioni di quelli che hanno contaminato il dibattito pubblico, alimentando sfiducia, disorientamento, forse anche attraverso un atteggiamento egoistico per l'interesse di pochi e - lo voglio dire - peggio ancora, per opportunismi elettorali o di consenso. Ecco che si fanno strada paure, fobie e ansia in una comunità che rischia di rimanere ferita, lacerata, rischiando di distruggere la fiducia implicita sulla quale facciamo affidamento anche nei luoghi di lavoro, dalla stretta di mano alla maniglia delle porte, dai pulsanti degli ascensori a un touchscreen.
Ecco perché dobbiamo sostenere questa azione politica, nel rispetto soprattutto di tutti quei cittadini che, sottoponendosi alla vaccinazione, hanno contribuito a un obiettivo fondamentale, quello di trovare un giusto equilibrio tra la salute e l'economia.
Allora, per governare un fenomeno che non è soltanto sanitario ma anche sociale ed economico non bastano le valutazioni scientifiche che sono indispensabili, ma occorrono ragionevolezza, prudenza e responsabilità. Allora, vado a chiudere, perché l'attualità ci consegna una responsabilità che è quella di insistere con un'informazione puntuale e, anche, con la sensibilizzazione verso l'importanza della vaccinazione rispetto a quello che io chiamerei il popolo dei “forse”, cioè quelli che ancora oggi nutrono dubbi sulla validità della campagna vaccinale o del green pass, ma la soluzione, Presidente, possiamo forse trovarla nell'etimologia della parola “forse”, dal latino, fors, sorte, e sit, “sia destino” ; quello che chiamiamo il nostro destino si può cambiare, il nostro destino viene formato dai nostri pensieri e dalle nostre azioni. Non possiamo certo cambiare il vento, in questo caso il vento pandemico, ma possiamo orientare le vele e le vele del MoVimento 5 Stelle sono state da sempre orientate e guidate dall'esigenza primaria di tutelare la salute pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per questo motivo, convintamente, esprimiamo il nostro parere favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi a titolo personale. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.
VERONICA GIANNONE (FI). Grazie, Presidente. Nelle prime settimane del 2019 abbiamo assistito inermi a notizie e scene che arrivavano dalla Cina e che riguardavano il virus che oggi in tutto il mondo riconosciamo come COVID-19; immagini di persone chiuse in casa che cantavano sui balconi e dalle finestre delle proprie abitazioni per darsi forza reciproca, spaventate da ciò che stava avvenendo; immagini di persone stese sull'asfalto che apparivano morte, quasi da film apocalittico, che facevano già comprendere a cosa si sarebbe andati incontro. In Italia, era il periodo del Conte-bis, quel Governo da me mai supportato, anzi, ampiamente contestato, dove MoVimento 5 Stelle, PD e Italia Viva prendevano le redini della nazione. Il Ministro della Salute era sempre lui, Roberto Speranza. Che dire della gestione della pandemia, che dire dei tempi di risposta di questo Ministro e dell'allora Presidente del Consiglio, Conte? Stando a quanto riportano le ultime inchieste giornalistiche mi vien da dire nulla di buono, ma la scusa che è sempre stata utilizzata e continuerà a essere utilizzata è: non ce l'aspettavamo, siamo stati presi alla sprovvista, è un virus sconosciuto. Presidente, posso chiederle di far abbassare la voce, perché non riesco neanche a sentirmi da sola…
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, giustamente l'onorevole Giannone ha bisogno di parlare in un'Aula un po' meno rumorosa. Quindi, se le diamo una mano, può fare il suo intervento. Prego, onorevole Giannone.
VERONICA GIANNONE (FI). Arriviamo ad oggi, Presidente, alla… non ricordo più a quale richiesta di fiducia siamo. Oggi, si chiede di votare senza neanche dare la possibilità di discutere di un altro decreto governativo, un decreto che estende ancor di più l'obbligo del green pass, un decreto del Governo Draghi e dello stesso Ministro della Salute, quello che, come ho già dichiarato, non ho mai apprezzato per gestione della pandemia e azioni compiute e, allora, perché votare a favore dell'ennesimo decreto dopo l'ennesima fiducia? Io non mi fido, Presidente, non mi fido affatto. Mi fanno paura le azioni compiute da questo Governo e da questo Ministero sulla gestione del COVID, le loro decisioni, i decreti e le ordinanze varie. Ho paura per il futuro dei miei figli e per i giovani che stanno subendo un ricatto per poter vivere la propria adolescenza in serenità, la scoperta della vita sociale che li accompagnerà fino alla maturità, la vita da adulti.
Avete chiesto la fiducia per uno strumento che nulla ha a che vedere con la scienza, nulla ha a che vedere con le limitazioni dei contagi e i Ministri ne sono ben al corrente. Un vaccinato con doppia dose o addirittura tripla, chi lo sa, può essere positivo al COVID, asintomatico e girare ovunque voglia senza sapere di poter contagiare altri, tanto basta il green pass per aprire ogni porta, un green pass che prima durava 6 mesi, poi 12, poi, forse, 9 o ancora 6. Mi piacerebbe, quindi, che qualcuno di questi scienziati e politici che tanto richiedono limitazioni sempre più stringenti e solo per una parte della popolazione, quella non vaccinata, per i più svariati motivi, spiegasse senza troppi giri di parole o inutili contro-domande a cosa serve questo green pass. Siete arrivati a limitare la libertà delle persone e a togliere loro la possibilità di lavorare, professionisti che per anni e anni hanno svolto il loro lavoro buttati fuori con disprezzo dall'albo di appartenenza, medici, infermieri, insegnanti apprezzati, impegnati nella loro vita a rendere un servizio alla popolazione, allontanati come appestati. E poi tutti questi professionisti che, per anni e anni, hanno svolto il loro lavoro, buttati fuori con disprezzo dall'albo di appartenenza; medici, infermieri, insegnanti apprezzati, impegnati nella loro vita a rendere un servizio alla popolazione, allontanati come appestati.
E poi tutto questo alimentare l'odio sociale attraverso slogan, frecciatine sui social, attraverso organi di stampa, troppe volte vergognosi. Anche frasi discriminatorie, pronunciate da Ministri, sottosegretari, anche dallo stesso Presidente Draghi, che non hanno alcuna prova scientifica alla quale fare riferimento. Alcune terrorizzano e ne vorrei riportare alcune come esempio: “Il green pass è una misura che dà serenità, che permetterà cioè agli italiani di vivere un'estate con meno ansie, di divertirsi, andare al ristorante, partecipare a spettacoli all'aperto e al chiuso, con la garanzia di ritrovarsi con persone che non sono contagiose”. Era la conferenza del 22 luglio 2021. E ancora “il green pass non è un arbitrio”. “L'appello a non vaccinarsi è l'appello a morire, non ti vaccini, ti ammali e muori, oppure a far morire, non ti vaccini, contagi, lui e lei muoiono”. E' la risposta del Presidente Mario Draghi in conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri ad una giornalista che legge le parole di Matteo Salvini, secondo cui si dovrebbero vaccinare le persone sopra i 60 anni mentre sotto i 40 non ce ne sarebbe bisogno. Sempre 22 luglio 2021. Le frasi più deludenti per me però sono quelle espresse dal nostro Presidente della Repubblica, Mattarella, quando ha pronunciato, nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Pavia, le parole: “Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui”. Settembre 2021. Dichiarazioni che mettono i non vaccinati in una posizione di secondo piano rispetto a chi invece si è sottoposto al vaccino, pratica espressamente vietata dal regolamento dell'Unione Europea e mal tradotta in Italia. Sempre il Presidente della Repubblica, il 15 ottobre 2021, ha anche affermato che “in Italia, il contagio è alle spalle grazie ai vaccini e alla saggezza della maggioranza dei cittadini”. Alle spalle! E allora perché siamo ancora qui a votare provvedimenti riguardo alle limitazione delle libertà per chi non è vaccinato? Perché si parla di estendere i vaccini addirittura ai bambini dai 5 anni in su? Si può, in tutta onestà, accettare l'invito del Presidente di chiedere ai giovani di impegnarsi a non tirarsi indietro, ad accettare il rischio di mettersi in gioco, dopo tutte le limitazioni alla libertà che hanno dovuto subire e che continuano a subire, anche quando pediatri, epidemiologi spiegano che il vaccino per i ragazzi e, soprattutto, per i bambini non è una priorità, che si deve far chiarezza, come spiega, ad esempio, il dottor Maurizio Bonati, pediatra epidemiologo dell'Istituto Mario Negri, esperto del Comitato dell'Agenzia del farmaco Aifa sulla sorveglianza dei vaccini? Addirittura l'OMS si è espressa in tal senso, così come riportato da vari organi di stampa. Clamorosa uscita dell'OMS: “Niente vaccino ai bambini. E la terza dose non è urgente”.
Voi avete chiesto l'ennesima fiducia ma come si fa a fidarsi di un Ministro, come Speranza che, dal 2019 ad oggi, ha detto tutto e il contrario di tutto, giustificandosi sempre con l'imprevedibilità della pandemia. Un punto su cui insiste ripetutamente nel suo libro “Perché guariremo” riguarda proprio la trasparenza con cui il Governo passato avrebbe gestito la pandemia; bisogna constatare che ciò non corrisponde alla realtà, tant'è che il 6 agosto 2020 la Fondazione Luigi Einaudi ha ottenuto la pubblicazione dei verbali segretati del CTS, da cui emerge come la politica abbia preso decisioni diverse rispetto a quelle suggerite dai tecnici senza mai motivarle. Ripropongo poi alcune dichiarazioni del Ministro più recenti: il 15 giugno 2021 dichiarava: “a fine luglio fuori dallo stato di emergenza”. Siamo a novembre e ancora è stato di emergenza. Per non parlare del pasticcio AstraZeneca. “AstraZeneca è un vaccino efficace e sicuro e sta salvando milioni di vite”: così il Ministro Speranza nell'aprile 2021. AstraZeneca, Speranza: “il messaggio è chiaro: vietare l'uso sotto i sessant'anni in prima e seconda dose. Le regioni si adeguino”. Giugno 2021. Oggi il vaccino AstraZeneca è sparito dalla circolazione; basta fare una piccola ricerca su Internet per trovare tutti gli articoli di stampa, interviste, dichiarazioni che confermano quanto da me ora riportato.
Allora, Presidente come si può avere fiducia? Come può la gente avere fiducia? Concludo, Presidente, dicendole che mi sento anni luce lontana dalle dichiarazioni di tante colleghe e tanti colleghi in questo Parlamento e voterò convintamente “no” su questo decreto, sul quale è stata posta l'ennesima fiducia. Come già espresso, questo è ciò che sento, questo è il mio modo di rappresentare ciò ai cittadini italiani, anche quelli definiti in piccolissima parte una minoranza. Sono una convinta no-green pass, non mi ritengo una no-vax, anche se in parte comprendo chi ha grandi titubanze o nessuna fiducia nei vaccini, a forza di ascoltare tutte le grandi contraddizioni che la stessa politica e il Governo dicono e attuano da anni, e comprendo e condivido tutti i timori per questo vaccino, timori leciti, che nessuno dovrebbe giudicare, così come non si dovrebbe giudicare chi, per la paura del contagio, sceglie con convinzione di vaccinarsi. Ma tutto ciò nulla ha a che fare con l'obbligo del green pass. Non tutela proprio nessuno: i contagi continuano a crescere, la curva sale. E questo quindi è l'effetto del green pass? E' solo lo strumento scelto dal Governo per ricattare gran parte della popolazione che, a causa dello stesso caos che crea, altrimenti non si sarebbe vaccinata. Ma non è con il ricatto e l'imposizione che la popolazione e noi cittadini di questa Nazione possiamo fidarci del Governo e dei nostri rappresentanti.
Speravo potesse rinsavire questo Governo, ma non credo ci sia speranza. Quindi “no”, non mi fido: non avete avuto il mio voto di fiducia e voterò nuovamente contro e continuerò a decidere della mia vita, sperando di rappresentare in quest'Aula chi come me si sente tradito e discriminato dallo Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Lorenzoni. Ne ha facoltà.
GABRIELE LORENZONI (M5S). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, ultimamente sentiamo parlare sempre dell'Austria: accendiamo il telegiornale e sentiamo parlare dell'Austria e del cosiddetto lockdown per i non vaccinati; però viene sempre omesso un dettaglio fondamentale, secondo me, cioè che in Austria lavorare è considerato uno stato di necessità e i tamponi sono gratuiti. Anche la Germania ha ripristinato recentemente i tamponi gratuiti, quindi ritornando sui suoi passi, come strategia fondamentale di tracciamento e contrasto alla pandemia, in previsione della possibile adozione - anche lì - del green pass sul lavoro. Potrei fare l'esempio della Spagna, che non ha mai adottato il green pass, neanche nelle forme più blande e, ad oggi, risulta in Europa la Nazione che ha meno contagi in assoluto in rapporto alla popolazione. Però, mettiamo che questa sia solo una questione di tempo, perché arriverà anche lì l'ondata, così come sta arrivando in tutta Europa e anche questo Paese, probabilmente, seguirà gli altri, adottando qualche forma di green pass (potrebbe succedere). Però arriviamo al punto cruciale della questione cioè, noi qui in Italia abbiamo introdotto il green pass sul lavoro (questo ci può stare anche bene come misura di sicurezza sanitaria), però, secondo me, senza il prerequisito costituzionale per poterlo fare, cioè non abbiamo messo i tamponi gratuiti. Quindi, ad oggi, non siamo un modello, ma siamo un'anomalia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa e Fratelli d'Italia). Siamo l'unico Paese in Europa che fa pagare 200 euro al mese ad una minoranza di persone per poter lavorare. Attenzione, questa minoranza non sta infrangendo nessuna legge; questa minoranza esercita un diritto garantito dalla Costituzione, che è quello di poter disporre liberamente del proprio corpo e di rifiutare terapie sanitarie non obbligatorie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Pensiamo, per esempio, a chi è guarito dal COVID, per cui c'è una circolare del Ministero della Salute, in cui si dice che c'è un anno di tempo per vaccinarsi (circolare del 21 luglio del 2021), però il green pass stranamente gli dura soltanto sei mesi, e queste persone, dopo sei mesi, si trovano davanti a una scelta. È chiaro che il tampone a pagamento è un chiaro ostacolo di ordine economico - e qui cito l'articolo 3 della Costituzione - che interferisce con il pieno godimento di questi due diritti al tempo stesso, soprattutto da parte dei lavoratori precari. Il lavoratore che guadagna, per esempio, mille euro al mese, alla lunga non può permettersi di sostenere questa spesa e, a un certo punto, dovrà scegliere; dovrà scegliere fra due diritti costituzionalmente garantiti ed escluderne uno. Dovrà scegliere fra il diritto fondante della Repubblica, quello di lavorare, quindi quel diritto alla retribuzione e il diritto di vivere una vita dignitosa; oppure, scegliere il diritto di disporre liberamente del proprio corpo. Capite bene che quindi il problema non è il green pass sul lavoro, ma il green pass sul lavoro con i tamponi a carico del lavoratore. È questa la differenza sostanziale, che risulta illiberale e che genera un precedente molto pericoloso. Poi mi direte: la Repubblica tutela la salute come interesse della collettività, ma proprio per questo i tamponi, così come i vaccini, in un momento di emergenza pandemica, devono essere resi accessibili alla collettività, proprio per tutelare questo interesse. Tra l'altro, il green pass sul lavoro in questo modo rischia anche di essere una misura antieconomica, perché danneggia tutte quelle imprese - e lo vedremo soprattutto nei prossimi mesi - che sono costrette a privarsi della forza lavoro, con lavoratori che, messi alle strette, alla fine possono anche scegliere di rinunciare a lavorare. Voglio concludere dicendo che siamo in un momento di emergenza sanitaria, ma è proprio nei momenti peggiori che ci aiuta la nostra Costituzione, che ci può guidare verso “ (…) una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore”. Queste sono le parole di chiusura di Piero Calamandrei nel suo intervento all'Assemblea costituente.
Noi, purtroppo, abbiamo scelto di andare nella direzione opposta alla solidarietà e all'umanità. Abbiamo scelto di discriminare e di vessare una minoranza che, ogni due giorni, per lavorare deve dimostrare a proprie spese di essere sana e che, nonostante tutto ciò, diventa il capro espiatorio per poter sfogare la rabbia sociale delle persone dovuta alla pandemia e giustificare l'aumento dei contagi e le prossime misure restrittive che si appresta a varare il Governo. Siamo consapevoli - sono consapevole, ma penso che lo siamo tutti - che una nuova ondata ci colpirà e faccio questo intervento in dissenso semplicemente come segnale che rappresenta la mia preoccupazione, perché temo che questa sia l'ondata peggiore, quella che potrebbe lacerare il tessuto sociale e democratico del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3363)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3363:
S. 2394 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, recante misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 45).
Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento e assegnazione di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica.
PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 1 dell'articolo 123-bis del Regolamento, la decisione in merito al seguente disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica:
“Delega al Governo per la riforma fiscale” (3343).
Alla luce del parere espresso nella seduta odierna dalla V Commissione (Bilancio) ed esaminato il predetto disegno di legge, la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.
A norma degli articoli 72, comma 1, e 123-bis, comma 1, del Regolamento, il disegno di legge è assegnato, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze), col parere delle Commissioni I, II, V, VII, VIII, X, XI, XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame delle mozioni Polidori e D'Attis n. 1-00544 e Annibali n. 1-00546 concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare la violenza contro le donne (Vedi l'allegato A).
Avverto inoltre che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, la seduta di domani avrà inizio alle ore 9,45.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Se defluite con calma e ordine possiamo far parlare i colleghi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pignatone. Aspetterei un secondo, se è d'accordo il collega, perché c'è un po' di turbolenza. Colleghi, se facciamo intervenire l'onorevole Pignatone siamo tutti grati. Proviamo, onorevole, se ce la facciamo. Prego.
DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie, Presidente. In questi giorni la Sicilia è stata flagellata da eventi atmosferici particolari che hanno devastato gran parte del territorio. Dalla Camera dei deputati voglio dare un segnale di vicinanza alle comunità e alle famiglie ma, in particolare, un riferimento e un pensiero vanno al mondo del lavoro, alle tante aziende duramente colpite e, in particolare, alle aziende agricole, consapevole che le parole di vicinanza di fronte a chi ha perso tutto (raccolti) e ha visto demolire i sacrifici di una vita non bastano.
Certamente, il cambiamento climatico ha le sue responsabilità perché, davanti ad eventi atmosferici fuori dal normale, poco si può fare, ma allo stesso tempo lo Stato, in particolare, in questo caso, la regione ha il compito di ridurre o eliminare questi danni. Eppure, nonostante il fatto che alla regione siciliana siano state date somme importanti pari a vari milioni di euro, pochi sono stati spesi e molti ancora si trovano nei cassetti. Questo è intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! È intollerabile avere dei danni quando c'è la possibilità di spendere, di presentare e di portare avanti dei progetti, mentre ancora oggi in Sicilia sembra che non ci sia una gestione, un'idea di come si voglia gestire la comunità e la tutela del suolo.
Le aziende agricole passano dall'avere danni derivanti dalle alluvioni a danni derivanti dalla siccità. È necessario avviare una tutela strutturale del territorio, un'attenzione costante all'ambiente e anche alle risorse idriche. Lo dico da siciliano, un'ulteriore volta, alla classe politica siciliana: abbiate il coraggio di fare scelte e, qualora non riusciate a prendere una decisione, fatevi da parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.
ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo perché siamo di fronte ad una vera emergenza lavoro nell'impianto della raffineria ENI di Stagno, a Livorno. Si tratta di un'emergenza che solleva gravissime preoccupazioni, sia nei 1.000 lavoratori diretti e dell'indotto di questo impianto, sia nelle amministrazioni di tutto il territorio. Recentemente, tra l'altro, l'azienda ha comunicato di voler interrompere la produzione di carburanti in questo impianto dalla fine del 2022, ma non ha comunicato, né tanto meno condiviso, alcun piano strategico, alcun piano industriale relativamente allo sviluppo di questo impianto per il futuro. Ci troviamo, tra l'altro, in una zona di crisi industriale complessa, lo ricordo ancora una volta, una zona su cui insiste l'accordo di programma per il rilancio dell'area costiera livornese, che fu sottoscritto nel 2016 tra il Governo e gli enti locali. Tuttavia, è un fatto che il comitato esecutivo di questo accordo di programma non si riunisca ormai da oltre 18 mesi, nonostante le molte sollecitazioni venute da tutti i sindaci del territorio. Insomma, quella relativa all'impianto ENI di Stagno è una situazione che richiede l'intervento urgente del Governo, un intervento che i parlamentari del Partito Democratico hanno sollecitato a più riprese, da ultimo in Commissione attività produttive della Camera dei deputati, dove, lo scorso 6 ottobre, il Vice Ministro allo Sviluppo economico, Pichetto Fratin, si è detto disponibile a convocare un tavolo tra l'ENI, il Ministero, gli enti locali e le rappresentanze sindacali per affrontare finalmente il futuro di questo fondamentale impianto industriale. Alla voce del Parlamento si è unita, proprio oggi, la voce del presidente della regione, Eugenio Giani che, a sua volta, ha scritto al Ministro Giorgetti, sollecitando la stessa cosa: aprite un tavolo sull'impianto ENI di Stagno. Ecco perché, Presidente, in quest'Aula voglio nuovamente sollecitare il Governo a tenere fede ai propri impegni. Si dia finalmente seguito a quanto ha dichiarato il Vice Ministro Pichetto Fratin un mese fa, in Commissione attività produttive, in una sede istituzionale, e si convochi, finalmente, un tavolo di concertazione tra l'ENI, gli enti locali e i sindacati, perché l'ENI, questa grande azienda italiana a controllo pubblico, ha il dovere di comunicare al territorio e a tutta l'Italia cosa intenda fare di questo fondamentale impianto industriale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gallo, che è assente. Si intende vi abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare, per ultima, l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sulla vicenda che riguarda il maltempo che, in questi ultimi giorni, sta flagellando la mia regione, la Sicilia. Intervengo anche per lasciare agli atti della Camera dei deputati delle verità, dei dati oggettivi e dei numeri. Vede, Presidente, quando si getta il sasso nello stagno, come ha fatto l'onorevole Pignatone parlando indistintamente di soldi che non sarebbero stati spesi, forse è bene farlo con i numeri alla mano, dicendo che il Governo, sostenuto dal Partito Democratico, quel partito con cui l'onorevole Pignatone e il suo MoVimento 5 Stelle faranno un'alleanza in Sicilia alle prossime elezioni, dal 2014 al 2018 ha speso soltanto 28,66 milioni di euro per prevenire e combattere il dissesto idrogeologico. Invece, l'attuale Governo regionale, sostenuto dal centrodestra, ne ha spesi ben 421 di milioni, svariate decine dei quali impiegati proprio per pulire il letto dei fiumi. Quindi, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di non occuparsi di argomenti che non si conoscono o di approfondire gli argomenti che si vogliono trattare, dando i numeri reali. Questa guerra di menzogne non mi appartiene. Ricordo che, qualche settimana fa, in questa sede, ho chiesto al Governo di impegnarsi ad aiutare Catania e la maggioranza non ha voluto farlo, nonostante un altro siciliano come me, il sottosegretario Cancelleri, fosse seduto tra gli scranni del Governo. Quindi, basta bugie sulla Sicilia. Questa maggioranza, a Roma, si assuma la responsabilità delle sue scelte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 18 novembre 2021 - Ore 9,45:
(ore 9,45 e al termine del punto 7)
1. Seguito della discussione della proposta di legge:
FERRO ed altri: Modifiche all'articolo 12 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, in materia di compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. (C. 2361-A)
e delle abbinate proposte di legge: CANCELLERI e MARTINCIGLIO; ALESSANDRO PAGANO ed altri. (C. 3069-3081)
Relatore: SANI.
2. Seguito della discussione del disegno di legge:
Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. (C. 2561-A)
Relatore: DE FILIPPO.
3. Seguito della discussione della proposta di legge:
PELLA ed altri: Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di limitazione del mandato dei sindaci e di controllo di gestione nei comuni di minori dimensioni, nonché al decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, in materia di inconferibilità di incarichi negli enti privati in controllo pubblico. (C. 1356-A)
e delle abbinate proposte di legge: SILVESTRONI ed altri; CIABURRO ed altri. (C. 2071-2240)
Relatori: BERTI, per la I Commissione; BITONCI, per la V Commissione.
4. Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 1 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: AMATI ed altri: Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (Approvata dal Senato). (C. 1813)
e dell'abbinata proposta di legge: FORNARO. (C. 445)
Relatore: UNGARO.
5. Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare:
FORMENTINI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di COVID-19 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati di origine del virus SARS-CoV-2 per evitarne la propagazione nel mondo. (Doc. XXII, n. 42-A)
Relatori: FORMENTINI, per la III Commissione; STUMPO, per la XII Commissione.
6. Seguito della discussione della mozione Cabras ed altri n. 1-00456 concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange .
(ore 14)
7. Informativa urgente del Governo sui criteri e sulle modalità di erogazione del reddito di cittadinanza e sui suoi esiti applicativi.
La seduta termina alle 23,35.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni nn. 6, 7, 8, 38 e 39 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 15 il deputato Romaniello ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 30 i deputati Cubeddu, Eva Lorenzoni, Alberto Stefani e Lazzarini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 41 la deputata Emiliozzi ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Ddl 3363 - odg. 9/6 | 431 | 419 | 12 | 210 | 42 | 377 | 74 | Resp. |
2 | Nominale | odg 9/3363/9 | 445 | 432 | 13 | 217 | 59 | 373 | 73 | Resp. |
3 | Nominale | odg 9/3363/12 rif. | 453 | 450 | 3 | 226 | 449 | 1 | 73 | Appr. |
4 | Nominale | odg 9/3363/13 | 450 | 441 | 9 | 221 | 46 | 395 | 73 | Resp. |
5 | Nominale | odg 9/3363/15 | 446 | 442 | 4 | 222 | 44 | 398 | 73 | Resp. |
6 | Nominale | odg 9/3363/17 | 450 | 444 | 6 | 223 | 45 | 399 | 73 | Resp. |
7 | Nominale | odg 9/3363/18 | 458 | 445 | 13 | 223 | 45 | 400 | 73 | Resp. |
8 | Nominale | odg 9/3363/19 | 440 | 434 | 6 | 218 | 50 | 384 | 73 | Resp. |
9 | Nominale | odg 9/3363/20 | 450 | 442 | 8 | 222 | 49 | 393 | 72 | Resp. |
10 | Nominale | odg 9/3363/22 | 441 | 439 | 2 | 220 | 39 | 400 | 72 | Resp. |
11 | Nominale | odg 9/3363/23 | 441 | 439 | 2 | 220 | 38 | 401 | 72 | Resp. |
12 | Nominale | odg 9/3363/24 | 441 | 432 | 9 | 217 | 42 | 390 | 72 | Resp. |
13 | Nominale | odg 9/3363/27 | 456 | 447 | 9 | 224 | 42 | 405 | 72 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | odg 9/3363/29 | 446 | 441 | 5 | 221 | 45 | 396 | 72 | Resp. |
15 | Nominale | odg 9/3363/30 | 431 | 424 | 7 | 213 | 33 | 391 | 72 | Resp. |
16 | Nominale | odg 9/3363/31 | 444 | 438 | 6 | 220 | 36 | 402 | 72 | Resp. |
17 | Nominale | odg 9/3363/32 | 446 | 438 | 8 | 220 | 45 | 393 | 72 | Resp. |
18 | Nominale | odg 9/3363/33 | 445 | 431 | 14 | 216 | 42 | 389 | 72 | Resp. |
19 | Nominale | odg 9/3363/34 | 444 | 437 | 7 | 219 | 45 | 392 | 72 | Resp. |
20 | Nominale | odg 9/3363/35 | 447 | 443 | 4 | 222 | 46 | 397 | 72 | Resp. |
21 | Nominale | odg 9/3363/36 | 443 | 429 | 14 | 215 | 39 | 390 | 72 | Resp. |
22 | Nominale | odg 9/3363/37 | 444 | 439 | 5 | 220 | 44 | 395 | 72 | Resp. |
23 | Nominale | odg 9/3363/38 | 444 | 433 | 11 | 217 | 43 | 390 | 72 | Resp. |
24 | Nominale | odg 9/3363/39 | 445 | 440 | 5 | 221 | 41 | 399 | 72 | Resp. |
25 | Nominale | odg 9/3363/40 | 441 | 436 | 5 | 219 | 44 | 392 | 72 | Resp. |
26 | Nominale | odg 9/3363/55 | 433 | 426 | 7 | 214 | 48 | 378 | 72 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | odg 9/3363/61 | 443 | 437 | 6 | 219 | 41 | 396 | 72 | Resp. |
28 | Nominale | odg 9/3363/62 | 445 | 438 | 7 | 220 | 46 | 392 | 72 | Resp. |
29 | Nominale | odg 9/3363/63 | 451 | 445 | 6 | 223 | 48 | 397 | 71 | Resp. |
30 | Nominale | odg 9/3363/64 | 431 | 426 | 5 | 214 | 47 | 379 | 71 | Resp. |
31 | Nominale | odg 9/3363/65 | 435 | 433 | 2 | 217 | 53 | 380 | 70 | Resp. |
32 | Nominale | odg 9/3363/66 | 421 | 417 | 4 | 209 | 47 | 370 | 70 | Resp. |
33 | Nominale | odg 9/3363/67 | 420 | 416 | 4 | 209 | 47 | 369 | 70 | Resp. |
34 | Nominale | odg 9/3363/68 | 406 | 399 | 7 | 200 | 48 | 351 | 70 | Resp. |
35 | Nominale | odg 9/3363/69 | 407 | 402 | 5 | 202 | 43 | 359 | 70 | Resp. |
36 | Nominale | odg 9/3363/70 | 414 | 408 | 6 | 205 | 45 | 363 | 70 | Resp. |
37 | Nominale | odg 9/3363/71 | 402 | 394 | 8 | 198 | 44 | 350 | 70 | Resp. |
38 | Nominale | odg 9/3363/72 | 417 | 413 | 4 | 207 | 43 | 370 | 70 | Resp. |
39 | Nominale | odg 9/3363/73 | 412 | 410 | 2 | 206 | 39 | 371 | 70 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 45) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | odg 9/3363/75 | 414 | 406 | 8 | 204 | 38 | 368 | 70 | Resp. |
41 | Nominale | odg 9/3363/83 | 418 | 402 | 16 | 202 | 387 | 15 | 70 | Appr. |
42 | Nominale | odg 9/3363/84 | 412 | 390 | 22 | 196 | 51 | 339 | 70 | Resp. |
43 | Nominale | odg 9/3363/87 | 407 | 403 | 4 | 202 | 44 | 359 | 70 | Resp. |
44 | Nominale | odg 9/3363/91 | 410 | 407 | 3 | 204 | 38 | 369 | 70 | Resp. |
45 | Nominale | Ddl 3363 - voto finale | 333 | 333 | 0 | 167 | 300 | 33 | 81 | Appr. |