Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 26 novembre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il 4 novembre è la giornata dedicata all'Unità nazionale e delle Forze armate, istituita per commemorare la fine della prima guerra mondiale nel nostro Paese e per celebrare il principio dell'unità della Repubblica, sancito dalla Costituzione;

    il 4 novembre del 1918 entrò in vigore l'armistizio di Villa Giusti, che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste e di portare a compimento il processo di unificazione nazionale avviato in epoca risorgimentale; nella medesima giornata del 1921, per onorare i sacrifici dei soldati caduti in difesa della patria, ebbe luogo la tumulazione del Milite Ignoto nel Sacello dell'Altare della Patria a Roma – giornate che hanno forgiato il percorso democratico dell'umanità, crinali cronologici tra passato e futuro del nostro Paese;

    l'epica vittoria nel primo conflitto mondiale ha cementato una nazione che per secoli era stata divisa e frammentata al suo interno, con diverse realtà territoriali e spesso lacerata da interessi locali. Quelli del 1915-1918 furono gli anni in cui gli italiani scoprirono finalmente cosa fosse l'identità di un popolo, la Patria, anni durante i quali per la prima volta ci trovammo uniti, da nord a sud, a combattere per una nazione, finalmente unita e coesa intorno a un unico ideale;

    per conseguire quella vittoria, la nostra Patria ha versato un enorme tributo, con 650 mila morti tra i militari, oltre ai mutilati e ai civili, migliaia di giovani, morti sul campo di battaglia che non ebbero la fortuna, in quanto non riconosciuti, di avere una tomba sulla quale poterli piangere. Cento anni fa veniva tumulata la salma del Milite Ignoto a Roma, rappresentante di tutti quei giovani: il feretro partì da Aquileia il 28 ottobre del 1921, arrivò a Roma il 4 novembre, attraversando cinque regioni, decine di stazioni a passo lento, per dare modo a tutta la popolazione di rendere omaggio, non solo a quel milite ignoto, ma a tutti coloro che sacrificarono la propria vita combattendo per la libertà;

    tra i nostri valorosi soldati che morirono sul Carso e sul Monte Grappa, figurano personaggi eroici, come Enrico Toti, che morì lanciando contro il nemico la stampella su cui si reggeva, o l'ufficiale della marina Nazario Sauro, ucciso perché si rifiutò di essere suddito dell'allora impero austro-ungarico, o ancora Cesare Battisti, mandato a morte dagli austriaci;

    per molti decenni la ricorrenza del 4 novembre – istituita all'indomani della vittoria di Vittorio Veneto del 1918 – è stata celebrata come Festa nazionale, una giornata che univa tutto il popolo italiano, che, in quella precisa circostanza, ricordava e celebrava la vittoria nella prima guerra mondiale e il raggiungimento dell'Unità nazionale del nostro Paese, attraverso la quale l'Italia ha preso coscienza del proprio «io nazionale» e gli italiani, ben oltre cinquant'anni dopo l'Unità d'Italia, sono diventati un corpo unico, quello che normalmente si traduce nel concetto di nazione e che in America, non a caso, si consolida nel motto latino «e pluribus unum»;

    ci sono date nella storia del mondo che hanno segnato per sempre l'umanità, ricordarle e celebrarle solennemente è un obbligo innanzitutto morale, in quanto testimoniano l'evoluzione dell'uomo, la ricerca costante di un miglioramento, l'anelito insopprimibile alla libertà, per un futuro libero dall'oppressore straniero, la tensione verso ideali e valori superiori, che travalicano l'esistenza degli individui e la vita stessa;

    la ricorrenza del 4 novembre non richiama alla memoria, dunque, soltanto rilevanti fatti storici; ricordare e celebrare – coinvolgendo l'intero popolo italiano e non solo le istituzioni – comporta anche la necessità di riconnettere quelle imprese epiche che riuscirono per la prima volta a unire il nostro Paese dopo la prima guerra mondiale, ai valori fondanti del nostro Paese e ancora attuali: il valore dell'unità nazionale e il contributo imprescindibile della difesa per riaffermare pace, stabilità e sicurezza; nel ricordare tutte le vittime che hanno combattuto per conquistare la libertà e la pace, si celebrano anche le nostre Forze armate, impegnate a garantire soprattutto la pace nei tanti teatri nel mondo, nell'ambito delle numerose missioni all'estero, per ricostruire le condizioni di vita di milioni di persone in aree contrassegnate da guerre e conflitti;

    in tale direzione, rileverebbe anche accorpare nella festa del 4 novembre la ricorrenza del 12 novembre, Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, intestato al più grave degli attentati contro le forze armate italiane impegnate alla missione militare denominata «Operazione Antica Babilonia», con la strage del 12 novembre 2003, che provocò 28 morti (di cui 19 italiani) nella città di Nassiriya durante la guerra in Iraq. L'Italia, con la partecipazione a tale missione, che ha avuto inizio il 15 luglio 2003, ha fornito proprie unità militari sotto la guida inglese; un'operazione che aveva importanti finalità di peacekeeping, per il mantenimento della pace, per contribuire alla rinascita dell'Iraq e favorire la sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione;

    la Festa nazionale del 4 novembre è stata soppressa, semplicemente per recuperare una giornata lavorativa – ai sensi dell'articolo 1 della legge 5 marzo 1997, n. 54 – scelta che appare inappropriata e non condivisibile. Al pari delle altre ex Festività soppresse (San Giuseppe, Ascensione, Corpus Domini), anche per il 4 novembre, lo Stato, gli enti pubblici ed i privati datori di lavoro sono tenuti a corrispondere lavoratori dipendenti la normale retribuzione globale giornaliera, compreso ogni elemento accessorio, con il mantenimento dei diritti sia per quanto riguarda la retribuzione che per congedi e permessi;

    in un momento storico come quello che si sta vivendo, non solo in Italia, ma nel continente europeo e a livello globale, contrassegnato da una crisi pandemica che impatta pesantemente sia a livello sanitario che a livello socio-economico, i cittadini chiedono riferimenti forti, radici, reintegro di valori culturali universali, capaci di difendere le conquiste di libertà e democrazia e quindi ridare un senso di appartenenza comune; in tale direzione non si può non farsi carico del forte significato simbolico che gli eventi del 4 novembre rappresentano, con la necessità, dunque di restituire a tale ricorrenza la valenza di giorno solenne di Festa nazionale che veda la partecipazione e la presa di coscienza dei cittadini italiani,

impegna il Governo

1) ad adottare iniziative normative volte a ripristinare la festività nazionale del 4 novembre per la celebrazione della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate, al fine di riconoscere in modo solenne il principio dell'unità della Repubblica e la memoria dei nostri connazionali sacrificatisi per la Patria, portando a compimento i valori del nostro Risorgimento, e di rendere, nella medesima giornata, un ringraziamento solenne ai caduti delle nostre Forze armate, in particolare durante la strage di Nassiriya del 2003, durante operazioni militari atte a garantire il mantenimento della stabilità e della pace a livello internazionale.
(1-00557) «Biancofiore, Marin, Baldini, Baratto, Berardini, Bologna, Carelli, Dall'Osso, De Girolamo, Della Frera, D'Ettore, Gagliardi, Mugnai, Napoli, Parisse, Pedrazzini, Ripani, Pettarin, Rizzone, Rospi, Ruffino, Sibilia, Silli, Vietina».

Risoluzione in Commissione:


   La VI Commissione,

   premesso che:

    la pandemia da Covid-19 ha rappresentato uno shock senza precedenti per l'economia globale, influenzando drasticamente i comportamenti delle imprese e dei consumatori;

    in particolare, come evidenziato dallo studio pubblicato da Banca d'Italia a luglio 2020, a causa della paura di contrarre l'infezione e in conseguenza delle misure di contenimento, indispensabili per limitare la diffusione del contagio, sono cambiate anche le abitudini di spesa e di pagamento da parte dei consumatori che si sono riflesse in un maggior distanziamento fisico e in modalità differenti di interazione tra gli agenti economici;

    per accelerare la lotta all'evasione l'Italia ha intrapreso un percorso e ha già introdotto efficaci strumenti, come la fatturazione elettronica che hanno superato ampiamente le aspettative e generato un aumento del gettito dell'Iva;

    ad oggi, tuttavia, la perdita di gettito fiscale e contributivo è stimato ancora sopra ai 100 miliardi di euro; nel Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, allegato alla Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) 2021, si segnala infatti che, nel triennio 2016-2018, il gap complessivo delle entrate (differenza tra gettito teorico e gettito effettivo registrato) è stato in media di circa 105,9 miliardi di euro, di cui 94,3 miliardi di mancate entrate tributarie e 11,6 miliardi di mancate entrate contributive; nel 2018, l'ammontare complessivo del tax gap, fiscale e contributivo, si assesta a circa 102,8 miliardi di euro, di cui 90,6 miliardi di euro di mancate entrate tributarie; alla luce di questi numeri, l'incentivazione dei pagamenti elettronici rappresenta una priorità per accelerare la lotta all'evasione fiscale;

    the European House - Ambrosetti stima che, nel 2020, il valore delle transazioni con strumenti di pagamento cashless si sono ridotti solamente del 2 per cento rispetto al calo dell'11,8 per cento registrato nei consumi nazionali;

    da una elaborazione condotta per il quotidiano il Sole 24 Ore, emerge che, nei giorni di massima emergenza sanitaria, la percentuale di spesa pagata con carte di credito, debito o fedeltà è passata dal 57 per cento del dato medio 2019 al 68 per cento con un incremento di 11 punti;

    anche grazie all'attuazione del cosiddetto Piano «Italia Cashless», nato per incentivare l'uso di carte e app di pagamento, al fine di modernizzare il Paese e favorire lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente, nell'ultimo anno, le transazioni con moneta elettronica hanno subito una forte accelerazione, migliorando le statistiche della Banca centrale europea (Bce) che fotografava l'Italia, nel 2019, come il Paese membro caratterizzato dal più basso numero di transazioni pro-capite regolate con mezzi diversi dal contante;

    la citata indagine della Bce integrata da Banca Italia del 2019 evidenzia che la diffusione degli strumenti di pagamento digitali porta con sé benefici in termini di sicurezza (se si ricevono delle banconote false non c'è modo di rimediare, se si è vittima di una truffa sulla carta di debito o di credito sì, senza dimenticare i rischi di furti e rapine) ed economiche (la gestione del contante costa circa 9 miliardi di euro a livello di sistema, dalla raccolta e trasporto delle banconote alla gestione allo sportello bancario, con buona parte del conto che inevitabilmente viene scaricata sui clienti), tuttavia, nonostante i numerosi passi in avanti dal punto di vista tecnologico, in Italia, la diffusione dei pagamenti digitali resta inferiore rispetto alla media europea; l'Italia è il Paese dell'area euro in cui è stato rilevato il maggior numero di transazioni giornaliere per persona, in media circa 2 transazioni di cui 1,7 in contanti mentre la media europea si attesta a 1,6 transazioni giornaliere, di cui 1,2 in contanti;

    con il decreto legislativo n. 36 dell'8 aprile 2020, l'Italia ha recepito la cosiddetta direttiva PSD2 (Direttiva (UE) 2015/2366 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, che modifica le direttive 2002/65/CE, 2009/ 110/CE e 2013/36/UE e il regolamento (UE) n. 1093/2010, e abroga la direttiva 2007/64/CE), che ha revisionato la precedente direttiva PSD per promuovere lo sviluppo di un mercato interno dei pagamenti al dettaglio efficiente, sicuro e competitivo, rafforzando la tutela degli utenti dei servizi di pagamento, sostenendo l'innovazione e aumentando il livello di sicurezza dei servizi di pagamento elettronici;

    l'articolo 18, del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157, ha provveduto a modificare l'articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, che impone limitazioni all'uso del contante e dei titoli al portatore, prevedendo che dal 1° gennaio 2022, il predetto divieto e la predetta soglia sono riferiti alla cifra di 1.000 euro;

    la cosiddetta «Lotteria nazionale degli scontrini» si inserisce, come il cosiddetto Cashback di Stato, nell'ambito del citato piano Italia Cashless per incentivare l'utilizzo dei pagamenti elettronici;

    sul profilo social dell'iniziativa è stato comunicato, il 20 ottobre 2021, che l'ammontare dei premi distribuiti finora è di circa 10,6 milioni di euro;

    in risposta ad una interrogazione in commissione finanze, il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze delegato ha precisato che a fronte di 5,9 milioni di codici lotteria rilasciati a 4,7 milioni di utenti, gli esercenti che trasmettono i dati della lotteria sono solo il 26,8 per cento del totale (ossia 369.000 su 1.320.000) e che, sebbene la maggior parte della grande distribuzione si sia adeguata alle disposizioni sulla predetta Lotteria, la criticità più rilevante riguarda gli esercenti medio-piccoli che, in assenza di previsioni sanzionatorie, restano inottemperanti all'obbligo legale di trasmettere i dati;

    anche considerando la sospensione del programma Cashback di Stato, per la seconda parte del 2021, sarebbe utile, potenziare la partecipazione alla Lotteria, al fine di portare avanti l'obiettivo di disincentivare l'uso del contante, favorendo i metodi di pagamento elettronici;

    sarebbe inoltre opportuno sviluppare idonee soluzioni tecnologiche, anche tramite l'App IO, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, al fine di integrare il codice di gioco lotteria con le carte di pagamento già registrate della suddetta App,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative volte a prevedere forme di semplificazione e di incentivazione alla partecipazione alla lotteria degli scontrini in particolare attraverso:

    a) l'introduzione di una modalità di estrazione istantanea con premi di importo massimo di 100 euro che permetta all'acquirente di conoscere con immediatezza l'esito della partecipazione alla Lotteria, disciplinando le necessarie modifiche e integrazioni e gli adeguamenti dei sistemi informatici per l'implementazione del nuovo sistema di estrazione e lo sviluppo di un software dedicato, da installare sui registratori di cassa telematici (RT) che invochi in tempo reale l'estrazione;

    b) l'elaborazione delle più idonee soluzioni tecnologiche, anche utilizzando l'applicazione dei servizi pubblici - App IO, in raccordo con gli altri soggetti istituzionali competenti, per integrare il codice di gioco lotteria con una o più carte di pagamento registrate all'interno dell'App IO.
(7-00762) «Fragomeli, Boccia, Buratti, Ciagà, Sani, Topo».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   questi giorni, numerose indiscrezioni di stampa parlano della possibilità che l'Italia ceda ad aziende straniere alcune delle proprie eccellenze industriali nel settore difesa;

   da un incontro tra i Ministri Franco, Guerini e Giorgetti sarebbe emersa la volontà di cedere le aziende Oto Melara e Wass al consorzio franco-tedesco Knds;

   sembrerebbe che i suddetti Ministri avrebbero valutato l'offerta di KND più strutturata rispetto a quella di Fincantieri e maggiormente incentrata sulla «tutela dell'italianità» delle due società;

   i franco-tedeschi avrebbero offerto una somma vicina ai 700 milioni di euro e dovrebbero impiegare le due aziende nello sviluppo di mezzi militari di terra, settore nel quale giova ricordare essere impegnata anche la Iveco;

   per Fincantieri si parla di 450 milioni di euro con un aumento di capitale a carico soprattutto di Cassa depositi e prestiti. Da notizie trapelate, smembrerebbe che le voci di un possibile aumento di capitale abbiano portato il titolo a subire operazioni speculative a Piazza Affari, facendo perdere il 4,8 per cento alla società triestina e spingendola ai minimi da febbraio 2021;

   Oto Melara e Wass sono due marchi storici e due gioielli della nostra Difesa. La prima, con sede a La Spezia, produce sistemi di munizionamento intelligenti, la seconda, con sede a Livorno, produce sistemi di difesa subacquei. Entrambe fanno parte del gruppo Leonardo e rivestono un ruolo importante e vitale anche per i livelli occupazionali e per l'indotto dei territori in cui sorgono; a giudizio dell'interrogante, la cessione della proprietà di società strategiche ad aziende straniere comporta sempre dei rischi connessi alla sicurezza nazionale, sia in termini di efficienza dei sistemi d'arma, sia in termini di perdita del vantaggio competitivo, nonché di importanti e redditizie fette di mercato in un settore ultra-specializzato come quello della difesa;

   appare evidente come, seppur il consorzio franco-tedesco abbia dato rassicurazioni in merito al mantenimento dei 1500 posti di lavoro e in merito all'inserimento delle due aziende in progetti europei, nulla impedirebbe allo stesso di mutare le proprie decisioni in maniera del tutto legittima, trasformando l'operazione industriale in un impoverimento secco della difesa italiana, un vulnus che lo scenario geopolitico globale potrebbe colpire seriamente;

   a giudizio dell'interrogante, la cessione di Oto Melara e Wass a Fincantieri permetterebbe a quest'ultima di predisporre veicoli navali ancora più efficaci ed efficienti di quelli che già egregiamente vengono prodotti, permettendole di fronteggiare l'aggressività industriale della francese Naval Group, di cui lo Stato francese è azionista, in un contesto strategico che vede l'espansione militare cinese nei mari del Sud-Est asiatico e che, quindi, necessiterà di maggiori investimenti in mezzi e tecnologie marine;

   giova ricordare che, solo poche settimane fa, la Francia si è vista sfumare una commessa da parte dell'Australia del valore di 90 miliardi di dollari australiani (56 miliardi di euro) per l'acquisto di sottomarini francesi a favore di imbarcazioni a propulsione nucleare statunitensi;

   la cessione di due eccellenze come Oto Melara e Wass ai francesi e ai tedeschi, oltre a mettere in pericolo la sicurezza nazionale, assume tutti i contorni di un'operazione antieconomica che valorizza, in soli 250 milioni di euro di differenza, le prospettive industriali nel settore della difesa marina –:

   se il Governo intenda esercitare il cosiddetto «golden power», bloccando la cessione delle aziende Oto Melara e Wass al consorzio franco-tedesco Knds;

   cosa intenda fare il Governo affinché vada a buon esito l'operazione di cessione Oto Melara e Wass all'italiana Fincantieri.
(4-10816)


   ALAIMO, PAPIRO, RAFFA, GIARRIZZO, D'ORSO, MARTINCIGLIO e MARZANA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di ottobre la Sicilia è stata interessata da molteplici eventi atmosferici: trombe d'aria, forti temporali, nubifragi che hanno causato esondazioni, allagamenti e diversi danni, soprattutto nella parte orientale della regione;

   in particolare, tra il 28 e il 31 ottobre 2021, la regione è stata colpita da una eccezionale ondata di maltempo con il passaggio del ciclone Apollo che ha causato danni al patrimonio pubblico e privato, interruzione di viabilità comunale, provinciale, statale e autostradale, allagamenti, interruzione di pubblici servizi, cedimenti di opere di protezione di moli e porti, isolamento di frazioni costringendo all'evacuazione di numerose famiglie;

    complessivamente, l'importo dei danni causati dal maltempo in tutto il mese di ottobre è stato stimato in 10 milioni di euro per gli interventi urgenti, in 150 milioni per quelli strutturali e ulteriori 50 milioni di danni all'agricoltura, alle attività produttive e residenziali;

    con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 febbraio 2019 è stato approvato il Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale (cosiddetto ProteggItalia). Il suddetto Piano è strutturato nei seguenti ambiti e misure di intervento: misure di emergenza; misure di prevenzione; misure di manutenzione e ripristino; misure di semplificazione; misure di rafforzamento della governance e organizzative;

    il Piano ha previsto un ammontare di risorse disponibili per il triennio 2019-2021 pari a circa 10,9 miliardi di euro a disposizione di regioni ed enti locali: alla Sicilia sono state attribuite risorse pari a 221.477.754,53 euro;

    l'articolo 2, comma 1, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 febbraio 2019, ha previsto la predisposizione anche di un piano stralcio 2019 con uno stanziamento di 3 miliardi di euro, per opere immediatamente cantierabili ed interventi infrastrutturali immediatamente eseguibili già nel 2019, aventi carattere di urgenza e indifferibilità. Con la delibera del Cipe 24 luglio 2019, n. 35 è stato approvato il piano stralcio 2019 relativo agli interventi immediatamente cantierabili individuati dal Ministero della transizione ecologica, per l'ammontare complessivo di 315,1 milioni di euro;

    con il piano stralcio 2020, approvato dall'ex Ministro Costa, sono stati assegnati altri 262 milioni di euro alle regioni per interventi immediatamente esecutivi e cantierabili in prevenzione del dissesto idrogeologico: alla Sicilia sono stati finanziati interventi per un importo pari a euro 18.531.476,00 euro;

    altresì, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 febbraio 2019, sono stati stanziati contributi pari a euro 11.000.000,00 da destinare come ristoro ai privati e alle attività economiche e produttive per i danni subiti in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici dell'ottobre 2018 che hanno interessato la regione Siciliana;

    ad avviso dell'interrogante, considerato il continuo susseguirsi di eventi atmosferici eccezionali che colpiscono in particolar modo la regione siciliana, risulta necessario verificare se i progetti e gli interventi previsti dai vari piani siano stati attuati e realizzati;

    nonostante le ingenti risorse stanziate dal Governo per la prevenzione del dissesto idrogeologico, si è di fronte ad un'emergenza ambientale e ad una situazione che, negli ultimi anni, tende a ripetersi con costanza –:

    ad oggi, sulla base delle somme assegnate in questi anni alla Sicilia per la messa in sicurezza del territorio, quale sia l'ammontare delle risorse in concreto utilizzato dalla regione siciliana e quali interventi infrastrutturali, lavori di consolidamento, adeguamento e manutenzione di opere già esistenti siano stati realizzati per la salvaguardia e la mitigazione del rischio idrogeologico del territorio siciliano.
(4-10820)


   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 21 ottobre 2021, Byoblu denunciava alcune rivelazione in merito ai contratti di Pfizer con alcuni Paesi come ad esempio Argentina e Brasile, i quali, secondo la denuncia fatta dal Bureau of Investigative Journalism, un'organizzazione senza scopo di lucro per il giornalismo investigativo, avevano confessato l'esistenza di un atteggiamento di «bullismo» da parte della Pfizer nei confronti degli Stati. Secondo le fonti governative dei due Paesi Pfizer avrebbe infatti preteso che alcuni asset pubblici argentini e brasiliani fossero messi come garanzia per il rispetto dei contratti;

   sempre Byoblu informa che una seconda denuncia è arrivata da Public Citizen, un'importante associazione internazionale di consumatori no profit, che ha l'obiettivo di difendere l'interesse pubblico, che ha pubblicato recentemente un report dal titolo «il potere della Pfizer», a firma di Zain Rizvi, esperto farmaceutico con pubblicazioni su riviste importante come The Lancet. Public Citizen ha identificato diversi contratti Pfizer sui vaccini Covid, nei quali la società sembra aver avuto il potere di impedire ai Paesi di donare i loro vaccini COVID-19 ad altri Paesi, modificare unilateralmente i programmi di consegna in caso di carenza e richiedere che i beni pubblici fossero utilizzati come garanzia. Public Citizen riporta diversi Paesi ed istituzioni coinvolte in queste pratiche del tutto scorrette portate avanti dalla Pfizer, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Albania, Brasile, Colombia, Cile, Repubblica Domenicana, Perù e anche l'Unione europea, Oltre a confermare l'esistenza di beni pubblici usati come garanzia da parte degli Stati, ci sarebbe inoltre un'ulteriore clausola svelata da Public Citizen. Qualsiasi controversia che sarebbe sorta tra la Pfizer e gli Stati non sarebbe dovuta essere risolta da una Corte nazionale, in un classico foro pubblico, bensì con un arbitrato privato sotto la giurisdizione di New York;

   l'interrogante aveva già preso atto di quella che giudica una mancanza di trasparenza nei documenti inerenti a Pfizer, quando con l'interrogazione n. 4-08162, si è occupata dell'attacco hacker al sistema informativo dell'Ema da cui erano emerse problematiche alla valutazione dei rischi/benefici del vaccino anti-COVID-19;

   il contratto siglato dalla Commissione europea e Pfizer, presenta, inoltre, una clausola di salvaguardia per l'azienda farmaceutica in merito ai danni a terzi per colpa del vaccino. Infatti «Stando ai termini pattuiti, tutta la responsabilità spetta alla Commissione Ue e agli Stati membri. Pfizer se ne farà carico solo nel caso in cui si possa registrare un errore nella produzione del siero, altrimenti decade qualsiasi ipotesi di risarcimento»;

   la Commissione europea ha reso pubblici i contratti con Pfizer, a seguito di diverse interrogazioni europee, tra cui la n. E-000419/2021, ma i documenti pubblicati presentano degli stralci importanti nei punti di maggiore interesse. Questo contratto pare garantire la fornitura di 1,8 miliardi di dosi per il 2021-2023 –:

   di quali informazioni disponga il Governo in merito a quanto espresso in premessa, con particolare riguardo a possibili clausole vessatorie nei contratti di Pfizer;

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per il riconoscimento di un indennizzo nei confronti di coloro i quali, obbligati direttamente dalla legge a sottoporsi alla vaccinazione per continuare a esercitare la professione o fortemente influenzati a vaccinarsi in via indiretta mediante l'introduzione del Green Pass per lo svolgimento delle normali libertà civili, hanno subito danni dalla somministrazione del vaccino;

   se il Governo intenda adottare iniziative normative per prevedere meccanismi automatici semplificati per indennizzare coloro i quali hanno segnalato la reazione avversa al vaccino Pfizer e hanno subito un danno da essa.
(4-10822)


   SANDRA SAVINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   Oto Melara, confluita nel 2016 nella Divisione Sistemi di Difesa, e successivamente – insieme alla livornese Wass, Whitehead Alenia Sistemi Subacquei – nella Divisione Electronics di Leonardo S.p.a., è una delle maggiori aziende italiane nel settore difesa con la sua produzione di armi e veicoli militari;

   Oto Melara e Wass hanno importanti stabilimenti produttivi a La Spezia, Brescia, Livorno, Pozzuoli e Taranto, con oltre 1.400 dipendenti;

   negli ultimi mesi si sono intensificate le indiscrezioni secondo cui Leonardo S.p.a. – controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze – sarebbe intenzionata a cedere l'intera divisione Electronics;

   interessate all'acquisto sarebbero Fincantieri S.p.a., controllata da Cassa depositi e prestiti, la tedesca Rheinmetall il gruppo franco-tedesco Knds;

   la questione solleva preoccupazioni per l'ipotesi che la proprietà di aziende strategiche come Oto Melara e Wass finisca in mano a gruppi stranieri e ci siano ridimensionamenti dell'occupazione;

   l'interessamento ad Oto Melara e Wass da parte di gruppi di origine europea, esclude a priori l'utilizzo dello strumento del golden power, ma in passato, quando ci sono state aziende italiane interessate all'acquisto di realtà comunitarie, l'intervento dei Governi nazionali non è mancato; basti pensare al caso STX-Fincantieri –:

   se e come il Governo sia intenzionato ad intervenire affinché l'italianità di realtà strategiche nel settore della difesa venga tutelata.
(4-10824)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta orale:


   TERZONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   le modifiche apportate in sede di conversione al decreto-legge n. 121 del 2021 (cosiddetto decreto-legge Infrastrutture), recentemente approvato dal Parlamento, in particolare dal comma 2-sexies al comma 2-undecies hanno cambiato profondamente le funzioni di Anas, che manterrà la gestione delle sole strade statali, prevedendo, per le concessioni, la nascita di un nuovo soggetto;

   Anas, nell'ultimo decennio, ha gestito contratti e concessioni in diversi Paesi extracomunitari come Libia, Colombia, Russia, Georgia, Algeria, Argentina, India;

   alcune inchieste della magistratura, anche recentemente, nonché interrogazioni parlamentari, circa il coinvolgimento nelle operazioni in Colombia della controllata di Anas, Anas International Spa, hanno sollevato dubbi ed evidenziato criticità circa la gestione di questi contratti e delle stesse società partecipate dall'Anas per svolgere le attività all'estero; vi sono inoltre altre inchieste che coinvolgono il Qatar e l'India;

   Anas gestisce, tra queste, tramite la propria controllata Anas International Enterprise Spa (Aie) e ulteriori società, come Aie Rus, concessioni all'estero, segnatamente in Russia (a valle di un Memorandum of Understanding governativo tra i due Paesi), per un totale di chilometri di strade addirittura superiore all'intero ammontare chilometrico gestito in Italia tramite partecipate;

   Anas ed Aie avevano da tempo messo a punto un progetto di scissione parziale e liquidazione che è già stato più volte aggiornato su indicazione di Ferrovie dello stato Italiane;

   tale progetto, messo in atto per motivi non facilmente individuabili, di conseguenza, porta di fatto la società ad agire senza le opportune indicazioni di funzionamento, tanto dal ritenersi altamente probabile che si potrebbe arrivare ad una situazione economico-finanziaria tale dal rendere la stessa scissione non più attuale;

   questa situazione, se non gestita adeguatamente, potrebbe portare ad una situazione di confusione, con possibili perdite economiche ai danni dello Stato e l'instaurarsi di gravosi contenziosi oltre che al possibile danno d'immagine per il nostro Paese a livello internazionale –:

   a quali Paesi facciano riferimento le concessioni di cui in premessa, visto che la normativa parla esclusivamente di concessioni nazionali che andranno a confluire in una new-co sotto il diretto controllo del Ministero dell'economia e delle finanze, mentre l'attuale Anas resterebbe sotto il controllo di Ferrovie dello Stato Italiane;

   in considerazione dell'esercizio dei doveri di vigilanza, quale sia la posizione dei Ministri interrogati sul progetto di scissione parziale e liquidazione, portato avanti su indicazione di Ferrovie dello Stato Italiane, in virtù delle criticità avvenute in questi anni e tenendo anche conto delle relazioni internazionali alla base di tali contratti.
(3-02649)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   l'articolo 5, comma 4, della legge n. 120 del 2010 ha autorizzato la pubblicità luminosa per conto terzi sui veicoli sui veicoli appartenenti alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), alle associazioni di volontariato e alle associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dando mandato al Governo di modificare, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della predetta legge, l'articolo 57 del regolamento attuativo del codice della strada;

   l'attuazione della disposizione sopracitata non è mai avvenuta, ma ciò nonostante, per circa un decennio, la circolazione dei veicoli con pubblicità per conto terzi è stata di fatto tollerata, almeno fino all'emanazione di una circolare del Dipartimento della pubblica sicurezza, servizio Polizia stradale, del Ministero dell'interno, del 3 febbraio 2020, che ha recato un'interpretazione maggiormente restrittiva della normativa vigente;

   la prima firmataria del presente atto in data 21 febbraio 2020, con l'interpellanza urgente n. 2-00648, ha posto all'attenzione del Governo pro tempore il fatto che il nuovo regime ha prodotto una situazione di grave difficoltà nel settore del volontariato e delle Onlus impedendo di fatto a moltissimi soggetti operanti nel settore di utilizzare i mezzi di trasporto, concessi in comodato d'uso gratuito, corredati di pubblicità per conto terzi a titolo gratuito, per il trasporto dei propri associati o assistiti, con conseguente disagio per le persone con disabilità che usufruivano di tale servizio, non essendo gran parte dei soggetti di volontariato capaci di far fronte autonomamente all'acquisto e alla manutenzione di veicoli adatti alla propria attività, né di dotarsi di mezzi a titolo oneroso, al di fuori della formula del comodato gratuito;

   nel dare risposta all'atto di sindacato ispettivo sopracitato, il rappresentante del Governo pro tempore dichiarò di condividere totalmente le preoccupazioni sulla situazione rappresentata e ribadì l'impegno del Governo pro tempore a procedere alla piena attuazione dell'articolo 5, comma 4, della legge n. 120 del 2010;

   il 4 giugno 2020 il gruppo Forza Italia ha presentato la risoluzione n. 7-00494 che impegnava il Governo pro tempore a dare piena attuazione alla norma citata e che è stata approvata con voto unanime della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati nella seduta del 29 settembre 2020;

   anche in tale occasione il rappresentante del Governo pro tempore, oltre ad aver espresso parere favorevole, ringraziò i presentatori dall'atto di indirizzo, rammaricandosi del fatto che la norma in questione non fosse ancora stata attuata ad un decennio di distanza;

   l'ordine del giorno n. 9/3072/020, presentato a firma di tutti i gruppi parlamentari e approvato con voto unanime della Camera dei deputati nella seduta del 12 maggio 2021, alla lettera o) del dispositivo recava l'impegno al Governo a consentire in via transitoria la pubblicità non luminosa per conto di terzi anche sui veicoli appartenenti alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), alle associazioni di volontariato e alle associazioni sportive dilettantistiche, in conformità alla risoluzione 7-00494 approvata all'unanimità dalla IX Commissione il 29 settembre 2020;

   in occasione dell'esame parlamentare dell'atto Camera 3278, la prima firmataria del presente atto ha presentato la proposta emendativa 1.141 con la quale, nelle more dell'attuazione dell'articolo 5, comma 4, della legge n. 120 del 2010, si intendeva consentire a veicoli di Onlus, associazioni di volontariato e associazioni sportive dilettantistiche di esporre pubblicità luminosa per conto terzi;

   il Governo ha espresso un invito al ritiro sulla proposta emendativa, a quanto risulta agli interpellanti, sostenendo, sulla base di un parere formulato dall'Agenzia delle entrate, che la norma avrebbe prodotto nuovi oneri per le finanze pubbliche, affermando inoltre che la stessa attuazione della citata norma della legge n. 120 del 2010 avrebbe generato nuovi oneri finanziari;

   a giudizio degli interpellanti desta perplessità la tesi della presunta onerosità, anche e soprattutto alla luce del fatto che per circa dieci anni, fino al 3 febbraio 2020, è stato consentito de facto l'esposizione di pubblicità non luminosa per conto terzi ai veicoli più volte citati –:

   se l'attuazione dell'articolo 5, comma 4, della legge n. 120 del 2010 produca maggiori oneri per la finanza pubblica e se il Governo intenda fornire una quantificazione dell'eventuale onere finanziario, al fine di consentire la possibilità di un'iniziativa normativa che, recando le necessarie coperture finanziarie, possa finalmente risolvere le criticità esposte in premessa e dare attuazione ad atti di indirizzo approvati unanimemente alla Camera dei deputati.
(2-01381) «Versace, D'Attis, Rosso, Baldelli, Caon, Pentangelo, Siracusano, Sozzani, Bagnasco, Novelli».

Interrogazione a risposta orale:


   GIACHETTI, ANNIBALI e VITIELLO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   tra il 26 e il 27 novembre 2019 venivano effettuate, da centinaia di agenti della Guardia di finanza, oltre cinquanta perquisizioni in circa venti città nell'ambito dell'inchiesta disposta dalla procura di Firenze sulla Fondazione Open, che ipotizza essere «estensione di un partito» all'interno della quale venivano violate leggi sul finanziamento alle forze politiche;

   venivano perquisite, all'alba, abitazioni private e uffici di persone fisiche e giuridiche – la maggior parte dei quali al momento e ancora oggi non indagati – a cui venivano sequestrati cellulari, pc, carte, documenti personali, allo scopo di dimostrare il finanziamento illecito nei confronti della Fondazione Open per sovvenzionare iniziative politiche ed in particolare la Leopolda, appuntamento annuale a Firenze;

   per le perquisizioni venivano utilizzati circa 300 agenti della Guardia di finanza, un dispiego di forze, ad avviso degli interroganti, sproporzionato rispetto alle operazioni da effettuare, la maggior parte delle quali verificabili anche tramite ordine di esibizione. Privati cittadini che, nel rispetto della normativa vigente, in seguito all'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, hanno contribuito, tramite operazioni bancarie tracciate e trasparenti, con risorse proprie, al finanziamento di iniziative in capo ad una Fondazione regolarmente registrata;

   il 15 settembre 2020 la Corte di cassazione ha accolto il ricorso presentato da Marco Carrai, annullando la sentenza del tribunale del riesame e considerando illegittimo il sequestro di documenti e pc. È stato dichiarato illegittimo anche il sequestro del materiale disposto all'imprenditore Davide Serra, il quale non risulta indagato;

   nell'ambito delle perquisizioni di cui sopra, che sono state oggetto, come detto, di specifiche pronunce della Corte di Cassazione circa l'irregolarità e l'illegittimità dei sequestri ad esse riferibili, sono state impiegate centinaia di unità delle forze dell'ordine con un impiego di risorse pubbliche di cui al momento – nonostante in due precedenti interpellanze, ultima delle quali l'interpellanza urgente n. 2-01359 svolta il 12 novembre 2021, gli interpellanti abbiano chiesto, anche nel corso dell'esposizione in Aula, di conoscere il complesso delle risorse impiegate – non è emerso con chiarezza l'ammontare specifico dei costi –:

   quante siano state le unità delle forze dell'ordine impiegate nelle operazioni citate ed a quanto ammontino complessivamente i costi ad esse riferibili.
(3-02648)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   COVOLO e PAOLIN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i rapporti con il Parlamento. — Per sapere – premesso che:

   con precedente atto di sindacato ispettivo n. 5-07015 gli interroganti chiedevano al Ministro interrogato l'andamento dell'attività di erogazione in favore dei risparmiatori che hanno subito un pregiudizio ingiusto da parte di banche e controllate con sede legale in Italia, poste in liquidazione coatta amministrativa, dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018;

   il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze delegato a rispondere alla suddetta interrogazione, ha quindi riferito che la Commissione tecnica del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) – con dati aggiornati al 15 novembre 2021 – ha definito 114.406 istanze, per un importo complessivo pari a circa 701 milioni di euro, rispetto alle quali i pagamenti eseguiti sono 122.496, per un totale di oltre 546 milioni di euro; inoltre, in merito alla procedura di esame e di approvazione delle suddette, le posizioni ad oggi liquidate sono riconducibili ai risparmiatori che hanno avuto accesso alla procedura di indennizzo forfettario con un reddito inferiore a euro 35.000 o un patrimonio mobiliare minore di 100.000 euro;

   il Ministro per i rapporti con il Parlamento, al termine dell'incontro tra le associazioni dei risparmiatori avvenuto a Curtarolo (Padova), ha inoltre comunicato i dati riguardanti la regione Veneto: «a fine di ottobre 2021, l'importo pagato è di 304.178.201 euro, per 41937 risparmiatori e 42687 domande. Per quanto riguarda le singole province, quella di Belluno ha ricevuto 3.739.295 euro, per 851 risparmiatori; quella di Padova 26.433.680 euro, per 4020 risparmiatori; quella di Rovigo 3.321.552 euro, per 1010 risparmiatori; quella di Treviso 112.351.817 euro, per 14567 risparmiatori; quella di Venezia 18.056.984 euro, per 2990 risparmiatori; quella di Verona 13.424.586 euro, per 2451 risparmiatori e la provincia di Vicenza 126.850.288 euro, per 16048 risparmiatori» (si veda al proposito: Gazzettino.it del 21 novembre 2021);

   nella stessa occasione, il Ministro ha infine affermato che «ci sarà l'impegno affinché eventuali eccedenze del Fondo siano ridistribuite tra i risparmiatori rientranti nel FIR» –:

   a quanto ammonti, ad oggi, il saldo contabile del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) e se, in considerazione delle dichiarazioni espresse dal Ministro per i rapporti con il Parlamento circa l'eventuale redistribuzione delle eccedenze, sia confermata una concreta e fattibile iniziativa in tal senso.
(5-07156)


   ANGIOLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 5, commi da 1 a 9, del decreto-legge n. 41 del 2021 ha previsto che, in considerazione dei gravi effetti derivanti dall'emergenza epidemiologica da COVID-19, per tutti coloro che abbiano subìto una riduzione maggiore del 30 per cento del volume d'affari dell'anno 2020 rispetto al volume d'affari dell'anno precedente, come risultante dalle dichiarazioni annuali dell'imposta sul valore aggiunto presentate entro il 30 aprile 2021, possono essere definite le somme dovute a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni, richieste con le comunicazioni previste dagli articoli 36-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 e 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, relative al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2017 (elaborate entro il 31 dicembre 2020) ed al 31 dicembre 2018 (elaborate entro il 31 dicembre 2021). La definizione, quale aiuto di Stato, può essere fruita nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dalla Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020)1863 final «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19», e successive modificazioni;

   nonostante l'articolo 5 del cosiddetto decreto-legge Sostegni risulti disporre una procedura automatica, avendo l'Amministrazione Finanziaria l'onere di inviare al contribuente la proposta di definizione con l'indicazione dell'importo ridotto da versare, determinato al netto di sanzioni e delle ulteriori somme aggiuntive, il successivo provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate del 18 ottobre 2021 ha introdotto un adempimento a carico del contribuente. Secondo la disposizione attuativa, per il perfezionamento e, di conseguenza, l'efficacia della definizione, non è sufficiente il pagamento delle imposte, dei relativi interessi e degli eventuali contributi previdenziali, ma è necessario presentare l'autodichiarazione prevista dall'articolo 1, commi 14 e 15, del decreto-legge n. 41 del 2021;

   l'autodichiarazione, mediante la quale si attesta l'esistenza delle condizioni previste dalle Sezioni 3.1 e 3.12 del «Temporary Framework for State aid measures to support the economy in the current COVID-19 outbreak – COM 2020/C91I/01», era stata estesa alla definizione in commento in sede di conversione del decreto-legge Sostegni. L'impianto normativo, tuttavia, non condizionava l'efficacia delle misure agevolative espressamente elencate alla presentazione dell'autodichiarazione. In questo senso, l'Amministrazione Finanziaria ha trasformato un requisito, comunque necessario, in un adempimento a pena di inefficacia non previsto dalla normativa;

   inoltre, il provvedimento citato non indica le modalità mediante le quali il contribuente che intenda accettare la proposta di definizione possa assolvere all'onere dichiarativo introdotto; il provvedimento si limita a disporre che l'autodichiarazione vada presentata entro il 31 dicembre 2021 ovvero, se il pagamento delle somme dovute o della prima rata è effettuata dopo il 30 novembre 2021, entro la fine del mese successivo a quello in cui è effettuato il pagamento;

   in tale contesto, è necessario considerare che l'articolo 1, comma 16, del decreto-legge Sostegni prevede, a proposito dell'autodichiarazione richiamata dal provvedimento, che con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato – città ed autonomie locali, fossero stabilite le modalità di attuazione dei commi da 13 a 15 ai fini della verifica;

   tale decreto non è stato ancora attuato –:

   quando intenda adottare il decreto attuativo sopra citato, e, nell'attesa di tale decreto, se intenda chiarire se i contribuenti debbano presentare l'autodichiarazione ai fini del perfezionamento e dell'efficacia della definizione agevolata delle somme dovute a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni.
(5-07157)


   VALLASCAS. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   numerosi organi di stampa hanno riportato la notizia secondo la quale Eni e Intesa Sanpaolo sono entrati nel capitale sociale di BF Spa, il gruppo quotato in borsa che controlla la società agricola Bonifiche Ferraresi, la Società italiana sementi, il marchio Le Stagioni d'Italia e Ibf Servizi;

   l'ingresso nel capitale di BF Spa da parte di Eni e Intesa Sanpaolo sarebbe avvenuto «attraverso un aumento di capitale riservato, al termine del quale le due società deterranno ognuna il 3,32 per cento del capitale sociale di Bf»;

   in base all'accordo sottoscritto, sarà sviluppata una «equity joint-venture paritetica tra Eni e Bf che avrà come oggetto progetti di ricerca e sperimentazione agricola di sementi per biocarburanti destinati alle bioraffinerie del colosso petrolifero»;

   l'operazione comprende anche l'acquisto da parte di Eni di una partecipazione di minoranza nel capitale sociale della società operativa Bonifiche Ferraresi, pari al 5 per cento del capitale sociale, «a fronte di un pagamento di un corrispettivo pari a 20 milioni di euro»;

   la sperimentazione sui semi destinati ai biocarburanti sarà fatta nella sede della società agricola Bonifiche Ferraresi in Sardegna, mentre altri progetti sarebbero in programma in Ghana e in Congo, Paesi nei quali la società agricola ha avviato da tempo collaborazioni con l'Eni;

   in un comunicato, l'Eni ribadisce che «L'individuazione delle specie vegetali più idonee seguirà i criteri di sostenibilità definiti nella Direttiva Europea sui biocarburanti, promuovendo la coltivazione sostenibile, proteggendo i suoli e non sottraendo terreni destinabili alla produzione di prodotti destinati all'alimentazione, favorendo quindi lo sviluppo economico sostenibile di terreni marginali in Italia e all'estero»;

   è il caso di sottolineare che la società Bonifiche Ferraresi è la più grande azienda agricola italiana, con una superficie di 7.750 ettari e svolge attività di primo piano nella ricerca, nella tutela, nella produzione e nella commercializzazione di una molteplicità di prodotti convenzionali, biologici e officinali;

   seppure nel suo comunicato l'Eni abbia sottolineato l'intenzione di operare evitando di sottrarre terreni alla produzione agricola e di promuovere l'uso terreni marginali, permane la preoccupazione che la joint-venture siglata tra i due gruppi possa costituire un elemento di minaccia per le produzioni agricole, in una fase di forte contrazione delle coltivazioni e di carenza di sementi e di prodotti dell'agricoltura;

   a questo proposito, è il caso di segnalare che nel corso dell'Open Forum sull'Agricoltura Sostenibile, svoltosi a Firenze nel mese di settembre 2021, è emerso che, in una sola generazione, l'Italia avrebbe perso più di un terreno agricolo su quattro. Oggi, resterebbero appena 12,8 milioni di ettari coltivabili, mentre, nel corso dell'ultimo decennio, oltre 400 milioni di chili di prodotti agricoli sarebbero andati persi;

   si tratta di una tendenza mondiale che ha determinato «il caro prezzi delle materie prime agricole a livello internazionale con rincari del 32 per cento sul 2020, secondo l'ultimo indice della Fao ad agosto. A tirare la volata sono i cereali, con una crescita del 44 per cento»;

   in questo contesto, sarebbe opportuno, non solo vigilare per scongiurare una sottrazione di terreni all'agricoltura, ma anche valutare, per queste attività di sperimentazione, la fattibilità di utilizzare terreni ex industriali dismessi da Eni –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare, anche di natura normativa, per evitare che dall'accordo tra Eni e Bonifiche Ferraresi possa derivare una sottrazione di terreni fertili all'agricoltura;

   se non ritenga opportuno assumere iniziative di competenza, anche di natura normativa, volte a promuovere una riconversione dei terreni ex industriali dismessi da Eni al fine di impiegarli nelle attività di sperimentazione di nuove sementi per la produzione di biocarburanti.
(5-07159)

Interrogazione a risposta scritta:


   PLANGGER. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   le commissioni tributarie di Bolzano vedono da tempo una importante carenza di personale amministrativo sia della IIa sia nella IIIa area, la situazione diventerà presto critica a causa dei programmati pensionamenti per il prossimo anno;

   a Bolzano, allo stato attuale, rispetto ad un organico previsto di 13 unità per entrambe le commissioni, sono in servizio 10 unità, di cui 6 nella 3a area, 4 nella 2a e 1a area. Di questi, 3 andranno in pensione entro giugno 2022, uno entro luglio del 2023. Resterebbero in servizio a fine 2023 solo 6 unità, di età avanzata, suddivise a metà nelle due commissioni;

   in questa situazione, di grave carenza di personale, (3 unità per la commissione tributaria) non è possibile garantire un livello minimo di servizio, con gravi disfunzioni nelle attività istituzionali che non possono non avere delle ripercussioni sul buon funzionamento della giustizia tributaria in provincia di Bolzano;

   si rischia, concretamente, di non poter garantire i diritti dei cittadini e del mondo economico – imprese e professioni – al pari del funzionamento degli altri settori del sistema giudiziario, questione ora al centro dell'attenzione delle azioni di Governo anche in riferimento al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

   già oggi, con solo tre funzionari per commissione tributaria, risulta impossibile garantire tutti gli adempimenti formali previsti dal processo tributario – supporto nella fissazione delle udienze, convocazioni delle parti, notifiche sentenze, adempimenti previsti dal processo telematico tributario per il quale il corretto, tempestivo aggiornamento dei fascicoli e delle procedure è di fondamentale importanza – nonché fornire la consueta assistenza ai magistrati durante le udienze;

   va poi garantito il corretto funzionamento del front office, con l'assistenza diretta all'utenza soprattutto dei professionisti, con connessa assistenza telefonica, del servizio di protocollo e altre attività;

   da anni si segnala questa precaria situazione agli organi competenti – Commissariato del Governo per la provincia di Bolzano – per sollecitare bandi di concorso da espletarsi a livello locale, con riserva dei posti banditi;

   diversi sono i solleciti in tal senso ma finora nessuna risposta è stata data dagli uffici del Commissariato del Governo per la provincia di Bolzano che è l'unico organo competente per gestire i concorsi pubblici ed eventuali bandi di mobilità a livello locale per i singoli Ministeri, come previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 752 del 1976, che è norma di attuazione dello statuto di autonomia approvato con legge costituzionale;

   risulta invece che a livello nazionale siano stati banditi diversi concorsi pubblici, senza riservare alcuna unità alle Commissioni Tributarie di Bolzano –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa, e se non ritengano urgentemente di adottare tutte le iniziative di competenza affinché si possa provvedere a destinare le risorse umane necessarie, e in tempo utile, per il regolare funzionamento delle commissioni tributarie della provincia di Bolzano, anche nel rispetto delle norme costituzionali e delle relative norme di attuazione.
(4-10825)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   MORRONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in data 19 novembre 2021, notizie di stampa, riportano l'ennesimo episodio di violenza avvenuto da parte di un detenuto ai danni della Polizia penitenziaria, tanto che si tratta ormai di un inaccettabile ed incontrollato fenomeno;

   ad un agente di polizia penitenziaria, nel Reparto Tevere dell'istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, un detenuto ha sbattuto con violenza sul viso lo spioncino della porta della cella. Il recluso pretendeva di andare in infermeria senza motivazione e fomentava anche le proteste della restante popolazione detenuta nella sezione;

   l'agente della Polizia penitenziaria è stato poi trasportato all'ospedale in ambulanza a causa delle ferite riportate;

   le aggressioni di detenuti al personale penitenziario, i sequestri di agenti e gli atti di violenza nelle carceri si sono triplicati;

   gli agenti sono diventati il bersaglio preferito non solo di singoli violenti ma anche di bande della criminalità che, approfittando del clima di delegittimazione del personale, hanno ripreso vigore per imporre il proprio controllo sfruttando una situazione di tacita assenza dello Stato;

   il sistema penitenziario del regime aperto applicato nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere non funziona e a pagarne le spese è il Corpo della polizia penitenziaria, quotidianamente abbandonato al proprio destino e sottoposto a turni intollerabili, vista anche la cronica mancanza di personale –:

   quali iniziative ormai indifferibili ed urgenti il Ministro interrogato intenda adottare in merito a queste aggressioni, ormai giornaliere, che non sono più sopportabili e gestibili da parte del personale della polizia penitenziaria.
(4-10818)


   MANTOVANI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo l'ultimo report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale, ad oggi sono 103 le donne uccise nel 2021 a fronte delle 100 assassinate nello stesso periodo dello scorso anno;

   delle 103 donne uccise nel 2021, 87 sono state assassinate in ambito familiare-affettivo, 60 di loro per mano del partner o ex partner con un aumento del 2 per cento rispetto allo scorso anno;

   sono circa il 40 per cento di tutti gli omicidi commessi nel Paese, che hanno toccato quota 252 contro i 256 del 2020. Dunque, nel 2021, sono in aumento del 3 per cento;

   il braccialetto elettronico è quel dispositivo che, applicato a una persona, consente alle autorità di monitorarne gli spostamenti, garantendo così il rispetto delle misure restrittive;

   in data 25 agosto 2021 il sito del quotidiano «Il Dubbio» ha riportato la lamentela di alcuni addetti ai lavori, avvocati e magistrati che si occupano di violenze di domestiche e di genere: «Il numero dei braccialetti elettronici è attualmente insoddisfacente per far fronte alle normali esigenze»;

   l'articolo 15, comma 2, della legge 19 luglio, n. 69 va a modificare l'articolo 282-ter del codice di procedura penale il quale norma le disposizioni relative al «divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa» –:

   se il Ministro interrogato abbia contezza del numero di «braccialetti elettronici» a disposizione e se questi siano sufficienti per rispondere alle esigenze del sistema giudiziario, al fine rendere effettiva l'applicazione della disposizione di cui all'articolo 15, comma 2, della legge 19 luglio 2019, n. 69, recante «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere».
(4-10823)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BALDELLI, PENTANGELO, ROSSO e SOZZANI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'interrogante, nel corso della XVII legislatura, è stato il Primo a portare all'attenzione del Parlamento, con la presentazione dell'atto di sindacato ispettivo 4-18429, il noto caso della quantità eccezionale di sanzioni accertate elettronicamente in seguito alla riattivazione della corsia preferenziale di via del Portonaccio, nella città di Roma;

   sulla vicenda la Corte di Cassazione si è recentemente pronunciata a favore della regolarità della segnaletica predisposta, respingendo i ricorsi inoltrati;

   l'elevazione di oltre 300.000 sanzioni, rilevate elettronicamente, che hanno coinvolto circa 20.000 automobilisti, in un periodo temporale limitato, dal 2 maggio al 15 settembre 2017, evidenzia una criticità che impone una riflessione sulla normativa vigente in materia di segnaletica stradale –:

   se il Governo, al fine di tutelare i conducenti di autoveicoli e motoveicoli da infrazioni involontarie al codice della strada ed evitare il ripetersi di contenziosi come quelli oggetto dell'interrogazione citata in premessa, intenda adottare iniziative normative volte a prevedere misure di segnalazione straordinaria temporanea nei casi in cui, specie in presenza di rilevatori elettronici, vengano modificati in senso restrittivo i criteri di accessibilità e percorrenza di corsie preferenziali o in altro modo limitate, in particolare su strade caratterizzate da elevati volumi di traffico.
(5-07158)


   GARIGLIO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono state individuate risorse per 3.600 milioni di euro da destinarsi, nell'ambito della misura M2C2 - 4.2, ai sistemi di trasporto rapido di massa;

   tali risorse sono destinate per 1.400 milioni di euro ad interventi già finanziati a legislazione vigente e per 2.200 milioni di euro a nuovi interventi nel settore;

   per l'individuazione degli interventi di cui trattasi, il dipartimento per la mobilità sostenibile – direzione generale per il trasporto pubblico locale e regionale e la mobilità pubblica sostenibile – del Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibili ha condotto una attività istruttoria congiunta con la struttura tecnica di missione, espletata in linea con gli obiettivi della misura e le tempistiche previste dal Piano;

   per quanto riguarda i nuovi interventi, gli stessi sono stati individuati prioritariamente nell'ambito delle istanze presentate dagli enti locali entro il 15 gennaio 2021 ai sensi dell'«Avviso n. 2 per la presentazione di istanze per accesso alle risorse destinate al Trasporto Rapido di Massa ad Impianti Fissi»;

   a seguito di tale attività, è stato definito il piano di riparto delle risorse afferenti i nuovi interventi;

   tra tali interventi rientra il progetto di cabinovia metropolitana Trieste-Porto vecchio-Carso che destina al comune di Trieste 48.768.102,54 milioni di euro a valere sui Fondi del Pnrr per la realizzazione dell'opera con una previsione di fine lavori fissata al 30 settembre 2024;

   dal fascicolo dell'opera si legge, tra le altre cose, che «la cabinovia è in grado di portare l'utente in pochi minuti nel pieno centro cittadino con un percorso strategico e che il quadro economico relativo all'esercizio della cabinovia è ampiamente positivo, pur assumendo ipotesi molto cautelative»;

   tuttavia, ci sono una serie di problemi tecnici evidenziati anche nel progetto. Il più noto è quello della Bora. Lo stesso progetto presentato dal comune prevede, infatti, la chiusura dell'impianto per circa 30 giorni l'anno;

   inoltre, in tale «fascicolo intervento», a quanto consta all'interrogante manca l'allegato della sostenibilità di gestione, che è il dato più significativo, e la relazione esplicativa di costi e proventi derivanti. Si tratta di elementi fondamentali per avere un quadro completo dell'opera e della sua sostenibilità dal punto di vista finanziario, considerato anche il rilevante impatto che l'opera avrà sull'ambiente;

   le risorse stanziate per tale progetto sono destinate, in generale, al piano della mobilità e non esisterebbe alcuna difficoltà nel dirottarle eventualmente verso un progetto diverso se il comune decidesse di elaborarne a breve uno nuovo –:

   quali siano i dati relativi alla sostenibilità di gestione dell'opera di cui in premessa e se intenda fornire chiarimenti in merito ai costi e ai proventi derivanti dalla stessa.
(5-07160)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   in data 12 ottobre 2021 Rfi (Rete ferroviaria italiana) ha inviato alla Commissione nazionale per il dibattito pubblico il progetto di fattibilità tecnica ed economica (Pfte) della circonvallazione ferroviaria di Trento, terzo lotto funzionale della Tav/Tac del Brennero;

   nei confronti di quest'opera si sono espressi associazioni, gruppi di cittadini e tre circoscrizioni che hanno evidenziato aspetti critici e chiesto modifiche sostanziali al progetto;

   la stessa Corte dei conti europea ha espresso perplessità sull'opera e sulla sua efficacia, perché i tre Stati membri (Italia, Austria e Germania) non hanno avviato appropriate e coordinate politiche economiche ed ambientali e non è stata fatta alcuna analisi dei costi/benefici di ogni singola tratta;

   il progetto di fattibilità tecnica ed economica presentato prevede la realizzazione sotto monte Marzola di una galleria di circa 10,8 chilometri e due trincee di accesso per ulteriori 2,5 chilometri complessivi. L'accesso nord, all'ex scalo Filzi, sarà realizzato a poche centinaia di metri dal Castello del Buonconsiglio e dal centro storico cittadino, in un'area densamente popolata ed antropizzata;

   il cantiere sarà lungo 20 chilometri, causerà espropri per 51 ettari di territorio, comprendente trenta aree agricole primarie attualmente coltivate, e la demolizione di interi edifici attualmente abitati. Graverà sulla città con un ritmo di 600 viaggi giornalieri di Tir per il trasporto del materiale scavato in discarica e per il rifornimento al cantiere di materiale di costruzione;

   è previsto che la nuova circonvallazione transiti nelle aree inquinate di Trento Nord (Sin Sloi e Carbochimica), ferme da decenni per la mancanza di soluzioni sicure per la loro bonifica e nel progetto non si ravvisa ad avviso degli interroganti, la necessaria attenzione né per la protezione dei lavoratori che in quelle aree opereranno e dei cittadini che abitano in zona, né nei confronti di un'appropriata modalità di scavo e conferimento in discariche speciali del materiale, inquinato da piombo tetraetile e da idrocarburi;

   sulle aree inquinate saranno depositati i materiali di scavo del tratto nord della galleria, più di un milione di metri cubi, sopra un «capping» assolutamente insufficiente di 30 centimetri;

   nel Pfte non sono inserite le modalità di disinquinamento delle aree interessate al transito della circonvallazione, né delle rogge con cui questa interferirà, sulle quali è in corso un primo lotto di bonifica del Sin;

   Rfi ha presentato analisi idrogeologiche che appaiono insufficienti (solo 3 carotaggi) per valutare la situazione della montagna sotto cui è prevista la realizzazione delle due gallerie e dei cunicoli di sicurezza e collegamento;

   i tempi necessari alla realizzazione della circonvallazione di Trento potrebbero non rispettare il limite di fine lavori del giugno 2026, come previsto per le opere inserite nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con la conseguenza che la realizzazione di quest'opera possa sforare i tempi previsti mettendo a rischio il finanziamento;

   i costi dell'opera sembrano nettamente sottostimati se paragonati alla spesa affrontata per la galleria del Brennero –:

   se sia a conoscenza delle grandi criticità evidenziate in relazione al Pfte proposto da Rfi per la circonvallazione Ac/Av di Trento;

   quali iniziative di competenza intenda adottare in relazione a quella che l'interrogante giudica una pericolosa minimizzazione che Rfi opera nel Pfte in merito alle problematiche ambientali e sanitarie connesse alla bonifica del Sin Sloi e Carbochimica a Trento;

   se non si intendano verificare costi e benefici dell'opera in questione prima di avviare un intervento tanto marginale rispetto all'economia dell'intera tratta quanto di pesantissimo impatto sulla città di Trento;

   se non intenda valutare la possibilità di adottare le iniziative di competenza affinché Rfi proceda alla revisione del progetto, ad avviso dell'interrogante, suscettibile di danni, ritardi e aumenti dei costi tali da rendere dubbio il finanziamento, elaborando soluzioni alternative più attente ai problemi idro-geologici e ambientali.
(4-10817)


   PAITA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   61 mila ponti su 1.900 presenti sull'intero nazionale presentano «altissimi rischi strutturali», mentre 18 mila viadotti presentano criticità e necessitano di manutenzione. Lo ha rilevato uno studio del Politecnico di Milano e presentato in un recente Convegno tenutosi nel capoluogo ligure;

   secondo il medesimo studio, più del 50 per cento dei ponti italiani, sia sulle reti autostradali che sulle vie di collegamento hanno, inoltre, un'età superiore al mezzo secolo contro una media dei Paesi del G7, che, al contrario, si attesta sulla metà degli anni;

   nel corso del convengo dal titolo «Uno sguardo oltre il ponte», tenutosi nei giorni scorsi a Genova, è stato rilevato quanto al nostro Paese occorrerebbe «una terapia d'urto innovativa a fibra ottica fatta di monitoraggio dinamico ed algoritmi per abbattere le soglie di rischio nella gestione delle infrastrutture»;

   altro problema inerente alle infrastrutture autostradali riguarda la gestione dei terreni adiacenti alle strutture, spesso di proprietà privata, anche parcellizzata, al punto che risulta difficile risalire al proprietario. Tale terreni sono in maniera frequente a rischio di frane, cosa che mette quotidianamente in pericolo le stesse strutture autostradali;

   si tratta, dunque, di un complesso di problematiche che gravano sulla rete autostradale ed in particolare sul sistema dei ponti e dei viadotti, che mette a grave rischio la sicurezza dei cittadini –:

   se sia a conoscenza delle informazioni riportate in premessa e quali urgenti iniziative intenda adottare per la messa in sicurezza del sistema di ponti e viadotti sull'intero territorio nazionale.
(4-10819)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   CLAUDIO BORGHI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in data 24 novembre 2021 il Governo ha annunciato l'introduzione di forti restrizioni per i non vaccinati. È stata infatti approvata la misura del «super green pass», che entrerà in vigore dal 6 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022, e che consentirà l'accesso alla maggior parte delle attività sociali solo ai vaccinati e ai guariti dal COVID-19;

   ad oggi, l'Agenzia europea del farmaco (Ema) non ha approvato i vaccini Sputnik, Sinovac e Sinopharm e a molti stranieri che risiedono o lavorano in Italia che si sono sottoposti a tale vaccinazione all'estero non viene rilasciato il green pass italiano. Secondo una circolare del Ministero della salute, i soggetti vaccinati con un vaccino non autorizzato da Ema, possono ricevere una dose di richiamo con vaccino a mRna, Pfizer e Moderna, a partire da 28 giorni e fino a un massimo di 6 mesi (180 giorni) dal completamento del ciclo primario;

   la commissione Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha deliberato che, per coloro che si sono vaccinati con la monodose di Johnson & Johnson, il richiamo dovrà essere effettuato 6 mesi dalla prima dose con un siero a mRna, ovvero Pfizer o Moderna. Al contrario, il Comitato consultivo dei Cdc, i Centers for Disease Control and Prevention americani, ha votato all'unanimità per raccomandare la dose booster di Johnson & Johnson nella popolazione con più di 18 anni –:

   se e quali iniziative siano in corso per riconoscere in Europa e in Italia la vaccinazione avvenuta con vaccini utilizzati all'estero, stante l'eventuale impossibilità dei cittadini di adeguarsi alle tempistiche di una vaccinazione con un altro siero;

   quali tempestive iniziative si intendano assumere per dare la possibilità ai vaccinati con Johnson & Johnson di effettuare il richiamo con il medesimo vaccino, così come avviene negli Stati Uniti d'America.
(4-10821)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da molteplici fonti di stampa si apprende che il 15 novembre 2021 si è sviluppato un incendio presso l'ex stabilimento della Bertolini in Via Isonzo a Mossa (Go);

   dall'articolo del quotidiano il Piccolo del 21 maggio 2020 titolato «Una bomba ecologica alle porte di Gorizia. Fumi velenosi in caso di un incendio» è emerso che l'area interessata dal rogo, di proprietà di due società con sede a Gorizia e Napoli, era stipata di 4500 tonnellate di rifiuti plastici, sotto forma di balle reggiate, di un metro cubo l'una, poste sotto sequestro dall'autorità giudiziaria e in attesa di caratterizzazione specifica da parte dell'Agenzia regionale dell'ambiente;

   dallo stesso articolo è emerso come, già nel maggio 2020, vi era il pericolo di un incendio, tant'è che l'area era stata potenziata con ulteriori idranti. L'ipotesi di un possibile incendio, anche eventualmente di natura dolosa, con tutte le pericolosità ambientali e per la salute, era prevedibile; le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Gorizia, dal Ros, dal Gico di Trieste e dallo Scico di Roma hanno portato all'emissione di sei misure cautelari per traffico illecito di rifiuti transnazionale e alla scoperta di una rete che sfruttava il capannone dismesso sito nel comune di Mossa, come deposito per i rifiuti provenienti da una società del bellunese e da un'area dismessa a Borovnica in Slovenia;

   il 2 novembre 2021 il tribunale di Gorizia ha emesso le sentenze a carico di tre imputati e ha disposto il ripristino dello stato ambientale a spese degli stessi, oltre alla confisca del capannone oggetto di reato e del risarcimento alle parti civili;

   come si evince dall'articolo di Rainews24, del 16 novembre 2021, l'ultimo «rapporto Ecomafia 2021», a cura di Legambiente, stima che in Italia nel 2020 sono stati accertati 34.867 reati ambientali (+0,6 per cento rispetto al 2019), alla media di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora; a livello nazionale nel solo 2020 si sono contati oltre 8300 reati accertati nella gestione dei rifiuti, 10 mila denunce e un volume d'affari stimato in oltre 20 miliardi di euro;

   la regione Friuli-Venezia Giulia è stata oggetto di 544 reati ambientali nel 2019 con un aumento del 34 per cento rispetto al 2018; di particolare rilevanza il tema del ciclo illegale dei rifiuti con 116 reati, 83 persone denunciate, 4 arresti e 46 sequestri;

   nella regione Friuli-Venezia Giulia sono stati censiti da Legambiente 7 roghi nel periodo 2013-ottobre 2020; gli ultimi sono quelli dell'azienda che si occupa di trattamenti dei rifiuti «Snua S.r.l.» di Aviano il 19 settembre 2020 e quello nel capannone di Mossa il 15 novembre 2021;

   il territorio del goriziano, a confine con la Slovenia, risulta essere permeabile al traffico internazionale di rifiuti, uno degli affari più redditizi per le ecomafie;

   a parere dell'interrogante, da quando si è verificato il passaggio degli adempimenti di smaltimento e bonifica in capo alla regione Friuli-Venezia Giulia, si è palesata l'inerzia di quest'ultima anche rispetto alla sorveglianza del sito, considerati i pericoli connessi e ampiamente prevedibili –:

   quali iniziative intenda assumere il Ministro della transizione ecologica, per quanto di competenza, affinché si possa procedere con la messa in sicurezza urgente del sito di Mossa considerata la grave situazione ambientale dell'area;

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per contrastare il traffico illecito di rifiuti nell'area del nord-est con particolare riferimento al fenomeno del traffico transnazionale attraverso il confine con la Slovenia.
(4-10815)

Apposizione di firme ad una mozione.

  La mozione Mugnai e altri n. 1-00211, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Marin, Baldini, Vietina.

Ritiro di firme da una mozione.

  Mozione Mugnai e altri n. 1-00211, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 giugno 2019: sono state ritirate le firme dei deputati: Mandelli, Bagnasco, Carrara, Pittalis, Mazzetti, Novelli, Versace.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Covolo e Paolin n. 4-10793 del 23 novembre 2021 in interrogazione a risposta in commissione n. 5-07156.

ERRATA CORRIGE

  Interpellanza Foti n. 2-01380 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 603 del 25 novembre 2021. Alla pagina 23256, seconda colonna, alla terza riga deve leggersi: «nei giorni scorsi sono state rese note,», e non come stampato;

  alla pagina 23257, prima colonna, dalla riga ventiquattresima alla riga ventiseiesima, deve leggersi: «ultimi eseguiti e, in particolare, all'eventuale ruolo che in dette decisioni abbia avuto la dottoressa Fiammetta Modica –:» e non come stampato.