XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 625 di martedì 11 gennaio 2022
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI
La seduta comincia alle 15.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 29 dicembre 2021.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Baldelli, Enrico Borghi, Cadeddu, Luciano Cantone, Carinelli, Maurizio Cattoi, Corda, D'Eramo, Deiana, Luigi Di Maio, Dieni, Ferri, Franceschini, Giacometti, Gabriele Lorenzoni, Maniero, Melilli, Mor, Murelli, Alessandro Pagano, Ubaldo Pagano, Paternoster, Piccoli Nardelli, Rixi, Rotta, Scagliusi, Scoma, Sportiello, Tucci, Viscomi, Vito, Raffaele Volpi e Zanettin sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 132, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Modalità di svolgimento dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Colleghi, prima di iniziare l'esame degli argomenti all'ordine del giorno, intendo richiamare la vostra attenzione sulla revisione di alcune misure organizzative e logistiche concernenti le modalità di svolgimento dei lavori dell'Assemblea, che si sono rese necessarie a seguito del mutamento del contesto epidemiologico registrato in queste ultime settimane e delle quali è già stata data tempestiva comunicazione ai gruppi parlamentari, nei giorni scorsi.
In particolare, a seguito del venir meno della permanenza della regione Lazio in zona bianca e alle conseguenti valutazioni degli esperti di cui si avvale la Camera dall'inizio della pandemia, è stato disposto: il ripristino delle postazioni di voto in Transatlantico, al fine di garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro; il ripristino di una durata massima di tre ore delle singole fasi delle sedute quando l'Aula è a capienza piena, vale a dire in caso di presenza di un numero di deputati superiore alla metà dei posti complessivamente disponibili ad esito della riduzione necessaria per garantire il distanziamento interpersonale. Come già in precedenza, in tale computo non saranno calcolate le fasi della seduta cui partecipa un numero ristretto di deputati. Si tratta - di norma - ad esempio: della parte iniziale della seduta, comprensiva del termine di preavviso per le votazioni elettroniche; dello svolgimento di discussioni generali, di atti di sindacato ispettivo, dell'illustrazione degli ordini del giorno e delle dichiarazioni di voto diverse da quelle su articoli, proposte emendative e ordini del giorno, nei casi in cui si proceda a votazioni consecutive; la previsione di una pausa tra le diverse fasi della seduta di 1 ora e 30 minuti - quindi anche tra le partizioni pomeridiana e notturna della seduta - per procedere alla sanificazione e al ricambio dell'aria.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà. Non la vedo presente, quindi si intende che rinuncia a intervenire.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,10).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso di venti minuti, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.
La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,30.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO
In ricordo del Presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi e colleghe, come sapete, stanotte è venuto a mancare il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
Giornalista, già vicedirettore del TG1, Sassoli era stato eletto parlamentare europeo nel 2009, ricoprendo il ruolo di capo della delegazione del Partito Democratico all'interno dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici. Rieletto per un secondo mandato nel 2014, è stato in quella legislatura Vicepresidente del Parlamento europeo. Confermato per un terzo mandato nel maggio 2019, ricopriva dal 3 luglio dello stesso anno la carica di Presidente del Parlamento europeo.
In tutta la sua attività politica ed istituzionale, e da ultimo nel suo ruolo di Presidente, Sassoli ha sempre promosso la costruzione di un'Europa più forte, coesa e solidale, capace di rispondere alle aspettative dei suoi cittadini, soprattutto quelli più deboli e fragili. Un'Europa dotata di strumenti di azione adeguati per affermare, sia al suo interno che nella sua proiezione esterna, i propri valori democratici. Un'Europa determinata a promuovere lo Stato di diritto e le libertà fondamentali e a eliminare le disuguaglianze sociali e territoriali.
In questa prospettiva, aveva sempre sostenuto l'esigenza di sviluppare la cooperazione tra il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali, per rafforzare la democraticità dell'Unione nonché il dialogo con le Assemblee di Paesi terzi, a partire da quelli del Mediterraneo.
Anche nel corso della pandemia Sassoli ha affermato con convinzione e coerenza l'esigenza di una risposta comune e coordinata a livello europeo all'emergenza sanitaria, economica e sociale.
Lo ricordiamo tutti, con commozione sincera, per la sua passione ideale, il rigore, la coerenza e la competenza. Per l'equilibrio, l'instancabile ricerca del dialogo, l'autorevolezza e la capacità di praticare un confronto costruttivo.
Doti che gli sono state riconosciute - da tutte le forze politiche e dai rappresentanti delle istituzioni europee ed internazionali - anche in relazione all'esercizio delle sue prerogative di Presidente del Parlamento europeo.
Gli italiani avevano avuto modo di apprezzarlo anche come giornalista del servizio pubblico. Un volto divenuto familiare per milioni di persone, per il garbo e la professionalità con cui faceva il suo lavoro.
Con David Sassoli il nostro Paese e l'Unione europea perdono prematuramente uno straordinario protagonista che ha dedicato la sua vita al servizio dei cittadini e delle istituzioni.
Rinnovo ai familiari i sentimenti della più profonda vicinanza e solidarietà, mia e di tutta la Camera dei deputati.
Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Vivi e prolungati applausi).
Ha chiesto di parlare il deputato Letta. Ne ha facoltà.
ENRICO LETTA (PD). “Per me è tempo di appendere la cetra in contemplazione e silenzio. Il cielo è troppo alto e vasto perché risuoni di questi solitari sospiri. Tempo è di unire le voci, di fonderle insieme (…)”. Sassoli portava il nome di David Maria in onore del poeta, padre David Maria Turoldo. Ho voluto usare i versi di una delle più belle poesie di padre Turoldo per questo momento in cui qui, nella casa della nostra democrazia, è tempo di unire le voci, di fonderle insieme per rendere onore al Presidente del Parlamento europeo, a colui che ha onorato la democrazia europea e l'ha resa il cuore pulsante del nostro organismo proprio durante il tempo della pandemia, nella prova più dura per il nostro continente e i suoi cittadini.
I politici, anche quelli bravi, si dividono in due categorie: quelli che fanno politica accompagnando il corso della storia e quelli che fanno politica cambiando la storia. David Sassoli è stato parte di questa seconda categoria. David, con la sua gentile fermezza, ha cambiato la storia europea, perché ha reso più forte la democrazia in Europa proprio durante la pandemia, quella democrazia che nell'Unione europea spesso è vista come il tallone d'Achille dell'intera costruzione comune.
David, contro una tendenza allora prevalente, scelse di tenere il Parlamento europeo aperto; volle renderlo protagonista in un momento nel quale la cosa più naturale sarebbe potuta essere esattamente il contrario. Mentre non si viaggiava più, tutto si chiudeva e si spegnevano le luci di tante istituzioni, proprio in quel momento il Presidente del Parlamento europeo ha fatto la scelta coraggiosa e lungimirante che ha cambiato il corso della storia. Sassoli ha innovato e ha reso possibile che il Parlamento europeo continuasse a funzionare grazie alla buona applicazione delle nuove tecnologie da remoto, scelta che ha modificato secoli di storia e ha funzionato.
Il Parlamento europeo è diventato così protagonista delle scelte che hanno portato allora alla nascita di Next Generation EU, del Recovery Plan e dell'Europa della solidarietà. Come sarebbe stata la risposta europea alla crisi se il Parlamento europeo fosse rimasto chiuso? Sono sicuro che sarebbe stata diversa. Grazie alla scelta di Sassoli e del Parlamento europeo l'Europa ha scelto la solidarietà e l'aiuto ai più deboli; ha scelto di aiutare i Paesi più colpiti dalla crisi, Italia in testa, come non fu fatto dieci anni fa; ha scelto di superare i veti nazionali e costruire i primi passi dell'Europa sociale e dell'Europa della salute; ha scelto di costruire un lungimirante piano basato su investimenti e debito comuni.
David ha dimostrato, in questa scelta e nelle tante altre che hanno accompagnato il suo percorso umano e politico, leadership e determinazione. Ci è riuscito senza mai perdere gentilezza e spirito di inclusione. Lo ha fatto nelle sue tante e incessanti battaglie per i diritti e per la democrazia. Lo ha fatto nell'impegno costante per una maggiore trasparenza delle istituzioni e per una reale vicinanza delle istituzioni ai cittadini. Lo ha fatto da italiano, amante e orgoglioso interprete del nostro Paese. Ha reso il miglior servizio all'Italia e all'intera politica italiana, guadagnando il rispetto di tutti. Proprio sul valore del rispetto verso gli avversari David è sempre andato oltre la semplice cortesia, ricercando con costanza e determinazione il confronto e costruendo piste di unità sostanziale.
È stato ricambiato, lo è oggi in particolare; sentiamo oggi un rispetto e un cordoglio non retorico in quest'Aula. Noi, che abbiamo condiviso con lui tutto il percorso nella comunità delle democratiche e dei democratici, vi siamo oggi per questo sinceramente grati. Ci stringiamo ad Alessandra, a Giulio e a Livia: sappiamo quanta sofferenza li ha accompagnati in questi drammatici ultimi giorni; sentano forte la vicinanza e l'affetto di tutti noi.
I versi ancora di padre Turoldo per chiudere il cerchio: oggi mi son detto addio, come un nauta che ha i rami spezzati e lacerata la vela. No, i tuoi remi, David, non sono spezzati, sono più forti di ieri. La tua vela non è lacerata, la riannoderemo insieme, grazie allo spirito di unità che oggi hai consegnato a quest'Aula, a questa casa della nostra democrazia. Democrazia che oggi è più forte grazie a te, David (Applausi - Deputati si levano in piedi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Una notizia che sicuramente non volevamo ricevere. Con dolore apprendiamo della notizia della morte di David Sassoli, un uomo perbene che ha rappresentato al meglio il nostro Paese all'interno delle istituzioni. È stato un bravo giornalista, politico gentile e pacato. È stato il secondo Presidente italiano di quella che lui amava definire la casa della democrazia europea e che tra le istituzioni dell'Unione è la più democratica, perché il Parlamento europeo è eletto direttamente dai cittadini.
In questi anni si è battuto per affermare i valori europei di libertà, solidarietà, uguaglianza, rispetto dei diritti umani, contro ogni forma di sovranismo ed egoismo, con lo spirito di chi crede profondamente nel progetto europeo. Era convinto della necessità di riformare il Regolamento di Dublino per affrontare in maniera strutturale un'emergenza come quella del tema migratorio. È doveroso, credo, per tutti noi continuare la battaglia per la costruzione di un'Europa più forte, più unita, più solidale. Una Unione europea che si basa su nuove fondamenta, rigettando i tanto criticati vincoli dell'austerità e puntando su strumenti innovativi, su meccanismi di solidarietà comune, come si è dimostrato con la conquista del Recovery Fund. Ai familiari e agli amici di David esprimo il cordoglio delle deputate e dei deputati del MoVimento 5 Stelle, con una promessa, quella di continuare il cammino per un'Europa più giusta, più green, più solidale.
Mi permetto di chiudere con queste parole: la democrazia è un sistema istituzionale di diritto che si fonda anche sulla fiducia dei cittadini, ma, per meritare fiducia, serve unità e trasparenza. Come politici il nostro ruolo è quello di fare ciò che è necessario per mantenere questa fiducia. David Sassoli, 25 marzo 2021 (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molinari. Ne ha facoltà.
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Già di per sé il ruolo che David Sassoli è arrivato a ricoprire comporta profondo rispetto e, di conseguenza, comporta oggi profondo dolore; l'unione di tutta quest'Aula e di tutte le forze politiche intorno alla sua figura e intorno al dolore della sua famiglia e della sua comunità politica. Tuttavia, oltre a questo, vorrei portare un ricordo personale, perché pur non potendo dire di aver conosciuto David Sassoli, posso raccontare di aver avuto la fortuna di averlo incontrato recentemente, l'estate scorsa, ad Anagni, ad un evento in cui entrambi eravamo stati invitati per dialogare tra forze politiche differenti e tra figure istituzionali che hanno un diverso punto di vista sul ruolo del dialogo nelle istituzioni finalizzato alla pace. Ebbene, ricordo che nell'intervento di David Sassoli, che mai avevo visto di persona, mi colpì particolarmente quello che lui disse, perché concentrò tutto il suo intervento sul ruolo che l'Europa ha avuto non solo nella storia del continente, e quindi non solo il fatto che l'Europa è stata garante della pace nel nostro continente in questi anni, a partire dal dopoguerra, ma si concentrò particolarmente sulle misure più contingenti, sulle misure che l'Europa stava mettendo in campo per tirare fuori il continente e l'Italia dalla pandemia.
E lo fece non con un discorso di maniera, cosa che si potrebbe pensare da chi ricopre quel ruolo, da chi in quella sede rappresentava le istituzioni europee, ma lo fece con autentica passione. Intervenne parlando della svolta green, intervenne parlando del Recovery Plan, intervenne parlando del debito comune europeo, e lo fece credendoci, lo fece convintamente, lo fece con l'idea che davvero l'Europa stesse facendo qualcosa per migliorare la vita dei cittadini e per tirarci fuori dalla pandemia. Ebbene, è noto che il gruppo che mi onoro di rappresentare su quelle misure ha manifestato anche in quest'Aula, nei tanti dibattiti che abbiamo fatto, sicuramente minore entusiasmo, ma questo non cambia il rispetto profondo e la riconoscenza che noi dobbiamo verso questa figura solo per il fatto di credere così profondamente nei valori che incarnava e portava avanti, perché, indipendentemente dal pensiero di ognuno di noi, quando nell'attività politica e istituzionale c'è qualcuno che davvero crede in quello che fa, davvero crede in quello che dice, davvero crede nelle misure che mette in campo, questo è un vantaggio per tutti, anche nella differenza delle posizioni.
Infatti, figure come quella di David Sassoli ridanno dignità alle istituzioni, ridanno dignità alla politica e ci portano a credere che davvero ciascuno di noi, portando avanti ciò in cui crede, possa fare qualcosa per migliorare il mondo in cui viviamo. E quindi, visto che anche la nostra comunità politica vive con passione le sue idee, sappiamo perfettamente che, quando si sceglie una certa strada e ci si impegna con la serietà e la dedizione con cui lui ha portato avanti il suo impegno, non si ha solo la famiglia propria, ma si sceglie anche una famiglia di comunità e di valori, che in questo caso era la famiglia della comunità del Partito Democratico.
Per questo, a nome del gruppo che mi onoro di rappresentare, ci stringiamo e facciamo le più sentite condoglianze alla sua famiglia naturale, ma anche alla famiglia che David Sassoli ha scelto, quella della comunità del Partito Democratico e degli elettori e dei sostenitori di quel movimento politico e di quella cultura politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barelli. Ne ha facoltà.
PAOLO BARELLI (FI). Con la scomparsa di David Sassoli le istituzioni perdono un grande uomo, un grande europeista, un uomo di fede e di ideali profondi. Gentile con tutti e al tempo stesso determinato nel portare avanti le proprie idee di libertà, uguaglianza, solidarietà, un patrimonio comune, fatto di valori in cui tutti potevano riconoscersi. Aveva scelto sin da ragazzo da che parte stare, ad esempio, dalla parte giusta della storia, quando era lì, a picconare il muro di Berlino, nel giorno della sua caduta. Ma io voglio utilizzare questo tempo che ho per affidare alle sue parole il compito di raccontare il cuore della sua eredità. Sono parole che ha pronunciato poche settimane fa: “Abbiamo visto nuovi muri, i nostri confini in alcuni casi sono diventati i confini tra morale e immorale, tra umanità e disumanità”. “Abbiamo lottato accanto a chi chiede più democrazia, più libertà, accanto alle donne che chiedono diritti e tutele, a chi chiede di proteggere il proprio pensiero, accanto a coloro che continuano a chiedere un'informazione libera e indipendente”. E poi ancora: “È il dovere delle istituzioni europee di proteggere i più deboli e non di chiedere altri sacrifici, aggiungendo dolore al dolore. Oggi l'Europa con il Piano di recupero ci dà grandi opportunità di abbandonare l'indifferenza”. Credo che sono parole veramente appropriate.
Con i colleghi di Forza Italia ci stringiamo affettuosamente ai suoi cari e alla sua famiglia, ovviamente compresa la famiglia del Partito Democratico, alla quale con grande onore e con capacità, appartiene ed è appartenuto. Quindi, consapevoli che niente potrà lenire l'immenso dolore, siamo vicini alla sua famiglia. Mancherà a tutti, mancherà all'Italia e mancherà all'Europa (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI (FDI). Sono sincere e sentite, Presidente, le condoglianze che, a nome di Fratelli d'Italia e del Partito dei conservatori e riformisti europei, voglio rivolgere alla famiglia del Presidente David Sassoli, a sua moglie Alessandra e ai suoi figli Livia e Giulio, alla sua comunità politica, alle persone che gli volevano bene.
David Sassoli è stato indubbiamente un politico e un giornalista estremamente capace. I traguardi che ha raggiunto nella sua vita lo dimostrano ampiamente. Però, a me, come è capitato a chi ha preso la parola prima di me, piace ricordare soprattutto la persona che era, perché alcuni tratti distintivi del carattere di David Sassoli sono sempre meno comuni nel nostro tempo e credo che valga la pena ricordarli, perché questo ci offre la dimensione della perdita che le istituzioni stanno subendo. David Sassoli era un politico serio, era un uomo perbene, era una persona abituata a combattere con fermezza per difendere le sue idee, ma sapeva farlo con il sorriso, sapeva farlo con la gentilezza, sapeva farlo ascoltando le posizioni dell'altro. Credo che chiunque abbia avuto a che fare con lui, in Italia, in Europa, non possa non riconoscere questi tratti del suo carattere: i tratti di un politico leale, in un tempo nel quale la lealtà, purtroppo, anche in politica, non è uno dei tratti dominanti. Era, insomma, una persona di spessore, che credeva nelle istituzioni e comprendeva il valore e la portata del suo ruolo. Io non sapevo della sua malattia, però ho riflettuto a lungo in queste ore sul valore che ha l'essere riuscito a non far mai mancare la sua presenza nel dibattito e, come ricordava Enrico Letta, a prodigarsi perché il Parlamento europeo in periodo di pandemia continuasse a fare il suo lavoro, anche mentre le sue condizioni di salute non erano le migliori.
Il Presidente Sassoli aveva posizioni e visioni molto diverse dalle nostre, però non era una persona che aveva pregiudizi. Questa è un'altra cosa che di lui io ricorderò sempre. Era una persona che, come tutte le persone intelligenti, sapeva che anche da chi è più distante da te puoi imparare qualcosa. Questo gli consentiva di trattare qualsiasi argomento con chiunque, senza partire da un pregiudizio o da una posizione di superiorità. Io sono stata molte volte no, ma sono stata alcune volte d'accordo con lui, come, ad esempio, quando fu tra i primi a parlare di eurobond, a inizio 2020, quando ipotizzò addirittura l'ipotesi di una nuova cancellazione del debito creato durante la pandemia. Molte altre no: l'ultima volta che l'ho incontrato, lo scorso giugno, abbiamo fatto un lungo e cordiale incontro, nel quale ricordo che parlammo a lungo di immigrazione; non l'ho convinto, ovviamente, però non aveva pregiudizi e non aveva paura a riconoscere che la tua posizione distante, così distante dalla sua, era seria. Ecco, io penso che noi perdiamo una persona di alto livello, soprattutto per questa ragione. Io ho avuto tanti avversari politici nella mia vita, ne ho molti. Ecco, credo che David Sassoli fosse uno dei migliori e, quando perdi un avversario temibile, non temibile perché è cinico, non temibile perché è disposto a tutto, ma temibile perché è capace e leale, allora sai che stai perdendo una cosa preziosa. Questa è la ragione per la quale tengo in quest'Aula a rinnovare le condoglianze a tutte le persone che gli sono vicine e a salutarlo a nome di Fratelli d'Italia e dei conservatori europei (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV). Quando questa mattina ci siamo svegliati con la notizia dolorosa della scomparsa prematura di David Sassoli, penso che a tutti gli italiani, prima di tutto, sia mancato un volto amico, che avevamo imparato a conoscere quando, giornalista del TG1, in modo garbato, con il suo sorriso, si affacciava nelle case di tutti noi, mentre le famiglie erano radunate per la cena. A tutti gli europei è venuto a mancare un punto di riferimento importante, un uomo che ha sempre creduto nelle istituzioni, nell'Europa, e che ha lavorato instancabilmente per renderle più forti, ma anche più a misura di cittadino. Ed è normale che, quando viene a mancare una persona dello spessore di David Sassoli, soprattutto in quest'Aula, si ricordino la sua carriera politica e la sua eredità politica, come molti hanno fatto egregiamente prima di me. Anche noi, come gruppo di Italia Viva, vogliamo rivolgere un pensiero commosso di vicinanza alla moglie e ai figli, ricordando il giornalista, ricordando il parlamentare europeo. Però, nel mio piccolo, vorrei anche ricordare l'uomo, avendo avuto la fortuna di conoscerlo e di volergli bene, e in modo particolare il nostro primo incontro. Era la sua prima campagna elettorale - quindi diversi anni fa - e io ero un giovane avvocatessa. Andai ad ascoltarlo con mia madre, a un'iniziativa politica nel circolo del mio paesino, in quella Toscana in cui era nato e a cui è rimasto sempre molto legato.
E mi colpì molto per la sua formazione di genuino cattolico democratico, ma anche per il modo pulito di avvicinarsi alle persone e la gentilezza con cui ascoltò tutti, perché per me le persone si valutano da come trattano coloro di cui non hanno bisogno, quelli che non sono nessuno, anche una ragazza qualunque di provincia che, magari, ha una passione politica. Questo rapporto di affetto, di amicizia e di stima è rimasto negli anni fino al nostro ultimo incontro, pochi giorni prima di Natale, al Quirinale, quando ci siamo ripromessi di vederci dopo le feste per una chiacchierata politica che non facevamo da tempo, perché mi aveva detto che si sentiva meglio, che sembrava, insomma, che il peggio fosse passato e di nuovo quando ci siamo sentiti a inizio anno. Mi mancherà quella chiacchierata e mancheranno a tutti noi la sua intelligenza, il suo garbo e lo stile di un uomo che ha lasciato un segno profondo nelle istituzioni europee e nella vita di tanti di noi. Che la terra ti sia lieve, Presidente Sassoli, amico David (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carelli. Ne ha facoltà.
EMILIO CARELLI (CI). Grazie, Presidente. Ci ha lasciato un europeista convinto, un grande professionista dell'informazione, un collega ed amico, ma, soprattutto, una persona perbene. Ecco, con queste parole voglio ricordare David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo. Personalmente lo ricordo, innanzitutto, come giornalista quando insieme, giovani inviati, lui cronista del quotidiano Il Giorno e io per Canale 5, seguivamo e raccontavamo insieme la cronaca e la politica. Abbiamo lavorato spesso fianco a fianco e David era un collega appassionato, di spessore, di grande talento, capace di guardare ai fatti con una curiosità mite, ma determinata, il cui impegno e credibilità, quando passò alla RAI, hanno poi anche contribuito a costruire il patrimonio di credibilità del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia. Fu proprio in quegli anni che imparai a conoscerlo, innanzitutto, come un uomo perbene, come dicevo, e poi anche come grande professionista.
Ecco, sono questi i ricordi che porto nel mio cuore insieme all'ammirazione e anche alla stima, grande, per i risultati importanti raggiunti, poi, nel suo percorso di politico, politico europeo, gentile, ma fermo, grande sostenitore di valori, valori fondamentali come i diritti umani, la qualità e la solidarietà; grande uomo del dialogo, cercato sempre anche nei momenti più difficili. Ricordo quanto abbia insistito perché il fondo per la ripresa, il Next Generation EU vedesse la luce. Durante la pandemia, poi, con la sua Presidenza, il Parlamento europeo è stato una delle istituzioni che più rapidamente ha saputo adattare il proprio lavoro a una nuova quotidianità.
Quella immaginata da David era un'Europa al servizio dei cittadini, un'Europa della crescita, un'Europa delle opportunità, garante di democrazia, di uguaglianza e di libertà. Il coro di messaggi di cordoglio che in queste ore arriva da tutta Europa, insieme alla partecipazione sentita di tante persone comuni, conferma quanto David fosse stimato ed amato e quanto grande sia la sua perdita. Alla famiglia e ai suoi amici, la vicinanza e l'affetto di tutti noi (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, oggi è un giorno triste. E' un giorno triste per l'Italia che perde uno dei suoi uomini migliori, che si è fatto onore come pochi nelle istituzioni europee. E' un giorno triste per l'Europa che non solo perde il Presidente del Parlamento europeo, ma perde uno degli interpreti migliori dei valori fondanti dell'Unione europea, di un'Europa dei popoli, di un'Europa solidale. E' un giorno triste per la sua famiglia e i suoi cari, a cui va tutta la vicinanza delle deputate e dei deputati di Liberi e Uguali ed è un giorno triste per la sua comunità politica, quella italiana del Partito Democratico e quella più ampia del Partito del Socialismo Europeo, a cui anche noi in larga parte facciamo riferimento. E' un giorno triste per la democrazia, ma è un giorno triste per la politica, per un'idea di buona politica, una politica non urlata, una politica che, come è stato detto, è capace di ascoltare e di ascoltare anche le ragioni dell'altro, quand'anche fosse tanto distante da te, ma anche una politica fondata sui valori, su valori forti, coerentemente vissuti da David e difesi per una vita intera con straordinaria coerenza: i valori della cultura, i valori profondi della cultura del cattolicesimo democratico. David è sempre stato attento agli ultimi e ai diritti delle minoranze. Può essere strano, parlando di un politico, ma ci mancherà il suo sorriso gentile, il suo tratto, ci mancherà la sua coerenza valoriale di cui abbiamo tanto bisogno in un momento difficile e complesso. Ciao David, che la terra ti sia lieve (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.
MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. “Oggi, l'Europa ci dà grandi opportunità di abbandonare l'indifferenza: è la nostra sfida, quella di un nuovo mondo che rispetta le persone, la natura e crede in una nuova economia basata non solo sul profitto di pochi, ma sul benessere di tutti”. “La speranza siamo noi, quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo ogni forma di ingiustizia. Auguri a noi, auguri alla nostra speranza”. È con queste parole che, oggi, in quest'Aula, voglio ricordare la figura del Presidente David Sassoli. È uno dei suoi ultimi discorsi, tenuti in occasione delle recenti festività natalizie e che racchiude i valori, l'impegno e la dedizione di un uomo buono, sobrio, al servizio delle istituzioni, pervaso dal suo forte sentimento europeista, un uomo che non ha mai mancato di dar voce a temi importanti come la difesa dei diritti delle donne e la speranza di una libertà che potesse sempre riconoscersi nei valori dell'antifascismo.
Esprimo il mio profondo cordoglio ai familiari di David Sassoli, ai suoi affetti, ai suoi amici, ai suoi colleghi, a quanti con lui hanno condiviso lunghi anni di impegno giornalistico e politico, contrassegnato dalla volontà di non cedere mai a compromessi. Le nostre istituzioni europee, oggi, se da un lato sono più povere per un'improvvisa mancanza che addolora tutti noi, dall'altro ereditano l'esperienza di un uomo che non ha mai mancato di offrire il suo supporto al servizio di una politica solidale, onesta e vicina ai più deboli (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Signor Presidente, vorrei accostare al nome e alla persona di David Sassoli un aggettivo che per primo ha ricordato qui in Aula - poi, l'hanno ripreso tanti colleghi - il segretario del Partito Democratico Enrico Letta: gentile. E lo uso proprio nel suo senso più profondo, come lo usava Dante quando parlava di Beatrice: tanto gentile e tanto onesta pare. Gentilezza è sinonimo di nobiltà, non solo come censo, ma come nobiltà d'animo. Ecco, David Sassoli è stato quello che si dice un gran signore, non solo per il tratto e per i modi, per le sue idee e per i suoi sentimenti, ma per il tono con i quali esprimeva entrambi. Io ho conosciuto David Sassoli nella sua prima vita da giornalista, quando era già vicedirettore del TG1.
Sin da allora, mi aveva colpito quella che è la caratteristica principale del giornalista e che David Sassoli ben rappresentava: la curiosità intellettuale, il desiderio di comprendere veramente la realtà e di non classificarla secondo schemi precostituiti e, quindi, il coraggio, più che di posizionarsi, di prendere posizione. È ciò che ha fatto nella parte finale della sua vita, quella politica, nella quale non ha abbandonato la curiosità per l'altro, per le sue idee, le sue posizioni, come criterio del suo modo di fare politica nelle istituzioni. Era un europeista convinto, non ideologico, e, proprio per questo - è ciò che mi colpiva ogni volta che lo incontravo -, faceva del metodo della convinzione e del consenso il criterio della sua azione. Lo ricordo al meeting di Rimini nell'incontro e nel confronto con i giovani; lo ricordo sempre al meeting di Rimini appassionato e curioso visitatore della mostra su Václav Havel, il grande protagonista della “rivoluzione di velluto” e forte propugnatore dell'unificazione europea. Aveva deciso - avevamo deciso insieme - di portare quella mostra al Parlamento europeo e di fare un convegno internazionale - Enrico Letta lo ricorda - sulla figura di Havel; poi, purtroppo, il COVID bloccò tutto. Il giorno prima di Natale ha registrato un videomessaggio in cui parlava proprio della speranza. Havel diceva che la speranza è diversa dall'ottimismo, non è pensare che le cose andranno bene, ma fare le cose perché hanno un senso e un significato.
Ecco, credo che la testimonianza di David Sassoli per tutti noi e, in particolare, per me sia soprattutto questa: una vita spesa per un significato positivo nel nostro stare insieme: nella società e, quindi, nelle istituzioni. Questo è il modo meno formale per ricordare David e per esprimere il cordoglio di tutti noi (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Plangger. Ne ha facoltà.
ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. David Sassoli ha interpretato e sostenuto un'idea dell'Europa come unione dei popoli, un'Europa che non ammette muri e contrapposizioni ideologiche. Ricordiamo e condividiamo il suo pensiero. L'Europa ha bisogno, anche e soprattutto, di un nuovo progetto di speranza che ci accomuni, un progetto che possa incarnare la nostra Unione, i nostri valori e la nostra civiltà e ci permetta di unirci. È una visione solidale dell'Europa che, in risposta ai problemi complessi del nostro tempo, richiede una maggiore, e non una minore integrazione; e richiama a una visione delle istituzioni europee attente al ruolo delle autonomie e delle minoranze linguistiche, come massima espressione democratica. David Sassoli ha così interpretato il nostro ruolo di Presidente del Parlamento europeo. L'idea inclusiva dell'Unione Europea, che egli ha sempre sostenuto, ha rafforzato il ruolo dell'istituzione europea e ha consentito di opporsi alle spinte divergenti presenti, in ragione di un'Europa che tuteli ogni cittadino europeo senza contrapporlo ad un altro. Questo è il mandato imperativo che egli ha lasciato ad ognuno di noi (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie Presidente, la scomparsa del Presidente Sassoli è un grande dolore per tutti coloro che lo hanno conosciuto e stimato, una grave perdita per l'Italia e per l'Europa che ha amato e voluto far crescere, rafforzando il ruolo del suo Parlamento. La causa europeista perde un militante e un protagonista importante, un esempio di come si sta nelle istituzioni per difenderle e rafforzarle, un esempio di stile e di toni adeguati al ruolo istituzionale, una politica fatta anche di sorriso e di dolcezza, che hanno spesso accompagnato il coraggio e la fermezza nel ribadire i principi che sono il fondamento dell'Unione e nel condannare le derive antidemocratiche, anche all'interno dell'Unione. Il Presidente Sassoli non ha mai smesso di richiamare tutti all'urgenza di un profondo rinnovamento istituzionale dell'Unione europea - i temi dell'iniziativa legislativa del Parlamento e del superamento dell'unanimità nel Consiglio - e non ha mai smesso di ricordare la profonda unione dei destini italiano ed europeo e, quindi, la particolare missione del nostro Paese per il futuro di un'Europa che sappia innovare, proteggere ed essere un faro.
Il Presidente Sassoli ha anche saputo innovare, cogliendo la necessità di usare la tecnologia e l'innovazione per far vivere la democrazia, consentendo al Parlamento europeo di riunirsi e di votare a distanza, esaminando atti importantissimi e decisivi per la vita di centinaia di milioni di cittadini europei. A nome dei deputati della componente Azione-+Europa Radicali Italiani, esprimo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia del Presidente Sassoli a tutti coloro che lo hanno amato e apprezzato (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.
PINO CABRAS (MISTO-A). Una personalità politica, specialmente quando assurge a ruoli importanti nelle istituzioni, ha anche il dovere di essere popolare e David Sassoli era una persona popolare; si è guadagnato una popolarità sentita e diffusa di milioni di persone quando è stato l'anchorman, il conduttore di un telegiornale che arrivava in ogni casa e lo faceva sentire una persona di famiglia. Questo ci dice due cose sul giornalismo e sulla politica. Il giornalismo ha attraversato fasi in Italia che poi sono state anche significative per far crescere una leva di personalità che hanno avuto un grande impatto pubblico; il giornalismo è stato capace di porgere le notizie, certo, con il prisma di una verità parziale, condizionata da interessi, ma pur sempre attenta al popolo e a chi deve fruire delle informazioni. E ha portato questo tratto popolare anche nell'istituzione europea, che è un'istituzione che si presenta, troppo spesso, in modo arcigno - e su questo ci dividevano le visioni del mondo e dell'Europa -, però ha portato anche lì un tratto di innovazione, di gentilezza e mi piace ricordarlo proprio anche per le iniziative che hanno consentito al Parlamento europeo di funzionare in un momento in cui qualcuno spingeva per bloccare i lavori e questa è una testimonianza, un “metodo Sassoli” che possiamo recuperare anche in questa nostra istituzione. Ed è stato molto significativo il suo intervento del 15 novembre 2020, quando esortò ad innovare, anche dal punto di vista dell'economia, l'Europa, di sterilizzando tutto quel debito che è stato prodotto con la fase COVID. Questo aprirebbe una prospettiva molto più interessante per i popoli europei. È un pezzo su cui mi ritrovo molto, nonostante le distanze di quel tempo, su cui ci ritroviamo come Alternativa; perciò vogliamo esprimere il nostro cordoglio alla famiglia e anche un ricordo affettuoso di una persona importante nella costruzione della Europa che noi vorremmo correggere in questi anni (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.
MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Signor Presidente, onorevoli deputate e deputati, i primi ricordi che mi vengono in mente di David Sassoli sono, come è stato anche ricordato da altri, il suo garbo, la sua umanità, il suo altruismo, ma anche la passione per la professione giornalistica, che lo ha reso uno dei volti più noti e amati fra tutti gli italiani.
Lo spirito civico, la capacità di ascolto, che lo hanno guidato nel suo percorso politico lo hanno fatto rispettare tanto dai compagni di partito, quanto dagli avversari, ma, a nome del Governo e mio personale, voglio ricordare Sassoli soprattutto come italiano e come protagonista al servizio dell'Europa, delle sue istituzioni, dei suoi cittadini.
Da Presidente del Parlamento europeo, la sua rara capacità di combinare idealismo e mediazione lo ha reso protagonista di uno dei periodi più difficili della storia recente; una voce attenta e autorevole a difesa dei valori europei e dei diritti dei più deboli. Nei discorsi, Sassoli ha disegnato la sua Europa rappresentativa, efficace, solidale.
Per Sassoli le istituzioni europee devono prima di tutto essere vicine ai cittadini e progredire con il dialogo e il confronto ed è il Parlamento il luogo di questo dialogo, di questo confronto, è in Parlamento che l'Europa cresce e si rafforza ed è in Parlamento che si promuove - di nuovo le sue parole - la democrazia, il multilateralismo e la cooperazione di fronte alla tentazione del populismo e dell'autoritarismo, soprattutto durante una crisi sanitaria ed economica come quella che ancora viviamo. Sassoli voleva un'Europa capace di raggiungere risultati anche immediati, di proteggere i suoi cittadini, di promuovere il loro benessere, di aiutarli a costruire il proprio futuro. Sassoli non ha mai smesso di rivendicare i risultati conseguiti in questi anni, dall'accordo sulla Brexit alle misure ambiziose a difesa dell'ambiente, alla lotta comune alla pandemia, alla creazione del programma Next Generation EU e alla stesura dei piani nazionali di ripresa e resilienza. Uno sforzo di programmazione straordinario - lo ha definito David - al quale deve seguire una attuazione molto attenta, nel rispetto delle priorità che abbiamo concordato insieme. Per Sassoli questi sforzi devono avere come vero obiettivo la costruzione di un'Europa sociale, attenta alle esigenze dei lavoratori e dei più deboli. Il progetto europeo che vogliamo costruire - ha detto - deve concentrarsi sulla lotta alla povertà e sulla riduzione delle diseguaglianze, deve occuparsi della dignità delle persone come dei migranti che cercano di arrivare in Europa e verso cui l'Unione europea deve mettere in campo politiche comuni che non lascino soli i Paesi di frontiera. I valori a noi cari non sono indistruttibili, ci ha ricordato David Sassoli in un suo discorso recente. Nella sua vita, David li ha custoditi, difesi, promossi e ora tocca a noi tutti continuare a farlo (Vivi e prolungati applausi – L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi).
Rinnovo della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito di quanto convenuto nella Conferenza dei presidenti di gruppo del 21 dicembre 2021, la delegazione della Camera dei deputati presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sarà formata, nella sessione annuale del 2022, dai componenti attualmente in carica.
Ricordo che la delegazione è composta dai seguenti deputati: Marina Berlinghieri, Simone Billi, Maria Elena Boschi, Sabrina De Carlo, Marta Grande, Paolo Grimoldi, Augusta Montaruli, Catia Polidori, Filippo Scerra.
Membri supplenti: Francesco Berti, Pino Cabras, Piero Fassino, Roberto Paolo Ferrari, Francesco Lollobrigida, Alberto Ribolla, Francesco Scoma, Filippo Sensi, Simona Suriano.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Desidero richiamare la vostra attenzione sulla necessità che tutti si attengono scrupolosamente alle misure di precauzione finalizzate a minimizzare il rischio di diffusione del contagio da COVID-19 all'interno dell'Aula e a ridurre gli effetti che eventuali contatti stretti possono dispiegare sul piano della partecipazione ai lavori parlamentari.
Ricordo, innanzitutto, che occorre indossare correttamente e costantemente le mascherine protettive.
Richiamo, poi, la necessità di evitare qualsivoglia assembramento, in particolare dinanzi al banco del Governo o ai lati della Presidenza.
Invito, inoltre, tutti voi a mantenere lo stesso posto durante la seduta e ad evitare spostamenti in Aula nel corso della stessa.
Infine, invito ad utilizzare anche i posti disponibili nelle tribune.
Rinvio del seguito della discussione delle mozioni Prestigiacomo, Fregolent, Galli, Ruffino ed altri n. 1-00542, Pezzopane ed altri n. 1-00561, Foti ed altri n. 1-00562 e Davide Crippa ed altri n. 1-00565 concernenti iniziative volte al sostegno dei settori produttivi maggiormente interessati dai processi di transizione ecologica.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Prestigiacomo, Fregolent, Galli, Ruffino ed altri n. 1-00542 (Terza ulteriore nuova formulazione), Pezzopane ed altri n. 1-00561, Foti ed altri n. 1-00562 (Nuova formulazione) e Davide Crippa ed altri n. 1-00565 concernenti iniziative volte al sostegno dei settori produttivi maggiormente interessati dai processi di transizione ecologica (Vedi l'allegato A).
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato D'Attis. Ne ha facoltà.
MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, intervengo perché i lavori, per così dire, di preparazione – perché, quando si presentano le mozioni, poi si cerca di unire gli intenti anche per agevolare i lavori dell'Aula - riguardo al seguito della discussione delle mozioni iscritte al primo punto dell'ordine del giorno non si sono ancora conclusi. Quindi, chiederei un rinvio alla prossima settimana del punto all'ordine del giorno o, comunque, un rinvio anche sulla base delle determinazioni che saranno assunte, probabilmente, dalla Conferenza dei presidenti di gruppo nei prossimi giorni, in base anche agli impegni istituzionali che l'Assemblea sarà chiamata ad adempiere. Quindi, è una richiesta di rinvio, Presidente.
PRESIDENTE. Sulla proposta di rinvio ad altra seduta del seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative volte al sostegno dei settori produttivi maggiormente interessati dai processi di transizione ecologica darò la parola a un deputato contro ed uno a favore, a norma dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento.
Ha chiesto di parlare contro il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, non è certo per una questione di scortesia nei confronti dell'onorevole D'Attis che il gruppo Fratelli d'Italia esprime la propria contrarietà al rinvio delle dichiarazioni di voto - perché la discussione generale c'è già stata - sulla mozione in materia di transizione ecologica. Vede, signor Presidente, questa non è una mozione qualsiasi perché quella di cui si è chiesto il rinvio è una mozione che ha come sottoscrittori rappresentanti di Forza Italia, della Lega-Salvini Premier, di Italia Viva, di Coraggio Italia e penso anche di qualche altro gruppo. Allora, mi pare che sia il rinvio di una mozione di un pezzo di maggioranza perché una maggioranza a pezzi non riesce a farne una unitaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Il tema, tuttavia, non è irrilevante perché, rispetto soltanto alla formulazione al nostro esame, in questi ultimi giorni si sono avuti dei risultati sotto il profilo della crisi energetica, che colpisce non solo l'Italia ma anche l'Europa, che avrebbero dovuto suggerire a forze politiche responsabili una qualche indicazione al riguardo. Vedete, io non penso che si possa continuare a ritenere che la soluzione del problema energetico europeo sia quella di stanziare tante risorse, ad esempio, del bilancio dello Stato quanto dovrebbe essere lo sgravio fiscale per gli italiani. Cioè, noi abbiamo trattato le due questioni alla pari, non rendendoci conto che, probabilmente, senza un piano serio e iniziative importanti al riguardo, l'inflazione che sarà determinata dall'aumento delle tariffe del gas e dell'elettricità finirà per essere esponenziale nel nostro Paese come in Europa. Allora, non basta dire che si sono destinati 69,93 miliardi di euro nel PNRR alla transizione energetica, bisogna invece avere il coraggio di partire da lì per dire che in questo momento sarebbe stato importante forse che anche sulla tassonomia della transizione questo Parlamento dicesse qualcosa, in attesa che poi gli organismi europei assumano altre decisioni. Perché non vi è una mozione unitaria? È evidente che scrivere oggi, in una mozione, che il nucleare pulito deve essere una di quelle forme di energia che possono rappresentare una soluzione al problema non può trovare d'accordo tutto e il suo contrario. È quindi un elemento di divisione.
È evidente che parlare del gas in questo momento significa anche parlare di un problema di geopolitica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), atteso che l'Europa è vittima, oggi, dei ricatti della Cina e della Russia. Ma è vero anche che occorre pronunciarsi, ad esempio, su alcuni aspetti di politica internazionale, di fronte ai quali la soluzione non può essere che sul Parlamento sventola la bandiera bianca.
E allora voler rinviare ancora oggi questa discussione - al di là di quando verrà, perché poi è chiaro che la prossima è una settimana che rischia di essere già di per sé molto attenzionata sotto il profilo parlamentare, dopodiché si va alla settimana in cui iniziano le elezioni per la votazione del Capo dello Stato - vuol dire rinviare sine die una presa di posizione che si poteva prendere solo all'insegna della chiarezza. Infatti, non è obbligatorio che nelle maggioranze ci si debba sempre muovere all'unisono: il Parlamento è fatto per decidere e su quelle decisioni il Parlamento può assumere anche delle posizioni che non necessariamente rispecchiano la posizione di una maggioranza di Governo, la più vasta della storia dell'Italia repubblicana.
Ma forse il Ministro della transizione ecologica si sta muovendo in questo momento. Il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee non è stato ancora adottato, nonostante la Conferenza unificata si sia già pronunciata. Il Piano per la transizione ecologica è stato bocciato dalla Conferenza Stato-regioni. Non abbiamo un piano nell'immediato, a medio e lungo termine, per contrastare la crisi energetica. E in tutta questa situazione io non penso che la politica del rinvio sia la politica migliore. Questa è Caporetto, non è Vittorio Veneto! State con Caporetto, che noi staremo sempre con Vittorio Veneto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di parlare a favore, passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva per 256 voti di differenza.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Vianello. Ne ha facoltà.
GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Chiedo che, con somma urgenza, venga a riferire in quest'Aula il Ministro della Transizione ecologica, Cingolani, poiché tra questa e la prossima settimana la Commissione europea andrà a decidere sulla tassonomia verde: quali saranno le fonti energetiche pulite e sostenibili, e quali no, che godranno nei prossimi dieci anni di incentivi pubblici e privati.
Questo Parlamento è evidentemente spaccato con idee anche differenti, come è anche giusto che sia: c'è chi è a favore del nucleare nell'inserimento della tassonomia verde e c'è chi, come noi di Alternativa, è contrario poiché questo Paese ha fatto due referendum contro il nucleare. Al netto di come la si possa pensare, è davvero incredibile che, a una settimana dalla decisione della Commissione, noi non sappiamo quale sia la posizione dell'Italia sull'inserimento di nucleare e gas (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 16,35)
GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Il rinvio di queste mozioni ha sancito che le forze di maggioranza del Parlamento abbassano la testa e fanno decidere agli altri Paesi se nucleare e gas siano sostenibili o meno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Basterebbe che l'Italia prendesse posizione, affiancando gli altri 6 Paesi che hanno già detto di “no” al nucleare, per fare blocco e non fare entrare il nucleare in tassonomia verde. Il silenzio delle forze politiche acconsentirà all'inserimento del nucleare nella tassonomia verde e questo noi lo diremo ai cittadini, per cui ambientalismo, transizione ecologica, scordateveli proprio nelle prossime campagne elettorali, perché noi saremo lì a smentirvi punto su punto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sut. Su che cosa onorevole Sut? Prego, onorevole, mi dica.
LUCA SUT (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo anch'io la possibilità di avere un'informativa da parte del Ministro Cingolani prima della decisione da parte del Governo…
PRESIDENTE. Quindi, sul medesimo argomento dell'onorevole Vianello?
LUCA SUT (M5S). Esatto. …prima della decisione da parte del Governo sulla tassonomia gas e nucleare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Seguito della discussione delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri n. 1-00467, Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione (ore 16,40).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424 (Nuova formulazione), Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore formulazione), Capitanio ed altri n. 1-00467, Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione (Vedi l'allegato A).
Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 19 aprile, sono state presentate le mozioni Capitanio ed altri n. 1-00467, Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 e una seconda ulteriore nuova formulazione della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466, che sono già state iscritte all'ordine del giorno (Vedi l'allegato A).
Avverto, altresì, che in data odierna è stata presentata un'ulteriore nuova formulazione della mozione Giarrizzo ed altri n. 1-00424, il cui testo è in distribuzione, e contestualmente le mozioni Capitanio ed altri n. 1-00467 e Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 sono state ritirate dai presentatori.
I firmatari dell'ulteriore nuova formulazione sono i seguenti deputati: Carabetta, Capitanio, Bruno Bossio, Palmieri, Nobili, Stumpo, Angiola, Ripani, Colucci, Fusacchia e Morassut.
Avverto, infine, che è stata testè presentata una nuova formulazione della mozione Giuliodori ed altri n. 1-00479, il cui testo è in distribuzione.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
ASSUNTELA MESSINA, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Giarrizzo ed altri n. 1-00424 (Ulteriore nuova formulazione) e a questo proposito si ringraziano anche tutti i gruppi di maggioranza per l'attento e puntuale lavoro che ha portato a mettere in campo la definizione di una mozione unitaria.
Il Governo esprime, invece, parere contrario sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore nuova formulazione).
Per la mozione Giuliodori ed altri n. 1-00479, il Governo esprime parere contrario sulle premesse e sull'impegno n. 1 e parere favorevole sugli impegni n. 2 e n. 3.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Nunzio Angiola. Ne ha facoltà.
NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Voteremo a favore sulla mozione della maggioranza relativa alle infrastrutture digitali. Abbiamo apprezzato l'inserimento di un'informativa alle Camere in merito all'espletamento di tutte le procedure relative alla realizzazione del polo strategico nazionale. Abbiamo apprezzato il riferimento alla vigilanza pubblica tramite l'agenzia per la cybersecurity e l'applicazione ai concessionari dei requisiti del golden power governativo. Abbiamo apprezzato l'attenzione ai piccoli comuni dal punto di vista della formazione da svolgere in loco e per i contributi che saranno necessari per l'adeguamento dei software, soprattutto dei piccoli comuni nelle aree interne del Paese. Abbiamo apprezzato il riferimento alla formazione e alla ricerca, che dovranno svolgersi nella scuola come nell'università e negli ITS. Abbiamo apprezzato l'attenzione alla migrazione secondo il principio mobile first quale accesso telematico ai servizi. Tutto ciò premesso, noi di Azione-+Europa voteremo a favore sulla mozione di maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Acunzo. No, rinuncia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FUSACCHIA (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Molto brevemente, questa è una mozione - parlo, ovviamente, della mozione di maggioranza - molto unitaria, nella nuova formulazione che anche lei ha richiamato, e molto equilibrata, che mette al centro alcuni punti chiave. Ovviamente, colleghi, la parte più strategica e più strutturale riguarda il cloud e la sicurezza dei dati (quindi, tutti aspetti centrali). Io voglio solo richiamarne due, per evitare che si perdano, che, invece, sono altrettanto centrali all'interno della mozione e del lavoro che il Governo, il Parlamento e il Paese devono fare sulle questioni che stiamo discutendo.
PRESIDENTE. Si fermi un attimo per piacere, onorevole. Un attimo solo, così ripristiniamo l'attenzione dell'Aula. Se fate intervenire l'onorevole Fusacchia vi sono grato. Onorevole Prisco, mi scusi: facciamo intervenire l'onorevole Fusacchia. Potete anche uscire dall'Aula se non siete interessati. Anche dalla parte del PD facciamo un po' di silenzio e facciamo intervenire l'onorevole Fusacchia. Onorevole Bersani, per cortesia: la sua voce rimbomba nell'emiciclo. Mi spiace, altrimenti l'onorevole Fusacchia non riesce a intervenire.
Prego, onorevole Fusacchia.
ALESSANDRO FUSACCHIA (M-MAIE-PSI-FE). Grazie davvero, Presidente. Dicevo che ci sono due punti cruciali in questa mozione che volevo menzionare: uno riguarda i dati, non solo dal punto di vista della loro sicurezza, che è fondamentale per i cittadini, per le imprese e per tutti gli attori, ma dal punto di vista della loro interoperabilità. Noi dobbiamo andare verso un sistema in cui le pubbliche amministrazioni abbiano la possibilità di condividere i dati che hanno a disposizione, ma questo deve andare di pari passo con ulteriori garanzie e tutele per tutti i cittadini. Quindi, i meccanismi che saranno studiati e che devono essere studiati - che vengono e che saranno sempre più approntati - da questo punto di vista sono delicatissimi e centrali. Noi non ci possiamo più permettere pubbliche amministrazioni che non dialogano fra di loro, ma allo stesso tempo non ci possiamo permettere pubbliche amministrazioni che si passano dati di cittadini e imprese senza che i diretti interessati ne siano informati (almeno come garanzia minima).
Il secondo aspetto centrale riguarda la formazione. Noi abbiamo bisogno di formare sempre di più, a partire dalla scuola e dall'università, che sono, ovviamente, collegate col mondo della ricerca, cittadine e cittadini che siano consapevoli nell'esercizio dei loro diritti democratici ma dobbiamo anche aumentare le competenze a disposizione di questo Paese su questi temi, che saranno sempre più strategici. Quindi, tutto l'investimento che noi auspichiamo con questa mozione per quello che riguarda la nuova offerta formativa nelle università e negli ITS - e anche di collegamento molto più stretto con le imprese - è un altro elemento centrale su cui dovremo spingere e insistere e su cui chiediamo che il Governo faccia uno sforzo supplementare rispetto a quello che sta già facendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliodori. Ne ha facoltà.
PAOLO GIULIODORI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Finalmente è arrivata questa mozione in Aula o, per meglio dire, finalmente riusciamo a votarla, perché è stata già rinviata varie volte. La mozione parla, appunto, delle infrastrutture digitali, che spesso forse vengono trattate con sufficienza ma che, in realtà, hanno un'importanza cruciale, sia in termini di servizi da offrire al cittadino sia in termini di sicurezza. Abbiamo anche votato nei mesi scorsi l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e, quindi, dobbiamo essere assolutamente aggiornati su questo. Le infrastrutture digitali non possono non essere aggiornate tecnologicamente, sia in termini di formazione sia in termini di investimenti. Quindi, andiamo a discutere di un'infrastruttura che andrà a gestire i dati di milioni e milioni di cittadini italiani e potete solo immaginare quanto possa essere importante e delicata un'infrastruttura del genere.
Con questa mozione noi di Alternativa vorremmo proporre al Governo un'infrastruttura che sia totalmente pubblica, un'infrastruttura che sia, quindi, gestita da personale e da aziende di Stato e non un'infrastruttura che possa finire nelle mani di aziende private o anche di aziende private estere, che forse sarebbe anche peggio. Infatti, abbiamo visto che per quanto riguarda il polo strategico nazionale - quindi, il cosiddetto cloud nazionale - si sia arrivati a selezionare l'offerta (quella di TIM: era scontatissimo che sarebbe finita così). Perché è preoccupante questo? È preoccupante perché, ahimè, TIM non si può più considerare italiana, perché l'azionista di maggioranza è Vivendi, quindi una società francese. Dunque, siamo veramente sicuri di voler affidare un nostro bene, come quello, appunto, dei dati, che - ripeto - riguardano 60 milioni di italiani (non sono proprio delle briciole), a società che hanno totalmente altri interessi rispetto a quello della tutela, della trasparenza e della privacy di questi dati? Siamo sicuri? Siamo sicuri, appunto, di volerli affidare per esempio a Vivendi, che è azionista di riferimento del gruppo TIM? Ma anche se non ci fosse Vivendi abbiamo Kkr. Abbiamo saputo, negli ultimi mesi, che c'è stata questa discussione riguardo alla manifestazione d'interesse di Kkr per l'acquisto della stessa TIM. Tra l'altro, Kkr si trova anche con il 37 per cento all'interno di FiberCop, che è la società, partecipata anche dalla stessa TIM, che ha parte della rete fisica. Quindi, stiamo parlando di un acquisto sul territorio, proprio una lista della spesa da parte di Kkr che prima ha acquistato parte della rete fisica e adesso magari vorrebbe anche entrare nel polo strategico nazionale.
Resta il fatto che non c'è un reale ruolo dello Stato (purtroppo devo dirlo). Manca anche qui un aspetto di assoluta sovranità, che è un termine che viene spesso abusato in quest'Aula ma che in questo caso è centrale perché stiamo parlando dei dati, del cosiddetto oro digitale, di informazioni che sono assolutamente fondamentali anche per la tutela della sicurezza dello Stato (vi posso fare anche un paio di esempi su quello che concerne la sicurezza digitale). Perché questa infrastruttura è estremamente importante? Perché l'abbiamo visto anche negli ultimi mesi (basta guardare cos'è successo nel mese scorso): abbiamo avuto l'attacco alla SIAE, in cui sono stati trafugati dati di editori, di autori, di artisti eccetera.
Abbiamo avuto un attacco alla Sogin, che si occupa della dismissione degli impianti nucleari. Quindi sono siti assolutamente sensibili. Potevamo vedere sul web, in particolare ovviamente sul dark web, dove venivano vendute queste informazioni: avevamo a disposizione esattamente i progetti di tutta la planimetria dei vari siti; siti che assolutamente, ovviamente, erano sensibili e riguardano la sicurezza di tutti noi. Questo ci fa capire quanto sia realmente importante la sicurezza e quanto non possiamo affidarla a soggetti che non hanno minimamente interesse alla tutela della nostra sicurezza, ma perseguono altri interessi, come banalmente l'interesse economico. Ci sono tante altre questioni che volevo porre all'attenzione, purtroppo il tempo in questo caso mi è tiranno.
Volevo solamente sollevare il tema della formazione, che spesso viene forse lasciato troppo indietro, perché abbiamo una pubblica amministrazione, primo, sottodimensionata: a spanne ci mancano circa 2 o 3 milioni di dipendenti pubblici, che potrebbero magari diminuire quella sacca di disoccupazione che abbiamo attualmente nel Paese, e quindi formare anche persone all'interno della pubblica amministrazione. Ma, oltre alla mancanza di dipendenti, degli attuali solamente 2 su 100 sono giovani, contro i 21 su 100 in Francia o i 30 su 100 in Germania. Quindi, oltre ad avere pochi dipendenti pubblici, anche e soprattutto nell'ambito digitale, li abbiamo anche vecchi. Per vecchi non intendo ovviamente solo di età anagrafica, ma in termini di competenze, e quindi bisognerebbe investire.
Ringrazio, se non ho capito male, il parere favorevole da parte del Governo sul punto della formazione, ma credo che dobbiamo investire seriamente sulla formazione.
Un altro punto, il secondo punto dell'impegno, che riguarda l'erogazione di migliori servizi al cittadino: anche qui ho avuto parere favorevole e ringrazio, ma voglio sottolineare, sempre nel rispetto della trasparenza e della privacy, che stiamo vedendo adesso come è stata inserita, come se nulla fosse, una multa ai cosiddetti no-vax o a quelle persone che non si sono vaccinate o anche a quelle persone che magari hanno fatto due dosi, ma adesso vengono considerate no-vax perché non hanno fatto la terza dose. Ebbene, in questo caso c'è una multa automatica con un incrocio di dati tra l'ambito sanitario e l'Agenzia delle entrate, e faranno partire queste cosiddette multe automatiche. Qualcuno potrà dire che la somma è assolutamente banale, parliamo di 100 euro, per carità, ma non è un problema di somma, ma è un problema di far abituare a un sistema - quello delle multe automatiche - senza che ci sia un pubblico ufficiale ad accertare un illecito. Stiamo aprendo scenari veramente molto preoccupanti, e quindi ringrazio di nuovo il Governo per aver dato parere favorevole al secondo impegno, però ci tengo a precisare che questo deve essere solo rivolto al miglioramento dei servizi per il cittadino e non ad introdurre una sorta di sistema di crediti sociali come in altri Paesi, che di certo non sono democrazie. Concludo dicendo che il ruolo dell'infrastruttura digitale in questo Paese, ma come in tutti gli altri Paesi del mondo, sarà centrale.
Temo che questa sarà l'ennesima svendita che porterà questo Governo. Spero sinceramente di sbagliarmi, ma le premesse sono tutte verso questa direzione. Quindi abbiamo Tim che adesso, come dicevo prima, è di Vivendi in maggioranza, come azionista di riferimento, ma in un probabile futuro avremo Kkr, quindi soggetti totalmente estranei alle dinamiche nazionali, totalmente non responsabili verso il Paese Italia. Quindi sono molto preoccupato per questo. Devo anche mostrare un po' il mio rammarico per tutta questa maggioranza piegata a queste logiche che non sono nell'interesse dei cittadini italiani, e quindi vigileremo su questo, ma i presupposti non sono per niente buoni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare i colleghi di maggioranza e il Governo per il lavoro svolto in queste giornate per arrivare finalmente ad approvare questa mozione che già in passato avevamo provato a portare in Aula e che invece oggi riusciamo non soltanto a portare in Aula, ma ad approvare con un'ampia maggioranza che ha condiviso una parte di quella che sarà la discussione che noi ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi, che nient'altro è che un pezzo non secondario del PNRR, ovvero la modernizzazione del Paese.
Qui oggi noi stiamo trattando di uno dei punti, del cloud, di quello che riusciremo a conservare dell'importanza dei dati. C'è un tema più ampio: non userò tutti i dieci minuti, Presidente, perché in questa mozione - è stato ricordato anche prima - tanto le premesse quanto gli impegni al Governo sono totalmente condivisi. Il punto sarà quanto riusciremo a fare oltre questa mozione.
Significa modernizzare il Paese, dargli un'infrastruttura reale, forte, costruire dei player del nostro Paese capaci di garantire la sicurezza dei dati e, come scriviamo anche nella mozione, di essere operatori internazionali rispetto alla cybersecurity e quant'altro. Quindi il mio e il nostro voto favorevole in questa mozione vanno oltre la mozione, vanno per un lavoro proficuo che noi dovremo fare nei prossimi mesi, nei prossimi anni, per mettere l'Italia dentro ai player che giocano le partite internazionali, che hanno capacità di costruire sistemi di sicurezza e che mettano in sicurezza i cittadini, non i dati dei cittadini, perché, quando parliamo dei dati, ormai dobbiamo ragionare del fatto che non sono soltanto i dati, ma è la sicurezza stessa delle persone che noi dobbiamo costruire e tutelare. Per queste ragioni c'è il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietina. Ne ha facoltà.
SIMONA VIETINA (CI). Presidente, onorevoli colleghi, le sfide che aspettano il sistema Paese nei prossimi anni sono di sicuro rilievo e riguarderanno certamente la gestione di un cambiamento già in essere prima della pandemia, riguardante misure che proprio durante il periodo pandemico si sono rese indispensabili. Ed è proprio a seguito delle difficoltà affrontate che abbiamo avuto la piena consapevolezza che tali misure non potevano più essere rimandate perché richieste nel mondo sociale e professionale. Si è resa ancora più evidente la necessità di una trasformazione del Paese verso nuovi orizzonti in termini di digitalizzazione, transizione ecologica, mobilità sostenibile, istruzione, inclusione, coesione sociale e salute.
Tutti obiettivi delle linee di sviluppo e investimento individuate dall'Unione europea per il rilancio dell'economia e della vita in Europa. Dopo oltre un anno di transizione dovuto alla pandemia, pur ritornando gradualmente a modalità di lavoro con preponderanza in presenza, alternato ad attività svolte da remoto, resta centrale la necessità di rivedere l'organizzazione dei processi, confermando come i servizi digitali e l'informatizzazione siano un perno della trasformazione digitale del Paese. La strategia consiste nel favorire lo sviluppo di una società digitale dove i servizi mettono al centro i cittadini e le imprese attraverso la digitalizzazione della pubblica amministrazione, che costituisce il motore di sviluppo per tutto il Paese. Quindi promuovere lo sviluppo sostenibile, etico e inclusivo attraverso l'innovazione e la digitalizzazione al servizio delle persone, della comunità, dei territori, nel rispetto della sostenibilità ambientale. Infine contribuire alla diffusione delle nuove tecnologie digitali nel tessuto produttivo italiano, incentivando la standardizzazione, l'innovazione e la sperimentazione nell'ambito dei servizi pubblici.
La valorizzazione del patrimonio informativo pubblico è un obiettivo strategico per la pubblica amministrazione per affrontare efficacemente le nuove sfide dell'economia basata sui dati, data economy, supportare gli obiettivi definiti dalla strategia europea in materia di dati, garantire la creazione di servizi digitali a valore aggiunto per cittadini, imprese e, in generale, tutti i portatori di interesse, e fornire ai policy maker strumenti data-driven, da utilizzare nei processi decisionali e produttivi. A tal fine è necessario definire una data governance, coerente con la strategia europea e con quanto previsto dalla direttiva europea sull'apertura dei dati e sul riutilizzo dell'informazione del settore pubblico.
Tra gli obiettivi preannunciati durante l'audizione per la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza del 18 marzo 2021, il Ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale Colao ha sottolineato la necessità di sfruttare le opportunità derivanti dalla tecnologia cloud computing per favorire la transizione digitale del Paese. Il cloud, oggi ancora poco adottato dalla pubblica amministrazione italiana, ha un enorme potenziale, in quanto migliora la qualità dei servizi erogati, riduce in maniera significativa i costi, contribuisce ad aumentare l'efficienza energetica ed incrementa significativamente la sicurezza rispetto alle insidie digitali. Una particolare attenzione deve, però, essere riservata alle zone bianche. Infatti, alcuni comuni sul territorio nazionale sono in attesa della posa della fibra e molti si trovano nell'impossibilità di accedere al cloud. Quindi, viene di per sé che è urgente velocizzare tutti quei lavori finalizzati a fornire ai suddetti comuni la copertura Internet, per consentire la trasmissione e l'uso dei dati in cloud, sempre nell'ottica del Ministro Colao di mettere tutti al centro.
Nel sottolineare la necessità di un facile utilizzo dei dati trattati dalla pubblica amministrazione, per consentire a tutte le categorie di accedere alla digitalizzazione, il Ministro Colao ha posto l'accento sul rafforzamento della cybersecurity nazionale per difendere persone e infrastrutture, programmando a tal fine il traguardo della realizzazione di un polo strategico nazionale (PSN). In occasione della conferenza stampa del 7 settembre 2021 per la presentazione della Strategia Cloud Italia, il Ministro Colao ha preannunciato le regole del prossimo bando per la realizzazione del PSN, che vedranno il mantenimento del controllo da parte dello Stato, senza rinunciare tuttavia al contributo di aziende private. Grazie ad una collaborazione con l'agenzia per la cybersecurity sarà possibile iniziare il passaggio dei dati della pubblica amministrazione verso la “nuvola” di Stato. La casa moderna dei dati italiani, come definita dal Ministro, avrà comunque bisogno di guardiani esperti, “hacker buoni”, che vigileranno sul trasferimento dei dati. Il PSN prevede che, a protezione dei dati sensibili italiani, siano previsti tre tipi di crittografia, che permetteranno anche ai Paesi esteri di fornire un contributo, salvaguardando la segretezza dei nostri dati e lasciando in capo all'Italia il controllo delle regole di comportamento. Il polo strategico nazionale sarà probabilmente gestito da una piattaforma di privati, che usufruiranno della collaborazione di partner, quali Google e Microsoft. Secondo il Ministro Colao, accanto al polo nazionale, è fondamentale prevedere la flessibilità per le amministrazioni di usufruire di efficienti cloud pubblici o ibridi pubblici-privati, purché a fronte di una rigorosa e omogenea classificazione delle tipologie di dati da conservare e delle caratteristiche di sicurezza e protezione richieste ai fornitori.
La necessità di puntare al cloud nazionale per la pubblica amministrazione permetterà al nostro Paese di superare un ritardo messo in evidenza soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, durante la quale si è verificato un aumento dell'adozione del cloud nelle piccole e medie imprese. Secondo lo studio portato a termine da The European House-Ambrosetti, presentato a Cernobbio durante l'ultimo forum, “La data economy in Italia e il ruolo del cloud per la transizione digitale”, l'utilizzo del cloud nazionale comporterebbe un aumento di produttività del 35 per cento, una riduzione del 26 per cento dei costi provocati dagli attacchi cyber e un vantaggio anche per l'ambiente, con un abbattimento di CO2 per ciascuna azienda, dovuto a un minor consumo elettrico dei data center. Tuttavia, si deve prevedere la possibilità di calmierare i costi che i comuni si trovano ad affrontare per la migrazione dei dati e il mantenimento dei software, oltre che per l'accesso al cloud.
Le mozioni all'esame di quest'Aula propongono e pongono in evidenza alcune problematiche, che dovranno essere necessariamente affrontate, a fronte della realizzazione di un'amministrazione digitale. È necessario, dunque, che lo Stato costruisca e gestisca direttamente la propria infrastruttura digitale pubblica, unico modo per eliminare i rischi in termini di sicurezza, affidabilità, autonomia e proprietà dei dati. Per costruire una solida infrastruttura digitale, è fondamentale per la pubblica amministrazione acquisire maggiori competenze in termini sia di capacità di gestione diretta di siffatte infrastrutture, che di relazione con i principali player attivi nell'offerta di tale categoria tecnologica. È tuttavia primario che venga garantita sicurezza sia alla localizzazione che alla proprietà dei dati e non si incorra nel rischio del vendor lock-in, ossia la creazione di un rapporto di dipendenza tra la pubblica amministrazione e il fornitore del servizio o dell'uso, o nell'acquisizione impropria dei dati pubblici da parte di fornitori o operatori terzi. Condivisibile è quindi la previsione di un sistema di raccolta, conservazione e scambio dei dati della pubblica amministrazione, in precedenza classificati meticolosamente in base alla rilevanza a livello di sicurezza, mediante lo sviluppo di infrastrutture e sistemi di cloud computing di unica proprietà dello Stato, valutando di affidarne la gestione a ente pubblico o azienda pubblica, che ne garantisca la sicurezza, la consistenza, l'affidabilità e l'efficienza. Siamo assolutamente favorevoli alla puntuale informativa alle competenti Commissioni parlamentari da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministro della Difesa, relativamente alla trasparenza in ordine all'autonomia tecnologica del PSN stesso e con particolare riferimento all'eventuale coinvolgimento anche indiretto di operatori extraeuropei. Così come valutiamo positivamente la necessità di assicurare che il polo strategico nazionale sia sottoposto a vigilanza pubblica.
Inoltre, reputiamo indispensabile supportare in particolare i comuni più piccoli nel passaggio al cloud, favorendo azioni di formazione del personale delle pubbliche amministrazioni, auspicando che si valuti positivamente l'opportunità di erogare contributi per l'adeguamento dei software e le relative licenze, nonché per sostenere i costi delle migrazioni, che non possono rimanere a carico dei dipendenti comunali, ma devono essere affidati a professionisti esterni (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Ribadiamo, infine, la necessità di porre particolare attenzione ai comuni che non hanno la banda ultralarga, velocizzando la fornitura gratuita di una connessione veloce e sicura, uguale per ogni comune italiano. Sottolineiamo, inoltre che risulta di fondamentale importanza uniformare tutti i software utilizzati per gli stessi servizi, affinché ci sia un reale scambio di informazioni per un utilizzo davvero efficiente ed efficace delle nuove infrastrutture.
Con l'auspicio che il Governo saprà sostenere le necessità evidenziate, dichiaro che voteremo a favore della mozione unitaria di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nobili. Ne ha facoltà.
LUCIANO NOBILI (IV). Grazie Presidente. Discutiamo oggi di una mozione, che ora - meglio e più di quando ha avviato il suo iter parlamentare - ha trovato una bella e fortunata condivisione e anche una sua utilità e un suo senso nel lavoro comune che siamo riusciti a fare - del quale ringrazio i miei colleghi e delle altre forze di maggioranza che seguono questo tema e il Governo, che è stato interlocutore presente e attento e anche veloce, se è vero che il processo di cui discutiamo è già partito. È già stata selezionata la proposta giudicata migliore, quella avanzata dal consorzio fatto da TIM, CDP, Leonardo e Sogei, in un partenariato pubblico-privato, che poteva essere costruito anche con altre modalità, ma che è una strada convincente, sulla base della quale verrà affidata una gara, che sarà gestita da Difesa Servizi già nelle prossime settimane. È importante che il Parlamento affianchi e segua questo lavoro, che ha a che fare con un'infrastruttura strategica cruciale per il nostro futuro prossimo, come il cloud dei dati pubblici, il polo strategico nazionale.
Come Italia Viva, abbiamo tanto insistito negli ultimi anni sul tema dell'infrastrutturazione fisica e digitale del Paese. È un nostra battaglia sin dalla nostra fondazione, è nel DNA del nostro movimento politico, perché per noi è la chiave di volta per la ripresa del Paese. Con la stessa forza siamo intervenuti più volte sui gravissimi ritardi in termini di digitalizzazione dell'Italia, dopo la felice stagione di impulso prodotto dal Piano per la banda larga dell'allora Governo Renzi.
Nel tempo, i dati e l'indice DESI, primo fra tutti, hanno fotografato la situazione. Anche se nell'ultima rappresentazione l'Italia ha fatto passi avanti, l'indice DESI, che fotografa appunto lo stato d'avanzamento digitale, ci ha condannato alle ultime posizioni, in particolare su due questioni che riguardano direttamente il cloud: il rapporto con la pubblica amministrazione digitale e le competenze digitali, dei cittadini e degli operatori, su cui siamo molto indietro. Allo stesso modo e con la stessa forza, il Governo e il Ministro Colao sanno bene quanto Italia Viva abbia sposato da subito il Piano messo in campo con il PNRR e, nello specifico, il Piano per la transizione digitale, che si scontra e si scontrerà con ritardi burocratici, ma che ha il grande merito di essere molto ambizioso, anticipando al 2026 gli obiettivi che la Bussola Digitale europea fissa al 2030 e, insieme, molto pragmatico negli strumenti scelti. Tutto questo servirà anche per lasciarci alle spalle quel digital divide che ha prodotto tante diseguaglianze sociali.
Nel merito del cloud per la PA parliamo di un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario: rendere digitali, protetti e utilizzabili tutti i dati della pubblica amministrazione, obiettivo al quale sono dedicati quasi 2 miliardi di euro nell'ambito del PNRR, per far partire già nel 2022 quella che il Ministro Colao ha definito “l'autostrada del Sole dei dati”: offrire finalmente servizi pubblici più rapidi ed efficienti da comuni, regioni, ASL, ospedali e scuole. Da questo punto di vista, anche la situazione di partenza è oggettivamente sconfortante, soprattutto da due punti di vista, lo dice una ricerca di AgID: in termini di sicurezza - in Italia, i dati della PA sono conservati in 11 mila diversi data center ed è stato stimato che il 95 per cento di questi non ha i minimi requisiti di sicurezza e di protezione da attacchi hacker, a fronte di un crescente aumento di questi attacchi, più 60 per cento, al 2017 - e sotto il punto di vista dell'interoperabilità: ci sono centinaia di sistemi diversi tra loro, incapaci di parlarsi e di scambiarsi informazioni. Il pilastro di questo grande cambiamento sarà il Polo strategico nazionale, che dovrà garantire sicurezza, stabilità, efficienza, efficacia e sarà costituito da una rete all'avanguardia di centri di raccolta dati, con due obiettivi, come dicevamo, la migrazione verso soluzioni cloud sicure almeno del 75 per cento dei dati della PA entro il 2026 e rendere interoperabili tutte le banche dati pubbliche.
C'è, poi, il tema della governance, di cui abbiamo parlato in precedenza, c'è il tema dei fornitori dei servizi, ben analizzato nella mozione. Attualmente, i principali gruppi che offrono servizi di cloud computing sono statunitensi o, peggio ancora, in modo più preoccupante, extraeuropei e non nostri alleati e, quindi, anche da questo punto di vista, nella mozione c'è un approfondimento importante su questo e sul potenziamento del cloud computing, anche come ruolo strategico per il futuro del Paese, perché la nazionalità del cloud provider è importante per alcune ragioni, in particolare, perché le legislazioni di Paesi terzi e non europei possono intervenire o considerarsi autorizzate a intervenire sulle proprie aziende e sui dati che detengono i cittadini europei o italiani anche al di fuori dei loro confini nazionali; una per tutte, ricordo il Cloud Act statunitense. Da questo punto di vista, ci sarà bisogno di una vigilanza e di un controllo forte, figurarsi con Paesi e nazionalità la cui normativa e la cui sensibilità, anche, appaiono molto distanti da quelle europee, penso, ad esempio, alla Cina. Ebbene, il Governo potrà utilizzare in questo senso tutti i poteri e il ruolo di golden power.
Infine, vi è un grande accento sul tema della sicurezza e, da questo punto di vista, è molto importante la collaborazione con l'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica e con l'Agenzia per la cybersicurezza, che ha tra i suoi compiti istituzionali proprio quello della promozione e della crescita delle eccellenze italiane nel settore.
Spendo una parola per la valorizzazione della crittografia, come elemento strategico di sovranità tecnologica. In Italia, abbiamo aziende che stanno facendo grossi passi avanti da questo punto di vista; la produzione e l'aggiornamento di algoritmi certificati proprietari rappresentano una grande garanzia di segretezza, sia per i principali dati strategici, quelli che il PSN definisce come strategici o critici, sia per i dati che utilizzano i cittadini e le imprese medie e piccole. Se il PSN sarà la cassaforte dei dati, una crittografia nazionale è la chiave che macchia indelebilmente le banconote, rendendole inutilizzabili, qualora ci fosse un data breach. È importante, quindi, per noi avere, per i nostri dati e per la PA, una casa moderna, con le migliori tecnologie, ma anche, come si diceva, con i migliori guardiani.
Ancora, le competenze digitali sono fondamentali: abbiamo una PA vecchia, da questo punto di vista, c'è bisogno di lavorarci sia fronte operatori della PA sia fronte cittadini, anche destinandovi risorse e campagne. Si diceva della piccole imprese, ma c'è anche il tema dei piccoli comuni che necessiteranno di un intervento strategico e su questo fortunatamente ci sono risorse dedicate nel PNRR all'intervento sui piccoli comuni che avranno bisogno, anche per i loro software, di aggiornarsi.
Infine, è importante aver stabilito con questa mozione una relazione tempestiva alle Commissioni parlamentari sull'espletamento di tutte queste procedure che verranno per la realizzazione del PSN per garantire al Parlamento la massima trasparenza in ordine a questo principio di autonomia tecnologica del PSN e al coinvolgimento diretto o indiretto di partner extraeuropei. Questo, per noi, è molto importante. Tutto questo nel quadro - come dicevamo - di un piano di digitalizzazione del Paese - la banda larga e il piano per il 5G – strategico; è una Missione fondamentale del PNRR e c'è tutto il nostro sostegno a questo lavoro. È, nei fatti, quella del digitale, quella dei dati, la rivoluzione industriale del nostro secolo, dobbiamo affrontarla come va affrontata, dobbiamo cogliere le opportunità che ci arrivano con le risorse dell'Europa e cavalcarla, per cambiare gli asset e i problemi che da troppo tempo questo Paese ha conservato e coltivato.
Per questo dichiaro il voto favorevole e convinto del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.
ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, noi comprendiamo di essere antipatici al Ministro Colao (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché abbiamo il vizio di porre domande e il Ministro Colao, purtroppo, ha il vizio di non rispondere mai; tra le due cose, credo che la seconda sia decisamente peggiore rispetto alla prima. Abbiamo anche l'abitudine di avanzare proposte; il collega Mollicone ed io ne avremo presentate, in materia di cloud, a decine, ma il Ministro Colao non ama il confronto, perché non riusciamo mai a confrontarci con lui, né in sede di Commissione, né in sede parlamentare. Il parere, però, che lei ha espresso a nome del Governo sulla mozione di Fratelli d'Italia è sconvolgente, è privo di senso; glielo dico con tutto il rispetto istituzionale e cercherò di spiegargliene il motivo. È da aprile che chiediamo di poter discutere la mozione del cloud nazionale, è da aprile che chiediamo di parlare di protezione dei dati strategici, perché questo è uno dei progetti più importanti e più costoso del Recovery Plan. Sulla governance e sulla protezione dei dati personali, oltre che sull'enormità delle risorse finanziarie a disposizione, si gioca evidentemente la madre di tutte le battaglie per quanto concerne la modernizzazione del Paese attraverso la pubblica amministrazione. Allora, i dati dei cittadini raccolti dalla pubblica amministrazione non possono essere affidati a società estere o messi su cloud esteri, ovviamente, per motivi di sicurezza nazionale e di sovranità digitale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che sono due concetti che non riusciamo a far comprendere al Ministro Colao, che è di matrice anglosassone, essendo rimasto a lungo, per lavoro, a Londra. Il modello, ad esempio, di partnership pubblico privato che avete adottato noi l'avremmo congegnato in un altro modo; avremmo indicato prima il soggetto pubblico e, poi, avremmo fatto deleghe per i progetti avanzati dai privati; successivamente, per redigere il bando, avremmo considerato la consistenza dei progetti. Questa si chiama trasparenza, a casa nostra, si chiama rispetto del mercato e sana competizione. Invece, vedo che il dibattito si concentra sulla questione di Sogei per la quale, nel 2012, è stata costruita ad hoc una norma per conferirle lo status di Polo strategico nazionale, unico in Italia, sottosegretario, perché altrimenti non avrebbe potuto gestire i dati degli italiani, questo sia chiaro. Io c'ero all'epoca, era stata definita una norma indifferibile. Ebbene, qualche settimana fa, il Governo di cui lei fa parte ha revocato per legge lo status di Polo strategico nazionale a Sogei e non ha motivato la scelta, noi sappiamo perché, ma appunto non ha motivato la scelta.
E questa azione suscita qualche perplessità, perché ci domandiamo (e speriamo di avere una risposta): ma Sogei, in questo momento, quindi, è titolata per poter custodire e gestire i dati degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? E sulla protezione dei dati, noi abbiamo sempre avuto dubbi che posso comprendere siano divenuti anche sospetti a causa della vostra reticenza; avere dubbi, porre quesiti non significa mettere in discussione l'Alleanza atlantica o l'alleanza con gli Stati Uniti d'America. Ricordare che dal 2018 esiste il Cloud Act - approvato dal Congresso americano, peraltro - che comporta la possibilità per l'amministrazione americana di accedere, in qualsiasi momento, alla banca dati di società americane cloud che operino, sia sul territorio nazionale statunitense, sia fuori da quel territorio, beh, non è, come dire, un complotto. Non è un complotto ricordare che esiste anche il Fisa 702 - che è un altro accordo -, una legge federale votata e modificata ulteriormente nel 2008 che, addirittura, parla di specifiche procedure per sorveglianza e raccolta dei dati per gli stranieri. Noi vogliamo capirne gli effetti. Fratelli d'Italia vuole che il nostro cloud non sia quello dei Big Tech americani e chissà, magari, in futuro - così faccio contento anche il collega Gariglio - anche cinese, in base a chissà quale accordo economico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che ci passerà sulla testa per i prossimi quindici anni! Perché tanto vale il cloud.
In più, sono venuti meno recentemente anche gli accordi sovra continentali, cito il Privacy Shield, che era quel documento che regolava i rapporti di trasferimento dei dati tra gli Stati Uniti d'America e l'Europa, perché la Corte di Giustizia europea lo ha invalidato nel 2020. E' vero, l'Europa sta pensando a GAIA-X, però siamo ormai dell'idea che questo progetto sia non più la condivisione di una struttura europea, ma semplicemente un colloquio tra pubblico e privato per definire standard, nulla di più. In Italia, dove siamo in pesante ritardo, avete prorogato le gare; in Italia, la stampa ci dà notizia dell'apertura di fascicoli presso la procura della Repubblica, perché sembrerebbe che qualcuno abbia escluso dei soggetti pubblici dalla partita del cloud e questa è un'altra cosa veramente incomprensibile. Sempre in Italia abbiamo un fondo americano Kkr che sta scalando TIM, che è una società ormai controllata dai francesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e tutto ciò richiama a quanto detto poco fa: ci sono problemi per quanto riguarda la giurisdizione, il Cloud Act e il Fisa sono argomenti seri che dovete affrontare. E dovete mettere il Parlamento nella condizione di capire in trasparenza cosa sta accadendo. Ma c'è stato il cadeau natalizio e cioè il Governo ha approvato il progetto presentato dalla cosiddetta cordata italiana (poi le spiego perché è cosiddetta), TIM, Cassa depositi e prestiti, Leonardo, Sogei, per il Polo strategico nazionale. Questa è stata una sorpresona che avrebbe fatto allibire anche Maria De Filippi e, se fosse ancora tra noi, anche Raffaella Carrà, perché è veramente una carrambata. Nessuno si aspettava questa cosa, sto usando ironia, evidentemente, perché lo sapevano anche i banchi del Parlamento che avrebbe vinto il progetto e la selezione. Noi apprezziamo l'ironia del Governo, quando ha individuato, quale soggetto promotore, proprio TIM; anch'io voglio usare un po' di ironia, perché noi sappiamo che è un'azienda sana, che non ha debiti, che non ha esuberi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma soprattutto che ha un board solido e una strategia consolidata. E allora una domanda: nel caso dovesse avanzare il progressivo smembramento di TIM, a chi andrebbe il cloud? Anche su questo, non riusciamo ad avere una risposta. Un'altra domanda: ma chi è il partner tecnologico di questa cordata? Quante volte ce lo siamo chiesti, con il collega Mollicone e con gli altri colleghi di Fratelli d'Italia: è Sogei? Ma Sogei è semplicemente il consulente informatico della pubblica amministrazione, era già PSN, come le ho già detto prima, dal 2012, e, quindi, dal 2012 svolgeva, di diritto e di fatto, quelle funzioni che voi intendete attribuire a questa nuova cordata. Ma, come abbiamo detto, il Governo l'ha espropriata di questo status. Fateci capire, rispondete. Cassa depositi e prestiti si occupa di altro; Leonardo è concentrato sulle questioni dell'aerospaziale, non si intende, evidentemente, di tecnologia cloud computing. Allora, le riformulo la domanda: chi è il partner tecnologico? Lo chieda al Ministro Colao. Le do un indizio, un po' come si usa nei giochi televisivi, però lei mi deve promettere che non fa ricorso all'aiutino da casa per rispondere. L'indizio è questo: TIM e Google, nella primavera del 2020, hanno firmato un accordo solido per l'adozione della tecnologia cloud. E le do un secondo indizio: Google non è una società di Frascati, è una società americana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); quindi, il rischio ragionevole, oltre a quello sulla riservatezza dei dati, è che i 6 miliardi e 700 milioni di euro per l'operazione complessiva a livello tecnologico previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza vadano a ingrassare - lo ripetiamo da tempo - il PIL straniero, le aziende americane e le loro controllate europee (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché voi avete abdicato al sistema industriale straniero. Voi non state facendo crescere l'industria tecnologica italiana; voi costringete i nostri giovani informatici a cercare fortuna all'estero e la troveranno la fortuna e sa perché? Perché sono formati dalla più formidabile delle reti universitarie, e dobbiamo dirlo con orgoglio, che è quella italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Dice qualche Ministro e lo ha ripetuto anche in aula il Ministro Giorgetti: ma noi abbiamo la golden power. Quindi, quando il Ministro Colao, a settembre, nella conferenza stampa di presentazione - e poi lo ha ripetuto più volte - parla di accesso alle migliori tecnologie internazionali - cito testualmente per non essere sconfessato -- mentre i suoi colleghi parlano invece di ricorso alla golden power, evidentemente il Ministro Colao parla di una semplice acquisizione delle licenze, come è successo in Francia, o no? E spiegatecelo! Mi sembra abbastanza importante saperlo. Però sfatiamo anche un altro mito, perché le cosiddette licenze, chi le rilascia a non meglio precisati soggetti europei se non gli hyperscalers americani e cioè, ancora una volta, Google, Amazon e Microsoft (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che solo a parole noi diciamo di combattere e poi fanno quello che vogliono, anche in termini fiscali? E voglio ricordare che questi soggetti - e sto avviandomi alla conclusione, Presidente - controllano l'80 per cento del mercato europeo del cloud e sono anche i detentori delle migliori tecnologie internazionali di cui parla il Ministro Colao. Questo lo deve sapere l'Aula, noi lo sappiamo perfettamente e, da questo momento, sarà nostro impegno fare in modo che lo vengono a sapere anche gli italiani e alzi la mano chi, nel Governo - non c'è nessuno, c'è solo lei - è in grado di smentire che la tecnologia non sarà sviluppata interamente da Google. Quindi, voi avete deciso di appaltare ad aziende americane, che sono soggette a giurisdizione statunitense - ho concluso, Presidente - l'autonomia tecnologica, la sovranità digitale. Avete complicato una situazione che poteva essere semplice, quindi, noi saremo costretti a votare contro la mozione della maggioranza, che, peraltro, è acqua fresca, non risolve alcun tipo di problema, e voteremo a favore - e, probabilmente, chiederemo anche la votazione per parti separate - sulla mozione presentata dal gruppo Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente Mandelli, sottosegretaria Messina. Tre minuti per annunciare il voto favorevole di Forza Italia sulla mozione di maggioranza, per aggiungere una premessa e due considerazioni. La premessa è la seguente: questa mozione è comunque utile, nonostante il pensiero del mio amico appassionato Alessio Butti, perché ha consentito alle forze di maggioranza di fare un lavoro assieme al Governo, come già i colleghi hanno detto poco fa, utile a mettere a fuoco alcuni aspetti di un processo che sicuramente è delicato, importante e strategico. A questo riguardo, consentitemi di ringraziare un collega in particolare che credo ci stia seguendo in quarantena, che è il collega Carabetta dei 5 Stelle, che ha molto lavorato, Presidente Mandelli, con tutti noi, tenendoci uniti, affinché la maggioranza portasse in porto questa mozione.
Fatta la premessa, due considerazioni. La prima è la seguente e riguarda due considerazioni relative al punto 1 e al punto 3 dei nostri impegni di maggioranza. Certamente, come diceva poco fa il collega Stumpo, il punto saliente è l'esecuzione del progetto e l'esecuzione del piano. Tuttavia, il primo impegno, relativo all'obbligo di riferire puntualmente al Parlamento, e l'impegno n. 3, cioè l'obbligo di una campagna informativa che riguardi tutti i cittadini, vale a dire - e torno all'intervento del collega Butti - l'obbligo da parte del Governo di una trasparenza nei confronti dei rappresentanti e dei rappresentati, credo costituiscano punti molto importanti sui quali la maggioranza parlamentare ha potuto lavorare insieme, per portare il Governo a convergere.
Quindi, sottosegretaria Messina, sostanzialmente io non ho altro da aggiungere se non rilevare il fatto che è assolutamente importante, non solo l'informazione puntuale, tempestiva e precisa nei nostri confronti, ma anche quella nei confronti dei cittadini. Tutta la tematica del digitale è di per sé una tematica complessa, che appassiona noi e una platea di addetti ai lavori ma che, per la stragrande maggioranza delle persone, è tema ostico, difficile, giudicato e presentato molto spesso dai media come un pericolo per sé, per la propria famiglia e per il proprio lavoro, ed è perciò quanto mai importante che su questo tema e, in generale, sul tema del digitale non si crei una nuova frattura tra popolo ed élite: tra una élite fautrice del digitale e un popolo che viene abbandonato a se stesso rispetto alla consapevolezza delle potenzialità che il digitale ha in sé. Quindi, stando nei tre minuti che mi sono auto imposto come limite del mio intervento, concludo ringraziandovi per l'attenzione e confermando il voto favorevole di Forza Italia alla mozione di maggioranza e sui punti 2 e 3 della mozione Giuliodori, come prima annunciato dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gariglio. Ne ha facoltà.
DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, sottosegretaria, questa mozione ha un particolare rilievo perché è un atto, condiviso dall'ampia maggioranza che sostiene questo Governo, che esprime la volontà del Parlamento di orientare il Paese e la sua pubblica amministrazione verso un importante salto in avanti nell'uso delle risorse che ci offre la moderna tecnologia informatica. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza assicura per il digitale il 30 per cento delle risorse e pone precisi obiettivi al Paese: diffondere l'identità digitale, assicurando che venga utilizzata dal 70 per cento della cittadinanza, colmare il gap di competenze digitali, con almeno il 70 per cento della popolazione che sia digitalmente abile, portare circa il 75 per cento delle pubbliche amministrazioni italiane a utilizzare servizi in cloud, raggiungere almeno l'80 per cento dei servizi pubblici essenziali erogati on line e raggiungere il 100 per cento delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra larga.
Per raggiungere questi obiettivi non possiamo non partire da un forte investimento sulle infrastrutture per garantire una piena ed efficace e digitalizzazione della pubblica amministrazione, adottando con decisione il principio del cosiddetto cloud first. Se fino a ieri il cloud è stata una fra le tante opzioni per la pubblica amministrazione, da oggi sarà la scelta obbligata per la conservazione sicura dei dati, per la loro elaborazione e per offrire servizi digitali. Questa evoluzione è stata resa possibile grazie all'incredibile miglioramento della infrastruttura di rete, che oggi può contare sulla fibra ottica e su tecnologie inimmaginabili fino a qualche anno fa. La “nuvola informatica” nasce per sfruttare le potenzialità della nuova infrastruttura di rete correlata alla capacità dei server di lavorare in contemporanea, mettendo a disposizione una capacità di calcolo enorme. Combinato insieme ad altre tecnologie che si stanno diffondendo negli ultimi anni, il cloud costituisce la principale piattaforma abilitante per tutte le tecnologie avanzate - penso all'intelligenza artificiale, ai big data, all'Internet of things - che fanno capo al processo di trasformazione digitale. Ad oggi - è stato citato, ma è un dato rilevante - il 95 per cento dei circa 11.000 data center utilizzati dagli enti pubblici italiani presenta carenze nei requisiti minimi di sicurezza, di affidabilità e di capacità elaborativa e i nostri dati vengono conservati in strutture inadeguate a proteggerli. Il cloud aiuterà a rafforzare la sicurezza perché farà poggiare la sicurezza su strutture centralizzate che, per scala e investimento, sono tecnologicamente più avanzate e quindi più sicure. A fronte della spesa iniziale per la migrazione dei dati, le aziende e le amministrazioni che transitano al cloud ottengono due vantaggi: azzerano i costi relativi al possesso e alla manutenzione dell'hardware e riducono i costi imprevisti generati dei disservizi, mentre i costi per incrementare i volumi e utilizzare più risorse sono marginali e non richiedono investimenti extra. La ratio è dunque evidente e condivisibile, il cloud è oggi lo standard più affermato e permette vantaggi riconosciuti in termini di efficienza, scalabilità, economicità e resilienza rispetto ai modelli IT tradizionali quali l'housing e l'hosting.
L'Italia ha avviato un processo di innovazione dei servizi della pubblica amministrazione attraverso l'utilizzo di tecnologie digitali, anche alla luce delle recenti modifiche introdotte dal decreto legge n. 76 del 2020 al codice dell'amministrazione digitale, modifiche dirette a promuovere la realizzazione di un cloud nazionale. L'obiettivo strategico deve essere quello di realizzare un affrancamento dalle soluzioni che oggi poggiano quasi integralmente su infrastrutture messe a disposizione da fornitori internazionali: quattro gruppi societari statunitensi e un gruppo societario cinese. La nazionalità del cloud provider è rilevante, non è solo un fatto di mera difesa della bandiera italiana. La nazionalità è rilevante perché questa può comportare la giurisdizione di Paesi terzi e non europei che possono ritenersi autorizzati a intervenire sulle proprie aziende anche con riferimento a dati di cittadini europei da esse custodite in server localizzati in Europa. Se è nota la questione del Cloud Act statunitense, ancor molto più pervasivo e pericoloso si configura il controllo esercitato da Stati che non sono democrazie occidentali sulle loro aziende fornitrici di servizi cloud. La preliminare valutazione della normativa e della giurisdizione applicabile a questi servizi costituisce dunque un passaggio necessario e irrinunciabile. Per tali motivazioni, il raggiungimento di una autonomia tecnologica deve rappresentare un obiettivo primario, in quanto consentirà il nostro Governo non solo di esercitare un diretto controllo sui dati e sui servizi ma anche di promuovere l'implementazione di un ecosistema tecnologico indispensabile per lo sviluppo del Paese.
La strategia del Governo verso il cloud si è basata su tre pilastri: istituzione dell'Agenzia nazionale per la cybersicurezza, cui tra le altre sono state attribuite le competenze volte a regolare i livelli minimi di sicurezza, capacità e affidabilità delle infrastrutture digitali per la pubblica amministrazione, l'approvazione della strategia nazionale cloud e, soprattutto, la costituzione del polo strategico nazionale, ossia dell'infrastruttura ad alta affidabilità localizzata sul territorio nazionale, che sarà adibita e potrà ospitare i dati e i servizi critici e strategici di tutte le amministrazioni centrali, delle aziende locali e delle principali amministrazioni locali. Il Piano strategico nazionale consentirà di far fronte a una situazione attualmente grave sul piano della sicurezza delle attuali infrastrutture di archiviazione e gestione dei dati della pubblica amministrazione che sono divenute estremamente vulnerabili e soggette ad attacchi cyber, come hanno purtroppo dimostrato gli ultimi incidenti come quello avvenuto ai danni della regione Lazio, qualche mese fa, in pieno lockdown. La stessa Commissione europea ha già riconosciuto l'enorme importanza strategica del controllo delle infrastrutture digitali dei dati e ha anche elaborato numerose azioni per assicurare l'indipendenza tecnologica europea attraverso lo sviluppo di reti, applicazioni e capacità digitali.
A questo proposito mi sia consentito, in questo giorno estremamente triste, ricordare ancora una volta la figura di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, e citare il suo intervento in apertura del Consiglio europeo del 1° ottobre del 2020.
Diceva Sassoli: “In questo contesto la pandemia ha rivelato che la mancanza di accesso a Internet è una delle cause principali delle crescenti diseguaglianze tra i cittadini europei, ed è una forma importante di emarginazione” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sempre Sassoli: “Nel mondo che viene l'accesso a Internet dovrebbe essere considerato come un nuovo diritto umano. Tuttavia, non c'è diritto umano senza garanzie democratiche. L'Unione europea ha la sfida di essere pioniere e di dare un esempio nella democratizzazione del mondo digitale”. E ancora continuava: “L'Unione europea deve investire nella creazione di alternative proprie nella gestione delle infrastrutture strategiche dell'economia futura, cioè cloud europeo, intelligenza artificiale, supercomputing, per essere in grado di costruire una società digitale, che rispetti i diritti, sia innovativa e permetta ai cittadini di avere voce in capitolo su come vengono prese le decisioni nelle infrastrutture digitali.”
Alla luce di questo monito, che rappresenta una parte significativa della lezione che ci ha lasciato il Presidente Sassoli, io credo che gli impegni contenuti nella mozione di maggioranza siano estremamente importanti per condurre il Paese e la sua pubblica amministrazione verso quella modernizzazione di cui in tanti sempre parliamo e che con difficoltà ci accingiamo a realizzare.
È un atto importante, è un atto che è stato perseguito con una sostanziale condivisione delle forze di maggioranza. Ringrazio i colleghi dei gruppi di maggioranza per aver lavorato per cercare un punto d'intesa e, sulla base di queste considerazioni, esprimo a nome del gruppo del Partito Democratico l'indicazione di voto a favore della mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Capitanio. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, la Lega voterà a favore della mozione di maggioranza, al termine di un percorso in cui siamo riusciti a fare sintesi su alcune delle priorità che erano fondamentali per il nostro movimento. Alla fine, è già stato anticipato da tanti colleghi, la mozione di maggioranza contiene alcune delle indicazioni che il Parlamento vuole dare al Governo per lo sviluppo della Strategia nazionale sul cloud, ribadendo, sia nelle premesse che negli impegni, alcune priorità fondamentali quali l'autonomia, la trasparenza e la sicurezza.
Ormai è chiaro che, quando si parla di cloud, non si parla di “nuvole”, per cui anche la collocazione fisica dei server viene in secondo piano. Stiamo parlando di dati, di imprese, di sicurezza, di informazione e anche di consapevolezza, per cui la Lega ha chiesto che nei passaggi della mozione si sviluppasse un'operazione di sensibilizzazione della nostra comunità, per cui quotidianamente, al di là delle strategie nazionali, i singoli cittadini si trovano a cedere, in autonomia e presunta libertà, i dati ad altre realtà internazionali e straniere.
Dobbiamo ribadire che parlare di cloud oggi vuol dire parlare di uno dei mercati tecnologici più importanti e dinamici al mondo, che vale 400 miliardi di dollari e galoppa con tassi di crescita a doppia cifra: in Italia nel 2020 il mercato è cresciuto del 21 per cento rispetto all'anno precedente e ha raggiunto i 3,4 miliardi di euro. Il cloud costituisce l'ambiente informatico in cui sono inesorabilmente destinati a migrare dati, servizi e applicazioni degli utenti italiani, che siano privati, imprese o pubbliche amministrazioni. E quindi la Lega ha chiesto di chiedersi continuamente e di valutare - sia nel rapporto con le potenze come gli Stati Uniti, ma soprattutto, ovviamente, con le dittature come la Cina - quale sia la destinazione finale dei nostri dati, chi li controllerà e chi li conserverà. Ripeto: sicurezza e autonomia, al di là delle scelte che intraprenderà il Governo, rimangono le priorità che consegniamo con questo documento.
Avere il controllo, ovviamente, delle macchine e dei luoghi dove esse si trovano non è una misura sufficiente ad assicurare sicurezza e autonomia tecnologica, quando tali macchine funzionano con tecnologie e servizi forniti da operatori terzi, a volte extraeuropei. Il cloud nazionale è la vera questione su cui lavorare per evitare, quindi, che i dati sensibili, altamente sensibili, dei cittadini italiani possano essere gestiti, manovrati e utilizzati da potenze straniere. Interroghiamoci, dunque, su quale dovrebbe essere lo scopo ultimo del PNRR: colmare un ritardo accumulato oppure investire nella creazione di un ecosistema tecnologico nazionale ed europeo? La tecnologia è centrale nello sviluppo economico, e senza indipendenza e autonomia tecnologica non ci sarà sviluppo economico. Il Recovery Fund rappresenta un'occasione da non perdere, non tanto appunto per tamponare le mancanze del passato, quanto per porre le basi dello sviluppo economico, e non solo dei prossimi decenni.
Va rilevato, a scanso di equivoci, che centralizzare i server della pubblica amministrazione non riduce di per sé i problemi di sicurezza, anzi, per certi versi in alcuni casi li aumenta. Il caso dell'incendio dei data center di Strasburgo ha dimostrato come possano essere gettate al buio svariate amministrazioni, anche italiane, e ha mostrato come un comune incidente possa mettere in serio pericolo i dati degli utenti. Il vantaggio del cloud consiste, invece, nel distribuire e copiare i dati su vari data center, creando così dei backup in grado di sopravvivere ai singoli eventi catastrofici.
Va, altresì, avviata un'opera, accanto alla realizzazione del Polo strategico nazionale, di trasformazione digitale della pubblica amministrazione, che comporta la reingegnerizzazione dei processi, l'interoperabilità dei dati e l'investimento sulle capacità informatiche del personale. Uno dei punti, che ha chiesto di inserire la Lega e che poi è stato condiviso nella maggioranza, è quello per cui chiediamo, con forza, ed eventualmente con risorse, di accompagnare in questa trasformazione digitale soprattutto i comuni sotto i 5 mila abitanti, che rappresentano il 75 per cento della nostra popolazione.
La crescita delle risorse interne dovrebbe essere trainata, laddove è possibile, dalla forza di acquisto delle pubbliche amministrazioni e pertanto occorrerebbe fare in modo che le gare Consip siano strutturate quantomeno in modo da permettere anche alle piccole e medie imprese italiane di poter competere ad armi pari con gli operatori globali.
Questi sono alcuni degli indirizzi che abbiamo voluto dare al Governo in passato. Nei precedenti provvedimenti ci siamo espressi con ordini del giorno ed emendamenti affinché il lavoro di cosiddetta “cloudificazione” dello Stato sia accompagnato da digitalizzazione e semplificazione, di cui il Ministro e il Governo sono ampiamente informati. Per questo la Lega voterà a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serritella. Ne ha facoltà.
DAVIDE SERRITELLA (M5S). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, rendere la pubblica amministrazione più efficace, più efficiente e più moderna, con sistemi e servizi più performanti, significa legarla indissolubilmente alla rivoluzione digitale. La digitalizzazione è un impegno non più rinviabile, tanto da essere uno degli obiettivi di punta del PNRR e degli ultimi Governi, che hanno tutti lavorato per un approccio digital first, orientato cioè verso la migrazione dei dati delle singole amministrazioni verso un ambiente cloud.
La transizione digitale, oltre ad una modernizzazione importante e fondamentale, è diventata una questione di sicurezza in quanto, come ben sappiamo, il 95 per cento degli 11 mila data center pubblici presenta delle carenze nei requisiti minimi di sicurezza. Per porre rimedio a questa situazione, il Governo ha previsto che le PA potranno scegliere di migrare sul Polo strategico nazionale (PSN), una nuova infrastruttura cloud localizzata sul territorio nazionale e all'avanguardia in prestazioni e sicurezza, oppure migrare sul cloud public offerto da uno tra gli operatori di mercato precedentemente certificati; infine, solo una piccola parte potrà continuare ad utilizzare Sogei, secondo le convenzioni in essere.
Uno dei passaggi più importanti della Strategia Cloud Italia, è che il PSN dovrà avere gestione e controllo autonomi da fornitori extra UE. Del resto, il tema della sovranità dei dati - e, quindi, dell'autonomia rispetto ai fornitori UE - è stato ricordato anche dalla Commissione europea. Nell'intervento di novembre 2019, in occasione della presentazione del suo mandato, la neoeletta Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha posto la tecnologia, insieme al cambiamento climatico, tra le massime priorità dell'Unione europea per i prossimi cinque anni, affermando che dobbiamo avere la padronanza e le proprietà delle tecnologie chiave in Europa. Oggi, infatti, si parla sempre di più di sovranità tecnologica. Questo perché attualmente il mercato mondiale dei principali fornitori di infrastrutture cloud è dominato da cinque gruppi societari, quattro dei quali, Amazon, Microsoft, Google e IBM, hanno la sede principale negli Stati Uniti mentre il quinto, Alibaba, ha la sede in Cina. A conferma di ciò i dati del Ministero per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale ci dicono che il 60 per cento del mercato italiano del cloud è fornito da operatori non europei.
Il potenziamento del cloud computing occupa, quindi, il ruolo di tematica strategica per l'immediato futuro. L'obiettivo è quello di realizzare un affrancamento dalle soluzioni che oggi poggiano quasi integralmente su infrastrutture messe a disposizione da fornitori internazionali. I dati sono diventati una nuova moneta e il loro possesso o controllo risulta essere un elemento chiave per il benessere e la tutela degli interessi economici e dei valori fondanti della società europea. In questo senso la sovranità tecnologica dev'essere vista come l'abilità di generare conoscenza tecnologica e scientifica autonomamente o di utilizzare capacità tecnologiche sviluppate altrove attraverso l'attivazione di partnership ritenute affidabili. Ciò che preoccupa maggiormente la politica europea è l'applicabilità della legislazione americana e, in particolare, il cosiddetto Cloud Act, che può variare a seconda degli accordi assunti con i vari Stati europei. Infatti, il pericolo è che Paesi terzi non europei possano ritenersi autorizzati ad intervenire sulle proprie aziende anche con riferimento a dati di cittadini europei da essi custoditi in server localizzati in Europa. I rischi derivanti da questa normativa possono essere compensati dalla predisposizione di modelli contrattuali che vedano le aziende pubbliche dello Stato in prima linea, dettagliando in anticipo il comportamento che il cloud provider deve tenere nel caso di provvedimenti di autorità di Paesi terzi.
L'importanza del PSN è sancita anche nell'ambito della digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, in cui sono descritti interventi finalizzati a favorire l'adozione e lo sviluppo delle tecnologie cloud nel settore pubblico e, al contempo, a rimuovere gli ostacoli all'utilizzo del cloud da parte della pubblica amministrazione. A tal proposito dal settembre 2021 al dicembre 2021 sono stati presentati tre progetti di partenariato pubblico-privato in risposta all'annuncio del Ministero per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale per la gestione del PSN. Di conseguenza, il 27 dicembre 2021 il Dipartimento per la trasformazione digitale ha annunciato l'avvio della gara per la realizzazione del polo strategico nazionale a seguito della selezione del progetto di riferimento elaborato dal raggruppamento TIM, CDP, Leonardo e Sogei. Secondo il Ministero, per rispettare l'ambizioso piano europeo il progetto sarà messo a gara entro le prime settimane del 2022 attraverso un apposito bando curato dalla società Difesa Servizi, società in house del Ministero della Difesa.
Non possiamo a questo punto, però, ignorare un fatto. Come detto, il polo strategico nazionale è la colonna portante del cloud, al quale si sta lavorando grazie ai 900 milioni stanziati a questo scopo dal PNRR. Dovrà custodire le informazioni della pubblica amministrazione e i dati di milioni di cittadini (così come la diffusione della banda ultra larga all'interno del piano “Italia a 1 giga” nelle aree grigie del Paese). Per questo motivo riveste un ruolo centrale la partita che si sta giocando su TIM - in ordine alla sua eventuale acquisizione da parte del fondo americano Kkr - nel caso in cui diventasse l'attore principale del cloud nazionale. Infatti, possedere TIM significherebbe possedere l'infrastruttura più capillare e più importante del Paese.
Dunque, le decisioni che si dovranno prendere saranno strategiche per il futuro dell'azienda e non potranno prescindere da due paletti fondamentali per il MoVimento: la tutela del lavoro e soprattutto la sicurezza nazionale. Basti pensare che quasi 300 diverse amministrazioni dovranno fare il trasloco sul cloud nazionale ed entro il 2025 dovrà essere completata l'intera migrazione dei dati. Per queste ragioni in questa mozione chiediamo al Governo: una maggiore trasparenza sulle procedure e l'espletamento della gara del polo strategico nazionale con il coinvolgimento del Parlamento tramite le Commissioni competenti, assicurando, inoltre, che il polo strategico nazionale sia sottoposto a vigilanza pubblica, in particolare sotto il controllo dell'Agenzia per la cybersicurezza. Altro passaggio importante per il successo della missione sarà prevedere un'opportuna campagna di informazione pubblica sulle scelte effettuate e gli obiettivi perseguiti rispetto alla strategia per il cloud nella pubblica amministrazione e al polo strategico nazionale.
È per queste ragioni che annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sulla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Carabetta, Capitanio, Bruno Bossio, Palmieri, Nobili, Stumpo, Angiola, Ripani, Colucci, Fusacchia e Morassut n. 1-00424 (Ulteriore nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 1).
Passiamo alla votazione della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore nuova formulazione).
Avverto che i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima, distintamente, i singoli capoversi del dispositivo e infine - ove il dispositivo sia in tutto o in parte approvato - la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
In virtù della reiezione del dispositivo della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00466 (Seconda ulteriore nuova formulazione), non si procederà alla votazione della relativa premessa.
Passiamo alla votazione della mozione Giuliodori e altri n. 1-00479 (Nuova formulazione). Avverto che i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo è contrario distintamente da quelle su cui il parere del Governo è favorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Giuliodori e altri n. 1-00479 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa e al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Giuliodori e altri n. 1-00479 (Nuova formulazione), limitatamente al secondo e terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 9).
Seguito della discussione della proposta di legge: Lupi ed altri: Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale (A.C. 2372-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 2372-A: Lupi ed altri: Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale.
Ricordo che nella seduta del 29 novembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
(Esame degli articoli - A.C. 2372-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e degli emendamenti presentati (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2372-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 10).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2372-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
PAOLO LATTANZIO, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.200; sull'emendamento 2.9 Bucalo, parere contrario.
PRESIDENTE. Ho anche l'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Il parere è immagino favorevole: sì. Poi abbiamo l'emendamento 2.9 Bucalo.
PAOLO LATTANZIO, Relatore. Parere contrario.
PRESIDENTE. Poi abbiamo l'emendamento 2.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
PAOLO LATTANZIO, Relatore. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
ROSSANO SASSO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Bucalo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 15).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2372-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
PAOLO LATTANZIO, Relatore. La Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 3.200 e 3.201 (Nuova formulazione). Emendamento 3.50 Ciaburro, parere contrario. Sull'emendamento 3.300 della V Commissione (Bilancio), parere favorevole. Emendamento 3.8 Bucalo, parere contrario. Emendamento 3.1 Aprea, parere favorevole. Emendamento 3.7 Frassinetti, parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo? Sottosegretario Sasso?
ROSSANO SASSO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.50 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.201 (Nuova formulazione) della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19).
Passiamo ora alla votazione dell'emendamento 3.8 Bucalo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.
CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Entro subito nel merito del mio emendamento, che ha l'obiettivo di far sì che questa sperimentazione non rimanga un nulla di fatto. E perché? Perché c'è il timore più serio che, alla fine, per eliminare le disuguaglianze sociali e la dispersione scolastica, la soluzione data sia semplicemente quella di sviluppare le competenze non cognitive dell'individuo, quali le capacità organizzative, l'empatia verso il prossimo, la buona disposizione dell'animo, le attitudini personali degli individui, ma si sacrifichino la conoscenza e il sapere. Quindi, perché tutto questo? C'è questo pericolo, perché la proposta prevede l'utilizzo delle risorse dell'organico dell'autonomia, cioè quelle risorse, quel 20 per cento dell'orario scolastico, che le scuole utilizzano autonomamente, per darsi una propria veste, una propria organizzazione e una propria identità. Allora, se l'obiettivo è realmente quello di educare gli studenti alle competenze trasversali, perché utilizzare le risorse di questo fondo dell'autonomia scolastica e, invece, non investire seriamente in questa sperimentazione, prevedendo appositi fondi? In tal modo le scuole interessate potrebbero chiamare delle figure esterne con funzioni di tutor, che potrebbero accompagnare i docenti e, quindi, individuare dei percorsi migliori per stimolare le competenze e, al contempo, andare anche a fare attività di orientamento e di inclusione. Infatti, per affrontare le finalità della sperimentazione, quindi, povertà educativa e dispersione scolastica, non si può prescindere da quelle che sono le attività di orientamento e inclusione. Non credo che, con tutta l'attività concentrata solo su questi aspetti caratteriali, si possa dare una migliore qualità dell'istruzione. Allora, concludo dicendo che ciò può avvenire solo attraverso un rapporto equilibrato tra la trasmissione del sapere e lo sviluppo della personalità dell'individuo, due aspetti - non dimentichiamocelo mai - che non possono assolutamente essere scindibili. Quindi, solo in questo modo la scuola può assolvere pienamente al suo ruolo, emancipando la persona. E non sia mai che un aspetto possa essere sacrificato all'altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aprea 3.1, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 23).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2372-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 24).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
PAOLO LATTANZIO, Relatore. Mi può ripetere il numero, Presidente, per favore?
PRESIDENTE. È la condizione della Commissione bilancio, onorevole; la condizione da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis.
PAOLO LATTANZIO, Relatore. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
ROSSANO SASSO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Benissimo. Allora, se nessuno intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 25).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2372-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.
ROSSANO SASSO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione. Sull'ordine del giorno n. 9/2372-A/1 Caretta, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sugli ordini del giorno nn. 9/2372-A/2 Ciaburro e 9/2372-A/3 Mollicone il parere è contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Caretta, accetta la riformulazione? Sì.
Onorevole Ciaburro, insiste per la votazione? Sì, passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2372-A/2 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Passiamo, ora, all'ordine del giorno n. 9/2372-A/3 Mollicone.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, chiedo di intervenire e faccio un appello al sottosegretario Sasso che so essere così attento all'Aula e così rispettoso degli indirizzi del Parlamento, invitandolo a rivedere radicalmente il parere, perché, come può leggere, il mio ordine del giorno andava semplicemente a valutare l'opportunità di introdurre in via sperimentale le tecnologie immersive di realtà virtuale nell'ambito dei percorsi formativi di ogni ordine e grado. Questa è una cosa, colleghi, che se voi andate a vedere i piani didattici della maggior parte delle scuole europee e internazionali già avviene. Quindi, non si capisce perché si debba avere questo pregiudizio di questa scuola ottocentesca, da libro Cuore, quando studi scientifici dimostrano i vantaggi dell'apprendimento esperienziale e delle nuove tecnologie, non sostitutive, perché noi siamo per il libro scritto, per il libro stampato, per la spiegazione del docente, ci mancherebbe altro, ma è dimostrato da studi specifici che l'integrazione con le nuove tecnologie e la nuova capacità esperienziale virtuale favorisce l'apprendimento e la memorizzazione al 60 per cento rispetto addirittura alla parola scritta e stampata.
Quindi, collega Sasso, di cui ho grande stima, io la invito sinceramente a rivedere il parere; anche con sorpresa, perché pensavo fosse la banalità del buonsenso, noi proponiamo, affianco alla didattica tradizionale, che ovviamente vogliamo valorizzare, come valorizziamo il prezioso lavoro della trasmissione del sapere da parte dei docenti, che sono figure formative insostituibili per tutte le classi di ogni ordine e grado, l'integrazione con la sperimentazione dell'innovazione esperienziale attraverso il VR. Vi sottolineo che le stesse tecnologie ormai vengono utilizzate per il turismo, per l'intrattenimento informativo e addirittura per le realtà immobiliari; pensate, hanno applicato la VR immersiva addirittura all'immobiliare: se io sono di Palermo e voglio vedere una casa che sta a Trento, ho la possibilità, attraverso l'innovazione, di poterla visitare in ogni stanza e conoscerne ogni aspetto. A livello didattico, con l'integrazione con il gaming e lo sviluppo dei game - cosa che già viene fatta in maniera meritoria da alcuni istituti superiori - c'è la possibilità realmente, ad esempio - faccio un esempio paradossale ma non troppo -, di far conoscere eventi storici o luoghi storici in maniera assolutamente esperienziale e di grande attrattività, cosa che permetterebbe ai ragazzi di incuriosirsi in maniera maieutica e di dare la possibilità, poi, magari, di andare a vedere quel luogo.
Pensate, colleghi - e concludo - che un piccolo comune della Toscana, Monteriggioni, è diventato famoso grazie a un videogioco PlayStation, Assassin's Creed, che lo ha inserito all'interno di questo gioco e da allora c'è turismo in un luogo dove probabilmente non ci sarebbe stato, c'è un turismo internazionale in quel luogo e c'è, attraverso giochi come quello, la possibilità di conoscere episodi storici in maniera emozionale. Si tratta, ovviamente, di sperimentazioni, integrazioni che non dovrebbero sostituire la didattica, ma non si capisce il motivo di questo parere contrario, se non in una visione ottocentesca, retriva, assolutamente inaccettabile nel 2022 della scuola e dell'istruzione italiana.
Per cui, sottosegretario Sasso, con tutto il rispetto che lei sa che abbiamo per lei, le chiedo se si possa pronunciare e rivedere questo parere.
PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, non vedo segnali del Governo.
Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2372-A/3 Mollicone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2372-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Diciamo subito che voteremo a favore di questa proposta di legge. Le motivazioni più specifiche le abbiamo illustrate nella discussione generale. È una proposta di legge importante, intanto, per chi l'ha presentata e cioè l'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà. È stato un lavoro comune, un lavoro che in tutti questi anni ha visto impegnati tantissimi colleghi parlamentari, deputati e senatori, di quasi tutti i gruppi parlamentari. È stato un lavoro importante non solo per il metodo ma anche per il contenuto, perché si tratta - lo ricordo a tutti i colleghi - di un'iniziativa di legge parlamentare. Il Parlamento si deve riappropriare della funzione di approvare, non solo le leggi che il Governo propone, ma anche le leggi che il Parlamento, nelle sue componenti parlamentari, propone. Il fondamento di questa legge è quello che ha spinto tutto l'Intergruppo a presentare il testo che qui è stato approvato: la convinzione che educazione e istruzione sono la priorità per un Paese. È il primo investimento che la politica e la società devono fare, se hanno a cuore la crescita umana dei giovani e la crescita economica del Paese, cioè lo sviluppo con tutto quello che questa parola implica. Le competenze non cognitive - lo ha dimostrato un premio Nobel per l'economia, James Heckman, che il Presidente della Camera, tra l'altro, ha invitato qui alla Camera a tenere una lezione - sono decisive sia per la formazione integrale della persona sia per il suo inserimento lavorativo e, quindi, per il contributo che, da adulto, lo studente darà alla costruzione del bene comune. Con questa proposta di legge - signor Presidente, vado verso la conclusione - quello che finora era lasciato al buon cuore degli insegnanti, come è stato sottolineato da qualche collega, inizia ad essere un percorso formativo voluto, finanziato, sviluppato e migliorato dal Ministero dell'Istruzione. Adesso è un progetto sperimentale, della durata di un triennio, ma successivamente, dopo un'attenta valutazione ministeriale, la speranza, ed anche l'intenzione dei promotori, è che diventi un percorso definitivo. Nell'educazione interagiscono due libertà, quella dell'educatore e quella dell'educando, ed è, quindi, sempre un fatto in divenire. La prima condizione perché si attui un processo educativo è che il ragazzo si trovi davanti ad adulti capaci di una proposta di lettura della realtà; la seconda, secondo me, è che questo avvenga in un ambiente favorevole. In questo senso, si usa la parola ambiente; alcuni dicono comunità educante. La scuola torna ad essere un ambiente favorevole e una comunità educante. Perché abbiamo sentito la mancanza della scuola proprio quando l'abbiamo chiusa?
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Lupi.
MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Proprio perché la scuola non è solo un apprendimento delle nozioni ma è il luogo dove lo studente viene accolto, dove c'è il rapporto tra insegnante e studente, dove viene valorizzata la capacità di ognuno e anche - concludendo – dove c'è la possibilità che chi rimane indietro possa essere accolto e portato a valorizzare tutte le proprie competenze, tutte le capacità. Questa è la scuola. Grazie al relatore e grazie a tutti i colleghi che si sono impegnati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo, annuncio il nostro voto di astensione su questo provvedimento e dico subito che non è in discussione la bontà dei proponenti e tanto meno una valutazione critica rispetto all'oggetto, cioè lo sviluppo delle competenze non cognitive nei percorsi delle scuole di ogni ordine e grado. L'astensione è motivata sostanzialmente da due aspetti.
Il primo, in termini di dubbio, è se sia necessario uno strumento rigido, come necessariamente è una legge, per mettere in campo una sperimentazione, per quanto di tipo triennale. Cioè, ci domandiamo se, all'interno dell'attuale normativa e della flessibilità che è lasciata al Ministero, non si possa raggiungere lo stesso obiettivo senza arrivare a determinare la necessità dell'approvazione di una legge. Il secondo è di carattere più generale. Noi sappiamo che abbiamo un sistema scolastico che è molto differenziato, purtroppo, da regione a regione e, spesso, all'interno della stessa regione, tra provincia e provincia, tra scuola e scuola. Noi avremmo bisogno di migliorare lo standard della nostra offerta formativa e della qualità dell'offerta formativa. Il nostro dubbio è che, alla fine, questo tipo di sperimentazione, questo tipo di proposta di legge possa determinare - lo ripeto, non è questo certamente nella volontà dei proponenti - un'ulteriore divario tra scuole di serie A e scuole di serie B. Quindi, da questo punto di vista, noi abbiamo dubbi e questi dubbi non ci portano a votare contro la proposta di legge, proprio perché riteniamo che parta da presupposti condivisibili e da un'esigenza che non ci sentiamo di dire non sussista. Però, per le ragioni che ho fin qui esposto, noi esprimeremo un voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietina. Ne ha facoltà.
SIMONA VIETINA (CI). Presidente, onorevoli colleghi, le non cognitive skills sono tutte quelle qualità umane non legate alla cognizione ma, comunque, fondamentali e devono essere acquisite nell'età dello sviluppo. Sono caratteristiche umane trasversali, risorse di tipo psicosociali, abilità e atteggiamenti che gli studenti devono acquisire per sviluppare un approccio più positivo e funzionale a ogni ambito di vita.
Sostanzialmente, sono divisibili in tre grandi ambiti di caratteristiche, alcune ereditarie e psicosociali ma, comunque, con margini di malleabilità. Abbiamo, tratti di personalità, carattere e temperamento (i cosiddetti big five), capitale psicologico, secondo il modello HERO, e infine elementi motivazionali, quindi sapersi motivare non in relazione a premi o punizioni. Sottolineiamo che tutte queste competenze devono essere sviluppate preferibilmente nella fase prescolare e di prima scolarizzazione. Il focus nella scuola dell'infanzia, infatti, è proprio sulle soft skills. Tuttavia, forse oggi manca proprio una stretta alleanza tra scuola e famiglia per sviluppare queste competenze, anche secondo le predisposizioni personali dei bambini e coerentemente anche nell'ambito familiare. La proposta di legge al nostro esame prevede una sperimentazione nazionale triennale finalizzata allo sviluppo delle competenze non cognitive nei percorsi delle scuole di ogni ordine e grado che, al momento, non ha un perimetro ben delineato sotto diversi fronti, ma che sarà utile per delinearlo in futuro. Un punto che viene rimandato agli esiti della sperimentazione è proprio la definizione di quali competenze non cognitive saranno oggetto di insegnamento e indagine ed è auspicabile una futura, strategica, precisa definizione, allo scopo di agire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Occorre anche tenere conto che i livelli di partenza di queste competenze non sono uguali tra tutti gli studenti, con una penalizzazione per chi nasce in contesti più svantaggiati. La scuola può avere un ruolo centrale per ridurre le disuguaglianze, agendo sull'apprendimento anche di queste competenze, ma per farlo - diciamolo - necessita di tempo, di fondi, di personale specializzato e, infine, della capacità di gestire tutte queste risorse, capacità amministrative, di pianificazione e di finanziamento. Inoltre, un punto di debolezza potrebbe essere proprio la formazione richiesta ai docenti che dovrebbe essere obbligatoria e uniforme in tutte le istituzioni scolastiche e non decisa dalla singola scuola attraverso il collegio docenti e seguendo il proprio PTOF, cosa che crea inevitabilmente disparità. Mancano, inoltre, incentivi individuali ai docenti che si formano. La scuola può e deve essere il luogo adatto per assicurare uguali opportunità e risorse a tutti gli studenti, incluse le competenze trasversali. Non deve però solo rimanere un buon proposito, questa opportunità deve essere resa concreta e ugualmente accessibile in ogni scuola.
Per farlo serve maggior pragmatismo nel considerare l'attuale sistema di lifelong learning dei docenti e di utilizzo delle risorse dell'autonomia, magari anche valutando l'introduzione di eventuali figure specializzate sullo sviluppo di competenze non cognitive, sia per ridurre il carico di lavoro sugli insegnanti sia per garantire uno standard di qualità simile tra le scuole e gli alunni partecipanti. Gli obiettivi generali di questa riforma sono volti a migliorare il successo formativo e a prevenire analfabetismi funzionali, povertà educativa e dispersione scolastica. Sono assolutamente condivisi dal nostro gruppo, che condivide anche l'obiettivo della sperimentazione come momento valutativo dell'effettiva validità delle disposizioni che si vogliono introdurre ma, soprattutto, come fase indispensabile per individuare sul campo le buone pratiche relative a metodologie didattiche che favoriscano lo sviluppo delle competenze non cognitive e l'individuazione di criteri e strumenti per la loro rilevazione e valutazione. Coraggio Italia ha partecipato all'elaborazione del nuovo testo con proposte emendative e migliorative innanzitutto per quanto riguarda le finalità della sperimentazione. È da evidenziare l'importanza del nostro emendamento, accolto e inserito nel testo, che prevede l'individuazione di percorsi formativi innovativi volti al recupero motivazionale degli studenti per ridurre la dispersione scolastica sia esplicita sia implicita e nascosta - profilo che rappresenta uno degli obiettivi principali della proposta in esame - e capaci di valorizzare le migliori pratiche anche derivanti da progetti di scuola - lavoro e di partenariato con le organizzazioni del terzo settore e del volontariato.
Segnaliamo con rammarico che non è stata accolta una nostra importante proposta di valutare l'esclusione dall'elenco di alcune abilità, come ad esempio la capacità empatica, tenendo conto che la valutazione degli alunni rispetto a capacità come questa finirebbe con l'accentuare le differenze, soprattutto a danno dei ragazzi con disabilità. La scelta finale che si evince dal nuovo testo all'esame dell'Aula è stata quella di affidare l'individuazione delle competenze non cognitive a un momento successivo alle scuole, nell'ambito della loro autonomia e all'esito della sperimentazione, e crediamo che la stessa porti alla luce le considerazioni espresse dal nostro gruppo. Sarebbe stato auspicabile tuttavia non demandare a successivi decreti ministeriali o a successive esplicitazioni la definizione di taluni profili, soprattutto in relazione a discrezionali, quanto eventuali, incrementi delle risorse necessarie. Uno dei punti deboli della proposta riguarda infatti le risorse finanziarie. È auspicabile che per una copertura adeguata siano previste risorse aggiuntive anche mediante successive previsioni normative. Coraggio Italia accoglie favorevolmente lo spirito della proposta che introduce, a fronte di un mondo che cambia e delle conseguenti nuove sfide da affrontare, un aggiornamento della formazione dei docenti per lo sviluppo delle competenze non cognitive. L'introduzione di una sperimentazione nei percorsi scolastici ed educativi in tale direzione, laddove raggiungesse esiti e risultati innovativi, potrebbe assurgere a priorità strategica con l'affermarsi di nuove metodologie didattiche.
Con l'auspicio che si risolvano le diverse criticità rilevate anche a seguito delle risultanze della sperimentazione, siamo a sottolineare che con questa proposta di legge prende forma una scuola nuova che cambia completamente la sua visione prospettica, una scuola…
PRESIDENTE. Facciamo proseguire l'onorevole Vietina.
SIMONA VIETINA (CI). …che ha un approccio diverso, veramente improntato sullo studente come persona a tutto tondo, quindi un discente non soltanto da istruire ma da formare per renderlo in grado di affrontare la complessità del futuro che lo aspetta.
Per questo, dichiaro il voto favorevole di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.
GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Grazie, Presidente. Dopo quasi due anni di didattica a distanza, di assenza di scuola in presenza, ci siamo resi conto in maniera evidente e drammatica della fondamentale importanza della scuola, non perché mancasse la trasmissione di nozioni. A mancare è stato infatti il percorso educativo fatto di rapporti, di relazione, di interazione che solo la scuola in presenza può consentire.
Oggi, con la proposta di legge sulle competenze non cognitive, proposta dall'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, rafforziamo la scuola delle relazioni e non solo quella delle nozioni. È esperienza di chiunque insegni - numerose ricerche scientifiche lo hanno dimostrato - che l'apprendimento migliora se si stimolano gli interessi, la curiosità, le emozioni di ciascun alunno e questo si traduce in migliori risultati scolastici che favoriscono tutti ma, soprattutto, favoriscono chi è meritevole ma sprovvisto di mezzi. Un percorso che non è una materia in più, con una valutazione che gli insegnanti fanno a scuola. Ma, allora, cosa sono queste competenze non cognitive che non sono una materia e che tuttavia sono così utili? Questo periodo di didattica a distanza ce le ha descritte molto meglio di qualsiasi altro soggetto. Pensiamo alla capacità di prendere l'iniziativa, di porre domande, pensiamo alla flessibilità, alla motivazione, pensiamo alla necessità di affrontare i problemi e le discussioni, pensiamo alla capacità di dialogare, di ascoltare, di esporre le proprie ragioni o sviluppare il senso critico e all'impatto che tutto ciò ha sull'apprendimento. Fino ad ora tutto questo era lasciato alla buona volontà dei singoli insegnanti, era lasciato all'autoformazione, era lasciato al passaggio tra docenti di buone pratiche oppure all'esperienza sul campo. Questa autonomia è un tema di cui andare fieri, non va eliminato, ma con questa proposta di legge, finalmente, quello che era lasciato al buon cuore degli insegnanti inizia a diventare un percorso formativo voluto, finanziato, sviluppato e migliorato dal Ministero dell'Istruzione. Adesso sarà un percorso sperimentale per un triennio ma successivamente, dopo attenta valutazione ministeriale, si spera possa diventare un percorso formativo definitivo.
L'istruzione, che non è solo e soltanto trasmissione e verifica di nozioni, è il più straordinario fattore di crescita per le persone e, quindi, per la società intera. La scuola rappresenta la più importante istituzione di scoperta e sviluppo delle proprie capacità, a prescindere dai mezzi materiali, dalla famiglia di appartenenza, dal percorso personale. Ogni ragazzo, ognuno, scopre la propria strada, le competenze, la vocazione e gli interessi durante gli anni della scuola. Questa proposta di legge rafforza proprio questo percorso.
Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole del gruppo Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, sottosegretario Sasso, stiamo per votare un provvedimento che ci ha visto lavorare per anni, un provvedimento che viene dal Parlamento, presentato dall'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, e che quindi ha avuto un percorso in Commissione, ultimamente, molto fitto e interessante. L'obiettivo principale - è stato già detto da chi mi ha preceduto - è quello di istituire una sperimentazione triennale per le scuole per introdurre le competenze non cognitive. Per spiegare bene il senso di questa legge, che può sembrare un po' astratta per chi non ne colga subito il senso, ricordo la necessità di contrastare due dati preoccupanti: la povertà educativa e la dispersione scolastica. Diciamo che questi due pericoli concreti, che minano la nostra istruzione, sono collegati. Sono dati allarmanti che fotografano una realtà in cui gli studenti faticano, troppo spesso, a svolgere le attività didattiche essenziali e hanno delle lacune che si portano dietro dalle primarie fino ai banchi del liceo e anche oltre.
Da questo quadro emerge una carenza di conoscenze che lascia presupporre, purtroppo, un preoccupante livellamento della preparazione dei nostri ragazzi verso il basso; una carenza di base aggravata ancor più da una incomprensibile tendenza a voler scardinare alcune metodologie didattiche che sono sempre state efficaci. Faccio due esempi, per tutti: prendiamo la proposta, che è stata diffusa in questo ultimo periodo, di eliminare gli scritti e, in primis, il tema all'esame di maturità; oppure l'improvvida uscita del Ministro Cingolani, quando ha affermato che le guerre puniche sono studiate troppo, a discapito dell'insegnamento tecnico. Ecco, io non penso che con questo modo di pensare la scuola si possa contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica, perché penso a un quadro globale, dove le materie umanistiche devono essere valorizzate e non ci debba essere un contrasto così assurdo. Quindi, queste soft skill sono sostanzialmente un allargamento di quella che deve essere la crescita didattica e culturale dei nostri ragazzi.
Bisogna andare ad analizzare anche motivazioni quali la mentalità, la coscienziosità, la stabilità emotiva e, quindi, l'apertura mentale degli alunni, per allargare lo spazio di intervento dell'apprendimento dell'alunno e arrivare a una valutazione in cui tutti questi requisiti possono appunto ampliare le possibilità dell'alunno; un modo per attivare sensibilità, che altrimenti, magari, non si sarebbero mai manifestate. Per fare questo, ovviamente, è necessario il supporto della famiglia, poiché stiamo parlando di realtà personali del ragazzo, molto personali, che devono essere potenziate e sviluppate in capacità di supporto per tutta l'attività scolastica del ragazzo. Quindi, ci vogliono insegnanti preparati e formati, altrimenti questo progetto cadrebbe nel nulla, e questo era anche il senso del mio emendamento – che, purtroppo, non è stato accolto - ossia prevedere percorsi, nel piano triennale di offerta formativa, per inserire la famiglia. E poi la formazione dei docenti, come dicevo prima, prevista all'articolo 5: formazione dei docenti in merito al nuovo metodo didattico, svolta da enti accreditati, scelti proprio dagli istituti.
Insomma, io penso che, per far sì che questa legge abbia le gambe per camminare, vadano ribaditi due punti fondamentali. Il primo è evitare di aumentare la forbice della disuguaglianza, mettendo in chiaro che aiutare il ragazzo a esprimere tutte le attitudini non significa che il ragazzo che ha meno possibilità economiche sia sfavorito rispetto a quello che ha una famiglia molto strutturata alle spalle e a quello che ha la possibilità di effettuare delle attività, anche complementari, che magari non tutti possono permettersi. Tutti gli studenti devono partire dalle stesse condizioni, a prescindere dal reddito, ed è bene ribadirlo relativamente a questa che è una sperimentazione.
Il secondo punto è l'elargizione di fondi e per fortuna è stato approvato un emendamento in questo senso: senza le risorse, infatti, è, e sarebbe, impossibile effettuare questa sperimentazione.
Quindi, in conclusione, Fratelli d'Italia ha contribuito all'elaborazione di questa legge, ha avuto anche qualche dubbio, qualche emendamento non approvato, ma alla fine, in questo momento così difficile per la scuola, Fratelli d'Italia vuole favorire qualsiasi iniziativa e non lasciare intentato alcun percorso, anche in via sperimentale, affinché i nostri studenti, in un momento così difficile per la scuola, possano essere incentivati. Per questo dichiaro il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA (FI). Grazie, Presidente Mandelli. Governo, sottosegretario Sasso, colleghe colleghi, secondo la migliore tradizione della Commissione cultura della Camera - e ringrazio la presidente Casa e il relatore Lattanzio - portiamo in Aula una legge presentata da tutti i gruppi parlamentari, con il valore aggiunto - abbiamo sentito l'onorevole Lupi - dell'Intergruppo parlamentare della sussidiarietà.
Quindi, si tratta di una legge molto importante, perché vorrebbe determinare una discontinuità con il modo di apprendere e di valutare nella scuola italiana. In realtà, Presidente Mandelli, sottosegretario Sasso, colleghi, dal 2020 l'emergenza sanitaria provocata dalla pandemia ha accresciuto le sfide dell'istruzione, determinando nuove emergenze educative, formative e occupazionali: una vera e propria tempesta perfetta, che non siamo in grado di dire quando terminerà; è storia di questi giorni. Ma certo non possiamo sperare in soluzioni magiche del tipo “tutto tornerà presto come prima”, soprattutto se consideriamo che la misura del learning loss è difficilmente quantificabile a breve. Ma certo va capito in fretta cosa si può fare per recuperare gli apprendimenti perduti e per garantirne sempre più efficaci e al passo con i tempi.
Questa nuova fase pandemica, attraverso le opportunità del PNRR, deve per questo comportare un'accelerazione verso un futuro ricco di nuove opportunità di vivere, studiare, lavorare, e un uso più ricorrente, decisivo e organizzato di nuovi ambienti di apprendimento, anche tecnologicamente avanzati. Ma le tecnologie richiedono competenze e gli ambienti educativi tecnologicamente attrezzati costano. Per questo il nuovo paradigma formativo che guarda al 2030 non può più limitarsi a riorganizzare spazi per le abilità fondamentali che insistono sulle conoscenze, quindi le classi, ma richiede piuttosto un'educazione alle competenze trasversali -pensiero critico, creatività, comunicazione, collaborazione - e deve scommettere sulle qualità caratteriali - curiosità, iniziativa, determinazione, adattabilità, leadership, consapevolezza sociale e culturale - di ogni singolo studente/alunno, che andranno favorite e sviluppate in veri e propri campus.
Insomma, affinché il sistema educativo possa essere volano delle economie innovative e creative, per poter consentire crescita, sviluppo e risoluzione dei problemi del nostro tempo con una prospettiva originale e diversa, occorre modernizzare il sistema educativo. Le imprese sono alla ricerca di team funzionali, di squadre composte da individui con competenze diverse: l'ingegnere, il comunicatore, il matematico, chi si occupa di finanza e di marketing, ma per un unico obiettivo: far nascere ed evolvere settori che richiedono conoscenze sempre nuove, ma soprattutto la capacità di lavorare in gruppo, di adattarsi e plasmarsi costantemente ai nuovi saperi scientifici, tecnologici ed economici.
Con il PNRR e la legge di bilancio non dobbiamo, dunque, limitarci a mettere risorse in un sistema superato, che si dimostra inadeguato ai nuovi bisogni formativi e inefficiente nella competizione globale, ma occorre investire sulle nuove competenze del ventunesimo secolo - il World Economic Forum ne ha contate 16 -, che non sono tutte cognitive, anzi, proprio le competenze non cognitive, cosiddette soft skill, si stanno facendo sempre più strada, accanto alle hard skill, al punto che alcuni già le chiamano life skill. Queste ultime non sono, tuttavia, ancora formalizzate nei Piani educativi nazionali, sebbene le indicazioni nazionali parlino già da tempo di educazione alle competenze. In realtà, la scuola italiana continua a insegnare e a valutare prevalentemente le conoscenze. È tempo di svoltare - abbiamo già perso vent'anni di questo secolo - e passare da una cultura del sapere a una cultura della competenza, tesa ad integrare strutturalmente e programmaticamente i saperi disciplinari e le relative abilità fondamentali con una crescita relazionale ed emotiva, fondata su competenze trasversali, qualità caratteriali positive, per una cittadinanza attiva e consapevole, e al fine di migliorare il successo formativo e prevenire analfabetismi funzionali, povertà educativa, dispersione scolastica, implicita ed esplicita, accresciuta quest'ultima proprio di parecchi punti percentuali dal 2020 ad oggi, al Sud come in alcune zone del Nord, prevalentemente periferico, o in alcune zone interne. Ecco perché un buon punto di partenza può essere questa proposta di legge, che prevede lo sviluppo delle competenze non cognitive nelle istituzioni scolastiche di primo e secondo ciclo, statali, paritarie, inclusi i percorsi di istruzione e formazione professionale, i centri provinciali per l'istruzione degli adulti. La proposta di legge insiste, innanzitutto, sull'importanza di prevedere una formazione degli insegnanti su questo aspetto, così innovativo, dell'apprendimento e della valutazione, attraverso un piano straordinario di azioni sia per l'accesso alla formazione docente, che per la formazione in servizio dei docenti.
Dopo avere per decenni demistificato la figura dell'insegnante magister, infatti, caratterizzato da una riconoscibile vocazione non tanto e non solo psicologica, etica, professionale, relazionale culturale e civile, ma anche e soprattutto pedagogica, si è dovuto concludere che, se non esistono da incontrare magister di questo tipo, maestri, i giovani se li vanno a cercare, adulterati e inverosimili nei luoghi più impensati e improbabili, dai social alle strade (per questo anche più pericolosi). Si tenga conto, poi, di alcuni fattori propri del nostro tempo, quali la decrescita demografica: 404.000 nati nel 2020, che porta a ritenere perfino più criminoso ora perdere, dissipare o, peggio, comprimere i talenti, anche di un solo nato. Poi le migrazioni, che portano problemi inediti nella formazione, per forza di cose multiculturale e multireligiosa, nelle nuove generazioni. Inoltre, l'imponente rivoluzione digitale che si sta vivendo e la necessità di alimentare di intelligenza critica e di capacità innovativa la vita sociale ed economica. Insomma, è indispensabile per il futuro investire, possibilmente senza errori, su una formazione dei docenti degna delle nuove sfide dell'epoca. Questa legge può rappresentare la prima occasione per favorire una nuova formazione dei docenti che preveda, anche e soprattutto, la giusta attenzione per lo sviluppo delle competenze non cognitive nelle attività educative e didattiche.
Per queste ragioni, Forza Italia ritiene di grande importanza l'articolo 2, che prevede che il Ministero predisponga, entro quattro mesi, un piano straordinario di azioni formative rivolte ai docenti di ogni ordine e grado, da attuare a partire dall'anno scolastico 2022 mediante le risorse di cui alla legge n. 107, con la collaborazione dell'INDIRE, nonché delle università e degli enti accreditati per la formazione. Forza Italia esprime ancora più soddisfazione per l'emendamento approvato quest'oggi dalla Camera, su nostra proposta, che prevede che, nell'ambito delle risorse appena richiamate, una quota pari a 350.000 euro annui, quindi complessivamente 1.050.000 euro per tre anni a decorrere dal 2022, sia destinata alle istituzioni scolastiche ammesse alla sperimentazione di cui all'articolo 3. Sperimentare in questo campo deve comportare, infatti, vera formazione per i docenti, avvio di ricerche metodologiche e didattiche con esperti, raccordi con le università e anche il riconoscimento premiale per i docenti e i dirigenti che accetteranno la sfida di avviare per primi l'introduzione nella scuola dello sviluppo delle competenze non cognitive. Mi corre l'obbligo, per questo, di ringraziare il relatore, onorevole Lattanzio, il Comitato ristretto, soprattutto il Ministro Bianchi, il capo di gabinetto Fiorentino e il sottosegretario Sasso, che si sono spesi molto per garantire alla legge questa copertura finanziaria che dà un valore aggiunto alla sperimentazione di cui all'articolo 3.
Non possiamo perdere altro tempo. Ecco perché opportunamente la proposta di legge prevede una sperimentazione nazionale dello sviluppo delle competenze non cognitive di tipo ordinamentale, proprio per avviare l'individuazione delle competenze non cognitive più significative per la promozione del successo formativo, per l'individuazione di buone pratiche relative alle metodologie e ai processi di insegnamenti che ne favoriscano lo sviluppo e, infine, per la verifica dell'impatto dello sviluppo delle competenze non cognitive sul miglioramento del successo formativo, nonché sulla riduzione della dispersione scolastica e della povertà educativa. Poiché si tratta di introdurre una nuova cultura nell'apprendimento e nella valutazione, le istituzioni scolastiche saranno chiamate a promuovere le loro attività formative con la collaborazione delle famiglie degli studenti.
La proposta di legge che stiamo per attuare, insomma, non solo è innovativa, ma assolutamente necessaria, per far sì che l'istruzione e l'educazione dei nativi digitali comprenda le ben note abilità fondamentali - alfabetizzazione, alfabetizzazione matematica, cultura scientifica, alfabetizzazione tecnologica, cultura sociale e civica -, ma anche un allenamento e un'educazione alle cosiddette competenze trasversali, dal pensiero critico alla creatività, dalla comunicazione alla collaborazione, con particolare riferimento alla capacità di saper lavorare in gruppo in vista di un obiettivo comune, prevedendo ed eventualmente gestendo conflitti, ma anche e soprattutto facendo sperimentare ed educare alla curiosità e all'iniziativa con una buona capacità di determinazione, di adattabilità e di leadership, interagendo con gli altri in un modo consapevole della propria identità e cultura e nel rispetto di quelle altrui.
È chiedere troppo alla scuola italiana? Certamente sì, ma non fare tutto questo non aiuterebbe i nostri giovani ad essere cittadini del terzo millennio in una società sempre più digitale e sempre più in movimento, che, quindi, non può affidarsi, come è avvenuto fino al secolo scorso, semplicemente - Presidente, mi avvio alla conclusione - sul bagaglio di conoscenze e sulla formalizzazione dei titoli di studio. La complessità del nostro tempo richiede ormai un mix di sapere, di saper fare e di saper essere, in cui le conoscenze e i saperi sono lo strumento per giungere alle competenze del XXI secolo, ma non più l'unico fine dell'istruzione.
Quest'ultima - e complessivamente l'educazione - deve riguardare non più soltanto l'insegnamento di contenuti, ma deve avere come focus la persona. Ogni persona che apprende deve poter sviluppare al meglio i propri talenti, le proprie attitudini e le proprie aspirazioni. L'economia dell'innovazione sta cambiando. Per tutte queste ragioni Forza Italia, che ha convintamente contribuito alla presentazione della proposta di legge in esame, esprime un parere favorevole. Allo stesso tempo, ci auguriamo che il Ministero autorizzi in tempi brevi la sperimentazione - sottosegretario Sasso - prevista dalla legge…
PRESIDENTE. Grazie…
VALENTINA APREA (FI). …anche con i finanziamenti adeguati, perché le nuove generazioni siano sempre più in grado di risolvere problemi e di analizzare bene le informazioni…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Aprea.
VALENTINA APREA (FI). …e le conoscenze di cui dispongono - e chiudo davvero -, insieme a quella creatività che sarà sempre più necessaria d'ora in avanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciampi. Ne ha facoltà.
LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi chiudiamo la nostra sessione di lavoro con una proposta di legge sull'insegnamento e sulla formazione. È un provvedimento nato su proposta dell'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà. Il testo tiene conto del dibattito internazionale che si è sviluppato in questi anni, a partire da due scuole di pensiero. L'idea che più educazione, più insegnamento e più competenze fanno crescere il benessere di un Paese non è alternativa a quella di mirare ad ampliare la platea di coloro che possono trarne vantaggio. Entrambe convergono sulla consapevolezza che non è da una spinta esterna, ma da uno sviluppo interno che nasce un processo virtuoso come quello prefigurato da questa proposta di legge. Dunque, conosco di più se conosco meglio.
Su questo provvedimento ha lavorato tutta la Commissione cultura della Camera, a dimostrazione di un interesse specifico su questo tema e della consapevolezza che si opera in un momento eccezionale caratterizzato da pandemia, calo demografico, uso e abuso della didattica a distanza e disagi psicologici, con la necessità, quindi, di affrontare il cambiamento con strumenti adeguati. Il provvedimento è all'insegna del buonsenso e della ragionevolezza. Questa legge è un'occasione per ripensare ai temi che fanno parte della nostra sensibilità culturale, che sono legati profondamente a una concezione della persona di antica tradizione in cui mi riconosco.
Fondamentale è trattare questo tema all'interno delle politiche scolastiche. Dobbiamo considerare un bambino nella complessità del suo essere, nella ricchezza di saperi e competenze da un lato, senza dimenticare l'intelligenza emotiva che lo individua dall'altro. Ne abbiamo parlato molto spesso, ma troppo a lungo ce ne siamo dimenticati. La pandemia ha rifocalizzato l'importanza del tema e ci offre l'occasione, attraverso una sorta di mosaico di interventi grandi e piccoli, di affrontare questioni latenti da tempo. Questa legge offre un buon esempio di sperimentazione pensata e strutturata, capace di offrire buone prassi. Penso alla sperimentazione fatta nella provincia di Trento dove, per omogeneità sociale e per i buoni risultati scolastici generalizzati, era più facile analizzare il ruolo reciproco delle abilità non cognitive su quelle cognitive e rendersi consapevoli che è sempre fondamentale per tutti questi processi la formazione dei docenti.
Quindi, formazione e ampliamento a tutta la comunità educante delle responsabilità delle scelte che facciamo in questo periodo. È proprio per questo che la proposta di legge interviene sulla formazione degli insegnanti. Come tutti sappiamo, questo è uno dei problemi più seri della nostra scuola. Certamente, sono tante le criticità che l'affliggono: dall'organico COVID ai DSGA, dal rinnovo del contratto all'assorbimento del precariato.
Tuttavia, se c'è un tema condizionante per il futuro è proprio quello della formazione degli insegnanti e, come in un mosaico, noi lo affrontiamo, con buone sperimentazioni e con best practice. I cambiamenti rapidissimi, le difficoltà economiche che ci si prospettano andranno affrontate anche con la valorizzazione delle dimensioni non conoscitive. I big five di cui si parla, estroversione, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva e apertura mentale, diventano complementari alla motivazione ad apprendere, costruendo correlazioni positive tra livelli di capacità non cognitive, capacità cognitive e risultati scolastici. Solo partendo da queste considerazioni potremmo far fronte a quell'impoverimento di tutte le dimensioni del processo formativo che secondo Alessandro Rosina, il docente di statistica della Cattolica che abbiamo imparato ad apprezzare per molti suoi studi, si è verificato in questi 14 mesi di pandemia. Lavoreremo, quindi, a questa proposta di legge consapevoli dell'aiuto che una riflessione di questo genere può portare alla scuola italiana. Ecco perché, Presidente, il nostro voto, il voto del Partito Democratico, sarà un voto convintamente favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colmellere. Ne ha facoltà.
ANGELA COLMELLERE (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, oggi siamo chiamati a esprimerci su una legge di iniziativa parlamentare che nasce da un ampio ragionamento con le comunità educanti e un proficuo approfondimento portato avanti dall'Intergruppo presieduto dal collega Lupi, che ringrazio per essersi fatto promotore di questo percorso.
Oggi poniamo qui le basi per favorire la cultura della competenza, tesa a migliorare il successo formativo dei nostri ragazzi, prevenendo analfabetismi funzionali, quella povertà educativa di cui molto si parla e soprattutto la dispersione scolastica che ogni giorno è oggetto delle nostre cronache. Sarà avviata dunque una sperimentazione triennale, a partire dal prossimo anno scolastico e valida per tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione. E sono lieta che siamo riusciti anche ad includere le scuole paritarie su questa sperimentazione, i cui criteri verranno definiti con decreto del Ministro dell'Istruzione, successivamente. Al termine della sperimentazione e sulla base dei risultati della stessa, sempre con decreto, saranno definite le linee guida per lo sviluppo delle competenze non cognitive.
Segno del rilievo che questa sperimentazione riveste nell'ambito del progetto assai più ampio del rinnovamento della nostra scuola è che siano state messe a disposizione risorse più ingenti. Nell'ambito, infatti, delle risorse, una quota pari a 1,5 milioni di euro per l'anno 2021 è destinata alla formazione dei docenti sulle competenze non cognitive di cui all'articolo 1 della legge. Un bel passo avanti rispetto ai 350 mila che erano stati preventivati in origine. Impegniamo così il Ministero a varare una seria formazione dei docenti allo studio e alle didattiche che sviluppano tali competenze, che non sono nuove o differenti, bensì che devono integrare tutte le discipline.
Del resto, il nostro Paese doveva aprire in maniera formale a questo tema. Abbiamo sentito anche prima parlare di PNRR, e quindi siamo dinanzi ad un momento di slancio, in cui bisogna ripartire; e bisogna che, proprio in questa fase, tutti gli insegnanti, come è dettato dalle indicazioni nazionali per i curriculum della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione del 2012, siano consapevoli che la competenza consiste nella capacità di ognuno di mobilitare e di orchestrare le proprie risorse, intese come conoscenze, come abilità, come atteggiamenti ed emozioni, per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone. La competenza, come autorevoli studiosi affermano, è sostanziata da responsabilità e autonomia, e questo binomio non è un binomio a caso: è un binomio importantissimo, soprattutto per il processo di formazione dei giovani nella scuola.
Oggi siamo consapevoli del fatto che giovani senza un livello adeguato di motivazione, di coinvolgimento, di impegno, responsabilità personale, capacità di comunicare, collaborare e lavorare in gruppo, spesso non riescono a emergere appieno nel mondo del lavoro e nella vita personale. Come dice la dottoressa Da Re in Valutare e certificare a scuola e anche il contenuto della raccomandazione del 2006 bisogna dotare i giovani, durante il percorso di istruzione, del corredo fondamentale di competenze, da sviluppare poi durante tutto l'arco della vita, mettendo a loro disposizione strumenti per comprendere, interpretare, affrontare il mondo e modificarlo, nel rispetto di sé, degli altri e della comunità, affinché gli stessi giovani siano fiduciosi dei propri mezzi, consapevoli di potercela fare, anche di fronte alle avversità, capaci di adottare conoscenze e abilità in caso di necessità.
Parliamo oggi di competenze non cognitive: non sono molto simpatizzante verso questa terminologia, perché penso che la competenza sia sempre cognitiva, dal momento che è imprescindibile che lo sia. Le competenze sono sempre cognitive, ma anche sempre trasversali.
Ben venga, comunque, che oggi ci sia una legge che restituisce un'adeguata centralità a questi temi, in modo da agevolare, sempre e comunque, l'apprendimento dei contenuti disciplinari più classici, dal momento che anche questi ultimi, purtroppo, secondo gli ultimi dati a disposizione, rivelano un drammatico decremento.
Mi auguro dunque che questa legge non venga sprecata, ma anzi costituisca un'occasione per mettere a sistema tutte le conoscenze che già ci sono, anche nella scuola, al fine di permettere alla nostra scuola di fare un balzo in avanti e anche un salto in alto, allinearsi secondo i più moderni approcci pedagogici ed essere maggiormente competitiva a livello europeo. In questo modo certamente si otterrà un effetto positivo per le studentesse e gli studenti, sul loro apprendimento, sulla scelta dei loro percorsi di studio, sull'accesso al mondo del lavoro, sul senso civico e sulla cittadinanza attiva.
Ringrazio il lavoro del relatore, del comitato ristretto, del Ministro Bianchi e del sottosegretario Sasso, e concludo annunciando pertanto il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carbonaro. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, 543 mila, questo è il numero degli studenti che nel 2020 hanno abbandonato la scuola dopo la licenza media, un dato drammatico, che ci posiziona in fondo alla classifica dei Paesi europei. Come confermato anche da Invalsi, siamo un Paese nel quale la probabilità di finire bene la scuola, di imparare e di utilizzare la conoscenza acquisita continua a dipendere fortemente dal luogo di nascita, dalla ricchezza e dallo stato sociale della famiglia di origine. Il tasso di abbandono è quindi risalito al 14,5 per cento, con un divario territoriale che penalizza le zone interne, le molte periferie, tutte le aree che conoscono esclusione sociale e culturale e, soprattutto, il Mezzogiorno. In questo quadro, l'educazione deve diventare oggetto primario di attenzione, poiché essa è l'unico strumento con cui, nel medio e nel lungo termine, si può realizzare il cambiamento culturale, economico e civile necessario per rispondere proattivamente alle emergenze sia presenti che future.
È fondamentale per lo sviluppo del Paese ridare alle persone, a cominciare dalle bambine e dai bambini, la libertà sostanziale di vivere la vita che desiderano vivere, quella libertà che è alla base della democrazia e che comprende la capacità non solo di lavorare, ma anche di confrontarsi, partecipare, discernere, prendersi cura degli altri e dell'ecosistema, usare la tecnologia, acquisire le competenze per il futuro, comprendere e farsi interpreti dei principi costituzionali. Il provvedimento oggi in esame ha l'obiettivo di introdurre nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado le competenze non cognitive, per aiutare a contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica. Tali competenze aiutano a sviluppare nell'alunno la creatività, l'attitudine alla risoluzione dei problemi, la capacità di giudizio, la capacità di organizzazione e di interazione. A tal fine, si prevede l'introduzione, per un periodo sperimentale di 3 anni, delle competenze non cognitive nel metodo didattico, assicurando un'adeguata formazione ai docenti. Si tratta - lo sappiamo - di un piccolo tassello, che va, però, a inserirsi in un quadro più ampio di interventi che la politica sta attuando ed è chiamata ad implementare ulteriormente.
Nel votare questo provvedimento oggi non possiamo non pensare al preciso momento storico che stiamo vivendo, che spesso costringe giovanissimi a rinunciare ad alcuni degli aspetti più belli della scuola, la socialità in primis.
Sappiamo che, con la didattica a distanza, ad esempio, la dispersione scolastica è aumentata vertiginosamente. Sappiamo che le conseguenze della pandemia sugli studenti, sul loro benessere psicofisico e sulla loro crescita saranno le più lunghe e le più pesanti da supportare. Ecco perché, a maggior ragione, per la realtà che siamo costretti ad affrontare, che lascerà segni importanti anche nel futuro, è essenziale che la scuola diventi sempre di più luogo di sviluppo, educazione e formazione a tutto tondo dei giovani.
In una scuola moderna e orientata al domani, che non sia schiacciata solo sul sapere nozionistico, è fondamentale introdurre il tema delle competenze non competitive per il futuro, allineate alle necessità del mercato del lavoro, ad una società in mutamento continuo, al tema della valutazione, che non ci rende attualmente competitivi a livello internazionale.
Ma voglio andare oltre, perché questo è un percorso che è presente nella Commissione cultura - e di questo ringrazio il lavoro del relatore, il lavoro del comitato ristretto e del Governo -, che comprende anche altri interventi molto importanti, come il percorso per la doppia laurea e la legge sulla lettura. Cito quella perché in quel provvedimento si parla a ragion veduta di attrattività e di potenziamento delle biblioteche scolastiche, quale presidio culturale sul territorio. Occorre, quindi, una didattica che metta realmente gli studenti al centro e lavori per l'inclusione di tutti loro, perché, come scriveva don Milani, se si perde loro, la scuola non è più scuola e non vi è nulla di più ingiusto quanto fare parti uguali tra disuguali.
Occorre guardare, però, alle tante importanti esperienze che ci sono nella comunità scolastica, ascoltarle e costruire insieme modelli praticabili su tutto il territorio nazionale, adottandoli ai singoli contesti. Molte scuole hanno saputo rafforzare la propria funzione di presidio repubblicano anche in territori difficili, attraverso reti cooperative orizzontali tra docenti, tra scuole e con soggetti del territorio per raggiungere i propri alunni. Migliaia di classi stanno riannodando le comunità di apprendimento, in grandi e piccoli gruppi, in assetti diversi dalla lezione frontale, con un alto tasso di innovazione, non solo legato all'uso del device o della rete, ma alla didattica e alla relazione.
Noi tutti credo abbiamo presente quella scena finale di quel film, ispirato dal libro Io speriamo che me la cavo, quando il piccolo Raffaele, giunto in solitaria alla stazione per salutare il maestro in partenza, consegna un tema che il maestro leggerà in viaggio, che termina con la frase: “Io speriamo che me la cavo”. Il libro e il film ad esso ispirato mostrano magistralmente quanto la scuola possa incidere nella vita delle persone, soprattutto per quelle più fragili e svantaggiate. Ed è proprio da questa consapevolezza che dobbiamo ripartire per rimettere al centro la missione sociale della scuola, quale primo e più importante luogo di sviluppo e di emancipazione dell'individuo e della comunità. La scuola costituisce una parte rilevante del tessuto sociale del territorio, trasmette impulsi positivi di aggregazione e maturazione sociale. Non ci sono un luogo e un momento più adatti della scuola per trasformare il disagio in risorsa. Per questo è essenziale valorizzarne il ruolo, mettendola in condizione di diventare centro civico attorno alla quale si riunisce il quartiere e la comunità, una struttura polivalente che aggreghi attorno a sé le famiglie e le comunità anche oltre all'orario scolastico.
In conclusione, Presidente, ridare fiducia all'istruzione scolastica comporta considerare le scuole come luoghi di apprendimento largamente inteso, di costruzione comunitaria intorno al sapere. Oggi facciamo un piccolo ma importante passo in questa direzione. Da queste proposte e da queste esperienze, unitamente ad una forte volontà politica e all'impegno di tutta la comunità scolastica, potremo rilanciare il ruolo della scuola quale ascensore sociale. E un giorno, chissà, “io speriamo che me la cavo” di tanti nostri ragazzi potrà diventare un più confortante “io me la caverò”.
Per le ragioni sopra esposte, annuncio, quindi, il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lattanzio, credo, per un ringraziamento. Ne ha facoltà.
PAOLO LATTANZIO, Relatore. Grazie Presidente. Prima del ringraziamento, tengo a dire che portare oggi in Aula e avere un consenso così ampio, su una proposta di legge che parla di bambine e di bambini, di ragazze e di ragazzi, in una fase in cui sono stati fra le vittime principali di questa pandemia delle chiusure e sono costantemente considerati o degli untori o una fascia da sacrificare per lasciare spazio ad altro, credo che sia utile e importante questa legge, perché dà la possibilità di una visione lunga sul loro futuro, con una visione pedagogica che mancava da tanto tempo. Quindi, è un contributo credo importante.
Ringrazio la presidente Vittoria Casa, anche per la pazienza in questi due anni di gestazione della proposta di legge, tutti i partiti che hanno collaborato in Commissione, l'Intergruppo per la sussidiarietà, gli studiosi e le studiose con i quali ci siamo confrontati costantemente e gli uffici di Commissione che ci hanno supportati (Applausi).
(Coordinamento formale - A.C. 2372-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2372-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2372-A: "Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 28).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse, gli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna sono rinviati alla seduta di domani.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, agli interventi di fine seduta.
Se i colleghi escono in maniera ordinata, possiamo dare subito la parola all'onorevole Suriano che ha chiesto di intervenire.
SIMONA SURIANO (MISTO). Grazie, Presidente. L'ennesima vittima in questi giorni delle mancate politiche di argine alle delocalizzazioni è l'azienda Caterpillar di Jesi o, per essere precisi, i lavoratori della Caterpillar. In un momento di disagio per molte famiglie a causa della pandemia, il Governo non riesce a fermare questa emorragia aziendale, con ricadute economiche e sociali di enorme entità.
L'azienda ha già dato il preavviso di licenziamento ai lavoratori, che avverrà il 24 febbraio prossimo, se nessuno farà niente prima. I sindacati e i lavoratori sono da settimane in sciopero per chiedere disperatamente al Governo di intervenire e all'azienda di ritirare la procedura di mobilità che è come una tagliola sulla testa di centinaia di famiglie.
Auspico che il Ministero dello Sviluppo economico si attivi per garantire ai sindacati un tavolo di confronto. Ricordo che è già depositata alla Camera e al Senato una proposta di legge seria contro le delocalizzazioni.
Lascia, inoltre, perplessi il fatto che il sito di Jesi sia sempre stato altamente produttivo, al punto da indurre la dirigenza a introdurre, mesi fa, seppur su base volontaria, sabati lavorativi e a intensificare la percentuale dei turni di lavoro notturno, in considerazione dell'accresciuta domanda di mercato. Poi, all'improvviso, agli inizi di dicembre, la doccia fredda, perché sembra che spostando la produzione all'estero i cilindri per motori costerebbero dal 20 al 25 per cento in meno. Chissà quando accadrà che il profitto non si calcolerà più sulla pelle dei cittadini.
Chiedo di far luce su quanto sta accadendo alla Caterpillar di Jesi e di avviare tempestivamente un tavolo di crisi al MISE per scongiurare questo ennesimo fallimento di questo Governo e scongiurare l'ennesima crisi vissuta sulla pelle dei cittadini.
PRESIDENTE. Mi spiace che ci sia questo rumore di fondo, invito i colleghi a dare spazio agli interventi fine seduta. Potete uscire dall'Aula, la seduta con le votazioni è terminata, così i colleghi che hanno chiesto di parlare potranno farlo nelle condizioni opportune.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Voglio portare all'attenzione di tutta l'Aula e all'attenzione di tutte le forze politiche un'emergenza nazionale. Nel mio territorio, nella mia città, San Severo, e a Foggia, negli ultimi sette giorni, sono stati commessi sette o otto attentati dinamitardi, di cui quattro nella mia città. La mafia foggiana sta rialzando la testa, nonostante le grandi operazioni messe a segno da magistratura e Forze dell'ordine. Non possiamo più aspettare, è un'emergenza nazionale, come ci ha ribadito il procuratore De Raho.
Noi come MoVimento 5 Stelle abbiamo fatto tanto per il mio territorio e abbiamo fatto della lotta alla mafia il nostro fiore all'occhiello; saremo sabato con una delegazione delle Commissioni giustizia e antimafia sul territorio, ma chiediamo interventi immediati al Governo, alla Ministra Lamorgese e alla Ministra Cartabia.
Serve un rafforzamento immediato delle Forze dell'ordine e servono strumenti eccezionali come il ripristino dei presidi di legalità e nuovi strumenti con nuovi presidi, per aumentare il contrasto alla mafia. Non possiamo più attendere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Licatini. Ne ha facoltà.
CATERINA LICATINI (M5S). Grazie, Presidente. Una costante della pandemia è stato l'appello alla responsabilità dei cittadini. A volte, però, è l'esempio dato dalle istituzioni che rischia di vacillare. E' ciò che è avvenuto nella mia città, Bagheria, dove lo scorso 7 gennaio l'europarlamentare Francesca Donato ha tenuto una conferenza in una delle sedi del comune, incontro al quale, secondo una foto fatta circolare in rete dalla stessa europarlamentare, numerosi partecipanti non rispettavano alcuna misura di sicurezza: non indossavano la mascherina, né rispettavano il distanziamento. Ne è seguita, ovviamente, una polemica e l'europarlamentare ha rimosso la foto, sostenendo che fosse un'immagine di repertorio. Ora non sta qui a noi, in questa sede, giudicare e stabilire se sia vero, ma di certo bisogna prendere atto che il solo dubbio che un municipio sia stato teatro di simili violazioni ci obbliga a vederci chiaro. Continuiamo a chiedere ai cittadini immensi sacrifici per tutelare la salute di tutti e, allora, non possiamo permettere che proprio le sedi istituzionali rischino di diventare luoghi di manifestazioni di irresponsabilità. Occorre fare chiarezza ed è per questo che mi sono già adoperata per sollevare le opportune verifiche, perché le regole esistono e valgono per tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie Presidente. Il 5 gennaio, la comunità del mio paese, Campomarino, e l'intera regione Molise subivano una grave perdita, la perdita di un riferimento politico e umano. La scomparsa dell'ex assessore della mia regione, il Molise appunto, ha provocato un immenso vuoto. Luigi Velardi, l'amico Gino, che, con il suo rigore di principi, con la sua lunga esperienza, unitamente al suo volto rassicurante, alle sue parole gentili, fuori da questi tempi, direi, è stato per me sempre, grazie all'incontro avvenuto proprio attraverso la politica, il simbolo del dialogo e del confronto costruttivo. Ero legata a lui da un profondo sentimento di affetto, da una stima sincera e vorrei che, da qui, giungesse a lui il mio ringraziamento per tutti i consigli generosamente dispensati e un lungo abbraccio da quest'Aula alla moglie Maria e ai figli e a tutte le persone che gli hanno voluto bene (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAON (FI). Grazie Presidente, naturalmente faccio riferimento a lei. Il 6 dicembre ho depositato un'interrogazione, perché, con il riordino delle frequenze televisive, sta emergendo un grosso problema: ci ritroviamo che, per decreto, il 15 marzo tantissime televisioni private verranno chiuse. Sono aziende come tutte quelle che, in questo momento, stiamo cercando di sostenere. Sollecito il Governo a dare una risposta, perché, dietro a queste partite IVA, ci sono famiglie, ci sono investimenti, ci sono mutui. Come qualsiasi altra azienda, non si può farla chiudere il 15 di marzo senza dare una spiegazione o solo perché si dice che i canali non bastano. Chiedo spiegazioni, che il Governo partecipi e che, in qualche maniera, dia una risposta.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 12 gennaio 2022 - Ore 9,30:
(ore 9,30 e ore 16)
1. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
FREGOLENT; MADIA; FRANCESCO SILVESTRI: Disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi. (C. 196-721-1827-A)
Relatrice: BALDINO.
2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
FERRARI ed altri; DEIDDA ed altri; GIOVANNI RUSSO ed altri; DEL MONACO ed altri; DEL MONACO ed altri; FERRARI ed altri: Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale. (C. 1870-1934-2045-2051-2802-2993-A)
Relatori: ARESTA e FERRARI.
3. Seguito della discussione dei progetti di legge:
S. 1220 - Ratifica ed esecuzione dell'Emendamento al Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, adottato a Kigali il 15 ottobre 2016 (Approvato dal Senato). (C. 2655)
Relatrice: DI STASIO.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sull'estinzione dei trattati bilaterali di investimento tra Stati membri dell'Unione europea, fatto a Bruxelles il 5 maggio 2020. (C. 3308)
Relatore: ORSINI.
S. 2065 - D'INIZIATIVA DEL SENATORE FERRARA: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, fatta a Nicosia il 19 maggio 2017 (Approvata dal Senato). (C. 3326)
Relatrice: DI STASIO.
4. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche nei confronti del deputato Ferri. (Doc. IV, n. 10-A)
Relatore: PITTALIS.
(ore 15)
5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
La seduta termina alle 19,35.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta è pervenuta la seguente segnalazione in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 il deputato Deidda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Moz. Carabetta e a. 1-424 u.n.f. | 396 | 382 | 14 | 192 | 351 | 31 | 113 | Appr. |
2 | Nominale | Moz.Lollobrigida e a 1-466 unf II | 400 | 390 | 10 | 196 | 42 | 348 | 112 | Resp. |
3 | Nominale | Moz.Lollobrigida e a1-466 unf II p2 | 397 | 383 | 14 | 192 | 39 | 344 | 112 | Resp. |
4 | Nominale | Moz.Lollobrigida e a1-466 unf II p3 | 399 | 387 | 12 | 194 | 36 | 351 | 112 | Resp. |
5 | Nominale | Moz.Lollobrigida e a1-466 unf II p4 | 399 | 393 | 6 | 197 | 44 | 349 | 112 | Resp. |
6 | Nominale | Moz.Lollobrigida e a1-466 unf II p5 | 397 | 393 | 4 | 197 | 45 | 348 | 111 | Resp. |
7 | Nominale | Moz.Lollobrigida e a1-466 unf II p6 | 398 | 396 | 2 | 199 | 48 | 348 | 111 | Resp. |
8 | Nominale | Moz. Giuliodori e a. 1-479 n.f. | 402 | 400 | 2 | 201 | 52 | 348 | 110 | Resp. |
9 | Nominale | Moz. Giuliodori e a. 1-479 n.f. p2 | 397 | 396 | 1 | 199 | 393 | 3 | 110 | Appr. |
10 | Nominale | Pdl 2372-A - articolo 1 | 401 | 390 | 11 | 196 | 389 | 1 | 110 | Appr. |
11 | Nominale | em. 2.200 | 395 | 394 | 1 | 198 | 393 | 1 | 110 | Appr. |
12 | Nominale | em. 2.300 | 397 | 396 | 1 | 199 | 396 | 0 | 110 | Appr. |
13 | Nominale | em. 2.9 | 397 | 395 | 2 | 198 | 50 | 345 | 110 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | em. 2.301 | 393 | 392 | 1 | 197 | 390 | 2 | 110 | Appr. |
15 | Nominale | articolo 2 | 396 | 385 | 11 | 193 | 385 | 0 | 110 | Appr. |
16 | Nominale | em. 3.200 | 397 | 388 | 9 | 195 | 388 | 0 | 110 | Appr. |
17 | Nominale | em. 3.50 | 393 | 393 | 0 | 197 | 54 | 339 | 110 | Resp. |
18 | Nominale | em. 3.201 n.f. | 395 | 389 | 6 | 195 | 387 | 2 | 110 | Appr. |
19 | Nominale | em. 3.300 | 395 | 394 | 1 | 198 | 394 | 0 | 110 | Appr. |
20 | Nominale | em. 3.8 | 393 | 390 | 3 | 196 | 46 | 344 | 110 | Resp. |
21 | Nominale | em. 3.1 | 394 | 393 | 1 | 197 | 382 | 11 | 110 | Appr. |
22 | Nominale | em. 3.7 | 392 | 391 | 1 | 196 | 45 | 346 | 110 | Resp. |
23 | Nominale | articolo 3 | 391 | 378 | 13 | 190 | 375 | 3 | 110 | Appr. |
24 | Nominale | articolo 4 | 387 | 379 | 8 | 190 | 379 | 0 | 110 | Appr. |
25 | Nominale | art. agg. 4.0300 | 388 | 385 | 3 | 193 | 384 | 1 | 110 | Appr. |
26 | Nominale | odg 9/2372-A/2 | 391 | 388 | 3 | 195 | 40 | 348 | 110 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | odg 9/2372-A/3 | 389 | 387 | 2 | 194 | 45 | 342 | 110 | Resp. |
28 | Nominale | Pdl 2372-A - voto finale | 345 | 340 | 5 | 171 | 340 | 0 | 110 | Appr. |