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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 18 luglio 2022

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:

   sulla pagina Facebook del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, account istituzionale ufficiale, nonché sul sito del Ministero medesimo, pochi giorni dopo l'avvenuta scissione a opera del Ministro Luigi Di Maio dal Movimento 5 Stelle e la formazione del gruppo parlamentare Insieme per il Futuro, è stato pubblicato un contenuto di natura squisitamente politica, con logo del M5S annesso, contenente un intervento del Ministro Stefano Patuanelli alla trasmissione Agorà Estate;

   la didascalia riportata sul richiamato intervento recitava: «Non è un Governo che si può reggere sulle scissioni. Il Movimento 5 Stelle è sempre stato responsabile. Se dobbiamo cercare una causa alle tensioni bisogna guardare a questa nuova forza politica scissionista»;

   il Ministro continuava, commentando la frattura avvenuta all'interno del Movimento 5 Stelle, di cui fa parte, e illustrando il proprio punto di vista circa le scelte dell'ex compagno di Movimento, Ministro Luigi Di Maio, e la formazione da lui recentemente costituita;

   nulla di inconsueto che un esponente politico, anche Ministro, commenti la crisi di Governo, se non fosse che lo stesso ha largamente utilizzato il sito del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, facendo in tal modo coincidere i due ruoli: politico e istituzionale;

   il video in questione, infatti, riportante i contenuti espressi alla trasmissione Agorà Estate, non è comparso sulle pagine personali del senatore Patuanelli, ma sulla pagina ufficiale del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali relativa al Ministro Patuanelli, con una confusione di ruoli del tutto inopportuna;

   a conferma dell'inopportunità della pubblicazione di tali contenuti, squisitamente politici, e del tutto estranei alle competenze del Ministero, veniva predisposta la successiva cancellazione del video in questione sulla pagina ufficiale del dicastero –:

   se sia a conoscenza della dinamica dei fatti esposta in premessa e se, per quanto di competenza, si sia proceduto a individuare i responsabili di tale inopportuna e impropria pubblicazione del video in questione;

   se non ritenga necessario richiamare i Ministri ad un uso appropriato, imparziale e uniforme dei siti ministeriali improntato al rispetto dei fini istituzionali dei medesimi.
(2-01568) «Fregolent».

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MURONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 199 del 2021, di recepimento della direttiva europea 2018/2001 (RED II), ha tra gli obiettivi anche quello di incentivare lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili;

   le comunità energetiche da sole non sono certo la soluzione, ma concorrono in modo significativo alla strategia complessiva in modo originale e non replicabile rispetto ad altre soluzioni. Oltre al contributo in termini di aumento di quota di produzione di energia da fonti rinnovabili, esse rappresentano infatti un modello di produzione diffusa e partecipata di energia, nel quale i cittadini superano lo steccato dell'essere solo consumatori, soggetti ai capricci delle bollette, ma diventano prosumer e godono potenzialmente di una parte dei benefici dei produttori;

   per questo motivo le comunità energetiche rappresentano un prezioso strumento di cittadinanza attiva, oggi fondamentale per dare forza e vitalità alla società civile che è baluardo della democrazia di fronte alle tentazioni populiste. Le comunità energetiche, inoltre, premiando la coincidenza geografica tra produzione e consumo e la quota di energia prodotta autoconsumata, avranno un ruolo decisivo per risolvere il problema della trasmissione nelle reti elettriche del futuro, in cui il traffico aumenterà significativamente;

   tutto questo purtroppo è bloccato perché, dopo otto mesi, mancano ancora i provvedimenti attuativi necessari per l'effettiva applicazione della norma. Tale ritardo non solo sta frenando la diffusione di uno strumento fondamentale per combattere la povertà energetica e l'emergenza climatica, ma sta anche impedendo l'utilizzo dei 2,2 miliardi di fondi previsti dal PNRR per finanziare le comunità energetiche nei piccoli comuni, attraverso forme di credito agevolato;

   si ricorda che, a seguito della guerra in Ucraina, l'Unione Europea ha rivisto verso l'alto, rendendolo più ambizioso con il programma RePowerEU, l'obiettivo di aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, passando dal 40 al 45 per cento entro il 2030;

   il Piano nazionale italiano per l'energia e il clima (Pniec) dovrà essere aggiornato per allinearlo ai target europei e per raggiungere i medesimi traguardi ambiziosi che si perseguono, semplificando gli iter autorizzativi e stimolando l'autoproduzione di energia per imprese industriali, agricole e per comunità;

   per questi motivi è nato l'appello al Governo, lanciato da circa 77 associazioni per sbloccare la «svolta» delle comunità energetiche. Tra i firmatari si ricordano Legambiente, Next Nuova economia per tutti, First Social Life Aps, Symbola, Arci, Kyoto Club, Coordinamento Free, Forum Terzo settore, Cittadinanzattiva;

   si legge nell'appello, pubblicato dal quotidiano «L'Avvenire» il 14 luglio 2022, che l'aggressione russa dell'Ucraina ha messo in luce quanto la dipendenza energetica dalle fonti fossili (e in particolare dal gas russo) sia un profondo fattore di debolezza per l'Italia e per l'Unione Europea (...) e ha rafforzato, se ce ne fosse stato bisogno, la convinzione che l'obiettivo della transizione ecologica non è solo urgente per contrastare la sempre più grave emergenza climatica, per la salute, la lotta all'inquinamento, la convenienza di prezzo (la produzione di energia da fonti rinnovabili è oggi la meno cara), ma anche per evitare di essere esposti a rischi geopolitici e ad una volatilità dei prezzi che rappresenta un grave fattore di rischio per le imprese –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e pertanto se non ritengano di esplicitare i motivi – e, nel caso, se siano stati superati – che fino ad oggi non hanno permesso l'emanazione dei decreti attuativi e dei bandi del PNRR riservati ai piccoli comuni, che sono fondamentali per fornire ai tanti operatori, cittadini, imprese, comunità, pronti a realizzare progetti, le coordinate di riferimento necessarie per la loro realizzazione.
(5-08424)


   SARLI, SURIANO, EHM, BENEDETTI e GIANNONE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:

   il 17 giugno 2022 la prima firmataria del presente atto, insieme alla senatrice Paola Nugnes faceva ingresso presso il centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d'Isonzo (Gorizia) ai sensi dell'articolo 6 del regolamento CIE 2014, ove si trattenevano dalle ore 10 alle ore 18;

   negli anni 2020/21 il Cpr di Gradisca d'Isonzo era stato oggetto di segnalazione da parte di associazioni che denunciavano le condizioni di trattenimento dei cittadini stranieri, la morte di un cittadino albanese e di un cittadino tunisino, nonché il rinvenimento di cittadino marocchino in stato di incoscienza posto in isolamento;

   il 4 giugno 2022, il sito «Meltingpot» e la campagna «LasciateCIEntrare» riportavano che nel predetto centro erano presenti persone in condizioni di abbandono e di diritti negati;

   durante la visita del 17 giugno 2022 si riscontrava la presenza di persone con familiari regolarmente soggiornanti in Italia, sposati e con figli presenti sul territorio nazionale e una persona posta in isolamento nonostante fosse in evidente e documentato stato di allucinazione, proveniente da ospedali psichiatrici giudiziari, nonché numerose persone in condizioni di incompatibilità con lo stato di detenzione;

   altresì si riscontrava: l'assenza di campanelli nelle celle di detenzione, il non funzionamento del sistema di aerazione, le finestre sigillate, il sistema fognario compromesso, il non utilizzo degli spazi comuni, infine l'assenza di una calendarizzazione delle attività previste dall'articolo 4, lettera h), del regolamento CIE 2014;

   in relazione ai servizi erogati dall'ente gestore cooperativa sociale Onlus Edeco, si constatava l'assenza del medico nell'intera giornata, nonostante fosse in corso una emergenza sanitaria, ciò in contrasto con la tabella di cui allegato A dello schema di capitolato di appalto, in base alla quale l'ente gestore assicura la presenza del medico di turno in struttura per un tempo pari ad otto ore al giorno;

   la presenza di un unico infermiere che – come riportato dalla vice-direttrice della cooperativa sociale – svolge turni di 24 ore per cinque giorni a settimana, ciò in violazione di ogni normativa a tutela dei lavoratori; mancata erogazione del buono economico pari a 5 euro ogni due giorni, dovuto dall'ente gestore ai soggetti trattenuti, come da regolamento CIE 2014 articolo 4, lettera g), pasti consumati nelle celle in violazione dell'articolo 4, lettera d), mancata affissione e consegna ai soggetti trattenuti dei documenti informativi di cui all'articolo 2 e allegato 1.a) del Regolamento CIE 2014;

   alla luce di ciò, in data 21 giugno 2022 la prima firmataria del presente atto, insieme alla senatrice Paola Nugnes, inoltrava, istanza di accesso agli atti ex articoli 22 e 25 legge n. 241 del 1990 indirizzata al dottor Mario Fazioli, Divisione polizia amministrativa sociale e dell'immigrazione della Questura di Gorizia 3^ sez. C.P.R. e al Prefetto di Gorizia dottor Ricciardi, chiedendo di acquisire atti amministrativi di interesse;

   il 22 e 24 giugno 2022 la Questura di Gorizia, Divisione polizia amministrativa sociale e dell'immigrazione, rispondeva fornendo lacunosa ed insufficiente documentazione –:

   se siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa;

   quali attività di controllo siano predisposte per verificare che all'interno dei Centri di permanenza per il rimpatrio, in particolare del Cpr in questione, siano tutelati i diritti fondamentali delle persone trattenute e siano garantite l'effettiva attuazione del regolamento CIE, dello schema del capitolato d'appalto e della contrattazione collettiva in materia di lavoro da parte dell'ente gestore del CPR di Gradisca di Isonzo.
(5-08435)


   SURIANO e EHM. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 30 giugno 2022 la prima firmataria del presente atto, con l'avvocato Giovanni Annaloro, accompagnatore di fiducia, come da articolo 67 dell'ordinamento penitenziario, faceva ingresso presso il Centro di permanenza per il rimpatrio di Caltanissetta, sito a Pian del Lago, ai sensi dell'articolo 6 del regolamento CIE 2014, ove si tratteneva dalle ore 10 alle ore 14;

   Il Cpr di Caltanissetta era già stato attenzionato da una rete di associazioni attraverso articoli di giornali che segnalavano le condizioni di trattenimento dei cittadini stranieri all'interno della struttura detentiva;

   un comunicato della campagna «LasciateCIEntrare» del 29 giugno 2022 riportava notizie di mancata assistenza sanitaria con successive proteste e pestaggi da parte delle forze dell'ordine nel Cpr di Caltanissetta;

   al momento della visita del 30 giugno 2022, i cittadini stranieri trattenuti erano in numero pari a 80 persone;

   tutti i reclusi con cui la prima firmataria del presente atto ha parlato hanno riferito di violenza perpetrata ai danni di un loro compagno da parte delle forze dell'ordine, che lo hanno poi rinchiuso in isolamento, una stanza sita di fronte all'ufficio dei colloqui del Cpr. Tale pestaggio sarebbe avvenuto al di fuori del raggio di visione delle telecamere presenti nel Cpr;

   tutti i reclusi testimoniavano di mancanza di assistenza sanitaria che determina proteste frequenti da parte dei trattenuti. Alcuni reclusi presenti presentavano problemi sanitari di lunga data, tanto che uno di loro veniva posto a terra sopra un materasso per difficoltà di deambulazione, perché potesse interloquire con la scrivente;

   al momento della visita una persona si trovava in isolamento, dopo aver dichiarato all'ingresso di essere affetto da HIV, il medico, nonostante questo, aveva comunque disposto l'idoneità al trattenimento. Tale persona attendeva dunque verifica degli esami di laboratorio per confermare la patologia;

   diverse persone trattenute presentavano vulnerabilità psichiche e volontà suicidaria;

   quanto alla struttura detentiva si verificava l'assenza di campanelli nelle celle di detenzione per favorire la comunicazione con gli operatori, il sistema di aerazione non funzionante con enorme pregiudizio dei trattenuti specie durante le presenti ondate di caldo, servizi igienici non funzionanti, maleodoranti e per lo più privi di porte, l'assenza degli spazi comuni e l'assenza di una calendarizzazione delle attività ricreative, sociali e religiose, in violazione dell'articolo 4, lettera h), del regolamento CIE 2014;

   sono state riportate alla scrivente episodi violenti di pestaggi ed atti di autolesionismo accaduti successivamente alla visita –:

   quali siano gli esiti delle attività di monitoraggio e controllo svolte nel Cpr di Caltanissetta dal Prefetto di Caltanissetta e comunicate al Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione sulla gestione del Centro da parte dell'ente gestore e sugli interventi di manutenzione della struttura e degli impianti di cui all'articolo 8 del regolamento CIE 2014, nonché sull'assistenza sanitaria posta in essere in tale struttura;

   quali iniziative urgenti la Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (articolo 27 legge n. 241 del 1990) e i Ministri interrogati intendano mettere in atto, per garantire l'effettiva attuazione del regolamento CIE, dello schema di capitolato d'appalto, della normativa e contrattazione collettiva in materia di lavoro da parte dell'ente gestore del Cpr di Caltanissetta;

   quali iniziative s'intenda intraprendere per garantire che vengano rispettati il diritto alla salute, alle tutele le legali e per evitare che le richieste di un'accoglienza meno disumana si traducano in ripetute e impunite azioni repressive.
(5-08436)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MOLLICONE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da l'Espresso a mezzo stampa il 10 luglio 2022, richiamando una indagine giornalistica internazionale lanciata dal quotidiano inglese Guardian, Uber, nota multinazionale del trasporto non di linea, avrebbe eseguito in tutta Europa, per circa cinque anni fino al 2017, attività di pressione sui governi europei al fine di spingerli ad adottare una nuova legislazione o regolamentazione che favorisse l'entrata di Uber stessa nel mercato del trasporto pubblico non di linea;

   tali attività sarebbero state ordinate dal co-fondatore Travis Kalanick, il quale avrebbe agito in maniera spregiudicata per raggiungere gli obiettivi di crescita dell'azienda, sfruttando personalità politiche allora in vista tra cui, secondo l'indagine del Guardian, anche l'allora Ministro dell'economia francese Emmanuel Macron, oggi presidente, e la ex Commissaria europea alla concorrenza Neelie Kroes, olandese. Quest'ultima in particolare, al momento dei fatti era Commissaria per l'agenda digitale della Commissione Barroso II e avrebbe prestato il suo aiuto in seguito alla promessa di una assunzione nella compagnia in un successivo futuro;

   specificamente riguardo all'Italia risultano, dai documenti acquisiti dal Guardian, vari tentativi di pressione tra il 2014 e il 2016 sull'allora Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi. Tale campagna di lobbying, denominata dai giornali «Italy - Operation Renzi», avrebbe coinvolto personalità anche istituzionali a vari livelli, come John Philips, a quei tempi Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, oltre alle normali attività di lobbying;

   l'obiettivo dichiarato di tale campagna di pressione era agganciare il maggior numero possibile di parlamentari del Partito Democratico, di cui Renzi era segretario da fine 2013, nonché influenzare lo stesso Presidente del Consiglio, descritto dai manager americani di Uber come un «entusiastico sostenitore» della compagnia e dunque ritenuto influenzabile;

   pur essendo rilevabile l'assenza di provvedimenti adottati esplicitamente in favore di Uber in quel periodo e successivamente, il mercato del trasporto pubblico non di linea è costantemente oggetto di norme che progressivamente stanno portando ad una sua liberalizzazione da anni, a detrimento delle storiche categorie del settore, tassisti e NCC –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda prendere per chiarire le conseguenze sull'attività governativa della campagna di pressione effettuata da Uber e quali iniziative, anche normative, intenda adottare in relazione al tema generale delle campagne di pressione di aziende multinazionali nei confronti delle istituzioni, in ragione della loro maggior disponibilità di risorse da impiegare nel lobbying.
(4-12615)


   DORI, PAOLO NICOLÒ ROMANO, MENGA e SIRAGUSA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'epoca in cui si stanno progettando e realizzando le Olimpiadi Milano Cortina 2026 è segnata da una profonda crisi determinata dall'emergenza pandemica da Covid-19, da quella economica dovuta all'instabilità causata dallo scenario del conflitto in Ucraina e non da ultimo da quella climatica, la cui tragedia della Marmolada ne è drammatica conseguenza;

   al fine di assicurare la tempestiva realizzazione, entro il 31 dicembre 2024, degli interventi d'adeguamento della pista olimpica di bob e slittino «Eugenio Monti» di Cortina d'Ampezzo, è stato nominato commissario straordinario l'amministratore delegato della società ex articolo 3 decreto-legge n. 16 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 maggio 2020, n. 31, mentre con il comma 3-quinquies dell'articolo 16 del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2021, n. 156 veniva disposta la copertura finanziaria per tali interventi, mediante la concessione di un contributo pari a complessivi 24,5 milioni di euro, di cui 500.000 per l'anno 2021 ed euro 12.000.000 per ciascuno degli anni 2022 e 2023;

   il dossier di candidatura Milano Cortina 2026 del 31 marzo 2019 stimava in 47.712.000 euro i costi per la realizzazione dell'infrastruttura in questione, importo poi rideterminato in 61.000.000,00 euro nell'ambito della presa d'atto delle risultanze del documento di fattibilità delle alternative progettuali dell'intervento;

   nell'ambito dello stesso dossier veniva chiarito come fosse in corso la definizione entro maggio 2019 del progetto di fattibilità tecnico-economica relativo alla prima fase dell'iter procedurale per lo Sliding Centre di Cortina, la cui realizzazione sarebbe dovuta iniziare a giugno 2021;

   in un'intervista alla Consigliera regionale Cristina Guarda apparsa su Il Fatto Quotidiano, del 25 maggio 2022, sono indicati in sintesi i contenuti di un carteggio intercorso tra la regione Veneto e il Presidente del Cio, documentazione conosciuta dalla predetta consigliera in esito ad accesso agli atti, dalla quale è dato apprendere della formale contrarietà del Comitato Olimpico a un nuovo investimento per una pista da bob olimpica, tanto che il Cio, già il 30 ottobre 2020, avrebbe dichiarato «...come il mondo fosse cambiato dopo il Covid e non servissero cattedrali nel deserto»;

   sempre Il Fatto Quotidiano ha recentemente reso noto i contenuti del progetto dello Sliding center che sarebbe ora al vaglio della conferenza dei servizi dopo essere stato discusso dalle federazioni di bob, skeleton e slittino, dal quale emergerebbe un aumento dei costi (da 61 a 85 milioni di euro) per la realizzazione di un tracciato di gara di 1.512 metri, 18 curve e una pista lunga 2.001 metri, dunque non una riqualificazione, quanto una nuova costruzione cui si aggiungerebbero sei edifici da realizzare, tra partenze, arrivo e impianti di refrigerazioni, per un totale di 5 mila metri quadrati e 18 mila metri cubi;

   il progetto preso in considerazione reintroduce l'uso dell'ammoniaca, escluso in precedenza, utilizzata per il sistema di refrigerazione che, assieme all'uso delle acque del torrente Boite oggi in crisi a causa dell'emergenza climatica, aggrava lo stimato impatto ambientale dell'opera –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti e circostanze esposte in premessa e se intenda avviare interlocuzioni con le istituzioni dei Paesi più vicini in cui si trovano Sliding Centers alternativi, come suggerito dallo stesso direttore generale del Comitato olimpico internazionale, per non sprecare risorse pubbliche in una infrastruttura sulla quale lo stesso Comitato olimpico internazionale avrebbe già espresso la propria contrarietà.
(4-12616)


   LEGNAIOLI e ZOFFILI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   Rassoul Bissoultanov, ventinovenne ceceno, è stato condannato in Spagna a 15 anni di reclusione per omicidio volontario per la morte di Niccolò Ciatti, il ventiduenne di Scandicci (Firenze) che venne aggredito senza alcun motivo la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, nota località della Costa Brava, dove si trovava in vacanza con alcuni amici. La Corte ha riconosciuto l'omicidio volontario ma il giudice aveva comminato la pena minima, quella dei 15 anni;

   il 12 luglio 2022, avrebbe dovuto presentarsi in udienza a Girona per l'udienza di carcerazione al fine di calcolare la rideterminazione della reclusione dopo essere stato in prigione quattro anni, in attesa della condanna definitiva, ma non si è presentato e il suo avvocato Carles Monguilod afferma di non sapere dove si trovi. Il tribunale spagnolo ha spiccato un mandato di cattura internazionale. È la seconda volta che Bissoultanov scappa e ora ci sono due mandati di cattura contro di lui, uno italiano e l'altro spagnolo;

   in attesa della carcerazione, Bissoultanov era sottoposto all'obbligo di firma settimanale presso la polizia giudiziaria e risulterebbe che abbia firmato per l'ultima volta mercoledì 6 luglio 2022;

   per il processo in corso a Roma, che riprenderà a settembre, si aprono possibili scenari diversi. «In Spagna non è possibile il processo a un latitante né in contumacia, quindi ora il processo di appello si blocca ed è possibile a questo punto che diventi definitivo prima quello nostro in Italia» spiega l'avvocato in riferimento all'ordinanza dei giudici della Terza Corte d'Assise di Roma con cui si è deciso di far proseguire il processo in Italia, parallelamente a quello spagnolo, in attesa di vedere quale dei due Paesi arrivi prima a sentenza definitiva;

   la morte di Niccolò Ciatti rimane una ferita aperta per il nostro Paese, e per questo si ritiene necessario che sia dato nuovo impulso alle indagini e alle ricerche da parte delle autorità preposte –:

   quali iniziative il Governo abbia attivato o intenda attivare, per quanto di competenza, affinché le autorità italiane possano collaborare con quelle spagnole per coadiuvare e supportare le attività di indagine e ricerca del latitante, anche al fine di assicurare giustizia alla famiglia Ciatti.
(4-12622)


   LEGNAIOLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   con la normativa europea sul clima, nel quadro del Green Deal europeo, l'Unione europea si è posta l'obiettivo vincolante di conseguire la neutralità climatica entro il 2050, richiedendo un considerevole sforzo dagli Stati membri nei prossimi decenni; a tal fine, come passo intermedio l'Unione europea ha innalzato l'ambizione in materia di clima per il 2030, impegnandosi a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55 per cento entro il 2030, con il cosiddetto pacchetto «Pronti per il 55 per cento»;

   tuttavia, il nostro Paese non sembra ancora pronto a raggiungere simili obiettivi;

   un caso emblematico rappresenta il progetto della Multiutility Agsm Aim che prevede la realizzazione di un Impianto eolico in località Monte Giogo di Villore, sull'Appennino tosco-emiliano che, con solo 7 aerogeneratori ad alta tecnologia, stima la generazione di 80 milioni di kWh annui, di energia elettrica sufficienti a soddisfare un fabbisogno di circa 100 mila persone e risparmiando 20 milioni di euro in bolletta;

   il progetto rientra nell'attuazione del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima 2030 (Pniec) ed è coerente con il Piano ambientale ed energetico della regione Toscana (Paer), ma da ottobre 2019, nonostante il consenso di comuni e cittadini e 40 ore di dibattito pubblico per valutare la contrarietà di cinque comitati, ancora non riesce a ottenere l'approvazione definitiva;

   il motivo, come riportato da organi di stampa nazionali, sarebbe il blocco imposto dal Ministero della cultura alla procedura di Via, che ha seguito il parere contrario della soprintendenza in conferenza di servizi, a causa della necessità di abbattimento di una parte del bosco, obiezione quest'ultima che la Giunta regionale della Toscana che ha rilasciato la propria autorizzazione nella conferenza di servizi del 7 febbraio 2022, aveva già respinto ritenendo più importanti la transizione energetica e il raggiungimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni;

   attualmente, il progetto sarebbe in attesa di essere discusso dal Consiglio dei ministri e, nonostante il consenso di cittadini, enti e associazioni ambientaliste come Legambiente, da quando si apprende dai media, la posizione del Ministro della cultura sembra ancora contraria;

   si tratta di uno dei tanti progetti bloccati dal Ministero della cultura che riesce a scavalcare tutte le semplificazioni approvate dal Parlamento negli ultimi decreti-legge del Governo; al Consiglio dei ministri sembra che siano ancora fermi dieci impianti eolici in attesa di autorizzazione –:

   quali siano i tempi certi per l'approvazione dell'impianto eolico di Monte Giogo di Villore e quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere al fine di superare questioni politiche o ideologiche, come quella che sta bloccando tale impianto, e di riuscire a far sì che l'Italia raggiunga gli obiettivi sul taglio delle emissioni di gas serra, secondo gli impegni assunti nell'ambito dell'Unione europea.
(4-12623)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   una notizia sul sito della Farnesina ha reso noto che il Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha incontrato, lunedì 11 luglio 2022, il Ministro degli esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian;

   secondo quanto riportato, «il Ministro Di Maio ha ribadito il fermo incoraggiamento a chiudere senza ulteriore indugio il negoziato per il ripristino del Piano d'azione congiunto globale (JCPoA) quale contributo alla stabilità e sicurezza regionali, oltre che condizione essenziale per il rilancio della collaborazione bilaterale in ambito economico e culturale»;

   tra gli altri temi sul fronte internazionale, il Ministro Di Maio avrebbe discusso con il suo omologo del conflitto in Ucraina e del contesto regionale, esprimendo l'auspicio di una normalizzazione delle relazioni fra i Paesi dell'area;

   appare evidente come gli esiti del negoziato sul nucleare iraniano debbano costituire un prerequisito della stabilità e della normalizzazione dell'area, prevedendo — a giudizio dell'interrogante — ogni opportuno accorgimento in merito alla certezza della non proliferazione degli armamenti nucleari nella regione;

   giova ricordare come, nell'area, vi siano già numerose potenze regionali potenzialmente in grado di ricorrere ad armi nucleari e che queste sono virtualmente in grado di raggiungere anche il territorio nazionale italiano. Pertanto, a giudizio dell'interrogante, il solco da tracciare nel corso dei negoziati in oggetto dovrebbe essere quello della sicurezza collettiva;

   in un'intervista su La Repubblica, il Ministro Amir-Abdollahian ha dichiarato di aver ricevuto, da parte del Ministro Di Maio, alcune idee che gli iraniani prenderanno in considerazione durante i negoziati e ha colto con favore l'operato del Ministro italiano nell'ambito dei negoziati;

   appare quindi necessario chiedere al Ministro interrogato chiarimenti in merito ai colloqui bilaterali con gli iraniani, conoscendo le proposte italiane avanzate in tali sedi –:

   quali siano le proposte avanzate dal Ministro interrogato alla controparte iraniana nel corso dei bilaterali richiamati dal Ministro Amir-Abdollahian, con particolare riferimento ai profili della sicurezza nazionale e collettiva, nonché della non proliferazione degli armamenti nucleari.
(5-08428)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRASSINETTI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   i compiti del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sono disciplinati dalla legge 23 aprile 2003, n. 109: si tratta delle funzioni di rappresentanza e di tutela degli interessi dell'Italia in sede internazionale, che spettano allo Stato sulla base dell'articolo 117 della Costituzione, relativi ai rapporti politici, economici, sociali e culturali con l'estero, dei rapporti con gli altri Stati e con le organizzazioni internazionali;

   la legge n. 220 del 2016 al Capo II, articolo 10, lettera c), dispone che il Ministero della cultura curi, in raccordo con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, le attività di rilievo internazionale concernenti la produzione cinematografica e audiovisiva, nonché l'attuazione di accordi internazionali di coproduzione cinematografica e audiovisiva;

   il medesimo articolo, comma g), dispone che il Ministero della cultura svolga, con le risorse umane, strumentali e finanziarie già previste a legislazione vigente, in raccordo con gli altri Ministeri e le altre amministrazioni competenti, anche avvalendosi della società Istituto Luce-Cinecittà srl, istituita dall'articolo 14, comma 6, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, le attività di indirizzo sui programmi di internazionalizzazione dell'industria cinematografica e audiovisiva italiana e ne coordina l'attuazione, al fine di favorire la diffusione e la distribuzione internazionale delle opere cinematografiche e audiovisive italiane;

   a fine giugno 2022, è stato dato ampio rilievo sui social media e organi di stampa, all'incontro tra il Presidente di Anica Francesco Rutelli e il Ministro della Cultura israeliano Hili Tropper finalizzato, da quanto si apprende, a promuovere la collaborazione cinematografica e audiovisiva tra Italia e Israele;

   la società Istituto Luce-Cinecittà srl, in qualità di soggetto strumentale alle attività di internazionalizzazione in capo al Ministero della cultura, ha a sua volta affidato la fase istruttoria del Fondo produttori opere audiovisive – promozione internazionale per partecipare a festival, mercati ed eventi di coproduzione e il Fondo esportatori internazionali ad Anica –:

   se l'incontro tra il Presidente di Anica Francesco Rutelli e il Ministro della cultura israeliano Hili Tropper sia stato realizzato in accordo con i dicasteri interessati e, in tal caso, a che titolo sia stata delegata ad una delle rappresentanze imprenditoriali del settore la funzione di diplomazia economica e di promozione di accordi di collaborazione tra Stati sovrani;

   quali siano gli atti ad evidenza pubblica con i quali la società Istituto Luce-Cinecittà srl ha a sua volta affidato la fase istruttoria del Fondo produttori opere audiovisive descritto in premessa e se sia previsto un compenso a carico delle risorse pubbliche per l'espletamento di tale funzione;

   quali siano gli atti ad evidenza pubblica con i quali la stessa società Istituto Luce-Cinecittà srl, la DG Cinema e Audiovisivo del Ministero della cultura, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e ICE Italian Trade Agency organizzano in maniera esclusiva e permanente insieme ad Anica l'Italian Pavilion, lo spazio professionale che nei principali Festival e mercati internazionali rappresenta la casa italiana per tutti gli operatori – nazionali ed esteri – che seguono artisticamente, e a livello industriale, il nostro cinema;

   se si ritenga opportuno, alla luce delle considerazioni svolte in premessa, valutare l'avvio di un meccanismo di riorganizzazione complessiva delle attività internazionali di settore, finalizzato a garantire il rispetto delle funzioni attribuite dalla legge ai due dicasteri, trasparenza nell'utilizzo dei fondi pubblici, pari opportunità di accesso per tutte le imprese e gli operatori alle misure previste dalla norma e garanzia di concertazione e coinvolgimento di tutte le rappresentanze di interessi collettivi del settore.
(4-12619)

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta scritta:


   SAPIA e TRANO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 117, 2° e 3° comma della Costituzione, nella novella legislativa recata dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, di modifica del Titolo V, detta le norme ordinamentali in materia sanitaria;

   è prevalente la legislazione statale per quanto attiene gli ambiti di cui all'articolo 117, secondo comma, lettere m) e q); vige, per quanto riguarda la competenza legislativa ai sensi del terzo comma dell'articolo 117, il principio della legislazione concorrente tra Stato, regioni e province autonome di Trento e Bolzano;

   l'articolo 3-bis, comma 3, del decreto legislativo n. 502 del 1992, nella novella legislativa introdotta dall'articolo 4, del decreto-legge n. 158 del 2012, convertito con modificazioni e integrazioni dalla legge n. 189 del 2012, ha disciplinato la nomina dei Direttori Generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale;

   successivamente, ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 124 del 2015, è stato adottato il decreto legislativo n. 171 del 2016, il quale, agli articoli 1 e 2, ha disciplinato la nomina dei Direttori Generali delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale;

   l'articolo 2 del decreto-legge n. 150 del 2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 181 del 2020 («Decreto-Calabria 2»), ha introdotto la disciplina relativa alla nomina dei Commissari Straordinari degli enti del Servizio sanitario regionale;

   in particolare, il comma 2 del predetto articolo 2 prevede che il Commissario straordinario degli enti del Servizio sanitario regionale, possa essere scelto anche nell'ambito dell'elenco nazionale di cui all'articolo 1 del decreto legislativo n. 171 del 2016, ciò significando, per converso, che la nomina dei Commissari straordinari degli enti del Servizio sanitario regionale della Calabria può avvenire in deroga alle vigenti norme recate dallo specifico ordinamento legislativo statale;

   alcuni Commissari straordinari delle Aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria sono stati nominati tra soggetti ultrasettantenni e/o in trattamento di quiescenza, in palese contrasto con le disposizioni normative statali;

   la specifica disciplina recata dal decreto-legge n. 150 del 2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 181 del 2020, non prevede verosimilmente un termine temporale per l'esercizio delle funzioni di Commissario straordinario degli enti del Servizio sanitario regionale della Calabria, con successiva nomina dei Direttori Generali di cui agli articoli 1 e 2 del decreto legislativo n. 171 del 2016 –:

   se non ritengano urgente adottare iniziative normative al fine di armonizzare la specifica legislazione recata dal decreto-legge n. 150 del 2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 181 del 2020, con le norme ordinamentali del decreto legislativo n. 502 del 1992 e del decreto legislativo n. 171 del 2016, come modificato ed integrato dal decreto legislativo n. 126 del 2017.
(4-12596)

CULTURA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della cultura, per sapere – premesso che:

   in tutta Italia si assiste ad una mobilitazione dei sindacati della Funzione Pubblica «contro l'abbandono del Ministero della cultura, per rivendicare una nuova politica di gestione del patrimonio culturale, accompagnata da un piano di occupazione straordinario che qualifichi gli investimenti organizzativi garantendo la fruizione a tutti i cittadini»;

   il casus belli è scoppiato la scorsa settimana, quando con un post sui social, il Museo archeologico nazionale di Taranto MArTA, uno dei 20 musei autonomi, ha annunciato che domenica 3 luglio, la prima domenica del mese (con le visite gratuite previste dal Ministero), sarebbe rimasto chiuso per carenza di personale;

   nonostante il problema fosse stato segnalato da mesi dai sindacati e dalla direzione del museo – senza ricevere risposta dal Ministero – si è ricorso a 14 vigilanti privati in sostituzione di 4 dipendenti, in violazione al codice dei beni culturali;

   i sindacati nei mesi scorsi avevano firmato un accordo con cui accettavano di aumentare al 50 per cento la presenza nei giorni festivi. Tuttavia, nel giro di poche settimane queste accordo è stato disatteso, in quanto non è stato previsto né un incremento del personale né il conseguente stanziamento di retribuzioni aggiuntive per il personale impiegato;

   le sigle sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione del personale e promuovendo assemblee e presidi in tutto il Paese «contro l'inammissibile situazione di degrado organizzativo di tutti i cicli lavorativi interni al Ministero»;

   i segretari generali delle suddette sigle rivendicano un piano straordinario di nuove assunzioni e, allo stesso tempo, denunciano «un quadro di mancato rispetto del contratto, l'azzeramento del lavoro da remoto e il disinteresse con cui vengono affrontati i temi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza»;

   è stato conseguentemente proclamato lo stato di agitazione da parte dei sindacati degli addetti impiegati presso la Reggia di Caserta. Sindacati e lavoratori il 4 luglio 2022 hanno tenuto un presidio nello spazio antistante la prefettura di Caserta;

   proprio per la Reggia di Caserta si sottolinea da molto tempo una «drammatica carenza di personale»;

   i sindacati hanno consegnato un documento al prefetto in cui si «richiama la politica alle sue responsabilità», evidenziando «la mancata programmazione delle assunzioni e dei fabbisogni», nonché la «totale mancanza di tutele per i lavoratori esternalizzati» e il «degrado dei livelli qualitativi dei servizi offerti ai cittadini»;

   inoltre, sindacati sottolineano come «lo stato di agitazione dei lavoratori del Ministero della cultura, com'è noto, è scaturito a livello nazionale da un mancato confronto con le parti sindacali su situazioni rilevanti che per noi erano importanti. Per quanto riguarda invece il nostro territorio manifestiamo in particolare per la carenza di personale: il Polo Museale di Capua, la Reggia di Caserta tutti siti di una notevole importanza che rivestono a livello culturale e turistico uno strategico segmento che deve essere ulteriormente curato»;

   in vista della nuova edizione di Estate da Re, l'evento estivo di musica classica che dal 2016 la regione Campania organizza alla Reggia di Caserta, i dipendenti hanno chiesto l'immediato pagamento da parte di Scabec, società regionale che realizza la kermesse, degli emolumenti dovuti al personale che nell'edizione 2021 fu di servizio durante i concerti e le varie iniziative della rassegna;

   i sindacati spiegano che la Scabec «non ha ancora provveduto a pagare il pregresso, e sapere che si sta organizzando una nuova rassegna, lascia le organizzazioni sindacali letteralmente stupite, perché si chiederà ai dipendenti di lavorare in via del tutto gratuita o, addirittura non si potrà disporre del servizio conto terzi dei dipendenti, perché nessuno vorrà aderire volontariamente a prestare la propria opera senza alcun emolumento. Se in tempi immediati la società Scabec non provvede a pagare tutte le obbligazioni pregresse, non ci saranno adesioni per la realizzazione della rassegna, soprattutto da parte del personale di vigilanza, il solo in grado di assicurare e garantire la tutela, la sicurezza e l'integrità del monumento» –:

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti suddetti e se stia intraprendendo iniziative, anche di urgenza, per quanto di competenza, al fine di una risoluzione delle controversie sorte con le sigle sindacali richiamate in premessa e al fine, soprattutto, di assicurare la piena fruizione a tutti i cittadini dei beni e delle attività gestiti dal Ministero.
(2-01566) «Buompane».

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   il settore delle società a partecipazione pubblica rappresenta un settore sempre più rilevante dell'economia nazionale e, nel corso degli anni, è stato oggetto di profondi interventi di riordino e razionalizzazione da parte del legislatore, proprio per garantire trasparenza e ovviare alle incertezze che ne caratterizzavano l'operatività nel mercato;

   il sistema di monitoraggio delle società a partecipazione pubblica è oggi disciplinato dall'articolo 15 del decreto legislativo 18 agosto 2016, n. 175, il quale è stato attuato dalla direttiva 9 settembre 2019 del Ministero dell'economia e delle finanze, che prevede un sistema di contabilità atto a garantire il massimo grado di trasparenza, anche sul piano dell'attribuzione delle poste patrimoniali ed economiche direttamente imputabili ai singoli servizi e funzioni operativi, ivi inclusi quello del personale, delle risorse umane, della gestione della clientela e dei servizi ausiliari alle attività operative delle partecipate stesse;

   alcuni organi di stampa (si vedano, ad esempio, la Repubblica e il Fatto Quotidiano del 2 marzo 2022) riportano come l'ex Presidente del Consiglio dei ministri Massimo D'Alema lavori da anni come consulente con società internazionali, adoperandosi per supportare le attività di imprese italiane, svolgendo anche «una normale attività di consulenza con società e in collaborazione con Ernst&Young»;

   in un'intervista (si veda la Repubblica del 3 marzo 2022) D'Alema afferma di offrire servizi di consulenza strategica e «relazioni» per Ernst&Young Italia, «di cui [è] presidente dell'advisory board», con il precipuo obbiettivo di «sostenere anche le imprese italiane all'estero», confermando sia il fatto che importanti società partecipate italiane, come Fincantieri e Leonardo, fossero clienti della predetta società di consulenza, sia che egli interagisce normalmente con i vertici delle stesse;

   sempre in un'intervista, pubblicata dal Corriere della sera del 26 marzo 2022, l'ex Presidente del Consiglio dei ministri ribadisce il proprio impegno con la Ernst&Young nella «consulenza e assistenza a imprese italiane per investimenti all'estero, che a volte prevede l'avere rapporti con i Governi»;

   il settore delle società partecipate conta più di seimila imprese, con circa novecentomila addetti, e annovera al suo interno società quotate di rilievo internazionale come Enel s.p.a. (a partecipazione pubblica per il 23,59 per cento), Eni s.p.a. (partecipata, complessivamente, al 39 per cento), Fincantieri s.p.a. (71,32 per cento), Leonardo s.p.a. (30,2 per cento), Poste italiane s.p.a. (64,26 per cento), Cassa depositi e prestiti (82,77 per cento), Sace e Invitalia;

   dette società rientrano tra le imprese di rilevante interesse nazionale, sia sul piano strategico che su quello occupazionale ed economico-produttivo, e operano quotidianamente interfacciandosi, sia direttamente che indirettamente, con colossi del settore, organismi internazionali e Governi di Paesi esteri, operando in mercati altamente competitivi e fortemente esposti a pressioni derivanti da interessi di natura complessa;

   dal cosiddetto affare Blue Power, in particolare, emerge da fonti di stampa che l'ex Presidente del Consiglio avrebbe ricavato, nell'ambito della transazione tra Eni e la predetta società, dieci milioni di euro e 500.000 euro in investimenti per i suoi vigneti – versati da Francesco Nettis (manager della società Blue Power) – a fronte di una sua attività di mediazione fra le due società;

   più in generale, dalle esternazioni di D'Alema sembrerebbe emergere un chiaro coinvolgimento della sua persona nelle attività di alcune delle società partecipate italiane di cui sopra, le quali compaiono anche a più riprese nel portfolio della Ernst&Young, network mondiale dei servizi professionali e di consulenza, con cui l'ex Presidente del Consiglio dei ministri collabora da anni rivestendo il ruolo di presidente dell'advisory board, nonché in qualità di presidente della Fondazione Italianieuropei, che collabora con tale società di consulenza;

   rimane tutt'altro che chiaro, tuttavia, quale sia il tipo e il grado di coinvolgimento di D'Alema nelle operazioni delle principali partecipate italiane, che, appunto, interpretano un ruolo di primo piano per il perseguimento dell'interesse nazionale –:

   se negli ultimi cinque anni, le società a partecipazione pubblica di cui in premessa – e segnatamente Eni, Enel, Leonardo, Fincantieri, Cassa depositi e prestiti, Sace, Invitalia e Poste italiane – abbiano attivato, a qualsiasi titolo, rapporti di consulenza, collaborazione, mediazione, intermediazione, promozione – comunque denominati – con la Ernst&Young e, nel caso, in quali occasioni e per quali importi;

   se vi siano stati o vi siano, in particolare, accordi di qualsiasi natura tra l'ex Presidente del Consiglio e l'Eni, anche alla luce delle circostanze emerse nel caso Blue Power di cui in premessa;

   se in alcuno di questi rapporti sia stato previsto o risulti menzionato, sotto qualsiasi titolo o forma, l'ex Presidente del Consiglio dei ministri Massimo D'Alema;

   quale tipo di coinvolgimento sia stato previsto e se, anche indirettamente, si sia ricorsi alla sua persona per attività di mediazione, facilitazioni, consulenza o altre attività comunque denominate.
(2-01570) «Boschi, Giachetti».

Interrogazione a risposta orale:


   SQUERI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a fronte dell'emergenza generata dalla abnorme crescita dei costi dell'energia, con l'articolo 2 del decreto-legge n. 130 del 27 settembre 2021 è stata stabilita la riduzione al 5 per cento dell'IVA sulle somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali, contabilizzate nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2021, Successivamente tali misure sono state prorogate sino al settembre 2022. Con i medesimi provvedimenti il Governo ha azzerato gli oneri di sistema per lo stesso periodo;

   le imprese di distribuzione si sono conformate a tale previsione applicando l'aliquota del 5 per cento alla somma degli oneri: spese per la materia prima, spese per la distribuzione e il trasporto del gas naturale e per la gestione del contatore e imposte;

   con la risposta n. 368/2022 a un interpello, pubblicata in questi giorni, l'Agenzia delle entrate (Ade) ha inteso interpretare la disposizione dell'articolo 2 del citato decreto-legge n. 130 nel senso che tale riduzione IVA si applicherebbe solo al costo della materia prima e non agli altri componenti in bolletta sopra elencati;

   l'interpretazione dell'Ade poggia sulla lettura di una precedente circolare (n. 2/E del 17 gennaio 2008) nella quale si affermava che «le operazioni diverse da quelle di somministrazione devono essere assoggettate ad aliquota ordinaria» non potendo estendersi l'aliquota ridotta «a fattispecie diverse da quelle espressamente contemplate, quali i servizi accessori o la quota fissa della tariffa.»;

   da questa tardiva interpretazione pare si debba dedurre che cittadini dovrebbero pagare retroattivamente la differenza del 17 per cento su una parte della bolletta che in alcuni casi arriva al 50 per cento del totale, e che è commisurata ai consumi. Tra queste l'IVA al 22 per cento sulle accise –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative per chiarire con effetto immediato che la disposizione dell'articolo 2 del decreto-legge n. 130 del 27 settembre 2021, di natura emergenziale, si riferisce al complesso degli oneri in bolletta e non solo alla somministrazione della materia prima, anche al fine di evitare l'attivazione di complesse e socialmente insostenibili procedure di recupero.
(3-03091)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CENTEMERO, CANTALAMESSA, CAVANDOLI, COVOLO, GERARDI, GUSMEROLI, ALESSANDRO PAGANO, RIBOLLA, TARANTINO e ZENNARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   come noto, nel quadro normativo delle agevolazioni fiscali ed economiche sono state introdotte — relativamente a determinate tipologie di spese per interventi edilizi, ivi incluso il «Superbonus», e alle spese sostenute dai contribuenti a seguito della crisi emergenziale causata dalla pandemia da Covid-19 — alcune alternative all'utilizzo diretto, da parte dei beneficiari, dei crediti d'imposta, quali la possibilità di usufruire di un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, di importo non superiore ai corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati, nonché la possibilità di cedere ad altri soggetti il credito d'imposta;

   in tale ambito, negli ultimi tempi sono intervenute molteplici modifiche normative che, da un lato, hanno avuto il condivisibile scopo di contrastare il fenomeno delle frodi relative agli incentivi fiscali e, dall'altro, hanno però talvolta compromesso ovvero limitato la portata applicativa degli stessi benefici, con particolare riferimento alla cessione dei crediti fiscali;

   in relazione agli effetti del blocco della cessione dei crediti fiscali derivanti da interventi edilizi, è emerso; infatti, che il totale complessivo dei crediti presenti sulla piattaforma «Cessione crediti» dell'Agenzia delle entrate e non ancora accettati da oltre trenta giorni è pari a 5,396 miliardi di euro, di cui circa 3,684 miliardi relativi alla misura del «Superbonus» e 1,491 miliardi ad altri bonus edilizi;

   i dati sopracitati dimostrano una paralisi economica tale da determinare una grave carenza di liquidità per i contribuenti e una sostanziale inefficacia totale o parziale dello strumento fiscalmente agevolativo quale dovrebbe essere il credito d'imposta;

   è indubbio che la negoziazione dei crediti fiscali sul mercato secondario agevola notevolmente la trasformazione in liquidità dei medesimi a prezzi di mercato e accelera la diffusione dell'utilizzo degli incentivi, in tal modo sostenendo tutti gli operatori economici coinvolti;

   un'ipotesi di sblocco potrebbe essere quella di implementare la negoziazione dei crediti fiscali sul mercato secondario mediante la possibilità di collocare i medesimi su piattaforme Mtf (Multilateral Trading Facilities), che rappresentano una valida alternativa ad altri mercati per quanto riguarda l'operatività, nonché in termini di efficienza in virtù del maggiore livello di concorrenza –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per migliorare la negoziazione sul mercato secondario dei crediti fiscali, inclusa la possibilità di collocare i medesimi su piattaforme Mtf.
(5-08422)


   ENRICO BORGHI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a Casale Monferrato è presente un ufficio del territorio dell'Agenzia delle entrate, conosciuto comunemente come la conservatoria dei registri immobiliari, che ha un bacino di utenza di oltre 60 comuni;

   si tratta di un presidio storico risalente alla seconda metà del 1800 con oltre 10 mila volumi di documenti, circa 7 mila formalità annue espletate e 20 mila ispezioni annue eseguite;

   da qualche anno è emersa, sui media, la possibilità di una chiusura di tale ufficio. Secondo la stampa oggi questa ipotesi sarebbe imminente con il pensionamento alla fine del mese di luglio 2022 del Capo area servizi di pubblicità immobiliare;

   nella comunicazione circa l'avvio di una procedura selettiva pubblicato il 10 maggio scorso a firma del direttore regionale dell'Agenzia delle entrate era infatti riportato, testualmente, che «la sede di servizio, attualmente ubicata nella città di Casale Monferrato, potrà anche essere riallocata, ai sensi dell'articolo 64 della legge n. 69 del 2009, presso la sede di Alessandria dell'Ufficio provinciale-Territorio da cui dipende»;

   sempre secondo i media una nota ufficiale dell'Agenzia delle entrate segnalava come «la possibilità di trasferire il reparto di Casale Monferrato sia effettivamente consentita da una espressa previsione di legge, che risponde a esigenze di carattere organizzativo e di contenimento dei costi» e che l'Agenzia «ha in corso le valutazioni del caso ai fini dell'adozione delle necessarie determinazioni»;

   questo territorio risulta, infatti, già fortemente penalizzato dalla chiusura della sede del Tribunale avvenuta nel 2013 con accorpamento a Vercelli;

   queste notizie stanno creando una fortissima preoccupazione da parte di notai, avvocati, commercialisti e anche di cittadini e lavoratori di Casale Monferrato;

   il presidente dell'Ordine degli avvocati di Vercelli, Danilo Cerrato, ha dichiarato in merito come «il tribunale di competenza per tutto quello che è stato il comprensorio Casalese sia ora quello di Vercelli, quindi lo spostamento del conservatore ad Alessandria si rivelerebbe molto poco agevole per tutti gli addetti ai lavori»;

   questo ulteriore trasferimento costituirebbe, quindi, una penalizzazione inaccettabile per Casale Monferrato e il comprensorio territoriale di riferimento, con conseguenze negative per cittadini e intere categorie professionali economiche e sociali –:

   se quanto esposto in premessa, relativamente a un prossimo trasferimento della conservatoria dei registri immobiliari da Casale Monferrato ad Alessandria, corrisponda al vero e quali iniziative intenda, conseguentemente, assumere al fine di salvaguardare un presidio fondamentale per un vasto e diversificato bacino d'utenza.
(5-08429)

Interrogazione a risposta scritta:


   MAGGIONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dal 1° agosto prossimo gli sportelli dell'Agenzia delle entrate di Mortara chiuderanno definitivamente i battenti;

   la notizia era già nell'aria da due anni, causa la cronica carenza di personale, ed ora è diventata realtà;

   l'ipotesi di creare uno sportello distaccato a Mortara appare insufficiente in relazione alle esigenze della città e del territorio di riferimento;

   la progressiva chiusura di uffici dell'Agenzia delle entrate in provincia di Pavia mette a rischio il rapporto di cooperazione tra contribuente e fisco;

   la legge n. 234 del 2021 all'articolo 1, comma 14, lettera e), prevede che si possano stipulare senza ulteriori oneri convenzioni o protocolli di intesa tra Agenzia delle entrate e Agenzia delle entrate-riscossione per assegnare personale da un'agenzia all'altra al fine di incrementare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità delle funzioni –:

   se il Governo intenda adottare iniziative al fine di mantenere operativo l'ufficio di Mortara di Agenzia delle entrate, stante l'importanza del servizio per i cittadini del territorio lomellino e le conseguenti difficoltà per i medesimi di doversi recare fino a Vigevano.
(4-12604)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Rassoul Bissoultanov, il ceceno condannato in Spagna a 15 anni per l'omicidio di Niccolò Ciatti, ucciso a 22 anni a Lloret de Mar in un pestaggio, non si è presentato all'udienza per la carcerazione al Tribunale provinciale di Girona. L'uomo sarebbe fuggito e nei suoi confronti è stato emesso un mandato internazionale. Si tratta dell'ennesimo schiaffo nei confronti della famiglia del giovane fiorentino. Il ceceno era infatti già fuggito anche dall'Italia dopo essere stato arrestato in Germania ed estradato: la Corte di Assise di Roma lo aveva scarcerato il 22 dicembre 2021 per un difetto di procedibilità. La custodia cautelare sarebbe infatti stata emessa quando l'uomo non era ancora sul territorio italiano –:

   quali iniziative di competenza siano state intraprese, a livello nazionale e internazionale, per ottenere giustizia sul caso.
(3-03092)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nella Gazzetta Ufficiale del 26 luglio 2019, è stato pubblicato il bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento di complessive n. 2.329 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato per il profilo di Funzionario da inquadrare nell'Area funzionale terza, Fascia economica F1, nei ruoli del personale del Ministero della giustizia, di cui: 2242 funzionari giudiziari nei ruoli nell'Amministrazione giudiziaria; 39 funzionari amministrativi nei ruoli del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità; 20 funzionari dell'organizzazione e delle relazioni nei ruoli del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e 28 funzionari dell'organizzazione nei ruoli del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità;

   il predetto bando prevedeva lo svolgimento di una prova preselettiva, di una prova scritta e di una prova orale; in particolare, la prova selettiva scritta consisteva nella risoluzione di quesiti a risposta multipla, articolati in tre parti: una parte volta a verificare le conoscenze rilevanti direttamente riferite al profilo professionale messo a concorso; una parte volta a verificare le conoscenze relative alle tecnologie informatiche e, infine, una parte volta a verificare la conoscenza della lingua inglese;

   alla prova orale sono stati ammessi i candidati che hanno conseguito almeno il complessivo punteggio di 21/30, oltre il raggiungimento di una triplice soglia di sbarramento, che rappresenta un unicum in tema di concorsi pubblici: 14/20 per i quiz sulle materie riferite al profilo professionale scelto; 3,5/5 per i quiz di informatica e 3,5/5 per i quiz di inglese;

   alcuni candidati, tuttavia, hanno ottenuto nella prova selettiva scritta un punteggio pari o superiore a 21/30, ma non hanno raggiunto le tre sotto soglie numeriche di cui sopra, risultando pertanto esclusi dall'elenco degli ammessi alla prova orale, diversamente da altri con un punteggio complessivo nettamente inferiore ma sufficiente in ciascuna delle singole sezioni della prova; avverso l'esclusione, alcuni candidati hanno presentato ricorso innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio e, successivamente, al Consiglio di Stato il quale, dopo aver accolto l'istanza cautelare, ammettendo gli stessi alla prova orale, ha rigettato però il ricorso nel merito;

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per evitare disparità di trattamento tra i candidati partecipanti al suddetto concorso pubblico; prediligendo piuttosto il ricorso al principio meritocratico proprio di tale modalità di selezione, che ha l'obiettivo di selezionare i candidati più meritevoli, anche valutando l'ipotesi di formulare bandi di concorso tipo che possano scongiurare il verificarsi di tali disparità.
(5-08423)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da un comunicato stampa rilasciato dal Coordinamento sindacale penitenziario della Polizia penitenziaria (Co.S.P.) il 12 luglio 2022, si viene tristemente a sconoscenza di un nuovo caso di disordini avvenuti all'interno della casa circondariale «Le Sughere» di Livorno;

   un detenuto algerino, resosi già protagonista del lancio di caffè bollente verso un agente penitenziario nei giorni precedenti e dopo aver procurato diverse ferite ad un compagno di cella tramite una lama rudimentale, ha distrutto gli armadietti presenti all'interno della cella in cui era ubicato;

   pochi minuti dopo l'intervento degli agenti finalizzato a placare la furia del ristretto nordafricano, un altro detenuto magrebino ha incendiato le suppellettili della propria cella; i fumi sprigionatisi avrebbero intossicato l'agente intervenuto sul posto costringendolo a far ricorso ai servizi di infermeria dell'ospedale locale, dove si trova tuttora per ulteriori accertamenti;

   nel corso della serata dello stesso giorno, invece, un detenuto di alta sicurezza, dopo aver preteso dagli agenti che gli venisse consegnato un computer, avrebbe reagito al diniego colpendo con calci, pugni e testate in pieno volto due agenti, i quali verranno anch'essi trasportati al pronto soccorso per le cure necessarie;

   giova ricordare come un caso analogo sia già avvenuto nella giornata del 1° luglio, in cui un altro detenuto di alta sicurezza ha colpito con una testata un agente e aggredito ferocemente l'ispettore di Polizia penitenziaria accorso in soccorso del collega;

   inoltre, secondo quanto riportato dal comunicato sindacale, risulterebbe essere programmata una visita del Ministro interrogato e del Capo dipartimento al carcere sull'isola di Gorgona, dipendente dal carcere di Livorno, per la quale sarebbe stato predisposto il rafforzamento dell'organico dell'istituto isolano a causa della penuria di poliziotti ivi presenti;

   tuttavia, stante la grave carenza di organico che affligge la casa circondariale di Livorno, tale disposizione risulta essere assolutamente incomprensibile e rischia di porre in concreto pericolo gli agenti impegnati nel servizio di sorveglianza all'interno dell'istituto, i quali si ritroverebbero ulteriormente ridimensionati nel loro numero per tutta la durata dell'evento in questione;

   infine, secondo quanto lamentato dall'organizzazione sindacale Sappe, la totale mancanza di provvedimenti disciplinari nei confronti dei detenuti riottosi e violenti, oltre alla mancanza di un direttore titolare in pianta stabile, comporta la quasi totale impossibilità di mantenere la sicurezza e la legalità all'interno del penitenziario;

   la realtà degli istituti penitenziari italiani versa oramai in uno stato indegno e assolutamente indecoroso per gli agenti di Polizia penitenziaria, completamente abbandonati alla mercé degli umori dei detenuti e costretti a subire costantemente le più ignominiose angherie degli stessi senza che vi sia la benché minima reazione da parte del Ministero –:

   se risulti veritiera la previsione di un rafforzamento di organico per il carcere sull'isola di Gorgona in vista della visita ministeriale;

   in caso affermativo, quali siano le motivazioni poste alla base di tale scelta, date le criticità presenti all'interno del carcere di Livorno espresse in premessa;

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di garantire la presenza stabile del direttore titolare nella casa circondariale «Le Sughere» di Livorno;

   quali misure intenda adottare il Governo al fine di rafforzare l'organico della casa circondariale «Le Sughere» di Livorno;

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di porre rimedio ai costanti casi di aggressione ai danni degli agenti di Polizia penitenziaria del carcere di Livorno.
(4-12588)


   GASTALDI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dal comunicato delle organizzazioni sindacali Sappe, Osapp, Uilpa Pp, Sinappe, Uspp, Fns Cisl, Fsacnpp, Fp Cgil, si apprende che il giorno 11 luglio 2022, un detenuto di nazionalità straniera ristretto presso il carcere di Cuneo che non intendeva cambiare cella, pretendendo di rimanere nella stessa nonostante fosse inagibile, ha aggredito tre agenti di polizia penitenziaria, i quali, al termine del loro turno, hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell'Ospedale di Cuneo. Inoltre, nella cella da lui occupata è stato rinvenuto un micro telefono cellulare perfettamente funzionante;

   solo grazie alla professionalità e alla pazienza del personale di Polizia penitenziaria presente, che ha dovuto subire anche invettive di ogni tipo, la situazione non è degenerata ulteriormente;

   i poliziotti penitenziari in servizio presso il carcere di Cuneo, a fronte della gravissima carenza di organico, vengono addirittura sottoposti a svolgere doppi turni di servizio, a essi viene revocato il riposo settimanale e accorciato il periodo di congedo, il tutto per garantire i piantonamenti in luoghi esterni di cura e coprire le varie assenze e a ciò si aggiunge anche la decisione di aprire il padiglione detentivo giudiziario in pieno piano ferie estivo;

   le organizzazioni sindacali dichiarano: «quanto accaduto a Cuneo e quanto sta accadendo in varie sedi del distretto è il risultato di una politica penitenziaria attuata in assoluto spregio delle condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria, spesso lasciato solo nelle sezioni detentive a operare in assoluta ristrettezza di mezzi e di supporti, con un elevato numero di detenuti di estrema pericolosità o con riconosciuti problemi psichiatrici. Si tratta dell'ennesimo episodio, a riprova del fatto che un eccessivo “buonismo” nella gestione di penitenziari problematici come quello di Cuneo può mettere a repentaglio l'ordine e la sicurezza pubblica nonché l'incolumità degli Agenti di Polizia penitenziaria e dei vari ruoli professionali che operano al suo interno. Siamo letteralmente “abbandonati” a noi stessi, a fronte di un sovraffollamento di oltre il 30 per cento della popolazione detenuta. La situazione è sempre più tragica... la tensione è alta!» –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Ministro interrogato al fine di salvaguardare il personale della Polizia penitenziaria della casa circondariale di Cuneo che quotidianamente opera in condizioni sempre più drammatiche;

   considerate le numerose aggressioni avvenute in tutte le carceri italiane se il Ministro interrogato non ritenga indifferibile e urgente adottare iniziative normative volte all'inasprimento delle pene per chi si macchi di reati violenti contro la polizia penitenziaria all'interno delle carceri.
(4-12591)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   tramite un comunicato stampa congiunto rilasciato dalle organizzazioni sindacali, è giunto all'attenzione dell'interrogante un nuovo caso di violenza nei confronti dei membri della Polizia penitenziaria avvenuto nella giornata dell'11 luglio 2022;

   artefice del gesto efferato sarebbe un detenuto straniero ristretto presso il carcere di Cuneo, il quale avrebbe preteso di rimanere presso la propria cella nonostante questa fosse stata dichiarata inagibile, opponendo resistenza nei confronti dei tre agenti impegnati nella sua traduzione;

   all'interno della cella, infatti, è stato rinvenuto un micro telefono cellulare perfettamente funzionante;

   persistendo nel suo rifiuto, il detenuto avrebbe quindi aggredito ferocemente il personale penitenziario in servizio, rendendosi necessario il loro trasporto presso il pronto soccorso del nosocomio di Cuneo per le dovute cure;

   la situazione all'interno del penitenziario, secondo quanto riportato nel comunicato, è riuscita a non degenerare solamente grazie alla professionalità e pazienza dei poliziotti penitenziari, qualità già ampiamente dimostrate negli innumerevoli casi analoghi accaduti in passato e puntualmente attenzionati dall'interrogante;

   i meriti degli agenti in servizio presso il penitenziario di Cuneo risultano tanto più apprezzabili quanto più si tenga conto della grave carenza di organico di cui l'istituto soffre oramai da tempo, dove sovente si ricorre a doppi turni di servizio, revoche del riposo settimanale e accorciamenti ai periodi di congedo, il tutto per garantire i piantonamenti in luoghi esterni di cura e per coprire le varie assenze;

   quanto avvenuto nel carcere cuneese rappresenta il risultato di una politica penitenziaria profondamente distante dalle reali esigenze del personale in servizio presso gli istituti, abbandonato nelle sezioni detentive in assoluta ristrettezza di mezzi e di supporto e alle prese con numerosi detenuti particolarmente pericolosi e spesso affetti da disturbi di carattere psichiatrico;

   inoltre, giova ricordare come il carcere di Cuneo soffra di un sovraffollamento di oltre il 30 per cento della popolazione detenuta;

   le politiche anzidette, infatti, negli ultimi anni risultano essere rivolte unicamente a favore dei detenuti, i quali oramai dimostrano apertamente un totale senso di impunità per le azioni violente compiute data la sistematica assenza di provvedimenti disciplinari poste a loro carico;

   stanti le gravi criticità sopracitate, l'inazione reiterata del Ministero della giustizia e del Dap nell'adozione di interventi atti a porre rimedio alle gravissime criticità che colpiscono le nostre carceri e mortificano i nostri uomini e donne in divisa, oltre ad assumere, a parere dell'interrogante, profili inequivocabilmente immorali, non è più tollerabile e, pertanto, si ravvisa la viva e urgente necessità di provvedere con misure atte a porre fine alla degradante e pericolosa situazione lavorativa in cui la polizia penitenziaria deve operare –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di risolvere le criticità espresse in premessa.
(4-12593)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti giornalistiche di un nuovo gravissimo caso di aggressione avvenuto il 14 luglio nella casa di reclusione di Augusta a danno di un membro del personale penitenziario;

   un agente in servizio, nel tentativo di sedare una lite tra due detenuti, è stato barbaramente aggredito a colpi di mazza, riportando delle lesioni tanto gravi da richiedere il suo trasporto presso l'ospedale cittadino per le cure necessarie;

   a lasciare sgomenti, tuttavia, oltre alla gravità dell'accaduto, è la totale assenza di provvedimenti disciplinari verso i detenuti artefici delle continue aggressioni a danno degli agenti penitenziari, i quali, oltre ad essere lasciati in completa balia degli umori dei reclusi, sono costretti ad espletare le proprie funzioni in costante carenza di organico e privi delle minime strumentazioni necessarie a salvaguardare la propria incolumità fisica, così come lamentato dalle organizzazioni sindacali nel richiedere un intervento concreto da parte delle istituzioni;

   le stesse organizzazioni, per giunta, hanno più volte denunciato come, all'interno del carcere, l'elevata presenza di detenuti affetti da patologie psichiatriche, anche rilevanti, non possa essere gestita in modo adeguato data l'assenza di personale professionalmente preparato, aggravando ulteriormente la già difficile gestione dell'istituto;

   l'aggressione avvenuta nel carcere siculo rappresenta solamente l'ennesimo caso di un fenomeno in rapida ascesa, laddove il Ministero della giustizia e il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ad avviso dell'interrogante, persistono in maniera del tutto ingiustificata nell'evitare ad intervenire a sostegno degli agenti penitenziari con misure puntuali ed efficaci, alimentando in tal modo l'ignobile senso di impunibilità dei detenuti nel compimento, nei confronti degli agenti in servizio, di immotivati atti violenti, i quali si concludono sistematicamente con il ricovero degli aggrediti presso i nosocomi locali;

   alla luce di quanto suesposto, pertanto, si ravvisa l'urgente necessità di predisporre misure atte a tutelare i membri della Polizia penitenziaria nello svolgimento delle proprie funzioni all'interno delle patrie galere –:

   quali misure intenda adottare il Governo al fine di contrastare i reiterati casi di aggressione nelle carceri italiane a danno degli agenti di Polizia penitenziaria.
(4-12598)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nelle giornate dell'11 e 12 luglio 2022, si sono verificati due casi di disordini all'interno del carcere fiorentino di Solliciano;

   nel primo caso, un detenuto di origine magrebina, nel tentativo di vendicarsi di un altro detenuto della stessa etnia, ha lanciato dell'olio bollente, colpendo, tuttavia, un agente penitenziario in servizio alla sezione del reparto giudiziario;

   a seguito delle gravi bruciature riportate sulla schiena, è stato trasportato presso il pronto soccorso dell'ospedale cittadino per le cure del caso;

   trattasi di un secondo caso di lancio di olio bollente a danno di un agente penitenziario dopo quello avvenuto il 2 luglio 2022 nel carcere di Prato, già denunciato dall'interrogante in una precedente interrogazione;

   il secondo episodio, invece, ha visto un altro detenuto, anch'esso di origine magrebina, aver tentato di strangolare un poliziotto penitenziario dopo che quest'ultimo si era rifiutato di aprire la camera di pernottamento;

   l'agente è riuscito a liberarsi solamente dopo il pronto intervento di un suo collega, aggredito a sua volta, e solamente dopo esser stato graffiato in pieno volto dal ristretto violento;

   le lamentele delle organizzazioni sindacali continuano a rimanere completamente inascoltate, denunciando a gran voce, nei comunicati rilasciati ad una cadenza allarmante che rasenta il quotidiano, il mancato intervento del Ministro della giustizia, da cui pervengono solamente vani proclami sul necessario ripristino della legalità all'interno dei nostri istituti penitenziari, senza tuttavia operare quell'oramai improcrastinabile passaggio dalle parole ai fatti;

   non si comprende, tuttavia, come, in assenza di interventi atti a risolvere le gravissime carenze di organico, tanto da richiedere sovente l'adozione di turni straordinari e di revoca dei permessi, e di mancanza di strumentazioni utili al mantenimento dell'ordine all'interno delle patrie galere, come il Ministero intenda risolvere le annose criticità che affliggono l'intero sistema penitenziario italiano;

   le parole del Ministro, infatti, appaiono del tutto inconcludenti laddove gli unici interventi operati dallo stesso risultano essere ad unico vantaggio dei detenuti, come, ad esempio, nel caso dello stanziamento di ben 28 milioni per la costruzione delle «casette dell'amore» per i detenuti di carcere duro al fine di tutelare i diritti sentimentali degli stessi;

   appare della massima urgenza, quindi, la predisposizione di interventi incisivi ed efficaci atti a salvaguardare l'incolumità, la professionalità nonché l'onorabilità dei membri del corpo di Polizia penitenziaria i quali, stanti le persistenti e inaccettabili difficoltà in cui si ritrovano a lavorare, continuano a portare avanti i propri doveri istituzionali lontano dagli occhi dell'opinione pubblica e nell'ingiustificabile silenzio dello Stato –:

   quali misure intenda adottare il Governo al fine di contrastare i continui e incessanti casi di aggressione da parte dei detenuti ai danni degli agenti di Polizia penitenziaria.
(4-12602)


   MURELLI e TATEO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dalle dichiarazioni e dai comunicati dell'Ordine degli avvocati e della Camera penale si apprende che la procura piacentina è al collasso per mancanza di personale amministrativo, a fronte di sei magistrati che lavorano migliaia di fascicoli affanno e il personale residuo è sfiancato e allo stremo;

   l'attività giudiziaria non è supportata da un'adeguata attività amministrativa: a fronte di migliaia di fascicoli che arrivano ogni anno sulle scrivanie dei sostituti procuratori, risulta gravemente insufficiente il personale e rischia di far collassare il sistema a stretto giro. Ad uno straordinario lavoro giudiziario non corrisponderebbe un'adeguata attività amministrativa che ne garantisca il corso. «La situazione è gravissima»: affermano l'ordine degli avvocati, la Camera Penale piacentina e il procuratore Grazia Pradella che ha scritto per tre volte alla Procura Generale: «Oggi come oggi ci troviamo costretti a dare la precedenza solamente alle situazioni di massima urgenza. Solo nella settimana scorsa abbiamo avuto ventitré Codici Rossi in sette giorni: e questi hanno la priorità su tutti»;

   solo a maggio gli uffici hanno perso dodici persone per pensionamento e a settembre si pensioneranno altre tre figure per un totale rimanente di quindici (su trenta previsti da organico). Di questi, tre risultano soggetti a limitazione lavorativa e uno usufruisce di permessi sindacali al 75 per cento. Per fronteggiare la situazione il procuratore ha dovuto emanare un ordine di servizio per inserire nell'organizzazione pensionati delle forze dell'ordine come volontari per due volte e per qualche ora a settimana e ha dovuto impiegare alcuni addetti alla polizia giudiziaria (già in sotto organico) in altri compiti;

   la segreteria magistrati è composta da due assistenti (con permessi di maternità), un'operatrice, un'ausiliaria e una volontaria presente due volte a settimana. E ancora: l'Ufficio Ricezione Atti a mano è affidato nella quasi totalità ai volontari pensionati che spesso hanno difficoltà nell'uso della tecnologia, mentre l'Ufficio Dibattimento verrà inderogabilmente chiuso dall'8 al 26 agosto perché all'unico dipendente (peraltro con qualifica di autista) vanno garantite le ferie;

   la gravità è connessa soprattutto al fatto che la procura ha un carico di lavoro notevole: sulle scrivanie dei magistrati arrivano circa mille fascicoli all'anno a testa «contro noti», quattromila «contro ignoti» e 1500 «non costituenti reato»;

   una procura che si trova a lavorare migliaia di fascicoli senza arretrati non può non contare su un apparato amministrativo che sia all'altezza di una mole gigantesca di lavoro. Non si può essere costretti a dare la precedenza solo alle situazioni di massima urgenza. Inoltre il personale residuo nemmeno con molte ore di straordinario riesce a portare a compimento il lavoro; non si riesce più a stare al passo delle iscrizioni delle notizie di reato perché non ci sono addetti che le stampano dal portale tanto da chiedere che la polizia giudiziaria e gli assistenti dei magistrati non prendano ferie nello stesso momento;

   le Camere penali hanno denunciato la situazione al Ministero già nell'ottobre 2021 sia per una carenza di magistrati sia di personale e nuovamente a maggio 2022 con un altro sollecito sotto il profilo del personale –:

   quali iniziative intenda porre in essere, con la massima celerità, per risolvere le problematiche espresse e per colmare la grave carenza di personale nella procura di Piacenza al fine di evitare disservizi al cittadino e forte compromissione dei diritti di difesa per indagati, per le persone offese e i loro difensori.
(4-12613)


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da un articolo del 17 luglio 2022 sul quotidiano Libero, nel corso della testimonianza del luogotenente della Guardia di finanza, Daniele Cappelli, nell'ambito di un procedimento disciplinare davanti al Csm nei confronti di un pm di Firenze, sarebbero emerse delle anomalie nella gestione di un'indagine penale da parte di alcuni componenti dell'ufficio della Procura di Firenze;

   nel 2018, infatti la Guardia di Finanza aveva avviato un'inchiesta, denominata «Concorsopoli», con l'obiettivo di far luce sulle modalità di selezione di docenti per un posto da ordinario nel dipartimento di otorinolaringoiatra dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi a Firenze. L'indagine era stata avviata a seguito della denuncia presentata da alcuni esclusi dal concorso;

   sempre secondo quanto riportato nell'articolo, il 9 giugno del 2018 gli inquirenti, dopo aver raccolto diversi elementi che facevano supporre che la commissione d'esame fosse in qualche modo «eterodiretta» e che il vincitore del concorso fosse già stato scelto a tavolino, decisero di depositare alla Procura di Firenze un'informativa in cui segnalavano diverse irregolarità nella procedura di selezione;

   la commissione d'esame era composta da quattro medici, fra cui la dottoressa Lucia Turco, ex direttrice sanitaria dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi e sorella del procuratore aggiunto di Firenze, Luca Turco. I finanzieri chiesero quindi al procuratore Tommaso Coletta, titolare del fascicolo, di porre sotto intercettazione i quattro medici. Il pm, però, decise di procedere solo nei confronti di due componenti, escludendo la dottoressa Turco e il presidente della Commissione;

   sempre secondo la testimonianza resa davanti al Csm, il luogotenente Cappelli, estensore dell'informativa, chiese conto ai suoi superiori, i colonnelli Adriano D'Elia e Pasquale Sisto, del motivo di tale decisione, ottenendo come risposta che Lucia Turco fosse la sorella del procuratore aggiunto. Alcuni giorni dopo Cappelli tornò in Procura per riproporre una richiesta di intercettazione, questa volta ambientale, nell'ufficio della dottoressa Turco la quale avrebbe dovuto incontrare un soggetto d'interesse investigativo. I suoi capi gli dissero di anticipare la richiesta oralmente a Coletta;

   nel corso di tale colloquio il pm, alle richieste del finanziere avrebbe risposto: «L'ottavo piano non condivide», facendo riferimento all'ufficio del capo della Procura di Firenze, allora ricoperto da Giuseppe Creazzo; avrebbe poi aggiunto: «Ma allora non ha capito? La sorella di Turco non la intercetto» e avrebbe concluso dicendo: «Sa cosa fa? Ci vada lei dal procuratore a chiedere di intercettare la sorella di Turco!»;

   rientrato in caserma, Cappelli scrisse una relazione di servizio su quanto accaduto definita poi dai suoi capi «irricevibile»; sempre secondo il racconto, D'Elia e Sisto avrebbero aggiunto: «Mettersi contro i magistrati è pericoloso. Non vuoi che ti trovino un reato? Poi scatta il trasferimento»;

   nell'articolo si legge poi che il 27 giugno successivo Cappelli venne convocato da D'Elia che gli mostrò una nota di Coletta con cui si disponeva la cessazione delle indagini in quanto gli elementi raccolti «erano esaustivi». Coletta aveva anche rappresentato a Creazzo che Cappelli avrebbe minacciato di denunciarlo in occasione del loro ultimo incontro. Gli venne allora ordinato di «riscrivere» la relazione di servizio, disponendo poi il suo trasferimento a un ufficio che si occupava delle verifiche degli scontrini per evitargli «ulteriori conseguenze» con il procuratore, oltre al divieto di entrare in procura, con l'avvertimento di non parlare con i colleghi che nel frattempo erano stati chiamati a gestire il fascicolo al suo posto –:

   se il Ministro interrogato, a fronte dei fatti esposti in premessa, non ritenga di procedere, nell'ambito delle sue competenze, ad attivare i propri poteri ispettivi in relazione alle eventuali irregolarità, anomalie e/od omissioni da parte degli uffici giudiziari della procura di Firenze.
(4-12620)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   RACHELE SILVESTRI, FOTI e BUTTI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nella serata di sabato 2 luglio 2022, alle 21.00 circa, nel comune di Grottammare (AP), si è verificato un crollo che ha coinvolto una porzione di cemento copriferro di un cornicione sovrastante un sottopasso di proprietà di Ferrovie dello Stato Italiane;

   il sottopasso oggetto del crollo è quello che attraversa viale Mazzini, centralissima via di passaggio pedonale del comune di Grottammare, e che in quelle ore era affollata di turisti e cittadini;

   solo il rapido intervento dei vigili del fuoco ha permesso di porre in sicurezza l'area attraverso il processo di distaccamento di ulteriori parti cementizie che risultavano essere pericolanti;

   il ponte ferroviario in questione risulta essere di proprietà di Ferrovie dello Stato Italiane che ha l'obbligo di manutenzione dell'armamento ferroviario, dei fabbricati e delle opere d'arte, di progettazione e gestione lavori di potenziamento e di rinnovamento delle opere civili e infrastrutturali;

   come noto Ferrovie dello Stato italiane è una società di diritto pubblico quotata in borsa e partecipata al 100 per cento dallo Stato italiano attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della questione sopradescritta e quali siano gli intendimenti circa la realizzazione di un piano di monitoraggio e messa in sicurezza delle infrastrutture ferroviarie di proprietà dello Stato in linea con i più elevati standard di sicurezza, ovvero con gli obblighi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di diagnostica predittiva cui Ferrovie dello Stato Italiane è soggetta.
(5-08421)


   PIZZETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso lunedì 5 luglio 2022 ci sono stati gravi disagi a causa del maltempo sulla linea Milano-Mantova, otto ore di attesa per turisti e pendolari;

   è intervenuta a mezzo stampa, l'assessore regionale alle infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, molto contrariata per i disagi subiti dagli utenti, che ha anticipato di avere richiesto un incontro urgente con le due società Trenord e Rfi per aver maggiori chiarimenti su quanto accaduto e per discutere sull'andamento del servizio sulla linea Milano-Mantova;

   l'assessore ha tenuto a precisare inoltre che il ruolo della regione è programmare il servizio, ma la gestione è in capo a Trenord, società posseduta per il 50 per cento da Trenitalia, mentre la rete infrastrutturale è in capo a Rfi;

   appare chiaro che ci sono inefficienze da colmare che riguardano entrambe le società; è stata per questo motivo istituita una task force e sono stati calendarizzati incontri periodici con i diversi attori del servizio ferroviario;

   infine, l'assessore ha assicurato che si sta continuando a lavorare per ottimizzare la gestione delle ferrovie regionali;

   considerato che, da troppi anni ormai la linea è nell'occhio del ciclone, sistematicamente è oggetto di disservizi, guasti e soppressioni delle corse il più delle volte senza preavviso, tutto questo è ormai inaccettabile quando a pagare il prezzo più alto sono unicamente gli utenti, pendolari e turisti, che ogni giorno utilizzano il treno per i loro spostamenti –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda assumere alla luce dei fatti esposti in premessa, per consentire un ammodernamento della rete ferroviaria prevedendo anche appositi piani di emergenza per limitare e risolvere in tempi brevi disagi e ritardi.
(5-08430)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SERRITELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   con nota congiunta del 20 giugno 2022, le Associazioni di autotrasporto Anita, Assotir, Cna/Fta, Confartigianato Trasporti e Trasportounito, hanno unilateralmente annunciato, a partire dal 1° luglio 2022, l'applicazione di una maggiorazione, pari a 150 euro, su tutte le tratte trasportistiche aventi origine o destinazione presso il bacino portuale di La Spezia;

   tale aumento viene applicato indiscriminatamente su tutti i corrispettivi pattuiti con le imprese committenti dei trasporti merce e per ogni livello di subvezione;

   l'importo maggiorato viene espressamente indicato in fattura alla voce «Maggiorazione porto della Spezia» e si intende in vigore a tempo indeterminato, ovvero, secondo quanto annunciato dalle succitate associazioni, fintanto che «le imprese, unitamente alle Associazioni di categoria incaricate, non riscontreranno le reali condizioni di completo ripristino funzionale dell'operatività camionistico portuale»;

   tale iniziativa giunge a seguito del parere contrario, legittimamente espresso in sede consultiva, come previsto ai sensi dell'articolo 11-bis della legge 28 gennaio 1994, n. 84, dall'Organismo di partenariato della risorsa mare, relativamente all'ordinanza dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale che aveva imposto livelli di servizio per la gestione dei flussi in ingresso al Porto;

   la maggiorazione, gravando direttamente sui committenti dei servizi trasportistici, e non sulle imprese terminalistiche, rischia di minare la competitività dell'intero scalo portuale, senza apportare un effettivo beneficio in termini di efficientamento delle operazioni;

   la maggiorazione, essendo stata adottata in forma unilaterale e applicata indiscriminatamente a tutte le tratte dirette o originate presso lo scalo portuale, non è giustificata da reali esigenze di mercato –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suddetti, nonché quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare in merito alla maggiorazione economica esposta in premessa, al fine di assicurare la continuità e la sostenibilità economica dei servizi, nonché la piena competitività dello scalo portuale.
(4-12586)


   GENTILE. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il viadotto Valle di Leto, lungo la SS 283 «Delle Terme Lunigiane», è stato interdetto al traffico per motivi di sicurezza, in quanto interessato da spostamenti che hanno prodotto uno scorrimento dell'impalcato sugli appoggi;

   nonostante siano ormai trascorsi due anni dal momento della chiusura al traffico del viadotto, i lavori per la sua messa in sicurezza non sono stati ancora avviati, con grave pregiudizio per i tanti automobilisti che, quotidianamente, erano soliti percorrere questa importante via di collegamento tra l'area del litorale tirrenico cosentino con i paesi dell'entroterra;

   a ciò si aggiunga che la strada provinciale 270 sulla quale è stato deviato il traffico risulta inadeguata a garantire la piena viabilità soprattutto in estate, così generando un ulteriore danno per l'economia del territorio, soprattutto nel settore turismo, che d'estate richiama migliaia di persone –:

   quali iniziative di competenza – anche di natura economica – intenda adottare al fine di garantire l'avvio e il completamento dei lavori per la messa in sicurezza del viadotto Valle di Leto.
(4-12600)

INTERNO

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, rappresenta uno dei più importanti presidi di sicurezza del nostro Paese, composto da uomini e donne che lavorano in emergenza di notte, di giorno, durante i periodi festivi, per assicurare l'incolumità dei cittadini, nonostante il numero di personale presente per ciascuna sede, risulti spesso inidoneo alla prevenzione dei rischi insiti nello svolgimento dell'attività di soccorso;

   come già illustrato nell'interrogazione n. 4-04000 il giorno il 4 novembre 2019, seduta n. 251, la sede operativa di Voghera, che rappresenta il presidio più importante per la sicurezza dei cittadini della città e del territorio della Valle Staffora e dell'Oltrepò Pavese, presenta un organico il cui dimensionamento, rispetto ai turni di lavoro svolti e al territorio da presidiare, abbiamo valutato insufficiente. Inoltre, nonostante le criticità dovute alle dimensioni e alla struttura fisica del territorio, è disponibile un'unica autoscala su tutta la provincia di Pavia, in dotazione al comando provinciale di Pavia. Inoltre, la scarsità di mezzi dotati di carrello elevatore impediscono anche una pianificazione tempestiva degli interventi nelle aree interne della provincia, criticità sollevata e che riteniamo debba ottenere una risposta importante e rapida;

   la risposta scritta del Sottosegretario di Stato per l'interno, Achille Variati, pubblicata il 2 aprile 2020 nell'allegato B della seduta n. 323, annunciava misure dirette al potenziamento dell'organico e a sopperire alle problematiche sopra illustrate. Più nello specifico, con riferimento ai veicoli di soccorso in elevazione, il Sottosegretario evidenziava l'attivazione per il biennio all'epoca entrante, di gare pubbliche finalizzate all'acquisizione sia di autoscale che di piattaforme di diverso tipo e utilizzo, oltre alla realizzazione di un piano nazionale finalizzato a nuove acquisizioni relative ai mezzi APS e ABP;

   alla luce del vasto incendio divampato nel centro multi raccolta dei rifiuti di Voghera domenica 10 luglio 2022, domato grazie al rapido intervento del Comando dei Vigili del fuoco di Voghera con l'aiuto di altre centrali operative, si evince come sia fondamentale avere mezzi e la tempestività opportuna per intervenire, al fine di assicurare un soccorso rapido e quanto più risolutivo;

   è indispensabile, inoltre, fornire alla Caserma di Voghera equipaggiamenti idonei come, ad esempio, un autoscala, o almeno un mezzo dotato di cestello elevatore, necessario per fronteggiare le emergenze, oltre a garantire nella Sede in questione un numero idoneo di organico in considerazione dei turni, anche notturni –:

   quali iniziative il Ministro interrogato abbia intrapreso e intenda intraprendere rispetto alle criticità, ad oggi ancora esistenti come evidenziato in premessa, al fine di far fronte alle esigenze del comando dei vigili del fuoco di Pavia relative alla carenza di mezzi e personale, con particolare riferimento agli intendimenti espressi direttamente dal Governo rispetto all'interrogazione riportata in premessa.
(2-01567) «Romaniello».

Interrogazione a risposta orale:


   MAZZETTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la provincia di Prato, secondo la classifica del Sole 24 Ore sull'indice di criminalità relativo al 2021 nelle province italiane, è balzata al quarto posto per numero di denunce ogni centomila abitanti. Prato risulta la seconda provincia per numero di rapine e la terza per spaccio di stupefacenti, la quarta per numero di scippi e la nona per furti in abitazione e l'ottava per furti in esercizi commerciali;

   il quinto Rapporto sui fenomeni corruttivi di criminalità organizzata in Toscana, redatto dalla Normale di Pisa e pubblicato nel dicembre 2021, segnala come Prato sia prima in Italia per numero pro capite di segnalazioni sospette inviate alla Banca d'Italia. Nell'ambito delle forme di grave sfruttamento lavorativo, la Toscana risulta la seconda regione italiana per numero di vittime di caporalato che si registra in particolare nelle province di Prato, Firenze, Pistoia e nel distretto tessile e abbigliamento, oltre che agricoltura, costruzioni e commercio. Dal Rapporto emerge come le organizzazioni criminali mostrino una forte vocazione imprenditoriale e una capacità di investire capitali illecitamente accumulati, sia per riciclarli che per fare impresa anche se, allo stato delle cose, non emergono elementi che facciano ipotizzare un loro radicamento organizzativo. Tuttavia, è indubbio che tali forme di illegalità nuocciono all'economia sana di Prato, asse economico portante della Toscana e dell'intero sistema manifatturiero nazionale;

   la realtà di Prato si caratterizza per una forte presenza di immigrati e comunità straniere. Secondo il report 2021 dell'ufficio statistica del comune di Prato, risultano 125 le etnie presenti in città. Su una popolazione totale di circa 195mila abitanti, sono 44.507 i cittadini stranieri residenti. La comunità cinese è la più numerosa, rappresentando il 14,3 per cento della popolazione totale, seguita da quella albanese, con 3.814 presenze nel 2021, da quella pakistana e da quella marocchina;

   in questi anni, gli sforzi delle istituzioni locali, di prefettura e delle forze dell'ordine hanno permesso di mettere in campo diversi strumenti per la lotta alle varie forme di criminalità e polizia, carabinieri e Guardia di finanza stanno facendo del loro meglio, con i mezzi che hanno a disposizione;

   nella città di Prato l'Arma dei carabinieri è presente con due stazioni: la stazione carabinieri Jolo in via Soffredi Del Grazia e la stazione di via Picasso, dove ha sede anche il nucleo operativo e radiomobile e la centrale operativa. La pianta organica, seppur formalmente non lontana da quanto previsto dalla dotazione organica, risulta tuttavia sottodimensionata rispetto alle necessità;

   per quanto attiene alla Polizia di Stato, va apprezzato il recente incremento di organico con nuovi agenti di prima assegnazione, che in parte avvicendano il personale trasferito ad altra sede e quello collocato in quiescenza, facendo così registrare un saldo positivo di sei unità, nonché l'assegnazione di una nuova commissaria presso la questura di Prato. Rimangono, tuttavia, diverse criticità, a cominciare da quelle logistiche che vedono un esiguo numero posti di polizia distribuiti sul territorio cittadino;

   in generale, i presidi delle citate forze dell'ordine risultano concentrati nella zona est della città, lasciando pressoché sguarnite vaste fette di un territorio complesso, cittadino e provinciale, che richiederebbe una organica presenza attraverso una più razionale distribuzione delle risorse –:

   quali iniziative di competenza intendano adottare per implementare i presidi e la presenza delle forze dell'ordine nella città di Prato e provincia, razionalizzandone la distribuzione, onde contrastare in modo più efficace i fenomeni criminosi citati in premessa.
(3-03089)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   COLLETTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 13 luglio 2022 è stata pubblicata la sentenza n. 316/2022 del Tar Friuli Venezia Giulia sul ricorso avverso il foglio di via obbligatorio a Trieste con divieto di fare ritorno nel territorio del comune di Pordenone per un periodo di tre anni;

   tale provvedimento è stato emesso dal questore di Pordenone a seguito della presenza del ricorrente all'iniziativa, non autorizzata, che si è svolta il giorno 15 dicembre 2021 Pordenone;

   il questore ha fondato provvedimento di via sul presupposto di un soggetto che «potrebbe mettere in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica» basando gli elementi di fatto su un precedente foglio di via emesso dal questore di Roma e successivamente annullato in sede giurisdizionale;

   il Tar Friuli Venezia Giulia ha annullato il provvedimento del questore di Pordenone condannandone l'azione, nello specifico si cita la sentenza: «Il ricorso è, infatti, fondato, non sfuggendo il provvedimento questorile a nessuno dei vizi di legittimità dedotti dall'interessato. Invero – oltre ad essere di palese evidenza l'apoditticità della durata fissata dal questore al divieto inflitto al ricorrente di fare ritorno nel comune di Pordenone, pari a tre anni, corrispondente a quella massima di legge, atteso che non è sorretta dalla benché minima motivazione, in palese violazione non solo, per l'appunto, dell'obbligo di motivazione dei provvedimenti amministrativi immanente all'ordinamento, ma anche di basilari princìpi di civiltà giuridica e rispetto della persona – la misura in sé risulta emessa in assenza dei presupposti idonei a legittimarla, al punto da sconfinare in uno strumento immotivatamente repressivo, che male si concilia con i princìpi democratici vigenti» arrivando persino a sancire un «distorto uso del potere che è stato fatto nel caso specifico» e continuando nella parte motiva «Come se un'opinione dissenziente o una presenza a una manifestazione di dissenso rispetto al pensiero imperante bastasse a integrare i presupposti per l'applicazione della misura in questione»;

   dalla sentenza si evince chiaramente che la documentazione prodotta dal ricorrente testimonia che si è trattato di una manifestazione pacifica senza alcuna condotta in grado di destare allarme sociale in cui tutti i manifestanti appaiono tranquilli e anche le registrazioni audio non integrano i presupposti minimi idonei a supportare e giustificare la misura attuata nei confronti del ricorrente;

   alla luce di quanto indicato in motivazione della sentenza n. 316/2022 del Tar Friuli Venezia Giulia la condotta del questore di Pordenone risulta essere posta in essere in abuso di potere e dunque illegittima poiché contro ogni principio costituzionale –:

   se il Ministro dell'interno, in relazione a quanto evidenziato, intenda assumere le iniziative di competenza necessarie ed idonee a sanzionare la condotta contra legem del questore di Pordenone, rimuovendolo dall'incarico per manifesta inidoneità.
(5-08432)


   ASCARI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la vicenda di seguito analizzata riguarda il processo per mafia a carico di Innocenzio Macheda e altri 17 imputati tra i quali i fratelli Battaglia. Il processo in esame segue le indagini mosse primariamente dalla verifica di condotte anomale che si sono consumate specialmente nelle zone di estrazione/lavorazione del porfido in Trentino. Dalle indagini effettuate, sono emersi fatti allarmanti, tra cui la presenza di emissari di cosche provenienti da Reggio Calabria nel tessuto economico e politico trentino;

   quel che qui interessa è il ruolo politico di rilievo assunto proprio in quegli anni da Tiziano Odorizzi, già sindaco e vice sindaco di Albiano nelle consiliature 1990-95 e successiva, in concomitanza al momento in cui conduceva l'operazione di acquisizione della cava di Camparta con i fratelli Giuseppe e Pietro Battaglia imputati per associazione mafiosa e riduzione in schiavitù;

   in prima battuta, quando ancora era in società con i fratelli Battaglia, Tiziano Odorizzi venne eletto in Consiglio regionale nelle file della lista civica Margherita, compagine che faceva capo al Presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai (successivamente eletto al Senato). In tale veste, si adoperò per bloccare una proposta di legge sulle cave, aprendo così la strada alla revisione della Legge Provinciale 6 del 1980, dalla quale scaturì la Legge Provinciale 7 del 2006, disciplinante la attività di ricerca, coltivazione e lavorazione di materiali di cava;

   a seguire, la rete di relazioni, politica ed economica, di Tiziano Odorizzi, e del cugino Carlo, si estese a successivi investimenti e affari, tra cui anche il cosiddetto «progetto Vladimir» relativo alla reggia di Ropscia poco distante da San Pietroburgo, in funzione del quale è stata costituita nel 2005 la società di diritto russo «Progetto Ropscia Invest», controllata da Gruppo Pasit Italia Srl, Odorizzi Porfidi Srl e Odorizzi Russia (già oggetto di interrogazione provinciale n. 6225, del 24 giugno 2013). La citata interrogazione evidenziava soprattutto come la legislatura provinciale 2003-08 fosse segnata dalla presenza di vari consiglieri in qualche modo legati all'affare descritto;

   tale rete di relazioni è altresì visibile con riguardo al provvedimento assunto all'unanimità dal Consiglio comunale di Albiano nel giugno 2014, con il quale l'Amministrazione autorizzava la Odorizzi Porfidi Srl, concessionaria del lotto cava n. 3 in località Montegorsa, alla modifica societaria chiesta dalla stessa ditta. L'operazione fu resa possibile dall'interpretazione della consulente del Comune avvocato Maria Agostina Cabiddu la quale sostenne che se tale operazione non rientra tra quelle consentite dal disciplinare comunale, dallo stesso non è però nemmeno espressamente negata. Così, nell'aprile del 2015, è stato stipulato l'atto di compravendita con cui Odorizzi Porfidi Srl cedeva in affitto/comodato l'attività estrattiva alla nuova ditta Odorizzi Cave Srl;

   nonostante quanto sopra esposto, ad oggi ancora non risulta che i cugini Odorizzi Carlo (residente a Miami negli USA e al quale era stato contestato un omesso versamento dell'Iva negli anni 2011 e 2012 per un totale di 850 mila euro e l'omesso versamento delle ritenute fiscali alla fonte per quasi 500 mila euro) e Tiziano siano stati interrogati su quella vicenda nemmeno all'interno della recente indagine «Perfido» –:

   se il Ministro interrogato, nell'ambito della propria competenza, sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se e quali iniziative, anche di carattere normativo, ritenga opportuno adottare per risolvere le criticità esposte in premessa onde scongiurare il grave impatto dell'allarmante fenomeno descritto.
(5-08434)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il disperato tentativo di svuotare l'hotspot di accoglienza migranti situato a contrada Imbriacola a Lampedusa è clamorosamente fallito a seguito di una raffica di ulteriori sbarchi avvenuti nei giorni scorsi e nelle scorse ore;

   gli ultimi sbarchi, avvenuti grazie al soccorso prestato dalle motovedette della Capitaneria di Porto, hanno di fatto intasato l'hotspot costringendo il personale delle forze armate ad attività lavorative massacranti a seguito delle procedure di identificazione dei migranti nonché per le attività di pubblica sicurezza e tutela dell'ordine pubblico;

   i numerosi approdi avvengono senza controllo alcuno da parte delle autorità italiane a causa della non gestione dei flussi migratori da parte del Ministero interrogato, generando l'insostenibilità dell'accoglienza incontrollata;

   in particolare, si apprende dagli organi di stampa che il numero dei migranti presenti nell'hotspot in parola era di gran lunga superiore alle 1.800 unità, ospitati in condizioni pressoché disumane, a fronte di una capienza massima di 350 unità;

   le condizioni favorevoli del mare lasciano presupporre che senza un rapido intervento da parte delle autorità italiane gli sbarchi presso le nostre coste aumenteranno in maniera esponenziale con gravi conseguenze per tutto il personale operante nel centro di accoglienza;

   tali numeri sono di fatto ingestibili per il personale operante che tenta, ad oggi in maniera invano, di far richieste di buon senso affinché sia messo in condizione di poter operare al meglio per la tutela dell'ordine pubblico ed evitare dannose situazioni di rischio per gli operatori;

   invero, a parere dell'interrogante, le attività poste in essere determinano di fatto una non gestione dell'emergenza, che persiste ormai da troppo tempo, e il trasferimento dei migranti in altre località italiane non rappresenta la risoluzione del problema bensì un mero palliativo –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di scongiurare che eventi simili a quelli accaduti negli scorsi giorni si possano nuovamente verificare a danno del personale operante nel centro, costringendoli a condizioni di lavoro non accettabili;

   se non intenda rapidamente adottare iniziative di competenza per la predisposizione del cosiddetto «blocco navale» al largo delle coste straniere e, finalmente, gestire con concreti risultati il fenomeno dei flussi migratori incontrollati.
(4-12606)


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nelle scorse settimane il centro sociale torinese «Askatasuna» è stato al centro di una vasta operazione condotta, congiuntamente, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino e dalla Direzione investigazioni generali e operazioni speciali della Polizia di Stato, con l'accusa di associazione sovversiva e ipotesi di terrorismo;

   di recente, i giudici del Tribunale del riesame di Torino hanno accertato l'esistenza di un'associazione a delinquere all'interno del centro sociale in parola, accogliendo in parte le richieste della Procura della Repubblica seppur escludendo l'ipotesi di associazione sovversiva in quanto le condotte e le azioni poste in essere non erano di per sé in grado di sovvertire l'ordine dello Stato;

   a seguito di ciò, anche i sindacati di polizia sono a rinnovare nuovamente la richiesta di sgombero del centro sociale, restituendolo ai cittadini torinesi affinché possano disporre di quei locali per usi e scopi meritevoli di plauso e non per la pianificazione di attività criminali;

   è fondamentale, a parere dell'interrogante, accogliere le richieste dei sindacati di polizia e disporre quanto prima un rapido sgombero dello stabile in questione, così da riconvertirlo per lo svolgimento di attività lecite e meritevoli, arrestando il fenomeno e la cultura del degrado e della criminalità –:

   se non intenda adottare iniziative di competenza per disporre urgentemente lo sgombero del centro sociale torinese «Askatasuna» affinché possa essere restituito ai cittadini torinesi per attività meritevoli di tutela e non per la programmazione di attività criminali e delinquenziali di ogni genere.
(4-12607)


   CARETTA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come emerso a mezzo stampa, nella notte tra l'11 ed il 12 luglio 2022, un gruppo di estremisti riconducibili ad associazioni e movimenti animalisti ha vandalizzato ed imbrattato una cappella votiva dedicata a Sant'Eusebio, nonché alcuni cartelli informativi relativi al parco «Urbano delle Mura e Forti di Genova», territorio di culto per i fedeli e gli escursionisti che vi transitano proprio per raggiungere i forti di Genova ed altre aree facenti parte delle antiche strutture difensive della fu Repubblica di Genova;

   ragione di tale atto è da ricondursi alla scritta, sulla cappella votiva, «Cappelletta Cacciatori», in quanto il manufatto votivo fu realizzato nel 1952 da vari volontari, tra i quali erano presenti dei cacciatori;

   episodio analogo si è verificato a Treporti (frazione di Cavallino-Treporti, in città metropolitana di Venezia), dove gli attivisti del sedicente «Animal Liberation Front» (ALF) hanno vandalizzato il capitello della «Madonna del S'Ciopo», infrangendo la teca di vetro che proteggeva la statua della «Madonna col fucile», simbolo caro al territorio e da sempre riferimento dei cittadini che frequentano la laguna veneziana e ne curano il territorio;

   non solo la teca è stata brutalmente infranta, ma il marmo della lapide sottesa al capitello è stato scheggiato e la dedica ai cacciatori che hanno eretto la costruzione è stata altresì imbrattata dalla scritta «ALF»;

   l'episodio rappresenta e costituisce l'ennesimo attacco diffamatorio a danno dei cacciatori, coinvolgendo peraltro strutture votive e di culto che rappresentano riferimenti per il territorio e le comunità ivi stabilite, dando luogo ad atti di aggressione e vandalismo totalmente immotivati e sproporzionati per violenza ed entità –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per contenere e prevenire episodi di odio e violenza a danno del comparto venatorio anche tutelando strutture analoghe a quelle di cui in premessa, garantendo in ogni caso la libertà di culto dei cittadini nonché il libero esercizio dell'attività venatoria al di fuori di qualunque tipo di discriminazione e violenza.
(4-12608)


   ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è dei giorni scorsi notizia di una violenta rapina ai danni di una famiglia avvenuta in una abitazione di Alserio, in provincia di Como;

   nella serata di mercoledì 29 giugno 2022, dopo le ore 22.00, una banda di rapinatori composta da quattro o cinque uomini si è introdotta, armata e a volto coperto, nella villa di un imprenditore, presente in casa con la moglie ed il figlio, un bambino di pochi anni;

   il violento raid, durato una ventina di minuti, ha visto l'imprenditore intimorito con una pistola puntata alla tempia con la richiesta di aprire la cassaforte, non presente in casa, mentre moglie e figlio erano tenuti sotto minaccia con l'imperativo di «continuare a giocare»;

   alle intimidazioni con l'arma alla tempia sono seguite violenze fisiche con calci e pugni ai danni dell'imprenditore, con prognosi di alcuni giorni;

   i rapinatori, non potendo accedere alla cassaforte, hanno quindi sottratto dall'abitazione beni, contanti e carte di credito prima di allontanarsi danneggiando l'impianto di videosorveglianza e gettando i telefoni cellulari dei proprietari di casa in piscina, al fine di ritardare l'arrivo dei soccorsi;

   risulta ad oggi, a mezzo stampa, che gli autori dell'efferato assalto siano quasi certamente di origine straniera, provenienti dall'Est Europa;

   la brutale rapina è avvenuta in un contesto residenziale, alla presenza in casa della famiglia con minore, non a notte fonda, e la spietatezza dell'aggressione accresce i timori dei residenti;

   l'azione criminale ha molte analogie con un analogo episodio avvenuto all'inizio di maggio in una villa di Bizzarone, sempre in provincia di Como;

   le indagini sono state affidate ai Carabinieri di Erba e al Nucleo operativo della compagnia di Como, che tempestivamente sono intervenuti e si sono attivati al fine di individuare la banda –:

   quali iniziative e misure di competenza il Ministero abbia intrapreso al fine di prevenire e porre fine ad episodi di tale violenza e gravità.
(4-12614)


   GRIPPA, BARBUTO, VILLANI e MARTINCIGLIO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   da diverse settimane si apprende sia dalla cronaca nazionale che di quella locale di una progressiva intensificazione degli episodi di violenza durante le serate della movida italiana. A rendersi purtroppo protagonisti di questi episodi, giovani e giovanissimi, che sembrano avere sempre di più ritrovato in tali azioni aggressive, una chiara modalità di dimostrare la loro forza o quella del gruppo a cui appartengono. Tra le cause scatenanti delle frequenti liti motivi futili e o di gelosia. A volte sembrerebbe essere bastato anche uno sguardo di troppo;

   risulta all'interrogante, anche da diverse segnalazioni ricevute, che questa violenta prepotenza, accompagnata alle attività di spaccio e altri crimini, vedono come teatro diverse città e in estate in particolare, quelle nelle zone balneari dove il flusso dei turisti con il loro arrivo farebbe aumentare evidentemente gli affari anche di alcune di quelle bande che perpetrano tale condotta delinquenziale;

   ciò accadrebbe altresì nei territori della costa adriatica come per esempio nei comuni come Vasto, San Salvo, Casalbordino e altri nella provincia di Chieti, dove alcune bande egemonizzano le cronache giudiziarie e sono protagoniste spesso nel silenzio e nell'accettazione, sovente di scorribande e prepotenze. Diversi sono gli episodi in cui queste entrano in un locale, consumano alcolici a fiumi e alzano sempre più il livello del chiasso e dei bagordi, impadronendosi letteralmente di locali, dove nessun avventore rimarrebbe;

   numerosi sono i provvedimenti emessi dalle questure italiane conosciuti come «Daspo Willy» che si ricorda essere una misura di prevenzione personale atipica di competenza dell'autorità provinciale di pubblica sicurezza;

   la questione della sicurezza è un tema che richiede di essere affrontato e approfondito e per cui le istituzioni devono concentrare ogni sforzo possibile anche in tema di prevenzione e di controlli. A poter pagare un prezzo alto della recrudescenza delle violenza potrebbero essere famiglie e o semplici cittadini che potrebbero essere coinvolti rimanendo vittime di ingiustificati momenti di follie;

   parere unanime della comunità di sociologia e di esperti del ruolo dei social di internet e delle connesse dipendenze rispettivamente identificano tutta questa violenza, tra le altre, sia come l'esplosione di una fase di frustrazione per la situazione che si è vissuta negli ultimi due anni che di una violenza che si fa «moda»; ovvero di trovarsi in presenza di un fenomeno in continua evoluzione in cui i social media e le nuove forme di comunicazione rapida rendono immediata la fruizione di ogni cosa. Sembrerebbe che la velocità è la caratteristica di questo mezzo e porterebbe a una riduzione del tempo del pensiero e, in generale, con gli adolescenti che sono sempre meno in grado di procrastinare, di attendere la soddisfazione di un desiderio;

   quanto sopra è un fenomeno vecchio per ciò che attiene alle dinamiche e che si realizza con modalità nuove, con quel rischio di emulazione che esiste da sempre e che fa parte dello sviluppo adolescenziale –:

   se il Ministri interrogati siano a conoscenza dei gravi fatti esposti in premessa e quali siano gli orientamenti in merito alla sempre più grave situazione e le eventuali iniziative da porre in essere in base alle rispettive competenze; se non ritengano urgente e necessario adottare iniziative per quanto di competenza affinché, con una collaborazione fattiva comune, che coinvolga istituzioni, magistratura e forze dell'ordine, siano adottate le necessarie iniziative per interrompere i sempre più preoccupanti atti di violenza che stanno minando la sicurezza e la tranquillità dei cittadini;

   se non ritengano necessario prevedere un rafforzamento e un potenziamento dei presidi di forze nell'ordine nonché assumere eventuali iniziative per consentire, anche con lo sblocco di ulteriori fondi, di dotare territori di più efficaci strumenti di videosorveglianza.
(4-12618)

ISTRUZIONE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, per sapere – premesso che:

   nel mese di febbraio 2022, gli studenti dell'IIS «Valentini-Majorana» di Castrolibero in provincia di Cosenza, davano vita ad una forte protesta denunciando presunte molestie sessuali a scuola da parte di un docente dell'istituto e il presunto atteggiamento omissivo della dirigente scolastica colpevole, sempre secondo gli studenti, di non essere intervenuta per tutelare le studentesse coinvolte;

   le denunce venivano portate all'attenzione dell'autorità giudiziaria da parte delle presunte vittime;

   nel mese di ottobre dello stesso anno scolastico si era altresì verificato un grave episodio di bullismo anch'esso balzato all'attenzione dei media locali e nazionali;

   anche il caso delle presunte molestie diventava oggetto dell'attenzione di tutti i media nazionali con nette prese di posizione del Ministro delle pari opportunità Bonetti e dello stesso Ministro interpellato e veniva presentata una interpellanza urgente sottoscritta dalle deputate del Partito Democratico che chiedeva quali fossero le determinazioni del Ministero competente;

   il Governo, rispondendo all'interpellanza tramite il Sottosegretario Rossano Sasso, disponeva una immediata ispezione ministeriale per accertare i fatti accaduti;

   dopo quindici giorni di occupazione la dirigente scolastica al centro delle proteste studentesche si collocava, a quando si apprende da notizie di stampa, in malattia e, al suo posto, veniva nominata una dirigente reggente;

   si apprende oggi, a mezzo stampa, che la dirigente scolastica sia rientrata in servizio il 21 giugno 2022, mentre gli studenti dell'istituto erano impegnati negli esami di maturità e che la stessa sarebbe tornata in servizio, perché la relazione degli ispettori avrebbe concluso la sua istruttoria certificando che avrebbe «agito correttamente»;

   inoltre, resterebbe ancora aperta la posizione disciplinare del docente, presunto autore delle molestie, il quale è, del resto, ancora sottoposto a indagine da parte della procura della Repubblica di Cosenza;

   queste notizie stanno creando reazione di sconcerto e protesta non solo nella comunità scolastica in questione, ma anche nell'opinione pubblica più in generale –:

   alla luce dei fatti sopra esposti, se il Ministro interpellato intenda chiarire, per quanto di competenza:

    a) quali siano stati i risultati dell'ispezione disposta dal Ministero e, in particolare, con quali motivazioni giuridiche si sia pervenuti alle conclusioni di cui in premessa;

    b) per quali motivi non si sia data in maniera trasparente notizia degli esiti della ispezione ministeriale;

    c) se siano state valutate, con la dovuta attenzione che il caso richiede, le evidenti ragioni di opportunità nel consentire alla dirigente di rientrare in servizio proprio nel momento in cui gli studenti tenevano gli esami di maturità, e tra questi anche una delle ragazze che ha denunciato le molestie;

    d) se intenda procedere a ulteriori ispezioni, alla luce di nuove rivelazioni che la comunità scolastica potrebbe offrire a distanza di tanti mesi dai fatti accaduti;

    e) quali determinazioni si intendano assumere per verificare se la presenza della dirigente scolastica abbia turbato il sereno svolgimento degli esami di Stato e, soprattutto, fare in modo che fatti analoghi non si ripetano più in questa scuola né in altre parti del nostro Paese, perché le molestie e la cultura sessista non hanno ragione di esistere in una istituzione come la scuola che è preposta alla formazione delle giovani generazioni.
(2-01569) «Bruno Bossio, D'Elia, Avossa, Bonomo, Boldrini, Braga, Campana, Cantini, Carnevali, Cenni, Ciampi, Ciagà, Del Basso De Caro, De Micheli, De Filippo, Di Giorgi, Gribaudo, Ianaro, Incerti, Lacarra, La Marca, Gavino Manca, Madia, Morani, Mura, Navarra, Nardi, Pezzopane, Piccoli Nardelli, Pini, Prestipino, Quartapelle Procopio, Rotta, Andrea Romano, Schirò, Soverini, Stumpo, Topo, Viscomi, Zardini».

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto denunciato dalla Flc-Cgil, un numero importante di insegnanti con contratti di supplenza breve e saltuaria ha subito forti ritardi nel pagamento delle retribuzioni;

   tale situazione è diventata ormai insostenibile ed è necessario un intervento urgente affinché gli stipendi non ancora versati vengano liquidati al più presto;

   questo stato di insolvenza riguarda sia docenti che personale Ata e ha creato un grave disagio ai lavoratori e alle lavoratrici coinvolti che, se non retribuiti in tempo, non solo subiscono il danno della mancata ricezione dello stipendio, ma anche quello di non poter accedere all'indennità di disoccupazione (naspi) e di conseguenza ad altre forme di sostegno al reddito come il bonus di 200 euro, l'indennità una tantum prevista dal cosiddetto decreto aiuti;

   sia il personale docente che quello Ata nella maggior parte dei casi non riceverebbe la retribuzione spettante dal mese di aprile nonostante abbiano continuato a prestare servizio fino al termine dell'anno scolastico;

   all'interrogante risultano incomprensibili e ingiustificabili i motivi di tale ritardo nel pagamento degli stipendi ai docenti al personale Ata che, con il loro lavoro, hanno garantito la regolare prosecuzione delle attività nelle scuole fino alla fine dell'anno scolastico;

   tali ritardi si erano già verificati durante lo scorso anno scolastico ed è inaccettabile che il Ministero non abbia nel frattempo assunto le dovute contromisure per evitare che gli stessi disagi si verificassero anche durante l'anno scolastico appena concluso;

   oltre al mancato pagamento delle retribuzioni, ad oggi, il Ministero dell'istruzione non ha ancora chiarito quale sarà il destino lavorativo dei circa 70.000 precari assunti sui cosiddetti posti «Covid» il cui contratto è scaduto al termine dell'anno scolastico;

   a parere dell'interrogante, adesso come non mai, la scuola ha bisogno di essere rafforzata, specialmente nel numero di docenti, educatori e personale Ata per continuare a garantire una corretta applicazione delle norme di sicurezza per il contenimento e il contrasto al Covid;

   a tal fine diventa dunque indispensabile che il personale assunto sui cosiddetti posti «Covid» venga riconfermato anche per il prossimo anno scolastico dal momento che il contagio da Covid è purtroppo in ripresa e l'accoglienza doverosa dei bambini in età scolare provenienti da scenari di guerra, costringerà le scuole anche per il prossimo anno scolastico ad un carico di lavoro gravoso –:

   se i Ministri interrogati non intendano chiarire i motivi che hanno determinato i forti ritardi i denunciati dalle organizzazioni sindacali nei pagamenti delle retribuzioni ai docenti e personale Ata assunti sui cosiddetti posti «Covid» e quali iniziative urgenti intendano assumere affinché le suddette retribuzioni vengano immediatamente liquidate e non si ripetano per il futuro tali ritardi;

   se il Ministro dell'istruzione non intenda avviare in tempi brevi un confronto con le organizzazioni sindacali di categoria per condividere tempi e modalità rispetto alle misure da attuare per garantire un corretto e ordinato avvio del nuovo anno scolastico, a partire dall'auspicata riconferma del personale docente e Ata assunto sui cosiddetti posti «Covid».
(4-12594)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il concorso straordinario bis per la scuola secondaria, le cui prove stanno per avere inizio, prevede lo svolgimento di una sola prova orale finalizzata all'accertamento della preparazione del candidato e della padronanza delle discipline;

   a fronte di 213 mila supplenze annuali sottoscritte nel 2021, di cui soltanto 45 mila per assenza temporanea di titolare, il bando prevede solo 14 mila vincitori;

   le tracce della prova orale saranno predisposte da ciascuna commissione e verranno conosciute dai candidati soltanto nel momento in cui sosterranno la prova della durata di 30 minuti;

   ogni graduatoria comprenderà un numero di candidati non superiore ai contingenti assegnati a ciascuna procedura e i docenti che supereranno la prova verranno assunti con incarico a tempo determinato dal 1° settembre 2022 e dovranno seguire un percorso di formazione di 40 ore in collaborazione con le università che daranno diritto a 5 CFU, a cui seguirà l'assunzione a tempo indeterminato dal 1° settembre 2023;

   per un docente, preparare una lezione per tempo è una prassi seria e consueta e risulta incomprensibile la scelta di non concedere nessun anticipo rispetto ai contenuti dell'argomento su cui preparare il progetto di lezione per l'esame orale;

   ai candidati al concorso straordinario bis infatti non sono state concesse nemmeno le 24 ore di anticipo sulla conoscenza del contenuto delle prove previste nei concorsi precedenti;

   inoltre, chi non ottiene immediatamente la cattedra, avendo il Ministero interrogato messo a bando molte meno cattedre rispetto a quelle necessarie, non si vedrà riconosciuto alcun titolo abilitante;

   l'insieme di tali misure sembrano pensate per aumentare le difficoltà e peggiorare le condizioni dei lavoratori precari, della scuola, degli studenti, delle famiglie;

   anche il costo di 128 euro per l'iscrizione al concorso a carico dei candidati, più, in molti casi, le spese di spostamento e di soggiorno appaiono all'interrogante come un'ingiustizia, dal momento che per un precario o un disoccupato non rappresenta certamente una cifra irrisoria;

   si ricorda che i partecipanti al concorso straordinario sono stati ammessi alla procedura con almeno tre anni di servizio, limite massimo previsto dalla normativa comunitaria, per rimediare all'abuso di contratti a termine subìto dai docenti precari;

   a parere dell'interrogante occorre garantire, per una questione di equità, almeno le stesse condizioni previste nelle procedure concorsuali del precedente concorso ordinario: 24 ore di tempo per preparare la lezione, chiarezza sulle modalità di svolgimento (progettazione di una UDA, o di una singola lezione, o interrogazione disciplinare), tempo dignitoso di svolgimento della prova, con la certezza che non sia mai inferiore ai 30 minuti, inserimento di tutti i concorrenti in una graduatoria – e che le stesse siano utilizzate fino al loro esaurimento e non solo per i posti banditi – al fine di poter accedere alla formazione universitaria abilitante; a tutela dei diritti e della dignità di tutto il mondo della scuola e di queste lavoratrici e lavoratori di cui la scuola ha estremo bisogno, il Ministro interrogato ha il dovere di garantire equità e serietà nelle procedure concorsuali –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere, di concerto con le organizzazioni sindacali della scuola, affinché le procedure concorsuali del concorso straordinario bis per la scuola secondaria prevedano le medesime condizioni previste nelle procedure concorsuali dell'ultimo concorso ordinario e in particolare che vengano concesse 24 ore di tempo per preparare la lezione, che sia fornita maggiore chiarezza sulle modalità di svolgimento, che vi siano un tempo dignitoso di svolgimento della prova e l'inserimento di tutti i concorrenti in una graduatoria di merito ad esaurimento a tutela dei diritti e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori precari della scuola.
(4-12595)


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   con decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 maggio 2022, sezione Concorsi ed esami, viene indetto un concorso straordinario, articolato per regione, per la copertura dei posti comuni della scuola secondaria di primo e secondo grado che residuano dalle immissioni in ruolo per l'anno scolastico 2021/2022. La procedura concorsuale si articola in una unica prova disciplinare, consistente in una prova orale della durata di 30 minuti, finalizzata all'accertamento della preparazione dei candidati sulla base dei programmi concorsuali specifici di ciascuna classe di concorso, ai sensi dell'Allegato A al decreto ministeriale n. 108 del 28 aprile 2022. A seguito dei risultati della prova disciplinare e delle valutazioni dei titoli, la commissione giudicatrice provvede alla compilazione delle graduatorie regionali, distinte per classe di concorso, nel limite dei posti messi a bando;

   il luogo dove sostenere la prova sarà la regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione;

   allo stato attuale, non vi è ancora chiarezza sulla modalità di svolgimento, in quanto la scelta della modalità è demandata alle singole commissioni esaminatrici regionali, criterio questo che comporterà una discriminazione tra i candidati in base alla scelta della regione dove svolgono il concorso. La traccia su cui verte l'esame viene estratta dal candidato nel momento stesso di svolgimento della prova;

   le graduatorie finali sono approvate con decreto dal dirigente preposto all'ufficio scolastico regionale (Usr), responsabile della procedura concorsuale, e successivamente pubblicate nell'albo e sul sito internet dell'Usr. Non sono previsti candidati idonei e graduatorie a scorrimento;

   inoltre, si segnala come la tassa di partecipazione a detta prova concorsuale risulti molto elevata, in particolare di 128,00 euro, quando di solito, per i concorsi pubblici, la tassa è di poche decine di euro;

   il bando in questione presenta molte criticità. La prima fra tutte è rappresentata dal fatto che il Ministero rinvia ai quadri di riferimento per la valutazione della prova orale di cui al decreto ministeriale n. 326 del 9 novembre 2021; come previsto dall'articolo 5, comma 2 del DDG n. 1081 del 6 maggio 2022, detti quadri sono utilizzati per il concorso ordinario, per il concorso ordinario, per il quale è prevista la progettazione di un'attività. In secondo luogo, la prova ha una durata massima complessiva di 30 minuti, e non è previsto un punteggio minimo per il superamento. In base a segnalazioni pervenute all'interrogante e da articoli di stampa, risulta che alcune commissioni hanno convocato diciotto candidati in un solo giorno, altre invece hanno assegnato solo dieci minuti a candidato per lo svolgimento del colloquio. Inoltre, si è provveduto, per alcune classi di concorso, ad aggregazioni regionali, quindi i candidati svolgeranno la prova in un'altra regione, con conseguente aggravio di costi per gli spostamenti –:

   se non ritenga doverosa un'iniziativa che chiarisca, quanto prima, i criteri di valutazione della prova, in quanto i quadri di riferimento previsti dal decreto ministeriale menzionato non sono idonei al bando in esame, ovvero se non ritenga utile chiarire le regole e le modalità temporali di svolgimento della prova, in particolare stabilendo un tempo minimo di durata;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative per prevedere, alla conclusione della procedura concorsuale, la predisposizione di una graduatoria dei candidati idonei dalla quale, individuati i candidati vincitori, sia possibile attingere anche in momenti successivi;

   se ritenga opportuno adottare iniziative per prevedere la possibilità, per tutti gli iscritti al concorso, di partecipare al percorso di formazione, al fine di ottenere l'abilitazione.
(4-12609)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   in data 11 luglio 2022 in un cantiere edile presso il comune di Massanzago (PD), Mirco Bottacin, cape cantiere di 54 anni, ha perso la vita sul posto di lavoro;

   Mirco Bottacin è l'ultima vittima sul lavoro in provincia di Padova, un territorio che nel 2021 ha visto un numero altissimo di «morti bianche», tendenza purtroppo confermata anche nel 2022 dai dati Inail riferiti al primo trimestre dell'anno corrente;

   secondo lo stesso report Inail, in Italia nei primi tre mesi del 2022 sono avvenuti 194.106 inerenti sul posto di lavoro (+50,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021), 189 dei quali con esito mortale (+2,2 per cento): sono numeri che aggravano la situazione già pesantissima del 2021, cui hanno perso la vita oltre 1.200 persone sul posto di lavoro;

   come confermato anche dalle organizzazioni sindacali, il nostro ordinamento giuridico è dotato di una legislazione avanzata in tema di sicurezza e prevenzione sui posti lavoro, in particolare tramite il decreto legislativo n. 81 del 2008 e successivi aggiornamenti;

   tale legislazione perde tuttavia di efficacia per una mancata applicazione delle norme stesse fenomeno dovuto in particolare al sottodimensionamento degli organismi di controllo e vigilanza;

   a parere degli interpellanti, i numeri altissimi di incidenti, anche mortali, sui posti di lavoro confermano la mancata applicazione delle norme e, di conseguenza, la scarsa efficacia del decreto legislativo n. 81 del 2008, pur rappresentando un fronte avanzato nella legislazione in materia;

   le strutture di vigilanza della sicurezza sui posti di lavoro, anche regionali come gli Spisal, soffrono un sottodimensionamento pesante di organico, le cui nuove assunzioni sono a mala pena sufficienti a far fronte al turnover per pensionamenti degli addetti, ma non certo a implementare non solo le funzioni di controllo ma anche quelle di prevenzione previste dal decreto legislativo n. 81 del 2008 stesso –:

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative intenda porre in essere, anche con carattere d'emergenza, per contrastare il fenomeno descritto, con particolare attenzione all'implementazione di meccanismi di prevenzione degli incidenti sui posti di lavoro.
(2-01565) «Zan, Fiano, Lorenzin, Lacarra, Carla Cantone, Navarra, Pellicani, Miceli, Nardi, Prestipino, Frailis, Ciagà, La Marca, Verini, Quartapelle Procopio, Cenni, Boldrini, Incerti, Pezzopane, Casu».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RIBOLLA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dal 1943 l'Anmil Rappresenta le vittime di infortuni sul lavoro e malattie professionali e le loro famiglie, impegnandosi quotidianamente sia per garantire loro la massima tutela e sia per favorire la massima diffusione di una cultura della prevenzione e della sicurezza che possa contrastare gli incidenti sul lavoro, anche portando nei luoghi di lavoro e nelle scuole le loro testimonianze;

   nel 2023 l'Anmil festeggerà gli 80 anni di vita e di impegno, dimostrato concretamente anche diversificando l'assistenza, il supporto e i servizi offerti ai propri soci ed alle loro famiglie, ed ai cittadini tutti, anche attraverso la creazione di una vera e propria rete di enti – quali la Fondazione «Sosteniamoli subito», il Caf, Anmil, il patronato Anmil, l'Agenzia del lavoro, l'Irfa (ente di formazione e qualificazione professionale), Anmil Sport – proprio per offrire consulenza e assistenza a 360° a tutti i cittadini e non solo alla categoria rappresentata;

   tra questi, un fiore all'occhiello per l'Anmil è il patronato costituito nel 2010, che, a gennaio 2011, ha ottenuto il riconoscimento definitivo, la cui attività consente all'associazione di essere vicina alle persone più fragili, con situazioni di disagio sociale o che versano in condizioni economiche non rosee;

   purtroppo, per ragioni di carattere burocratico, l'erogazione delle somme a saldo dell'attività svolta dei patronati (ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 152 del 2001) è ferma al lontano 2013, ultimo anno per il quale è stato emesso il decreto direttoriale di ripartizione definitiva dei fondi;

   in altri termini, il patronato Anmil, per gli anni successivi al 2013 ha ricevuto solo acconti, peraltro in percentuali lontane rispetto a quelle previste dalla legge (per le annualità 2015 e 2016 la percentuale ricevuta in acconto risulta essere addirittura inferiore al 20 per cento) proprio perché conteggiati sulla base dei dati dell'ultima annualità chiusa;

   la mancanza di certezze circa la tempistica e l'ammontare dei rimborsi, inevitabilmente ricade in maniera negativa sull'attività svolta e sui servizi offerti dal patronato, che rischia di ritrovarsi con una perenne cassa «in rosso»; inoltre per l'Anmil che sinora ha sostenuto il patronato anche attraverso pesanti esposizioni bancarie e sacrificando il proprio patrimonio, la situazione è oramai divenuta insostenibile, al punto che hanno adito le vie legali (per le annualità 2017 e 2018 hanno ottenuto piena vittoria presso il Tar Lazio e, per il 2017, anche presso il Consiglio di Stato, appellato dall'Avvocatura dello Stato; per il saldo 2019 hanno proposto ricorso al Tar ed è già stata fissata la Camera di consiglio per l'inizio del mese di ottobre 2022) –:

   se e quali iniziative di competenza intenda porre in essere con urgenza nell'ottica di porre fine a questa paradossale vicenda, che rischia di vanificare l'attività e l'operato di un'associazione importante come l'Anmil.
(5-08426)

PARI OPPORTUNITÀ E FAMIGLIA

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri è la struttura di supporto per la promozione e il raccordo delle azioni di Governo volte ad assicurare l'attuazione delle politiche in favore della famiglia in ogni ambito e a garantire la tutela dei diritti della famiglia in tutte le sue componenti e le sue problematiche generazionali;

   il Dipartimento, nelle materie di sua competenza, emana bandi rivolti ad enti locali e a soggetti privati operanti nel terzo settore, volti alla promozione di attività educative e ludiche in grado di favorire il benessere psicofisico, la socialità e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti;

   da segnalazioni pervenute all'interrogante, si apprende che per molti bandi ed avvisi pubblici, il Dipartimento adotterebbe discutibili criteri di valutazione, come ad esempio l'ordine cronologico di presentazione della domanda secondo la procedura a sportello, comportando una penalizzazione di quei progetti meritevoli ma che scontano la pecca di esser stati presentati in un ordine cronologico sfavorevole;

   inoltre, sempre da segnalazioni, risulta che l'erogazione dei fondi per i centri estivi, da parte del Dipartimento, sia posticipata rispetto all'avvio dei progetti, comportando notevoli problematiche per gli enti locali, nonché per i soggetti privati e per le famiglie. Su quest'ultimo punto è intervenuta anche la Conferenza Stato-regioni, evidenziando come vi sia un notevole ritardo nel trasferimento dei fondi rispetto all'avvio effettivo dei servizi, auspicando che le risorse possano essere assegnate, in funzione delle singole programmazioni regionali, direttamente agli ambiti territoriali, in modo da assicurare l'effettiva copertura finanziaria per l'effettivo avvio del servizio –:

   se non ritenga doverosa un'iniziativa che velocizzi l'erogazione dei contributi economici per la realizzazione dei progetti e l'erogazione dei servizi, ovvero un'iniziativa volta ad assegnare le risorse economiche direttamente agli ambiti territoriali assicurando in tal modo l'effettiva realizzazione degli interventi finanziati per tutti i comuni di competenza;

   se non ritenga che la «procedura a sportello» possa penalizzare progetti meritevoli di contributi economici ma presentati in un ordine cronologico non favorevole, e se non ritenga opportuno cambiare questa metodologia valutativa.
(4-12610)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   VIVIANI, BUBISUTTI, GASTALDI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO, ROMANÒ, PAOLIN e GERMANÀ. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il mercato dei «cibi sintetici» è in espansione; la commercializzazione dei prodotti che imitano la carne o il latte e proposti come «sostituti» o «alternative» agli alimenti a base di carne o latte ha visto una recente crescita, attirando grossi investimenti da parte di gruppi agroalimentari globali;

   in seno al Parlamento europeo si è aperto un dibattito sulla modifica dell'attuale disciplina che regolamenta la denominazione di «carne», prevedendone la possibilità di impiego anche sui prodotti di origine vegetale o sintetica; tre italiani su quattro (75 per cento) bocciano l'arrivo sul mercato di carne sintetica ottenuta in laboratorio;

   alla frontiera dei «cibi sintetici», dopo l'hamburger di carne senza carne, si è aggiunto il latte derivato dai piselli trasformati che invitano i consumatori a brindare con questa bevanda a base di vegetali processati, il cui sapore non è assolutamente paragonabile a quello del latte di origine animale, né tanto meno lo sono la sua qualità e genuinità, al quale si è aggiunto ultimamente anche il latte sintetico che utilizza il principio della fermentazione microbica;

   i consumatori sono ignari del fatto che la maggior parte di questi cibi di origine non animale è prodotta in laboratorio e non ha nulla a che fare con l'agricoltura italiana, ed anzi, essendo prodotti assolutamente diversi da quelli agricoli, ma che richiamano ad essi, inducono in inganno gli stessi consumatori, rischiando di arrecare un grave danno alla salute dei consumatori e di inficiare la qualità dell'agroalimentare made in Italy;

   la Francia ha recentemente pubblicato un decreto contro il «Meat Sounding», vietando la commercializzazione nel Paese di prodotti vegetali che imitano la carne e, altresì, vietando l'uso delle denominazioni della carne come «Jambon», «Pâté» e «Saucisson» per indicare alimenti a base vegetale o coltivati in laboratorio;

   questa decisione è importante, in quanto potrebbe stabilire una giurisprudenza che può essere seguita anche da altri Stati membri desiderosi di proteggere il loro patrimonio culinario e garantire informazioni trasparenti ai consumatori;

   la produzione di questi prodotti «sostitutivi» degli alimenti è anche accompagnata da aggressive campagne di marketing che portano i consumatori a credere che siano più sani e più sostenibili per l'ambiente. Affermazioni che vengono contestate e discusse in campo scientifico e accademico;

   come affermato dall'Efsa in un recente parere sui profili nutrizionali e sull'etichettatura, le proteine vegetali non possono sostituire la carne da un punto di vista nutrizionale. Alcune imitazioni vegetali sono, infatti, dei prodotti ultra lavorati che subiscono profondi processi industriali per assomigliare alla carne, rendendo il loro consumo discutibile, in quanto vengono segnalati effetti negativi sulla salute. Senza uno studio approfondito inoltre, sono messi in discussione anche gli impatti sulla salute della carne coltivata in laboratorio;

   la frontiera del «cibo sintetico» si propone come l'ennesimo attacco alla filiera del made in Italy agroalimentare; si dimostra di voler cancellare le filiere agroalimentari, i nostri allevamenti, il nostro indotto, il nostro cordone ombelicale che lega la produzione agricola di eccellenza italiana alle nostre imprese di trasformazione centenarie ed ai nostri territori;

   è indispensabile affermare in tutte le sedi opportune il valore delle eccellenze agroalimentari italiane che rendono unici i nostri prodotti alimentari per la loro qualità e genuinità –:

   se non intenda mettere in atto iniziative, per quanto di competenza e anche a livello europeo, affinché venga ostacolata l'importazione e la commercializzazione nel nostro Paese, al pari di quanto proposto in Francia, dei «cibi sintetici» che non hanno un'origine animale ma vegetale o addirittura sintetica e che con nomi o marchi potrebbero trarre in inganno il consumatore, al fine di tutelare, valorizzare e promuovere le eccellenze agroalimentari del made in Italy.
(4-12587)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   PAOLIN. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Tribuna di Treviso del 7 luglio 2022 riporta la denuncia di Unasca (Unione nazionale scuole e consulenza automobilistica) sulle gravi carenze di personale in motorizzazione e sulla mancanza di turn-over, al punto che le patenti a Treviso rappresentano un miraggio per ben 5 mila candidati;

   le dichiarazioni della coordinatrice di Unasca Treviso riportate a mezzo stampa sono significative della gravità della situazione in cui versano i trevigiani: «Se è grave la carenza di personale della Motorizzazione Civile di Treviso, è gravissima la mancanza di un avvicendamento programmato dell'organico addetto giunto in età pensionabile» insiste l'Unasca «tanto più dopo la sentenza del Tar che ha bloccato il supporto agli esami organizzati dalla Motorizzazione Civile di Treviso da parte di personale esterno al Dipartimento, e dipendente del Ministero della mobilità e sostenibilità»;

   sulla medesima pagina del 7 luglio, un altro articolo dal titolo «Orari ridotti in Procura “Grave deficit di organico”», allerta che dal 1° luglio al 15 settembre 2022 gli orari degli sportelli aperti al pubblico in procura saranno ridotti a causa della grave carenza di personale e riporta le dichiarazioni di Carlo Alzetta, della Cisl FP Treviso Belluno, secondo il quale «come si possano assistere un procuratore e 12 sostituti procuratori con una carenza di organico così drammatica, dovendo assicurare alla stesso tempo tutti gli altri servizi e uffici (...) non può esserci una giustizia al servizio dei cittadini e della comunità trevigiana se si svuotano gli uffici pubblici del personale amministrativo»;

   la denuncia più grave, però, sulla carenza di personale della pubblica amministrazione a Treviso è, per l'interrogante, quella riportata sempre sul quotidiano La Tribuna del 2 giugno 2022, con un'intera pagina dal titolo: «Inps la fuga dei dipendenti verso il sud “servono concorsi su base regionale” – Allarme del direttore: “Se ne vanno con la legge 104, carenze di organico drammatiche: nel 2014 eravamo 349, oggi 190”»;

   l'articolo sottolinea, in particolare, come una trentina di dipendenti Inps sui 59 assunti con l'ultimo concorso di tre anni fa, se ne andranno, avendo chiesto il trasferimento a casa; gli stessi dovrebbero essere sostituiti con del personale privo di formazione –:

   quale sia il numero di dipendenti pubblici presenti ogni mille abitanti suddiviso per provincia;

   se ed in che termini intenda intervenire per fronteggiare tempestivamente la carenza di personale sia presso la motorizzazione che presso la procura di Treviso;

   se non ritenga valida la proposta del direttore dell'Inps, di indire concorsi su base regionale per le assunzioni, al fine di evitare la fuga di dipendenti dal nord al sud.
(4-12601)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   GEMMATO. — Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riferito dagli organi di stampa, sembrerebbe che il Tribunale di Firenze, nell'ambito di un procedimento cautelare, abbia emesso, in data 6 luglio 2022, un decreto di sospensione di un provvedimento dell'ordine degli psicologi della Toscana che vietava ad una psicologa di esercitare la professione fino alla sua sottoposizione al trattamento sanitario iniettivo contro il Sars-Cov-2, autorizzandola all'esercizio della professione senza sottoporsi a tale trattamento, lavorando in qualunque modalità come i colleghi vaccinati;

   il giudice avrebbe evidenziato che:

    la sospensione dall'esercizio della professione rischia di compromettete beni primari dell'individuo, quale il diritto al proprio sostentamento e il diritto al lavoro ex articolo 4 della Costituzione;

    questi diritti vengono inammissibilmente «concessi» dall'Ordine di appartenenza previa sottoposizione al vaccino in base al decreto-legge n. 44 del 2021;

    tale decreto-legge si propone lo scopo di impedire la malattia e assicurare condizioni di sicurezza in ambito sanitario ma lo stesso scopo risulta irraggiungibile come emerge dai report di Aifa;

    in questo caso l'articolo 32, comma 2, della Costituzione non è applicabile per la mancanza di benefici della collettività e comunque il singolo individuo non può essere sacrificato per un interesse collettivo vero o supposto e non può essere sottoposto a sperimentazioni mediche invasive o a trattamenti sanitari senza un consenso libero e informato;

    tale consenso non è ipotizzabile allorquando i componenti dei sieri e il loro funzionamento sono, come in questo caso, coperti da segreto industriale e, incomprensibilmente, da segreto «militare»;

    l'obbligo vaccinale imposto per poter lavorare viola gli articoli 4, 32 e 36 della Costituzione, secondo i quali non è consentito allo Stato e a tutti i suoi apparati centrali e periferici (come anche gli ordini professionali) di imporre alcun obbligo di trattamento sanitario senza il consenso dell'interessato;

    in ogni caso la dottoressa non intende prestare il proprio consenso a tale trattamento;

    vi sono regolamenti e risoluzioni europee che specificamente vietano agli Stati membri di discriminare in base allo stato vaccinale Sars-Cov-2;

    l'ordine degli psicologi della Toscana viola le normative sopra citate, discriminando innegabilmente la dottoressa rispetto ai colleghi vaccinati che possono continuare a lavorare;

   per questi motivi sembra che il giudice abbia ritenuto che:

    sussista il dedotto «fumus boni iuris» ossia l'illecita imposizione da parte dell'Ordine di appartenenza di un trattamento iniettivo che ha già causato eventi avversi gravi e morte;

    appaia illecita l'emanazione e il successivo mancato ritiro in autotutela da parte dell'Ordine di appartenenza del provvedimento di sospensione;

    la dottoressa non possa essere costretta, per poter sostentare sé stessa e la sua famiglia, a sottoporsi a questi trattamenti iniettivi sperimentali talmente invasivi da insinuarsi nel suo Dna alterandolo in un modo che potrebbe risultare irreversibile;

    la condizione del vaccinato non è dissimile da quella di un non vaccinato perché entrambi possono infettarsi, sviluppare la malattia e trasmettere il contagio;

    l'imposizione dell'obbligo vaccinale per svolgere la professione sia del tutto discriminatoria e violi il regolamento europeo n. 953/2021 self executing che vieta discriminazioni dei cittadini europei fondate sullo stato vaccinale –:

   di quali elementi disponga e se abbia valutato approfondimenti, avvalendosi degli organismi competenti, in ordine alle possibili irreversibili e gravi alterazioni del Dna conseguenti alle vaccinazioni segnalate in premessa e, alla luce dei relativi esiti, quali iniziative di competenza intenda adottare per tutelare il diritto alla salute della popolazione vaccinata;

   se e quali iniziative di propria competenza intenda adottare per garantire a tutta la popolazione, vaccinata e non vaccinata, in ogni caso ed equamente, i diritti costituzionali citati ovvero quelli ex articoli 1, 2, 3, 4, 32 e 36 della Costituzione.
(5-08431)


   COLLETTI, SAPIA, SPESSOTTO, VALLASCAS, TRANO, CORDA e MASSIMO ENRICO BARONI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in data 29 giugno 2022 è stato pubblicato un articolo nel quale si riporta la notizia che il Sottosegretario dottor Sileri è entrato a far parte del comitato scientifico di GKsd Investment Holding di proprietà di Kamel Ghribi;

   tale dato è emerso dalla pubblicazione del curriculum e delle foto del Sottosegretario sul sito della Holding alla voce «advisory board»;

   Kamel Ghribi è vicepresidente del Gruppo San Donato, di cui il presidente è Angelino Alfano, già Ministro, ed il ruolo di Consigliere d'amministrazione degli istituti clinici Zucchi, una delle strutture sanitarie del gruppo, è affidato a Roberto Maroni, già Ministro e Presidente di regione Lombardia su cui insistono i principali interessi economici del gruppo;

   anche il Ministro Di Maio, fondatore di «Insieme per il futuro» di cui fa parte anche il dottor Sileri, ha espresso tempestivamente il proprio sostegno al Gruppo San Donato e GKsd presenziando, nel mese di giugno, all'inaugurazione del nuovo ospedale neuropsichiatrico in Kenya;

   il Gruppo San Donato è il più grande gruppo italiano della sanità privata con 19 strutture tra ospedali e cliniche ed un fatturato di oltre un miliardo e mezzo l'anno;

   dunque, il dottor Sileri, Sottosegretario di Stato al Ministero della salute, supporta con il suo sapere istituzionale e scientifico il finanziere Ghribi che cura gli interessi – soprattutto economici e di investimento – del Gruppo San Donato nell'ambito della sanità e da tale incarico si presume che percepisca un compenso;

   a seguito della pubblicazione dell'articolo di stampa risulta che il Sottosegretario abbia fatto cancellare il proprio curriculum dal sito della GKsd sostenendo, a sua difesa, di aver dato la propria disponibilità ad assumere l'incarico nella Holding dalla fine della legislatura;

   a parere dell'interrogante tale aspetto dimostrerebbe – in modo palese – il dolo del Sottosegretario Sileri che, in forza del proprio attuale incarico al Ministero della salute, sembra abbia «contrattato» un corrispettivo, anche per il futuro –:

   se il Ministro interrogato intenda valutare il conflitto di interessi del senatore Pierpaolo Sileri tra l'incarico accettato nella GKsd Investment Holding di Ghribi ed il ruolo di Sottosegretario di Stato al Ministero della salute assumendo le informazioni riguardanti eventuali compensi percepiti dall'incarico e conseguentemente se intenda assumere le iniziative di competenza necessarie per porvi rimedio, nel pubblico interesse.
(5-08433)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CANTALAMESSA e FURGIUELE. — Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la pandemia ha evidenziato una forte necessità di personale Oss;

   con l'ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile n. 665 del 22 aprile 2020 è stata istituita un'unità sociosanitaria per l'attuazione delle misure di contrasto e contenimento dell'emergenza epidemiologica da COVID-19;

   venivano così chiamati circa 1.500 operatori socio sanitari a prestare il loro contributo nelle carceri italiane e nelle Rsa, e nello specifico 500 venivano destinati presso le residenze sanitarie assistenziali per anziani e persone con disabilità e 1.000 presso gli istituti penitenziari individuati dai Ministero della giustizia;

   l'articolo 23 del decreto-legge n. 9 del 2020 ha consentito la stipula di contratti di lavoro autonomo con personale medico ed infermieristico in deroga alle norme che limitano tale possibilità per la pubblica amministrazione;

   gli operatori sociosanitari reclutati ai sensi dell'ordinanza in esame hanno lavorato con grandi capacità, senza limitazione oraria, assicurando un contributo qualitativo e determinante all'assetto delle prestazioni sanitarie dedicate agli ospiti delle strutture nel momento più critico e incerto dell'emergenza sanitaria;

   ciò ha permesso al Servizio sanitario di contrastare la crisi epidemiologica in atto nelle regioni più colpite fino al termine dello stato di emergenza;

   con ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile n. 892 del 16 maggio 2022 le regioni sono state autorizzate, fino al 31 maggio 2022, alla «prosecuzione dell'avvalimento degli operatori sociosanitari reclutati con l'ordinanza n. 665 del 2020 per le finalità di impiego ivi previste»;

   a partire dal 1° giugno 2022, i 1.500 operatori sociosanitari facenti parte dell'unità hanno perso il lavoro, senza il riconoscimento di alcun diritto, neanche dal punto di vista dell'anzianità di servizio e/o contributiva e senza tener conto della possibilità di prosecuzione fino al 31 dicembre 2022 prevista dall'articolo 1, comma 3, dell'ordinanza n. 892 del 2022;

   a quanto risulta all'interrogante, le regioni avrebbero richiesto la proroga per questi operatori, anche a fronte della carenza di personale evidente in ambito sanitario e sociosanitario, ma i Ministri interrogati non risultano, almeno per il momento, aver intrapreso iniziative in tal senso;

   gli operatori sociosanitari assunti per fronteggiare l'emergenza sanitaria erano disoccupati di cui il sistema sanitario nazionale ha avuto estremo bisogno;

   l'esperienza maturata sul campo dai 1500 Oss, nel pieno della pandemia, non ha eguali e la recrudescenza dell'emergenza sanitaria dimostra come il sistema sanitario ne abbia a tutt'ora bisogno;

   il comma 268 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234, recante, «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024» stabilisce che: «Al fine di rafforzare strutturalmente i servizi sanitari regionali anche per il recupero delle liste d'attesa e di consentire la valorizzazione della professionalità (...) possono assumere a tempo indeterminato, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale, il personale del ruolo sanitario e del ruolo sociosanitario»;

   nella seduta del 22 giugno 2022, rispondendo a un'interrogazione presentata sulla questione dai deputati del Gruppo Lega – Salvini Premier, il Ministro della giustizia ha affermato di non avere competenza in merito a queste figure professionali;

   al di là della ripartizione delle competenze, sarebbe doveroso che i Ministri interrogati si adoperassero per ricercare insieme, di comune accordo e di concerto con le regioni, una soluzione al problema in esame –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare al fine di promuovere, di concerto con le regioni, il prolungamento dei contratti degli operatori sociosanitari, la previsione di un percorso di stabilizzazione degli stessi e il riconoscimento pieno di diritti e posizioni.
(4-12585)


   BIGNAMI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in base a quanto disposto dall'articolo 8 della legge n. 537 del 1993, i cittadini che hanno superato i sessantacinque anni di età e percepiscono un reddito annuo inferiore a 36.151,98 euro, hanno diritto all'esenzione del pagamento del ticket sanitario;

   coloro ai quali viene riconosciuto tale diritto sono esentati dal pagamento del ticket per tutte le prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e le prestazioni specialistiche;

   il reddito complessivo fiscale del nucleo familiare, ai fini dell'esenzione, è dato dalla somma dei redditi lordi dei singoli membri del nucleo familiare. Ai fini del riconoscimento dell'agevolazione, quindi, deve essere considerato il complesso dei redditi prodotti nell'anno di riferimento dai componenti il nucleo familiare, a prescindere dal fatto che gli stessi costituiscano redditi imponibili ai fini Irpef o siano assoggettati ad altro tipo di imposizione. Di conseguenza, sono considerati anche i redditi da locazione (anche se assoggettati a cedolare secca) e i redditi dominicali, agrari o da fabbricato (anche se esentati dall'Irpef in quanto assoggettati a Imu);

   l'esenzione è riconosciuta dalla Ausl sulla base delle informazioni inviate dall'Agenzia delle entrate ed è registrata sull'Anagrafe regionale degli assistiti;

   dal 2022 le esenzioni dal pagamento del ticket sanitario per reddito vengono rilasciate in automatico dalla Azienda sanitaria locale, sulla base degli elenchi forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze, secondo quanto previsto dalla normativa statale. Inoltre, sempre a partire dal medesimo anno, le esenzioni hanno un limite annuale;

   coloro che non hanno l'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, vale a dire pensionati sociali e disoccupati, oppure coloro che non risultano nell'elenco del Ministero dell'economia e delle finanze, ma ritengono di aver diritto all'esonero, devono presentare un'autocertificazione presso gli sportelli dell'Asl di residenza o dove hanno richiesto il domicilio sanitario. L'Asl controlla il contenuto di tutte le autocertificazioni, verificando la veridicità di quanto dichiarato, anche sulla base dei dati sul reddito che vengono forniti dall'Agenzia delle entrate a partire dall'anno successivo dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. L'esenzione ha validità annuale e scade il 31 marzo dell'anno successivo a quello del rilascio e ogni anno viene rinnovata;

   da segnalazioni pervenute all'interrogante, si apprende che molti cittadini di età superiore a sessantacinque anni, a seguito di un avviso da parte della Agenzia delle entrate, sarebbero impegnati nel rinnovo della certificazione ai fini dell'esenzione, riscontrando notevoli difficoltà burocratiche e una lentezza della macchina amministrativa; a ciò si aggiunge che molti di essi sono affetti da patologie dovute all'età, oltre che alle elevate temperature dovute al periodo estivo –:

   se non si ritenga doverosa un'iniziativa che sia di aiuto ai cittadini con una età superiore ai sessantacinque anni, mettendoli in condizione di non subire estenuanti attese e notevoli difficoltà burocratiche dovute alla lentezza della macchina amministrativa, ovvero un'iniziativa che permetta all'Asl e all'Agenzia delle entrate di individuare i beneficiari dell'esenzione senza ricorrere alla autocertificazione cartacea consegnata manualmente.
(4-12611)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:


   DE CARLO e SUT. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   alle ore 8,30 del 14 luglio 2022 le dirigenze della multinazionale Wärtsilä sita in Trieste, stabilimento storico di manodopera e motoristica italiana, hanno improvvisamente comunicato attraverso una videoconferenza di pochi minuti l'intenzione di cessare la produzione di motori navali nello storico sito di Bagnoli della Rosandra per delocalizzare e centralizzare tutto a Vaasa, in Finlandia, con l'obiettivo di «migliorare ulteriormente la competitività». Si tratta di una procedura di licenziamento che coinvolge 451 lavoratori altamente qualificati del sito triestino su un totale di 973 dipendenti, e riguarda inevitabilmente anche l'indotto stimato in alcune centinaia di lavoratori nonostante, proprio negli ultimi mesi, la società avesse avviato con il Ministero dello sviluppo economico una negoziazione per chiudere un accordo di innovazione e il conseguente accesso a fondi pubblici, «smentendo qualunque dismissione e assicurando un rinnovato interesse anche alla luce degli strumenti che il Ministero aveva messo a disposizione» –:

   quali iniziative intenda adottare e in quali tempi affinché venga ritirata immediatamente la procedura e mantenuta un'attività competitiva del sito, oltre alla salvaguardia dell'occupazione di tutti i lavoratori, scongiurando una nuova gravissima crisi che andrebbe a danneggiare pesantemente il tessuto industriale di un territorio già gravemente compromesso.
(3-03090)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PEZZOPANE. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   con una comunicazione del 12 maggio 2022 al Mise i sindaci dei comuni di Cocullo e Aversa degli Abruzzi hanno chiesto l'attenzione delle istituzioni sul problema dei disservizi sul sistema radiotelevisivo nei piccoli comuni delle aree interne a causa dello spegnimento dei ripetitori Mediaset;

   risulta, inoltre, che sia già stato precedentemente richiesto l'intervento del Mise sull'adeguamento dell'infrastruttura tecnologica di diffusione radiotelevisiva, poiché a valle del passaggio al DVB-T2, le condizioni di servizio, già pessime in relazione al numero di canali in diffusione, erano ulteriormente peggiorate portando il numero di canali televisivi fruibili sul territorio a circa dieci, riconducibili pressoché esclusivamente alle sole reti storiche Rai e Mediaset e ai rispettivi canali di approfondimento giornalistico;

   nonostante la richiesta di intervento ad oggi non è più fruibile neanche il segnale Mediaset per cui si è appreso non trattarsi di un semplice disservizio ma di una volontà commerciale di spegnimento del segnale in zone a fallimento di mercato come i piccoli centri con meno di 500 abitanti;

   per le popolazioni residenti tale situazione è inaccettabile, così come il fatto che sia stata consentita l'attuazione di una politica commerciale così penalizzante per una quota di popolazione che già vive quotidianamente tutti i problemi legati alla carenza di servizi nei comuni di montagna e che resiste a tutela di patrimoni storici e culturali –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda porre in essere tutte le iniziative di competenza tese al ripristino delle condizioni minime di servizio radiotelevisivo per i piccoli comuni delle aree interne, condizione necessaria per vivere in questi luoghi e per renderli attrattivi dal punto di vista turistico.
(4-12589)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il gruppo Wärtsilä, con una nota ha comunicato l'intenzione di procedere con la centralizzazione della produzione di motori quattro tempi a Vaasa, in Finlandia, cessando l'attività produttiva del sito di Bagnoli della Rosandra (TS);

   la chiusura dell'attività produttiva del sito triestino potrebbe comportare una ricaduta in termini occupazionali di circa 450 addetti;

   il sito di Bagnoli della Rosandra rappresenta uno stabilimento centrale per il Gruppo Wärtsilä in Italia, dove ha quattro siti in cui occupa in totale 1.150 persone, di cui 973 a Trieste, con rilevanti opportunità e prospettive produttive, anche grazie alla vicinanza al porto commerciale;

   dopo l'annuncio di Wärtsilä, i lavoratori hanno immediatamente indetto uno sciopero e organizzato un presidio davanti ai cancelli denunciando che oltre ai 450 impiegati diretti, rischiano il posto di lavoro altri 400 lavoratori dell'indotto;

   la notizia della chiusura della parte produttiva di Wärtsilä nello stabilimento in provincia di Trieste suscita sdegno e incredulità; il comportamento e la scelta operata dall'azienda sono inaccettabili nel metodo e nel merito, tanto più che sia la regione Friuli Venezia Giulia che il Governo nazionale avevano, anche recentemente, ricevuto ampie rassicurazioni sia dai vertici dell'azienda sia dalle istituzioni diplomatiche e governative finlandesi;

   a parere dell'interrogante l'annunciata delocalizzazione con conseguenti esuberi va immediatamente ritirata e vanno assicurati ai dipendenti la tutela del lavoro e un futuro occupazionale certo;

   da quanto si apprende dalle stesse parole del Presidente della regione Friuli Venezia Giulia l'azienda ha addirittura fatto richiesta dei fondi Pnrr, ha ricevuto un contributo dall'amministrazione regionale per lo sviluppo dell'opificio digitale e aveva più volte ribadito la volontà di mantenere la produzione e di implementare lo sviluppo del sito di Trieste;

   si è dunque di fronte a quella che l'interrogante giudica l'ennesima scellerata delocalizzazione che rischia di compromettere seriamente il futuro occupazionale e la tenuta industriale di un intero territorio, con il solito pretesto di migliorare la competitività sulla pelle di lavoratori e lavoratrici;

   compito delle istituzioni è intervenire, direttamente o indirettamente, per tutelare produzioni strategiche per il Paese, la sua economia e il suo tessuto sociale –:

   quali iniziative intenda intraprendere nei confronti della proprietà Wärtsilä, a partire dall'apertura di un tavolo di confronto che coinvolga le rappresentanze sindacali e datoriali, la regione e gli enti locali, affinché venga evitato questo ennesimo processo di delocalizzazione e vengano individuate soluzioni a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici diretti e dell'indotto a salvaguardia dell'occupazione e della tenuta industriale dell'area Giuliana, scongiurando così un dramma occupazionale, sociale e produttivo che interessa centinaia di lavoratori e di famiglie e un'intera comunità.
(4-12590)


   SERRACCHIANI, BENAMATI e NARDI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   sul territorio triestino, a Bagnoli della Rosandra frazione di San Dorligo della Valle, ha la propria sede legale l'industria Wärtsilä Italia SpA, controllata dalla società finlandese Wärtsilä Corporation, leader nella fornitura di soluzioni per la generazione di energia per il settore marino e terrestre. Nel 1997 il Gruppo Wärtsilä acquisisce una quota delle azioni di GMT (Grandi Motori Trieste S.p.A.), per poi rilevarne l'intera proprietà nel 1999 e nel 2000 viene costituita la società Wärtsilä Italia S.p.A.;

   il sito di Trieste di Wärtsilä Italia S.p.a. sviluppa, commercializza, produce e offre servizi di assistenza per un'ampia gamma di motori. A Trieste è presente anche la Land & Sea Academy, centro di eccellenza per la formazione di esperti in campo motoristico, l'Hybrid Centre, primo centro ibrido su scala reale al mondo ed il Contract Management Expertise Centre, supporto operativo da remoto ai clienti con contratti di manutenzione O.&M. dell'area SEAF (Sud Europa ed Africa);

   a inizio 2018, Wärtsilä Italia Spa, in forza della delibera emessa dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale (Porto di Trieste), è diventata anche terminalista, quindi autorizzata a svolgere le operazioni portuali di carico, scarico, trasbordo, deposito e movimentazione in genere delle merci;

   in data odierna, giovedì 14 luglio, l'azienda ha pubblicato sul proprio sito una nota in cui si legge «Wärtsilä prevede di ridurre la produzione a Trieste, in Italia, e di centralizzare la produzione di motori a quattro tempi in Europa a Vaasa, in Finlandia»;

   la fine della produzione dei motori e l'assemblaggio propulsori coinvolgerà circa 450 dipendenti dei circa 970 lavoratori impiegati nel sito produttivo triestino, senza contare i numeri correlati con l'indotto;

   la notizia giunge del tutto inattesa, dato che non più tardi di tre mesi fa in una convocazione al Ministero dello sviluppo economico, l'azienda aveva smentito qualunque dismissione assicurando anzi un rinnovato interesse anche alla luce degli strumenti che il Ministero aveva messo a disposizione;

   tale decisione s'inserisce in un generale quadro di chiusure e ristrutturazioni aziendali che vede il settore industriale di Trieste fortemente compromesso, con continue e notevoli perdite di posti di lavoro –:

   se e quali iniziative il Ministro interrogato abbia intenzione d'intraprendere per scongiurare la riduzione della produzione del sito di Trieste e scongiurare l'ingente perdita di posti di lavoro;

   se risulti al Ministro interrogato che l'azienda abbia fruito di contributi pubblici, accordi con enti pubblici o comunque di facilitazioni e sostegni finalizzati all'implementazione delle capacità produttive del sito di Trieste o al mantenimento e alla stabilizzazione degli assetti occupazionali;

   quali siano più in generale le iniziative che il Ministro intende promuovere per sostenere il tessuto industriale triestino, già fortemente compromesso a causa di altre chiusure industriali.
(4-12597)


   FORNARO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il gruppo Sofinter è un protagonista nel mercato internazionale dell'energia, in cui opera fornendo impianti e componenti per la produzione di vapore per uso industriale e per la produzione di energia elettrica, per il trattamento e l'incenerimento dei rifiuti, per il trattamento dell'acqua;

   il gruppo comprende al suo interno società e marchi storici: AC Boilers (ex Ansaldo caldaie), leader nel settore della progettazione, costruzione ed installazione di caldaie di grande taglia per impianti di produzione di energia elettrica; Macchi, leader mondiale nella progettazione e costruzione di caldaie industriali e di caldaie a recupero per cicli cogenerativi destinate a grandi complessi industriali di raffinazione/processo gas e petrolchimici con oggi ordini anche per la fornitura di 10 boiler per produrre vapore in Qatar nel più grande impianto di Gas Naturale Liquefatto che contribuirà in modo determinante a garantire forniture di gas in Italia; Itea, che possiede una innovativa tecnologia di combustione, l'oxicombustione flameless a pressione, ad impatto ambientale prossimo allo zero, brevettata con il marchio ISOTHERM PWR. Itea ha una serie di brevetti talmente importanti che hanno avuto vincoli dalla Golden Power: la sua tecnologia è stata considerata Best Available Technology (BAT) in grado di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente attraverso bassi livelli di emissioni di inquinanti e l'ottimizzazione delle materie prime utilizzate nel processo;

   tra lo stabilimento di Gioia del Colle (Ba), Gallarate (Va) Fagnano Olona (VA) e Porto Marghera (Ve) Sofinter conta in Italia oltre 600 dipendenti;

   da fonti sindacali si apprende che Fiom-Cgil e Cisl-Fim hanno chiesto un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico sul gruppo Sofinter e in particolare sul sito di Gioia del Colle, in quanto il gruppo verserebbe in una situazione di forte criticità economica a causa della pandemia e all'aumento dei costi delle materie prime. Sofinter, sotto articolo 67 legge fallimentare, non ha potuto fruire di nessun finanziamento, ristoro o supporto dello Stato. La situazione attuale è particolarmente critica: i debiti con i fornitori sono alti e le banche, vista la prossima scadenza dell'articolo 67, sembra fatichino nel proseguire i normali finanziamenti. Dal canto suo l'azienda ha messo sul tavolo come soluzioni un solo possibile investitore oltre all'ipotetico supporto bancario ad ora non confermato;

   il gruppo Sofinter è in possesso di tecnologie fondamentali e innovative, come i bruciatori a idrogeno, ma nonostante ciò si pensa di cederlo ad un investitore, probabilmente straniero, con la possibilità che non garantirà la permanenza delle tecnologie in Italia, mettendo a serio rischio anche gli attuali livelli occupazionali;

   i dipendenti del sito di Gioia del Colle vivono da anni nella paura del futuro: da quando nel 2017 arrivò a tutti la lettera di licenziamento, poi ritirata. Da allora è stato un susseguirsi di ammortizzatori e sacrifici da parte dei lavoratori. Ad oggi alle rsu risulta che il sito ha commesse fino al 2023, ma nessuna certezza per il dopo. Preoccupa particolarmente il fatto che un sito produttivo del genere non si sia avviato da tempo sulla strada della transizione;

   vi sono fondi appositamente stanziati per tutelare l'innovazione italiana che possono essere usati in Sofinter o anche solo in Itea contribuendo a mantenere in Italia posti di lavoro e tecnologie strategiche, in grado di consentire non solo la tutela del lavoro ma anche del know-how costruito con il lavoro di anni in Italia –:

   se non ritengano necessario, anche attraverso la convocazione di tavoli ministeriali, come richiesto dai sindacati, adottare iniziative per garantire la continuità della produzione e dei posti di lavoro in Sofinter ed in particolare nel sito di Gioia del Colle.
(4-12599)


   BIGNAMI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il Fondo impresa femminile è l'incentivo del Ministero dello sviluppo economico che sostiene la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati;

   la misura dispone di una dotazione finanziaria complessiva pari a circa 200 milioni di euro, di cui 160 milioni di euro di risorse Pnrr e 40 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021;

   il fondo sostiene le imprese femminili di qualsiasi dimensione, già costituite o di nuova costituzione, con sede in tutte le regioni italiane;

   anche le persone fisiche possono presentare domanda di finanziamento, con l'impegno di costituire una nuova impresa dopo l'eventuale ammissione alle agevolazioni;

   la misura rientra nel pacchetto di interventi promossi dal Ministero dello sviluppo economico a sostegno della impresa femminile, indicati come prioritari nella missione «Inclusione e coesione» del Pnrr che ha messo a disposizione una dotazione finanziaria complessiva di 400 milioni di euro;

   la presentazione della domanda prevede una prima fase di compilazione e un successivo invio della domanda da effettuare sulla piattaforma online di Invitalia, attivata in funzione delle date di apertura dello sportello;

   per le imprese avviate, costituite da oltre 12 mesi, la compilazione è stata avviata dalle ore 10.00 del 24 maggio 2022, mentre la presentazione è stata possibile a partire dalle ore 10.00 del 7 giugno 2022 collegandosi al sito di Invitalia S.p.a., soggetto gestore;

   tuttavia, al momento della presentazione delle domande sono state riscontrate numerose problematiche e disfunzioni. A quanto risulta all'interrogante, infatti, più di un soggetto interessato ha ricevuto risposta formale di diniego, dopo aver regolarmente presentato la domanda alle ore 10:00. In particolare, risulta che siano state respinte due domande, la prima inoltrata alle ore 10:00:29 e la seconda alle ore 10:05 circa, sulla base del fatto che i fondi erano esauriti e che pertanto le pratiche dovevano essere sospese;

   la disponibilità dei fondi quindi si sarebbe esaurita in appena 29 secondi dall'apertura del termine per l'invio delle domande;

   alla peculiarità della vicenda descritta si aggiunge che, secondo quanto riferito dalla operatrice del call-center agli interessati, le graduatorie non saranno rese pubbliche, in contrasto con il generale principio di trasparenza –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, quale sia il suo orientamento e se non intenda assumere iniziative urgenti per favorire in concreto l'imprenditoria femminile.
(4-12605)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BRAGA, PELLICANI, ROTTA, PEZZOPANE, MORASSUT e CIAGÀ. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia è tra le nazioni europee più colpite dagli effetti del cambiamento climatico; a dimostrarlo è anche il perdurare di una gravissima siccità: secondo il Cnr, da gennaio a maggio del 2022 è caduta nel nostro Paese circa la metà della pioggia rispetto alla media degli ultimi 30 anni, con il deficit che sale al 60 per cento nelle regioni del Nord. Sono in grande sofferenza il bacino del fiume Po, ormai al 20 per cento della portata consueta, i laghi alpini, tutti i fiumi e le riserve d'acqua del Paese, con un grave impatto sulle attività agricole, energetiche ed economiche;

   le temperature abbondantemente sopra la media che si registrano ormai da oltre un mese, oltre a aggravare ulteriormente la situazione della siccità, aumentano significativamente il rischio di incendi nel Paese;

   già nelle ultime settimane si registrano numerosi roghi, su aree boschive, agricole e anche urbane, come è il caso dei numerosi incendi verificatisi nella città di Roma;

   oltre alla corretta prevenzione, come l'attenzione alle fiamme libere e la pulizia preventiva di boschi e di aree verdi, è assolutamente necessario che i comuni interessati dai roghi provvedano rapidamente all'obbligatorio aggiornamento del catasto delle aree percorse dal fuoco;

   la legge n. 353 del 2000, legge quadro in materia di prevenzione e lotta agli incendi, obbliga infatti tutti i comuni a censire i terreni percorsi dal fuoco, predisponendo un apposito catasto, in modo da applicare con esattezza i vincoli previsti, che vanno dal divieto di modificare la destinazione d'uso dell'area per 15 anni all'impossibilità di edificare ed esercitare la caccia o la pastorizia per un periodo di 10 anni. Si calcola che un comune su cinque nel nostro Paese non abbia mai adottato il catasto delle aree percorse dal fuoco oppure non lo tenga aggiornato;

   nell'anno corrente, stante la scarsità d'acqua, appare oltremodo opportuno prevedere misure di sostegno ai comuni per prevenire gli incendi e rispettare il citato tale adempimento –:

   quali iniziative di competenza abbia assunto il Governo per prevenire e contenere il rischio di incendi nel Paese e per verificare il rispetto degli obblighi previsti dalla normativa vigente sull'aggiornamento da parte dei comuni del catasto delle aree già percorse dal fuoco.
(5-08425)

Interrogazioni a risposta scritta:


   RACHELE SILVESTRI, FOTI e BUTTI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   domenica 3 luglio 2022 un blocco del ghiacciaio della Marmolada alto 80 metri, largo circa 200 metri e profondo 60 si è staccato dalla vetta dolomitica travolgendo diversi escursionisti impegnati in attività alpinistiche;

   l'attuale numero delle vittime è di 11 persone e molte altre sono quelle disperse che potrebbero aggravare il bollettino dell'incidente ambientale;

   gli esperti del Cnr hanno dichiarato che il riscaldamento globale appare essere tra le concause del crollo viste le alte temperature ben al di sopra delle medie stagionali con un picco di 10.5° registrato proprio nella mattinata del 3 luglio, e che lo zero termico è da diverse settimane ad una quota ben superiore rispetto alle vette montane;

   a quanto dichiarato da diversi glaciologi queste condizioni si verificano su tutto il territorio nazionale e gli effetti che hanno portato al distacco del seracco si potrebbero ripresentare in altre parti dell'Italia durante la stagione estiva –:

   se il Ministro interrogato si sia già mobilitato sulla questione e quali siano gli intendimenti circa il monitoraggio dello stato di sicurezza dei ghiacciai italiani a tutela del patrimonio ambientale nazionale e della sicurezza dei turisti.
(4-12584)


   FRATOIANNI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dalla stampa e denunciato in un recente appello, all'ombra della Torre di Velia nel Cilento, sulla spiaggia tra il mare e l'acropoli di Elea, è in corso il recupero ambientale e paesistico del complesso del Sacro Cuore, costruito negli anni sessanta dalla Diocesi di Vallo della Lucania per ospitare bambini svantaggiati, studenti e gruppi di preghiera;

   su iniziativa dell'attuale vescovo, monsignor Ciro Miniero, la società Fh Resort srl ha avviato la ristrutturazione del complesso religioso, riconvertendo a finalità turistiche persino la scuola elementare e la chiesa che ne facevano parte;

   il nuovo resort di lusso comprenderà, tra l'altro, 149 camere, un parco giochi, un campo di calcetto, un campo da paddle e una piscina;

   a quanto risulta agli interroganti, i lavori preliminari hanno già determinato l'abbattimento dei pini marittimi antistanti il vecchio edificio e che in parte ne nascondevano la vista;

   la nuova costruzione, ben più impattante del complesso preesistente – che peraltro era nato in epoca antecedente ai vincoli e per assolvere a rilevanti finalità sociali – altera prepotentemente l'immagine del promontorio di Velia che, con la sua torre medievale, costituisce elemento identitario dell'intero Cilento e rappresenta un vero oltraggio alla bellezza e all'equilibrio del luogo dove Parmenide e Zenone fondarono la scuola eleatica nota in tutto il mondo greco occidentale;

   l'area è interamente sottoposta a vincolo paesaggistico, fa parte del patrimonio Unesco, ricade nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ed è dichiarata dal Piano stralcio dell'Autorità di bacino a rischio elevato di erosione (R3), in cui non sarebbe possibile incrementare il carico antropico;

   nel 2005, con legge regionale numero 5/2005, la regione Campania – nel rendere obbligatoria la predisposizione di un Piano urbanistico attuativo finalizzato alla riqualificazione della vasta area circostante la città antica di Velia – vietò ogni intervento edilizio, con esclusione delle opere pubbliche e di quelle di interesse pubblico che fossero coerenti con le finalità della legge;

   a 17 anni dall'approvazione della cosiddetta legge «Velia», il Pua, sebbene redatto, non è mai stato approvato;

   il comune di Ascea trae da tale situazione di stallo il rilevante potere, utilizzato continuamente, di dichiarare a propria discrezione l'interesse pubblico di taluni interventi privati, come quello esposto nella presente interrogazione, vanificando nei fatti la finalità della legge;

   la riconversione del complesso religioso in resort turistico, definita impropriamente riqualificazione paesistico-ambientale dell'area, è stata riconosciuta di interesse pubblico dal Consiglio Comunale di Ascea nel 2019;

   sempre nel 2019, dopo un primo diniego, anche la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno ha rilasciato il proprio parere favorevole, paradossalmente attestando la compatibilità dell'intervento con le esigenze di tutela del sito;

   il Parco Nazionale, nonostante fosse tenuto a perseguire l'obiettivo della tutela dei siti e dei beni di interesse storico-culturale, con particolare riferimento a quelli inseriti nella World Heritage List, tra cui Velia, ha espresso il proprio parere favorevole alla discutibile operazione immobiliare –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative intendano adottare, nell'ambito delle proprie competenze, per garantire e preservare un territorio di eccellenza, patrimonio paesaggistico, naturalistico e archeologico per tutto il nostro Paese anche tramite gli opportuni accertamenti, anche di tipo ispettivo, al fine di verificare se le opere descritte siano state autorizzate nel rispetto della legge e dei relativi vincoli paesaggistici e ambientali e se le stesse non siano suscettibili di danneggiare gravemente il contesto tutelato;

   se non intendano promuovere, nello spirito di collaborazione tra istituzioni, un tavolo con la regione Campania e gli altri enti interessati per rimuovere gli impedimenti che a tutt'oggi hanno impedito l'attuazione integrale della «Legge Velia».
(4-12603)


   RAMPELLI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'interno, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Montasola è uno dei Borghi Storici del Lazio, nel territorio incontaminato della Sabina, con spiccata vocazione agricola, enogastronomica e turistica, per la bellezza della natura e la presenza di numerosi luoghi di rilievo storico ed artistico;

   secondo quanto confermato da fonti di stampa, nel cimitero del paese nascerà il primo forno crematorio nella provincia: una scelta che ha generato una levata di scudi della cittadinanza, che sta tentando il possibile per impedirne la costruzione, non ritenuta in alcun modo di interesse pubblico, ma, piuttosto, possibile foriera di problematiche di vario genere, tanto da decidere di dare vita a un Comitato per la Salvaguardia del Territorio di Montasola per «mettere in campo ogni iniziative lecita per tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini»;

   le problematiche sollevate dai residenti, anche dei comuni limitrofi, ma anche da molte amministrazioni, non sono solo di carattere ambientale, di salubrità dell'aria, in particolare, ma anche di potenziale danno d'immagine per una zona, quella della Sabina, appunto, ad alta vocazione turistica;

   l'allarme è stato lanciato anche dall'amministrazione comunale del piccolo borgo di Vacone, il cui sindaco non ha nascosto la preoccupazione per i risvolti di una operazione «che di vantaggi non ne ha proprio», raccogliendo firme contro la realizzazione del forno crematorio: contrarietà motivata alla luce di una sentenza del Consiglio di Stato che assimila i forni crematori a impianti insalubri di prima classe; autorizzare un impianto del genere equivarrebbe, pertanto, a dare il via libera alla costruzione di altre industrie insalubri in un territorio ancora incontaminato;

   la realizzazione di un forno crematorio, peraltro, arrecherebbe un danno di immagine al territorio, con conseguenti ricadute negative sul mercato immobiliare, proprio mentre l'amministrazione lavora per far crescere il flusso delle visite turistiche;

   della stessa condivisibile idea il sindaco di Cottanello, Roberto Angeletti: «non siamo contrari a prescindere all'impianto, ma non ci sembra opportuno averlo in un'area a forte vocazione rurale, con enormi potenzialità turistiche e con una viabilità insufficienti»;

   le lacune riscontrate dal Comitato cittadino nella gestione pubblica dell'intervento sono, in particolare: la mancanza di dati tecnici per informare la cittadinanza, che non ha impedito all'amministrazione di approvare la delibera di autorizzazione del forno crematorio; la mancanza di qualsiasi forma di pubblicità che portasse i cittadini a conoscenza del progetto; l'assenza del progetto nel programma delle opere pubbliche previste (e relativo piano economico-finanziario) e l'insussistenza dei requisiti di necessità e urgenza, indispensabili per modificare il piano cimiteriale;

   anche Legambiente è intervenuta sulla vicenda per chiedere una gestione condivisa su materie che impattano sensibilmente sul territorio, stigmatizzando la scelta del forno crematorio proprio per la localizzazione individuata;

   se è pur vero che i forni crematori servono, le aree destinate alla loro realizzazione devono essere identificate in base a requisiti specifici, nell'interesse della popolazione e nel rispetto dell'ambiente e del paesaggio;

   a parere dell'interrogante, la trasformazione di zone agricole pregiate, inadatte alla realtà industriale, è uno scempio del territorio a cui non si può prestare consenso –:

   accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere a riguardo, per evitare la realizzazione di un forno crematorio in un'area a forte vocazione agricola e turistica;

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere in relazione all'iter volto alla realizzazione del forno crematorio nell'area del cimitero di Montasola.
(4-12617)


   BITONCI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la direttiva (UE) 2016/2284 del 14 dicembre 2016, sulla riduzione delle emissioni nazionali di alcuni inquinanti atmosferici, ha stabilito gli impegni di ciascuno Stato, a decorre dall'anno 2020, per ridurre le emissioni di cinque inquinanti che hanno un impatto negativo significativo sulla salute umana e sull'ambiente, (NO x, COVNM, NH3, SO2 e PM2,5). Si tratta di obiettivi ambiziosi che, tra l'altro, mirano a ridurre del 55 per cento il numero di morti premature causate dall'inquinamento atmosferico e rientrano nei programma annunciato dei Green Deal europeo per un ambiente privo di sostanze tossiche, fondamentale per realizzare gli obiettivi 2030 relativi all'inquinamento atmosferico che diventano ancora più stringenti per gli anni successivi al 2030;

   purtroppo, i dati dell'Agenzia dell'Unione europea per l'ambiente del primo monitoraggio 2022, effettuato sui dati 2020, ha evidenziato una situazione pessima per l'Italia, con Padova tra le tre città in cui si respira l'aria peggiore d'Europa, rientrante nella fascia peggiore per l'inquinamento da particolato fine (PM2,5) in atmosfera, avendo superato la soglia limite annuale di 25 microgrammi per metro cubo d'aria;

   la situazione si rileva ancora più grave se confrontata con le linee guida più severe dell'Organizzazione mondiale della sanità, che raccomandano per l'esposizione a lungo termine al PM 2,5 un limite di 5μg/mc; sembra che solo il 3 per cento dei 344 centri urbani monitorati rientrerebbero in tale limite di 5 μg/mc;

   relegare la criticità a un problema che investe tutto il nord Italia, e anche parte dell'Europa, come fa il sindaco di Padova, non giustifica tale realtà vergognosa per il nostro Paese che vede – appunto – la città di Padova protagonista in negativo, nonostante i sacrifici cui sono stati sottoposti i cittadini attraverso 5 anni di iniziative nate all'insegna di un ambientalismo solo ideologico, con domeniche ecologiche e tratti di città chiusi al traffico, ma senza misure concrete per migliorare la qualità dell'aria e garantire la salute pubblica, ossia senza interventi strutturali su trasporti pubblici e privati o sui sistemi di riscaldamento degli immobili –:

   se il Ministro intenda adottare iniziative di competenza, per «orientare» le amministrazioni comunali interessate circa gli opportuni strumenti e le soluzioni pratiche che possono adottare per garantire i limiti dell'Unione europea della qualità dell'aria per i cittadini ed evitare una simile situazione imbarazzante per il nostro Paese nel prossimo rapporto dell'Agenzia Ue per l'ambiente.
(4-12621)

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:


   DAVIDE AIELLO. — Al Ministro del turismo, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nelle prime settimane di luglio 2022 sono numerose le notizie che riportano i disagi in aeroporto per i viaggiatori a causa di bagagli smarriti e voli cancellati;

   le compagnie aeree stanno preannunciando la cancellazione di voli anche per le prossime settimane;

   i sindacati hanno indetto per il 17 luglio 2022 uno sciopero nazionale di quattro ore per il personale del trasporto aereo, una protesta che coinvolge anche le compagnie aeree Easyjet, Volotea, Ryanair e delle controllate della low cost irlandese, Malta Air e Crewlink; l'agitazione è stata indetta da Filt Cgil e Uiltrasporti che hanno sottolineato che «dopo gli scioperi degli scorsi 8 e 25 giugno non è ancora stato avviato un confronto sulle problematiche che da mesi affliggono il personale navigante»;

   i lavoratori, nel dettaglio, lamentano, infatti, problemi di organico e turni di lavoro troppo pesanti;

   dopo gli scioperi degli scorsi 8 e 25 giugno — sottolineano le organizzazioni sindacali — i lavoratori italiani di Ryanair, Malta Air e Crewlink rivendicano condizioni contrattuali e salariali in linea con il contratto nazionale del trasporto aereo e inoltre acqua e cibo per gli equipaggi, spesso impossibilitati a scendere dall'aereo anche per 14 ore consecutive e la cancellazione dei tagli ai salari introdotti per fronteggiare un periodo di crisi non più attuale (www.repubblica.it del 16 luglio 2022);

   da tempo, infatti, gli operatori del settore del trasporto aereo lamentano l'applicazione di contratti intermittenti o non adeguati ai servizi richiesti –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intendano adottare per garantire un servizio efficiente per i viaggiatori nel rispetto dei diritti degli utenti;

   quali iniziative intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di garantire una qualità del lavoro e un contratto adeguato a tutti gli operatori del settore del trasporto aereo.
(4-12612)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COLLETTI, SPESSOTTO, SAPIA, MASSIMO ENRICO BARONI e LEDA VOLPI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   in seguito ad informazioni pubblicate sugli organi di stampa si è appresa la notizia della «Concorsopoli» genovese di Giurisprudenza, su cui investiga la Procura di Genova;

   durante l'indagine sembrerebbe essere emersa la non estraneità del Ministro Cartabia alle dinamiche interne agli atenei al centro dell'inchiesta;

   nelle intercettazioni e nelle memorie dei cellulari sequestrati ad alcuni indagati, il suo nome è ricorrente;

   i pm hanno chat elettroniche, messaggi vocali e mail che il Ministro ha scambiato con Lara Trucco, la prorettrice genovese di Giurisprudenza arrestata a giugno e con l'indagato Oreste Pollicino, docente alla Bocconi;

   la professoressa Trucco, a quanto sembrerebbe, aspirava al ruolo di segretaria particolare del Ministro della giustizia Cartabia per cui, invece, è stata nominata la dottoressa Tanzarella;

   è emerso che la Trucco e la Tanzarella fossero in ottimi rapporti di amicizia e che addirittura la Tanzarella abbia chiesto aiuto alla Trucco anche per la procedura della domanda di abilitazione e per l'inserimento dei titoli;

   il 10 novembre del 2020 la dottoressa Tanzarella ha ottenuto l'abilitazione scientifica nazionale in diritto costituzionale e uno dei membri della commissione esaminatrice era proprio la professoressa Trucco;

   da quanto è emerso agli onori della cronaca, sino a oggi, sembrerebbe poi che la Guardasigilli avrebbe sostenuto, con l'aiuto degli indagati Trucco e Pollicino, la carriera di un ricercatore con un curriculum «fasullo», salvo poi, appena nominata Ministro, cambiare rotta;

   stando a quanto affermato in uno dei tanti articoli sull'argomento, la Trucco e Pollicino avrebbero discusso in un incontro segreto su come ritagliare un bando su misura per un assegno di ricerca a Genova (illecito contestato nel capo E della richiesta di misure cautelari) destinato a un giovane professore a contratto della stessa Bocconi, Marco Bassini;

   secondo la Trucco, il Ministro Cartabia conosceva il tutto nei particolari, essendo in rapporti sia con Bassini che con Pollicino;

   secondo le ricostruzioni il tutto iniziava il 19 ottobre del 2019 quando venne bandito a Milano un posto «per titoli ed esami» per assistant professor in diritto costituzionale e Bassini si candidava inserendo nel curriculum una pubblicazione, ancora non stampata;

   la commissione giudicatrice, di cui facevano parte la stessa professoressa Trucco e Pollicino, valutava la pubblicazione (definita «fantasma» dalla stampa) e il 10 giugno 2020 Bassini veniva proclamato vincitore ma rinunciava al posto;

   successivamente, veniva pensato appositamente per il rinunciatario Bassini un ruolo di co-responsabile (ovvero un posto che non richiede bandi) del corso di diritto costituzionale italiano ed europeo diretto dalla Cartabia;

   il 13 febbraio 2021 la presidente della Corte costituzionale veniva nominata Ministro e in una telefonata intercettata dalla Guardia di finanza fra Pollicino e la Trucco si facevano diversi riferimenti ai presunti titoli «fasulli» di Bassini e al ruolo della Cartabia. Pollicino, in particolare, ricordava che il concorso «è fasullo» e che la Cartabia «lo conosce anche lei benissimo, perché l'ha presentato, l'ha attrezzato...»;

   nel marzo 2021, la Trucco bandisce un assegno di ricerca per Bassini che però non si presenta avendo ottenuto un incarico dalla Bocconi: dal settembre 2021 avrebbe affiancato il professor Pollicino con il ruolo di adjunct professor nel già citato corso di costituzionale italiano ed europeo;

   la situazione descritta, stante quanto emerso dalle indagini, risulta tale da richiedere interventi e prese di posizione decise –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa nonché della correttezza della procedura di abilitazione scientifica nazionale in diritto costituzionale conseguita dalla dottoressa Tanzarella in data 10 novembre 2020 e se non ci siano, quindi, collegamenti con le persone di cui all'indagine genovese visto che uno dei commissari esaminatori era proprio la professoressa Trucco.
(5-08427)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 240 del 2010, cosiddetta «legge Gelmini» lascia ai singoli atenei la facoltà di regolamentare, attraverso i propri statuti, i procedimenti elettorali per l'elezione del rettore nonché l'individuazione dell'elettorato attivo;

   secondo le organizzazioni sindacali presenti all'interno dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, il meccanismo di voto previsto dallo statuto dell'ateneo per l'elezione del rettore risulta contorto e antidemocratico perché discrimina studenti e personale tecnico amministrativo e bibliotecario, il cui voto non può mai risultare determinante per la scelta del rettore;

   tale astruso meccanismo di voto, più volte contestato da studenti e personale tecnico amministrativo e bibliotecario, rende ininfluente il peso elettorale di queste componenti e di fatto il rettore viene eletto esclusivamente con i voti dei docenti e ricercatori;

   il principio dell'autonomia accademica, posto a presidio della libertà di insegnamento e di ricerca, purtroppo è stato spesso utilizzato in modo distorto e ha consentito ai vertici degli atenei una tale libertà di azione che più volte si è tramutata in gestioni poco trasparenti, come testimoniano gli scandali che si sono ripetuti negli anni nelle università del Paese, da nord a sud;

   aumentare il tasso di democraticità nella scelta dei vertici dell'ateneo allargando la partecipazione e il potere decisionale degli studenti e dei dipendenti dell'università può rappresentare un primo tentativo che, insieme ad un rafforzamento del sistema dei controlli e delle verifiche, può contribuire a determinare una gestione più trasparente e collegiale delle università;

   una modifica normativa che fissi dei criteri per l'elezione del rettore che rafforzino il peso elettorale di studenti e dipendenti appare all'interrogante necessaria per evitare, come nel caso dell'università di Reggio Calabria, vengano previsti meccanismi elettorali che tendano a marginalizzare il voto di intere componenti di cui si compone l'università;

   un rettore autoreferenziale, espressione diretta di una soltanto delle componenti della comunità universitaria, può rappresentare, a parere dell'interrogante, un vulnus nella vita democratica all'interno delle università;

   una delle ultime indagini giudiziarie sulle università ha coinvolto i massimi vertici dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria e ha scoperchiato un sistema fatto da una molteplicità di fatti illeciti consumati in ogni ambito della gestione dell'Ateneo: dal reclutamento del personale docente, all'accesso ai dottorati di ricerca, dal conferimento degli assegni di ricerca, agli appalti e alla gestione finanziaria;

   la suddetta inchiesta purtroppo non rappresenta un caso isolato nel panorama universitario e, a parere dell'interrogante, occorrono iniziative urgenti, anche di carattere normativo, adeguate alla gravità della situazione e volte a riconsiderare l'intero sistema universitario italiano a partire dalla sua governance;

   dall'attuale crisi di sistema che ha colpito le università italiane si esce soltanto coinvolgendo nel dibattito sull'università le parti sociali e le componenti universitarie che vivono loro malgrado in un sistema che necessita di un rinnovamento, aprendo un confronto che affronti la realtà di un radicato sistema gestionale che offende e svilisce il sistema università;

   il sistema universitario dovrebbe rappresentare uno dei nodi strategici dai quali far ripartire il Paese, soprattutto nella fase di crisi economica e sociale che stiamo attraversando –:

   quali iniziative di carattere normativo intenda assumere affinché vengano previsti uniformi criteri per l'elezione del rettore nelle università, che rafforzino il peso elettorale delle componenti studentesche e del personale tecnico amministrativo e bibliotecario, così che le stesse possano esercitare un maggior potere, anche di controllo e verifica, nell'interesse generale di una gestione più trasparente e collegiale delle università, evitando così che possano esistere realtà, come quella dell'ateneo di Reggio Calabria, dove studenti e personale vengono marginalizzati nella scelta del rettore attraverso quelli che appaiono all'interrogante astrusi sistemi elettorali.
(4-12592)

Apposizione di firme
ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Di Muro e altri n. 4-12557, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 luglio 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Bordonali, Zoffili.

Ritiro di un documento
del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza Giachetti n. 2-01472 del 30 marzo 2022.

ERRATA CORRIGE

  Mozione Sapia e altri n. 1-00688 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 723 dell'11 luglio 2022. Alla pagina 27528, prima colonna, dalla riga terza alla riga settima, deve leggersi: «i) avviare un monitoraggio sulle condizioni di salute mentale della popolazione residente in dette strutture e sullo stato di salute psico-fisica degli operatori che vi lavorano.», e non come stampato.