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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 luglio 2018
39.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017 (C. 850 Governo).

RELAZIONE APPROVATA DALLA VIII COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato, relativamente alle parti di propria competenza, il disegno di legge n. 850, concernente il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017;
   evidenziato che l'esame della missione 14 «Infrastrutture pubbliche e logistica», nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, evidenzia la formazione di consistenti residui passivi principalmente nei programmi di spesa 14.10 «Opere strategiche, edilizia statale ed interventi speciali e per pubbliche calamità» e 14.11 «Sistemi stradali, autostradali ed intermodali»;
   preso atto che la relazione della Corte dei Conti imputa tale effetto alla nuova modalità di remunerazione del contratto di programma con ANAS e prospetta l'esigenza di rafforzamento delle attività delle amministrazioni coinvolte nel sistema di monitoraggio e di rendicontazione;
   valutata positivamente la riduzione dei residui complessivi finali di quasi il 4 per cento rispetto all'esercizio precedente relativamente ai rendiconti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per una migliore performance di pagamento dei residui di parte corrente,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 2

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2018 (C. 851 Governo).

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2018 (relativamente alle parti di competenza).

Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2018.

Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2018 (relativamente alle parti di competenza).

RELAZIONE APPROVATA DALLA VIII COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato il disegno di legge n. 851, concernente l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2018, per le parti di competenza;
   preso atto, con riferimento alla Tabella 2 relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2018, che la variazione al programma 8.5 «Protezione civile» è riconducibile all'incremento del capitolo 7441 (Fondo per le emergenze nazionali), mentre la variazione al programma 8.4 «Interventi per pubbliche calamità» riguarda il capitolo 8006, che contiene le somme destinate alla ricostruzione nei territori dell'Italia centrale colpiti dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016;
   evidenziato, con riferimento alla tabella 9, che lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente è incrementato sia in termini di competenza (da 880,9 a 898,8 milioni di euro) che di cassa (da 1.276,8 a 1.296,3 milioni) e che le variazioni relative ai residui si giustificano nella necessità di adeguare i residui presunti a quelli risultanti dal rendiconto 2017;
   acquisita nella seduta del 18 luglio la documentazione predisposta dal medesimo dicastero, da cui si evince che i residui più cospicui derivano dai proventi delle aste CO2, che affluiscono al ministero solo a ridosso della scadenza dell'anno finanziario,
   considerato, con riferimento alla tabella 10 per le parti di competenza, che lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è incrementato sia in termini di competenza (da 15.059 a 15.164,9 milioni di euro) che di cassa (da 15.680,2 a 15.787,5 milioni) e che le variazioni ai residui sono motivate dalla necessità di adeguare i residui presunti a quelli risultanti dal rendiconto 2017,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 3

5-00185 D'Ippolito: Completamento della procedura di valutazione ambientale strategica del piano del Parco nazionale della Sila.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento ai quesiti posti, si fa presente, in via preliminare, che l'Autorità competente per l'emissione del parere motivato sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano del Parco Nazionale della Sila è la regione Calabria. Spetta, poi, all'Autorità procedente e/o proponente recepire i contenuti del predetto provvedimento regionale nell'ambito del Piano e del Rapporto Ambientale e di darne opportuna evidenza nella dichiarazione di sintesi all'atto dell'adozione del Piano e della VAS.
  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, quale soggetto competente in materia ambientale, ha fornito le proprie osservazioni nell'ambito delle consultazioni sul rapporto ambientale.
  Secondo quanto riferito dalla regione Calabria, le predette osservazioni del Ministero hanno comportato un lavoro di rilettura totale degli elaborati e la necessità di trasmettere il tutto, in data 15 dicembre 2017, alla società specializzata che supporta l'Ente Parco.
  I necessari raffronti e verifiche tra l'Ente e la società, per come comunicato dalla regione, si sono conclusi in data 21 giugno scorso con la stesura aggiornata degli elaborati che saranno validati nell'apposita riunione convocata dall'Ente Parco per il 25 luglio prossimo.
  Relativamente al tema posto sullo stato della governance dell'Ente Parco, il Ministro dell'ambiente ha richiesto un incontro al Presidente della regione Calabria al fine di pervenire al superamento dell'attuale fase commissariale.

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ALLEGATO 4

5-00186 Muroni: Iniziative per la tutela ambientale delle zone interessate alla realizzazione del progetto TAP (Trans Adriatic Pipeline).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento ai quesiti posti, per quanto concerne gli aspetti ambientali, si rappresenta che il procedimento di VIA ha preso in considerazione numerosi approdi alternativi, valutando quello a San Foca il più idoneo dal punto di vista tecnico e ambientale ed ha stabilito numerose prescrizioni proprio per garantire la massima salvaguardia dell'ambiente. In particolare, si segnala che gli eventuali impatti del progetto sulla Cymodocea nodosa e sulla Posidonia oceanica sono stati verificati nel corso del procedimento di valutazione di impatto ambientale dalla Commissione VIA-VAS. In seguito ai vari rilievi svolti, è stato possibile valutare in maniera approfondita le caratteristiche ecologiche dei fondali interessati dai lavori all’exit point ed è stato prescritto a TAP di realizzare uno studio di dettaglio della dispersione del materiale dragato per definire le modalità ottimali per l'esecuzione dei lavori, al fine di proteggere le Praterie di Posidonia e di Cymodocea nodosa. Lo studio ha portato allo spostamento del punto di uscita del microtunnel, al fine di minimizzare le interferenze, in un'area in cui gli ultimi ciuffi sparsi di Cymodocea nodosa sono presenti «a distanze ben maggiori di 50 m, sia a sud che a nord dell’exit point», come indicato nel parere della Commissione VIA. Per quanto riguarda le componenti flora, fauna ed ecosistemi marini, la Commissione VIA ha, inoltre, considerato e valutato che i potenziali impatti associati alle emissioni sonore, alla sospensione e sedimentazione dei sedimenti, al disturbo fisico e visivo dei mezzi navali e alla perdita temporanea di habitat, siano classificati come non significativi. Evidenzia, infine, un miglioramento per la maggior parte di questi impatti, che risultavano Bassi nello Studio di Impatto Ambientale, a valle delle misure di mitigazione specificamente previste nel Progetto Costruttivo del Microtunnel e delle prescrizioni imposte.
  Per quanto riguarda l'espianto e il reimpianto degli ulivi, si richiamano le prescrizioni A.29 e A.44 del decreto di compatibilità ambientale inerenti la predisposizione di un piano di gestione delle modalità e delle mitigazioni da adottare nell'effettuazione di tali attività. A fronte del parere della regione Puglia e delle determinazioni della Commissione VIA/VAS, è stata determinata l'ottemperanza delle predette prescrizioni. Si precisa, inoltre, che il piano di gestione degli ulivi monumentali è stato sottoposto con esito positivo anche all'esame di una apposita Commissione Regionale di Tutela.
  In merito alle varie impugnative promosse dai diversi Enti territoriali e associazioni avverso i provvedimenti autorizzativi inerenti l'opera in questione, si evidenzia che i relativi procedimenti risultano in gran parte conclusi con sentenza di rigetto mentre per quelli ancora pendenti dinanzi i Giudici amministrativi competenti, si è in attesa di conoscerne l'esito.
  Alla luce degli elementi forniti dai propri uffici tecnici, il Ministero dell'ambiente rassicura comunque che manterrà alto il livello di attenzione su questa complessa vicenda.

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ALLEGATO 5

5-00187 Foti: Attribuzione del potere di rilascio delle autorizzazioni in materia di cessazione della qualifica di rifiuto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, inerenti la determinazione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto, ed in particolare alla situazione determinatasi in seguito alla decisione adottata dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 1229/2018, si ritiene necessario un intervento normativo che disciplini le modalità – alternative all'emanazione di specifici decreti ministeriali e immediatamente utilizzabili sino alla data di entrata in vigore di questi ultimi – attraverso cui istituire meccanismi per la cessazione della qualifica di rifiuto «caso per caso». Tale intervento consentirà la massima diffusione dell'istituto dell’End of Waste, l'attuazione dei principi europei in materia di economia circolare e «società del recupero e riciclo», il rispetto della gerarchia dei rifiuti.
  L'intervento normativo consentirà, più precisamente, alle autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni previste dagli articoli 208, 209 e 211 del decreto legislativo n. 152 del 2006, nonché alle autorizzazioni disciplinate dal titolo IlI-bis della parte seconda del predetto decreto, la facoltà di stabilire – previo espletamento di adeguate istruttorie – i criteri specifici per la cessazione della qualifica di rifiuto, da adottare in conformità alle condizioni fissate al comma 1 dell'articolo 184-ter, del Codice dell'ambiente.
  La proposta di emendamento del richiamato articolo permetterà, nelle more dell'emanazione dei decreti ministeriali, di attuare meccanismi End of Waste immediatamente operativi, evitando così di procrastinare ulteriormente la realizzazione dell'economia circolare e la riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica, in linea, peraltro, con le disposizioni, sullo stesso tema, di cui all'appena pubblicata direttiva 2018/851 (UE), in fase di recepimento.

Pag. 79

ALLEGATO 6

5-00188 Pezzopane: Iniziative per la tutela ambientale delle zone interessate alla costruzione del metanodotto Sulmona-Foligno.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si fa presente che il procedimento per il rilascio dell'autorizzazione alla costruzione ed esercizio dell'opera è stato avviato dal Ministero dello sviluppo economico nel dicembre 2011; il decreto VIA, favorevole con prescrizioni, è stato rilasciato nel marzo 2011 dal Ministero dell'ambiente. Nel corso del 2015 si sono svolte tre conferenze dei servizi a conclusione delle quali, le regioni Abruzzo e Umbria hanno negato l'intesa, mentre le regioni Marche e Lazio hanno dato il proprio assenso.
  Proprio in relazione al mancato accordo con le predette regioni, in base alle norme applicabili per il superamento del dissenso (articolo 14-quater, comma 3, della legge n. 241 del 1990, nella formulazione previgente alla nuova disciplina introdotta dal decreto legislativo n. 127 del 2016), il procedimento è stato rimesso alla Presidenza del Consiglio dei ministri. La norma prevede una procedura articolata in più riunioni finalizzate alla ricerca dell'intesa.
  Il 4 aprile 2018 si è tenuta, presso il Dipartimento del coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio, la prima riunione istruttoria convocata al fine di valutare se esistano i presupposti per addivenire ad una intesa anche con le regioni Abruzzo e Umbria. Le regioni e i Comuni dissenzienti hanno ribadito in quella sede le loro preoccupazioni legate al rischio sismico nelle zone interessate dalla realizzazione del metanodotto, anche alla luce degli ultimi eventi sismici. Recependo tali preoccupazioni, la Presidenza del Consiglio, al fine di assicurare i massimi livelli di sicurezza, ha chiesto un aggiornamento sulla valutazione della pericolosità sismica delle aree interessate, per garantire che il progetto sia adeguato all'effettivo rischio sismico dell'area. Tali studi e le successive verifiche del progetto verranno realizzati con il coinvolgimento dell'Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia.
  La fase istruttoria, in corso presso la Presidenza del Consiglio, potrà essere conclusa solo a valle della deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata con la partecipazione dei Presidenti delle regioni interessate.
  Qualora il Consiglio dei ministri – superando il dissenso regionale – dovesse deliberare a favore della realizzazione dell'opera, il Ministero dello sviluppo economico potrà eventualmente rilasciare l'autorizzazione richiesta.

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ALLEGATO 7

5-00189 Cortelazzo: Criticità della localizzazione dell'impianto di smaltimento dei rifiuti in via di Valleranello 273, a Roma.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si fa presente, in via preliminare, che le problematiche descritte afferiscono a questioni che non ricadono nelle competenze dirette del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in quanto, in tema di pianificazione della gestione dei rifiuti, è attribuito allo Stato solo un ruolo di coordinamento e indirizzo.
  Occorre comunque considerare che i criteri generali per la localizzazione degli impianti, con l'individuazione dei fattori escludenti, di attenzione e preferenziali per gli aspetti di tutela individuati dalla regione Lazio nel Piano di gestione dei rifiuti vigente, sono applicabili solo ad alcune tipologie impiantistiche, tra le quali non sono ricompresi gli impianti di stoccaggio, né gli impianti che effettuano il recupero di rifiuti da raccolta differenziata, quali carta e cartone.
  Dall'esame degli atti acquisiti risulta, inoltre, che, all'esito della valutazione di impatto ambientale, la regione Lazio ha rilasciato la pronuncia di compatibilità ambientale positiva con Determinazione del 18 ottobre 2016, sul progetto per l'adeguamento e messa in esercizio dell'impianto in questione.
  Risulta, altresì, che la Città Metropolitana di Roma Capitale ha provveduto, con Determinazione Dirigenziale 3599 dell'11 agosto 2017, al rilascio dell'autorizzazione per l'impianto in parola.
  In merito al fatto che il sito ricade in un'area classificata come area di pericolosità P2, alluvioni poco frequenti, l'Autorità di Bacino del Fiume Tevere «si è espressa in linea generale sostenendo che la proposta progettuale è compatibile con la pianificazione di bacino», come risultante dal provvedimento di compatibilità ambientale rilasciato dalla regione Lazio, con la conseguente previsione di specifici interventi di mitigazione del rischio.
  Inoltre, con riferimento all'interesse archeologico sono stati acquisiti i pareri delle competenti Soprintendenze.
  Quanto alla posizione di Roma Capitale, nell'ambito dei lavori della Conferenza dei servizi, il Comune nel luglio 2017 ha espresso il proprio parere «chiarendo che per l'impianto pur non conforme urbanisticamente alle N.T.A. del P.R.G., l'approvazione ai sensi dell'articolo 208 del D. Lgs. 152/06 costituisce variante allo strumento urbanistico e l'area ai sensi dell'articolo 106 comma 4 delle N.T.A. del P.R.G. approvato con DCC 18 del 12/2008, assume la destinazione di “infrastrutture tecnologiche” per tutta la durata dell'autorizzazione», come riportato nelle premesse dell'atto autorizzativo della Città Metropolitana.

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ALLEGATO 8

5-00190 Lucchini: Prevenzione del rischio idrogeologico e difesa del suolo della zona dell'Oltrepo pavese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è ben consapevole delle criticità che investono il territorio della regione Lombardia, e in particolare dell'Oltrepò Pavese, come dimostra l'interesse ad esso rivolto nell'ambito delle recenti programmazioni.
  A tal proposito, si ricorda che, in attuazione a quanto disposto dal Governo con la Legge Finanziaria 2010, è stato firmato il 4 novembre 2010 l'Accordo di Programma tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Lombardia, per il finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, cui hanno fatto seguito successivi Atti integrativi, nonché un Accordo di Programma con la regione e la città Metropolitana di Milano siglato nel 2016, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2015.
  Con il predetto Accordo di Programma e i successivi Atti Integrativi nella regione Lombardia sono stati finanziati 180 interventi, per un importo complessivo di 229.840.700,00 euro. In particolare nella provincia di Pavia ne sono stati finanziati complessivamente n. 20, di cui n. 10 riguardanti fenomeni franosi per l'importo complessivo di 3.886.000,00 euro, che ad oggi risultano completati.
  Per quanto riguarda le attuali e le future programmazioni degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, il Governo ha inteso riunificare in un unico strumento tutte le necessità del territorio, facendole confluire in un unico database, il ReNDiS dell'ISPRA (Repertorio Nazionale degli Interventi di Difesa del Suolo).
  Al riguardo, si segnala che la regione Lombardia, al momento, ha segnalato nell'ambito del citato database ReNDiS, ai fini di nuove eventuali programmazioni per la rimozione del rischio idrogeologico, 334 nuove proposte di intervento validate dalla stessa regione, per un importo totale pari a 991.559.761,58 euro. Per la provincia di Pavia sono state presentate 41 proposte di finanziamento di intervento per l'importo complessivo di 49.409.145,00 euro. Delle suddette richieste n. 6 riguardano fenomeni franosi, n. 14 riguardano fenomeni idraulici e n. 21 fenomeni di tipo misto.
  Si rammenta, inoltre, che il Governo si è attivato per sottoscrivere il «Patto per lo sviluppo della regione Lombardia», firmato nel 2016, nel quale risulta ricompreso il sottoprogramma «interventi contro il dissesto idrogeologico connessi a fenomeni franosi e valanghivi» per l'importo complessivo di 3.700.000,00 euro.
  Da ultimo, si segnala che è intenzione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dare nuovo impulso alle misure di contrasto al dissesto idrogeologico attraverso azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria su aree ad alto rischio, riportando in capo al Ministero medesimo la diretta competenza sul tema, come già previsto dal decreto-legge varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 2 luglio.

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ALLEGATO 9

5-00009 Paita: Iniziative per bonificare i terreni e le acque, a seguito della rottura dell'oleodotto che collega i depositi petroliferi di Fegino alla raffineria Iplom.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle problematiche ambientali rappresentate, occorre, in primo luogo evidenziare che, secondo quanto riferito dal Comune di Genova e dalla regione Liguria, la IPLOM S.p.A. ha posto in essere le attività di Messa in sicurezza d'emergenza che hanno riguardato non solo l'area prossima alla rottura dell'oleodotto ma l'intero tratto dei corsi d'acqua interessati dallo sversamento, limitando la propagazione a valle degli idrocarburi e procedendo alla rimozione dei sedimenti contaminati. Tali attività si sono concluse nel giugno 2016.
  Con specifico riferimento alle misure poste in essere dalla IPLOM, si segnala che la stessa ha avviato due procedure: una presso il Comune di Genova e relativa alla bonifica dei siti inquinati ai sensi dell'articolo 242 della Parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006; l'altra presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e inerente il ripristino ambientale e il risarcimento del danno ambientale, ai sensi degli articoli 305 e 306 del predetto decreto.
  In merito alla prima procedura, la Società ha presentato il Piano di caratterizzazione che è stato definitivamente approvato dal Comune di Genova nella Conferenza di servizi a maggio 2017. Sono altresì pervenuti al Comune gli esiti delle campagne di monitoraggio delle acque e dei terreni rimasti al termine delle asportazioni previste dalla messa in sicurezza d'emergenza. I risultati di tali attività sono stati validati dall'ARPAL che ha affermato che nelle ultime campagne di monitoraggio non risultano ulteriori superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) per gli idrocarburi. Allo stato attuale, il Comune di Genova ha recentemente avviato un procedimento per la bonifica del versante soggetto allo sversamento per eccedenze delle CSC su un fondo scavo. Inoltre, lo scorso 18 maggio si è tenuto un incontro tra il Comune di Genova, la regione Liguria, la Città Metropolitana e l'ARPAL, al fine di condividere un possibile percorso da adottarsi sull'intero territorio regionale.
  Il Comune di Genova ha segnalato, altresì, che le attività poste in essere finora sono state condivise con i cittadini sia attraverso incontri sul territorio che mediante commissioni consigliari dedicate all'argomento (la più recente è del 16 maggio 2018). Lo scopo di questi incontri è stato proprio quello di condividere le modalità operative e le evidenze riscontrate nell'ambito delle verifiche eseguite.
  Per quanto concerne, invece, la procedura inerente il danno ambientale ed il ripristino ambientale, attualmente in corso presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'ISPRA nel giugno 2017 ha rappresentato, anche a seguito di una interlocuzione con l'ARPA Liguria e di un sopralluogo, la necessità di realizzare, a cura dell'operatore, un apposito piano di accertamento dell'entità del danno ambientale. Alla luce di tali prescrizioni, nel dicembre 2017 l'operatore ha presentato un nuovo progetto concernente le iniziative per circoscrivere, controllare ed eliminare i fattori di danno e le possibili misure per il ripristino ambientale. Nel febbraio 2018 l'ISPRA ha Pag. 83valutato la sostanziale conformità di tale progetto, salva la prescrizione di integrarlo con una nuova stazione di monitoraggio. L'operatore ha effettuato l'integrazione, pervenendo a marzo 2018 ad un progetto che l'ISPRA ha valutato condivisibile ed approvabile, sulla base di motivazioni nelle quali trovano riscontro anche le osservazioni pervenute dalla regione Liguria e dall'ARPA Liguria.
  Si segnala, infine, che tra le prescrizioni poste a carico dell'operatore è stato stabilito di protrarre le attività di monitoraggio per un periodo minimo di tre anni dall'approvazione delle misure di ripristino, nonché la presentazione di una relazione tecnica semestrale riguardante gli interventi realizzati, i campionamenti effettuati e i relativi esiti.
  Attualmente, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sta predisponendo la proposta di invito a presentare osservazioni ai sensi dell'articolo 306, comma 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero rassicura pertanto che, per quanto di competenza, continuerà a svolgere le proprie attività, mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 10

5-00132 Braga: Sulle iniziative per assicurare la funzionalità dell'Osservatorio Ambientale di cui al decreto ministeriale n. 2 del 7 gennaio 2014, relativo alla strada provinciale 46 Rho/Monza (Lotto 3).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, inerenti l'Osservatorio Ambientale istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con sede operativa presso la regione Lombardia, relativo alle attività di monitoraggio e controllo continuo della corretta realizzazione dell'opera «Autostrada A8-A52 Rho-Monza – Riqualifica e potenziamento della SP 46 da Paderno a Rho» e dei relativi interventi di compensazione ambientale, si rappresenta quanto segue.
  Lo scorso mese di maggio è pervenuto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare l'assenso alla proposta di rimodulazione della composizione del predetto Osservatorio Ambientale da parte di Autostrade per l'Italia S.p.a. per quanto concerne il «Lotto 3 Variante di Baranzate» ed il diniego alla predetta proposta da parte della Società Milano Serravalle-Milano Tangenziali S.p.a. per quel che riguarda i Lotti 1 e 2 dell'opera in esame. Tale diniego è stato successivamente ribadito dalla stessa società nel mese di giugno 2018.
  Si rammenta che secondo la normativa attualmente vigente (articolo 28, comma 2 del decreto legislativo n. 152 del 2006) l'Osservatorio Ambientale può essere istituito dall'Autorità competente d'intesa con il proponente e con oneri a carico di quest'ultimo.
  Da ciò ne consegue che il diniego della Società Milano Serravalle-Milano Tangenziali S.p.a. per quanto concerne i Lotti 1 e 2 non consente al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di procedere al rinnovamento complessivo dell'Osservatorio per tutti e tre i Lotti, ma eventualmente del solo Lotto 3, essendone Proponente la Società Autostrade per l'Italia S.p.A., non potendo far ricadere sulla pubblica amministrazione i costi delle attività dell'organismo in questione.
  Ad ogni modo, tenuto conto che l'Osservatorio non è più operativo dal 10 maggio scorso, si rappresenta che il Ministero dell'ambiente non farà venir meno la propria funzione di Autorità competente in tema di controllo e monitoraggio, provvedendo alla verifica delle condizioni ambientali pertinenti ai Lotti 1 e 2 senza l'ausilio dello strumento dell'Osservatorio, e facendosi altresì garante delle eventuali interlocuzioni con il territorio. Per l'intervento afferente i Lotti 1 e 2, è nelle intenzioni del Ministero verificare, inoltre, con ISPRA ed ARPA Lombardia, la possibilità di instaurare modalità di collaborazione per garantire un'organica e attiva azione di verifica e controllo delle attività riguardanti i predetti lotti.
  In tal senso, il Ministero dell'ambiente ha richiesto alla Società Milano Serravalle-Milano Tangenziali S.p.a. di trasmettere la documentazione attestante l'assolvimento degli adempimenti prescritti con i Decreti VIA e successivamente assunti, anche in ordine agli interventi di compensazione ambientale che risultano non ancora eseguiti. Ha richiesto, altresì, di fornire un dettagliato cronoprogramma relativo alla loro realizzazione e di dare Pag. 85contezza di ogni eventuale modifica progettuale o realizzativa, ovvero segnalare scostamenti rilevati nel Monitoraggio Ambientale in ordine agli impatti sulle componenti ambientali, ai fini delle valutazioni di competenza.
  Resta comunque salva la facoltà della Società Milano Serravalle-Milano Tangenziali S.p.a. di pervenire a diverso avviso in ordine alla rinnovazione dell'Osservatorio, formulando apposita manifestazione di volontà in tal senso.