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CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 maggio 2019
188.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

D.L. 34/2019 – Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi. C. 1807 Governo.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato il disegno di legge n. 1807 Governo, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi, per le parti di competenza;
   premesso che:
    l'articolo 7 reca un incentivo alla cosiddetta «sostituzione edilizia», attraverso l'introduzione di una agevolazione fiscale, fino al 31 dicembre 2021, per i trasferimenti di interi fabbricati acquisiti da imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che, entro i successivi 10 anni, provvedano alla loro demolizione e ricostruzione in chiave energetica e antisismica – anche con variazione volumetrica ove consentita – e alla successiva vendita;
    l'articolo 8 estende la possibilità di usufruire del cosiddetto «sisma bonus» anche per gli immobili dei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 2 e 3;
    l'articolo 10 interviene a semplificare la procedura inerente alla applicazione di detrazioni fiscali per la realizzazione di interventi di efficientamento energetico e di prevenzione del rischio sismico;
    l'articolo 19 rifinanzia per 100 milioni di euro il fondo di garanzia per i mutui volti all'acquisto della prima casa;
    l'articolo 24 interviene sulle procedure di liquidazione dell'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia (EIPLI) e di costituzione della nuova società alla quale saranno trasferite le funzioni, al fine di sbloccare gli investimenti idrici nelle zone di competenza, garantendo la tutela occupazionale del personale titolare del rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
    l'articolo 26 è volto a favorire la transizione delle attività economiche verso un modello di economia circolare, prevedendo l'erogazione di contributi a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo finalizzati ad un uso più efficiente e sostenibile delle risorse, con particolare riguardo al trattamento dei rifiuti, al riuso dei materiali, alla riduzione e al riuso degli scarti alimentari, allo sviluppo di sistemi di ciclo integrato delle acque e riciclo delle materie prime, allo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l'uso razionale e la sanificazione dell'acqua, nonché a modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano anche l'utilizzo di materiali recuperati;
    l'articolo 30 prevede contributi ai comuni per progetti di miglioramento dell'efficienza energetica sul patrimonio edilizio pubblico e di sviluppo territoriale sostenibile, con particolare riguardo alla mobilità sostenibile, all'adeguamento e messa in sicurezza di edifici pubblici e del patrimonio comunale nonché all'abbattimento di barriere architettoniche;
    l'articolo 40 riconosce una indennità in favore dei lavoratori impossibilitati a svolgere la propria attività a seguito della chiusura in data 16 gennaio 2019 della strada statale 3-bis Tiberina E45 Pag. 85Orte Ravenna, a causa del sequestro del viadotto Puleto;
    l'articolo 46 limita dal punto di vista oggettivo l'esonero da responsabilità penale e amministrativa del commissario straordinario, dell'affittuario o acquirente (e dei soggetti da questi delegati) dell'ILVA di Taranto;
    l'articolo 47 autorizza il Ministero delle infrastrutture ad assumere a tempo indeterminato, a partire dal 1o dicembre 2019, 100 unità di personale (di cui 80 di professionalità tecnica e 20 giuristi), per efficientare e velocizzare lo svolgimento dei compiti dei Provveditorati interregionali alle opere pubbliche;
    l'articolo 48 autorizza la spesa di 10 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020 e di 20 milioni per l'anno 2021 per gli interventi connessi al rispetto degli impegni assunti dal Governo italiano con l'iniziativa Mission Innovation adottata durante la Cop 21 di Parigi, finalizzati a raddoppiare la quota pubblica degli investimenti dedicati alle attività di ricerca, sviluppo e innovazione delle tecnologie energetiche pulite, nonché gli impegni assunti nell'ambito della proposta di Piano nazionale integrato energia e clima,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 86

ALLEGATO 2

Relazione sulla missione a Roma all'impianto di trattamento meccanico biologico Salario (TMB) svoltasi il 18 aprile 2019.

  Giovedì 18 aprile 2019 una delegazione della Commissione VIII si è recata in missione per svolgere un sopralluogo presso l'impianto di trattamento meccanico biologico Salario a Roma, anche al fine di incontrare, in quella sede, i responsabili dell'impianto, i comitati dei cittadini e i rappresentanti dell'Osservatorio Permanente sul TMB, che opera nell'ambito del III Municipio di Roma.
  Hanno preso parte alla missione il presidente Alessandro Manuel Benvenuto, e i deputati Daga (M5S), Morassut (PD), Muroni (LEU) e Trancassini (FdI).

  La delegazione, accompagnata dai responsabili dell'impianto, ing. Pietro Ferro e ing. Paolo De Felice, ha svolto un sopralluogo, acquisendo informazioni sull'incendio dello scorso 11 dicembre 2018, che ha bloccato il funzionamento dell'impianto.
  L'ing. Ferro ha chiarito che, da allora, nessun rifiuto affluisce più all'impianto né si svolge alcuna attività di trasferenza dei rifiuti tra i veicoli adibiti alla raccolta e al trasporto. Il movimento dei camion è dovuto esclusivamente al fatto che i mezzi sono parcheggiati in questo sito, pertanto escono e rientrano vuoti, salvo piccoli trasbordi di rifiuti tra gli automezzi piccoli che operano in zona e il camion madre che ha un compattatore.
  La presenza di rifiuti è pertanto limitata ad un residuo presente nel capannone di ricezione e al FOS (Frazione Organica Stabilizzata) presente nella struttura deputata alla sua stabilizzazione.
  Per quanto riguarda il capannone per la ricezione dei rifiuti, delle circa 2000 tonnellate presenti al momento dell'incendio, una parte è stata smaltita negli impianti gemelli di AMA (a Porta Cencia, in particolare), un'altra parte – quella più superficiale – è stata invece collocata nell'antistante cortile e ivi posta sotto sequestro, poiché è quella da cui più facilmente si può comprendere l'origine delle fiamme. Da notizie informali risulterebbe che il dissequestro possa avvenire a giorni, forse già martedì 23 aprile.
  Infine, una parte di rifiuti – quella maggiormente interessata all'incendio – ha inevitabilmente modificato la sua caratterizzazione. Pertanto, si è adesso alla ricerca di uno stabilimento che sia abilitato a trattare questo diverso tipo di rifiuto, ricerca che si è rivelata fino ad oggi infruttuosa sul territorio nazionale.
  Infine, è restato pressocché intatto il capannone adiacente, dove sono trattati i rifiuti umidi per la loro stabilizzazione (FOS). Il processo di ossidazione si è però interrotto a causa del distacco di energia che è durato circa 10 giorni a partire dall'incendio. Successivamente tutti gli impianti si sono però rivelati funzionati e il processo si è riattivato.
  Tuttavia, allo scopo di chiarire se l'interruzione ha determinato effetti sul materiale trattato, da allora si sono svolte periodiche analisi ma si è ritenuto di non trasportare altrove nulla. Pertanto, sono attivi tutti gli impianti di supporto, tra i quali riveste importanza decisiva quello di trattamento e di purificazione dell'aria, che la delegazione ha potuto osservare da vicino. Come noto, infatti, una delle maggiori criticità dell'impianto, quando in funzione – oggetto di fortissime proteste dei residenti – era data dall'emanazione di cattivo odore, causa anche di un esposto che ha dato vita ad un procedimento penale.
  La direzione ha assicurato che, se le ultime analisi confermeranno gli esiti positivi precedenti, si procederà rapidamente Pag. 87allo svuotamento anche di questa parte dell'impianto, in tempi quantificabili in 45/60 giorni, con conclusione entro fine giugno.
  Conclusivamente, la direzione segnala che sono attualmente all'opera solo 6/7 addetti su tre turni, a fronte dei circa 50 addetti a regime, adesso trasferiti ad altri impianti.

  La delegazione ha quindi incontrato il presidente del III Municipio di Roma, Giovanni Caudo, garante dell'Osservatorio Permanente sul TMB e i rappresentanti dell'Osservatorio, nonché i comitati dei cittadini e un rappresentante sindacale.
  Il presidente Caudo ha dato conto delle numerose iniziative assunte a livello municipale per avere risposte dalle Istituzioni sulla problematica convivenza tra i residenti nel territorio e l'impianto. L'Osservatorio sul TMB è stato un organismo di sintesi di tutti i comitati dei cittadini che chiedevano a gran voce la chiusura dell'impianto.
  Rileva la singolarità del fatto che, dopo ben 8 anni di attività non c'erano dati attendibili ufficiali, mentre erano assolutamente palesi i danni creati a tutti i livelli, da quello sanitario a quello economico, come emerso da un monitoraggio autorganizzato cui hanno aderito più di 400 famiglie. La puzza era dovuta al fatto che i rifiuti restavano troppo tempo nell'impianto che non aveva una capacità di smaltimento giornaliero perché troppo piccolo. A fronte di questa semplice verità la comunità locale ha invece ricevuto risposte ambigue delle istituzioni cittadine e di AMA, che mai ha fatto controlli seri e addirittura voleva far credere che il cattivo odore fosse riconducibile al depuratore presente in zona.
  Chiede che si chiarisca una volta per tutte a quale logica perversa si deve il rilascio di autorizzazione ambientale in quella zona e perché non si è mai realmente voluto attivare una cabina di regia per la sua chiusura. Anzi negli anni cresceva il suo volume di rifiuti del 30 per cento e gli altri impianti romani chiudevano o si ridimensionavano.
  Alla fine i dati ufficiali sono arrivati, ad opera dell'ARPA e hanno sancito in modo inequivocabile che l'impianto era addirittura improduttivo nel ciclo dei rifiuti, da qui una serie di iniziative assunte dai residenti e dai suoi rappresentanti civici: lettere alle istituzioni, di cui consegna formalmente copia e mozioni unanimi del consiglio municipale, da ultimo nel mese di luglio dell'anno scorso e nel marzo di quest'anno, che si impegna a trasmettere alla Commissione.
  Segnala che la cessazione dell'attività, a causa dell'incendio, desta comunque molte preoccupazioni, Non solo perché non ci sono rassicurazioni formali sulla sua definitiva chiusura, ma anche perché non si sa come sarà bonificata l'area e che utilizzo avrà. Reclama un risarcimento che si manifesti come riconversione dell'area a verde.
  La Commissione invita quindi alcuni rappresentanti di comitati di cittadini a prendere la parola.
  Adriano Travaglia, a nome dei residenti di Villa Spada, testimonia la sofferenza della comunità limitrofa all'impianto per i danni fisici e morali, entrambi determinati dalla negazione della verità.
  Ileana Marini, in rappresentanza dei residenti di Fidene, evidenzia i danni anche economici, derivanti dalla impossibilità di vendere o affittare immobili, nonché quelli biologici di chi ha dovuto respirare per settimane la diossina sprigionata dal rogo. Si chiede il perché dell'inerzia di comune e regione sul mancato trasferimento dei rifiuti e sul futuro dell'area.
  Pietro Brusco, anche lui a nome dei residenti di Fidene rimarca la desertificazione economica, commerciale e immobiliare che potrà finire solo con la revoca dell'AIA che, al massimo, provocherà danni economici all'AMA ma non certo ai cittadini.
  Christian Raimo, assessore del III Municipio, evidenzia la questione cruciale della revoca della AIA, come unico presupposto per dare una speranza di rinascita alla zona. Tale atto di definitiva chiusura dell'impianto consentirebbe di innescare un percorso – anche di alto Pag. 88valore democratico – volto non solo a rimuovere tutto ciò che è ancora al suo interno, ma anche a procedere ad una seria bonifica per restituire all'uso collettivo un terreno che non avrebbe mai dovuto essere destinato a quell'uso.
  Il sig. Russo, che si qualifica come rappresentante della CGIL in AMA, pur rimarcando differenze di posizioni con gli abitanti presenti – ritenendo che si sottovaluta come il trasporto dei rifiuti per grandi distanze crei notevoli problemi ambientali e dunque gli impianti devono comunque essere posizionati in aree limitrofe ai centri abitati – rileva l'alleanza con essi da parte dei lavoratori, che hanno sempre manifestato disagio per le modalità di lavoro all'interno dell'impianto. Probabilmente molte problematiche sarebbero state risolte se il funzionamento fosse stato coerente con le normative e la sua originaria destinazione. Ad esempio, una corretta applicazione delle regole avrebbe probabilmente impedito la presenza di rifiuti infiammabili.
  Stefano Ricci, a nome dei residenti di Serpentara, lamenta l'assoluta assenza di controlli di ogni tipo, soprattutto a fronte del progressivo cambiamento dell'uso dell'impianto. Non ritiene quindi casuale che, dopo 8 anni esca il primo report dell'ARPA, moto critico, sulle modalità di funzionamento dell'impianto e che solo pochi giorni dopo, si verifichi un rogo di quelle proporzioni.
  Giorgio Lorier, per l'Osservatorio, sintetizza gli interventi con una semplice ma fondamentale richiesta ai deputati presenti, affinché esercitino la massima pressione politica sui rispettivi schieramenti presenti nelle istituzioni locali per arrivare a risultati concreti di rilancio del quartiere nel senso indicato.
  Riccardo Chini, in qualità di abitante del luogo, ritiene indecente essere costretti per anni a convivere con la puzza insopportabile che, a seconda del vento, ha infestato le zone limitrofe, finendo per impedire di fruire di giardini pubblici o semplici balconi.
  Roberta Angelini invoca una immediata convocazione dei rappresentanti delle istituzioni locali da parte della Commissione per agevolare un percorso di intesa e di decisione.
  A seguire, intervengono i deputati Trancassini, Muroni e il presidente Benvenuto, che rivolge un sentito ringraziamento a tutti i presenti per il proficuo contributo offerto ai lavori dell'organo parlamentare.