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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 giugno 2019
198.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00251 Cenni: Iniziative per la piena attuazione delle disposizioni di cui alla legge 17 ottobre 1967, n. 997, e alla legge 29 ottobre 2016, n. 199, in materia di tutela del lavoro minorile e di contrasto del cosiddetto «caporalato» in agricoltura.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Per questo Esecutivo la lotta al fenomeno del caporalato rappresenta uno degli obiettivi primari dell'agenda di governo, motivo per il quale lo stesso Ministro Di Maio ha ritenuto di dover convocare, io scorso settembre, un apposito vertice nella sede della Prefettura di Foggia, aperto alla partecipazione dei sindacati dei lavoratori agricoli.
  Sebbene i fatti di cronaca riportati dai media tendono assai spesso ad accostare queste situazioni di sfruttamento alle regioni del meridione d'Italia, è bene precisare che il lavoro sommerso e irregolare rappresenta, purtroppo, un problema per diverse aree territoriali del nostro Paese, e che trova terreno fertile non soltanto nel settore dell'agricoltura, bensì in diversi ambiti dell'economia nazionale.
  Il nostro obiettivo è quello di arginare la piaga del lavoro sommerso e del caporalato, mettendo in campo una strategia comune e partecipata, capace di garantire una risposta definitiva a tale drammatico fenomeno.
  L'esigenza è quella di individuare nuovi strumenti di contrasto al fenomeno, garantendo, al tempo stesso, una più rigorosa applicazione della normativa già vigente.
  Inutile dire che per perseguire in modo efficace questo risultato occorre intensificare le attività di prevenzione, vigilanza e repressione del fenomeno.
  A tal riguardo, dai dati trasmessi dall'ispettorato territoriale di Caserta e aggiornati al 31 dicembre scorso, risultano effettuati 1.959 accessi ispettivi, con la definizione di 2.051 pratiche, di cui 1.538 irregolari (circa il 75 per cento), con l'emersione di 1.201 lavoratori in nero (35 dei quali clandestini).
  Questi numeri testimoniano purtroppo la gravità della situazione. Dagli accessi ispettivi condotti dal citato Ispettorato territoriale nessun bambino è stato in ogni caso trovato intento al lavoro.
  Oltre quanto sopra detto, il Governo sta per varare il decreto relativo all'istituzione del «Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura», con l'obiettivo di promuovere la programmazione di una proficua strategia per il contrasto al fenomeno del caporalato e del connesso sfruttamento lavorativo in agricoltura.
  Il Tavolo, fortemente voluto dal Ministro Di Maio e da lui presieduto, è composto dai rappresentanti delle altre Istituzioni interessate come il Ministero dell'interno, il Ministero della giustizia, il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l'ANPAL, l'ispettorato nazionale del lavoro, l'INPS, il Comando Carabinieri per la tutela del lavoro, la Guardia di Finanza, nonché rappresentanti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e dell'Associazione nazionale dei comuni italiani.
  Una volta individuate le macro aree d'intervento sulle quali concentrare l'azione dei soggetti istituzionali competenti, si procederà alla pianificazione di tutte le Pag. 107attività sottese alla redazione del Piano triennale per il contrasto al fenomeno del lavoro nero e irregolare.
  L'obiettivo è quello di predisporre un piano triennale di contrasto al caporalato, in cui le attività di prevenzione, vigilanza e repressione rivestano un'importanza centrale. In tal senso, fondamentale sarà il ruolo dei centri per l'impiego, importanti filtri legali per l'impiego di manodopera.
  Nell'ambito di una complessiva strategia a livello nazionale perseguita dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali fondamentale sarà continuare sulla strada della puntuale pianificazione delle azioni ispettive mirate a contrastare non solo i fenomeni del lavoro nero e del caporalato, ma anche quello dell'interposizione illecita di manodopera e delle altre forme di sfruttamento che si traducono in fattispecie di dumping connesse all'utilizzo, a scopo elusivo, degli istituti previsti dalla vigente normativa in materia lavoristica.

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ALLEGATO 2

5-00718 Ascari: Iniziative per la tutela dei diritti dei lavoratori presso le aziende del settore automobilistico di Camposanto (MO).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Le ditte G.M. Cataforesi, Carrozzeria Nuova G.M. e Work Service Società Cooperativa nell'appalto G.M. Cataforesi sono attive nel settore automobilistico nel comune di Camposanto (Modena).
  L'On. interrogante riferisce di alcuni licenziamenti o mancati rinnovi dei contratti di lavoro in particolare da parte della G.M. Cataforesi che potrebbero configurare una condotta irregolare dell'azienda in relazione alla gestione dei rapporti di lavoro, nonché una grave condotta antisindacale poiché tale situazione si riscontrerebbe solo a carico di lavoratori iscritti ad un determinato sindacato.
  Tengo a precisare che questo Ministero, a seguito della presentazione dell'interrogazione da parte dell'On. Ascari, già nel mese di ottobre, si è attivato per le opportune verifiche.
  L'Ispettorato territoriale del lavoro di Modena, infatti, ha intrapreso specifici accertamenti ispettivi nei confronti delle società oggetto dell'interrogazione.
  In particolare, le società «GM Cataforesi» e «Carrozzeria Nuova GM» sono state sottoposte al primo accesso ispettivo il 30 novembre 2018; mentre la Work Service società cooperativa il 22 gennaio 2019.
  L'Ispettorato territoriale ha fatto presente – a seguito di una richiesta di aggiornamento sullo stato dell'attività ispettiva, formulata nel mese di maggio da parte di questo Ministero – che i suddetti accertamenti sono ancora in corso di svolgimento, ma vista la complessità e l'oggetto delle verifiche è stato richiesto anche il coinvolgimento del personale ispettivo proveniente dagli altri Istituti competenti in materia.
  I controlli in corso sono finalizzati, fra l'altro, ad accertare la corretta applicazione della normativa lavoristica in tema di contratti a termine, di contratti di somministrazione e di contratti d'appalto che nel corso degli anni si sono susseguiti all'interno e fra le società oggetto di accertamento.
  L'Ispettorato territoriale di Modena farà pervenire gli esiti delle verifiche in corso, non appena concluse, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il quale assumerà ogni opportuna conseguente iniziativa.
  Evidenzio, in aggiunta, che la cooperativa Work Service è stata inserita anche nel programma di vigilanza straordinaria predisposto, secondo criteri predefiniti, dal Ministero dello sviluppo economico per contrastare il fenomeno delle «false cooperative», al fine di prevenire forme di sfruttamento del lavoro e l'appropriazione indebita di fondi o risorse pubbliche.
  Pertanto, tengo a informarvi che nel mese di aprile il MISE ha provveduto ad assegnare l'incarico di ispezione a due funzionari operanti nell'ambito territoriale della società vigilata i cui accertamenti sono attualmente in corso.
  Aggiungo, altresì, che è sempre stato oggetto di vivo interesse da parte di questo Governo la tutela degli aspetti lavoristici e industriali, con una particolare attenzione alle vicende occupazionali dei lavoratori.
  Sin dal suo insediamento, infatti, questo Esecutivo ha posto al centro della Pag. 109propria agenda il contrasto al fenomeno del lavoro sommerso e irregolare, nonché la tutela della salute dei lavoratori.
  Per questo motivo, abbiamo rafforzato l'organico dell'Ispettorato nazionale e inasprito le sanzioni in materia di lavoro. Come noto, infatti, in legge di bilancio abbiamo previsto l'assunzione di 930 ispettori, ai quali si aggiungeranno altre 100 unità al fine di potenziare l'attività di controllo e monitoraggio previste nella legge che ha introdotto il Reddito di Cittadinanza, nonché l'assunzione di 65 Carabinieri che avranno il compito di contrastare il lavoro irregolare.
  La legge di bilancio, altresì, ha previsto un aumento delle sanzioni per violazioni in materia di lavoro in una misura che va dal 10 per cento, in materia di tutela della salute, al 20 per cento, in materia di lavoro irregolare, entrambe raddoppiate nel caso in cui un datore di lavoro nei 3 anni precedenti sia stato oggetto di sanzioni amministrative o penali per i medesimi illeciti.
  In questo modo, lo sottolineo, vogliamo dare un segnale concreto al mondo del lavoro al fine di garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e contrastare la gestione illecita del «capitale umano», ricchezza inestimabile per il nostro Paese.
  Segnalo, per concludere, che la situazione posta dall'On. interrogante è seguita con particolare attenzione da questo Governo che, a prescindere dagli esiti dell'attività ispettiva, si rende disponibile, qualora venga richiesto dalle parti sindacali o dalla proprietà, ad avviare un tavolo istituzionale di confronto con l'obiettivo di tutelare i posti di lavoro a rischio e l'intera produzione.

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ALLEGATO 3

5-02017 Businarolo: Iniziative per garantire la positiva conclusione della vicenda che interessa i dipendenti di Autostrade Brescia – Padova S.p.a.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in oggetto, con il quale si richiede un intervento governativo volto a garantire la tutela dei diritti dei lavoratori coinvolti nella vicenda giudiziaria a cui l'Onorevole interrogante fa riferimento, evidenzio da subito la disponibilità del Ministero da me oggi rappresentato a promuovere, di concerto con le altre Amministrazioni istituzionalmente competenti, nonché alla presenza dei rappresentanti legali dell'azienda e dei lavoratori, un apposito tavolo di confronto volto a verificare la presenza di eventuali fattori ostativi all'attuazione del principio di diritto consacrato nella sentenza della Suprema Corte dello scorso dicembre.
  Ritengo che questa possa essere la strada più efficacemente percorribile in quanto, sulla base degli elementi forniti dai competenti uffici del Ministero della giustizia, si evidenzia, in termini generali, che le conseguenze «reintegratorie» delle sentenze di accertamento della sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato non sono purtroppo coercibili da parte dell'Autorità Giudiziaria, non essendo suscettibili di esecuzione in forma specifica.
  Dottrina e giurisprudenza concordano nell'affermare che tanto deriva dalla circostanza che la riammissione in azienda implica un infungibile comportamento attuativo e collaborativo del datore di lavoro, il quale è l'unico soggetto legittimato ad impartire al lavoratore le direttive sull'attività da svolgere nell'ambito dell'organizzazione produttiva.
  Rimane pertanto percorribile, allo stato attuale, la possibilità di convocare le parti per valutare una possibile soluzione di tale vicenda, che ancora una volta vede soccombere la parte debole del rapporto di lavoro, ma posso nel contempo esortare i lavoratori coinvolti a promuovere, dinanzi all'Autorità giudiziaria, un apposito giudizio nei confronti del datore di lavoro inadempiente, al fine di ottenere il risarcimento del danno maturato per tutto il periodo in cui perdura il reintegro nel proprio posto di lavoro.