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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 ottobre 2019
251.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-02805 Tonelli: In merito alle informazioni fornite sull'arresto di tre immigrati giunti in Italia a bordo della nave Sea Watch III e alle iniziative per scongiurare i rischi connessi agli sbarchi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, On.li Deputati.
  Il 15 settembre scorso la squadra mobile di Agrigento ha eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, disposto dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia – a carico dei tre cittadini stranieri citati dagli Onorevoli interroganti.
  Gli stessi sono ritenuti responsabili dei reati di associazione a delinquere, tortura e sequestro di persona a scopo di estorsione.
  L'indagine è scaturita da dichiarazioni testimoniali rese alla Procura di Palermo da alcuni migranti sbarcati sulle coste dell'isola di Lampedusa.
  Preciso che la notizia dell'arresto è stata diffusa agli organi di stampa nel corso di una conferenza che si è tenuta il 16 settembre 2019 presso i locali della questura di Agrigento.
  A seguito di ulteriori indagini si è accertato che i tre fermati facevano parte di un gruppo di migranti soccorsi dalla nave ONG «Sea Watch 3», sbarcati a Lampedusa il 29 giugno 2019 e successivamente trasferiti presso l’Hotspot di Messina.
  Questi i fatti.
  Come si evince dallo svolgimento della vicenda, le notizie relative all'individuazione e all'arresto dei suddetti indagati sono state immediatamente rese pubbliche.
  In relazione a quanto paventato dagli onorevoli interroganti, citando fonti di stampa, non appare pertanto immaginabile ipotizzare, in questo, come in qualsiasi altro caso, che il Ministro dell'interno abbia potuto svolgere qualsivoglia azione per evitare la divulgazione della notizia, tant’è che la stessa è stata successivamente riportata dagli stessi organi di stampa.

Pag. 19

ALLEGATO 2

5-02844 Sisto: In merito all'utilizzo dei defibrillatori automatici esterni da parte delle Forze dell'ordine a Lodi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, On.li Deputati.
  Informo, in via preliminare, che dal 2014, è operativo a Lodi il Protocollo d'intesa tra la locale Questura, l'Associazione Amici del Cuore Onlus e le Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST), in base al quale le volanti dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura sono dotate di defibrillatore semi-automatico esterno.
  Il Protocollo consente di garantire alle volanti della Polizia di Stato il più rapido ed efficace intervento di soccorso a chiunque sia colpito da un arresto cardiaco, ove allertate da una telefonata della centrale operativa del 118.
  Sulla falsariga della citata intesa del 2014, il 15 gennaio del 2019 è stato stipulato un nuovo Protocollo, per estendere a tutte le Forze di polizia della provincia che operano sul territorio e alla Polizia locale del Comune di Lodi, la dotazione a bordo delle loro autovetture dei predetti defibrillatori.
  In fase di applicazione si è provveduto alle dotazioni degli apparati.
  È emersa tuttavia l'esigenza di apportare talune modifiche inerenti le modalità operative degli interventi.
  In particolare, è stata evidenziata l'opportunità, per una più efficace gestione delle operazioni di soccorso, che il sistema di segnalazione sia realizzato attraverso le consuete modalità (linea telefonica diretta tra centrali operative) e non con l'impiego di ulteriori dispositivi, come previsto dal protocollo.
  Questo al fine di evitare il già diffuso proliferare di diverse strumentazioni ed apparecchiature, la cui gestione è rimessa, nella sede interessata, alla responsabilità di un solo operatore per turno.
  Si tratta, con ogni evidenza, di un progetto le cui finalità sono assolutamente condivisibili e che rappresenta anche una buona prassi da poter estendere ad altre realtà.
  Per questo motivo assicuro, al riguardo, un immediato interessamento del Prefetto di Lodi, che svolgerà ogni iniziativa possibile per superare le potenziali criticità fatte rilevare dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza. E ciò nell'intento di favorire la condivisione delle soluzioni che saranno ritenute idonee a migliorare l'efficienza del dispositivo.

Pag. 20

ALLEGATO 3

5-02845 Gebhard: Sulla presenza del trafficante di uomini libico Abd al-Rahman al-Milad (alias Bija) ad un incontro svolto presso il CARA di Mineo nel maggio 2017.
5-02846 Brescia: Sulla presenza del trafficante di uomini libico Abd al-Rahman al-Milad (alias Bija) ad un incontro svolto presso il CARA di Mineo nel maggio 2017.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, On.li Deputati.
  Sulla base degli accertamenti svolti è stato acclarato che in data 3 maggio 2017 l'OIM ha chiesto ai competenti uffici del Ministero dell'Interno di autorizzare l'accesso al Centro di Mineo da parte di una delegazione composta da 14 funzionari libici, appartenenti a diverse amministrazioni, e da funzionari dell'OIM, che dall'8 al 12 maggio 2017 si sarebbero recati in Italia in visita di studio per uno scambio informativo e di buone prassi sulla gestione dell'immigrazione e sul sistema di accoglienza nell'ambito del progetto SEE DEMM.
  Si tratta di un progetto realizzato, nell'ambito del Programma Regionale di Sviluppo di Protezione per il Nord Africa, finanziato dalla Commissione Europea al 90 per cento e realizzato in Libia dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (O.I.M.), con l'obiettivo di supportare le Autorità Libiche e la società civile nella gestione dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo: tra le altre attività il progetto prevedeva la formazione rivolta agli Ufficiali della Guardia costiera libica per la gestione degli sbarchi, dei salvataggi in mare e per l'individuazione dei migranti vulnerabili.
  Nell'elenco dei componenti della rappresentanza fornito dall'OIM figurava il seguente nominativo «Abdurahmans Salem Ibrahim Milad – Libyan Coast Guard Officer of the Zwara Almisafa port point».
  Lo stesso era in possesso di regolare visto di ingresso per breve periodo rilasciato dalla Rappresentanza Diplomatica Italiana in Libia a seguito delle ordinarie procedure di consultazione con i partner Schengen.
  Sulla base di quanto sopra i competenti uffici del Ministero hanno autorizzato la Prefettura di Catania a consentire l'accesso della delegazione per il giorno 11 maggio, come richiesto.
  Tale nominativo, sulla base degli atti acquisiti, è quello che ora viene ricondotto a Abd al-Rahman al Milad.
  Si evidenzia, peraltro, che solo con provvedimento del 7 giugno 2018, quindi un anno dopo, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha disposto le sanzioni internazionali a carico di Abd al-Rahman al Milad: più di un anno dopo, quindi, dall'ingresso in Italia della citata delegazione libica.

Pag. 21

ALLEGATO 4

5-02847 Marco Di Maio: Sull'avanzamento delle procedure per l'istituzione di un presidio stabile dei Vigili del fuoco presso l'aeroporto «Luigi Ridolfi» di Forlì.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, On.li Deputati.
  L'esigenza di giungere alla riapertura dell'aeroporto Luigi Ridolfi di Forlì è stata in più occasioni segnalata, ai diversi livelli istituzionali competenti, da parte delle rappresentanze politiche ed economiche di quel territorio.
  Appare opportuno premettere che l'attività di volo commerciale dello scalo aereo è terminata nel corso del 2013 e, contestualmente, si è conclusa anche la gestione del servizio di salvataggio e antincendio da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, conseguentemente ha soppresso il distaccamento aeroportuale a Forlì e reimpiegato il relativo organico.
  Attualmente l'aeroporto di Forlì non compare, quindi, tra gli aeroporti nei quali il Corpo assicura direttamente il servizio.
  Segnalo che tale circostanza fa sì che non sussista alcun obbligo che determini automaticamente, in caso di riapertura dello scalo, la presa in carico del servizio da parte del Corpo.
  Il reinserimento di tale aeroporto tra quelli ove il servizio antincendi è svolto dai Vigili del Fuoco, dovrà essere definito, ai sensi di legge, con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC).
  Sottolineo, a tal proposito, che il relativo iter amministrativo è inevitabilmente connesso al reperimento, in un futuro veicolo normativo, delle necessarie risorse finanziarie supplementari, per le quali, assicuro che sono state avviate le opportune iniziative, al fine di garantire adeguate dotazioni organiche e strumentali per la funzionalità del distaccamento.
  Aggiungo che la società di gestione aeroportuale deve (in base a quanto disposto dalla legge 2 dicembre 1991, n. 384) assicurare, unitamente alle relative utenze e ai servizi di pulizia e manutenzione, la disponibilità degli spazi e delle attrezzature occorrenti per lo svolgimento dei servizi antincendio e di soccorso, nonché di tutto ciò che si renda necessario per assicurare l'addestramento specifico del personale operativo.
  Ricordo che detti servizi sono indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi richiesti dal regolamento europeo n. 139/2014 e per il rilascio della relativa certificazione.