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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 novembre 2019
273.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03115 Marco Di Maio: In merito al rafforzamento delle strutture e delle dotazioni organiche dell'Arma dei Carabinieri e dei commissariati di pubblica sicurezza nel Metapontino.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, On.li Deputati,

  l'area litoranea della fascia jonica, compresa tra Policoro e Metaponto, è tra quelle più esposte a fenomeni criminali, sia per la frequenza di episodi incendiari e di danneggiamento ai danni di opifici, aziende agricole ed attività agroalimentari, in particolare succedutisi dal 2012, sia per il traffico di sostanze stupefacenti.
  Un duro colpo ai vertici e ai sodali dei clan del metapontino è stato infetto grazie a due importanti operazioni di polizia giudiziaria coordinate dalla DDA di Potenza, compiuta tra la fine dello scorso anno e l'inizio del 2019, che hanno permesso di assicurare alla giustizia 42 persone e di procedere a numerosi sequestri di droga, armi, munizioni e materiali esplodenti, utilizzati, verosimilmente, anche per realizzare condotte estorsive a danno di imprenditori locali mediante danneggiamento ed incendio.
  Segnalo che la situazione è da sempre all'attenzione delle Autorità provinciali di Pubblica Sicurezza.
  Il Prefetto di Matera infatti, anche a seguito degli elementi emersi nel corso delle citate attività d'indagine, ha proceduto a disporre, su delega del Ministro dell'interno, l'accesso ispettivo antimafia presso il comune di Scanzano Jonico, nell'ambito delle attività di tutela e prevenzione dalle infiltrazioni mafiose nelle istituzioni locali.
  L'efficacia dell'azione svolta dalle Forze di Polizia, e i provvedimenti disposti dall'Autorità giudiziaria, hanno determinato una consistente diminuzione alla delittuosità nella provincia di Matera, nel capoluogo e nei comuni di Matera e Scanzano Jonico. Il raffronto degli indici della criminalità tra i primi nove mesi dell'anno e lo stesso periodo del 2018, attestano infatti una flessione del 9,8 nella provincia di Matera, del 9,5 nel comune di Matera e del 32,4 nel comune di Scanzano Ionico.
  Quanto agli episodi incendiari cui fanno riferimento gli onorevoli interroganti, mi sembra opportuno precisare che gli stessi si sono verificati il 13 ed il 16 settembre del 2018.
  Ambedue di natura verosimilmente dolosa, hanno riguardato, il primo un mezzo agricolo di una ditta locale, il secondo un'abitazione rurale di Scanzano Ionico (MT).
  Il dispositivo di controllo del territorio dispiegato lungo la fascia Jonica metapontina si avvale della presenza di due Commissariati della Polizia di Stato e di due Compagnie dell'Arma dei Carabinieri, ambedue ubicati nei comuni di Pisticci e Policoro, nonché del concorso straordinario del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato.
  In relazione all'apertura di una nuova Stazione dei Carabinieri nel comune di Scansano Jonico, confermo che il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ne ha già determinato l'istituzione, che verrà perfezionata ad avvenuta realizzazione della sede.
  Al riguardo la regione Basilicata ha formalizzato la disponibilità a concedere in uso un proprio immobile, stanziando 650.000 euro per le necessarie opere di adeguamento sismico e di riqualificazione, Pag. 39cui si aggiunge l'ammissione a finanziamento, per euro 850.000, avvenuta con decreto dell'Autorità di Gestione del 28 marzo 2019, nell'ambito del Programma di Azione e Coesione (PAC) «Legalità» 2014-2020.
  L'intervento avrà presumibilmente una durata di 30 mesi e, attualmente, come da crono programma, sono in corso le attività professionali propedeutiche ad opera della regione Basilicata.
  Il Ministero della difesa ha reso noto che il progetto esecutivo, entro il corrente mese di novembre, sarà portato all'approvazione della Giunta Regionale, cui seguirà la procedura di gara per l'affidamento dei lavori.

Pag. 40

ALLEGATO 2

5-03116 Sisto: Chiarimenti in merito alla natura della comunità islamica Milli Gorus, operante a Milano.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, On.li Deputati,

  nell'interrogazione all'ordine del giorno gli Onorevoli interroganti, prendendo spunto dal piano di governo del territorio che comprende, tra le altre cose, il piano per le attrezzature religiose, approvato dal Consiglio comunale di Milano lo scorso 14 ottobre, chiede al Ministro dell'interno opportuni chiarimenti circa la natura della comunità islamica Milli Gorus.
  A tale proposito ricordo che la materia dell'edilizia di culto, di specifica competenza delle regioni, è stata oggetto di due pronunce della Corte Costituzionale, concernenti due leggi emanate rispettivamente dalle Regioni Lombardia e Veneto.
  La Corte ha statuito che «la legislazione regionale in materia di edilizia di culto trova la sua ragione e giustificazione – proprio nella materia urbanistica – nell'esigenza di assicurare uno sviluppo equilibrato e armonico dei centri abitativi e nella realizzazione dei servizi di interesse pubblico nella loro più ampia accezione, che comprende, perciò, anche i servizi religiosi». Ad avviso della Corte, il legislatore regionale non può introdurre disposizioni che ostacolino o compromettano la libertà di religione, garantita dall'articolo 8, comma 1 e 19 della Costituzione.
  La comunità Culturale islamica «Milli Gorus», è un'Associazione di promozione sociale, con sede a Milano, costituita il 16 gennaio 2011.
  In precedenza il predetto ente, sempre con sede a Milano, era denominato «comunità Islamica di Milano», e risultava essersi costituito nel 1994.
  La comunità è composta da cittadini turchi di credo islamico-sunnita ed è affiliata al «Coordinamento delle Associazioni Islamiche Milano», che attualmente è presieduta dallo stesso presidente della comunità Culturale Islamica «Milli Gorus».
  La stessa comunità è l'articolazione italiana dell'associazione «I.G.M.G. – Islamischen Gemeinde Milli Gorus», la più grande associazione islamica della diaspora turca in Germania, che risulta essere stata inserita nel «Rapporto sulla difesa dei principi costituzionali del Ministero dell'interno della Repubblica Federale Tedesca», quale associazione monitorata per l'ideologia fondata sul pensiero religioso. Allo stato non sono emersi elementi informativi in ordine ad attuali attività investigative condotte dalle Autorità tedesche di polizia sulla menzionata associazione islamica.
  La sede della comunità a Milano è ubicata in un capannone su due livelli, di circa 450 metri quadrati l'uno, acquistato alla fine del 2011 dall'Associazione turca E.M.U.G..
  Al riguardo il comune di Milano ha comunicato che negli anni scorsi sullo stabile in questione sono stati effettuati interventi, a seguito dei quali la citata comunità è stata sanzionata per riscontrate irregolarità.
  Il predetto bene, a seguito di domanda da parte dell'Associazione, essendo pienamente a norma rispetto ai criteri indicati dalla regione Lombardia, è stato inserito nel Piano delle Attrezzature Religiose.
  Al riguardo, il comune ha anche precisato che detta struttura, per poter acquisire Pag. 41la qualifica di attrezzatura religiosa pienamente operativa, necessita della richiesta di permesso di costruzione, da avanzare a seguito della pubblicazione del Piano Regolatore del Territorio, peraltro non ancora avvenuta.
  Dalle informazioni acquisite risulta che dal mese di marzo del 2012 alcuni locali sono stati utilizzati per le preghiere e gli incontri culturali e che dall'inizio del 2017 la preghiera del venerdì, cui partecipano un centinaio di persone, non soltanto di nazionalità turca, si svolge in una struttura di proprietà della vicina Chiesa di San Lorenzo in Monluè, che la concede gratuitamente.

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ALLEGATO 3

5-03117 Ceccanti: Iniziative per contrastare fenomeni di odio razziale, in relazione al comportamento di alcuni esponenti di Fratelli d'Italia nella città di Bologna.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, On.li Deputati,

  nei giorni scorsi sul proprio profilo facebook, un ex consigliere comunale di Bologna, ha denunciato l'esistenza di un video girato dal parlamentare Galeazzo Bignami e dal consigliere comunale di Bologna, Marco Lisei.
  Il video, pubblicato sul profilo facebook dei due esponenti politici, è stato successivamente rimosso, sebbene sia stato ampiamente diffuso, seppure in forma non integrale, dagli organi di informazione.
  Nel video, girato in una data imprecisata, appaiono i due esponenti politici che si filmano in una strada, affermando di trovarsi nel quartiere della Bolognina, definito luogo simbolo del degrado del capoluogo emiliano.
  Nella circostanza gli stessi annunciano di voler documentare, con lo stesso video, una situazione nota ai residenti che, a loro parere, dovrebbe essere portata anche all'attenzione dell'Amministrazione cittadina.
  I due esponenti politici, nel riprendere un complesso di palazzine dell'Azienda Casa Emilia Romagna (ACER), destinate all'edilizia popolare, affermano che gli appartamenti nelle stesse ubicati sono stati consegnati, da poche settimane, agli inquilini e che, in particolare al numero civico 2 del complesso, i cognomi degli assegnatari sarebbero tutti stranieri, con l'unica eccezione di una famiglia italiana. A conferma di quanto affermato, il video prosegue con la ripresa del citofono e con la lettura dei cognomi stranieri che vi compaiono.
  A conclusione, l'Onorevole Bignami dichiara che il 59 per cento del totale degli alloggi disponibili sarebbero stati assegnati a cittadini stranieri.
  Sul punto, il Presidente dell'ACER, Alessandro Alberani, a smentita del dato percentuale enunciato dall'Onorevole Bignami, è intervenuto sulla stampa per precisare che sul totale degli alloggi di edilizia residenziale pubblica l'80 per cento risulta assegnato a cittadini italiani.
  Risulta altresì, che l'ex consigliere comunale di Bologna, che ha denunciato l'esistenza del video, abbia segnalato l'episodio, in relazione ai profili relativi alla tutela della riservatezza personale, al Garante della Privacy per la violazione degli articoli 6, 13 e 35 del Regolamento UE n. 679/2016.
  Per quanto concerne invece eventuali profili inerenti l'ordine pubblico e la sicurezza, la locale Questura non ha ricevuto specifiche segnalazioni o denunce.
  Fermo restando le valutazioni che saranno effettuate dal Garante della Privacy in relazione agli eventuali profili di illiceità delle condotte denunciate, nonché alle possibili conseguenze di carattere sanzionatorio, desidero qui richiamare un principio sancito dalla Corte Costituzionale.
  La Consulta, più volte chiamata a pronunciarsi sul diritto all'abitazione, ha statuito la mancanza di differenze sostanziali tra cittadini italiani e stranieri nell'accesso agli alloggi pubblici (sentenze n. 106/2018 e 168/2014).
  La Corte richiama anche il diritto eurounitario, ed in particolare la direttiva CE 2003/109, recepita nel 2007 dal nostro Pag. 43ordinamento, che prevede, tra l'altro, che i soggiornanti di lungo periodo (i cittadini extracomunitari che risiedono regolarmente in uno Stato Membro da almeno 5 anni) sono equiparati ai cittadini dello Stato Membro in cui si trovano per il godimento dei servizi e delle prestazioni sociali, tra i quali rientra l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica.
  La Corte, nel pronunciarsi sulla legittimità di alcune leggi regionali che prevedevano un requisito minimo di residenza nella regione superiore ai cinque anni per poter accedere all'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, ha anche osservato che la valutazione di irragionevolezza e di mancanza di proporzionalità di tale requisito si risolve in una formula dissimulata di discriminazione nei confronti dei cittadini stranieri.
  In conclusione, voglio, in ogni caso, ribadire in questa sede che tutte le iniziative che possono generare fenomeni di intolleranza ed alimentare un clima di contrapposizione tra cittadini sono da ritenersi gravi e assolutamente da stigmatizzare. Soprattutto se poste in essere da rappresentanti delle istituzioni.

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ALLEGATO 4

5-03118 Iezzi: Sulla situazione del centro di accoglienza per migranti sito in via Corelli a Milano.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, On.li Deputati,

  prima di entrare nel merito della questione posta dagli Onorevoli interroganti credo sia opportuno premettere, su un piano generale, che il carattere strutturale delle migrazioni impone un approccio politico rivolto in più direzioni, e ciò al fine di poter governare la complessità del fenomeno, contenendo i flussi ed individuando le soluzioni alle varie problematiche che dallo stesso conseguono.
  In tal senso, occorre coniugare il necessario rigore contro lo sfruttamento dei migranti ed il traffico di esseri umani, con il rispetto dei diritti fondamentali e dei principi di solidarietà che sono alla base della costruzione e dell'integrazione europea.
  Accanto ad efficaci politiche interne per l'accoglienza, necessarie a garantire i percorsi di effettiva integrazione per coloro per i quali sia stata accertata la sussistenza dei motivi posti a base della protezione internazionale, è altresì essenziale sostenere l'azione volta a stroncare i traffici criminali legati alla tratta degli esseri umani.
  Vorrei anche sottolineare che il trend decrescente dell'andamento degli arrivi via mare, consolidato nel 2019, ha preso avvio con la drastica riduzione già evidenziatasi dalla seconda metà del 2017.
  A tal proposito, vi informo che i dati aggiornati del mese di novembre, fino ad oggi, registrano una consistente riduzione del numero delle persone che sono sbarcate sulle nostre coste che passa da 487 dell'analogo periodo del 2018 a 294, con una riduzione del 40 per cento circa.
  Ma una politica migratoria efficace e credibile necessita anche di un rapido rimpatrio di coloro che non hanno diritto a rimanere in Europa, fermo restando il rispetto dei diritti umani e del principio di non respingimento.
  Negli ultimi due mesi il Ministero dell'interno si è attivato per intensificare i rimpatri. Ad ottobre sono sbarcati sul territorio italiano 379 tunisini. Di questi ne sono stati rimpatriati 138, che, unitamente ad altri 105 sbarcati in precedenza, porta il numero dei rimpatri verso la Tunisia, nel solo mese di ottobre a 243 unità, pari ad una percentuale del 60 per cento degli stessi sbarcati.
  Sulle azioni collegate ai rimpatri sarà sollecitata anche una più intensa azione della Commissione Europea, sia per la negoziazione di nuovi accordi di riammissione che per l'implementazione di quelli già in vigore.
  Quanto sin qui illustrato conferma che il sistema di controllo delle frontiere, nonché quello per la prevenzione e il contrasto dell'immigrazione illegale, continua ad essere efficace ed efficiente e si avvale di 7 centri di permanenza per i rimpatri (Bari, Brindisi, Caltanissetta, Roma, Torino, Potenza e Trapani), ove alla data del 7 novembre, risultavano presenti 600 migranti che, ricordo, possono essere trattenuti fino a 180 giorni.
  Tali centri di permanenza, come indica l'articolo 19 del decreto-legge del 17 febbraio 2017, n. 13, sono da collocare in aree esterne ai centri urbani, con una capienza limitata e devono garantire condizioni Pag. 45di trattenimento che assicurino l'assoluto rispetto della dignità della persona.
  Nei prossimi mesi si prevede di attivare sul territorio nazionale Centri di permanenza e rimpatrio per una disponibilità complessiva di oltre 300 posti. Sono state anche avviate le attività per la realizzazione di altre strutture per un totale di 160 posti.
  Per quanto riguarda la struttura sita in Via Corelli a Milano, ricordo come la stessa, in precedenza destinata a centro di identificazione ed espulsione, nell'ottobre 2014 ha assunto temporaneamente le funzioni di centro di accoglienza per richiedenti asilo.
  Alla luce della esigenza di ampliare la rete dei Centri di Permanenza e Rimpatri (CPR) su tutto il territorio nazionale, come previsto dal citato articolo 19 del decreto-legge n. 13 del 2017, è stata valutata l'opportunità di ripristinare le funzioni dell'ex CIE.
  Per la riqualificazione e il ripristino della funzionalità generale del Centro, è stato stipulato un accordo tecnico tra i Ministeri dell'interno e della difesa. Il 1o Reparto Genio dell'Aeronautica Militare ha redatto il relativo progetto, che è ancora in fase di esecuzione da parte del 27o Gruppo Genio Campale, in ragione del fatto che sono stati aggiunti ulteriori interventi, ancora in corso d'opera (ampliamento delle recinzioni, illuminazione perimetrale, ripristino rete antincendio, impianto di videosorveglianza e altro). Al termine dei lavori seguiranno le fasi di collaudo amministrativo e di allestimento.
  Per quanto riguarda la gestione del Centro, la Prefettura di Milano ha già avviato le relative procedure di gara.

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ALLEGATO 5

5-03119 Macina: Dati sulle domande pervenute al Ministero dell'interno per ogni singola quota prevista dal «decreto flussi» 2019.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, On.li Deputati,

  su quanto esposto nell'interrogazione ricordo, preliminarmente, che la determinazione dei flussi di ingresso di cittadini stranieri per motivi di lavoro è predisposta con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in conformità ai criteri generali fissati nel documento programmatico triennale, relativo alla politica dell'immigrazione. L'ultimo adottato si riferisce al triennio 2004/2006.
  In caso di mancato rinnovo del decreto di programmazione, il Presidente del Consiglio dei ministri provvede, in via transitoria, con proprio decreto, nel limite delle quote stabilite nell'ultimo decreto emanato.
  Lo scorso 12 marzo è stato firmato dal Sottosegretario di Stato delegato il DPCM che prevede le quote di immigrati da ammettere in Italia per motivi di lavoro subordinato (a carattere stagionale e non) e di lavoro autonomo, definiti, a titolo di programmazione transitoria, per l'anno 2019, entro una quota complessiva massima di 30.850 unità.
  Come ricordato nell'interrogazione, il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 9 aprile 2019 ed è conseguente all'attività di coordinamento e di concertazione svolta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri con i Ministeri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, del lavoro e delle politiche alimentari e forestali e dell'interno.
  La quota complessiva di 30.850 unità è ripartita in 18.000 quote riservate al lavoro stagionale e 12.850 quote per altri ingressi consentiti, di cui:

   a) 9.850 quote per le conversioni di permessi di soggiorno in permessi di soggiorno per lavoro subordinato o lavoro autonomo;
   b) 3.000 quote così distribuite: 500 quote per cittadini stranieri non comunitari residenti all'estero che abbiano completato programmi di formazione e istruzione nei Paesi di origine; 100 quote per lavoratori di origine italiana da parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea retta di ascendenza residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile; 2.400 quote per motivi di lavoro autonomo per cittadini non comunitari residenti all'estero appartenenti a particolari categorie di imprenditori e liberi professionisti e cittadini stranieri che intendono costruire imprese start up innovative.

  Alla data di ieri a fronte delle 18.000 quote per lavoro stagionale sono state presentate, a partire dal 24 aprile scorso, 47.056 domande e sono stati rilasciati 9.932 nulla osta.
  In particolare le domande hanno riguardato le seguenti nazionalità:

Pag. 47
NAZIONALITÀ DOMANDE NULLA OSTA RILASCIATI
ALBANIA 5.648 2.375
ALGERIA 102 8
BOSNIA ED ERZEGOVINA 164 133
COREA DEL SUD 7 1
COSTA D'AVORIO 33 5
EGITTO 2.078 186
EL SALVADOR 11 1
ETIOPIA 10 3
MACEDONIA DEL NORD 865 436
FILIPPINE 242 51
GAMBIA 9 1
GHANA 45 6
GIAPPONE 7 0
INDIA 22.354 3.101
KOSOVO 158 76
MALI 22 5
MAROCCO 9.833 1.557
MAURIZIUS 9 2
MOLDAVIA 948 670
MONTENEGRO 1 1
NIGER 3 0
NIGERIA 36 8
SENEGAL 284 55
SERBIA 809 594
SRI LANKA 1.019 98
TUNISIA 1.277 105
UCRAINA 917 397

  Per le 12.850 quote per gli altri ingressi consentiti lavoro subordinato o autonomo, dal 16 aprile scorso a ieri sono state presentate 9.194 domande e sono stati rilasciati 88 nulla osta.
  Le prime dieci cittadinanze per richieste di conversione sono:

NAZIONALITÀ DOMANDE NULLA OSTA RILASCIATI
INDIA 3.147 2
ALBANIA 1.631 48
MAROCCO 955 2
EGITTO 636 0
CINA 442 13
TUNISIA 245 0
IRAN 198 0
MACEDONIA 164 2
RUSSIA 124 1
BRASILE 118 10
Pag. 48

  Relativamente alla destinazione dei cittadini cui è stato rilasciato il nulla osta, il dato è risultato di complessa elaborazione e, in considerazione della diffusione capillare degli ammessi su tutto il territorio nazionale, lascio agli atti della Commissione il relativo prospetto.
  Rispetto all'efficacia, in generale, dello strumento, pur nel rilevare che lo stesso possa essere ulteriormente perfezionato, si evidenzia come i percorsi legali di ingresso siano un elemento essenziale della gestione dell'immigrazione dell'Unione Europea, anche come disincentivo all'immigrazione irregolare, in linea con quanto affermato nella relazione sullo «Stato di attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione 2015», presentata dalla Commissione europea al termine della precedente legislatura.

d.fl. 2019 conversioni 11/11/2019 05:18

Provincia Conteggio domande Nulla Osta consegnati
AGRIGENTO 5 0
ALESSANDRIA 34 0
ANCONA 25 0
AOSTA 8 0
AREZZO 102 0
ASCOLI PICENO 66 0
ASTI 43 1
AVELLINO 7 0
BARI 115 1
BELLUNO 24 0
BENEVENTO 7 0
BERGAMO 119 4
BIELLA 8 0
BOLOGNA 191 0
BOLZANO 42 2
BRESCIA 96 0
BRINDISI 96 1
CAGLIARI 35 1
CAMPOBASSO 15 0
CASERTA 65 0
CATANIA 12 0
CATANZARO 46 0
CHIETI 35 0
COMO 38 0
COSENZA 92 0
CREMONA 34 0
CROTONE 8 0
CUNEO 258 1
ENNA 4 0
FERRARA 43 0
FIRENZE 273 4
FOGGIA 36 0
FORLÌ 121 3
FROSINONE 30 0
GENOVA 78 4
GORIZIA 12 3
GROSSETO 7 0
IMPERIA 57 1
ISERNIA 9 1
L'AQUILA 27 0
LA Pag. 49 SPEZIA 13 1
LATINA 510 1
LECCE 212 0
LECCO 12 0
LIVORNO 72 1
LODI 18 0
LUCCA 38 0
MACERATA 14 0
MANTOVA 54 1
MASSA CARRARA 16 0
MATERA 58 0
MESSINA 45 1
MILANO 929 13
MODENA 286 3
NAPOLI 744 0
NOVARA 48 2
NUORO 9 0
ORISTANO 1 0
PADOVA 161 0
PALERMO 18 2
PARMA 92 2
PAVIA 53 0
PERUGIA 107 0
PESARO 17 1
PESCARA 19 0
PIACENZA 108 4
PISA 57 0
PISTOIA 47 3
PORDENONE 71 0
POTENZA 91 0
PRATO 20 0
RAGUSA 36 7
RAVENNA 75 1
REGGIO Pag. 50 CALABRIA 81 0
REGGIO EMILIA 47 0
RIETI 20 1
RIMINI 185 0
ROMA 641 1
ROVIGO 166 0
SALERNO 91 0
SASSARI 11 0
SAVONA 21 2
SIENA 79 0
SIRACUSA 4 1
SONDRIO 25 1
TARANTO 31 1
TERAMO 34 0
TERNI 66 0
TORINO 202 0
TRAPANI 39 0
TRENTO 151 3
TREVISO 117 3
TRIESTE 30 0
UDINE 40 2
VARESE 38 1
VENEZIA 69 0
VERBANO CUSIO OSSOLA 6 1
VERCELLI 7 0
VERONA 463 1
VIBO VALENTIA 9 0
VICENZA 77 0
VITERBO 55 0
Pag. 51

ALLEGATO 6

5-03120 Prisco: Sui recenti fatti accaduti presso la Comunità la Speranza, sita nel comune di Monte Urano (Fermo).

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, On.li Deputati,

  nel comune di Monte Urano, in provincia di Fermo, è attivo un Centro di Accoglienza Straordinaria con una disponibilità di 20 posti e che attualmente ne ospita 15, di cui due bambini con le rispettive madri.
  Il CAS è gestito dall'Associazione «La Speranza ONLUS», titolare di una convenzione sottoscritta con la Prefettura di Fermo, allo stato, in regime di proroga nelle more della conclusione della nuova procedura.
  Sui fatti citati dagli Onorevoli interroganti, confermo che l'aggressore, cittadino nigeriano, è stato accolto, nel giugno 2018, nella predetta struttura di accoglienza unitamente alla moglie ed al figlio minore, a seguito di richiesta di protezione internazionale. Allo stato il provvedimento di diniego della stessa protezione emesso dalla competente Commissione Territoriale risulta oggetto di impugnazione.
  L'uomo si era già reso artefice di comportamenti aggressivi nei confronti, sia degli operatori del Centro, che di altri ospiti dello stesso. In particolare, lo scorso 30 luglio, dopo un acceso diverbio con la moglie, aveva minacciato un'operatrice e una beneficiaria ospite del Centro, senza alcun apparente motivo, circostanza che ha determinato l'intervento dei Carabinieri.
  Il giorno successivo, il gestore del Centro Speranza ha rappresentato l'accaduto, le problematiche ed i disagi connessi alla gestione del menzionato nucleo familiare alla Prefettura di Fermo, che, il 5 agosto successivo, ha emesso il provvedimento di ammonizione formale nei confronti del cittadino nigeriano, invitandolo al rispetto delle regole di accoglienza, pena la revoca dell'accoglienza stessa. Il 13 dello stesso mese, la moglie, presso la stazione Carabinieri di Monte Urano, ha sporto querela contro il marito per maltrattamenti.
  Da ultimo, lo scorso 30 agosto, il più volte citato cittadino nigeriano, si è reso protagonista di un episodio di aggressione nei confronti di quattro donne, anche loro ospiti del centro, dovuto a un ennesimo diverbio con la moglie. Le persone aggredite hanno riportato lesioni lievi, refertate dai sanitari del locale Pronto Soccorso.
  Sul posto, oltre ai Carabinieri è intervenuto anche il personale della Questura di Fermo.
  Il giorno successivo, il Prefetto di Fermo, nei confronti dell'interessato, ha adottato il decreto di revoca delle misure di accoglienza ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo n. 142 del 2015.
  Colgo l'occasione per precisare che il 3 settembre 2019 la persona in questione, non ha posto in essere episodi di violenza presso quel Centro di Accoglienza Straordinaria, come si evince dall'interrogazione. Probabilmente, l'equivoco è ascrivibile al comunicato stampa del 17 settembre del Comando provinciale dell'Arma dei Carabinieri, in cui non veniva indicata la data del 30 agosto (giorno dell'episodio criminoso in argomento) bensì quella del 3 settembre, giorno della convalida delle misure cautelari della Procura della Repubblica di divieto di avvicinamento del soggetto in esame sia all'interno del C.A.S. che nei luoghi limitrofi allo stesso.
  Preciso infine che, a carico dell'uomo, in ragione del suo status di richiedente la protezione internazionale, non è stato emesso alcun provvedimento di espulsione.
  Alla luce di quanto esposto, emerge che le situazioni di criticità segnalate, sono sempre Pag. 52risultate riferibili alle condotte di un singolo richiedente asilo, e circoscritte ad un solo centro di accoglienza, i cui gestori hanno sempre provveduto ad informare e a collaborare con la Prefettura e le Forze dell'Ordine.
  Penso sia opportuno aggiungere che i Centri ubicati nei comuni della provincia di Fermo, sono caratterizzati da situazioni di pacifica convivenza tra gli ospiti e di costruttiva collaborazione con gli operatori. Al momento, infatti, non sono stati segnalati problemi all'interno degli stessi e non sono emersi segnali di allarme sociale, da parte delle comunità locali di riferimento.