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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 luglio 2020
405.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04318 Belotti: Sul sottodimensionamento dell'Università degli studi di Bergamo.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Rispondo sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'università e della ricerca.
  Preliminarmente va rammentato che l'utilizzo delle risorse assegnate dal Ministero all'università è deciso in via esclusiva da ogni singola Università nell'esercizio della amplissima autonomia, costituzionalmente riconosciuta, ad un soggetto giuridico autonomo, nei confronti del quale il Ministero non ha né poteri di indirizzo – neanche sotto il profilo amministrativo – né, conseguentemente, di vigilanza e controllo.
  In particolare, proprio il tema del reclutamento, sia del personale docente sia di quello tecnico amministrativo, rappresenta un profilo di esclusiva competenza delle istituzioni universitarie: pertanto ogni valutazione in ordine all'inquadramento del personale in esame è rimessa all'autonoma decisione dell'Ateneo e ciò nell'esercizio delle prerogative attribuite dalla legge in attuazione del disposto costituzionale di cui all'articolo 33 della Costituzione.
  Ciò posto, in questa sede, come utile informazione da rendersi all'onorevole interrogante, per quanto di competenza del Ministero dell'università e della ricerca, può unicamente riferirsi che il finanziamento dell'ateneo avviene sulla base del riparto del Fondo di finanziamento ordinario secondo criteri stabiliti ogni anno con apposito decreto, e, pertanto, in maniera uguale tra gli atenei aventi le medesime caratteristiche e dimensioni.
  Il Ministero è tuttavia consapevole della situazione di atenei particolarmente virtuosi, per i quali è ragionevole immaginare l'introduzione di misure di flessibilità e di sistema che possano garantire il contemperamento tra le esigenze di equilibrio del sistema medesimo con quelle specifiche di talune realtà.
  Proprio per questo motivo, è intendimento del Ministero proporre, già nell'ambito del decreto semplificazioni, misure che possano costituire una prima risposta alle esigenze rappresentate nell'atto ispettivo.

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ALLEGATO 2

5-04317 Saccani Jotti: Sul meccanismo degli accessi al corso di laurea in medicina e alle scuole di specializzazione medica.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Rispondo sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'università e della ricerca.
  Va premesso che la questione giustamente rappresentata dall'interrogante richiede un approccio coordinato e sistematico da parte di più amministrazioni. Oltre alla competenza del Ministero dell'università e della ricerca, vi è, infatti, quella del Ministero della salute – che è chiamato a promuovere l'attrattività del sistema sanitario per i giovani professionisti – e quella del Ministero dell'economia e delle finanze – al quale è richiesto di individuare le risorse economiche che servono a finanziare un percorso formativo particolarmente lungo.
  Il Governo persegue, già da anni, l'impegno concreto ad accrescere il numero dei contratti statali per l'accesso al primo anno delle scuole di formazione medico specialistica.
  In nome di tale impegno, infatti, il numero dei contratti è cresciuto esponenzialmente, passando dai 6.934 dell'anno accademico 2017/2018 agli oltre 13.000 previsti per il prossimo ciclo.
  Va, peraltro, precisato che in occasione dell'ultimo, rilevantissimo intervento operato con il c.d. Decreto Rilancio, il MUR ha aggiunto alle risorse già individuate una parte del «budget» che era stato originariamente destinato al sistema dell'alta formazione e della ricerca: attraverso la destinazione di 10 milioni del MUR, è stato dunque possibile finanziare ulteriori 800 borse.
  Quanto detto, ovviamente, non esime il Governo dal trovare, in ogni occasione possibile, ulteriori opportunità per far avvicinare il numero delle borse finanziate a quelle corrispondenti all'effettivo fabbisogno.
  Lo stesso impegno profuso finora dal Governo nel finanziamento di un numero sempre maggiore di contratti di formazione specialistica andrà riposto nell'individuazione delle risorse necessarie ad assicurare, finalmente, la attrattività – sia sotto il profilo della remunerazione che delle condizioni di lavoro – della nostra sanità pubblica: ciò soprattutto in alcune discipline per le quali, paradossalmente, manca addirittura la «domanda» da parte dei giovani medici.
  In questo quadro, il ruolo del Ministero dell'università e della ricerca è quello di consentire la migliore allocazione, sia tra le discipline che sui territori, delle borse relative ai contratti di formazione specialistica: un obiettivo che potrà essere raggiunto grazie anche alla istituzione, presso il Ministero, della Tecnostruttura di supporto all'Osservatorio Nazionale della formazione specialistica, prevista dalla ultima legge di bilancio, grazie alla quale sarà possibile conseguire una sempre maggiore aderenza tra risorse disponibili e fabbisogno espresso dal sistema sanitario.
  Concludo, ringraziando l'interrogante per il suo riferimento al fenomeno delle borse «bruciate» per effetto degli abbandoni dei percorsi formativi, a seguito di vincita di altra borsa di specializzazione: per contenere questo fenomeno il MUR ha infatti proposto, nell'ambito del decreto semplificazioni, una norma relativa alla valutazione dei titoli per l'ingresso con un meccanismo incentivante a favore dei candidati che non siano già destinatari di borse e che non siano già impiegati nel Servizio Sanitario nazionale o negli enti con esso accreditati.

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ALLEGATO 3

5-04319 Mollicone: Sulle problematiche relative alle istituzioni dell'AFAM.
5-04321 Carbonaro: Sulle problematiche relative alle istituzioni dell'AFAM.
5-04322 Nitti: Sulle problematiche relative alle istituzioni dell'AFAM.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Rispondo sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'università e della ricerca e, con il consenso degli on.li Carbonaro, Mollicone e Nitti, intenderei affrontare in una unica risposta gli argomenti delle rispettive interrogazioni, vertenti su identica materia.
  Prima di entrare nello specifico dei quesiti posti dagli interroganti, si precisa che il Ministero dell'università e della ricerca, fin dalla sua istituzione ha posto grande attenzione al sistema delle Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica. Infatti, già in sede di conversione del decreto che ha istituito il MUR, si è voluto puntualizzare che queste istituzioni rientrano pienamente nell'ambito della ricerca scientifica, e con i provvedimenti emergenziali determinati dal COVID sono state destinate specifiche risorse al mondo delle AFAM, stanziando 9 milioni di euro per finanziare gli interventi straordinari affrontati nel periodo di sospensione della didattica in presenza, e 8 milioni di euro per il diritto allo studio e l'ampliamento della no tax area.
  Con riferimento alla emanazione del DPCM che definisce l'organizzazione del nuovo ministero si rappresenta che il termine iniziale del 30 giugno, è stato posticipato di tre mesi con il decreto-legge Cura Italia, portando la scadenza al 30 settembre di quest'anno. Il rinvio è stato determinato dall'emergenza epidemiologica che si è verificata a solo un mese di distanza dalla costituzione del Ministero. Purtroppo, l'emergenza che ha colpito in misura gravissima tutto il Paese, ha comportato la necessità di dover anteporre alle questioni relative all'assetto organizzativo e alle conseguenti nomine dirigenziali, la necessaria ed urgente risoluzione di tutte le problematiche che si sono venute a creare nel mondo della formazione superiore e della ricerca in seguito alle misure che hanno sospeso la didattica in presenza e tutte le altre limitazioni che ben conosciamo.
  I molteplici interventi normativi effettuati durante il periodo di crisi, sono una testimonianza diretta del gravoso lavoro che il neo-istituito Ministero ha dovuto affrontare, con ciò causando un fisiologico rallentamento delle attività di organizzazione.
  Ciò nonostante – pur nell'oggettivamente complesso contesto rappresentato – si è proceduto, parallelamente, a riattivare le procedure legate all'organizzazione e alla riforma del settore delle AFAM, ferme da molto tempo prima della istituzione del MUR.
   E così, pur in pieno «lockdown», il Ministro dell'università e della ricerca si è attivato per ascoltare le istanze provenienti dagli interlocutori del mondo AFAM e, proprio accogliendo le proposte condivise dalle Conferenze dei Presidenti e dei Direttori delle Istituzioni dell'Alta formazione artistica musicale e coreutica, ha istituito, il 15 aprile 2020, un Tavolo permanente costituito dai rappresentanti del Ministero e delle AFAM, con il compito Pag. 68di favorire il costante raccordo e di individuare soluzioni finalizzate allo sviluppo del settore.
  Per quanto riguarda il settore della didattica, è stata riattivata la procedura per il rinnovo del CNAM, ed è in corso di espletamento la procedura per l'accreditamento di nuovi corsi di primo e secondo livello, nonché di modifica di corsi esistenti, che riguarda tutte le Istituzioni.
  Gli uffici del Ministero stanno procedendo, in questi giorni, inoltre, a dare nuovo impulso al processo di statizzazione e razionalizzazione delle Istituzioni non statali, che comporterà un ulteriore rafforzamento complessivo del sistema.
  Quanto alle procedure da «espletare in tempi stretti» va evidenziato che il 18 giugno è stata approvata la «Nota organici» riferita alle istituzioni AFAM, e di conseguenza, le procedure per i trasferimenti, le nomine in ruolo e gli incarichi a tempo determinato si svolgeranno nei tempi previsti. È, inoltre, in corso il procedimento per la nomina delle figure dirigenziali apicali all'interno del Ministero.
  Concludo, precisando che il Ministero è assolutamente consapevole della necessità di affrontare in maniera risolutiva le criticità che negli anni si sono accumulate nel settore e che, per farlo, considerata l'importanza dei temi da trattare, vi sarà bisogno anche del necessario apporto del Parlamento: per questo motivo, il Ministro Manfredi ha già annunciato l'intenzione di presentare, nelle prossime settimane, una proposta di delega legislativa per il riordino dell'intero settore AFAM, che costituirà la sede opportuna per discutere, insieme, della valorizzazione e della crescita di questo settore davvero strategico per il Paese.

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ALLEGATO 4

5-04320 Piccoli Nardelli: Sull'introduzione delle lauree abilitanti alla professione.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Rispondo sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'università e della ricerca.
  Per quanto riguarda il tema delle lauree abilitanti, come ha ricordato l'interrogante, il primo passo è stato già compiuto per la laurea in Medicina e chirurgia, con l'articolo 102 del decreto c.d. Cura Italia. Tale disposizione ha introdotto, a regime, la laurea abilitante in Medicina e chirurgia: ciò, sia per dare una risposta immediata all'esigenza di fronteggiare le condizioni di criticità del Servizio sanitario nazionale in conseguenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, sia in nome di un processo già maturo in tal senso.
  Sulla base di questo modello, il Ministero dell'università e della ricerca sta definendo un disegno di legge volto ad attuare un ambizioso intervento di semplificazione del «sistema delle lauree», che, in considerazione del particolare rilievo, anche costituzionale, della materia, è giusto sottoporre alla piena valutazione del Parlamento.
  Si è, infatti, dell'intendimento che sia giunto il momento di rendere abilitanti le lauree che vedono già, nel proprio ordinamento didattico, la presenza di attività di tirocinio di valore – di fatto – professionalizzante: in tali casi l'esame conclusivo del corso di studi potrà certamente costituire la sede nella quale espletare, con modalità semplificate, l'esame di Stato per l'accesso all'esercizio professionale, nel pieno rispetto dell'articolo 33, comma 5, della Carta costituzionale.
  Oltre alla individuazione di un elenco di lauree che si proporrà al Parlamento di rendere abilitanti, nel disegno di legge si intende inserire anche un meccanismo nuovo, potenzialmente aperto a tutte le lauree che danno accesso a professioni regolamentate, che consentirà di intraprendere per loro il percorso abilitante, qualora ciò sia richiesto dagli ordini professionali di riferimento.
  Il principio ispiratore del disegno di legge si traduce, dunque, nell'esigenza di semplificare notevolmente le modalità di espletamento dell'esame di Stato, per consentire un accesso immediato all'esercizio delle professioni, neutralizzando, ai fini dell'iscrizione all'albo professionale, il lasso temporale finora intercorrente tra il conseguimento del titolo accademico conclusivo del corso di studi e la partecipazione alla prima sessione utile per l'esame di Stato. In secondo luogo, la riforma intende perseguire lo snellimento delle modalità di espletamento del medesimo esame, pur mantenendone la valenza certificativa della qualità delle competenze professionali acquisite.
  Sarà prevista la partecipazione dei rappresentanti degli ordini e dei collegi professionali, la cui presenza è garantita attraverso l'integrazione dei componenti della commissione di laurea. L'espletamento del tirocinio, oggetto di giudizio di idoneità, sarà parte integrante del percorso di studi e condicio sine qua non per sostenere l'esame conclusivo di laurea. A conclusione del corso di laurea abilitante, si conseguirà un unico diploma, attestante il titolo accademico e, contestualmente, l'abilitazione all'esercizio della professione, quale presupposto per la immediata iscrizione al relativo albo professionale.