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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 luglio 2020
409.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03612 D'Arrando: Modifica delle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Le «Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica», sono state elaborate ai fini della tutela della salute e per la prevenzione delle patologie cronico-degenerative e promuovono la dieta mediterranea come esempio di varietà ed equilibrio nutrizionale.
  Tali Linee di indirizzo sono state sottoposte alla Conferenza Unificata Stato- Regioni e, nel corso della seduta del 15 gennaio 2020, hanno ottenuto il parere favorevole.
  In merito a quanto delineato nell'interrogazione parlamentare in esame, desidero ricordare quanto espressamente indicato nelle Linee di indirizzo: «...un altro aspetto emergente, derivante dai cambiamenti in atto nella popolazione e dall'incremento progressivo di scelte alimentari, è rappresentato dalla necessità di programmare diete che rispondano alle specifiche esigenze etiche/culturali/religiose di differenti gruppi, e che contemporaneamente siano adeguate dal punto di vista nutrizionale per gli utenti delle mense scolastiche o ai soggetti ricoverati in ospedale, e quindi potenzialmente a rischio di malnutrizione. È diffìcile distinguere le sopracitate esigenze etiche/culturali/religiose da mode e derive ortoressiche. Il modello alimentare mediterraneo è universalmente riconosciuto valido per mantenere e raggiungere un buono stato di salute e prevenire le malattie croniche non trasmissibili per ogni persona, di qualsiasi condizione sociale ed età. Modelli alimentari che escludono determinati alimenti e, in alcuni casi, addirittura gruppi alimentari, rischiano, soprattutto in soggetti più fragili (bambini, anziani malati), di non assicurare un apporto corretto o un'adeguata biodisponibilità di alcuni nutrienti e sono di più difficile gestione per assicurare un adeguato apporto di energia e nutrienti.
  Le linee guida anche più favorevoli a questi modelli suggeriscono infatti la necessità di supplementazione di alcuni micronutrienti (ad esempio, vitamina B12) e di monitorare costantemente lo stato di nutrizione (....) al fine di prevenire l'instaurarsi di uno stato di malnutrizione soprattutto quando le richieste di nutrienti aumentano, sia in termini quantitativi che qualitativi, come avviene nei pazienti affetti da patologie acute/cataboliche (https://www.sip.it/2017/11/08/scelte-alimentari-estreme-e-mode-nutrizionali-la-dieta-vegana/).
  Le diete di esclusione (in cui siano assenti singoli alimenti o interi gruppi alimentari) devono essere fatte unicamente sulla base di indicazioni specifiche ed a seguito di un percorso diagnostico ad hoc, validato e documentato da prescrizione medica. La somministrazione di diete per patologia va attenzionata per verificare che all'alunno siano effettivamente proposti piatti contrassegnati per la sua identificazione».
  Tali affermazioni fanno intendere in maniera inequivocabile che la prescrizione medica è necessaria solo per le diete che, per cause patologiche, richiedono, necessariamente, l'esclusione di determinati alimenti. Infatti, le Linee di indirizzo a pagina 9, riguardano quanto segue:
  «In particolare il servizio di ristorazione scolastica deve:

   (...)
   (...)Pag. 179
   prevedere la possibilità di pasti specifici per determinate condizioni cliniche (allergie/intolleranze) o esigenze etiche/culturali/religiose».

  Alla luce di quanto esposto emerge che le linee di indirizzo in esame distinguono nettamente i regimi alimentari connessi ad aspetti di natura etica, culturale e religiosa, rispetto alle diete ad esclusione, legate – si ribadisce – esclusivamente a condizioni patologiche, come le allergie e le intolleranze alimentari.
  Per queste motivazioni il percorso diagnostico « ad hoc» non può essere in alcun modo confuso con un regime: alimentare vegetariano o vegano.
  Per quanto riguarda la questione relativa all'affermazione che il cibo di produzione biologica non presenta differenze significative da quello non biologico, ritengo opportuno richiamare quanto affermato nelle «LINEE GUIDA PER UNA SANA ALIMENTAZIONE (Revisione 2018)», predisposte dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria-Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione.
  In merito ai «prodotti da agricoltura biologica», il documento citato precisa che il termine «biologico» definisce un alimento ottenuto con il metodo di coltivazione e allevamento dell'agricoltura biologica.
  In Europa l'agricoltura biologica è regolata da una normativa specifica.
  Il metodo dell'agricoltura biologica mira a ottenere prodotti basandosi sull'utilizzo di fitofarmaci (fungicidi, insetticidi, erbicidi) presenti in natura, escludendo l'impiego di prodotti di sintesi.
  È dunque condivisibile l'affermazione dell'Onorevole interrogante secondo cui il consumo di alimenti biologici può ridurre l'esposizione ai residui di pesticidi, contribuendo alla sostenibilità ambientale.
  Tuttavia, dal punto di vista nutrizionale, allo stato, la ricerca scientifica non ha riscontrato differenze compositive significative tra prodotti biologici e convenzionali.
  D'altro canto, le variabili che influiscono sulla concentrazione dei componenti di frutta e verdura sono tante, comprendendo fattori intrinseci, come il genotipo, e fattori estrinseci, quali le condizioni ambientali (temperatura, irradiazione solare, durata dell'illuminazione): il tipo di coltivazione è solo una di queste variabili.
  Sulla base delle considerazioni svolte, non si ravvisano, allo stato, motivi che rendano necessario modificare le Linee di indirizzo in questione; sarà cura del Ministero della salute intervenire nel caso in cui dovessero sopraggiungere nuove indicazioni tecniche che richiedano la rivalutazione delle menzionate Linee.

Pag. 180

ALLEGATO 2

5-03822 Gemmato: Iniziative volte a garantire agli operatori sanitari dell'azienda ospedaliero universitaria «Ospedali Riuniti di Foggia» adeguati livelli di sicurezza e misure di prevenzione.

TESTO DELLA RISPOSTA

    La Regione Puglia – Dipartimento per la Promozione della Salute, del Benessere Sociale e dello Sport, ha precisato che, in relazione alle misure di protezione dall'infezione da COVID-19 ed alla esecuzione di test diagnostici molecolari in favore degli operatori sanitari, ha provveduto, in coerenza con le Circolari ministeriali, a diramare una serie di note a tutte le Aziende Sanitarie, agli Enti e agli Istituti del Servizio Sanitario Regionale, curandone il relativo aggiornamento.
  Per quanto riguarda, in particolare, l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Foggia, il Direttore Generale ha precisato che l'Azienda si è attenuta alle linee guida ministeriali recepite dalle disposizioni regionali, ed ha sempre provveduto in maniera tempestiva a ricostruire la catena dei contatti, disponendo ove necessario i test per i soggetti esposti.
  Con una Direttiva aziendale è stato predisposto un protocollo interno, allo scopo di garantire l’iter di somministrazione del test tampone, e l'Azienda ha provveduto a disporre i test a vantaggio di tutto il personale, ivi inclusi i dipendenti delle ditte che operano all'interno delle strutture ospedaliere.
  Con Direttiva aziendale si è provveduto a fornire al personale i necessari dispositivi per la protezione individuale, tenendo conto dei rischi professionali a cui essi sono esposti.
  Quanto alle procedure di rilevamento della temperatura corporea, l'AOU Ospedali Riuniti di Foggia ha provveduto a ridurre il numero degli accessi e ad installare presso i varchi pedonali e degli autoveicoli dei termoscanner.
  Ulteriori rilevamenti della temperatura sono stati disposti presso alcuni Reparti ospedalieri.
  Con specifico riguardo alle indicazioni del Ministero della salute circa la priorità nell'esecuzione delle analisi dei tamponi in caso di accumulo, l'AOU segnala di aver processato i test con lamponi nel rispetto delle disposizioni ministeriali, garantendo sempre la loro tempestiva «lavorazione».
  Il Direttore Generale aziendale assicura che viene costantemente riservata una particolare attenzione alla sicurezza e salute dei dipendenti dell'AOU Ospedali Riuniti di Foggia, garantendo in tal modo la tutela di tutti i pazienti e degli utenti, soprattutto in momenti critici come quelli causati dal COVID-19.
  Nell'ambito della strategia di prevenzione attuata dal Ministero della salute segnalo in particolare che:
   a) Il Ministero della salute ha fornito indicazioni sull'uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) che il personale sanitario deve indossare sin dal 22 gennaio 2020 con la Circolare n. 1997 su «Polmonite da nuovo coronavirus (2019- nCoV) in Cina».
  Tali indicazioni sono state aggiornate con la Circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 «COVID-19 Nuove indicazioni e chiarimenti», in cui vengono, fra le altre precisazioni, indicate la corretta procedura di vestizione/svestizione e la necessità di assicurare la formazione del personale Pag. 181sanitario sull'uso dei DPI. Infatti, oltre all'uso corretto dei DPI, è importante che vengano rispettate scrupolosamente le misure igienico-sanitarie per la prevenzione e il controllo delle infezioni.
   b) Con la Circolare n. 11715 del 3 aprile 2020 «Pandemia di COVID-19 – Aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità. Aggiornamento delle indicazioni relative alla diagnosi di laboratorio», il Ministero ha aggiornato le indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità. In particolare è stato ribadito che l'esecuzione dei test diagnostici va riservata prioritariamente ai casi clinici sintomatici/paucisintomatici e ai contatti sintomatici, e deve essere assicurata agli operatori sanitari ed ai soggetti assimilati a maggior rischio, sulla base di una definizione operata dalle Aziende sanitarie, tenute ad effettuarla quali datori di lavoro.
  Fra i criteri di priorità da applicare, in caso di necessità, v’è quello del maggior rischio di esposizione, per tutelare gli operatori sanitari (compreso il personale dei servizi di soccorso ed emergenza, il personale ausiliario e i tecnici verificatori) e ridurre il rischio di trasmissione nosocomiale.
   c) Con la Circolare n. 14915 del 29 aprile 2020 «Indicazioni operative relative all'attività del medico competente nel contesto delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 negli ambienti di lavoro e nella collettività», è stato evidenziato che il ruolo di primo piano rivestito dal medico competente nella tutela della salute e sicurezza sul lavoro nell'ordinarietà dello svolgimento delle attività lavorative, risulta amplificato nell'attuale momento di emergenza pandemica, in cui egli assume il ruolo di «consulente globale» del datore di lavoro.
  Per quanto riguarda l'effettuazione di test sui lavoratori, nella stessa Circolare si specifica, fra l'altro, che i test sierologici, secondo le indicazioni dell'OMS, non possono sostituire il test diagnostico molecolare sul tampone, e non emergono indicazioni al loro utilizzo per finalità sia diagnostiche che prognostiche nei contesti occupazionali, né, tantomeno, per determinare l'idoneità del singolo lavoratore.
  Ricordo che è fruibile « on line» il sistema «Analisi Distribuzione Aiuti» (ADA), aggiornato in tempo reale e dedicato ai dispositivi di protezione individuale e alle apparecchiature per il contrasto al coronavirus, distribuiti ogni giorno dalla Protezione Civile alle Regioni e alle Province Autonome per fronteggiare l'emergenza.
  Attraverso la mappa del sistema, è possibile conoscere l'articolazione, sia quantitativa sia qualitativa, dei materiali distribuiti nelle singole Regioni e Province Autonome, mediante una consultazione del dato capillare, che consente di conoscere il dettaglio giornaliero. Ricordo che mascherine, respiratori, tamponi e numerose altre tipologie di dispositivi di protezione individuale e di apparecchiature richieste dalle Regioni e Province Autonome sono state distribuite nel territorio nazionale.
  Alla data del 29 aprile 2020, risultano distribuiti in Italia 185.724.731 pezzi di materiali vari, di cui 8.184.758 in Puglia. I Nuclei Antisofisticazione e Sanità del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, sotto la dipendenza funzionale dal Ministero della salute, effettuano controlli in tutti i settori che riguardano la tutela della salute pubblica.
   d) Da ultimo, è stata diramata la Circolare del Ministero della salute 1o giugno 2020, n. 11408 recante «Linee di indirizzo per la progressiva riattivazione delle attività programmate considerate differibili in corso di emergenza da COVID-19», al fine di fornire indicazioni operative sull'evoluzione della situazione epidemiologica. Ivi si precisa che la riattivazione delle attività di ricovero è subordinata all'adozione di misure di prevenzione:, con particolare attenzione alla tutela dei lavoratori (fornitura dei dispositivi per la protezione individuale, protocolli Pag. 182di comportamento), alla vigilanza sul rispetto della prevenzione contro la diffusione dell'infezione da SARS-CoV-2 da parte dei pazienti e degli operatori, all'applicazione di efficaci protocolli di igienizzazione e sanificazione degli ambienti, alla formazione del personale e all'informazione a beneficio dell'utenza.

Pag. 183

ALLEGATO 3

Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Covid-19. Testo unificato C. 2451 Mulè, C. 2479 Murelli, C. 2480 Martina, C. 2484 Mammì e C. 2507 Roberto Rossini.

NUOVO EMENDAMENTO DEI RELATORI

ART. 4.

  Al comma 1, sostituire la parola: promuovono con le seguenti: possono promuovere.
4. 50. I Relatori.
(Approvato)