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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 dicembre 2020
494.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
Pag. 30

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-03342 Paita: Sulla presenza di amianto nelle aree dell'Arsenale di La Spezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A premessa della risposta si ritiene necessario precisare che il modus operandi della Marina Militare, nella gestione dei materiali contenenti amianto (MCA) presenti nei propri luoghi di lavoro, è strettamente conforme alle disposizioni contenute nel decreto ministeriale 6 settembre 1994 e nel decreto ministeriale 20 agosto del 1999.
  In particolare, il diagramma di flusso del processo di scelta del Metodo di Bonifica dei Manufatti (MCA), allegato al decreto ministeriale del 20 agosto 1999, chiarisce quali sono i criteri per la Valutazione del rischio della potenziale esposizione a fibre di amianto che, sostanzialmente, può sfociare in 3 possibili scenari:

   Materiali Contenenti Amianto integri e non suscettibili di danneggiamento;

   Materiali Contenenti Amianto suscettibili di danneggiamento;

   Materiali Contenenti Amianto danneggiati.

  Ora, nel caso in cui si tratti di Materiali Contenenti Amianto integri e non suscettibili e/o suscettibili di danneggiamento le disposizioni de qua, e successive modificazioni o integrazioni, prevedono un programma di controllo e manutenzione consistente nella mappatura e nel monitoraggio costante di tali materiali, al fine di prevenire il rilascio e la dispersione di fibre che permangono nella propria sede.
  Ove, invece, l'esame dei materiali sfoci nel terzo scenario, materiali danneggiati, la cui superficie interessata dal danneggiamento sia superiore al 10 per cento del totale, si procede con le operazioni di Bonifica che possono avvenire per rimozione, incapsulamento e per confinamento.
  Lo scenario sopra descritto evidenzia che la presenza di MCA non comporta di per sé un pericolo per la salute e, ciò nonostante, tutti i materiali contenenti amianto presenti nei luoghi di lavoro della Marina Militare sono stati caratterizzati e bonificati.
  Peraltro, laddove i materiali bonificati insistono ancora presso la propria sede, sono soggetti a programma di controllo e manutenzione, nonché a monitoraggio ambientale.
  All'uopo non ci si può esimere dal rilevare che tutti i materiali oggetto di odierna trattazione sono stati notificati all'ASL come previsto dal Piano di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto di cui all'articolo 10 della legge 27 marzo 1992 n. 257.
  Passando alla disamina dell'atto, oggetto di trattazione odierna, e analizzando le problematiche poste all'attenzione del Governo, per quanto riguarda la presenza di amianto sulle Unità Navali si rappresenta che, ad oggi, delle 167 Unità mappate dalla Marina Militare, le attività di bonifica hanno interessato 156 Unità, di cui 149 bonificate tranne gli elementi cosiddetti diffusi – ovvero piccole guarnizioni e/o interruttori – e 7 oggetto di interventi di bonifica parziale, il cui completamento sarà effettuato entro il corrente anno. Le rimanenti 11 Unità verranno bonificate nell'ambito della programmazione dei singoli Stabilimenti di lavoro. Con riferimento al quesito posto dall'Interrogante, nel porto di La Spezia sono presenti 66 Unità mappate, delle quali 55 bonificate tranne gli elementi diffusi, 6 oggetto di interventi di bonifica parziale, con completamento previsto entro il corrente anno, e 5 unità da bonificare nell'ambito Pag. 31 della programmazione dello Stabilimento di lavoro di La Spezia.
  Preme nuovamente sottolineare che, in osservanza del dettato normativo, tutto il materiale contenente amianto individuato e mappato a bordo delle Unità navali è bonificato per incapsulamento o confinamento ed oggetto di programma di controllo e manutenzione. Gli interventi di bonifica pianificati a bordo delle Unità navali, sono finalizzati a verificare periodicamente le condizioni degli MCA, assicurando che ne permangano inalterate nel tempo le buone condizioni, ovvero svolti in occasione di interventi di manutenzione correttiva degli apparati, al fine di prevenire potenziale disturbo al materiale contenente amianto bonificato, nelle more dell'intervento di rimozione definitiva da eseguirsi alla prima favorevole occasione.
  Anche il naviglio minore, di cui la Forza armata dispone per lo svolgimento dei servizi istituzionali e portuali, è stato interessato da un programma di monitoraggio e di mappatura: dei 623 mezzi minori, risultano bonificati, a eccezione degli elementi diffusi, 598 mezzi, mentre per i restanti 25 che, comunque, che non presentano situazioni di potenziale rischio e sono monitorati, la bonifica è inserita nella pianificazione degli interventi da effettuare.
  La Marina Militare, al momento, ha definito un piano decennale 2020-2030 di possibili bonifiche – comprese, quindi, anche quelle da materiale contenente amianto che daranno poi luogo ai programmi di controllo e manutenzione – che riguardano Unità (per il corrente anno sono previsti 16 interventi), mezzi, materiali, siti e infrastrutture, per complessivi 54 milioni di euro.
  Inoltre, come ricordato dall'interrogante, con l'approvazione dell'emendamento presentato in sede di discussione del disegno di legge di bilancio 2020 e recepito nell'articolo 1, comma 102, della legge n. 160 del 2019, il Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto è incrementato di 4 milioni di euro per ogni anno del triennio 2020-2022, da destinare alle operazioni di bonifica amianto sulle navi militari.
  Per quanto riguarda le infrastrutture, a far data dal 2011, la Marina Militare ha istituito anche un database gestito a livello territoriale, per disporre di una mappatura degli immobili con presenza di materiali contenenti amianto.
  Dall'analisi del database, risultano 961 immobili/compendi in uso alla Forza armata, di cui 834 privi di amianto e 127 con presenza di tale materiale che viene gestito secondo i disposti normativi di cui ho già fatto cenno.
  Riguardo al compendio dell'Arsenale di La Spezia, il database riporta 123 casistiche – tutte notificate all'Azienda Sanitaria Locale – delle quali 84 relative a materiali con amianto già bonificati mediante rimozione definitiva, 36 sottoposti a programma di controllo/manutenzione e 3 senza presenza di amianto.
  Sul punto, per completezza, si sottolinea che gli atti che attengono alla mappatura dei MCA rinvenuti presso gli Arsenali Militari Marittimi delle sedi di La Spezia, Taranto, Augusta e Brindisi sono visionabili nella sezione «Amministrazione trasparente» del sito istituzionale Marina Militare al percorso https://www.marina.difesa.it/documentazione/trasparente/Pagine/InformazioniAmbientali.aspx.
  Relativamente, infine, alle opere protette in caverna (ovvero le gallerie collocate sulla strada napoleonica), il database riporta 2 casistiche, per le quali esiste un progetto definitivo di bonifica per rimozione, compreso anche lo smaltimento di rifiuti speciali presenti in caverna, riconducibili ad apparecchiature/attrezzature da lavoro non più a norma e in carente stato di conservazione a causa dei livelli di umidità del luogo, in disuso dagli anni ottanta.
  Le attività di aggiornamento del progetto definitivo e di affidamento del progetto esecutivo saranno avviate nel corrente esercizio finanziario; la struttura è interdetta e, per verificarne lo stato di conservazione, viene ispezionata periodicamente da personale abilitato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuale. Pag. 32
  Prima di concludere questo intervento, desidero evidenziare come la Difesa abbia posto e continuerà a porre particolare attenzione alla salvaguardia della salute del proprio personale e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, impegnandosi concretamente e con determinazione per garantire idonee condizioni d'impiego del personale.

Pag. 33

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05016 Ferrari: Sulla missione EMASOH nel Golfo Persico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La tensione che caratterizza da tempo l'area dello Stretto di Hormuz è oggetto di particolare attenzione da parte della comunità internazionale, per gli indubbi riflessi sulla navigabilità e sulla sicurezza delle rotte marittime.
  In merito, l'Italia, anche nell'ottica di salvaguardare i propri fondamentali interessi, ha manifestato, attraverso il Joint Statement dello scorso 20 gennaio, l'intenzione di supportare la creazione della Missione EMASOH, confermando tale appoggio politico nelle conclusioni del vertice italo-francese di Napoli dello scorso febbraio.
  Al riguardo, lo scorso 25 giugno, davanti alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, il Ministro della difesa ha avuto modo di ribadire tale posizione, aggiungendo che l'Italia, pur aderendo politicamente all'iniziativa promossa da Parigi, non prevede di contribuire, nel breve termine, al corrispondente sforzo militare.
  Tale valutazione scaturisce anche dalla considerazione del fatto che gli impegni attualmente in atto – tra i quali ben cinque nuove missioni – impongono, nella presente circostanza, di calibrare al massimo grado le risorse e le forze disponibili.
  In ogni caso, considerata la rilevanza che rappresenta la sicurezza marittima in quell'area per i nostri flussi di approvvigionamento e di esportazione, che vedono coinvolte molte navi battenti bandiera nazionale con equipaggi italiani, il Dicastero ritiene che tale opportunità possa e debba essere esplorata nel corso della definizione degli impegni internazionali per il 2021, di concerto con il Ministero degli affari esteri.
  Tale intendimento rappresenta, per il Ministero della difesa, la naturale e diretta espressione della volontà del nostro Paese di continuare a costituire un punto di riferimento per i Paesi del Golfo, a garanzia del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, nonché di tutela degli interessi strategici nazionali.