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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 settembre 2021
657.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
Pag. 189

ALLEGATO 1

5-06654 Fregolent: Realizzazione di un impianto di dissalazione in località Piana di Mola, a Capoliveri (LI).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti la Regione Toscana, richiesta di elementi di risposta, ha rappresentato che la costruzione di un dissalatore in località Piano di Mola, nel comune di Capoliveri (isola dell'Elba) si è resa indispensabile a causa della vetustà delle infrastrutture esistenti, il che espone il territorio a crisi idriche ed a vulnerabilità.
  La Regione ha inoltre rappresentato che il progetto del dissalatore di Mola è stato previsto sin dal 2011 nell'ambito di un più ampio Accordo di Programma sottoscritto da tutti i Comuni dell'isola, dalla Autorità Idrica Toscana (Ait) e dalla Regione, che aveva come finalità il rientro dei parametri di boro e arsenico presenti negli acquedotti pubblici.
  Il progettò in questione – prosegue l'Ente regionale – si è reso indispensabile a causa dell'avvicinarsi del termine della vita utile dell'acquedotto sottomarino che garantisce, per il 65 per cento, il fabbisogno complessivo dell'isola. L'opera, peraltro, risulta inserita sia negli strumenti di programmazione Regionale (PAER) e sia negli strumenti di settore, quali il Piano di Gestione dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Settentrionale e Piano d'Ambito dell'AIT approvato nel 2016 con procedura di VAS.
  Nel Piano d'Ambito l'intervento in questione è previsto dal Piano degli Interventi. Strategici in cui è prevista l'integrazione della risorsa locale dell'isola con 160 litri al secondo provenienti da dissalazione.
  Pertanto la realizzazione del dissalatore, che risponde al 50 per cento del fabbisogno previsto (80 litri al secondo), non sarebbe rinviabile in quanto rappresenterebbe la soluzione, in termini di investimenti, più economica e rapida per poter far fronte a un eventuale guasto della condotta sottomarina, mantenendo allo stesso tempo la situazione dell'approvvigionamento idrico gestibile anche durante il periodo estivo.
  Attualmente per il dissalatore di Mola esiste un progetto definitivo approvato dall'AIT ai sensi, dell'articolo 158-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 (Testo unico ambientale), e dell'articolo 22 della legge regionale Toscana n. 69 del 2012 con decreto DG 62/2017. L'approvazione è avvenuta a seguito del procedimento regionale di Verifica di Assoggettabilità alla VIA conclusosi con il decreto di esclusione n. 4515 del 2017.
  Inoltre, con l'«Accordo di Programma per l'approvvigionamento idropotabile dell'Isola d'Elba al fine di garantirne l'autonomia idrica – Dissalatore di Capoliveri, Lotto 1, Stralcio 1», sottoscritto dalla Regione Toscana e dall'Autorità Idrica nel 2019, l'opera è stata riconosciuta come strategica ai sensi della legge regionale 35 del 2011.
  Si precisa, altresì, che il costo complessivo dell'impianto nel progetto approvato è di 14,56 milioni di euro, di cui 8 derivanti da finanziamenti pubblici e, per la restante parte, dalla tariffa del servizio idrico integrato (SII).
  In seguito, con Decreto del DG di AIT n. 89/2021 è stata approvata la variante progettuale delle opere a mare, che risulta conforme agli strumenti urbanistici vigenti e recepisce le prescrizioni degli enti competenti in materia di tutela dei beni paesaggistici (Soprintendenza).
  Anche la variante progettuale delle opere a mare è stata oggetto di procedimento regionale di Verifica di Assoggettabilità alla VIA, conclusosi con il decreto di esclusione n. 561 del 2021. Pag. 190
  Si specifica poi che il sito interessato dalla costruzione dell'opera si trova ad oltre 1 Km dì distanza dall'area protetta SIC/SIR della Zona Umida di Mola.
  Inoltre, si rappresenta che nell'area del Golfo Stella dell'isola non risultano presenti siti della Rete Natura 2000 con estensione a mare. In particolare, la ZPS menzionata dagli Onorevoli interroganti (IT5160102) ha estensione a terra e non presenta obiettivi di conservazione riconducibili ad ambienti marini.
  L'opera in questione concorre, pertanto, insieme ad altri interventi, a perseguire il duplice scopo di assicurare il raggiungimento dell'autonomia idrica dell'isola d'Elba e di ridurre il prelievo di acqua proveniente dalla Val di Cornia.
  Conclusivamente, la Regione Toscana invita a considerare la realizzazione dell'impianto anche in un'ottica di lungo periodo, ovvero con finalità sia di economia circolare, per un riutilizzo di prossimità delle acque reflue depurate, e sia di sviluppo economico per il sostegno alle attività turistiche e l'indotto che queste generano, quali attività fondamentali per l'economia dell'Elba.
  Per il resto, non ho da evidenziare profili di competenza del Ministero da me rappresentato.

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ALLEGATO 2

5-06655 Gagliardi: Proroga del termine di emanazione del decreto interministeriale recante le modalità esecutive della sorveglianza radiometrica sui prodotti semilavorati metallici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dall'Onorevole interrogante, si osserva che la sorveglianza radiometrica su materiali, o prodotti semilavorati metallici o prodotti in metallo è prevista dal decreto legislativo n. 101 del 2020 articolo 72, comma 3, il quale prevede l'emanazione, entro 120 giorni dall'entrata in vigore, di un decreto del Ministero della transizione ecologica, per la definizione delle modalità esecutive e dell'oggetto dei controlli radiometrici, nonché dei contenuti della formazione del personale addetto e delle condizioni di riconoscimento delle certificazioni dei controlli effettuati da paesi terzi.
  Inoltre, il comma 4, del sopra citato articolo, nelle more dell'approvazione del decreto di cui al comma 3, stabilisce un regime transitorio, anch'esso di 120 giorni, nel quale si prevede l'applicazione dell'articolo 2 del decreto legislativo 1° giugno 2011, n. 100.
  Tuttavia, Il regime transitorio, che si sarebbe dovuto concludere il 25 dicembre 2020, è stato prorogato dal decreto-legge n. 183 del 2020, al 30 aprile 2021.
  Successivamente con decreto-legge n. 52 del 2021, suddetto termine è stato ulteriormente procrastinato al 30 settembre 2021.
  Da un punto di vista tecnico, lo schema di decreto da emanare prevede 3 allegati, suddivisi in un documento di accompagnamento per l'importazione nel nostro paese di rottami metallici, di prodotti semilavorati metallici e prodotti completamente metallici (cosiddetto modello IRME90), un elenco di classificazione dei prodotti finiti e, infine, un elenco in cui sono contemplati i grandi centri di importazione di metallo e i principali nodi di transito.
  La predisposizione dello schema di decreto ha richiesto complesse interlocuzioni fra le diverse amministrazioni coinvolte ma il testo è ormai completo ed è stato trasmesso per i previsti concerti e per il seguito dell'iter di adozione.
  Per quanto concerne la questione proposta dall'interrogante, relativa a un eventuale proroga del termine di emanazione del decreto, sono in corso interlocuzioni anche a seguito di proposta in tal senso da parte dell'Agenzia delle Dogane.
  Alla luce di quanto esposto, il Ministero che rappresento non ravvisa elementi ostativi alla proroga dei termini di emanazione del decreto al fine di evitare i pregiudizi esposti dall'Onorevole interrogante.
  Posso assicurare che interverrò nei confronti delle strutture competenti per accelerare il più possibile la definizione della questione rappresentata.

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ALLEGATO 3

5-06656 Rotta: Attuazione dell'accordo di programma quadro per il disinquinamento del fiume Fratta Gorzone, anche alla luce della realizzazione del secondo stralcio per il prolungamento del collettore nel territorio di Cologna Veneta (VE).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dall'Onorevole interrogante, concernenti la Verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale del prolungamento del collettore a valle della città di Cotogna Veneta, la Regione Veneto ha precisato quanto segue.
  Innanzitutto, è stato evidenziato che lo scarico del collettore in argomento è stato autorizzato, ai sensi dell'articolo 5.1 della legge regionale veneta n. 33. del 1985, con decreto n. 1096 del 29 dicembre 2020.
  Lo scarico, inoltre, è soggetto ai limiti previsti dalle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque, cui dal 2016 sono stati aggiunti specifici limiti per le sostanze per fluoro alchiliche derivate (cosiddette PFAS).
  Il progetto consiste nella realizzazione di parte delle opere previste dal secondo e ultimo Lotto funzionale, limitatamente al completamento del collettore e alla costruzione dello scarico definitivo sul fiume Fratta-Gorzone.
  La struttura è oggetto di procedura di verifica di assoggettabilità ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 152 del 2006, avviata in data 12 marzo 2021. Tale procedimento risulta attualmente in corso di istruttoria tecnica da parte del gruppo istruttorio del Comitato Tecnico Regionale VIA.
  Il progetto presentato non prevede alcun aumento della portata attualmente collettata in quanto, oltre ai cinque depuratori già connessi, non sono previste ulteriori immissioni d'acqua.
  L'intervento è stato cofinanziato dal Ministero dell'ambiente (oggi della transizione ecologica) nell'ambito dell'Accordo Novativo sottoscritto il 27 giugno 2017 con la Regione Veneto, gli enti territoriali interessati, dall'ARPA, dai gestori del servizio idrico integrato e dai principali portatori di interesse.
  Suddetto Accordo è finalizzato all'aggiornamento dell'«Accordo Integrativo per il risanamento del bacino del Fratta-Gorzone attraverso l'Implementazione di nuove tecnologie nei cicli produttivi, nella depurazione e nel trattamento dei fanghi del distretto conciario vicentino» del 2005.
  La Regione, con deliberazione in data 28 maggio 2019, ha provveduto al riparto delle risorse ministeriali disponibili nell'ambito dell'Accordo Novativo, destinando l'importo indicato dallo stesso Ministero, di 3,94 milioni di euro per l'intervento di «Prolungamento del collettore ARICA a valle della città di Cotogna Veneta».
  Con l'Accordo Novativo, inoltre, sono stati riprogrammati 23 milioni di euro di risorse ministeriali, provenienti dall'Accordo di programma del 2005 e non ancora utilizzati. Dieci (10) milioni di euro sono destinati alla problematica fanghi del settore conciario, mentre tredici (13) milioni sono stati destinati ad un programma di interventi cantierabili nel settore delle risorse idriche e finalizzati al miglioramento delle condizioni ambientali del Fratta-Gorzone.
  Nell'ambito dell'Accordo (articolo 13) è stato istituito un «Comitato di Sorveglianza dell'Accordo» al fine di garantire il costante controllo e il coordinamento delle azioni previste, composto da un rappresentante di ognuno dei soggetti firmatari.
  Il Comitato, anche su apposita istanza dei soggetti sottoscrittori, può accertare l'inosservanza degli impegni previsti dall'Accordo e valutare la sussistenza di eventuali Pag. 193impedimenti, proponendo alle Parti sottoscrittrici l'eventuale ulteriore revisione dell'Accordo stesso o la sua risoluzione.
  Oltre al citato intervento, con le risorse disponibili nell'ambito del suindicato Accordo, si è altresì provveduto al finanziamento di tre interventi, già conclusi, presso rimpianto di depurazione di Montebello Vicentino e di un intervento presso l'impianto di Arzignano, attualmente in corso di realizzazione.
  Infine, si precisa che ARPAV Verona svolge attività di verifica sia allo scarico terminale del collettore e sia sul corpo recettore con cadenza periodica, anche senza preavviso, fatte salve eventuali segnalazioni.
  In conclusione comunico che, anche al fine di consentire una valutazione adeguata e complessiva della situazione, il prossimo 22 settembre verrà convocato il Comitato di sorveglianza per la verifica dello stato di attuazione degli interventi finanziati.

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ALLEGATO 4

5-06657 Mazzetti: Iniziative e risorse per la tutela dei parchi e delle aree protette regionali

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti occorre rilevare che l'attività di gestione degli enti parco e l'efficacia delle azioni sui territori protetti è tra gli obiettivi del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR).
  L'investimento relativo alla Digitalizzazione dei Parchi, (PNRR), può infatti considerarsi una opportunità straordinaria per migliorare le performance e allineare il sistema nazionale e le Aree Marine Protette agli standard di efficienza europei e internazionali.
  La possibilità di individuare, sperimentare e applicare le ultime innovazioni tecnologiche in tema di monitoraggi di specie e habitat, di gestione dei flussi dei visitatori e della semplificazione amministrativa non può che rappresentare un valore aggiunto per la conoscenza delle dinamiche naturali.
  L'investimento comporta l'individuazione e l'utilizzo di nuovi strumenti (satelliti, droni, sensori, reti, cloud, software di intelligenza artificiale, ecc.) che necessariamente prevederanno l'aggiornamento e l'adeguamento delle attuali metodologie e protocolli di monitoraggio.
  La digitalizzazione andrà a interessare il lavoro e l'organizzazione gestionale degli enti e da questa sperimentazione scaturiranno protocolli e metodologie che potranno essere applicate per tutti i gestori dei siti Natura 2000, Regioni e aree protette regionali comprese.
  Comunque, almeno inizialmente per rendere applicabile una sperimentazione e necessario poter assicurare condizioni il più possibile omogenee che possono essere assicurate solo dal sistema nazionale delle aree protette ovvero dai Parchi Nazionali e dalle Aree Marine Protette.
  Attualmente, le aree protette regionali, infatti, pur concorrendo significativamente al perseguimento degli obiettivi delle strategie nazionali ed europee per la biodiversità, sono caratterizzate da modalità di gestione molto differenziate tra le diverse Regioni. Infatti, i variegati e articolati sistemi di aree protette regionali non possono assicurare per ora le condizioni minime di omogeneità.
  Sembrano quindi mancare, al momento, le condizioni di contesto per estendere anche alle aree protette regionali la sperimentazione in parola e per garantirne l'efficace riuscita.
  Comunque, i risultati di questa sperimentazione saranno messi a disposizione di tutti gli enti gestori interessati, così anche i parchi regionali potranno beneficiare delle soluzioni e delle tecnologie individuate la cui applicazione è attualmente oggetto di approfondimenti anche a livello internazionale come hanno dimostrato gli eventi organizzati nell'ambito del Congresso Mondiale della Unione Mondiale per la Conservazione della Natura a Marsiglia appena conclusosi.

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ALLEGATO 5

5-06658 Vianello: Misure per il rilevamento e la riparazione delle perdite nelle infrastrutture del gas metano

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti, riguardo alla problematica afferente all'effetto serra causato da perdite e sfiati degli impianti di idrocarburi, si rappresenta quanto segue.
  Innanzitutto, l'Italia condivide pienamente le indicazioni della Commissione europea indicate nella Methane Strategy; infatti il nostro Paese aderisce all'adozione di un sistema di reporting delle emissioni.
  Tale sistema si basa sul framework dell'Oil & Gas Methane Partnership 2.0 (OGMP 2.0), un'iniziativa volontaria lanciata in ambito UNEP (United Nations Environment Programme).
  L'iniziativa ha la finalità di supportare le società energetiche nella riduzione delle emissioni di metano; l'adesione alle pratiche suggerite permetterà di disporre di metodologie univoche e condivise, per una migliore contabilizzazione delle emissioni.
  Al riguardo, si segnala che alcune aziende nazionali hanno già aderito al protocollo OGMP 2.0, incrementando così ulteriormente i loro target di riduzione emissiva.
  Ad esempio, SNAM ha annunciato nel Piano Strategico 2020-2024 l'impegno a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040, con un obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni del -50 per cento al 2030, rispetto ai valori del 2018, per tutte le emissioni di C02 dirette ed indirette energetiche, avendo già ottenuto una riduzione di oltre il 20 per cento negli ultimi 3 anni.
  Inoltre, riguardo alle strategie di riduzione delle emissioni, si esprime consenso anche all'introduzione di specifiche iniziative di contenimento, menzionate nella Methane Strategy.
  In particolare, ci si riferisce alla tecnica Leak Detection and RepairLDAR, che consiste nel monitoraggio e nella riparazione delle emissioni fuggitive negli impianti.
  Relativamente agli strumenti per il monitoraggio delle perdite minori di metano, si fa presente che in Italia le emissioni fuggitive sono considerate nell'ambito delle autorizzazioni integrate ambientali all'esercizio degli impianti, rilasciate dal Ministero ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e, pertanto, sono oggetto di considerazioni nell'ambito del quadro autorizzativo dei singoli impianti, tale circostanza non impedisce di valutare l'adozione di misure organiche e criteri oggettivi per le suddette emissioni.
  Infine, si fa presente che, oltre alle iniziative conformi a quanto indicato dalla Methane Strategy, nell'ambito delle attività di aggiornamento del Pniec in corso è previsto un utilizzo del gas naturale fossile solo come vettore energetico di accompagnamento verso la decarbonizzazione.
  In un'ottica di conseguimento della neutralità climatica, l'utilizzo del gas sarà sostituito progressivamente con fonti energetiche pulite, quali le energie rinnovabili, nonché il biometano e l'idrogeno, in particolar modo nei comparti in cui l'elettrificazione incontra maggiori ostacoli tecnologici.

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ALLEGATO 6

5-06659 Foti: Realizzazione di invasi per la captazione dell'acqua ad uso agricolo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti, si precisa innanzitutto che nell'ambito del PNRR è stata posta una attenzione particolare per quanto concerne la realizzazione di invasi e per il sistema irriguo nel suo complesso.
  Si precisa, allo stesso tempo, che la questione della costruzione di micro-invasi a sostegno dell'agricoltura non può essere disgiunta dalla necessità della tutela dei corpi idrici, che è un obbligo comunitario ai sensi della Direttiva quadro n. 60 del 2000.
  In particolare, la proposta rappresentata appare difficilmente compatibile con tale necessità, comportando una significativa e diffusa alterazione dell'idromorfologia e del regime delle acque dei corsi d'acqua.
  D'altro canto, con riferimento al recupero e all'efficientamento degli invasi già esistenti, è in atto un apposito piano nazionale degli interventi del settore idrico, la cui competenza primaria spetta al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
  Inoltre, in merito alla questione del deflusso minimo vitale, si rappresenta che anche tale previsione discende dagli obblighi comunitari già richiamati e che, in ogni caso, un oculato regime di deroghe, inserito nei piani di gestione delle acque, può costituire un utile strumento per la salvaguardia delle attività economico-sociali, sulla base di un'analisi dei costi e dei benefici conseguibili per l'ambiente.
  Infine, in merito allo stanziamento di risorse nel PNRR per la realizzazione di invasi ed il sistema irriguo, si evidenzia che eventuali interventi a riguardo potrebbero trovare copertura nella Missione 2 – Componente 4 – Investimento 4.1 («Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico») del Piano, la cui competenza, come si è già detto, è attribuita al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.

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ALLEGATO 7

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020. C. 3258 Governo, approvato dal Senato

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,

   esaminato, relativamente alle parti di propria competenza, il disegno di legge n. 3258, concernente il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020;

   preso atto che:

    lo stanziamento di competenza definitivo per la missione 14 «Infrastrutture pubbliche e logistica», nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (ora MIMS), è pari a 6.810 milioni di euro (rispetto ai 26511 iniziali) mentre, nell'ambito della medesima missione l'ammontare dei residui finali, risulta essere pari all'esercizio precedente (circa 13 miliardi);

    quanto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, lo stanziamento l'importo definitivo in conto competenza si attesta a 1.759,8 milioni (a fronte di iniziali stanziamenti per 1.032,2 milioni di euro) con una crescita del 75,5 per cento del dato definitivo del 2019, mentre i residui complessivi finali ammontano a 1.472,4 milioni di euro (di cui 867,3 milioni di euro derivanti dagli esercizi precedenti e 605,1 milioni dall'esercizio 2020),

DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 8

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021. C. 3259 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2021 (relativamente alle parti di competenza).

Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero della transizione ecologica per l'anno finanziario 2021.

Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili per l'anno finanziario 2021 (relativamente alle parti di competenza).

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,

   esaminato il disegno di legge n. 3259, concernente l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021, per le parti di competenza;

   preso atto che:

    con riferimento alla Tabella 2 relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2021, lo stanziamento assestato di competenza è pari a di 4.078,4 milioni di euro, interamente ascrivibili al capitolo 7441 (Fondo per le emergenze nazionali), che in tal modo fa registrare uno stanziamento assestato di competenza di 2.878,6 Milioni di euro (pari al 71 per cento del totale del programma;

    con riferimento alla tabella 9, lo stato di previsione del Ministero della transizione ecologica (MiTE) per l'esercizio 2021 reca spese iniziali per complessivi 1.566,8 milioni in conto competenza e 2.036,6 milioni in conto cassa e gli importi assestati risultano pari a 1.761,1 milioni in termini di competenza e a 2.250,9 milioni in termini di cassa, di cui la massima parte (90,9 per cento), in termini di stanziamenti assestati di competenza, è concentrata nella missione 18 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente (1.600,7 milioni);

    con riferimento alla tabella 10 per le parti di competenza, che lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) per l'esercizio 2021, reca spese iniziali per complessivi 14.835,8 milioni in conto competenza e 15.624,4 milioni in conto cassa, assestate rispettivamente, a 16.217,7 e 17.901,6 milioni, facendo registrare quindi una pariazione positiva rispettivamente pari al 9,3 per cento e al 14,6 per cento,

DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.