SEDE CONSULTIVA
Martedì 13 novembre 2018. — Presidenza del presidente Luigi GALLO, indi della vicepresidente Giorgia LATINI. – Intervengono il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Gianluca Vacca e il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Salvatore Giuliano.
La seduta comincia alle 11.05.
Sulla pubblicità dei lavori.
Luigi GALLO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.
C. 1334 Governo.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Luigi GALLO, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata a esaminare il disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (C. 1334 Governo), ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza.
A questo riguardo, ricorda che la riforma della legge di contabilità e finanza pubblica, introdotta dalla legge 4 agosto 2016, n. 163, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, ha apportato alcune significative innovazioni alla previgente disciplina contabile. In particolare, ai sensi della nuova disciplina contabile i contenuti dei due disegni di legge (stabilità e bilancio), che sulla base della legislazione previgente dovevano essere presentati dal Governo alle Camere, sono raccolti in un unico provvedimento, il disegno di legge di bilancio, composto da Pag. 101due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; nella seconda sono invece indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione, alle quali è assicurata autonoma evidenza contabile.
In questo quadro, in occasione dell'entrata in vigore della citata riforma, la Presidenza della Camera, ha trasmesso ai Presidenti delle Commissioni permanenti, con lettera del 25 ottobre 2016, un documento in cui sono state individuate alcune linee guida di carattere procedurale che costituiscono un valido ausilio nell'applicazione delle disposizioni del Regolamento della Camera dei deputati, come interpretate nel parere della Giunta per il Regolamento del 14 luglio 2010, soprattutto per quanto riguarda le modalità di esame del disegno di legge di bilancio nelle Commissioni nonché i criteri sulla emendabilità dello stesso alla luce della mutata disciplina contabile. In particolare, come chiarato dalle citate linee guida, tutte le disposizioni regolamentari aventi ad oggetto l'esame del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge di bilancio devono intendersi riferite, rispettivamente, alla prima e alla seconda sezione del disegno di legge di bilancio.
Inoltre, ai fini dell'esame presso le Commissioni di settore, le parti di competenza di ciascuna di esse sono individuate, con riferimento ad entrambe le sezioni, secondo le medesime modalità con cui tale individuazione avveniva in passato in ordine al disegno di legge di stabilità e, soprattutto, al disegno di legge di bilancio.
Per quanto riguarda la VII Commissione, pertanto, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione, essa esaminerà anche le Tabelle contenute nella seconda sezione relative agli stati di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (n. 7), del Ministero dei beni e delle attività culturali (n. 13) e – limitatamente alle parti di competenza – del Ministero dell'economia e delle finanze (n. 2) e del Ministero dello sviluppo economico (n. 3).
L'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore. Potranno essere presentate relazioni di minoranza. La relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione bilancio. I relatori (per la maggioranza e di minoranza) potranno partecipare ai lavori della Commissione bilancio per riferire circa i lavori svolti presso la Commissione di settore.
La Commissione potrà inoltre esaminare eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza. A tale proposito, come emerge dal documento citato, il regime di presentazione degli emendamenti nelle Commissioni di settore e in Assemblea non ha subito sostanziali mutamenti, nel senso che gli emendamenti che riguardano parti di competenza di questa Commissione con compensazione a valere su parti di competenza di altre Commissioni possono essere presentati sia nella presente Commissione sia direttamente presso la Commissione bilancio. La stessa regola è peraltro applicabile anche agli emendamenti compensativi all'interno di parti di competenza di questa Commissione.
Gli emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati presso la Commissione bilancio, anche al solo scopo di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
La valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati presso la VII Commissione sarà effettuata dalla Presidenza della medesima prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e Pag. 102della legislazione vigente in materia, fermo restando che, come da prassi, gli emendamenti che saranno ripresentati in Commissione bilancio, ivi compresi quelli approvati, saranno comunque sottoposti, analogamente a quelli presentati direttamente in V Commissione, ad una puntuale valutazione di ammissibilità, ai fini dell'esame in sede referente, da parte della presidenza della medesima V Commissione.
In particolare, come risulta dal predetto documento, cui fa integralmente rinvio, sono previste specifiche regole per l'emendabilità della prima e della seconda sezione nonché per gli emendamenti volti a modificare, con finalità di compensazione, contemporaneamente la prima e la seconda sezione del disegno di legge di bilancio, ferme restando le regole ordinarie sulla compensatività, a seconda che si tratti di oneri di parte corrente o in conto capitale.
Con riferimento alla presentazione degli ordini del giorno, ricorda infine che presso le Commissioni di settore devono essere presentati tutti gli ordini del giorno riferiti alle parti di rispettiva competenza del disegno di legge di bilancio. Gli ordini del giorno accolti dal Governo o approvati dalla Commissione saranno allegati alla relazione trasmessa alla Commissione bilancio. Gli ordini del giorno respinti dalle Commissioni di settore o non accolti dal Governo potranno essere ripresentati in Assemblea. Gli ordini del giorno concernenti l'indirizzo globale della politica economica devono invece essere presentati direttamente in Assemblea.
Quanto al termine per la presentazione di emendamenti in Commissione Cultura, ricorda che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di fissarlo alle ore 17 di oggi (martedì 13 novembre). Precisa che gli emendamenti possono essere presentati direttamente alla Commissione Bilancio, nel termine attualmente fissato alle ore 16 di giovedì 15 novembre.
Alessandro MELICCHIO (M5S), relatore, nell'avviare l'esame del disegno di legge di bilancio, ricorda preliminarmente che, a seguito della riforma della legge di contabilità, esso si articola in due sezioni, che corrispondono ai contenuti dei due precedenti disegni di legge (stabilità e bilancio). In particolare, la prima sezione, contenente interventi normativi, corrisponde all'ex disegno di legge di stabilità, mentre la seconda, rispetto alla passata concezione del bilancio come legge meramente formale, che si limitava ad esporre i fattori legislativi di spesa senza poterli modificare, assume ora un contenuto sostanziale, potendo incidere direttamente – attraverso rimodulazioni, o rifinanziamenti, definanziamenti o riprogrammazioni (operazioni che precedentemente erano riservate alla legge di stabilità, attraverso le tabelle C, D ed E) – sugli stanziamenti previsti a legislazione vigente, ed integrando nelle sue poste contabili gli effetti delle disposizioni della prima sezione. Nell'illustrazione della prima sezione, darà conto solo del contenuto degli interventi, senza soffermarmi sulle specifiche, per le quali rinvia ai dossier, incluso quello che raggruppa le politiche per settori, predisposti dal Servizio Studi.
Anzitutto, si istituisce un Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese, con una dotazione complessiva di euro 50,2 miliardi per gli anni dal 2019 al 2033, da ripartirsi sulla base di programmi settoriali presentati dalle Amministrazioni centrali. Al riparto del fondo si provvede, entro il 31 gennaio 2019, con uno o più decreti del Presidente del Consiglio. Ovviamente, lo stesso potrà riguardare anche il MIUR e il MIBAC (articolo 15).
Per quanto concerne la scuola, si ridefinisce il percorso per l'accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, sostituendo il percorso triennale di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione docente (FIT) con un percorso annuale di formazione iniziale e prova, cui si continua ad accedere previo superamento di un concorso, all'esito del quale, però, si consegue già l'abilitazione all'insegnamento e si è immessi in ruolo. Il docente, Pag. 103concluso positivamente l'anno di formazione iniziale e prova, deve rimanere nella stessa scuola, nello stesso tipo di posto e classe di concorso, per almeno altri quattro anni (articolo 58). Al riguardo, occorre chiarire, in particolare, le previsioni relative ai docenti di sostegno: infatti, con riferimento ai requisiti per la partecipazione al concorso, per i posti di sostegno si specifica che, oltre ai requisiti previsti per il concorso per posti comuni e posti di insegnante tecnico-pratico, è necessario il conseguimento della specializzazione rilasciata all'esito degli specifici percorsi, per i quali si richiama il regolamento adottato in attuazione dell'articolo 2, comma 416, della legge di stabilità 2008. Si tratta – a legislazione vigente – del decreto ministeriale n. 249 del 2010, il cui articolo 13 prevede, però, che ai percorsi di specializzazione per le attività di sostegno possono accedere gli insegnanti già abilitati. Ora, invece, si prevede che per accedere ai percorsi di specializzazione sono necessari i medesimi requisiti previsti per la partecipazione al concorso per posti comuni e posti di insegnante tecnico. Occorre, altresì, chiarire come si combini la previsione della perdita di efficacia delle graduatorie – che includono solo i vincitori – alla scadenza del biennio, con la previsione che gli stessi vincitori possono essere assunti anche oltre il biennio. Occorrerebbe, poi, collocare meglio nel testo alcune previsioni.
Inoltre, si dispone che, dall'anno scolastico 2019/2020, ai docenti non è più attribuita la titolarità su ambito territoriale. Si torna, dunque, alla titolarità del docente in una singola scuola (articolo 58). Al riguardo, occorre abrogare, a decorrere dal 1o settembre 2019, le disposizioni della legge n. 107 del 2015 incompatibili con la nuova disciplina; si incrementa di 400 posti, dall'anno scolastico 2019/2020, l'organico del personale docente dei licei musicali (articolo 53); per gli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021, si prevede la costituzione di equipe formative territoriali per promuovere progetti di innovazione didattica e digitale nelle scuole, cui sono destinati un massimo di 120 docenti che possono essere esonerati dall'esercizio delle attività didattiche (articolo 52); si introduce un'imposta sostitutiva al 15 per cento sull'attività di lezioni private e di ripetizioni svolte da docenti titolari di cattedra nelle scuole di ogni ordine e grado (articolo 5).
Con riferimento al personale ATA, si autorizza la trasformazione a tempo pieno, dall'anno scolastico 2019/2020, del rapporto di lavoro degli ex co.co.co. che svolgevano funzioni assimilabili a quelle degli assistenti amministrativi e tecnici, immessi in ruolo a tempo parziale dall'anno scolastico 2018/2019. Conseguentemente, si dispone l'incremento della dotazione organica del personale amministrativo e tecnico (articolo 54). Per quanto riguarda gli studenti, anzitutto si ridenominano gli attuali percorsi di alternanza scuola-lavoro in «percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento» e, a decorrere dall'anno scolastico in corso, se ne riduce il numero di ore minimo complessivo da svolgere, pari a 180 ore nei percorsi di istruzione professionale, 150 ore nei percorsi degli istituti tecnici, 90 ore nei percorsi liceali (articolo 57, commi 18-21). Al riguardo, segnala che le novità vanno coordinate con altre previsioni vigenti – riguardanti, in particolare, l'esame di Stato 2018/2019 – e che va valutato se la previsione di rimodulazione automatica, anche nei confronti di eventuali soggetti terzi coinvolti, delle attività per l'anno scolastico in corso, sulla base delle risorse disponibili, possa interferire con l'autonomia delle istituzioni scolastiche. Precisa che si dovrà, altresì, valutare l'opportunità di definire una disciplina transitoria che regoli i rapporti convenzionali in corso per l'anno scolastico 2018/2019.
Inoltre, si incrementa a 125 milioni di euro per il 2019 lo stanziamento, a carico del Fondo sociale occupazione e formazione, per il finanziamento dei percorsi formativi rivolti all'apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore e dei percorsi formativi rivolti all'alternanza scuola-lavoro (di cui ora, Pag. 104come visto, si propone la ridenominazione), al fine di sostenere la messa a regime del cosiddetto sistema duale (articolo 22).
Con riferimento alle scuole: dal 2019, le risorse stanziate a legislazione vigente per i percorsi di alternanza scuola-lavoro sono assegnate alle stesse nei limiti necessari allo svolgimento del numero minimo di ore fissato per i nuovi percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (articolo 57, commi 18-21); si incrementano le risorse da destinare all'acquisto dei servizi di pulizia e di mantenimento del decoro (articolo 56, comma 1); si specifica che fra le somme trasferite alle scuole statali per la realizzazione di progetti a carattere nazionale e regionale in materia di formazione e sviluppo dell'autonomia scolastica, rimaste inutilizzate per tre esercizi finanziari consecutivi, da versare all'erario, sono incluse anche quelle per spese di pulizia. Inoltre, si prevede il versamento all'entrata di alcune somme non utilizzate dal MIUR. Per il 2019, 22,5 milioni delle stesse risorse rimane acquisita all'erario (articolo 57, comma 17); si prevede l'attribuzione alle province delle regioni a statuto ordinario di un contributo di 250 milioni annui per gli anni dal 2019 al 2033 per il finanziamento di piani di sicurezza a valenza pluriennale per la manutenzione, fra l'altro, di scuole (articolo 64).
In materia di università: si incrementa il Fondo per il finanziamento ordinario di 20 milioni nel 2019 e di 58,63 milioni annui dal 2020, per il conferimento di contratti di ricerca a tempo determinato di tipo B a 1000 ricercatori (articolo 32, comma 1). Al riguardo, segnala che non sono indicati i criteri con cui si procederà al riparto delle risorse tra le università e non si fa riferimento esplicito al consolidamento delle posizioni; si abroga il «Fondo per le cattedre universitarie del merito Giulio Natta», destinato al reclutamento per chiamata diretta di professori universitari (articolo 57, comma 22); si incrementano le risorse da destinare ai contratti di formazione specialistica dei medici (articolo 41); si ridefiniscono, per il periodo 2019-2025, i criteri per la determinazione annuale del fabbisogno finanziario programmato delle università statali, ai fini del concorso di tali enti alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica (articolo 78).
In materia di ricerca, per gli aspetti di più diretta competenza di questa commissione, si ridefiniscono le modalità di nomina e si disciplina il funzionamento delle commissioni cui spetta la valutazione per l'assunzione per chiamata diretta di ricercatori presso gli enti pubblici di ricerca. In particolare, le commissioni sono nominate con decreto del Ministro vigilante e sono composte da un minimo di tre fino ad un massimo di cinque esperti del settore di afferenza degli enti che propongono l'assunzione per chiamata diretta (articolo 32, comma 2).
In materia di cultura: si autorizza il MIBAC ad assumere, fra il 2020 e il 2021, complessivamente 1000 unità di personale di qualifica non dirigenziale, e a scorrere le graduatorie del concorso, per vari profili professionali, previsto dalla legge di stabilità 2016 (articolo 28, commi 14 e 15); si istituisce nello stato di previsione del MEF un fondo destinato al rilancio degli investimenti degli enti territoriali per lo sviluppo infrastrutturale del Paese, destinato, fra gli altri, al settore della valorizzazione dei beni culturali (articolo 16); si riduce a euro 270 milioni lo stanziamento disponibile per il 2019 per la cosiddetto Card cultura per i diciottenni (articolo 59, comma 7). Al riguardo, segnala, alla luce di quanto osservato dal Consiglio di Stato con riferimento alla autorizzazione di spesa relativa al 2018, che occorre individuare esplicitamente la platea dei beneficiari per il 2019; si riduce di euro 2.350.000, dal 2019, lo stanziamento per spese di funzionamento degli istituti del MIBAC dotati di autonomia speciale. Al contempo, si stabilisce l'esonero dall'applicazione delle norme di contenimento delle spese, al fine di consentire a tali istituti di porre in essere processi che permettano una più efficace realizzazione degli obiettivi istituzionali, volta a garantire un incremento delle entrate proprie Pag. 105(articolo 59, comma 8); si prevedono risparmi di spesa mediante la riduzione di euro 1.250.000 dal 2020 dei crediti d'imposta attribuiti dalla legge di bilancio 2018 agli esercenti di attività di vendita di libri al dettaglio (articolo 59, comma 9).
In materia di spettacolo: si prorogano al 31 dicembre 2020 le funzioni del commissario straordinario per il risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche e si prevede la possibilità di conferire un massimo di tre incarichi di collaborazione della durata massima di 12 mesi a supporto delle attività dello stesso (articolo 46); si prevedono risparmi di spesa mediante la riduzione di euro 3.965.250 dal 2020 dei crediti d'imposta attribuiti agli esercenti di sale cinematografiche (articolo 59, comma 9).
In materia di sport, si estende al 2019 il credito d'imposta per le erogazioni liberali destinate a interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive (cosiddetto sport bonus). In particolare, l'agevolazione per il 2019 è prevista, oltre che per le imprese, anche per le persone fisiche e gli enti non commerciali. Inoltre, ne è elevato il limite di importo, pari al 65 per cento delle erogazioni effettuate (articolo 47); si muta la denominazione della società per azioni «CONI Servizi Spa» in «Sport e Salute Spa» e se ne ridisegna la governance, attribuendo al MEF la nomina del presidente e degli altri componenti del consiglio di amministrazione (attualmente nominati dal CONI), su designazione dell'Autorità di Governo competente in materia di sport (che assume le competenze attualmente attribuite al MIBAC), sentito il CONI. Alla stessa società è attribuito il compito di provvedere al finanziamento delle Federazioni sportive nazionali; si dispone, altresì, che il meccanismo di finanziamento dell'attività sportiva nazionale da parte dello Stato non sia più parametrato sulla base di una autorizzazione di spesa fissata per legge, ma al 32 per cento delle entrate derivanti dal versamento delle imposte ai fini IRES, IVA, IRAP e IRPEF in taluni settori di attività (gestione di impianti sportivi, attività di club sportivi, palestre e altre attività sportive) in una misura complessiva non inferiore a euro 410 milioni annui, da ripartire fra CONI e Sport e salute Spa; si attribuiscono all'Autorità di Governo competente in materia di sport le competenze attualmente spettanti al MIBAC (articolo 48, commi 1-4); si modifica il sistema di ripartizione delle risorse derivanti dalla commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi al campionato italiano di calcio, in particolare inserendo il minutaggio dei giovani calciatori italiani nell'ambito dei criteri di ripartizione delle risorse relative al campionato di Serie A e prevedendo che l'accesso alla ripartizione delle risorse relative ai campionati di Serie A e B ed altre competizioni organizzate, rispettivamente, dalla Lega di serie A e dalla Lega di serie B, sia limitato alle società che per l'anno precedente abbiano sottoposto i propri bilanci a revisione legale (articolo 48, commi 5 e 6); si incrementa di euro 450.000 annui, a decorrere dal 2019, l'autorizzazione di spesa relativa all'assegno «Giulio Onesti» in favore degli sportivi italiani che versino in condizione di grave disagio economico (articolo 48, comma 7) e si estende l'esenzione dall'imposta di bollo anche agli atti posti in essere o richiesti dalle associazioni e società sportive dilettantistiche senza fine di lucro riconosciute dal CONI (articolo 48, comma 8).
In materia di informazione: si conferma, a regime, l'importo di euro 90 dovuto per il canone RAI per uso privato e si stabilizza la previsione secondo cui la metà delle eventuali maggiori entrate versate a titolo di canone RAI (cosiddetto extra gettito) è riversata all'Erario, confermandone anche le finalizzazioni, tra cui l'ampliamento sino a euro 8.000 della soglia reddituale prevista ai fini della esenzione dal pagamento del canone per gli ultrasettantacinquenni e la destinazione al Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, destinato al sostegno dell'editoria e dell'emittenza radiofonica e televisiva locale, fino ad un importo massimo di euro 125 milioni in ragione d'anno (articolo 14). Al contempo, si sopprimono, Pag. 106a partire dal 1o gennaio 2020, le agevolazioni tariffarie per la telefonia e le connessioni dati per le imprese editrici e radiotelevisive (articolo 57, commi 6-9). Infine, si prevedono risparmi di spesa mediante la riduzione di euro 375.000 dal 2020 dei crediti d'imposta attribuiti alle imprese produttrici di prodotti editoriali che effettuano investimenti in editoria e programmi di ristrutturazione economica (articolo 59, comma 9).
Passando ora alla seconda sezione, la Nota integrativa allo stato di previsione del MIUR indica gli obiettivi per il 2019, sostanzialmente coincidenti con quelli già esposti nella nota di aggiornamento del DEF 2018, che è stata esaminata dalla Commissione poche settimane fa e alla quale, dunque, rinvia.
Per quanto concerne gli stanziamenti, lo stato di previsione del MIUR, reca per il 2019, spese in conto competenza per euro 59.362,1 milioni, di cui euro 56.004,9 milioni (94,3 per cento) per spese correnti ed euro 3.339,3 milioni (5,6 per cento) per spese in conto capitale. La restante parte è rappresentata da un'autonoma previsione di spesa dovuta ad operazioni di rimborso di passività finanziarie, pari a euro 18,0 milioni.
L'incidenza percentuale delle spese finali del MIUR – escluse dunque le spese relative alle operazioni di rimborso di passività finanziarie – sul totale delle spese finali del bilancio dello Stato è pari al 9,2 per cento, percentuale sostanzialmente invariata rispetto a quanto registrato per la legge di bilancio 2018. In particolare, rispetto alla legge di bilancio 2018, si registra un aumento delle spese finali di euro 2.095,7 milioni. La consistenza dei residui passivi presunti al 1o gennaio 2019 è di euro 2.771,5 milioni. Le autorizzazioni di cassa ammontano a euro 60.248,4 milioni. I Programmi di spesa sono 14, come nell'esercizio precedente. L'81,4 per cento dello stanziamento, pari a 48.316,9 milioni (+ euro 2.004,4 milioni rispetto alla legge di bilancio 2018), è assegnato alla Missione Istruzione scolastica. I programmi che registrano gli incrementi più rilevanti nella missione sono quelli relativi alla programmazione e coordinamento dell'istruzione scolastica (+ euro 871,0 milioni) e all'istruzione del primo ciclo (+ euro 652,5 milioni). Nella medesima Missione, non vi sono programmi che registrano nel complesso riduzioni rispetto alla legge di bilancio 2018.
Più nel dettaglio, per il 2019: le risorse del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche sono pari a euro 934,2 milioni; gli stanziamenti afferenti al Fondo unico per l'edilizia scolastica e ai contributi alle regioni per oneri di ammortamento dei mutui per l'edilizia scolastica sono pari complessivamente a euro 712,7 milioni; i contributi alle scuole paritarie sono pari a euro 525,4 milioni; le risorse del Fondo per l'istruzione e la formazione tecnica superiore sono pari a euro 33,4 milioni; le risorse per la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola dell'obbligo ed il comodato nella scuola superiore sono pari a euro 103 milioni.
Lo stanziamento per la Missione Istruzione universitaria e formazione post universitaria, pari a euro 8.310,5 milioni, corrisponde al 14,0 per cento (+ euro 79,6 milioni rispetto alla legge di bilancio 2018). Il programma che registra l'incremento più rilevante rispetto al bilancio 2018 è quello relativo al sistema universitario e alla formazione post-universitaria (+ euro 56,6 milioni). Più nel dettaglio, per il 2019: il FFO ha una dotazione di euro 7.402,6 milioni; il Fondo integrativo per la concessione delle borse di studio ha uno stanziamento di euro 236,8 milioni; lo stanziamento per contributi alle università non statali legalmente riconosciute ammonta a euro 68,3 milioni.
Lo stanziamento per la Missione Ricerca e innovazione, pari a euro 2.609,0 milioni, corrisponde al 4,4 per cento (+ euro 245,4 milioni rispetto al bilancio 2018). Più nel dettaglio, per il 2019: il FOE ha uno stanziamento di euro 1.763,5 milioni; le risorse del FIRST ammontano a euro 83,8 milioni; lo stanziamento del FISR è pari a euro 21,9 milioni.
Lo stanziamento assegnato alla Missione Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche, pari a euro Pag. 107125,7 milioni, corrisponde allo 0,2 per cento dello stanziamento del Ministero (- euro 233,3 milioni rispetto al bilancio 2018).
Quanto alle tabelle, nella tab. A, recante i fondi speciali di parte corrente destinati alla copertura di provvedimenti che potrebbero essere approvati nel corso dell'anno, sono presenti stanziamenti per euro 15 milioni per ciascuno degli anni del triennio 2019-2021. Nella tabella B, recante i fondi speciali di parte capitale destinati alla copertura di provvedimenti che potrebbero essere approvati nel corso dell'anno, sono presenti euro 30 milioni per ciascuno degli anni del triennio 2019-2021. La relazione illustrativa evidenzia solo che entrambi gli accantonamenti sono finalizzati al finanziamento di interventi diversi.
Anche per quanto concerne il MIBAC, i principali obiettivi che il Ministero intende perseguire nel triennio di riferimento coincidono con quelli già esposti nella nota di aggiornamento del DEF 2018.
Per quanto concerne gli stanziamenti, lo stato di previsione del MIBAC per il 2019 reca spese in conto competenza per euro 2.748,2 milioni, di cui euro 1.617,4 milioni (58,9 per cento) per spese correnti ed euro 1.088,9 milioni (39,6 per cento) per spese in conto capitale. La restante parte è rappresentata da un'autonoma previsione di spesa dovuta ad operazioni di rimborso di passività finanziarie, pari a euro 41,8 milioni. Rispetto alla legge di bilancio 2018 si registra un aumento di euro 306,1 milioni.
L'incidenza percentuale delle spese finali del MIBAC – escluse dunque le spese relative alle operazioni di rimborso di passività finanziarie – sul totale delle spese finali del bilancio dello Stato è pari allo 0,4 per cento della spesa finale del bilancio statale. La consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2019 è di euro 526,5 milioni. Le autorizzazioni di cassa ammontano a euro 3.016,9 milioni. I Programmi di spesa sono 14, a seguito del trasferimento delle funzioni in materia di turismo ad altro Ministero.
Lo stanziamento assegnato alla Missione Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici è pari ad euro 2.627,0 milioni e corrisponde al 95,6 per cento dello stanziamento del Ministero (+ euro 348,8 milioni rispetto alla legge di bilancio 2018). Il programma che registra gli incrementi più rilevanti nell'ambito della Missione rispetto al bilancio 2018 è quello relativo alla tutela del patrimonio culturale (+ euro 367,5 milioni). La riduzione più importante si registra in corrispondenza dei programmi relativi alla tutela e valorizzazione dei beni archivistici (- euro 9,7 milioni) e al sostegno, valorizzazione e tutela del settore cinema e audiovisivo (- euro 9,5 milioni).
Più nel dettaglio, per il 2019: il FUS ha una disponibilità di euro 343,2 milioni, mentre il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo ha una dotazione di euro 233,6 milioni.
Il Fondo per la tutela del patrimonio culturale ha uno stanziamento di euro 193 milioni, pressoché raddoppiato rispetto allo stanziamento originario a seguito di afflusso di risorse provenienti dalle contabilità speciali; per l'attuazione del Piano strategico «Grandi progetti beni culturali», sono stanziati euro 113,6 milioni, cifra anche in tal caso notevolmente superiore allo stanziamento originario a seguito di afflusso di risorse provenienti dalle contabilità speciali; le risorse destinate a enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi, ex articolo 32, commi 2 e 3, legge n. 448 del 2001, sono pari a euro 15,1 milioni, mentre i contributi ad enti e istituti culturali, ex legge n. 534 del 1996, ammontano a euro 8,5 milioni.
Lo stanziamento per la Missione Ricerca e innovazione, pari, a euro 30,5 milioni, corrisponde al 1,1 per cento (+ euro 6,1 milioni rispetto al bilancio 2018), mentre quello relativo alla Missione Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche, pari, a euro 90,7 milioni, corrisponde al 3,3 per cento (- euro 2,1 milioni rispetto al bilancio 2018).
Quanto alle tabelle, sia nella tab. A che nella tab. B sono presenti stanziamenti per Pag. 108euro 20 milioni per ciascuno degli anni del triennio 2019-2021. Anche in tal caso la relazione illustrativa evidenzia solo che sono accantonamenti finalizzati al finanziamento di interventi diversi.
Per quanto concerne le dotazioni finanziarie del MEF di interesse della VII Commissione, il programma Sostegno al pluralismo dell'informazione reca stanziamenti in conto competenza pari ad euro 217,6 milioni (+ euro 62,3 milioni rispetto alla legge di bilancio 2018).
La dotazione assegnata per l'anno 2019 al programma Ricerca di base e applicata è pari a euro 355,1 milioni (+ euro 141,4 milioni rispetto alla legge di bilancio 2018). In particolare, nel programma sono allocati euro 93,6 milioni per la valorizzazione dell'Istituto italiano di tecnologia e euro 136,5 milioni da assegnare alla Fondazione per la realizzazione del progetto Human Technopole.
La dotazione assegnata per l'anno 2019 al programma Attività ricreative e sport è pari a euro 548,0 milioni (- euro 65,1 milioni rispetto alla legge di bilancio 2018). In particolare, nel programma sono allocati euro 40 milioni per il finanziamento del CONI, euro 370 milioni per il finanziamento di CONI Sport e salute spa, euro 20,5 milioni per il finanziamento del Comitato italiano paralimpico (CIP).
Luigi CASCIELLO (FI) ritiene fondamentale entrare nel merito della questione relativa alla riduzione delle agevolazioni tariffarie per le imprese editrici, temendo che questo taglio rappresenti solo il prologo alla soppressione del Fondo per il pluralismo, con serio pregiudizio per la libertà di stampa. Dopo aver rammentato le pesanti riduzioni già intervenute nel settore, osserva che quelle nuove apportate dal disegno di legge in esame costituiscono un danno enorme per le imprese editrici più piccole e per i giornali non editi da cooperative: si tratta, nella maggioranza dei casi, di giornali che realizzano la cosiddetta informazione di prossimità, la quale, al contrario, andrebbe sostenuta con maggiori incentivi. Osserva che la riduzione delle agevolazioni tariffarie colpisce, soprattutto, le fonti, senza le quali l'informazione non potrebbe esistere. Accenna, quindi, alla progressiva contrazione del numero di edicole presenti sull'intero territorio nazionale, nonché di tutto il sistema della diffusione e della distribuzione. Teme che le misure di cui parla costituiscano una conferma della deriva antidemocratica che il Governo sta imprimendo all'ordinamento, la quale va ben oltre le esternazioni offensive nei confronti della stampa che si sono sentite negli ultimi giorni, e che l'obiettivo primario consista nell'abbattere il nemico, individuato nella libera informazione, mettendo così in pericolo la tenuta democratica del Paese.
Federico MOLLICONE (FdI) dichiara la posizione contraria del suo gruppo sul disegno di legge: posizione che non nasce da un pregiudizio, visto che Fratelli d'Italia non esclude il proprio sostegno al Governo quando riconosce la validità di una posizione, e menziona ad esempio il sostegno dato alla battaglia contro le limitazioni di sovranità nazionale imposte dall'Unione europea.
Critica, in particolare, la natura assistenzialistica di molte misure della manovra, che, a suo avviso, accresceranno il divario in termini di crescita tra nord e sud. Non condivide la manovra, soprattutto, nel metodo: ritiene infatti inaccettabile e lesivo delle prerogative della Commissione aver inserito nella manovra, che è esaminata in sede primaria da altra Commissione, una vera e propria riforma della scuola, senza aver dato spazio alle necessarie audizioni e senza rispetto per il ruolo della Commissione e quindi del Parlamento.
Ugualmente, rileva che con la manovra si procede a modifiche sostanziali in materia di sport ed editoria, senza il dovuto passaggio parlamentare di merito in Commissione VII e relegando quest'ultima a un semplice ruolo consultivo sulla materia. Trova preoccupante il modo in cui la maggioranza sta impostando il rapporto tra Governo e Parlamento, con un Parlamento Pag. 109ridotto ad apprendere il contenuto delle iniziative legislative dell'Esecutivo sempre dagli organi di stampa.
In particolare, con riferimento alle misure sull'editoria, osserva che – oltre al taglio delle agevolazioni tariffarie, di cui ha riferito il deputato Casciello – si prevede la riduzione dei crediti di imposta che avevano dato finalmente ossigeno alle librerie, come, peraltro alle sale cinematografiche; laddove sarebbe stato il caso invece di agevolare una loro maggiore diffusione attraverso opportuni incentivi.
In merito alle disposizioni sulla scuola, rileva il recente intervento dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, che rimette in questione l'affare dei diplomati magistrali, sulla cui esclusione dalle GAE il suo gruppo si era già espresso negativamente.
Condivide l'introduzione dell'imposta sostitutiva al 15 per cento sulle lezioni private e ripetizioni impartite da docenti titolari di cattedra, che consente certamente di far emergere una parte di lavoro sommerso; tuttavia rileva che tale misura andrebbe estesa anche ai docenti degli istituti paritari e a quelli senza titolarità di cattedra.
Fa presente che una riforma radicale non dichiarata è anche quella introdotta nel settore dello sport con l'articolo 48. Ritiene insufficienti le misure disposte in favore delle Fondazioni lirico-sinfoniche. Sulla cultura propone che vengano estese le agevolazioni fiscali già previste, quali il bonus-cultura e l'art bonus. Considera incoerente l'annuncio alla stampa della sottosegretaria per i beni e le attività culturali Lucia Borgonzoni rispetto a nuove risorse per 30 milioni in favore delle sale cinematografiche, dal momento che contestualmente si riduce il tax credit per le stesse sale e per le librerie. Si rammarica infine dei mancati investimenti nel settore della cultura, trattato senza la dovuta attenzione e sensibilità.
Conclude, affermando che, a suo avviso, il disegno di legge di bilancio non opera una manovra complessiva di crescita e non riflette alcun cambiamento: sembra, piuttosto, che il Governo si stia giocando il tutto per tutto, temendo di non avere una seconda opportunità.
Marco MARIN (FI), intervenendo sul complesso del provvedimento, premette che esso, rappresentato da più parti come espansivo, è, a suo avviso, di segno esattamente opposto e produrrà perdita di posti di lavoro e un aumento del debito pubblico in misura maggiore di quanto preventivato dalla maggioranza.
Stigmatizza quindi la mancanza di riguardo dei ministri di settore nei confronti della Commissione cultura, il cui ambito di competenza viene ad essere espropriato da una serie di riforme affidate a provvedimenti omnibus, assegnati in sede primaria a Commissioni diverse dalla VII, che non può pertanto discutere a pieno titolo le riforme governative nei campi di propria competenza.
Ritiene che le principali misure della manovra siano improduttive, a cominciare dal reddito di cittadinanza, previsto soprattutto in favore delle regioni del sud, uniche beneficiarie di una manovra statalista e assistenzialista. Invita il Governo a guardare alle regioni del Nord come ad esempi da replicare nelle altre zone del Paese.
Esprime quindi avviso contrario sulle disposizioni in materia di pensioni e lavoro. Con riferimento all'alternanza scuola-lavoro, rileva che si tratta di un'esperienza che non va giudicata in blocco negativamente, come «non funzionante», poiché in Veneto, Lombardia e Piemonte, essa si è rivelata invece proficua e virtuosa.
In merito al nuovo sistema previsto per il reclutamento dei docenti, considera discriminatorie le norme che non assegnano un punteggio utile agli anni di insegnamento nelle scuole paritarie per la partecipazione ai concorsi nella scuola pubblica, così come sono discriminatorie, a suo avviso, quelle relative alle imposte agevolate per l'attività di ripetizioni private, in quanto non contemplano i docenti degli istituti paritari.Pag. 110
Apprezza le disposizioni che prevedono l'assunzione di 1.000 ricercatori, che, tuttavia, ritiene insufficienti; così come ritiene insufficienti le risorse per le politiche giovanili.
Non vede traccia di cambiamento in un disegno di legge di bilancio costruito in modo da sacrificare le necessarie misure di sostegno di diversi ambiti per trovare i fondi in favore di politiche assistenzialistiche come il reddito di cittadinanza. In materia di sport ritiene che il Governo abbia deciso di adottare una riforma senza aver avuto il coraggio di venire a parlarne prima in Commissione. Auspica in proposito una modifica delle disposizioni che recano il nuovo assetto normativo del CONI e che assegnano al Governo il controllo della nuova Società Sport e Salute Spa, privando il settore della necessaria autonomia e indipendenza anche nell'assegnazione delle risorse alle federazioni sportive. Conclude asserendo che queste misure riflettono, a suo avviso, un atteggiamento vecchio, ideologico e statalista.
Paolo LATTANZIO (M5S), dopo aver premesso di non condividere affatto le affermazioni di quanti inneggiano continuamente alla presunta virtù e primazia delle regioni del nord, sottolinea che anche al sud esistono esempi di eccellenze, anche nell'economia, come, ad esempio, l'industria turistica della Puglia.
Sul complesso della manovra, evidenzia che esso è forse difficile da comprendere per le forze politiche tradizionali perché, a differenza di come viene rappresentata dalla stampa e dalle opposizioni, è nata dall'attenzione e dall'ascolto per le istanze dei cittadini; e il cambiamento è riscontrabile proprio in questa sua diversa impostazione.
Con riferimento alle critiche mosse da qualcuno nell'opposizione rispetto alle politiche giovanili, osserva che i relativi fondi vengono aumentati di 30 milioni; mentre sull'editoria ricorda che i tagli – che nulla hanno a che vedere con una presunta limitazione alla libertà di stampa o con un attacco alla democrazia – nascono da una ben nota impostazione e battaglia del Movimento 5 Stelle. In proposito, evidenzia che la riduzione dei contributi statali per le agevolazioni tariffarie rientra nella logica di una politica economica che guarda al futuro e che tiene conto dei cambiamenti intervenuti nel mercato editoriale e nell'accesso all'informazione: cambiamenti che impongono una strategia diversa e non incentrata sulle agevolazioni tariffarie, che sono uno strumento ormai obsoleto rispetto all'avanzare delle nuove tecnologie. Non condivide quindi l'allarmismo delle opposizioni rispetto a politiche volte a migliorare e sostenere un autentico pluralismo.
Lucia AZZOLINA (M5S) si dichiara stanca di sentir definire il reddito di cittadinanza misura assistenzialistica in favore del sud. Ricorda che il programma di Forza Italia prevede, tra l'altro, l'azzeramento della povertà assoluta con un grande Piano di sostegno ai cittadini italiani in condizione di estrema indigenza, allo scopo di ridare loro dignità economica. Osserva che il reddito di cittadinanza non è assistenzialismo, ma piuttosto una risposta dello Stato a sei milioni di cittadini senza lavoro. Sottolinea che secondo l'ISTAT gli indigenti sono distribuiti abbastanza equamente tra nord e sud e che, parlando di città, si concentrano soprattutto in quelle del nord.
Al deputato Mollicone, intervenuto sulla questione dei diplomati magistrali, ricorda che il Consiglio di Stato non si è ancora pronunciato in merito al loro inserimento delle GAE, ma ha semplicemente ritenuto di dover rimettere la questione nuovamente all'Adunanza plenaria del Consiglio.
Sottolinea, inoltre, che in favore dei giovani il disegno di legge prevede sgravi contributivi per chi assume giovani laureati con votazione di 110 e lode, incentivi per le start-up, misure agevolative ai giovani imprenditori del Mezzogiorno. Raccomanda quindi una lettura più approfondita della manovra.
Alessandro FUSACCHIA (Misto-+E-CD), riferendosi a uno studio di fattibilità Pag. 111sul reddito di cittadinanza, rappresenta che esso incide sulla capacità lavorativa solo dei soggetti con specifiche competenze; pertanto, può senz'altro essere considerato una misura di contrasto alla povertà, ma non uno strumento idoneo a dare lavoro a tutti i beneficiari.
Quanto agli interventi previsti in manovra sulla spesa pensionistica, invita a valutarne attentamente i costi, con particolare riguardo alle future generazioni. In merito alle disposizioni recate dall'articolo 5 sulle agevolazioni fiscali per chi impartisce lezioni private, osserva che queste vengono interpretate come una nuova imposta a carico dei soggetti interessati. Invita quindi l'Esecutivo ad individuare un incentivo per le famiglie che supportano la spesa per ripetizioni, al fine di dare efficacia alla norma.
Prendendo atto delle numerose disposizioni per assunzioni in seno alla pubblica amministrazione contenute nel disegno di legge, rileva che non ne sono previste per il MIUR, che pure ha subito le maggiori penalizzazioni in termini di svuotamento della pianta organica, mentre la scuola è stata sovraccaricata di sempre nuove funzioni.
Riferendosi alla previsione di incentivi per le assunzioni di cittadini in possesso di specifici requisiti di eccellenza, osserva che la disposizione può avere un effetto distorsivo che va corretto al fine di evitare una corsa al rialzo delle valutazioni da parte degli atenei. In proposito, sottolinea, inoltre, che la norma sembra non tenere conto di chi, per ragioni di lavoro o altro, non riesce a raggiungere il massimo dei voti nella valutazione finale del corso di studi.
Sull'articolo 52, esprime perplessità in merito all'introduzione dell’équipe territoriale per la promozione di progetti di innovazione didattica e digitale nelle scuole le cui competenze sembrano sovrapporsi a quelle già svolte dagli animatori digitali, già presenti all'interno della scuola.
Aggiunge, peraltro, che la consistenza numerica di tale équipe appare insufficiente affinché la misura risulti funzionale ed efficace e non resti un mero intervento di facciata di cui fregiarsi. Condivide la norma sull'assunzione a tempo indeterminato dei co.co.co., ma ritiene che le risorse appostate non siano sufficienti; auspica, pertanto, che vengano incrementate anche nell'ottica di una riduzione del numero delle reggenze.
Dopo aver segnalato le implicazioni problematiche insite nell'articolo sul nuovo sistema di reclutamento dei docenti della scuola, invita il Governo ad eliminarlo e a presentare un disegno di legge organico.
Sull'alternanza scuola-lavoro, dopo aver definito lunga e pleonastica la nuova denominazione ed aver espresso la propria contrarietà alla riduzione delle risorse previste, invita la maggioranza a riconsiderare la riduzione del numero di ore e a prevedere finanziamenti a carico delle scuole per la necessaria attività di accompagnamento a supporto dell'istituto dell'alternanza.
Michele ANZALDI (PD), intervenendo in merito alle disposizioni sull'editoria, osserva che il finanziamento ai grandi giornali è stato abolito da tempo e che il contributo ancora in vigore sostiene in particolare le piccole imprese editoriali che necessitano anche delle agevolazioni tariffarie, soprattutto per abbattere i costi degli abbonamenti con le agenzie di stampa. Concorda con la necessità di ridurre gli sprechi, ma osserva che la misura prevista nel disegno di legge rischia di ricadere pesantemente su quelle piccole realtà che provvedono all'informazione dove le grandi aziende non intervengono e che costituiscono, peraltro, il bacino formativo per tanti giovani aspiranti giornalisti. Segnala quindi alcuni flash mobs che stanno avendo luogo a Roma e Milano per la libertà di stampa, i cui promotori andrebbero, a suo avviso, invitati qui alla Camera e ascoltati rispetto alle ragioni della loro protesta.
Giorgia LATINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.20.
Pag. 112DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO
Martedì 13 novembre 2018. — Presidenza della vicepresidente Giorgia LATINI.
La seduta comincia alle 13.20.
Sui lavori della Commissione.
Valentina APREA (FI), intervenendo in merito all'audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sul disegno di legge di bilancio, programmata inizialmente per questa sera alle 21 e poi rinviata a domani, chiede alla maggioranza e alla presidenza di riservare al confronto con il ministro Bussetti un tempo congruo, tenuto conto della complessità e numerosità degli argomenti da affrontare.
Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione delle risorse del Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205.
Atto n. 51.
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).
La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto.
Cristina PATELLI (Lega), relatrice, riferisce che la Commissione è chiamata a valutare se trasmettere alla Commissione Bilancio eventuali rilievi sugli aspetti di propria competenza dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ripartisce il Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese.
Si tratta del fondo istituito dalla legge di bilancio per il 2017 (legge n. 232 del 2016), destinato al finanziamento di investimenti in una serie di settori su un orizzonte temporale di quindici anni (dal 2017 al 2032). Il fondo è stato rifinanziato dalla legge di bilancio per il 2018 (legge n. 205 del 2017). Sullo stanziamento del fondo ha inciso il decreto-legge per Genova (n. 109 del 28 settembre 2018) – già discusso dalla Camera e ora all'esame del Senato – che ha utilizzato risorse per 585 milioni di euro. Attualmente, le risorse complessive del fondo ammontano, sull'arco dei quindici anni, a 35,53 miliardi di euro, di cui 717 milioni per il 2018, 1.420 milioni per il 2019, 2.143 milioni per il 2020 e complessivi 31.250 per gli anni dal 2021 al 2033. Secondo quanto previsto dalla legge di bilancio per il 2018 (articolo 1, comma 1072, della citata legge n. 205 del 2017), le risorse del fondo sono ripartite tra i seguenti settori di spesa: a) trasporti e viabilità; b) mobilità sostenibile e sicurezza stradale; c) infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione; d) ricerca; e) difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche; f) edilizia pubblica, compresa quella scolastica e sanitaria; g) attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni; h) digitalizzazione delle amministrazioni statali; i) prevenzione del rischio sismico; l) investimenti in riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie; m) potenziamento infrastrutture e mezzi per l'ordine pubblico, la sicurezza e il soccorso; n) eliminazione delle barriere architettoniche.
Ricorda che la legge di bilancio per il 2017 ha previsto che il fondo sia ripartito tra le amministrazioni dello Stato in relazione ai programmi da esse presentati. Le risorse del fondo sono conseguentemente divise tra i diversi Ministeri interessati, secondo gli importi esposti nella tabella allegata allo schema di decreto in esame. Gli interventi che si intende finanziare non sono tuttavia indicati nell'atto in esame né nella documentazione di accompagnamento. In occasione del riparto del primo finanziamento del Fondo, il Governo depositò nelle Commissioni – durante l'esame parlamentare dell'atto di Pag. 113riparto – una tabella che riportava le destinazioni dei finanziamenti per ciascuno dei settori di spesa previsti. La relazione trasmessa dal Governo ad accompagnamento dell'atto in esame precisa che il riparto del fondo tra i Ministeri e le aree di intervento è stato effettuato tenendo conto delle proposte formulate dalle amministrazioni dello Stato, dando priorità – tra l'altro – ai settori della cultura, dell'istruzione (scuola e università), della ricerca e dell'alta tecnologia. La medesima relazione specifica che i programmi di spesa potranno essere realizzati utilizzando i contributi anche attraverso operazioni finanziarie con oneri di ammortamento a carico del bilancio dello Stato con la Banca europea degli investimenti, la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, la Cassa depositi e prestiti e i soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività bancaria. La relazione sottolinea che gli interventi saranno oggetto di apposito monitoraggio.
Tutto ciò premesso, segnala che per il settore della ricerca, vengono assegnati al MIUR complessivamente 1.075 milioni di euro, di cui 19,6 milioni nel 2018, 46,3 milioni nel 2019, 51 milioni nel 2020 e 958,1 milioni totali per gli anni dal 2021 al 2033. Per il settore dell'edilizia pubblica compresa quella scolastica e sanitaria, vengono assegnati al MIBAC 445,1 milioni di euro complessivamente negli anni dal 2021 al 2033 e al MIUR 1.843,6 milioni di euro, di cui 61,4 milioni nel 2018, 49,3 milioni nel 2019, 63 milioni nel 2020 e 1.669 milioni negli anni dal 2021 al 2033. Per la digitalizzazione delle amministrazioni statali vengono assegnati al MIBAC, complessivamente, 27,8 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2033 e al MIUR 2,5 milioni di euro per il solo anno 2018. Per quanto concerne la prevenzione del rischio sismico, al MIBAC sono assegnati 278,2 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2033 e al MIUR 1.275 milioni di euro, di cui 85 milioni per ciascuno anno del biennio 2019-2020 e 1.105 milioni per gli anni dal 2021 al 2033. Nell'ambito del settore investimenti in riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie l'assegnazione al MIBAC ammonta complessivamente a 46,4 milioni nel periodo 2021-2033. Infine, nel settore di interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche vengono assegnati complessivamente al MIBAC 129,8 milioni di euro per il periodo 2021-2033.
Ricorda che lo schema prevede che l'individuazione degli interventi nell'ambito dei diversi settori di spesa avvenga secondo le procedure previste a legislazione vigente, anche, ove necessario, nel caso di interventi rientranti nelle materie di competenza regionale o delle province autonome, e limitatamente agli stessi, attraverso l'intesa con i livelli di governo decentrati e il sistema delle autonomie. Riguardo al coinvolgimento degli altri livelli territoriali, la legge di bilancio per il 2017 (comma 140 dell'articolo 1) – alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 74 del 2018 – ha stabilito che i decreti di riparto del fondo, nella parte in cui riguardano interventi rientranti nelle materie di competenza regionale o delle province autonome, e limitatamente agli stessi, devono essere adottati previa intesa con gli enti territoriali interessati ovvero in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Lo schema di decreto in esame rinvia invece il raggiungimento dell'intesa con gli enti territoriali interessati a un momento successivo, in relazione ai singoli interventi su cui risultasse necessaria la sua acquisizione. L'atto in schema prevede, infine, il monitoraggio e il controllo dei programmi finanziati.
Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) auspica che vi sia il tempo per un dibattito approfondito.
Giorgia LATINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.30.