Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti delle Giunte e Commissioni

Vai all'elenco delle sedute >>

CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 dicembre 2019
298.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 99

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 19 dicembre 2019.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.40 alle 10.50.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 19 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO, indi della vicepresidente Giorgia LATINI. – Intervengono la viceministra per l'istruzione, l'università e la ricerca Anna Ascani e la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo Anna Laura Orrico.

  La seduta comincia alle 10.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022.
C. 2305 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni.
C. 2305/I Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Relazione favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 18 dicembre 2019.

Pag. 100

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che entro le ore 14 dovrà essere deliberata la relazione per la Commissione Bilancio. La Commissione ha quindi a disposizione circa tre ore che – secondo quanto convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi – saranno impiegate per proseguire e concludere la discussione di carattere generale, esaminare gli emendamenti e deliberare la relazione. Avverte che, in ogni caso, la proposta di relazione del relatore sarà posta in votazione non oltre le ore 13.50. Gli emendamenti eventualmente non esaminati si considereranno respinti.
  Dopo aver quindi comunicato che gli emendamenti presentati sono 53 (vedi allegato 1), ricorda che le proposte emendative al disegno di legge di bilancio presentate nelle Commissioni di settore – premessa la valutazione della loro ammissibilità sotto il profilo della competenza per materia – sono sottoposte al vaglio di ammissibilità dei presidenti sotto il profilo sia della conformità al contenuto proprio (come determinato dalla legge di contabilità e finanza pubblica: legge n. 196 del 2009), sia del rispetto delle regole di copertura finanziaria. Precisa che, peraltro, il vaglio di ammissibilità svolto dai presidenti delle Commissioni di settore per questi ultimi due aspetti non ha carattere definitivo: ciò al fine di assicurare che gli emendamenti siano valutati nelle diverse Commissioni sulla base di criteri omogenei. La valutazione definitiva sarà quindi compiuta dal presidente della Commissione Bilancio nel corso dell'esame presso la stessa, fermo restando che gli emendamenti devono essere presentati anche nella Commissione Bilancio. Tutti gli emendamenti possono essere presentati direttamente presso la Commissione Bilancio. Ricorda al riguardo che il termine è scaduto oggi alle 9.30.
  Tutto ciò premesso, comunica che alcuni emendamenti non sono ammissibili in quanto intervengono su materie di competenza di altre Commissioni. Ricorda, infatti, che, ai sensi della lettera circolare del Presidente della Camera dei deputati del 16 ottobre 1996, la competenza in materia di personale dei Ministeri (compreso il personale della scuola) e in materia di formazione professionale in senso stretto spettano alla XI Commissione, quella in materia di dirigenti spetta alla I Commissione, quella in materia di finanze e detrazioni fiscali spetta alla VI Commissione. In particolare, non sono ammissibili gli emendamenti 1.1 Frassinetti, 1.2 Mollicone, 1.3 Frassinetti, 1.4 Frassinetti, 1.5 Mollicone, 1.10 Aprea, 1.14 Frassinetti, 1.15 Frassinetti, 1.17 Mollicone, 1.18 Mollicone, 1.19 Frassinetti, 1.20 Mollicone, 1.24 Frassinetti, 1.26 Mollicone, 1.27 Mollicone, 1.30 Casciello, 1.33 Mollicone, 1.46 Aprea, 1.50 Aprea, 1.52 Mollicone. Comunica inoltre che non sono ammissibili, in quanto privi di copertura finanziaria o recanti una copertura inidonea, gli emendamenti 1.12 Mollicone, 1.23 Mollicone, 1.25 Aprea, 1.34 Mollicone, 1.36 Mollicone, 1.38 Mollicone, 1.53 Frassinetti.

  Federico MOLLICONE (FDI), intervenendo sulla dichiarazione di inammissibilità, la contesta, sottolineando quanto elevato sia il numero di proposte emendative a sua firma dichiarate inammissibili e dicendosi convinto che questo dimostri come la valutazione sia stata parziale, anche perché le stesse proposte erano state ritenute ammissibili al Senato. Ritiene che la presidenza abbia fatto un uso strumentale del potere di giudicare le ammissibilità, di cui ha abusato in modi che assumono, a suo avviso, i contorni di una persecuzione nei confronti suoi e della sua parte politica.

  Luigi GALLO, presidente, dopo aver respinto, rivolgendosi al deputato Mollicone, l'accusa che ci sarebbe stato, da parte della presidenza, un intento persecutorio nei confronti di qualcuno, evidenzia che l'alto numero di emendamenti a prima firma Mollicone dichiarati inammissibili si spiega col fatto che la gran parte degli emendamenti presentati portano questa prima firma. Quanto al fatto che al Senato gli emendamenti sarebbero stati ammessi, fa presente che molti emendamenti presentati sono inammissibili Pag. 101nella VII Commissione, in quanto trattano argomenti estranei alla sua competenza, ma sono ammissibili se presentati in Commissione Bilancio.

  Federico MOLLICONE (FDI), intervenendo sull'organizzazione dei lavori, annuncia che richiamerà l'attenzione su quelle che il suo gruppo ritiene essere ripetute e gravi violazioni delle prerogative del Parlamento.
  In primo luogo, si riferisce al mancato rispetto del ruolo riservato dalla Costituzione al Parlamento nel procedimento di formazione delle leggi. L'articolo 70 della Costituzione affida la funzione legislativa alle due Camere e il successivo articolo 72 configura l'esame di ogni progetto di legge in due fasi – una prima fase da svolgersi in commissione e una seconda che coinvolge l'intera Aula – e prevede che la votazione si svolga dapprima articolo per articolo e poi sul testo finale. Tutto ciò per consentire al meglio a tutte le forze politiche, di maggioranza e di minoranza, di svolgere in pieno la loro funzione e permettere alle stesse e ai singoli parlamentari che ne fanno parte di espletare la relativa attività legislativa ed emendativa. L'articolo 72 della Costituzione, che definisce il preciso iter nella formazione delle leggi a tutela delle prerogative non comprimibili del Parlamento, deve trovare applicazione a maggior ragione nella sessione di bilancio, quando si discute e si decide della contribuzione dei cittadini allo Stato e di dove allocare le risorse disponibili, secondo priorità che esprimono precise scelte e sensibilità politiche dei diversi gruppi parlamentari e dei singoli deputati che li compongono. Nulla di tutto questo si ritrova nella attuale discussione sulla legge di bilancio, il cui testo, nella versione del Senato, è stato di fatto blindato e per la quale sono stati imposti tempi ristrettissimi per l'esame in commissione.
  In secondo luogo, lamenta una violazione del comma 2 dell'articolo 119 del regolamento della Camera, ai sensi del quale il documento di bilancio di previsione dello Stato deve essere depositato e reso disponibile ai deputati per un minimo di trentacinque giorni, al fine di consentire loro di averne piena comprensione e conoscenza e di porre in essere le eventuali attività legislative ed emendative di competenza. Nel sottolineare che i tempi previsti dalla maggioranza per l'esame della legge di bilancio sono stati in questo caso compressi e ridotti ad appena una settimana, rileva che la violazione della norma regolamentare è assolutamente evidente.
  In terzo luogo, depreca il ricorso a un maxiemendamento del Governo per la legge di bilancio e il conflitto di competenze che si instaura così tra poteri dello Stato. Nel maxiemendamento del Governo alla legge di bilancio, l'intero impianto originario della manovra è stato ricondotto ad un unico articolo composto da oltre novecento commi, il che ha reso difficile la lettura del testo e di fatto ha impedito ai parlamentari ogni contributo emendativo. Si tratta di un evidente caso di conflitto di competenze tra i poteri dello Stato, dal momento che così facendo il Governo limita o annulla prerogative che la Costituzione riserva esplicitamente al Parlamento. Sulla prassi del ricorso al maxiemendamento per comprimere l'attività legislativa in occasione della discussione della legge di bilancio, ricorda che si è espressa recentemente con accenti di forte criticità la stessa Corte costituzionale, sollecitata dal Partito democratico, i cui deputati sedevano allora tra i banchi dell'opposizione.
  In quarto luogo, denuncia la mancata costituzione della Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, che è ancor più incomprensibile alla luce di quanto accaduto in questi giorni in tema di banche, e della Commissione di inchiesta sui fatti del Forteto, la comunità di Vicchio in Mugello, per la quale si è arrivati al quarto rinvio della seduta costitutiva. Non è più tollerabile che, per problemi interni alla maggioranza, in un caso, e per pregiudizi ideologici, dall'altro, si impedisca di costituirsi e di lavorare a due commissioni che sarebbero di estrema utilità sul fronte, da una parte, della tutela dei diritti dei risparmiatori, anche relativamente alle recentissime vicende che Pag. 102coinvolgono la Banca popolare di Bari e gli obblighi di vigilanza di Consob e Bankitalia, e su quello, dall'altra parte, della difesa dell'infanzia e dei soggetti più deboli. La Commissione sul Forteto, in particolare, scoperchierebbe una volta per tutte il vaso di Pandora delle nefandezze, impunità e protezioni politiche da sinistra che hanno contraddistinto la gestione della comunità di Vicchio in Mugello in tutti questi anni.
  In quinto luogo, denuncia il mancato rinnovo dei vertici dell'Agenzia per le garanzie nelle comunicazioni e del Garante per la protezione dei dati personali. In due settori delicati e sensibili come quello della tutela della riservatezza e dei dati personali e delle garanzie nelle comunicazioni, non si può non denunciare il fatto che il rinnovo delle cariche dei presidenti e dei componenti dei rispettivi consigli, scaduti durante l'estate e già prorogati due volte per lo svolgimento delle sole funzioni ordinarie, slitterà ancora, con una terza proroga, contenuta nel decreto «mille proroghe», collegato al bilancio, al gennaio del 2020: fatto gravissimo censurato dallo stesso presidente pro tempore in proroga dell'AGCOM, Angelo Marcello Cardani; una procedura palesemente illegittima, che espone il Paese a possibili contestazioni da parte dell'Unione Europea, il cui ordinamento impone il costante funzionamento «a pieno regime» delle due Autorità, e soprattutto al rischio di ingovernabilità di numerosi settori strategici per la vita economica del Paese e per la tutela dei cittadini, consumatori ed utenti. Si tratta di proroghe ancor più gravi, visto che non sussiste alcuna situazione di necessità ed urgenza, dato che mesi sono passati senza che si decidesse nulla. Si scorge in questa operazione il tentativo, neppure troppo velato, della maggioranza di cambiare in corsa le regole del gioco, per modificare unilateralmente la stessa composizione dei vertici delle due autorità, nel tentativo di risolvere con mezzi illegittimi i problemi di tenuta politica della maggioranza, a discapito degli interessi dei cittadini e del Paese.
  In conclusione, dichiara che il suo gruppo, non ravvisando i requisiti minimi per un ordinato confronto democratico tra le diverse forze politiche e non intendendo avallare con la sua presenza comportamenti che sono politicamente gravissimi e potenzialmente illegittimi, abbandonerà l'aula della Commissione e da questo momento non prenderà parte ai lavori sulla legge di bilancio.

  Daniele BELOTTI (LEGA), dopo aver premesso che il suo gruppo, pur avendo anch'esso ragioni per andarsene, proseguirà il lavoro in Commissione per dovere istituzionale, esprime il proprio disappunto per le modalità con cui si svolge l'esame del disegno di legge di bilancio: un testo blindato, il cui passaggio alla Camera, meramente formale, svilisce il ruolo non solo dell'opposizione ma anche della maggioranza. Chiarisce che il suo gruppo non ha ritenuto di presentare emendamenti proprio in considerazione del fatto che sarebbe stato inutile, non potendo i deputati incidere in nessun modo sulla manovra. Deve rimarcare, inoltre, che la poca considerazione per il ruolo delle Commissioni è stata resa evidente ancor di più ieri, quando, nel corso della seduta, la rappresentante del Governo ha lasciato l'aula della Commissione per recarsi al Quirinale «a mangiare i pasticcini» offerti dal Capo dello Stato.
  Osserva che si deve ormai prendere atto che nella legge di bilancio non ci sono i tre miliardi di stanziamenti aggiuntivi per la scuola auspicati dal ministro Fioramonti, il cui comportamento – con la vicenda delle dimissioni prima preannunciate e poi ritrattate, anche se ancora possibili – getta discredito su tutta la classe politica.
  Trova inutile l'enfasi con cui la maggioranza pone in rilievo le risorse aggiuntive stanziate per la scuola, che sono assai inferiori rispetto a quelle auspicate e soprattutto insufficienti a garantire agli insegnanti l'aumento di stipendio in misura adeguata. A testimonianza di ciò, stanno le voci dei sindacati, delusi nelle aspettative tanto quanto tutto il mondo della scuola, Pag. 103che aveva creduto nelle promesse del ministro Fioramonti. Evidenzia per inciso l'effetto negativo dell'aumento delle tasse sulla plastica e sulle bevande zuccherate – il tipo di tasse che il ministro aveva invocato – che si abbatterà sull'ampio indotto delle principali aziende del settore. Esprime quindi forte dissenso rispetto alla disposizione, ascrivibile a un emendamento approvato al Senato, che prevede lo stanziamento di risorse per celebrare il centenario della nascita del Partito comunista.
  Nel settore dello sport, dopo aver lamentato la «latitanza» del ministro Spadafora, la cui audizione sulle linee programmatiche, da lui più volte sollecitata in sede di ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, non si è ancora svolta, si sofferma sulle disposizioni della legge di bilancio che recano misure in favore del professionismo femminile. Al riguardo invita a considerare l'effetto negativo che tali norme, al termine del triennio di applicazione di sgravi contributivi, provocheranno sulle piccole società, le quali, con molta probabilità, non riusciranno a sopravvivere.
  Esprime quindi, in conclusione, un giudizio del tutto negativo sul complesso della manovra, con particolare riguardo alle nuove tasse introdotte e a quelle aumentate.

  Marco MARIN (FI), dopo aver definito il disegno di legge di bilancio un compromesso al ribasso tra le forze politiche che sostengono il Governo, si sofferma sulla questione delle presunte dimissioni del ministro Fioramonti: vicenda che reputa assurda e imbarazzante. Tuttavia, ritiene che la questione più rilevante sia da rinvenire nel fatto che alla fine non sono stati stanziati dal Governo i tre miliardi dal ministro giudicati necessari per sostenere le misure indispensabili sulla scuola, il che lascia immaginare che le politiche preannunciate dal ministro non saranno realizzate.
  Associandosi quindi al deputato Belotti nella doglianza per la mancata audizione del ministro Spadafora, rileva che, ad ogni modo, lo sport è rimasto privo di una vera guida, dopo Giorgetti, e, sempre concordando con Belotti, si dichiara convinto che l'incremento delle tasse sulla plastica e sullo zucchero manderà in crisi le aziende produttrici dei prodotti che saranno colpiti.
  Con riferimento poi alla compressione dei tempi per l'esame del disegno di legge di bilancio alla Camera, richiama la lettera pubblicata qualche giorno fa da «Il sole 24 ore», con la quale il Presidente della Camera rivendicava la centralità del ruolo del Parlamento: una centralità teorizzata dal presidente Fico, ma non fatta valere nei fatti.
  In conclusione, dopo aver infine evidenziato come il rapporto deficit/PIL si stia pericolosamente avvicinando al 3 per cento, esprime la propria contrarietà a un disegno di legge di bilancio che impone ai deputati il ruolo di passacarte, non consentendo loro di rappresentare gli interessi degli italiani che li hanno eletti.

  Luigi GALLO, presidente, con riferimento alla lettera del Presidente della Camera, ricorda che tutti i presidenti di Commissione si sono uniti alle istanze rappresentate dal presidente Fico. Quanto alla mancata audizione del ministro Spadafora, chiarisce che essa non è imputabile a una responsabilità del ministro, quanto piuttosto alla difficoltà di individuare una data che soddisfi insieme le esigenze delle due Commissioni interessate, le Commissioni competenti di Camera e Senato, e quelle del ministro.

  Marco BELLA (M5S), rifacendosi all'intervento del deputato Belotti, sottolinea che il Movimento 5 Stelle condivide e appoggia la richiesta di tre miliardi di euro per la scuola avanzata dal ministro Fioramonti. Evidenzia che la scuola è la migliore agenzia di collocamento esistente per i giovani e che, pertanto, ogni sforzo teso a migliorarne il funzionamento deve essere apprezzato. Dopo aver quindi ricordato le diverse importanti misure afferenti ai settori di competenza della Commissione che sono recate dal disegno di Pag. 104legge di bilancio, invita a riflettere sull'incremento delle risorse comunque conseguito dal Governo nei settori dell'istruzione, dell'università e della ricerca – il quale è stato riconosciuto anche dal CUN, – rivendicando che si tratta di risultati meritevoli di apprezzamento, ancorché non si tratti di tre miliardi.

  Valentina APREA (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede la chiusura della discussione di carattere generale, per iniziare l'esame degli emendamenti.

  Luigi GALLO, presidente, premesso che in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è concordato di concludere oggi la discussione di carattere generale, senza fissare termini temporali, invita i deputati a contenere i tempi dei loro interventi.

  Rossano SASSO (LEGA), dopo aver osservato che l'intervento del deputato Bella, privo di contenuti concreti, gli è parso espressione di un atteggiamento ostruzionistico da parte della stessa maggioranza, commenta che non c’è traccia, nel disegno di legge di bilancio, delle importanti misure evocate dal collega; anzi, appare evidente che il provvedimento ha disatteso tutte le promesse dei mesi precedenti. Si riferisce, in particolare, all'esiguità dell'incremento delle risorse per i docenti della scuola, alla mancata adozione di misure per la riduzione del sovraffollamento nelle classi e all'occasione perduta per far rientrare i docenti costretti a trasferirsi lontano dalle famiglie. Sottolinea quindi che gli incrementi di risorse maggiori sono imputati ad esercizi finanziari successivi a quello del prossimo anno, cioè sono promessi per anni nei quali, presumibilmente, questo Governo non sarà più in carica.
  Conclude stigmatizzando l'atteggiamento del ministro Fioramonti, che preannuncia le dimissioni senza poi dare seguito a quanto dice.

  Domenico FURGIUELE (LEGA) esprime anch'egli contrarietà rispetto alle modalità con cui i deputati sono costretti a esaminare il disegno di legge di bilancio: un provvedimento che, a suo avviso, delinea una «manovra delle retromarce», con la quale sono introdotte nuove tasse per sterilizzare un aumento di una tassa, l'IVA, che comunque risulta alla fine solo rinviato. Trova sconcertante l'atteggiamento della Commissione dell'Unione europea, che quest'anno non ha detto nulla a proposito dell'altissimo rapporto deficit/PIL, mentre invece ha tuonato l'anno prima, quando la manovra era stata curata da un Governo di segno politico opposto. Altrettanto sconcertante gli appare l'atteggiamento omertoso e remissivo del Partito democratico, che, trovandosi ora al Governo, tace sul reddito di cittadinanza e sugli effetti che ha sul bilancio, su cui quand'era all'opposizione faceva fuoco e fiamme. Ritiene che le norme ambigue e confusionarie della manovra ne abbiano imposto la blindatura per timore di un confronto parlamentare che ne avrebbe messo in luce i cedimenti in favore delle banche, grazie all'imposizione dei pagamenti elettronici, l'eccessivo peso fiscale e la mancanza di risorse. Con riferimento poi alle materie di competenza della Commissione, segnala che vengono proposti solo piccoli interventi isolati, peraltro sperequati, che non riguardano mai il Mezzogiorno, che è trascurato, in particolare la Calabria, sua regione di provenienza.

  Angela COLMELLERE (LEGA) condivide le recriminazioni dei colleghi già intervenuti in merito alla compressione dei tempi di esame. Esprime l'avviso che le norme del provvedimento siano scoordinate e dettate dalla sola esigenza di imporre tagli alla spesa, spesso finalizzate alla creazione di enti inutili. Si riferisce in particolare all'istituzione dell'Agenzia nazionale della ricerca, che sarà posta sotto il controllo della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Ne critica il sistema di governance, a suo parere fortemente politicizzata, evidenziando che ai suoi organi spetterà la scelta dei progetti Pag. 105di ricerca da finanziare, a dispetto del fatto che le medesime competenze siano già assegnate al CNR. Un altro profilo che dichiara di non condividere concerne la reintroduzione dell'obbligo per le università di approvvigionarsi attraverso la Consip, in contrasto con quanto previsto dal decreto-legge scuola, approvato dalla Camera solo poche settimane fa. Conclude, sottolineando che con la manovra in esame il Paese fa molti passi indietro.

  Cristina PATELLI (LEGA), dopo aver premesso di apprezzare le misure introdotte a sostegno delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026, esprime il proprio giudizio negativo sul contenuto del disegno di legge di bilancio nel suo complesso, ritenendo che questo si concentri soprattutto sull'aumento delle tasse, sulle manette per gli evasori e sull'eliminazione della cedolare secca. Dopo aver rilevato che l'Ufficio parlamentare del bilancio ha evidenziato stime inesatte rispetto al gettito atteso, afferma di trovare la legge di bilancio imbarazzante per la sua modestia, rinvenibile anche nell'assenza di risorse, con particolare riguardo al settore di competenza della Commissione. In proposito, al di là della circostanza delle presunte dimissioni del ministro dell'istruzione, osserva che la scuola si riconferma, a suo avviso, la cenerentola del bilancio, registrando il mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo per il comparto scuola, con riferimento sia ai concorsi disattesi che all'esiguità degli aumenti per gli insegnanti. Conclude evidenziando la difficoltà di assegnare le risorse per l'edilizia scolastica nonché i pochi sforzi effettuati per potenziare il settore dell'università e della ricerca, che continuerà ad essere segnato dalla fuga all'estero dei giovani ricercatori.

  Giorgia LATINI (LEGA) ritiene che il disegno di legge di bilancio non fornisca le risposte attese, specialmente sul fronte dell'edilizia scolastica rispetto al quale sono state stanziate risorse solo per asili nido e scuole dell'infanzia. Non si prevedono risorse in favore di comuni e province per mettere in sicurezza le scuole di appartenenza e per garantire agli studenti luoghi di studio adeguati. Sottolinea, inoltre, l'urgenza di allestire strutture in quei comuni che non dispongono di spazi dove ospitare gli studenti le cui scuole saranno interessate dai lavori di restauro.

  Luigi GALLO, presidente, avverte che non ci sono altri iscritti a parlare nella discussione di carattere generale. La Commissione passa quindi all'esame degli emendamenti.

  Gabriele TOCCAFONDI (IV), relatore, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative.

  La sottosegretaria Anna ASCANI, a nome del Governo, esprime parere conforme a quello del relatore.

  Valentina APREA (FI), intervenendo sul complesso degli emendamenti presentati dal suo gruppo, afferma che ormai «il re è nudo» e che la maggioranza, con questo disegno di legge e con la vicenda delle dimissioni del ministro Fioramonti, dimostra di aver raccontato una storia di fantasia. Con le norme della manovra in esame infatti non si potrà fare niente di quanto promesso: non una buona scuola, né una buona università, né buona ricerca. Si sofferma in particolare sulle disposizioni relative al «bonus docenti» che, contraddicendo a quanto previsto dal decreto-legge scuola in corso di esame al Senato, rivelano un modo schizofrenico di scrivere le leggi, che non fa bene alla scuola italiana. Apprezza le norme introdotte per la formazione in campo tecnologico degli insegnanti e lo stanziamento di risorse in favore delle scuole paritarie che accolgono alunni disabili, ancorché limitate agli asili nido e alle scuole dell'infanzia.
  Con riferimento agli ITS, sottolinea il forte ritardo nel loro sviluppo territoriale per mancanza di finanziamenti, a dispetto della rilevanza che rivestono nella formazione. Evidenzia, in proposito, che le poche risorse che vengano assegnate a tale Pag. 106percorso di istruzione dal disegno di legge di bilancio vengono prelevate dal Fondo per l'istruzione e formazione tecnica superiore, già di per sé insufficiente ad assicurare il perseguimento delle finalità cui è destinato. Aggiunge che gli ITS andrebbero potenziati e maggiormente diffusi sul territorio perché il loro potenziale è enorme.
  Si sofferma quindi sull'alternanza scuola lavoro, la cui validità è stata confermata in diverse occasioni, anche dagli stessi ragazzi che hanno avuto la possibilità di apprendere in contesti lavorativi e per la quale occorrono più ore e maggiori risorse.
  Invita il Governo a potenziare l'internazionalizzazione, perché le esperienze all'estero offerte dalle scuole non possono più essere limitate alle anacronistiche gite scolastiche, che nulla aggiungono all'apprendimento. Gli stage e i tirocini all'estero devono essere sviluppati e favoriti specialmente per gli studenti più meritevoli.
  Interviene infine sul sistema duale, la cosiddetta seconda gamba del sistema nazionale d'istruzione, il cui finanziamento è garantito dalle regioni e dal Ministero del lavoro. Dopo aver ricordato la riforma realizzata dal Governo Berlusconi quando ministra dell'istruzione era Mariastella Gelmini, invita la rappresentante del Governo a farsi carico di un potenziamento dell'istruzione professionale che merita di essere sostenuto attraverso opportuni finanziamenti.
  Conclude annunciando che il suo gruppo ritira i propri emendamenti.

  La sottosegretaria Anna ASCANI, intervenendo in replica, si sofferma in via preliminare sugli interventi che hanno avuto ad oggetto le dichiarazioni del ministro Fioramonti, osservando che non spetta a lei commentare queste ultime.
  Quanto alla manovra di bilancio, sottolinea che il Governo di cui fa parte si è trovato di fronte, a settembre, una situazione gravemente compromessa e disastrosa e che sapeva che qualunque intervento si fosse potuto fare non sarebbe stato comunque sufficiente, atteso che scuola, università e ricerca avrebbero bisogno di finanziamenti di gran lunga più ingenti di quelli che sono realisticamente possibili nell'immediato. È quindi consapevole che nessuna misura adottata può ritenersi completamente soddisfacente. Rivendica tuttavia al Governo numerosi meriti, negli ambiti di competenza del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, rimarcando che si è fatto il meglio che era possibile nelle condizioni date.
  Innanzitutto, sono state reperite risorse – ed è la parte più consistente – per il rinnovo contrattuale del comparto istruzione e ricerca: sulla base delle dotazioni disponibili a legislazione vigente, l'aumento salariale sarebbe stato di 12 euro lordi, mentre, grazie all'intervento della legge di bilancio, salirà a 80 euro, che sono certamente ancora insufficienti, ma decisamente più di quello che sarebbe stato in assenza della manovra. Il Governo è del resto impegnato a cercare un sistema più equo nel rinnovamento contrattuale e si augura nel contempo di poter stipulare un patto sociale nuovo con gli insegnanti, che tocchi non solo le questioni salariali, ma anche altri argomenti, per esempio la formazione. Rimarca che sono previsti anche 200 milioni per la retribuzione di secondo livello, e quindi per la valorizzazione degli insegnanti.
  Con riferimento poi al rinnovo contrattuale per i dirigenti scolastici, rivendica a merito del Governo il fatto che sono state reperite le risorse per gli aumenti stipendiali ed è stato quindi sventato il rischio che gli impegni con le parti non potessero essere onorati.
  In materia di edilizia scolastica, sottolinea che risorse per questa finalità sono previste nel fondo per il finanziamento di investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Con il decreto di riparto del Presidente del Consiglio dei ministri saranno presto assegnate alle regioni risorse cospicue: 510 milioni a gennaio e 320 a febbraio.
  A parte questo, sono previsti stanziamenti nuovi per gli asili nido e per il sistema integrato di istruzione 0-6 anni. Pag. 107Sono previsti aiuti alle famiglie per le rette degli asili nido, nella consapevolezza che il passaggio negli asili nido è un gradino educativo fondamentale – indagini hanno dimostrato che chi riceve un'istruzione già prima dei tre anni è destinato a maggior successo nella vita – per cui il contributo per le rette non è solo un intervento a favore della famiglia, ma rientra nella difesa del diritto allo studio.
  Parimenti importante, a suo avviso, è l'aumento delle risorse per il diritto allo studio universitario, che è stato raddoppiato al Senato, rispetto al testo iniziale del disegno di legge di bilancio. È essenziale peraltro che anche le regioni contribuiscano in questo, per superare il fenomeno inaccettabile degli «idonei non beneficiari».
  Di quanto è stato fatto per le scuole paritarie, osserva poi, si è già parlato nel corso del dibattito. Sottolinea però anche l'importanza dei mille posti in più sul sostegno: non si tratta certamente ancora del pieno assorbimento dell'organico di fatto, ma comunque è un passo in avanti.
  Quanto all'università, le risorse stanziate per il FFO sono ancora insufficienti, ma, anche in questo caso, sono comunque risorse aggiuntive. Si dice anche convinta che l'Agenzia nazionale per la ricerca – di cui si tratterà certamente di verificare l'efficacia – possa migliorare la situazione, razionalizzando l'uso delle risorse per la ricerca. Assicura al riguardo che il Ministero vigilerà che i fondi pervengano effettivamente ai ricercatori.
  Sulle borse per le specializzazioni in medicina, sottolinea che sono state aggiunte risorse per mille posti in più, che non sono comunque ancora sufficienti rispetto al fabbisogno di medici specialisti del Paese, per cui sarà necessario intervenire nuovamente per ottenere qualche risultato in più in corso d'anno, oltre che trovare un sistema per recuperare le risorse per le borse che si perdono in corso d'anno.
  Infine, sottolinea che sono state reperite risorse per la formazione digitale dei docenti, anche di quelli già assunti.

  Luigi GALLO, presidente, chiarisce che, avendo il gruppo di Forza Italia ritirato gli emendamenti ed essendo decaduti, per assenza dei presentatori, gli emendamenti del gruppo di Fratelli d'Italia, la Commissione passa all'esame della proposta di relazione del relatore.

  Gabriele TOCCAFONDI (IV), relatore, premesso di concordare sull'irritualità di questo modo di esaminare il disegno di legge di bilancio, pone in evidenza le condizioni di difficoltà nelle quali ha dovuto operare il Governo, che, subentrato al precedente solo nel mese di settembre, ha dovuto costruire con estrema rapidità una manovra di bilancio che aveva come primo obiettivo quello di scongiurare un aumento dell'IVA. Assicurando quindi di aver voluto tener conto di diversi spunti emersi nel corso del dibattito, formula una proposta di relazione con osservazioni (vedi allegato 2).

  Valentina APREA (FI) rileva che le osservazioni contenute nella proposta di relazione sembrano pensate per lavarsi la coscienza: meglio sarebbe stato proporre una relazione favorevole senza osservazioni.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione del relatore (vedi allegato 2).

Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005.
C. 2165, approvata in un testo unificato, dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, La Commissione deve esprimere il parere alla Commissione esteri sulla proposta di legge C. 2165, approvata dal Senato, su iniziativa del senatore Marcucci, Pag. 108recante la ratifica e l'esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005, cui, in Commissione di merito, è stata abbinata la proposta di legge C. 476 Ascani.
  Ricordo preliminarmente che la Convenzione è entrata in vigore nell'ottobre del 2011, al raggiungimento del decimo strumento di ratifica. È stata ad oggi ratificata da 18 Paesi membri del Consiglio d'Europa. L'Italia ha sottoscritto la Convenzione il 27 febbraio 2013.
  La Convenzione si fonda sul presupposto che la conoscenza e l'uso dell'eredità culturale rientrino pienamente fra i diritti umani, ed in particolare nell'ambito del diritto dell'individuo a prendere liberamente parte alla vita culturale della comunità.
  La Convenzione disegna un quadro di riferimento per le politiche sul patrimonio culturale e si articola in un preambolo e 23 articoli, suddivisi in cinque parti.
  La Parte I richiama gli ideali e i principi posti a fondamento del Consiglio d'Europa e rimarca il valore e il potenziale del patrimonio culturale come risorsa per lo sviluppo durevole e per la qualità della vita. Definisce quindi i propri obiettivi, individuando un «diritto al patrimonio culturale», cioè in sostanza riconoscendo la responsabilità individuale e collettiva nei confronti del patrimonio culturale e sottolineando l'importanza della conservazione di questo patrimonio ed il suo ruolo nella costruzione di una società pacifica e democratica (articolo 1). Il «patrimonio culturale» è definito come l'insieme delle risorse ereditate dal passato, riflesso di valori e delle credenze, e la «comunità patrimoniale» quale l'insieme di persone che attribuiscono valore a quel patrimonio (articolo 2). La Convenzione definisce quindi i diritti e le responsabilità concernenti il patrimonio culturale e fissa l'impegno per le Parti firmatarie a riconoscere il suo interesse pubblico, a valorizzarlo, a predisporre disposizioni legislative conseguenti e a favorire la partecipazione alle attività ad esso correlate (articoli 4 e 5).
  La Parte II della Convenzione (articoli 7-10) è dedicata al contributo del patrimonio culturale allo sviluppo dell'essere umano e della società, ed esplicita l'impegno delle Parti ad utilizzare tutte le caratteristiche del patrimonio culturale per contribuire ai processi di sviluppo economico, politico e sociale, per rafforzare la coesione sociale e per promuovere obiettivi di qualità nelle modificazioni dell'ambiente (articoli 8-10).
  La Parte III (articoli 11-14) è dedicata al tema della responsabilità condivisa nei confronti del patrimonio culturale e alla partecipazione del pubblico, e prescrive l'impegno delle Parti a promuovere un'organizzazione congiunta delle responsabilità da parte delle istituzioni pubbliche e ad incoraggiare l'accesso al patrimonio culturale, anche attraverso l'utilizzo delle tecnologie digitali. Il testo traccia inoltre uno stretto raccordo fra il patrimonio culturale e gli strumenti della conoscenza e della formazione (articolo 13).
  La Parte IV (articoli 15-17) è dedicata ai meccanismi di controllo e di cooperazione in relazione al patrimonio culturale, impegnando le Parti a sviluppare un esercizio di monitoraggio in tema di legislazione e di politiche, attribuendo questo compito a un apposito Comitato, nominato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa.
  Da ultimo, le clausole finali (Parte V, articoli 18-23) definiscono le modalità per la firma, per l'adesione, per l'applicazione territoriale, per la denuncia e per l'emendabilità del testo convenzionale.
  Il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica si compone a sua volta di cinque articoli che riguardano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica (articolo 1), l'ordine di esecuzione (articolo 2), le misure attuative dell'articolo 13 della Convenzione (articolo 3), la copertura finanziaria (articolo 4) e l'entrata in vigore (articolo 5). L'articolo 3, in particolare, al fine di favorire la correlazione tra il patrimonio culturale, il settore dell'istruzione e quello della formazione, prevede che il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca – di concerto con il Pag. 109ministro per i beni e le attività culturali e il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale – adotti un proprio decreto per stabilire le modalità di attuazione della convenzione, prevedendo in particolare un programma triennale di iniziative dirette al perseguimento delle linee di intervento previste dalla Convenzione, tale che assicuri su base pluriennale il perseguimento di tutti gli obiettivi previsti dalla Convenzione.
  Dall'applicazione della Convenzione, da realizzare anche mediante la salvaguardia delle figure professionali coinvolte nel settore, non possono derivare limitazioni rispetto ai livelli di tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale garantiti dalla Costituzione e dalla vigente legislazione in materia.
  Conclude aggiungendo che alla proposta di legge C. 2165, approvata dal Senato, è stata abbinata in Commissione affari esteri la proposta di legge C. 476 Ascani, che sostanzialmente reca l'autorizzazione alla ratifica della Convenzione e l'ordine di esecuzione della stessa.

  Giorgia LATINI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.20.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Soppressione del divieto di contemporanea iscrizione a più università o corsi di studio universitari.
C. 43 Schullian, C. 1350 Ascani, C. 1573 Minardo, C. 1649 Sasso, C. 1924 CNEL e C. 2069 Lattanzio.

Istituzione del Sistema nazionale a rete degli osservatori dello spettacolo.
C. 1582 Carbonaro.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Pag. 110