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CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 giugno 2020
393.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 87

RISOLUZIONI

  Martedì 23 giugno 2020. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'istruzione Anna Ascani.

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

7-00438 Frassinetti, 7-00443 Casa, 7-00444 Sasso, 7-00450 Aprea, 7-00454 Toccafondi, 7-00480 Aprea, 7-00483 Casa: Misure in materia di istruzione, anche alla luce dell'epidemia di Covid-19.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata nella seduta del 27 maggio scorso.

  Luigi GALLO, presidente, avverte che sulla stessa materia delle risoluzioni in titolo è stata assegnata alla Commissione anche la risoluzione 7-00501 Fusacchia, che sarà discussa congiuntamente alle altre.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E), prima di illustrare la sua risoluzione, ritiene opportuno richiamare l'attenzione di tutti sul fatto che, mentre la Commissione discute le risoluzioni in titolo, sono in gestazione altri provvedimenti Pag. 88sulla scuola, rispetto ai quali bisogna quindi che la Commissione si coordini: si riferisce in particolare al decreto-legge «rilancio», che contiene disposizioni importanti sulla scuola e che è in corso di modifica, e alla riunione annunciata della Conferenza Stato-Regioni che dovrà discutere delle linee guida per la riapertura delle scuole in sicurezza.
  A tale ultimo riguardo, osserva che le recenti audizioni di Patrizio Bianchi, per il Comitato di esperti costituito dalla ministra Azzolina, e di Agostino Miozzo, per il Comitato tecnico-scientifico, sono state deludenti in quanto non hanno fatto in nessun modo chiarezza sulle modalità e sui tempi della riapertura delle scuole. In generale, nota che il Comitato di esperti si è rimesso alle decisioni del Comitato tecnico scientifico, il quale, a sua volta, si è rimesso al Governo. Auspica a questo punto che il chiarimento possa giungere dalla Ministra dell'istruzione e che le questioni connesse alla ripresa delle attività didattiche possano essere finalmente discusse anche nel Parlamento, che finora è stato lasciato al margine delle decisioni sul futuro della scuola.
  Venendo alla risoluzione di cui è primo firmatario, sottolinea in primo luogo che è stata sottoscritta trasversalmente da una ventina di deputati, appartenenti a più gruppi di maggioranza, alcuni dei quali membri di altre Commissioni. Il coinvolgimento di deputati di altre Commissioni è apparso necessario anche perché alcuni punti della risoluzione sono di pertinenza di Ministeri diversi da quello dell'istruzione, per esempio dove si parla del servizio di trasporto pubblico locale. Lo spirito che anima la risoluzione è quello di tentare di far capire che la scuola deve essere una priorità per tutti: non solo per la Commissione cultura, ma per tutto il Parlamento; non solo per il Ministero, ma per il Governo e per il sistema Paese nella sua interezza. Il senso politico della risoluzione è, quindi, quello di una «spinta» al Governo affinché ponga la scuola al centro della sua attenzione, come finora non ha fatto. La sua sensazione è che purtroppo si sia perso tempo e che anche l'estate stia per passare invano, mentre occorrerebbe agire rapidamente per fare in modo che la scuola riassuma in tempi certi il suo ruolo fondamentale. Avrebbe voluto vedere maggiore proattività, anche nelle comunità locali, per andare incontro alle legittime aspettative degli studenti e delle loro famiglie. Si rischia invece di alimentare aspettative irrealistiche, che andranno deluse.
  Proprio perché questa è l'aspettativa e l'esigenza delle famiglie, la risoluzione impegna il Governo, innanzitutto, ad assicurare la riapertura delle scuole dal 1o settembre, e ad assicurarla per tutti gli studenti, non solo per quelli in ritardo nei percorsi di apprendimento. È evidente, infatti, che tutti gli studenti hanno subito un ritardo: al di là delle lezioni che si sono potute svolgere in modalità telematica, tutti gli studenti hanno subito un danno, a diversi livelli, per effetto del lungo periodo di chiusura delle scuole. È pertanto inopportuno prevedere per l'inizio di settembre soltanto il recupero formativo per gli studenti con debiti scolastici, in quanto per tutti sarà necessario recuperare quanto è andato perduto, anche in termini di esperienza di socialità e di rapporto diretto con i propri docenti.
  Passando ad illustrare le dieci linee di indirizzo che la risoluzione indica come prioritarie nel campo della scuola e per l'avvio del prossimo anno scolastico, si sofferma in particolare sul primo di essi, che prevede una ricognizione e una valutazione dettagliata dell'esperienza della didattica a distanza. Senza questa ricognizione non sarà possibile individuare le situazioni di maggiore fragilità, il che è invece presupposto necessario per intervenire a contrastare le disuguaglianze che la didattica a distanza ha sicuramente accentuato, soprattutto a danno degli studenti in condizioni di maggior disagio sociale, di quelli con disabilità o con bisogni educativi speciali.
  Dopo aver illustrato gli altri impegni richiesti al Governo, conclude invocando maggior attenzione per la gestione della lunga transizione della scuola verso la normalità e sottolineando l'ultimo impegno Pag. 89chiesto al Governo: se si vuole davvero realizzare la scuola del futuro e farne il motore della crescita del Paese, servono risorse finanziarie importanti.

  Paolo LATTANZIO (M5S), nel sottolineare la natura trasversale della risoluzione 7-00501, di cui è cofirmatario e che nasce da uno scambio di idee tutto interno al Parlamento, evidenzia che essa giunge dopo due audizioni – quella del Comitato di esperti e quella del Comitato tecnico scientifico – alquanto deludenti a fronte delle aspettative che avevano polarizzato, in quanto non hanno chiarito in che modo la scuola riprenderà la sua attività.
  Evidenzia quindi che la risoluzione in argomento vuole dare un preciso contributo alla riflessione sugli interventi necessari per la scuola, focalizzando la discussione su tre assi principali: quello dei fondi, affinché alla scuola sia dato un peso maggiore in sede di riparto dei finanziamenti nazionali ed europei; quello del protagonismo dei ragazzi e delle ragazze, che devono essere ascoltati e messi al centro dei patti territoriali educativi; e, infine, quello del piano pedagogico nazionale, che è necessario per dare indicazioni precise, anche da un punto di vista logistico, a famiglie e dirigenti scolastici per la creazione della scuola post-Covid-19. In proposito invita a non sottovalutare le ricadute negative, in termini educativi e sociologici, di molte scelte effettuate in nome della sicurezza, come quella di far rientrare a scuola il 1o settembre solo gli studenti ai quali è stato attribuito un debito scolastico. In questo modo si corre il rischio di apporre su alcuni una sorta di stigma sociale che non farebbe che alimentare le disuguaglianze che è invece importante combattere, e che si possono combattere garantendo modalità di ripresa non discriminanti né ghettizzanti.
  Ricorda che in nome della sicurezza è stata effettuata una sospensione di diritti primari che vanno quanto prima ripristinati per scongiurare disastri pedagogici e per orientare nella giusta direzione il percorso della scuola. Si riferisce, in particolare, al diritto allo studio e al diritto al gioco, la cui mancanza ha provocato un disagio che è stato somatizzato da molti ragazzi e si è tradotto in nuovi disagi. Specifica che la richiesta contenuta nella risoluzione di riaprire le scuole dal 1o settembre per tutti, e non solo per alcuni, nasce appunto dalla convinzione che tutti gli studenti e le studentesse hanno subito un deficit educativo e sociologico e che occorre colmarlo prima possibile.
  Riferendosi poi all'audizione di Patrizio Bianchi, ritiene che alcuni ragionamenti su una maggiore attenzione alle fragilità, sull'ampliamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche e sulla personalizzazione dell'offerta formativa riflettano una comune sensibilità e si dice convinto che da questi temi, insieme con quello dell'edilizia scolastica, occorra ripartire, iniziando a lavorare sin da ora.
  Invita a riflettere sul ruolo che si vuole assegnare alla scuola e a trarre le conseguenze: nel senso che – se si vuole riconoscere centralità alla scuola, all'istruzione dei bambini e delle bambine – occorre prendere atto che è necessario un forte riconoscimento economico.
  Conclude il suo intervento ricordando la figura di Giulio Giorello, scomparso da pochi giorni, la cui ammirevole capacità di incrociare i saperi è stata di esempio per tutti.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), intervenendo sull'organizzazione dei lavori, preannuncia la presentazione di una risoluzione anche del gruppo del Partito democratico in materia di istruzione. Segnala quindi che la risoluzione discussa oggi sposta in parte l'attenzione rispetto alle altre risoluzioni già presentate, le quali, alla luce dei nuovi provvedimenti approvati o in corso di approvazione in materia di scuola, rischiano di apparire datate. Riterrebbe quindi opportuno che i contenuti di tutte le risoluzioni in titolo venissero rivisti dai presentatori e che si lavorasse tutti per raggiungere un equilibrio finale che consenta alla Commissione di essere unita e quindi più incisiva nel fare le sue richieste al Governo.

Pag. 90

  Valentina APREA (FI) dissente dalla deputata Piccoli Nardelli. È vero che le risoluzioni già presentate possono apparire superate, ma non condivide la proposta di un loro aggiornamento, che implicherebbe a molti un lavoro solitario e forse inutile, dato che di scuola si sta discutendo su molti tavoli contemporaneamente. Propone, piuttosto, di lavorare tutti insieme, anche informalmente, per giungere presto a una sintesi condivisa che consenta di far arrivare la voce della Commissione anche agli altri tavoli in cui si sta discutendo di scuola.

  Luigi GALLO, presidente, preso atto che vi sono altre richieste di intervento, propone di rinviare la discussione ad altra seduta, per passare alla trattazione degli altri punti previsti all'ordine del giorno di oggi.

  La Commissione concorda.

  Luigi GALLO, presidente, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.50.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 giugno 2020. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'istruzione Anna Ascani.

  La seduta comincia alle 13.45.

Ratifica ed esecuzione dell'accordo quadro tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Australia, dall'altra, fatto a Manila il 7 agosto 2017.
C. 2121 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Marco BELLA (M5S), relatore, riferisce che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere, in sede consultiva, alla Commissione affari esteri sul disegno di legge n. 2121 – già approvato dal Senato, il 25 settembre 2019 – il quale prevede «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Australia, dall'altra, fatto a Manila il 7 agosto 2017». Ricorda che le relazioni tra l'Unione europea e l'Australia si basano sull'Accordo quadro di partenariato stabilito nel 2008, mentre i negoziati per la conclusione di un Accordo quadro più completo hanno avuto inizio nel 2011 e sono attualmente in fase di applicazione provvisoria, in attesa del completamento delle procedure di ratifica in corso nell'UE e nei suoi Stati membri. L'Accordo consolida e rafforza i tre pilastri della collaborazione tra le Parti: la cooperazione in materia di politica estera e di sicurezza di interesse comune; la cooperazione economica e commerciale; la cooperazione settoriale, relativa a ricerca e innovazione, istruzione e cultura, migrazione, lotta contro il terrorismo, lotta contro criminalità organizzata e criminalità informatica, cooperazione giudiziaria, tutela dei diritti di proprietà intellettuale.
  L'accordo si compone di 64 articoli, suddivisi in dieci titoli. Si tratta in particolare di: Finalità e fondamenti dell'accordo (titolo I); Dialogo politico e cooperazione in materia di politica estera e sicurezza (titolo II); Cooperazione in materia di sviluppo globale e aiuti umanitari (titolo III); Cooperazione in materia economica e commerciale (titolo IV); Cooperazione in materia di giustizia, libertà e sicurezza (titolo V); Cooperazione nei settori della ricerca, dell'innovazione e della società dell'informazione (titolo VI); Cooperazione nei settori dell'istruzione e della cultura (titolo VII); Cooperazione nei settori dello sviluppo sostenibile, dell'energia e dei trasporti (titolo VIII); Quadro istituzionale (titolo IX) e Disposizioni finali (titolo X).
  Con riguardo alle materie di riferimento della VII Commissione, segnala che gli articoli 41 e 42 (Titolo VI) recano Pag. 91norme in materia di cooperazione nei settori della ricerca, dell'innovazione e della società dell'informazione. In particolare, con l'articolo 41 le Parti convengono di rafforzare la cooperazione nei settori della scienza, ricerca e innovazione, previo esame del Comitato misto istituito secondo l'articolo 56 dell'Accordo, migliorando le possibilità a disposizione degli attori pubblici e privati e delle piccole e medie imprese, potenziando le varie infrastrutture di ricerca, finanziando e definendo le priorità e intensificando la mobilità dei ricercatori per ottenere risultati reciprocamente vantaggiosi in campo commerciale e sociale. Con l'articolo 42 le Parti convengono di scambiarsi opinioni sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in particolare sulle politiche e sulle normative riguardanti le comunicazioni elettroniche, le licenze, la tutela della privacy, la sicurezza delle reti internet e l'efficienza delle autorità di regolamentazione del settore.
  Gli articoli 43 e 44 (Titolo VII) disciplinano, invece, la cooperazione nei settori dell'istruzione e della cultura. In base all'articolo 43, le Parti cooperano nel settore dell'istruzione per sostenere le opportunità lavorative a favore dei giovani, attraverso la mobilità di studenti, docenti, personale amministrativo e la promozione dello scambio di esperienze e di know-how. L'articolo 44 stabilisce la promozione di una cooperazione più stretta nei settori culturali e creativi attraverso la realizzazione di iniziative culturali, la circolazione di professionisti e di opere d'arte, il dialogo interculturale tra le organizzazioni della società civile, il dialogo politico in sede UNESCO, la cooperazione culturale nell'ambito dell'ASEM e le attività della Fondazione Asia-Europa (ASEF).
  Il disegno di legge è composto dai consueti quattro articoli, che contengono l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione; la clausola di invarianza finanziaria; e l'entrata in vigore della legge a partire dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  Conclude, formulando una proposta di parere favorevole.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 13.50.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 23 giugno 2020. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'istruzione Anna Ascani.

  La seduta comincia alle 13.50.

Proposta di nomina di del generale di brigata Mauro Cipolletta a direttore generale del Grande progetto Pompei.
Nomina n. 53.

(Esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, riferisce che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere al Governo sulla nomina del Direttore generale del Grande Progetto Pompei, prevista dall'articolo 1, comma 1, del decreto legge 8 agosto 2013, n. 91. Al riguardo, il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo propone di riconfermare, fino al 31 dicembre 2020, il Generale di brigata Mauro Cipolletta, che già riveste l'incarico, essendo stato nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2018, fino al 31 dicembre 2019. Sulla proposta di nomina del Generale Cipolletta la VII Commissione aveva espresso, a suo tempo, parere favorevole, il 7 febbraio 2018.
  Per inquadrare il ruolo del Direttore generale del Grande Progetto Pompei, ricorda che il decreto-legge n. 91, recante Pag. 92«Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo», ha previsto una disciplina specifica per l'area archeologica di Pompei.
  L'articolo 1 del citato decreto, in particolare, è riservato alle disposizioni urgenti per la realizzazione del Grande Progetto Pompei. Tale articolo ha previsto la nomina di un Direttore generale di progetto, coadiuvato da una struttura di supporto, e di un Vice Direttore generale vicario. Al Direttore generale di progetto sono stati affidati specifici compiti, con la specifica che gli stessi devono essere svolti in stretto raccordo con la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia. Nello specifico, il Direttore generale di progetto deve definire e approvare i progetti degli interventi di messa in sicurezza, restauro e valorizzazione previsti nel «Grande Progetto Pompei», assicurare l'efficace e tempestivo svolgimento delle procedure di gara per l'affidamento dei lavori e l'appalto dei servizi e delle forniture necessari, nonché seguire la fase di attuazione ed esecuzione dei relativi contratti; assicurare supporto organizzativo e amministrativo alle attività di tutela e valorizzazione di competenza della Soprintendenza; informare ogni sei mesi il Parlamento sullo stato di avanzamento dei lavori e su eventuali aggiornamenti del cronoprogramma (l'undicesima relazione semestrale al Parlamento è stata trasmessa con lettera del 19 settembre 2019); collaborare per assicurare la trasparenza, la regolarità e l'economicità della gestione dei contratti pubblici, anche al fine di prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose, nel quadro del Protocollo di legalità stipulato con la Prefettura.
  Inoltre, ricorda che il Direttore generale di progetto è stato preposto all'Unità «Grande Pompei», della quale lo stesso decreto-legge n. 91 del 2013 ha previsto la costituzione per consentire il rilancio economico sociale e la riqualificazione ambientale e urbanistica dei comuni interessati dal piano di gestione Unesco «Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata», dotandola di autonomia amministrativa e contabile.
  Ricorda che l'incarico del Generale Cipolletta era scaduto il 31 dicembre 2019. Il Ministro Franceschini, come si legge nella comunicazione con cui è stato chiesto il parere parlamentare, ha espresso l'auspicio che il Generale Cipolletta possa continuare a svolgere l'importante incarico di Direttore generale. L'auspicio nasce dalla considerazione del servizio reso dal Generale e dei risultati conseguiti, nonché dell'opportunità di proseguire nel completamento delle numerose iniziative fin qui intraprese. La scelta è stata condivisa dal Comandante Generale dell'Arma dei carabinieri, mentre il Ministro della difesa ha approvato la richiesta di proroga del richiamo in servizio del Generale nell'attuale posizione d'impiego fino al 31 dicembre prossimo.
  Evidenzia che il profilo del Generale Cipolletta è sicuramente di alto livello e di indubbia competenza, come peraltro egli stesso ha avuto modo di dimostrare nello svolgimento del suo incarico, per il quale, ricordo, si è scelto di avvalersi di ufficiali dell'Arma dei Carabinieri per sottolineare anche la necessità di vigilare non solo sulla celerità e qualità dei lavori, ma anche sui requisiti morali, alzando argini rispetto a sempre possibili infiltrazioni della criminalità.
  Per ogni approfondimento sul profilo del Generale Cipolletta rinvia al curriculum trasmesso dal Governo insieme alla richiesta di parere.

  Luigi GALLO, presidente, comunica che intende proporre all'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi un'audizione del Generale Cipolletta, anche per conoscere i seguiti dati alla risoluzione n. 8-00006, approvata dalla Commissione nel 2018, che aveva ad oggetto la valorizzazione dell'area culturale circostante il sito di Pompei.

  Luigi CASCIELLO (FI), premessa la sua posizione favorevole sulla conferma del Generale Cipolletta nell'incarico, ritiene Pag. 93discutibile in linea di principio che il criterio di scelta sia quello di ricorrere ad alti ufficiali dell'Arma dei Carabinieri in chiave di contrasto alla criminalità organizzata. Reputando che tale criterio riveli una sorta di pregiudizio nei confronti della regione Campania, in quanto per altri territori non si adopera lo stesso criterio, ricorda che non tutti gli imprenditori campani sono sospettabili di collusione con la criminalità organizzata come non tutti i comuni della regione sono infiltrati. Ciò premesso, condivide la proposta del presidente di sentire il generale Cipolletta in audizione, anche per conoscere le ragioni degli evidenti ritardi nei lavori presso l'area archeologica di Pompei, che, comunque, non ritiene necessariamente imputabili al direttore del progetto.

  Luigi GALLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.