UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Martedì 24 novembre 2020.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.35 alle 11.50.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 24 novembre 2020. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. – Interviene, in videoconferenza, il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca Giuseppe De Cristofaro.
La seduta comincia alle 12.30.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
C. 2790-bis Governo – per le parti di competenza.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Vittoria CASA, presidente, avverte che la seduta si svolgerà anche con modalità di videconferenza, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il regolamento nella seduta del 4 novembre scorso.
Ricorda che il disegno di legge di bilancio è composto di due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; nella seconda sono invece indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione, alle quali è assicurata autonoma evidenza contabile.
Avverte che saranno esaminate da questa Commissione, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione del provvedimento, anche le Tabelle contenute nella seconda sezione relative agli stati di previsione del Ministero dell'istruzione (n. 7), del Ministero dell'università e della ricerca (n. 11), del Ministero per i beni e le attività culturali e per Pag. 160il turismo (n. 14) e – limitatamente alle parti di competenza – del Ministero dell'economia e delle finanze (n. 2) e del Ministero dello sviluppo economico (n. 3).
L'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore. Potranno essere presentate relazioni di minoranza. La relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione bilancio. I relatori, per la maggioranza e di minoranza, potranno partecipare ai lavori della Commissione bilancio per riferire circa i lavori svolti presso la Commissione di settore.
Ricorda che la Commissione potrà inoltre esaminare eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza. Riguardo al regime di presentazione degli emendamenti rammenta che gli emendamenti che riguardano parti di competenza di questa Commissione potranno essere presentati sia in quest'ultima, sia direttamente presso la Commissione bilancio. La stessa regola è peraltro applicata in via di prassi anche agli emendamenti compensativi all'interno di parti di competenza di questa Commissione.
Gli emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati presso la Commissione bilancio, anche al solo scopo di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
La valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati presso questa Commissione sarà effettuata dalla Presidenza della medesima prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia, fermo restando che, come da prassi, gli emendamenti che saranno ripresentati in Commissione bilancio, ivi compresi quelli approvati, saranno comunque sottoposti, analogamente a quelli presentati direttamente in V Commissione, ad una puntuale valutazione di ammissibilità, ai fini dell'esame in sede referente, da parte della presidenza della medesima V Commissione.
In particolare, sono previste specifiche regole per l'emendabilità della prima e della seconda sezione nonché per gli emendamenti volti a modificare, con finalità di compensazione, contemporaneamente la prima e la seconda sezione del disegno di legge di bilancio, ferme restando le regole ordinarie sulla compensatività, a seconda che si tratti di oneri di parte corrente o in conto capitale. Riguardo a tali specifiche regole, rinvia integralmente alle linee guida di carattere procedurale – contenute nella lettera della Presidenza della Camera, inviata ai Presidenti delle Commissioni permanenti in data 25 ottobre 2016 – adottate in occasione della prima applicazione della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica introdotta dalla legge n. 163 del 2016.
Comunica quindi che, secondo quanto stabilito oggi in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, il termine per la presentazione di emendamenti in VII Commissione è fissato alle ore 12 di mercoledì 25 novembre.
Avverte che i lavori proseguiranno, per l'esame degli emendamenti e la deliberazione della relazione per la Commissione bilancio, nelle giornate di domani, dopodomani e, se necessario, di venerdì 27 novembre.
Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, ricorda brevissimamente che il disegno di legge di bilancio si articola in due sezioni, che corrispondono ai contenuti dei due disegni di legge che tradizionalmente componevano la manovra di bilancio: la legge finanziaria e poi legge di stabilità e la legge di bilancio. La prima sezione contiene gli interventi normativi che formano la manovra, mentre la seconda espone le tabelle, anche modificando le poste contabili, oltre che tenendo conto degli effetti delle disposizioni della prima sezione.
Data la complessità della manovra, darà conto solo degli interventi di interesse della Commissione, mentre per il quadro completo e per i dettagli rinvio ai dossier predisposti dal Servizio Studi. Pag. 161
Per quanto riguarda la I sezione, cominciando dagli interventi per la scuola, molti tendono all'incremento del personale: in particolare di docenti di sostegno e docenti per la scuola dell'infanzia e di collaboratori scolastici. Inoltre per la prima volta vengono strutturalmente inseriti anche le figure degli assistenti tecnici nelle scuole del primo ciclo.
Altre disposizioni incrementano le risorse per l'ampliamento dell'offerta formativa, l'innovazione digitale e la didattica laboratoriale e per il cosiddetto Fondo 0-6 anni. Altre disposizioni sono volte a favorire l'inclusione scolastica. Ulteriori interventi riguardano l'edilizia scolastica.
In dettaglio, con riferimento al personale si prevede innanzitutto un incremento di 1.000 posti della dotazione organica dei docenti, da destinare al potenziamento dell'offerta formativa nella scuola dell'infanzia (articolo 165, comma 8).
Si accrescono le risorse del Fondo per l'incremento dell'organico dell'autonomia, finalizzandole a un aumento di complessivi 25.000 posti di sostegno (5.000 dall'anno scolastico 2021/2022, 11.000 dal 2022/2023 e 9.000 dal 2023/2024).
Per il 2021, si incrementano di euro 10 milioni le risorse destinate alla formazione dei docenti, con l'obiettivo di realizzare interventi formativi obbligatori per il personale docente non fornito di specializzazione sul sostegno impegnato nelle classi con alunni con disabilità (articolo 165, commi 1 e 2).
Si prevede la trasformazione a tempo pieno, dal 1° gennaio 2021, del contratto di lavoro di 4.485 collaboratori scolastici già assunti a tempo parziale dal 1° marzo 2020, nonché l'assunzione a tempo pieno, dal 1° settembre 2021, di ulteriori collaboratori scolastici sino ad un massimo di 45 unità (articolo 165, comma 5), che sono eventuali esuberi dalla procedura di marzo 2020.
Si prorogano al 30 giugno 2021 i contratti a tempo determinato con gli assistenti tecnici impiegati nelle scuole dell'infanzia e nelle scuole del primo ciclo. Inoltre, per assicurare stabilmente la presenza di assistenti tecnici in tali scuole, dall'anno scolastico 2021/2022 si incrementa di 530 posti la relativa dotazione organica (articolo 165, commi 6 e 7).
Si posticipa ulteriormente – dall'anno scolastico 2021/2022 al 2022/2023 – la soppressione della possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici per assegnazioni presso enti che operano nel campo delle tossicodipendenze, della formazione e della ricerca educativa e didattica, nonché presso associazioni professionali del personale direttivo e docente ed enti cooperativi da esse promossi (articolo 165, comma 12).
Per quanto riguarda la formazione degli alunni e degli studenti, il diritto allo studio e l'inclusione scolastica, si incrementa dal 2021 di euro 60 milioni annui la dotazione del Fondo per il Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai 6 anni (il cosiddetto Fondo 0-6) (articolo 165, comma 9). Si assicura così una forte spinta ad un segmento che sempre più sarà strategico nel percorso formativo e di crescita dei bambini e delle bambine.
Si incrementa il Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi (confluito dal 2007 nel Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche) di euro 117,8 milioni per il 2021, euro 106,9 milioni per il 2023 (non è previsto un incremento per il 2022), euro 7,3 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e euro 3,4 milioni per il 2026, allo scopo di ridurre le disuguaglianze e favorire l'ottimale fruizione del diritto allo studio, anche per gli studenti privi di mezzi (articolo 86).
Dal 2021, si incrementano di euro 8,2 milioni le risorse destinate all'innovazione digitale e alla didattica laboratoriale, per potenziare l'innovazione didattica e digitale nelle scuole attraverso il coinvolgimento degli animatori digitali (articolo 87, comma 1). Inoltre, si estende agli anni scolastici 2021/2022 e 2022/2023 la possibilità di costituire équipe territoriali formative per garantire la diffusione di azioni legate al Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD), nonché per promuovere azioni di formazione del personale docente e di potenziamento delle competenze degli studenti Pag. 162 sulle metodologie didattiche innovative. Le équipe territoriali formative sono composte ora da 20 docenti in posizione di comando presso gli Uffici scolastici regionali e presso l'Amministrazione centrale e da un numero massimo di 200 docenti in semiesonero dall'esercizio delle attività didattiche per il 50 per cento dell'orario di servizio. Per questo, si autorizza la spesa di euro 1,4 milioni per il 2021, euro 3,6 milioni per il 2022 ed euro 2,2 milioni per il 2023 (articolo 165, commi 10 e 11).
Per il 2021 e il 2022 si incrementano di euro 50 milioni annui le risorse per il cosiddetto sistema duale, destinate, fra l'altro, ai percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento (già «alternanza scuola e lavoro») (articolo 53).
Si istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un Fondo con una dotazione di euro 4 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022, per la realizzazione di progetti pilota di educazione ambientale per gli studenti delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado dei comuni delle aree protette naturalistiche (articolo 138).
Si stanziano euro 10 milioni per ciascuno degli anni scolastici 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024 per l'acquisto di sussidi didattici da parte delle scuole che accolgono studenti con disabilità. Si prevede che agli alunni con disturbi specifici di apprendimento spettano esclusivamente le misure educative e didattiche di supporto previste dalla legge n. 170 del 2010 (articolo 165, commi 3-4).
In materia di edilizia scolastica, si dispone che le risorse di cui all'articolo 1, comma 63, della legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020), destinate al finanziamento degli interventi di manutenzione straordinaria e incremento dell'efficienza energetica delle scuole di province e città metropolitane, nonché delle scuole degli enti di decentramento regionale, possono essere destinate anche a interventi di messa in sicurezza, nuova costruzione e cablaggio interno degli edifici scolastici (articolo 149, comma 2).
Ancora, si autorizza l'ulteriore spesa di euro 12 milioni per il 2021 per la realizzazione di un sistema informativo integrato del Ministero dell'istruzione (articolo 87, comma 2). Si istituisce nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti un Fondo con una dotazione di euro 150 milioni per il 2021, per consentire l'erogazione dei servizi di trasporto scolastico nei comuni in conformità alle misure di contenimento della diffusione del COVID-19 (articolo 146). Nello stesso stato di previsione si istituisce un ulteriore fondo, con una dotazione di euro 200 milioni per il 2021, finalizzato a permettere l'erogazione di servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e regionale, destinato anche a studenti (articolo 152).
È stato invece stralciato dalla Presidenza della Camera – e non fa quindi parte del testo in esame – l'articolo 88 del disegno di legge presentato dal Governo, che conteneva misure di semplificazione delle procedure per la realizzazione di interventi di edilizia scolastica. L'articolo è stato stralciato, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, in quanto recava disposizioni estranee all'oggetto del disegno di legge di bilancio.
Per quanto riguarda l'università e le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), si incrementano in vario modo le risorse per questi enti e per il diritto allo studio. Inoltre, si ampliano le possibilità di progressione di carriera per i ricercatori universitari a tempo indeterminato e si dettano disposizioni per il personale delle istituzioni AFAM.
In dettaglio, per ampliare il numero degli studenti che beneficiano dell'esonero, totale o parziale, dal pagamento del contributo onnicomprensivo annuale, dal 2021 si incrementano il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) di euro 165 milioni annui e il Fondo per il funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni AFAM di euro 8 milioni annui (articolo 89, comma 1).
Dal 2021 si incrementa di euro 70 milioni annui il Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio (articolo 89, comma 2). Pag. 163
Per il 2021, si incrementano di euro 30 milioni le risorse destinate ai contributi a favore delle università non statali legalmente riconosciute (articolo 89, comma 3).
Per il 2021, si incrementano di euro 4 milioni le risorse destinate alle residenze universitarie statali e ai collegi di merito accreditati (articolo 89, comma 4).
Per il 2021, si destinano euro 34,5 milioni al «Fondo per le esigenze emergenziali del sistema dell'Università, delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca» (articolo 89, comma 6).
Si incrementano di euro 15 milioni annui dal 2022 le risorse destinate alla progressione di carriera dei ricercatori universitari a tempo indeterminato e si modifica la relativa disciplina, in particolare incrementando la quota riservata alla copertura dei posti mediante valutazione di ricercatori a tempo indeterminato già in servizio nel medesimo ateneo (articolo 89 comma 5).
In materia di contribuzione pensionistica per i professori e ricercatori delle università non statali legalmente riconosciute, si dispone che, dal 1° gennaio 2021, le aliquote a carico del datore di lavoro e del dipendente sono pari a quelle in vigore per le stesse categorie di personale presso le università statali (e quindi pari a quelle in vigore per la generalità dei dipendenti statali) (articolo 93).
Quanto al personale delle istituzioni AFAM, si modifica ulteriormente la disciplina per l'inquadramento nei ruoli dello Stato del personale degli Istituti superiori di studi musicali e delle Accademie di belle arti non statali, nell'ambito del processo di statizzazione delle medesime istituzioni. Si prevede che, all'esito di tale processo, a decorrere dal 1° novembre 2021, le dotazioni organiche delle istituzioni AFAM statali siano incrementate.
Si dispone l'inserimento nelle dotazioni organiche delle istituzioni AFAM delle figure di accompagnatori al pianoforte, accompagnatori al clavicembalo e tecnici di laboratorio.
Si differisce ulteriormente – dall'anno accademico 2021/2022 all'anno 2022/2023 – l'applicazione del regolamento sul reclutamento nelle istituzioni AFAM e, a valere nelle more, si definisce un ordine di priorità nell'utilizzo delle graduatorie per soli titoli per il conferimento di incarichi di docenza a tempo indeterminato.
Si prevede una riduzione degli incarichi di docenza per esigenze cui non si possa far fronte nell'ambito delle dotazioni organiche in proporzione all'incremento delle stesse.
Si introduce una disciplina transitoria, a valere nelle more dell'applicazione del regolamento sul reclutamento, riguardante le procedure per il passaggio alla prima fascia riservate ai docenti di seconda fascia in servizio a tempo indeterminato da almeno tre anni accademici (articolo 159, commi 25-32).
Infine, a decorrere dal 2021, si incrementa la dotazione finanziaria relativa agli Uffici di diretta collaborazione del Ministro dell'università e della ricerca di euro 500.000 (articolo 161, comma 12).
Per il settore della ricerca – oltre ai finanziamenti dei Fondi già citati – si prevedono risorse aggiuntive attraverso l'incremento del FOE e l'istituzione di nuovi Fondi. Nello specifico, dal 2021 si incrementa il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca vigilati dal MUR (FOE) di euro 65 milioni annui (articolo 90, comma 1). Si istituisce il Fondo per la promozione e lo sviluppo delle politiche del Programma nazionale per la ricerca (PNR), con una dotazione di euro 200 milioni per gli anni 2021 e 2022 ed euro 50 milioni per il 2023 (articolo 90, comma 2). Si istituisce il Fondo per l'edilizia e le infrastrutture di ricerca, con una dotazione di euro 100 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022, euro 250 milioni per il 2023, euro 200 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 ed euro 150 milioni per ciascuno degli anni dal 2026 al 2035 (articolo 90, comma 3). Si istituisce il Fondo per la valutazione e la valorizzazione dei progetti di ricerca, con una dotazione di euro 10 milioni a decorrere dal 2021, e si consente al MUR di avvalersi di Invitalia per il supporto nell'analisi, nella valutazione e nel monitoraggio Pag. 164degli interventi nel settore della ricerca (articolo 90, comma 4).
Per semplificare le attività di selezione e valutazione dei programmi e dei progetti di ricerca, si prevede che il MUR si avvalga di esperti tecnico-scientifici e professionali. A tal fine sono utilizzate le risorse, nel limite massimo del 7 per cento, destinate al finanziamento degli stessi programmi e progetti di ricerca. Tali previsioni si applicano anche alle spese per il funzionamento e per i compensi relativi alle procedure di selezione e valutazione dei progetti di ricerca del Comitato nazionale dei garanti per la ricerca (articolo 90, comma 5). Si modificano le modalità di finanziamento del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA), svincolandone dal FOE l'erogazione. Si dispone dunque, a decorrere dal 2021, l'assegnazione annuale di un contributo di euro 23 milioni, al cui onere si provvede attraverso corrispondente riduzione del FOE (articolo 90, comma 6).
Si autorizza l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) a procedere annualmente all'assunzione di personale con oneri a carico del proprio bilancio sino al conseguimento del valore soglia del 70 per cento relativo al rapporto tra spese per il personale ed entrate correnti, con un incremento annuale della spesa di personale non superiore al 25 per cento, ferma restando la capacità di sostenere la spesa a regime verificata dall'organo interno di controllo (articolo 159, comma 33).
Per quanto concerne cultura e spettacolo, vari interventi riguardano il personale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Inoltre, si prevedono nuove autorizzazioni di spesa, ovvero l'incremento di autorizzazioni di spesa già esistenti. Alcune previsioni si ricollegano all'emergenza derivante dalla diffusione del Covid-19.
Nel dettaglio, con riferimento al personale, il provvedimento precisa innanzitutto che gli incarichi di collaborazione che il MIBACT è già stato autorizzato ad attivare, nelle more dei concorsi già autorizzati per l'assunzione di profili tecnici, sono volti ad assicurare lo svolgimento delle funzioni di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio degli Uffici periferici, e non più solo delle Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio. A tal fine, si eleva il limite di spesa per il 2021 da euro 16 milioni a euro 24 milioni (articolo 161, comma 5).
Si prevede l'estensione al 2021 e al 2022 delle disposizioni che consentono agli istituti o luoghi della cultura di rilevante interesse nazionale dotati di autonomia speciale di avvalersi di competenze o servizi professionali nella gestione di beni culturali mediante il conferimento di incarichi a tempo determinato, con oneri a carico dei bilanci dei medesimi istituti e luoghi (articolo 161, comma 6).
Si proroga al 31 dicembre 2025 la possibilità per il MIBACT di avvalersi della società ALES per le attività di accoglienza e vigilanza negli istituti e nei luoghi della cultura, nonché, da ora, per attività di supporto tecnico amministrativo e contabile. A tal fine, si autorizza la spesa di euro 5,1 milioni per il 2021 e di euro 5,6 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2025 (articolo 161, commi 7 e 8).
Si prorogano dal 31 dicembre 2020, per un periodo massimo di sei mesi, i contratti a tempo determinato con professionisti competenti sui beni culturali, stipulati dagli istituti e dai luoghi della cultura. A tal fine, si autorizza la spesa di euro 0,5 milioni (articolo 161, commi 9 e 10).
Inoltre, si interviene nel percorso di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche. In particolare, si differisce al 31 dicembre 2021 il termine per il raggiungimento del pareggio economico e del tendenziale equilibrio patrimoniale e finanziario per le fondazioni che hanno già presentato il piano di risanamento. Si consente la presentazione del medesimo piano alle restanti fondazioni, stabilendo il termine del 31 dicembre 2023 per il raggiungimento del tendenziale equilibrio patrimoniale e finanziario. Si proroga al 31 dicembre 2022 – ovvero, con riferimento ai nuovi piani di risanamento, al 31 dicembre 2023 – il termine per l'esercizio delle funzioni del Commissario straordinario nominato per il risanamento. Ai fini indicati, si autorizza la spesa di euro 40,1 milioni per il Pag. 1652021 e di euro 100.000 per ciascuno degli anni 2022 e 2023 (articolo 99).
Inoltre si incrementa (da euro 400 milioni) a euro 640 milioni annui l'importo minimo degli introiti erariali derivanti dalle attività del settore destinato ad alimentare annualmente la dotazione del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo.
Si autorizza la spesa di euro 10 milioni per il 2021, euro 15 milioni per il 2022 ed euro 5 milioni a decorrere dal 2023 per consentire al Ministero di acquistare in regime di prelazione i beni culturali (articolo 96, comma 1).
Si autorizza la spesa di euro 25 milioni per il 2021 e di euro 20 milioni per il 2022 per il funzionamento dei musei e dei luoghi della cultura statali, colpiti dalle mancate vendite di biglietti di ingresso (articolo 96, comma 2).
Si autorizza la spesa di euro 150 milioni per il 2021 per l'assegnazione della Card cultura anche ai giovani che compiono 18 anni nel 2021 (articolo 96, comma 3) e, al contempo, si dispone che i giovani che compiono 18 anni nel 2020 e nel 2021 possono utilizzare la medesima Card anche per l'acquisto di abbonamenti a periodici (articolo 101, comma 4).
Per il 2021 e il 2022, si incrementa da euro 1 milione a 11 milioni l'autorizzazione di spesa per il funzionamento dei soggetti giuridici creati o partecipati dal Ministero per rafforzare l'azione di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale (articolo 96, comma 5).
Infine, dal 1° gennaio 2021 si prevede la trasformazione dell'Istituto Luce Cinecittà s.r.l. in società per azioni (detenute dal Ministero dell'economia e delle finanze) e si autorizza un aumento di capitale pari a euro 10 milioni nel 2021 (articolo 98).
È stato invece stralciata la disposizione di cui all'articolo 96, comma 4, che prevedeva un contributo per la Fondazione Orchestra giovanile Luigi Cherubini, in quanto recante disposizioni estranee all'oggetto del disegno di legge di bilancio.
Anche se non di diretta competenza della Commissione Cultura, il provvedimento in esame prevede ulteriori interventi a sostegno del settore del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Vengono prorogate per l'anno 2021 delle detrazioni spettanti per gli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti (cosiddetto bonus facciate: articolo 1, comma 219, della legge n. 160 del 2019) (articolo 12, com.2). È istituito, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, il Fondo per le imprese creative, che ha l'obiettivo di sostenere le MPMI creative, attraverso la concessione di misure di aiuto, quali contributi, interventi per favorire l'accesso al credito, nonché promuovendo strumenti innovativi di finanziamento; promuovere la collaborazione tra imprese dei settori produttivi tradizionali e imprese creative; rafforzare l'ecosistema creativo nazionale. Il Fondo è destinato alla copertura di spese per investimenti e attività in generale di utilità pluriennale in tale settore; Viene demandata ad un decreto del Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministero la normativa attuativa volta in particolare: alla ripartizione delle risorse tra gli interventi; alla individuazione dei codici ATECO che classificano le attività dei settori indicati; alle modalità e ai criteri per la concessione delle agevolazioni; alla definizione delle iniziative ammissibili, alle forme di aiuto, nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato; alle ulteriori condizioni per la fruizione dei benefici nonché alle altre forme di intervento del Fondo, anche volte a favorire l'accesso a canali alternativi di finanziamento (articolo 18).
Infine, si prevede (articolo 54) la concessione dei trattamenti di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cassa integrazione in deroga di cui agli articoli da 19 a 22-quinquies del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 per una durata massima di 12 settimane. Tali dodici settimane devono essere collocate nel periodo tra il 1° gennaio 2021 e il 31 marzo 2021 per i trattamenti di Cassa integrazione ordinaria, e nel periodo ricompreso tra il 1° gennaio 2021 e il 30 giugno 2021 per i trattamenti di Assegno ordinario e di Pag. 166Cassa integrazione in deroga. Ai datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo, che non richiedono trattamenti sopra descritti è riconosciuto l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico per un ulteriore periodo massimo di otto settimane fruibili entro il 31 marzo 2021.
Nel settore dell'informazione, si dispone il rifinanziamento e la proroga per il 2021 di alcune delle misure di sostegno alla filiera della stampa in scadenza al 31 dicembre 2020 attuate attraverso crediti d'imposta. Si tratta, in particolare, del rifinanziamento del credito d'imposta per gli investimenti pubblicitari, nel limite di euro 50 milioni annui; della cosiddetta tax credit per le edicole, nel limite di euro 15 milioni annui; del credito d'imposta per le testate edite in formato digitale, nel limite di euro 10 milioni annui (articolo 101, commi 1-3).
Inoltre si istituisce un bonus, a beneficio di nuclei familiari meno abbienti, per un importo massimo di euro 100, finalizzato all'acquisto di abbonamenti a quotidiani, riviste o periodici, anche in formato digitale, entro il limite complessivo di euro 25 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Il bonus è aggiuntivo rispetto al voucher per l'acquisizione di servizi di connessione ultraveloci (articolo 101, commi 5 e 6).
Si prevede un nuovo meccanismo di assegnazione delle risorse provenienti dal versamento del canone di abbonamento alla televisione, in particolare disponendo la destinazione della quota fissa di euro 110 milioni annui al Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e della restante quota alla RAI-Radiotelevisione italiana SPA (articolo 102).
Inoltre, si innalzano al 40 per cento le aliquote massime del credito di imposta riconosciuto a imprese di produzione, imprese di distribuzione e imprese italiane di produzione esecutiva e di post-produzione.
Si stabilizzano alcune disposizioni recate, per il 2020, dal decreto-legge n. 34 del 2020, finalizzate a introdurre maggiore flessibilità nella determinazione delle risorse destinate ai crediti di imposta, anche in deroga alle percentuali previste a regime (articolo 97).
Per quanto concerne lo sport, si istituisce un Fondo, con dotazione di euro 50 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022, per il riconoscimento di un esonero, anche parziale, dalla contribuzione previdenziale relativa ai rapporti di lavoro sportivo instaurati tra federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, associazioni e società sportive dilettantistiche, da una parte, e atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, preparatori atletici e direttori di gara, dall'altra parte. Dall'ambito di applicazione sono esclusi i premi e i contributi dovuti all'INAIL (articolo 7).
Si stanziano euro 25 milioni per il 2021 per definire il contenzioso connesso alla mancata realizzazione del complesso sportivo «Città dello Sport». Con atto da stipulare entro il 31 marzo 2021, la proprietà dell'area e delle opere realizzate passa allo Stato. Per la manutenzione delle opere realizzate e la messa in sicurezza dell'area sono inoltre assegnati all'Agenzia del demanio euro 3 milioni annui dal 2021 al 2023 (articolo 91)
Si istituisce un Fondo per potenziare l'attività sportiva di base, con una dotazione di euro 50 milioni per il 2021 (articolo 92). Si inserisce la società Sport e Salute tra i soggetti che sono autorizzati a erogare compensi nell'esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche (articolo 201). Si introducono misure volte ad accelerare le procedure di valutazione di impatto ambientale (VIA) per la realizzazione del Pala Italia Santa Giulia e del Villaggio olimpico di Milano, nonché delle infrastrutture connesse, destinati alle Olimpiadi 2026 (articolo 142).
Passando alla II sezione e cominciando con lo stato di previsione del Ministero dell'istruzione, riporta che la tabella n. 7 autorizza spese finali in termini di competenza per euro 50.408,6 milioni per il 2021, euro 48.027,8 milioni per il 2022 e euro 46.746,6 milioni per il 2023.
Per quanto riguarda il confronto con gli stanziamenti previsti per il 2020 dalla legge di bilancio 2020, questo andrebbe fatto con Pag. 167la parte delle risorse del vecchio Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca che erano destinate all'istruzione, ma si tratta di un dato che non è contenuto nella documentazione trasmessa dal Governo.
Ad ogni modo, gli stanziamenti per spese finali del Ministero dell'istruzione rappresentano, in termini di competenza, il 6,6 per cento della spesa finale del bilancio statale.
In termini di cassa, le spese finali del Ministero sono pari a euro 50.908,6 milioni per il 2021, euro 48.027,8 milioni per il 2022 e euro 46.746,6 milioni per il 2023.
A legislazione vigente (BLV), la dotazione complessiva di competenza del Ministero per l'anno 2021 – parliamo di spese finali – è pari a euro 49.903,7 milioni. Rispetto al bilancio a legislazione vigente, la manovra finanziaria per il 2021 attuata con il disegno di legge di bilancio determina quindi complessivamente un aumento delle spese finali di euro 504,9 milioni.
Per un raffronto tra le previsioni di bilancio integrate per il 2021 per ciascuna delle due Missioni del Ministero e per ciascuno degli attuali 10 Programmi di spesa, a raffronto con i dati della legge di bilancio 2020, rinvio al dossier del Servizio studi.
La spesa complessiva del Ministero è allocata principalmente sulla Missione 1 (Istruzione scolastica), che rappresenta il 99,8 per cento del valore della spesa complessiva del Ministero.
Rispetto alla dotazione a legislazione vigente (euro 49.795,3 milioni), tale Missione registra un incremento di + euro 492,9 milioni, per un totale complessivo per il 2021 di euro 50.288,2 milioni.
Relativamente agli interventi operati in Sezione I, si evidenzia in particolare l'incremento di euro 60 milioni annui dal 2021 della dotazione del Fondo per il Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai 6 anni (c.d. Fondo 0-6) (cap. 1270) (articolo 165, comma 9). Le relative risorse per il 2021 ammontano, pertanto, complessivamente, a euro 309 milioni.
Si evidenzia poi l'incremento di euro 8,2 milioni annui dal 2021 delle risorse destinate all'innovazione digitale e alla didattica laboratoriale (cap. 4007) (articolo 87, comma 1). Le relative risorse per il 2021 ammontano, pertanto, complessivamente, a euro 20,0 milioni.
C'è poi l'incremento – per euro 117,8 milioni per il 2021, euro 106,9 milioni per il 2023, euro 7,3 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 ed euro 3,4 milioni per il 2026 – del Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi, allo scopo di ridurre le disuguaglianze e favorire l'ottimale fruizione del diritto allo studio, anche per gli studenti privi di mezzi (articolo 86). Pertanto, le risorse allocate per il 2021 sui capitoli afferenti al Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche ammontano a complessivi euro 2.448,2.
E c'è anche lo stanziamento di euro 10 milioni per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023 per l'acquisto e la manutenzione di attrezzature tecniche e di sussidi didattici per gli alunni con disabilità e l'acquisizione di servizi necessari al loro miglior utilizzo (articolo 165, comma 3 e 4).
Con riguardo alle modifiche operate in Sezione II (in base a quanto riportato nell'allegato conoscitivo della relazione tecnica), si nota innanzitutto il rifinanziamento del Fondo unico per l'edilizia scolastica (cap. 8105), per euro 100 milioni annui dal 2021 al 2035. Le risorse allocate sul cap. 8105 risultano, pertanto, complessivamente pari a euro 526,8 per il 2021. A queste si sommano quelle per i contributi alle regioni per oneri di ammortamento mutui per edilizia scolastica, pari a euro 390 milioni per il 2021, che non subiscono variazioni rispetto al BLV.
C'è poi il rifinanziamento del Fondo per l'innovazione digitale e la didattica laboratoriale, per euro 10 milioni annui dal 2021 al 2024 (cap. 8107). Sul capitolo pertinente (8107) sono allocate risorse complessivamente pari a euro 35 milioni per il 2021: lo stanziamento è volto a favorire il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali.
C'è poi il rifinanziamento dell'autorizzazione di spesa per il contributo alle scuole paritarie per alunni con disabilità, per euro 20 milioni dal 2021: sul capitolo di riferimento Pag. 168 (1477), pertanto, sono allocate risorse complessivamente pari a euro 556,2 milioni per il 2021.
Anche la Missione 4 (Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche) registra un incremento – di euro 12 milioni – rispetto alla dotazione a legislazione vigente. In questo caso l'incremento è dovuto interamente a interventi operati in Sezione I. Infatti, che l'articolo 87, comma 2, del disegno di legge di bilancio ha autorizzato la spesa di euro 12 milioni per il 2021 per la realizzazione di un sistema informativo integrato del Ministero dell'istruzione (cap. 7075).
Nella tabella A, recante i fondi speciali di parte corrente destinati alla copertura di provvedimenti che potrebbero essere approvati nel corso dell'anno, sono presenti stanziamenti relativi al Ministero per 20 milioni per il 2021, 28,3 milioni per il 2022 e 15,2 milioni per il 2023.
Nella tabella B, recante i fondi speciali di parte capitale destinati alla copertura di provvedimenti che potrebbero essere approvati nel corso dell'anno, sono presenti invece stanziamenti relativi al Ministero per 23,5 milioni per il 2021, 25 milioni per il 2022 e 30 milioni per il 2023.
Per quanto riguarda il Ministero dell'università e della ricerca, la tabella 11 autorizza spese finali in termini di competenza pari a euro 12.793,1 milioni per il 2021, euro 12.990,1 milioni per il 2022 e euro 12.708,5 milioni per il 2023. Gli stanziamenti per il 2021 rappresentano, in termini di competenza, l'1,7 per cento della spesa finale del bilancio statale.
In termini di cassa, le spese finali del Ministero sono pari a euro 12.893,1 milioni per il 2021, euro 12.990,1 milioni per il 2022 e euro 12.708,5 milioni per il 2023.
A legislazione vigente (BLV), la dotazione complessiva di competenza del MUR per l'anno 2021 (spese finali) è pari a euro 12.076,6 milioni. Rispetto al bilancio a legislazione vigente, quindi, la manovra attuata con il disegno di legge di bilancio determina complessivamente per il 2021 un incremento delle spese finali di euro 716,5 milioni.
Per il dettaglio delle previsioni di bilancio integrate per il 2021 per ciascuna delle tre Missioni e otto Programmi di spesa del Ministero, rinvio al dossier del Servizio studi.
La spesa complessiva del MUR è allocata principalmente sulla Missione 2 (Istruzione universitaria e formazione post-universitaria), che rappresenta il 76,4 per cento del valore della spesa complessiva del Ministero. Rispetto alla dotazione a legislazione vigente (che è di euro 9.381,0 milioni), tale Missione registra un incremento euro 404,5 milioni, salendo a un totale complessivo per il 2021 di euro 9.785,5 milioni.
In particolare, si nota l'incremento, dal 2021, del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) per euro 165 milioni annui e del Fondo per il funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni AFAM per euro 8 milioni annui, al fine di ampliare il numero degli studenti che beneficiano dell'esonero, totale o parziale, dal pagamento del contributo onnicomprensivo annuale (articolo 89, comma 1) (cap. 1694 e cap. 1673). Pertanto, per il 2021, le risorse del FFO ammontano, complessivamente, a euro 8.234,1 milioni; quelle del Fondo per il funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni AFAM ammontano, complessivamente, a euro 34,3 milioni.
C'è poi l'incremento, dal 2021, di euro 70 milioni annui del Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio (articolo 89, comma 2) (cap. 1710). Le risorse per il 2021 ammontano, pertanto, a euro 307,8 milioni.
C'è, ancora, l'incremento, per il 2021, di euro 30 milioni delle risorse destinate ai contributi a favore delle università non statali legalmente riconosciute (articolo 89, comma 3) (cap. 1692). Le risorse per il 2021 ammontano, pertanto, complessivamente, a euro 98,3 milioni.
C'è l'incremento, per il 2021, di euro 4 milioni delle risorse destinate alle residenze universitarie statali e ai collegi di merito accreditati (articolo 89, comma 4) (cap. 1696) Le risorse per il 2021 ammontano, Pag. 169 pertanto, complessivamente, a euro 20,7 milioni.
C'è l'assegnazione di euro 25 milioni per il 2021 al MUR per il successivo trasferimento all'Università di Tor Vergata, al fine di definire il contenzioso connesso alla mancata realizzazione del complesso sportivo «Città dello Sport» (articolo 91) (nuovo cap. 1717).
C'è lo stanziamento di euro 2,5 milioni per il 2021 e di euro 15 milioni annui dal 2022 finalizzato all'inserimento nelle dotazioni organiche delle istituzioni AFAM delle figure di accompagnatori al pianoforte, accompagnatori al clavicembalo e tecnici di laboratorio (articolo 159, comma 30) (nuovo cap. 1755)
C'è infine l'istituzione del Fondo per l'edilizia e le infrastrutture di ricerca, con una dotazione di euro 100 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022, euro 250 milioni per il 2023, euro 200 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 ed euro 150 milioni per ciascuno degli anni dal 2026 al 2035 (articolo 90, comma 3) (nuovo cap. 7270).
Anche la Missione 1 (Ricerca e innovazione) registra un incremento (di 277 milioni) rispetto alla dotazione a legislazione vigente.
L'incremento deriva innanzitutto dall'aumento di euro 42 milioni annui, dal 2021, del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca vigilati dal MUR (FOE) (cap. 7236). Ciò deriva dall'incremento di euro 65 milioni annui (articolo 90, comma 1) e dalla modifica delle modalità di finanziamento del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA), attraverso la previsione di un contributo (svincolato dal FOE) di euro 23 milioni (nuovo cap. 7735), al cui onere si provvede, comunque, attraverso corrispondente riduzione dello stesso FOE (articolo 90, comma 6). Lo stanziamento complessivo del FOE per il 2021 è, pertanto, pari a euro 1.891,3 milioni.
Poi c'è l'istituzione del Fondo per la promozione e lo sviluppo delle politiche del Programma nazionale per la ricerca (PNR), con una dotazione di euro 200 milioni per gli anni 2021 e 2022 ed euro 50 milioni per il 2023 (articolo 90, comma 2).
Registra un incremento anche la Missione 3 (Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche, che aumenta di 35 milioni, per effetto di interventi operati in Sezione I nell'ambito del programma 3.1. Indirizzo politico. In particolare, per il 2021, si destinano euro 34,5 milioni al «Fondo per le esigenze emergenziali del sistema dell'Università, delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca».
Nella tabella A, recante i fondi speciali di parte corrente destinati alla copertura di provvedimenti che potrebbero essere approvati nel corso dell'anno, sono presenti stanziamenti relativi al Ministero dell'università e della ricerca per 15,2 milioni per il 2021, 21,8 milioni per il 2022 e 26,8 milioni per il 2023. Nella tabella B, recante i fondi speciali di parte capitale destinati alla copertura di provvedimenti che potrebbero essere approvati nel corso dell'anno, sono presenti invece stanziamenti relativi al Ministero per 16,5 milioni per il 2021, 30 milioni per il 2022 e 30 milioni per il 2023.
Per quanto riguarda il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, la tabella 14 autorizza spese finali, in termini di competenza, pari a euro 2.887,7 milioni per il 2021, euro 2.589,8 milioni per il 2022 e euro 1.850,6 milioni per il 2023. Con riferimento specifico al 2021, si prevede un incremento delle spese finali in conto competenza del 16 per cento rispetto a quanto previsto per il 2020 dalla legge di bilancio 2020. In termini assoluti, l'incremento è di + euro 399,3 milioni, di cui euro 203,6 milioni nelle spese correnti e euro 195,8 milioni nelle spese in conto capitale.
A legislazione vigente (BLV), la dotazione complessiva per il 2021 (spese finali) è pari a euro 2.237,6 milioni. Rispetto alla legislazione vigente, la manovra finanziaria determina quindi un incremento delle spese finali di euro 650,1 milioni, di cui euro 314,3 milioni delle spese correnti e euro 335,8 delle spese in conto capitale.
Per il dettaglio delle previsioni di bilancio integrate per il 2021 relative a ciascuna delle quattro Missioni e 17 Programmi di spesa del Ministero, a raffronto con i dati Pag. 170della legge di bilancio 2020, rinvio al dossier del Servizio studi.
La spesa complessiva del MIBACT è allocata principalmente sulla Missione 1 (Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici), che rappresenta l'86,8 per cento del valore della spesa complessiva del Ministero.
Rispetto alla dotazione a legislazione vigente (che è di euro 1.914,4 milioni), tale Missione registra un incremento di euro 619,6 milioni, dovuto principalmente a interventi operati in Sezione I, ma anche a modifiche operate in Sezione II (per complessivi + euro 169,9 milioni), per un totale complessivo per il 2021 di euro 2.534,1 milioni.
Tra gli interventi operati in Sezione I, si notano, in particolare, l'autorizzazione di spesa per euro 150 milioni per il 2021 per l'assegnazione della c.d. Card cultura anche ai giovani che compiono 18 anni nel 2021 (articolo 96, comma 3) (cap. 1430); l'incremento di euro 240 milioni annui, dal 2021, delle risorse destinate al Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo (articolo 97) (cap. 8599) che, pertanto, ammontano complessivamente a euro 473,6 milioni per il 2021; l'autorizzazione di spesa per euro 25 milioni per il 2021 ed euro 20 milioni per il 2022 per il funzionamento dei musei e dei luoghi della cultura statali, tenuto conto delle mancate entrate da vendita di biglietti di ingresso, conseguenti all'adozione delle misure di contenimento del COVID-19 (articolo 96, comma 2) (cap. 5676); l'incremento per euro 5,1 milioni per il 2021 ed euro 5,6 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2025 volto a consentire la proroga fino al 31 dicembre 2025 della possibilità per il MIBACT di avvalersi della società ALES per attività di accoglienza e vigilanza negli istituti e nei luoghi della cultura, nonché, ora, per attività di supporto tecnico amministrativo e contabile (articolo 161, comma 7 e 8) (cap. 2080), con risorse che ammontano a euro 5,3 milioni per il 2021; e l'incremento di euro 10 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022 per il funzionamento dei soggetti giuridici creati o partecipati dal Ministero al fine di rafforzare l'azione di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale (articolo 96, comma 5) (cap. 1952). Le risorse, pertanto, ammontano a euro 12 milioni per il 2021.
Quanto alle modifiche operate in Sezione II, emergono, in particolare, il rifinanziamento di alcuni dei capitoli di spesa afferenti al Fondo unico per lo spettacolo (FUS), per complessivi euro 50 milioni per ciascuno degli anni dal 2021 al 2050. Si tratta, nello specifico, di euro 26,2 milioni destinati alle fondazioni lirico-sinfoniche (cap. 6621), euro 9,3 milioni destinati alle attività musicali (cap. 6622), euro 11,8 milioni destinati alle attività teatrali di prosa (capp. 6623 e 6626), euro 1,8 milioni destinati alle attività di danza (cap. 6624) e euro 0,8 milioni destinati alle attività circensi e dello spettacolo viaggiante (cap. 8721). Pertanto, le risorse complessive del FUS (capp. 1390, 1391, 6620, 6621, 6622, 6623, 6624, 6626, 8721) ammontano per il 2021 a euro 408,4 milioni.
C'è poi il rifinanziamento per euro 30 milioni nel 2021, euro 50 milioni nel 2022 e euro 70 milioni annui dal 2023 al 2032 del Fondo per la tutela del patrimonio culturale (cap. 8099), le cui risorse per il 2021 ammontano, pertanto, a euro 63,6 milioni; e il rifinanziamento per euro 50 milioni nel 2021 e euro 70 milioni annui dal 2022 al 2031 dell'autorizzazione di spesa relativa all'attuazione degli interventi del Piano strategico Grandi progetti beni culturali (cap. 8098), le cui risorse per il 2021 ammontano, pertanto, a euro 114,1 milioni.
Modesti incrementi si registrano anche per la Missione 2 (Ricerca e innovazione) (che aumenta di euro 20,4 milioni) e per la Missione 3 (Turismo) (che aumenta di euro 10 milioni), in entrambi i casi interamente imputabili a interventi operati in Sezione II.
In particolare, nell'ambito della Missione 2, si evidenzia il rifinanziamento dell'autorizzazione di spesa di cui alla legge n. 549 del 1995 per euro 8,9 milioni annui dal 2021 relativamente ai contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (cap. 2570), e per euro 0,5 milioni annui dal 2021 relativamente ai contributi per il funzionamento di biblioteche non Pag. 171statali, con esclusione di quelle di competenza regionale (cap. 3673). Pertanto, sul cap. 2570 le risorse disponibili per il 2021 ammontano a euro 26,5 milioni; sul cap. 3673, ammontano a euro 1,4 milioni; e il rifinanziamento per euro 7,7 milioni annui dal 2021 dell'autorizzazione di spesa (legge n. 244 del 2007) relativa ai contributi a istituzioni culturali (cap. 2571), le cui risorse per il 2021 ammontano, pertanto, a euro 22,9 milioni.
È da segnalare che nella tabella A, recante i fondi speciali di parte corrente destinati alla copertura di provvedimenti che potrebbero essere approvati nel corso dell'anno, sono presenti stanziamenti relativi al Ministero per euro 17,7 milioni per il 2021, euro 28,9 milioni per il 2022 e euro 28,9 milioni per il 2023. Nella tabella B, recante i fondi speciali di parte capitale destinati alla copertura di provvedimenti che potrebbero essere approvati nel corso dell'anno, sono presenti invece stanziamenti relativi al Ministero per euro 11 milioni per il 2021, euro 21 milioni per il 2022 e euro 31 milioni per il 2023.
Oltre alle Tabelle 7, 11 e 14, sono di interesse della Commissione, per alcuni aspetti settoriali relativi a editoria e sport, la Tabella n. 2, che contiene lo stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze, e la Tabella n. 3, con lo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico.
Per la tabella n. 3 non si evidenziano variazioni, per quanto riguarda gli aspetti di interesse della VII Commissione, rispetto al bilancio a legislazione vigente.
Quanto alla Tabella n. 2, troviamo, nel Programma 10.2 (Sostegno al pluralismo dell'informazione), un aumento di euro 110 milioni per il 2021, rispetto alla dotazione a legislazione vigente, dovuto all'incremento della dotazione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione (cap. 2196) disposto dall'articolo 102, che – come detto – prevede un nuovo meccanismo di assegnazione delle risorse provenienti dal versamento del canone di abbonamento alla televisione, dal 2021. Le risorse del Fondo per il 2020 ammontano, dunque, a euro 301,2 milioni per il 2021.
Quanto al programma 18.1 (Attività ricreative e sport), si registra, rispetto alla dotazione a legislazione vigente, un incremento di 56,5 milioni dovuto agli interventi in Sezione I (il citato fondo per l'attività sportiva di base) e un incremento di euro 30 milioni dovuto a modifiche operate in Sezione II, tra cui, in particolare, il rifinanziamento per euro 30 milioni annui fino al 2030 dell'autorizzazione di spesa per il Fondo Sport e Periferie.
C'è poi il Programma 11.1 (Ricerca di base e applicata), nel quale si nota, rispetto alla dotazione a legislazione vigente, un aumento di euro 10 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022, nonché di euro 80 milioni per il 2023 e di complessivi euro 1.600 dal 2024 al 2029.
Federico MOLLICONE (FDI) ringrazia la relatrice per l'esaustiva esposizione dei contenuti del provvedimento, che però appare carente per quanto riguarda l'illustrazione degli indirizzi di fondo della manovra.
Avverte preliminarmente che il proprio gruppo presenterà proposte emendative direttamente presso la V Commissione. In questa sede si limiterà pertanto ad alcune considerazioni di carattere generale sulla manovra, sulla quale esprime un giudizio negativo, e manifesta l'intenzione di svolgere un dettagliato intervento in questa sede, nel timore che i tempi dell'esame in Assemblea non gli consentiranno di intervenire adeguatamente.
Si dichiara comunque disponibile a valutare le proposte di modifica presentate dai colleghi in relazione a singole misure in favore dei soggetti colpiti dall'attuale crisi economica.
Osserva che il disegno di legge di bilancio per il 2021 presentato dal Governo non rappresenta lo sviluppo coerente né della Nota di aggiornamento al DEF, né del Documento programmatico di bilancio, documenti inviati agli Uffici competenti della UE già nello scorso mese di ottobre, anche se oltre il termine previsto del 15.
Ad esempio, ritiene che ben difficilmente la variazione percentuale annua del PIL 2020 possa fermarsi al – 9 per cento, per rimbalzare al + 6 per cento nel 2021, Pag. 172ovvero che il rapporto deficit/Pil nel 2020 possa stabilizzarsi al – 10,8 per cento, per migliorare nel 2021 al – 7 per cento e continuare negli anni successivi fino a raggiungere il – 3 per cento nel 2023 o, ancora, che il rapporto debito/Pil possa fermarsi al 158 per cento nel 2020, per decrescere al 155,6 per cento nel 2021 ed al 151,5 per cento nel 2023, secondo le previsioni della Nota di aggiornamento del DEF dell'ottobre scorso.
Tutto ciò dipende in gran parte dall'epidemia mondiale del COVID-19, ma anche dall'improntitudine, dalla imprevidenza e dai ritardi con cui Governo ed istituzioni hanno affrontato la prima ondata, improvvisa e poco conosciuta, e ancor più la seconda ondata, largamente prevista, della pandemia stessa.
Prova ne sia che ci sono voluti tre decreti-legge – cosiddetti Cura Italia, Liquidità e Rilancio – per reperire risorse, con indebitamento netto aggiuntivo di 100 miliardi di euro, per affrontare la crisi economico-sanitaria e far risultare l'Italia, sulla base dei dati inviati dai vari Paesi alla Commissione UE, il Paese con il maggiore aumento del debito nel raffronto tra 2020 e 2019 e finora terzultima nel recupero del PIL; peggio di noi hanno fatto solo Spagna e Portogallo.
La presente manovra vale poco meno di 40 miliardi di euro, 23 dei quali provengono da deficit aggiuntivo ed i restanti dalle risorse, per ora auspicate e prevedibili, del Recovery Plan europeo. Tuttavia è già iniziata la discussione, e sarà presto approvato, un nuovo scostamento di bilancio, tutto caricato sul 2021, che potrebbe valere circa 20 miliardi di deficit aggiuntivo che, associato ad un incremento annuale medio del PIL verosimilmente inferiore al + 6 per cento, porterà il rapporto deficit/PIL 2021 almeno al – 8 per cento o più. In proposito ricorda che il proprio gruppo ha manifestato senso di responsabilità contribuendo all'approvazione delle precedenti proposte di scostamento.
Segnala di condividere il giudizio di Carlo Bonomi e Antonio D'Amato di Confindustria, che hanno definito il provvedimento una «manovra di emergenza, non di ripartenza» e affermato che «l'Italia è a pezzi». A suo parere persiste l'illusione che l'assistenzialismo sia una soluzione, anche senza creare lavoro e investimenti e, quindi, sviluppo. Manca inoltre, come ricorda sempre Bonomi nel suo intervento su Il Sole-24 Ore dello scorso 6 ottobre, «una visione Paese». E ugualmente insoddisfatti sono i sindacati confederali, che, nel denunciare il sottofinanziamento di ogni capitolo di bilancio, hanno già proclamato uno sciopero generale. In proposito afferma la contrarietà del proprio gruppo nei riguardi di quest'iniziativa, che rischia di opporre la categoria dei lavoratori tutelati, ovvero i dipendenti pubblici, a tutti gli altri italiani, disoccupati, lavoratori privati e imprenditori.
Anche questa manovra alla fine «passerà», prima alla Camera e poi al Senato – dove i numeri della attuale maggioranza sono risicati – col solito sistema del maxi-emendamento finale e del voto di fiducia, ma il Senato sarà messo nella condizione di non poter svolgere alcuna funzione di analisi e confronto, bensì solo di ratifica acritica, come se fossimo in regime di monocameralismo.
Si dichiara sorpreso poi dalla disinvoltura con cui il Governo promuove nuovi debiti, grazie alla momentanea sospensione del patto di stabilità e crescita europeo e alla «manica larga» della BCE, anche se Paolo Gentiloni ricorda che i debiti devono comunque essere restituiti, prima o poi. Sottolinea che neanche gli aiuti UE all'Italia – per complessivi 314 miliardi, distribuiti in sette anni, dal 2021 al 2027, di cui 185 miliardi costituiti da prestiti e 129 miliardi da sovvenzioni – sono «un regalo»: comportano infatti delle condizionalità, l'elaborazione di progetti-obiettivi, autorizzazioni preventive, verifiche su tempi e modi di attuazione dei programmi, compatibili con le linee di indirizzo europee, e raggiungimento dei risultati previsti. Inoltre segnala che il Piano specifico dell'Italia non è ancora completato.
Con riferimento ai settori di competenza della Commissione cultura, ricorda come gli interventi preannunciati dai ministri competenti nei mesi scorsi, in materia, Pag. 173 ad esempio, di università e di editoria, abbiano visto, nel susseguirsi delle varie bozze della legge di bilancio, la costante e inesorabile riduzione delle risorse e segnala che le stesse risorse menzionate dalla relatrice nella sua esposizione appaiono sottodimensionate rispetto alle necessità alle quali sono preordinate.
Si dichiara comunque soddisfatto per le misure introdotte in favore delle istituzioni AFAM, sollecitate da anni dal proprio gruppo.
Passando in dettaglio a illustrare alcuni punti della manovra, segnala che l'articolo 18 istituisce, presso il Ministero dello sviluppo economico, il Fondo per le piccole e medie imprese creative, con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, con l'obiettivo di sostenere le imprese creative, attraverso la concessione di contributi, l'agevolazione nell'accesso al credito e la promozione di strumenti innovativi di finanziamento, nonché altre iniziative per lo sviluppo del settore. Viene demandata ad un decreto del Ministro dello sviluppo economico la definizione dei criteri di ripartizione delle risorse e delle modalità e dei criteri per la concessione dei finanziamenti.
Il comma 4 del citato articolo 18 fornisce la definizione di «settore creativo». Rientrano in tale settore «tutte le attività dirette allo sviluppo, alla creazione, alla produzione, alla diffusione e alla conservazione dei beni e servizi che costituiscono espressioni culturali, artistiche o altre espressioni creative e, in particolare, quelle relative all'architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all'artigianato artistico, all'audiovisivo, compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali, al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura, alle arti dello spettacolo, all'editoria, alla radio, alle arti visive, alla comunicazione e alla pubblicità».
Al riguardo segnala come non sia mai intervenuto il decreto interministeriale dei Ministri per i beni e le attività culturali e per il turismo e dello sviluppo economico, previa intesa in Conferenza Stato-regioni e parere parlamentare, che, a seguito dell'introduzione della categoria di impresa creativa con la legge di bilancio per il 2017, avrebbe dovuto definire la procedura per il riconoscimento della qualifica di impresa culturale e creativa e per la definizione di prodotti e servizi culturali e creativi. Ne consegue che, ad oggi, non esiste una definizione corretta della platea di riferimento. Osserva inoltre come uno stanziamento di 20 milioni di euro annui per una platea di interessati così ampia produrrà un finanziamento che si può definire solo «pulviscolare».
Considerando che le misure sono previste anche in favore degli spettacoli dal vivo, suggerisce di garantirne l'estensione anche alle associazioni culturali o comunque del terzo settore, con una quota, anche piccola, che possa aiutare la realizzazione delle attività. Evidenzia che le piccole e medie realtà culturali sono una maggioranza poco ascoltata, ma fondamentale.
Sempre a questo proposito, ritiene che, nell'ambito dei trasferimenti ai comuni, vada garantita la copertura per l'occupazione di suolo pubblico. Ricorda che molti enti locali non fanno pagare l'occupazione di suolo pubblico per gli eventi culturali, ma non lo fanno tutti e ovviamente in un contesto di crisi è più difficile rinunciare a questi introiti. D'altra parte si tratta di una spesa spesso significativa per chi non chiede il pagamento di un biglietto per i propri eventi. Propone quindi di finanziare la copertura dell'occupazione di suolo pubblico in cambio dell'organizzazione di eventi, festival, sagre e simili, osservando che anche questo sarebbe un modo per stimolare la ripresa degli spettacoli dal vivo.
Segnala poi che l'articolo 87, al comma 1 incrementa di 8.184.000 euro annui, a decorrere dall'anno 2021, il Fondo per l'innovazione digitale e la didattica laboratoriale per azioni di innovazione didattica e digitale nelle scuole mediante gli animatori digitali. Il comma 2 autorizza inoltre una spesa ulteriore di 12 milioni di euro per il 2021 per la realizzazione del sistema informativo integrato per il supporto alle decisioni nel settore dell'istruzione scolastica. L'articolo 165, commi 10 e 11, estende Pag. 174agli anni scolastici 2021/2022 e 2022/2023 la possibilità di costituire équipe formative territoriali con 20 docenti in comando per il supporto al Piano nazionale per la scuola digitale – PNSD e con 200 docenti in semi esonero dall'esercizio dell'attività didattica.
Sottolinea come il suo gruppo abbia da sempre denunciato il blocco del PNSD, vitale nel contesto emergenziale in cui ci troviamo. Segnala inoltre che nello scorso anno le politiche di incentivazione alla cultura del digitale siano state poche e poco efficaci. Si augura che, con il Governo in carica, che ha addirittura istituito un dicastero per l'innovazione, il PNSD possa trovare finalmente attuazione completa, in modo da contrastare la speculazione editoriale e incentivare l'apprendimento digitale. È necessario, inoltre, introdurre il libro di testo digitale, così da evitare costi enormi per le famiglie, soprattutto in un periodo di crisi come l'attuale. In proposito evidenzia come le case editrici, il cui aspetto occupazionale va in ogni caso tutelato, non abbiano realizzato un'effettiva transizione al digitale. In particolare la legge contiene definizioni imprecise, che consentono di far considerare digitali pubblicazioni cartacee alle quali sono semplicemente allegati supporti digitali, come i cd-rom, o che sono corredate di link. Sarebbe utile un intervento finanziario dello Stato per un'effettiva diffusione di pubblicazioni scolastiche autenticamente digitali
Prosegue evidenziando che l'articolo 96, comma 1, reca un'autorizzazione di spesa decorrente dal 2021 finalizzata a consentire al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo l'esercizio della facoltà di acquistare in via prelazione i beni culturali. In particolare, l'autorizzazione di spesa è pari a 10 milioni di euro per il 2021, a 15 milioni di euro per il 2022 ed a 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2023.
Anche con riferimento a questo intervento si vede costretto a sottolineare la scarsità delle risorse stanziate, che sono assolutamente insufficienti allo scopo. Segnala infatti, ad esempio, che è in vendita la Torre di Chia, fabbricato del Duecento e ultima dimora appartenuta a Pier Paolo Pasolini: lo Stato dovrebbe acquistarla per realizzarvi un museo. Ma questo comporterebbe l'impiego di una parte rilevante delle risorse annue destinate all'esercizio del diritto di prelazione. È chiaro quindi che le risorse stanziate sono insufficienti.
Segnala poi la proroga fino al 2023 del commissario straordinario per le fondazioni lirico-sinfoniche – operazione incomprensibile posto che il commissario Sole si è dimesso, per ragioni mai chiarite, forse dipendenti dalla constatazione di situazioni di insanabile dissesto – e la proroga della legge Bray al 2021, ricordando come il gruppo Fratelli d'Italia abbia promosso, in un ordine del giorno approvato, l'istituzione di un sistema di rendicontazione semestrale dei bilanci delle Fondazioni alle Commissioni parlamentari competenti.
Nello specifico evidenzia che le organizzazioni sindacali contestano il ricorso, da parte delle fondazioni lirico-sinfoniche, come nel caso della Fondazione Teatro dell'Opera di Roma, al Fondo Integrazione Salariale – FIS, ritenendolo ingiustificato e finalizzato in realtà ad ottenere «profitti» a spese dello Stato, ovvero dell'INPS e del salario dei lavoratori. Osserva infatti che le restrizioni dell'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri riguardano la sola apertura al pubblico, dando quindi la possibilità a tutto il personale delle fondazioni lirico-sinfoniche di poter continuare a lavorare per la preparazione degli spettacoli futuri. Questo sarebbe un potenziale escamotage da parte di alcuni Soprintendenti per ripianare i debiti.
Sottolinea che è indispensabile una riforma del sistema del finanziamento dello spettacolo dal vivo, che sia rispettoso di tutte le categorie e le tipologie di arte, e che preveda valutazioni reali, svolte da commissioni ministeriali, anziché affidate ad algoritmi, come avviene per l'attuale FUS. Pur riconoscendo il notevole impegno profuso dal ministro Franceschini allo scopo di tutelare le condizioni lavorative degli operatori dello spettacolo, osserva che sarebbero necessari interventi più incisivi. Apprezza comunque la costituzione di un tavolo di lavoro al Ministero per la condivisione della gestione delle crisi del settore, Pag. 175con il coinvolgimento di rappresentati di tutte le categorie di imprese e lavoratori interessati: è un'iniziativa che il suo gruppo chiedeva da tempo.
Auspica quindi una riforma complessiva del sistema delle fondazioni lirico-sinfoniche e la Trasformazione del FUS in Fondo nazionale per le arti, con l'unificazione dei fondi esistenti e il superamento della divisione dello spettacolo dal vivo, tra quello che rientra nel perimetro del FUS e quello che non vi rientra – extra FUS.
Riporta la notizia che il ministro Franceschini annuncerà l'abolizione del FUS e la creazione di un Fondo unico, che unirà FUS ed extra-FUS. In proposito, considerato che si tratta di un tema che il suo gruppo ha posto spesso, propone che la Commissione stessa formuli questa proposta.
Chiede poi l'aumento dei fondi per lo spettacolo, anche attraverso il Recovery Fund, fino a un miliardo l'anno e il ripristino dei corpi di ballo, eccellenza italiana, che vennero cancellati da numerose fondazioni lirico-sinfoniche al solo di scopo di realizzare risparmi di bilancio, peraltro di non rilevante entità.
Prende atto con favore che anche altri cominciano a chiedere la detrazione fiscale sui consumi culturali, che il suo gruppo invoca da tempo. Cita al riguardo un articolo, apparso sull'ultimo numero de L'Espresso, nel quale si riporta la proposta dell'ex ministra Melandri, ora presidente del Maxxi, di una detrazione per il consumo culturale. Si tratterebbe ovviamente di trovare la necessaria copertura, considerando che la misura ha un costo stimato di circa 600 milioni di euro annui. Osserva peraltro che Melandri avrebbe potuto intervenire più incisivamente quando rivestiva la funzione di Ministra per i beni culturali.
Ritiene inoltre opportuno consentire la riapertura dei teatri, con l'occupazione di due terzi della capienza complessiva, e incentivare la possibilità di garantire anche online continuazione degli spettacoli, come già avvenuto per il Teatro Lirico di Cagliari, che ha trasmesso su web la Traviata di Giuseppe Verdi.
Ricorda che l'articolo 101, commi 1-3, dispone il rifinanziamento e la proroga fino al 2022 di alcune misure temporanee di sostegno alla filiera della stampa in scadenza al 31 dicembre 2020. Si tratta del credito d'imposta per gli investimenti pubblicitari, del credito d'imposta per le edicole e altri rivenditori al dettaglio di quotidiani, riviste e periodici (cosiddetto tax credit per le edicole), nonché del credito d'imposta per le testate edite in formato digitale. Segnala che il proprio gruppo si è dichiarato disponibile a raccogliere l'appello della FIEG e dell'editoria nazionale per salvaguardare l'informazione, i giornalisti e le imprese. Ritiene che l'azione del Governo per l'editoria sia gravemente carente e che il sottosegretario Martella, che pure si era impegnato per azioni di tutela, abbia visto soccombere nel Governo la sua linea rispetto alla linea del Movimento 5 Stelle, contraria alla carta stampata e alla libera informazione: rispetto alle bozze del provvedimento inizialmente circolanti, è venuto meno il rifinanziamento delle misure di sostegno del settore, mentre sono inserite misure inutili, come il voucher abbonamenti. Sottolinea l'assenza di questo tema nell'esposizione della relatrice.
Evidenzia quindi che l'articolo 101, commi 5 e 6, istituisce un bonus aggiuntivo, per un importo massimo di 100 euro, rispetto al voucher per l'acquisizione di servizi di connessione ultraveloci, finalizzato all'acquisto di abbonamenti a quotidiani, riviste o periodici, anche in formato digitale a beneficio di nuclei familiari meno abbienti, precisando i presupposti e la definizione delle modalità di erogazione del beneficio. In particolare il comma 5 prevede che il contributo sia assegnato ai nuclei familiari, con ISEE inferiore a 20.000 euro, ammessi alla fruizione dei voucher per l'acquisizione dei servizi di connessione ad internet in banda ultra larga e dei relativi dispositivi elettronici, ai sensi del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 7 agosto 2020, cosiddetto voucher connettività.
Con riferimento alla situazione delle edicole, osserva che sarebbe stato utile introdurre il voucher abbonamenti e 18app anche Pag. 176 per gli acquisti dei giornali ed esprime dubbi sull'effettivo utilizzo della misura a causa dell'eccessiva ristrettezza dei criteri richiesti.
In relazione all'articolo 108, che modifica la disciplina delle operazioni escluse dal campo dell'IVA, osserva che questo, così come è formulato, esclude senza motivo l'applicazione dell'esenzione alle società sportive dilettantistiche, che sono, per loro natura, enti commerciali, ma privi del fine di lucro, come dimostrato anche dal fatto che sono assoggettate, ai sensi dell'articolo 90 della legge n. 289 del 2002, agli stessi vincoli statutari delle associazioni sportive dilettantistiche, richiamati nel comma 4 dell'articolo 108 della legge di bilancio.
Segnala che la stessa direttiva comunitaria, a cui si rifà la norma, prevede, all'articolo 132, comma 1, lettera m), che gli Stati membri esentino talune prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell'educazione fisica, forniti da organismi senza scopo di lucro alle persone che esercitano lo sport o l'educazione fisica.
In base all'attuale formulazione del testo non si fa riferimento alla natura dell'organismo – ente non commerciale o commerciale – ma sic et simpliciter alla mancanza di fine di lucro che, nel comma 4 dell'articolo 108, viene identificato con il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell'associazione e alla condizione che le associazioni interessate si conformino alle clausole previste dal decreto legislativo n. 117 del 2017, che di fatto sono le stesse di cui al sopra citato articolo 90 della legge n. 289 del 2002, norma, quest'ultima, che sarebbe più opportuno citare in quanto norma di riferimento per lo sport dilettantistico, a differenza del decreto legislativo n. 117 del 2017, riferito a tutti gli enti del terzo Settore.
Evidenzia inoltre che la stessa Agenzia delle entrate, in riferimento alle società sportive dilettantistiche, nella circolare 18/E, paragrafi 1 e 2, del 3 luglio 2020, ha precisato che le società sportive dilettantistiche sono enti senza scopo di lucro.
Preannuncia la presentazione di una proposta emendativa per combattere la pirateria audiovisiva, rilevando come occorra destinare parte del Fondo Cinema e Audiovisivo, di cui all'articolo 97, a campagne di contrasto alla pirateria. Sarebbe necessario almeno l'1 per cento del Fondo Cinema, pari a solamente 630.000 euro per campagne nelle scuole e per la sensibilizzazione dei cittadini, poiché il peso della pirateria sull'industria è gravissimo in termini di posti di lavoro persi e danni al diritto d'autore.
Auspica inoltre che venga istituita una Direzione per la musica presso il Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo. Osserva infatti come il COVID-19 abbia messo in luce l'arretratezza della struttura del Ministero, il quale non ha ancora una Direzione per la musica, che pure costituisce un comparto diverso da quello dello spettacolo dal vivo e da quel mondo FUS che non appartiene alla musica.
Ritiene necessari incentivi alla domanda di cultura, quali la già illustrata detrazione per il consumo culturale e la previsione di un'aliquota IVA al 4 per cento.
In conclusione, preannuncia la presentazione di una proposta di parere alternativa a quella del relatore e si dichiara comunque disponibile a sostenere iniziative della maggioranza per la tutela delle categorie di lavoratori in difficoltà del comparto della cultura e dello spettacolo.
Valentina APREA (FI), intervenendo da remoto, premette che il suo intervento si concentrerà sui temi dell'istruzione, salvo qualche cenno a università e ricerca. Si dice spiacevolmente colpita da quanto appare lontano il dibattito parlamentare seguito da remoto, quanto distante dal dramma che tante aree del Paese classificate in zona rossa stanno vivendo. Si riferisce in particolare alla relazione svolta dalla relatrice, che le è sembrata, priva com'era di commenti politici, un'arida sintesi dei contenuti della manovra. Le spiace soprattutto che la relatrice non abbia fatto alcun riferimento alla difficilissima situazione delle scuole, in cui tante classi sono ferme o procedono a rilento. Parla delle scuole di primo grado e di quelle dell'infanzia, che in teoria possono funzionare in presenza, Pag. 177 ma in pratica sono di continuo rallentate nella loro attività dalle quarantene imposte a tutti ad ogni caso di malattia tra scolari o insegnanti; e parla delle scuole superiori, che sono costrette all'insegnamento a distanza, e dirà poi di che tipo. Si dice addolorata per la sorte degli adolescenti di oggi, privati della possibilità di frequentare in presenza e di socializzare a scuola.
Di fronte a questo quadro allarmante, è a suo avviso inaccettabile una manovra di finanza pubblica che, in materia di istruzione, si preoccupa innanzitutto di incrementare il personale della scuola. A che scopo, si domanda, posto che a scuola i ragazzi non possono andarci.
Ritiene che in questo momento il fine prioritario nella scuola, su cui investire, dovrebbe essere quello di mettere in sicurezza la scuola, per rendere possibili le lezioni e renderle possibili in presenza. Su questo tema – a parte un finanziamento per il trasporto scolastico, che è comunque insufficiente e che arriverà a destinazione tardivamente – non c'è nulla, secondo lei, nella manovra. Non c'è, ad esempio, nessun accenno ai presìdi sanitari scolastici, dei quali invece le scuole hanno estrema necessità. L'iniziativa in questo campo non può essere delegata alle regioni. Trattandosi di un'emergenza nazionale, spetta al Governo – al Ministero dell'istruzione – agire. Servono test, tracciamento, tamponi e termoscanner. La ministra Azzolina non può pensare di cavarsela affermando: non è compito mio.
Lamenta poi la mancanza di misure intese a coinvolgere INVALSI e INDIRE nella gestione dell'emergenza. È evidente che serve il costante monitoraggio di quel che accade nelle scuole e la raccolta di dati ragionati per creare le basi di informazione e conoscenza occorrenti per prendere decisioni politiche di lungo periodo. Non si capisce per quale ragione questi Istituti pubblici non siano valorizzati e impiegati al meglio.
Venendo al tema della didattica a distanza – che è tanto più importante affrontare in quanto la manovra non fa nessuno sforzo per garantire la didattica in presenza – esprime l'avviso che quella si sta praticando nelle scuole sia di pochissimo valore. Gli insegnanti sono stati chiamati a insegnare a distanza senza essere stati formati per questo e senza essere stati forniti degli strumenti tecnologici necessari. Di fatto, la didattica a distanza, per come è impostata oggi, consiste nel fare a distanza, in videoconferenza, lo stesso tipo di anacronistiche e noiose lezioni frontali che si facevano in presenza.
L'unica misura utile della manovra in materia di istruzione – quella dell'articolo 88 del disegno di legge presentato dal Governo, che conteneva misure di semplificazione delle procedure per la realizzazione di interventi di edilizia scolastica – è stata stralciata dalla Presidenza della Camera dei deputati.
Non c'è nulla sulle scuole paritarie, che svolgono un ruolo importantissimo e che sono in difficoltà; nulla sull'ottimizzazione degli spazi usati per l'insegnamento e l'apprendimento; nessun riferimento agli Istituti tecnici superiori, nonostante l'annuncio che ci sarebbero stati per questo due miliardi: l'intervento è rinviato a quando – se mai – saranno disponibili le risorse europee del Recovery fund.
Quanto all'incremento di personale, sul quale la manovra si concentra, per quanto riguarda la scuola, fa presente che i concorsi di fatto non serviranno per far sì che all'inizio del prossimo anno scolastico ci siano docenti in cattedra in numero sufficiente. È necessario stabilizzare i docenti precari, semmai valutandoli successivamente: sono persone che già lavorano da anni nella scuola e che, per quanto debbano essere valutate, devono essere riconosciute come idonee all'insegnamento.
Quello che serve, ancora, è la formazione dei docenti, che devono essere istruiti per essere all'altezza delle sfide e delle novità tecnologiche del mondo di oggi, per poter fruttuosamente insegnare a ragazzi che vivono in una dimensione nuova, quella del digitale. Non si può pensare di insegnare con metodi del Novecento a ragazzi del terzo millennio.
Sulla didattica digitale, il provvedimento contiene soltanto, all'articolo 87, un finanziamento aggiuntivo di 8 milioni circa da usarsi per gli animatori digitali. Troppo Pag. 178poco, anche perché gli animatori digitali sono figure tecniche che sanno poco o niente di metodologie educative. Garantiscono le connessioni, ma non la disseminazione delle buone pratiche educative. Sono figure di cui non si comprende l'utilità.
La manovra contiene poi misure per l'attuazione del Piano nazionale per la scuola digitale, che però nel frattempo è invecchiato e superato. Non è possibile fare ancora riferimento a un Piano così datato, quando il mondo ragiona sull'intelligenza artificiale e su tecnologie del tutto nuove. Peraltro, fa presente che, a quanto le risulta, i finanziamenti per la scuola digitale sono stati spesso impiegati dai singoli istituti per l'acquisto di vecchie postazioni fisse, meno costose, anziché di apparecchi portatili, a riprova che nelle scuole si ragiona ancora alla maniera di una volta.
Ancora, nel disegno di legge di bilancio si annunciano 25 mila posti per il sostegno, ma, anche qui, è più apparenza che sostanza, dal momento che a questo numero si arriverà, se ci si arriverà, solo nell'anno scolastico 2025/26. Si prevedono poi finanziamenti per la formazione degli insegnanti di sostegno: il che è condivisibile, a condizione che gli insegnanti formati restino poi nel sostegno, e non chiedano di passare all'insegnamento.
Evidenzia poi il problema degli insegnanti tratti dalle graduatorie scolastiche provinciali: in molti casi studenti universitari che si avvalgono dei permessi e non assicurano la copertura della cattedra per tutte le ore necessarie.
Sugli assistenti tecnici di cui si prevede di rafforzare la presenza, osserva che mediamente non sono preparati e che la loro presenza fornirà un alibi agli insegnanti che non vogliono imparare a gestire la didattica a distanza.
In conclusione, ritiene che, per quanto riguarda la scuola, la manovra disposta con il disegno di legge in esame sia sciatta, anche perché interventi importanti sono stati rinviati al futuro – a quando saranno disponibili le risorse europee del Recovery fund – col rischio quindi che alla scuola non arrivino mai.
Si sofferma poi brevemente su università e ricerca per evidenziare che sarebbe importante il finanziamento adeguato degli ospedali dove si svolge ricerca scientifica e si programmano ricerche internazionali. Sarebbe importante investire sui progetti interuniversitari e internazionali. Constata invece con delusione che la manovra prevede che il Ministero dell'università e della ricerca possa avvalersi di Invitalia per il supporto nell'analisi, nella valutazione e nel monitoraggio degli interventi nel settore della ricerca: possibile che non si potesse fare a meno di Invitalia anche in questo campo?
In conclusione, ribadisce che il mondo è cambiato e che le nuove generazioni sono diverse. Il mondo della scuola non può non tenerne conto. Si augura un confronto proficuo con la maggioranza per concordare proposte di miglioramento della manovra, dichiarando la disponibilità del suo gruppo a collaborare.
Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, prende atto degli appassionati interventi che ha ascoltato oggi, con attenzione. Precisa, replicando alla deputata Aprea, che ha parlato di relazione arida, che trova corretto, come relatrice, limitarsi nella fase introduttiva del dibattito ad esporre il contenuto del provvedimento, atteso che si sarà modo poi di far valere le posizioni politiche, da ultimo con la relazione che la Commissione dovrà deliberare per trasmetterla alla Commissione bilancio.
Vittoria CASA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.45.
ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 474 del 18 novembre 2020, a pagina 215, seconda colonna, ventesima riga, le parole: «, relatore,» sono soppresse.