Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti delle Giunte e Commissioni

Vai all'elenco delle sedute >>

CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 dicembre 2021
721.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 3

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 28 dicembre 2021. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Carlo Sibilia.

  La seduta comincia alle 9.55.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.
C. 3424 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni.
C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Relazione favorevole con osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 27 dicembre 2021.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, rileva come la Commissione prosegua oggi l'esame, in sede consultiva, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, del disegno di legge C. 3424, approvato del Senato, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, e la relativa Nota di variazione (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato), per le parti di propria competenza.
  Ricorda che la Commissione dovrà concludere l'esame del provvedimento entro le ore 11 di oggi.Pag. 4
  Rammenta quindi che nella seduta di ieri la relatrice, Elisa Tripodi, ha illustrato il contenuto del provvedimento.
  Avverte che sulle parti del provvedimento di competenza della Commissione sono state presentate 4 proposte emendative (vedi allegato 1), che ora saranno esaminate.
  Invita quindi la relatrice e il rappresentante del Governo a esprimere su di esse il parere.

  Elisa TRIPODI (M5S), relatrice, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.

  Il Sottosegretario Carlo SIBILIA esprime parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

  Augusta MONTARULI (FDI) osserva come l'emendamento Prisco 3424/I/1.6 miri ad estendere anche alla Regione autonoma della Sardegna le disposizioni recate dal comma 583 dell'articolo 1 del provvedimento, in materia di indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni.

  La Commissione respinge l'emendamento Prisco 3424/I/1.6.

  Emanuele PRISCO (FDI), illustrando il suo emendamento 3424/I/1.2, rileva come esso concerna il tema del potenziamento dell'organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine in generale e osserva al riguardo come le misure contenute nel provvedimento in esame siano, a suo avviso, insufficienti. Sottolinea come la proposta emendativa intervenga prevedendo sia l'incremento della dotazione organica sia, anche al fine di consentire di procedere alle assunzioni con maggiore celerità, l'utilizzazione delle graduatorie disponibili.
  Esprime rammarico per il fatto che non sia stata colta l'occasione della legge di bilancio in esame, che pure è stata presentata dalla maggioranza come espansiva, per intervenire con maggiore efficacia al fine di rafforzare l'organico delle forze dell'ordine e, in particolare, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che sarà chiamato ad affrontare una situazione di difficoltà derivante dai numerosi pensionamenti previsti per i prossimi mesi e la cui importanza strategica non può essere messa in discussione. Cita, in particolare, il ruolo svolto dal Corpo sul fronte degli incendi boschivi, che ha acquisito una rilevanza ancora maggiore a seguito della soppressione del Corpo forestale dello Stato.
  Ritiene si tratti di una proposta emendativa di buon senso, condivisibile da tutte le forze politiche, come testimonia la presentazione di proposte analoghe anche da parte dei parlamentari della maggioranza, i quali tuttavia hanno rinunciato a discuterle, preferendo asservirsi al monocameralismo di fatto che mortifica il ruolo del Parlamento, dei parlamentari e delle forze politiche.
  Auspica comunque uno sforzo ulteriore per il potenziamento delle forze dell'ordine, confidando nella sensibilità su questi temi sempre dimostrata dal Sottosegretario Sibilia.

  Marco DI MAIO (IV), dopo aver dichiarato di condividere nel merito gran parte dei contenuti del provvedimento in esame, che ritiene promuova, attraverso una politica espansiva, il rilancio economico a favore di imprese e cittadini, stigmatizza la prassi parlamentare secondo la quale, a fasi alterne, una delle due Camere viene sostanzialmente esclusa dall'esame di leggi fondamentali, come la legge di bilancio.
  Ritiene quindi opportuno che la I Commissione segnali con forza tale questione, giudicando necessario che i parlamentari – eletti dal popolo, a differenza di alcuni esponenti del Governo – siano messi nella condizione di svolgere la propria funzione, ed auspicando ciò sia sottolineato nella proposta di relazione dalla relatrice, sulla quale non potrebbe che esservi un voto favorevole del suo gruppo. Pur sottolineando come il suo gruppo abbia sempre sostenuto l'esigenza di una riforma costituzionale che sancisca il superamento del bicameralismo, ritiene infatti necessario, a costituzione invariata, rispettare il Pag. 5ruolo di ciascuna Camera e porre ad una prassi che appare piuttosto persistente.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, facendo seguito a quanto già sostenuto nella precedente seduta di esame, ricorda di avere più volte formalmente stigmatizzato, nella corrente Legislatura, tale disdicevole prassi, ribadendo che, anche in questa occasione, non mancherà di rappresentare il forte disappunto dell'intera Commissione alla Presidenza della Camera.

  Stefano CECCANTI (PD) rileva come sia emerso chiaramente anche dalla discussione svoltasi nella precedente seduta di esame che nessuna forza politica condivide il metodo che è stato seguito e ritiene che tale disagio sarà segnalato nella proposta di parere formulata dalla relatrice.

  Emanuele PRISCO (FDI) segnala come la Commissione Finanze abbia assunto a tale riguardo una posizione molto netta e molto forte, decidendo, in modo sostanzialmente unanime, di non esprimersi sul disegno di legge di bilancio in sede consultiva, e ritiene che tale posizione avrebbe dovuto essere assunta, e potrebbe ancora essere assunta, anche dalla Commissione Affari costituzionali, per richiamare l'attenzione del Governo e dei Presidenti delle Camere sulla necessità del rispetto delle regole.
  Ricorda come nella cosiddetta «prima Repubblica» la legge finanziaria veniva votata addirittura a scrutinio segreto, tanto era considerata importante, mentre ora viene esaminata «a pacchetto segreto», vale a dire senza conoscerne di fatto il contenuto.
  Ribadisce quindi come, a suo avviso, la Commissione Affari costituzionali dovrebbe assumere una posizione analoga a quella assunta dalla Commissione Finanze.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, precisa che, nel momento in cui ha preannunciato la sua intenzione di scrivere alla Presidenza della Camera su tale questione, ha inteso raccogliere una precisa indicazione emersa dal dibattito nella seduta di ieri, facendo notare, tuttavia, che si potrà valutare qualsiasi altra iniziativa che la Commissione intendesse assumere – quale, ad esempio, l'eventuale decisione di non esprimersi sul provvedimento in esame – qualora dovessero emergere indirizzi convergenti al riguardo.

  Emanuele FIANO (PD) ritiene che, ferma restando la possibilità di intraprendere legittime e condivisibili iniziative – tra cui anche quella di decidere di non esprimersi sul disegno di legge – con le quali stigmatizzare un metodo di lavoro che ritiene lesivo delle prerogative delle Camere, la questione coinvolga un nodo istituzionale da sciogliere, a prescindere dalle logiche di parte. Ricollegandosi ad alcune considerazioni svolte nel dibattito odierno, rileva, peraltro, come la decisione assunta dalla Commissione Finanze di non esprimersi sul provvedimento in esame derivi da particolari contingenze legate alle competenze di quella Commissione, considerato l'ampio lavoro svolto in quella sede sul tema della riforma fiscale, ora in parte ripreso dal provvedimento in esame, sul quale le Commissioni sono chiamate ora ad esprimersi in tempi ristretti.
  Dopo aver quindi ricordato che nella precedente Legislatura svolse il ruolo di relatore nell'ambito di una riforma costituzionale che mirava proprio a risolvere la questione del rapporto tra le due Camere, evidenzia l'opportunità di affrontare il tema in oggetto nell'ambito della discussione, attualmente in corso presso la Giunta per il Regolamento, sulle proposte di modifica del Regolamento della Camera, discussione che lo vede peraltro impegnato nella veste di correlatore e che lo porterà a breve all'elaborazione di proposte concrete.
  Ritiene infatti che sia quella la sede più opportuna nella quale individuare una soluzione condivisa e trasversale che ponga fine ad alcune prassi seguite dal Governo, quali l'abuso della decretazione d'urgenza e il ricorso eccessivo alla questione di fiducia, che sviliscono la funzione del Parlamento.
  Al riguardo, fa presente che sono infatti allo studio diverse possibili soluzioni regolamentari, che riguardano, ad esempio, il Pag. 6contingentamento dei tempi di discussione della questione della fiducia o l'introduzione del meccanismo del voto a data certa in relazione all'esame del provvedimenti d'urgenza, auspicando che in quella sede si possano stabilire regole condivise trasversalmente, che valorizzino il ruolo del Parlamento nel rapporto con il Governo, soprattutto per quanto concerne l'esame di leggi fondamentali

  Giuseppe BRESCIA, presidente, auspica che il lavoro della Giunta per il Regolamento possa proseguire utilmente nel senso indicato dal deputato Fiano e osserva, nel contempo, come sia opportuno affrontare le questioni poste anche presso la Commissione Affari costituzionali.

  La Commissione respinge l'emendamento Prisco 3424/I/1.2.

  Augusta MONTARULI (FDI), intervenendo sull'emendamento Prisco 3424/I/1.5, osserva come esso sia volto a promuovere la lotta alla criminalità prevedendo un credito d'imposta in favore dei titolari di esercizi commerciali preposti alla raccolta di entrate erariali, che sono frequentemente vittime di atti illeciti, al fine di favorire l'installazione di impianti di videosorveglianza ad accesso protetto ed esclusivo delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria.

  La Commissione respinge l'emendamento Prisco 3424/I/1.5.

  Emanuele PRISCO (FDI), illustrando il suo emendamento 3424/I/1.1, evidenzia che esso riguarda il tema della responsabilità civile e delle spese legali dei relativi giudizi dei dipendenti di amministrazioni statali, in conseguenza di fatti ed atti connessi con l'espletamento del servizio. Dopo aver rilevato che la questione riguarda, in particolare, gli operatori delle forze dell'ordine, osserva come essa sia stata affrontata solo in parte dal maxi emendamento presentato al Senato, facendo dunque presente come la proposta emendativa in esame, di cui raccomanda l'approvazione, miri a prevedere una disciplina più completa.

  La Commissione respinge l'emendamento Prisco 3424/I/1.1.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che sulle parti del provvedimento di competenza della Commissione sono stati presentati due ordini del giorno (vedi allegato 2), che ora saranno esaminati.
  Al riguardo ricorda che presso le Commissioni di settore possono essere presentati tutti gli ordini del giorno riferiti alle parti di rispettiva competenza del disegno di legge di bilancio. Gli ordini del giorno accolti dal Governo o approvati dalla Commissione saranno allegati alla relazione trasmessa alla Commissione Bilancio. Gli ordini del giorno respinti dalle Commissioni di settore o non accolti dal Governo potranno essere ripresentati in Assemblea. Gli ordini del giorno concernenti l'indirizzo globale della politica economica devono invece essere presentati direttamente in Assemblea.

  Emanuele PRISCO (FDI), illustrando il suo ordine del giorno 0/3424/I/1, rileva come esso vada nella stessa direzione dell'ordine del giorno Maurizio Cattoi 0/3424/I/2 e riguardi il tema dell'adeguamento retributivo e pensionistico del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco a quello delle forze dell'ordine.
  Ricorda come tale tema sia stato da tempo posto da Fratelli d'Italia e dà atto al Sottosegretario Sibilia di non aver mai fatto mancare il suo appoggio al riguardo.
  Prende atto con soddisfazione dell'accoglimento, nell'ambito del maxiemendamento approvato dal Senato, di una proposta emendativa di Fratelli d'Italia che, nella sua riformulazione, prevede, ai fini di una progressiva armonizzazione dei trattamenti di quiescenza, un'introduzione progressiva del beneficio nell'arco di sei anni.
  Sottolinea come l'atto di indirizzo in esame impegni il Governo ad anticipare la piena e immediata attuazione, nel più breve tempo possibile, dell'armonizzazione, nonché a prevedere l'immediata fruibilità del Pag. 7nuovo regime da parte di tutto il personale in servizio alla data del 1° gennaio 2022, superando i dubbi interpretativi determinati al riguardo dal meccanismo dei sei scatti previdenziali spalmati su sei anni.
  Confida nella sensibilità del Sottosegretario Sibilia affinché tale proposta, che ritiene di buon senso, sia accolta.

  Maurizio CATTOI (M5S), nel condividere le considerazioni svolte dal deputato Prisco, osserva che la finalità del suo ordine del giorno 0/3424/I/2 è quella di risolvere una problematica emersa in sede di attuazione del processo di armonizzazione dei trattamenti di quiescenza dei vigili del fuoco rispetto alle forze di polizia, processo intrapreso meritoriamente dal Governo. Osserva infatti come con il suo ordine del giorno si impegni il Governo a valutare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica e con le diversificate priorità, l'opportunità di anticipare la piena e immediata attuazione delle richiamate misure di armonizzazione in favore del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Corpo che definisce di strategica importanza.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno.

  Il Sottosegretario Carlo SIBILIA, dopo aver sottolineato il forte impegno finanziario assunto nel provvedimento in esame sul tema della sicurezza e del soccorso pubblico, ricorda l'azione svolta negli ultimi anni dal Governo in favore del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine, settori a favore dei quali ritiene siano stati stanziati notevoli risorse economiche, con il consenso trasversale degli schieramenti politici.
  Rileva, in particolare, come, negli ultimi 2 anni, ferma restando l'individuazione di specifiche priorità, siano stati stanziati oltre 250 milioni di euro per il potenziamento dell'organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle forze di polizia, anche per far fronte alle esigenze connesse al turn over.
  Ritiene, dunque, che, pur restando da affrontare talune questioni di sistema riguardanti la qualità della formazione e la funzionalità complessiva dei Corpi, che andranno risolte in vista delle prossime sfide poste dalla transizione ecologica, il provvedimento in esame in tale ambito rechi disposizioni importanti, tra cui richiama il comma 961 dell'articolo 1, il quale prevede ingenti risorse a favore delle dotazioni organiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, oltre che delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare.
  Nell'esprimere quindi il proprio parere sugli ordini del giorno Prisco 0/3424/I/1 e Maurizio Cattoi 0/3424/I/2, dichiara di accettarli a condizione che entrambi siano riformulati, nella parte dispositiva, nel senso di impegnare il Governo, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica e con le diversificate priorità, a valutare l'opportunità di anticipare la piena e immediata attuazione, nel più breve tempo possibile, delle nuove disposizioni in materia di armonizzazione dei trattamenti di quiescenza a favore del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

  Emanuele PRISCO (FDI) rileva come il suo atto di indirizzo, a differenza di quello del deputato Maurizio Cattoi, preveda nel dispositivo un ulteriore, specifico impegno al Governo a prevedere l'immediata fruibilità della piena attuazione dei cosiddetti «sei scatti previdenziali» da parte del personale in servizio alla data del 1° gennaio 2022, anche al fine di porre rimedio alle problematiche interpretative già evidenziate e che sono state sottolineate anche dalle organizzazioni sindacali.
  Auspica che il Governo accetti anche tale ulteriore impegno, anche in considerazione del fatto che vi è un'aspettativa al riguardo da parte del personale.

  Il Sottosegretario Carlo SIBILIA, in risposta al deputato Prisco, ritiene che la riformulazione proposta sugli ordini del giorno in esame rappresenti una soluzione equilibrata, dal momento che essa ricomprende le esigenze poste dal deputato Prisco nella seconda parte del dispositivo del Pag. 8suo ordine del giorno 0/3424/I/1, in relazione all'immediata fruibilità della piena attuazione dei cosiddetti sei scatti previdenziali, pur lasciando flessibilità circa l'individuazione degli strumenti da adottare per il perseguimento di tali finalità. Si rischierebbe, altrimenti, a suo avviso, di prevedere rigidità eccessive con il rischio di compromettere il raggiungimento dello scopo prefissato e determinare un inutile «ingessamento» normativo.

  Emanuele PRISCO (FDI) sottolinea come non si tratti di una questione normativa, bensì interpretativa.
  Accetta, comunque, la riformulazione proposta dal Governo, riservandosi eventualmente la presentazione di un atto di indirizzo in Assemblea e chiedendo al Governo di svolgere ulteriori approfondimenti tecnici sulla questione posta.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, prende atto che i presentatori degli ordini del giorno Prisco 0/3424/I/1 e Maurizio Cattoi 0/3424/I/2 accettano la riformulazione proposta dal Governo (vedi allegato 3), risultando pertanto entrambi accolti dal Governo.

  Elisa TRIPODI (M5S), relatrice, formula una proposta di relazione favorevole con un'osservazione (vedi allegato 4).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, informa che il Gruppo Fratelli d'Italia ha presentato una relazione di minoranza (vedi allegato 5).

  Augusta MONTARULI (FDI), illustrando la posizione del gruppo di Fratelli d'Italia sul provvedimento in esame, posizione che è espressa anche nella relazione di minoranza presentata, rileva innanzitutto come da ormai dieci anni (già dalla legge di bilancio 2011/2013) risultino introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica, vale a dire la legge 31 dicembre 2009, n. 196, entrata in vigore il 1° gennaio 2010.
  Osserva al riguardo che gli obiettivi della legge n. 196 del 2009 sono molteplici e largamente condivisibili: restituire centralità al bilancio articolato in missioni e programmi, superando la frammentazione e l'eterogeneità delle «vecchie» leggi finanziarie cosiddette «omnibus»; rendere più trasparenti e leggibili i conti pubblici e le procedure attraverso cui i bilanci vengono costruiti e modificati; armonizzare i bilanci della pubblica amministrazione; migliorare il controllo, la valutazione e il monitoraggio del Parlamento sul bilancio, esaltando il ruolo delle Commissioni di merito nell'analisi delle parti di loro competenza.
  Sottolinea che, se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria a causa della pandemia, è altrettanto vero che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo.
  Ritiene sintomatica al riguardo la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare la legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022: il disegno di legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla già richiamata legge di contabilità e finanza pubblica. Rileva che tale ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della legge, che si è ulteriormente aggravata nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii dei lavori della Commissione Bilancio, dovuti a contrasti interni alla maggioranza. Ritiene che ciò sia attestato il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare e votare un ristretto numero di emendamenti segnalati, e ciò nonostante la vastissima maggioranza numerica che appoggiaPag. 9 il Governo Draghi, inopinatamente definito come «il Governo dei migliori».
  Rileva come la conseguenza di un siffatto modo di procedere si sia palesata quando nell'Assemblea di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti da parte dell'Assemblea. Osserva che detto modo di procedere – come già preannunciato nella Conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porterà il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei deputati.
  Ritiene evidente l'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento anche considerando i tempi strettissimi imposti dalla Conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Considera sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021; conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio, e l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento.
  Richiama quindi, per doverosa comparazione, la modalità di esame della legge di bilancio da parte del Parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura. Con il Governo «giallo-verde» (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati. Approvato dal Senato con modifiche il 23 dicembre 2018, veniva approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018. La manovra di bilancio per il 2020 del Governo «giallo-rosso» (Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019. La manovra per il 2021, varata dal Governo «giallo-rosso» – in piena pandemia – veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020.
  Osserva, quindi, che il cosiddetto «Governo dei migliori» ha il record peggiore circa i tempi di presentazione e di gestione della manovra, e ciò non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza. Rileva come si tratti di una situazione senza precedenti. Come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti nella Commissione Bilancio del Senato, la prima delle due Camere a esaminare questo provvedimento: rileva come non si fosse mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però apparentemente presentabile; con il II Governo Conte fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto, tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito della stessa maggioranza ci fu chi ammise l'inopportunità di tale comportamento.
  Rileva come in questo caso abbiamo superato di gran lunga tutti i peggiori record, anche degli ultimi anni. Evidenzia che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile, atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi, e che in questo caso si è andati ben oltre, siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato, quello stesso Stato che chiede ai cittadini di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte, è lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno Pag. 10dal punto di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenzioso alla violazione della legge da parte del Governo. Rileva inoltre come vi sia ragione di credere che il Consiglio dei ministri, che è un organo i cui lavori non sono pubblici, abbia approvato un testo di legge di bilancio poi modificato in qualche ufficio, addirittura fuori dal Parlamento.
  Osserva che il Parlamento è stato proprio ignorato e ha avuto il «privilegio» di iniziare le votazioni la sera di lunedì 21 dicembre 2021. Nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e con linee, pensiero e politiche difficilmente compatibili tra loro: si realizzano dunque, nella migliore delle ipotesi, compromessi al ribasso, ma spesso sono mancate misure. I colleghi del gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate. Evidenzia che quelle proposte non erano fatti personali di questo o di quel senatore di Fratelli d'Italia, ma rappresentavano problemi concreti dell'Italia tutta. Per questo esiste un Parlamento, e non c'è solo nel nostro Paese, ma anche nelle altre democrazie occidentali. Serve un Parlamento perché, davanti a tutti, ci siano dei voti, dei sì e dei no, e possibilmente, quando il Governo dice no, dovrebbe anche spiegarlo. A quelle determinazioni corrispondono anche le relative responsabilità politiche. Fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i «lettori» dei pareri del Governo, ma spesso davano anche spiegazioni, specialmente dei pareri contrari, perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo. Osserva come ora non vi sia nulla di tutto questo. Si chiede dove sia il potere rappresentativo del popolo, se non nel Parlamento, e se non sia in certi potentati che stanno fuori dal Parlamento, in trattative «non pubbliche» tra i partiti, o in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi.
  Rileva come, di fatto, vi sia una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione, ma non in Aula, e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesto dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio. È un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento alla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo. È pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato; tuttavia mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento. Nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una maggioranza anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla stessa, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato, a tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza: praticamente una manovra completamente da rifare, secondo la stessa maggioranza.
  Nei fatti, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra di bilancio del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività. Il Governo si è riempito la bocca di questa espansività della manovra, che va però attentamente declinata. La manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo, vale a dire per un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, e perché è stato sospeso il Patto di stabilità.
  Quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro. Sottolinea che rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantemente impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamentePag. 11 migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, la sospensione del Patto di stabilità.
  Rileva quindi come la manovra porti in dote pochi risparmi, che in parte sono stati voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia.
  In primo luogo, infatti, grazie alla battaglia storica di Fratelli d'Italia contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro. A cui si aggiunge l'approvazione dell'emendamento di Fratelli d'Italia al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing. Quanto ai contenuti, rileva come non si possa che condividere perfino l'opinione espressa dal relatore di maggioranza, senatore Vasco Errani, in merito alla riduzione della pressione fiscale, ossia che serviva più coraggio. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, un terzo dei fondi totali, rispetto alla manovra, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro. Pertanto, sulla riforma fiscale, osserva che va sempre bene quando si riducono le tasse, però questa riduzione varrà, come si leggeva su alcuni quotidiani nazionali, qualche caffè a settimana.
  Oltre a questo, intende affrontare un altro capitolo spinoso, quello del reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione. Dichiara di aver ritenuto che potesse essere in qualche modo se non stravolto, almeno profondamente cambiato; purtroppo, questo non è accaduto. Il reddito di cittadinanza avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile. Questo non lo dice Fratelli d'Italia ma la Corte dei conti, che attesta che solo il 25 per cento dei percettori ha trovato lavoro, per lo più con contratti a tempo determinato, e solo il 15 per cento ancora oggi è occupato. Rileva dunque che si tratta di un provvedimento che ha clamorosamente fallito rispetto all'obiettivo previsto. Dichiara di essere consapevole e di riconoscere che vi è una categoria di cittadini, di uomini e donne, che va aiutata, tutelata e inserita in modo graduale e controllato nel mondo del lavoro, ma non ci si può esimere dal sottolineare come risulti del tutto sconfortante rilevare che nemmeno con un enorme esborso di soldi pubblici si sia trovato un lavoro a tutti i beneficiari. Al riguardo, evidenzia che anche per i disabili – dati alla mano – il reddito di cittadinanza ha avuto un risultato fallimentare. Ribadisce dunque che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi. Invece, per l'evidente colpa di uno schieramento politico e della propria cecità, lo Stato non riesce a utilizzare al meglio i fondi che mette a disposizione.
  Esaminando altri temi, presenti nella legge di bilancio, pone l'accento – ad esempio – sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Ritiene del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo per i finanziamenti alle Forze dell'ordine. L'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomento di cui parlare in campagna elettorale, quando tutti sono per la sicurezza, anche perché sarebbe controproducente per uno schieramento se qualche proprio adepto facesse il tifo per l'insicurezza o per la delinquenza. Di fatto, però, quando il Parlamento, attraverso la manovra di bilancio, non aiuta le Forze dell'ordine come dovrebbe, ci sentiamo di denunciarlo con forza. Per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, si è visto l'atteggiamento incredibile del Partito democratico che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali. Invece di andare nella direzione di nuove assunzioni, si stabilizza chi c'è già, senza comprendere la situazione e rimanendo completamente distanti dalla realtà e dalle problematiche che attraversano le Forze dell'ordine. Ci si riferisce al fatto che il personale sta diventandoPag. 12 sempre più anziano e non riesce a svolgere il proprio compito in strada. Se non si vuole ascoltare Fratelli d'Italia, almeno si ascoltino i sindacati delle Forze dell'ordine e della Polizia che dicono a maggioranza e Governo che stanno andando nella direzione opposta a quella della sicurezza per il cittadino. Diventa infatti difficile per chi è anziano fare ordine pubblico nelle strade. L'emendamento del PD è andato invece proprio in questa direzione, aumentando il numero di anni necessari al personale delle Forze dell'ordine per andare in pensione, non capendo che, invece, bisogna stanziare fondi – come è stato fatto in parte, ma in maniera insufficiente – per avere un aumento del personale in servizio. Resta il fatto che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni vi sarà una riduzione di 10.000 unità. Per non parlare poi della Polizia penitenziaria, tema difficilissimo e importantissimo. Qualche mese fa, la Ministra Marta Cartabia non si è potuto esimere dal riconoscere la carenza di personale e il progressivo invecchiamento di quello in servizio. A fronte di una carenza attuale di circa 4000 uomini, nei prossimi anni andranno in pensione 30.000 agenti della Polizia penitenziaria, personale che svolge un lavoro molto logorante ed usurante. Di fatto, chi svolge quel lavoro, molto spesso, è un detenuto come gli altri. Ne segue che sarebbe stato importante da parte del Governo stanziare più fondi possibili per favorire nuove assunzioni, tenuto anche conto che ci sono molti partecipanti ai concorsi ancora in attesa di assunzione.
  Un altro ambito su cui non si può tacere è il vergognoso emendamento riguardante la magistratura onoraria che il Governo ha presentato, sostenendo di volere fare fronte alla procedura di infrazione annunciata dall'Europa nei confronti dell'Italia, atteso il modo in cui in tutti questi anni sono stati trattati e continuano a essere trattati i magistrati onorari. Magistrati considerati come veri e propri rider della giustizia, anzi peggio, poiché adesso i rider verranno regolarizzati e stabilizzati. I giudici onorari – come è noto – risolvono quasi la metà di tutti gli affari della giustizia che, senza di essi, semplicemente si bloccherebbe. Senza i vice procuratori onorari non sarebbe possibile tenere udienza, e non solo davanti al giudice di pace, ma nemmeno davanti al tribunale; senza i circa 2.000 giudici onorari di tribunale sarebbe impossibile comporre una infinità di collegi. Si tratta di magistrati che, per anni, hanno lavorato senza tutele e senza i minimi diritti elementari che dovrebbero spettare ad ogni lavoratore, come ha riconosciuto l'Europa e – finalmente – anche la magistratura italiana con alcune importanti sentenze.
  Denuncia che la gratitudine che la Ministra della giustizia e il Governo manifestano con l'emendamento citato nei confronti di questa categoria che ha tenuto in piedi la giustizia italiana consiste nel parificare il magistrato onorario al personale amministrativo, mortificando non la figura del primo, ma la funzione giurisdizionale che esercita. Parificandola al personale amministrativo, non soltanto si offende la magistratura onoraria, ma anche l'alta funzione giurisdizionale assolta in nome del popolo italiano.
  Si tratta di una vergogna che Fratelli d'Italia denuncia in modo forte e chiaro. Come denuncia l'illogicità, l'incongruenza e la contraddizione di pretendere di sottoporre a una prova selettiva con tanto di esame, seppur orale, magistrati che hanno fatto il loro dovere per dieci, quindici o venti anni nelle aule di giustizia. Anche questa è un'ulteriore umiliazione che il Governo doveva e poteva risparmiare a questi fedeli funzionari dello Stato. La cosa però veramente vergognosa è che, con il predetto emendamento, il Governo impone per legge al magistrato, che dovesse accettare questa pur umiliante stabilizzazione, nel momento stesso in cui firma la domanda di adesione alla selezione, anche nel caso in cui non dovesse superarla, di rinunciare a tutti i diritti. Ai diritti che spettano, per il passato, a tutti i lavoratori: deve rinunciare, infatti, agli arretrati, ai diritti previdenziali e assistenziali. Deve rinunciare a tutto quanto. È un ricatto imposto per legge che grida vergogna nei confronti di chi ha un minimo senso di giustizia. Si chiede quale Stato di diritto si Pag. 13comporta in questo modo nei confronti dei suoi fedeli servitori, come hanno dimostrato di essere i giudici onorari, anche rischiando la vita durante la pandemia.
  Anche per quanto riguarda il comparto della Difesa, ben altre erano le aspettative di coloro che vi prestano il loro qualificato servizio. In particolare, occorre integrare la legge di bilancio 2022, come approvata dal Senato, prevedendo:

   l'ulteriore proroga, almeno fino al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari in servizio alla data del 31 dicembre 2021. Inoltre, va incluso, nel detto provvedimento di proroga della ferma anche il personale sanitario, non medico, impegnato nei laboratori nei vari centri del Ministero della Difesa quali ad esempio i biologi;

   di istituire, al fine di recepire l'esigenza di sicurezza nella Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, nella Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet di Firenze, nella Scuola Militare Nunziatella di Napoli e nella Scuola Militare Teuliè di Milano, un apposito fondo per l'acquisto degli opportuni mezzi di aerazione, ventilazione e ricambio dell'aria meccanica.

  Valuta di grande importanza che, grazie all'impegno di Fratelli d'Italia, dopo venti anni di battaglie delle associazioni sindacali, di categoria e delle casse di previdenza, ai liberi professionisti è stato riconosciuto il diritto alla salute. Molti non lo sanno, ma purtroppo, fino a ieri, questo diritto non era riconosciuto: i liberi professionisti che si ammalavano o si infortunavano dovevano non solo pagare le conseguenze dell'infortunio, ma addirittura pagare le conseguenze sanzionatorie dell'impossibilità di potere svolgere la loro professione. Dovevano, quindi, risarcire i clienti per le sanzioni che lo Stato comminava loro in conseguenza della malattia del professionista. Una vicenda scandalosa che veniva da tutti additata e considerata come tale, ma che poi nessuno ha mai modificato. Il Gruppo Fratelli d'Italia al Senato ha condotto e vinto una battaglia di civiltà che interessa 2 milioni di professionisti italiani.
  Esprime, invece, la ferma contrarietà di Fratelli d'Italia a fronte della decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza (in occasione della conversione del decreto – legge in materia fiscale) e che è stato clamorosamente disatteso. Denuncia che il Governo e la maggioranza che lo sostiene hanno disatteso un impegno con quei milioni di italiani che si trovano a dover pagare in pochi giorni quello che era stato sospeso per un anno e mezzo: è inaccettabile nel merito e nel metodo perché, quando prende impegni, un Governo li deve mantenere, Draghi o non Draghi; chiunque è obbligato ad essere coerente con la parola data, soprattutto in politica. Tra i tanti, c'è un provvedimento che è stato corretto in maniera parziale dalla legge di bilancio 2022, lasciando per altro irrisolti i problemi che andrà a creare. Il riferimento è alla misura introdotta nel decreto fiscale, che andrà a modificare il campo di applicazione dell'IVA per quanto riguarda il mondo associazionistico. Un provvedimento pesantissimo, che – come detto – è stato corretto solo parzialmente. La Commissione Bilancio del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che ha differito il problema di un paio d'anni. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il problema temporaneamente è stato risolto, se non fosse che ha aggravato la situazione di tutto il comparto. Sono valutazioni che non fa soltanto Fratelli d'Italia, ma che sono anche del forum del terzo settore – l'unica parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano – che ha pesantemente criticato questa manovra. Il provvedimento di rinvio non ha prodotto e non produrrà risultati efficaci. Il mondo delle associazioni, infatti, deve ancora valutare se trasformare la propria natura giuridica da associazione semplice ad associazione di promozione sociale, andando a modificare il proprio statuto: con Pag. 14questa spada di Damocle rimasta sulla testa, all'evidenza non prenderà, nella sua gran parte, in considerazione l'ipotesi di trasformazione in associazione di promozione sociale. È un aspetto importante che non solo non è stato risolto, ma addirittura è stato appesantito; il rinvio non è assolutamente la panacea per la soluzione del problema e l'augurio è che – in futuro – si possa arrivare a una definizione, la più perentoria possibile, che risolva radicalmente la questione introdotta con l'approvazione del decreto fiscale.
  Sottolinea un altro aspetto che deve essere affrontato, ancora nell'ambito dell'associazionismo, relativo alle problematiche del mondo dello sport che da sempre, almeno in Italia, presenta un problema endemico relativo alla sua partenza dal basso. Ci si riferisce alla presenza dello sport all'interno delle scuole. Da sempre si dice che non ci potrà essere una crescita omogenea dello sport nel nostro Paese senza una sua crescita equilibrata all'interno delle nostre scuole. Ebbene, era stata salutata con attenzione, curiosità e anche con rispetto l'introduzione all'interno del disegno di legge di bilancio di una norma che prevedeva l'inserimento dell'attività motoria nella scuola primaria: un fatto epocale, veramente importante, rispetto al quale ci eravamo impegnati a seguire con attenzione l'iter di questa parte della manovra. Purtroppo, questo aspetto legato alla possibilità di poter fare finalmente crescere il mondo dello sport all'interno dell'istituzione scolastica è stato rivoluzionato, svuotato di significati e di investimenti, ed è stato ridotto a un mero provvedimento di facciata che andrà per l'ennesima volta a rinviare il problema.
  Per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, lo sport è dunque clamorosamente assente. Al riguardo, cita rapidamente gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato al Senato e che non sono stati minimamente degnati neanche di una discussione e che riguardavano la possibilità che le spese derivanti dalla crisi pandemica potessero essere affrontate con risorse dello Stato per attenuare le perdite, che assommano a circa il 50 per cento dei proventi medi abituali dell'attività sportiva; l'inserimento di un bonus wellness, un intervento per il pagamento delle utenze, il differimento per il pagamento dei mutui e dei leasing, ma tutto questo non è stato riconosciuto e non è stato neppure permesso di illustrarlo.
  Rileva inoltre come un altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio sia quello legato alla situazione demografica in Italia. Come si è visto dagli ultimi dati Istat, l'Italia registra, da gennaio 2021 a settembre 2021, 1,17 figli per donna, a fronte di circa 1,59 l'anno precedente. Il crollo è stato repentino, tenendo conto del fatto che a livello europeo la media è di 2,1 per donna, soglia che permette appunto un ricambio generazionale. Tra le tante proposte che ritiene essere importanti, vi è quella del congedo parentale o, meglio, dell'astensione facoltativa dal lavoro. È una misura da proporre per uomo e donna, ma si sa benissimo che, tra il compenso mensile di uomo e donna, c'è un differenziale di circa il 30 per cento, chiaramente a discapito del sesso femminile. Quindi, è chiaro, a fronte delle opportunità, quale quella attualmente in vigore, del congedo parentale fino a sei mesi dell'età del bambino con una decurtazione dello stipendio del 70 per cento, quale dei due sessi vi farà maggiormente ricorso.
  Rileva comunque che non è solo questo il punto. Il punto è anche legato a una esigenza di tipo pedagogico, alla crescita armonica, anche serena, del bambino e, soprattutto, a dare l'opportunità alle famiglie e alle giovani coppie di scegliere la soluzione più consona alla propria situazione di vita. Un ulteriore significativo aiuto sarebbe potuto derivare, come richiesto da Fratelli d'Italia, dall'applicazione dell'aliquota agevolata al 5 per cento per i prodotti legati alla prima infanzia, che sono tantissimi e costosissimi. Quando si sente parlare di inverno demografico, in realtà si è consci del fatto che la situazione è molto più grave: siamo in Pag. 15completa emergenza demografica poiché figli non li fa più nessuno. Si chiede se si voglia aiutare quelli che vogliono fare i figli, abbassando l'aliquota IVA al 5 per cento sui prodotti per la prima infanzia, o se si voglia soltanto predicare quando non ci costa niente. Per quanto riguarda poi la cosiddetta tampon-tax apprezza che l'aliquota sia stata ridotta dal 22 al 10 per cento, ma si chiede perché non al 5 per cento.
  Ricorda come una legge finanziaria dimezzò l'IVA sui tartufi, che non risultano essere un bene necessario, e sottolinea come non si veda perché l'aliquota IVA non sia stata ridotta al 5 per cento, aliquota per altro in linea con quella in vigore in molti Paesi europei: la Francia è già scesa al 5,5 per cento, la Germania al 7 per cento, il Belgio al 6 per cento, il Portogallo al 6 per cento, l'Irlanda naturalmente è intervenuta prima della direttiva del 2006 e ha addirittura annullato l'IVA. Johnson, nel Regno Unito, prima l'aveva abbassata al 5 per cento e adesso l'ha annullata e se l'è venduta come un effetto della Brexit. Quindi, rileva che si tratta non di cose irrilevanti, ma di un riconoscimento, un sostegno, un aiuto e un segnale alle donne, in quanto anche in questo caso si tratta di un bene necessario e non voluttuario.
  Esprime piena soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Si tratta di un modello messo immediatamente in campo dal governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, che da mesi Fratelli d'Italia proponeva al Governo, affinché fosse portato in tutte le scuole italiane. Esprime invece amarezza, sempre con riferimento alla scuola, per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in alcuni ambiti, che ormai da troppo tempo aspettano risposta. Esprime grande delusione per la parziale proroga dell'organico Covid del personale ATA: con gli stanziamenti di bilancio previsti, non si comprende come si pensi di fronteggiarne le necessità. Evidenzia poi la questione riguardante la mobilità, sia degli insegnanti, sia dei dirigenti scolastici. Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa. Evidenzia la questione dei percorsi abilitanti: nella scuola vi sono tanti precari, che sarebbero pronti ad essere immessi in ruolo e a riempire gli spazi disponibili – che ci sono – per fare in modo che la scuola italiana abbia personale adeguato, visto soprattutto quanto ha subito negli ultimi tempi. Evidenzia infine la questione, che veramente dichiara di non comprendere, degli idonei STEM (science, technology, engineering and mathematics), che hanno sostenuto un concorso e che aspettano da tempo di essere stabilizzati. Giudica incomprensibile la ragione per la quale tutte le forze politiche diano loro solidarietà a chiacchiere e poi invece non si assuma una decisione sacrosanta, che non ha un costo rilevante.
  Quanto a quello che definisce lo psicodramma in cui la maggioranza ha trasformato, nel tempo, lo strumento del superbonus, sottolinea che la maggioranza ha tribolato tanto a raggiungere un accordo, ma che non ci voleva tanto a capire che su questo tema servono certezza dei tempi, semplificazione delle procedure e, ovviamente, riconoscimento del valore della cessione del credito d'imposta. Fratelli d'Italia chiedeva solo questo – a dire il vero lo chiedevano in tanti – ma, purtroppo, è stato fatto troppo poco anche in questa direzione.
  Giudica del tutto positivo lo stanziamento, disposto grazie all'approvazione al Senato di un emendamento di Fratelli d'Italia, di 10 milioni di euro da destinare al fondo per gli immobili occupati. Se a un proprietario di immobile residenziale occupano la casa fino ad oggi – prima dell'approvazione di questo disegno di legge di bilancio – egli continua a essere tenuto a pagare tutte le tasse su quell'immobile: la quota Irpef, la quota IMU, se non è prima casa, e la quota Tari. Grazie a Fratelli d'Italia, da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile non viene liberato, Pag. 16le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute.
  Ricorda che Fratelli d'Italia ha ribadito più volte che non ritiene normale che una patente per guidare i camion in Italia costi 2.500 euro e nel Regno Unito 250. Al danno si aggiunge la beffa, perché gli stipendi per gli autisti professionisti in Italia sono tra i più bassi. Non si arriva nemmeno a 30.000 euro lordi, a fronte di quanto si guadagna in altre nazioni europee. Il costo della formazione chiaramente penalizza oltremodo i lavoratori italiani. Andava garantito, quindi, un supporto economico proprio per avviarli al mondo del lavoro. Si parla tanto dell'introduzione dei giovani al mondo del lavoro, della grande questione lavorativa e poi lo Stato si gira dall'altra parte. Ribadisce che in Italia costa troppo prendere una patente di guida per diventare autista. Ci vuole troppo tempo. In Italia il corso di studi arriva a sette mesi, mentre nel Regno Unito è di due mesi. Nell'Est europeo in un paio di mesi si consegue il titolo che consente di introdurre i giovani al mondo del lavoro in questo comparto. Il Governo pensa di aver risolto la questione con il bonus patente. Fratelli d'Italia ha chiesto al Senato di allargare la platea di coloro che potevano usufruire di questa possibilità anche ad altre categorie di autisti e ad altre tipologie di autotrasportatori, ma l'emendamento è stato clamorosamente rigettato.
  Quanto all'agricoltura, nella legge di bilancio è riservato poco rispetto a un settore non solo primario per definizione, ma fondamentale per la nostra economia, atteso che l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del nostro PIL. Non basta all'evidenza sostenere che in questo disegno di legge di bilancio le risorse per l'agricoltura sono raddoppiate rispetto alla precedente legge quando, in termini assoluti, su una manovra come questa si arriva a stanziare poche centinaia di milioni come risorse dirette per il settore. Questi numeri attestano quanto poco centrale sia l'agricoltura nell'agenda politica di questo Governo, che di fatto dimostra di non credere, perché non investe e non dedica risorse – se non importanti, almeno accettabili – a un settore che, in questo periodo di crisi dovuta alla pandemia, ha dimostrato di non arrendersi mai e di garantire il cibo per tutti. Ma ci sono altri elementi che preoccupano: il primo è fondamentale e determinante per la tenuta del settore. Si ha l'impressione – e sinceramente è motivo di rammarico – che non ci siano una visione, un piano strategico per la nostra agricoltura, ma che si cerchi di mettere sempre una toppa alle troppe emergenze; tante toppe e nessuna visione. Una mancanza di visione si registra appieno nella mancanza, ad oggi, di un piano strategico nazionale, da presentare fra pochi giorni alla Commissione europea, per l'attuazione della prossima politica agricola comune (PAC). Si parla tanto di transizione ecologica, i leader europei lanciano slogan che sicuramente colpiscono l'immaginario collettivo: 3 miliardi di alberi da piantare da oggi al 2030. Siamo già in ritardo, perché ad oggi non se ne è piantato, di fatto, nemmeno uno. Ma, se si prova a fare un conto veloce, significa piantare 300 milioni di alberi l'anno, un milione di alberi al giorno. Ammesso che sia anche possibile, si chiede se esista un piano di piantumazione nel nostro Paese. Ma soprattutto, si chiede chi produce questi alberi e quanti se ne possono produrre. Non lo si sa, perché non c'è alcuna strategia. Oltre a non investire sul verde, il problema è che non si fa niente sul piano legislativo per aiutare il settore. Nello specifico del disegno di legge di bilancio, Fratelli d'Italia ha proposto la riformulazione del bonus verde, ma siamo rimasti inascoltati. Non solo: la legge sul florovivaismo, approvata alla Camera è bloccata da mesi al Senato: insomma, vi è bisogno di piante e blocchiamo una legge per dare certezze a chi le produce.
  Rimanendo sempre sul tema ambientale, si sta attraversando una vera e propria emergenza relativa alla fauna selvatica, che sta mettendo a serio rischio l'equilibrio faunistico e ambientale. È soprattutto un fenomeno che sta mettendo in ginocchio molti agricoltori e allevatori: Pag. 17l'eclatante sovraffollamento di cinghiali che, ormai, arrivano a passeggiare tranquillamente nelle strade delle città. I cinghiali sono un pericolo per l'ambiente, ma soprattutto un pericolo sanitario: detti animali trasmettono la peste suina africana la cui eventuale propagazione nel Paese equivarrebbe alla fine della suinicoltura e della produzione di insaccati, una delle nostre produzioni di eccellenza. Con questa manovra finanziaria si stanziano risorse per la sterilizzazione, invece di predisporre risorse per un serio piano nazionale straordinario di abbattimenti, al fine di portare quegli animali a un numero sostenibile, per poi mettere in campo tutte le azioni necessarie per il contenimento, compresa la modifica della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ormai vecchia di quasi trent'anni e non più idonea ad affrontare le situazioni odierne. Nonostante quanto evidenziato, non si mettono risorse per compensare gli agricoltori da questi danni. Così come vi è stato un muro anche sulla proposta di Fratelli d'Italia di agevolare le cessioni agricole all'interno dei contratti di rete. Poche, infine, le risorse stanziate per interventi finalizzati al contrasto della xylella che, a causa di una pessima gestione della crisi da parte dell'amministrazione regionale della Puglia, sta distruggendo un intero comparto e territorio.
  Purtroppo non c'è stato spazio per molte altre battaglie che Fratelli d'Italia aveva provato a portare all'attenzione del Senato. Gli italiani hanno bisogno di lavoro e Fratelli d'Italia – da sempre – ha avanzato proposte, anche per il disegno di legge di bilancio. Ha proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi. È una cosa di buon senso. Con un meccanismo composito, ha proposto una super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro; come vi è il superbonus per gli ammortamenti, è stato proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia: si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche, che fanno utili in Italia senza assumere. Una proposta di mero buon senso, ma l'emendamento è stato bocciato.
  Purtroppo l'allora Ministro Gualtieri si era sbagliato quando aveva detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a causa del COVID-19; il posto di lavoro l'hanno perso in moltissimi: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, partite IVA. Sono in molti ad aver perso il posto di lavoro. Fratelli d'Italia proposto allora la creazione di un fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, attraverso sistemi collaudati, ossia ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro. È un meccanismo che, per esempio, già funziona per l'occupazione femminile o l'occupazione giovanile. Anche questa ci sembrava una misura semplice, immediata e di buon senso, ma è stata bocciata.
  Fratelli d'Italia ha anche sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono prevalentemente i nostri commercianti. Esiste il meccanismo delle imprese «apri e chiudi»: chiunque sa che il fisco prende contezza di un'attività non prima di due anni. Legalmente, se si apre un'attività, si può tranquillamente non versare un euro allo Stato prima di ventiquattro mesi, non facendo qualcosa di illegale, ma semplicemente applicando la legge. Però, se alla fine dei due anni il soggetto sparisce, il fisco non lo rintraccia più. E allora ci sono delle piccole accortezze che si possono adottare: per i soggetti a rischio, prevalentemente chi è extracomunitario (non perché si voglia fare discriminazione, ma perché è più facilmente non più reperibile), istituire un fondo cauzionale o una fideiussione sulle tasse che saranno dovute.
  In conclusione, analizzando il testo del disegno di legge di bilancio 2022, rileva come più che con una legge volta al futuro dell'Italia, si ha l'impressione di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema. Ciò a dimostrazione di Pag. 18come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione.
  Quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» si augura che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione.
  Rileva quindi come il disegno di legge di bilancio sia, nei fatti, solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non costretti con il ricorso al voto di fiducia di cui il Governo abusa a piene mani.
  Il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria. Oggi più che mai serve una maggioranza coesa e una visione politica chiara, che solo un Parlamento rinnovato potrà determinare rispettando le indicazioni elettorali dei cittadini.

  Felice Maurizio D'ETTORE (CI), dopo aver ringraziato la relatrice per il lavoro svolto, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di relazione della medesima relatrice, che ritiene abbia recepito gli spunti emersi nel corso del dibattito.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di relazione formulata dalla relatrice.

  La Commissione approva la proposta di relazione formulata dalla relatrice.
  Delibera altresì di nominare la deputata Elisa Tripodi quale relatrice presso la V Commissione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, informa che la relazione di minoranza presentata dal Gruppo Fratelli d'Italia sarà trasmessa alla V Commissione unitamente alla relazione approvata e agli ordini del giorno accolti.

  La seduta termina alle 11.40.

SEDE REFERENTE

  Martedì 28 dicembre 2021. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA.

  La seduta comincia alle 11.40.

Disciplina dell'attività di rappresentanza di interessi.
Testo unificato C. 196 Fregolent, C. 721 Madia e C. 1827 Silvestri.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 dicembre 2021.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, informa che l'avvio della discussione in Assemblea sul provvedimento è previsto per la seduta di lunedì 10 gennaio prossimo: pertanto la Commissione dovrà concluderne l'esame in sede referente entro la seduta odierna.
  Avverte che sono pervenuti i pareri di tutte le Commissioni competenti in sede consultiva, ad eccezione della V Commissione, che esprimerà il proprio parere direttamente all'Assemblea.
  Segnala quindi che è stata predisposta una proposta di correzioni di forma (vedi allegato 6), recante alcune correzioni necessarie per la corretta formulazione tecnica del testo, che sarà ora posta in votazione.

  La Commissione approva la proposta di correzioni di forma.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che sarà posta in votazione la proposta di conferire il mandato alla relatrice a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento.

Pag. 19

  La Commissione delibera di conferire il mandato alla relatrice, Baldino, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame.
  Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 11.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 28 dicembre 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.45 alle 11.50.