TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 302 di Martedì 11 febbraio 2020

 
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MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE PER IL CONTRASTO DEL FENOMENO DELL'ANTIBIOTICO-RESISTENZA

   La Camera,

   premesso che:

    nel mese di gennaio 2018 è stato pubblicato il primo rapporto del «Global antimicrobical surveillance system (Glass)», la sorveglianza dell'antibiotico-resistenza coordinata dall'Organizzazione mondiale della sanità, che si propone di contribuire alla lotta all'antibiotico-resistenza sostenendo la sorveglianza a livello globale con un approccio standardizzato alla raccolta e all'analisi dei dati;

    da una prima analisi, relativa ai dati provenienti da 22 Paesi, risulta confermata la presenza di alti livelli di resistenza verso infezioni batteriche, sia in Paesi ad alto che a basso reddito;

    secondo tale rapporto, infatti, sono computabili in almeno mezzo milione i casi di persone colpite da infezioni resistenti agli antibiotici;

    in particolare, dai dati pubblicati nel rapporto, è emerso che i batteri più resistenti sono escherichia coli, klebsiella pneumoniae, staphylococcus aureus e streptococcus pneumoniae, con ampie differenze nella percentuale di resistenza tra i vari Stati;

    si tratta, peraltro, di una stima inferiore ai dati reali, in quanto i numeri disponibili sono relativi soltanto a 22 Paesi e nel computo non sono inclusi i dati sulla resistenza del batterio che causa la tubercolosi, considerato che, al riguardo, l'Organizzazione mondiale della sanità fornisce aggiornamenti annuali in un rapporto specifico e che, secondo quest'ultimo, nel 2016 sono stati almeno 490.000 i casi di tubercolosi multiresistente;

    il 5 maggio di ogni anno viene celebrato, in tutto il mondo, il World hand hygiene day, un'iniziativa con cui l'Organizzazione mondiale della sanità punta a focalizzare l'attenzione degli operatori sanitari sull'importanza del lavaggio corretto delle mani per prevenire le infezioni correlate all'assistenza e, conseguentemente, per prevenire fenomeni di resistenza agli antibiotici;

    dal 18 al 25 novembre 2018 si svolgerà la settimana mondiale sull'uso prudente degli antibiotici, un'iniziativa europea di sanità pubblica che, unitamente alla giornata sull'uso prudente degli antibiotici (il 18 novembre), ha come obiettivo la sensibilizzazione sulla minaccia rappresentata dalla resistenza agli antibiotici, nonché sull'uso prudente degli antibiotici stessi;

    l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha avviato una consultazione pubblica, alla quale è possibile partecipare entro il 13 settembre 2018, su un concept paper per la revisione delle linee guida sulla valutazione dei medicinali per le infezioni batteriche;

    l'obiettivo della suddetta revisione è quello di sviluppare un unico documento che unisca i due attualmente vigenti, le linee guida sulla valutazione dei medicinali indicati per il trattamento delle infezioni batteriche (CPMP/EWP/558/95 Rev. 2), adottate nel 2011 e in vigore dal 2012, e l’addendum (EMA/CHMP/351889/2013), adottato nel 2013 e in vigore dal 2014;

    successivamente all'adozione di questi due documenti, sono stati approvati diversi nuovi agenti antibatterici e molti altri sono stati oggetto del parere scientifico del Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea per i medicinali;

    il problema dell'antibioticoresistenza riguarda anche l'Italia che presto dovrebbe aderire al sistema Glass, al fine di monitorare la situazione e far fronte all'emergenza crescente;

    il nostro Paese è, infatti, ai primi posti in Europa per consumo di antibiotici negli animali e al secondo posto per consumo umano, oltre a essere tra i Paesi con la prevalenza maggiore di ceppi resistenti (escherichia coli, klebsiella pneumoniae, staphylococcus aureus), che si è attestata tra il 25 per cento e il 50 per cento nel 2015 secondo i recenti dati dell'Ecdc (European centre for disease prevention and control);

    secondo quanto denunciato dall'associazione Dossetti, inoltre, ogni anno circa 7.000 persone muoiono per infezioni batteriche contratte negli ospedali italiani, un fenomeno strettamente collegato all'antibioticoresistenza, visto il largo uso di questi farmaci a scopo profilattico o terapeutico;

    sebbene in Italia, a partire dai primi anni ’80, siano stati condotti numerosi studi per valutare la frequenza di infezioni ospedaliere, non esiste, tuttavia, un sistema di sorveglianza nazionale, perché nel nostro Paese non ci sono ancora sistemi di rilevazione attiva dei dati con personale dedicato (si vedano le infection control nurses dei Paesi anglosassoni);

    tra i numerosi casi di infezioni in pazienti ricoverati in ospedale (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi) riscontrati ogni anno, si stima che circa il 30 per cento siano potenzialmente prevenibili (135-210 mila) e che siano direttamente causa del decesso nell'1 per cento dei casi (1.350-2.100 decessi prevenibili in un anno);

    per far fronte all'aumento di antibiotico-resistenza, nel nostro Paese è stato adottato un piano nazionale, il Piano nazionale di contrasto dell'antimicrobico-resistenza (Pncar), valido per il quadriennio 2017-2020;

    il documento, in linea con le indicazioni fornite dall'Organizzazione mondiale della sanità, ha l'obiettivo di fornire un indirizzo coordinato e sostenibile per contrastare il fenomeno dell'antibiotico-resistenza a livello nazionale, regionale e locale, attraverso l'integrazione di tutti i settori interessati: umano, veterinario, sicurezza degli alimenti, agricolo e ambientale;

    in tale impostazione, per raggiungere livelli sempre più elevati di appropriatezza clinica ed organizzativa, è peraltro fondamentale il ruolo dei professionisti (medici, farmacisti, veterinari, altri operatori sanitari e società scientifiche) che operano sul campo;

    a tal fine, è prevista la realizzazione di una campagna nazionale annuale a connotazione intersettoriale sul problema dell'antibiotico-resistenza e sull'uso consapevole di antibiotici mediante il coinvolgimento di operatori sanitari, pazienti e società scientifiche e di categoria;

    il piano stabilisce, inoltre, che, con riferimento alle azioni previste per assicurare la sorveglianza dei consumi degli antibiotici nel settore umano, si instauri entro il 2018 un canale di dialogo con le farmacie per la prevenzione dell'uso scorretto degli antibiotici, volto a favorire la corretta informazione della popolazione sull'uso responsabile di antibiotici e su controindicazioni e interazioni tra i farmaci;

    peraltro, nell'ambito della strategia nazionale di contrasto della resistenza agli antimicrobici, tra le azioni chiave vi è il rafforzamento della formazione adeguata e dell'aggiornamento continuo degli operatori sanitari su tutti gli aspetti inerenti alla resistenza agli antimicrobici, quali la conoscenza del fenomeno, delle possibili soluzioni e del ruolo che ciascun operatore sanitario può avere nel suo contesto, sia esso umano che veterinario;

    anche le regioni dovranno contribuire entro lo stesso termine a coinvolgere farmacie e farmacisti nel monitoraggio della dispensazione inappropriata e nella prevenzione dell'uso scorretto degli antibiotici;

    in particolare, allo scopo di monitorare il raggiungimento degli obiettivi fissati, il piano prevede: la definizione, entro il 2018, di un nuovo accordo servizio sanitario nazionale-farmacie per la prevenzione della salute pubblica e per lo sviluppo di campagne di prevenzione dell'uso scorretto degli antibiotici; la pubblicazione di un rapporto annuale sull'utilizzo di antibiotici entro il 2018; lo sviluppo del processo di raccolta dei dati di appropriatezza prescrittiva e di dispensazione secondo le indicazioni dell'Agenzia italiana del farmaco; l'implementazione del rapporto annuale con i dati del monitoraggio regionale relativi all'appropriatezza prescrittiva e all'appropriata dispensazione ed infine la pubblicazione sul sito del Ministero della salute di un rapporto annuale integrato sull'utilizzo di antibiotici in ambito umano e veterinario, correlati ai dati di antibiotico-resistenza;

    anche con riferimento al settore veterinario, il piano si pone come obiettivo centrale la riduzione del fenomeno dell'antibiotico-resistenza tramite la corretta gestione del farmaco, realizzabile con l'adozione di un sistema informatizzato per tracciare il percorso produttivo e distributivo dei medicinali veterinari con le finalità di: migliorare gli strumenti di analisi, controllo della filiera e sorveglianza a disposizione delle autorità competenti; monitorare e studiare dell'antibiotico-resistenza; favorire l'integrazione con i sistemi per la dematerializzazione della ricetta veterinaria, al fine di snellire le procedure operative attualmente sostenute dagli operatori;

    come evidenziato nel piano, l'entrata in vigore del regolamento (UE) n. 2016/429 relativo alle malattie animali trasmissibili, prevista per il 21 aprile 2021, rafforzerà ulteriormente la base normativa per la sorveglianza e il monitoraggio della resistenza agli antibiotici;

    fino a quando non sia previsto lo stanziamento delle risorse necessarie alla realizzazione dei suddetti interventi, c'è il rischio che il Piano nazionale di contrasto dell'antimicrobico-resistenza resti un mero piano di intenti, anziché costituire un effettivo piano di azione;

    attualmente presso il Ministero della salute è operativo un gruppo tecnico per il coordinamento della strategia nazionale di contrasto dell'antimicrobico-resistenza (Gtc), coerente con le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità nel suo piano globale e al cui interno è stato individuato un gruppo di lavoro sul tema della «formazione»,

impegna il Governo:

1) ad assumere iniziative per destinare maggiori risorse finanziarie alle strutture pubbliche di ricerca e ai concorsi pubblici, finalizzati allo studio di nuove molecole ad attività antibatterica o di associazioni di molecole già note o di strategie terapeutiche innovative mirate al superamento dell'antibiotico-resistenza dei ceppi batterici, causa di infezioni;

2) tenuto conto della scarsa redditività della ricerca in antibioticoterapia, ad assumere iniziative per prevedere forme di sostegno per la ricerca in questo settore;

3) nel campo della sicurezza alimentare, a potenziare, con il sostegno dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, le iniziative volte a proteggere il consumatore dai rischi derivanti dall'utilizzo degli antibiotici nella filiera alimentare, attuando le migliori misure di controllo per ridurre i rischi di insorgenza della resistenza agli antimicrobici nella stessa catena alimentare;

4) ad adottare iniziative per migliorare le condizioni igieniche in tutti gli ambiti, promuovere le buone pratiche per il controllo delle infezioni ospedaliere e sottolineare presso il pubblico l'importanza delle misure di igiene personale, a cominciare dal lavarsi le mani, che sono la base per evitare il diffondersi delle infezioni nei Paesi dell'Occidente industrializzato, come in quelli in via di sviluppo;

5) tenuto conto del fatto che l'uso inappropriato degli antibiotici ed il loro eccessivo consumo è alla base del diffondersi dell'antibiotico-resistenza, a promuovere la ricerca nel settore dei test rapidi che permettano di individuare la natura e l'origine delle infezioni, così da impiegare gli antibiotici solo quando effettivamente necessari e nel modo più mirato possibile;

6) a promuovere, per quanto di competenza, la realizzazione di specifici percorsi formativi per i medici, i farmacisti e gli altri professionisti sanitari coinvolti, incentrati sulle strategie di prevenzione delle resistenze, affinché acquisiscano le modalità più efficaci per sensibilizzare, anche attraverso campagne di educazione sanitaria, i pazienti sull'uso sicuro degli antibiotici, con particolare riguardo all'assunzione corretta, al rispetto di dosi e orari e alla pericolosità della conservazione di eventuali rimanenze del farmaco;

7) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a prevedere l'istituzione di osservatori a livello territoriale, con riferimento alle resistenze dei batteri responsabili di infezioni extra-ospedaliere con il coinvolgimento dei laboratori di microbiologia accreditati sul territorio;

8) ad adottare iniziative per prevedere negli allevamenti controlli da parte delle autorità competenti finalizzati a scoraggiare il ricorso agli antibiotici come additivi promotori della crescita animale.
(1-00022) «Mandelli, Pedrazzini, Bagnasco, Mugnai, Novelli, Versace, Occhiuto».

(18 luglio 2018)

MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE VOLTE A PROMUOVERE, IN PARTICOLARE IN AMBITO EUROPEO, UN SISTEMA DI ETICHETTATURA CHE VALORIZZI LA QUALITÀ E LA SPECIFICITÀ DEI PRODOTTI ALIMENTARI ITALIANI

   La Camera,

   premesso che:

    il regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, ha disciplinato i requisiti generali del sistema dell'etichettatura alimentare, fissando le caratteristiche generali relative all'informazione sugli alimenti e alle responsabilità degli operatori del settore alimentare e stabilendo altresì l'elenco delle indicazioni obbligatorie che devono essere riportate;

    in data 8 febbraio 2018 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 231 (entrato in vigore il 9 maggio 2018), recante la disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011 e relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori;

    il sistema di etichettatura dei prodotti alimentari ha comunque registrato nel settore produttivo e commerciale uno sviluppo e un'applicazione importante, seppur diversificati, in termini di metodologie e modelli informativi nutrizionali adottati e in uso tra gli operatori del settore alimentare nei diversi Stati membri;

    i più noti e diffusi modelli e metodi di etichettatura comprendono: il «Nordic key hole», in uso da circa 30 anni soprattutto nei Paesi scandinavi (che classifica su scala cromatica le informazioni nutrizionali relative ai relativi alimenti); il modello «Traffic light o a semaforo», adottato nel Regno Unito prendendo spunto dal modello scandinavo precedentemente citato, che abbina la composizione principale dei 5 valori nutrizionali (calorie, grassi, sale, grassi saturi, zuccheri su 100 grammi di prodotto) ad uno dei tre colori tra rosso, giallo e verde; e ancora l’EnlEvolved nutrition label» o «etichetta nutrizionale evoluta»), promossa da sei multinazionali del settore alimentare, progetto però arenato a causa delle pesanti critiche da parte di esperti e associazioni dei consumatori;

    tra le varie tipologie di etichettatura alimentare sperimentate e sviluppate all'interno dell'Unione europea, il cosiddetto «Nutri-score», sviluppato da un centro di ricerca francese e riconosciuto dal Governo francese, è quello intorno al quale si è incentrato in misura importante il recente dibattito politico-economico ed internazionale negli ultimi mesi;

    la questione ha assunto crescente rilevanza specie in relazione alla petizione, promossa da un'associazione dei consumatori francese (Ufc-Que choisir) attraverso lo strumento della «iniziativa dei cittadini europei», mediante la quale i proponenti chiedono testualmente alla Commissione europea di «imporre l'obbligo di un'etichettatura semplificata “Nutri-score” sui prodotti alimentari, al fine di tutelare la salute consumatori e garantire che vengano loro fornite le informazioni nutrizionali di qualità»;

    il citato «Nutri-score» – la cui imposizione obbligatoria a tutti gli Stati membri, da parte della Commissione europea, è richiesta e desiderata dai promotori della petizione – è il sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia, che semplifica l'identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare utilizzando due scale correlate: una cromatica, divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso, ed una alfabetica comprendente le cinque lettere dalla A alla E;

    tale strumento è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori francesi denominato Eren («Équipe de recherche en epidémologie nutritionnelle») e consiste in un sistema a punteggio, il cui fondamento sono le tabelle nutrizionali della Food standards agency del Regno Unito: un modello, quest'ultimo, che a sua volta, peraltro (come dimostrato da autorevoli studi), non darebbe alcuna certezza nello stabilire il nesso tra il tipo di alimento e i rischi concreti per la salute;

    «Nutri-score» è, inoltre, un marchio registrato presso l'Euipo, vale a dire, l'Ufficio per la tutela della proprietà intellettuale dell'Unione europea, dall'Ansp, dall'Agenzia francese per la sanità pubblica (Agence nationale de santé publique), ente amministrativo pubblico sotto l'autorità del Ministero della salute francese;

    la citata iniziativa ha suscitato – comprensibilmente – forti reazioni, a livello internazionale, oltre che nel mondo politico, anche nel settore scientifico, economico e produttivo e tra le associazioni dei consumatori, con particolare riferimento a quei profili e rilievi di perplessità, preoccupazione e giustificato allarme sotto diversi profili:

     a) dal punto di vista scientifico riguardo all'effettiva idoneità – non pacificamente riconosciuta e anzi oggetto di numerose perplessità – della stessa metodologia «Nutri-score» a fornire informazioni nutrizionali e qualitative sugli alimenti realmente in grado di supportare la finalità di tutela della salute dei consumatori;

     b) dal punto di vista economico, con riferimento al prevedibile impatto negativo che un simile sistema di etichettatura potrebbe generare sull'economia nazionale di quei Paesi, come in primis l'Italia, per i quali il comparto alimentare con le sue eccellenze universalmente riconosciute rappresenta il settore di punta ed una delle principali componenti del prodotto interno lordo: economie che, evidentemente, risulterebbero fortemente penalizzate e svantaggiate dall'irragionevole ipotesi dell'introduzione obbligatoria e coatta di un simile sistema informativo;

    alla luce delle diverse considerazioni avanzate da più voci del mondo scientifico, economico, produttivo e politico, il sistema di etichettatura in argomento sarebbe invero molto distante dalla finalità dichiarata, volta ad un presunto e generico perseguimento di obiettivi di tutela della salute dei consumatori, mentre più verosimilmente, ad avviso dei firmatari del presente atto, appare molto più vicina ad uno sfacciato, quanto maldestro ed intollerabile, tentativo di pressione politica sulle istituzioni europee mascherato da «politica salutista»;

    si tratta di un tentativo, peraltro, facilmente riconducibile all'iniziativa governativa di un singolo Stato membro, la Francia, a suo palese ed evidente vantaggio e ad altrettanto evidente e palese svantaggio di quegli Stati membri che, in ragione dell'elevata qualità e dei livelli di eccellenza della propria produzione alimentare (produzione che, per quanto riguarda l'Italia, non conosce rivali), risultano fortemente competitivi;

    il rischio insito in questo sistema è quello dell'emergenza formale, in sede europea, di una politica economica e commerciale, oltre che sleale, anche ostile e aggressiva, idonea ad alterare la concorrenza del mercato, favorendo alcune economie e penalizzandone altre, in netta contrapposizione, peraltro, con i valori e le finalità istitutive e fondative dell'Unione europea che, vale la pena ricordare, perseguono ben altri obiettivi di rafforzamento della coesione economica e solidarietà tra gli Stati membri e dell'innalzamento dei livelli di benessere e del tenore di vita dei cittadini europei, in una logica di integrazione e solidarietà,

impegna il Governo:

1) ad adoperarsi vigorosamente in sede europea mediante l'attivazione di tutti gli strumenti utili a contrastare l'ipotesi di adozione del «Nutri-score» quale sistema di etichettatura uniforme suscettibile di veicolare messaggi nutrizionali distorsivi e potenzialmente penalizzanti e dannosi per l'economia nazionale;

2) ad adottare iniziative per preservare e tutelare il settore alimentare italiano e le eccellenze del made in Italy da possibili effetti distorsivi sulla concorrenza e sulla leale competizione economica internazionale di politiche europee e interne al mercato comune sviluppate sulla base di iniziative di singoli Governi di altri Stati membri e connotate da non trascurabili elementi di ostilità e aggressività, come nel caso del «Nutri-score»;

3) a proporre alternativamente, in sede europea, un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari idonea a rilanciare la fondamentale esigenza di diffondere la dieta mediterranea, riconosciuta a livello mondiale dall'Unesco come bene immateriale transnazionale, e a integrare la proposta italiana di un'etichettatura a batteria per gli alimenti con un richiamo visivo a tale dieta;

4) a promuovere, sia in sede europea che internazionale e globale, il riconoscimento dell'importanza delle specificità alimentari a marchio Dop e Igp ed il loro profondo valore culturale, oltre che alimentare, promuovendo etichettature specifiche che valorizzino tali prodotti e li escludano o li esentino dall'obbligo di adottare sistemi che non li distinguono da qualsiasi altro prodotto alimentare privo delle caratteristiche peculiari e irripetibili che li contrassegnano.
(1-00319) «Meloni, Lollobrigida, Luca De Carlo, Caretta, Ciaburro, Acquaroli, Baldini, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».

(29 gennaio 2020)

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