TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 368 di Mercoledì 8 luglio 2020

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   VALENTE, VACCA, GALLO, BELLA, CARBONARO, CASA, DEL SESTO, LATTANZIO, MARIANI, MELICCHIO, TESTAMENTO e TUZI. – Al Ministro per le politiche giovanili e lo sport. – Per sapere – premesso che:

   la crisi economica causata dall'emergenza sanitaria ha ridotto la disponibilità finanziaria delle imprese e conseguentemente si verificherà un forte decremento degli investimenti nelle sponsorizzazioni a sostegno dei club sportivi. Secondo un recente sondaggio condotto da Comitato 4.0, comitato che riunisce Lega pro e le leghe basket, volley e atletica, il 98 per cento dei club ritiene che i ricavi derivanti dalle sponsorizzazioni (che rappresentano il 55 per cento dei ricavi) saranno ridotti in maniera più che significativa;

   dalle stime attualmente disponibili e dagli studi effettuati sul settore in esame si ritiene che il 31 per cento dei club è a forte rischio di iscrizione ai campionati della prossima stagione, con grave nocumento in primis per i giovani che praticano l'attività e tanto duramente hanno lavorato per raggiungere determinati obiettivi, oltre alla funzione sociale, universalmente riconosciuta, che lo sport rappresenta;

   le leghe coinvolte chiedono un intervento di sostegno per scongiurare l'irrimediabilità della crisi che causerebbe, in primis, la scomparsa dei settori giovanili e dilettantistici in cui le sponsorizzazioni risultano vitali;

   si confida, infatti, in un intervento sul meccanismo del credito d'imposta volto ad incentivare le imprese che promuovono la propria immagine, ovvero i propri prodotti e servizi, tramite campagne pubblicitarie effettuate da società ed associazioni sportive professionistiche e dilettantistiche che investono nei settori giovanili e rispettano determinati limiti dimensionali –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per salvaguardare il settore sportivo, garantendo il sostegno ai club e assicurando il regolare avvio dei prossimi campionati.
(3-01657)

(7 luglio 2020)

   MARIN, BARELLI, COSIMO SIBILIA, PELLA, PETTARIN, VERSACE, APREA, CASCIELLO, PALMIERI, SACCANI JOTTI e VIETINA. – Al Ministro per le politiche giovanili e lo sport. – Per sapere – premesso che:

   il mondo dello sport è stato profondamente colpito dalla pandemia da SARS-Cov-2, con gravi ripercussioni di natura economica per le federazioni, le società, le associazioni sportive e per gli enti di promozione sportiva;

   lo sport in Italia vale l'1,7 per cento del prodotto interno lordo del Paese, secondo le stime del Coni, quindi 30 miliardi di euro. E se si considera anche l'indotto, raddoppia a 60 miliardi di euro;

   ad oggi, una delle realtà più a rischio a seguito del periodo di lockdown e nel corso dell'attuale fase di ripresa è quella delle associazioni sportive dilettantistiche;

   le associazioni sportive dilettantistiche costituiscono nel nostro Paese la spina dorsale del movimento sportivo italiano. Attualmente, in Italia sono più di centomila le associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte al registro Coni, mentre i rapporti di affiliazione che caratterizzano lo sport dilettantistico risultano essere circa centoquarantamila, svolgendo un ruolo di enorme rilievo, non solo sul piano economico ma anche su quello sociale: una macchina che si regge sull'impegno quotidiano di decine di migliaia di volontari e di circa quattrocentottantamila operatori, tra dirigenti e tecnici sportivi;

   oggi molte associazioni sportive dilettantistiche si trovano in condizioni di estrema difficoltà, che non permettono loro di rimanere indenni dopo mesi di mancate entrate (dovute, perlopiù, alla mancanza di iscrizioni ed alla chiusura degli impianti). Si tratta, infatti, di realtà che vivono, oltre che di quote di iscrizione, di contributi volontari e di piccole sponsorizzazioni;

   molte di queste attività non potranno, quindi, affrontare le conseguenze della pandemia senza un diretto e considerevole sostegno finanziario da parte del Governo e saranno costrette a chiudere definitivamente;

   Forza Italia, sin dall'inizio della fase di emergenza, ha chiesto la costituzione di un fondo di 200 milioni di euro volto a sostenere l'attività delle associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte nel registro tenuto presso il Coni, delle federazioni sportive nazionali e delle altre istituzioni sportive riconosciute dal Coni impossibilitate ad operare nel periodo di emergenza epidemiologica da COVID-19 –:

   quali interventi tempestivi e concreti intenda adottare, nella forma del sostegno economico diretto, volti in particolare a sostenere l'attività delle associazioni e società sportive iscritte nel registro tenuto presso il Coni, anche attraverso l'istituzione di un apposito fondo.
(3-01658)

(7 luglio 2020)

   PATELLI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. – Al Ministro dell'università e della ricerca. – Per sapere – premesso che:

   l'Italia è il Paese in cui, nel XVI Secolo, sono nati i conservatori e ancora oggi detiene il primato per numero di istituti superiori del settore in Europa;

   i conservatori conservano la doppia vocazione didattica e culturale e, insieme, il loro fine non può che essere la salvaguardia dei beni culturali e dei laboratori di formazione, produzione e innovazione, «trasmissione» di un sapere e di una ricerca e creazione di un nuovo sapere;

   la tutela, lo sviluppo e la diffusione dei patrimoni, beni comuni delle accademie, si collocano necessariamente al centro degli obiettivi di crescita civile, sociale ed economica del nostro Paese;

   tuttavia, l'Italia non investe sufficienti risorse nella formazione, mettendo seriamente a repentaglio non solo il rilancio, ma la sopravvivenza stessa di istituzioni storiche e prestigiose;

   ad avviso degli interroganti le accademie italiane in questi anni sono state trascurate ed escluse dagli interventi del Governo e, soprattutto, soffrono delle inadempienze ministeriali, come l'assenza di progettualità politico-culturale riguardante il sistema formativo musicale, con una costante svalutazione dell'importanza della musica nel contesto socio-culturale del Paese, e come i gravi ritardi delle tante pratiche sospese a livello ministeriale che si ripercuotono sulla normale amministrazione ed attività dei conservatori stessi –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere al fine di sanare una situazione che sta mettendo in seria difficoltà l'attività di questo patrimonio culturale italiano invidiato in tutto il mondo.
(3-01659)

(7 luglio 2020)

   MURONI e FORNARO. – Al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:

   mitigare gli effetti della crisi sanitaria da pandemia di COVID-19 e limitare al contempo i danni di quella economica conseguente è la grande sfida che si ha di fronte. È fondamentale, però, che le politiche di uscita dall'emergenza sanitaria-economica siano collegate ad una strategia a lungo termine che pianifichi la ripresa su un modello economico sostenibile per una società resiliente, equa, in buona salute che vive in equilibrio con la natura. Un modello basato anche sullo sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, sulla decarbonizzazione dell'economia e sul taglio delle emissioni climalteranti;

   la fase di ripartenza del Paese dovrà puntare sempre più su un Green new deal per difendere il lavoro e uscire dalla drammatica situazione in cui ci ha messo l'epidemia del Coronavirus. Deve andare in questo senso il «superbonus», introdotto dal «decreto rilancio» che copre il 110 per cento delle spese di riqualificazione degli immobili, rappresentando così quell'accelerazione delle politiche green indispensabile per fermare la crisi climatica, ma anche per rilanciare l'economia nella fase post COVID;

   ma c'è anche grande urgenza di azioni concrete di sburocratizzazione autorizzativa, ad esempio per gli interventi di miglioramento delle prestazioni degli impianti esistenti. Una questione di blocco che è ormai generalizzata e che riguarda tutte le rinnovabili, di qualsiasi tipo, su tutto il territorio nazionale. Semplificazioni sono indispensabili per autorizzare i nuovi impianti e fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec);

   sono ormai anni che si attende il cosiddetto «decreto Fer2» sulle fonti rinnovabili innovative, come le biomasse, il biometano, la geotermia, il solare termodinamico e l'eolico off-shore. Il Fer2 riguarda le rinnovabili che hanno il più alto tasso d'innovazione tecnologica e sono un'opportunità per varare una volta per tutte tecnologie a un alto contenuto innovativo, che possono rappresentare un volano di sviluppo economico e sostenibile. Queste misure sono la base di partenza indispensabile per realizzare gli oltre 80 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi previsti dal Piano nazionale integrato energia e clima, in grado di creare circa 75 mila nuovi posti di lavoro permanenti e 117.000 temporanei. Cifre destinate a crescere con l'innalzamento al 50-55 per cento della riduzione di anidride, proposta dalla Commissione europea –:

   quali iniziative intenda assumere per tenere il Paese in linea con quanto previsto dal Piano nazionale integrato energia e clima sul fronte dello sviluppo delle energie rinnovabili.
(3-01660)

(7 luglio 2020)

   NARDI, BENAMATI, BONOMO, LACARRA, GAVINO MANCA, ZARDINI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. – Al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:

   il settore manifatturiero italiano è stato fortemente colpito dal duplice shock di domanda e offerta indotto dalla pandemia: tutte le previsioni indicano per il 2020 una contrazione del fatturato nell'ordine almeno del 15 per cento;

   il comparto auto nel 2019 ha fatturato circa 93 miliardi di euro, pari al 5,6 per cento del prodotto interno lordo, con 5.700 imprese e 250 mila occupati che sono il 7 per cento dell'intera forza lavoro dell'industria manifatturiera italiana, mentre il numero dei lavoratori dell'indotto è decisamente elevato poiché per ogni addetto diretto ve ne sono 3,2 nell'indotto con un giro d'affari che ha raggiunto l'11,2 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

   su base annua, l'indice della produzione industriale del settore automotive registrerebbe un calo tendenziale dell'85 per cento ad aprile 2020 e del 36,9 per cento nei primi quattro mesi del 2020;

   nel primo quadrimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, la fabbricazione di autoveicoli vede calare il proprio indice del 42,5 per cento, quello di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi si riduce del 39,4 per cento e quello di parti e accessori per autoveicoli e loro motori è in calo del 33,4 per cento;

   il primo mese di riaperture delle concessionarie italiane vede un totale di sole 99.711 auto vendute, il 49,6 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2019: la situazione resta molto critica e desta non poche preoccupazioni. Le immatricolazioni totali nei primi 5 mesi del 2020 sono state 451.366, la perdita è di quasi 460.000 unità e quindi un calo superiore al 50 per cento rispetto al 2019. Se le vendite dovessero assestarsi allo stesso ritmo fino alla fine del 2020, le immatricolazioni a fine 2020 potrebbero non superare le 950.000 unità vendute, il calo sarebbe quindi di 17,4 miliardi di euro rispetto al 2019 e quello del gettito Iva di 3,8 miliardi di euro;

   i dati esposti indicano come sia necessario intervenire con urgenza e con una visione di sistema che favorisca il rilancio del settore automotive in un'ottica che coniughi la sostenibilità produttiva, ambientale e occupazionale, tematiche strettamente connesse alle misure che il Partito Democratico ha già saputo declinare con provvedimenti organici ed innovativi come «Industria 4.0» –:

   quali siano gli intendimenti del Governo per adottare un piano organico di politica industriale che riguardi tutta la filiera dell'automobile e consenta il rilancio del settore.
(3-01661)

(7 luglio 2020)

   TASSO. – Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. – Per sapere – premesso che:

   l'emergenza sanitaria COVID-19, nei mesi passati ha imposto la chiusura di ogni luogo pubblico, compresi i siti di interesse culturale;

   nella circolare ministeriale n. 26 del 2020, avente ad oggetto «Linee guida per la riapertura dei musei e dei luoghi della cultura statali (omissis)» vengono riportate le misure e i provvedimenti, nonché le necessarie prescrizioni raccomandate dal Comitato tecnico-scientifico, per la riapertura in sicurezza di tutti i siti museali e i luoghi di cultura statali su tutto il territorio nazionale;

   a Manfredonia, in provincia di Foggia, sorge il Parco archeologico di Siponto, luogo di cultura afferente al Ministero e assegnato alla Direzione regionale musei Puglia, nel quale insiste la «Basilica di Siponto», installazione permanente di Edoardo Tresoldi, che ripropone le sembianze dell'antica basilica paleocristiana a ridosso della quale fu costruita la chiesa romanica, tuttora esistente. Si tratta di una scultura trasparente in rete metallica ormai conosciuta in tutto il mondo e forte attrattore culturale per tutto il territorio, insignita della Medaglia d'oro all'Architettura italiana, istituito da «La triennale di Milano» e dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo;

   la sua riapertura, annunciata per mercoledì 1° luglio 2020, è stata rinviata a data da destinarsi per carenza di personale;

   superfluo sottolineare come tali siti di interesse culturale rappresentino un'occasione preziosa per implementare flussi turistici significativi e vitali per rivitalizzare un territorio che, al pari di altri, sta subendo una grave crisi economica a causa dell'emergenza sanitaria;

   da rilevare, inoltre, che anche il Museo archeologico nazionale – ospitato all'interno del Castello svevo-angioino, che custodisce i reperti archeologici più noti ed espressivi del territorio della Capitanata e dell'area garganica, tra cui le «stele daunie» – è chiuso al pubblico da 4 anni e pare lo sarà per un anno ulteriore;

   più in generale, dal sito ministeriale si evince che, in provincia di Foggia, unica di tutta la Puglia, non risulta ancora accessibile alcun luogo della cultura statale, nonostante quanto disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 maggio 2020;

   sul territorio operano diverse associazioni di promozione culturale, archeologica e turistica che potrebbero sopperire – con modalità da individuare, ma certamente possibili – alla carenza di personale denunciata –:

   quali iniziative si intendano adottare per superare le criticità evidenziate e permettere la fruizione di tali siti culturali che possono contribuire sia alla valorizzazione del patrimonio culturale della Capitanata e del Paese che al rilancio economico della regione Puglia, vista anche l'importanza culturale dei suddetti siti che possono richiamare molti turisti.
(3-01662)

(7 luglio 2020)

   MORETTO, GADDA, FREGOLENT e D'ALESSANDRO. – Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. – Per sapere – premesso che:

   dal 1° giugno 2020 è operativo il «bonus vacanze», previsto dal decreto-legge «rilancio», con uno stanziamento di 2,4 miliardi di euro; una misura che ha l'obiettivo di aiutare i cittadini a coprire parte delle spese di alberghi, camping, agriturismi e b&b a condizione che siano utilizzate in Italia;

   un contributo di 500 euro per le famiglie di almeno 3 persone, che scende a 300 euro per quelle con 2 membri ed arriva a 150 in caso di unico componente;

   una disposizione importante ma certamente non esaustiva per le problematiche legate ad uno dei settori trainanti dell'economia del nostro Paese, che oggi vive momenti di profonda incertezza: prima dell'emergenza COVID-19 l'84 per cento delle persone prevedeva di trascorrere 10-20 giorni in ferie, quota che, secondo un recente sondaggio, oggi è scesa al 34 per cento. Calano coloro i quali prenderanno l'aereo, – 64 per cento, e cresce la quota di quelli che opteranno per la propria auto, + 28 per cento. I proprietari di case-vacanze hanno per lo più deciso di sfruttarla in proprio, mentre chi risentirà maggiormente degli effetti della pandemia saranno residence ed alberghi, con un calo delle presenze rispettivamente del 43 e del 53 per cento;

   è l'intera filiera del turismo ad essere in crisi, dalle strutture ricettive fino alle agenzie viaggio, ai tour operator e alle guide turistiche. Affinché tutto riparta è necessario assicurare sostegno economico agli operatori e aiuti alle famiglie, ma anche garantire la piena mobilità e fruibilità in sicurezza dei luoghi d'arte, di cultura e turistici del nostro Paese;

   si assiste anche in questi giorni a diffuse cancellazioni di voli e di tratte di collegamento marittimo e, nel contempo, si registra un forte aumento delle tariffe aeree e dei traghetti, rincaro che rende ancora più difficile gli spostamenti sul territorio nazionale e penalizza, in particolare, i trasferimenti da e per le isole a scapito della continuità territoriale;

   queste difficoltà di spostamento compromettono la stagione turistica estiva e la ripartenza dell'intero comparto, che attende indicazioni chiare sul proprio futuro –:

   quali iniziative intenda adottare per delineare la strada della ripartenza dell'intera filiera del turismo e se non ritenga, anche di concerto con gli altri Ministeri competenti, di dover mettere in campo iniziative specifiche per facilitare gli spostamenti sia ferroviari che aerei e marittimi, con particolare riguardo alla continuità interregionale e alla condizione difficoltà in cui si trovano le isole in piena stagione turistica.
(3-01663)

(7 luglio 2020)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. – Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. – Per sapere – premesso che:

   il settore del turismo è stato il primo a subire le conseguenze della crisi economica dovuta alla pandemia di COVID-19 e purtroppo sarà l'ultimo a ripartire a causa delle numerose perdite subite per la chiusura prolungata di tutte le attività;

   secondo una stima di Federalberghi serviranno tre anni affinché la crisi sia riassorbita totalmente, posto che sembra che nel primo anno riusciranno a ripartire solo il 40 per cento degli operatori e nel secondo anno ancora solo il 70 per cento;

   a fronte della crisi gravissima che il settore sta attraversando, l'Agenzia del turismo, ente pubblico preposto proprio all'attività di promozione e incremento del turismo, non appare particolarmente attivo; piuttosto, come riportano gli organi di stampa, risulterebbe impegnato nella gestione di nuovi contratti ad evidenza non pubblica, aumenti di stipendio per i dipendenti e nelle nuove nomine del consiglio di amministrazione, il tutto a discapito della mission istituzionale dell'ente;

   si apprende dagli organi di stampa che nel 2019 l'organismo, che dovrebbe promuovere il turismo italiano, ha aumentato gli stipendi dei dirigenti e fatto registrare spese ingenti per le missioni in Italia e all'estero;

   ad avviso degli interroganti, è in corso un tentativo di condizionare la gestione dell'Agenzia da parte del Ministro interrogato, che trova un'ulteriore conferma nelle norme inserite nel cosiddetto «decreto rilancio» che ne disciplinano la governance, trasformando anche sostanzialmente il componente attualmente indicato dalle categorie in un membro di nomina politica;

   in questo momento in cui il turismo è clamorosamente in crisi e gli operatori in esso impiegati rischiano di perdere il posto di lavoro, risulta quanto meno inopportuno scoprire che in Enit, agenzia importante legata al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, si stiano approvando contratti a tempo indeterminato senza procedure di evidenza pubblica e di particolare rilevanza economica –:

   quali siano stati i requisiti e i criteri di assunzione previsti per le nuove nomine, se ci siano stati rapporti professionali diretti con il Ministro interrogato e se non ritenga necessario garantire una gestione assolutamente trasparente e libera dell'ente, volta esclusivamente al perseguimento più efficace dei fini per i quali è stato creato.
(3-01664)

(7 luglio 2020)

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