TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 372 di Mercoledì 15 luglio 2020

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   GAGLIARDI, LUPI, BENIGNI, COLUCCI, PEDRAZZINI, SANGREGORIO, SILLI, SORTE e TONDO. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   Autostrade per l'Italia, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il 1° giugno 2020 ha presentato un programma di ispezioni e verifiche sullo stato delle gallerie della rete autostradale ligure;

   questi controlli, che avrebbero potuto essere diluiti nel tempo, sono stati invece concentrati nel mese di giugno, al momento della riapertura della circolazione delle persone e di inizio della stagione turistica;

   lo svolgimento dei controlli sulle 285 gallerie delle autostrade liguri è avvenuto in concomitanza con la ripresa del movimento veicolare ed ha provocato la paralisi del traffico autostradale;

   sono state riscontrate criticità in 36 gallerie, tutte immediatamente chiuse perché non è stato dato un ordine di priorità agli interventi. Infatti né Autostrade per l'Italia né il Ministero si sono impegnati nell'impedire che l'intera tratta autostradale ligure rimanesse bloccata per intere settimane, nonostante tutte le proteste provenienti dal territorio;

   sia i rappresentanti delle istituzioni locali che quelli delle associazioni imprenditoriali hanno più volte scritto al Ministero per segnalare questa situazione insostenibile. Il presidente della regione Liguria, nell'assordante silenzio del Governo, ha prima emesso, il 29 giugno scorso, l'ordinanza n. 42/20, affinché il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Autostrade per l'Italia provvedessero entro tre giorni a predisporre un piano per ripristinare l'ordinaria viabilità in Liguria e, successivamente, nel perdurare del silenzio, ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Genova;

   la perdurante crisi della circolazione stradale sta creando pericolo per l'incolumità pubblica, atteso che i mezzi di soccorso rimangono bloccati per ore come tutti gli altri veicoli. Oltre a ciò, si sta verificando un incalcolabile danno a tutte le attività imprenditoriali della Liguria, si pensi, ad esempio, che i transiti eccezionali diretti ai porti non possono più circolare o che i turisti non riescono più a raggiungere le mete di vacanza;

   i lavori sarebbero dovuti terminare entro la fine del mese di giugno. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a sua volta, garantiva che le verifiche sarebbero terminate entro il 10 luglio e che si sarebbero riaperte le due corsie in entrambe le direzioni di marcia;

   ad oggi ciò non è ancora accaduto e la situazione rimane drammatica –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare affinché Autostrade per l'Italia provveda alla immediata rimozione dalle autostrade liguri dei cantieri non indifferibili e venga ripristinata la ordinaria viabilità della Regione.
(3-01668)

(14 luglio 2020)

   OCCHIUTO, RAVETTO, BARTOLOZZI, CANNIZZARO, PRESTIGIACOMO, SIRACUSANO, TORROMINO e MARIA TRIPODI. – Al Ministro dell'interno – Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi un gruppo di settanta migranti avvistati al largo di Caulonia a bordo di un'imbarcazione sono stati soccorsi nel porto di Roccella Jonica. Tra i migranti, tutti uomini di nazionalità pachistana, sono ben ventotto ad essere risultati positivi al coronavirus;

   diversi adulti sono stati trasferiti tra Bova e Amantea, dove operano due strutture attrezzate per gli ulteriori accertamenti e la quarantena. I minori sono invece ospitati in una struttura messa a disposizione del comune di Roccella Jonica, presidiata dalle forze dell'ordine;

   i tredici migranti dislocati ad Amantea hanno scatenato le proteste dei residenti che, per ore, nei giorni scorsi, hanno bloccato la statale 18 in segno di protesta;

   vi è anche un secondo fronte, in Sicilia, dove si contano 17 migranti positivi al coronavirus e isolati in quarantena a Porto Empedocle: ad oggi si trovano a bordo della Moby Zaza;

   per non gravare eccessivamente sulle comunità, sarebbe necessario poter disporre immediatamente (anche senza effettuare procedure di gara) di diverse navi-quarantena, come chiede anche la Governatrice della regione Calabria, Jole Santelli, per poi procedere alla riallocazione degli stessi tra i vari Stati membri dell'Unione europea: i migranti positivi al Covid-19 non possono essere infatti accolti a terra, creando panico e apprensione tra i cittadini, e arrecando ulteriori danni ad un'economia già martoriata dalla fase di lockdown. Sono infatti moltissime le prenotazioni disdette nei giorni scorsi da turisti spaventati che hanno deciso di non recarsi più nelle località che ospitano migranti positivi al Covid-19;

   su questo fronte l'azione del Governo si sta rivelando assolutamente inefficace e il fenomeno migratorio, aggravato dall'emergenza coronavirus, sembra essere completamente fuori controllo: secondo i dati diffusi dal Viminale, il dato relativo ai primi 13 giorni del mese di luglio (2.038 sbarchi) è superiore ai dati dell'intero mese di luglio 2019 (1.088) e di luglio 2018;

   solo nell'ultimo fine settimana a Lampedusa sono arrivati più di mille migranti: con gommoni, barchini, barconi, in piccoli gruppi o a centinaia su una stessa imbarcazione. Sull'isola, ancora sabato scorso, in 600 erano nell'hotspot che dovrebbe contenere 96 persone –:

   quali misure il Governo intenda adottare per controllare il fenomeno migratorio, in particolare alla luce dell'emergenza coronavirus, se non consideri necessario rivedere la strategia di accoglienza, disponendo lungo le coste diverse navi-quarantena, e dove intenda collocare i migranti positivi al Covid-19 attualmente dislocati tra Bova ed Amantea.
(3-01669)

(14 luglio 2020)

   GALLO. – Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. – Per sapere – premesso che:

   Come noto, il Comitato tecnico scientifico ha approvato il documento conclusivo, successivamente aggiornato, relativo alle misure di contenimento del contagio dal virus SARS-CoV-2 nell'ambito del settore scuola per gli istituti di ogni ordine e grado, ai fini dell'apertura del prossimo anno scolastico;

   con riferimento alla scuola dell'infanzia, nel «documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del sistema nazionale di istruzione» è indicato che «(...) occorre approntare modalità organizzative che contemplino la difficoltà di garantire il distanziamento fisico, se non tra gli adulti. Stante ciò, è necessario prevedere protocolli di funzionamento dei servizi per l'accesso quotidiano, le modalità di accompagnamento e di ritiro dei bambini, nonché per l'igienizzazione degli ambienti, delle superfici, dei materiali. (...)»;

   inoltre, è importante sottolineare che nel medesimo documento è evidenziata la necessità di valorizzare e impiegare, per quanto possibile, tutti gli spazi interni ed esterni, privilegiando l'utilizzo di spazi aperti –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare, d'intesa con gli enti territoriali, al fine di individuare una data di inizio, possibilmente univoca, delle attività della scuola dell'infanzia.
(3-01670)

(14 luglio 2020)

   FASSINA e FORNARO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   l'emergenza Covid-19 ha colpito un quadro economico e sociale italiano già sofferente e ha ulteriormente evidenziato la precarizzazione sempre più ampia nel mondo del lavoro e delle professioni;

   gli interventi del Governo diretti a sostenere i redditi di lavoratrici e lavoratori si sono dovuti confrontare con un welfare categoriale, molto frammentato, non soltanto tra lavoro dipendente e lavoro autonomo e professionale ma anche all'interno di ciascun ambito;

   per la necessità di intervenire con urgenza, i decreti-legge «Cura» e «Rilancio» hanno utilizzato istituti esistenti e, ad avviso degli interroganti, finanche improvvisato e aggiunto misure ad hoc per tentare di arrivare alle aree sociali più in difficoltà, sprovviste di copertura. Con un enorme sovraccarico amministrativo sull'INPS, ingiustamente sotto attacco, sono state finanziate un coacervo di misure, in larga parte introdotte nella fase del capitalismo fordista per affrontare disoccupazione ciclica, fattispecie ordinarie o episodi straordinari ma circoscritti di assenza di lavoro: dalla cassa integrazione ordinaria alla cassa integrazione in deroga, dalla NASpI alla DIS-COLL, dal fondo di integrazione salariale al bonus per le partite Iva, dal reddito di ultima istanza per professionisti al reddito di emergenza per «invisibili»;

   nonostante la pluralità, la natura particolaristico-categoriale delle misure ha determinato, anche in questa fase emergenziale, l'esclusione di tipologie contrattuali diffuse ma anomale, soprattutto nei servizi a scarso valore aggiunto, come nei settori di attività esternalizzate della pubblica amministrazione, in cui è frequente il ricorso ai part-time verticali (esempio: servizi di mensa e pulizia delle scuole);

   l'emergenza economica causata dell'epidemia di coronavirus ha palesato l'inadeguatezza di un sistema di protezione sociale basato, da un lato, sulla previsione di strumenti tradizionali di assicurazione sociale finanziati con il concorso di lavoratori e datori di lavoro, quali la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, e, dall'altro, su interventi a carico della fiscalità generale diretti a contrastare la povertà, come il reddito di cittadinanza;

   appare ormai necessaria la previsione di una misura universale e di base, da affidare alla fiscalità generale, intesa non come strumento di contrasto alla povertà ma legato al reddito da lavoro;

   il Governo e il Ministro competente sono consapevoli di questa necessità. Infatti, è stata costituita, presso il Ministero del lavoro, la commissione per la riforma degli ammortizzatori sociali, che ha svolto il primo incontro il 13 luglio –:

   quali siano le linee guida e i possibili tempi di attuazione dello strumento universalistico di sostegno al reddito al quale il Governo sta lavorando con il coinvolgimento delle rappresentanze di lavoratori e imprese.
(3-01671)

(14 luglio 2020)

   D'ALESSANDRO, LIBRANDI, DI MAIO, GADDA, MORETTO e FREGOLENT. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   attualmente più di 7 milioni di persone, poco più di un terzo dei 23 milioni di lavoratori, sono in cassa integrazione: un lavoratore su tre ha, dunque, lo stipendio ridotto dal 20 al 40 per cento;

   secondo i dati emanati dall'INPS, attualmente ci sarebbero dunque 365 mila persone che ne hanno fatto richiesta, di cui 100 mila persone che non sono state ancora pagate, circa 100 mila domande che non sono state ancora esaminate e 165 mila lavoratori che stanno avendo problemi con la regolarità dell'erogazione;

   ciò a fronte delle dichiarazioni del presidente dell'INPS Pasquale Tridico che aveva promesso il pagamento della cassa integrazione per tutti entro il 10 giugno;

   il sostegno ai lavoratori ed alle aziende in crisi a causa dell'emergenza da Covid-19 è stato uno dei primi provvedimenti del Governo che, con il decreto «Cura Italia», ha fin da subito esteso la cassa integrazione anche alle imprese con meno di 5 dipendenti;

   la cassa integrazione, com'è noto, si ripartisce in tre fattispecie: cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, una varietà di strumenti di sostegno che le imprese e i lavoratori hanno a disposizione per contrastare gli effetti che il lockdown sta avendo sull'economia;

   tra i ritardi per l'erogazione sicuramente il coinvolgimento degli enti regionali: le prime nove settimane di CIG sono infatti di competenza delle regioni che si occupano di smistare le pratiche che successivamente passano all'INPS. Ma tra le cause dei ritardi vi sono sicuramente anche l'alto numero di circolari e regolamenti che rende difficile per le aziende presentare correttamente le richieste. Dal 12 marzo sono stati emanati ben 26 atti dall'INPS, oltre a un numero imprecisato di comunicazioni e circolari interne del Ministero del lavoro. L'ultima circolare INPS, la numero 78 del 27 giugno, ha fornito indicazioni operative sulle disposizioni del decreto «Rilancio»;

   si è dunque ancora ben lontani dalla copertura completa di tutti i lavoratori che attualmente dovrebbero usufruire degli strumenti di sostegno al reddito –:

   se confermi i dati citati in premessa relativamente al numero di lavoratori ancora in attesa di ricevere la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, quanti siano i mesi di ritardo nell'erogazione delle tre fattispecie e in quali tempi e modalità si prevede saranno effettivamente erogati a coloro che ne hanno diritto gli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla legislazione vigente.
(3-01672)

(14 luglio 2020)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   desta enorme preoccupazione il fermo produttivo cui sono sottoposti gli stabilimenti della Whirlpool nelle Marche, rispetto ai quali le stime evidenziano nel mese di giugno un calo della produzione pari al 50 per cento;

   anche il Gruppo Conad Auchan nella regione sta attraversando un momento di crisi, con i lavoratori del deposito Xpo che hanno recentemente protestato in piazza ad Ancona a causa della chiusura, con inevitabile perdita di posti di lavoro, del magazzino che riforniva i punti vendita ex Sma passati in Conad con l'acquisizione del gruppo Auchan Retail;

   sia gli imprenditori, sia i lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno, inoltre, espresso preoccupazione per la richiesta avanzata da Whirlpool di accesso alla cassa integrazione per gli oltre cinquemila dipendenti dei siti produttivi italiani della multinazionale americana;

   le associazioni dei lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno chiesto a più riprese la riconvocazione del tavolo della vertenza Whirlpool, dal momento che non è, allo stato attuale, preventivabile come reagiranno i mercati, e i segnali non sono rassicuranti;

   dai dati che emergono dall'Osservatorio sui bilanci del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili e dalla Fondazione dei commercialisti risulta con chiarezza la drammaticità della situazione nella regione Marche, dove le aziende complessivamente hanno subito un calo del fatturato di oltre cinque miliardi nel primo semestre del 2020, una perdita pari al 23,5 per cento;

   la regione sta perdendo competitività, con indici che sono sempre di più assimilati a quelli che, purtroppo, caratterizzano il sud Italia, a differenza di quello che avveniva fino a qualche anno fa, quando le Marche erano associate al modello di sviluppo Veneto –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere per garantire, a fronte della grave crisi produttiva che sta investendo la regione Marche, il mantenimento dei livelli occupazionali nelle aziende in crisi e, in particolare della Whirlpool e di Conad-Auchan.
(3-01673)

(14 luglio 2020)

   FORMENTINI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   con l'approvazione da parte dell'Assemblea Nazionale del Popolo, la Repubblica Popolare Cinese ha varato il 30 giugno scorso una legge sulla sicurezza della Regione autonoma di Hong Kong che viola gli accordi del 1984 in base ai quali il Regno Unito restituì la sua colonia al governo di Pechino;

   in seguito all'entrata in vigore della nuova legge, il governo di Pechino ha assunto responsabilità dirette nel mantenimento dell'ordine nella Regione autonoma di Hong Kong;

   la legge sulla sicurezza nazionale punisce gli atti di sovversione, secessione, terrorismo e collusione con forze straniere compiuti nel territorio della Regione autonoma di Hong Kong;

   la circostanza è stata stigmatizzata da numerosi Paesi alleati dell'Italia, come gli Stati Uniti e, in particolare, la Gran Bretagna, che si è dichiarata pronta a concedere il visto d'ingresso nel Regno Unito agli abitanti di Hong Kong che decideranno di abbandonare la regione autonoma, ormai passata sotto il controllo delle autorità militari e di polizia della Repubblica Popolare Cinese;

   in Canada, un parlamentare, il senatore Stephen Greene, ha proposto di sospendere l'applicazione degli accordi di estradizione concernenti cittadini residenti ad Hong Kong;

   il Governo italiano, di contro, non si è ancora espresso sull'accaduto, sostanzialmente ignorando la soppressione di buona parte dell'autonomia di Hong Kong, di fatto attualmente ridotta al solo campo economico-finanziario –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere in relazione alla limitazione dell'autonomia della Regione di Hong Kong, anche sotto il profilo della protezione di coloro che intenderanno lasciarne il territorio per ragioni politiche.
(3-01674)

(14 luglio 2020)

   QUARTAPELLE PROCOPIO, FASSINO, LA MARCA, SCHIRÒ, ANDREA ROMANO, BOLDRINI, FIANO, DE MARIA, MARTINA, BRUNO BOSSIO, SERRACCHIANI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI, SENSI, PEZZOPANE, PELLICANI, CENNI, SOVERINI, CIAMPI, ZAN, INCERTI, BONOMO, CARNEVALI, MURA, NARDI, RIZZO NERVO, ROSSI, FRAILIS, ORFINI, PICCOLI NARDELLI, CARLA CANTONE, CRITELLI e RACITI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   il tribunale del Cairo ha disposto il rinnovo della detenzione per 45 giorni di Patrick George Zaky, il ricercatore egiziano – e cittadino onorario della città di Bologna – per i diritti umani dell'Università di Bologna detenuto in Egitto da febbraio scorso con l'accusa di propaganda sovversiva;

   Zaki si trova in carcere ormai da più di 150 giorni, rinchiuso nella famigerata Sezione II Scorpion della prigione di Tora, dedicata agli oppositori del regime di Abdel Fattah al-Sisi, senza sapere con chiarezza le reali accuse mossegli e in attesa di un giusto processo;

   con rammarico, dobbiamo constatare che lo scenario dell'arresto di Zaki è comune attualmente in Egitto. La nostra memoria non può non andare al nostro Giulio Regeni, barbaramente ucciso e ancora in attesa di giustizia, ma, purtroppo, molti altri attivisti e ricercatori sono stati arrestati e torturati negli ultimi anni. Infatti, secondo un recente rapporto di Amnesty International dal titolo «Stato permanente di eccezione», sono numerosissime e continue le violazioni dei diritti umani – motivate dall'allerta contro il terrorismo e dallo stato di emergenza (ininterrotto dal 2017) – di cui a pagare le spese sono attivisti, giornalisti e anche semplici cittadini. Arresti e detenzioni arbitrarie che durano mesi, talvolta anni, senza che si giunga mai a un processo, ma disposti nell'ottica di una politica del controllo, volta a reprimere con tali, vili strumenti, ogni forma di dissenso;

   l'arresto e la tortura di giovani egiziani e stranieri prelevati dai servizi egiziani non può restare nel silenzio. Il nostro Paese, gravemente ferito in tal senso, ma anche l'Europa e i paesi occidentali, dovrebbero con fermezza, attraverso i propri rapporti diplomatici nel Mediterraneo, impedire questa sistematica violazione dei diritti umani e civili, proprio partendo dal caso di Zaki, tristemente simbolo di tanti altri –:

   quali iniziative, nelle sedi bilaterali con l'Egitto e nei consessi europei e internazionali, stia intraprendendo il Governo, per ottenere l'immediato rilascio di Patrick Zaki e la tutela dei diritti umani e civili in Egitto.
(3-01675)

(14 luglio 2020)

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