TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 385 di Lunedì 3 agosto 2020

 
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MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE ALLA PROMOZIONE DI UN'INDAGINE INTERNAZIONALE SULLE ORIGINI DELL'EPIDEMIA DA COVID-19 E DI INDIRIZZI UNITARI NELL'AMBITO DELL'UNIONE EUROPEA PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE EPIDEMIOLOGICHE

   La Camera,

   premesso che:

    la crisi epidemiologica mondiale determinata dal Sars-CoV-2 ha dimostrato come, di fronte alle emergenze che coinvolgono la propria sicurezza nazionale, gli Stati tendano ad assumere misure unilaterali di minimizzazione dei danni che spesso hanno riverberi negativi su altri Paesi;

    la reazione prevalente è consistita in molti casi in forme di controllo della circolazione delle informazioni, che se, da un lato, hanno permesso ad alcuni di mitigare il panico, dall'altro non hanno favorito la disseminazione di informazioni che sarebbero state di grande utilità per gli Stati investiti in una fase successiva dal Sars-CoV-2;

    alcuni Stati più di altri hanno improntato la loro condotta ad una certa opacità e ad una mancanza di collaborazione anche con i fori multilaterali incaricati di provvedere alla sicurezza sanitaria globale, come l'Organizzazione mondiale della sanità;

    si sono rilevate anche pressioni esercitate da alcuni Stati nei confronti di altri, non appena a scopo preventivo sono state adottate misure di limitazione della mobilità delle persone provenienti dai Paesi ove l'emergenza epidemiologica aveva assunto già considerevole gravità;

    la stampa internazionale ha dato conto delle accuse rivolte dalle autorità degli Stati Uniti alla Cina, cui è stato attribuito l'esercizio di indebite pressioni sull'Organizzazione mondiale della sanità affinché non suggerisse misure che potessero comportare danni economici o di immagine alla Repubblica popolare cinese;

    successivamente, il 7 luglio 2020, gli Stati Uniti hanno formalizzato la propria decisione di ritirarsi dall'Organizzazione mondiale della sanità con decorrenza dal 6 luglio 2021, mentre il Governo italiano, rispondendo all'interrogazione n. 4-05236, ha inspiegabilmente confermato la propria fiducia nell'organismo;

    è stata oggetto di rilievi negativi anche la decisione assunta dal Governo italiano di porre fine ai collegamenti aerei tra il nostro Paese e la Repubblica popolare cinese durante le prime fasi dell'emergenza;

    quando anche il nostro Paese è stato raggiunto in forma drammatica dal COVID-19, si è assistito egualmente alla disordinata assunzione di misure da parte dei partner europei, non sempre effettivamente giustificate alla luce delle obiettive necessità del momento, ma che hanno provocato danni rilevanti alle esportazioni del nostro Paese;

    nelle circostanze che si sono determinate a partire da gennaio 2020, i grandi fori multilaterali non si sono rivelati in grado di svolgere alcuna funzione utile nella gestione della crisi epidemiologica legata al COVID-19, tanto che persino la dichiarazione di pandemia è giunta tardiva;

    non soltanto l'Organizzazione mondiale della sanità, ma anche l'Unione europea è stata nella circostanza quanto meno poco incisiva, dimostrando una volta di più i limiti dell'attuale processo d'integrazione in costanza di crisi;

    in Europa è mancata persino la possibilità di confrontare i dati relativi alla diffusione del contagio, dal momento che ciascuno Stato membro ha utilizzato parametri e metodi diversi, classificando in modo differente anche i decessi che si sono verificati in costanza di crisi epidemiologica;

    né dall'Organizzazione mondiale della sanità né dalle autorità comunitarie europee sono giunte indicazioni univoche cui gli Stati membri potessero attenersi, circostanza che dimostra l'urgenza di iniziative politiche concertate da assumere nei fori multilaterali competenti, al fine di impedire in futuro il ripetersi degli errori che hanno reso meno efficace la risposta data alla crisi epidemiologica provocata dal Sars-CoV-2;

    risulta altresì non meno importante investigare su quanto è accaduto nelle fasi iniziali della pandemia;

    esiste altresì un significativo consenso all'apertura di un'inchiesta internazionale, come prova l'alto numero di Stati che hanno sottoscritto una proposta in tal senso presentata alla 73esima sessione della World health Assembly;

    presso diverse corti statunitensi sono state promosse azioni risarcitorie nei confronti delle autorità della Repubblica popolare cinese per il ristoro dei danni subiti a causa del Sars-CoV-2,

impegna il Governo:

1) ad assumere nelle sedi internazionali competenti, anche in raccordo con gli alleati del nostro Paese, tutte le iniziative utili alla promozione di un'indagine internazionale sulle origini dell'epidemia da Sars-CoV-2, che accerti la dinamica degli eventi e le eventuali responsabilità dei singoli Paesi coinvolti e della stessa Organizzazione mondiale della sanità sotto il profilo della tempestiva comunicazione dei fatti accertati alla comunità internazionale e della congruità delle poche misure raccomandate alla gravità della situazione;

2) ad attivare nei confronti della Repubblica popolare cinese le procedure contenziose previste dall'articolo 36, comma 2, lettere c) e d), dello statuto della Corte internazionale di giustizia;

3) ad esigere l'avvio in sede europea di una riflessione sulle cause della mancanza di un indirizzo unitario dell'Unione europea in materia di gestione delle emergenze epidemiologiche, con l'obiettivo di pervenire quanto meno all'elaborazione di linee guida comuni cui attenersi in futuro in occasione di crisi che abbiano caratteristiche simili a quella determinata dal COVID-19;

4) a confermare senza incertezze l'appartenenza dell'Italia all'Alleanza atlantica come comunità di democrazie prima ancora che patto di mutua difesa, ribadendo altresì la centralità del rapporto con gli Stati Uniti nella politica estera del nostro Paese, allo scopo di evitare che ai danni derivanti dall'emergenza epidemiologica da Sars-CoV-2 si sommino le conseguenze negative di una posizione ambigua sulla scena internazionale proprio nel momento in cui il Segretario di Stato americano parla apertamente di uno scontro ormai in atto tra mondo libero e tirannie.
(1-00350) (Nuova formulazione) «Formentini, Zoffili, Giorgetti, Molinari, Billi, Comencini, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Grimoldi, Picchi, Ribolla, Giglio Vigna, Bazzaro, Bianchi, Coin, Andrea Crippa, Lorenzo Fontana, Maggioni».

(19 maggio 2020)

   La Camera,

   premesso che:

    il 31 dicembre 2019 la Cina informò l'Organizzazione mondiale della sanità di una polmonite virale nella città di Wuhan, esteso capoluogo con oltre 11 milioni di abitanti (20 milioni comprendendo l'hinterland della provincia di Hubei);

    il 2 gennaio 2020 il Ministero della salute di Singapore, città stato indipendente a 3.400 chilometri da Wuhan, principale snodo con una media di 330 mila arrivi ogni mese nel 2019, avvisò tutti i medici di identificare qualsiasi paziente con polmonite e con una storia di recente viaggio a Wuhan;

    secondo la comunità scientifica, il Coronavirus è nato nel «mercato umido» di Wuhan, dove si sarebbe realizzato quel fenomeno che la scienza chiama spillover (o zoonosi), ossia il passaggio del virus dagli animali selvatici all'uomo, come già accaduto in passato per altri virus come Sars, Ebola e Nipah;

    un'altra ipotesi, su cui starebbero indagando dirigenti dell'intelligence Usa e della sicurezza nazionale americana, è quella che il nuovo Coronavirus sia nato, invece, in un laboratorio di Wuhan e che si sia, poi, diffuso a causa di un incidente;

    il 14 gennaio 2020 l'immunologa americana Maria Van Kerkhove, responsabile tecnica della risposta dell'Organizzazione mondiale della sanità al Coronavirus, tenne una conferenza stampa avvertendo del rischio di una diffusione molto rapida del nuovo Coronavirus;

    il 12 gennaio 2020 la Cina condivise con l'Organizzazione mondiale della sanità la sequenza genetica del virus e pochi giorni dopo l'Organizzazione mondiale della sanità propose di inviare una squadra per investigarlo: la Cina però rifiutò, così come rifiutò di rispondere a domande dettagliate sull'epidemia;

    l'Organizzazione mondiale della sanità, fondata dall'Onu nel 1946, è, a oggi, l'unica organizzazione internazionale con le risorse e l'autorevolezza necessarie per coordinare una risposta globale a un'emergenza come il Coronavirus, ma non ha alcun tipo di giurisdizione sui singoli Stati, che possono decidere se e quanto seguire le sue raccomandazioni;

    l'attuale direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità è l'etiope Tedros Adhanom; l'Organizzazione mondiale della sanità era stata guidata per un decennio dalla cinese Margaret Chan e la Cina, fra i maggiori contributori dell'Organizzazione mondiale della sanità, ha promesso a Tedros, appena eletto, di raddoppiare i propri finanziamenti;

    strettissimi sono, poi, i rapporti che legano la Cina all'Etiopia, sede dell'Unione africana e Paese in cui Tedros ha per anni ricoperto ruoli politici di primo piano: circa metà del debito estero etiope è nei confronti della Cina, che giusto un anno fa ha accettato di rinegoziarne i termini con il nuovo Premier, il Nobel per la pace Abiy Ahmed. Fra gli enormi investimenti cinesi in Etiopia, spiccano la costruzione della ferrovia Addis-Gibuti, un'opera da 4 miliardi di dollari con un enorme interesse strategico (a Gibuti si trova la prima base navale militare cinese in Africa), e la compartecipazione cinese nella maxi diga sul Nilo. Secondo l'agenzia Xinhua, sono 400 i progetti d'investimento cinesi già operativi nel Paese, per oltre 4 miliardi di dollari. L'Etiopia è anche fra i partner chiave nella Belt and road initiative. Inoltre, Pechino vuole costruire in Etiopia un nuovo centro da 80 milioni di dollari per l'Africa Center for desease control and prevention. Il 15 gennaio 2020 la compagnia aerea statale Ethiopian airlines, fra le poche ad aver mantenuto voli con la Cina, ha annunciato la costruzione di un nuovo aeroporto della capacità di 100 milioni di passeggeri, un progetto che prevede investimenti per 5 miliardi di dollari. E ancora, il patron di Alibaba, Jack Ma, ha annunciato la donazione di dispositivi di protezione integrale a tutto il continente africano, proprio tramite Ethiopian airlines;

    secondo una fonte citata dal Wall Street Journal, la Cina fece pressioni sull'Organizzazione mondiale della sanità perché non dichiarasse l'emergenza internazionale, ma sempre il 23 gennaio 2020 Tedros disse che non c'erano ancora prove di una rilevante diffusione del virus fuori dalla Cina, precisando: «Non fraintendetemi: è un'emergenza in Cina, ma non lo è ancora diventata a livello globale. Ma potrebbe diventarlo»;

    Tedros al rientro da una visita in Cina per verificare la situazione questa volta dichiarò l'emergenza internazionale: era il 30 gennaio 2020;

    la mancanza di trasparenza da parte della Cina ha impedito la diffusione di notizie indispensabili a tutte le altre nazioni per affrontare l'arrivo della pandemia: ha impedito il contenimento della contagiosità e delle vittime;

    il 18 aprile 2020 le autorità cinesi hanno modificato il numero ufficiale dei decessi, aggiungendo ben 1.300 unità, ulteriore riprova dell'assenza di trasparenza sulle stime reali del contagio. A Wuhan il dato è aumentato del 50 per cento;

    secondo un rapporto segreto dell'intelligence americana consegnato a fine marzo 2020 alla Casa bianca, la Cina avrebbe comunicato deliberatamente dati non veritieri all'Organizzazione mondiale della sanità, compromettendo in modo irreparabile la risposta della comunità internazionale e dei singoli Stati contro la pandemia;

    il Governo cinese, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, si è reso responsabile della mancata divulgazione di dati con la prova della trasmissione del virus da uomo a uomo, violando in questo modo gli articoli 6 e 7 del regolamento, fornendo all'Organizzazione mondiale della sanità informazioni errate sul numero di infezioni tra il 2 e l'11 gennaio 2020, sempre in violazione degli articoli 6 e 7 del suddetto regolamento;

    la Cina usufruisce dei benefici che spettano ai cosiddetti Paesi in via di sviluppo, tra i quali, si ricorda, in particolare: sussidi all'esportazione, vantaggi procedurali per le controversie interne alla stessa Organizzazione mondiale del commercio e una maggiore impermeabilità del proprio mercato di fronte alle ingerenze esterne. Una situazione paradossale che ha avvantaggiato la Cina a discapito di tutti gli altri membri dell'Organizzazione;

    la nuova centralità della Cina nel sistema di scambi, a livello sia mondiale sia regionale, sia come esportatore sia come importatore, ha sicuramente modificato i mercati internazionali in molti modi, anche perché la Cina è solo parzialmente un'economia di mercato e il governo della sua economia e dei suoi scambi è diverso rispetto ai tradizionali leader del commercio estero, Usa e Unione europea;

    quando nel 2001 l'Organizzazione mondiale del commercio decise di ammettere la Cina a parità di condizioni con l'insieme dei Paesi a regime democratico, ha legato a doppio filo il suo destino, non solo economico, a quello cinese: subappaltare a bassissimo costo del lavoro la realizzazione di elementi fondamentali per le proprie filiere produttive così da lucrare il massimo, inondando, allo stesso tempo, di merci firmate le classi cinesi più abbienti, ha reso il Paese orientale più robusto e autonomo;

    la Cina produce spesso in modo «piratesco» merci in spregio alla tutela dei marchi e dei brevetti oppure a bassissimo costo attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, delle donne, dei bambini e, nei laogai (campi di lavoro forzato), dei condannati e dei dissidenti politici, o anche di scarsissimo valore e, quindi pericolose, per chi le acquista;

    solo un anno fa il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, denunciava che fra Unione europea e Cina «esistono asimmetrie che creano squilibri perché manca la necessaria reciprocità e la concorrenza non è equilibrata»;

    l'espansionismo economico cinese, il pesante intervento statale in economia e l'assenza di democrazia interna non fanno attualmente della Cina un partner commerciale affidabile;

    in particolare, la Cina, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, ha violato il regolamento sanitario internazionale (international health regulations), uno strumento giuridico entrato in vigore il 15 giugno 2007, dopo la sua adozione il 23 maggio 2005 da parte della cinquantottesima Assemblea mondiale della sanità. Tale strumento, vincolante per gli Stati firmatari, tra cui la Cina, si prefigge di «garantire la massima sicurezza contro la diffusione internazionale delle malattie, con la minima interferenza possibile sul commercio e sui movimenti internazionali, attraverso il rafforzamento della sorveglianza delle malattie infettive mirante ad identificare, ridurre o eliminare le loro fonti di infezione o fonti di contaminazione, il miglioramento dell'igiene aeroportuale e la prevenzione della disseminazione di vettori». Tali norme sono applicabili sia attraverso i meccanismi di risoluzione delle controversie dell'Organizzazione mondiale della sanità sia potenzialmente attraverso la Corte internazionale di giustizia, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite;

    gli articoli 6 e 7 fanno parte della sezione su informazioni e risposta sanitaria. In particolare, l'articolo 6, in materia di notifica, recita: «Ogni Stato parte deve valutare gli eventi verificatisi all'interno del suo territorio utilizzando lo strumento decisionale di cui all'allegato 2. Ogni Stato parte deve notificare all'Organizzazione mondiale della sanità – utilizzando i più efficienti mezzi di comunicazione disponibili, tramite il Centro nazionale per il Regolamento sanitario internazionale, ed entro 24 ore dalla valutazione delle informazioni relative alla sanità pubblica – tutti gli eventi che possano costituire all'interno del proprio territorio un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale»;

    l'articolo 7 riguarda, invece, la condivisione delle informazioni durante eventi insoliti e inattesi relativi alla sanità pubblica: «Nel caso in cui uno Stato parte disponga di prove che confermino un evento riguardante la sanità pubblica insolito ed inatteso all'interno del suo territorio, indipendentemente dall'origine o dalla fonte, che possa costituire un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, dovrà fornire all'Organizzazione mondiale della sanità tutte le informazioni relative alla sanità pubblica. In tale caso troveranno piena applicazione le disposizioni di cui all'articolo 6»;

    la Nigeria ha citato in giudizio la Repubblica popolare cinese, chiedendo, a titolo di risarcimento danni, 200 miliardi di dollari per la perdita di vite umane, strangolamento dell'economia, traumi, disagio sociale e distruzione della normale esistenza quotidiana, causati dalla pandemia da Coronavirus;

    diverse denunce e cause civili di risarcimento danni nei confronti della Cina sono state avanzate in tutto il mondo, dallo Stato del Missouri, sposando la strategia del Presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump, a un gruppo di imprese in California, dal Texas alla Florida;

    anche l'Australia ha messo in dubbio la trasparenza della Cina nella sua gestione dell'emergenza Coronavirus e ha chiesto, insieme all'Unione europea, un'inchiesta indipendente sull'origine del virus e anche sulla gestione da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità della pandemia: sono 116 i Paesi che appoggiano la bozza di risoluzione proposta dall'Unione europea, tra i quali anche Russia, India, Giappone, Gran Bretagna, Canada, Indonesia e i 27 Stati dell'Unione europea;

    la regione Lombardia ha dichiarato di voler chiedere alla Repubblica popolare cinese 20 miliardi di euro di risarcimenti per i danni causati dalla pandemia;

    le responsabilità della Repubblica popolare cinese sono evidenti ed innegabili per quel che concerne la mancata trasparenza e trasmissione a livello internazionale e alle autorità sanitarie mondiali dei dati epidemiologici, sanitari e virologici;

    la Repubblica popolare cinese prosegue nella sua azione di conculcamento delle libertà politiche al di fuori del continente attraverso un massiccio aumento di iniziative liberticide a Hong Kong. È di questi giorni la nuova proposta di legge che verrà discussa all'Assemblea nazionale del popolo sulla sicurezza contro secessione, eversione, terrorismo, interferenze straniere che avranno ricadute pesanti sull'isola, i cui processi di sinizzazione si sono intensificati. Il principio «due sistemi un Paese», garanzia della restituzione alla Cina di Hong Kong con la fine del protettorato britannico, sembra ormai giunto a conclusione;

    l'accertato ritardo di comunicazione all'Organizzazione mondiale della sanità giustificherebbe una maxiazione di risarcimento danni davanti alla Corte internazionale di giustizia da parte degli Stati coinvolti nell'epidemia del COVID-19 contro la Cina, proprio in base allo statuto dell'Organizzazione mondiale della sanità, che sarebbe stato violato intenzionalmente in più punti, mettendo a rischio la vita di decine di migliaia di cittadini in oltre 150 Paesi, per non contare i danni economici incalcolabili procurati;

    l'Italia è stata la nazione in Europa più duramente colpita dal Coronavirus che ha mietuto a oggi 34 mila decessi e determinato la più grande crisi economica dal secondo dopoguerra, con previsioni di aumento di disoccupazione, chiusura di attività economiche e produttive, crollo delle esportazioni, paralisi dell'attrattività turistica internazionale. Danni di proporzioni vastissime che hanno indotto le più importanti istituzioni mondiali a calcolare una diminuzione del prodotto interno lordo del 10 per cento,

impegna il Governo

1) ad attivare presso le competenti sedi internazionali un'azione di risarcimento danni contro la Cina per aver posto in essere comportamenti e azioni che hanno penalizzato il popolo italiano.
(1-00352) «Rampelli, Lollobrigida, Delmastro Delle Vedove, Bellucci, Gemmato».

(8 giugno 2020)

   La Camera,

   premesso che:

    la crisi epidemica da COVID-19 ha messo ancora più in luce la stretta interdipendenza fra gli Stati, in particolare nei settori sanitario e farmaceutico, ed è già costata la vita a migliaia di persone, con conseguenze e danni irreparabili anche sul versante economico e sociale; un'interdipendenza a livello globale che richiede una maggiore capacità, da parte delle leadership nazionali e degli organismi sovranazionali, di assumere decisioni comuni, trasparenti e tempestive, sulla base di scambi di informazioni, dialogo e cooperazione;

    sin dall'inizio della pandemia il nostro Paese ha segnalato, nelle sedi europee e internazionali, la necessità di rafforzare la solidarietà e la leadership globale per gestire l'emergenza con soluzioni a lungo termine;

    una recente inchiesta sull'origine della pandemia dell'agenzia Associated Press ha rivelato che la Cina avrebbe inviato in ritardo i dati iniziali su COVID-19 all'Organizzazione mondiale della sanità, rallentando in tal modo indicazioni chiare agli Stati per prepararsi a contenere tempestivamente l'espandersi del Coronavirus;

    secondo tale inchiesta, resa nota alla stampa italiana il 2 giugno 2020, la ricerca del genoma era cominciata a fine dicembre 2019 e le mappature a gennaio 2020, ma il rilascio delle informazioni non sarebbe stato tempestivo, in quanto gli scienziati hanno dovuto aspettare l'approvazione delle autorità sanitarie della Repubblica popolare cinese, in base alla legge che impedisce ai laboratori di condurre esperimenti su virus potenzialmente letali senza l'approvazione delle medesime autorità nazionali; i risultati dei laboratori cinesi sono stati pubblicati solo l'11 gennaio 2020, mentre casi di polmonite anomala a Wuhan, non segnalati, si erano sviluppati nelle settimane precedenti;

    l'Organizzazione mondiale della sanità non è riuscita a comunicare nei tempi utili un quadro sanitario circa le diagnosi di laboratorio, sul genoma del virus, sui primi pazienti contagiati, sulla distribuzione geografica e sulla sua curva epidemica. Quando si impennò la curva di contagi a Wuhan, nonostante la situazione apparisse sempre più grave anche per le autorità cinesi, il disappunto dei funzionari dell'Organizzazione mondiale della sanità per le insufficienti informazioni è emerso dalle stesse dichiarazioni del direttore delle emergenze della medesima Organizzazione, Michael Ryan, il quale lamentava scarsa collaborazione e mancanza di dati; Maria van Kerkhove, a capo del gruppo tecnico sul COVID-19 dell'Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato: «stiamo procedendo con informazioni minime, chiaramente non è abbastanza per una pianificazione appropriata»;

    l'operatività tardiva dell'Organizzazione mondiale della sanità, motivata anche dalla necessità di assicurarsi le informazioni seppure in grave ritardo, va aggiunta a una sorta di sua impotenza, in quanto l'Organizzazione mondiale non possiede poteri ispettivi e di indagine in forma indipendente all'interno dei Paesi membri;

    il 18 maggio 2020 è stata presentata a Ginevra, durante il corso della 73ma edizione della World health Assembly, l'organo decisionale dell'Organizzazione mondiale della sanità, una risoluzione dell'Unione europea, sottoscritta da 116 Paesi, inclusi i 27 Paesi membri e la Russia, con la richiesta di istituire un'inchiesta indipendente, comprensiva e imparziale sulle origini del Coronavirus; tale proposta, secondo la Commissione europea, «definisce il modo in cui dovrebbe essere la risposta coordinata a livello internazionale riguardo alla diffusione del Coronavirus con una migliore comprensione delle circostanze che hanno permesso a questa pandemia di svilupparsi, ma anche riconosce la necessità per tutti i Paesi di avere un accesso tempestivo, senza ostacoli, a strumenti diagnostici, alle terapie, ai medicinali e ai vaccini»;

    l'Assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità in sede plenaria ha approvato la risoluzione che prevede l'accordo di «avviare al momento opportuno e in consultazione con gli Stati membri un processo graduale di valutazione imparziale, indipendente e globale della risposta sanitaria coordinata dall'Organizzazione mondiale della sanità» nella crisi del Coronavirus, anche allo scopo di formulare raccomandazioni per migliorare la prevenzione globale e la capacità di risposta attraverso un «rafforzamento appropriato del programma di emergenza sanitaria dell'Organizzazione mondiale della sanità», esortando gli Stati membri a «fornire finanziamenti sostenibili all'Organizzazione mondiale della sanità per garantire che possa rispondere pienamente alle necessità di salute pubblica nella risposta globale al Coronavirus»;

    la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato il suo sostegno a una commissione di indagine internazionale in seno alle Nazioni Unite, affermando che «sarà necessario lavorare sulla trasparenza dopo la crisi»; l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha affermato che «occorre guardare in modo indipendente a ciò che è accaduto» distanti «dal campo di battaglia tra Cina e Stati Uniti, che si biasimano gli uni con gli altri per quanto accaduto», in un gioco al rialzo di accuse «che ha solo esacerbato la loro rivalità»;

    occorre, dunque, lavorare per ridurre la tendenza ad esasperare le diffidenze e le reciproche assertività delle due superpotenze, ciascuna in funzione delle proprie esigenze di politica interna, in favore di una collaborazione fra gli Stati per assicurare cure e vaccini efficaci per il bene dei cittadini a livello globale;

    la risoluzione del Parlamento europeo, adottata il 17 aprile 2020 («sull'azione coordinata dell'Unione europea per combattere la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze»), in considerazione della tragica diffusione globale ed europea del COVID-19, impegna gli Stati membri, tra le altre misure, a rafforzare le competenze comunitarie in materia di sanità, compreso il reinserimento delle catene di approvvigionamento all'interno dell'Unione europea, con la produzione europea di prodotti chiave quali medicinali, ingredienti farmaceutici, dispositivi medici e attrezzature, sviluppando altresì protocolli condivisi in caso di crisi, con meccanismi di risposta comune e coordinata alle crisi sanitarie a livello europeo;

    sono particolarmente rilevanti, nell'ambito dei tre pilastri del Next Generation Eu della Commissione europea, i nuovi programmi sanitari: EU4Health, operativo dal 1° gennaio 2021, volto a rafforzare con nuove risorse la sicurezza sanitaria, e il potenziamento del meccanismo di protezione civile europeo per prepararsi a rispondere a future crisi: programmi dall'impatto rilevante sul rafforzamento anche del sistema sanitario nazionale,

impegna il Governo:

1) a sostenere le proposte europee di indagine internazionale, in favore dell'istituzione di un'inchiesta internazionale indipendente sull'origine di COVID-19, allo scopo di approfondire le ricerche sul genoma del virus e le cause della pandemia, per favorire attività di scambio di informazioni, improntate alla trasparenza, alla cooperazione e alla ricerca di soluzioni globali per contrastare il virus, rafforzando e migliorando, altresì, il ruolo centrale dell'Organizzazione mondiale della sanità e la collaborazione fra gli scienziati e le autorità sanitarie a livello globale nella lotta alla crisi pandemica;

2) ad attivarsi per migliorare e potenziare le risposte coordinate dell'Unione europea, volte a riconquistare una sovranità tecnologica ed economica dell'Unione europea sui mercati mondiali, a partire dalla gestione comune della crisi pandemica, con tempi maggiormente tempestivi, in favore di misure incentivanti e rafforzate in relazione a tutte le componenti della gestione e della prevenzione delle crisi sanitarie e delle catastrofi, garantendo, oltre alle comuni scorte di attrezzature, materiali, medicinali, diagnostica e vaccini, anche programmi di ricerca e innovazione scientifica per la lotta contro il COVID-19 e il pericolo di eventuali future crisi sanitarie, per sviluppare una risposta comune, coordinata ed efficace a livello europeo;

3) a sostenere, anche nelle competenti sedi internazionali, la necessità di mettere in comune la ricerca per lo sviluppo di un vaccino anti COVID-19 sicuro ed efficace, da considerarsi quale bene pubblico globale e accessibile a tutti.
(1-00353) «Valentini, Gelmini, Orsini, Carfagna, Bergamini, Biancofiore, Cappellacci, Fitzgerald Nissoli, Napoli».

(8 giugno 2020)

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