TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 387 di Mercoledì 5 agosto 2020

 
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MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE ALLA PROMOZIONE DI UN'INDAGINE INTERNAZIONALE SULLE ORIGINI DELL'EPIDEMIA DA COVID-19 E DI INDIRIZZI UNITARI NELL'AMBITO DELL'UNIONE EUROPEA PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE EPIDEMIOLOGICHE

   La Camera,

   premesso che:

    la crisi epidemiologica mondiale determinata dal Sars-CoV-2 ha dimostrato come, di fronte alle emergenze che coinvolgono la propria sicurezza nazionale, gli Stati tendano ad assumere misure unilaterali di minimizzazione dei danni che spesso hanno riverberi negativi su altri Paesi;

    la reazione prevalente è consistita in molti casi in forme di controllo della circolazione delle informazioni, che se, da un lato, hanno permesso ad alcuni di mitigare il panico, dall'altro non hanno favorito la disseminazione di informazioni che sarebbero state di grande utilità per gli Stati investiti in una fase successiva dal Sars-CoV-2;

    alcuni Stati più di altri hanno improntato la loro condotta ad una certa opacità e ad una mancanza di collaborazione anche con i fori multilaterali incaricati di provvedere alla sicurezza sanitaria globale, come l'Organizzazione mondiale della sanità;

    si sono rilevate anche pressioni esercitate da alcuni Stati nei confronti di altri, non appena a scopo preventivo sono state adottate misure di limitazione della mobilità delle persone provenienti dai Paesi ove l'emergenza epidemiologica aveva assunto già considerevole gravità;

    la stampa internazionale ha dato conto delle accuse rivolte dalle autorità degli Stati Uniti alla Cina, cui è stato attribuito l'esercizio di indebite pressioni sull'Organizzazione mondiale della sanità affinché non suggerisse misure che potessero comportare danni economici o di immagine alla Repubblica popolare cinese;

    successivamente, il 7 luglio 2020, gli Stati Uniti hanno formalizzato la propria decisione di ritirarsi dall'Organizzazione mondiale della sanità con decorrenza dal 6 luglio 2021, mentre il Governo italiano, rispondendo all'interrogazione n. 4-05236, ha inspiegabilmente confermato la propria fiducia nell'organismo;

    è stata oggetto di rilievi negativi anche la decisione assunta dal Governo italiano di porre fine ai collegamenti aerei tra il nostro Paese e la Repubblica popolare cinese durante le prime fasi dell'emergenza;

    quando anche il nostro Paese è stato raggiunto in forma drammatica dal COVID-19, si è assistito egualmente alla disordinata assunzione di misure da parte dei partner europei, non sempre effettivamente giustificate alla luce delle obiettive necessità del momento, ma che hanno provocato danni rilevanti alle esportazioni del nostro Paese;

    nelle circostanze che si sono determinate a partire da gennaio 2020, i grandi fori multilaterali non si sono rivelati in grado di svolgere alcuna funzione utile nella gestione della crisi epidemiologica legata al COVID-19, tanto che persino la dichiarazione di pandemia è giunta tardiva;

    non soltanto l'Organizzazione mondiale della sanità, ma anche l'Unione europea è stata nella circostanza quanto meno poco incisiva, dimostrando una volta di più i limiti dell'attuale processo d'integrazione in costanza di crisi;

    in Europa è mancata persino la possibilità di confrontare i dati relativi alla diffusione del contagio, dal momento che ciascuno Stato membro ha utilizzato parametri e metodi diversi, classificando in modo differente anche i decessi che si sono verificati in costanza di crisi epidemiologica;

    né dall'Organizzazione mondiale della sanità né dalle autorità comunitarie europee sono giunte indicazioni univoche cui gli Stati membri potessero attenersi, circostanza che dimostra l'urgenza di iniziative politiche concertate da assumere nei fori multilaterali competenti, al fine di impedire in futuro il ripetersi degli errori che hanno reso meno efficace la risposta data alla crisi epidemiologica provocata dal Sars-CoV-2;

    risulta altresì non meno importante investigare su quanto è accaduto nelle fasi iniziali della pandemia;

    esiste altresì un significativo consenso all'apertura di un'inchiesta internazionale, come prova l'alto numero di Stati che hanno sottoscritto una proposta in tal senso presentata alla 73esima sessione della World health Assembly;

    presso diverse corti statunitensi sono state promosse azioni risarcitorie nei confronti delle autorità della Repubblica popolare cinese per il ristoro dei danni subiti a causa del Sars-CoV-2,

impegna il Governo:

1) ad assumere nelle sedi internazionali competenti, anche in raccordo con gli alleati del nostro Paese, tutte le iniziative utili alla promozione di un'indagine internazionale sulle origini dell'epidemia da Sars-CoV-2, che accerti la dinamica degli eventi e le eventuali responsabilità dei singoli Paesi coinvolti e della stessa Organizzazione mondiale della sanità sotto il profilo della tempestiva comunicazione dei fatti accertati alla comunità internazionale e della congruità delle poche misure raccomandate alla gravità della situazione;

2) ad attivare nei confronti della Repubblica popolare cinese le procedure contenziose previste dall'articolo 36, comma 2, lettere c) e d), dello statuto della Corte internazionale di giustizia;

3) ad esigere l'avvio in sede europea di una riflessione sulle cause della mancanza di un indirizzo unitario dell'Unione europea in materia di gestione delle emergenze epidemiologiche, con l'obiettivo di pervenire quanto meno all'elaborazione di linee guida comuni cui attenersi in futuro in occasione di crisi che abbiano caratteristiche simili a quella determinata dal COVID-19;

4) a confermare senza incertezze l'appartenenza dell'Italia all'Alleanza atlantica come comunità di democrazie prima ancora che patto di mutua difesa, ribadendo altresì la centralità del rapporto con gli Stati Uniti nella politica estera del nostro Paese, allo scopo di evitare che ai danni derivanti dall'emergenza epidemiologica da Sars-CoV-2 si sommino le conseguenze negative di una posizione ambigua sulla scena internazionale proprio nel momento in cui il Segretario di Stato americano parla apertamente di uno scontro ormai in atto tra mondo libero e tirannie.
(1-00350) (Nuova formulazione) «Formentini, Zoffili, Giorgetti, Molinari, Billi, Comencini, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Grimoldi, Picchi, Ribolla, Giglio Vigna, Bazzaro, Bianchi, Coin, Andrea Crippa, Lorenzo Fontana, Maggioni».

(19 maggio 2020)

   La Camera,

   premesso che:

    il 31 dicembre 2019 la Cina informò l'Organizzazione mondiale della sanità di una polmonite virale nella città di Wuhan, esteso capoluogo con oltre 11 milioni di abitanti (20 milioni comprendendo l'hinterland della provincia di Hubei);

    il 2 gennaio 2020 il Ministero della salute di Singapore, città stato indipendente a 3.400 chilometri da Wuhan, principale snodo con una media di 330 mila arrivi ogni mese nel 2019, avvisò tutti i medici di identificare qualsiasi paziente con polmonite e con una storia di recente viaggio a Wuhan;

    secondo la comunità scientifica, il Coronavirus è nato nel «mercato umido» di Wuhan, dove si sarebbe realizzato quel fenomeno che la scienza chiama spillover (o zoonosi), ossia il passaggio del virus dagli animali selvatici all'uomo, come già accaduto in passato per altri virus come Sars, Ebola e Nipah;

    un'altra ipotesi, su cui starebbero indagando dirigenti dell'intelligence Usa e della sicurezza nazionale americana, è quella che il nuovo Coronavirus sia nato, invece, in un laboratorio di Wuhan e che si sia, poi, diffuso a causa di un incidente;

    il 14 gennaio 2020 l'immunologa americana Maria Van Kerkhove, responsabile tecnica della risposta dell'Organizzazione mondiale della sanità al Coronavirus, tenne una conferenza stampa avvertendo del rischio di una diffusione molto rapida del nuovo Coronavirus;

    il 12 gennaio 2020 la Cina condivise con l'Organizzazione mondiale della sanità la sequenza genetica del virus e pochi giorni dopo l'Organizzazione mondiale della sanità propose di inviare una squadra per investigarlo: la Cina però rifiutò, così come rifiutò di rispondere a domande dettagliate sull'epidemia;

    l'Organizzazione mondiale della sanità, fondata dall'Onu nel 1946, è, a oggi, l'unica organizzazione internazionale con le risorse e l'autorevolezza necessarie per coordinare una risposta globale a un'emergenza come il Coronavirus, ma non ha alcun tipo di giurisdizione sui singoli Stati, che possono decidere se e quanto seguire le sue raccomandazioni;

    l'attuale direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità è l'etiope Tedros Adhanom; l'Organizzazione mondiale della sanità era stata guidata per un decennio dalla cinese Margaret Chan e la Cina, fra i maggiori contributori dell'Organizzazione mondiale della sanità, ha promesso a Tedros, appena eletto, di raddoppiare i propri finanziamenti;

    strettissimi sono, poi, i rapporti che legano la Cina all'Etiopia, sede dell'Unione africana e Paese in cui Tedros ha per anni ricoperto ruoli politici di primo piano: circa metà del debito estero etiope è nei confronti della Cina, che giusto un anno fa ha accettato di rinegoziarne i termini con il nuovo Premier, il Nobel per la pace Abiy Ahmed. Fra gli enormi investimenti cinesi in Etiopia, spiccano la costruzione della ferrovia Addis-Gibuti, un'opera da 4 miliardi di dollari con un enorme interesse strategico (a Gibuti si trova la prima base navale militare cinese in Africa), e la compartecipazione cinese nella maxi diga sul Nilo. Secondo l'agenzia Xinhua, sono 400 i progetti d'investimento cinesi già operativi nel Paese, per oltre 4 miliardi di dollari. L'Etiopia è anche fra i partner chiave nella Belt and road initiative. Inoltre, Pechino vuole costruire in Etiopia un nuovo centro da 80 milioni di dollari per l'Africa Center for desease control and prevention. Il 15 gennaio 2020 la compagnia aerea statale Ethiopian airlines, fra le poche ad aver mantenuto voli con la Cina, ha annunciato la costruzione di un nuovo aeroporto della capacità di 100 milioni di passeggeri, un progetto che prevede investimenti per 5 miliardi di dollari. E ancora, il patron di Alibaba, Jack Ma, ha annunciato la donazione di dispositivi di protezione integrale a tutto il continente africano, proprio tramite Ethiopian airlines secondo una fonte citata dal Wall Street Journal, la Cina fece pressioni sull'Organizzazione mondiale della sanità perché non dichiarasse l'emergenza internazionale, ma sempre il 23 gennaio 2020 Tedros disse che non c'erano ancora prove di una rilevante diffusione del virus fuori dalla Cina, precisando: «Non fraintendetemi: è un'emergenza in Cina, ma non lo è ancora diventata a livello globale. Ma potrebbe diventarlo»;

    Tedros al rientro da una visita in Cina per verificare la situazione questa volta dichiarò l'emergenza internazionale: era il 30 gennaio 2020;

    la mancanza di trasparenza da parte della Cina ha impedito la diffusione di notizie indispensabili a tutte le altre nazioni per affrontare l'arrivo della pandemia: ha impedito il contenimento della contagiosità e delle vittime;

    il 18 aprile 2020 le autorità cinesi hanno modificato il numero ufficiale dei decessi, aggiungendo ben 1.300 unità, ulteriore riprova dell'assenza di trasparenza sulle stime reali del contagio. A Wuhan il dato è aumentato del 50 per cento;

    secondo un rapporto segreto dell'intelligence americana consegnato a fine marzo 2020 alla Casa bianca, la Cina avrebbe comunicato deliberatamente dati non veritieri all'Organizzazione mondiale della sanità, compromettendo in modo irreparabile la risposta della comunità internazionale e dei singoli Stati contro la pandemia;

    il Governo cinese, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, si è reso responsabile della mancata divulgazione di dati con la prova della trasmissione del virus da uomo a uomo, violando in questo modo gli articoli 6 e 7 del regolamento, fornendo all'Organizzazione mondiale della sanità informazioni errate sul numero di infezioni tra il 2 e l'11 gennaio 2020, sempre in violazione degli articoli 6 e 7 del suddetto regolamento;

    la Cina usufruisce dei benefici che spettano ai cosiddetti Paesi in via di sviluppo, tra i quali, si ricorda, in particolare: sussidi all'esportazione, vantaggi procedurali per le controversie interne alla stessa Organizzazione mondiale del commercio e una maggiore impermeabilità del proprio mercato di fronte alle ingerenze esterne. Una situazione paradossale che ha avvantaggiato la Cina a discapito di tutti gli altri membri dell'Organizzazione;

    la nuova centralità della Cina nel sistema di scambi, a livello sia mondiale sia regionale, sia come esportatore sia come importatore, ha sicuramente modificato i mercati internazionali in molti modi, anche perché la Cina è solo parzialmente un'economia di mercato e il governo della sua economia e dei suoi scambi è diverso rispetto ai tradizionali leader del commercio estero, Usa e Unione europea;

    quando nel 2001 l'Organizzazione mondiale del commercio decise di ammettere la Cina a parità di condizioni con l'insieme dei Paesi a regime democratico, ha legato a doppio filo il suo destino, non solo economico, a quello cinese: subappaltare a bassissimo costo del lavoro la realizzazione di elementi fondamentali per le proprie filiere produttive così da lucrare il massimo, inondando, allo stesso tempo, di merci firmate le classi cinesi più abbienti, ha reso il Paese orientale più robusto e autonomo;

    la Cina produce spesso in modo «piratesco» merci in spregio alla tutela dei marchi e dei brevetti oppure a bassissimo costo attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, delle donne, dei bambini e, nei laogai (campi di lavoro forzato), dei condannati e dei dissidenti politici, o anche di scarsissimo valore e, quindi pericolose, per chi le acquista;

    solo un anno fa il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, denunciava che fra Unione europea e Cina «esistono asimmetrie che creano squilibri perché manca la necessaria reciprocità e la concorrenza non è equilibrata»;

    l'espansionismo economico cinese, il pesante intervento statale in economia e l'assenza di democrazia interna non fanno attualmente della Cina un partner commerciale affidabile;

    in particolare, la Cina, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, ha violato il regolamento sanitario internazionale (international health regulations), uno strumento giuridico entrato in vigore il 15 giugno 2007, dopo la sua adozione il 23 maggio 2005 da parte della cinquantottesima Assemblea mondiale della sanità. Tale strumento, vincolante per gli Stati firmatari, tra cui la Cina, si prefigge di «garantire la massima sicurezza contro la diffusione internazionale delle malattie, con la minima interferenza possibile sul commercio e sui movimenti internazionali, attraverso il rafforzamento della sorveglianza delle malattie infettive mirante ad identificare, ridurre o eliminare le loro fonti di infezione o fonti di contaminazione, il miglioramento dell'igiene aeroportuale e la prevenzione della disseminazione di vettori». Tali norme sono applicabili sia attraverso i meccanismi di risoluzione delle controversie dell'Organizzazione mondiale della sanità sia potenzialmente attraverso la Corte internazionale di giustizia, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite;

    gli articoli 6 e 7 fanno parte della sezione su informazioni e risposta sanitaria. In particolare, l'articolo 6, in materia di notifica, recita: «Ogni Stato parte deve valutare gli eventi verificatisi all'interno del suo territorio utilizzando lo strumento decisionale di cui all'allegato 2. Ogni Stato parte deve notificare all'Organizzazione mondiale della sanità – utilizzando i più efficienti mezzi di comunicazione disponibili, tramite il Centro nazionale per il Regolamento sanitario internazionale, ed entro 24 ore dalla valutazione delle informazioni relative alla sanità pubblica – tutti gli eventi che possano costituire all'interno del proprio territorio un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale»;

    l'articolo 7 riguarda, invece, la condivisione delle informazioni durante eventi insoliti e inattesi relativi alla sanità pubblica: «Nel caso in cui uno Stato parte disponga di prove che confermino un evento riguardante la sanità pubblica insolito ed inatteso all'interno del suo territorio, indipendentemente dall'origine o dalla fonte, che possa costituire un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, dovrà fornire all'Organizzazione mondiale della sanità tutte le informazioni relative alla sanità pubblica. In tale caso troveranno piena applicazione le disposizioni di cui all'articolo 6»;

    la Nigeria ha citato in giudizio la Repubblica popolare cinese, chiedendo, a titolo di risarcimento danni, 200 miliardi di dollari per la perdita di vite umane, strangolamento dell'economia, traumi, disagio sociale e distruzione della normale esistenza quotidiana, causati dalla pandemia da Coronavirus;

    diverse denunce e cause civili di risarcimento danni nei confronti della Cina sono state avanzate in tutto il mondo, dallo Stato del Missouri, sposando la strategia del Presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump, a un gruppo di imprese in California, dal Texas alla Florida;

    anche l'Australia ha messo in dubbio la trasparenza della Cina nella sua gestione dell'emergenza Coronavirus e ha chiesto, insieme all'Unione europea, un'inchiesta indipendente sull'origine del virus e anche sulla gestione da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità della pandemia: sono 116 i Paesi che appoggiano la bozza di risoluzione proposta dall'Unione europea, tra i quali anche Russia, India, Giappone, Gran Bretagna, Canada, Indonesia e i 27 Stati dell'Unione europea;

    la regione Lombardia ha dichiarato di voler chiedere alla Repubblica popolare cinese 20 miliardi di euro di risarcimenti per i danni causati dalla pandemia;

    le responsabilità della Repubblica popolare cinese sono evidenti ed innegabili per quel che concerne la mancata trasparenza e trasmissione a livello internazionale e alle autorità sanitarie mondiali dei dati epidemiologici, sanitari e virologici;

    la Repubblica popolare cinese prosegue nella sua azione di conculcamento delle libertà politiche al di fuori del continente attraverso un massiccio aumento di iniziative liberticide a Hong Kong. È di questi giorni la nuova proposta di legge che verrà discussa all'Assemblea nazionale del popolo sulla sicurezza contro secessione, eversione, terrorismo, interferenze straniere che avranno ricadute pesanti sull'isola, i cui processi di sinizzazione si sono intensificati. Il principio «due sistemi un Paese», garanzia della restituzione alla Cina di Hong Kong con la fine del protettorato britannico, sembra ormai giunto a conclusione;

    l'accertato ritardo di comunicazione all'Organizzazione mondiale della sanità giustificherebbe una maxiazione di risarcimento danni davanti alla Corte internazionale di giustizia da parte degli Stati coinvolti nell'epidemia del COVID-19 contro la Cina, proprio in base allo statuto dell'Organizzazione mondiale della sanità, che sarebbe stato violato intenzionalmente in più punti, mettendo a rischio la vita di decine di migliaia di cittadini in oltre 150 Paesi, per non contare i danni economici incalcolabili procurati;

    l'Italia è stata la nazione in Europa più duramente colpita dal Coronavirus che ha mietuto a oggi 34 mila decessi e determinato la più grande crisi economica dal secondo dopoguerra, con previsioni di aumento di disoccupazione, chiusura di attività economiche e produttive, crollo delle esportazioni, paralisi dell'attrattività turistica internazionale. Danni di proporzioni vastissime che hanno indotto le più importanti istituzioni mondiali a calcolare una diminuzione del prodotto interno lordo del 10 per cento,

impegna il Governo

1) ad attivare presso le competenti sedi internazionali un'azione di risarcimento danni contro la Cina per aver posto in essere comportamenti e azioni che hanno penalizzato il popolo italiano.
(1-00352) «Rampelli, Lollobrigida, Delmastro Delle Vedove, Bellucci, Gemmato».

(8 giugno 2020)

   La Camera,

   premesso che:

    la crisi epidemica da COVID-19 ha messo ancora più in luce la stretta interdipendenza fra gli Stati, in particolare nei settori sanitario e farmaceutico, ed è già costata la vita a migliaia di persone, con conseguenze e danni irreparabili anche sul versante economico e sociale; un'interdipendenza a livello globale che richiede una maggiore capacità, da parte delle leadership nazionali e degli organismi sovranazionali, di assumere decisioni comuni, trasparenti e tempestive, sulla base di scambi di informazioni, dialogo e cooperazione;

    sin dall'inizio della pandemia il nostro Paese ha segnalato, nelle sedi europee e internazionali, la necessità di rafforzare la solidarietà e la leadership globale per gestire l'emergenza con soluzioni a lungo termine;

    una recente inchiesta sull'origine della pandemia dell'agenzia Associated Press ha rivelato che la Cina avrebbe inviato in ritardo i dati iniziali su COVID-19 all'Organizzazione mondiale della sanità, rallentando in tal modo indicazioni chiare agli Stati per prepararsi a contenere tempestivamente l'espandersi del Coronavirus;

    secondo tale inchiesta, resa nota alla stampa italiana il 2 giugno 2020, la ricerca del genoma era cominciata a fine dicembre 2019 e le mappature a gennaio 2020, ma il rilascio delle informazioni non sarebbe stato tempestivo, in quanto gli scienziati hanno dovuto aspettare l'approvazione delle autorità sanitarie della Repubblica popolare cinese, in base alla legge che impedisce ai laboratori di condurre esperimenti su virus potenzialmente letali senza l'approvazione delle medesime autorità nazionali; i risultati dei laboratori cinesi sono stati pubblicati solo l'11 gennaio 2020, mentre casi di polmonite anomala a Wuhan, non segnalati, si erano sviluppati nelle settimane precedenti;

    l'Organizzazione mondiale della sanità non è riuscita a comunicare nei tempi utili un quadro sanitario circa le diagnosi di laboratorio, sul genoma del virus, sui primi pazienti contagiati, sulla distribuzione geografica e sulla sua curva epidemica. Quando si impennò la curva di contagi a Wuhan, nonostante la situazione apparisse sempre più grave anche per le autorità cinesi, il disappunto dei funzionari dell'Organizzazione mondiale della sanità per le insufficienti informazioni è emerso dalle stesse dichiarazioni del direttore delle emergenze della medesima Organizzazione, Michael Ryan, il quale lamentava scarsa collaborazione e mancanza di dati; Maria van Kerkhove, a capo del gruppo tecnico sul COVID-19 dell'Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato: «stiamo procedendo con informazioni minime, chiaramente non è abbastanza per una pianificazione appropriata»;

    l'operatività tardiva dell'Organizzazione mondiale della sanità, motivata anche dalla necessità di assicurarsi le informazioni seppure in grave ritardo, va aggiunta a una sorta di sua impotenza, in quanto l'Organizzazione mondiale non possiede poteri ispettivi e di indagine in forma indipendente all'interno dei Paesi membri;

    il 18 maggio 2020 è stata presentata a Ginevra, durante il corso della 73ma edizione della World health Assembly, l'organo decisionale dell'Organizzazione mondiale della sanità, una risoluzione dell'Unione europea, sottoscritta da 116 Paesi, inclusi i 27 Paesi membri e la Russia, con la richiesta di istituire un'inchiesta indipendente, comprensiva e imparziale sulle origini del Coronavirus; tale proposta, secondo la Commissione europea, «definisce il modo in cui dovrebbe essere la risposta coordinata a livello internazionale riguardo alla diffusione del Coronavirus con una migliore comprensione delle circostanze che hanno permesso a questa pandemia di svilupparsi, ma anche riconosce la necessità per tutti i Paesi di avere un accesso tempestivo, senza ostacoli, a strumenti diagnostici, alle terapie, ai medicinali e ai vaccini»;

    l'Assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità in sede plenaria ha approvato la risoluzione che prevede l'accordo di «avviare al momento opportuno e in consultazione con gli Stati membri un processo graduale di valutazione imparziale, indipendente e globale della risposta sanitaria coordinata dall'Organizzazione mondiale della sanità» nella crisi del Coronavirus, anche allo scopo di formulare raccomandazioni per migliorare la prevenzione globale e la capacità di risposta attraverso un «rafforzamento appropriato del programma di emergenza sanitaria dell'Organizzazione mondiale della sanità», esortando gli Stati membri a «fornire finanziamenti sostenibili all'Organizzazione mondiale della sanità per garantire che possa rispondere pienamente alle necessità di salute pubblica nella risposta globale al Coronavirus»;

    la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato il suo sostegno a una commissione di indagine internazionale in seno alle Nazioni Unite, affermando che «sarà necessario lavorare sulla trasparenza dopo la crisi»; l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha affermato che «occorre guardare in modo indipendente a ciò che è accaduto» distanti «dal campo di battaglia tra Cina e Stati Uniti, che si biasimano gli uni con gli altri per quanto accaduto», in un gioco al rialzo di accuse «che ha solo esacerbato la loro rivalità»;

    occorre, dunque, lavorare per ridurre la tendenza ad esasperare le diffidenze e le reciproche assertività delle due superpotenze, ciascuna in funzione delle proprie esigenze di politica interna, in favore di una collaborazione fra gli Stati per assicurare cure e vaccini efficaci per il bene dei cittadini a livello globale;

    la risoluzione del Parlamento europeo, adottata il 17 aprile 2020 («sull'azione coordinata dell'Unione europea per combattere la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze»), in considerazione della tragica diffusione globale ed europea del COVID-19, impegna gli Stati membri, tra le altre misure, a rafforzare le competenze comunitarie in materia di sanità, compreso il reinserimento delle catene di approvvigionamento all'interno dell'Unione europea, con la produzione europea di prodotti chiave quali medicinali, ingredienti farmaceutici, dispositivi medici e attrezzature, sviluppando altresì protocolli condivisi in caso di crisi, con meccanismi di risposta comune e coordinata alle crisi sanitarie a livello europeo;

    sono particolarmente rilevanti, nell'ambito dei tre pilastri del Next Generation Eu della Commissione europea, i nuovi programmi sanitari: EU4Health, operativo dal 1° gennaio 2021, volto a rafforzare con nuove risorse la sicurezza sanitaria, e il potenziamento del meccanismo di protezione civile europeo per prepararsi a rispondere a future crisi: programmi dall'impatto rilevante sul rafforzamento anche del sistema sanitario nazionale,

impegna il Governo:

1) a sostenere le proposte europee di indagine internazionale, in favore dell'istituzione di un'inchiesta internazionale indipendente sull'origine di COVID-19, allo scopo di approfondire le ricerche sul genoma del virus e le cause della pandemia, per favorire attività di scambio di informazioni, improntate alla trasparenza, alla cooperazione e alla ricerca di soluzioni globali per contrastare il virus, rafforzando e migliorando, altresì, il ruolo centrale dell'Organizzazione mondiale della sanità e la collaborazione fra gli scienziati e le autorità sanitarie a livello globale nella lotta alla crisi pandemica;

2) ad attivarsi per migliorare e potenziare le risposte coordinate dell'Unione europea, volte a riconquistare una sovranità tecnologica ed economica dell'Unione europea sui mercati mondiali, a partire dalla gestione comune della crisi pandemica, con tempi maggiormente tempestivi, in favore di misure incentivanti e rafforzate in relazione a tutte le componenti della gestione e della prevenzione delle crisi sanitarie e delle catastrofi, garantendo, oltre alle comuni scorte di attrezzature, materiali, medicinali, diagnostica e vaccini, anche programmi di ricerca e innovazione scientifica per la lotta contro il COVID-19 e il pericolo di eventuali future crisi sanitarie, per sviluppare una risposta comune, coordinata ed efficace a livello europeo;

3) a sostenere, anche nelle competenti sedi internazionali, la necessità di mettere in comune la ricerca per lo sviluppo di un vaccino anti COVID-19 sicuro ed efficace, da considerarsi quale bene pubblico globale e accessibile a tutti.
(1-00353) «Valentini, Gelmini, Orsini, Carfagna, Bergamini, Biancofiore, Cappellacci, Fitzgerald Nissoli, Napoli».

(8 giugno 2020)

   La Camera,

   premesso che:

    la salute, in quanto prerequisito per una crescita sostenibile ed inclusiva, rappresenta uno degli obiettivi cardine dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile;

    la crisi del Coronavirus ha mostrato la profonda interconnessione tra le aree del pianeta e tra tutti i membri della comunità internazionale degli Stati, tra risposta locale e risposta globale, tra strategie microregionali e dinamiche sovranazionali;

    la cooperazione multilaterale in campo sanitario, in cui il nostro Paese si spende con convinzione da anni, alla luce della tragedia rappresentata dalla pandemia da Coronavirus, che ancora impegna tutta la comunità internazionale, rappresenta un pilastro della politica estera dell'Italia, che si impegna soprattutto per il rafforzamento dei sistemi sanitari dei Paesi meno attrezzati, per la protezione da rischi finanziari, l'accesso sicuro, efficace, di qualità e a prezzi accessibili ai servizi essenziali di assistenza sanitaria;

    l'Italia vanta, infatti, una specifica tradizione di attenzione ai temi della copertura sanitaria universale, a partire dalla fondazione, nel 2001, in occasione della presidenza di turno del G8, del Fondo globale per la lotta contro le tre pandemie – aids, malaria e tubercolosi – cui ha destinato complessivamente risorse per 1,17 miliardi di dollari, collocandosi tra i primi 10 Paesi donatori al mondo;

    in linea con l'impegno assunto dal Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte al summit G7 di Biarritz, l'Italia ha stanziato 161 milioni di euro per i prossimi tre anni, elevando del 16 per cento l'incremento del contributo italiano per sconfiggere aids, tubercolosi e malaria prima del 2030;

    in vista della presidenza di turno del G20, che avrà inizio a dicembre 2020, l'Italia punta adesso ad una ripresa sostenibile, giusta e resiliente in risposta agli enormi sacrifici sopportati dai cittadini italiani a causa della pandemia di Coronavirus;

    la presidenza italiana sarà ispirata dalla convinzione che l'unico modo per superare questa crisi è di agire insieme attraverso una cooperazione multilaterale rafforzata, per evitare di mettere a rischio tutti gli sforzi e progressi. L'Italia lavorerà per una ripresa migliore, che includa un nuovo approccio sui temi dell'energia e della transizione verde, della trasformazione digitale, della finanza sostenibile e dell'occupazione, del ruolo delle donne e di una più equa distribuzione delle opportunità;

    il taglio della spesa sanitaria nel nome dell'austerità e degli aggiustamenti strutturali ha impedito la creazione di sistemi sanitari forti e resilienti. Il G20 ha, come primo passo, deliberato recentemente di sospendere il pagamento del debito dei Paesi più poveri fino alla fine del 2020, con l'obiettivo di sostenerli ad affrontare la crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia di COVID-19;

    l'Italia, uno dei Paesi al mondo maggiormente colpiti dal COVID-19, eserciterà la presidenza di turno del G20 nel 2021, che sarà un anno di ripensamento e di ricostruzione, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dell'architettura e del coordinamento della salute pubblica mondiale;

    la leadership italiana nella lotta contro le pandemie e per la salute globale potrà esprimersi in quella sede nella consapevolezza dell'importanza di sconfiggere il virus, soprattutto in Africa e nel sud dell'Asia per cui, insieme ai partner G7 e G20, occorrerà mobilitare nuove risorse ed attivare un coordinamento internazionale a tutto campo. In particolare, l'Italia potrà assumere un ruolo guida affinché il G20 consideri di estendere la moratoria sul servizio del debito estero dei Paesi più fragili;

    in questa direzione merita tutto il possibile sostegno pluripartisan la proposta dell'Italia, di cui ha dato conto il Ministro Di Maio in occasione dell'audizione svolta il 16 aprile 2020 davanti alle Commissioni affari esteri di Camera e Senato, al Segretario generale dell'Onu di creare una grande alleanza internazionale per il vaccino contro il Coronavirus, affinché esso sia immediatamente disponibile a livello globale;

    l'efficacia dell'azione del nostro Paese dipende fortemente dalla sua capacità di connettersi in modo virtuoso con la strategia messa in campo dall'Unione europea. Per l'Italia e per gli altri Stati membri è, pertanto, decisivo il ruolo di indirizzo e di sostegno che potrà essere esercitato dall'Unione europea, impegnata nell'elaborazione di una risposta comune alla pandemia, a partire dal rafforzamento della sanità pubblica e dall'attenuazione dell'impatto socio-economico. Elemento chiave della strategia dell'Unione europea è il finanziamento della ricerca e di progetti innovativi per trovare una cura efficace contro COVID-19. Lo stesso impegno europeo non potrà, tuttavia, essere risolutivo senza un efficace coordinamento a livello globale con gli altri organismi multilaterali;

    è necessaria una collaborazione multisettoriale nella definizione delle politiche sanitarie, che coinvolga le comunità e la società civile e che metta al centro il rispetto della persona umana, dei suoi diritti e delle libertà fondamentali;

    la collaborazione internazionale è cruciale anche per fronteggiare le conseguenze socio-economiche della pandemia. La cooperazione tra tutti gli attori globali, a partire dai maggiori organismi internazionali competenti in materia sanitaria, dovrà contemplare la condivisione libera e aperta dei dati ed investimenti per il monitoraggio delle malattie attraverso banche dati accessibili e gestite in base a regole certe e condivise;

    a livello europeo, l'Unione sta accelerando e promuovendo la ricerca sul COVID-19, attraverso la mobilitazione di oltre 550 milioni di euro di fondi destinati allo sviluppo di progetti per trattamenti e vaccini attraverso il programma di ricerca dell'Unione europea «Orizzonte 2020» e l'impiego di fondi pubblici e privati destinati a terapie e diagnostica, con l'Iniziativa sui medicinali innovativi (Imi). Inoltre, insieme a vari partner, l'Unione europea ha varato un portale europeo dei dati sul COVID-19 per consentire la rapida raccolta e condivisione dei dati di ricerca disponibili;

    in particolare, nell'ambito dell'elaborazione di una risposta globale alla pandemia, la Commissione europea ha promosso – insieme a Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno dell'Arabia Saudita, che detiene la presidenza del G20, Norvegia, Spagna e Regno Unito – un'iniziativa mondiale di raccolta fondi – la Risposta globale al Coronavirus – a partire dal 4 maggio 2020, che ha raccolto finora 9,8 miliardi di euro. Tale evento ha permesso di raccogliere 7,4 miliardi di euro da investire nella ricerca e nello sviluppo di vaccini, strumenti diagnostici e trattamenti efficaci contro il virus;

    la Risposta globale al Coronavirus concretizza l'impegno assunto dai leader del G20, il 26 marzo 2020, per presentare un fronte unito contro la pandemia. In quest'ottica il 24 aprile 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità e un gruppo di iniziatori operanti nel campo della salute hanno dato vita ad una collaborazione mondiale per accelerare lo sviluppo, la produzione e l'accesso equo nel mondo a strumenti contro il COVID-19 (Access to COVID-19 tools, Act), il cosiddetto «Act accelerator», lanciando, insieme, un appello alla mobilitazione;

    il 18 maggio 2020 la 73ma Assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità ha approvato la risoluzione A73/CONF./1 Rev. 1, presentata da più di 120 Paesi per l'istituzione di un processo graduale di valutazione imparziale, indipendente e globale sulla gestione del Coronavirus da parte della comunità internazionale;

    i lavori dell'inchiesta internazionale, volta a fare luce sulle modalità e sui tempi di circolazione delle informazioni da parte di Pechino e della stessa Organizzazione mondiale della sanità circa la diffusione dell'epidemia, sono stati anticipati da una inchiesta giornalistica dell'Associated press che ha smentito buona parte della narrativa complottista del Presidente Trump che ha accusato l'Organizzazione di essere filocinese, sospendendo ogni contributo finanziario da parte degli Stati Uniti,

impegna il Governo:

1) a promuovere l'assunzione da parte dell'Italia di un ruolo guida nella comunità internazionale, in particolare in tutte le sedi della cooperazione multilaterale in campo sanitario, per la tutela della salute globale e come perno delle politiche per uno sviluppo sostenibile, in linea con i principi dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite ed i relativi obiettivi dell'Agenda per il 2030;

2) ad adottare iniziative per rafforzare in tutte le opportune sedi internazionali, a livello sia multilaterale sia bilaterale, la cooperazione globale in materia sanitaria, promuovendo una sessione ad hoc nell'ambito della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, al fine di definire regole e impegni per un'efficace risposta globale alle pandemie attraverso una strategia di ampio respiro e non più solo emergenziale, con l'obiettivo ultimo di porre le basi affinché i singoli Paesi in via di sviluppo siano in grado di strutturare, in modo indipendente, un solido sistema sanitario;

3) a collaborare con l'Organizzazione mondiale della sanità ai fini dell'accertamento indipendente istituito il 18 maggio 2020 per fare luce sulla gestione del Coronavirus da parte della comunità internazionale;

4) con particolare riferimento alla sede europea, a promuovere la cooperazione, lo scambio di informazioni, il monitoraggio e il coordinamento tra gli Stati membri per consolidare l'elaborazione di una risposta comune alla pandemia di Coronavirus, a partire dal rafforzamento della sanità pubblica e dall'attenuazione dell'impatto socioeconomico del COVID-19 nell'Unione europea, attraverso la mobilitazione di tutti gli strumenti a disposizione per una risposta coordinata, solidale ed efficace nella gestione della crisi;

5) a farsi promotore, nel quadro politico dell'Unione europea, di tutte le necessarie iniziative volte a garantire l'implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 legati alla salute e dei rispettivi traguardi a livello comunitario, rafforzando a tal fine la collaborazione con le istituzioni dell'Unione europea e con gli Stati membri;

6) ad esplorare tutte le iniziative diplomatiche a sostegno di una proposta italiana in sede Onu per il lancio di una grande alleanza internazionale per il vaccino e per lo sviluppo di strumenti diagnostici e trattamenti terapeutici contro il Coronavirus;

7) ad assumere, pertanto, un ruolo attivo, in particolare nella sede dell'Organizzazione mondiale della sanità, a presidio della trasparenza decisionale nell'adozione di misure di contrasto alle emergenze sanitarie e dell'accessibilità per l'intera comunità internazionale di banche dati, piattaforme ed infrastrutture nel pieno rispetto del diritto umano alla diffusione del sapere scientifico;

8) a sostenere con convinzione, anche in vista della presidenza italiana nel 2021, un impegno dei Paesi G20 a rafforzare la cooperazione internazionale per la prevenzione di tutte le pandemie e per lo sviluppo di vaccini e di strumenti diagnostici e trattamenti terapeutici contro il Coronavirus;

9) ad adottare iniziative per prevedere modalità congrue di coinvolgimento a livello internazionale della società civile e del settore privato nell'elaborazione degli obiettivi e nelle maggiori scelte di carattere strategico in risposta alla pandemia, assicurando in particolare il rispetto del principio della parità di genere e delle pari opportunità.
(1-00374) «Cabras, Migliore, Palazzotto, Quartapelle Procopio, Fassino, Carelli, Boldrini, Colletti, Andrea Romano, Sabrina De Carlo, Schirò, Del Grosso, Di Stasio, Fantinati, Ehm, Emiliozzi, Grande, Olgiati, Romaniello, Siragusa, Suriano».

(3 agosto 2020)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   NOVELLI e SANDRA SAVINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   cresce inarrestabile il flusso dei migranti che dalla rotta balcanica arriva in Friuli Venezia Giulia, in particolare nell'ultimo mese; molti di questi vengono accompagnati all'ex caserma Cavarzerani di Udine, che, ad oggi, ospitando quasi 500 migranti, è diventata un hub, dove grazie al personale della Croce rossa, della Protezione civile e dell'azienda sanitaria sono effettuati i tamponi nell'ambito delle misure preventive contro la diffusione del COVID-19. I migranti dovrebbero poi essere successivamente smistati nelle strutture in cui devono trascorrere il periodo di quarantena, strutture che però stanno quasi rasentando il limite della capienza;

   in questi giorni proprio nell'ex caserma Cavarzerani si è scatenata una forte protesta dei migranti contro l'ordinanza emessa dal sindaco Pietro Fontanini che proroga per loro la quarantena fino al 15 agosto 2020, dopo che alcuni sono risultati positivi al Coronavirus; nel caos generale della rivolta, con cori, urla e materassi e rifiuti dati alle fiamme, sarebbero anche scappati diversi profughi. A seguito di questi episodi, il Ministero dell'interno sembra aver assicurato l'invio di rinforzi per supportare le forze dell'ordine;

   ad ogni modo, è evidente a giudizio degli interroganti come il fenomeno migratorio, aggravato dall'emergenza Coronavirus, appaia completamente fuori controllo: la situazione e i disordini di Udine dimostrano, infatti, come il Governo continui a sottovalutare gli accessi irregolari che quotidianamente giungono incontrollati dalla rotta balcanica. Le strutture sono praticamente al collasso e diventa davvero difficile gestire il trattenimento dei migranti, considerati anche gli obblighi e le misure derivanti dall'emergenza sanitaria. Il Governo continua, poi, a sottovalutare la situazione nei confronti della Slovenia, che, di fatto, agevola il rilascio dei migranti ben oltre il confine –:

   quali misure urgenti il Governo intenda adottare per controllare il flusso dei migranti che dalla rotta balcanica arriva in Friuli Venezia Giulia, nonché per gestire gli arrivi irregolari, in particolare dalla Slovenia, quali e quante risorse intenda inviare a presidio del territorio in questa fase e quali iniziative intenda mettere in campo per agevolare il trasferimento dei migranti dalle strutture al collasso del Friuli Venezia Giulia.
(3-01713)

(4 agosto 2020)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane è cresciuto esponenzialmente il numero degli sbarchi di migranti sulle coste italiane; su tredicimila arrivi degli ultimi giorni quasi diecimila sono sbarchi autonomi, migranti arrivati a bordo di gommoni, barche, motoscafi, senza attendere neanche l'aiuto delle navi delle organizzazioni non governative, e che, una volta sbarcati, si dileguano eludendo i controlli;

   la situazione è tanto grave da far chiedere a numerosi sindaci e amministratori locali lo stato di emergenza, primo fra tutti il sindaco di Lampedusa, l'avamposto dell'accoglienza italiana, che ha chiaramente affermato che il Governo dovrebbe dichiarare lo stato di emergenza: «nel rapporto con i dati del 2011 i numeri sono più alti ora. Chiedo l'emergenza (...)»;

   come dimostrato, da ultimo, dal caso della struttura di accoglienza in provincia di Treviso nella quale ben 133 migranti sono risultati positivi al COVID-19, molti migranti sono contagiati quando arrivano in Italia e proprio per questo scappano dalle strutture di accoglienza prima di avere una risposta sulla propria condizione di salute e prima della fine della quarantena obbligatoria, riversandosi nelle strade e città e diffondendo il contagio;

   è notizia di ieri che anche diciotto migranti trasferiti il 28 luglio 2020 nel centro di accoglienza di Cori (Latina), dove stavano trascorrendo il periodo di sorveglianza fiduciaria, la scorsa notte si sono allontanati dalla struttura e solo alcuni sono stati poi rintracciati alla stazione Termini di Roma;

   anche il Ministro interrogato ha dichiarato che «si tratta di flussi incontrollati che creano seri problemi legati alla sicurezza sanitaria nazionale, che si riverberano inevitabilmente sulle comunità locali interessate dai centri di accoglienza, dai quali, tra l'altro, i migranti cercano di allontanarsi in ogni modo prima del termine del periodo di quarantena obbligatorio»;

   il Presidente del Consiglio dei ministri ieri ha dichiarato che è necessario bloccare gli sbarchi, ma non ha specificato quali metodi e misure intenda adottare –:

   quali iniziative il Governo voglia porre in essere, al di là di quelli che agli interroganti appaiono meri proclami, al fine di tutelare i cittadini dai rischi derivanti da eventuali focolai di contagio «importati», garantendo il rispetto della quarantena da parte dei migranti già giunti sul territorio nazionale e prevenendo ulteriori sbarchi.
(3-01714)

(4 agosto 2020)

   CONTE e FORNARO. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   il 21 luglio 2020 nel Consiglio europeo è stato siglato l'accordo per dare vita al cosiddetto Recovery Fund: 750 miliardi di euro destinati ai Paesi colpiti dalla crisi legata alla pandemia, ripartiti tra 390 miliardi come sussidi a fondo perduto e 360 miliardi di euro come prestiti;

   l'Italia ha ottenuto ben 209 miliardi di euro, con circa 82 miliardi di euro di sussidi e 127 miliardi di euro di prestiti;

   l'Italia dovrà preparare entro il 15 ottobre 2020 un piano nazionale di interventi, con progetti specifici che organizzino obiettivi e spesa poi sottoposti alla valutazione dell'Unione europea;

   nel documento conclusivo del Consiglio europeo si legge, tra le altre cose: «Obiettivo di questa rubrica è contribuire al valore aggiunto dell'Unione europea promuovendo la convergenza, sostenendo gli investimenti, la creazione di posti di lavoro e la crescita, contribuendo a ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali all'interno degli Stati membri e in tutta Europa»;

   per realizzare questo obiettivo è indispensabile che vengano destinati esclusivamente al Mezzogiorno d'Italia almeno 70 miliardi di euro come risorse aggiuntive rispetto a quelle ordinarie dello Stato e a quelle dello stesso Recovery Fund utilizzate per interventi di sistema da effettuarsi uniformemente su tutto il territorio nazionale;

   se davvero si vuole incidere sul divario Nord-Sud, che in questi anni ha pesato moltissimo in tutti gli indicatori economici e sociali, le risorse da destinarsi al Mezzogiorno dovranno essere aggiuntive e non sostitutive di altri impegni (come quello del «Piano Sud 2030»), che comunque andrebbero assunti e mantenuti dentro politiche di coesione, di recupero e rilancio del Mezzogiorno che vanno istituzionalizzate con un fondo stabile del bilancio dello Stato, in modo da garantire un impegno ordinario per il recupero del gap, a cui sommare eventualmente risorse straordinarie;

   giova ricordare che la spesa ordinaria in conto capitale nelle regioni meridionali, in valore assoluto, raggiunge i 6,2 miliardi di euro nel 2018, ossia solo il 22,5 per cento dell'impegno su scala nazionale;

   giova, altresì, segnalare che la crisi economica legata al COVID-19 potrebbe far perdere al Sud quasi 380 mila posti di lavoro nel 2020, secondo una stima elaborata dalla Svimez, con un impatto paragonabile a quello subito nel quinquennio 2009-2013 –:

   come intenda il Governo utilizzare i fondi del Recovery Fund in rapporto al Sud e alla necessità di recuperare il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese.
(3-01715)

(4 agosto 2020)

   LUPI, COLUCCI, GIANNONE e TONDO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   su Il Sole 24 ore del 3 agosto 2020 si legge che: «L'ordinanza del Ministro Speranza ha obbligato le compagnie ferroviarie a fare un dietrofront rispetto alle indicazioni del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ripristinando il distanziamento sociale di almeno un metro che era terminato il 31 luglio sui treni ad alta velocità. Tanto che erano tornati a viaggiare a pieno carico, con il 100 per cento dei posti occupati»;

   l'ordinanza del Ministro interrogato ha creato un caos enorme nei servizi ferroviari, soprattutto con le disdette per quei passeggeri che avevano prenotato da mesi il viaggio in treno per raggiungere le mete di vacanza;

   scrive ancora Il Sole 24 ore che Italo ha informato, in linea con l'ordinanza «emessa improvvisamente» dal Ministro interrogato (che reintroduce, con decorrenza immediata, l'obbligo di distanziamento nei treni ad alta velocità), della cancellazione, «suo malgrado», di 8 treni della mattina e di numerosi biglietti per i treni del pomeriggio. Sono coinvolti circa 8 mila passeggeri che non hanno potuto fruire del biglietto già acquistato;

   l'ordinanza può essere anche condivisibile sotto il profilo della tutela della salute, ma è stata adottata improvvisamente e pertanto ha generato gravissimi problemi per l'utenza;

   dal 15 giugno 2020, invece, in aereo si viaggia senza distanziamento in base alle linee guida dettate dall'Easa, l'Agenzia europea per la sicurezza aerea. L'Italia in quella data si è allineata al resto del continente europeo. Per volare basta indossare la mascherina e avere una temperatura corporea inferiore ai 37,5 che sarà misurata dai termoscanner –:

   se non sia necessario chiarire le motivazioni che hanno portato, al di là della condivisione della tutela della salute per i cittadini, ad adottare l'ordinanza in tempi troppo ristretti, generando in questo modo gravissimi disagi per gli utenti e disparità e squilibri nella gestione dei trasporti.
(3-01716)

(4 agosto 2020)

   DE FILIPPO, NOJA, ROSTAN, PAITA, NOBILI, FREGOLENT e D'ALESSANDRO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il primo week end estivo si è aperto nel caos: migliaia di utenti, che avevano acquistato i biglietti ad alta velocità di Trenitalia e Italo, sono rimasti a terra;

   le due compagnie interpretando scorrettamente, secondo il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 luglio 2020, dal 31 dello stesso mese avevano deciso di aumentare la capienza dal 50 al 100 per cento dei convogli, azzerando il distanziamento di un metro previsto dalla normativa vigente. Migliaia di cittadini hanno così acquistato il biglietto scegliendo il posto sul sito senza limitazioni. Immediata la reazione del Ministro interrogato che ha costretto, tramite ordinanza, le compagnie a bloccare l'aumento dei posti, costringendole a tornare immediatamente sui loro passi. Di qui l'immediata cancellazione di decine di treni con i conseguenti disagi per i cittadini in attesa di partenza per le vacanze estive, con ulteriore danno all'economia del turismo già provata dalla scarsa presenza di stranieri;

   si calcola che circa 8 mila persone siano rimaste a terra, incerte se accettare la prenotazione su un altro treno e in altra data o ricevere il rimborso del biglietto; non tutte le regioni, comunque pare, abbiano accettato di adeguarsi all'ordinanza del Ministro interrogato: Lombardia, Liguria, Piemonte e Friuli Venezia Giulia sembra siano inclini a disattendere le disposizioni del Ministero della salute;

   il trasporto pubblico locale sembra, invece, seguire già da tempo la linea dell'aumento della capienza al 100 per cento. Proprio i trasporti regionali sarebbero al centro di un quesito che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha inviato al Comitato tecnico-scientifico: in conclusione chi viaggia sull'alta velocità dovrebbe rispettare il distanziamento, mentre chi utilizza il treno regionale no;

   la decisione delle compagnie ferroviarie ha evidenziato quanto variegata sia l'interpretazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e delle disposizioni governative da parte di molte compagnie di trasporti, ma soprattutto da parte delle regioni. La necessità che si riattivino le attività produttive e commerciali, legate anche al sistema dei trasporti, deve comunque potersi coniugare con la limitazione della diffusione del virus COVID-19. Anche per l'imminente riapertura delle scuole non si prevede alcuna disposizione specifica in merito –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare affinché le disposizioni sulle condizioni per la tutela della salute nei trasporti pubblici, sia sul piano nazionale che su quello regionale, risultino univoche e siano attuate in maniera omogenea sull'intero territorio, anche alla luce degli attuali dati incoraggianti relativi ai contagi, e per quali motivi non siano state assunte decisioni con modalità e tempistiche tali da evitare condizioni di estremo disagio per i passeggeri che, pur avendo prenotato il viaggio, non hanno potuto accedere ai treni.
(3-01717)

(4 agosto 2020)

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   nello scorso fine settimana sulla provincia di Alessandria si è abbattuta un'eccezionale ondata di maltempo con vento a oltre 100 all'ora, grandine e fulmini, con tetti scoperchiati, vigneti abbattuti, cantine vitivinicole allagate;

   quello che si è abbattuto sul territorio piemontese si verifica solo nelle isole tropicali; ci sono stati alberi abbattuti, tetti scoperchiati, allagamenti e black out;

   è conseguenza dei cambiamenti climatici che in zone come Alessandria e provincia l'eccezionalità degli eventi atmosferici sia ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi, con danni per milioni di euro, tra perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne;

   si contano ingenti danni all'agricoltura, oltre che alle produzioni; ad essere colpite sono state anche le strutture. Forti raffiche di vento nella notte si sono abbattute nelle zone adiacenti ad Alessandria e in alcune aziende del Casalese;

   da una prima stima dei danni risultano esserci tetti scoperchiati in diverse cascine (in alcuni casi l'acqua è entrata anche nelle cantine, allagando anche i cartoni di vino in consegna), portoni divelti, stalle rimaste senza tetto, porticati sradicati, tegole e mattoni trascinati via dalla forza del vento;

   si sono verificati danni anche a colture di mais, piegate, così come ad alcuni filari di vite, completamente sdraiati. Chicchi di grandine grossi come palline da ping pong sono caduti in alcune fasce di territorio, senza lasciare scampo; complice il forte vento, i pezzi di ghiaccio venuti giù dal cielo hanno trinciato qualsiasi cosa si sono trovati davanti, distruggendo e annientando ogni ipotesi di raccolto;

   la grandine, la pioggia e il vento forte provocano danni incalcolabili alle coltivazioni nei campi, dove è in piena raccolta la frutta estiva e sta per iniziare la vendemmia, con il rischio della perdita di un intero anno di lavoro;

   in queste ore si stanno raccogliendo le segnalazioni delle aziende agricole per procedere con le richieste di risarcimento danni per calamità naturale e risulta agli interroganti che la regione Piemonte abbia già chiesto lo stato di calamità naturale –:

   quali interventi urgenti, anche di natura economica, intenda mettere in atto per aiutare gli agricoltori piemontesi che sono stati vittime di questa eccezionale ondata di maltempo che si è abbattuta sulla regione Piemonte.
(3-01718)

(4 agosto 2020)

   DEL SESTO, GAGNARLI, GALLINELLA, CADEDDU, CASSESE, CILLIS, GALIZIA, LOMBARDO, LOVECCHIO, MAGLIONE, ALBERTO MANCA, MARZANA, PARENTELA e PIGNATONE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il 3 luglio 2020, in attuazione del regolamento UE 223/2014 dell'11 marzo 2014, relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead), l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura-Agea ha indetto un appalto per l'affidamento della fornitura di olio extravergine di oliva in confezioni da 1 litro destinata in aiuto alimentare agli indigenti in Italia e distribuita per il tramite delle organizzazioni partner accreditate presso l'Agea;

   l'importo complessivo della gara è di circa 7.980.000 euro suddivisi in quattro lotti, al ribasso a partire da una base d'asta di 3,2 euro al litro;

   relativamente all'indicazione dell'origine, il bando dispone che l'olio deve essere ottenuto da olive prodotte, molite e confezionate nell'Unione europea, nel rispetto della vigente normativa comunitaria e nazionale;

   è evidente che, a fronte di un costo al litro così basso, l'olio a denominazione garantita di origine italiana difficilmente potrà accedere alla gara;

   il decreto-legge cosiddetto «rilancio», recentemente convertito in legge, ha stanziato 250 milioni di euro ad integrazione delle iniziative di distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti a seguito dell'emergenza COVID-19;

   nel parere espresso dalla XIII Commissione agricoltura della Camera dei deputati, durante l'esame in sede consultiva del suddetto provvedimento, preso atto dell'elevata quantità di olio a denominazione garantita attualmente in giacenza in tutto il territorio nazionale, circa 18 mila tonnellate, si è evidenziata l'urgenza di adottare ogni utile iniziativa volta ad invertire tale dinamica anche attraverso la predisposizione di misure di ritiro per la distribuzione agli indigenti –:

   se, alla luce dell'oggettiva difficoltà per l'olio a denominazione garantita di origine nazionale di accedere al bando comunitario Agea, non ritenga di dover assicurare invece che, nell'utilizzo dei 250 milioni di euro stanziati dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, si prediliga l'acquisto di olio italiano a denominazione garantita al fine di fornire un alimento dall'alto valore nutrizionale e di ridurre l'elevatissima quantità di prodotto in giacenza.
(3-01719)

(4 agosto 2020)

   INCERTI, CENNI, CAPPELLANI, CRITELLI, DAL MORO, FRAILIS, MARTINA, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   sempre più spesso si verificano in varie zone d'Italia situazioni anomale connesse all'alternarsi di eventi meteorologici estremi di grande intensità con periodi di forte siccità. Tali eventi sono legati ai mutamenti climatici in corso e sollecitano politiche più efficaci e credibili;

   il 2020 ha ulteriormente dimostrato come il cambiamento climatico stia diventando sempre più severo, con incremento delle temperature medie di quasi 2 gradi e conseguente maggiore necessità d'irrigazione. Secondo alcuni autorevoli studi pubblicati recentemente, nel nostro Paese «mancano all'appello» 23,4 miliardi di metri cubi di acqua. Una situazione che può avere conseguenze economiche estremamente gravi per agricoltura, silvicoltura e pesca, che impiegano 1,3 milioni di italiani, generando un valore di 61,6 miliardi di euro;

   a preoccupare sempre di più sono conseguentemente i livelli di laghi e fiumi, pericolosamente al di sotto della media stagionale. Sono crollati del 24 per cento i livelli del Po a fine luglio 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre i maggiori laghi del Nord che servono a dissetare i campi della Pianura padana, dove si produce un terzo del made in Italy agroalimentare nazionale, sono in affanno su valori ben al di sotto della media, mentre sono in forte deficit da mesi i bacini del Centro-Sud. Nel Centro Italia cresce la sete, al Sud resta critica la situazione in Sicilia e continuano a diminuire le riserve idriche negli invasi di Puglia, dove le riserve di acqua sono scese sotto i 118 milioni di metri cubi (-91 milioni rispetto 2019), e in Basilicata, dove sono rimasti circa 291 milioni (-64,26 milioni rispetto al 2019); una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di forti temporali che compromettono le coltivazioni nei campi e che provocano frane e smottamenti;

   nel mese di gennaio 2020 la Ministra interrogata presentava la «Strategia nazionale per il risparmio idrico, la tutela territoriale, la lotta al dissesto idrogeologico». Un piano programmatico di grande respiro, dal punto di vista delle risorse investite, dell'impatto dei cantieri avviati e dei territori coinvolti; in quella occasione veniva annunciata una nuova importante tranche di interventi, per circa 500 milioni di euro, e la realizzazione di ben 52 progetti, grazie anche all'importante lavoro di attrazione delle risorse svolto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali –:

   quale sia lo stato di attuazione della «Strategia nazionale per il risparmio idrico» e quali iniziative, per migliorare la gestione delle risorse idriche, il Ministro interrogato stia mettendo in campo per fronteggiare un'emergenza che sta avendo gravi ripercussioni sul settore agricolo.
(3-01720)

(4 agosto 2020)

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